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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri È terminato il tempo della tua vita a Nazaret, il villaggio in cui sei cresciuto, Gesù, e sei diventato un uomo. Fino ad ora non hai fatto nulla per farti riconoscere, ma hai condiviso in tutto la vita dei tuoi compaesani. Come loro hai sperimentato le gioie e i dolori, la fatica e il riposo di cui è costellata l’esistenza umana. Questo, però, è il momento in cui comincia la tua missione pubblica: verrai allo scoperto e prenderai la parola, porterai un vangelo di consolazione e di pace, accompagnato da tanti gesti di liberazione e di guarigione, di tenerezza e di misericordia. Perché partire proprio da qui, perché mescolarsi alla folla dei peccatori, che prendono sul serio il grido di Giovanni, il battezzatore? Proprio qui tu ci riveli chi sono i primi destinatari del tuo annuncio: non i sani ma i malati, non coloro che si ritengono giusti ma quanti riconoscono il loro peccato. Il tuo non sarà un percorso facile: per questo la forza dello Spirito ti accompagnerà. Molti cercheranno di negare la tua identità, ti insulteranno, ti metteranno alla prova, ma a seguirti è la voce del Padre: sì, tu sei veramente il Figlio, l’amato, che ci visita nella carne di un uomo. Roberto Laurita In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Il racconto di Gesù al Giordano ci riporta alla Genesi, all'in principio, alle prime immagini della Bibbia, quando lo spirito di Dio aleggiava sulle acque (Genesi 1,2) di un mare gonfio di vita inespressa. L'origine del creato, come quella di ognuno di noi, è scritta sull'acqua, nelle acque di un grembo materno. Il rito del Battesimo porta impresso questo sigillo primordiale di nascite e di rinascite, di inizi e di ricominciamenti. Lo rivela un dettaglio prezioso: venne una voce dal cielo e disse: «Tu sei il Figlio mio, l'amato». La voce dice le parole proprie di una nascita. Figlio è la prima parola, un termine potente per il cuore. E per la fede. Vertice della storia umana. Nel Battesimo anche per me la voce ripete: tu sei mio figlio. E nasco della specie di Dio, perché Dio genera figli di Dio, figli secondo la propria specie. E i generati, io e tu, tutti abbiamo una sorgente nel cielo, il cromosoma del Padre nelle cellule, il Dna divino seminato in noi. La seconda parola è amato e la terza: mio compiacimento. Termine desueto, che non adoperiamo più, eppure bellissimo, che nel suo nucleo contiene l'idea di piacere, che si dovrebbe tradurre così: in te io ho provato piacere. La Voce grida dall'alto del cielo, grida sul mondo e in mezzo al cuore, la gioia di Dio: è bello stare con te. Tu, figlio, mi piaci. E quanta gioia sai darmi! Io che non l'ho ascoltato, io che me ne sono andato, io che l'ho anche tradito sento dirmi: tu mi piaci. Ma che gioia può venire a Dio da questa canna fragile, da questo stoppino dalla fiamma smorta (Isaia 42,3) che sono io? Eppure è così, è Parola di Dio, rivelativa del suo cuore segreto. Per sempre. Gesù fu battezzato e uscendo dall'acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. Noto la bellezza e l'irruenza del verbo: si squarciano i cieli, come per un amore incontenibile; si lacerano, si strappano sotto la pressione di Dio, sotto l'urgenza del Signore. Si spalancano come le braccia dell'amata per l'amato. Da questo cielo aperto viene, come colomba, la vita stessa di Dio. Si posa su di te, ti avvolge, entra in te, a poco a poco ti modella, ti trasforma pensieri, affetti, speranze, secondo la legge dolce, esigente, rasserenante del vero amore. Nel Battesimo è il movimento del Natale che si ripete: Dio scende ancora, entra in me, nasce in me perché io nasca in Lui, nasca nuovo e diverso, custodendo in me il respiro del cielo. Ad ogni mattino, anche in quelli più oscuri, riascolta la voce del tuo Battesimo sussurrare: Figlio mio, amore mio, gioia mia. E sentirai il buio che si squarcia, e il coraggio che dispiega di nuovo le ali sopra l'intera tua storia. (di Ermes Ronchi ) nr. 135 (Marco 1, 7-11) Che dis-astro una vita senza de-sideri! Che sia piena di de-sideri o che sia un dis-astro, sembra che la vita abbia comunque sempre a che fare con le stelle (sidereus/siderale, astro del ciel). Nel mondo antico, le stelle erano l’unico mezzo per orientarsi nella notte. Anche la notte di San Lorenzo ci insegna a tenere sempre pronto un desiderio nel cuore: è l’unico modo per esprimerlo quando vediamo l’effimero passaggio di una stella cadente. De-siderare è dunque essere attratti da una stella: una persona, uno scopo, un motivo per vivere. Ecco perché, quando non c’è una ragione per camminare, la vita diventa un dis-astro. Ed ecco anche perché fin dal VII secolo, Cristo era cantato come l’eterna luce dei credenti, la stella più luminosa che guida il nostro cammino e suscita in noi l’attrazione per non restare fermi. Nella vita le nebbie non mancano e allora si può restare un po’ confusi e sbagliare strada. Lo sapeva anche sant’Agostino, quando paragonava gli uomini a dei naviganti che a volte sbagliano rotta, seguendo stelle false. Per i Magi, ovvero per i veri sapienti, la stella diventa una domanda: dov’è colui che dà senso alla mia vita? Al vedere la stella provavano gioia, perché sentivano nel cuore qualcosa per cui valeva la pena vivere. Non è una gioia a buon prezzo, perché molte volte bisogna avere il coraggio di partire, di lasciare la sicurezza della propria terra. Bisogna camminare nella notte, quando le cose non sono chiare. Occorre esplorare terre che non non ti sono familiari, dove non ti senti sicuro. Bisogna avere l’umiltà di domandare, con il rischio di interrogare anche le persone sbagliate. Occorre avere l’audacia di cercare anche a Betlemme, là dove sembra impossibile trovare qualcosa che vale. I veri sapienti hanno il coraggio di non tornare per la stessa strada e l’audacia di cercarne di nuove. Neanche Cristo si lascia incasellare per sempre nella stessa capanna, occorre avere il coraggio di seguirlo anche sulla strada del Calvario. Erode invece non ha desideri, ma solo paure. Rimane fermo, chiuso nel palazzo delle sue sicurezze. Si informa attraverso gli altri. Non incontra mai direttamente la realtà. Perciò non potrà mai arrivare a essere felice. È condannato alla disperazione. Chi non trova una ragione per vivere si trasforma in violento, o contro se stesso, nella depressione, o contro gli altri, i felici, visti come potenziali nemici. Ma il viaggio continua: non temere, la stella di Cristo non smette mai di brillare anche per te! Da G.Piccolo, Meditazioni, cajetanusparvus.com, 04/01/2017 Domenica 7 gennaio 2018 BATTESIMO DEL SIGNORE Anno B

De-siderare (Marco 1, 7-11) - parrocchiemogliano.it · Figlio mio, l'amato». La voce dice le parole proprie di una nascita. Figlio è la prima parola, un termine potente per il cuore

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

È terminato il tempo della tua vita a Nazaret, il villaggio in cui sei cresciuto, Gesù, e sei diventato un uomo. Fino ad ora non hai fatto nulla per farti riconoscere, ma hai condiviso in tutto la vita dei tuoi compaesani. Come loro hai sperimentato le gioie e i dolori, la fatica e il riposo di cui è costellata l’esistenza umana. Questo, però, è il momento in cui comincia la tua missione pubblica: verrai allo scoperto e prenderai la parola, porterai un vangelo di consolazione e di pace, accompagnato da tanti gesti di liberazione e di guarigione, di tenerezza e di misericordia. Perché partire proprio da qui, perché mescolarsi alla folla dei peccatori, che prendono sul serio il grido di Giovanni, il battezzatore? Proprio qui tu ci riveli chi sono i primi destinatari del tuo annuncio: non i sani ma i malati, non coloro che si ritengono giusti ma quanti riconoscono il loro peccato. Il tuo non sarà un percorso facile: per questo la forza dello Spirito ti accompagnerà. Molti cercheranno di negare la tua identità, ti insulteranno, ti metteranno alla prova, ma a seguirti è la voce del Padre: sì, tu sei veramente il Figlio, l’amato, che ci visita nella carne di un uomo. Roberto Laurita

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Il racconto di Gesù al Giordano ci riporta alla Genesi, all'in principio, alle prime immagini della Bibbia, quando lo spirito di Dio aleggiava sulle acque (Genesi 1,2) di un mare gonfio di vita inespressa. L'origine del creato, come quella di ognuno di noi, è scritta sull'acqua, nelle acque di un grembo materno. Il rito del Battesimo porta impresso questo sigillo primordiale di nascite e di rinascite, di inizi e di ricominciamenti. Lo rivela un dettaglio prezioso: venne una voce dal cielo e disse: «Tu sei il Figlio mio, l'amato». La voce dice le parole proprie di una nascita. Figlio è la prima parola, un termine potente per il cuore. E per la fede. Vertice della storia umana. Nel Battesimo anche per me la voce ripete: tu sei mio figlio. E nasco della specie di Dio, perché Dio genera figli di Dio, figli secondo la propria specie. E i generati, io e tu, tutti abbiamo una sorgente nel cielo, il cromosoma del Padre nelle cellule, il Dna divino seminato in noi. La seconda parola è amato e la terza: mio compiacimento. Termine desueto, che non adoperiamo più, eppure bellissimo, che nel suo nucleo contiene l'idea di piacere, che si dovrebbe tradurre così: in te io ho provato piacere. La Voce grida dall'alto del cielo, grida sul mondo e in mezzo al cuore, la gioia di Dio: è bello stare con te. Tu, figlio, mi piaci. E quanta gioia sai darmi! Io che non l'ho ascoltato, io che me ne sono andato, io che l'ho

anche tradito sento dirmi: tu mi piaci. Ma che gioia può venire a Dio da questa canna fragile, da questo stoppino dalla fiamma smorta (Isaia 42,3) che sono io? Eppure è così, è Parola di Dio, rivelativa del suo cuore segreto. Per sempre. Gesù fu battezzato e uscendo dall'acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. Noto la bellezza e l'irruenza del verbo: si squarciano i cieli, come per un amore incontenibile; si lacerano, si strappano sotto la pressione di Dio, sotto l'urgenza del Signore. Si spalancano come le braccia dell'amata per l'amato. Da questo cielo aperto viene, come colomba, la vita stessa di Dio. Si posa su di te, ti avvolge, entra in te, a poco a poco ti modella, ti trasforma pensieri, affetti, speranze, secondo la legge dolce, esigente, rasserenante del vero amore. Nel Battesimo è il movimento del Natale che si ripete: Dio scende ancora, entra in me, nasce in me perché io nasca in Lui, nasca nuovo e diverso, custodendo in me il respiro del cielo. Ad ogni mattino, anche in quelli più oscuri, riascolta la voce del tuo Battesimo sussurrare: Figlio mio, amore mio, gioia mia. E sentirai il buio che si squarcia, e il coraggio che dispiega di nuovo le ali sopra l'intera tua storia. (di Ermes Ronchi )

nr. 135

(Marco 1, 7-11)

Che dis-astro una vita senza de-sideri! Che sia piena di de-sideri o che sia un dis-astro, sembra che la vita abbia comunque sempre a che fare con le stelle (sidereus/siderale, astro del ciel). Nel mondo antico, le stelle erano l’unico mezzo per orientarsi nella notte. Anche la notte di San Lorenzo ci insegna a tenere sempre pronto un desiderio nel cuore: è l’unico modo per esprimerlo quando vediamo l’effimero passaggio di una stella cadente. De-siderare è dunque essere attratti da una stella: una persona, uno scopo, un motivo per vivere. Ecco perché, quando non c’è una ragione per camminare, la vita diventa un dis-astro. Ed ecco anche perché fin dal VII secolo, Cristo era cantato come l’eterna luce dei credenti, la stella più luminosa che guida il nostro cammino e suscita in noi l’attrazione per non restare fermi. Nella vita le nebbie non mancano e allora si può restare un po’ confusi e sbagliare strada. Lo sapeva anche sant’Agostino, quando paragonava gli uomini a dei naviganti che a volte sbagliano rotta, seguendo stelle false. Per i Magi, ovvero per i veri sapienti, la stella diventa una domanda: dov’è colui che dà senso alla mia vita? Al vedere la stella provavano gioia, perché sentivano nel cuore qualcosa per cui valeva la pena vivere. Non è una gioia a buon prezzo, perché molte volte bisogna avere il coraggio di partire, di lasciare la sicurezza della propria terra. Bisogna camminare nella notte, quando le cose non sono chiare. Occorre esplorare terre che non non ti sono familiari, dove non ti senti sicuro. Bisogna avere l’umiltà di domandare, con il rischio di interrogare anche le persone sbagliate. Occorre avere l’audacia di cercare anche a Betlemme, là dove sembra impossibile trovare qualcosa che vale. I veri sapienti hanno il coraggio di non tornare per la stessa strada e l’audacia di cercarne di nuove. Neanche Cristo si lascia incasellare per sempre nella stessa capanna, occorre avere il coraggio di seguirlo anche sulla strada del Calvario. Erode invece non ha desideri, ma solo paure. Rimane fermo, chiuso nel palazzo delle sue sicurezze. Si informa attraverso gli altri. Non incontra mai direttamente la realtà. Perciò non potrà mai arrivare a essere felice. È condannato alla disperazione. Chi non trova una ragione per vivere si trasforma in violento, o contro se stesso, nella depressione, o contro gli altri, i felici, visti come potenziali nemici. Ma il viaggio continua: non temere, la stella di Cristo non smette mai di brillare anche per te! Da G.Piccolo, Meditazioni, cajetanusparvus.com, 04/01/2017

Domenica 7 gennaio 2018

BATTESIMO DEL SIGNORE

Anno B

Domenica 7 S.Messa ore 10 Francesco e fam. Pettenà; Augusto Granello. Giovedì 11 S.Messa ore 18,30 Luisa e Antonio Zanlorenzi. Sabato 13 S.Messa ore 19 per il popolo. Domenica 14 S.Messa ore 10 Armando Vendramin; Elia Serena.

Domenica 7 Is 55,1-11; Cant. Is 12,2-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11. Lunedì 8 1Sam 1,1-8; Mc 1,14-20. Martedì 9 1Sam 1,9-20; Mc 1,21b-28.

Domenica 7 S.Messe ore 9 per il popolo; ore 11 per il popolo; ore 19 per il popolo. Lunedì 8 S.Messa ore 8,30 Francesco; Anna e Demetrio. Martedì 9 S.Messe ore 8,30 per il popolo; ore 19 Antonia (Nita) Ramognini. Mercoledì 10 S.Messa ore 8,30 Gildo. Giovedì 11 S.Messa ore 8,30 Egidio e Carlotta; Luigi e Maria. Venerdì 12 S.Messa ore 8,30 Graziella e Antonio; Walter Mazzucato e Flavio e Giuseppe Doldi. Sabato 13 S.Messa ore 19 Carolina Marangoni (trig) e Mario Gobbato; Gabriella Ceolin. Domenica 14 S.Messe ore 9 per il popolo; ore 11 per il popolo; ore 19 per il popolo.

presso Centro Pastorale orario 11 - 13

dal lunedì al venerdì Tel. 041 5900375

Cellulare 334 2590290 Fax 041 4566339

E-mail: [email protected]

SABATO: 9-11,30 chiesa San Marco

16-18 duomo S. Maria Assunta DOMENICA (prima delle messe)

a S. Maria Assunta 8,30-9 e 10,30-11

Dal lunedì al venerdì ore 18,00 a S. Carlo

Lunedì ore 21 S. Maria Assunta sospeso fino all’8 gennaio 2018

Giovedì ore 18,00 a S. Marco

LITURGIA delle ORE: I Settimana Mercoledì 10 1Sam 3,1-10.19-20; Mc 1,29-39. Giovedì 11 1Sam 4,1b-11; Mc 1,40-45. Venerdì 12 1Sam 8,4-7.10-22a; Mc 2,1-12. Sabato 13 1Sam 9,1-4.17-19.26a; Mc 2,13-17.

Tutti i sabati don Samuele è presente a:

San Marco ore 9,30-11,30 Santa Maria Assunta ore 16-18

in chiesa o in canonica.

2° Lunedì del mese: 20,30-21,30 a S.Antonio Tutti i sabati: ore 8,30 - 11,30

a S. Marco, in chiesa Tutti i giovedì: 18,30 - 22,00 a S. Maria Assunta, in abbazia.

dal lunedì al venerdì (LODI) ore 8,00 a S. Maria Assunta

sabato ore 8,30 S.Marco

Prove del coretto il venerdì ore 20,30 ogni 15 giorni.

La Segreteria parrocchiale riapre lunedì 8 gennaio.

Battesimi a S.M.Assunta:28 gennaio/25 febbraio/18 marzo/31 marzo/ 29 aprile/20 maggio/3 giugno/12 giugno/15 luglio/16 settembre/30

settembre/28 ottobre/18 novembre/2 dicembre. Le date per i battesimi a S.Marco possono essere concordate con il

parroco rivolgendosi alla segreteria parrocchiale. Prima Confessione: S.M.Assunta 11 marzo, S.Marco 18 marzo ore 16.

Prima Comunione: S.M.Assunta 6 maggio ore 11; S.Marco 13 maggio ore 10.

Cresima: 21 aprile ore 16,30 S.Marco; ore 18,30 S.M.Assunta.

Ore 20,30 Centro Pastorale, Battezzati per diventare Cristiani: itinerario per la formazione di catechisti e coordinatori.

III anno, Se non avessi la carità. Primo incontro: Rivestiti di Cristo. Iscrizioni al primo incontro, versando un contributo di 10 euro.

GIO

11

Ore 20,45 centro pastorale, incontro per i genitori dei ragazzi di seconda e terza media in preparazione al campo scuola ad Assisi.

LUN 8

SAB

20DOM 21

Ore 15 Cavallino Treporti, Casa per Ferie Maria Assunta, week-end di spiritualità per catechisti:

Perché state a guardare il cielo? Info e iscrizioni entro il 10 gennaio: ufficio catechistico, 0422 576940,

[email protected].

Sabato 6 e Domenica 7 si raccolgono le quote mensili e le nuove adesioni per

l'affido a distanza. La Caritas inoltre ricorda a tutti la raccolta di generi alimentari.

Sabato 13 e domenica 14 si raccolgono le quote mensili e le nuove adesioni per le adozioni a vicinanza. La Caritas inoltre

ricorda la raccolta di generi alimentari.

Ore 21 centro pastorale, riunione della Segreteria del Consiglio di Collaborazione.

VEN

12

Riprende dopo le festività natalizie il catechismo per le scuole medie. Domenica 14 appuntamento con i ragazzi di terza media:

S.Messa ore 11 a S.M.Assunta.

Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. DOM 14

Da oggi riprendono gli incontri settimanali di catechismo per i bambini delle scuole elementari.

MAR

9

Ore 21 riunione del Consiglio per gli affari economici della Parrocchia.

LUN 15

S.Messa ore 11 festeggiamo insieme il 40° anniversario di matrimonio di Germano e Gianna Priola.

DOM 14DOM 14

Ore 15 in chiesa incontro Apostolato della preghiera.