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ANNO XXXVIII - N. 2 - Pubblicazione trimestrale - Spedizione in abbonamento postale, Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96 - D.C.I. “UD”. DIO SI FA UOMO, PERCHÉ UOMO DIVENTI DIO “In principio era il Verbo, e il Verbo era Dio (…) tutto fu per lui, e senza di lui niente fu. Ciò che fu in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce bril- la nelle tenebre e le tenebre non si sono impadronite” (Gv.1,1-5) Giorno della risurrezione, risplendiamo, o popoli: pasqua del Signore, pasqua! Dalla morte alla vita, dalla terra ai cieli, ci ha fatti passare il Cristo Dio…(mattutino di Pasqua nel rito bizantino) Il principio che evoca il prologo del vangelo di Giovanni è un prologo eterno che l’incarnazione del Verbo rivela. Si rivela un Dio strano, un Dio che si apre, in seno al quale esiste una tensione amante: “Dio è amore”, dice altrove san Giovanni; è fonte di ogni amore. Non l’amore che possiede, ma quello che fa vivere. Così è la “luce della vita”. Essa rischiara ogni uomo che viene nel mondo, perché non c’è uomo che non sia “l’immagine di Dio”, che non si radichi in Dio al di là di ogni condizionamento… Ma quella luce brilla “nelle tenebre”. Le tenebre della solitudine o della fusione, le tenebre del caos o infine della morte. Il vangelo non lo spiega, lo constata. Tutto sembra scivolare verso il nulla, un nulla che ci ossessiona e ci affascina, e che noi fug- giamo, verso il quale ci precipitiamo, che ci dà degli schi- avi e dei nemici. Davanti al male Dio non ha la potenza dei tiranni e dei tifoni. Non ha neanche quella di un agente di polizia, diceva Nikolaj Berdjaev. Può agire, come un influsso di luce e di amore, solo se è accolto, nella regale libertà della fede. Certo, egli è presente nel cosmo, ma allora l’idola- tria è in agguato. E’ presente nella Legge, ma la Legge non cambia i cuori. Allora egli prepara paziente- mente, lungo la durata della storia, alla fine quella di Israele, la venuta di una giovane donna che potrà accoglierlo con tutto il suo essere e riaprirgli pienamente la sua creazione. “Il Verbo si è fatto carne”. In Cristo, messia “a rovescio”, Dio si svuota, ekenosen scrive S.Paolo ai Filippesi, cioè ai cristiani che abita- vano questa città della Macedonia. Un Dio che si svuota, è il linguaggio dell’amore, in contrasto con il lin- guaggio del pieno, che rischia di essere quello della sufficienza. Un Dio che svuota per farci posto: incar- nato, si lascia assassinare per noi, noi gli assassini quotidiani dell’amore. In Cristo che ci raggiunge nelle nostre gioie, alle nozze di Cana, ma anche nelle nostre agonie e nelle nostre sof- ferenze, nel Getsemani e sul Golgota. Non viene “per i sani, ma per i malati”, non per i giusti, “ma per i peccatori”, chiamando al banchet- to delle nozze “i buoni e i cattivi”, senza domandar loro niente se non di vestire il loro cuore di un abito di festa. L’attesa nella Notte Santa ci apre già al sorgere di Colui che con la sua Luce rischiara le nostre tenebre. E’ solo in questa prospettiva che sarà per ciascuno di noi vero Natale. don Michele A tutti i parrocchiani gli auguri di un buon Natale e di un sereno anno nuovo

DIO SI FA UOMO, PERCHÉ UOMO DIVENTI DIO

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ANNO XXXVIII - N. 2 - Pubbl icazione tr imestrale - Spedizione in abbonamento postale, Art . 2 Comma 20/c Legge 662/96 - D.C.I . “UD”.

DIO SI FA UOMO, PERCHÉ UOMO DIVENTI DIO“In principio era il Verbo, e il Verbo eraDio (…) tutto fu per lui, e senza di luiniente fu. Ciò che fu in lui era la vita e lavita era la luce degli uomini; la luce bril-la nelle tenebre e le tenebre non si sonoimpadronite” (Gv.1,1-5)Giorno della risurrezione, risplendiamo, opopoli: pasqua del Signore, pasqua! Dallamorte alla vita, dalla terra ai cieli, ci hafatti passare il Cristo Dio…(mattutinodi Pasqua nel rito bizantino)Il principio che evoca il prologo delvangelo di Giovanni è un prologoeterno che l’incarnazione del Verborivela. Si rivela un Dio strano, un Dioche si apre, in seno al quale esiste unatensione amante: “Dio è amore”, dicealtrove san Giovanni; è fonte di ogniamore. Non l’amore che possiede, maquello che fa vivere. Così è la “lucedella vita”. Essa rischiara ogni uomoche viene nel mondo, perché non c’èuomo che non sia “l’immagine diDio”, che non si radichi in Dio al di làdi ogni condizionamento… Ma quellaluce brilla “nelle tenebre”. Le tenebredella solitudine o della fusione, letenebre del caos o infine della morte. Il vangelo non lospiega, lo constata. Tutto sembra scivolare verso il nulla,un nulla che ci ossessiona e ci affascina, e che noi fug-giamo, verso il quale ci precipitiamo, che ci dà degli schi-avi e dei nemici. Davanti al male Dio non ha la potenzadei tiranni e dei tifoni. Non ha neanche quella di unagente di polizia, diceva Nikolaj Berdjaev. Può agire, comeun influsso di luce e di amore, solo se è accolto, nella

regale libertà della fede. Certo, egli èpresente nel cosmo, ma allora l’idola-tria è in agguato. E’ presente nellaLegge, ma la Legge non cambia icuori. Allora egli prepara paziente-mente, lungo la durata della storia,alla fine quella di Israele, la venuta diuna giovane donna che potràaccoglierlo con tutto il suo essere eriaprirgli pienamente la suacreazione. “Il Verbo si è fatto carne”. InCristo, messia “a rovescio”, Dio sisvuota, ekenosen scrive S.Paolo aiFilippesi, cioè ai cristiani che abita-vano questa città della Macedonia.Un Dio che si svuota, è il linguaggiodell’amore, in contrasto con il lin-guaggio del pieno, che rischia diessere quello della sufficienza. UnDio che svuota per farci posto: incar-nato, si lascia assassinare per noi, noigli assassini quotidiani dell’amore. InCristo che ci raggiunge nelle nostregioie, alle nozze di Cana, ma anchenelle nostre agonie e nelle nostre sof-ferenze, nel Getsemani e sul Golgota.Non viene “per i sani, ma per i malati”,

non per i giusti, “ma per i peccatori”, chiamando al banchet-to delle nozze “i buoni e i cattivi”, senza domandar loroniente se non di vestire il loro cuore di un abito di festa.L’attesa nella Notte Santa ci apre già al sorgere di Coluiche con la sua Luce rischiara le nostre tenebre. E’ solo inquesta prospettiva che sarà per ciascuno di noi veroNatale.

don Michele

A tutti i parrocchiani gli auguri di un buon Natale e di un sereno anno nuovo

Domenica 31 dicembre-ore 11.00 S. Messa festiva di ringraziamento

(“Te Deum”)

Lunedì 1 gennaio 2007 Maria S.S. Madre di Dio-ore 11.00 S. Messa solenne in parrocchia-ore 12.30 S. Messa a Saletto-ore 17.30 S. Messa a Sella Nevea

Venerdì 5 gennaio 2007 Vigilia Epifania-ore 16.30 S. Messa a Roveredo

(benediz. acqua, sale, frutta e Bambini)

Sabato 6 gennaio Epifania del Signore-ore 11.00 S. Messa in parrocchia (12.30 estrazione dei

biglietti Lotteria parrocchiale sotto pronao)-ore 12.30 S. Messa a Saletto-ore 17.30 S. Messa a Sella NeveaIn tutte le celebrazioni si terrà la benedizione dell’acqua, delsale, della frutta (seconda antica tradizione Aquileiese) e deiBambini

Domenica 7 gennaio Festa del Battesimo di Gesù-ore 12.30 S. Messa a Piani con un battesimo

Confessioni natalizie:-domenica 17 dicembre ore 14.00 a Piani -venerdì 22 dicembre ore 18.00 a Saletto (canonica)-domenica 24 dicembre in parrocchia ore 17.30 - 21.00

Sabato 23 dicembre-ore 18.00 S. Messa Vespertina

in parrocchia (sospesa domenica 24.12 al mattino)

Domenica 24 dicembre, Vigilia di Natale-ore 15.30 S. Messa Vespertina di Natale a Roveredo (dalle

14.30 confessioni).-ore 22.00 S. Messa solenne nella Notte

(23.30 a Resiutta). Dalle 17.30 in poi confessioni in parrocchia

Lunedì 25 dicembre NATALE DEL SIGNORE-ore 11.00 in parrocchia S. Messa solenne del Giorno -ore 12.30 S. Messa a Saletto-ore 17.30 a Sella Nevea (centro polifunzionale)

Martedì 26 dicembre S. Stefano, diacono e martire-ore 11.00 S. Messa in parrocchia-ore 12.30 S. Messa a Piani

Le Vous di Sclûse

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ORARI PER LE CELEBRAZIONI NATALIZIE

-06.01 Parrocchia, Saletto e Sella Nevea: BenedizioneBambini, acqua, sale, frutta

-21.01 Parrocchia: S.Sebastiano -02.02: Parrocchia: Candelora e Benedizione gola-11.02 Roveredo: ore 16.00 Festa Beata Vergine di Lourdes-14.02 Parrocchia: S.Valentino (benediz. pane)-fine aprile, Piani di Qua: “Fieste dal soreli”-06.05 festa S.Floriano-06.05 Saletto: Commemorazione Vittime Polveriera-17.06 Casasola: Festa patrono S.Antonio-17.06 Stretti: Festa del borgo-01.07 Raccolana Festa S.ti Pietro e Paolo-08.07 Saletto Festa della B.Vergine della Visitazione-15.07 Patocco: Festa del S.Cuore-05.08 Raunis: Festa B.Vergine della Neve-08.08 Casasola: S.Domenico -13.08 Costamolino: S.Messa in borgata-in agosto: S. Messa a Tamaroz-15.08 Saletto e Sella Nevea: S. Messa dell’Assunta-26.08 Parrocchia: patrono S.Bartolomeo ap.-07.10 Piani: Festa Ss.Angeli Custodi-01.11 parrocchia: solennità dei Santi e benedizione dei

defunti in Cimitero (10.30), Saletto e Patocco-18.11 Saletto: B. Vergine della Salute-24.12 S. Messa nella Notte di Natale (ore 22.00)

C A L E N D A R I O F E S T E R E L I G I O S E 2 0 0 7

Dimorare nel Signore Risorto per dare vita alla spe-ranza di alta fedeltà; pensare così la speranza, viver-la, testimoniarla, comunicarla essere protagonisti. C’è una luce che brilla per ogni uomo, e c’è una luceche non si spegnerà, luce vera che può riempire il tuocuore. È l’amore di Dio su di noi e la Speranza che deve quo-tidianamente guidarlo: ogni giorno, infatti, ciascuno èchiamato ad essere testimone della Speranza delSignore, ed è chiamato a dire che Cristo Risorto è laragione stessa della speranza. Avere fede significa anche e soprattutto avereSperanza, avere fiducia nella fine di questa notte e nelritorno della luce, nella scintilla di fede che illuminale tenebre della disperazione, della tentazione, deltradimento.Un’esistenza chiamata a diventare narrazione dellegrandi opere di Colui che dalle tenebre ha chiamatoalla sua ammirabile luce, come ricorda la prima lette-ra di Pietro, testo che ha animato la riflessione. La Chiesa italiana in preparazione al Convegno diVerona, tenutosi a ottobre, su questo ha riflettutoattraverso cinque ambiti: la vita affettiva, il lavoro e lafesta, la fragilità umana, la tradizione-educazione, lacittadinanza.

“TESTIMONIARE GESÙ RISORTO,

SPERANZA DEL MONDO”

La decisione di erigere la cappellina al rif.Gilberti nacquenel luglio 1985 da parte di Fuccaro Giulio, BattistuttiDiego, Martina Dino, Biasutto Angelo, Marcon Valentino eTellini Ruggero, operatori di Chiusaforte addetti al funzio-namento della funivia del monte Canin. Il progetto ideato,poi firmato dal compianto ing. De Rosa Eugenio di Udinee patrocinato dalla Parrocchia di Chiusaforte soretta dadon Adolfo. Le sue dimensioni sono limitate per motivitecnici e ambientali, è costruita in pietra calcarea recupera-ta e lavorata in loco, presenta un piccolo campanile a velaed è coperta da un manto di rame steso su una orditura intravi di legno. Situata a 1850 s.l.m. presso lo sbocco dellaSella Prevala, si trova ben inserita nel maestoso contestopaesaggistico delle alte giogaie del monte Canin, lungo lequali correva il confine austroungarico di prima linea eche furono teatro di immani sacrifici durante la primaguerra mondiale. La campana, donata da don Carlo diFant e amici di Pertegada, porta incisa la dedica ai Cadutie Dispersi di ogni Arma. Il 17 luglio 1987 si è inauguratoun piccolo gioiello di elegante semplicità. Il lavoro scrupo-loso e pertinace, sorretto unicamente dalla fervida buonavolontà di noi operai e integrato dalle prestazioni di colla-boratori specializzati del luogo e dalla generosità di bene-fattori che hanno avvalorato la dignità della causa, testi-monia il carattere popolare di un’opera che ha un fineessenzialmente commemorativo, in chiave spirituale ereligiosa, esteso alle Comunità circonvicine come vincolodi comunione fraterna. Nelle vaste e solo apparentementeavide soluzioni delle altezze, poiché rappresenta ungerme di fede e devozione genuine, il frutto di questa ini-ziativa è stato anticipato direttamente all’arcivescovo nelnovembre 1985 affinchè con la sua mano benedicente laerigesse a luogo di preghiera. Mons. Battisti stesso nonesitò ad assicurare la propria presenza, esprimendo unavolta di più sensibilità e stima verso il modo di pensare edi essere delle umili genti di montagna, del modo di saperstare e lavorare insieme, obbedendo soltanto al sano e

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Suggerimenti e norme: si consiglia la celebrazione comu-nitaria almeno nei momenti forti dell’anno liturgico comeculmine del cammino di conversione, per celebrarel’Eucaristia con l’animo lieto del peccatore riconciliato.Per questo è opportuno celebrarla al termine dellaQuaresima e dell’Avvento e in occasione di feste o ricor-renza importanti come ad esempio la festa del Titolare o lefeste principali della comunità o in occasione della visitapastorale, delle missioni al popolo, ecc…Si procura la presenza di un numero adeguato di sacerdo-ti, perché non risulti troppo prolungato il tempo della con-fessione individuale. La celebrazione sia opportunamenteaccompagnata da canti penitenziali…Si conduca l’esamedi coscienza sulla Parola proclamata e sui diversi aspettidella vita cristiana. Per la soddisfazione o penitenza, siindichi un impegno (riflessione sulla parola di Dio, operedi carità…) che esprima la novità che il sacramento pro-

A PROPOSITO DI CONFESSIONE…duce nel rapporto con Dio e con i fratelli. Il sacerdote chepresiede ne indicherà una valida per tutti. Starà ai singoliconfessori confermarla o adattarla ai singoli penitenti. Siricordi che questa celebrazione, volendo mettere in evi-denza l’aspetto comunitario del sacramento, non è adattaper chiedere consigli e ricevere particolari esortazioni. Perquesto ci si rivolgerà al sacerdote in altri momenti piùadatti. Durante la confessione individuale l’assemblea siaaiutata a mantenere il clima di preghiera. La preghiera diringraziamento che esprime la gioia del perdono ricevutodeve avere un certo sviluppo: nel canto, nelle acclamazio-ni, nei segni (ad es. il segno della pace o della luce accen-dendo una candela, il cero pasquale…), affinchè sia piùvisibile l’aspetto pasquale del sacramento. Assai utilerisulterà a proposito la “Direzione spirituale” che va offer-ta come aiuto per il cammino di conversione e per la cre-scita nella fede.

UNA CHIESETTA VICINO AL CIELO: NON DIMENTICHIAMOLA!salutare principio dell’altruismo del quale il redentore è,appunto, la suprema manifestazione. Il 18 luglio 2006ricorreva l’anniversario dell’inaugurazione della chiesettadedicata a Cristo Risorto e costruita a memoria di queiCaduti e Dispersi che hanno dato la vita per il nostropaese. Essa rimarrà nel tempo testimonianza ai posteri diuna vita tramontata che non deve essere mai dimenticata.Gli esecutori della piccola rupestre chiesetta alpina ringra-ziano tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizza-zione.

Mandi , Fuccaro Giulio

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Il cognome Pesamosca appare per la prima volta nel 1545,in un documento conservato nell’archivio dellaParrocchia. Si tratta del contratto d’affitto di un piccoloterreno a “Sclusa”, in cui ser Pietro Pesamosca diCampolaro figura da testimone. Forse Pesamosca era unsoprannome (Pese moscjs), italianizzato nel documento ecosì diventato cognome. A partire dal 1640 vengono scrit-ti i registri della parrocchia, in cui sono registrati i battesi-mi, i matrimoni, i morti, ed il borgo di residenza delle per-sone. Almeno per i primi 45 anni risulta che tutti iPesamosca risiedono a Campolaro, ad eccezione di due otre famiglie a Casasola. Il borgo di Raunis non appare cita-to fino al 1685. A partire da questa data tre capifamiglia diRaunis incominciarono a registrare i loro figli: Giorgio“Lardoso” Pesamosca (mio antenato diretto, nonché deiPesamosca costruttori dell’albergo), Colao (o Nicolò)Pesamosca, Gio.Pietro Pesamosca (o Zuane Pietro, oPietro). Giorgio risulta nato a Campolaro nel 1648, mentredegli altri due non ho trovato traccia nel registro dellenascite. Ciò può essere dovuto alle difficoltà di lettura(alcune pagine sono molto degradate), oppure semplice-mente alla mancata registrazione. Comunque ritengo chesi possa parlare con ragione di Raunis come “colonia” diCampolaro, come testimoniato anche dal tracciato dellaantica strada di collegamento che inizia proprio daCampolaro. Il toponimo “Raunis” è slavo e, quindi, la fre-quentazione della località è molto antica. Si potrebbe sup-porre una frequentazione inizialmente di tipo stagionale,ed una residenza stabile dopo il 1680. Nel 1700 gli abitan-ti aumentano rapidamente: negli anni dal 1740 al 1760circa vi sono almeno 7-8 capifamiglia (tutti Pesamosca)

che fanno battezzare i loro figli, con una popolazionecomplessiva che probabilmente superava le 50 persone.Nell’ultima parte del secolo si ha una inversione di ten-denza, dovuta la fatto che molti abitanti del borgo scendo-no verso il fondovalle. Infatti questa è l’epoca in cui inizialo sviluppo di Culturis e di tutta la moderna parte diChiusaforte da Campolaro alla Chiusa. A questo sviluppogli abitanti di Raunis danno un contributo molto impor-tante. Ricordo ad esempio il mio antenato direttoSebastiano Pesamosca detto “Miute” (1792-1863), domici-liato “alle Colture” e figlio di Domenico di Raunis. Alcunidei suoi 8 figli maschi furono i costruttori dell’AlbergoPesamosca. Per il periodo che va dal 1800 a circa il 1910 laricerca è facilitata dal “Registro dello Stato delle Animedella Parrocchia di S.Bartolomeo”, in cui è registrata (eaggiornata anno per anno) tutta la popolazione, suddivi-sa per borgate e famiglie.Nei primi decenni del 1800 vi sono a Raunis solo 2 capifa-miglia Pesamosca (Giacomo “Louf” e Natale“Squartalecis”), cui si aggiungono successivamente i lorofigli , più due donne probabilmente sposate in altre bor-gate e rimaste vedove, e quindi portatrici di altri cognomi.Comunque il declino demografico del borgo continuainarrestabile, fino alla scomparsa totale della popolazioneresidente. Attualmente vi sono solamente tre case abitabi-li, utilizzate saltuariamente dai discendenti degli antichiproprietari per passarvi qualche ora di relax. La località èdominata dalla chiesetta dedicata alla Madonna dellaNeve, costruita da Giovani Pesamosca (anche lui origina-rio di Raunis) e consacrata nel 1913.

Pesamosca Giancarlo

I P E S A M O S C A D I R A U N I S

FESTA DEL TAGLIO A TAMAROZ

Cari amici e abitanti della Val Raccolana, avrete sicura-mente sentito molte volte il detto che dice: “L’unione fa laforza!”. Ecco, il 19 agosto 2006, i residenti e gli ospiti delpiccolo borgo di Tamaroz hanno dato una solida e concre-

ta dimostrazione della validità di tale detto. Infatti, moltefalciatrici, tosaerba, decespugliatori, forche e rastrelli,sono scesi in campo per combattere sterpaglie, ortiche ederbacce che da troppo tempo insidiavano il paesino.Anche molte donne hanno partecipato all’iniziativarastrellando e facendo grossi covoni di erba lungo i campi

appena sfalciati. Il gruppo di paesani,grazie alla solida unione e al loro entusia-smo nel lavorare hanno messo in luce unangolo più pulito della Valle. Il tutto nel-l’arco di una giornata!!! Alla sera, questeammirevoli persone si sono nuovamenteriunite per festeggiare lo splendido risul-tato di una lunga e faticosa giornata dilavoro, partecipando alla S.Messa e man-giando allegramente specialità preparatedalle signore cuoche del paese. La “Festadel taglio” (così viene chiamata) è in vigo-re dall’agosto 2005. I “tamarozesi” spera-no di essere di esempio per gli abitanti ditutti gli altri paesi e paesini in modo daridonare un aspetto curato a queste vallimeravigliose, che costituiscono la nostrapiù bella casa.

Pugnale Cristina

Il gruppetto delle “fedeli di S.Antonio” insieme a donMichele esprime la riconoscen-za per aver potuto usufruiredegli spazi della baita degliAlpini presso il plesso delle excaserme, non privando così delsettimanale servizio liturgico laborgata di Casasola in occasio-ne dei lavori di recupero dellachiesa.

Così abbiamo voluto chiamare il piacevole esito delrestauro dell’accogliente e artistica chiesa di Casasola.Domenica 11 giugno, in occasione della festa annualedel santo patrono, si è voluto dare più lustro alla cele-brazione di riapertura al culto della chiesetta con ilconferimento del sacramento dell’Eucaristia aiBambini di 5ª elementare: Martina Marcello, BellinaCaterina e Della Mea Manuel (nella foto a fianco). Un affettuoso e riconoscente ringraziamento alle tantesignore che hanno provveduto alla pulizia del luogoliturgico dopo i lavori di recupero e chi con tanta pas-sione ha allestito il rinfresco per continuare al megliola festa.

LA CHIESA DI S. ANTONIO A NUOVO…

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SACRAMENTO DELLACONFERMAZIONE FORANIALE

In occasione della festa patronale di S. Gallo, patronodell’Abbazia di Moggio e in concomitanza della ria-pertura al culto della stessa dopo i lavori di restauro,l’arcivescovo mons.Pietro Brollo ha amministrato ilsacramento della Cresima a una ventina di Giovani. Fra essi (vedi foto sotto) anche cinque nostri parroc-chiani. Si tratta di Marcon Cristian, Nicola e Gabrieledi Roveredo, Donadelli Anna e Revelant Marcello delcapoluogo. Dopo quasi due anni di preparazione conil parroco, hanno compiuto questo passo. A loro l’au-gurio e l’auspicio di rendersi responsabile nella comu-nità della scelta intrapresa.

G R A Z I E A G L I A L P I N I …Il sacramento dell’Eucarestia conferito a S. Antonioe quello della Confermazione a Moggio

Il Comitato Festeggiamentidi Patocco rendo noto ilbilancio dell’ultima festa diborgata del 9 luglio 2006:utile in €. 932,36. Esso vaad aggiungersi al saldo pre-cedente di €. 1.733,94.Complessivo pari a €. 2.666,30. Si ringraziano tutti per lagenerosità.

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Nelle iniziative programmate per celebrare l’anniversarionon poteva mancare l’occasione per rinnovare il ringra-ziamento al Signore innanzitutto per averci aiutato asuperare quei dolorosi momenti. All’inizio della celebra-zione eucaristica in parrocchia, don Michele, dando il ben-venuto ai presenti, ha richiamato questa riconoscenza aDio per averci donato forza nel vincere, pur nel disagio,quei tragici momenti. Questi, pur se dolorosi, hanno sigil-lato rapporti e irrobustito vincoli di amicizia e di solida-rietà che si sono mantenuti in questi lunghi anni e quelgiorno rivedendo amici e volontari si sono rinsaldati rap-porti fraterni. Questa riflessione però, a distanza di anni,ci porta a sperare che non si limitino a degli sprazzi detta-ti solamente dalla nostalgia se, ripensando, ad oggi certicapisaldi della nostra civiltà e cultura stanno con ramma-rico sbiadendosi, i cui effetti sembrano inesorabilmentesotto gli occhi di tutti. Sono stati ringraziati tutti i gruppie associazioni di volontari che hanno voluto essere pre-senti alle manifestazioni del 16 e 17 settembre scorsi: lesuore Gemma Teresa, Margherita Calliari, Luisa Ferrari,padre Enrico e gruppo di Genova, don Silvano Cocolin.Gli Alpini associazione battaglione “Fuarce Cividal”;gruppo Rigetti di Bussolengo; gruppo di Valmadrera;

movimento Comunione e Liberazione di Gorizia; gruppodi Nerviano; gruppi Scout di Trieste , Agesci Padova,Empoli, Pisa, Piazzola sul Brenta e di Bergamo; gruppo“Risurrezione” di Milano, come tutti coloro che non sonopotuti partecipare. Ha presieduto l’Eucaristia donBellavite Andrea di Gorizia, ai tempi volontario laico, assi-stito da don Adolfo e un altro confratello operante allorain località di Pezzeit.

TRENTENNALE DEL TERREMOTO

Raccolana nell’estate 1976 (foto G. Marcon)

T R E N T ’ A N N I D O P OTanti anni sono trascorsi, ma sicuramente il ricordo èancora vivo in chiunque ha vissuto l’esperienza del terre-moto del 1976. Una data fondamentale per il Friuli e il suopopolo uscito allora dalle tragedie di due guerre mondia-li che l’avevano suo malgrado coinvolto. Emarginato eterra di confini: geografici, politici e culturali. All’epocaalle prese col difficile percorso verso la modernità; ancorpiù impegnativo per coloro in particolare che in montagnavivevano giorno per giorno e non solo da turisti delladomenica.6 maggio 1976. Talmente significativa quella data, chetanti ancora oggi identificano i ricordi del proprio passa-to da allora. Prima o dopo il terremoto dicono.Grazie all’impegno di tutti, istituzioni in primis, l’espe-rienza di disperazione dei friulani di allora, si è trasforma-ta in orgogliosa dimostrazione di capacità e impegno, nell’essersi saputi risollevare da quella tragedia che li avevamessi in ginocchio. Senza retorica e soprattutto campani-lismo, mentre in Irpinia o nel Belice lo Stato continua a tra-sferire risorse ingenti a seguito d’analoghe sciagure, che intutti i sensi continuano a lasciare aperte voragini, in Friulila ricostruzione può dirsi in pratica conclusa.Chiusaforte non subì allora perdite di vite umane, maugualmente i danni furono devastanti al punto che ancheil nostro comune fu classificato disastrato. Quella nottetante mamme e papà in Friuli persero il sorriso dei proprifigli e tanti figli il calore di una carezza dei loro genitori.Per sempre. L’alba della mattina successiva, rendeva realeed evidente quello che una notte da incubo aveva sololasciato presagire. Quasi 1000 i morti, decine di migliaia isenzatetto. Dal pordenonese alle valli del Natisone; decinei paesi distrutti da una natura rivelatasi maligna, incon-trollata e incontrollabile.L’intero Friuli e la sua storia millenaria sembrarono crollare.Dopo l’esperienza estiva delle tendopoli, oltre 40.000 per-sone nell’autunno di quell’anno sfollarono verso le loca-lità dell’Adriatico in un autentico esodo biblico. Solo larotta di Caporetto, nel ricordo dei più anziani, determinòin particolare altrettanto.Il 16 e 17 settembre di quest’anno, in ricordo di allora lanostra comunità ha accolto quanti hanno offerto la propriaopera: direttamente, finanziariamente o semplicementesolo di conforto. Anche quest’ultimo importante; perchéallora tutti si sentirono impotenti e soli.Circa duecento i volontari di allora provenienti da tutte leregioni e tornati nei luoghi che li videro anch’essi protago-

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Con braccia e cuore friulani“Allarmi non proprio del tutto giustificati si sonopropagati per effetto delle voci. La sequenza lungadelle scosse di ieri, dopo quella abbastanza forte del-l’altra notte, era il sottofondo dei profeti di sventu-ra. Però la gente friulana ha retto bene anche a qua-sta scossa psicologica così come ha superato le con-seguenza disastrose del terremoto. I nervi non salta-no a gente che ha fondo saldo, una radice alpina. Lasaldezza friulana è una scoperta soltanto per chi nonconosca questa gente. Prima ha impressionato ladignità nel lutto, nella catastrofe biblica; adesso sivedrà che c’è anche la rara qualità, diffusa e genera-le in questa terra, di saper ragionare anche in condi-zioni estreme, persino quando il vento della pauraarriva soffiando come un temporale d’estate…Civuol altro, dunque, che una corrente di voci per tur-bare. Non ce l’ha fatta neppure il terremoto dellanotte di giovedì, nel senso che non ha fatto perderela testa a chi era sopravvissuto e non ha spento inessi il barlume della comprensione e il senso precisodella realtà, come non ha smorzato, anzi diremmoesaltato, la volontà di fare, di ricostruire, insommacome sempre nel passato di ricominciare. Un desti-no non si rinnega, come non si può cambiare… Arincuorare la volontà di restaurare il Friuli, in modoserio, concreto e celere, e cioè secondo lo stile di que-sta gente, si adeguano i provvedimenti del governo.Ci sembrano a prima vista cospicui. Rassicurante èil fatto che, per la prima volta crediamo nella storiadell’Italia, l’amministrazione dei fondi per la rico-struzione, la definizione delle misure di base sonoaffidate all’ente locale, cioè alla regione, quanto adire ai friulani. Tra la burocrazia romana e i sindacifriulani, il governo ha scelto questi ultimi. E’ l’occa-sione per un esempio che i friulani –ne siamo certi-non si lasceranno sfuggire. Si è detto che qui si safare da soli: ecco che si può farlo, con l’aiuto dellanazione, dell’Europa, anche dell’America, ma conbraccia e cuore friulani”.

(da Vittorino Meloni, Messaggero V. 13.05.1976)

nisti della “Ricostruzione”. E’ stata la testimonianza diret-ta di come allora in tanti si ricordarono e ancora oggi nonsi dimenticano di noi. Valmadera, Milano, Roma,Nerviano, Padova, Como, Genova, Pistoia, Lecco, Triestee altre ancora le zone di provenienza. Anche gli alpini inservizio alla caserma Zucchi in quella notte, da subitomobilitati nei soccorsi. Il parroco don Adolfo (significati-va la raccolta dei bollettini parrocchiali da lui recentemen-te curata e presentata in precedenza proprio il 6 maggio),don Silvano, padre Enrico e le suore Margherita e GemmaTeresa, impegnati insieme nella ricostruzione morale espirituale di giovani e adulti. La sala del teatro non è riu-scita a contenere quanti si sono ritrovati soprattutto perricordare, mentre una mostra fotografica allestita nellasala consigliare del municipio ha ripercorso la tragedia diquei giorni. Alcune ragazze che fortunatamente del terre-

moto non hanno neanche il ricordo, hanno letto significa-tivamente le cronache tragiche del periodo raccolte in unlibro. Dall’Austria una delegazione proveniente dalcomune gemellato di Himmelberg e dalla Slovenia quellodi Bovec, hanno simbolicamente testimoniato con la loropresenza il contesto europeo che in futuro ci vedrà semprepiù coinvolti. In tanti nella mattinata successiva eranopresenti alla messa anche in ricordo di chi ci ha lasciato. Eproprio nel ricordo di tutti e in particolare dei giovani diNerviano tragicamente scomparsi in quel periodo, qual-che giorno prima un fiaccola accompagnata dai ragazzidell’oratorio lombardo è partita da Raccolana verso quel-la regione. Un saluto sincero ha raggiunto tutti gli ospitiprima del rientro. Chiusaforte come il Friuli ringrazia enon ha dimenticato.

Fabrizio Fuccaro

Il campanile di Raccolana nell’estate 1976 (foto G. Marcon)

Si ricorda che dal mese di maggio è a disposizione il 4° volume della raccolta “Le Vous di Sclûse” (1976 -2006). Si rende noto che sono a disposizione ancoraalcuni volumi delle raccolte dei bollettini precedenti(1938 - 1981). Rivolgersi al parroco.

Le Vous di Sclûse

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Anche l’Estate 2006 ha visto ritrovar-si a Collina di Forni Avoltri un cospi-cuo gruppetto di bambini frequen-tanti la 4ª, 5ª elem. e 1ª media nelmese di giugno (dal 25 giugno al 1luglio) e di ragazzi di 2ª, 3ª media e1ª superiore (dal 28 agosto al 2 set-tembre). Dopo le frequenti pioggedei giorni precedenti, il tempo nonha osato fare ulteriori scherzi a chicon grandi aspirazioni voleva viva-cizzare località suggestive comequelle ai piedi del monte Coglians,desiderose di veder nuovamente cal-pestare i propri sentieri dai numero-si turisti e amanti della montagnache ogni anno rallegrano quelleambite mete, e fra questi anche lenostre armate brancaleone... In unangolo dal fascino unico come quel-lo in cui si trova la casa “S. Gallo” diMoggio Udinese, si sono ritrovati il gruppo dei più picco-li, ma non meno intraprendenti, come dei più grandi nelnumero complessivo di 25 ragazzi provenienti daMoggio, Resiutta, Chiusaforte e Pontebba in una settima-na densa di appuntamenti di riflessione, gioco e svago,nell’accogliente vallata. Coadiuvati da Cristina e donMichele e dalle collaudate Stefania e Valentina con lenuove leve Gabriele e Denis, i bambini si sono cimentaticon tutte le forze, amalgamando lavoro, gioia, fatica edivertimento come soluzione vincente ad assicurare unasettimana di passione e desiderio di riproporsi un’altraoccasione nella prossima estate. Filo conduttore della set-timana ”il Diluvio” con l’affascinante esperienza di Noè ei suoi animali che li hanno stimolati a diventare anch’essiprotagonisti nell’avventura della propria vita. L’arcobalenoha voluto essere il segno dell’impegno e dell’alleanza cheDio ha preso con ciascuno di noi, per diventare a nostra

volta apostoli di amicizia e amore verso l’umanità. S. Francesco è stato l’asso portante che ha animato i seigiorni dei ragazzi delle medie. Angoli sconosciuti dellafigura di Assisi hanno fatto breccia nella sensibilità deiloro cuori, accomunati dallo stesso e appassionato entu-siasmo, che lo hanno visto rinunciare alle scampagnategiovanili dei primi anni, per decidersi a favore della causainfallibile della fede in quel Dio lodato e cantato in tutta lasua breve vita. Non potevano mancare i giochi e le escur-sioni che hanno dato un tocco in più all’avventura. Per ipiccoli la passeggiata verso malghe Vaas e “monte dei Buoi”come le malghe Fleons hanno messo in risalto le inaspetta-te doti atletiche anche dei meno capaci. I grandi invece sisono incamminati oltre confine con i vaccinati Cristina,Curzio e il don, in terra austriaca toccando fortuitamentei margini della valle del Gail, per salire ancora e ridiscen-dere dalla valle austriaca verso il lago Volaia. Il monte

Crostis ha segnato poi quota 2.251s.l.m. lasciandoci ammirare varispicchi della nostra affascinanteCarnia. Di assicurato non poteva cheattenderci un atteso sonno ristorato-re. L’appetito è venuto giocando efaticando, non senza occasioni diriflessioni e preghiera, una fra tuttel’esperienza a turno dell’adorazioneprotratta per tutta la notte nell’ulti-ma sera. Solo così possiamo averfatto tesoro di quei giorni per il pros-simo futuro. Un riconoscente ringra-ziamento a chi ha affinato il nostropalato, le cuoche Teresa e “Ane dalpan”, Cristina, Mirella, con le part-time Ornella ed Enrica. Chi ne vuolesaper di più, non gli rimane che but-tarsi… Alla prossima!

Gli “eroici”animatori

COLLINA 2006

Le Vous di Sclûse

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MANDI ITALO, TI IMPENSISTU…?“Mandi Italo, ti impensistu…?” alere il titul da le serade che Le Clapedi Sclûse ti à dedicât il 7 dal meis dilui, ta gleisie di Sant Antoni. Le gleisie no le rivave a tignî den-tri ducj chei ch’a vevin dat dongje,ma no erin vignûts par chei cuatrich’a recitavin, a erin vignûts parte, par zontâsi al coro e dîti“mandi” di persone, parcè ch’a tivulevin ben. Ti tabai par furlan, mi pâr puinaturâl: mi vegnarès di ridi a cja-carâ talian cun te. E scusimi secualchi volte mi scjampe di dîti li’roibis come se tu fos ancjemò aPadue, spetànt di fâ un scjampondi chesti’ bandis. Al suceit cussìancje cuant che si favele di te traamîcs, nol pâr vere… Insome, in chê sere a Sant Antonisin tornâts indaûr fin al meis dinovembre di chel lontan 1982. Acorevin i agn’ da le ricostruzion e aSclûse al ere dut un buliùm di int,di cantîrs e di lavôrs. A erin cjasisdi comedâ, âtris di tornâ a fâ sù ele opare faraoniche da le autostra-de di portâ indavant. Ancje izovins a sintivin dut chel fermente a vulevin partecipâ, in cualchimaniere, a chest mont ch’al samea-ve pront a tornâ a nassi. A vevincjatât un test di teatro par fâlu ingleisie le gnot di Nadâl, ma alcoventave adatâlu a li’ lôr esigjen-zis: eco alore ch’ai àn pensât a ti! Ur plasevin cetant il to mût di scri-vi, le semplicitât, l’umiltât e lemaniere che tu vevis di stâ cu leint. Tu eris bon di discori in latincul don Giuseppe e, cu le stessenaturalece, cjacarâ par oris culMarin di Peceit. Ma, soredut, juveve contagjâts l’amôr ch’a tuvevis par il to paîs e che no tu riva-vis a platâ. Ce bielis seradis passa-dis in canoniche! Cul Marco al pia-noforte, un bon tai che nol mancja-ve mai e il modelin dal F-104 didon Adolfo, in posizion di svuel, adominâ l’ordin disordenât da li’pilis di documents, libris, rivistis ecjartis, sul grant taulon taront poiât tal mieç da le stanze.Le gnot di Nadâl le rispueste dai zovins al’è stade al’alte-ce, chê dai Sclusàns ale à superât ogni prevision: le gleisieplene come un scus e, a le fin, un batimans ch’a nol finivepui. Daûr li’ cuintis cualchi âgrime di comozion…Alore tu âs tacât a cjacarâ da le fragrance dal pan fat in

cjase e a son nassûts, cussì, cheiche clamavin i gnostris colossal. Ilmoment pui biel al è stât chel dale vee di Nadâl dal 1983 cu le le tôrapresentazion intitulade Unaculla di spine. Trente atôrs in sene,cu li’ comparsis, cence contâ ducjchei ch’a lavoravin daûr da li’cuintis…Intal fratimp, secont te, il grup alere pront par jentrâ intune veresale di teatro, ma tal gnostri piçul,a Sclûse. E tu âs parecjât Il pianetadella fortuna, une satire magjistrâlsu le vite e su le politiche dal paîs.Par cheste ocasion tu âs scrit li’cuatri cjanzons ch’a cjacarin dalgnostri paîs: Le liende di Racolane,Cjampolâr, Il puestin e Lassù dalCatùf. Le sale da le caserme daiAlpins, al’ere plene e le int si èfate sintî batint li’ mans a senevierte. Alore tu âs dit che i zovinsa erin pronts par fâ un “svuel difûr dal nît” e tu âs tacât a scriviBlanc o Neri?, le storie di un pitôrdecoradôr, Gjenio di non e di fat,stramp par definizion.Ce lunc chel “svuel fûr dal nît”! Ilgrup, cul Blanc o Neri?, al à girâtdut il Friûl di cà e di là da l’aghe,da le Province di Gurize a chê diPordenon, jù pa le Basse e sù pa leCjargne, dapardut dulà che al’ereune sale par podêlu rapresentâ.Dopo tu nus âs consegnât Il garde-lin, su le dificoltât dal vivi ta bara-chis, e Le Regjine da li’ Aganis.Cert che no podevin sierâ tal arcdi une serade 24 agns di colabora-zion e di amicizie e ancjemò dimanco rivarai a fâlu cumò suntu-ne pagjinute come cheste…Nus mancjarà pui di dut le tô rida-de ch’ale implenave i ambients,une ridade sclete, plene, contagjô-se. Di chê ridade a son nassudisdutis li tôs comedis e i Sot Vous dalboletin. Le tô serietât e le tô pre-parazion, invezit, li àn dat vite ale rubriche Carta canta, une fete distorie dal paîs sparniçade par leVous di Sclûse, ti àn portât a cjapâ

l’impegno di jessi diretôr responsabil di chest gjornâl e tulu âs mantignût par ben 22 agns.Mandi, Italo! Polse in pâs, lassù tu seis in bone compagnie.Ti saludi a non di ducj i “fruts” da Le Clape di Sclûse, a nondi ducj i Sclusàns e a non di ducj chei ch’a ti àn volût ben.

Latino

L’uscita di questo bollettino vuole ricordareil compianto e caro Italo Pielli, una personache ha ricoperto un compito e un ruolodiscreto, ma efficace all’interno della reda-zione del nostro bollettino parrocchiale, delquale ne era anche direttore. Le sue capaci-tà, le sue indiscusse qualità intellettuali e lasua poesia ne hanno fatto un personaggiooriginale. A lui va la nostra personale rico-noscenza, a nome anche dei miei predeces-sori e responsabili del bollettino stesso. Allamoglie e ai suoi cari la gratitudine per aver-celo dato come prezioso e fedele collabora-tore. Siamo sicuri che ora continuerà dalassù a cantare per noi le poesie della sua“amata Sclûse”.Al suo successore e nuovo direttore FabioPaolini, unito al grazie per aver assuntoquesto impegno, l’augurio di poter salva-guardare e far ricordare l’eredità lasciatacida Italo.

don Michele

Le Vous di Sclûse

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Sembra che l’anno in corso, prossimo a concludersi,rimarrà nella memoria per i lavori di straordinaria manu-tenzione. Facciamo qui di seguito il riassunto dello statodi fatto riguardanti le diverse chiese: Casasola: L’ultimazione dei lavori è avvenuta il21.05.2006. Gli interventi finali da illustrare si riassumononelle seguenti voci: rimozione intonaco interno (minimaparte) ed esterno (completo) comprendente di spicconatu-ra e taglio delle cuciture metalliche sporgenti in superficieche arrugginendosi provocavano lo ‘scoppio’ dell’intona-co in più parti. Successiva applicazione di nuovi intonaci.Lavorazione per consolidamento sei capriate lungo frontenord (oltre a due lato sud). Essa ha riguardato interventoimprevedibile in fase di progettazione iniziale. Si è dovu-to provvedere alla spicconatura intorno al punto di appog-gio delle capriate, smontaggio dormiente esistente e suasostituzione. Stesura marmorino su superfici complete.Solo l’abside è stata tinteggiata nelle cornici e sulle volte.Realizzazione fori (carotature) per migliorare areazioneinternaCopertura: nel progetto originale non era previsto un inter-vento in tal senso. Esso si è reso necessario dopo un piùapprofondito esame. Necessario perciò, in corso cantiere,porvi rimedio estendendo l’indagine anche alla parteriguardante l’abside accessibile dall’alto. Su quest’ultimail manto era stato eseguito in tavelle laterizie, cappa in cal-cestruzzo armata di rete metallica, sostenuta da travaturalignea in capriate e puntoni. Esso presentava preoccupan-ti fenomeni di cedimento per effetto di avanzato degrado.Al fine di evitare possibili crolli sulla volta a vela dell’ab-side si è disposta la parziale demolizione della coperturaper alleggerire il carico spingente sulle murature laterali.La mancata areazione del sottotetto sovrastante la voltaabsidale ha causato e velocizzato il processo. Le carotatu-re sono state realizzate in quattro punti con l’apertura nelmuro della torre campanaria di passaggio al sottotettodell’abside. Si è proceduto allo smontaggio coppi, lattone-rie, demolizione integrale calcestruzzo e tavelle, rifaci-mento piano di posa delle travature lignee con malta emattoni, rifacimento dell’orditura portante lignea, posatavolato, stesura guaina bituminosa, montaggio lattoneriaprecedente, listellatura e posatura nuovi coppi antigelivisotto, vecchi sopra ancorati ad arte. Importo lavoro: €. 11.350,00. Aula chiesa: asportazione manto coppi, smontaggio latto-nerie, eliminazione manto precedente per posa coppi, ste-sura guaina, rimontaggio lattonerie, fissaggio listelliimpregnati, posa nuovi coppi antigelivi sul lato sottostan-te dotati di aggancio, posa coppi recuperati nel lato sopra-stante con realizzazione di un foro di ancoraggio con gan-cio metallico per ogni singolo coppo. Importo lavoro: 38.238,32.Relazione sul conto finale: A.1 - importo totale pari a €. 90.523,48, A.2 - oneri sicurezza… €. 2.050,00. B.1 - spese tecniche: €. 9.879,84B.2 - iva al 10% su A.1 e A.2: €. 9.262,35B.3 - iva al 20% su B.1 pari a €. 1.975,97.Totale somme impegnate €. 113.741,63.

Copertura aula €. 38.238,32. Abside €. 11.350,00.Importo globale: €. 159.810,00.La parrocchia ha beneficiato di una somma erogata dallaRegione pari a €.103.000,00 (Accordo di Programma) e di€. 24.634,36 sempre dalla Regione per contributo eventialluvionali 30.08.2003, coprendente il 70% della spesatotale. L’importo è stato completamente liquidato all’im-presa esecutrice e allo studio tecnico.S. Floriano: la chiesa è stata ridipinta per la sua aperturadi fine aprile dopo restauro. Verrà ridotata di una statuaraffigurante il patrono, di una croce abilmente costruita daun benefattore della Valle.Piani Sotto: si è provveduto alla copertura in lattoneriadel nuovo pronao, grondaie e mantovane sopra sacrestia.Posa del cotto aula, presbiterio e sacrestia. Completa tin-teggiatura interna grazie a manodopera gratuita di dueparrocchiani. Totale importo €.21.547,50.Saletto: Sulla copertura si è adottato lo stesso sistema spe-rimentato a Casasola su tutte e tre le navate, potendociavvalere di un contributo (fondo alluvione 2003 compren-dente il 70% dell’intera spesa). Sostituzione lattoneria,converse e scossaline in rame. Installazione barre di accia-io per consolidamento volte navata centrale mediantependinatura. E’ stata demolita e rifatta parte degli intona-ci esterni e interni. Insabbiamento facciata con stuccaturafessure, come su torre campanaria; fissaggio piombo sutimpano e cordoli facciata. Ripassatura infissi con sostitu-zione vetri rotti. Rifacimento scala campanile in legno conintonacatura pareti campanile interne con tecnica cuci-scuci. Nuova disposizione linee impianto luce con fari.Demolizione vecchio pavimento (esclusa corsia centralein pietra) con posa di elementi di areazione (iglù).Consolidamento colonne portanti in pietra prima pog-gianti su terreno semplice. In corso lavori si sono messe inluce vecchie mura perimetrali chiesa precedente. Con lasupervisione di un addetto della Soprintendenza si è con-cordato di mantenerle pur non lasciandole in risalto vista lanon alta fattura. Si deciderà in seguito come evidenziareesternamente, magari con posa differenziate delle piastrelle,il perimetro che delimitava il precedente edificio di culto. Siè proceduto all’insabbiamento di alcune pareti interne edelle colonne. Rifacimento di modiglioni decorativi in gessodella navata centrale e della cupola che risultavano grave-mente danneggiati. Restauro altare Madonna, nicchie e alta-ri laterali. Tinteggiatura. Formazione caldana e posa pia-strelle in grigio carnico con successiva levigatura.Carteggiatura, sabbiatura e tinteggiatura parti in legnoquali orchestra, coro presbiterio, compreso portone.Demolizione cupola altare Madonna e installazione dellanuova con orditura in legno lamellare. S.ti Pietro e Paolo in Raccolana: sono state restaurate, gra-zie ad un contributo della Provincia già in precedenza con-fermato, le tele raffiguranti le 14 stazioni della Via Crucisdi appartenenza dell’originale chiesa di S.Bartolomeo ap.collocate in origine a Chiusavecchia e la tela di S. Nicolò.Dovrebbe essere prossima la ricollocazione del lampadariocentrale (glogje) in vetro di Murano gìà commissionata peril restauro, spesa equivalente a €. 5.000,00 con l’aggiuntadell’installazione. Una parte della spesa del restauro di unconfessionale settecentesco dell’antica chiesa diChiusavecchia da ricollocare magari a Raccolana, verràsovvenzionata dalla Fondazione Crup di Udine e

LAVORI: PUNTO DELLA SITUAZIONE

Le Vous di Sclûse

† R e q u i e , S i g n ô r , p a r i g n o s t r i s m u a r t s †

Italo PIELLIdi anni 64

† il 31.3.2006 a Padova riposa a Badia Polesine

Laura DI FANTved. Martina, di anni 93

† il 4.4.2006 a Chiusaforte, ivi riposa

Elena DELLA MEAnel 10°anniversario † il 3.4.1996 a Udine

Gnûfs fiis di DioRachele MARCON di Luigi e Copetti Carla

nata a Tolmezzo il 19.10.2005battezzata il 26.3.2006 a Chiusaforte

. Nico MARTINA di John e De Spirito Simona

nato a Tolmezzo l’8.09.2005battezzato il 28.5.2006 a Chiusaforte

Elisa VIDALI di Michelanata a S. Daniele del Friuli il 05.09.2005

battezzata il 28.5.2006 a Chiusaforte

Elvis RANGHIERO di Emanuele e Colus Miriamnato a Verona il 28.10.2004

battezzato il 6.6.2006 a Chiusaforte

Samuel PERINU di Federico e di Piussi Ornellanato a Tolmezzo il 23.06.2005

battezzato il 29.7.2006 a Chiusaforte

Alessia SERRA di Diego e Battistutti Claudianata a Tolmezzo il 17.01.2006

battezzata il 16.9.2006 a Chiusaforte

Valentina MARTINA di Giuliano e Ippolito Danielanata a Tolmezzo il 03.06.2006

battezzata il 29.10.2006 a Chiusaforte

Con l’uscita di questo bollettino, viene recapitata airesidenti la “Busta pro parrocchia”. Alle tante personegenerose e sensibili porgiamo la nostra riconoscenza.

Pordenone, pari a 3.500,00 su una somma totale di6.200,00. Sono da poco ripresi i lavori all’interno (dopo piùdi un anno). Essi hanno già riguardato il trattamento e luci-datura del pavimento dell’aula assembleare in terrazzoveneziano. La doviziosa cautela ed esperienza del restau-ratore ha rimediato anche ai più evidenti ammaloramentiriscontrati. Verrà pure ricollocata la bussola e si provvede-rà alla rimanente tinteggiatura. Quasi certa è l’impossibili-tà di accedere ad altri fondi pubblici attraverso laSoprintendenza atti al ripristino dei due altari laterali, cherisultano in precarie condizioni. Si valuterà in seguitoattraverso le nostre risorse come e quando porvi rimedio.Chiesa S. Bartolomeo ap.: nel mese di ottobre è stato affi-dato l’incarico dell’intervento alla ditta Clochiatti S.p.A.di Povoletto, da anni dedita al recupero delle chiese terre-motate. I lavori sono iniziati ufficialmente il giorno 13novembre. Il progetto prevede: formazione ponteggi (€. 63.693,11), rimozione copertura in coppi (tre navate etorre campanaria) per €. 14.656,46; esecuzione coperturain tegole nuove con dentello (strato inferiore) e tegole vec-chie (parte superiore) preceduta da posa guaina. Le supe-riori saranno ancorate con ganci inox al correntino inabete. Fornitura e posa di pettine antipassero in linda; ese-cuzione di restauro di parte del cornicione sagomato (tot.€. 71.964,81); fornitura elementi in rame. Grondaie, scos-saline, converse e mantovane (€. 21.394,17); posa in operadi dispositivo anticaduta sul colmo del tetto in materialedi acciaio inox (€. 5.720,00); formazione marciapiede incalcestruzzo (lato nord, parziale lato est) €. 2.271,25.Esecuzione nuovo servizio igienico in sacrestia compren-

Sergio DOMINIdi anni 78

† il 21.4.2006 a Udine riposa a Feletto Umberto

dente rifacimento nuova rete di adduzione acqua e scari-co per un w.c. e un lavabo, parete cartongesso, porta cecacon pavimento in piastrelle (€. 6.800,00). Totale importo €. 186.500,00; spese tecniche, direzione lavori €. 27.000,00.

Appello ai valligiani. In concomitanza con la ristrut-turazione della chiesa di Saletto, abbiamo pensatoanche alla restaurazione della statua della B. V. dellaVisitazione. La spesa dovrebbe essere sostenuta dallagenerosità dei parrocchiani. Per questo Corrado Piussie Oreste si sono proposti per passare di casa in casaper la raccolta di fondi. Un ringraziamento a chi voles-se contribuire. Chei dal Salet

† R e q u i e , S i g n ô r , p a r i g n o s t r i s m u a r t s †

Rina DELLA MEAved. Della Mea, di anni 73 † il 12.5.2006 a Tolmezzo

riposa Chiusaforte

Anna MARTINAved. Soprano, di anni 86

† il 17.6.2006 a Chiusaforteriposa a Dogna

Adriano DELLA MEAdi anni 41

† il 1.11.2006 a Resiuttariposa a Roveredo

Luigi Marcon di anni 83

† il 17.7.2006 a Roveredo ivi riposa

Antonietta BATTISTUTTIved. di Bartolo

di anni 76, † il 5.9.2006 a Piombino (LI), ivi riposa

Valentino ROSEANOdi anni 59

† il 6.5.2006 a Tolmezzoriposa ad Ampezzo

Vanna MARTINAin Cereatti, di anni 63 † il 29.9.2006 a Udineriposa a Chiusaforte

Cipriano DELLA MEAdi anni 64

† il 10.5.2006 in Franciaivi riposa

Marino DELLA MEAdi anni 89

† il 21.11.2006 a Gemonariposa a Saletto

Teresa MOCHARITSCHved. De Monte di anni 90 † il 13.11.2006 a Chieri (TO)

ivi riposa

Le Vous di SclûseBollettino Parrocchiale edito dalla Parrocchia di

33010 CHIUSAFORTE - VAL RACCOLANA (ITALIA)Via Campolaro, 40 - 33010 Chiusaforte (UD)

A cura della s.c.a r.l. “La Chiusa”- w.w.w.lachiusa.itSpediz. in abb. postale, Art. 2 Comma 20/c Legge 662/96

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Opere Parrocchiali Chiusaforte - 33010 Chiusaforte (UD)Foto prima pagina: Madonna con neve a Piani di Là

Direttore Responsabile: Paolini FabioRedazione: via Stazione, 15

Stampa: LITOGRAFIA DESIGNGRAF s.r.l.Autorizzazione Tribunale di Tolmezzo n. 53 del 25.6.84

Mercedes ALAMANin Zuliani, di anni 70

† il 14.11.2006 in Franciariposa a Valentia (Spagna)

Luigia MARCONved. Di Gallo di anni 88

† il 11.11.2006 riposa a Rovereto