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Divina Commedia Titolo originale Comedìa Altri titoli Commedia Agnolo Bronzino (1530): Dante rivolto verso il Purgatorio. Autore Dante Alighieri 1ª ed. originale 1304–1321 Genere poema Sottogenere allegorico Lingua originale volgare fiorentino Protagonisti Dante Alighieri Altri personaggi Virgilio, Beatrice, san Bernardo, Stazio, santa Lucia, Lucifero Dante e Beatrice sulle rive del Lete (1889), opera del pittore venezuelano Cristóbal Rojas Divina Commedia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. (Reindirizzamento da Divina commedia) La Comedìa, conosciuta soprattutto come Commedia o Divina Commedia [1] è un poema di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di versi endecasillabi, in lingua volgare fiorentina. Composta secondo i critici tra il 1304 e il 1321, anni del suo esilio in Lunigiana e Romagna, [2] la Commedia è l'opera più celebre di Dante, nonché una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale; conosciuta e studiata in tutto il mondo, è ritenuta da alcuni il più grande capolavoro della letteratura di tutti i tempi. [3] Il poema è diviso in tre parti, chiamate cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale). Il poeta narra di un viaggio, ovvero di un Itinerarium Mentis in Deum (v. San Bonaventura), attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della Trinità. La sua rappresentazione immaginaria e allegorica dell'oltretomba cristiano è un culmine della visione medievale del mondo sviluppatasi nella Chiesa cattolica. L'opera ebbe subito uno straordinario successo, e contribuì in maniera determinante al processo di consolidamento del dialetto toscano come lingua italiana. Il testo, del quale non si possiede l'autografo, fu infatti copiato sin dai primissimi anni della sua diffusione, e fino all'avvento della stampa, in un ampio numero di manoscritti. Parallelamente si diffuse la pratica della chiosa e del commento al testo, dando vita a una tradizione di letture e di studi danteschi mai interrotta; si parla così di secolare commento. La vastità delle testimonianze manoscritte della Commedia ha comportato una oggettiva difficoltà nella definizione del testo critico. Oggi si dispone di un'edizione di riferimento realizzata da Giorgio Petrocchi. [4] Più di recente due diverse edizioni critiche sono state curate da Antonio Lanza [5] e Federico Sanguineti. [6] La Commedia, pur proseguendo molti dei modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, fine morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), è profondamente innovativa, poiché, come è stato rilevato in particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà. È una delle letture obbligate del sistema scolastico italiano. Curioso notare come tutte le tre cantiche terminino con la parola "stelle". ("E quindi uscimmo a riveder le Divina Commedia - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Divina_commedia 1 di 26 13/11/2013 20.37

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Divina CommediaTitolo originale Comedìa

Altri titoli Commedia

Agnolo Bronzino (1530): Dante rivolto verso il

Purgatorio.

Autore Dante Alighieri1ª ed. originale 1304–1321

Genere poemaSottogenere allegorico

Lingua originale volgare fiorentinoProtagonisti Dante Alighieri

Altri personaggi Virgilio, Beatrice, sanBernardo, Stazio,santa Lucia, Lucifero

Dante e Beatrice sulle rive del Lete (1889), opera del

pittore venezuelano Cristóbal Rojas

Divina CommediaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.(Reindirizzamento da Divina commedia)

La Comedìa, conosciuta soprattutto come Commedia o DivinaCommedia[1] è un poema di Dante Alighieri, scritto in terzineincatenate di versi endecasillabi, in lingua volgare fiorentina.Composta secondo i critici tra il 1304 e il 1321, anni del suo

esilio in Lunigiana e Romagna,[2] la Commedia è l'opera piùcelebre di Dante, nonché una delle più importanti testimonianzedella civiltà medievale; conosciuta e studiata in tutto il mondo,è ritenuta da alcuni il più grande capolavoro della letteratura di

tutti i tempi.[3]

Il poema è diviso in tre parti, chiamate cantiche (Inferno,Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti(tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale). Ilpoeta narra di un viaggio, ovvero di un Itinerarium Mentis inDeum (v. San Bonaventura), attraverso i tre regni ultraterreniche lo condurrà fino alla visione della Trinità. La suarappresentazione immaginaria e allegorica dell'oltretombacristiano è un culmine della visione medievale del mondosviluppatasi nella Chiesa cattolica.

L'opera ebbe subito uno straordinario successo, e contribuì inmaniera determinante al processo di consolidamento deldialetto toscano come lingua italiana. Il testo, del quale non sipossiede l'autografo, fu infatti copiato sin dai primissimi annidella sua diffusione, e fino all'avvento della stampa, in un ampionumero di manoscritti. Parallelamente si diffuse la pratica dellachiosa e del commento al testo, dando vita a una tradizione diletture e di studi danteschi mai interrotta; si parla così disecolare commento. La vastità delle testimonianze manoscrittedella Commedia ha comportato una oggettiva difficoltà nelladefinizione del testo critico.Oggi si dispone di un'edizione di riferimento realizzata da

Giorgio Petrocchi.[4] Più di recente due diverse edizioni

critiche sono state curate da Antonio Lanza[5] e

Federico Sanguineti.[6]

La Commedia, pur proseguendo molti dei modicaratteristici della letteratura e dello stile medievali(ispirazione religiosa, fine morale, linguaggio e stilebasati sulla percezione visiva e immediata delle cose), èprofondamente innovativa, poiché, come è stato rilevatoin particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a unarappresentazione ampia e drammatica della realtà. È unadelle letture obbligate del sistema scolastico italiano.

Curioso notare come tutte le tre cantiche terminino con la parola "stelle". ("E quindi uscimmo a riveder le

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stelle" - Inferno; "Puro e disposto a salir a le stelle" - Purgatorio e "L'amor che move il sole e l'altre stelle"- Paradiso). Curiosa anche la creazione da parte del Poeta di neologismi come "insusarsi", "inluiarsi",

"inleiarsi" [7]

Nel 2002 è stata inserita nella lista de I 100 libri migliori di sempre secondo Norwegian Book Club.

Indice

1 Titolo2 Argomento

2.1 Inferno2.2 Purgatorio2.3 Paradiso

3 Data di composizione4 Struttura

4.1 Struttura cosmologica4.2 Struttura dottrinale4.3 Cronologia

5 Tematiche e contenuti6 Le tre guide7 Modelli e fonti

7.1 Lingua7.2 Stile7.3 Studi e fonti

8 Storia della critica9 Tradizione manoscritta10 Edizioni11 Edizioni critiche

11.1 Prima di Petrocchi11.2 L'edizione Petrocchi11.3 Le ultime edizioni

12 Traduzioni13 La Divina Commedia nell'arte

13.1 Trasposizioni cinematografiche (lista parziale)13.2 Musica13.3 Teatro, televisione e videogiochi13.4 Pittura13.5 Scultura13.6 Filmografia

14 Dante nel fumetto15 Note16 Bibliografia17 Altri progetti18 Collegamenti esterni

Titolo

Probabilmente il titolo originale dell'opera fu Commedia, o Comedìa, dal greco κωµωδία (komodìa,composto di kòme, villaggio, e odé, canto; letteralmente canto del villaggio). È infatti così che Dante stessochiama la sua opera [Inferno XVI, 128] (Inferno XXI, 2). In seguito il titolo di "divina" le venne dato daBoccaccio. Nell'Epistola (la cui paternità dantesca non è del tutto certa) indirizzata a Cangrande della Scala,Dante ribadisce il titolo latino dell'opera: Incipit Comedia Dantis Alagherii, Florentini natione, non

moribus.[8] In essa vengono addotti due motivi per spiegare il titolo conferito: uno di carattere letterario,secondo cui col nome di commedia era usanza definire un genere letterario che, da un inizio difficoltoso per

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Dante e il suo poema, affresco di Domenico di

Michelino nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore,

Firenze (1465)

il protagonista, si conclude con un lieto fine, e uno stilistico. Infatti lo stile nonostante sia sublime, trattaanche tematiche turpi tipiche di uno stile umile, secondo l'ottica cristiana di accogliere anche gli aspetti piùbassi del reale, pur di raggiungere il cuore di tutta l'umanità. Nel poema, infatti, si ritrovano entrambi questiaspetti: dalla "selva oscura", allegoria dello smarrimento del poeta, si passa alla redenzione finale, allavisione di Dio nel Paradiso; e in secondo luogo, i versi sono scritti in volgare e non in latino che, sebbeneesistesse già una ricca tradizione letteraria in lingua del sì, continuava ad essere considerata la lingua pereccellenza della cultura.

L'aggettivo divina fu usato per la prima volta da Giovanni Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante del1373, circa 70 anni dopo il periodo in cui si pensa sia stato cominciato il poema. La dizione DivinaCommedia, però, divenne comune solo dalla metà del Cinquecento in poi, quando Ludovico Dolce, nella suaedizione veneziana del 1555, stampata da Gabriele Giolito de' Ferrari, riprese il titolo boccacciano.

Il nome "Commedia" (nella forma comedìa) appare solo due volte all'interno del poema, mentre nelParadiso Dante lo definisce "poema sacro". Dante non rinnega il titolo Commedia, anche perché, data lalunghezza dell'opera, le cantiche o i singoli canti vennero pubblicati volta per volta, e l'autore non aveva lapossibilità di revisionare ciò che già era stato reso pubblico. Il termine "Commedia" dovette sembrareriduttivo a Dante nel momento in cui componeva il Paradiso, in cui lo stile, ma anche la sintassi, sonoprofondamente cambiati rispetto ai canti che compongono l'Inferno; infatti nell'ultimo canto, il sostantivoCommedia viene sostituito da poema sacro. Il discorso sulle palinodie, ovvero le correzioni che Dante faall'interno della sua opera, contraddicendo se stesso ma anche le sue fonti, è molto più vasto ed esteso.

Argomento

« Nel mezzo del cammin di nostravitami ritrovai per una selva oscura,ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,esta selva selvaggia e aspra e forte,che nel pensier rinova la paura!

Tant'è amara che poco è più morte;ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.

Io non so ben ridir com'i' v'intrai,tant'era pien di sonno a quel puntoche la verace via abbandonai.Dante Alighieri, Inferno I, vv. 1-12 »

Il racconto dell'Inferno, la prima delle tre cantiche, siapre con un Canto introduttivo (che serve da proemio all'intero poema), nel quale il poeta Dante Alighieriracconta in prima persona del suo smarrimento spirituale; si ritrae, infatti, "in una selva oscura", allegoria delpeccato, nella quale era giunto poiché aveva smarrito la "retta via", quella della virtù (si ritiene che Dante sisenta colpevole, più degli altri, del peccato di lussuria, che infatti nell'Inferno e nel Purgatorio è postosempre come il meno grave tra i peccati puniti). Tentando di trovarne l'uscita, il poeta scorge un colleilluminato dalla luce del sole; tentando di salirvi per avere più ampia visuale, però, viene ostacolato da trebelve: una lonza (lince), allegoria della lussuria, un leone, simbolo della superbia, e una lupa, cherappresenta l'avidità, i tre vizi che stanno alla base di ogni male. Tanta è la paura che il trio incute, che Dantecade all'indietro, lungo il pendio.

Risollevandosi, scorge l'anima del grande poeta Virgilio, a cui chiede aiuto. Virgilio rivela che per arrivare

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Mappa dell'Inferno di Sandro Botticelli

alla cima del colle ed evitare le tre bestie feroci, bisognerà intraprendere una strada diversa, più lunga epenosa, attraverso il bene e il male, profetizza che il trio sarà fatto morire da un alquanto misterioso

Veltro,[9] si presenta come l'inviato di Beatrice, la donna amata da Dante (morta a soli ventiquattro anni), laquale aveva interceduto presso Dio affinché il poeta fosse redento dai peccati; Virgilio e Beatrice sono inrealtà due allegorie rispettivamente della ragione e della teologia: il primo in quanto considerato il poeta piùsapiente della classicità, la seconda in quanto scala al fattore, secondo la visione elaborata da Dante nellaVita Nuova.

Dalla collina di Gerusalemme su cui si trova la selva, Virgilio condurrà Dante attraverso l'Inferno e ilPurgatorio perché attraverso questo viaggio la sua anima possa risollevarsi dal male in cui era caduta. PoiBeatrice prenderà il posto di Virgilio, sarà lei la guida di Dante nel Paradiso. Virgilio, nel racconto allegorico,rappresenta la ragione, ma la ragione non basta per giungere fino a Dio; è necessaria la fede, e Beatricerappresenta questa virtù. Virgilio inoltre, non ha conosciuto Cristo, non è battezzato e perciò non gli èconsentito di avvicinarsi al seggio dell'Onnipotente.

Inferno

Per approfondire, vedi Inferno (Divina Commedia).

Il vero e proprio viaggio attraverso l'Inferno ha inizio nel Canto III(nel precedente Dante esprime i suoi dubbi e le sue paure a Virgilioriguardo al viaggio che stanno per compiere). Dante e Virgilio sitrovano sotto la città di Gerusalemme, davanti alla grande porta sucui sono impressi i versi celeberrimi che aprono questo canto.L'ultimo di quei versi: "Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate",incute nuovi dubbi e nuovo timore in Dante, ma il suo maestro eguida gli sorride e lo prende per mano perché ormai bisogna andareavanti. In questo luogo senza tempo e senza luce, l'Antinferno,stazionano per sempre gli ignavi, ossia quelli che in vita non volleroprendere posizioni, ed ora sono ritenuti indegni sia di premio

(Paradiso) che di castigo (Inferno) perché il primo sarebbe macchiato della loro presenza e nel secondosarebbero un motivo di possibile vanto. La loro punizione consiste nel correre nudi dietro ad una bandierasenza stemma ed essere perennemente punti da vespe e da mosconi; poco più in là sulla riva dell'Acheronte(il primo fiume infernale), stanno provvisoriamente le anime che devono raggiungere l'altra riva, in attesache Caronte, il primo guardiano infernale, le spinga nella sua barca e le traghetti di là.

L'inferno dantesco è immaginato come una serie di anelli numerati, sempre più stretti che si succedono insequenza e formano un tronco di cono rovesciato; l'estremità più stretta si trova in corrispondenza del centrodella Terra ed è interamente occupata da Lucifero che, movendo le sue enormi ali, produce un vento gelido:è il ghiaccio la massima pena. In questo Inferno, ad ogni peccato, corrisponde un cerchio, ed ogni cerchiosuccessivo è più profondo del precedente e più vicino a Lucifero; più grave è il peccato, maggiore sarà ilnumero del cerchio.

Al di là dell'Acheronte si trova il primo cerchio, il Limbo. Qui stanno le anime dei puri che non ricevettero ilbattesimo e che però vissero nel bene; vi si trovano anche - in un luogo a parte dominato da un "nobilecastello" - gli antichi "spiriti magni" che compirono grandi opere a vantaggio del genere umano (Virgiliostesso è tra loro). Oltre il Limbo, Dante e il suo maestro entrano nell'Inferno vero e proprio. All'ingresso staMinosse, il secondo guardiano infernale che, da giudice giusto quale fu, indica in quale cerchio infernale ognianima dovrà scontare la sua pena, avvolgendo la coda tante volte quanti cerchi l'anima dovrà scendere.Superato Minosse, i due si ritrovano nel secondo cerchio, dove sono puniti i lussuriosi: tra essi le anime di

Semiramide, Cleopatra ed Elena di Troia. Celebri i versi del quinto canto su Paolo e Francesca[10] cheraccontano la loro storia e passione amorosa. Ai lussuriosi, travolti dal vento, succedono nel terzo cerchio, igolosi; questi sono immersi in un fango puzzolente, sotto una pioggia senza tregua, e vengono morsi e

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Giovanni Stradano (1523-1605):

Inferno, Mappa

graffiati da Cerbero, terzo guardiano infernale; dopo di loro, nelquarto cerchio, presidiato da Plutone, stanno gli avari e i prodighi,divisi in due schiere destinate a scontrarsi per l'eternità mentre fannorotolare massi di pietra lungo la circonferenza del cerchio.

Dante e Virgilio giungono poi al quinto cerchio, davanti allo Stige,nelle fangose acque del quale sono puniti iracondi e accidiosi, e qui iprotagonisti hanno un alterco con Filippo Argenti; i due Poetivengono traghettati sulla riva opposta dalla barca di Flegias, quintoguardiano infernale. Lì, sull'altra sponda, sorge la Città di Dite, in cuisono puniti i peccatori consapevoli del loro peccare. Davanti allaporta chiusa della città, i due sono bloccati dai demoni e dalle Erinni;entreranno solo grazie all'intervento dell'Arcangelo Michele, evedranno come sono puniti coloro "che l'anima col corpo mortafanno", cioè gli epicurei e gli eretici in generale: essi si trovanoall'interno di grandi sarcofaghi infuocati; tra gli eretici incontrano ilghibellino Farinata degli Uberti, uno dei più famosi personaggidell'Inferno dantesco. Assieme a lui è presente Cavalcante deiCavalcanti, padre di Guido, amico di Dante.

Oltre la città, il poeta e la sua guida scendono verso il settimo cerchio lungo uno scosceso burrone (l'altaripa), alla fine del quale si trova il terzo fiume infernale, il Flegetonte, un fiume di sangue bollente presidiatodai Centauri. Questo fiume costituisce il primo dei tre gironi in cui è diviso il VII cerchio. Vi sono puniti iviolenti contro il prossimo; tra essi il Minotauro, ucciso da Teseo con l'aiuto di Arianna. Oltre il fiume,sull'altra sponda è il secondo girone, (che Dante e Virgilio raggiungono grazie all'aiuto del centauro Nesso);qui stanno i violenti contro sé stessi, i suicidi trasformati in arbusti secchi, feriti e straziati per l'eternità dalleArpie; tra loro troviamo Pier della Vigna); nel secondo girone stanno anche gli scialacquatori, inseguiti esbranati da cagne. L'ultimo girone, il terzo, è una landa infuocata, ed ospita i violenti contro Dio nella Parola,nella Natura e nell'Arte, ossia i bestemmiatori (Capaneo), i sodomiti (tra cui Brunetto Latini, maestro diDante, quando il poeta era giovane) e gli usurai. A quest'ultimo girone Dante dedicherà molti versi dal CantoXIV al Canto XVII.

Alla fine del VII cerchio, Dante e Virgilio, scendono per un burrato (burrone) in groppa a Gerione, il mostroinfernale dal volto umano, zampe leonine, corpo di serpente e coda di scorpione. Così raggiungono l'VIIIcerchio chiamato Malebolge, dove sono puniti i traditori in chi non si fida. L'ottavo cerchio è diviso in diecibolge; ogni bolgia è un fossato a forma di cerchio. I cerchi sono concentrici, scavati nella roccia e digradantiverso il basso, alla base di essi si apre il Pozzo dei Giganti. Nelle bolge sono puniti, nell'ordine, ruffiani eseduttori, adulatori, simoniaci, indovini, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti - tra cui Ulisse eDiomede, i seminatori di discordia (Maometto) e i falsari.

Ulisse racconta ai due viandanti il suo ultimo viaggio; qui si vede che Dante non era a conoscenza dellapredizione di Tiresia sulla morte di Ulisse e perciò ne inventa la fine in un gorgo marino al di là delle Colonned'Ercole, simbolo per Dante della ragione e dei limiti del mondo. Tra i falsari, nella decima bolgia, troviamo il"folletto" Gianni Schicchi; infine i due accedono al IX ed ultimo cerchio, dove sono puniti i traditori in chi sifida.

Questo cerchio è diviso in quattro zone, coperte dalle acque gelate della ghiaccia di Cocito. Nella primazona, chiamata Caina (dal nome di Caino, che uccise il fratello Abele), sono puniti i traditori dei parenti;nella seconda, Antenora (dal nome Antenore, il troiano che consegnò il Palladio ai nemici greci), stanno ipeccatori come lui, traditori della patria; nella terza, Tolomea (dal nome del re Tolomeo XIII, che al tempodi Cesare fece uccidere il suo ospite Pompeo), si trovano i traditori degli ospiti; infine nella quarta, Giudecca(dal nome di Giuda Iscariota, che tradì Gesù), sono puniti i traditori dei benefattori. Nell'Antenora Danteincontra il Conte Ugolino della Gherardesca che narra della sua segregazione nella Torre della Muda con ifigli e la loro morte per fame, segregazione e morte volute dall'Arcivescovo Ruggieri. Ugolino appare

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Il primo canto del Purgatorio illustrato

da Gustave Doré

nell'Inferno sia come un dannato che come un demone vendicatore, che rode per l'eternità il capo del suoaguzzino. Nell'ultima zona si trovano i tre grandi traditori: Cassio, Bruto (che complottarono contro Cesare)e Giuda Iscariota; la loro pena consiste nell'essere maciullati dalle tre bocche di Lucifero, che qui ha la suadimora. Giuda si trova nella bocca centrale, a suggello della maggiore gravità del proprio tradimento.

Scendendo lungo il suo corpo peloso, Dante e Virgilio raggiungono una grotta e scendono alcune scale.Dante è stupito: non vede più la schiena di Lucifero e Virgilio gli spiega che ora si trovano nell'EmisferoAustrale. Attraversano quindi la natural burella, il canale che li condurrà alla spiaggia del Purgatorio, allabase della quale usciranno poco dopo "a riveder le stelle".

Purgatorio

Per approfondire, vedi Purgatorio (Divina Commedia).

Usciti dall'Inferno attraverso la natural burella, Dante e Virgilio siritrovano nell'emisfero australe terrestre (che si credeva interamentericoperto d'acqua), dove, in mezzo al mare, s'innalza la montagna delPurgatorio, creata con la terra che servì a scavare il baratrodell'Inferno, quando Lucifero fu buttato fuori dal Paradiso dopo larivolta contro Dio. Usciti dal cunicolo, i due giungono su unaspiaggia, dove incontrano Catone Uticense, che svolge il compito diguardiano del Purgatorio. Dovendo cominciare a salire la ripidamontagna, che si dimostra impossibile da scalare, tanto è ripida,Dante chiede ad alcune anime quale sia il varco più vicino; sonoquesti la prima schiera dei negligenti, i morti scomunicati, che hannodimora nell'antipurgatorio. Nella I schiera di negligentidell'antipurgatorio Dante incontra Manfredi di Sicilia. Assieme acoloro che tardarono a pentirsi per pigrizia, ai morti per violenza e aiprincipi negligenti, infatti, essi attendono il tempo di purificazionenecessario a permettere loro di accedere al Purgatorio vero e proprio.All'ingresso della valletta dove si trovano i principi negligenti, Dante,su indicazione di Virgilio, chiede indicazioni ad un'anima che si rivelaessere una sorta di guardiano della valletta, il concittadino di VirgilioSordello, che sarà la guida dei due fino alla porta del Purgatorio.

Giunti alla fine dell'Antipurgatorio, superata una valletta fiorita, i due varcano la porta del Purgatorio; questaè custodita da un angelo recante in mano una spada fiammeggiante, che sembra avere vita propria, epreceduto da tre gradini, il primo di marmo bianco, il secondo di una pietra scura e il terzo in porfido rosso.L'angelo, seduto sulla soglia di diamante e appoggiando i piedi sul gradino rosso, incide sette "P" sulla frontedi Dante, poi apre loro la porta tramite due chiavi (una d'argento e una d'oro) che aveva ricevuto da SanPietro; quindi i due poeti si addentrano nel secondo regno.

Il Purgatorio è diviso in sette 'cornici', dove le anime scontano la loro inclinazione al peccato per purificarsiprima di accedere al Paradiso. Al contrario dell'Inferno, dove i peccati si aggravavano maggiore era ilnumero del cerchio, qui alla base della montagna, nella prima cornice, stanno coloro che si sono macchiatidelle colpe più gravi, mentre alla sommità, vicino al Paradiso terrestre, i peccatori più lievi. Le anime nonvengono punite in eterno, e per una sola colpa, come nel primo regno, ma scontano una pena pari ai peccaticommessi durante la vita.

Nella prima cornice, Dante e Virgilio incontrano i superbi, nella seconda gli invidiosi, nella terza gli iracondi,nella quarta gli accidiosi, nella quinta gli avari e i prodighi. In questa cornice ai due viaggiatori si uniscel'anima di Stazio dopo un terremoto e un canto Gloria in excelsis Deo (Dante riteneva Stazio convertito alcristianesimo); questi si era macchiato in vita di eccessiva prodigalità: proprio in quel momento egli, che

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Philipp Veit (1793-1887): San

Bernardo di Chiaravalle

dopo cinquecento anni di espiazione in quella cornice aveva sentito il desiderio di assurgere al Paradiso, sioffre di accompagnare i due fino alla sommità del monte, attraverso le cornici sesta, dove espiano le lorocolpe i golosi che appaiono magrissimi, e settima, dove stanno i lussuriosi avvolti dalle fiamme. Dante ritieneche Stazio si sia convertito grazie a Virgilio e alle sue opere, che hanno aperto gli occhi al poeta latino: egli,infatti, grazie all'Eneide e alle Bucoliche ha capito l'importanza della fede cristiana e l'errore del vizio dellaprodigalità: come un lampadoforo, Virgilio ha fatto luce a Stazio rimanendo però al buio; fuor di metafora,Virgilio è stato un profeta inconsapevole: ha portato Stazio alla fede ma lui, avendo fatto in tempo solo adintravederla, non ha potuto salvarsi, ed è costretto a soggiornare per l'eternità nel Limbo. Ascesi alla settimacornice, i tre devono attraversare un muro di fuoco, oltre il quale si diparte una scala, che dà accesso alParadiso terrestre. Paura di Dante e conforto da parte di Virgilio. Giunti qui, il luogo dove per pocodimorarono Adamo ed Eva prima del peccato, Virgilio e Dante si devono congedare, poiché il poeta latinonon è degno di guidare il toscano fin nel Paradiso, e sarà Beatrice a farlo.

Quindi Dante s'imbatte in Matelda, la personificazione della felicità perfetta, precedente al peccato originale,che gli mostra i due fiumi Lete, che fa dimenticare i peccati, ed Eunoè, che restituisce la memoria del benecompiuto, e si offre di condurlo all'incontro con Beatrice, che avverrà poco dopo. Beatrice rimproveraduramente Dante e dopo si offre di farsi vedere senza il velo: Dante durante i rimproveri cerca di scorgere ilsuo vecchio maestro Virgilio che ormai non c'è più. Dopo avere bevuto prima le acque del Lete e poidell'Eunoè, infine, Dante segue Beatrice verso il terzo ed ultimo regno: il Paradiso.

Paradiso

Per approfondire, vedi Paradiso (Divina Commedia) e Cieli del Paradiso.

Libero da tutti i peccati, adesso Dante può ascendere al Paradiso e, accanto a Beatrice, vi accede volando adaltissima velocità. Egli sente tutta la difficoltà di raccontare questo trasumanare, andare cioè al di là delleproprie condizioni terrene, ma confida nell'aiuto dello Spirito Santo (il buon Apollo) e nel fatto che il suosforzo descrittivo sarà continuato da altri nel tempo (Poca favilla gran fiamma seconda... canto I, 34).

Il Paradiso è composto da nove cerchi concentrici, al cui centro sta laTerra; in ognuno di questi cieli, dove risiede un pianeta diverso,stanno i beati, più vicini a Dio a seconda del loro grado dibeatitudine. Ma le anime del Paradiso non stanno meglio o peggio, enessuno desidera una condizione migliore di quella che ha, poiché lacarità non permette di desiderare altro se non quello che si ha; Dio, almomento della nascita, ha donato secondo criteri inconoscibili adogni anima una certa quantità di grazia, ed è in proporzione a questache essi godono diversi livelli di beatitudine. Prima di raggiungere ilprimo cielo i due attraversano la Sfera di Fuoco.

Nel primo cielo, quello della Luna, stanno coloro che mancarono aivoti fatti (Angeli); nel secondo, il cielo di Mercurio, risiedono coloroche in Terra fecero del bene per ottenere gloria e fama, non indirizzandosi al bene divino (Arcangeli); nelterzo cielo, quello di Venere, stanno le anime degli spiriti amanti (Principati); nel quarto, il cielo del Sole, glispiriti sapienti (Potestà); nel quinto, il cielo di Marte, gli spiriti militanti dei combattenti per la fede (Virtù);e nel sesto, il cielo di Giove, gli spiriti governanti giusti (Dominazioni)

Giunti al settimo cielo, quello di Saturno dove risiedono gli "spiriti contemplativi" (Troni), Beatrice nonsorride più, come invece aveva fatto finora; il suo sorriso, infatti, da qui in poi, a causa della vicinanza a Dio,sarebbe per Dante insopportabile alla vista, tanto luminoso risulterebbe. In questo cielo risiedono gli spiriticontemplativi, e da qui Beatrice innalza Dante fino al cielo delle Stelle fisse, dove non sono più ripartiti ibeati, ma nel quale si trovano le anime trionfanti, che cantano le lodi di Cristo e della Vergine Maria, chequi Dante riesce a vedere; da questo cielo, inoltre, il poeta osserva il mondo sotto di sé, i sette pianeti e i loro

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Dante e Beatrice rivolti verso l'Empireo

(Gustave Doré)

moti e la Terra, piccola e misera in confronto alla grandezza diDio (Cherubini). Prima di proseguire Dante deve sostenere unasorta di "esame" in Fede, Speranza, Carità, da parte di treesaminatori particolari: San Pietro, San Giacomo e SanGiovanni. Quindi, dopo un ultimo sguardo al pianeta, Dante eBeatrice assurgono al nono cielo, il Primo Mobile o Cristallino,il cielo più esterno, origine del movimento e del tempouniversale (Serafini).

In questo luogo, sollevato lo sguardo, Dante vede un puntoluminosissimo, contornato da nove cerchi di fuoco, vorticantiattorno ad esso; il punto, spiega Beatrice, è Dio, e attorno a luistanno i nove cori angelici, divisi per quantità di virtù. Superatol'ultimo cielo, i due accedono all'Empireo, dove si trova la rosadei beati, una struttura a forma di anfiteatro, sul gradino più altodella quale sta la Vergine Maria. Qui, nell'immensa moltitudinedei beati, risiedono i più grandi santi e le più importanti figuredelle Sacre Scritture, come Sant'Agostino, San Benedetto, SanFrancesco, e inoltre Eva, Rachele, Sara e Rebecca.

Da qui Dante osserva finalmente la luce di Dio, grazie all'intercessione di Maria alla quale San Bernardo(guida di Dante per l'ultima parte del viaggio) aveva chiesto aiuto perché Dante potesse vedere Dio esostenere la visione del divino, penetrandola con lo sguardo fino a congiungersi con Lui, e vedendo così laperfetta unione di tutte le realtà, la spiegazione del tutto nella sua grandezza. Nel punto più centrale di questagrande luce, Dante vede tre cerchi, le tre persone della Trinità, il secondo del quale ha immagine umana,segno della natura umana, e divina allo stesso tempo, di Cristo. Quando egli tenta di penetrare ancor più quel

mistero il suo intelletto viene meno, ma in un excessus mentis[11] la sua anima è presa da un'illuminazione esi placa, realizzata dall'armonia che gli dona la visione di Dio, dell'amor che move il sole e l'altre stelle.

Data di composizione

Non conosciamo con esattezza in che periodo Dante scrisse ciascuna delle cantiche della Commedia e glistudiosi hanno formulato ipotesi anche contrastanti in base a prove e indizi talvolta discordanti. In linea dimassima la critica odierna colloca:

L'inizio della stesura dell'Inferno nel biennio 1304-1305 oppure in quello 1306-1307, in ogni casodopo l'esilio (1302) mentre il poeta si trovava in Lunigiana. Salvo l'eccezione del riferimento al papatodi Clemente V (1305-1314), spesso indicato come un possibile ritocco post-conclusione, non vi sitrovano accenni a fatti successi dopo il 1309. Al 1317 risale la prima menzione in un documento (unregistro di atti bolognese, con una terzina dell'Inferno copiata sulla copertina), mentre i manoscritti piùantichi che ci sono pervenuti risalgono al 1330 circa, una decina di anni dopo la morte di Dante.La scrittura del Purgatorio secondo alcuni si accavallò con l'ultima parte dell'Inferno e in ogni casonon contiene riferimenti a fatti accaduti dopo il 1313. Tracce della sua diffusione si riscontrano già nel1315-1316.Il Paradiso viene collocato tra il 1316 e il 1321, data della morte del poeta.

Non ci è pervenuta nessuna firma autografa di Dante, ma sono conservati tre manoscritti della Commediacopiati integralmente da Giovanni Boccaccio, il quale non si servì di una fonte originaria, ma di manoscritti aloro volta copiati. Si deve anche immaginare che Dante si spostò molto in vita per via dell'esilio, quindi nonpotendo portarsi dietro molte carte è probabile che i manoscritti originali si disperdessero sin dalle primediffusioni.

Struttura

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La Divina Commedia è composta da tre cantiche che comprendono un totale di cento canti: la prima cantica(Inferno) è di 34 canti (33 hanno argomento l'Inferno; uno, il primo, è proemio all'opera intera), le altre duecantiche, Purgatorio e Paradiso, sono di 33 canti ciascuna. Il primo canto dell'Inferno viene considerato unprologo a tutta l'opera: in questo modo si ha un canto iniziale più 33 canti per ciascuna cantica, con un chiaroriferimento numerico alla Trinità.

Tutti i canti sono scritti in terzine incatenate[12] di versi endecasillabi. La lunghezza di ogni canto va da unminimo di 115 versi ad un massimo di 160; l'intera opera conta complessivamente 14.233 versi. La DivinaCommedia è dunque superiore in lunghezza sia all'Eneide virgiliana (9.896 esametri), sia all'Odissea omerica(12.100 esametri), ma più breve dell'Iliade omerica (15.683 esametri). In ogni caso, se altre opere, anchemolto più lunghe, sono state composte dalla tradizione e dai vari poeti che nel tempo le hanno ampliate edarricchite, la Divina Commedia è un'opera straordinaria perché frutto dell'intelletto di un solo uomo, autoredi tutti e 14.233 versi.

La Commedia è anche una drammatizzazione della teologia cristiana medievale, arricchita da unastraordinaria creatività immaginativa.

Struttura cosmologica

La struttura testuale della Commedia coincide esattamente con la rappresentazione cosmologica

dell'immaginario medievale.[13] Il viaggio all'Inferno e nel monte del Purgatorio rappresentano infattil'attraversamento dell'intero pianeta, concepito come una sfera, dalle sue profondità alle regioni più elevate;mentre il Paradiso è una rappresentazione simbolico-visuale del cosmo tolemaico.

L'Inferno era rappresentato all'epoca di Dante come una cavità di forma conica interna alla Terra, alloraconcepita come divisa in due emisferi, uno di terre e l'altro di acque. La caverna infernale era nata dalritrarsi delle terre inorridite al contatto con il corpo maledetto di Lucifero e delle sue schiere, cadute dalcielo dopo la ribellione a Dio. La voragine infernale aveva il suo ingresso esattamente sotto Gerusalemme,collocata al centro della semisfera occupata dalle terre emerse, ovvero dal continente euroasiatico. Agliantipodi di Gerusalemme, e quindi al centro della semisfera acquea, si ergeva l'isola montagnosa delPurgatorio, composta appunto dalle terre fuoriuscite dal cuore del mondo all'epoca della ribellione degliangeli. In cima al Purgatorio, Dante colloca il Paradiso terrestre del racconto biblico, il luogo terrestre piùvicino al cielo. Come si vede, Dante riprende dalla concezione tolemaica l'idea di una Terra sferica, ma lesovrappone un universo sostanzialmente pre-tolemaico, privo di simmetria sferica. Alla sfericità della Terra,infatti, non corrisponde una simmetria generale nella distribuzione delle terre emerse e della presenzaumana; le direzioni passanti per il centro della Terra non sono equivalenti: quella che passa perGerusalemme e per la montagna del Purgatorio ha un ruolo privilegiato, il che richiama le concezioni dellaGrecia arcaica, ad esempio di Anassimandro.

Il Paradiso è strutturato secondo la rappresentazione cosmologica nata all'epoca ellenistica con gli scritti diTolomeo, e risistemata dai teologici cristiani secondo le esigenze della nuova religione. Nel suo rapimentoceleste dietro l'anima di Beatrice, Dante attraversa dunque i nove cieli del cosmo astronomico-teologico, aldi sopra dei quali si distende il Pleroma infinito (Empireo) in cui ha sede la Rosa dei Beati, posti a direttocontatto con la visione di Dio. Ai nove cieli corrispondono nell'Empireo i nove cori angelici che, col loromovimento circolare intorno all'immagine di Dio, provocano il relativo movimento rotatorio del cielo a cuiciascuno di essi è preposto - questo secondo la dottrina dell'Atto Puro o Primo Mobile desunta dallaMetafisica di Aristotele.

La struttura cosmologica della Commedia è strettamente connessa alla struttura dottrinale del poema, per cuila collocazione dei tre regni, e, al loro interno, l'ordine delle anime (ovvero delle pene e delle grazie),corrisponde a precisi intendimenti di ordine morale e teologico.

In particolare, la topografia dell'Inferno comprende i seguenti luoghi:

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Dante e Virgilio nell'Inferno,

dipinto di William-Adolphe

Bouguereau (1850)

Un ampio vestibolo o Antinferno, dove vengono puniti coloro chenessuno vuole, né Dio né il demonio: gli ignavi.Il fiume Acheronte, che separa il vestibolo dall'inferno vero eproprio.Una prima sezione costituita dal Limbo, immerso in una tenebraperenne.Una serie di cerchi meno scoscesi in cui patiscono i peccatoriincontinenti.La città infuocata di Dite, le cui mura circondano la voraginefinale.Il cerchio dei violenti in cui scorre il fiume sanguigno delFlegetonte.Un burrone scosceso, che dà all'ottavo cerchio, chiamatoMalebolge: il cerchio dei fraudolenti.Il pozzo dei Giganti.Il lago ghiacciato di Cocito, dove sono immersi i traditori.

La topografia del Purgatorio è invece così strutturata: unAntipurgatorio, costituito da una spiaggia, su cui vengono traghettate leanime dall'angelo nocchiero che le preleva alla foce del Tevere, e da una valletta fiorita; specularmenteall'Inferno, in essa attendono di iniziare la loro purificazione i negligenti, i tardi cioè a pentirsi. Il purgatoriovero e proprio è un monte scosceso, formato da ampi dirupi e cerchi rocciosi, a ciascuno dei quali è prepostoun angelo guardiano. Sulla cima del monte c'è il Paradiso terrestre, che ha l'aspetto di una foresta rigogliosa,popolata di figure allegoriche.

I nove cieli del Paradiso sono i sette del sistema tolemaico - Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove,Saturno - più il cielo delle Stelle fisse e del Primo Mobile.

Struttura dottrinale

La struttura dottrinale coincide con l'impianto teologico-filosofico proprio della poetica di Dante. Lacomplessità degli schemi adottati dal poeta richiede che la materia venga trattata in apposite voci diapprofondimento.

Struttura dell'InfernoStruttura del PurgatorioStruttura del Paradiso

Cronologia

Le date in cui Dante fa svolgere l'azione della Commedia si ricavano dalle indicazioni disseminate in diversipassi del poema.

Il riferimento principale è Inferno XXI, 112-114: in quel momento sono le sette del mattino del Sabato Santo

del 1300, 9 aprile[14] o, secondo altri commentatori, del 26 marzo del 1300.[15] L'anno è confermato daPurgatorio II, 98-99, che fa riferimento al Giubileo in corso. Tenendo questo punto fermo, in base agli altririferimenti si ottiene che:

alla mattina dell'8 aprile (Venerdì Santo) o del 25 marzo, Dante esce dalla "selva oscura" e inizia lasalita del colle, ma viene messo in fuga dalle tre fiere e incontra Virgilio.

al tramonto, Dante e Virgilio iniziano la visita dell'Inferno, che dura circa 24 ore[16] e termina quindi altramonto del 9 aprile o del 26 marzo. Nel superare il centro della Terra, però, i due poeti passano al"fuso orario" del Purgatorio (12 ore di differenza da Gerusalemme[17] e 9 ore dall'Italia), per cui è

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mattina quando essi intraprendono la risalita, che occupa tutto il giorno successivo.

all'alba del 10 aprile (domenica di Pasqua) o del 27 marzo, Dante e Virgilio iniziano la visita delPurgatorio, che dura tre giorni e tre notti:[18] all'alba del quarto giorno, 13 aprile o 30 marzo, Danteentra nel Paradiso Terrestre e vi trascorre la mattina, durante la quale lo raggiunge Beatrice.

a mezzogiorno, Dante e Beatrice salgono in cielo. Da qui in avanti non vi sono più indicazioni ditempo, salvo che nel cielo delle stelle fisse trascorrono circa sei ore (Paradiso XXVII, 79-81).Considerando un tempo simile anche per gli altri cieli, si ottiene che la visita del Paradiso duri due-tregiorni. L'azione terminerebbe quindi il 15 aprile o il 1º aprile.

Quindi con un tempo totale stimato in sette giorni di viaggio.

Tematiche e contenuti

Personale universale (redenzione dell'umanità)Autobiografico: redenzione dell'anima del poeta dopo il periodo di traviamento (selva oscura)Redenzione politica: l'umanità con la guida della ragione (Virgilio) e dell'impero raggiunge la felicitànaturale (Paradiso terrestre = giustizia e pace)Redenzione religiosa: con la guida della Teologia (Beatrice), e della fede (San Bernardo) si arriva allafelicità ultraterrena (Paradiso)

Nella Divina Commedia, Dante si prefigge il ruolo di poeta vate in quanto universalizza il proprio viaggioverso la purificazione, per tutti gli uomini. Leggendo, infatti, la Divina Commedia ogni uomo ripercorre ilviaggio dantesco purificandosi anch'esso dai sette vizi capitali.Dante rappresenta cielo e terra, ma la terra trova nel poema una rappresentazione nuova, una profondacomprensione della realtà umana. In Dante è presente un modo nuovo e disincantato di percepire la storia: ilracconto storico abbraccia il corso dei secoli con la storia dell'Impero romano e cristiano, delle lottefiorentine tra guelfi bianchi e neri, una larga considerazione prospettica della storia della Chiesa e della storiacontemporanea del Papato.L'osservazione della natura è accurata e armoniosa, accentuata nel suo valore prospettico, ricca edeterminata. Le note geografiche e visive si succedono.Il paragone è lo strumento con cui il poeta ritrae il reale mediante un intreccio di notazioni varie e reali. Lanatura dantesca scaturisce sempre da un riferimento personale ed è, non di rado, attratta nell'orbitadrammatica della rappresentazione. Tutto in Dante ha un valore soggettivo, il poema non è solo la storiadell'anima cristiana che si volge a Dio, ma anche la vicenda personale di Dante, inestricabilmente intrecciataagli avvenimenti che narra. Dante è sempre attore e giudice.Il poeta ci presenta l'uomo nella sua complessità e ne mostra il rapporto con Dio, alla luce della tradizione

ebraico-cristiana la quale si innestava su quella classica, greca e latina.[19]

La profezia religiosa e politica si sviluppa su un terreno di esperienze personali, dichiaratamente espresse, edi aspirazioni precise. Dante sovrappone la profezia ai fatti concreti e non li dimentica, né insegue sognivaghi e irrealizzabili di rinnovamento come i profeti medievali, infatti il suo vagheggiamento di unrinnovamento religioso, morale e politico ha obiettivi ben precisi: una ritrovata moralità della Chiesa, larestaurazione dell'Impero, la fine delle lotte civili nelle città.L'allegoria e la concezione figurale sono il fondamento del poema ed il segno più scoperto del suomedievalismo; il mondo è raffigurato suddiviso: da un lato la realtà storica e concreta, dall'altro ilsopramondo, ossia il significato della realtà storica trasferita sul piano morale e su quello ultraterreno. Ilcostante riferimento al sopramondo attesta la subordinazione medievale di ogni realtà a un fine morale ereligioso. Siffatta subordinazione è rigida e imperante e nell'assoluto valore dell'allegoria, nella fedeltà aimodi e allo stile ereditati dalla letteratura precedente è il medievalismo di Dante.

I sesti canti del poema sono di contenuto politico, secondo una visione che si amplia da Firenze (Ciacco,

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Inferno), all'Italia (Sordello da Goito, Purgatorio), all'impero (Giustiniano, Paradiso). Nell'Inferno è presenteun dialogo fra Dante e Ciacco in cui viene condannata la decadenza morale e civile di Firenze ("superbia,invidia e avarizia sono/ le tre faville c'hanno i cuori accesi"; Inf. VI, vv.74-75). Nel Purgatorio è Dante stessoche affronta la tematica politica. Il poeta, in veste di autore, in una digressione deplora gli imperatorigermanici suoi contemporanei poiché non si occupano più del "giardino dell'impero" ("giardin de loimperio"; Purg. VI, v. 105), cioè dell'Italia ("Che val perché ti racconciasse il freno / Iustinïano, se la sella èvòta?"; Purg. VI, vv.88-89). Nel Paradiso la tematica è quella della legittimità dell' impero universale,istituzione voluta dalla Provvidenza, garante di pace e di giustizia, ed è affidata all'imperatore bizantinoGiustiniano, personaggio fondamentale della storia antica, colui che aveva riordinato le leggi romane(Corpus iuris civilis) consentendo la loro trasmissione alle epoche successive. Quindi sia i guelfi,simpatizzanti per la monarchia francese (i gigli gialli ; Par. VI, v. 100), opponendosi all'impero, sia ighibellini, che strumentalizzano il pubblico segno per interessi privati e particolari, sono in errore edostacolano i disegni della Provvidenza. Il pensiero politico del poeta ruota perciò attorno alle istituzioni del

Papato e dell'Impero e alle loro funzioni, motivi già trattati nel Convivio e nel De Monarchia.[20]

Dal punto di vista filosofico Aristotele è "il maestro di color che sanno" (Inferno, IV,131), il cui pensiero,ripreso e interpretato in chiave cristiana da Alberto Magno e Tommaso d'Aquino, è fondamentale nellafilosofia dantesca. "Un peso maggiore sulla base dottrinale della Commedia lo assume il neoplatonismo,soprattutto perché in esso, soprattutto ad opera dei Padri della Chiesa alessandrini (per esempio Origene, IIIsecolo) e dello stesso Pseudo-Dionigi l'Areopagita (V secolo) si fusero concezioni cristiane e platoniche sullabase di un criterio sincretistico. A questo proposito va notato che la disposizione e la struttura stessa diInferno e Paradiso risentono in modo determinante delle dottrine neoplatoniche: Satana è collocato nel puntodel cosmo più lontano da Dio ed è caratterizzato dalla brutalità meccanica tipica delle creature checostituiscono l'ultimo gradino della scala degli esseri, in cui prevale la materia.Quanto al criterio complementare, fatto proprio da figure fondamentali come sant'Agostino che consideral'influsso divino in termini di irradiazione di luce, esso è assunto da Dante come grande sistema dicollegamento della terza cantica, accogliendo le suggestioni che erano venute dalla metafisica della luce,elaborata in particolare dalla Scuola di Chartres (XII secolo) e dal teologo inglese Roberto Grossatesta (XIIIsecolo) nonché da san Tommaso e san Bonaventura. Quanto all'ordine delle gerarchie angeliche, Danteabbandona la proposta di Gregorio Magno (VI secolo), le cui dottrine aveva utilizzato nella sistemazionedelle pene purgatoriali, per passare alla Gerarchia celeste dello Pseudo-Dionigi, a conferma della

importanza strutturale della cultura neoplatonica della Commedia".[21]

[22][23]

Un tema ricorrente nella Commedia è la profezia.[24][25] Il profetismo era largamente diffuso ai tempi delpoeta, come del resto lo fu durante tutto il Medioevo ed era caratterizzato da un'attesa escatologica. Inoltrenel 1300 papa Bonifacio VIII indisse il primo Giubileo, segno di una volontà di rinnovamento spirituale. NelXII secolo, in un clima di rinnovamento spirituale, il profetismo si sviluppò in due principali direzioni: una,legata ad un diretto contatto con Dio da ricondurre alla monaca benedettina Ildegarda di Bingen ed alle sue"visioni"; l'altra, che ebbe il suo maggior esponente in san Bernardo di Chiaravalle, avente come basel'esame della complessa realtà del proprio tempo con il fine di apportarvi miglioramenti dettati dalla

carità.[26] "Ad alimentare questo clima di attesa e di speranze contribuì inoltre il commento all'Apocalissedel francescano Pietro di Giovanni Olivi (Pierre Olieu, 1248-1298), le cui idee Dante conobbe frequentandoa Firenze la scuola conventuale francescana di Santa Croce, dove conobbe anche uno dei suoi più ferventidiscepoli, Ubertino da Casale (1259 - 1330 circa). Proprio nel 1300 Dante colloca il suo viaggionell'oltretomba, non a caso strutturato in forma di visione, attraverso cui denunciare agli uomini i mali delmondo e della Chiesa e indicandone allo stesso tempo i correttivi, mostrando a tutti gli uomini quale fosse lagiusta strada da percorrere per il rinnovamento dello spirito. Il profetismo della Commedia, oltre cherichiamarsi in generale alla Bibbia ha radici nel gioachimismo, col quale condivide la visione di una profondadecadenza dei valori e della corruzione della Chiesa, identificata con la prostituta dell'Apocalisse (Purg.XXXII, 160), e l'esigenza di combatterle nella speranza di un rinnovamento. Garanzia di tale speranza sonola gravità del dolore sopportato da coloro che sono rimasti fedeli a Cristo e la promessa di Cristo stesso di

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non abbandonarli, nonché la certezza, basata sull'Apocalisse, della sconfitta finale dei malvagi. Dante ritieneinfatti non lontana la fine dei tempi, se gli scanni della candida rosa sono sì ripieni, / che poca gente più cisi disira (Par. XXX 131 - 132). Come Gioacchino da Fiore e la linea spirituale del francescanesimo, anche aDante, nel suo messaggio profetico, prospetta l'ideale di una Chiesa povera e aderente ai princìpi evangelici,che dopo Cristo è stato sostenuto solo da San Francesco, ritenuto per questo da Dante un secondo Cristo (v.Paradiso XI), iniziatore di una svolta decisiva nella storia cristiana. Mentre però il gioachimismo identificavanell'Ordine francescano l'artefice del processo di redenzione, Dante se ne distacca, escludendo che ilrinnovamento potesse scaturire dall'interno della Chiesa. Egli basa invece il proprio messaggio profetico sulveltro (Inferno I, 101), ossia un riformatore laico voluto da Dio (identificabile con l'imperatore), unica forza

in grado di realizzare il piano provvidenziale svelato a Dante nell'oltretomba".[27]

In varie occasioni alcuni personaggi incontrati da Dante durante il suo viaggio oltremondano, grazie alla lorocapacità di prevedere il futuro, preannunciano al poeta il suo esilio. Il primo che pronuncia contro Dante"parole gravi" è Farinata degli Uberti (Inferno X, 79 e ss.); seguono Brunetto Latini (Inferno XV, 61 e ss.),Vanni Fucci (Inferno XXIV, 133-151), Corrado Malaspina (Purgatorio VIII, 133 e ss.), Oderisi da Gubbio(Purgatorio XI, 139 e ss.) e infine Cacciaguida nel Paradiso (canto XVII).Il ricorso alla profezia consente a Dante-personaggio (agens) anche di anticipare narrativamente ladrammatica evoluzione che il Dante scrittore (auctor) vede dispiegarsi sotto i suoi occhi. Nella Commediasono dunque disseminate molte profezie post-eventum, che riguardano fatti della biografia dell'autore(l'esilio) o collettivi (per esempio il trasferimento della sede papale ad Avignone ad opera di Papa ClementeV sotto la pressione dei sovrani di Francia. Tuttavia il messaggio di Dante riguarda anche un misteriosopiano provvidenziale, personificato dall'enigmatico veltro, che interverrebbe a punire i responsabili della

corruzione morale, come la curia papale e il re di Francia.[28][29] I vari commenti sull'Apocalisse fioriti nelMedioevo influirono notevolmente sull'atteggiamento profetico di Dante nel suo poema. La prima linea disviluppo di tali commenti è molto attenta all'interpretazione letterale del testo e mira ad una interpretazionein senso morale (san Girolamo, Beda il Venerabile, Riccardo di San Vittore, Alberto Magno). La secondalinea si basa su un'interpretazione allegorica e tende a vedere rappresentata nel testo apocalittico unasuccessione storica delle vicende della Chiesa. Questa linea interpretativa ha i suoi maggiori esponenti inGioacchino da Fiore e Pietro di Giovanni Olivi, i cui commenti probabilmente influenzarono molto Dante.Dante si riferisce a san Giovanni e all'Apocalisse nell' Inferno (XIX, 106-111) e nel Paradiso (XXXII,127-128). Nella processione mistica del Paradiso terrestre (Purgatorio, XXIX) vari elementi sono ripresi daltesto di san Giovanni (i sette candelabri, i ventiquattro seniori, i quattro animali, il drago, ecc.) ed il librodell'Apocalisse viene rappresentato simbolicamente come un vecchio solo, che avanza dormendo, con la

faccia arguta (Purgatorio, XXIX, 143-144).[30]

Un'altra tematica frequentemente rintracciabile nel poema è il valore-simbolo del numero. Secondo laBibbia, Dio ha organizzato il cosmo secondo criteri armonici: "tu hai tutto disposto con misura, calcolo epeso" (Sapienza 11, 21). I Padri della Chiesa avevano dedicato grande attenzione alla numerologia, comeattestano le opere Libro dei numeri di Isidoro di Siviglia e il libro XV (De Numero) dell'enciclopedia diRabano Mauro. Dante aveva già sperimentato il simbolismo del nove, multiplo del tre simbolo della Trinità,nella Vita Nuova, dove lo applica a Beatrice: i due si incontrano la prima volta a nove anni, Beatricerivolgerà il suo primo saluto all'ora nona, ecc.Nella Commedia i canti sono 100 numero perfetto poiché rappresenta il 10 (moltiplicato per se stesso)denotante compiutezza. Dieci sono Le zone dell'Inferno (nove più l'antinferno); dieci le zone del Purgatorio(antipurgatorio, formato da spiaggia più primi due balzi, poi le sette cornici ed infine il paradiso terrestre);dieci sono le zone del Paradiso (sette cieli planetari, cielo delle stelle fisse, Primo Mobile, Empireo). Ilnumero simbolico trinitario 3 si trova nel numero delle cantiche, nei versi in terzine, nelle tre guide (PublioVirgilio Marone, Beatrice, San Bernardo) oltre che nelle tre facce di Lucifero, nelle tre fiere del primo cantodell'Inferno, nei tre gradini della porta del Purgatorio. Tre sono i gruppi di peccatori nell'Inferno(incontinenti, violenti, fraudolenti); nel Purgatorio le anime sono divise fra coloro che indirizzarono il loroamore su un oggetto sbagliato, quelli che furono poco solleciti al bene e quelli che amarono troppo i benimondani; nel Paradiso i beati sono divisi fra gli spiriti che furono dediti alla ricerca della gloria terrena, glispiriti attivi e gli spiriti contemplativi. Per quanto concerne il 9, i cerchi dell'Inferno sono nove, le cornici delPurgatorio 7, a cui si devono aggiungere Antipurgatorio e Paradiso Terrestre, 9 sono le sfere dei cieli (il

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decimo, l'Empireo, non è un luogo fisico).

La musica è un altro motivo ricorrente nel poema ed è quindi una presenza frequente nella Commedia. NelMedioevo le teorie musicali furono influenzate dal trattato De Musica di Severino Boezio che si rifaceva alladottrina di Pitagora e al principio di proporzione basato sul numero. L'atmosfera terrifica e dolentedell'Inferno è caratterizzata dalla disarmonia (III, 22-28; V, 46; XX, 8-9; XXXII, 36). Nel Purgatorio il cantodelle anime ha effetto catartico (purificatorio), creando effetti di rasserenamento ed i riferimenti musicalihanno valore etico. Lo si vede in vari canti: la canzone intonata dal musico Casella (II, 107-108); poi in II,47; V, 24; VIII, 13-18; X, 58-60; XII, 110-111; XXIII, 11-12. Nel Paradiso Terrestre la musica è frequentecon le sue melodie (lo stormire delle foglie XXVIII, 13-18; l'apparizione di Matelda XXVIII 40-42; XXVIII85; la melodia XXIX, 22-23; XXXI, 97-99; XXXII, 61-63). Il Paradiso è la cantica in cui la musica,intrecciandosi con le immagini luminose, costituisce la sostanza della cantica stessa. Numerosi sono gliesempi di una celeste musica polifonica: XXVII, 1-6, VI, 124-126; VIII, 16-20; X, 139-148; XIV, 28-32 e118-123; XVII, 43-44; XXVIII, 118-120; XXIII, 97-102 e 109-111; XXVIII, 118-120; XXXII, 95-98;

XXXIII, 68-75.[31][32]

La rappresentazione della luce è frequente nel poema e ad essa si contrappongono le tenebre. Tutte ledivinità dell'antichità si identificavano con la luce ed il Bene: il Bel semitico, il Ra egizio, l'Ahura Mazdāiranico, il Bene di Platone. Attraverso il neoplatonismo la luce entra nella tradizione cristiana soprattuttograzie a Sant'Agostino e a Dionigi l'Areopagita in cui sono frequenti le immagini di Dio come luce, fuoco,fontana luminosa. Nella filosofia Scolastica fu elaborata la "teologia della luce" da Roberto Grossatesta e sanBonaventura da Bagnoregio nel XIII secolo. L'Inferno è invece il regno delle tenebre. Dante si smarriscenella selva oscura (I, 2) e cerca di salire su un colle illuminato dal sole (I, 13-18, 37-43). La prima cantica èil regno che scaturisce dalla privazione di Dio e quindi è senza luce. L'Inferno è cieco mondo (IV, 13;XXVII, 25), cieco / carcere (X, 58-59; XXII, 103), valle buia (XII, 86), "loco d'ogne luce muto" (V, 28). Icerchi infernali sono scuri (XXV, 13), l'aria è morta (I, 17), nera (V, 51), sanza tempo tinta (III, 29); l'acquadell'Acheronte è bruna (III, 118) e quella dello Stige "buia assai più che persa" (VII, 103); la vegetazionedella selva dei suicidi è di color fosco (XIII, 4). Attraverso la scura natural burella (Inf. XXXIV, 98) Dantee Virgilio giungono nel Purgatorio dove la luce riconquista lo spazio. Il sole è simbolo di Dio, l'alto Sol (Purg.VII, 26), l'alto lume (Purg. XIII, 85). Dante giunge sull'Antipurgatorio alle prime ore del mattino (I, 13-30;107, 115), l'ascesa alla montagna avviene al sorgere del sole (II, 1) e l'arrivo sul Paradiso Terrestre almomento dello splendere della luce (XXVII, 112, 133). Il sole concede ai due poeti di vedere l'accesso allamontagna (I, 107-108). La luce solare è presente in vari passi (XIII, 16-18; XVII, 70-75). Ovviamente è ilParadiso il regno della luce che è la sostanza stessa del regno celeste. Dante guidato da Beatrice, allegoriadella grazia e della teologia, sale per lo ciel di lume in lume (XVII, 115) attraverso al materia eterea dei cieli:Luna (II, 34-36), Mercurio (V, 94-96), Venere (VIII, 13-15), Sole (X, 41), Marte (XIV, 85-86), Giove(XVIII; 68-69), Saturno (XXI, 13). I cieli sono fatti di materia eterea e pertanto riflettono all'esterno la luceche ricevono dal sole (III, 109-111; VIII, 19; X, 40-42). Gli angeli vengono rappresentati come fuochi (IX,77), facelle (XXIII, 94), scintille (XXVIII, 91), splendori (XXIX, 138). I beati hanno un corpo etereo e sonoluci, lumi, faville (VIII, 8; XVIII, 101), stelle cadenti (XV, 16), rubini (XIX, 4-6), gioie (IX, 37), lapilli(XX, 16), fuochi (XX, 34; XXII, 119), fiammelle (XXI, 136), lucerne (VIII, 19; XXIII, 28), lampe (XVII,5). Dio è etterna luce (V, 7-8), viva luce (XIII, 55-57). Dio è definito "lume" (XXXIII, 43, 110), "Sol deibeati" (IX, 8; XV, 76; XVIII, 105; XXX, 126) e nell'Empireo appare a Dante come "stella", punto luminosomolto acuto (XXVIII, 16-18; XXX, 11), "favilla pura" che illumina i cori angelici (XXVIII, 37-39).Nell'Empireo Dante può contemplarlo come "trina luce....'n unica stella" (XXXI, 28). La Candida rosa deibeati è fatta di luci e fiamme splendenti (XXXI, 1-24) e, alla fine del poema, all'arcobaleno è associata la

sostanza stessa della luce divina (XXXIII, 116-120).[33]

Le tre guide

Il viaggio ultraterreno di Dante richiede l'appoggio di una guida, in quanto il protagonista rappresenta l'uomosmarrito in conseguenza del peccato e pertanto incapace di recuperare da solo la retta via. Per l'intero

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cammino che si svolge attraverso il baratro dell'Inferno e su per la montagna del Purgatorio la guidaprescelta è Virgilio, l'antico poeta latino autore dell'Eneide. Egli, sebbene pagano, per l'alto valore moraledella sua poesia, rappresenta la saggezza naturale, la ragione della cui luce l'uomo ha bisogno per riscattarsie rendersi disponibile a comprendere la Rivelazione. Comunque la figura di Virgilio non rimane chiusa in unaschematica funzione allegorica; essa, in virtù della capacità poetica di Dante, assume il ruolo di unpersonaggio di grande rilievo: ora egli si anima di sollecitudine paterna e riesce a rassicurare con la suarasserenante protezione Dante sbigottito dagli orrori dell'Inferno, ora, specialmente nel Purgatorio, restasoggetto all'incertezza, al timore e vive un suo dramma personale, in quanto diversamente da Dante egli èescluso dalla salvezza. Il suo compito si conclude nel Paradiso terrestre in quanto Virgilio, estraneo al mondodella fede, non può guidare Dante a comprendere il mistero divino che gli si svelerà nel Paradiso. Per questooccorre l'intervento della Grazia, della scienza teologica, che viene rappresentata dalla nuova guida,Beatrice, la quale condurrà Dante dalla cima del Purgatorio alle soglie dell'Empireo.

Anche nel caso di Beatrice il significato allegorico si arricchisce di componenti che fanno della sua figura unpersonaggio altamente poetico. Beatrice è pur sempre la donna angelica che ha illuminato la giovinezza delpoeta: adesso, divenuta beata, risplende di una luce che si esprime nel suo sguardo e nel suo sorriso,rendendola bella in modo indicibile. Beatrice spiega al poeta con un linguaggio dotto ardui problemiteologici, ma lo fa salire attraverso i cieli con la forza del suo sorriso, cioè con la forza di un amore che è ilriflesso di quello divino.

Dopo aver condotto Dante all'interno dell'anfiteatro occupato dai beati, Beatrice ritorna al suo seggio dadove appare al poeta cinta di un'aureola luminosa e il ruolo di guida viene assunto nel momento conclusivodel viaggio da San Bernardo, il quale per la sua vita dedita, già in Terra, alla contemplazione, apparesingolarmente adatto a sostenere Dante nel momento in cui, con l'aiuto della preghiera di tutti i beati, e inparticolare della Vergine, riuscirà ad entrare in diretta comunione con la viva presenza di Dio.

Modelli e fonti

Lingua

Uno dei problemi più ardui della filologia italiana è lo studio della lingua dei principali autori della nostratradizione letteraria. Tale problema è connesso strettamente allo studio della tradizione manoscritta delleopere. Nel caso di Dante, la questione è molto più complessa e delicata in quanto nel poema dantesco si ètradizionalmente identificata l'origine stessa della lingua italiana. La definizione di "padre della linguaitaliana", spesso utilizzata per Dante, non è solo una teoria della critica contemporanea; generazioni dilettori, a partire dai primi commentatori fino ai moderni esegeti, non hanno potuto fare a meno diconfrontarsi, anche quando hanno anteposto alla Commedia altri modelli linguistici e letterari, con il poemasacro. Ad esempio, la teorizzazione del Bembo nelle Prose della volgar lingua, in quantofondamentalmente normativa, tendeva a canonizzare un modello linguistico più vicino a Petrarca che aDante. Ciononostante, nelle Prose, il poema è comunque il testo più importante cui fare riferimento, anche esoprattutto in prospettiva critica, per la sua ricchezza linguistica e lessicale.Tuttavia, l'importanza irrinunciabile della Commedia è dimostrata dal peso attribuito al poema dantesco nellacompilazione del primo Vocabolario degli Accademici della Crusca. Poiché il numero di citazioni dellaCommedia supera di gran lunga quello di qualsiasi altra opera e poiché è evidente che l'influenza di unvocabolario sullo sviluppo storico di una lingua è senz'altro superiore a quello di ciascuna singola opera, nerisulta dimostrata la centralità del poema per la coscienza linguistica e letteraria italiana.La storia della tradizione manoscritta dimostra d'altronde quanto il processo di copia del poema abbiacontribuito fin dalle origini alla formazione di un volgare letterario italiano. Tuttavia, l'esatta forma dellalingua dantesca è ancora oggetto di studio e di dibattito, così come accade per le maggiori opere dellaletteratura antica. Solitamente, viene considerata una soluzione efficace basarsi sulla lingua del testimone piùantico di un'opera.

Nel caso della Commedia, si tratta del manoscritto Trivulziano 1080.[34]

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Tra gli studi sulla linguistica dell'opera di Dante, va segnalato il filosofo del linguaggio Antonino Pagliaro.

Stile

Dante non si può scindere dalla tradizione poetica provenzale, come dalla poesia provenzale non si puòseparare lo Stil Novo di cui Dante fu insigne rappresentante. Stile e linguaggio danteschi derivano da modicaratteristici della letteratura latina medievale: giustapposizione sintattica (brevi elementi successivi) cesure,stacchi, uno stile che non conosce la fluidità e il modo mediato e legato dei moderni. Dante ama l'espressioneconcentrata, il rilievo visivo e rifugge dai legami logici, il suo linguaggio è essenziale.

A differenza di Petrarca che utilizzava un linguaggio semplice e puro, caratterizzato da un ristrettissimonumero di parole, secondo un criterio unilinguistico, Dante nella Commedia adotta una grande ampiezza dilessico e di registri stilistici, dal più basso e "comico" nel senso medioevale del termine, al più alto e"sublime". Si parla dunque di plurilinguismo dantesco.

Studi e fonti

Sull'istruzione di Dante la ricerca è tuttora aperta; quasi sicuramente non frequentò regolarmenteun'istituzione di studi superiori, e tuttavia la sua opera dimostra perfetta conoscenza delle discipline delleArti, insegnate come base comune a tutte le facoltà universitarie. È stata avanzata l'ipotesi di suoi contatticon un gruppo di filosofi averroisti bolognesi. Quasi sicuramente studiò la poesia toscana, nel momento incui la Scuola poetica siciliana, un gruppo culturale originario della Sicilia, stava cominciando ad essereconosciuta in Toscana. I suoi interessi lo portarono a scoprire i menestrelli ed i poeti provenzali e la culturalatina. Scritta in toscano volgare.

Evidente è la sua devozione per Virgilio (Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore, / tu se' solo colui da cu'iotolsi / lo bello stilo che m'ha fatto onore, Inferno v. 85 canto I)) anche se la Divina Commedia mette ingioco una complessa tradizione classica e cristiana esaltando la cultura del Nostro; volendo ricordare alcunefonti si può iniziare dal verso 32 dell'Inferno "Io non Enea, io non Paulo sono" in cui sono presentati i duetesti chiave sui quali si basa la sua opera: l' Eneide, (in particolare il canto VI) e la seconda Lettera aiCorinzi di san Paolo, là dove racconta del suo rapimento estatico.

Numerosi altri testi agiscono sulla fantasia di Dante, dal Commentario di Macrobio al Somnium Scipionis (suuna parte del libro VI della Repubblica di Cicerone), in cui viene narrata la visione delle sfere celesti e ladimora delle grandi anime, all'Apocalisse di S. Giovanni, come la meno nota Apocalisse apocrifa di s. Paolo(condannata da sant'Agostino, ma molto diffusa nel basso Medioevo) che contiene alcune descrizioni dellepene infernali e la prima generica definizione dell'esistenza del Purgatorio. Il tema della visione ebbe grandefortuna nel Medioevo, e molti di questi racconti d'esperienze mistiche erano note a Dante, come la Navigatiosancti Brendani, la Visio Tnugdali, il Purgatorio di san Patrizio e i Dialoghi di san Gregorio Magno. Vannopure menzionate le seguenti "visioni" medievali: la Visione di Ansello (secolo XII) e la Visione di Eynsham(secolo XII). Bisogna ricordare altresì il viaggio oltremondano (catabasi) di Drythelm nella Storiaecclesiastica d'Inghilterra scritta da Beda il Venerabile nel secolo VIII. In essa l'anima del propagonistaguidata da uno spirito luminoso, visita i luoghi infernali dei dannati dove teme di essere presa dai diavoli maviene salvata dallo spirito-guida e condotta ad ammirare i prati luminosi e profumati delle anime elette checantano cori celestiali. Dopo questa esperienza oltremondana l'anima rientra nel corpo e il protagonista vive

una vita santa per meritarsi la beatitudine celeste. [35] [36] Nella Leggenda del viaggio di tre santi monaci alParadiso terrestre (X secolo) si racconta invece di tre monaci di enorme bontà che dal fiume di Sionarrivano al Paradiso terrestre la cui porta è custodita da un cherubino. All'interno incontrano i profeti Enoched Elia. Poi ripartono credendo di essere vissuti all'interno del Paradiso terrestre tre giorni mentre in realtà vi

hanno trascorso tre anni.[37]

Anche la coeva escatologia ebraica e musulmana sembra essere stata presente a Dante: in particolare, sipensa abbia potuto leggere le opere di Hillel da Verona, che trascorse gli ultimi anni della sua vita a Forlì,

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morendovi poco prima dell'arrivo di Dante in quella città. Per quanto riguarda elementi della cultura islamicache potevano essere presenti al mondo di Dante, sono stati molto rilevanti gli studi di Miguel Asín Palacios,di Enrico Cerulli, di Bruno Nardi e di Louis Massignon. Sull'influenza dell'Islam sul Poeta si incentranonumerosi studi della celebre dantista Maria Corti secondo la quale si ispirerebbe in particolare laconfigurazione del Paradiso dantesco al Paradiso arabo soprattutto per la "metafisica della luce".

Molto spesso è Dante, presentando i vari autori nella sua opera, a lasciare una visione superficiale della suabiblioteca; ad esempio, nel cielo del Sole (canti X e XII) del Paradiso incontra due corone di spiriti sapienti,e tra questi mistici, teologi, canonisti, filosofi vi si ritrova Ugo di San Vittore, Graziano, Pietro Lombardo,Gioacchino da Fiore ecc.

Altre fonti più recenti e di più superficiale incidenza nella Divina vanno considerati i rozzi poemetti diGiacomino da Verona (De Ierusalem coelesti e De Babilonia civitate infernali) il Libro delle tre scritturedi Bonvesin de la Riva, con la descrizione dei regni dell'Aldilà, e la Visione del monaco cassinese Alberico.Da ricordare anche il poemetto allegorico-didascalico Detto del Gatto lupesco (XII secolo), viaggioallegorico di un cavaliere-eroe che deve superare tre ostacoli, simbolo del male, per raggiungere la

beatitudine eterna.[38]

Sulla biblioteca classica di Dante ci si deve accontentare di deduzioni interne ai suoi testi, delle citazionidirette e indirette che essi contengono; si può affermare che accanto al nome di Virgilio compaiono Ovidio,Stazio e Lucano, cui seguono i nomi di Tito Livio, Plinio, Frontino, Paolo Orosio, che già erano presenti, conl'aggiunta di Orazio e l'esclusione di Stazio, nella Vita Nuova (XXV, 9-10), così ci si accorge che questi eranoi poeti più diffusi e più letti nelle scholae medievali lasciando aperta l'ipotesi di una loro frequentazione daparte di Dante.

Storia della critica

Per approfondire, vedi Storia della critica della Divina Commedia, su Wikibooks.

L'opera ebbe grande fortuna già nei primi anni in cui venne pubblicata: i primi commentatori furono i figli diDante, Jacopo e Pietro Alighieri, Jacopo della Lana e Giovanni Boccaccio, che fece delle lezioni pubblichesull'opera e raccolse i suoi commenti in un saggio.Nell'Umanesimo e nel Rinascimento l'opera di Dante venne messa da parte per far spazio ai classici greci elatini e agli altri due trecentisti, Boccaccio e Francesco Petrarca. Anche nei due secoli successivi l'operaperde sempre più interesse nella società letteraria, fin quando nell'800 non la si rivaluta, in particolare moltisi soffermeranno sull' Inferno, che verrà messo in posizione di rilievo rispetto alle altre due cantiche. Imaggiori studiosi di questo periodo sono Vico, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Hegel, Eliot e, soprattutto,Francesco De Sanctis. Infatti il critico letterario lodò molto il capolavoro dantesco, lo considerò tutt'unosenza distinzione di cantiche e lo rappresentò definitivamente nel canone dei classici, tra le maggiori opereitaliane. Nel '900 e ai giorni nostri l'opera dantesca non perde interesse e viene considerata una delle miglioridi sempre.

Tradizione manoscritta

Dal punto di vista filologico, il caso della Commedia è tra i più complessi nel panorama delle lingue romanzeper la vastità delle testimonianze e per la conseguente difficoltà di stabilire con certezza i rapporti tra imanoscritti. I manoscritti oggi noti sono infatti circa ottocento (un registro è consultabile sul sitowww.danteonline.it (http://www.danteonline.it) a cura della Società Dantesca Italiana, dove è possibileinoltre visionare direttamente un ampio numero di codici). Per i manoscritti più antichi del poema(1330-1350) si possono quindi distinguere, secondo lo stemma codicum approntato da Giorgio Petrocchi perla sua edizione del 1966-7: una tradizione fiorentina molto antica (rappresentata sostanzialmente dalmanoscritto Trivulziano 1080, datato 1337 e dalle postille collazionate dall'umanista Luca Martini su una

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stampa cinquecentesca, da un codice approntato da un pievano, Forese Donati, databile al 1322), untradizione toscana occidentale, una tradizione emiliana e infine una ulteriore tradizione fiorentina, alla quale

si può ricondurre la maggioranza dei manoscritti trecenteschi e quattrocenteschi.[39] È probabile che laCommedia sia stata inizialmente diffusa per cantiche o gruppi di canti; non sarebbe quindi mai esistito unoriginale esplicitamente pubblicato dall'autore.

Edizioni

La prima edizione della Divina Commedia fu stampata a Foligno il 5 ed il 6 aprile 1472 dal tedesco diMagonza Johannes Numeister e dal folignate Evangelista Mei (come risulta dal colophon). Alcuniidentificano l'"Evangelista Mei" citato nel colophon dell'edizione, con il mecenate folignate EmilianoOrfini, altri ancora con il tipografo Evangelista Angelini. Si tratta del primo libro mai stampato inlingua italiana.

a cui negli Anni 70 fanno seguito due (2) copie anastaticamente riprodotte da un originale del 1472 estampate su carta del XVI secolo dall'Editoriale Campi di Foligno che riportano in originale (uniche) leillustrazioni eseguite dal Maestro Giacomo Manzù per Feliciano Campi grazie alla mediazione di UmbertoIacolucci noto grafico romano. seguito. Una copia è donata da F.Campi in udienza privata a Papa Montini, laseconda entra a far parte della collezione privata dell'Editore.

Edizioni critiche

Prima di Petrocchi

Una prima edizione completa della Commedia potrebbe essere stata allestita da uno dei figli di Dante,Iacopo, dopo la morte del poeta, attorno al 1322. A partire da tale ipotetico testo della Commedia, sisarebbero determinate diverse edizioni del poema. Il grande numero di testimoni che tramandano il testodella Commedia rendono l'elaborazione di una edizione critica un lavoro molto oneroso. La prima edizionecritica condotta attraverso metodi lachmaniani fu curata nell'Ottocento da Karl Witte, che, però, si basò solosu quattro testimoni. D'altronde portare a termine la recensio di tutta la tradizione è uno dei problemimaggiori per un editore critico della Commedia: cercò di risolverlo Michele Barbi proponendo una serie diloci critici , ossia di passi significativi in cui la tradizione si differenzia, su cui collazionare tutti i testimoni. Siservirono di questo espediente gli editori critici Parodi e Pellegrini, i quali approntarono il testo per ilseicentenario della morte di Dante nel 1921.

L'edizione Petrocchi

L'edizione critica ancor oggi di riferimento è quella di Giorgio Petrocchi,[40] tale edizione non segueprecipuamente i canoni lachmaniani: Petrocchi ritiene impossibile tracciare uno stemma codicum viste ladiffusa contaminazione, già frequente in testimoni molto alti, e la perdita di tutta la prima tradizionemanoscritta, dalla morte di Dante (1321) al primo testimone rimastoci, Triv, datato 1337. Pertanto Petrocchi,dopo aver eliminato tutti i codici successivi al 1355 come codices descripti nonché corrotti dall'interventodestabilizzante di Giovanni Boccaccio come copista, ritiene di poter risalire non tanto al testo originale,quanto alla vulgata, ossia al testo conosciuto all'altezza di quel periodo.

Le ultime edizioni

Di recente, gli editori hanno effettuato scelte molto diverse. Oltre l'edizione critica a cura di Giorgio

Petrocchi, esiste un'edizione a cura di Antonio Lanza,[41] di tipo bédieriano, basata sostanzialmente sulmanoscritto Trivulziano, scelto in base allo stemma disegnato da Petrocchi stesso. Successivamente è

apparsa l'edizione di Federico Sanguineti,[42] che invece si basa su un impianto di tipo lachmanniano, ovvero

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su un procedimento teso all'esame esaustivo della tradizione manoscritta e alla decifrazione dei rapporti tra i

codici. In pratica, come è stato sottolineato da più parti,[43] l'edizione giunge essenzialmente allapubblicazione di un unico manoscritto (l'Urbinate lat. 366). Infatti Sanguineti, dopo aver scartato i testimonirecentiores in base ad errori comuni, senza tuttavia averne scientificamente dimostrato l'apografia, tracciauno stemma bipartito, di cui il ramo beta è rappresentato praticamente solo dal manoscritto Urbinate Urb,che pertanto conta da solo per il 50% per l'accertamento della lezione da mettere a testo. Più recente è

l'edizione del solo testo di Giorgio Inglese,[44] che ha sostenuto l'impossibilità di un'edizione bedieriana per laCommedia, vista la precoce contaminazione, ed ha pertanto concentrato la propria attenzione sulla revisionedello stemma Petrocchi, di cui risulta, a parte alcune modifiche (quali l'ipotesi di una contaminazioneextrastemmatica) la sostanziale validità, pur nella maggiore attenzione dedicata alla famiglia settentrionale.Su criteri analoghi ma sostanzialmente col testo di Petrocchi, l'edizione bilingue di Jean-Charles Vegliante,La Comédie - Poème sacré, per i tipi di Gallimard (poésie), 2012.

Traduzioni

La Divina Commedia ha avuto molteplici traduzioni in lingue e epoche diverse: qui se ne ricordano alcune.Antoine Rivaroli (1753-1801) e Félicité de Lamennais (1782 - 1854) sono autori di due diverse traduzioni in

francese.[45][46] Henry Wadsworth Longfellow (1807 - 1882) è stato il primo statunitense a tradurla in

inglese, completando il lavoro nel 1867.[47] Giovanni Peterlongo (1856 – 1941) l'ha tradotta in esperanto.[48]

Mons. Pádraig de Brún (1889-1960) ne ha fatto una traduzione in gaelico irlandese, che venne pubblicata

postuma.[49] In spagnolo è stata tradotta da Ángel Crespo.

La prima traduzione in latino è stata quella di Giovanni Bertoldi da Serravalle, francescano di originesammarinese, vescovo di Fermo e di Fano, durante il Concilio di Costanza su richiesta di alcuni prelati oaddirittura dall'allora Re Sigismundo di Lussemburgo. La traduzione con commento fu portata a termine nel

1417 e la prima edizione a stampa nel 1891.[50]

Ce ne sono molte versioni in spagnolo:

il politico argentino Bartolomé Mitre ha tradotto la Divina Commedia,[51]

il filologo spagnolo Ángel Chiclana, in prosa,[52]

il filologo argentino Ángel J. Battistessa la ha anche tradotto,il poeta cileno Raúl Zurita fa adesso una traduzione.[52]

La Divina Commedia nell'arte

Trasposizioni cinematografiche (lista parziale)

Francesca da Rimini (The Two Brothers), regia di William V. Ranous (1907)Il conte Ugolino, regia di Giuseppe De Liguoro (1908)Il conte Ugolino, regia di Giovanni Pastrone (1909)Pia de' Tolomei, regia di Mario Caserini (1910)Francesca di Rimini, regia di Ugo Falena (1910)Guelfi e ghibellini (Wanda Soldanieri), regia di Mario Caserini (1910)L'Inferno, regia di Giuseppe Berardi e Arturo Busnengo (1911)L'Inferno, regia di Giuseppe De Liguoro, Adolfo Padovani, Francesco Bertolini (1911)Dante e Beatrice, regia di Mario Caserini (1913)Beatrice (1919)Dante nella vita e nei tempi suoi, regia di Domenico Gaido (1921)Dante's Inferno (1924)Maciste all'Inferno, regia di Amleto Palermi (1926)

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La nave di Satana (Dante's Inferno), regia di Harry Lachman (1935)Pia de' Tolomei, regia di Esodo Pratelli (1941)Il conte Ugolino, regia di Riccardo Freda (1949)Paolo e Francesca (Francesca da Rimini), regia di Raffaello Matarazzo (1949)47 morto che parla, regia di Carlo Ludovico Bragaglia - con Totò e Silvana Pampanini (1950)Totò all'inferno, regia di Camillo Mastrocinque (1955)Maciste all'Inferno, regia di Riccardo Freda (1962)Vita di Dante, regia di Vittorio Cottafavi (1965)Paolo e Francesca, regia di Gianni Vernuccio (1971)La divina commedia (A Divina Comédia), regia di Manoel de Oliveira (1991)

Musica

From Hell to Heaven (2008) è un'opera rock-sinfonica ispirata alla Divina Commedia. Composta daAndrea Bezzon con gli arrangiamenti di Andrea 'Urpilo' Guarnieri e le orchestrazioni di FabrizioCastaniaLa Divina Commedia-l'opera (2007) è un'opera musicale ideata e composta da Monsignor MarcoFrisina, con la collaborazione di grandi firme internazionali ed un ricco cast di cantanti, attori edacrobati. Dante è interpretato da Vittorio Matteucci, già interprete eccezionale in musical come NotreDame de Paris, Tosca Amore Disperato e Dracula. Quest'opera musicale ha vinto il "Premio MigliorSpettacolo del 2008" della rassegna "Fatti di Musica" ideata ed organizzata da Ruggero Pegna.Francesca da Rimini (1876) fantasia sinfonica di Pëtr Il'ič ČajkovskijFrancesca da Rimini (1906) opera lirica di Sergej Vasil'evič RachmaninovInferno (1973), album dei MetamorfosiParadiso (2004), album dei MetamorfosiLa canzone Dante's Inferno del gruppo heavy metal americano Iced Earth è chiaramente ispirata alladivina commedia. La canzone è presente nell'album Burnt Offerings, la cui copertina è un'incisione(http://www.capurromrc.it/dore/73giudecca.jpg) di Gustave Doré, tratta dall'edizione da luiillustrata della Commedia nel 1857.Le canzoni Inferno - The Divine Comedy e Acheron's Way del gruppo svizzero hard rock Shakra,presenti sull'album Infected."Après une Lecture de Dante: Fantasia quasi Sonata" di Franz Liszt"Francesca da Rimini" (1914), opera in quattro atti di R. Zandonai su libretto di T. Ricordi. Ilriferimento è ovviamente al notissimo personaggio dell'Inferno dantesco e l'opera è un liberoadattamento dell'omonima tragedia di Gabriele D'Annunzio.Il gruppo industrial-gothic italiano Deuxvolt ha realizzato un brano in 100 versi tributo all'infernodantesco.[53]

"Sonora Commedia" (2009), triplo CD ("Inferno", "Purgatorio" e "Paradiso") edito da Kipple OfficinaLibraria, in cui trentatré musicisti italiani si sono cimentati nella composizione di tre brani (ognuno deiquali ispirato a un canto) fino a comporre 99 brani a cui è aggiunto un ultimo brano ottenuto mixandoparte degli altri.

Teatro, televisione e videogiochi

Tutto Dante; è una tournée teatrale curata dal Premio Oscar Roberto Benigni, iniziata nel 2006 conletture e commenti dei canti più famosi della Divina Commedia. Per questa opera di divulgazione dellaCommedia, Benigni è stato candidato nel 2007 al Premio Nobel per la Letteratura.(http://www.unbenignidanobel.it) La tournée è stata riadattata per la televisione: la serie "TuttoDante-La Divina Commedia in tv" ha debuttato su Rai 1 il 29 novembre 2007 con la lettura del QuintoCanto dell'Inferno con un share di oltre dieci milioni di telespettatori. Le altre letture si sono tenuteinvece in seconda serata sempre su Rai Uno.La Divina Commedia: l'Opera (http://www.ladivinacommediaopera.it): il 23 novembre 2007,debuttando a Roma al "Teatro Divina Commedia" costruito appositamente per lo spettacolo, laCommedia si trasforma in sontuosa Opera destinata al grande pubblico, traghettato da armonie

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La barca di Dante (E. Delacroix)

(1798-1863). Iracondi e accidiosi nella

palude stigia

musicali e incredibili effetti scenici dall'Inferno al Paradiso. Oltre cento artisti tra musicisti, attori,cantanti, ballerini e acrobati che hanno dato vita alle musiche di Marco Frisina, accompagnate dallasuggestione delle creature fantastiche create dal premio Oscar Carlo Rambaldi (creò King Kong, E.T eil mostro di Alien).Dante Inferno - l'Opera in Musical (http://danteinferno.compagniadellaquinta.com): il 7 aprile 2008 èandata in scena, al Teatro Politeama di Viareggio, la prima del musical ideato e scritto da FrancescoRicci e musicato dal compositore Tiziano Puritani, che attraverso una stesura fedele all’operaoriginale, ma riletta in chiave musicale, ha voluto avvicinare al poema il grande pubblico con unlinguaggio nuovo e suggestivo. Lo spettacolo ha portato in scena oltre venti elementi tra cantanti,ballerini e attori, una successione di 114 abiti realizzati da Alessandra Dini, oltre 30 realizzazioni incartapesta create dal carrista viareggino Jacopo Allegrucci e le scenografie di Giacomo Callarirealizzate dal laboratorio scenografico del Teatro Verdi di Pisa. Le coreografie dello spettacolo sonostate curate da Paola Caldarazzo Jenco."La Divina Commedia mostrata con la lanterna magica". Il Museo del Precinema Collezione MiniciZotti di Padova ha ideato una proiezione con la lanterna magica dell'800 e vetri originali dell'epoca,accompagnata da relative letture. Le 75 immagini raffiguranti la Divina Commedia sono, per lamaggior parte, tratte dalle incisioni del Dorè. Si effettuano proiezioni dal vivo, oppure i visitatori delMuseo, a richiesta, possono assistere a una video proiezione.[54]

Dante's Inferno (http://ready64.it/giochi/scheda_gioco/id/446/dante-s-inferno) (Beyond). Videogiocodi tipo arcade-adventure, basato sulla prima cantica dell'opera. È uscito nel 1986 per il sistemaCommodore 64, le uscite previste per i sistemi Sinclair ZX Spectrum e Amstrad CPC non furono mairealizzate.

Dante's Inferno (Electronic Arts). Riguarda la versione videoludica della prima cantica della DivinaCommedia. Il genere di questo videogioco è Action-Adventure. L'uscita è avvenuta il 12 febbraio2010 in Nord America e in Europa.

"La Divina Commedia - La Serie". Si tratta del primo caso in assoluto di Produzione di una SerieTelevisiva in tre stagioni (Inferno - Purgatorio - Paradiso) sulla Divina Commedia. Prodotto daFreeStageFilms per la regia di Claudio Cicconetti, scritto da Claudio Cicconetti e Mizio Curcio con laproduzione esecutiva di Ivan Villa, la serie tratta in una chiave ultra moderna con contaminazionifantasy e mistery, il tortuoso viaggio di un giovane Dante attraverso universi paralleli e gironi infernali.Il trailer, pubblicato sulla rete, ha stabilito il più alto record di visualizzazioni in 48 ore su youtube,creando il caso mediatico dell'anno 2013. http://www.youtube.com/watch?v=yGcrCxSVL5o

Pittura

La Divina Commedia nella Valle delle Pietre dipinte è un'operapittorica di Silvio Benedetto, realizzata negli anni novanta su 110massi in travertino di 1,50 per 2,50 metri, dipinti in più facciate, sullagrande opera di Dante. Pur privilegiando il lato frontale, la pittura sisviluppa su tutti i lati della pietra. Tuttavia nessun lato dei poliedridovrebbe essere letto autonomamente. Si trova a Campobello di

Licata[55]

Ispirato da Dante: Viaggio di un Artista nella Divina Comedia.Disegni di Jennifer Strange

Scultura

Monumento a Dante a Trento di Cesare Zocchi (1896): oltre aDante sono rappresentate immagini da Inferno, Purgatorio e Paradiso.

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Filmografia

La famosa frase "Lasciate ogne speranza, voi ch'entrate" del Canto III dell'Inferno è pronunciata daBuck nel film d'animazione L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri.

Dante nel fumetto

L'Inferno è stato oggetto di due parodie disneyane.

La prima, probabilmente la più fedele all'originale, è uscita in sei puntate su Topolino n° 7 - 8 - 9 - 10 -11 - 12 dell'ottobre, novembre e dicembre 1949, gennaio, febbraio e marzo 1950. La storia, ad operacompleta, di Guido Martina, si intitola L'Inferno di Topolino. È anche famosa poiché si tratta dellaprima storia di Topolino interamente scritta e disegnata da un autore italiano.

L'inferno di Paperino, testo e disegni di Giulio Chierchini originariamente pubblicato su Topolinonumero 1654 del 9 agosto 1987 è una libera trasposizione di parte dell'Inferno Dantesco in cui l'autorenonché disegnatore traspone nei vari gironi figure di peccatori quali: burocrati, persone che hannoinquinato l'ambiente, automobilisti non rispettosi delle norme, piromani, disturbatori della quiete altruietc. Il protagonista è Paperino che impersona un ipotetico Dante Alighieri accompagnato nel suopercorso da Arkimedio Poeta, trasposizione di Virgilio. Parte del testo è scritto richiamando lo stileDantesco delle terzine incatenate di versi endecasillabi, proposte in simil lingua volgare fiorentina. Puressendo gran parte dei personaggi di pura fantasia, l'autore cita alcune figure chiave quali CaronDimonio, le Erinni, e la figura di Lucifero che però viene rinominato Belzebù. Così come la fraselasciate ogni speranza o voi che entrate... diventa scordatevi del tempo o voi ch'entrate postaall'ingresso del girone dove scontano la pena coloro hanno abusato di timbri e carte bollate a dannoaltrui. L'aspetto forse più curioso e interessante è che probabilmente si tratta di una delle pochissimestorie a fumetti di casa Disney in cui si cita l'Aldilà e vengono rappresentati personaggi trapassati.

L'autore giapponese Gō Nagai, per il suo capolavoro Devilman, ha dichiarato più volte di essere statoispirato dalla Divina Commedia di Dante. Non a caso, Go Nagai chiamò Mao Dante il manga che divennepoi il prototipo di Devilman. Inoltre, in Devilman vengono esplicitamente citati il Sommo Poeta e il suoimmortale capolavoro.

Note

^ Nel Medioevo le opere spesso non avevano unvero e proprio "titolo", ma nei manoscritti eranoindicate, per esempio, dal loro incipit. Uno degliincipit più conosciuti dell'opera di Dante era: «Quicomincia la commedia di Dante Alighieri,fiorentino di nascita ma non di costumi» (IncipitComoedia Dantis Alagherii, florentini natione,non moribus). Dante volle designare il suo poetacome "Comedia" (probabilmente letta con accentotonico sulla i) per il fatto che in esso vi è unaprogressione "dal male al bene": l'opera inizia inun contesto segnato da negatività e con linguaggioe contenuti "bassi" (l'Inferno) e termina conlinguaggio e contenuti "alti" e con la soluzione deldramma iniziale dell'autore (nel Paradiso).L'aggettivo Divina, attribuito da Boccaccio, siritrova solo a partire dalle edizioni a stampa del1555 a cura di Ludovico Dolce.

1.

^ sulla discussa cronologia della composizione si2.

veda: E. Cecchi, N. Sapegno, Storia dellaLetteratura italiana, vol. II, Il Trecento, Garzanti,Milano, 1965, p. 69^ v. Harold Bloom,Il canone occidentale,Bompiani, Milano, 1996; Erich Auerbach, Studi suDante, Feltrinelli, Milano 1964; ecc. È inclusa adesempio fra i Grandi Libri del Mondo Occidentale

3.

^ La Commedia secondo l'antica vulgata, Milano,A. Mondadori, 4 voll., 1966-67

4.

^ La Commedìa. Testo critico secondo i piùantichi manoscritti fiorentini, De Rubeis Editore,1995

5.

^ Dantis Alagherii Comedia, Firenze, Edizioni delGalluzzo, 2001

6.

^ [1] (http://www.treccani.it/enciclopedia/neologismi_%28Enciclopedia-Dantesca%29/)Neologismi in "Enciclopedia dantesca, Treccani.it

7.

^ Le Epistulae di Dante su Liber Liber(http://www.liberliber.it/biblioteca/a/alighieri/epistole/html/epistole.htm). URL consultato il 3 aprile

8.

Divina Commedia - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Divina_commedia

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2008.^ A proposito di questi versi, sono state notate lesomiglianze con l'anonimo Serventese romagnolodel 1277, certamente noto a Forlì, quando Dante vigiunse. Si veda: A. E. Mecca, "Dante e ilServentese romagnolo del 1277", in Nuova rivistadi letteratura italiana, 2005, 1-2, pp. 9-18. Si vedaanche: A. F. Massera, Il serventese romagnolo del1277 (http://www.archive.org/stream/archiviostoricoi172depuuoft/archiviostoricoi172depuuoft_djvu.txt.).

9.

^ Paolo Malatesta e Francesca da Rimini10.^ «...estasi per cui la mente esce di sé e pervienea un potenziamento di sé» (T. Di Salvo, Paradiso,Zanichelli, 1988, p. 622)

11.

^ Per un approfondimento sulla rima dantescarisulta utile il "Rimario" di Luigi Polacco ne " LaDivina Commedia" della Società Dantesca Italianacol commento scartazziniano, Ed. Ulrico Hoepli,Milano.

12.

^ Sulla cosmologia di Dante, si veda l'intervistavideo a Giorgio Stabile, nell'Enciclopediamultimediale delle scienze filosofiche.(http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=690&Guid=804c3b992d2344e6a15f6580827bbcf0)

13.

^ Natalino Sapegno (a cura di), La DivinaCommedia - Vol. I. Inferno, Firenze, La NuovaItalia, p.4. (ISBN non esistente).

14.

^ Vittorio Sermonti (a cura di), La DivinaCommedia - Inferno,, Milano, Bruno Mondadori,1996. ISBN 88-424-3077-3. e Manfredi Porena(commentata da), Canto I, nota finale 1 in LaDivina Commedia di Dante Alighieri - Vol. I.Inferno, Nuova edizione riveduta e ampliata,Bologna, Zanichelli, ristampa maggio 1968, pp.14-16. (ISBN non esistente).

15.

^ Si desume da Inferno XXXIV, vv. 68-69, cfr. M.Porena, op. cit., Inferno Canto XXXIV, nota al v.68, p.312

16.

^ Le date successive sono riferite alle 12 ore difuso orario contate all'indietro; se si contano inavanti si deve passare al giorno successivo.

17.

^ Purgatorio, canto IX, vv.1-12; Canto XIX,vv.1-9; canto XXVII, vv.88-93

18.

^ Dio e l'uomo nella Divina Commedia - TreccaniPortale (http://www.treccani.it/scuola/tesine/divina_commedia/8.html)

19.

^ Il pensiero politico di Dante nei versi dellaCommedia - Treccani Portale(http://www.treccani.it/scuola/tesine/divina_commedia/4.html)

20.

^ Riccardo Merlante, Stefano Prandi, Percorsidanteschi, ed. La Scuola, p. 21.

21.

^ Bruno Nardi, Dante e la cultura medievale, Bari,Laterza, 1985

22.

^ Étienne Gilson, La filosofia nel Medio Evo,Firenze, La Nuova Italia, 1983

23.

^ Bruno Nardi, Dante profeta, in «Dante e la24.

cultura medievale», Bari, Laterza, 1983.^ N.Mineo, Profetismo e Apocalittica in «Dante»,Catania, Facoltà Lettere e Filosofia, 1968

25.

^ Riccardo Merlante, Stefano Prandi, Percorsidanteschi, pag.189, Editrice La Scuola, 1997.

26.

^ Da Percorsi danteschi, cit., p. 190.27.^ Corrado Bologna, Paola Rocchi, Rosa frescaaulentissima, Antologia della Commedia, edizionerossa, ed. Loescher, pag. 15

28.

^ Le profezie dell'esilio(http://www.mediasystemnet.it/CORSI-VIDEOCORSI%20FORMAZIONE/DIVINA%20COMMEDIA%20RECITATA/dante/profezie.htm)

29.

^ Riccardo Merlante, Stefano Prandi, Percorsidanteschi, pag. 20, Editrice La Scuola, 1997.

30.

^ R. Monterosso, Musica, in Enciclopediadantesca

31.

^ Bruno Nardi, "La novità del suono e 'l grandelume", in "Saggi di filosofia dantesca", Firenze, LaNuova Italia, 1967

32.

^ Percorsi danteschi, Riccardo Merlante, StefanoPrandi, ed. La Scuola, 1997, pagg. 235-246.

33.

^ La Lingua della Commedia - Treccani Portale(http://www.treccani.it/scuola/tesine/divina_commedia/6.html)

34.

^ The Incredible Vision of St. Drythelm —Classical Christianity(http://classicalchristianity.com/2011/10/29/the-incredible-vision-of-st-drythelm/)

35.

^ Regina Mundi - Il Purgatorio nel Magistero(http://www.reginamundi.info/purgatorio/storiografia.asp)

36.

^ Il Viaggio Dei Tre Monaci Al Paradiso Terrestre(http://www.itismarzotto.it/esperienze-eventi/viaggiatori/viaggio_dei_tre_monaci_al_paradi.htm)

37.

^ Gatto Lupesco - Biblioteca Classica Uroboro(http://www.emt.it/uroboro/bcu/lupesco.html)

38.

^ Dante Alighieri, Commedia. Inferno, a cura diG. Inglese, Carocci, Roma, 2007, pp. 385-396

39.

^ La Commedia secondo l'antica vulgata, Milano,A. Mondadori, 4 voll., 1966-67)

40.

^ Dante Alighieri, La Commedìa. Nuovo testocritico secondo i più antichi manoscritti fiorentini,a cura di A. Lanza, Anzio, De Rubeis, 1995

41.

^ Dantis Alagherii Comedia, edizione critica percura di F. Sanguineti, Firenze, Edizioni delGalluzzo, 2001. L'autore ha apportato correzioni altesto critico in Dantis Alagherii Comedia.Appendice bibliografica 1988-2000, per cura di F.Sanguineti, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2005

42.

^ Cfr. ad esempio M. Veglia, Sul testo dellaCommedia (da Casella a Sanguineti), in «Studi eproblemi di critica testuale», a. LXVI 2003, pp.65-119; P. V. Mengaldo, Una nuova edizione dellaCommedia, in «La parola del testo», a. V 2001,fasc. 2 pp. 279-289.

43.

^ Commedia: Inferno, revisione del testo e44.

Divina Commedia - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Divina_commedia

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commento di Giorgio Inglese, Roma, Carocci,2007; Commedia: Purgatorio, revisione del testo ecommento di Giorgio Inglese, Roma, Carocci,2011.^ Dante Alighieri, La Divine Comédie(http://fr.wikisource.org/wiki/La_Divine_Com%C3%A9die_(traduction_Lamennais)), (traduzionedi Lamennais), Wikisource. URL consultato il 27 ottobre

2008.

45.

^ Dante Alighieri, La Divine Comédie(http://fr.wikisource.org/wiki/La_Divine_Comédie), (traduzione di AntoineRivaroli), Wikisource. URL consultato il 27 ottobre 2008.

46.

^ Dante Alighieri, The Divine Comedy(http://en.wikisource.org/wiki/The_Divine_Comedy), (traduzione di HenryWadsworth Longfellow), Wikisource. URL consultato

il 27 ottobre 2008.

47.

^ Dante Alighieri, La Divina Commedia-La diakomedio. Testo esperanto a fronte (traduzione diGiovanni Peterlongo), SIEI, 1980.

48.

^ (GA) Dainté Ailígiéiri, An Choiméide Dhiaga,trad. di Pádraig de Brún, Dublino, An Clóchomhar,1997, pp. 380 p..

49.

^ Fratris Johannis de Serravalle translatio etcomentum totius libri Dantis Aldigherii cum textuitalico fratris Bartholomæi a Colle eiusdem ordinisnunc primum edita, a cura di Marcellino daCivezza M.O. e Teofilo Domenichelli M.O., Prato,Giachetti, 1891, 3 volumi.

50.

^ La Divina Comedia traducida por Mitre(http://www.traduccionliteraria.org/biblib/D/D102.htm) (ES)

51.

^ a b Tradurre La Divina Commedia(http://www.elpais.com.uy/cultural/traducir-divina-comedia.html), EL PAIS Cultural, Montevideo, 14giugno 2013. (ES)

52.

^ The Descent (http://www.deuxvolt.com/music/thedescent/thedescent.php)

53.

^ Museo del PRECINEMA - Collezione MiniciZotti (http://www.minicizotti.it)

54.

^ “...Un luogo, La Valle delle Pietre Dipinte, doveil pittore, scultore e uomo di teatro SilvioBenedetto, argentino che vive in Italia da moltotempo, ha realizzato dal 1992 ad oggi un progettostraordinario, coraggioso e apparentementeimpossibile: illustrare su centodieci blocchi dimarmo, ciascuno con due facce spianate e un pesodi parecchie tonnellate, tutta la Divina Commedianell'ordine in cui l'ha scritta Dante Alighieri. Doposette anni l'opera è finita, s'inaugura oggi e mancasolo l'ultimo tocco che verrà completato in agosto:un tunnel che segnerà la fine del viaggio e nelquale i visitatori entreranno per poi riaffioraresulla superficie davanti all'ultima grande pietra conil famoso distico ..." e quindi uscimmo a riveder lestelle". L'itinerario comincia dall'Inferno, continuacon il Purgatorio e finisce con il Paradiso, lungouna strada in cui cambia anche il terreno sul qualeil viaggiatore cammina: prima è una distesa di lavanera sbriciolata, poi diventa ciottoli, quindi ghiaiae infine erba, con lo sfondo della campagnasiciliana, fra campi di grano e macchie di fichid'India...”Fabrizio Zampa, «Il Messaggero/Cultura &spettacoli», 31 luglio 1999.

55.

Bibliografia

Bruno Nardi, Saggi e note di critica dantesca, Milano, Ed. Dante Alighieri, 1930; Firenze, La NuovaItalia, 19672

Antonino Pagliaro, Ulisse, Ricerche semantiche sulla Divina Commedia, 1967, D'Anna, (due volumi)Ernesto Giacomo Parodi, Poesia e storia nella «Divina Commedia» (a cura di Gianfranco Folena ePier Vincenzo Mengaldo), Venezia, Neri Pozza, 1965D'Arco Silvio Avalle, Modelli semiologici nella «Commedia» di Dante, Milano, Bompiani, 1975Charles S. Singleton, La poesia della «Divina Commedia», Bologna, il Mulino, 1978Carlo Ossola, Introduzione alla Divina Commedia, Venezia, Marsilio, 2012Stefano Carrai, “Dante e l'antico. L'emulazione dei classici nella «Commedia»”, Firenze, Sismel -Edizioni del Galluzzo, 2012 (Società internazionale per lo studio del Medioevo latino)

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Collegamenti esterni

Divina-commedia.it (http://www.divina-commedia.it/) Riassunto, introduzione critica e parafrasi ditutti i canti della Divina CommediaCodice dantesco miniato su pergamena. (http://amshistorica.unibo.it/170) Manoscritto n.2 conosciutocome Phillipps 9589, conservato presso la Biblioteca del Centro Dantesco dei Frati MinoriConventuali di Ravenna.

Salvatore Lorusso, Mariangela Vandini, Chiara Matteucci, Il codice dantesco “Phillipps 9589”:indagine sullo stato di conservazione e monitoraggio microclimatico dell’ambiente dicollocazione (http://conservation-science.unibo.it/article/view/480), Quaderni di Scienze dellaConservazione (ora Conservation Science in Cultural Heritage, Vol.6, 2006, Bologna.

Testo della Divina Commedia (http://www.liberliber.it/libri/a/alighieri/index.htm) scaricabile in diversiformati dal sito di Liber LiberSito su Dante a cura della Società Dantesca Italiana (http://www.danteonline.it), contiene un'estesabibliografia e l'elenco dei manoscritti esistenti, (alcuni dei quali sono visibili on-line in riproduzionifacsimili (http://danteonline.it/italiano/codici_frames/elencocodici.asp?presenti=y))World of Dante (http://www.worldofdante.org) contiene il testo italiano e la traduzione inglese diAllen Mandelbaum, una galleria, mappe dal Museo Casa di Dante, un timeline, music, e materiali perl'insegnamento della Divina CommediaiGoogle Gadget Divina Commedia (http://www.google.it/ig/directory?hl=it&type=gadgets&url=www.quarella.net/GoogleGadget/DivinaCommedia.xml) gadget da aggiungere alla tua pagina diiGoogle che mostra una terzina casuale del poema.La Divina Commedia di Aligi Sassu (http://www.archivioaligisassu.eu/aligi_sassu.htm)Browse By Language: Friulian - Project Gutenberg (http://www.gutenberg.org/browse/languages/fur)La Divina Commedia illustrata dal Botticelli (http://www.scrinium.org/scrinium/Opere.php?idProgetto=1&idOpera=7&idLingua=1)Dartmouth Dante Project: Raccolta di più di settanta commenti (http://dante.dartmouth.edu/)La Divina Commedia di Dante (http://archive.org/details/ladivinacommedia01012gut) del ProgettoGutenberg è disponibile per il download libero su Internet ArchiveDante's inferno translated by the Rev. Henry Francis Cary, M. A., and illustrated with the designs ofM. Gustave Doré, Cassell, Petter, Galpin & Co., New York, London and Paris (http://archive.org/details/dantesinferno00dantuoft)Purgatory and Paradise, translated by the Rev. Henry Francis Cary, M. A., and illustrated with thedesigns of M. Gustave Doré, Thompson & Thomas, Chicago, 1901 (http://archive.org/details/purgatoryparadis00dant)

Audio

Lettura e commento di Vittorio Sermonti della prima Cantica di Dante (http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c84988bd917b3333f0), della seconda Cantica diDante (http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c804c3ff0d93f3304a), della terza Cantica di Dante(http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c883d77a994dd94856)Iacopo Vettori (http://www.iacopovettori.it/recitazione/commedia/it/Default.aspx) Lettura integraledella Divina Commedia in MP3 (licenza Creative Commons)LibriVox (http://www.archive.org/details/divina_commedia_librivox) Lettura integrale della DivinaCommedia in MP3 (licenza Creative Commons)Lettura di Lino Pertile (http://etcweb.princeton.edu/dante/pdp/audioitl.html), Professore di LingueRomantiche e Letterature, Harvard University.Liber Liber (http://www.liberliber.it/audiolibri/a/alighieri/index.htm) Lettura integrale di VenieroJenna della "Commedia" Dantesca.

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