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Studio Associato di Ingegneria Piombetti Camilletti COMUNE DI MONTE SAN VITO PROGETTO DEFINITIVO DEL NUOVO COLOMBARIO CIMITERIALE IN AMPLIAMENTO DELL’ESISTENTE PRESSO IL CIMITERO COMUNALE RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA SITO EDIFICIO: Monte San Vito presso il Cimitero Comunale RICHIEDENTE: Comune di Monte San Vito Via Matteotti, 2 Monte San Vito (AN) c.f. 00182280420 codice Istat : 42030 PROGETTISTA: Dott. Ing. Andrea Piombetti Studio Associato di Ingegneria Piombetti Camilletti

DEL NUOVO COLOMBARIO CIMITERIALE - MonteSanVito - … · RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA ... Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, ... resistenza richiesta dal calcolo

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Studio Associato di Ingegneria Piombetti Camilletti

COMUNE DI MONTE SAN VITO

PROGETTO DEFINITIVO

DEL NUOVO COLOMBARIO CIMITERIALE

IN AMPLIAMENTO DELL’ESISTENTE

PRESSO IL CIMITERO COMUNALE

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA

SITO EDIFICIO: Monte San Vito presso il Cimitero Comunale

RICHIEDENTE: Comune di Monte San Vito

Via Matteotti, 2 Monte San Vito (AN)

c.f. 00182280420

codice Istat : 42030

PROGETTISTA: Dott. Ing. Andrea Piombetti

Studio Associato di Ingegneria Piombetti Camilletti

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1. – INTRODUZIONE

Il progetto per l’ampliamento del colombario prevede la costruzione di un nuovo corpo di

fabbrica in aderenza alla costruzione esistente. L’edificio sarà costituito da n. 3 piani fuori

terra destinati all’alloggiamento dei loculi e da un piano seminterrato destinato a magazzino.

2. – RELAZIONE SULLE STRUTTURE

Descrizione tipologie strutturaliDescrizione tipologie strutturaliDescrizione tipologie strutturaliDescrizione tipologie strutturali

Il fabbricato si eleva per quattro piani fuori terra. L’ultimo piano ha il tetto inclinato a vista.

La struttura dell’edificio è prevista in cemento armato con fondazioni profonde.

La struttura portante dell’edificio è realizzata “a SETTI PORTANTI” mediante un

graticcio di travi e setti portanti in c.a. con fondazione in c.a. su pali e solai (orizzontali e

inclinati) precompressi a lastra.

Anche il piano interrato che poggia direttamente sui cordoli di collegamento dei pali è dotato

di un solaio precompresso a lastra di notevole carico.

La nuova costruzione sarà costruita in adiacente al fabbricato esistente ed è previsto un

giunto tecnico di 15 cm.

Le strutture di fondazione dell’edificio esistente devono essere indagate nella forma e nella

geometria in fase di progetto esecutivo ed in corso d’opera, per evitare interferenze delle nuove

strutture con quelle esistenti.

La copertura è a due falde inclinate.

I solai di calpestio e di copertura sono previsti in Pannelli alveolari tipo Foro-Cap, con

soletta collaborante, di interasse 120 cm e altezza 32+5 cm. Gli sbalzi, i cornicioni, saranno

realizzati con soletta piena di spessore indicato negli elaborati grafici.

Le strutture portanti verticali saranno setti in c.a..

Le fondazioni saranno costituite da pali di diametro 80 cm e profondità 15 m, inoltre sarà

realizzata una palificata a ridosso dell’edificio esistente di diametro 60 cm e profondità 18 m.

Le chiusure verticali saranno realizzate dai setti portanti in c.a. e da porzioni di muratura.

Le aperture verticali verso l’esterno saranno protette da una ringhiera metallica ordinaria in

acciaio zincato.

I loculiI loculiI loculiI loculi sono previsti realizzati in opera mediante un getto di calcestruzzo strutturale

alleggerito, non portante. Essi sono considerati come peso portato dalla struttura, in

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particolare i solai piani e non interferiscono in termini di rigidezza con la struttura portante.

Però dovranno essere realizzati con calcestruzzo armato portante in grado di auto sostenersi

all’interno del singolo piano ed essere al contempo leggeri per non gravare troppo sul solaio e

sulla struttura portante. Le dimensioni utili interne rispettano le norme di legge ma sono

leggermente più ampie dei minimi : 80 cm larghezza e 70 cm altezza dei loculi per una

profondità di 2,25 m; l’inclinazione verso l’interno del piano del singolo loculo è del 2,5%. I

loculi saranno realizzati direttamente sulla struttura grezza.

DDDDescrizione escrizione escrizione escrizione schemi e modelli di calcoloschemi e modelli di calcoloschemi e modelli di calcoloschemi e modelli di calcolo

Per l’edificio, realizzato con struttura portante in cemento armato, verrà condotta la

verifica sismica dell’intera struttura, modellata in ogni sua parte significativa. Nel seguito si

riporta una slide che illustra in modo sommario il modello numerico.

Vista assonometria - Struttura

Le azioni prese in considerazione nella progettazione e verifica degli elementi strutturali

comprendono il peso proprio, i carichi permanenti, i sovraccarichi, come previsto dalle vigenti

normative, e le azioni sismiche calcolate secondo normativa vigente.

Non ci sono elementi di tamponamento parziali; si estendono sino all’intradosso del piano

superiore. Per quanto non specificato si rimanda agli elaborati grafici allegati.

Azione siAzione siAzione siAzione sismicasmicasmicasmica

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Ai fini delle definizione dell’azione sismica di progetto si è valutata l’influenza delle condizioni

litologiche e morfologiche locali sulle caratteristiche del moto del suolo sulla superficie, mediante

studi specifici di risposta sismica locale.

Da come si evince dalla relazione geologica allegata al progetto in esame le caratteristiche del

suolo sono le seguenti:

ZONA SISMICA TIPO TERRENO CATEGORIA TOPOGRAFICA PROTEZIONE γE

2 C T1 1

Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche

Categoria del sottosuolo C Vs30 = 288 m/sec

Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti

con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche

con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei

terreni a grossa grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).

Categorie Topografiche T1

Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media di ≤15°

L’edificio è situato nella zona individuata dalle seguenti coordinate

Latitudine 43.60000 Longitudine 13.265337 Altezza s.l.m. 151 m

Ed ha le seguenti dimensioni:

Lunghezza della struttura L1= 14 [m]

Larghezza della struttura L2= 11.75 [m]

Altezza della struttura H= 16 [m]

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Localizzazione del sito

AMPLIAMENTO CIMITERO – MSVITO

Tipo di costruzione

In accordo con le richieste della committenza, si adotta un tempo di vita nominale VN ≥ ≥ ≥ ≥ 50 anni

Tipo di costruzione Vita Nominale

VN (in anni)

1 Opere provvisorie – Opere provvisionali - Strutture in fase costruttiva ≤ 10

2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni

contenute o di importanza

normale

≥ ≥ ≥ ≥ 50

3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni o di importanza strategica ≥ 100

e una classe d'uso II

Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.

Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi

per l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività

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non pericolose per l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non

ricadenti in Classe d’uso III o in Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione

non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi

conseguenze rilevanti.

Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso.

Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose per l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n. 6792, “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica.

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Regolarità

L’edificio risulta NON regolare in pianta in quanto rispetta tutte le condizioni di regolarità e di

seguito richiamate.

Per quanto riguarda gli edifici, una costruzione è regolare in pianta se tutte le seguenti

condizioni sono rispettate:

a) la configurazione in pianta è compatta e approssimativamente simmetrica rispetto a due

direzioni ortogonali, in relazione alla distribuzione di masse e rigidezze;

b) il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta è inferiore a 4;

c) nessuna dimensione di eventuali rientri o sporgenze supera il 25 % della dimensione totale

della costruzione nella corrispondente direzione;

d) gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano rispetto

agli elementi verticali e sufficientemente resistenti.

Nello specifico l’edificio non è regolare in pianta :

� NON presenta in pianta due assi di simmetria;

L’edificio risulta non regolare in altezza in quanto non rispetta tutte le condizioni di regolarità e

di seguito richiamate.

Una costruzione è regolare in altezza se tutte le seguenti condizioni sono rispettate:

e) tutti i sistemi resistenti verticali (quali telai e pareti) si estendono per tutta l’altezza della

costruzione;

f) massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente, senza bruschi cambiamenti,

dalla base alla sommità della costruzione (le variazioni di massa da un orizzontamento

all’altro non superano il 25 %, la rigidezza non si riduce da un orizzontamento a quello

sovrastante più del 30% e non aumenta più del 10%); ai fini della rigidezza si possono

considerare regolari in altezza strutture dotate di pareti o nuclei in c.a. o pareti e nuclei in

muratura di sezione costante sull’altezza o di telai controventati in acciaio, ai quali sia

affidato almeno il 50% dell’azione sismica alla base;

g) nelle strutture intelaiate progettate in CD “B” il rapporto tra resistenza effettiva3 e

resistenza richiesta dal calcolo non è significativamente diverso per orizzontamenti diversi (il

rapporto fra la resistenza effettiva e quella richiesta, calcolata ad un generico orizzontamento,

non deve differire più del 20% dall’analogo rapporto determinato per un altro

orizzontamento); può fare eccezione l’ultimo orizzontamento di strutture intelaiate di almeno

tre orizzontamenti;

h) eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione avvengono in modo

graduale

da un orizzontamento al successivo, rispettando i seguenti limiti: ad ogni orizzontamento il

rientro non supera il 30% della dimensione corrispondente al primo orizzontamento, né il 20%

della dimensione corrispondente all’ orizzontamento immediatamente sottostante. Fa eccezione

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l’ultimo orizzontamento di costruzioni di almeno quattro piani per il quale non sono previste

limitazioni di restringimento.

Vita nominale, classe d’uso e periodo di riferimento della struttura. (2.4 – ntc 2008)

In accordo con il committente sono stati definiti i seguenti parametri

Vita nominale (tab.2.4.I) : VN = 50 anni

classe d’uso (2.4.2) : II

essendo un CIMITERO

Coefficiente d’uso (tab.2.4.II) : Cu = 1,0

Periodo di riferimento per l’azione sismica : Vr = >50 anni

Fattore di struttura (7.4.3.2 – ntc 2008)

Componente orizzontale dell’azione sismica .

La struttura è certamente da considerare a bassa duttilità quindi CD”B”.

La tipologia della struttura è definibile come “struttura a PARETI con solo due pareti non

accoppiate per direzione orizzontale” .

La struttura è NON regolare in pianta e quindi come indicato al punto 7.3.1 e al punto 7.4.3.2 il

termine au/a1 . Essendo la struttura a due pareti nella direzione trasversale il valore è pari a:

au/a1= 1

Il fattore di struttura come definito al punto 7.3.1 è il seguente q = q0 KR

Dove

dalla Tab. 7.4.1 q0 è pari a q0 =3

mentre

KR assume alternativamente il valore 1 o 0,8 a seconda che regolare in elevazione.

Nel caso in questione KR = 0,80

Quindi :

q = 3,0 x 0,80 = 2,40;

Componente verticale.

Per la componente verticale dell’azione sismica il valore di q utilizzato è pari a

q = 1,5;

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Le prestazioni attese dalla struttura in caso di azione sismica siano verificate per due eventi sismici

aventi probabilità di superamento in 50 anni rispettivamente sono pari a (Tab. 3.2.I):

CLASSE D’USO VITA NOMINALE VN PERIODO DI RIFERIMENTO VR SLV SLD

II 50 anni 50 anni 10% 63%

Tr = 475 anni Tr = 50 anni

Definizione degli spettri

Il sottosuolo è stato definito appartenere alla categoria “C” della tab. 3.2.II e categoria

topografica “T1” della tab. 3.2.IV del punto 3.2.2 delle ntc 2008.

Dal programma Spettri NTC ver. 1.0.3 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici si sono

determinati i seguenti valori:

Dinamica modale

Per la verifica con analisi dinamica lineare e spettro di risposta, saranno considerati almeno 10

modi fondamentali, combinati mediante il metodo “CQC” considerando la possibilità che i modi

possano essere correlati . Sono stati trascurati i modi superiori che presentano una massa

partecipante non superiore al 5%. La massa partecipante dovrà essere superiore all’85% della

massa totale.

Determinazione del primo periodo della struttura [p.to 7.3.3.2]

T1 = C1 H3/4 [s]

C1= 0.075 calcestruzzo Il valore è stato definito da una prima elaborazione dinamica T1= 0.90

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Il valore di lambda (p.to 7.3.3.2) è stato assunto pari a λ = 0.85

Perché ha almeno tre orizzontamenti e T1<2Tc;

Si è condotta una analisi dinamica lineare secondo D.M.14 gennaio 2008.

Distanza tra costruzioni contigue

La distanza tra costruzioni contigue deve essere tale da evitare fenomeni di martellamento e

comunque non può essere inferiore alla somma degli spostamenti massimi determinati per lo SLU,

calcolati per ciascuna costruzione secondo il 7.3.3 (analisi lineare) o il 7.3.4 (analisi non lineare); in

ogni caso la distanza tra due punti che si fronteggiano non potrà essere inferiore ad 1/100 della

quota dei punti considerati misurata dal piano di fondazione, moltiplicata per ag/0,35g.

Qualora non si eseguano calcoli specifici, lo spostamento massimo di una costruzione non isolata

alla base, potrà essere stimato in 1/100 dell’altezza della costruzione moltiplicata per ag/0,35g.

Nello specifico è previsto un giunto tecnico minimo dello spessore di 15 cm.

Essendo:

H: altezza massima edificio = 1631 cm;

d : giunto tecnico minimo = H/100 x ag/0,35 g

d = 1631 cm / 100 x 0,182 g / 0,35 g = 8,48 cm < 15 cm

Altezza massima dei nuovi edifici

Visto che la struttura è stata progettata in cemento armato l’altezza massima è determinata

unicamente alla capacità resistenti e deformative della struttura.

Destinazione d’uso e sovraccarichi variabili dovuti alle azioni antropiche

Si è concordato con il committente che per la determinazione dell’entità e della distribuzione

spaziale e temporale dei sovraccarichi variabili si farà riferimento alla tabella 3.1. II del D.M.

14.01.2008 in funzione della destinazione d’uso.

In particolare per i carichi accidentali sono stati assunti i seguenti valori:

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valori caratteristici qk tabella 3.1.II

carichi di esercizio Kg/mq kN/mq

solaio piano primo loculi 4x200 8

solaio piano secondo/terzo

loculi

3x200 6

solaio percorsi 300 3

solaio copertura neve 150 1.5

(D.M. 14/01/2008 Testo Unico Cap. 3.1.4. Azioni antropiche prospetto 3.1.II Valori dei carichi di esercizio per le

diverse categorie di edifici)

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Azione della neve ( p.to 3.4 D.m. 14-01-08)

Azione della Neve (P 3.4.1.)

Il carico da Neve sulle coperture sarà valutato secondo la seguente espressione:

dove :

qs carico neve sulla copertura

µi coefficiente di forma della copertura, (3.4.5.)

qsk valore caratteristico di riferimento del carico da neve al suolo [kN/m2] 3.4.2.

CE coefficiente di esposizione 3.4.3.

Ct coefficiente termico 3.4.4.

Determinazione del carico da neve al suolo per Zona I - mediterranea

as= 155 [m] altezza sul livello del mare

As≤ 200 m qsk=1,50 [kN/m2]

200 m ≤ as

+∗=

2

602135,1 s

sk

aq

[kN/m2]

qsk= 1.50 [kN/m2]

Coefficiente di esposizioni

CE= 1 Esposizione normale

Carico da neve sulle coperture

Ct= 1

Coefficiente di forma della copertura

µi= 0.8

Determinazione Carico da Neve qs= 1.20 [kN/m2] 120 [daN/m2]

SI ASSUME COME CARICO NEVE IL VALORE DI 1.50 KN/m2

TEskis CCqq ⋅⋅⋅= µ

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Analisi dei carichi

1 - ANALISI DEI CARICHI SOLAIO PIANO IN C.A. 32+5 ALVEOLARE FORO-CAP

– MASSETTO alleggerito - senza DIVISORI INTERNI – loculi 4 file

S=0,33 a

[m]

b

[m]

c

[num

]

p

[Kg/cad]

totale

[Kg/mq]

Peso proprio solaio 32+5 cm 520

Peso intonaco intradosso 20

Peso loculi 4 file 4 350 1400

totale permanente 1940

Accidentale 800

totale 2740

2 - ANALISI DEI CARICHI SOLAIO PIANO IN C.A. 32+5 ALVEOLARE FORO-CAP

– MASSETTO alleggerito - senza DIVISORI INTERNI – loculi 3 file

S=0,33 a

[m]

b

[m]

c

[num

]

p

[Kg/cad]

totale

[Kg/mq]

Peso proprio solaio 32+5 cm 520

Peso intonaco intradosso 20

Peso loculi 3 file 3 350 1050

totale permanente 1590

Accidentale 600

totale 2190

3 - ANALISI DEI CARICHI SOLAIO PIANO DI COPERTURA IN C.A. 32+5

ALVEOLARE FORO-CAP

S=0 a

[m]

b

[m]

c

[m]

p

[Kg/mc]

totale

[Kg/mq]

Peso proprio solaio 32+5 cm 520

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Peso intonaco intradosso 20

Peso isolante e guaina 10

Peso soletta armata 0.04 1 1 2250 90

Peso manto copertura 80

totale permanente 720

Accidentale 150

4 - ANALISI DEI CARICHI SOLAIO PIANO IN C.A. 32+5 ALVEOLARE FORO-CAP

– MASSETTO alleggerito - senza DIVISORI INTERNI - percorsi

S=0,33 a

[m]

b

[m]

c

[m]

p

[Kg/mc]

totale

[Kg/mq]

Peso proprio solaio 32+5 cm 520

Peso intonaco intradosso 20

Peso massetto alleggerito 0,08 1 1 800 64

Peso pavimento 36

totale permanente 740

Accidentale 300

totale 1040

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Misura di sicurezza

Il metodo di verifica della sicurezza adottato è quello degli Stati Limite (SL) che prevede due

insiemi di verifiche rispettivamente per gli stati limite ultimi SLU (SLV) e gli stati limite di

esercizio SLE (SLD).

La sicurezza è quindi garantita progettando i vari elementi resistenti in modo da assicurare che la

loro resistenza di calcolo sia sempre maggiore delle corrispondente domanda in termini di azioni

di calcolo.

Per ogni stato limite deve essere rispettata la condizione:

Ed < Rd

Dove Ed è il valore di progetto dell’azione mentre Rd è il valore di progetto della resistenza.

Per la determinazione del modello e dei relativi coefficienti è stato seguito l’Approccio 2.

Nelle slides seguenti sono riportati gli inviluppi delle armature metalliche determinano la verifica

della sicurezza di ogni elemento.

Negli elaborati grafici compaiono armature metalliche non minori di quelle di calcolo.

- Relazione di calcolo della struttura (per il codice di calcolo utilizzato)

Normativa di riferimento ------------------------

[1] N.T.C. 14/01/08 Norme tecniche per le costruzioni [2] Eurocodici approvati dal Comitato Europeo di Normazione in forma di

Euro Norma (EN) [3] Istruzioni CNR 10024/86 Analisi mediante elaboratore: impostazione e redazione delle relazioni di calcolo

Criteri di analisi della sicurezza e metodi di analisi strutturale ------------------------------------------------------------------

La verifica della sicurezza degli elementi strutturali avviene con il metodo agli stati limite. I metodi impiegati per l' analisi strutturale sono i seguenti :

-per carichi statici: metodo degli spostamenti -carichi sismici: analisi statica equivalente, oppure analisi dinamica modale con spettro di risposta Spostamenti e azioni sono calcolati con il metodo agli elementi

finiti(F.E.M.) Il metodo degli elementi finiti si basa sulla schematizzazione di una struttura come insieme di elementi di varie geometrie e caratteristiche,

connessi l'un l'altro solo in corrispondenza di un numero determinato di punti chiamati 'nodi'. Tali nodi, definiti da tre coordinate rispetto ad un sistema di riferimento

cartesiano globale, vengono contrassegnati da un identificatore numerico ('numerazione nodale') crescente a partire da 1.

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Anche gli elementi, risultano a loro volta individuati da un identificatore numerico crescente. Incognite del problema (metodo degli spostamenti) sono assunte le 6

componenti di spostamento di ogni nodo, riferite alla terna globale (traslazioni secondo X,Y,Z, rotazioni attorno X,Y,Z) escluse naturalmente quelle impedite dai vincoli imposti alla struttura.

Il metodo permette di giungere all' impostazione di un sistema di equazioni algebriche lineari, nelle sopra citate componenti di spostamento (gradi di liberta') i cui termini noti sono costituiti dai carichi agenti sulla struttura opportunamente concentrati nei nodi:

K * u = F dove K = matrice di rigidezza u = vettore spostamenti nodali

F = vettore forze nodali Dagli spostamenti risultanti dalla risoluzione del sistema vengono

quindi dedotte le sollecitazioni e/o le tensioni in punti caratteristici di ogni elemento, riferite generalmente ad una terna locale all'elemento stesso. Sistema di riferimento globale

------------------------------- Il sistema di riferimento impiegato, per nodi ed elementi e tutti gli altri dati strutturali, e' costituito da una terna cartesiana destrorsa XYZ.

Si assume che l' asse Z sia verticale ed orientato verso l'alto. Modellazione della struttura e dei vincoli

------------------------------------------ La struttura e' modellata come insieme di 'elementi', tra loro collegati in punti chiamati 'nodi'. Gli elementi sono del tipo:

Elem. monodimensionali (una dimensione prevalente sulle altre due) - aste - travi,pilastri

- molle Elementi bidimensionali ( due dimensioni prevalenti sulla terza): - setti,piastre

- membrane Elementi tridimensionali ( tre dimensioni paragonabili): - plinti

asta : elemento lineare a sezione costante ed asse rettilineo,reagente a solo sforzo assiale. Nello spazio 3-D l' elemento asta ha 3 gradi di liberta' ai nodi cui

corrispondono tre componenti di spostamento di traslazione in ognuno dei suoi due nodi di estremita' ed un solo valore della tensione e della forza assiale.

trave: elem. monodimensionale reagente con 6 caratteristiche di sollecitazione (forza assiale, 2 forze di taglio, 2 momenti flettenti,momento torcente), ad ognuna delle due estremita'.

L' elemento trave e' prismatico, ossia a sezione costante ed asse rettilineo. Con il termine travi si intendono elementi non verticali.

Con il termine pilastri si intendono elementi verticali. molla: elemento agente come molla estensionale o rotazionale di opportuna

rigidezza, usato per schematizzare vincoli elastici o rigidi, anche in direzioni non coincidenti con quelle della terna globale. setto/piastra:elemento 2-D, di forma triangolare o quadrangolare, reagente ad

azioni nel proprio piano (azioni membranali) e ad azioni fuori dal proprio piano (azioni flettenti e taglianti).

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Questo elemento e' usato per rappresentare ad es. pareti verticali, muri di sostegno, platee di fondazione.

membrana: elemento piano 2-D,triangolare o quadrangolare, che reagisce a soli sforzi di membrana. Questo elemento e' ad es.usato per rappresentare il comportamento

Degli impalcati (solai) nei riguardi delle azioni orizzontali. plinto: elemento 3-D,viene tradotto in un certo numero di molle traslazionali e rotazionali, che ne schematizzano il comportamento nell' ipotesi

che il plinto costituisca un corpo rigido che collega il piede del pilastro ed il terreno modellato alla Winkler. Fatte le seguenti definizioni (le direzioni 1, 2 sono quelle dei lati

dell' area d' impronta del plinto): K costante normale di sottofondo ( misurata ad es. Kg/cm3)

A area d' impronta del plinto J1 momento d' inerzia dell'area di base intorno a dir. 1 J2 momento d' inerzia dell'area di base intorno a dir. 2 s spostamento verticale del plinto

r1 rotazione del plinto intorno alla direzione 1 r2 rotazione del plinto intorno alla direzione 2 F forza

M momento F = K * A * s ===> rigidezza molla verticale = K * A

M1 = K * J1* r1 ===> rigidezza molla rotazionale 1 = K * J1 M2 = K * J2* r2 ===> rigidezza molla rotazionale 2 = K * J2 Per una descrizione piu' sintetica della struttura, gli elementi sono riuniti

in 'macro-elementi'. Per macro-elementi, si intende il raggruppamento di piu' elementi, non necessariamente dello stesso tipo,in modo da formare delle parti

riconoscibili ed identificabili all' interno della struttura. -travata : allineamento di travi non verticali (anche ad asse spezzato )

-pilastrata: allineamento di pilastri verticali -telaio : insieme di travi, pilastri posti in un piano verticale -muro : insieme di elementi setto/piastra posti in un piano qualsiasi, aventi lo stesso spessore.

-impalcato : insieme di nodi,travi e membrane disposti di solito, ma non necessariamente in un piano orizzontale.

Origine e caratteristiche del codice di calcolo adottato -------------------------------------------------------- Il solutore e' il seguente:

- ALGOR SUPERSAP della Algor Interactive Systems, Inc. Pittsburgh, PA, USA Il programma SUPERSAP applica il metodo degli elementi finiti a strutture

di forma qualunque, comunque caricate e vincolate, il cui comportamento e' solitamente considerato lineare (per le eccezioni vedi in seguito) Si intende con cio' parlare sia di linearita' materiale (proporzionalita'

tra tensioni e deformazioni), sia di linearita' geometrica (proporzionalita' tra carichi e spostamenti ). Effettua il calcolo sia in campo statico sia in campo dinamico.

Nel primo caso la routine di risoluzione opera secondo l' algoritmo di Gauss sulla matrice globale suddivisa in blocchi memorizzati su memoria periferica. Nel secondo caso si puo' optare per un'analisi modale o per una integrazione diretta passo-passo delle equazioni del moto.

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I carichi possono essere specificati sia come azioni concentrate applicate ai nodi, sia come forze (o momenti) concentrate o distribuite o variazioni agenti all' interno del singolo elemento.

E' importante sottolineare!che il solutore ALGOR SUPERSAP e' stato sottoposto con esito positivo e relativa certificazione, alle prove NAFEMS (test di confronto della National Agency for Finite Element Methods and Standards, in

Inghilterra ). Modellazione delle azioni ------------------------

Le azioni sono modellate secondo due modalita': 1) Azioni nodali Sono forze o momenti concentrati nei nodi del modello strutturale ( oppure

cedimenti impressi). Per ogni carico nodale si riporta il numero del caso di carico relativo ed i valori delle componenti riferite alla terna globale.

2) Carichi agenti sugli elementi Si tratta di carichi locali agli elementi (carichi distribuiti lungo l'asse di travi,pressioni agenti sulla superficie di setti,variazioni termiche etc).

I carichi possono essere assegnati anche per zone di carico. Cio' accade quando si carica un impalcato per zone; per zona si intende una regione poligonale, convessa o concava, senza vuoti, individuata dai relativi

vertici, che possono essere nodi di estremita' di travi, oppure nodi a setti. Il programma individua, in modo automatico, le eventuali travi e/o pareti,

disposte lungo il contorno della poligonale di carico, in modo da ripartire su di esse, il peso proprio, il permanente portato ed il carico accidentale, gravanti sulla zona. La ripartizione dei carichi avviene con il criterio delle aree di influenza

: l'areola elementare e' un quadrilatero avente due lati paralleli alla direzione di orditura del solaio e due lati dati dalle intercette sul contorno della poligonale di carico; il carico gravante sull' areola viene

ripartito al 50% tra i due elementi strutturali (travi e/o pareti) disposti lungo i due lati non paralleli alla direzione d' orditura del solaio.

Modellazione strutturale, dei materiali ed interazione terreno-struttura ------------------------------------------------------------------------ Le analisi possono essere sia condotte in regime di linearita' materiale (proporzionalita' tra tensioni e deformazioni ), e di linearita' geometrica

(proporzionalita' tra carichi e spostamenti ), sia considerando aspetti non lineari del comportamento strutturale, quali: - presenza di elementi reagenti solo a trazione o solo a compressione

- analisi degli effetti geometrici del 2° ordine con il metodo dei tagli fittizi - analisi di instabilità globale per la ricerca del moltiplicatore critico

dei carichi . Nei riguardi dell' interazione terreno-struttura, il terreno e' modellato come suolo elastico alla Winkler, sia che le strutture di fondazione siano travi (travi su suolo elastico ), platee di fondazione (piastre su suolo

elastico) o plinti. Analisi sismica

--------------- L'analisi sismica della struttura puo' essere eseguita con 2 metodi: - analisi statica equivalente (con solutore statico )

- analisi dinamica modale con spettro di risposta (con solutore dinamico) con gli spettri di progetto definiti dalla Normativa di Riferimento Con l'analisi statica equiv. il calcolo sismico della struttura si riduce ad

una verifica statica conseguente alla applicazione di forze orizzontali (componente ondulatoria dell' azione sismica) e verticali (componente

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sussultoria del sisma ), applicate nel baricentro delle masse gravanti sulla struttura. Per il sistema di forze distribuite lungo l'altezza dell' edificio si assume

una distribuzione lineare degli spostamenti. La forza da applicare a ciascun piano è data dalla formula seguente: Fi = Fh (zi Wi) / S (zj Wj)

dove: Fh = Sd(T1) W l/g Fi è la forza da applicare al piano i Wi e Wj sono i pesi delle masse ai piani i e j rispettivamente zi e zj sono le altezze dei piani i e j rispetto alle fondazioni

Sd(T1) è l'ordinata dello spettro di risposta di progetto da normativa W è il peso complessivo della costruzione l è un coeff.pari a 0,85 se l'edificio ha almeno 3 piani e se T1 < 2TC

, pari a 1,0 in tutti gli altri casi. g è l'accelerazione di gravità. Per edifici aventi massa e rigidezza distribuite in modo circa simmetrico

in pianta,inscrivibile in un rettangolo con rapporto dei lati inferiore a 4, gli effetti torsionali accidentali, possono essere considerati amplificando le sollecitazioni, calcolate con la suddetta distribuzione,in ogni elemento resistente con il fattore (d) risultante dalla seguente espressione:

d = 1 + 0.6 x / Le dove: x = distanza dell'elemento resistente vert. dal baricentro geometrico dell'edificio, misurata perpendicolarmente alla direzione dell'azione

sismica considerata Le è la distanza tra i due elementi resistenti più lontani, misurata allo stesso modo.

Nei riguardi delle azioni sismiche per gli edifici dotati di orizzontamenti realizzati con i comuni solai, gli orizzontamenti possono essere modellati con piani rigidi. In questo programma, piu' realisticamente, si modellano gli impalcati con

elementi membrana, di spessore pari allo spessore effettivo del solaio e con un modulo elastico che e' quello di fatto attribuibile al solaio. Le forze orizzontali sismiche sono sempre introdotte come forze nodali,

determinando le incidenze di ciascun nodo (gli elementi che convergono in esso ) e le relative aliquote di competenza dei 'pesi' degli elementi.

Verifiche degli elementi strutturali ------------------------------------ Le verifiche sono effettuate con riferimento all'inviluppo delle condizioni di carico ( tutti i casi di carico e le combinazioni previste ).

In fase di verifica si distinguono i seguenti elementi: - aste soggette a solo sforzo assiale - travi prevalentemente soggette a flessione e taglio;

si distinguono travi in elevazione e di fondazione - pilastri soggetti a presso(o tenso)-flessione deviata - setti/piastre si distingue il comportamento a lastra e a piastra

- plinti si distinguono i plinti snelli ed i plinti tozzi

Relazione sui materiali (p.to 4.1.2.1 p.to 11.2.9 e p.to 11.3)

I materiali che dovranno essere utilizzati nella realizzazione della costruzione sono i

seguenti:

Calcestruzzo (p.to 11.2.9)

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• Sabbia da frantoio derivante dalla frantumazione di materiale calcareo con

granuli di pezzatura fino a mm 3;

• Pietrischetto di frantumazione con pezzatura da mm 3 a mm 15;

• Pietrisco con pezzatura da mm 15 a mm 30;

• Cemento tipo 425;

• Acqua potabile.

Il dosaggio del conglomerato cementizio dovrà essere il seguente:

• Sabbia 33%

• Pietrischetto 37%

• Pietrisco 30%

• Cemento 350 daN/m3

• Acqua 150 l/mc.

Tale composizione consente di ottenere una miscela avente una curva granulometrica

rientrante nel fuso delle curve limiti sperimentali e per tanto si è assunta una resistenza

caratteristica del conglomerato - C28/35 - pari a Rck=350 daN/cm2.

Le caratteristiche meccaniche del calcestruzzo sono:

Ec= 2/3250003501800018000 cmKgRck =⋅=⋅

Ec= 2/3600004001800018000 cmKgRck =⋅=⋅

Le caratteristiche di calcolo del calcestruzzo sono determinate secondo il D.M. 14/01/08 secondo

la seguente relazione:

m

k

d

ff

γ=

Dove:

Stato limite Acciaio γs Calcestruzzoγc

ultimo 1,15 1,5 c.a

esercizio 1,0 1,0

Il valore della resistenza di calcolo del calcestruzzo è (p.to 4.1.2.1.1.1):

fcd = αcc * fck / γc

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dove

αcc : coefficiente riduttivo per le resistenze di lunga durata = 0,85;

fck : resistenza caratteristica cilindrica a compressione del cls a 28 gg;

γc : coefficiente parziale di sicurezza relativo al calcestruzzo = 1,5;

da cui si ottengono i seguenti valori di resistenza di calcolo del calcestruzzo considerando che per

il calcolo della resistenza caratteristica cilindrica si è utilizzata la relazione del punto 11.2.1 della

norma

fck = 0,83 * Rck

Classe di resistenza del

calcestruzzo

Resistenza caratteristica cilindrica

a compressione del cls a 28 gg

Resistenza di calcolo

[N/mm2]

C20/25 20,75 N/mm2 11,76

C28/35 29,05 N/mm2 16,46

Acciaio (4.1.2.1.1.3-11.3.2)

Acciaio in tondi ad aderenza migliorata del tipo B450C controllato in stabilimento.

La resistenza di calcolo dell’acciaio si determina secondo la seguente relazione:

2/__391315.1

4500cmdaN

ff

s

yk

yd ===γ

Per le altre caratteristiche meccaniche e fisiche del calcestruzzo si rimanda al tabulato di calcolo.

Nel seguito le assunzioni fatte nel modello di calcolo.

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Relazione sulle fondazioni

VERIFICHE DELLA SICUREZZA E DELLE PRESTAZIONI (P.TO 6.2.3. DEL D.M.14-01-08)

Per ogni stato limite deve essere rispettata la condizione:

Ed < Rd

Dove Ed è il valore di progetto dell’azione mentre Rd è il valore di progetto della resistenza.

Per le verifiche è stato utilizzato l’Approccio 2 con la combinazione 1 (A1 – M1 – R3).

AZIONI (P.TO 6.2.3.1.1 DEL D.M.14-01-08)

I coefficienti parziali di sicurezza per le azioni sono stati desunti dalla tabella 6.2.I – A2.

RESISTENZE (P.TO 6.2.3.1.2 DEL D.M.14-01-08)

Il valore di progetto della resistenza è stato determinato da metodi analitici con riferimento ai

valori caratteristici dei parametri geotecnici. I coefficienti parziali di sicurezza per i parametri

geotecnici del terreno sono stati desunti dalla tabella 6.2.II (M1).

Le fondazioni saranno costituite da pali di diametro 80 cm e profondità 15 m, inoltre sarà

realizzata una palificata a ridosso dell’edificio esistente di diametro 60 cm e profondità 18 m.

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3. – RELAZIONE GEOTECNICA

I parametri geotecnici sono stati desunti dalla relazione geologica del dott. Geologo Marco

Manfredi iscritto all’Ordine dei geologi della regione Marche al n° 320.

La valutazione della sicurezza è stata determinata con : Approccio 2 – A1+M1+R3,

dove

A1= coeff. Parziali per le azioni;

M1= coeff. Parziali per i parametri geotecnici del terreno;

R3= coeff. Parziali per le verifiche agli stati limite.

Il terreno fondativo è composto dai seguenti strati (a partire dal p.c.):

Parametri caratteristici del terreno Strat

o Spessore

γγγγ c' ϕϕϕϕ' cu

(-) (m)

Tipo di terreno

(kN/m3) (kg/cmq) (°) (Tonn/mq)

1 0.9

Terreno di riporto limo argilloso

con inclusi vari (laterizi e ghiaia)

2 0,90 - 3.0/5.0

Detrito: limo argilloso, argille

limose marrone chiaro con

inclusi di Ca Co3 18-19 0.0 20 10-12.5

3

3.0/5.0 –

14.0/17.60

Formazione alterata: alternanza

di livelli argillosi marrone chiaro,

con livelli sabbiosi di spessore

variabile (da millimetrici da un

max di 20cm) 20 0.2 25 20

4 14.0/17.60 – 30 m

Formazione compatta: argille

marnose grigio-azzurre

compatte con livelli sabbiosi

intercalati 21 0.4 27 25-33

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4. – RELAZIONE TECNICA DELLE OPERE ARCHITETTONICHE

Il progetto si prefigge i seguenti obbiettivi:

1) fornire in tempi rapidi un’ampia disponibilità di loculi a costi contenuti per risolvere la

situazione di emergenza venutasi a creare con la mancanza di loculi;

2) Sfruttare le infrastrutture esistenti in termini di percorsi e al contempo migliorare-adeguare

l’esistente alle norme a favore dei disabili (ascensore – bagno disabili);

3) Predisporre un piano allo stato grezzo, da utilizzare ora come deposito, che possa essere

impiegato in futuro per nuovi loculi;

4) Realizzare nel complesso un intervento che permetta il completamento degli interventi

precedentemente progettati e non interferisca con nuovi sviluppi e ampliamenti del cimitero,

mantenendo per quanto possibile un profilo architettonico contenuto che si omogeneizzi con il

costruito.

I loculi sono previsti realizzati in opera mediante un getto di calcestruzzo strutturale alleggerito

non portante. Essi sono considerati come peso portato dalla struttura, in particolare i solai piani e

non interferiscono in termini di rigidezza con la struttura portante. Però dovranno essere realizzati

con calcestruzzo armato portante in grado di auto sostenersi all’interno del singolo piano ed

essere al contempo leggeri per non gravare troppo sul solaio e sulla struttura portante. Le

dimensioni utili interne rispettano le norme di legge ma sono leggermente più ampie dei minimi :

80 cm larghezza e 70 cm altezza dei loculi per una profondità di 2,25 m; l’inclinazione verso

l’interno del piano del singolo loculo è del 2,5%. I loculi saranno realizzati direttamente sulla

struttura grezza.

L’interferenza con l’edificio esistente è stata risolta mediante la previsione di una paratia di pali

a sostegno dello sbancamento che verrà effettuato a valle dell’edificio esistente per realizzare il

piano interrato. Il cimitero attuale è fondato su pali, almeno la parte subito a ridosso

dell’ampliamento. Ciò consente di operare con una certa tranquillità considerando che la nuova

paratia di pali dovrà sostenere il terreno sotto i pali esistenti e non dovrà partecipare al sostegno

della struttura attuale.

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È presente un tratto di fognatura pubblica che interferisce in parte con l’ampliamento. Si prevede

di modificare lievemente il tracciato della fognatura pubblica e utilizzare il nuovo pozzetto come

allaccio per lo scarico delle acque reflue dell’ampliamento.

L’accesso è garantito dai vari livelli dell’esistente tramite le scale esistenti, poste subito a ridosso

dell’ampliamento e dall’ascensore che verrà sostituito. Solo il piano interrato avrà un accesso

diretto dall’esterno. Al piano terra è prevista un’uscita a raso che conduce ai percorsi esterni.

Le opere di scavo saranno susseguenti alla realizzazione della paratia di pali a ridosso del

cimitero attuale e propedeutiche alla demolizione del muro in c.a. esistente che sostiene il terreno

a valle del fabbricato esistente e consente il raccordo a terra con i percorsi pedonali. Questo

livello sarà sostituito con il piano terreno dell’ampliamento e sarà composto dal primo livello utile

per la collocazione dei loculi.

Le chiusure verticali opache saranno realizzate con murature intonacate e verniciate sia

internamente che esternamente.

Le finiture previste consistono nel rivestimento con marmo delle pareti verticali cieche e forate,

con la chiusura dei loculi già prevista e installata in loco. Ogni utente finale avrà quindi in

dotazione per il proprio loculo la lapide di testata che verrà dotata di scritta e attrezzata con le

dotazioni di rito. Le pavimentazioni saranno in gres porcellanato, incollate su massetto cementizio

di 7 cm per il passaggio degli impianti, e terminale ad “L” nelle zone di sbalzo. Le aperture

verticali verso l’esterno saranno protette da una ringhiera metallica ordinaria in acciaio zincato.

La copertura sarà inclinata a due falde con guaina bituminosa impermeabile e manto di tegole

marsigliesi. Le acque meteoriche saranno raccolte da canali di gronda in rame e convogliate

mediante due discendenti in rame e convogliate alla fognatura.

Il bagno esistente sarà adeguato ai disabili e illustrato negli elaborati grafici. L’ascensore sarà

sostituito e permetterà il superamento dei dislivelli ad opera dei disabili e sarà a servizio sia

dell’ampliamento che dell’esistente.

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5. – RELAZIONE TECNICA DEGLI IMPIANTI

Nell’ampliamento sono previsti gli impianti elettrico ed idrico, inoltre è prevista la

modifica della linea fognaria.

Per quanto riguarda le reti degli impianti previste, sono già state definite le specifiche

caratteristiche delle stesse.

� RETE ELETTRICA

Sono previste due linee: quella per l’illuminazione per il pubblico compresa la linea

d’emergenza e quella per l’illuminazione votiva per i singoli loculi.

Il progetto dell’impianto è schematizzato nell’elaborato grafico Tav. 9 e in particolare

saranno utilizzati:

- Tubazione in PVC serie pesante per canalizzazione di linee di alimentazione elettrica

con diametro esterno di 63 mm;

- Tubazione flessibile in PVC autoestinguente serie pesante IMQ diametro esterno

16mm;

- Linea elettrica in cavo multipolare flessibile isolato in EPR sotto guaina in PVC

5X4mmq e 5X2,5mmq.

� RETE IDRICA

Per ogni livello è previsto un solo punto acqua con un’unica colonna di scarico posizionata

come da planimetria allegata (Tav. 9).

In particolare saranno utilizzati:

- Tubazioni in polipropilene per linee d’acqua, diametro esterno x spessore = mm20x3,4

e mm 25x4,2.

� RETE FOGNARIA

La fognatura esistente è posizionata in parte nella zona dove è prevista la nuova

costruzione, pertanto è necessario modificarne in parte il percorso .

Il progetto prevede la rimozione di due tratti di fognatura e un pozzetto che si trovano

nell’ingombro del futuro ampliamento. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo

pozzetto e di nuove linee sia per ripristinare i collegamenti esistenti sia per introdurre la

nuova colonna di scarico, nonché per lo scarico delle acque meteoriche provenienti dal

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corpo di fabbrica in ampliamento. Nella tavola grafica Tav. 10 è riportato lo schema sopra

descritto e in particolare saranno utilizzati:

- Tubazione in PVC rigido, serie pesante, diametro esterno x spessore = mm 125x2,0.

- Tubazione in PVC per fogne serie SN 4, diametro interno mm250.

6. – RELAZIONE SULLE INTERFERENZE

Nella stesura del progetto definitivo del nuovo colombario cimiteriale in ampliamento all’esistente

presso il cimitero civico, sono state individuate delle interferenze che ostacolano l’intervento e in

parte già precedentemente descritte.

Sostanzialmente si tratta di costruzioni realizzate a servizio del colombario esistente alcune legate

alla sicurezza altre all’accessibilità dell’immobile.

Con l’ampliamento queste costruzioni non sono più necessarie.

Queste interferenze sono state individuate e catalogate nella Tav. 0:

Interferenza 1 – Muro in c.a scala

La scala esterna esistente ha una parete laterale che oltre a sostenere il terreno funge anche da

parapetto, che va a ridosso del prospetto nord.

La sua struttura portante è indipendente da quella della scala e da quella dell’edificio.

Per risolvere l’interferenza di procederà con il taglio / demolizione di quella parte di struttura

in c.a. che ostacolerà i lavori.

Provvisoriamente, fino all’ultimazione della parete dell’ampliamento, dovrà essere realizzato

un parapetto, che servirà anche a delimitazione del cantiere.

Interferenza 2 – Scale per accesso al piano terra (quota 0..00)

Per accedere al piano terra si trova una scala in calcestruzzo ad una sola rampa (6 gradini) che

serve a superare un dislivello di circa 1 mt tra il piano di campagna e la quota del piano terra.

Si tratto di una struttura di ridotte dimensioni scollegata da tutto il resto.

Risoluzione dell’interferenza

Il colombario ha due ingressi, uno si trova nel prospetto nord e l’altro nel prospetto est.

Durante i lavori verrà chiaramente chiuso l’accesso a nord, ma l’altro accesso garantirà alla

cittadinanza le visite.

Per risolvere l’interferenza di procederà con la demolizione dell’intera scala.

Interferenza 3 – Palificata a ridosso dell’immobile

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Prima di procedere con lo scavo di sbancamento e la demolizione del muro di contenimento,

(interferenza 8), è opportuno realizzare una palificata a ridosso delle fondazioni esistenti per

mettere in sicurezza il terreno che potrebbe franare verso valle

Risoluzione dell’interferenza

Realizzazione di una palificata con 16 pali in c.a. diametro 60 cm lunghezza 18 m.

il terreno compreso tra il muro di contenimento e il prospetto nord del colombario è

pianeggiante, pertanto la palificata è agevolmente realizzabile.

Interferenza 4 – Recinzione

La recinzione esistente inizia dallo spigolo dell’edificio e prosegue verso sud.

È realizzata con pannelli prefabbricati in calcestruzzo ed ha un’altezza variabile di mt 2.80 fuori

terra.

Oltre la recinzione è presente della vegetazione incolta.

Risoluzione dell’interferenza

Il tratto di recinzione in pannelli dovrà essere rimossa per un tratto lungo mt 10.70, fino al

muro di contenimento e per l’altro tratto di mt 1.24 fino al limite dell’ampliamento.

Trattandosi di pannelli prefabbricati verranno smontati compresa la fondazione se presente,

accatastati in cantiere ed eventualmente riutilizzati come materiale di rinterro.

Interferenza 5 – Fognatura

L’area di sedime dove è previsto l’ampliamento è attraversata da due tratti di fognatura che

convogliano nel pozzetto esistente posto a valle a ridosso del muro di sostegno per allacciarsi alla

condotta di scarico che porta le acque reflue a dispersione verso sud.

L’impianto fognario, raccoglie le acque provenienti dai servizi igienici del colombario esistente, le

acque chiare dell’impianto idrico, e le acque meteoriche.

Risoluzione dell’interferenza

Si dovrà rimuovere un pozzetto di raccordo che si trova alla destra della scala esterna

contestualmente allo scavo di sbancamento, (interferenza 6), facendo particolare attenzione

alla zona attraversata dall’impianto fognario.

In sostituzione del tratto rimosso, verrà realizzato un nuovo tratto al di fuori dell’area di

sedime dell’ampliamento.

Interferenza 6 – Sterro

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Prima di demolire il muro di contenimento del terreno antistante il prospetto nord del colombario,

occorre rimuovere parte del terreno sostenuto dal muro, per evitare movimenti franosi verso valle

a sud.

Risoluzione dell’interferenza

Il terreno da rimuovere avrà una sezione triangolare e comunque fino a scoprire quasi

completamente, il lato del muro ricoperto dal terreno, togliendo tutta la quantità necessaria

per eseguire le successive lavorazioni in sicurezza.

Interferenza 7 – Parapetto

Sopra il muro di contenimento si trova un parapetto con altezza di circa 1 mt per tutta la

lunghezza del muro.

Il parapetto è in ferro zincato con paletti a sezione quadrata annegati nel muro in c.a., traversi a

sezione rettangolare.

Risoluzione dell’interferenza

Prima della demolizione del muro occorre rimuovere la recinzione sovrastante.

Interferenza 8 – Muro di contenimento

Demolire il muro di contenimento che intralcia la nuova costruzione.

Il muro ha due diverse inclinazioni, con larghezza in testa di mc 30 e si allarga scendendo a quota

inferiore.

A ridosso è posizionato un pozzetto di raccordo che verrà mantenuto.

Risoluzione dell’interferenza

La demolizione totale del muro dovrà essere eseguita a tratti partendo dall’estremità in

direzione della recinzione che dovrà essere già stata rimossa.

Particolare attenzione dovrà essere fatta in corrispondenza del pozzetto perché deve essere

preservato.

Interferenza 9 – infissi

Nel prospetto nord ci sono 8 infissi con telaio in alluminio e tamponatura in vetro.

Le bucature dovranno servire come collegamento tra il colombario esistente e l’ampliamento,

pertanto tutti gli infissi devono essere rimossi per eseguire le lavorazioni in corrispondenza del

giunto.

Quelli del terzo piano non costituiscono interferenza pertanto possono rimanere.

Risoluzione dell’interferenza

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Studio Associato di Ingegneria Piombetti Camilletti

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Gli infissi dovranno essere rimossi perchè l’ampliamento è in aderenza e distaccato di soli 15

cm per il giunto tecnico.

Le bucature, da progetto, costituiscono il passaggio tra l’edificio esistente e l’ampliamento.

Gli infissi potranno essere rimossi una volta costruito il grezzo dell’ampliamento.

Interferenza 10 – Accesso al cantiere

Analizzata la zona, è risultato difficoltoso utilizzare gli accessi al cimitero attuali, sia per la

posizione che per le dimensioni.

Infatti il cancello attuale deve continuare ad essere utilizzato dai cittadini anche durante il periodo

dei lavori.

Per questo, la soluzione più opportuna e sicura è quella di aprire un ulteriore accesso ad esclusivo

utilizzo del cantiere.

Risoluzione dell’interferenza

Il nuovo accesso sarà aperto lungo la recinzione esistente lato ovest, rimuovendo almeno due

pannelli prefabbricati, per ottenere una larghezza di circa 3 mt per il passaggio dei mezzi

pesanti.

Si ricaverà inoltre anche una viabilità esclusiva che non interferirà con i percorsi interni al

cimitero. A fine lavori sarà ripristinata la recinzione con un cancello metallico.

Si allega di seguito il computo relativo ai lavori per risolvere le interferenze

Chiaravalle, li maggio 2013

Firma

(IL PROGETTISTA)