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Rivista di gastronomia e turismo di qualità N. 154 Segui le nostre video ricette e iscriviti alla newsletter quindicinale, in pochi istanti dal sito www.degusta.it n caso di mancata consegna a uff. Bo Cmp per la restituzione al mittente che si impegna a versare la dovuta tassa. Sped. in abbonamento postale 45% - Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BO. - 1 copia € 3,00 - cod. ISSN 18284396-08 3 ALTAMARCA: quando il prosecco unisce nella solidarietà 3 CHIANTISHIRE: consigli per turisti attenti e curiosi 3 COSTA AZZURRA: angoli segreti da scoprire IL GELATO NEL PIATTO, TERZA EDIZIONE: ecco le ricette inedite dei grandi chef 3

DEGUSTA 154 - LUGLIO7AGOSTO

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Dall'Altamarca trevigiana al Chianti, fra saperi e sapori italiani con le ricette del "Gelato nel Piatto", elaborate da importanti chef. Mete di viaggio fra cui la mervaigliosa Costa Azzurra e poi novità, informazioni utili, consigli per muoversi nel mondo del gusto e del turismo enogastronomico

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Business Education at the University of Bologna

food andwine

Master in Gestione d’Impresa

www.almaweb.unibo.it

Durata dicembre 2012 - dicembre 2013

Iscrizioni entro il 22 novembre 2012 [email protected]

IV edizione / a.a. 2012 - 2013

Rivista di gastronomia e turismo di qualità

N. 154

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3 ALTAMARCA:quando il prosecco

unisce nella solidarietà

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3 CHIANTISHIRE:consigli per turisti

attenti e curiosi

3 COSTA AZZURRA:angoli segreti

da scoprire

IL GELATO NEL PIATTO, TERZA EDIZIONE:ecco le ricette inedite dei grandi chef

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editoriale

Ci vuol coraggioa mangiare dei würstel!

La “würstel generation” foto tratta dal quotidiano tedesco “Titanic”.

Würstel è il diminutivo di wurst, termine tedesco che indica la salsiccia. In Europa si producono quotidianamente decine di milioni di questi salsicciotti, ma avete

mai letto gli ingredienti di una confezione di würstel? Spesso troverete fra gli ingredienti la dicitura “Carne separata mecca-nicamente” meglio nota come “spremuta di ossa” o CMS. Non voglio inquietarvi ma è la verità e sono tantissimi quelli che non lo sanno. Si tratta di un “impasto” ottenuto mediante un proce-dimento industriale che mira a recuperare la maggior quantità possibile di carne dalle ossa degli animali macellati (carni fino a qualche anno fa destinate alla discarica o alle aziende spe-cializzate nella produzione di cibo per animali). Si tratta perciò di carcasse di pollo e ossa di suino o coniglio, spremute, che

diventano un pastone dal colore rosa. Attenzione però, perché i furbi sono sempre in agguato: con questa carne meccanicamente separata si possono fare anche il ripieno per i tortellini, i salumi tradizionali, gli hamburger ma senza che ciò venga indicato in etichetta (ingiustizia!). Sono ormai anni che non mangio würstel per nessun motivo, nemmeno se prodotti in Italia, visto che comunque sia, oltre alla carne spremuta e impastata, contengono (al pari di tanti altri salumi e prodotti alimentari) ascorbato di sodio e nitrato di sodio, elementi già definiti cancerogeni che provocano gravi danni al nostro organismo. Al würstel di CMS io preferisco mangiarmi due o tre tocchetti di salsiccia passita di Roberto Golinelli di Molinella (BO), non solo fatta con carni locali selezionate e genuine, ma totalmente prive di nitrato di sodio! Fate vobis

Gianluigi Veronesi

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La vignetta di Zap e Idaautori della guida tiramisù

Approfondimento youtube: Come si fanno i wurstel: http://www.youtube.com/watch?v=uPN0P3N91Og

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SoMMario

Rivista di gastronomia e turismo di qualitàluglio/agosto 2012 - nr 154

AttualitàBlocknotes 4Intervistaall’Assessore Dott.GrazianoPrantoni 10Solidarietà perilParmigianoReggiano 12Nazionalecuochi: dallaCoreaconpassione 15Italiain! Latradizionediventafuturo 18IlGranGalàdelBurraco 22BolognaNight&Day 24Borsadelturismo dell’EmiliaRomagna 26Gastronomia Cotturaconilfornoamicroonde:Attenzioneaquello chemangiamo 28UnmorsodiRomagna... 32Signoreesignori,SuaMaestàlaPatata 34Ilgelatonelpiatto 39Lochefdalcuorerock 52Unsognodalsaporedisale, agrumiederbearomatiche 54

Vinoedintorni L’Italiadelvinoèspumeggiante exportvincente 58Dallaterraallabottiglia conanticatradizione 60Unvitignoautoctono, unraffinatovinobianco 62Whisky“Torbato” latradizioneèvincente 64Homebrewing, fermentanoibirraieretici 68Turismodiqualità Laventicinquesimaedizione delPorrettaSoulFestival 75PasseggiarenelChiantishire 76AgriturismoSurì 79RomagnaVisitCard 80LesuggestionidellaVald’Adige 82IltrekkingdelFranciacorta 84CostaAzzurra 86Fascinosenzatempo 90

Wellness Wellnessatuttafrutta 92

Foto di copertina:©legaa-Fotolia.com.

Rubriche CartolinedaMosca 36Storiedigastronomia 38AtavolaconValerio 56Birranelmondo 66Calicetagliente 72Unsorsodirisate 74Bonton 88Ungiornoalmuseo 96Conipiediperterra 98Oroscoponelpiatto 102

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A Trento il Festival dell’Economia edizione 2012. In libreria l’agenda di Zap&Ida è il best seller

libri, gadget, dolci, piatti e cocktail particolari. alla settima edizione del Festival dell’economia a tener banco sono anche le tantissime curiosità. tra le iniziative, spicca il caso del “Café 34” in piazza duomo, dove i titolari non hanno certamente risparmiato sul colore.“Come ogni anno – ci ha spiegato Giorgio Zoccante, con cravatta arancio-ne per l’occasione – abbiamo deciso di trasformare il giardino esterno e l’ambiente interno per offrire ai clienti uno spazio in tinta con il festival”.ecco allora che i tavoli esterni sono stati decorati con centrotavola arancioni salviette arancioni, candele sempre arancioni e non ci si è dimenticati nemmeno dei fiori visto che la titolare del locale, Wilma tomasi, fin dal primo giorno ha decorato ogni angolo con elementi flo-reali ovviamente sempre in tinta con il festival. Ma questo non è tutto perché, sempre al “Café 34” in questi giorni, per chi lo voleva, si poteva anche assaggiare l’inedito “cocktail dell’economia”. nei locali del centro storico, quasi tutti i camerieri hanno scelto di indossare il tradizionale grembiule arancione e in molti hanno scelto di offrire specialità della zona, dando ai visitatori l’opportunità di degustare i sapori locali, ottenendo molti apprezzamenti.“In questi giorni – ci dice Maria elena Branciforti della Casa del Cioccolato – si è davvero lavorato più del solito. Non ho visto solo i clienti abituali, ma anche i relatori del festival e molti giornalisti”.Cambiando settore, se lo scorso anno l’agenda “tiraMiSU” del duo Zap&ida era arrivata seconda tra i libri più venduti nella libreria del festival, quest’anno diventa invece il best seller, seguito a ruota dai libri “Cittadini a metà” di Chiara Saraceno, “la crisi globale” di George Soros e “Cose da non credere” di Stefano Micelli. Buone le vendite anche per i libri di erge latouche.“Questo è positivo – ci dicono Zap&ida – la gente in un periodo infe-lice, come quello che stiamo affrontando oggi, ha voglia di sorridere intelligentemente”.Grande successo anche per il “Giocone” attraverso il quale si invitavano le persone a pensare ad una battuta da inserire in un fumetto preparato per l’occasione. ad aggiudicarsi la “miglior battuta” è stato Valentino Viglione.

INSALATIERA E POSATE PER INSALATA ACQUA Design Lorenzo Ruggieri e Innocenzo Rifino “Una goccia che corre lungo una fo-glia di radicchio appena lavata. ecco l’immagine da cui siamo partiti per sviluppare il design della nuova cop-pia di posate per l’insalata di Bugatti” - dichiara Lorenzo Ruggieri, designer Bugatti - “Ci piaceva congelare questa immagine di freschezza e naturalità... Così è nata l’idea di due gocce che si snodano con forme imprevedibili e 18/10. Prezzo 24,00 euro.

Presente in oltre 50 Paesi in tutto il mondo e nei più prestigiosi de-partment store, dal 1923 Bugatti è vicino ai propri consumatori con prodotti innovativi e unici nel design.

asimmetriche lungo il manico delle posate”. la goccia è l’elemento che caratterizza tutta la serie acqua, una collezione dalle linee pulite, realizzata con materiali pregiati come l’accia-io inox 18/10 e il vetro soffiato.non poteva mancare nella nuova coppia insalata, composta da forchetta e cucchiaio. la scelta dall’acciaio, ol-tre ad impreziosire questi oggetti, ne esalta le forme armoniche, creando raffinati giochi di riflessi con le ver-dure.insalatiera diametro 30 cm.X14 cm, vetro soffiato. Prezzo 44,00 euro. Posate insalata 30 cm, acciaio inox

Selex lancia una nuova linea salutista

Per rispondere alla crescente richiesta di prodotti dal forte connotato salutistico, il gruppo commerciale Selex ha lanciato una nuova linea specialistica: “ViviBene Selex”, un nuovo prodotto a marca privata che sarà distribuito nei 3000 punti di ven-dita delle 20 imprese regionali associate al gruppo Selex. la linea comprende una scelta molto ampia: il burro a ridotto contenuto di colesterolo (- 87% rispetto al burro con-venzionale), ma a completo contenuto di sapore; lo yogurt probiotico a base di latte intero fermentato, arricchito con BB-12 Bifidobacterium, che aiuta a equilibrare la flora intestinale e a ridurre la sensa-zione di gonfiore addominale; la gamma Probiotic drink prodotta con fermenti lattici vivi e arricchita con il fermento probiotico BB-12 Bifidobacterium ai gusti arancia-carota, banana, fragola e frutti di bosco; gli snack a basso contenuto di grassi come le gallette prodotte con mais e riso provenienti da agricoltura biologica.

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Progetto “METRO COLLEGE”: gara ai fornelli all’istituto alberghiero Maggia di Stresa

otto studenti delle V° classi, selezionati sulla base dei meriti scolastici e della propensione ad intraprendere un per-corso lavorativo; una giuria composta da 3 esperti, un esponente dell’iPSSar “e. Maggia di Stresa”, un esponente di Metro italia Cash and Carry S.p.a. ed uno di ALMA, la Scuola internazionale di Cucina italiana, retta da Gualtiero Marchesi; fornelli, pentole e utensili da cucina; fantasia e tanta motivazione: questi gli ingredienti della gara di cucina che si è tenuta presso l’Istituto alberghiero E. Maggia di Stresa - che rientra nell’ambito del progetto METRO College - per stabilire chi vincerà la borsa di studio per la partecipazione al “Corso Superiore di Cucina Italiana” 18^ edizione organizzato da alMa. l’iniziativa è il frutto della partnership lanciata da Metro italia – in occasione del suo 40° Compleanno - e dall’istituto alberghiero Maggia che, dallo scorso settembre, collaborano per sostenere la formazione dei giovani che diventeranno i futuri professionisti del mondo della ristorazione e dell’accoglienza turistica.“METRO Italia presta molto attenzione alla formazione e offre percorsi ad hoc anche ai propri clienti professionali - commenta Philippe Palazzi, amministratore delegato di Metro italia. – La formazione dei futuri professionisti dell’Ho.Re.Ca, obiettivo del Progetto METRO College, è un aspetto dav-vero significativo per noi e siamo molto contenti della collaborazione con l’Istituto Maggia che ci permette di offrire agli studenti opportunità uniche nel loro genere”.l’istituto alberghiero erminio Maggia, fondato nel 1938, è da sempre un punto di riferimento formativo per tutto il Piemonte orientale.

Per maggiori informazioni: www.metrogroup.de

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Giugno, luglio, agosto e settembre: in cantina va in Scena Cinemadivino

Quest’estate il grande schermo che si gusta al calice dall’emilia romagna arriva in Piemonte, lombardia, toscana e Sardegnada giugno a settembre Cinemadivino, la rassegna cinematografica nelle aie delle cantine, porterà il suo grande schermo e grandi pellicole in 35mm in 59 serate emiliano romagnole e in alcuni degli angoli più suggestivi di Piemonte, lombardia, toscana e Sardegna. Con un calice di buon vino in mano, sotto un celo stellato e con i vigneti a fare da sfondo, gli spettatori potranno scegliere il loro genere e film preferito tra le tante proposte accompagnandolo a un Sangiovese, a un Pagadebit, a un albana a un Pignoletto, o a una delle tante perle di questa regione. dal grande schermo al bicchiere gli eno-cinefili non hanno che l’imbarazzo della scelta. This must be the place, A Roma con amore, Midnight in Paris, Benvenuti al nord, sono solo alcune delle proposte di questa rassegna che da Bologna a ravenna, passando per Faenza e per moltissime altre località dell’emilia romagna farà scoprire l’arte di grandi registi e il frutto del lavoro dei viticoltori della regione. Cinemadivino inizia mercoledì 20 giugno con una speciale serata dedicata alle popolazioni colpite dal terremoto a Bomporto (Mo), in cui sarà proiettato il film Miracolo a Le Havre. la proiezione si svolgerà presso la trattoria la lanterna di diogene. il programma di ciascuna serata: alle ore 19.30 apertura cantina, alle ore 20.15 visita guidata dell’azienda vinicola (su prenotazione), alle ore 21.15 presentazione della cantina e alle ore 21.30 inizio delle proiezioni all’aperto. È richiesta la prenotazione al numero 345 95 200 12. info www.cinemadivino.net.

Apre il Finger’s a Porto Cervo

terza stagione estiva per roberto okabe in Costa Smeralda, nella suggestiva cornice della Promenade du Port di Porto Cervo.tutti gli appassionati e gli estimatori della sua ormai celebre cucina giapponese creativa troveranno anche in Sardegna i medesimi piatti che lo chef nippo-brasiliano propone nei menu dei due locali milanesi: lo “storico” Finger’s (di via San Gerolamo emiliani 2) e il più recente Finger’s Garden (di via Keplero 2).

Finger’s Porto Cervo non è un ri-storante show-off, ma una vera e propria meta gourmet nel cuore del Mediterraneo. la terrazza con vista mozzafiato sul mare e sul porto vecchio della ce-lebre località turistica fa di Finger’s

Porto Cervo un ristorante di grande fascino dove assaporare l’eccel-lente cucina di roberto okabe in un contesto unico e irripetibile.

Finger’s Porto Cervo Promenade du Port - Via del Porto Vecchio 07021 Porto Cervo (ot)tel. + 39 0789 90850

Tra il Catinaccio e il Latemar, alla scoperta degli antichi e più genuini sapori della montagna, con un anfitrione di eccezzione: Reinhold Messner.

Scoprire la montagna dai suoi sapori. non solo scalate, escursioni, passeggia-te, ma anche buona cucina e soprattut-to profumi e golosità. il rosengarten latemar, nel cuore delle dolomiti pa-trimonio naturale Unesco, aspetta i gourmet più raffinati e gli amanti del buon vivere con un programma eno-gastronomico ricco di appuntamenti e sorprese. il 19 luglio 2012 escursione e tavolata Montanara con Reinhold Messner, dal 26 luglio al 9 agosto 2012 degustazione vini della Val d’ega, il 5 agosto 2012 Festa delle Baite, il 9 set-tembre 2012 Passeggiata di re laurino.tante le date da segnare per chi ama la montagna e i suoi prodotti tipici. il buon vino altoatesino verrà presen-tato a nova Ponente dal 26 luglio al 9 agosto 2012: numerose cantine pro-porranno degustazioni di vini, accom-pagnati da prodotti contadini locali. nova levante organizza il 18 luglio, il 1°, il 22 agosto e il 5 settembre 2012 le notti di re laurino, serate di musica, giochi, divertimento e shopping, con la possibilità di de-gustare e acquistare prodotti tipici. il 2 e il 23 agosto 2012 notti d’estate a nova Ponente: si potranno ammi-rare le creazioni degli artigiani e ar-tisti locali, i bambini si divertiranno con mimi e clown e nei ristoranti si potranno assaggiare piatti realiz-zati con le ricette della tradizione. info: Consorzio turistico rosengarten-latemar, tel. 0471.610310, www.rosengarten-latemar.it

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Il prosecco Dogarina seduce la Mclarendogarina, rinomata azienda agricola di Campodipietra (tv), sostiene il giovane pilota bel-ga John Wartique che gareggia con la Mclaren nel campionato GP3.il binomio “auto da corsa-bollicine” non è inedito, ma sempre di sicuro effetto, una combinazione briosa e frizzan-te, che esalta la versatilità del prosecco. dogarina si attesta come partner ideale per John Wartique: entrambi posseg-gono infatti caratteristiche quali la tenacia e il desiderio di competizione che li portano al conseguimento di ambiziosi obiettivi.il giovane pilota John Wartique in una intervista rilasciata al giornale belga la Meusè lo scorso 28 aprile, prima del suo debutto in GP3 a Barcellona, ha dichiara-to: “amo l’italia ed i suoi vini. in una delle mie recenti visite ho incontrato i titolari di dogarina che oltre ad avermi fatto vi-sitare l’azienda mi hanno coinvolto con la loro energia ed entusiasmo, - continua il pilota - e naturalmente sono rimasto affa-scinato dal loro prosecco e dalle bellezze del loro territorio”. Stando alle parole del pilota John Wartique: “la partnership con la famosa azienda vinicola dogarina, mi permette di continuare la collaborazio-ne con atech CrS (team automobilistico della Mclaren, ndr) e ora l’obbiettivo è quello di proseguire l’avventura nei circuiti di Barcellona e Montecarlo”.

www.vignadogarina.com

Selenella. Un Tesoro di gusto... anche in estate!

Un luogo comune da sfatare è che le patate facciano ingrassare. la patata infatti può essere utilizzata sia nelle diete iposodiche grazie all’ alto rapporto potassio/sodio, dovuto all’elevata concentrazione del primo e al basso tenore del secondo, sia nelle diete ipocaloriche. “Innanzitutto occorre premettere che, in Nutrizione Umana, gli alimenti vengono suddivisi in 7 gruppi sulla base del nutriente che li caratterizza maggiormente - spiega la dott.sa Alessandra Bordoni, dietologa e docente presso il dipartimento di Scienze degli alimenti dell’ Università di Bologna - Le patate, così come i cereali, appartengono al terzo gruppo, ossia sono alimenti apportatori princi-palmente di carboidrati complessi (amido). Quando si fa una comparazione tra alimenti diversi, è sensato farla all’interno dello stesso gruppo. Non ha senso comparare le patate alla lattuga, perché parliamo di alimenti so-stanzialmente diversi, che apportano nutrienti diversi. La comparazione corretta è tra patate ed alimenti a base di cereali, quindi essenzialmente pane e pasta, in quanto sono tutti fonti di amido. Se vo-gliamo comparare l’apporto energetico di alimenti appartenenti allo stesso gruppo - prosegue la dott.sa Bordoni - dobbiamo farlo in termini di porzioni. Una porzione di patate (200 g) apporta 170 kcal, paragona-bili ad una porzione di pane comune (50 g) che fornisce circa 140 kcal, e assai meno di una porzione di pasta secca (80 g), il cui valore energetico è pari a 285 kcal. Pertanto non si può certo dire che le patate siano più ener-getiche di altri alimenti compa-rabili! E’ ovvio che esse andranno a sostituire, nell’ambito di un pasto nutrizionalmente corretto, non il contorno ma il pane o la pasta e che bi-sognerà fare attenzione ai grassi di condimento aggiunti.”Selenella, patata 100% italiana, si fa portavoce di una sana e corretta alimentazione, senza però dover rinunciare al gusto e al benessere che i piatti tipici della nostra dieta mediterranea ci consentono di avere. Vero e proprio tesoro dal punto di vista nutrizionale ricco di qualità preziose, Selenella possiede quei nutrienti necessari al benessere e all’equilibrio del nostro organismo: contiene infatti ami-di, vitamina C, vitamina B5 e sali minerali, in particolare potassio. Selenella inoltre è fonte di Selenio, potente antiossidante che rallenta il processo d’invecchiamento cellulare e contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario.

Selenella è disponibile nei seguenti formati vendita:Confezione da Kg 1.5 – kg 2.0 – kg 2.5Prezzo al pubblico: Confezione da Kg 1,5 da € 1,90 a € 2,10Selenella è reperibile presso la Grande distribuzione organizzata e nei negozi di ortofrutta.

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Multipro FP 925: stile, funzionalità

e innovazione

Grazie all’esclusivo Sistema dual drive, l’FP 925 è prov-visto di un unico attacco che può lavorare con due velocità di rotazione, per tagliare e sminuzzare. Ha

una struttura compatta “salva spazio” e il corpo in metallo pressofuso, una potenza di 1000 W, e la velocità è regolabile in continuo. È dotato della funzione Pulse e del sistema di sicurezza interlock, che blocca il funzionamento se ciotola e bicchiere sono mal posizionati o disinseriti. Multipro FP 925 è provvisto del porta accessori Kenstore utile per riporre lo sbattitore a doppia frusta, i dischi in acciaio inox e la maxi-calotta.in vendita al prezzo di 200 euro circa.

www.kenwoodclub.itpagina facebook www.facebook.com/KenwoodClubitalia

Bellenda presenta il vino spumante a marchio Ducati Caffe’ by Bellenda

Una partnership nata da una passione tutta all’italiana è appena iniziata tra l’azienda Bellenda, cantina trevigiana icona dell’arte delle bollicine made in italy,e la Casa di Borgo Panigale. Questa collaborazione è il connubio perfetto tra gusto italiano e ricerca dell’eccellenza, da sempre segni distintivi dei due brand, che si fondono per dare vita ad un esclusivo vino spumante a marchio Ducati Caffe’. ducati Caffè è il concept restaurant e lounge bar firmato ducati che si sta espandendo a livello internazionale. Luigi Cosmo, enologo e winemaker di Bellenda, lo descrive così: “Lo spumante Bellenda Ducati Caffe’ è un vino elegante di grande stile e forza pensato per stupire chi sceglie il meglio. Un brut che incontra i gusti di un pubblico giovane, un vino da collezione, che non può mancare nelle cantine degli appassionati di casa Ducati e non solo. La bottiglia è personalizzata da una grafica ispirata al sistema Desmo, simbolo di Ducati nel mondo”.lo spumante ducati Caffe’ by Bellenda è distribuito nelle migliori enoteche e ristoranti in italia, Giappone, olanda, Belgio, USa e australia.

XXIII Edizione di Musicultura Festival

nel teatro Sferisterio di Macerata si è conclusa la rassegna canora che ha visto trionfare la musica

d’autore e le eccellenze della regio-ne Marche. durante la serata finale, la giuria ha decretato il vincitore di questa edizione, un giovane gruppo della Val d’aosta, i L’Orage cui è stata abbinata la denominazione Esino Doc. otto le denominazio-ni a rappresentare la produzione enologica marchigiana: Lacrima di Morro d’Alba Doc, Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc, Esino Doc, Colli Pesaresi Doc, Pergola Doc, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg, Rosso Conero Doc e Conero Riserva, che il consorzio iMt ha posto in abbinamento ad ogni brano per rimarcare il riuscito connubio vino-musica.

www.imtdoc.it

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Perlapp: sorsi di territorio a portata di click

dopo il successo del Prosecco 3d, Perlage ora propone ai giovani wine lovers un nuovo spu-mante extra dry, PerlApp che strizza l’occhio alla sostenibilità e racconta il territorio con un click. l’azienda biologica, certificata da oltre 25 anni, in questi giorni lancia un vino innova-tivo, a bassa gradazione alcolica (10,5% vol.) e che, attraverso il Qr-Code posto sull’etichetta, permette di scaricare una app contenente informazioni dettagliate su curiosità, eventi, ristoranti e luoghi da vistare nel territorio.la bottiglia è leggerissima (solo 550g) e, con la linguetta “Remove Here”, è possibile se-parare lo sleeve (l’etichetta che ricopre e decora la bottiglia) dalla bottiglia in vetro, per agevolare la raccolta differenziata.

www.perlagewines.com

Promenade du Port a Porto Cervo

alta cucina, grandi vini, creatività e artigianalità: è questa la proposta enogastronomica 2012 di Promenade du Port, dalla tradizionale cucina mediterranea all’esotica cucina giapponese. Madai e Finger’s sono i due templi del gusto dove gustare raffinati sapori e piatti ricercati. Gli chef Elio Sironi (Madai) e Roberto Okabe (Finger’s) saranno i protagonisti delle serate gourmet in Promenade. Per tutti gli aspiranti chef in vacanza a Porto Cervo, elio Sironi organizzerà corsi e laboratori di cucina ogni lunedì e giovedì con menù di “mare e terra” che gli allievi potranno poi gustare al ristorante Madai dopo essersi cimentati nella preparazione.Renato Pedrinelli offrirà nel suo wine bar sul Porto Vecchio una selezione di pregiati vini e grandi distillati italiani ed esteri, e un servizio di piccola ristorazione con una ricca proposta di prodotti italiani.La Pasqualina, unica gelateria artigianale della Costa Smeralda, ha scelto Promenade du Port per celebrare il proprio centenario.infine due esclusivi Lounge Bar: Zamira, progettato e curato da Patricia Urquiola, e Promenade Café, che offre indi-menticabili tramonti sul mare cristallino della Costa Smeralda.

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Promenade du PortVia del Porto Vecchio 1 - 07021 Porto Cervo (ot)tel. + 39 0789 [email protected]

Expo Rurale 2012

Dal 20 al 23 settembre torna a Firenze, al Parco delle Cascine, Expo Rurale 2012. il Parco si trasformerà in un tratto di campagna toscana, con 6 ettari open air tra prati e “campi coltivati”, animali e frutti della terra, storie e protagonisti e 5500 mq di spazi co-perti tra mostre e dibattiti, laboratori e aree per bambini. Sarà possibile vivere una giornata “da contadini” dediti alla potatura, alla raccolta del miele o alla mungitura. Si potrà fare un pic nic garantito dal marchio “Pranzo sano fuori Casa”, esclusivamente con prodotti tipici toscani. e nel pomeriggio una merenda “alla vecchia maniera, a cura di Cia in collaborazione con “donne in campo.ad expo rurale tutti i settori produttivi e le filiere della ruralità toscana sono presenti con animazioni dal vivo e spaccati rappresentativi della realtà: olivicoltura, vi-ticoltura, cerealicoltura e colture erbacee, zootecnia, caccia, florivivaismo, itticoltura, foresta e boschi.exporurale 2012 è realizzata dalla Regione Toscana in collabora-zione con il Comune di Firenze, Unioncamere toscana, l’agenzia toscana Promozione, l’Upi, l’Uncem e l’anci toscane, il coin-volgimento delle organizzazioni Professionali agricole e con il supporto tecnico di artex.

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attUalitÀ

Dott. Graziano Prantoni.

Per avere una realistica previsione del periodo più agognato da tutti - le ferie estive - è uso, non consultare gli astri o leggere i fondi del caffè, ma scatenarsi su internet per cercare offerte o mete inusuali, ormai il web è il faro illuminante. Per capire lo stato di salute anche alla luce dei recenti eventi sismici e l’attualità del turismo in Provincia di Bologna abbiamo intervistato l’assessore al turismo dott. Graziano Prantoni

Cosa significa, assessore, la responsabilità di un assessora-to al turismo oggi, visto il pe-riodo così difficile che stiamo vivendo?

Il turismo, specie per un territo-rio come quello della provincia di Bologna, è una grande opportunità di crescita e di occupazione. Noi abbiamo chiuso il 2011 con 3 milioni e mezzo di presenze e un milione e mezzo di arrivi e questo significa che dopo la costa adriatica, la provincia di Bologna è la piat-taforma più importante della regione Emilia Romagna. Questo si ottiene coordinando, promuovendo e mantenendo uno stretto rapporto con i privati e con gli operatori per fare squadra e promuovere così sempre di più le opportunità di questo territorio.

Parliamo di flussi: cosa di-cono le previsioni per l’esta-te che sta arrivando e quali sono quelle per la prossima?

I risultati del 2011 e dei primi mesi del 2012 sono stati buoni, un segno positivo molto impor-

tante. È chiaro che questa stagio-ne – con il terremoto – non ci

aiuta. Addirittura qualcuno ha presentato l’immagine dell’Emilia Romagna in grave difficoltà, in ginocchio, cosa che non è. Noi abbiamo rafforzato il nostro impegno nella comunicazione per dire che lo stato delle cose è in condizioni normali e Bologna e la provincia sono in grado di accogliere al meglio i turisti. È chiaro che stiamo anche vivendo un momento economico non fa-cile, la possibilità di spesa delle famiglie

Gianfranco Leonardi

intervista all’assessore Graziano Prantoni

turismo fa rima con

In provinciadiBologna,ottimismo

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11degusta

attUalitÀ

Stretta di mano tra l’assessore Dott. Graziano Prantoni e Gianfranco Leonardi.

italiane è calata e continua a calare per cui dovremo insistere con offerte e proposte interessanti, attente e sempre più mirate.

Terremoto in Emilia: ci sono riper-cussioni anche per la provincia di Bologna o gli addetti e le strutture sono al pieno della loro funzionalità?

L’evento che ha colpito la nostra regione è stato davvero drammatico e di portata straordinaria. C’è però un moto di gran-de impegno da parte delle Istituzioni e da parte della gente tutta per risolvere le questioni. Noi, con l’assessorato regionale, con il Ministro del turismo e degli esteri, abbiamo lavorato per comunicare che le città dell’Emilia, Bologna e la sua provin-cia, erano comunque pronte e attrezzate per continuare a svolgere il loro ruolo in campo turistico.

Qualche evento previsto nelle zone terremotate è saltato?

Per ora la scelta è quella di mantenersi il più possibile aderenti ai programmi già stilati, ovviamente in considerazione delle attuali possibilità.

Esiste un fenomeno di paura e in-certezza o la nostra provincia ne é indenne?

Certo che quando sui giornali di mezzo mondo e su altri mezzi d’informazione si leggono reportage che dipingono un ter-ritorio letteralmente in ginocchio non si stimolano sicuramente la curiosità e l’in-teresse dei turisti. Noi abbiamo messo in campo un’azione forte, marcata di informa-zione corretta per dire esattamente come stanno le cose, proponendo come sempre questo territorio per una vacanza, piacevo-le, interessante e ricca di emozioni, come soltanto questa nostra regione sa offrire.

Si dice che “operatori di mercato” diffondano voci allarmistiche di rischio terremoto per dirottare i turisti - specie tedeschi - sulle coste francesi e croate.

Assolutamente si. C’è stata un po’di

strumentalizzazione e qualcuno ha voluto cogliere questa occasione per dirottare tu-risti specialmente nella stagione estiva. Noi abbiamo reagito dando un’informazione corretta e credo che oggi siamo in grado di dire che abbiamo arginato questo tipo di pensiero che voleva portare altrove i turisti. Il nostro territorio è in grado oggi di fare un’offerta turistica di qualità, per-ché mette in campo una serie di eventi, di caratteristiche, di paesaggi, di storie, di cultura che sono le cose che consentono ai turisti di vivere un’emozione unica che si può vivere solo in questo nostro territorio. Il messaggio che vogliamo comunicare a tutti - e in questa particolare occasione ai lettori/spettatori di Degusta - è che i nostri territori si stanno attrezzando perché hanno capito che il turismo può essere una gran-de opportunità di crescita e sviluppo. Per fare questo vogliamo mettere tutto insieme il valore, la storia, la cultura, le tradizio-ni e l’unicità di questo territorio assieme all’enogastronomia che è sempre elemento trainante per il turismo, per cui io credo che non vogliamo disperdere questo pa-trimonio straordinario, anzi, vogliamo pro-porlo nella maniera migliore con una forte capacità di competere con altri mercati interessanti a livello internazionale perché le nostre rimangono mete e destinazioni importanti a livello mondiale.

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12 degusta

attUalitÀ

SolidarietàParmigiano

Il “Famoso formaggio emiliano” rimasto danneggiato nei caseifici dal recente sisma in Emilia Romagna, va a ruba…. Per amicizia, per solidarietà e, perché no, anche per curiosità, la gente accorre!

Gianfranco Leonardi

La soLidarietà

il Consorzio del Parmigiano reggiano ha promosso la costituzione di un Fondo di solidarietà del “Comitato Gruppo Caseifici terremotati” per la raccolta di fondi destinati alla ricostruzione dei caseifici colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio scorso. Per fare qualsiasi versamento è possibile utilizzare l’iban: it 07 a 07058 12803 000000057000. a questo fondo di solidarietà stanno aderendo diversi caseifici produttori di Parmigiano reggiano che riceveranno gli ordini e invieranno le confezioni di “Parmigiano reggiano di solidarietà”. Per ogni confezione di circa 1 chilo, 1 euro sarà versato al “Comitato Gruppo Caseifici terremotati” del Parmigiano reggiano. Per info: [email protected]

"Il vino unisce nella solidarietà” è questo il motto con cui l’associazione Altamarca ha deciso di

essere vicina alle popolazioni terremotate, presenziando ed offrendo in degustazione gratuita

prosecco superiore DOCG.

L’Azienda agricola Fratelli Caretti di San Giovanni in Persiceto - come altre 24 appartenenti al Consorzio del Parmigiano Reggiano - ha riportato gravi conseguenze dal terremoto del 20 e del 29 maggio e dal-le successive repliche di assestamento: le scalere sulle quali erano accatastate migliaia di forme a maturare, aspettando i tempi dovuti sono collassate rovinosamente. Le forme coinvolte dal sisma in tutta l’area so-no oltre 600.000 mila (circa 300.000 quelle seriamente danneggiate, pari al 10% della produzione). Una forma pesa intorno ai 40 chilogrammi, dunque cadendo o urtan-done altre riporta vere e proprie fratture

per il Reggiano

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attUalitÀ

nella crosta e se si spacca in più parti, non può più stagionare e, ovviamente, non è commerciabile. Un danno ingente. Solo per Caretti si parla di milioni di euro! Notizie della prima ora davano per spaccia-to la gran parte del cacio ter-remotato, nel contempo una banda di “affaristi” lanciava offerte roboanti a 2–3 euro al chilogrammo per acquisti in blocco. Gli imprenditori del Consorzio delle province coin-volte invece si sono rimboccati le maniche e hanno organizzato una vendita

estemporanea “pulendo” il parmigiano, mettendolo sotto vuoto e proponendolo a 10/12 euro al chilogrammo per una for-ma o mezza forma, prezzo contingentato dal Consorzio per non creare problemi alla filiera regolare. Le forme irrecuperabili diventeranno “grattugiato generico” o for-maggio fuso. Il pubblico ha risposto non deludendo le aspettative: file incredibili si sono presentate ai caseifici per riuscire ad “accaparrarsi” il parmigiano “terremotato” – quasi un trofeo – da esibire e offrire in famiglia e agli amici, consci di dare un notevole contributo di solidarietà ai lavo-ratori agricoli della zona che forse più di

altri hanno subito il terribile sisma. Non solo le forme “scosse” hanno messo in crisi i caseifici, ma, come nel caso di Caretti di San Giovanni, anche le muc-

che, stressate dalla situazione – spostate in fretta e furia dalle stalle pericolanti e

collocate in sistema-zioni di fortuna, con difficoltà di alimentarle

con il foraggio bloccato

iL Grana Padano

nella zona al di là del Po in provincia di Mantova le forme “salvate” di Grana Padano sono “a terra” e le altre danneggiate andranno nelle celle frigo per essere destinate alla fusione con un intervento auspicabile della Comunità europea per gli “indigenti”. Si parla di circa 360 mila forme in tutto per un valore di 70 milioni di euro. Problemi anche alle strutture di stoccaggio per i cereali necessari alla filiera della produzione del latte – sia Parmigiano reggiano sia Grana Padano. tra qualche giorno comincerebbe la raccolta del grano, ma attualmente non ci sono le condizioni per effettuarla. Paradossalmente “per fortuna” ha piovuto altrimenti 100 mila ettari sarebbero rimasti senza irrigazione perché con i danni riportati agli impianti idrovori non è possibile irrigare i terreni. l’aiuto più concreto che si può dare a questi comparti, è quello di comprare sempre prodotto regolarmente marchiato.

Le forme, cadute da scaffalature molto alte, si sono ridotte in pezzi.

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attUalitÀ

nei fienili sul punto di crollare – hanno reso oltre il 30% in meno del solito, senza con-tare che l’attività della filiera si è dovuta in-terrompere proprio perché gli addetti erano impegnati nei primi soccorsi alla popola-zione. Insomma dalle vittime del terremoto alla gente comune, gli emiliani hanno dato una lezione di civismo e di responsabilità pratica che resterà impressa nella memoria. Altro bell’esempio di politically correct è stato il comportamento del Consorzio del Parmigiano Reggiano che pare si farà carico del materiale non commercializzabile. In conclusione possiamo sottolineare che non c’è Parmigiano Reggiano terremotato (le strutture possono essere terremotate...) il formaggio marchiato Parmigiano Reggiano segue tutte le procedure previste per la DOP, è soggetto ai rigidi controlli di certi-ficazione ed è un formaggio assolutamente sicuro e buono... molto buono!

L’aCeto baLsamiCo

il bilancio provvisorio dei danni tracciato dalla Coldiretti riferito per l’aceto balsamico, registra perdite per circa 15 milioni di euro. nel solo settore di produzione diretta lavorano oltre 600 addetti, senza contare l’indotto e le produzioni familiari. Quando si parla di aceto balsamico si deve distinguere tra diversi tipi di pèrodotto. Quello “tradizionale extravecchio” dop ha tradizioni che risalgono al ’700 e prevede l’uso di mosto cotto stagionato per anni in botti di legno. Poi c’è l’aceto balsamico di Modena igp, meno artigianale e prezioso e più diffuso, infine quello a produzione familiare, conservato da decenni nei solai delle case di molti modenesi (in molte case è crollato...). del primwo vengono prodotti 10.000 litri all’anno, che vengono venduti in bottigliette di un decilitro a un prezzo che varia dai 60 ai 250 euro nei negozi di alimentari più raffinati, con una distribuzione anche a livello internazionale. dell’ipg vendono prodotti e venduti 100 milioni di litri e sono quelli che si trovano anche in molti supermercati. la produzione familiare non è quantificabile. Come per il Parmigiano e il Grana, anche per l’aceto balsamico tradizionale di Modena l’invito è uno solo: il miglior aiuto è comprare il prodotto originale, che un’eccellenza italiana.

Forme danneggiate ora disponibili per la vendita solidale.

Valerio Caretti,un casaro che

insieme ai suoi famigliari

si è rimboccato le maniche e

non si è perso d’animo, qui

mentre si destreggia alla cassa

dello spaccio agricolo.

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Nazionale Italiana Cuochi:Corea

A Daejeon, i nostri professionisti dei fornelli hanno riportato un lusinghiero successo nella disfida del “Global Chefs Challenge”, qualificando la squadra tra le prime sette al mondo e dando prova di essere autentici alfieri della cucina made in Italy

Francesco Mauro

NIC-Nazionale Italiana Cuochi avanti tutta! La squadra di berrette bianche, che fa parte della FIC-Federazione Italiana Cuochi e che affronta le gare culinarie anche all’e-stero, non si smentisce mai e continua a mietere allori. A Daejeon, nella Corea del sud, gli chef “azzurri”, che rappresentava-no l’Europa del Sud, hanno conquistato piazzamenti prestigiosi al “Global Chefs Challenge” & “Hans Bueschkens Junior Chefs Challenge”, che si è svolto dal 1 al 5 maggio scorsi. Alla competizione tra le migliori squadre di cucina nazionali, provenienti da tutto il mondo, quella trico-lore si è classificata terza, dopo Norvegia, Emirati Arabi e Canada, grazie all’abili-tà del senior chef Angelo Giovanni Di Lena, di Forlì Cesena, e del suo assistente Giovanni Lorusso, di Bari. Anche lo junior team della NIC non è stato da meno poiché la sua rappresentante, Francesca Narcisi, di Cosenza, ha conquistato la medaglia

di bronzo, aggiudicandosi il terzo posto assoluto nella sua categoria, alle spalle di Stati Uniti e Svezia, con un esito mai rag-giunto prima dall’Italia. I risultati riportati in Corea dal gruppo, condotto dal general manager Fabio Tacchella, confermano la capacità e la tenacia dei membri, come so-stiene la loro emozionatissima team coach chef Ljubica Komlenic: «All’International Food Exhibition & Korean Culture Festival, i nostri candidati si sono distinti per la professionalità, il rigore e la preparazione sistematica e ordinata». Alla positiva per-formance dei concorrenti italiani, ha contri-buito la stessa Komlenic, ormai considerata

con

attUalitÀ

dalla passione!

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16 degusta

veneziana a tutti gli effetti, che, come un vero allenatore, ha saputo, con la sua regia scrupolosa, impostare il gioco di squadra e la tattica di cucina, incitare all’azione e infondere coraggio e tranquillità, suggeren-do strategie mirate. Il menù portato in gara per il “Global Chef Challenge” da Di Lena e Lorusso ha per piatto d’inizio “Halibut con mantello di pomodoro, olive nere e salsa allo zafferano con involtino di gam-beri rossi e scalogno caramellato”. Come main course, il senior team ha dato un’in-terpretazione personale della carne indicata dal regolamento: “Variazione di kobe con salsa al tartufo”, mentre per il dessert il suo assistente ha proposto “Mousse alle fragole con ganache al cioccolato e crema alla va-niglia, giardinetto di frutta, cocco e sorbetto alle fragole”. Sul versante giovanile della NIC, il menù destinato all“Hans Bueschkens Junior Chefs Challenge” è stato approntato in modo impeccabile e con determinazione e rispetto delle regole dalla “piccola donna” della NIC, come viene definita Narcisi dalla team coach, con cui si trova in particolare sintonia dopo oltre due settimane di ritiro per gli intensi allenamenti. L’intrepida ra-gazza ha presentato alla giuria “Trancio di halibut in crosta di parmigiano, erbette e pepe rosa, su crema di piselli e maionese vegetale alla mandorla; Raviolo con gam-bero rosso Sicilia e brounoise di zucchine su tagliolino di carote, prugne marinate e pinoli sabbiati”. Ad opera di Francesca, è seguito, come main course, “Filetto di kobe beef condito ai semi di sesamo e alghe; modern style del bollito del kobe con salsa pearà e giardinetto di funghi e cipollotti”. Dulcis in fundo, le fragole obbligatorie so-no state elaborate dalla chef in “Mousse al cioccolato bianco e vaniglia con cuore di gelè alla fragola su tappetino di mango e morbidone alle mandorle”.Il temperamento e l’affidabilità delle nuove generazioni in forza alla NIC consentono alla squadra un

assetto armonioso e un amalgama perfet-to e lasciano ben sperare per il futuro. Narcisi, insieme ai due colleghi più adulti, aveva già dato prova di sé a Lubiana, nella finale della Selezione Europa del Sud per il “Global Chef Challenge”, ma in Corea ha dovuto farsi valere ancora di più, in quanto «aveva incontrato alcuni intoppi provocati dall’organizzazione, che però non l’hanno intimorita», rivela Komlenic, «Personalmente ho tremato fino all’ultimo e mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi nel vedere competere una piccola e brava donna tra tanti uomini, anch’essi bravi».Per il prossimo confronto internazionale, la NIC avrà bisogno dell’impegno e della costanza di tutti i suoi componenti e del sostegno, sempre presente, dei numerosi sponsor, poiché l’attende la competizione più importante: le Olimpiadi a Erfurt, in Germania, durante l’IKA, dal 5 al 10 ot-tobre p.v. Ma proprio per non dormire sugli allori, gli chef della Nazionale Italiana stanno già rimboccandosi le maniche, con impeto verace, per esercitarsi al massimo in vista di un altro notevole traguardo da raggiungere.

attUalitÀ

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Schaup, appassionato di birra, rilevando unapiccola attività messa su 10 anni prima da uncerto Hoffmann, fondò, a Zipf, la Zipf Braue-rei. Mentre la Fohrenburg di Bludenz vide laluce nel 1881 a o pera di Ferdinand gassner.Nel 1984 il barone Henrik Bachofen von Echtdecise di riaprire, nel castello di Nussdorf (apochi chilometri da Vienna) la Nussdorf Bräu-haus, risalente al 1819 e chiusa negli anni’50 del secolo successivo. Degna di partico-lare menzione è la Dreher. Nel 1723 FranzAnton Dreher, arriva to dal Württenberg, ac-quistò la Schwechat Brauerei, ri-salente al 1632 che potevasfruttare le profonde cantine delsobborgo di Schwechat, pressoVienna. Negli anni ‘30 del secoloXIX gabriel Sedlmayr II dellaSpaten di Monaco si avventurònella preparazione della primalager. Anche questa birra peròrimane va di colore scuro o rossoambrato, come le altre. AntonDreher (il nipote di Franz Anton Dreher), suoamico e concorrente, usando il malto Vienna,mise a punto nella fabbrica di Schwechat unabirra a bassa fermentazione di colore am-brato, la vienna appunto.La nuova bevanda, che si differenziava net-tamente dalle lager scure tedesche, rappre-sentò una sorta di passaggio intermedio perarrivare alla lager chiara e limpida realizzata

nel 1842 nella città di Pilsen. Nel 1862 Dreher rilevò la Köbányai Sörgyár,costruita nel 1854 in un sobborgo di Buda-pest per sfruttare il freddo naturale delle col-line. Alla sua morte, avvenuta l’anno dopo, glisubentrò il figlio (che portava lo stessonome), e la fabbrica divenne la più grandebirreria del Paese.Nel 1869, con 300 mila fiorini, Anton Dreherrilevò la Prima Società per la Fabbrica diBirra in Trieste, nata quattro anni addietro mache andava a rotoli. All’inizio del nuovo se-

colo le fabbriche del gruppoDreher cominciavano ad accu-sare una crisi paurosa.Nel 1905 si cercò di correre ai ri-pari tramite la concentrazionetecnica e finanziaria di tutte leaziende creando una societàunica, la Anton Dreher Aktienge-sellschaft. Nel 1913 si rese co-munque indispensabile lafusione con due gruppi au-

striaci, e nacque così la Vereinigte Brauere-ien (“Birrerie Riunite”), con Anton Dreher perpresidente. La società prometteva bene.Ma... arrivò la guerra; finita la quale, la Verei-nigte Brauereien si trovò in una situazione fi-nanziaria spaventosa e fu venduta a uncon sorzio di banche vienne si.Negli anni ‘30 il gruppo Brau Ag rilevò laSchwechat.

7 - puntigamer, della Puntigam, gaz (Steirische)8 - goldfassl pils, della Ottakringer, Vienna9 - stiegl goldbräu, della Stieglbrauerei, Salisburgo

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La tradizione

futuroDal latino hospite(m): l’etimologia richiama la funzione del luogo che è appunto quella dell’ospitalità.Una delle prime at-testazioni del termine hostaria si trova nei capitolari della magi-stratura dei “Signori di Notte” nella Venezia del XIII secolo.

4 Italia In è un Movimento (associazio-ne culturale) sorta al fine di promuovere la diffusione nel mondo di un Modello di ristorazione italiano fondato sulla dignità del lavoro e la professionalità delle piccole unità ristorative a conduzione familiare: le Osterie. Il movimento si propone di valoriz-zare e promuovere la capacità tutta italiana di intrattenere con gusto, stile e professionalità i commensali. Riconoscendosi da sempre in questi valori, la nostra rivista ha deciso di sostenere le iniziative del gruppo, diventan-done quindi house organ e partner attivo. A

diventa

Per “Modello” si intende una modo di vivere e di presentare le proposte elaborate per il servizio di ristorazione, non tanto ricette, piatti e menù. In altre parole, il Modello dell’osteria permette di vivere durante un pranzo o una cena delle “emozioni” che solo la piccola ristorazione genuina e classica italiana offre e che attualmente all’estero non riesce a soddisfare

partire da questo numero troverete notizie ed approfondimenti sulla realtà Italia In nella rivista e in un’apposita sezione del sito www.degusta.it.

Osteria de “La Muda” a San Boldo, la terza osteria più vecchia d’Italia.

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4Il Movimento ha strutturato un percor-so di formazione offerto a giovani cuochi stranieri ed italiani. Il corso di formazione denominato “Master Internazionale delle Osterie” ha la durata di circa 6 mesi, si svolge per metà in Italia e per metà presso dei club privati chiamati Convivium che Italia In sta organizzando a Buenos Aires, Città del Messico e Madrid. In Italia, i partecipanti al master sono ospitati da vere “osterie” che costituiscono il “corpo docente” del master; ciascun locale è inoltre affiliato ad Italia In. La seconda fase del corso di formazione si svolge presso i Convivium nel mondo, dove i giovani cuochi si dedicano a presentare e proporre ai membri del Convivium stesso pranzi e cene nello stile così acquisito, dimo-strando le proprie abilità.

4Convivium di Italia In ed i giovani cuochi formatisi al Master delle Osterie

4Italia In es un movimiento (asociación cultural) que surge con el fin de promover la di-fusión en el mundo de un modelo de restaurantes italianos basados en sus valores más representati-vos como por ejemplo, la dignidad del trabajo y la profesionalidad . Nos referimos a esas pequeñas unidades gastronómicas familiares llamadas Posadas u Osterias. A la par el movimiento busca promover y mejorar la capacidad italiana de

Il percorso di formazione permette ai giovani cuochi di conoscere e di formarsi a questo “Modello delle Osterie”, conseguendo alla fine un titolo rilasciato dal Movimento. Poi ciascun caso diventa una storia a sé stante. Con la concreta possibi-lità, come ad esempio sta succe-dendo a Buenos Aires, di favorire l’apertura di “osterie” da parte dei partecipanti al Master.

diventano un veicolo di comunicazione delle eccellenze italiane che il Movimento seleziona e presenta. Questo genera stimoli e flussi molto importanti non solo per il cibo ma anche per il turismo di nicchia. La sede dell’Associazione Italia In (il Movimento) è in Altamarca presso la terza osteria più antica d’Italia, risalente al 1470 e detta de “La Muda” di San Boldo, posta ai confini della Serenissima Repubblica di Venezia

Como Modelo se entiende una forma de vida, de proponer, de contar, de sentir, y de presentar propuestas integrales elabo-radas para el servicio de restoración, no tanto de platos, recetas o menús. En otras palabras, el Modelo permite vivir durante un almuerzo o una cena “emociones” que tan sólo la pequeña, clásica y auténtica Ostería italiana ofrece. Hablamos precisa-mente de “evocar estas emociones” para satisfacer una demanda que existe en el mundo, y que los actuales restaurantes ita-lianos en el extranjero no transmiten.

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ofrecer y recrear a través del gusto, estilo y profe-sionalismo. Sintiéndonos representados por estos valores, nuestra revista ha decidido apoyar los esfuerzos de este grupo, convirtiéndose así en su house organ y socio activo. A partir de este núme-ro el lector podrá encontrar noticias y puntos de vista sobre la realidad de Italia In en la revista y en una sección especial de la www.degusta.it

4El Movimiento ha organizado un programa de capacitación que se ofrece tanto a jóvenes chefs italianos como extranjeros. El curso de capaci-tación denominado “Master Internacional de las Osterías” dura alrededor de 6 meses. Se cursa una mitad en Italia y la otra mitad en los clubes privados llamados “Convivium” que Italia In está organizando en Buenos Aires (ya inaugurado), Ciudad de México y MadridUna vez en Italia, los participantes al Máster son recibidos y alojados en seleccionadas Osterías afiliadas a Italia In, constituyendo las mismas el verdadero cuerpo docente del Máster. La segunda fase de la capacitación se lleva a cabo en los “Convivium” en el mundo, en donde los jóvenes chefs se dedican a presentar y a proponer a sus miembros, almuerzos y cenas con las enseñanzas adquiridas, poniéndolas en práctica y desarrol-lando sus propias habilidades.

4Los Convivium de Italia In convierten alos jóvenes chefs formados en el Máster de las Osterías en calificados vehículos de comunicación , y en “embajadores “de la excelencia italiana que el Movimiento selecciona y representa. Asimismo genera flujos y estímulos muy importantes no sólo para la alimentación, sino también para seleccionados nichos de turismo. Como dato atractivo para tal fin cabe destacar que la sede de la Asociación Italia In (el Movimiento) data del año 1470 siendo la tercera Ostería más antigua de Italia. Su nombre “La Muda” se encuentra en Altamarca, San Boldo, pequeña comarca situada en las fronteras de la República Serenísima de Venecia.

El trayecto que delinea la capacitación es amplio y ambicioso. Permite a los jóvenes cocineros obtener la verdadera formación del “Modelo de las Osterías” como tam-bién la obtención de una licencia expedida por el Movimiento. Una vez finalizado el Máster, cada cocinero según su capacidad se convierte en una historia en sí misma. Contemplando con la posibilidad real, como está sucediendo en Buenos Aires, de promover la apertura de su propia “Osteria“ para los más destacados jóvenes egresados.

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22 degusta

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La Fondazione ANT Italia Onlus è una tra le principali realtà private operanti in Italia nell’ambito delle cure palliative e della terapia del dolore per i sofferenti oncologici. Nata a Bologna nel 1978 per iniziativa del Professor Franco Pannuti, da oltre trent’anni fornisce assi-stenza socio-sanitaria gratuita a domicilio ai malati di tumore e, in base alle risorse reperite sul territorio, offre progetti di pre-venzione oncologica gratuita. ANT opera in nome dell’Eubiosia (dal greco, “la buona vita”) intesa come insieme di qualità che conferiscono dignità alla vita, dal primo all’ultimo respiro. In occasione del suo trentacinquesimo compleanno – che si terrà il 15 maggio 2013 – la Fondazione sta organizzando iniziative ed eventi al-lo scopo di raccogliere fondi a sostegno delle proprie attività. Lunedì 10 settembre 2012 si svolgerà a Bologna il Gran Galà del Burraco: con il patrocinio del Comune di Bologna, nella splendida cornice di Palazzo Re Enzo - in Piazza Maggiore - alle 20.30 inizierà un avvincente torneo che prevede quattro turni da quattro smazzate, movi-mento Mitchell, supervisionati da quattro arbitri federali (Flavia Becia, Cristina Zurla, Anita Toccane e Giancarlo Del Bianco) - 1° Premio un viaggio alle Maldive offerto dalla 2810 NYC Travel Agency di Bologna. Si potrà prendere parte alla serata – che include anche un momento di “gustosa e golosa” convivialità tra i vari turni di gioco – lasciando un’offerta minima di 35 euro che sarà devoluta alla Fondazione (per il

delIl Gran Galà Eventi per sostenere

la Fondazione ANT in occasione

del 35° anniversario

torneo non è previsto l’obbligo di alcuna tessera). Dal 1985 ad oggi, ANT ha assistito in modo comple-

tamente gratuito circa 87.000 sofferenti (3.600 ogni giorno) 24 ore su 24 attraverso i 20 Ospedali Domiciliari Oncologici ANT (ODO-ANT) presenti in 9 regioni d’Italia. Si tratta di un’assistenza specialistica effet-tuata da 400 professionisti che lavorano per ANT – Medici, Infermieri, Psicologi, Nutrizionisti, Fisioterapisti, Operatori so-cio-sanitari, Farmacisti – portando al do-micilio del sofferente e alla sua famiglia tutte le necessarie cure di tipo ospedaliero e socio-assistenziale. A ciò si associa un programma di sostegno economico alle Famiglie in difficoltà che abbiano un con-giunto in assistenza domiciliare. ANT è anche Prevenzione oncologica: a oggi so-no 43.743 le visite gratuite realizzate dalla Fondazione in 44 diverse province nell’am-bito del solo progetto Melanoma, cui si af-fiancano i progetti Donna, Tiroide e Tumori Mammari. La sede centrale ANT di Bologna ospita il Centro di Prevenzione Oncologica e Diagnosi Precoce, con sei ambulatori dedicati alla consulenza e alla prevenzione che affiancano l’Ambulatorio Mobile ANT - Bus della Prevenzione. Appuntamento il 10 settembre con il Gran Galà del Burraco in Piazza Maggiore a Bologna!

Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare ai numeri 348 3102853 (Denis Dall’Olio) – 335 8241428 (Cristina Zurla) oppure 338 3644910 (Antonella Fiorentini).

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23degusta

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Ogni giorno una risata su: editoria, sport, sesso, economia, religione, salute, animali, ecc.....

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attUalitÀ

Bologna

Come ogni anno, sono tante le iniziative culturali, musicali e teatrali che animeranno

l’estate felsinea

La tredicesima edizione della ormai tradizionale manifestazione musicale gra-tuita “Borghi e Frazioni in Musica” con diciannove appuntamenti da 5 giugno al 25 luglio, anima il territorio nord-est della provincia è promossa da 12 comuni: ai 10 storici (Argelato, Baricella, Bentivoglio, Castello d’Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di Cento, Poggio Renatico, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale nel ruolo di Comune capofila) si so-no aggiunti anche Budrio e Castenaso.

Anche quest’anno, i concerti avranno la direzione artistica dell’associazione culturale “Bottega Bologna” e anno-vereranno interpreti nazionali e interna-zionali, giovani o già affermati. Giovani interpreti e giovani formazioni già tenu-te sott’occhio dalla critica – da Le-Li, ai Junkfood, a Matteo Toni o Emiliano Bocci – si affiancano a nomi affermati del panorama musicale italiano come Pier Cortese in duo con Roberto Angelini. Pia Tuccitto o Fabrizio Cammarata, che dopo la presenza ai Borghi nel 2007 con i The Second Grace, torna da solista con una carriera più che avviata. Ma soprat-tutto, una ricerca non casuale di artisti di respiro internazionale, o residenti all’estero e di transito in Italia, o italiani dalle colla-borazioni e tour continuativi oltralpe. Da un lato l’eccezionale presenza di Fabio Morgera, trombettista eccelso, dall’altro John Serry, compositore e pianista ec-cellente che dopo grammy e palchi con-divisi con Aretha Franklin, oggi è italiano d’adozione, così come Terje Nordgarden

Night Day& Tuttiiconcertihannoinizioalleore

21.30esonoaingressogratuito.

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attUalitÀ

sul fronte country rock. Senza dimenticare gli Holy Water, direttamente dall’Olan-da, tra brani originali e cover in puro stile rockabilly anni Cinquanta/Sessanta, o le Penny Ladies, tribute band dei Beatles tut-ta al femminile, riconosciuta dal Liverpool Echo come una delle migliori formazioni.

Venticinque concerti di musica antica, classica, etnica e jazz compongono il ca-lendario della rassegna “Corti Chiese e Cortili”, giunta alla XXVI edizione. A fare da quinta agli spettacoli, come sempre, saranno rocche, abbazie, castelli e ville storiche, scenari di profonda suggestione che l’associazione l’Arte dei Suoni invita a conoscere attraverso visite guidate e “osser-vazioni pluri-sensoriali”, grazie alle quali gli ospiti potranno “sentire intensamente” l’arte e la storia dei luoghi tramite i cinque sensi. La rassegna aperta il 25 maggio a Castello di Serravalle si concluderà il 9 settembre a Bazzano con le musiche ungheresi e balca-niche eseguite dal Nikola Parov Quartet.La rassegna, presentata a palazzo Malvezzi, è ideata dall’associazione musicale “L’Arte dei Suoni” e dalla Fondazione Rocca di Bentivoglio, sostenuta dalla Provincia di Bologna, dalla Zona Culturale Bazzanese e dai Comuni interessati. “Corti Chiese e Cortili” è inserita in “In7”, il calendario voluto dalla Provincia per infor-mare degli eventi culturali che si svolgono nei sette distretti del territorio bolognese. Il direttore artistico, Teresio Testa, durante la presentazione ha parlato dell’importanza di sostenere, specialmente in periodi di crisi, la promozione di eventi finalizzati al rilancio della cultura attraverso la riscoper-ta delle preziose realtà storico-artistiche e ambientali locali dei comuni del distretto di Casalecchio di Reno: da Sasso Marconi fino a Savigno comprendendo Monte San Pietro, Crespellano, Zola Predosa, Bazzano, Monteveglio e Castello di Serravalle.

“The Pink Side of the Moon” è il claim ufficiale della settima edizione della Notte Rosa (venerdì 6 luglio 2012), che avrà per tema proprio la Luna, con centinaia di eventi dedicati al corpo celeste lungo i 110 km della Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna – Musica tutta al femminile, con Giorgia, Arisa, Malika Ayane, Nina Zilli, Noemi e Loredana Bertè – Presenti anche i protagonisti della musica leggera italiana: Samuele Bersani, Elio e Le Storie Tese, Francesco Renga, Nomadi, Morgan, Luca Carboni, Sonohra, Dente. Il Maestro Riccardo Muti dirige l’Or-chestra Giovanile Luigi Cherubini per “Nobilissima Visione” e “Sancta Susanna” di Paul Hindemith – Tanto spettacolo, con Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco, Paolo Cevoli e la suggestione della com-pagnia francese Ilotopie e il suo spettacolo sull’acqua, la mostra della sceneggiatura in disegni di “La Terra vista dalla Luna” di Pier Paolo Pasolini e l’incontro con l’astronauta Umberto Guidoni.Aspettando la Notte Rosa a Rimini, con la “Molo Street Parade” e i live di Incognito, Maria Gadù, Maria Pia De Vito special guest di Inedit World Music Festival – Programma, info e pacchetti soggiorno su www.lanotterosa.it

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attUalitÀ

Borsa del Turismo

dell’Emilia

Mare, cultura, grandi assaggi e giri in Ferrari: ecco cosa hanno comprato i tour operator al “Buy” 2012. Sono arrivati al teatro Comunale di Bologna anche da India, Lituania, America e Russia

Si sono trovati per il workshop finale al Teatro Comunale di Bologna una set-tantina di tour operator internazionali per partecipare al Buy Emilia Romagna 2012, evento promosso da Confcommercio Emilia Romagna in collaborazione con Apt Servizi ed Enit. La tendenza emersa dopo due gior-ni di eductour nel territorio dimostra che non basta più la vacanza monotematica: l’Emilia Romagna convince per la “vacanza mix”: dai motori alla cultura, dal mare ai musei, dai parchi tematici agli agriturismi, tutto ciò è stato tema delle giornate dedica-te alle contrattazioni. Naturalmente il sogno di molti - anche realizzabile - resta quello di salire a bordo di una Ferrari e andare per strade secondarie, attraversando le zone di produzione delle eccellenze enogastrono-miche di ineguagliabile gusto: parmigiano, prosciutto, Lambrusco e soddisfare le papil-le gustative... “C’è solo un posto al mondo dove puoi fare questa esperienza: l’Emilia Romagna, le altre cose… le trovi dappertut-to!”. Così ha spiegato Rameez Inamdar di Mumbai, India, il tour operator arrivato da lontano per il Buy Emilia Romagna 2012 per decidere le vacanze da proporre nei ca-taloghi internazionali 2013. La parola chia-ve di quest’anno è “vacanza mix”. “Oggi il desiderio è fare tutto: si vogliono integrare tante vacanze in un solo soggiorno – dice

Romagna

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Andrea Babbi, amministratore delegato di Apt Servizi Emilia Romagna – Si va per grandi mostre e si prende anche il sole in spiaggia, si scopre il sito Unesco e il giorno dopo si affronta un trekking in un parco naturale. E si va anche a scuola di cu-cina, si scopre l’Università più antica del mondo, si vive l’emozione di una serata di grande musica lirica. L’Emilia Romagna nel giro di pochi chilometri offre pratica-mente tutto”. Conferma a distanza Liljana Stepanoviene, di Kaunas, Lituania, spe-cializzata in viaggi deluxe. Lei è una delle tante new entry del Buy Emilia Romagna di quest’anno. Lei si prepara a vendere pac-chetti “all inclusive” fra Piacenza e Rimini, forse già dall’autunno 2012: “Sono sicura che l’Emilia Romagna sia destinata a cre-scere moltissimo nel nostro mercato – com-menta – Qui davvero trovi tutto: il nuovo museo Enzo Ferrari per i mariti, lo shop-ping, il wellness per le signore. E poi mare, montagna, tour culturali e gastronomia per tutti”. “Il Buy Emilia Romagna - dice Pietro Fantini, coordinatore Unione di

prodotto Città d’Arte dell’Emilia Romagna – si conferma un laboratorio d’eccezione per innovare l’offerta turistica in base alle esigenze dei mercati. Il 2013 sarà un anno importante per il turismo culturale. Tutti i teatri storici dell’Emilia Romagna si prepa-rano a celebrare i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi, il musicista più famoso al mondo, con grandi allestimenti a tema”. E se agli operatori danesi piace la vacanza attiva in bicicletta sul Po combinata con le grandi mostre d’arte e agli austriaci, lituani e inglesi interessa l’entroterra di colline e castelli a due passi da Rimini, rimane il fatto che l’Emilia Romagna è sempre più conosciuta a livello internazionale. “Grazie alla posizione strategica e ai collegamenti aerei – aggiunge Babbi – Bologna sta ac-quistando sempre più importanza come piattaforma logistica per l’Italia dal resto del mondo, un punto privilegiato di arri-vo e scoperta del territorio circostante”. Il workshop – manco a dirlo – si è concluso con un gran finale: cena di gala a Palazzo Gnudi. (G.L.)

attUalitÀ

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GaStronoMia

Attenzione a quello

Cottura con il forno a microonde

Presi dalla frenesia dei ritmi quotidiani, non consideriamo che alcune procedure nel cucinare alimenti,

La cottura dei cibi nel forno a microonde, avviene con l’energia delle microonde che cambia di polarità, dal positivo al negativo, per un dato numero di volte durante ogni ciclo. Ogni forno produce una radiazione della lunghezza d’onda di circa 2450 me-gahertz che interagisce con le molecole dei cibi. Mentre nei forni tradizionali il calore passa dall’esterno verso l’interno dei cibi, in quelli a microonde avviene il processo inverso. Le microonde bombardano il ci-bo all’interno, a livello cellulare, facendo cambiare la polarità delle molecole a una frequenza di circa 100 milioni di volte al secondo. Questo movimento provoca una frizione fra le cellule che così “riscalda” il cibo. Purtroppo questa forza violenta de-forma e danneggia la struttura delle mole-cole. Non è più cibo, ne ha conservato solo la forma esteriore. Per realizzare quanto avviene, basti pensare che nella carne ri-scaldata nel forno a microonde si formano d-nitrosodientanolamine, note per essere cancerogene. Inoltre avviene anche una degradazione delle proteine; latte e cereali trasformano alcuni dei loro aminoacidi anche con esposizioni molto brevi come per le verdure, crude, cotte o surgelate che oltre a perdere completamente le rispettive

vitamine, trasformano i loro alcaloidi in cancerogeni, così come lo scongelamen-to della frutta trasforma il contenuto di glucosidi e di galattosidi in formazione di radicali liberi (cancerogeni) e ancora nelle verdure, specialmente radici (barbabietole, rape, ecc.) diminuisce il valore nutritivo (dal 60 al 90% in tutti gli alimenti testati) della biodisponibilità del complesso delle vitamine B, C ed E, dei minerali essenziali e dei fattori lipotropi (sostanze capaci di mo-dificare il metabolismo dei grassi). Dunque alimentarsi continuamente con cibi cotti nel forno a microonde può provocare gravi danni derivati dagli impulsi elettrici nel cervello in “corto circuito”, la produzione degli ormoni maschili e femminili si inter-rompe o si altera, i minerali, le vitamine e i nutrienti dei cibi si riducono (in questo modo l’organismo umano non riceve al-cun beneficio); i minerali nei vegetali sono trasformati in radicali liberi (cancerogeni) dunque possono insorgere tumori (inte-stinali e allo stomaco) è anche possibile un aumento di cellule cancerogene nel sangue, di deficienze immunitarie dovute alle modificazioni delle ghiandole linfatiche e del siero ematico. Tra le altre conseguen-ze, la perdita di memoria e di capacità

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mangiamo!

GaStronoMia

di concentrazione, l’instabilità emotiva e la diminuzione dell’intelligenza… Fino a qualche tempo fa non esistevano risultati di ricerche ufficiali su eventuali “danni” da cottura di cibi con questo sistema: i risultati ottenuti non mostravano dei cambiamenti significativi nella struttura dei prodotti “cot-ti”, ma solo tendenze comprese all’interno di limiti scientificamente accettabili. Come sempre, quando ci sono grandi interessi in ballo, la verità diventa difficile da trova-re, sommersa da fortissime pressioni che esercitano la loro influenza non solo sui mass media, ma soprattutto sul mondo scientifico e le istituzioni ad esso legate. Gli scienziati che hanno l’onestà intellettuale e il coraggio di scagliarsi contro questa logica si contano sulla punta delle dita e nella maggior parte dei casi vengono minacciati, de-nunciati e per-seguitati in ogni modo, come di-mostra la storia del dr. Hertel. Il dottor Hans U. Hertel è uno dei pochi scienziati

che ha avuto il coraggio di indagare fino in fondo su questo argomento: “La cottura a microonde è basata sul principio della corrente alternata, mentre le energie na-turali si basano sulla corrente continua a impulsi. Il sole irradia la sua luce in modo continuo, creando un flusso ininterrot-to di impulsi che è in grado di portare e sostenere la vita sulla terra; le microonde invece, in seguito alle continue inversioni di polarità, creano un effetto di “scuotimen-to” e di separazione che causa nei tessuti biologici ed anche in quelli inorganici un processo di decadimento. Tra gli effetti il più temibile può essere il cancro. Purtroppo le microonde hanno lo stesso effetto sui cibi e, attraverso questi, sul corpo umano. In effetti le strutture molecolari degli alimenti

vengono modifica-te, deformate e quindi alterate nella loro for-ma e qualità. Il risultato più evidente per fa-re un esempio concreto - pe-raltro già notato con precedenti

Gianfranco Leonardi

che pur divenute consuetudine, potrebbero rivelarsi addirittura nocive per la salute…

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ricerche - è l’eliminazione delle vi-tamine dai prodotti vegetali cotti a microonde che divengono così poco nutrienti, saziando, ma senza l’appor-to delle peculiarità per cui determinati cibi non dovrebbero mancare in una dieta sana ed equilibrata. Inoltre il loro valore energetico, determinato dalla forma della loro struttura, viene trasformato e questo processo rende gli alimenti tossici; mentre dal punto di vista della composizione chimica, le molecole - pur “smontate” - sono le stesse e possono essere analitica-mente rilevate. Per questo motivo, gli effetti della cottura a microonde di un alimento non sono evidenti nell’im-mediato, ma solo nel lungo perio-do, per esempio con l’aumento di intolleranze e intossicazioni fino allo sviluppo di possibili forme cancerose.

GaStronoMia

Cosa possiamo fare allora? È necessario investire in tecnologie alternative e eco-logiche. Questo richiede che la scienza si basi di più sulle leggi naturali, invece di cercare di trasformare i processi naturali a proprio piacimento come sta succedendo per svariati interessi oggi. Nello specifico la natura comunica secondo il principio della corrente continua senza fare male a nessuno. Dunque occorre vigilare poiché oggi viviamo in un immenso forno a mi-croonde che ci sta “cuocendo” lentamente. PS: anche la comunicazione senza fili, co-me le trasmissioni su onde corte e la te-lefonia cellulare, funzionano con le stesse microonde, indipendentemente dalla loro frequenza e quindi in principio hanno gli stessi effetti dei forni. Queste microonde riscaldano, deformano e distruggono le cellule di animali e vegetali (ma, forse, anche quelle del corpo umano…).

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GaStronoMia

Un morsoRomagna…

Intervistiamo un produttore di piadina che sceglie di non rientrare nel disciplinare perché vuole seguire una lavorazione più restrittiva

Giulia Giovanelli

Conosciuta ed apprezzata da tanti buon-gustai e perché no, anche golosamente invidiata, la piada o piadina romagnola (pjida o pié) ha origini antiche e ben rap-presenta la gente di Romagna, (popolo da sempre vissuto a stretto contatto con la terra e con la durezza della vita ad essa legata) simbolizzandone le caratteristiche di semplicità e generosità. Questo “pane” di vecchissima tradizione (preparato fin dai tempi dei Romani) è stato riconosciuto nella gastronomia tipica romagnola quale alimento sano e genuino e, come tante altre specialità ed antichi alimenti, ha una sua  storia personale fra cultura popolare e ricette di cucina.È fragrante e saporita, alla portata di tutti, ed essendo un valido sostituto del pane la piadina Romagnola può accompagnare qualsiasi tipo di pietanza.Abbiamo incontrato uno dei titolari di Fresco Piada, Gabriele Manzini, unico bolognese della società, colui che spostò i confini di commercializzazione di questo prodotto dalle grandi potenzialità.

“Oggi Fresco Piada è presente in tutta Italia, con maggiore diffusione in Piemonte, Lombardia e Veneto, al nord, Emilia Romagna e Marche al centro. Ma siamo arrivati anche in Svizzera, Lussemburgo, Francia e Olanda, nel corso degli anni anni, grazie a mezzi refrigerati e veloci”.

di

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GaStronoMia

Si parla spesso di prezzi e di convenienza..“La nostra piadina è un po’ più cara delle altre, ma è una scelta aziendale nata dal-la valutazione di molti fattori, che vanno dagli ingredienti di prima qualità, alle risorse umane, fondamentali in questa attività. Le nostre piadine sono pre-cotte a mano una ad una su piastre di ferro a gas. Praticamente non c’è differenza con quella delle Piadarole, anzi per me è migliore di quella fatta in casa e lo garantisco!”

Disciplinare si o disciplinare no, questo è il dilemma.. “In realtà Fresco Piada non ha aderito al disciplinare IGP, non per la parte geografica che ne circoscrive la territorialità, ma per ciò che riguarda gli

ingredienti e le loro percentuali, oltre ai sistemi di produzione. Ci

piacerebbe che fosse

più rigoroso e attento alle materie prime e a tutto il procedimento di cottura, inclusi i metodi. Siamo convinti che sia utile costituire un disciplinare molto più vicino ad una Dop, che sia qualificante per il prodotto in tutti i processi”.

Il traguardo e la riconoscenza di Slowfood“La nostra collaborazione con Slowfood ci gratifica molto perché è simbolo di stima di tutta l’intera filiera. Con i nostri prodotti Fresco Piada siamo presenti nei punti ven-dita di Eataly e in alcune manifestazioni come Il salone del gusto e Slow Cheese”

Produzioni e tradizione, la prova del nove “Trenta/trentacinque mila piadine al giorno vengono prodotte nel nostro sta-bilimento, seguendo tutti i passaggi di una volta. Noi la consideriamo la vera piada artigianale dalla sfoglia larga e sottile fatta come in un chiosco. Tra noi

lavorano dipendenti che videro nascere l’azienda. Sostengo con forza che Fresco Piada è artigianalità avan-zata. La realizzazione del più an-tico pane romagnolo nel massimo

rispetto della tradizione con l’effi-cienza di una azienda moderna”.

Il futuro in una piada“Stimo mettendo in cantiere una nuova piadina, più alta di spes-sore, ma sempre, rigorosamente, con la stessa ricetta tradizionale

Francesco Piada.Io la consiglio con squacquerone e

fichi caramellati..buon appetito!!

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GaStronoMia

I ristoranti protagonisti della serata di gala, insieme a loro il duo comico bolognese “Malandrino e Veronica”

Signore e Signori,Sua Maestà Torna a Bologna il Festival della patata, nel cuore della città e nei migliori ristoranti d’Italia, tanti appuntamenti, eventi e piatti speciali a base dell’amato tubero. Dall’1 al 7 ottobre da non perdere la kermesse Patata in Bo, Settimana Nazionale della Patata che celebrerà per la quarta volta l’ingresso del tubero più famoso nel mondo delle DOP.Già confermata la partecipazione di gran parte dei qualificati ristoranti di città e pro-vincia che avevano aderito, con entusiasmo crescente, alle precedenti edizioni. Ancora in corso le adesioni da tutta Italia dei locali che durante la settimana proporranno in menù un piatto a base di patata. Di seguito elenchiamo i ristoranti ad oggi conferma-ti, l’elenco è in continuo aggiornamento sul sito web ufficiale della manifestazione www.patatainbo.it. Per info e contatti: [email protected].

I ristoranti Confcommercio Ascom di Bologna e provincia ad oggi aderenti alla quarta edizione Patata in Bo:

• 7Archi, Via Marchesana 6 - Bologna, Tel. 051 233227

• RistoranteDaBertino, Via delle Lame 55 Bologna, Tel. 051 522230

• RistorantePizzeriaDueLune, Via Bertocchi 1 Bologna, Tel. 051 567569

• RistoranteSelServiceGarisenda, Via Nosadella 55 - Bologna, Tel. 051 331110

• RistoranteOlimpic, Via Galliera 23 Castel Maggiore, Tel. 051 700929

• LocandaLaTagliolina, Via Marzatore 41 Monteveglio, Tel. 051 831305

• RistoranteAlbergoStella, Via Giovanni XXII, 67 Tolè, Tel. 051 919268

• DrogheriadellaRosa, Via Cartoleria 10 Bologna, Tel. 051 222529

• CantinaBentivoglio, Via Mascarella 4/b Bologna, Tel. 051 265416

• PolpetteeCrescentine, Via dei Fornaciai 9/3 Bologna, Tel. 051

• TrattoriaParadisino, Via C. Vighi 33 Bologna, Tel. 051 566401

• RistoranteDiana, Via Indipendenza 24 Bologna, Tel. 051 231302

• RistoranteFrancoRossi, Via Goito 3 Bologna, Tel. 051 238818

• RistoranteLaPignatta, V.le Silvani 18 Bologna, Tel. 051 521700

• RistorantelaGhislera, Via Zanardi 388/B Bologna Tel. 051 6344212

• TrattoriaRomano, V.le Pietramellara 15 Bologna, Tel. 051 255504

• TrattoriaLambertini, Piazza Garibaldi 5 Pianoro (BO), Tel. 051 777606

• TrattoriaNelCastagneto, Via Stanco 79 Grizzana Morandi, Tel. 051 913548

Patatala

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GaStronoMia

La patata di Bologna DOP e il mensile Degusta

• RistoranteLacapagira, Via della Grada 6/b Bologna, Tel. 051 9844679

• RistorantePrimadellaPioggia, Via de’ Falegnami 14 - Bologna, Tel. 051 271296

• TrattoriaFuochi, Via Brizzi 3 S. Lazzaro di Savena (BO), Tel. 051 479252

• LaTavernadiRoberto, Via San Vitale 9 Bologna, Tel. 051 266851

• TrattoriaMonteDonato, Via Siepelunga 118 Bologna, Tel. 051 472901

• TrattoriaBoni, Via Don L. Sturzo 22/cd Bologna, Tel. 051 6154337

• AnticaTrattoriaDelPontelungo, Via Emilia Ponente 307 – Bologna, Tel. 051 382996

• IlCucchiaioD’Oro, Via Giuseppe Petroni 4/6 Bologna, Tel. 051 0952570

• AnticaTrattoriaSpiga, Via Broccaindosso 21/a Bologna, Tel. 051 230063

• RistoranteC’EraUnaVolta - Hotel Roma, Via Massimo D’Azeglio 9 - Bologna Tel. 051 226322

• RistoranteLaTerrazza, Via Del Parco 20/a Bologna, Tel. 051 531330

• RistoranteNappini, Via 3 Novembre 101 Lizzano in Belvedere (BO), Tel. 0534 51011

• RistoranteDaSandroalNavile, Via del Sostegno 15 Bologna, Tel. 051 6343100

• RistoranteSanLuigi, Via Luigi Serra 9/b Bologna, Tel. 051 0972199

• RistoranteDaSilvio, Via San Petronio Vecchio 34/d - Bologna, Tel. 051 229357

• Ristorante“Matusel”, Via Bertoloni 2 - Bologna, Tel. 051 231718

• CentroNaturaBologna, Via degli Albari 6 - Bologna, Tel. 051 235643

• RistoranteCiacco, Via San Simone 1/c Bologna, Tel. 051 265441

• TrattoriaDelRagno, Via A. Murri 104/d Bologna, Tel. 051 6234851

• LaTavernadeiPicari, Via Emilia Ponente 459 - Bologna, Tel. 051 6190367

• A.F.Tamburini - Antica Salsamenteria Bolognese, Via Capraie 1 - Bologna, Tel. 051 234726

• Ristorante“AcquaPazza”, Via Augusto Murri 168/D - Bologna Tel. 051 443422

• TrattoriaCircoloMazzini, Via Emilia Levante 6 Bologna, Tel. 051 309326

• RistoranteAlPappagallo, Piazza della Mercanzia 3 - Bologna, Tel. 051 232807

• RistoranteNonnoRossi, Via dell’Aeroporto 38 Bologna, Tel. 051 401295

• TrattoriaOsteriaBucaManzoni, Via Manzoni 6/g Bologna, Tel. 051 271307

• TrattoriaCanaletti, Via San Vitale 62 Canaletti Budrio (Bo), Tel. 051 6926097

• CorsiniAnticaTrattoria, Via Roccacorneta 36 Lizzano in Belvedere (Bo), Tel. 0534 53104

• RistoranteAjò, Via M. di Canossa 12 Monteveglio (Bo), Tel. 051 830839

I ristoranti “Outsider” ad oggi aderenti alla quarta edizione Patata in Bo:

• AnticaHostariaTreVille, Via Benedetta 99/a Parma, Tel. 0521 272524

• RistoranteIlBrigante, Via Lunga 1 - Anzola dell’ Emilia (BO), Tel. 051 732226

• RistoranteDomusHernica di Quattrociocchi Mario, Via G. Sulpicio 28 - Veroli (FR), Tel. 0775236047    

• OsteriadeiNoci, Via Sbargoleto 13 Meldola (FC), Tel. 0543 491317

• RistoranteLaRuina, Via Varini 8 Marco di Rovereto (TN), Tel. 0464 942051

• OstariadeleStrie, Piazza Centrale, 10 Nogaredo (TN), Tel. 0464 412220   

• LocandaD&D, Via Maso 2 Loc. Sasso Nogaredo (TN), Tel. 0464 410777   

• AlbergoAiPini, Vicolo dei Pini 6 Tarzo (TV), Tel. 0438 586206

• Ristorante“LaPaggeria”, Via Rocca 16/20 Sassuolo (MO), Tel. 0536 805190

• OsteriaLaPiola, Viazza di Ramo 248 Modena, Tel. 059 848052

• RistoranteLaghi di Campogalliano, Via Albone 27 - Campogalliano (MO), Tel. 059 526988

• RistoranteEnoteca La Filanda, Via Marsala 8 Manciano (GR), Tel. 0564 625 156

• TrattoriaRigoletto, Borgo Amadio Ronchini 4/B - Parma, Tel. 0521 234852

• RistoranteAeolia, Piazza Da Schio 1 Costozza di Longare (VI), Tel. 0444 555036

• TrattoriaTrebbi di Gianna & Perla, Via Stiore 23 Parma, Tel. 051 6702002

• TrattoriaArcari, Via Belloni, 6/8 Colorno (PR), Tel. 0521 815439

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assicurarmi che la qualità sia delle migliori, noto che il prodotto è sempre fresco…ma c’è sempre qualcuno che tende a fare il furbetto nascondendo il prodotto meno buono sotto quello fresco o addirittura mischiandolo… dopo averli acquistati bisogna conservarli in frigorifero ricoprendoli per bene con della pellicola trasparente o in sacchetti alimentari e naturalmente è meglio consumarli entro 1 o 2 giorni al massimo. la proposta di oggi è la rivisitazione innovativa di un piatto tradizionale; un piatto fresco che abbina gusti particolari come quelli dell’amarena e del gelato al mango al sapore delicato del gambero, che comunque si accosta facilmente a qualsiasi altro sapore, ottimo da preparare non solo in estate. È un piatto piacevolmente fresco e delicato ricercatissimo, soprattutto in questo periodo, dai clienti del Cafe Calvados.

Cartoline da MoSCa

I gamberi si suddividono in diverse varietà in base alla valutazione del loro habitat e alla loro lunghezza: tra i 7 ed i 20 cm vengono denominati gamberi, al di sotto dei 10 cm vengono definiti gamberetti e sopra i 20 cm si classificano come gamberoni.I gamberi di fiume vivono in acque dolci e sono lunghi dai 2 ai 40 cm mentre i gamberi di mare hanno dimensioni maggiori. Anche i gamberetti si differenziano in esemplari di mare e di fiume e si diversificano dai gamberi per il colore, perché non hanno le chele e perchè sono lievemente schiacciati lateralmente.Entrambe le specie sono ricche di fosforo, sodio e vitamine, specie la A e la D e di potassio, inoltre hanno un contenuto limitato di colesterolo, mentre il gamberetto ne contiene ben il doppio.Quando si acquistano bisogna far attenzione che non odorino di ammoniaca in quanto hanno un odore naturale molto delicato, la corazza non deve presentare macchie scure e bisogna assicurarsi che il corpo sia rigido e sodo e non si deve separare con troppa facilità dalla carne, ciò vorrebbe dire che il prodotto è poco fresco. Andando nei mercati generali la mattina, qui a Mosca, per

Il gambero……ne!

Luigi Ferraro

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Cocktail di gamberi all’amarena Fabbri

su insalatina di stagione

e gelato al mango

Ingredienti per 4 personeTempo di preparazione 40 minuti

Per il gelato al mango

• 200 g di mango frullato• 200 g. di panna fresca• 1 tuorlo d’uovo• 20 g. zucchero semolato

Pastorizzare tutti gli ingredienti a 80 gradi, filtrare il tutto e mantecare in gelatiera.

Per il cocktail di gamberoni all’amarena Fabbri

• 16 gamberi della costa di Sibari• 50 g. di salsa cocktail• 10 g. sciroppo amarena Fabbri• 20 amarene Fabbri

Cuocere i gamberoni al vapore, farli raffreddare e tagliarli a pezzetti, condirli con sale, pepe, salsa cocktail e sciroppo di amarena Fabbri.

Per l’insalatina

• 10 g. insalata riccia• 5 g. lollo rosso• 5 g. valeriana

Condire il tutto con sale, pepe e olio extravergine.

Per la composizione

al centro del piatto sistemare le insalate, sopra adagiare i gamberi ed una quenella di gelato al mango. aggiungere alla base del piatto delle gocce di salsa all’amarena, balsamico e cocktail, decorare con erba cipollina e 5 amarene Fabbri.

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Storie di GaStronoMia

Cure erimedidi unavoltaSe non ci si poteva permettere il dottore, si faceva ricorso a tradizioni e superstizioni, condite da tante preghiere…

Gabriele Cremonini

“Se guarisce è stato il Signore, se muore è stato il dottore”: lo diceva, nell’ottocento, chi un medico poteva permetterselo. Ma tutti gli altri? ricorrevano ai rimedi della tradizione, che oggi possono farci sorridere. Per fermare il sangue di una ferita, si prendevano con la scopa le tele di ragno e si mettevano sulla ferita prima di fasciarla, incuranti che la scopa, prima, fosse servita per ben altro. in campagna sulle ferite da taglio si metteva una fetta di lardo (di suino maschio), ma anche impiastri fatti con cacca di piccione o di poppante, questi ultimi indicatissimi per i foruncoli. Per quella che veniva detta “risipola” (in italiano “erisipela”), infiammazione acuta e dolorosa della pelle in testa o sulla faccia, si usava tener sulle piaghe piccole rane vive, fermate con una pezza bagnata fino a quando non schiattavano. Per guarire l’itterizia l’usanza era singolare: si seppelliva un pane nel letamaio, mentre il malato rivolgeva preghiere a San Pancrazio: quando il pane

era marcito, l’itterizia era lì per andarsene. Ma contro l’itterizia la fantasia era scatenata: l’ammalato doveva mandar

giù un’ostia con dentro sette pidocchi vivi (non difficili da trovare, all’epoca), nella convinzione che i bestiolini avrebbero consumato la bile sparsa dentro il corpo. C’era poi la “miracolosa” pipì di bimbo bevuta a digiuno, rimedio contro la tosse, mentre una collana d’aglio messa al collo era il vermifugo ideale per i fanciulli. le cerimonie che avvenivano poi la notte di San Giovanni (24 giugno), specie nelle campagne (c’è chi dice siano ancora in uso), erano molto praticate dalle donne. evitando le strade (si diceva che in quella notte torme di streghe si radunassero ai crocevia), gruppi di donne andavano nei campi d’erba spagna, e si rotolavano nude nella “guazza” (rugiada) per contrastare la rogna e un sacco di altri malanni. Che dire poi della chiara d’uovo sbattuta, usata per lussazioni, mal di denti, mal di gola, mal di pancia, persino per rinvigorire chi aveva partorito: stesa su una pezzuola e messa sulla parte dolorante, aggiustava tutto…

foto

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cani

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Con le ricette di tanti Celebrity Chef per una kermesse tutta da gustare. Sarà anche l’evento “Dolce&Salato” de La Notte Rosa

Il gelato nel piatto 2012

Prosciutto di Parma caldo all’aceto profumato alle amarene con gelato alla rosa di bosco e Parmigiano Reggiano (Roberto Scarpelli, Ristorante Hotel Palace di Milano Marittima). Zuppetta di Rabarbaro e Amarene Fabbri con Gelato al Parmigiano Reggiano, Croccantino di Noci e Prosciutto di Parma (Andrea Tranchero, Modo Mio Italian Restaurant Australia). O ancora: Torta alle fragole con cremoso al Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e biscotto all’o-

lio di oliva (Fabio Baldasarre, Ristorante unico Milano). Gelato Parmigiano Reggiano e cipolla, con Prosciutto di Parma all’A-ceto balsamico tradizionale di

Modena con spuma di carciofi morellini (Italo Bassi e Riccardo Mondo, Enoteca Pinchiorri di Firenze).Sono alcuni dei piatti, elaborati dai migliori chef italiani, che festeggeranno in 100 ri-storanti di tutto il mondo la terza edizione de “Il Gelato nel piatto”, che si terrà dal 24 al 29 luglio prossimo.L’evento internazionale “Il Gelato nel Piatto con Parmigiano-Reggiano, Prosciutto di Parma e prodotti Dop e

Igp”, promosso dal magazine on-line INformaCIBO in collaborazione con il mensile Degusta, ha il sostegno di

Alma (la Scuola internazionale di cucina italiana diretta da Gualtiero Marchesi), di Parma Alimentare (il Consorzio che si pro-pone di “sostenere” in Italia e nel mondo i prodotti alimentari), Fiere di Parma (che organizza Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione). L’iniziativa, che vede come main sponsor il Consorzio del Parmigiano-Reggiano, il Consorzio del Prosciutto di Parma e Fabbri 1905, ha avuto il patrocinio della Regione Emilia Romagna, dell’Apt Servizi dell’Emilia Romagna, dell’A-scom, della Confesercenti, del Comune di Parma e della Provincia di Parma. La novità di questa edizio-ne è che entrerà a far parte degli eventi della Notte Rosa.Il Gelato nel Piatto 2012 sarà tra gli eventi della settima edizione della “Notte Rosa”, la più grande festa estiva della riviera ro-

magnola che inizierà venerdì 6 luglio 2012.Il Gelato d’Alta Gastronomia sarà nei menu di molti ristoranti della Riviera

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Adriatica dell’Emilia Romagna, come l’e-vento “dolce-salato” della manifestazione.Dopo la speciale Anteprima della Notte Rosa, per sei giorni si potra’ gustare il ‘ge-lato nel piatto’ al Grand Hotel Rimini con il piatto preparato dallo chef Claudio Di Bernardo, nei ristoranti degli chef stel-lati Alberto Rossetti e Marco Parizzi di Parma, da Paolo Teverini di Bagno di Romagna, Paolo e Luca Raschi del ristorante stellato Guido a Miramare di Rimini, da Guido Haverkock chef stella-to de I Portici Hotel di Bologna, Roberto Scarpelli del Palace hotel di Milano Marittima e Raffaele Liuzzi di Cattolica. Ma ancora a Parma nei ristoranti dello chef Enrico Bergonzi del ristorante Al Vedel, Filippo Cavalli dell’Osteria dei Mascalzoni, Maria Beatrice Petrini dell’Aquila Romana (Noceto Parma) e a Rimini da Fabio Rocco

http://www.informacibo.it/_sito/gelato-nel-piatto/2012/2012.htm

di “Na Pizz” in Via Flaminia 175 e da tanti altri pastry-chef. L’altra novità di questa terza edizione è la partecipazioni di associazioni di cuochi che operano in Italia e all’estero, in particolare, hanno aderito la Uir (Unione italiana risto-ratori), Tipico a Tavola, ristoratori dell’E-milia Romagna, i ristoratori dell’Ascom, il Cim (Chef italiani nel mondo) e Ciao Italia (Ristoranti italiani nel mondo) oltre a numerosi chef del Gvci (Gruppo virtuale cuochi italiani all’estero). E infatti “Il Gelato nel Piatto” sarà dal 24 al 29 luglio sulle ta-vole dei cento migliori ristoranti in tutto il mondo: a Bangkok (Thailandia), a Londra, a Singapore, a Seoul (Corea del sud), ad Ankara (Turchia), a Hong Kong, Shanghai e Pechino (Cina), a Tokio (Giappone), a Parigi, a Dubay, a Boracay (Philippine), a Porto Rico e in tanti altri posti in Italia.

Pubblichiamo alcune ricette che troverete nei menu dei locali degli chef che partecipano alla terza edizione

de “Il Gelato nel Piatto” 2012 dal 24 al 29 luglio

u la Food ValleY in inverno con aceto balsamico tradizionale, Parmigiano reggiano e Prosciutto di Parma (Luciano Tona, alMa, Scuola internazionale di Cucina italiana, diretta dal rettore Gualtiero Marchesi)

u Prosciutto di Parma caldo all’aceto profumato alle amarene con gelato alla rosa di bosco e Parmigiano reggiano (Roberto Scarpelli – ristorante Hotel Palace di Milano Marittima).

u la Zuppetta di rabarbaro e amarene Fabbri con Gelato al Parmigiano reggiano, Croccantino di noci e Prosciutto di Parma (Andrea Tranchero - Modo Mio italian restaurant australia).

u torta alle fragole con cremoso al Parmigiano reggiano, Prosciutto di Parma e biscotto all’olio di oliva (Fabio Baldasarre – ristorante Unico Milano).

u Gelato al Parmigiano reggiano variegato al Balsamico su gele’ di caprino e Prosciutto di Parma (Marco Medaglia Hotel Shanri-la di Kowloon (Hong Kong) ristorante angelini)

u Prosciutto di Parma caldo all’aceto profumato alle amarene Fabbri con gelato alla rosa di bosco e Parmigiano reggiano (Alessandro Saladini, ristorante dell’Hotel Caesius thermæ & Spa resort)

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Luciano Tonadirettore didattico

di alMa, Scuola internazionale di Cucina italiana, diretta dal rettore Gualtiero Marchesi.alMa ha sede nello splen-dido Palazzo ducale di Colorno (Parma) e dispone delle più

aggiornate attrezzature didattiche di cucina, pasticceria e sommellerie. Forma anche Manager della ristorazione e

dell’accoglienza in previsione di expo 2015

La Food Valley in inverno

Tipologia: piatto di mezzoStagionalità: tutto l’anno

• 40 g di aceto balsamico tradizionale

• 80 g di Parmigiano Reggiano

• 4 fette di Prosciutto di Parma

Gelato

• 600 g di latte intero• 70 g di panna• 1 baccello di vaniglia• 120 g di zucchero• 24 g di destrosio• 56 g di glucosio

Preparazione• Creare con 4 fogli di pellicola delle sfere di

aceto del peso di 10 g l’una• Congelare a -30• Frullare il formaggio e setacciarlo a setaccio

finissimo• aggiungerne 30 g nel latte • Unire al latte la panna, il glucosio, lo zucche-

ro, il destrosio e la vaniglia• riscaldare a 82°C• lasciare in infusione per 8 ore e poi filtrare

e mantecare nella mantecatrice per gelati• tagliare in piccoli bastoncini il prosciutto e

asciugare in forno fino a renderlo croccante• inserire il gelato in 8 stampi semisferici del

diametro di 5,5 cm da ottenere 8 semifere• eliminare la pellicola dalle palline di aceto• inserire al centro di una semisfera la pallina

d’aceto• accoppiare le semisfere e pressare molto

delicatamente• lasciare riposare per 20 minuti in congelatore• arrotolare le sfere nel formaggio grattugiato

rimasto• disporre i bastoncini di prosciutto sulle sfere

pressando leggermente

PresentazioneServire due sfere per porzione

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Prosciutto caldo all’aceto

profumato alle amarene con gelato alla rosa

di bosco e parmigiano

Prosciutto caldoIngrdienti per 6 persone

• 60 gr di olio extravergine di oliva

• 70 gr di aceto profumato alle amarene fabbri

• 60 gr di germogli di piselli

• 12 noci di parmigiano leggermente abbrustolite

• 6 fette di prosciutto da 50 gr circa cd. Tagliate a uno spessore cm 0 ,3

u Prima di cuocere il prosciutto tenete a disposizione tutti gli ingredienti pronti per impiattare. a questo punto, arrostire il prosciutto velocemente in padella con 30 gr di olio da entrambi i lati, sfumare con l’aceto.

Roberto ScarpelliRistorante Hotel Palace Milano Marittima

Gelato alla rosa di bosco e parmigianoPer il gelato

• 40 gr di gelatina di rosa di bosco

• 125 gr di latte• 125 gr di panna fresca• 75 gr di parmigiano• 30 gr bianco uovo• 30 gr di glucosio• 3 gr di farina

di carruba

u Setacciare con lo stabilizzante fare raffreddare per 12 ore poi amalgamare il bianco d’uovo e mettere in gelatiera o nel contenitore paco jet e congelare, mantecare poi al momento.

Preparazione dell’aceto all’amarena

• 100 gr di un buon aceto bianco

• 100 gr di amarene fabbri

u Mettere in un vaso ermetico l’aceto e le amarene fabbri, lasciare in infusione per cerca 15 giorni, poi filtrare e metterlo in bottiglia, tenere le amarene agrodolci che useremo per accompagnare il prosciutto.

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Presentiazione

disporre su un lato del piatto i piccoli germogli di piselli, nel centro del piatto disporre il prosciutto caldo, aggiungere il gelato, unire a fianco del prosciutto le noci di parmigiano ab-brustolite, mettere qualche amarena agrodolce, versare l’aceto rimasto in padella leggermente riscaldato sopra il prosciutto e finire il piatto con un filo di olio rimanente.

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Chef Andrea Tranchero Ristorante MODO MIO – Perth – Australia

Zuppetta di Rabarbaro e Amarene Fabbri

con Gelato al Parmigiano Reggiano,

Croccantino di Noci e Prosciutto di Parma

Ingredienti per 4 persone

Gelato al Parmigiano Reggiano

• 100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato

• 2 dl di panna fresca• 1 tuorlo d’uovo• 50 gr di glucosio

u Pastorizzate tutti gli ingredienti a 80 gradi, passate il composto in un colino fine e congelare, passare al paco jet.

Prosciutto di Parma croccante • n. 8 fette di prosciutto

di Parma (non troppo sottile)

• dl.1 di sciroppo

u Preparare lo sciroppo e raffreddare a 40 C°,

passare velocemente il prosciutto nello sciroppo; mettere sul silpat il prosciutto, comprimere con un altro silpat sopra e mettere in forno ventilato a 80 C° per essiccarlo.

Zuppetta Rabarbaro e Amarene Fabbri

• 500 gr di rabarbaro fresco

• 100 gr di amarene Fabbri

• 250 gr di zucchero• 650 gr di acqua

u Preparare lo sciroppo, nello stesso tempo pelare il rabarbaro e tagliarlo a tronchetti di 1 cm. Bollire il rabarbaro alcuni minuti nello sciroppo e far raffreddare aggiungendo le amarene

Fabbri e una parte del suo sciroppo.

Croccantino• 125 gr di noci

Macademia• 50 gr di zucchero• 25 gr di acqua• 1 gr di pepe nero

u in una padella antiaderente unire acqua e zucchero e far caramellare, unirvi le noci e far raffreddare. tritare le noci al robotcoupe e unire metà del prosciutto croccante tritato

Decorazione:• Ganache al cioccolato• Ciuffetti di menta

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Preparare le monoporzioni di gelato al parmi-giano e tenere in freezer per 20 minuti.in un piatto fondo mettere con i sac a poche la ganache al cioccolato, adagiare sul piatto la zuppetta di rabarbaro e amarene e aggiungere

Presentazione

il suo sciroppo. rollare le palline di gelato nel croccante e prosciutto di Parma e appog-giarle sulla ganache; decorare con le fette di prosciutto disidratato e con alcune amarene Fabbri e ciuffetti di menta.

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Torta alle fragole con cremoso al Parmigiano,

Prosciutto di Parma e biscotto all’olio di oliva

Biscotto morbido all’olio d’oliva

• 600 gr di uova• 1.100 gr di zucchero• 750 gr di latte• 1.000 gr di farina 00• 250 gr di mandorla

in polvere• 40 gr di lievito in polvere• 600 ml di olio d’oliva • Scorza di limone

grattugiata qb.• Cannella in polvere qb.• Miscela di 5 spezie

qb. (anice stellato, pepe, semi d’anice, zenzero,cannella )

u Montare le uova con lo zucchero. aggiungere il latte poco a poco, incorporare la farina e il lievito setacciati.incorporare le mandorle in polvere e mescolare con cura. aggiungere l’olio, versandolo

Fabio BaldasarreRistorante Unico - Milano

lentamente a filo, la scorza di limone grattugiata, la cannella e le spezie. Stendere l’impasto su una placca da forno rivestita con un tappetino di silpat.Cuocere in forno a 200 C° per 10 – 12 minuti circa. Mettere da parte in frigo.

Cremoso al Parmigiano Reggiano

• 68 gr di zucchero• 30 gr di acqua• 65 gr di tuorli• 300 gr di formaggio

robiola• 60 gr di prosciutto

di Parma • 200 gr di Parmigiano

Reggiano • 25 gr di zucchero• 6 gr fogli di gelatina• n.1 bacca di vaniglia

u Cuocere lo zucchero e l’acqua fino a 120 C°. Versare nei tuorli e montare fino a quando la miscela si raffredda.incorporare la robiola e il parmigiano grattugiato, lisciare fino a ottenere un impasto fine. a parte montare la panna con lo zucchero e la vaniglia incisa e grattata.Sciogliere in un po’ d’acqua i fogli di colla di pesce precedentemente bagnati e strizzati e introdurli nel composto al formaggio. infine aggiungere la panna montata. Stendere il composto in telai di 2 cm d’altezza e mettere in congelatore. affettare il crudo di Parma a fettine sottili e farle rosolare in padella affinchè diventino croccanti e tritarli nel mixer.

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GaStronoMia

ritagliare un quadrato di biscotto all’olio di 5 cm di lunghezza, 5 cm di larghezza e alto 1 cm.tagliare un lingotto di cremoso al Parmigiano reggiano della metà delle dimensioni del bi-scotto e disporvi sopra il Prosciutto di Parma grattuggiato. Spennellare la salsa di fragole alla base del piatto.

Tuiles al Parmigiano Reggiano

• 500 gr di zucchero a velo

• 125 gr di farina• 20 cl di succo di arancia • 250 gr di burro fuso• 100 gr di Parmigiano

u Fare ammorbidire il burro. incorporare lo zucchero a velo e poi il resto dei ingredienti e fare rapprendere in frigo.Stendere l’impasto sul un tappetino di silicone.Cuocere in forno a 170°C

.

Sfoglie croccanti di fragola

• 50 gr di fragole• 120 gr sciroppo

di zucchero ( 100 ml acqua – 80 gr zucchero )

u lavare le fragole, tagliarle finemente e stendere su un foglio di silicone . Spennellare le fragole con lo sciroppo di zucchero e porle in forno. Cuocere per un ora circa a 90 C°. lasciare riposare per circa 8 ore. Conservare le sfoglie croccanti di fragola in un contenitore con del silicio.

Salsa di fragole

• 200 gr di fragole fresche• 50 gr di sciroppo di

zucchero• 20 gr di succo di

arancia

u lavare e pulire le fragole. Frullarle in un mixer e poi passarle attraverso un colino. Condire la salsa di fragole con sciroppo di zucchero e succo di arancia.

Sorbetto alla fragola

• 500 gr di fragole fresche• 200 gr sciroppo di

zucchero ( 100 ml acqua – 80 gr zucchero )

• 10 gr di Contreau • 30 gr stabilizzante

u Unire tutti gli ingredienti, versare in una gelatiera e fare rapprendere.

Collocare al centro del piatto il quadrato del biscotto all’olio d’oliva e sopra, in un lato, di-sporre il lingotto di Parmigiano reggiano.Sistemare di fianco al cremoso una quenelle di sorbetto di fragola e disporre sopra del-le sfoglie croccanti di fragole e la tuiles di Parmigiano e della granella di pistacchi.

Presentazione

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Marco Medagliaristorante angelini

Hotel Shangri-la di Kowloon - Hong Kong

Gelato al Parmigiano Reggiano

variegato al Balsamico su gele’ di caprino

e Prosciutto di Parma

Gelato al Parmigiano

• 150 gr. di zucchero• 40 gr. destrosio• 200 gr. parmigiano

grattugiato• 40 gr. di Parmigiano,

tritato finemente• 570 gr. di latte scremato• 80 gr. di crema• 60 gr. di tuorlo d’uovo• 10 gr. di Aceto balsamico

di Modena invecchiato• sale se vi piace

u lasciare metà del Parmigiano grattugiato in infusione in metà del latte a 60 C° di temperatura per un’ora; aggiungete il restante latte, zucchero, destrosio, uova, panna e portare a 75 C°; miscelare, mantecare ed aggiungere il Parmigiano rimanente. dopo 4 ore togliere il gelato dal mantecatore

quindi aggiungere l’aceto balsamico e mescolare dolcemente.

Tempura

• gr 200 farina giapponese per tempura

• 360 cc di acqua fredda • 1 Rosso d’uovo

u in una bacinella mettere l’acqua (molto fredda); aggiungere poi il rosso d’uovo e la farina amalgamando bene e creando una pastella fluida. Fare delle palline di gelato e avvolgerle con della carta di riso, quindi tenerle in abbattitore per 3 ore circa, cosi da rendere il gelato molto freddo. al momento del servizio immergere le palline nella tempura e cuocerle per breve tempo in olio caldo.

Gelatina di Caprino

• 100 gr di Caprino • 100 gr di Latte• 100 gr di Panna• 2 gr. di Agar Agar• sale, pepe q.b.

u in una casseruola mettere a freddo: latte, panna e caprino fatto a pezzetti piccoli; poi portare a fuoco lento, fino a raggiungere una temperatura di 60 C°. Quindi aggiungere l’agar agar, mescolando con un frullatore a immersione, cosi da evitare che si formino dei grumi. Mettere il tutto in una placca e passare sul composto con un cannello da pasticceria, cosi da eliminare le bolle formate nel composto. lasciare riposare per 5/6 ore in frigo fino a quando il tutto non risulterà omogeneo e gelificato.

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Briciole di Prosciutto di Parma

• 200 gr di cotenna di Prosciutto

u Mettere in forno a 280 C° la cotenna, fino a quando non sarà perfettamente disidratata e croccante; una volta raffreddata tritate il tutto con il robot (frullatore).

Gelatina di Prosciutto di Parma e aria

• 400 gr. Prosciutto di Parma

• 400 gr. Brodo vegetale• 3 fogli di colla di pesce• 2 gr. Lecitina di Soia

u tagliare il prosciutto in pezzetti, quindi metterlo in una casseruola, aggiungendo il brodo vegetale e facendolo sobbollire, finche non

si sarà ridotto di 1/3 ; quindi scolare il tutto con un passino a rete fine. dividere i due liquidi; in uno mettere i fogli di colla di pesce, precedentemente ammorbiditi in acqua fredda, quindi riportare il tutto sul fuoco per qualche secondo e lasciare riposare per 3 ore circa; tenere l’altra meta del liquido per il servizio.

tagliare la gelé di caprino a rettangolo, quindi metterla come base del piatto, adagiandoci sopra le tre palline di gelato precedentemente fritte in tempura. aggiungete la gelatina di prosciutto, le briciole di cotenna, l’aria ricavata

dall’emulsione del restante della riduzione precedentemente ottenuta e la lecitina di so-ia; decorate infine con qualche piccolo fiore commestibile.

Presentazione

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Alessandro Salandiniristorante dell’Hotel Caesius thermæ & Spa resort

Bardolino Via Peschiera, 3 tel. 045 7219100 e-mail: [email protected]

www.hotelcaesiusterme.com

Mousse al Parmigiano Reggiano, gelato

alla mela verde con marmellata allo zenzero

e Prosciutto di Parma croccante

Marmellata allo zenzero• 500 g di zenzero

(peso netto) • 400 g di zucchero • 1 arancia • 1 limone • 120 g di zucchero per

ogni 100 g di succo di agrumi ottenuto

• 1 mela (facoltativa) • mezzo cucchiaino di

cannella in polvere

u Pelate lo zenzero, tagliatelo a fette spesse mezzo centimetro mettetelo a bagno in acqua fredda per un’ora. trascorso il tempo scolate il tutto ricoprite ancora di acqua fredda mettete sul fuoco e lasciate bollire per 5 minuti. Sgocciolate nuovamente, nuovamente ricoprite di acqua fredda e portate a bollore.

aggiungete il centrifugato d’arancia e il limone, pesate il succo e in base a questo preparate la quantità di zucchero (400 + 160) che metterete in un pentolino con una tazza d’acqua, preparando uno sciroppo denso. Poi centrifugate la mela e unite il suo succo a quello degli agrumi. lasciate cuocere per circa un’ora .

Per le pere al recioto• 200 ml recioto,• 2 anice stellato,• 1 stecca di cannella,• 4 pere.• 2 chiodi di garofano• 200gr di zucchero

u Versate il recioto, lo zucchero e l’acqua in una casseruola, portate lentamente a bollore.eliminate la buccia alle pere senza togliere il

picciolo, tenete da parte.Unite nella casseruola la cannella l’anice stellato, i chiodi di garofano e il cardamomo. Prelevate le pere con un cucchiaio o la schiumarola e adagiatele su un piatto a raffreddare; filtrate il liquido attraverso un colino in un pentolino più piccolo e fate ridurre fino a ottenere una consistenza sciropposa. disponete ogni pera in una ciotola e irrorate con lo sciroppo ottenuto.

Mousse di Formaggio• 100 gr di Parmigiano

Reggiano• 100 gr latte• 100 gr di panna

u Mettete tutti gli ingredienti in una casseruola, cucinare

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a fuoco bassissimo, sempre mescolando per una decina di minuti, e comunque finché la ‘prova cucchiaio’ non vi darà risultato positivo, cioè il composto resterà un po’ attaccato al metallo. togliete dal fuoco e ancora caldo versate il tutto in stampi. Conservate in frigorifero.

Gelato alla mela verde• 250 gr di latte intero • 250 gr di panna • 150 gr di zucchero • 300 gr di mele verdi

fresche • 1 pizzico di sale Il succo

di un limone

u Versate lo zucchero, aggiungete il latte il pizzico di sale e la panna cuocete 10 min. sino a ottenere un composto che metterete in una ciotola a raffreddare. Con il levatorsoli togliete la parte centrale delle mele. Pelate a vivo il limone, tagliate le mele a pezzetti mettete in una bastardella, pulite le mele tagliate a pezzetti aggiungete il limone pelato a vivo e frullate. Versate a filo la crema fredda e mantecate. Versate il tutto in un contenitore di alluminio e mettete in freezer per un giorno.

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Livia Laurentino

Negli anni cinquanta i locali situati al civico 2103 di Cannaregio, uno dei più po-polati quartieri di Venezia, che oggi ospita una cucina ricercata e curata nei minimi dettagli, erano la sede di un’altra attività e due meravigliose insegne, dipinte su vetro alloggiate al suo interno, ne rivelano la natura: Torrefazione Poggi. Dal 1992 in-vece sono la sede del Ristorante da Poggi, il cui chef patron è Stefano Aldreghetti, che ha festeggiato i 20 anni di attività lo scorso aprile, promettendo per il secondo semestre del 2012 una serie di iniziative legate alla gastronomia, nonostante la sua attività “on the road “ sia già molto intensa. Nella serata commemorativa lo chef ha ripercorso insieme ai suoi ospiti, attraverso il menù, i suoi vent’anni di professione

alternando piatti di carne a quelli di pesce, dal clas-sico musetto con polenta, ai cuori di capesante con salsa di topinam-bur, al tonno di coniglio cotto a bassa tempera-tura, al rollè di

Lo chef dal cuorerock

Stefano Aldreghetti festeggia vent’anni di attività

Un Po’ di storia

Quando esisteva la torrefazione Poggi, fondata dai fratelli Poggi entrambi appassionati di pugilato, i fratelli consentivano ai pugili locali di allenarsi nel retro bottega utilizzandolo come una palestra. i sacchi di caffè agganciati alle travi diventavano i sacchi da allenamento, e le pese determinavano la categoria di appartenenza, inoltre avevano istituito un premio per il vincitore. da qualche anno aldreghetti ha rispolverato questa tradizione trasformandolo nel Premio Internazionale Poggi, prestigioso riconoscimento assegnato a coloro che si distinguono nella promozione e nella diffusione della cultura enogastronomica del Veneto nel mondo.

GaStronoMia

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GaStronoMia

fegato alla veneziana fino alle sarde in saor.Oggi Aldreghetti ha una serie di incari-chi istituzionali nell’Associazione Cuochi Venezia (aderante alla F.I.C), e ha colle-zionato innumerevoli riconoscimenti e medaglie anche a livello internazionale. Si ricorda tra gli altri il podio meritato nel 2009 al Girotonno, manifestazione dedi-cata al tonno che si svolge a Carloforte in Sardegna, primo italiano a parteciparvi, il primo posto ex equo guadagnato all’ultima kermesse “Bacco e L’agnello” a Dorgali lo scorso maggio e la partecipazione alla quinta edizione della rassegna LaghiDivini

di Bracciano alla quale era presente come chef responsabile dell’Area Vip. La sua cu-cina si è evoluta nel tempo, si è affinata mantenendo sempre un saldo rapporto con le sue radici veneziane, che lo han-no reso meritevole di essere consociato della Dogale Confraternita del baccalà mantecato, uno dei suoi cavalli di battaglia oggi riproposto in versione finger food. Lo scorso anno è stato insignito dal ministro Alemanno dell’onorificenza della presiden-za della Repubblica Collegio Cocorum, se-guita poco dopo dall’investitura del Collare di Escoffier.

Cuore di capasanta in crema di topinanbur.Rollè con gocce di cabernet.

“Lo Chef daL CUore roCk”

Questo soprannome glielo ha affibbiato la cantautrice Pia Tuccitto, dopo un incontro casuale al ristorante. tra un piatto ed un calice di prosecco sono affiorati ricordi giovanili che hanno messo in luce la passione e anche un passato musicale da dj di Stefano aldreghetti . le passioni di entrambi hanno dato il via ad un progetto intitolato “Rock and food“ che vedrà le abilità culinarie di aldreghetti proposte insieme alla musicalità della tuccitto.

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GaStronoMia

A Finale Ligure, nota località balneare della Riviera del Levante, lungo la strada che conduce ad uno dei borghi più belli d’Italia, Finalborgo, c’è un angolo di risto-ro che vale davvero la pena conoscere: il Ristorante “Il Sogno” di Shpetim Xhakosi, per gli amici Timi, una sosta obbligatoria per gli amanti del pesce fresco preparato con cura e sapienza. Il “Sogno” di Timi, simpatico trentotten-ne albanese, è una storia dei giorni nostri che vale la pena raccontare, soprattutto in questo periodo in cui la fiducia nel futuro è scarsa a causa della crisi economica che il nostro paese sta vivendo. Timi arriva in

Italia e precisamente a Brindisi nel 1991, a soli sedici anni, su di un barcone della speranza, assieme a tanti suoi connazionali. Dal Salento viene “smistato” in Liguria, a Savona, ed è proprio qui che comincia la sua avventura. Racconta il capitolo più im-portante della sua vita senza mai perdere il sorriso, benché narri di sacrifici e rinunce. Il suo primo lavoro è come lavapiatti e tuttofare in un ristorante, per diciotto ore al giorno. Pochi anni dopo lo raggiunge la sua fidanzatina di sempre, Flora, e si sposano. Nasceranno due splendide fanciulle: Irene e Sara. Nelle cucine dei ristoranti presso i quali lavora, Timi osserva ed impara l’arte

Anna Beccaccini

A due passi dal mare, ai piedi di un borgo incantato

Un “sogno” dalsapore

agrumied aromatiche

di sale,

erbe

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55degusta

culinaria, inseguendo il sogno di creare un locale tutto suo dove poter finalmente esprimere la sua passione per la cucina. Dopo varie esperienze nel settore, final-mente nel 2010 apre i battenti “Il Sogno”, un locale molto accogliente e luminoso, che con la bella stagione ospita 50 coperti. La cantina è degna di rispetto, circa cento-cinquanta etichette tra vini liguri, piemonte-si e altoatesini, soprattutto vini bianchi. In cucina Timi si avvale dell’aiuto del cognato, ciò gli permette di trascorrere piacevol-mente del tempo in sala a servire gli avventori, soffer-marsi a descrivere i piatti e svelare con semplicità ri-cette deliziose e nuovi ed interessanti accostamenti. Il pane alle olive e la focaccia serviti ancora caldi assieme ai fragranti grissini sono un vero attentato alla linea, im-possibile però rinunciarvi o aspettare di consumarli con antipasti o secondi. Alcune portate meritano particolare menzione: passatina di ceci al rosmarino con code di gamberi fritti, ravioli di pe-sce al ragù di pagello, pinoli tostati e maggiorana, fritto di pesce ligure con verdure, zuppetta di gallinella con seppie, gamberi, cozze, e vongole, pescato del giorno in crosta di mandorle con patate, carciofi e olive tag-giasche. In cucina e in tavo-la è imperativo l’uso di olio extra-vergine di oliva ligu-re di ottima qualità. Per chi non amasse il pesce, Timi prepara piatti di ottima car-ne piemontese servita con verdure di stagione ed una

spolverata di inebrianti erbe aromatiche. E non si può rinunciare neanche al dolce, preparato in casa, vera e propria leccor-nia: semifreddo ai tre cioccolati, soufflè al cioccolato con cuore morbido e crema alla cannella. Come cantava Cenerentola nella fiaba da tutti noi conosciuta: I sogni son desideri chiusi in fondo al cuor….se credi fermamente il sogno realtà diverrà!

www.ristoranteilsogno.it

GaStronoMia

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56 degusta

Valerio Caretti ci intrattiene in questo numero della rivista, su un tema che risulterà di certo molto utile a tutti gli appassionati consumatori di Parmigiano reggiano: si tratta di informazioni fondamentali per chi desidera poter acquistare in tutta sicurezza, senza rischiare di incorrere in contraffazioni. Come riconoscere dunque il vero Parmigiano reggiano? “La prima cosa da osservare, nel caso di unaforma intera, sono i caratteristici puntini sullo scalzo e la placca di caseina apposta su uno dei due piatti della forma. Quest’ultima è la sua targa, non si scappa!”. in effetti è proprio così: apposta il giorno della lavorazione, quando la massa caseosa viene messa in fascera per acquisire la famosa forma, su di essa troviamo riportati la scritta CFPr (Consorzio Formaggio Parmigiano-reggiano), il codice alfanumerico identificativo di ogni singola forma e l’etichetta Datamatrix per lettura ottica. riconoscere l’originalità di una forma intera sembra una questione tutto sommato abbastanza semplice, ma le cose potrebbero complicarsi nel momento, per noi più familiare, in cui ci troviamo ad acquistare un pezzo di Parmigiano reggiano presso un punto vendita della grossa distribuzione. “Una volta confezionato e tagliato, la placca

può andare ovviamente persa oppure, se si trova posizionata proprio all’incrocio dei tagli, può non essere più riconoscibile; ma l’etichetta posizionata sulla pellicola che avvolge ogni singolo pezzo confezionato, deve necessariamente riportare fedelmente i dati del produttore e del confezionatore. I numeri identificativi che ci permettono di risalire al caseificio e al confezionatore, sono rilasciati dal Consorzio di Tutela e sono molto importanti per il consumatore che esige la tutela dell’originalità del marchio Parmigiano Reggiano”.

Buonissimo, altamente digeribile, assolutamente naturale: il Parmigiano-Reggiano non perde occasione per eccellere.

Agricola F.lli CarettiVia Zenerigolo, 4San Giovanni in Persiceto (Bologna)Tel: 051 823198www.aziendacaretti.it

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Un’attenta osservazione ci aiuta a evitare le contraffazioni senza rinunciare alla qualità e alla sicurezza garantita dal Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano

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57degusta

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adattarsi a tutti i cibi.

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caratteristiche diun vino fresco di

acidità dai profumi fruttati e dal

bouquet ricco di sapori, armonico e

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58 degusta

L’Italiadel vino

spumeggianteExport vincente

Vino e dintorni

Confortanti i dati del primo quadrimestre 2012

a cura della Redazione

L’export registra una crescita rispetto al 2011. Cresce la consapevolezza del bi-nomio qualità-origine del vino italiano, rispetto ad un calo per i vini tranquilli di Australia, Sudafrica, regrediscono anche i vini cileni, vanno molto bene i vini spa-gnoli, così registra Ovse (Osservatorio Vini Spumanti Effervescenti) nei primi 4 mesi. Giampietro Comolli, fondatore di Ovse, sintetizza: “Nel 2012, il consumo dei vini effervescenti italiani continua a crescere all’estero: +9% nei volumi e +15% in valo-re. Segno della credibilità, della forza del marchio, della qualità. Ferme le spedizio-ni di bollicine metodo tradizionale dopo il grande successo del 2011. In generale, crescita anche per Barolo (+9%), Chianti, Soave(+7%) e Amarone soprattutto in Regno Unito e in Usa, ma con la richiesta per i vini di alto prezzo a scendere di valore almeno del 10-15%. Molto bene il Lambrusco Doc e non Doc. Volano i consumi di vino in Canada, diventato il 6° Paese al mondo per consumi.” L’export totale italiano nel 2011

è stato di 23,6 milioni di ettolitri per 4,4 miliardi di euro di valore: la conferma di crescita è per i vini senza denominazione, cioè vini commercializzati con il nome della marca, contratti chiusi con grandi marche distributive e di importazione. In ogni caso continua il trend per vini freschi, moderni, meno alcolici, abbinabili con ogni cucina, ideali per ogni momento e occasione, me-glio se il vino è anche festa, convivialità, cultura. All’estero è molto alto il livello del binomio vino-cultura italiana. In Italia le cose non vanno così male dopo i cali degli ultimi 2 anni. Per Comolli: “Il mercato nazionale è sta-bile, non calano i consumi in generale con alcuni buoni segnali per Barbaresco, Brachetto d’Acqui, cresce ancora la vo-glia di vini “effervescenti” con il Prosecco Superiore Spumante Docg (+3% in bottiglie) e il Prosecco Doc (+6%in bottiglie). Uno stop si registra per i vini metodo tradizionale, sia nazionali che di importazione. Il prezzo al consumo è sempre più fattore determinante

è

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Vino e dintorni

e questo incide maggiormente sugli acqui-sti di grandi vini e sulle denominazioni straniere. In Italia crescono le vendite di-rette in cantina (+4%) e i consumi nella Gdo segnano +7% nel primo quadrimestre 2012 per tutti i vini spumeggianti con un +11 in valore. La fascia più gettonata è fra 6-9 euro alla bottiglia sullo scaffale.” In questo contesto le manifestazioni sui

territori di produzione dei vini diventano un veicolo commerciale, non solo di svago e turismo. Ripresa anche per gli spumanti rosati (+3%), soprattutto ottenuti con meto-do italiano. Fermi i consumi di vini e spu-manti al ristorante, ancora giù gli acquisti in enoteca, ad eccezione del consumo a calice che sta crescendo in ogni canale di mescita.

foto

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ospumeggiante

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Vino e dintorni

terrabottiglia

Dallaalla

Antica Casa Vitivinicola Italo Pietrantonj SasVia San Sebastiano, 3867030 Vittorito (AQ) Tel e Fax: 0864 72.71.02 [email protected]

L’Azienda Pietrantonj racconta una storia di oltre due secoli fatta di passio-ne, tradizione ed innovazione. Da ben 8 generazioni l’attività vitivinicola ha luogo nei tenimenti di Vittorito e Corfinio siti nel cuore della Valle Peligna, luogo di origine del Montepulciano d’Abruzzo e culla sin dall’epoca romana della più pregiata e de-cantata produzione vinicola. Oggi le tenute di proprietà si estendono su una superficie totale di circa 100 ettari di cui 60 vitati,

dislocati tra Vittorito e Corfinio ad un’alti-tudine compresa tra i 350 ed i 400 metri sul livello del mare. La coltivazione dei vigneti è riservata ai tradizionali vitigni autoctoni abruzzesi quali il Montepulciano d’A-bruzzo e, in misura ridotta, al Trebbiano d’Abruzzo, alla Malvasia, al Pecorino e alla Campolese o Passerina. Le uve vengono vinificate, in un’attenta sinergia tra tradizione ed innovazione, nelle can-tine storiche aziendali situate nel centro

Antonietta Mazzeo

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61degusta

Vino e dintorni

bottigliaantica dedizione

con

del piccolo borgo medievale di Vittorito. Il rispetto per la tradizione e l’ estrema cura del “passato” si avvertono visitando la se-de storica dell’Azienda costruita prima del 1830. Attualmente adibita all’invecchiamen-to dei grandi vini rossi aziendali in botti di rovere di Slavonia, rappresenta anche un piccolo museo vitivinicolo. Particolare interesse rivestono gli antichi attrezzi utiliz-zati per la lavorazione del vigneto e per la vinificazione delle uve come le prime pigia-diraspatrici dei primi del ‘900 e i due maestosi torchi in legno del ‘700. Qui si trovano, uniche al mondo e vero e proprio gioiello dell’architettura dell’epoca, le due grandiose cisterne della capacità complessiva di 1402 ettolitri col-locate a 14 metri sotto il livello stradale. La loro caratteristica pe-culiare è il singolare rivestimento interno in piastrelle di vetro di Murano, perfettamente conservato e ammirabile grazie al facile in-gresso in una delle cisterne.Attraversando il giardino di fa-miglia si torna nell’attuale sede e centro aziendale in cui avven-gono oggi tutte le fasi di trasfor-mazione dell’uva, l’affinamento, l’imbottigliamento e lo stoccaggio dei vini. La produzione dei vini

Pietrantonj si articola in una vasta gamma di vini rossi, cerasuolo e bianchi in base ad un’ attenta differenziazione produttiva che esalta la propria unicità territoriale e riflette i gusti e le aspettative di autenticità ed accessibilità del mercato con le diffe-renti selezioni: “Vicenne” che è la linea classica, “Etichetta Nera” - storica etichetta aziendale del Montepulciano d’Abruzzo, “Arboreo”, “Cardillo”, “Cerano” che van-ta importanti e prestigiosi riconoscimenti a

Concorsi Enologici Internazionali, e le selezioni dei Bianchi IGT Pecorino e Malvasia, a cui si aggiungono il Temè Pecorino Spumante, l’unico spumante del territorio aquilano, e il Passito Rosso che, nato con l’intento di esaltare al meglio le potenzialità aromatiche del Montepulciano d’Abruzzo, racchiude in sé le caratteristiche della zona di origine e delle sue tecniche di produzione. Il fascino della storia, il forte le-game con la terra, la capacità di innovazione nel rispetto della tradizione racchiuse in vini che raccontano al semplice appassio-nato e all’intenditore più esigente un autentico e vivo legame con il nostro territorio, la Valle Peligna.

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Vino e dintorni

Un vitignoautoctono,

un raffinatovino bianco

La tradizione, la terra, il sole, la polvere, il fango, le persone, i volti, gli sguardi, i colori...

Antonietta Mazzeo

Era il 1726, lo Stato della Chiesa aveva iniziato a cedere i propri possedimenti terrieri bolognesi. Da allora e su quegli stessi terreni, la famiglia Lodi Corazza si occupa di agricoltura. Una fa-miglia di antica tradizione commerciale ap-prodata nella bella campagna Felsinea, da sempre terra di confine infinito tra Impero e Chiesa. Lì trovò nella viticoltura e nel vino la sua anima. Il primo documento

che testimonia la produzione e la vendita di vino da parte dei Lodi risale al 1877. Il trascorrere del tempo ha indubbiamente modi-ficato questi territori, ma i vigne-ti sono rimasti dov’erano, intatti. Come a controllare che ancora oggi tutto proceda secondo le volontà degli avi. A noi è bastato dare nuova linfa a quello che già c’era, rigenerare i vecchi vigneti:

Il Pignoletto della Mamma, la Barbera di Iaio, il Merlot del Babbo, il Sauvignon di Napoleone o l’Albana del Nonno, perché in ogni parte della tenuta c’è una storia che ha voglia di essere raccontata, un’anima che parla. “I veri intenditori non bevono vino, degustano segreti”

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Vino e dintorni

Estesa su una super-ficie di 60 ettari, l’a-zienda Lodi Corazza ha scelto di coltivare a vigneto i 18 ettari della parte più col-linare e all’interno della zona DOC dei Colli Bolognesi. Quella della viticol-

tura è una tradizione familiare che oggi prosegue con i fratelli Silvia e Cesare. I due fratelli, negli anni, hanno saputo coniugare un’attenta azione di valorizzazione dei viti-gni autoctoni già presenti, con l’utilizzo di vitigni internazionali, esaltati nella magra terra rossa di Zola Predosa. Con l’aiuto di validi consulenti, hanno saputo inoltre tro-vare la chiave di accesso alla piacevolezza

Azienda Agricola LODI CORAZZA

via Risorgimento, 223 40069 Ponte Ronca di Zola Predosa (BO)

Tel e Fax +39.051.756805 e-mail [email protected]

www.lodicorazza.com

di un gusto che sa di tradizione e tipicità.Pignoletto Frizzante - Colli Bolognesi - Denominazione di Origine ControllataOttenuto da un’uva straordinaria: il Pignoletto raccolto in due passaggi di vendemmia per avere freschezza, equi-librio e anima. Vino di una bevibilità straordinaria, dall’animo schietto come la gente emiliana. Un affinamento con lun-ghe permanenze sui lieviti, e uno charmat in autoclave con fermentazione diretta-mente da mosto d’uva, (con esclusione

della rifermentazione), gli conferiscono un perlage fine e persistente ed una presa di spuma lenta e controllata. Giallo come “la paglia” con sfumature di primavera verde, coinvolge con i suoi aromi di mandorla e fiori bianchi, inebria con il fresco del biancospino e della frutta. Acidità e mor-bidezza ben bilanciate ne fanno un vino dalla personalità molto spiccata, da consi-derarsi a tutto pasto indispensabile nella cucina emiliana.

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Vino e dintorni

Whisky“torbato”la tradizione è servita

Quando si parla di whisky a Bologna, un nome su tutti, si evidenzia: Kik bar, la “whiskyteca” di via San Donato con i suoi due valenti anfitrioni: Bruno Benassi e Pietro Malaguti

Nella saletta del Kik bar alle pareti ci sono bottiglie di distillato di ogni tipo, che Bruno Benassi ha cominciato a collezio-nare quando lavorava ancora nella vec-chia drogheria dove, per motivi di spazio, dovette decidere se tenere l’assortimento di whisky o quello di grappe. Da allora, ne è passato di “blended” dorato nei bic-chieri. Oggi ha la conferma della felice scelta, essendosi confermato come riferi-mento fondamentale per gli appassionati del Whisky, per i professionisti del settore e per gli addetti ai lavori. Le tre categorie sono rappresentate senza dubbio da Pietro Malaguti, professore di cornamusa, orga-nizzatore di eventi e titolare di “The Celtic Store” oltre, ovviamente, che esperto di whisky. Mr. Malaguti evidenzia il suo “fi-sic du rôle” presentandosi con cornamusa - quella delle Highlands o “piob-mhor” (grande cornamusa) - e tradizionale “kilt”, con tanto di pugnale al polpaccio. Quando il sig. Benassi saluta i convenuti alla degu-stazione, mr. Malaguti intona lo “strathspey e reel” o il “piobaireachd” (marce militari solenni), e subito si crea l’atmosfera giusta. Anche i whisky già pronti nei bicchierini a tulipano e gambo corto, chiusi con vetrino per non disperdere l’effluvio (in Scozia

Bruno Benassi titolare del Kik bar.

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Vino e dintorni

iL biCChiere da whisky

Un bicchiere a tulipano con gambo corto, da dimenticare il classico bicchiere largo “tumbler” con ghiaccio che si vede nei film americani, quel tipo di bicchiere si può utilizzare più per i Bourbon e i tennessee Whiskey americani o i Blended commerciali. il ghiaccio non va utilizzato perché ha la tendenza a “chiudere” gli aromi e solitamente è fatto con l’acqua del rubinetto che, sciogliendosi, rilascia il cloro, rovinando il lavoro di uomini e di anni. il vero bicchiere da scotch deve essere a tulipano, col gambo corto, della capacità di un terzo di pinta (0,189 litri) chiamato in Scozia “pony” o “drum”. deve essere ovviamente trasparente, per leggere attentamente il colore del whisky (più bruno e scuro è più è invecchiato) e gli archetti sul bordo (indice di oleosità e quindi di corposità). alcuni intenditori tra una sorsata a l’altra coprono il bicchiere con dei vetrini o più semplicemente con pezzi di carta, il sapore del whisky cambia, infatti, se esposto all’aria. Se si effettuano esami comparativi di più whisky la quantità nei diversi bicchieri deve essere il più uniforme possibile; un livello più alto degli altri penalizzerà la concentrazione delle sostanze volatili, un livello più basso la faciliterà.

“pony” o “drum”). L’ospite d’onore è il whi-sky di Port Ellen, l’Ardbeg torbato (whisky il cui malto è essiccato nei forni a torba e invecchiato in botti dismesse di altri distil-lati). Votato il migliore del mondo per ben 3 anni di seguito, l’Ardbeg ha colore giallo paglierino, riflessi oro vecchio e caratteri-stico aroma. Insieme alla torba presenta

sentori di paglia, pesce secco, cuoio, frutta e barbeque; assaporandolo con cioccolato amaro (o in alternativa con formaggio) per ripulire il palato dai sapori fuorvianti della cena o dall’assaggio di un altro whisky, si percepiscono anche le note di salsedine. L’Ardbeg Alligator, edizione limitata dell’an-no 2011 della gamma che deve il nome al metodo di “carbonizzazione” o bruciatura “charred Alligator” all’interno del fusto di rovere in cui è stato in parte invecchiato, mescolato con altri whisky di diversa “età”. È allora che il legno bruciato prende l’ap-parenza della “pelle di alligatore”. (G.L.)

Pietro Malaguti professore di cornamusa, titolare di “The Celtic Store” e noto esperto di whisky, ama celebrare le degustazioni esibendosi in modo impeccabile in divisa scozzese e cornamusa.

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66 degusta

Birra nel Mondo

tradizione

I Cinesi conoscevano e praticavano l’arte della fermentazione fin dall’antichità. Basti pensare che, al tempo degli egizi, producevano addirittura con tecniche più avanzate un tipo di birra fatto per lo più con miglio e riso.

la prima bevanda fermentata, simile alla birra, fu inventata in Cina da un certo i-tye già nel terzo millennio a.C. l’assunzione di questa bevanda rivelò presto conseguenze dannose, tanto che nel 2207 a.C. l’imperatore Yu (o ta-yu) ne vietò la produzione e il consumo sotto la minaccia di pene severe. Vi rinunciò egli stesso e, ad evitare che il prodotto finisse per rendere effeminato il cuore dei principi successori al trono, licenziò addirittura il suo coppiere. Ma tutto risultò inutile. nel 1836 a.C. l’imperatore Kya ordinò a 3000 dei suoi sudditi di tuffarsi in un lago

appositamente predisposto e riempito della bevanda. nel 1120 a.C. infine Chin-vang riunì tutti i principi dei suoi possedimenti per concordare la soppressione della produzione del “magico nettare”.e, mentre per il culto degli antenati veniva utilizzata una birra di miglio, chiamata tsiou; tra le specialità locali, il tipo di bevanda più popolare era il shaoxing, chiamato anche vino giallo. Prodotta ovviamente ad alta fermentazione con riso e miglio, questa bevanda, tuttora in auge, ha un contenuto alcolico in volume tra il 15 e il 22%. il riso viene pretrattato con un particolare fungo, Aspergillus oryzae.Ma, nonostante preparassero da secoli bevande alcoliche, i Cinesi ancora non avevano una vera e propria tradizione

La birrain Cina un’antica

Antonio Mennella

TsingtaoBeerDella Tsingtao Brewery di QingdaoLager tipo pilsner di colore paglierino luminoso, fabbricata con acqua di ruscelli di alta montagna (g.a. 5%). All’aroma floreale segue, nel corpo relativamente leggero, l’inconfondibile gusto luppolato delle birre cinesi, evidenziato da nitide note di malto e di vaniglia. Il corto retrolfatto dispensa suggestioni secche di luppolo. È una birra assai esportata ovunque, in parte anche per soddisfare la domanda dei cinesi sparsi nel mondo.In Occidente si è diffusa come bevanda di accompagnamento ai piatti cinesi, mentre negli Stati Uniti è diventata per certi versi una birra “cult”.

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per quel che riguarda la fabbricazione di birra. Gli esperti stranieri pertanto giocarono un ruolo chiave nello sviluppo iniziale dell’industria birraria in Cina. tutto cominciò all’inizio del sec. XX, quando i russi avviarono la produzione di birra ad Harbin. nel settore orientale della popolosa provincia di Shandong, tsingtao (oggi Qingdao), fortificata nel 1891, fu ceduta in concessione commerciale alla Germania sette anni dopo. Potendo contare su un vasto retroterra agricolo, sotto l’amministrazione tedesca ebbe una rapida espansione economica, diventando una vera e propria città moderna e vivace centro commerciale a contatto sempre più stretto con i paesi industriali d’europa. in tale contesto, insieme alle luppolaie, nel 1903 nacque a tsingtao l’omonima fabbrica di birra che passò poi in mani cinesi (i tedeschi vi rimasero fino al 1914).durante la prima metà del sec. XX si svilupparono numerose altre unità produttive, straniere e cinesi, nelle varie regioni del Paese. Con l’ascesa al potere del governo comunista, tutte le fabbriche di

birra passarono sotto il controllo dello Stato e venne incentivata la coltivazione del luppolo. data la quantità di abitanti della Cina, è stato impossibile impiantare fabbriche così grandi da soddisfare il fabbisogno nazionale. Questo ha fatto sì che tante piccole aziende sorgessero sparse su tutto il territorio. la maggior parte delle fabbriche di birra attuali è stata fondata solo dopo il 1980. Già prima del 2000 le statistiche ufficiali ne riportavano 850, ma si tenga presente che diverse altre centinaia non sono

registrate. Basti considerare che anche città di dimensioni modeste possono vantare il proprio birrificio.Con l’avvicinarsi poi della Cina alla libera economia di mercato, molti birrai internazionali hanno aperto nuovi stabilimenti o instaurato rapporti commerciali con le fabbriche locali, introducendo nuove tecnologie e capitali freschi per modernizzare la traballante industria del Paese e poter finalmente soddisfare la domanda di questo enorme mercato.

WestLakeBeerdella Hangzhou Zhongce Brewery di HangzhouLager di colore biondo dorato intenso, fresca e leggera, con amabile sapore fruttato(g.a. 3,8%).Viene preparata con acqua di sorgente che proviene dalla regione del Lago Occidentale e aggiunta di riso.

ZhongHuaBeerdella Zhejiang Qianjiang Beer Group di HangzhouLager di colore biondo pallido e dall’aspetto brillante (g.a. 5%).L’aroma è floreale di luppolo. Dal corpo leggero si snoda un delicato gusto di luppolo, ma con blande venature dolci di malto.Bevanda che riscuote molto successo presso la gioventù cinese per le sue proprietà dissetanti.

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Homebrewing, fermentano

Lortica e BrewLab hanno chiamato a raccolta gli artigiani italiani della birra per la seconda edizione del concorso “Homebrewing dei Birrai Eretici” per designare la birra dell’estate

Doveva essere beverina, dissetante, spe-ziata o fruttata, comunque le caratteristiche premiate sono state freschezza e bevibi-lità. Più di 20 spine, a rotazione, hanno proposto lungo via Mascarella a Bologna, una selezione di bionde che riuscivano a trasmettere la propria idea di “artigiana”. I “Birrai eretici” nazionali e non, hanno voluto e saputo osare sperimentando tra tradizione e innovazione. Il concorso è stato organizzato per far conoscere ai non astemi, non birre estreme, ma il percor-so per approcciare l’universo artigianale “brassìcolo” (dal francese brassèr smuovere, mescolare materia pastosa) il suo mondo, la sua storia e, ovvio, i suoi gusti. In que-sta seconda edizione (la prima sempre a Bologna nel dicembre 2010) in due giorni sono stati spinati più di 1300 litri di birra (e non si è registrato nessun tipo di problema

di ordine pubblico) gli stili adottati (catalo-gati nel regolamento) sono stati molti, ma i tanti partecipanti non hanno esitato ad andare anche oltre gli standard! Alla pre-miazione sono giunti: •Francesco Vieceli - Kereru - Belgian Ale •Christian Govoni - CH’APA - American Pale Ale •Christian Govoni - EMF - India Pale Ale. Questi a tutti gli effetti i “birrai per un giorno” che hanno brassato la propria ricetta pres-so il Birrificio Vecchia Orsa. Notevole la partecipazione degli sponsor a contorno della manifestazione dove peraltro si pos-sono ancora assaggiare i prodotti dei vari “partecipanti”: Lortica, sede della prova, Cantina Bentivoglio jazz e buona birra, gran connubio! Modo Info Shop, dove è stato presentato il libro a tema di Umberto Pasqui “L’uomo della birra”, Mustache, lo-calino trendy per crescentine e… birra,

ereticii birrai

Vino e dintorni

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69degusta

“Lortica” via Mascarella n° 26 - 0126 Bologna (BO) - [email protected]

iL festivaL “teCniCo”

Sino al raggiungimento di 20 iscritti, ogni concorrente ha potuto presentare due birre diverse (oltre, una sola). Gli stili ammessi - personalizzazioni comprese - erano i seguenti (si è fatto riferimento alle BJCP Style Guideline): 6a. Cream ale - 6B. Blonde ale - 6C. Kölsch6d. american Wheat or rye - 10a. american Pale ale - 15a. Weizen/Weissbier - 15d. roggenbier (German rye Beer) - 16a. Witbier - 16B. Belgian Pale ale - 16C. Saison - 16d. Bière de Garde - 16e. Belgian Specialty ale - 20. Fruit Beer - 21a. Spice, Herb, or Vegetable Beerda regolamento le birre a concorso non dovevano essere state presentate in nessun’altra manifestazione analoga. la quantità obbligatoria (vista la presenza di 2 giurie) era di 3 bottiglie da 50 cl. o fino ad un massimo di 1,5 l. con l’etichetta ufficiale e senza alcun segno di riconoscimento. Per ritenere valida l’iscrizione, occorreva inviare entro la data stabilita, la ricetta della birra a concorso accompagnata da una breve descrizione dell’idea che l’aveva ispirata. Per il vincitore dieci litri della produzione.

Vino e dintorni

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70 degusta

Bravo Caffè, live club, birra e musica dal vivo, Cremeria Mascarella per assaporare la “granita alla birra artigianale” e Fermento Birra, network editore di Eur Hop e orga-nizzatore della crociera turistica “Un mare di birra”. Della giuria faceva parte anche

Roberto Poppi del birrificio Vecchia Orsa (Crevalcore BO) che ha tenuto a sottoline-are l’alto livello qualitativo dei partecipanti (ovviamente le birre non si possono trovare in commercio, ma degustare nei locali che hanno partecipato all’iniziativa). (G.L.)

L’artiGiana

in italia si comincia a parlare di birra artigianale nel 1995, con l’apertura dei primi brewpub, ma è negli ultimi anni che il comparto dei piccoli produttori di birra italiani ha iniziato a crescere e a trasformarsi. ad oggi i microbirrifici censiti sono 450, con una produzione di circa 150.000 ettolitri l’anno. la birra fatta in casa si può ottenere ovunque, l’importante è avere acqua “buona” (ingrediente principale e fondamentale). in italia sono 450 i birrifici artigianali e rappresentano il 2% del mercato. Spesso utilizzano materie prime insolite – castagne, lenticchie, ciliegie, pepe e anche alghe o sale – e tecniche fantasiose, ma l’importante per loro è guardare alla qualità piuttosto che alla massimizzazione del profitto. doveroso dunque esaltare l’esperienza sensoriale attraverso l’uso di materie prime pregiate. niente procedimenti invasivi come pastorizzazione o microfiltrazioni che a fronte di una più alta stabilità del prodotto privano la birra degli olii essenziali e dei nutrienti in essa disciolti. l’artigiana, rispetto all’industriale, dà sensazioni che il consumatore medio non è abituato a cercare: profumi vari e intensi che cambiano a seconda dello stile utilizzato e grazie a capacità e creatività del birraio che usa mosto di vino o frutta o, ancora, che invecchia la birra in botti che hanno già ospitato vini o liquori, ottenendo così sentori di caffè, miele, frutta secca e agrumi, resine, oltre a percezioni tattili in bocca come una maggiore avvolgenza del palato e una più acuta persistenza del gusto. Si hanno così profili sensoriali complessi caratterizzati da una fortissima diversificazione e da una loro filosofia produttiva. e questi “professionisti artigiani” sono sempre più spesso sui podi di importanti competizioni come l’european Beer Star e il World Beer Cup (dove i “nostri” Birrificio del ducato e Birrificio italiano hanno fatto man bassa di medaglie).

Vino e dintorni

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Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

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CaliCe taGliente

Cantineaperte chiuse

Umberto Faedi

Non ci sono dubbi sul fatto che il Movimento del turismo del Vino abbia profondamente e positivamente inciso sulla diffusione della conoscenza dei vini e delle aziende vinicole del nostro paese, anticamente (e non a caso) denominato enotria. Fino a venticinque anni fa la stragrande maggioranza delle aziende piccole e medie ma di grande qualità erano assolutamente ignote alla quasi totalità degli italiani di ogni regione. era diffusissima e in alcune regioni resiste tuttora l’usanza di andare ad acquistare presso aziende o contadini conosciuti il vino sfuso per poi magari imbottigliarselo in proprio e regalarne alcune bottiglie ad amici o conoscenti. Solo pochissimi privilegiati potevano permettersi la conoscenza di vini pregiati e di avere una cantina personale ricca di bottiglie selezionate. il vino e, in particolare, certe bottiglie come lo spumante veniva consumato in circostanze tipo le feste, i compleanni, i matrimoni ed altre ricorrenze strettamente personali. Pochissimi consumavano a casa bottiglie etichettate. in questa situazione si è innestato il prezioso lavoro del Movimento del turismo del Vino e di altri sodalizi quali le associazioni di sommelerie, gli enti ed i consorzi vinicoli regionali e provinciali, l’associazione delle Città del Vino, le commissioni e del Ministero dell’agricoltura e di tutte le realtà che hanno incuriosito e avvicinato

milioni di consumatori italiani al mondo del vino e alla meravigliosa realtà delle nostre colline e campagne. l’enoturismo è stato uno dei motori principali che hanno messo in moto un meccanismo che ha portato masse sterminate di potenziali consumatori ad avvicinarsi al vino e al suo mondo. Sono nati gli agriturismi ma adesso sono troppi e troppi sono finti. e dopo venti anni l’evento Cantine aperte è arrivato a un bivio: così come è impostata ora la manifestazione corre il rischio serio di spegnersi lentamente. È arrivato il momento di ripensarne la formula. in emilia romagna e a Bologna e provincia, unica città con tre doc, il calo delle aziende aderenti è stato vistoso seppur controbilanciato da nuove adesioni. nelle altre regioni non è andata davvero meglio. Molti vignaioli si sono stancati di avere l’azienda invasa da orde di maleducati che si inebetiscono alle degustazioni gratuite, raccattano e rubano tutto quello che possono e poi se ne vanno senza comperare nemmeno una bottiglia. Ci sono poi nel corso dell’anno tante vere o finte occasioni per aprire le cantine che oramai non è più una occasione desiderata e privilegiata. Bisogna riflettere molto bene per non perdere l’evento e per cercare di adeguarlo ai tempi molto duri che tutti stiamo vivendo.

o

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Un SorSo di riSate

Rimembranzed’estate

A riccione, in quella sfavillante notte di agosto, il cielo era chiaro e profumato di fiori e di mare.Girovagando in mezzo alla calca vacanziera, ma estraneo a tutto ciò che mi circondava, ero alla ricerca di me stesso e di un altro affranto che potesse condividere la mia solitudine.Come un bagliore ancestrale, la notai al piano-bar dell’atlantic Hotel.alta, bionda, esile nel suo frusciante vestito color acquamarina, sola e disinteressata alla chiassosa e avulsa allegria che la circondava.Con noncuranza, stava centellinando un cocktail divenuto ormai caldo e senza più alcun aroma.Si chiamava elisa ed era figlia di un noto

La nostra rubrica semiseria si arricchisce. In questo numero riportiamo un delizioso, romantico racconto su come ciò che vediamo assume significati diversi rispetto al fine che perseguiamo!

viticoltore del cesenate.Perso nell’azzurro dei suoi occhi, non capivo più di cosa stavamo parlando…d’improvviso ci trovammo sulla spiaggia, il mare luccicava al riflesso di una immensa e diafana luna.Sentivo l’ondeggiare dei suoi setosi e profumati capelli sul viso e… rapito dall’emozione azzardai:“Hai visto che luna, sembra che attenda solo noi…”Sospirò, e passionalmente con un tremulo filo di voce, rispose:“È proprio quella giusta e intonata…la strinsi leggermente a me ed osai: “ Per fare cosa elisa?“Ma per imbottigliare il vino, pataca!”

Pier Luigi Nanni, giornalista,enogastronomo e docente IPSSAR

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La venticinquesima edizione del Porretta

Soul FestivalPorretta terme dal 19 al 22 luglioGianfranco Leonardi

Rappresenta una delle manifestazioni più impor-tanti della Regione Emilia Romagna. Sul palco di Porretta nel parco inti-tolato a Rufus Thomas saranno presenti i no-mi più prestigiosi della black music in esclusi-va europea. L’evento è ampiamente pro-mosso con una cam-pagna pubblicitaria na-zionale su stampa quotidiana e periodica, radio e affissioni. Il Porretta Soul Festival rappresenta una grande risorsa per l’eco-nomia del nostro Appennino. Diversi tour operators (di Francia, Germania, Stati Uniti) hanno già realizzato pacchetti turistici che prevedono una full immersion nel festival e il soggiorno nell’Alto Reno, escursioni nei bellissimi borghi dei dintorni, comprese. Ci sono altre importanti novità: alcune ante-prime, rappresentate da danza e ensemble giovanili provenienti da Chicago e dall’Au-stralia, legati alle musiche di Otis Redding. Il festival si tiene in diverse location:

Porretta TermeDomenica 24 Giugno: The Dance Foundation – Compagnia di danza di

Chicago. Danze sul-le musiche di Otis Redding www.thedan-cefoundation.orgVenerdì 29 Giugno: Chicago Children Choir - Coro di ragazzi e ragazze www.ccchoir.org

Bologna, Vergato e Grizzana MorandiDal 16 al 18 Luglio: The Sweethearts (Australia) – Rhythm & Blues band

Porretta Terme, nel Rufus Thomas ParkDal 19 al 22 Luglio Porretta Soul Festival – Otis Clay, The Bo-Keys, The Bar – Kays, David Hudson, Memphis All Star R&B Band, John Gary Williams, Syl Johnson, Tasha Taylor, Larry Springfield etc.Si è inoltre realizzato un film/documentario sul viaggio musicale che alcuni leggendari artisti del soul più autentico compiono a Porretta. Il film, si intitola “A Soul Journey”, è diretto da Marco Della Fonte con un te-am altamente qualificato e verrà presentato nei più importanti festival cinematografici internazionali. Se ne può vedere un pic-colo trailer su: http://www.lostpictures.co.uk/souljourney/

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Accettare l’invito di tour operator, ristora-tori e di strutture alberghiere, per verificare caratteristiche e tipicità delle loro attività e poi “raccontarle” ai propri lettori e/o spet-tatori (spesso per promuoverle) è la mis-sion dei giornalisti dei media specializzati in enogastronomia e turismo che, armati di taccuini, iPad, macchine fotografiche e telecamere, vestono i panni di comuni clienti e (sempre con la loro esperienza e professionalità) assaporano menù, degu-stano vini noti o meno, riposano in alber-ghi o pittoreschi chalet per accertare che quanto proposto da cataloghi e depliant, corrisponda a realtà e che comunque le esigenze dei fruitori, siano soddisfatte come promesso. Ci sono anche associazioni di settore e società specializzate che, accre-ditandosi per meriti e specifico know how, verificano e promuovono i plus di alberghi e ristoranti, per garantire ai propri associati la qualità del servizio e dunque, la “giusta”

accoglienza. Queste attività si svolgono in stupende location: una delle più battute è il Chiantishire (abusato neologismo con cui si indica la splendida zona che si estende da Firenze a Siena) con i suoi paesini, i bor-ghi medioevali, boschi e vigneti, zona mol-to amata dai turisti stranieri, specie inglesi, americani, tedeschi che quando possono acquistano lì mattoni per stabilirvisi e poi avviare produzioni di vino, allevamenti di animali, oltre a dedicarsi all’ospitalità, con agriturismi e piccoli alberghi diffusi ovvia-mente quasi tutti a 4 e 5 stelle. Fortunati allora sono i frequentatori di quei posti che si possono calare nella parte dei signori di campagna (esperti enologi o competenti allevatori) oziando piacevolmente ai bordi di piscine o percorrendo tranquilli sentieri (anche in mountain bike o a cavallo) per poi ritrovarsi attorno al tavolo per con-sumare gustosi pasti a base di eccellen-ze del territorio cucinate come vuole la

Passeggiare“Chiantishire”nel

E allora i nostri giornalisti vestono i panni di comuni clienti e vanno in “vacanza” in Toscana… (per lavoro!). “E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo…”(Charles Dickens)

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Albergo Casafrassi (via Chiantigiana, 40 53011 Castellina in Chianti Siena) www.casafrassi.it

Bellissima villa del ’700 immersa nel verde che costeggia la strada che collega Siena (a 9 Km.) a Firenze; è circondata da giardini all’inglese e sterminati vigneti, per passione dei titolari, Giovanni e Chiara, ci sono cavalli sportivi, pecore, cinte allo stato brado, piccioni viaggiatori; 25 camere, originale cotto e soffitto con travi a vista, lussuosi arredi; piscina e spa, raffinato ristorante (ottimo lo spezzatino di capriolo con calici di ottimo Supertuscan!).

Un Paradiso bio

Fattoria Fèlsina (via del Chianti, 101 - 53019 Castelnuovo Berardenga Si) è un’azienda agricola con boschi, corsi d’acqua, oliveti, campi a cereali e a erbe. alla fattoria tutto concorre alla salvaguardia della biodiversità. le attività svolte sono la produzione di eccellente vino e di ottimo olio d’oliva. Sotto la guida di Domenico e Giuseppe Poggiali, dal 1990 è protagonista anche il primo dei tre figli di Giuseppe, Giovanni. l’amicizia con Luigi Veronelli e la collaborazione con l’enologo Franco Bernabei hanno permesso (a partire dall’annata 1983) lavorando in un contesto di sperimentazione, dalla biodinamica alle più moderne tecnologie, produzione del Fontalloro e di Rancia, eminenti vini fino ai giorni nostri. Per l’olio le tre zone produttive - Fèlsina, Pagliarese e Boschi - hanno distinti terroir per ciascuna delle varietà di olive presenti: Pendolino, Leccino, Moraiolo e Raggiolo. ogni olio rispetta le caratteristiche di ciascun tipo di oliva, la cui tracciabilità è garantita in tutta la filiera produttiva da pratiche colturali, da tecniche di trasformazione e da costanti verifiche analitiche e degustative. www.felsina.it

tradizione e innaffiate con l’ottimo vino locale. Naturalmente questo è un target poco avvezzo alle rinunce – aria condi-zionata, TV + Sky e zone benessere con Jacuzzi non possono mancare – dunque, per loro, Relais du Silence, Associazione di hotel indipendenti situati in luoghi esclu-sivi di 10 paesi europei che garantisce ai clienti relax, tranquillità e benessere, ha raccolto in un volumetto i principali siti del genere (circa 200 relais in Europa, di cui 20 in Italia) raggruppandoli per terri-tori e peculiarità. Proprio per presentare la nuova variegata gamma di “cofanetti regalo” - leggi vacanze a tema da regalare

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- suddivisi per temi, periodi e prodotti, Stephane Barrand, general manager de la Société Européenne d’Hotellerie, Enrico Ieri e Barbara Lovato di Atout France Italie hanno organizzato un “eductour” in Toscana per la stampa specializzata e gli addetti ai lavori. Si va dal cofanetto d’en-trata gamma “reves & croissants” (una notte per due, in camera doppia, prima colazio-ne inclusa più cadeau dell’albergatore) a 169 euro, fino alla formula esclusiva per due notti, trattamenti benessere, due cene, anche Champagne in camera, a 778 euro, passando per altre 6 varianti (info: www.relaisdusilence.com). (G.L.)

Villa Curina Resort (località Curina 53019 Castelnuovo Berardenga (SI) [email protected]) Delizioso hotel di 26 camere racchiuso in un borgo del ‘500; tutt’attorno vigneti e casali tipici del Chianti; oltre a piscina e spa (vicine anche le terme Antica Querciolaia a Rapolano) tennis, passeggiate, a cavallo o con quad (moto a 4 ruote) golf e voli in mongolfiera; la struttura, abilmente condotta da Stefania e Andrea De Agostini, offre menù ricercati e semplici allo stesso tempo fatti in casa legati alla tradizione senese e la vera carne Chianina igp. La cantina offre quattrocento etichette di cui molte di origine piemontese come i proprietari, appassionati anche di Champagne (più di 80 etichette).

Tenuta San Pietro (via per San Pietro 22/26 a Marcigliano 55012 Lucca) [email protected] casolare del XVI secolo sulla collina di Lucca, 4 stelle luxury, solo 8 camere e 2 suites,

tutte diverse, con servizi esclusivi; l’affabile titolare Gastone, propone soggiorni in assoluto relax, piscina e centro benessere (massaggi all’olio di oliva o al cioccolato) aromaterapia e corsi di cucina con lo chef Guido Lotti che alterna cene d’autore a picnic e serate di pesce (vi raccomandiamo la Delizia dello chef!).

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Giornalisti del settore enogastronomico e turistico hanno visitato le strutture appartenenti al gruppo.

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Agriturismo SurìLuogo incantevole, persone squisite,

accoglienza calda e familiare,

cucina ottima...

Surì vuol dire solatio, soleggiato: è il nome del vigneto che sta di fronte alla struttura e da cui questa prende il nome.Il nucleo centrale dell’agriturismo Surì, pur avendo subito piccole modifiche, è ancora quello originario. Il rustico - che oggi ospita le camere - è stato costruito nel 1918-1919 ed è costituito da quatto camere, il pagliaio fienile, la stalla e il portico.Questa deliziosa struttura a conduzione familiare, ubicata a S.Andrea di Cassine, a breve distanza dal litorale ligure e accanto alle Terme di Acqui, offre una calorosa accoglienza nella tranquilla zona delle vi-gne di Barbera di Monferrato, da dove è possibile praticare escursioni in bicicletta e trekking.La proprietaria, di origine emiliane, è riusci-ta a coniugare specialità culinarie della sua terra di origine con la cucina piemontese:

un abbinamento assolutamente vincente!L’azienda possiede soprattutto vigne e, in proprio, produce miele e formaggette di capra, per il resto dei prodotti (latte, car-ne, ortaggi, pollame) si affida alle aziende agricole locali. In particolare, per quan-to riguarda il pollame, può vantare una stretta collaborazione con un veterinario della zona che, avendo una particolare passione per le cari avicole, alleva il “pollo di Bresse”, poco conosciuto in Italia ma, praticamente, un simbolo della Francia.Surì, oltre ad essere un agriturismo, è un ottimo ristorante e una struttura perfetta-mente organizzata per cene, pranzi e ceri-monie, vanta una cucina a richiesta gluten free, e su prenotazione può organizzare cene a base di tartufi.Oltre a tutto ciò, soggiornando in questa struttura, si può usufruire di una confor-tevole piscina!

SurìVia della Chiesa, 3 - 15016 S. Andrea di Cassine (Alessandria) Telefono: 0144.767079 - Cellulare: 392.9848524 - Fax: 0144.767908 - Email: [email protected]

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Visit Card

È finalmente realtà la prima Card Turistica che mette in rete oltre 80 tra musei e attrazioni delle province di Ravenna e Forlì-Cesena. Un’offerta senza precedenti per una vacanza a tutto tondo in Romagna

RomagnaIngressi gratuiti, sconti, omaggi e servizi sono riservati ai titolari della card, in vendita a soli 10 euro presso IAT, e in alcuni ristoranti e musei del territorio. Non solo beni culturali e artistici, ma anche benessere, intrattenimento, ospitalità ed enogastronomia tra le proposte comprese nel pacchetto. La card vale anche per i residenti del territorio

a cura della Redazione

Sono circa 80 i siti per il turista a cui si può accedere, gratuitamente o con sconti, attraverso la Romagna Visit Card, la prima card turistica della Romagna. Tesori cultu-rali ed artistici, ma anche parchi naturali e Centri visita, luoghi di intrattenimento, co-me il parco di Mirabilandia, alcune strutture termali e un ricco cartellone di spettacoli

nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena. Tra i siti che i turisti potranno visitare ci sono il cuore della cultura gastronomica di qualità come Casa Artusi (Forlimpopoli) e i luoghi d’arte come Sant’Apollinare in Classe o la Domus dei Tappeti di Pietra (Ravenna), il MIC Museo Internazionale delle Ceramiche (Faenza) e i Musei San Domenico (Forlì). A questi si aggiungono anche le mete della riviera romagnola, da Casalborsetti a Gatteo Mare, o le escursioni nelle Valli di Comacchio, fino alla possibi-lità di acquistare biglietti per gli spettacoli del Ravenna Festival ad un prezzo ridotto. La card tu-ristica costa solo 10 Euro e può es-sere acqui-stata pres-so gli uffici turistici dei due territori provinciali e presso ho-tel, ristoranti e attrazioni del circuito:

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il pacchetto permette di entrare gratuita-mente in una trentina tra musei, palazzi sto-rici, Pinacoteche e Basiliche del ravennate e del forlivese. Sono invece una decina i siti turistici che riserveranno il titolo d’ingresso ridotto ai titolari della card, che ha validità fino al 6 gennaio 2013. Il pacchetto è una soluzione vantaggiosa anche per i residenti, che potranno acquistarla ed approfittarne per conoscere meglio le ricchezze della propria terra.Le agevolazioni proposte riguardano anche il sistema di trasporto pubblico locale, che mette a disposizione, appositamente per il progetto Romagna Visit Card, uno sconto su un biglietto di rete urbana a scelta op-pure su un titolo di viaggio per muoversi in libertà nella provincia. Grazie alla card si possono poi conoscere i prodotti del territorio, grazie alla collaborazione con Cevico e Coop Adriatica: nel kit Romagna Visit Card infatti ci sono anche un coupon per ritirare una bottiglia di vino Merlot Sangiovese “Rubicone” IGT Terre Cevico (presso uno dei punti vendita Cevico o convenzionati) e un tagliando per ricevere in omaggio un prodotto della gastronomia locale presso uno qualsiasi dei punti ven-dita Coop della zona.Insieme alla card, i titolari ricevono un kit con l’elenco dei siti turistici aderenti al cir-cuito, nei quali ci si potrà recare fino al 6 gennaio 2013, approfittando quindi della promozione per visitare la zona più di una volta. Solo per 6 siti della rete romagno-la l’ingresso dovrà essere effettuato entro una settimana dall’attivazione della card, cominciando così da subito il viaggio alla scoperta delle ricchezze della Romagna.L’iniziativa delle Province di Forlì-Cesena e Ravenna e delle rispettive Camere di Commercio, insieme alla Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, ha reso così possibile un’offerta turistica integrata che non ha

precedenti e che ha l’obiettivo di diven-tare uno strumento simile a quelli diffusi nelle più importanti capitali mondiali, con il vantaggio di avere un prezzo contenuto ed una validità di tempo più ampia.La Card, che nasce dall’esperienza bien-nale della Card turistica della provincia di Ravenna, è stata studiata, a seguito di una precedente gara, dai consulenti di Econstat (Bologna) ed Integra Solutions (Forlì), specializzati rispettivamente nella promozione turistica e nel marketing ter-ritoriale. Essa fa il suo esordio nel 2012 in forma sperimentale e sarà anche uno strumento per favorire il lavoro di ricerca e programmazione di operatori turistici ed Amministratori: grazie alla progressiva introduzione dei lettori di card presso i siti che si renderanno disponibili, si potranno infatti conoscere i comportamenti dei turisti nella fruizione del territorio e, attraverso la registrazione al sito web www.romagnavi-sitcard.it, la loro profilazione. La Romagna Visit Card è personale e può essere attivata attraverso l’invio di un sms al numero di telefono indicato nel kit Card: tutte le info utili sono sul portale dell’inizia-tiva, www.romagnavisitcard.it che contiene anche l’elenco delle strutture convenzio-nate. Esso è consultabile anche da mo-bile, sarà dotato anche della funzione di geo-localizzazione per consentire una più immediata individuazione dei siti turistici.

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suggestioni

Le

della

Contrasti paesaggistici e culturali mantengono vivo il microcosmo di una terra in cui la cultura è vita, in cui la natura sa ancora dettare i suoi principi, dove la gente è ancorata alle tradizioni ma guarda al futuro, e l’enogastronomia la fa da padrone Luciano Scarzello

Lana (Bolzano). La funivia, realizzata per consentire salite e discese da Lana a Monte San Vigilio, era già un’attrazione turistica nel 1912, quando fu costruita. Un secolo dopo, la possibilità di compiere gli oltre mille metri di dislivello in poco più di cinque minuti, sospesi su alcune delle vallate più suggestive dell’intero Alto Adige, continua a costituire un’attrazione. Il col-legamento oggi utilizzato tutto l’anno: in inverno per raggiungere il comprensorio sciistico di Monte San Vigilio, ma anche dai tanti appassionati di trekking che, in ogni stagione, risalgono la valle dell’Adige per trovare posto a Foiana, a Cermes, a Postal,

a Gargazzone o nella stessa Lana, per un totale di novanta mila visitatori che ogni anno si lasciano “teletrasportare” su quella che, a inizio ‘900 era considerata un’opera d’avanguardia tecnologica e oggi è celebra-ta, in edizione speciale, dalle poste italiane attraverso un francobollo commemorativo.Questo territorio ha la caratteristica di unire culture, climi, tradizioni, consuetudini che ancora custodiscono la radice più auten-tica di ciò che noi definiamo Europa. Per questo in moltissimi approfittano delle oc-casioni che la vallata offre in fatto di sport e turismo, non è disdegnata però da chi ama relax e buona tavola. Gli operatori

Val d’Adige

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della ricettività, che hanno voluto dar vita al progetto “Lana quality”, a garanzia di una qualità di servizio in grado di rispettare standard di eccellenza assoluta.Monte San Vigilio è celebre non solo in Alto Adige per il suo rinomato comprenso-rio sciistico, non chè per le sue numerose sorgenti d’acqua con proprietà minerali. Nel fondovalle di Merano, l’acqua viene imbot-tigliata a beneficio di autentici intenditori, così come nella stessa città sudtirolese è possibile immergersi nell’avveniristico sta-bilimento termale che alimenta ventiquattro piscine. Nell’ovattata atmosfera del lago di Gargazzone, vera e propria piscina pubbli-ca naturale che copre una superficie di più di 2000 metri quadri è possibile provare il contatto con l’acqua del territorio di Lana.In mezzo ad un verde che assume tonali-tà inattese, anche gli appassionati di golf

possono dedicarsi, in una cornice austera e armoniosa al tempo stesso, al loro sport preferito, su un campo a nove buche che trova posto, suggestivamente, proprio sotto i ruderi dell’antico Castel Brandis, ai pie-di delle Alpi. Nel verde delle campagne, questo territorio acquista tonalità inaspet-tate: in primo luogo nei tanti frutteti, che producono dolcissime mele, al centro della tradizione culinaria. I masi contadini, per-fettamente conservati, con le loro caratteri-stiche architetture continuano a stuzzicare il palato con alcuni dei prodotti caratteristici di queste terre. Ed è attraverso i menù dei ristoranti che si riescono a descrivere ade-guatamente questi luoghi. Canederli, speck, paste ripiene o strudel oltre ai formaggi e ai vini e altri distillati vanno a mescolarsi in una successione di sapori mediterranei e atmosfere da Mitteleuropa.

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A cura della Redazione

La Strada del Franciacorta a piedi

in due giorni

delFranciacortaIl Trekking

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La Strada del Franciacorta a piedi da Brescia a Iseo. Non seguendo gli 80 km stradali del suo percorso che parte dal capoluogo e arriva sulle sponde del lago d’Iseo, ma lungo sentieri che si snodano a mezza costa, con ampi scorci panoramici dall’alto sui paesaggi franciacortini. Alla scoperta del territorio della Franciacorta, dunque, con un trekking tra colline, vi-gneti e cantine, ideato dalla Strada del Franciacorta in collaborazione con MilleMonti, suo associato. Ad accompagnare gli escursionisti sono professionisti (Accompagnatori di media montagna e Guide alpine) in grado di far conoscere l’ambiente in sicurezza e a fon-do, che scandiscono il percorso con spie-gazioni naturalistiche e ambientali. Natura e paesaggi, dunque, ma anche vini eccellenti e gastronomia tipica per trascorrere due giornate all’aria aperta, nell’incantevole cornice della Franciacorta, fra le zone vi-tivinicole più pregiate d’Italia e fra le più amate dagli enoturisti.Partendo da Brescia, lungo i sentieri si raggiungono le colline della Stella. Prima tappa in una cantina, per una visita e il

pranzo con degustazione di Franciacorta. Nel pomeriggio si prosegue sulle colline di Gussago e Rodengo Saiano e verso sera si fa la seconda degustazione in cantina. Cena e pernottamento a Rodengo Saiano, nota per la splendida abazia di San Nicola, fra i complessi monastici più imponenti del Nord Italia. Il secondo giorno si prosegue lungo i sentieri del monte Valenzano e di Camignone. Dopo la visita con pranzo in una cantina, nel pomeriggio ci si incam-mina verso Iseo, tappa finale del trekking. L’intero percorso è illustrato sul sito www.stradadelfranciacorta.it.La quota di partecipazione, calcolata di volta in volta in base al numero dei parte-cipanti, comprende i pranzi, trattamento di mezza pensione in hotel 3 stelle con siste-mazione in camera doppia, degustazioni in cantina, trasporto bagagli. La prenotazione è obbligatoria.Sempre a cura di MilleMonti sono organiz-zati anche itinerari guidati di mezza gior-nata per andare a piedi in Franciacorta tra i vigneti e lungo comodi sentieri con sosta in una cantina per visita guidata e degustazione.

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CostaAzzurra Livia Elena Laurentino

Bella e viva in tutte le stagioni, ricca di angoli segreti da scoprire, di eventi culturali e mondani cui partecipare e di luoghi d’arte da visitare, continua a esercitare il suo fascino inossidabile

Non c’è una stagione in particolare per scegliere di visitare la Costa Azzurra, e nello specifico Cannes, perché ogni periodo ha immancabilmente il suo fascino. A soli 75 km dal confine italiano, si rag-giunge facilmente in auto costeggiando

il litorale che da Ventimiglia delimita la costiera francese.Intorno all’anno mille, Cannes era poco più che un insediamento di pescatori, oggi è una città cosmopolita al centro dell’atten-zione internazionale.

saint troPeZ

Saint-tropez, nell’immaginario collettivo evoca subito la mitica Brigitte Bardot, che l’ha scelta come buen retiro e dove è piacevole soggiornare anche per poco tempo. Poco più che un villaggio di 5000 abitanti, Saint-tropez ospita 5 milioni di turisti all’anno. le ville dei vip sono disseminate lungo la costa e il piccolo centro abitato pullula di negozi (circa 600) aperti anche la domenica con più di 200 ristoranti, dove si può gustare la famosa tarte tropezienne. tra i numerosi hotel di lusso spicca l’hotel Château de la Messardière che, circondato da un parco di 10 ettari in collina, offre viste mozzafiato. Questo 5 stelle è la più grande fra le strutture presenti: dotato di spa, ristorante gastronomico, bar, una galleria d’arte e di un’enorme piscina all’aperto che affaccia sul mare ed il Golfo di Saint-tropez, è un’autentica oasi di pace.

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La città deve il suo sviluppo a Lord Brougham che nel 1834 la scelse come residenza invernale, divulgando in Gran Bretagna le piacevoli caratteristiche climati-che tanto che divenne meta dell’aristocrazia inglese. Gli amanti degli sport trovano qui la pos-sibilità di scegliere tra il golf più vecchio della Costa Azzurra, il famoso Old Corse che nel 2011 ha festeggiato i 120 anni dalla sua creazione, le attività nautiche e gli sport

d’acqua. La visita può iniziare dalla città vecchia arrampicandosi per le stradine, che portano al Museo de la Castre, la torre a pianta qua-dra e la chiesa.

Qui dal belvedere si può godere un pa-norama meraviglioso con il porto, che dal 25 al 29 settembre ospiterà la 34° Règates Royales con oltre 150 tra le più belle im-barcazioni a vela del mondo, la famosa

Croisette e le isole di Lérins.Non deve manca-re una sosta alla Place du Marchè Forville, dove tut-te le mattine si possono trovare frutta, verdura, fiori ed erbe aro-matiche in un trionfo di colori e profumi, e del pescato unicamente locale. Al ritorno i gourmand potranno apprezzare la cucina tipica all’Auberge Provenzale in Rue St. Antoine, il più vecchio ristorante della città. Per chi ama curiosare tra antiquariato e vintage la tappa è nella grande piazza de Les Allèes de la libertè dove ogni sabato ci si può perdere tra le bancarelle. Infine, la passeggiata lungo la famosa Croisette renderà indimenticabile il sog-giorno in Costa Azzurra, soprattutto se sa-rà stato uno dei famosi alberghi, come il recentissimo Five, il nuovo JWMariott, lo storico Grand Hotel o l’antico Carlton, ad ospitarvi. Proprio come le star che ogni anno arrivano per il festival del Cinema.

ÎLe saint-honorat

a soli 20 minuti di traghetto da Cannes è possibile raggiungere l’isola Saint-Honorat, che insieme a Sainte-Margherite costituisce le cosiddette isole larins. Qui nel iV secolo d.C. due eremiti diedero inizio a quella che in seguito diventerà un’importante comunità di circa 500 monaci. attualmente sono in venticinque i benedettini che la abitano e coltivano 8 ettari di vigne, producendo dalle 32 alle 40 mila bottiglie di vino l’anno, per metà rosso tra cui Syrah e Pinot nero e per metà bianco tra cui Clairette e Chardonnay, oltre a liquori rari. nella piccola isola oltre al monastero fortificato è possibile visitare sei delle sette cappelle presenti e trascorrere un po’ di tempo in riva al mare su una spiaggia isolata. al ristorante la tonnelle sarà possibile trovare ristoro all’ombra degli alberi.

tUriSMo di QUalitÀ

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Invito a teatroIl rispetto per l’Arte e gli artisti, è sacro. A teatro le Buone maniere richiedono comportamenti in armonia con il luogo, quindi eleganza, stile, abbigliamento sempre consono

Bon ton

Maestro Alberto Presuttiwww.albertopresutti.it

Lo stile prevede che se invitiamo amici a teatro dovremo presentarci in anticipo, aspettando i nostri ospiti all’ingresso, pronti a consegnare i biglietti alla maschera. la puntualità è naturalmente d’obbligo, ovviamente non è più permesso l’ingresso a spettacolo iniziato e fino al primo intervallo. Quando ci sediamo, qualora i posti siano disposti tutti su una sola fila, sarà nostra premura far alternare, nelle sedute, un uomo ed una donna. in presenza di due coppie, i due uomini siederanno agli estremi mentre al centro si accomoderanno le signore, l’una accanto al marito dell’altra. le coppie di fidanzati, per il Bon ton, non andranno mai divise, lo stesso vale a tavola. nel caso si disponga di un palco a teatro, le signore siederanno davanti, la più importante nella poltrona con la visuale migliore, e colei che invita si sistemerà al centro, gli uomini si disporranno sul fondo, un po’

sacrificati nella visuale. Chi invita a teatro si allontanerà dal palco solo se i suoi ospiti desiderano farlo, altrimenti non potrà lasciare il palco e dovrà far attenzione a che nessuna delle signore rimanga sola. durante lo spettacolo gli applausi debbono essere evitati onde non disturbarne lo svolgimento. il Bon ton suggerisce di applaudire con rispetto per gli artisti, alla fine o di ciascun atto o alla fine dello spettacolo. i fischi non possono essere mai giustificati. le signore, in occasione delle “prime” e per le serate di gala, indosseranno abiti da sera, con mantello. Gli uomini vestiranno in smoking, e in rari casi, specificati nell’invito, in frac. in generale, invece, l’abbigliamento consigliato è un abito da pomeriggio o da mezza sera. in una serata musicale, le regole di abbigliamento non si discosteranno da quelle per le serate a teatro. il riferimento al look della serata sarà comunque precisato dal cartoncino di invito, che comunicherà il tono di formalità dell’evento. ricordiamoci che se colpiti da un attacco di tosse, usciremo dalla sala immediatamente sino al termine del medesimo. non sgranocchieremo alcunché durante lo spettacolo, eviteremo di addormentarci e russare e non chiacchiereremo con i nostri ospiti, disturbando i vicini.

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L’Anfora Ceramiche by Roberto GallipoliPiazza Ercole 12/13 - Tropea (VV)Tel. 0963/62.406 - Cell. 347/[email protected]

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fascinoUnsenzatempo

Antonietta Mazzeo

La produzione di oggetti in ceramica e terracotta in Calabria, è stata sempre nel tempo un’arte e una tecnica affascinante e seducente, influenzata dalla tradizione e dalla cul-tura delle popolazioni che, nei secoli, hanno abitato questa antica regione. Una delle caratteristiche della ce-ramica calabrese è l’utilizzo frequente di simbolismi e di ritualità d’ispirazione magi-ca. La produzione s’inserisce in quel vivace artigianato che unisce la tradizione cultura-le calabrese a quella delle origini greche. Il maestro ceramista Roberto Gallipoli ha unito le comuni conoscenze profonde dell’antica tradizione, la fantasia e la ca-pacità creativa, raggiungendo risultati di alta qualità e originalità. Le mani, plasma-no sapientemente gli elementi primordiali

che danno via alle cose: l’acqua, la ter-ra e l’aria, mentre il fuoco trasforma l’argilla in ceramica

per produrre oggetti artistici, espressioni del

folclore e della cultura popolare, che richiamano i

colori del mare, della terra e del cielo di Tropea. L’Anfora Ceramiche by Roberto Gallipoli è un’azienda presente sul mercato da diversi anni, con la creazione di Ceramiche che sanno cogliere il fascino delle antiche forme del passato e le nuove tendenze dal design più raffinato con un livello qualitativo altamente sviluppato. La migliore argilla e le segrete tecniche di cottura del “Biscotto” fanno dell’azienda L’Anfora Ceramiche by Roberto Gallipoli una delle più importanti di Tropea e della Calabria.

tUriSMo di QUalitÀ

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a tutta fruttaWellness

D’estate anche i trattamenti delle spa diventano golosi con gli ingredienti ‘da mangiare’

Mara Cappelletti

È il frutto per eccellenza, la mela di Adamo ed Eva, il pomo della discordia che Paride diede alla più bella tra le dee, la tentazione di Biancaneve simbolo di conoscenza e umana perfezione, ora è an-che l’ingrediente più ricercato per magiche pozioni di benessere! L’ultima conferma sui suoi benefici arriva dai ricercatori della University of Iowa e deriva dalla scoperta che nella buccia di questo frutto è con-tenuta una sostanza, l’acido ursolico, in

grado di rendere i muscoli più forti. Vero e proprio farmaco naturale, valido alleato nella prevenzione di patologie e disturbi, tra le sue molteplici e benefiche proprietà cosmetiche si annoverano anche quella rassodante, schiarente per il colorito della pelle, antirughe e tonificante. Carotene, pectine e sali minerali contenuti negli speciali fluidi della mela regolano il ph della pelle, esercitando un effetto de-purativo e protettivo sulle cellule.

WellneSS

Trattamenti alle mele sono una specialità di Terme Merano.

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WellneSS

Tra le novità 2012 che compaiono nel cen-tro Spa & Vital delle Terme Merano, al-cuni trattamenti e pacchetti coinvolgono il frutto altoatesino. Tra questi il Peeling con schiuma di sapone alla mela. Si tratta di un delicato massaggio che avvolge il corpo, comodamente sdraiato su di un lettino, con una schiuma morbida e soffice (20 minuti, 34 euro). Ad azione idratante e regolante è l’Impacco corpo alle cellule staminali di mela: gli acidi della frutta rendono la pelle

particolarmente morbida e liscia (20 minuti, 39 euro). Nuovo anche il Massaggio corpo con timbri al vapore con polpa di mela. Una nuova tecnica, quella dei timbri al vapore, che permette alle preziose sostanze attive di agire delicatamente e direttamente anche negli strati più profondi della pelle (50 minuti, 74 euro).Tutto il benessere che viene dai nuovi trattamenti a base di mela può essere rac-chiuso in un pacchetto. Questo l’obietti-vo dell’offerta “Il giardino dei meli”, che comprende: un peeling con schiuma di sapone alla mela, un impacco corpo con cellule staminali di mela, un massaggio viso alla mela con timbri al vapore e maschera finale, un ingresso di due ore alle Terme, al costo di 112 euro. In alternativa si può scegliere un mix più soft: il pacchetto “Mela pura”, comprensi-vo di un peeling con schiuma di sapone alla mela, un massaggio viso alla mela con timbri al vapore e un ingresso di due ore alle Terme. Idratante e rassodante, l’intera offerta costa 102 euro.Al Garberhof di Malles, proprio nel cuore della Val Venosta, è proposto il peeling alla mela e al marmo a base di puro marmo di Lasa, mele dell’Alto Adige e acqua di sor-gente del Monte San Vigilio, che consente una pulizia profonda della pelle, stimolan-do la sua rigenerazione, rendendola più

Trattamenti alle mele sono una specialità di Terme Merano.

Terme della Salvarola sfrutta le proprietà della ciliegia.

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WellneSS

fresca, luminosa, eliminando cellule morte senza irritare la pelle.

Per favorire la tintarellaHa il colore e il profumo dell’estate ed è molto indicata per la cura della pelle: è l’albicocca. Contiene zuccheri, sali mine-rali, magnesio, fosforo, ferro, calcio sodio,

zolfo, manganese e potassio. È ricca di vitamina C ed A, o per meglio dire di beta-carotene fondamentale per la produzione da parte del nostro corpo della melanina, la sostanza che fa abbronzare e protegge dai raggi del sole. Il Belvedere Wellness Hotel di Riccione (RN) l’ha eletta regina dei trattamenti di

bellezza, realizzati con il suo succo e la polpa, e propone il percor-so “Abbronzatura perfetta con il frutto dell’albicocca”. Si inizia con un peeling-massaggio a corpo e viso all’albicocca (polpa di albi-cocca, chicchi di riso pestati, yo-gurt bianco intero) e si prosegue con l’applicazione di una lozione viso e corpo con tonico sempre a questo benefico frutto. A questo segue un impacco idratante viso e corpo all’albicocca arricchito con olio d’oliva, ideale per ottenere un bel colorito (80 minuti, 75 euro).

Trattamenti Bio all’aria aperta a Baia Caddinas.

Trattamenti golosi all’Excelsior Resort.

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tribuiranno a promuovere la qualità delle ri-cette proposte ogni giorno nei nostri negozi”.Assieme all’elezione del presidente France-sco Mafaro il consiglio dell’Associazione Pa-nificatori ha altresì designato Bai Angela,Balotta Corrado, Biagini Claudio, Bonaga Pa -o lo, Bonvicini Walther, Carta Alessandro, Ca-sarini Massimo, Corsini Ivo, dalla dante, deFelice Remo, di Benedetto Antonio, FaninFrancesco, Festi Silva na, Friso Mirko, gaz-zetti Franco, giardini thomas, guitti Pierluigi,laffi Isaia, Marchi oscar, Pallotti Franco, Pez-zoli Sandro, Poletti Stefano, Romano Baldas-sare, Rubbini Roberto, Sarti Roberto, Savelliluciano, tosi Stefano, venturoli daniele, zac-chini Paolo, zucchini Fiorenzo.

MaFaro presidente cecapNell’occasione del rinnovo delle cariche perl’Associazione Panificatori di Bologna e pro-vincia, Francesco Mafaro è stato inoltre elettopresidente del Consorzio CeCAP (Consorzioelaborazioni Contabilità Aziendali Panifici),ente che gestisce i diversificati servizi di assi-stenza fiscale, amministrativa, previdenziale elegale delle numerose aziende aderenti all’As-sociazione Panificatori.Nello svolgimento di tale incarico FrancescoMafaro sarà affiancato dal neo vice presidenteAlessandro Carta, nonché dai consiglieri BaiAngela, Bonaga Paolo, dalla dante, FrisoMirko, Pallotti Franco, Romano Baldassare etozzi gabriele.

pasticceri di bologna e proVincia:sarti presidente il consiglio dell'associazione deipasticceri di bologna ha eletto robertosarti presidente. sarti sarà coadiuvato daidue vice presidenti Marco pallotti, condelega per la città di bologna, e robertodi benedetto, delegato per la provincia.

gli altri membri del consiglio sonoValentina Vogli, Marco balboni, luigilaganà e Massimiliano rizzoli. tra gliobiettivi della nuova realtà, c’è quello diesaltare gli aspetti della tradizione e dellacultura dolciaria del nostro territorio, riccadi prodotti apprezzati da una ampia fettadi consumatori, non solo bolognesi.

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Al termine viene servito un centrifugato d’albicocca con foglie di menta. Come ca-deau lo speciale “ricettario per la bellezza”, con le preparazioni da seguire per creare i cosmetici anche a casa (acqua tonica, impacco viso e corpo idratante, maschera viso e corpo per una veloce abbronzatura, crema emolliente per le mani e maschera antirughe). Avere un’epidermide luminosa, distesa, polposa, dalla grana affinata e liscia come quella di una carnosa ciliegia è un ideale che le Terme della Salvarola, promettono di raggiungere grazie alla linea cosmetica EcoBioTermale alla ciliegia. Sfruttando le tante e benefiche virtù del frutto, sono sta-ti messi a punto trattamenti di bellezza e benessere per viso e corpo che svolgono un’azione ristrutturante ed elasticizzante, favorendo l’abbronzatura e il rallentamento del processo di invecchiamento cutaneo. Grazie al gommage “Bio Body Remover Massage” al miele e ciliegie si ritrova una pelle elastica e levigata.A Golfo Aranci (OT) l’Hotel Resort & Spa Baia Caddinas propone peeling biologici

per il corpo al sale, al miele, all’uva, alle spezie, alle mela, e all’olio di jojoba, per eliminare le cellule in eccesso dello strato corneo. Così la pelle diventa liscia, fresca e più ricettiva ai raggi solari.

Sensuali e stimolantiL’Excelsior Resort di San Vigilio di Marebbe (BZ), propone nel suo centro benessere Body peeling de luxe. Il corpo viene prima spennellato con del cioccolato amaro fuso in olio all’arancia, che è poi la base del massaggio. A seguire il pee-ling corpo al caffè che elimina le cellule epiteliali secche, rendendo la pelle chia-ra e ricettiva, favorendo delicatamente la circolazione e il processo detossinazione dell’epidermide. L’aroma dei chicchi appe-na macinati inoltre, stimola i sensi. Sfrutta una sinergia di essenze della natura come le alghe rosse, la cannella, l’aloe vera e l’arancio, la Thalassoterapia Ceylan, mirata a eliminare dolcemente tutte le impurità. Il peeling stimola la circolazione, esfolia la pelle ed ottimizza l’effetto energetico prodotto dal bagno alla cannella che segue.

WellneSS

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Un Giorno al MUSeo

Estateandalusa

La Cattedrale e la Giralda di Siviglia.

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L’estate è arrivata e ha portato con sé la voglia di viaggiare e scoprire nuovi angoli di mondo. Questo mese vi propongo quindi un tour di 5 giorni nel sud della Spagna, nella terra andalusa, senza fare un grosso torto al portafoglio ma portandovi alla scoperta di meravigliose città. il nostro viaggio inizia da Siviglia, dove vi consiglio di volare con le compagnie low cost. Questa città sarà il punto di partenza e di arrivo del nostro viaggio, aspettando gli ultimi due giorni per visitarne il centro. arrivati in aeroporto si va direttamente alla stazione dei treni Santa Justa, direzione: Cordoba. dopo un paio d’ore, arrivati a destinazione, sarete in principio accolti da un’atmosfera moderna fatta di palazzi e bar, ma in pochi minuti vi ritroverete fra vicoli e ristorantini: ecco la vera atmosfera andalusa. Fermandoci un solo giorno in questa città è immancabile una visita alla Mezquita, un tempo moschea e poi cattedrale. al suo interno si fondono stili, culture e religioni in un mix unico. il giorno dopo siamo pronti per partire per Granada, tre ore di autobus per raggiungerla, tutte meritate. il centro si snoda sia tra vicoli stretti, tra ampie strade dove il traffico e l’atmosfera sono frenetici e dove grandi catene di negozi si affiancano a piccole botteghe di artigianato: il bello di queste zone è che ogni città regala un’aria diversa. oltre alla Catedral de la encarnacion, da non perdere è il complesso dell’alhambra, l’antica cittadina araba, composta dall’alcazaba, i Giardini del Generalife e i Palazzi nazaries. lasciata

Granada, in un paio d’ore torniamo a Siviglia, ultima tappa del nostro tour a cui potremo dedicare gli ultimi due giorni. Passeggiando per il centro, soprattutto di sera, si rimane affascinati dalla luce giallastra dei lampioni che illuminano la Cattedrale e le carrozze con cavalli che sostano lì affianco, pronte a far fare un giro romantico ai turisti. accanto alla Cattedrale, un tempo moschea, svetta la Giralda, il campanile di 70 m che in passato fu minareto. Sempre a Siviglia non perdete il real alcazar e i suoi giardini: il palazzo, che risale alla dominazione araba, è un esempio di architettura mudejar ovvero lo stile spagnolo nato durante il periodo cristiano che mantiene però forti derivazioni arabe. dopo aver passato in rassegna solo alcuni dei gioielli andalusi, non dobbiamo dimenticare un’altra componente importante di questo viaggio: il cibo. imperdibile è senza dubbio lo jamon iberico, il famoso prosciutto, e la tortilla, la classica “frittata” di patate. i più golosi devono assolutamente assaggiare i churros y chocolate, lunghe frittelle da inzuppare nella cioccolata calda, personalmente consigliati anche con 35 C°!

Vicolo di Cordoba.

Rita Borsari

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Con i Piedi Per terra

di Romagna

Uno degli aspetti più incredibili dell’agricoltura italiana è la varietà di situazioni che si incontrano, tanto che dopo 20 anni di un programma settimanale che sta per festeggiare il traguardo delle 1000 puntate, ogni volta è una scoperta. Forse anche perche’ sono tante le “agricolture” che in qualche modo convivono all’interno di un paese meraviglioso anche per diversità pedoclimatiche. Una diversità di cui è giusto tenere conto, senza enfasi particolari, ma proprio perchè è il seme della conoscenza. la puntata dedicata alla Campania farà rotta nella provincia di Salerno, cogliendone due aspetti apparentemente lontani: la produzione delle verdure di quarta gamma nella Piana del Sele (così innovative, monitorate, frutto di ricerca e con grande uso di tecnologia) e le tradizioni dei pastori di ricigliano, sull’aspra montagna, che ogni anno festeggiano la turniata, un antico rito agreste oggi dedicato al patrono san Vito, durante il quale decorano, dipingono, agghindano pecore e capre, le portano in paese e le fanno correre attorno alla chiesa. Poi risaliremo in lazio e qui protagonista sarà la storia del nocciolo, che vede nella tuscia viterbese la principale area produttiva italiana. Questa antica terra degli etruschi ha sviluppato nei decenni una corilicoltura

estremamente specializzata che ha portato la tonda gentile romana ad una grande qualità e riconoscibilità. Ci sono i grandi numeri e ci sono i territori, ci sono le grandi produzioni e le piccole nicchie vicino a casa, un’agricoltura da esportazione e un’agricoltura di prossimità. Saremo anche nella capitale delle erbe officinali e dei frutti dimenticati, ovvero Casola Valsenio in provincia di ravenna, il cui Giardino festeggia la lavanda. Mentre sul versante bolognese, andremo alla scoperta di come con piccole azioni si può preservare la montagna: una fontana-lavatoio ridà vita a tre paesi, un forno riporta il turismo in area marginale, un’antica abbazia fa risplendere una pieve tra i vigneti di collina, insomma l’integrazione natura,agricoltura, storia è un linguaggio che parla anche all’europa e che l’italia declina secondo i Piani di Sviluppo rurale. Ma poi parleremo di europa direttamente dall’efsa di Parma, di agroenergie a partire dal recupero dei sarmenti di vite come biomassa, di meccanizzazione nel Vigneto con enovitis che torna in romagna, e infine il mondo del garden attraverso tutte le novità tecniche ma anche le essenze di giardini spettacolari come quelli di Villa Contarini sul Brenta.

Dal nocciolodella Tuscia

alla lavandaGabriella Pirazzini

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Welcome to the Swiss Diamond Hotel, the lake jewel‘s that makes the difference. The Swiss Diamond, is a charming, seductive, elegant and prestigious Lugano’s Hotel.

Benvenuti al Swiss Diamond Hotel, il gioiello del Lago di Lugano.Swiss Diamond Hotel, un ambiente affascinante e seducente, l’elegante e prestigioso Hotel di Lugano.

SWISS DIAMOND HOTELRiva Lago Olivella,6921 Lugano - Vico MorcoteTel. +41 91 735 00 00Fax. +41 91 735 00 99

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La generosità consiste meno nel dare molto

che nel dare a proposito (Jean de La Bruyère)

la lanternadi diogene

Cari amici

Anche noi, a causa del terremoto, abbiamo avuto danni, ma stiamo tutti bene, stiamo ripulendo, vogliamo andare avanti.Chiediamo a tutti non solo beneficenza, ma l’opportunità di rialzarci attraverso il lavoro. La nostra acetaia è in piedi, ma le botti sono rotolate e il prodotto è sparso a terra.Il nostro ristorante è aperto, ma senza clienti, molti di loro abitavano in zona e ora sono senza casa, altri venivano da lontano e hanno disdetto per paura.Con questo messaggio vi chiediamo di darci un aiuto concreto: mandateci clienti, abbiamo bisogno di lavorare.In un vecchio casale lungo l’argine del fiume una piccola trattoria per chi ama la cucina genuina e un’accoglienza semplice e familiare. La Lanterna illumina una tavola antica per nutrirvi col sapore della tradizione e il calore della compagnia.L’osteria è gestita da una cooperativa sociale in cui lavora con passione e impegno un gruppo di ragazzi disabili.

ringraziamo di cuore tutti quelli che vorranno spendersi per noi

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L’importanteèpartecipare!Per sostenere le popolazioni colpite riportiamo di seguito alcune possibilità per fare donazioni specifiche e dirette (restano validi i canali più comunicati di Croce Rossa e Regione Emilia Romagna). Grandi, piccole o piccolissime, tutte le donazioni possono dare un contributo alla ricostruzione ed essere testimonianza di solidarietà.

ProvinciadiModena:È attivo un c/c presso la filiale Unicredit di piazza Grande a Modena, per devolvere risorse alle persone colpite dal terremoto: intestazione bonifico “Provincia di Modena Interventi di solidarietà”, codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare nella causale “terremoto maggio 2012”.

CaritasDiocesidiBologna:a. con bollettino su c/c postale nr. 838409 b. bonifico bancario c/o la Banca Popolare dell’Emilia Romagna intestato a: Arcidiocesi di Bologna IBAN: IT27Y05387024 00000000000555 Causale: Terremoto in Emilia Romagna

DiocesidiCarpi(delle50chiesesolitamenteattivesolamente3sonooggiagibili):Intestazione bonifico: DIOCESI di CARPI causale “EMERGENZA TERREMOTO 2012”1 - UNICREDIT DI PIAZZA MARTIRI codice Iban IT09V02008233070000284784012 - BANCO SAN GEMINIANO E SAN PROSPERO codice Iban IT83Z05034233000000000230053 - BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA codice Iban IT36Y053872330000000146662

ringraziamo di cuore tutti quelli che vorranno spendersi per noi

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oroSCoPo nel Piatto

Continua la rubrica… l’Oroscopo nel Piatto, la collana di 12 libretti edita da Trenta Editore, ciascuno dedicato alla descrizione “in cucina” di ogni segno zodiacale. Dopo le

LeoneIL CIBO E LA CUCINA: COSA NE PENSA IL LEONEI nativi del Leone vivono spesso i lo-ro momenti migliori durante la stagione estiva. E proprio in questo periodo do-vrebbero approfittarne per scrollarsi di dosso gli stress accumulati durante i mesi invernali. Purtroppo amano i lauti pranzi, i condimenti, i formaggi: tutti cibi ricchi di grassi saturi che non si accordano con la predisposizione dei Leone al colestero-lo in eccesso con conseguenti problemi cardiocircolatori. Tra i dolci, gradisce in particolare i gelati. Riguardo ai vini, non è un gran-dissimo intenditore e, in fondo, predilige la birra, perché non regge l’alcol quanto vorrebbe.

FRUTTI FIORI E MISE EN PLACE

Quando i Leoni decidono di ospitare gli amici e casa loro, la tavola imbandita in casa sarà sempre ricca, assomigliando un po’ a quei buffet self-service che si trovano nei villaggi turistici, dove l’occhio viene attratto soprattutto dall’abbondanza e dalla varietà dei cibi. Se accetterà un invito alla vostra tavola accendete tutte le luci di cui disponete e,

anche se state servendo un semplice carpaccio decora-telo a dovere. Non dimen-ticate inoltre di lasciargli il posto d’onore e concedete-gli di potersi esibire: lo fa con tanto fascino e calore che non ve ne pentirete di certo.

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IL CIBO E LA CUCINA: COSA NE PENSA LA VERGINE

oroSCoPo nel Piatto

VergineIl segno della Vergine non ha una costi-tuzione molto robusta, ma sopperisce a tale svantaggio attenendosi naturalmente ai dettami di un regime dietetico salutistico in grado di assicurargli una buona salute. È molto attento alla quantità di calorie, proteine, vitamine e sali minerali contenuti in ogni alimento e bandisce dalla sua tavola i fritti e i grassi, prediligendo cibi naturali e cucinati semplicemente. I nati sotto questo segno sono ottimi in-tenditori di vini ma sanno anche apprez-zare un liquore casalingo, tipo il limoncello.

caratteristiche dell’Ariete e del Toro, presentate nel numero scorso, vi proponiamo questa volta le principali tendenze e inclinazioni di due segni estivi: il Leone e la Vergine.

FRUTTI FIORI E MISE EN PLACE

Se un Vergine vi invita a cena, porrà più attenzione alla preparazione di cibi genuini piuttosto che ad imbandire la tavola, la sua ospitalità sarà impeccabile ma essenziale e terrà particolarmente a sottolineare di aver curato personalmente ogni dettaglio.Se lo invitate a casa vostra fate attenzione, oltre alla semplicità di ciò che offrirete, a che tutto sia perfettamente lustro: i nati sot-

to questo segno sono maniaci dell’ordine e della pulizia. Se invece preferite invitarlo al ristorante evitate i locali di lusso che lo metterebbero a disagio, proponete piutto-sto una trattoria con cucina casalinga, un ristorante ve-getariano o macrobiotico.

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Editore e Amministratoredelegato Gianluigi [email protected] responsabileGianfranco leonardiRedazione annalisa [email protected] redazionaleMara [email protected] direction e impaginazionePippo [email protected] [email protected] video e fotograficiFrancesco VallettaStampa Filograf litografia srl - Forlì

Gli articoli pubblicati rappresentano il pensiero e le idee di coloro che li hanno scritti e volontariamente inviati alla redazione, non necessariamente l’editore ne condivide i contenuti e sono gli autori ad assumersi la piena responsabilità dei testi. I testi rappresentano quindi la libera espressione di scrittori o esperti che li inviano con foto a titolo esclusivamente gratuito, salvo diversa pattuizione fra le particomprovata da apposita documentazione approvata e sottoscritta dall’editore. Testi e foto inviati in redazione a mezzo cartaceo o elettronico, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

DEGUSTA ®Via Caduti di Sabbiuno, 140011 Anzola Emilia (BO)Tel./Fax: +39 051 736770www.degusta.itemail: [email protected]

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N. 154 - luglio/agosto 2012

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DIL NOSTRO ATTEGGIAMENTO ETICODEGUSTA ® è una rivista progettata in un formato intelligente che incontra sempre più il favore dei suoi abbonati. Rispetto al precedente formato A4 la veste attuale evita lo spreco del 50% di carta, salvaguardando le foreste e la natura e dando un contributo reale alle tante campagne contro il disboscamento e per la tutela degli ecotipi. Ma non è tutto. Infatti si utilizza la metà del colore di stampa tutelando l’ambiente e garantendo, sia agli abbonati sia agli inserzionisti pubblicitari, un costo sempre contenuto e conveniente. Da ormai 6 anni il costo dell’abbonamento non è aumentato e i costi pubblicitari per gli inserzionisti sono i più bassi del mercato. DEGUSTA ® non ingombra, non ruba spazio sulle vostre scrivanie e nelle vostre librerie e una volta smaltito utilizza la metà degli spazi occupati (a spese del contribuente) dalla maggior parte degli altri periodici. Concorriamo intelligentemente al nostro progresso nell’interesse di tutti e per il bene di chi verrà dopo di noi, senza mai dimenticare di garantirvi un atteggiamento etico e un risparmio vero dalla nascita della rivista sino al suo smaltimento.

Come abbonarsiPer ricevere la rivista deGUSta® direttamente al vostro domicilio è sufficiente effettuare il versamento di 30,00 € annuali ed inviare la ricevuta di effettuato pagamento al fax 051 736770. è possibile effettuare il versamento su conto corrente postale nr. 28868404 intestato a Papi editore Sas oppure con bonifico bancario presso emilbanca ag. Casalecchio di reno (Bo)iban: it 33 P 07072 36670 037000128128 intestato a Papi editore Sas, causale: abbonamento annuale rivista

iscrizione al pubblico registro dell’editoria presso la cancelleria del tribunale di Bologna nr 6915 del 17.05.1999 e successiva istanza di variazione depositata in cancelleria il 29.07.2005.

numero ROC: 9559 - Questo periodico è associatoall’Unione Stampa Periodica Italiana

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Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

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Business Education at the University of Bologna

food andwine

Master in Gestione d’Impresa

www.almaweb.unibo.it

Durata dicembre 2012 - dicembre 2013

Iscrizioni entro il 22 novembre 2012 [email protected]

IV edizione / a.a. 2012 - 2013

Rivista di gastronomia e turismo di qualità

N. 154

Segui le nostre video ricette e iscriviti alla newsletterquindicinale, in pochi istanti dal sito www.degusta.it

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3 ALTAMARCA:quando il prosecco

unisce nella solidarietà

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3 CHIANTISHIRE:consigli per turisti

attenti e curiosi

3 COSTA AZZURRA:angoli segreti

da scoprire

IL GELATO NEL PIATTO, TERZA EDIZIONE:ecco le ricette inedite dei grandi chef

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