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negli ultimi anni le città italiane sono entrate in una nuova fase dopo decenni
di crescita economica, fisica e sociale trainata
dallo sviluppo industriale
per oltre 150 anni il nostro modello
di trasformazione si è basato su un processo di reciproca alimentazione
dei fattori di espansione città-industria
e questo ha significato intensa interazione fra
ma poco impegno nell’affrontare le dicotomie
e oggi i problemi intorno a ILVA - ALCOA - FIAT e…
prospettano la necessità di immaginare
oltre la città e le fabbriche come le conosciamo
i nodi irrisolti stanno emergendo drammaticamente
i modelli che pratichiamo sono in crisi
ma non si intravedono modelli nuovi
un quesito per tutte le nostre discipline (a partire dall’urbanistica)
un futuro che è partito da molto lontano
la fabbrica è stata fin dall’inizio motore di
ma anche motore di conflitti / contraddizioni
mirabili esempi di “manifatture” hanno
intrecciato la loro storia con quella di città, territori,
popolazioni:
Filatoio di Caraglio
Cartiera di Amalfi
mirabili esempi di “manifatture” hanno
intrecciato la loro storia con quella di città, territori,
popolazioni:
Manifattura del tabacco
mirabili esempi di “manifatture” hanno
intrecciato la loro storia con quella di città, territori,
popolazioni:
Arsenale di Torino
mirabili esempi di “manifatture” hanno
intrecciato la loro storia con quella di città, territori,
popolazioni:
mirabili esempi di “manifatture” hanno
intrecciato la loro storia con quella di città, territori,
popolazioni:
Arsenale di Venezia
Torino 150 anni di simbiosi città - fabbrica,
sostenuta dalle risorse di
fattori strategici per riprendersi
dalla crisi economica e sociale della perdita della Capitale
1889 1914
Torino e le fabbriche
Lingotto
Zona nord
1947 1971
Milano attrae flussi migratori
il modello: grandi fabbriche
in grandi città
le industrie si espandono,
le città esplodono
Aree Falck Sesto S. Giovanni
attrae flussi migratori
le industrie si espandono,
le città esplodono
Genova
Italsider Cornigliano Genova
il modello: grandi fabbriche
in grandi città
Venezia, Marghera
siti di pregio naturale e storico vengono sconvolti
Napoli
ILVA, Taranto
strumenti di governo del territorio (piani e regole) incapaci di promuovere
un modello di sviluppo sostenibile
Napoli, il PRG del 1958
un esempio
Napoli, il PRG del 1970
segregazione di funzioni
frammentazione del territorio
Napoli, Bagnoli
le fabbriche occupano le città
3.000.000 mq
Mirafiori
le città assediano le fabbriche
un laboratorio di innovazione
Ivrea e Adriano Olivetti
PRG 1941 Piccinato,
Figini, Devoti
Ivrea
PRG 1955 Quaroni, Renacco,
Fiocchi, Ranieri
attenzione al territorio
non solo lavoro, ma servizi per
Ivrea
Ivrea
PRG 1959 Ufficio tecnico
Ivrea con
Quaroni, Renacco,
Nicola, Piccinato, A.Olivetti
Asilo nido Figini&Pollini,
1939-41
…deve sostenere non solo lo
sviluppo economico, ma anche quello civile e sociale…
l’applicazione del concetto che
una fabbrica
…deve sostenere non solo lo
sviluppo economico, ma anche quello civile e sociale…
l’applicazione del concetto che
una fabbrica
Scuola d’infanzia a Canton Vesco
Arch. Ridolfi & Frankl, 1963
…può proporre
architetture di qualità,
città vivibili,
ambiente sostenibile
Il complesso LA SERRA Arch. Cappai & Mainardis,
1967-75
e assicurare ammortizzatori
alle cicliche difficoltà del mercato
…deve farsi carico del sistema
Centro residenziale Olivetti “Talponia”
Arch. Gabetti e Isola 1968-71
e assicurare ammortizzatori
alle cicliche difficoltà del mercato
…deve farsi carico del sistema
per aumentare la flessibilità economica e
sociale
...può rendere compatibili
una città-museo dell’architettura moderna
un binomio città-fabbrica “patrimonio dell’umanità” (sito candidato UNESCO)
l’eredità:
la fine degli anni ’70 segna l’arretramento dell’Italia da settori emergenti:
negli anni ’80-’90 prima forte crisi industriale
un nuovo rapporto città-fabbrica
sostiene l’economia:
la fine degli anni ’70 segna l’arretramento dell’Italia da settori emergenti:
negli anni ’80-’90 prima forte crisi industriale
un nuovo rapporto città-fabbrica
sostiene l’economia:
la fine degli anni ’70 segna l’arretramento dell’Italia da settori emergenti:
(Nord Est, Centro, Sud, Toscana, ma anche Sud Piemonte)
negli anni ’80-’90 prima forte crisi industriale
un nuovo rapporto città-fabbrica
sostiene l’economia:
la fabbrica diffusa sul territorio
i distretti industriali
l’esplosione
della piccola/media
impresa
la città diffusa
lo sprawl urbano: Marche, Veneto,
Emilia Romagna, Val d’Arno,
Sud Piemonte
il made in Italy
e la risposta italiana alla crisi
degli anni ’80
Distretto della
rubinetteria
aumenta la sottrazione di prezioso suolo di alto valore pedologico all’agricoltura
Consumo di suolo e popolazione in Piemonte 1991-2005 Fonte: CSI Piemonte
contemporaneamente nelle città della grande industria pesante si chiudono e si spostano le fabbriche fuori dalle città
nelle periferie metropolitane nei Paesi dell’Est europeo,
nel Nord Africa nel Medio Oriente,
in Asia nell’America del Sud
Napoli, Bagnoli 1994
le fabbriche si svuotano
la natura si riappropria dei capannoni
la natura si riappropria dei capannoni
la natura si riappropria dei capannoni
gli abitanti si appropriano degli edifici
gli abitanti si appropriano degli edifici
gli abitanti si appropriano degli edifici
la vegetazione ricopre i ruderi
Torino. Le OGR abbandonate
le cattedrali del lavoro si
svuotano
i capannoni vengono demoliti
Napoli, Bagnoli (1996-1999)
i luoghi della memoria vengono ri-scoperti
128 le unità produttive
locali censite da uno studio
del 1989 per dare una
dimensione a questo impressionante
processo
...e anche Torino è travolta dalla crisi
la dismissione industriale degli anni ‘90
problema ma anche opportunità per le città che hanno saputo
Torino, prima fra le grandi città italiane, ha deciso nel pieno della crisi degli
anni ’80 di avviare il difficile percorso di un nuovo PRG capace di rilanciarla
verso nuovi obiettivi …
e in 10 anni lo ha varato (1995)
Passante ferroviario
Aree industriali dismesse
Il vecchio tracciato ferroviario che separava la città
Il paesaggio urbano in trasformazione: la copertura della ferrovia
Il paesaggio urbano in trasformazione: la copertura della ferrovia
Lingotto Spina 1
Spina 2 - Politecnico
Spina 3 - Envi Park Spina 4
aree strategiche, aree tattiche,
aree di riurbanizzazione, aree problema
terziario pubblico e privato
la Spina asse dei vuoti industriali:
dai problemi nuove opportunità
di sviluppo
la Spina e le “Zone Urbane di Trasformazione” (ZUT) del P.R.G.
rigenerare e rilanciare la città scommettendo
sui vuoti industriali
il raddoppio del Politecnico
operazione pubblica (Politecnico
Comune - Ferrovie)
l’avvio della trasformazione
che ha cambiato Torino
il progetto del raddoppio del Politecnico
per la città in crisi un nuovo PRG, nuovi obiettivi,
nuove funzioni per sostituire l’industria
attivando tutti gli strumenti per trasformare e ripartire: “programmi complessi”
Piano Strategico - Olimpiadi
1989
128 aree industriali dismesse (> 400 mq
di superficie coperta)
le aree dismesse: un patrimonio di opportunità, senza domanda
con il nuovo PRG la domanda lievita
1997
8 anni dopo 39 delle 128
aree industriali sono ancora
dismesse
il patrimonio industriale in esaurimento
2001
12 delle 128 aree industriali
sono ancora dismesse
4 anni dopo
ma la dismissione
continua…
il patrimonio esaurito
2012
1 delle 128 aree industriali
è ancora dismesse
23 anni dopo
superficiprivate
superfici pubbliche
situazione finale
Spina Centrale: un nuovo rapporto pubblico-privato nella proprietà fondiaria
situazione iniziale
molte le occasioni,
non sempre ben colte,
non tutte condivise,
non del tutto esaurite
controverse e discusse valutazioni sulla qualità della trasformazione urbana
edifici che conservano la “pelle”
controverse e discusse valutazioni sulla qualità della trasformazione urbana
edifici che conservano la “pelle”
controverse e discusse valutazioni sulla qualità della trasformazione urbana
edifici che conservano la “pelle”
controverse e discusse valutazioni sulla qualità della trasformazione urbana
edifici che conservano la “pelle”
frammenti lasciati a ricordare la memoria industriale
frammenti lasciati a ricordare la memoria industriale
frammenti lasciati a ricordare la memoria industriale
frammenti lasciati a ricordare la memoria industriale
qualità edilizia e spazi pubblici non sempre soddisfacenti
ma anche fiumi bonificati, sponde ripulite e rese fruibili, nuovi parchi
luoghi riprogettati, spazi privati restituiti
al pubblico, “recinti” urbani
infranti, parti di città ricongiunte
e negli altri poli industriali cosa succede?
stagnazione industriale, trasformazioni tecnologiche, competizione internazionale,
concentrazione aziendale, decentramento produttivo
producono dismissioni ovunque
e negli altri poli industriali cosa succede?
molte, varie e talvolta esemplari sono le esperienze di rigenerazione
di città e territori
basate sulla riqualificazione delle aree industriali dismesse verso
nuove strategie nuove funzioni
e negli altri poli industriali cosa succede?
uffici, servizi,
tempo libero
Liverpool
Albert Docks
Anversa
uffici, servizi,
tempo libero
Bonaparte Docks
non solo città, ma anche territori
Germania, Ruhr. Il complesso siderurgico di Zollverein
la memoria della cultura industriale
Germania, Ruhr. Zollverein
la memoria della cultura industriale
Germania, Ruhr. Zollverein
la collina di carbone diventa un monumento
Germania, Ruhr. Zollverein
gli scarti di lavorazione diventano un parco urbano
Germania, Ruhr. Zollverein
il villaggio degli impiegati diventa un quartiere residenziale di pregio
Germania, Ruhr. Zollverein
il villaggio operaio offre i nuovi spazi pubblici
Germania, Ruhr. Zollverein
le miniere diventano parco regionale
Germania, Lusazia. IBA Fürst-Pückler-Land (2000-10)
30 progetti trasformano l’area
Germania, Lusazia. IBA Fürst-Pückler-Land (2000-10)
nella ex manifattura tabacchi
Tecnopolo della Regione
Bologna nuove funzioni industriali nei
vecchi contenitori
Rovereto
nella ex manifattura tabacchi
un nuovo tecnopolo
nuove funzioni industriali nei
vecchi contenitori
è una piattaforma produttiva, fatta di relazioni,
economiche,
sociali,
logistiche,
infrastrutturali
materiali e immateriali
la nuova impresa va oltre la fabbrica
ha sempre più bisogno di quel progetto di sistema territoriale
che non ha mai funzionato, di una rete di polarità ben connessa
che affronti il nodo della sostenibilità per rendere compatibili
la nuova impresa va oltre la fabbrica
Centro ricerche Fabrica Benetton Catena di Villorba
(Tv)
fuori dalle città diffuse sul territorio integrate alla ricerca
Parco tecnologico Km Rosso,
Bergamo
fuori dalle città diffuse sul territorio integrate alla ricerca
Stabilimento Brunello Cucinelli, Solomeo (Umbria)
piccole e medie imprese in piccoli centri storici
Laboratorio di ricerche
CNR ISMAR Venezia
piccole e medie imprese in edifici recuperati
ma le nostre città possono rinunciare alle fabbriche e al potenziale di produzione
e occupazione che detengono?
Mirafiori e non solo
...e quali strumenti abbiamo per affrontare la crisi e l’interazione città - fabbrica?
due recenti ma deboli provvedimenti del Governo per le città
nessuna politica per le industrie
l’attualità offre un quadro molto preoccupante sia per le città che
per le fabbriche
ma dobbiamo e possiamo intravedere un futuro, oltre la crisi che oggi ci vede
incapaci di reagire
non si potrà contare sui fattori tradizionali di trasformazione
occorre immaginare un nuovo modo di evolvere delle città,
una fabbrica diversa da quella che ha trainato lo sviluppo degli ultimi 150 anni
…e dunque…
questa è la “missione” per la nuova generazione
occorre cambiare paradigmi
questa è una sfida giusta per i Politecnici
e proprio la profondità della crisi, può essere vincente,
può promuovere una vera innovazione e non solo una correzione del modello
che abbiamo mobilitando
ricerca e formazione multidisciplinarietà
partnership con imprese ed enti locali
mettendo in rete
le strutture della conoscenza gli attori economici
i governi locali
per tutto questo le università
sono un fattore strategico
ma le risorse ci verranno date?
Torino, Mirafiori. Politecnico di Torino
Cittadella della mobilità
è questa la sfida che il nostro Ateneo deve e può lanciare,
alla città e alle fabbriche
sebbene
non alle stesse città né alle stesse fabbriche
che conosciamo
e per vincerla deve valorizzare l’integrazione
fra le sue molte anime
ingegneri, architetti, pianificatori, designers
per aprire una partita finora non giocata, per proporre un nuovo modello …
...e con questo obiettivo vorrei che lavorassimo
in questo nuovo anno