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De-complexity: la strada per la gestione della complessità tà necessaria per realizzare i nostri prodotti - che chiameremo buona complessità - ed eliminare quella non necessaria - cattiva complessità - secondo la nostra strategia Premium. Le scelte strategiche a monte e il programma di standardizzazione conse- guente sono diventati un progetto reale di de-complexity o, se vogliamo, un progetto per meglio gestire la complexity. Prendiamo, come esempio, il segmento car: dal 2005 al 2011 abbiamo registrato un incre- mento moderato in termini di volumi e di numero di codici, ma negli anni successivi si è riscontrato un importante aumento di co- dici presenti nel portfolio. E le previsioni dei prossimi anni confermano questa tendenza. Mentre la richiesta di maggiori volumi può essere gestita incrementando la capacità at- traverso programmi efficienti di produzione, oppure con la realizzazione di nuove fabbri- che (come è stato fatto in Romania, Messico e Russia), più complesso è gestire la prolifera- zione di prodotti in gamma che derivano da specifiche richieste fatte dai clienti che, sem- pre più, si rivolgono al segmento Premium. Questo è solo un esempio per capire quan- ti siano i processi da monitorare e le aree sulle quali intervenire. Ed è evidente che un progetto di de-complexity è stato – ed è - un’ottima opportunità per coinvolgere e ingaggiare le persone delle fabbriche su una delle principali priorità dell’azienda, in par- ticolare attraverso la creazione di numerosi gruppi di miglioramento (kaizen) a cui han- no partecipato tutti, dai responsabili agli operai. E i benefici che ne sono derivati sono noti e condivisi. Probabilmente i racconti dei colleghi che in prima persona hanno partecipato al proces- so di de-complexity nelle rispettive fabbri- che sono la migliore testimonianza del suc- cesso del progetto. Pubblicazione non in vendita ——Reg. Trib. Milano n. 1813 del 3/12/1949 N° 406 / 2014 Periodico di informazione per il personale del Gruppo Pirelli in Italia F&N NASCE UNA MAMMA E UN PAPà Parliamo delle iniziative per i genitori al lavoro p. 6 Intervista HR OMOLOGAZIONE Come nasce e si sviluppa? Ce lo racconta Marco Crola SENIOR VICE-PRESIDENT ORIGINAL EQUIPMENT p. 5 Udo Kuhlmann, responsabile del progetto de-complexity in Pirelli ci spiega cosa significa, cosa comporta e quali vantaggi porta all’azienda Storie diFabbrica DE-COMPLEXITY Interviste a cinque colleghi p. 2-3 COMPLICARE è FACILE, SEMPLIFICARE è DIFFICILE BRUNO MUNARI D e-complexity, ovvero sempli- ficazione. Detto così sembra chiaro, logico e molto sempli- ce, ma rendere più facili e più snelli i processi aziendali in tutte le loro fasi non è cosa da poco e impli- ca un grande lavoro e un costante impegno da parte di tutti. In un mondo che si muove velocemente, le aziende diventano, giorno dopo giorno, sempre più complesse e gli ef- fetti rischiano di essere decisamente rile- vanti se tutto questo non è ben gestito. Da anni è in corso in Pirelli un progetto di de- complexity che, nato con l’obiettivo princi- pale di standardizzare le mescole, da circa un anno è stato esteso a tutte le funzioni azien- dali chiamate a concorrere alla creazione di valore: dal mercato all’allocazione passando per materiali, prodotto, processi fino alla ge- stione ed esecuzione in fabbrica. L’innovazione e la sempre più veloce intro- duzione di nuovi prodotti generano com- plessità; per esempio, il numero di codici in gamma prodotti simultaneamente compor- ta perdite di efficienza e maggiori costi. È necessario, pertanto, che ci sia un momento per verificare se le stratificazioni, la gamma, i ruoli e i processi siano ancora validi ed è fondamentale eliminare gradualmente i prodotti non più utilizzati, perchè con scarsi volumi oppure senza margine, anziché trat- tarli come i nuovi introdotti in gamma. Inol- tre, gli adattamenti al mercato, le personaliz- zazioni e l’estensione delle linee di prodotto, mantenendo in produzione tutti i codici sia vecchi che nuovi, seppure con l’intenzione di generare una crescita di fatturato, com- portano, invece, il rischio di inefficienze con una potenziale erosione del margine. Per fronteggiare tutto questo nel migliore dei modi, con il supporto del Top Management, ci siamo dati un obiettivo: gestire la complessi- :PASSION Su On Air: uno spazio dedicato alle passioni, raccontaci la tua p. 7 Intranet

De-complexity - Pirelli · responsabile delle attività di Design to Cost ovvero mi occupo di implementare in fabbrica le azioni di saving sulle mescole e delle industrializzazioni

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De-complexity: la strada per la gestione

della complessità

tà necessaria per realizzare i nostri prodotti - che chiameremo buona complessità - ed eliminare quella non necessaria - cattiva complessità - secondo la nostra strategia Premium. Le scelte strategiche a monte e il programma di standardizzazione conse-guente sono diventati un progetto reale di de-complexity o, se vogliamo, un progetto per meglio gestire la complexity.Prendiamo, come esempio, il segmento car: dal 2005 al 2011 abbiamo registrato un incre-mento moderato in termini di volumi e di numero di codici, ma negli anni successivi si è riscontrato un importante aumento di co-dici presenti nel portfolio. E le previsioni dei prossimi anni confermano questa tendenza.

Mentre la richiesta di maggiori volumi può essere gestita incrementando la capacità at-traverso programmi efficienti di produzione, oppure con la realizzazione di nuove fabbri-che (come è stato fatto in Romania, Messico e Russia), più complesso è gestire la prolifera-zione di prodotti in gamma che derivano da specifiche richieste fatte dai clienti che, sem-pre più, si rivolgono al segmento Premium.Questo è solo un esempio per capire quan-ti siano i processi da monitorare e le aree sulle quali intervenire. Ed è evidente che un progetto di de-complexity è stato – ed è - un’ottima opportunità per coinvolgere e ingaggiare le persone delle fabbriche su una delle principali priorità dell’azienda, in par-ticolare attraverso la creazione di numerosi gruppi di miglioramento (kaizen) a cui han-no partecipato tutti, dai responsabili agli operai. E i benefici che ne sono derivati sono noti e condivisi.Probabilmente i racconti dei colleghi che in prima persona hanno partecipato al proces-so di de-complexity nelle rispettive fabbri-che sono la migliore testimonianza del suc-cesso del progetto.

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N° 406 / 2014

Periodico di informazione per il personale del Gruppo Pirelli in ItaliaF&N

NASCE UNA MAMMA E UN PAPà

Parliamo delle iniziative per i genitori al lavoro p. 6

Intervista HR

oMologAzioNE

Come nasce e si sviluppa? Ce lo racconta Marco Crola Senior ViCe-PreSident original equiPMent p. 5

Udo Kuhlmann, responsabile del progetto de-complexity in Pirelli ci spiega cosa significa, cosa comporta e quali vantaggi porta all’azienda

StoriediFabbrica

de-complexity

interviste a cinque colleghi p. 2-3

CoMPliCare è faCile, SeMPlifiCare è diffiCile

BrUNo MUNAri

De-complexity, ovvero sempli-ficazione. Detto così sembra chiaro, logico e molto sempli-ce, ma rendere più facili e più snelli i processi aziendali in

tutte le loro fasi non è cosa da poco e impli-ca un grande lavoro e un costante impegno da parte di tutti. In un mondo che si muove velocemente, le aziende diventano, giorno dopo giorno, sempre più complesse e gli ef-fetti rischiano di essere decisamente rile-vanti se tutto questo non è ben gestito. Da anni è in corso in Pirelli un progetto di de-complexity che, nato con l’obiettivo princi-pale di standardizzare le mescole, da circa un anno è stato esteso a tutte le funzioni azien-dali chiamate a concorrere alla creazione di valore: dal mercato all’allocazione passando per materiali, prodotto, processi fino alla ge-stione ed esecuzione in fabbrica.L’innovazione e la sempre più veloce intro-duzione di nuovi prodotti generano com-plessità; per esempio, il numero di codici in gamma prodotti simultaneamente compor-ta perdite di efficienza e maggiori costi. È necessario, pertanto, che ci sia un momento

per verificare se le stratificazioni, la gamma, i ruoli e i processi siano ancora validi ed è fondamentale eliminare gradualmente i prodotti non più utilizzati, perchè con scarsi volumi oppure senza margine, anziché trat-tarli come i nuovi introdotti in gamma. Inol-tre, gli adattamenti al mercato, le personaliz-zazioni e l’estensione delle linee di prodotto, mantenendo in produzione tutti i codici sia vecchi che nuovi, seppure con l’intenzione di generare una crescita di fatturato, com-portano, invece, il rischio di inefficienze con una potenziale erosione del margine. Per fronteggiare tutto questo nel migliore dei modi, con il supporto del Top Management, ci siamo dati un obiettivo: gestire la complessi-

:PASSioN

Su on air: uno spazio dedicato alle passioni, raccontaci la tua p. 7

Intranet

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2 F&N 406 — giugno 2014

De-complexity: le esperienze dei dipendenti

Settimo torineSe Ciro Sasso Trainer area vulcanizzazione

N el reparto vulcanizzazione il “pit stop team” dimezza i tempi per il cambio degli stampi. Ciro Sasso ci spiega come avviene.

Ciao Ciro, iniziamo parlando di te: quando è cominciata la tua esperienza in Pirelli?

Sono entrato in Pirelli nel dicembre del 2001 come operaio nell’area vulcanizzazione. Progressivamente sono cresciuto in azienda fino a ricoprire il ruolo di istruttore.

Di cosa ti occupi oggi?Oggi sono trainer nell’area di vulcanizzazione. La mia attività consiste nel trasferire il know how

di metodo e di processo ai colleghi che lavorano sulle macchine. In particolare l’anno scorso abbiamo lavorato a un progetto importante che ha cambiato il modo di fare il cambio stampi.

Parlaci un po’ più nel dettaglio di questo progetto.L’anno scorso una delle priorità del Polo era quella

di incrementare il numero di codici prodotti nel mese in vulcanizzazione, passando da 30 a 50 articoli. Per raggiungere questo obiettivo dovevamo ridurre al minimo il tempo di fermo macchina per set-up. Abbiamo creato un team interfunzionale chiamato “pit stop team” e, organizzando 4 kaizen week, cioè delle settimane dedicate a questo tema, abbiamo ridotto il tempo tecnico di cambio stampi da 12 h a 5,5 h. Di conseguenza il tempo medio di fermo per set-up è passato da 22 a 10 h. Siamo riusciti a raggiungere questo risultato lavorando sull’ottimizzazione di tutte le fasi del cambio, applicando gli strumenti del Pirelli Manufacturing System.

Come trainer avevo il compito di aiutare tutte le persone del gruppo cambio stampi anche nell’attività di standardizzazione del miglioramento, divulgando la nuova procedura di set-up elaborata durante le kaizen week. Grazie a queste attività il Polo è riuscito a incrementare del 15% il numero di codici prodotti al mese, un vero record.

Cosa hai imparato da questa esperienza?Ho imparato che non bisogna porsi limiti,

ci sono sempre opportunità per migliorare il nostro lavoro e ogni giorno possiamo muovere dei passi verso l’eccellenza.

StoriediFabbrica

cArliSle Darren Irving Trainer PMS

I l nostro collega di Carlisle, Darren Irving, ci illustra, in termini de-complexity, quanto costa alle volte accettare il cambiamento.

Ciao Darren, per favore, intanto possiamo chiederti qualcosa di te, del tuo ruolo e della tua esperienza in Pirelli?

Mi chiamo Darren Irving, ho 43 anni, sono sposato e ho 3 figli. Sono in Pirelli da 17 anni e ho cominciato come addetto al Carbon Black nell’area Banbury.

18 mesi fa ho accettato la sfida di diventare Trainer di PMS (Pirelli Manufacturing System). Ero determinato a fare di PMS un successo.

raccontaci del vostro successo nella de-complexity? Nelle prime settimane pensavo fosse una missione

impossibile, poi, pian piano, ho realizzato che il cambiamento poteva essere un traguardo raggiungibile. E infatti basta guardare dove siamo arrivati ora.

Tra le varie attività che abbiamo organizzato voglio citare come esempio la kaizen week nell’area Banbury dedicata ai tempi di ciclo. Ho guidato un piccolo team di 7 persone, tutte decisamente motivate e tra queste anche operatori, responsabili qualità e un sub-contractor.

Abbiamo iniziato la settimana parlando con tutti

gli operatori, i team leader e i coordinatori dei turni. Con il loro aiuto e con un costante confronto abbiamo ridotto i tempi di esecuzione (di ciclo) da 16 a 8 minuti e i tempi d’attesa da 14 a 0 minuti, e non con una simulazione, ma con un effettivo piano di lavoro.

Abbiamo anche creato un supermarket per una parte di materiali in ingresso: durante la kaizen week da 20 tonnellate lo stock è passato a 8 tonnellate (l’efficienza era bassa con una media di 70 punti; sul mese di aprile è risultata stabile a 83,3%). La qualità è migliorata con un’ampia riduzione di scarti. Il punteggio del 100% datoci dall’audit mostra il grande vantaggio del metodo/sistema PMS/Kaizen.

E com’è andata?La strada del successo è stata molto tortuosa, con

tutta una serie di “prove”, di “errori” e molta pazienza. Una vera sfida.

In sintesi la mia ricetta per il successo? C’è bisogno di un pizzico di leadership nella PMS, di una buona dose di team proattivi, una confezione di Team Leader per la manutenzione preventiva, un Factory Manager capace di controllare alla perfezione la cottura e, ciliegina sulla torta, in cucina un coordinatore PMS davvero molto abile.

Inoltre i gemba walk e le visite dei nostri colleghi di Milano ci hanno dato la possibilità di mostrare la nostra passione per il nostro lavoro.

N ell’unità turca il nostro responsabile de-complexity è Fatih Basol, ma vogliamo chiedere a Damla Kaner, responsabile delle attività de-complexity su materiali,

cosa è stato fatto in tal senso.

Ciao Damla, puoi raccontarci del tuo ruolo e della tua esperienza in Pirelli?

Sono stata assunta in Pirelli a Dicembre 2011. Lavoro nel team di industrializzazione mescole. Da agosto 2012, sono responsabile delle attività di Design to Cost ovvero mi occupo di implementare in fabbrica le azioni di saving sulle mescole e delle industrializzazioni mescole Truck.

Qual è stato il tuo approccio al lavoro di de-complexity?La prima volta che ne ho sentito parlare, ho pensato

che sarebbe stato uno sforzo notevole per l’azienda, ma certamente fondamentale. Sono stata contattata per fare un’analisi del portfolio mescole di Izmit. Abbiamo quindi stabilito quali fossero le mescole che potevano essere sostituite, perchè a bassa criticità oppure perchè simili ad altre, e abbiamo definito una pianificazione dell’attività.

izmit Damla Kaner Responsabile delle attività de-complexity su materiali

Cinque storie dalle fabbriche Pirelli

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3F&N 406 — giugno 2014

De-complexity: le esperienze dei dipendentibreuberg Alessio Secci e Ralph AdlonResponsabile della Pianificazione IndustrialeResponsabile della Qualità

I colleghi di Breuberg ci raccontano quali novità hanno apportato nell’area estrusione e i benefici ottenuti, anche in termini qualitativi.

Alessio, ralph, qual è il vostro ruolo in fabbrica?Sono Alessio Secci e sono responsabile della

Pianificazione Industriale. Ed io sono Ralph Adlon responsabile della Qualità.

Alessio, quali sono i principali miglioramenti in estrusione e quali i principali risultati?

Lo scorso anno abbiamo imparato a riconoscere il “valore-aggiunto” della complessità, legato alle performance di prodotto e alle richieste del cliente, dal “non valore-aggiunto” legato a una inefficiente gestione del mix, riuscendo a trovare il giusto equilibrio tra la richiesta del cliente e la riduzione del numero di articoli in produzione e setup.

La diminuzione dello scarto dalle linee di estrusione è stato il focus principale; abbiamo ottimizzato i parametri di programmazione per minimizzare il numero di cambi e aumentare il livello di stock. Inoltre, abbiamo insegnato ai colleghi a ottenere il massimo dall’implementazione del nuovo standard. L’obiettivo era di creare una sequenza di produzione che raggruppasse prodotti simili e che li monitorasse quotidianamente per attuare eventuali azioni correttive nell’immediato.

Insieme con R&D abbiamo impostato due target: ovvero realizzare una combinazione unica mescola/estrusione e ridurre le mescole in portfolio.

Entro la fine dell’anno saranno conclusi tutti i trasferimenti di produzione richiesti (o necessari) e 8 combinazioni di mescole in trafila saranno eliminate.

La generazione di scarto sarà ridotta del 39% e sarà dimezzata la mancanza di materiale in confezione.

Cosa significa fare de-complexity nella fabbrica di izmit?

Per questa prima parte dell’attività, significa diminuire il numero delle mescole di battistrada.

A Izmit produciamo diversi prodotti, sia per car che per Truck e Motorsport. In aggiunta, abbiamo ancora in gamma molti prodotti Truck convenzionale. Tutto questo complica notevolmente il portfolio delle mescole perchè hanno formulazioni molto diverse fra di loro e, ovviamente, non sono intercambiabili. Per questo aspetto, la diminuzione del numero di mescole semplifica la gestione in fabbrica.

Inoltre a volte succede anche che mescole non prodotte da lungo tempo vengano ripianificate. Non è garantito che le materie prime necessarie siano a magazzino e quindi le dobbiamo riordinare. Questo comporta ritardi e disagi organizzativi, quindi dobbiamo sempre garantire l’aggiornamento del nostro portafoglio.

Avere un numero inferiore di mescole semplifica quindi anche il magazzino di stoccaggio delle materie prime. Ci racconti qualche dettaglio?

Per quanto riguarda la parte Car, per questa prima parte dell’anno siamo focalizzati sulle mescole Summer: da 8 mescole si passerà a 4. Per il Truck, invece, la riduzione è prevista da 12 a 8 mescole.

State incontrando delle difficoltà?No, l’attività è stata ben condivisa sin dall’inizio

con i responsabili di prodotto. Questo aspetto ha garantito la coerenza sulle azioni e il rispetto dei tempi. Il programma consiste in prove di processo laddove richieste; discussione dei risultati; report; emissione della documentazione necessaria per il passaggio in normale produzione. Non tutte le attività sono terminate ma, al momento, stiamo rispettando la tempistica.

D aniel Butoi ci racconta la sua esperienza di de-complexity nelle fasi produttive relative ai semilavorati e alla confezione. Daniel Butoi, 30 anni, lavora in Pirelli da 5

anni e, dal 2010, è responsabile della pianificazione in produzione. Ha iniziato come Project Leader per il

SlAtinA Daniel Butoi Responsabile della pianificazione in produzione

progetto de-complexity, sempre in Slatina, coordinando l’identificazione e l’implementazione delle attività di de-complexity in fabbrica e il monitoraggio dei KPI.

“Innanzitutto abbiamo introdotto l’uso del KANBAN per la pianificazione dell’area semifinishing. KANBAN è un sistrema di pianificazione per una produzione snella che aiuta a migliorare e a mantenere alto il livello produttivo, ottimizzando i livelli di stock e la conseguente riduzione dei set-up.

Ancora più in dettaglio, abbiamo analizzato i set-up in termini di tempo e scarto generato, decidendo di raggrupparli dopo la mescola principale che è il settaggio più importante e che determina tempi più lunghi e, soprattutto, una grande quantità di scarto.

Con questi interventi, nell’area semilavorati, abbiamo gestito la riduzione dell’indice di rotazione (quante volte un codice viene prodotto nell’arco di una giornata) e lo scarto generato, ma allo stesso tempo abbiamo incrementato l’efficienza delle macchine ottenendo un maggior numero di pezzi prodotti. Dopo aver analizzato il processo in confezione, abbiamo capito che il punto principale su cui intervenire erano i set-up.

Abbiamo distinto 3 tipi di set-up, con differenti tempi di intervento: cambio materiale senza intervento sulla macchina, vale a dire solo piccoli aggiustamenti senza fermo macchina; cambio larghezza con intervento sulla macchina e sul cambio materiale con un fermo macchina di circa 43 minuti; cambio misura con modifica totale dei tool macchina, con un fermo di circa 79 minuti.

In altre parole, una procedura, chiamata “clustering”, che consente di ottenere tempi di set-up più brevi, programmati su “cluster” di macchine predefinite.

A distanza di qualche mese, possiamo dire che importanti obiettivi sono stati raggiunti e il processo di de-complexity procede anche in altri reparti della fabbrica.”

ralph, come siete riusciti a migliorare la qualità dell’estruso?

Il primo passo è stato quello di rivedere le procedure operative standard, migliorate e adattate ai materiali attuali. Succesivamente sono stati divulgati i nuovi standard e sono stati monitorati gli indicatori di prestazione necessari per permettere un livello di stock più alto. È stato poi necessario controllare la capacità online: sono state installate nuove tecniche di misurazione investendo in scansioni laser sulla linea di produzione principale e, in collaborazione con R&D, abbiamo migliorato la qualità del prodotto finito.

Il successo del progetto è stato condiviso con gli operatori e tutti sono stati formati sulle nuove apparecchiature.

Questo ci permetterà di osservare in un solo turno la capacità degli strumenti, materiali e prodotti e di mettere in atto eventuali contromisure preventive.

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commerciale, dalla logistica fino al replacement. E da dove si parte? Di solito sono le case automobilistiche,

soprattutto quelle con cui abbiamo parternership consoli-date che ci coinvolgono -talvolta in esclusiva altre volte con i nostri concorrenti - quando stanno cominciando a pensare e a progettare un nuovo modello; è in questa fase che ci in-viano un capitolato tecnico con le specifiche della nuova for-nitura e con la richiesta di una quotazione che si basa anche sulle prestazioni che di volta in volta ci vengono richieste (rolling resistance, frenata sul bagnato e sull’asciutto, etc.)

Come si sviluppa il processo all’interno? Quali sono le tappe?

Solitamente le richieste dei clienti (centinaia ogni anno) arrivano alle nostre Region e vengono inserite nel sistema I.N.B. (Insert New Business) che è a disposizione di tutte le

Omologazioni

Sappiamo che le omologazioni sono fondamentali per lo sviluppo del nostro prodotto e del business e che al momento ne stiamo sviluppando centinaia.

Sappiamo che le case auto – che progettano e producono vetture prestige e premium ad alte prestazioni – considera-no gli penumatici un elemento prioritario, determinante, caratterizzante. Sappiamo che, in sostanza, il significato di un’omologazione è mettere a punto una copertura su mi-sura, che risponde perfettamente ai parametri chiesti dai costruttori per un determinato modello. Quello che, invece, forse non sappiamo è come nasce e si sviluppa un’omolo-gazione, con quali tappe e in che tempi, chi se ne occupa.

Con Marco Crola – Senior Vice-President Original Equipment - cerchiamo di fare luce e, come prima cosa, scopriamo che il processo di omologazione è lungo, complesso e coinvol-ge molte funzioni, dai mercati al R&D, dalla produzione al

le omologAzioni: unA relAzione di SucceSSo con i clienti

Abbiamo parlato con Marco Crola – Senior Vice- President Original Equipment –che ci ha spiegato come nasce e si sviluppa una omologazione e con quali tappe e tempi.

La sfida è immaginare il futuro— risponde marco crola Senior Vice - President original equipment

TIMING

RICHIESTE DEI CLIENTI

REPLACEMENT

RESPONSABILI CERTIFICAzIONI

RESPONSABILI PRODUzIONE

RESPONSABILI LOGISTICA

RESPONSABILI COMMERCIALI

RESPONSABILI QUALITà

vALUTAzIONEOPPORTUNITà

OFFERTA

SISTEMA INB

Insert New Business

TEST INDOOR

INDUSTRIALIzzAzIONE

TEST INDOOR

OMOLOGAzIONE TECNICA

TEST OUTDOOR

TEST OUTDOOR

COMMERCIA-LIzzAzIONE

QUALE STABILIMENTO

ATTIvARE

TEAM ESPERTIMULTI-

FUNzIONALI

PROFITTABILITà

NUOvOPRODOTTO

SegmentoPremium

tutti i pASSAggi per geStire Al meglio un proceSSo di omologAzione

R&D

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5F&N 406 — giugno 2014

La sfida è immaginare il futuro

Se per lo sviluppo di un’omologazione ci vogliono in media cir-ca tre anni per passare dalla richiesta del cliente al mercato, per il ricambio – replacement - dobbiamo tenere conto che da quando inizia lo sviluppo di una gomma per un nuovo modello a quando le vendite ricambio avranno volumi di un certo inte-resse passano ben cinque anni. “dobbiamo tener conto del fatto – ci dice luca frangi, product marketing & oe after market– che mediamente la fase del ri-cambio ha inizio circa 2 o 3 anni dopo il lancio di un nuovo modello di auto". ragione per cui al tavolo dei decisori di una nuova omologazione siedono anche i colleghi del ricambio, per valutare quali ricadute economiche possa avere ogni sin-gola richiesta dei clienti e per analizzare le ragioni che posso-no indurre anche loro ad accettarla. “Per il ricambio valgono spesso le motivazioni dell’equipaggia-mento originale, vale a dire che anche per questo comparto pre-vale la strategia del Premium, contano i rapporti preferenziali e consolidati con alcune case auto in particolare e spesso una richiesta che non sembra essere particolarmente conveniente per il primo equipaggiamento, diventa, invece, importante e re-munerativa, per il ricambio, e per questo accolta”.quell’ambìto simbolo personalizzato impresso sugli pneumatici che identifica le diverse case automobilistiche (la sigla ao per audi, Mo per Mercedes oppure la stellina per BMW) rappresenta un valore aggiunto per tutti: case auto, rivenditori, consumatori e, naturalmente, anche per Pirelli. e l’obiettivo è proprio che ven-ga considerato tale anche dopo che si sia usurato il primo equi-

Prodotto giusto, al prezzo giusto nel canale giusto— ne parliamo con luca Frangi Product Marketing & oe after market Pirelli

paggiamento e che si ambisca mantenerlo con le gomme nuove. Si intuisce, pertanto, che diventa ancora più complesso riusci-re a valutare e a prevedere come sarà il mercato, quale l’orien-tamento dei consumatori, quali le scelte dei concorrenti che, come noi, puntano molto a “corteggiare” ogni singolo automo-bilista che deve cambiare pneumatici. Per quanto ogni omologazione possa fare da traino anche per il ricambio, tiene a sottolineare luca frangi, questo non vive solo di primo equipaggiamento. Pure nel rispetto delle stra-tegie aziendali, si punta ad ampliare la gamma dei prodotti, andando a equipaggiare sul mercato ricambi anche auto che non hanno omologazioni Pirelli; si cerca, giorno dopo giorno, di rosicchiare quote di mercato alla concorrenza, di conquista-re nuovi clienti. “Se è vero – ci dice – che oggi i consumatori, grazie alle nuo-ve tecnologie, sono più informati, conoscono molto meglio i prodotti anche nelle loro caratteristiche tecniche, è altrettanto vero che, spesso, ancora si affidano al parere del gommista, soprattutto quando esistono rapporti di fiducia. Sono loro che influenzano le scelte ed è anche su di loro che noi dobbiamo investire per presentare tutti i plus dei nostri prodotti, per tra-smettere la nostra cultura tecnologica in termini di sicurezza, durata, performance”.e il prezzo? “il prezzo resta una variabile primaria, su questo molto spesso si fanno le scelte e stabilire quello giusto, che sia al contempo interessante per il consumatore e remunerativo per noi, è una sfida quotidiana impegnativa”

funzioni aziendali coinvolte - i tecnici, la qualità, i respon-sabili delle certificazioni, la produzione, il commerciale, la logistica, il replacement, etc.- che la valuteranno ciascuno per la parte di propria competenza, e quindi a livello di vo-lumi, di produzione, di distribuzione e, in ultima analisi, a livello economico per capire se possa essere più o meno interessante per la nostra azienda. È poi a tavolino che il team di esperti multifunzionali – che si riunisce settima-nalmente – esamina le opportunità e le criticità dell’offerta e decide se procedere o meno.

Quali sono i criteri di scelta?La nostra strategia è molto chiara: il focus è il segmento

Premium. Questo vuol dire che generalmente rifiutiamo fin dall’inizio le richieste che non sono tali, ad eccezione dei mercati con caratteristiche particolari, come la Turchia e l’America Latina. Se invece il progetto ci interessa, insie-me decidiamo come procedere: quale stabilimento attiva-re e con quale tipo di tecnologia, con quali tempi ci si deve organizzare e poi se la richiesta possa essere interessante anche per il replacement, un aspetto fondamentale, perchè la profittabilità sta specialmente in questo segmento. Così possiamo dire che abbiamo percorso il primo tratto della lunga strada che ci porterà alla chiusura del processo di un’omologazione.

Superata questa prima fase, intervengono tutti coloro che si occupano dello sviluppo del prodotto, un cammino che culmina con i test indoor, ma soprattutto con quelli in pista. In tutti questi momenti i nostri tecnici e i vari responsabili si interfacciano con il cliente in modo che si possano via via raccogliere le loro osservazioni e indivi-duare eventuali correttivi da apportare.

Quindi, oltre alla professionalità, all’esperienza, alle competenze tecniche, è necessario avere disponibilità, ela-sticità e capacità relazionali.

A questo punto i giochi sono fatti ...

Non proprio. Una volta ottenuta l’omologazione tecni-ca del cliente, si passa all’industrializzazione, un passag-gio delicato perchè impone che il prodotto che esce dalla

fabbrica, che ne deve produrre decine di migliaia, se non addirittura milioni (come è il caso, ad esempio, di grandi gruppi, tipo volkswagen), deve mantenere le stesse carat-teristiche di quello realizzato in laboratorio, in fase di svi-luppo. Pertanto, dopo l’industrializzazione, si fanno nuo-vamente dei test , superati i quali il prodotto è finalmente pronto per il mercato e si passa alla commercializzazione e alla negoziazione ultima del prezzo.

E nel frattempo sono passati anni da due a tre anni (!), precisa Marco Crola.

“La determinazione del prezzo – sottolinea - è molto de-licata, perchè già in fase inziale, quando viene calcolato a tavolino, si devono considerare, in termini di redditività, molti fattori: gli investimenti per lo sviluppo del prodot-to, le condizioni di produzione, quelle di distribuzione, etc., cercando di prevedere, con anni di anticipo, i trend del mercato, i costi delle materie prime, quelli di produzione, i prezzi della concorrenza, etc.”.

Se da un lato, quindi, dati i tempi di sviluppo di un mo-dello, ogni omologazione ci consente di pianificare con un

discreto anticipo la progettazione e la produzione e capire se siamo attrezzati per far fronte a una domanda di grandi quantitativi, o eventualmente come dovremo oragnizzar-ci, dall’altro la sfida è quella di lavorare sul futuro senza sapere quale sarà lo scenario economico, quale sarà il co-sto delle materie prime, quali i cambi, quale la situazione politico-economica del paese dove produrremo. Ne conse-gue che è altrettanto complesso ipotizzare la redditività del business. Il numero di contatti con i clienti e i progetti di successo sono prove tangibili che il nostro team lavo-ra bene. Un’ulteriore testimonianza che la strategia Pre-mium è vincente è rappresentata dalla soddisfazione dei clienti e dalla redditività del Canale O.E.

In sintesi: per ogni omologazione si lavora con grande anticipo; lavoriamo oggi su quanto si vedrà tra almeno due anni e, quindi, quanto vediamo oggi fa parte di un processo partito anni fa; ogni omologazione significa un ampio nu-mero di figure professionali coinvolte, importanti investi-menti, ottime relazioni con le case automobilistiche, capa-cità di leggere il mercato e di prevederne i trend di sviluppo.

Dai clienti centinaia di richieste ogni anno.

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F&N 406 — giugno 2014

Essere genitori e lavorare, una sfida che impone di conciliare tempi lavorativi e vita familiare. Per questo il team “training and welfare”, Human Resources Pirelli ha pensato a una serie

di strumenti per supportare tutti i genitori in questa ardua impresa. La novità di quest’anno, a partire dalla seconda metà del 2014, in

aggiunta al workshop “Nasce una mamma”, per favorire il reinseri-mento in azienda delle neomamme dopo la nascita del bambino, è che l’offerta formativa si estende anche ai papà dei bambini in età prescolare.

L’obiettivo è di identificare e allenare, attraverso l’esperienza ge-nitoriale, alcune competenze chiave per essere più efficaci anche al lavoro, quali ad esempio, la capacità di gestire la complessità, di riconoscere e premiare il lavoro dei collaboratori, di gestire il cam-

biamento. Come ci ha spiegato Riccarda zezza della società specia-lizzata PianoC, coinvolta da Pirelli nella realizzazione dei contenu-ti del corso: “sia le neuroscienze che le ultime ricerche in ambito di leadership rivelano che molte doti di management possono essere sviluppate e praticate con grande efficacia a casa. Non solo le madri possono tradurre in competenze lavorative alcune caratteristiche che vengono messe particolarmente alla prova con la nascita di un figlio - come l'ascolto, la gestione di situazioni complesse e im-prevedibili, le capacità interpersonali - ma anche i padri, grazie al lavoro che faremo insieme, scopriranno che alcuni aspetti delle at-tività genitoriali possono diventare efficaci strumenti per lavorare meglio con colleghi e collaboratori, migliorando capacità come la motivazione, l'intuito, il problem solving”.

Genitori al lavoro

nasce una mamma e... un papà!— Fiorella poppi

Missione ritorno

Continua intanto il workshop “Na-sce una mamma”, appuntamento già molto apprezzato nelle prece-

denti edizioni che ha fra i suoi obiettivi non solo l’aggiornamento sui cambiamen-ti organizzativi che possono esserci stati in azienda durante i mesi di assenza per la maternità, ma ha anche e soprattutto sup-portare le mamme che rientrano in ufficio e analizzare quali sensazioni accompagna-no il ritorno al lavoro. Abbiamo chiesto a Sara Panizza docente del corso e psicologa di Eu-Tropia, società di consulenza spe-cializzata nella conciliazione della vita fa-miliare e lavorativa nelle organizzazioni complesse, di spiegarci più nel dettaglio contenuti e scopi del corso.

Qual è lo scopo di un workshop dedicato alle mamme?

Lo scopo delle due mezze mattinate di cor-so è quello di avere un momento dedicato che possa favorire la consapevolezza, lo scambio di esperienze e la riattivazione dell’energia per gestire al meglio il rientro al lavoro, fa-cendo leva su motivazione, competenze e reti di relazione. Altra finalità è aggiornare le neo mamme con informazioni chiare e sin-tetiche per riorientarsi in un’organizzazione che nel frattempo ha avuto le sue evoluzioni.

Che riscontri ha avuto dalle partecipanti?Le partecipanti dimostrano in genere

grande entusiamo, hanno voglia di raccon-tarsi e mettersi in gioco. Ci sono mamme emozionate dal loro rientro che desiderano continuare a contribuire ai risultati e alla loro crescita professionale. Dal 2014 Pirelli prevede, a seguito della partecipazione a questo workshop, la possibilità di utilizza-re un “gettone” individuale di counselling della durata di 1 ora, con le esperte di Eu-tropia, nei tre mesi successivi al corso, per un confronto personale e mirato.

Bambini in Bicocca

“Genitori al lavoro: nasce una mamma e un papà” è il nuovo booklet, snello e di facile lettura, realizzato per tutti i genitori che lavorano in Pirelli. È un aiuto per Illustrare nella maniera più esaustiva possibile gli aspetti contrattuali e normativi a tutela dei genitori-lavoratori e per proporre spunti di riflessione e sollecitazioni sul percorso delle neomamme e dei neopapà sempre alle prese con la sfida di conciliare, nel modo più efficace possibile, vita familiare e vita professionale.

Con il gioco ci si diverte, si imparano regole di comportamento, si sperimenta, si lascia correre l’immaginazione, si cresce, si entra in relazione con gli altri e con il mondo.

Non è un caso, quindi, che quando Pirelli si occupa dei bambini dei propri dipendenti, pensi al gioco che resta protagonista indiscusso in occasione degli open day e di tutte le iniziative che – in collaborazone con la nostra Fondazione e con HangarBicocca – periodi-camente si organizzano per loro.

Anche il progetto “Bambini in Bicocca”, organizzato dal team Training & Welfare Hu-man Resources attraverso il gioco, oltre al divertimento e all’intrattenimento, si propone di guidare i piccoli nel mondo Pirelli e degli pneumatici, il mondo dei loro genitori.

I figli dei dipendenti durante le giornate di chiusura scolastica, hanno potuto trascorrere la mattina, e parte del pomeriggio, presso la Fondazione Pirelli svolgendo attività di laboratorio e artistiche. Con loro anche gli educatori dell’asilo nido Happy Child. Il pro-getto è stato aperto a 25 bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni e, dato il successo del primo appuntamento, non ne man-cheranno altri in futuro.

E cosa ne pensano i colleghi? Laura Chiesa – ‘Per me l'ini-ziativa migliore dei miei 12 anni di Pirelli! con la chiusura delle scuole, il problema di dove lasciare i figli è sempre pre-sente. Poterli portare in ufficio per trascorrere la giornata in modo divertente ed educativo, è veramente un sollievo senza prezzo. Grazie infinite e complimenti all'ideatrice, immagino sia una donna, dell'iniziativa’.

“Commento di mio figlio:

‘papà il tuo lavoro

è bellissimo....’

grande successo”.

Pietro Taddeo

“Quando parlo di questa

iniziativa ai miei amici

al di fuori di Pirelli

rimangono stupefatti!”

Monica Lamacchia

“Bellissimo,

ci siamo trovati

molto bene.

È incredibile

l’entusiasmo

dei bambini

nel vedere dove

lavora la mamma”.

Tiziana Vallini

UN MANUAlE PEr i gENitori

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Diamo spazio alle passioniSu On Air è nato :Passion, lo spazio dedicato alle nostre passioni. Attraverso fotografie, immagini, video e racconti sveliamo anche quelle inusuali, curiose, sfidanti, divertenti, creative, avventurose. Tutto quello che ci entusiasma oltre al lavoro trova spazio su On Air che ospiterà le nostre storie, storie di passione e di persone. C’è chi lavora nel Motorsport e nel tempo libero crea gioielli con materiali di recupero, chi, dopo una settimana di riunioni e decisioni importanti, mette alla prova la propria forza sulle salite più impervie in sella  alla sua bici, chi tra marketing e advertising recensisce gli ultimi film visti al cinema, chi si occupa di design e layout del battistrada ma non abbandona mai la  macchina fotografica. Con questi colleghi abbiamo voluto iniziare a condividere le nostre passioni. Scopriremo così che alcuni hanno i nostri stessi interessi, oppure ci capiterà di scoprire dei mondi insospettabili di altri.

Incontriamo Tommaso Pizzorno qualche giorno dopo la Milano City Marathon, la maratona di Milano che, da qualche anno si corre per scopi benefici. Tommaso ci racconta che la sua passione per la corsa nasce qualche anno fa, quando, per smaltire qualche chilo di troppo, decide di dedicare alcune ore del suo tempo libero al jogging. Chi l’avrebbe mai detto? In breve tempo quel noioso espediente per perdere peso si trasforma, dapprima in un piacevole momento di svago e benessere fisico e, da lì a poco, in una vera e propria passione. L’emozione della prima gara, le prime sfide più impegnative, i risultati non tardano ad arrivare, ma per Tommaso la soddisfazione più grande rimane lo sguardo ammirato del figlio che lo incita a non mollare mai!

:Passion

Il dietro le quinte di :passion

Noi della redazione di OnAir abbiamo sempre avuto un sogno: pubblicare sulla Intranet ogni mattina l’oroscopo del giorno e ogni pomeriggio il meteo

dell’indomani. E soprattutto la rubrica di cui ogni testata che si rispetti non può fare a meno: la posta del cuore.

In questo modo abbiamo immaginato di attrarre sulla no-stra Intranet sempre più colleghi, da tutto il mondo, e raf-forzare così la community di :Pnet. Del resto, si sa, oroscopo, meteo e amore sono fra le informazioni più ricercate nel web.

Con il passare del tempo, tuttavia, si è fatta strada una tentazione diversa.

Il nostro lavoro, per sua natura, ci porta a incontrare, in azienda, persone molto diverse fra loro, per ruolo, per esperienza, per carattere. Il primo contatto avviene d’abi-tudine attraverso l’intervista che ci serve per approfondire gli argomenti e darne poi informazione completa a tutti i colleghi. Dopo l’intervista può scattare un secondo incon-tro, molto fugace, per raccogliere foto, dati, disegni, video,

Le passioni di tutti noi sono un patrimonio importante da condividere ed esaltare; siamo donne e uomini appassionati, ed ora abbiamo lo spazio per dimostrarlo! Racconta anche tu la tua passione su [email protected]

lA pASSione di tommASo

Correre: tecnica e resistenza

slide... Poi avviene che un po’ ci si conosce e qualche pa-rola in più su di sé ci scappa, complice un oggetto perso-nale un po’ curioso che non ci tratteniamo dal commen-tare, spinti dalla maggiore confidenza che intanto si crea, magari sorseggiando un caffé. Ecco, questo è il momento in cui una nuova storia inizia a raccontarsi. Emergono i primi particolari di chi siamo, oltre il lavoro, della nostra vita fuori dall’ufficio o dalla fabbrica, nel tempo libero, con o senza colleghi.

Quello che più ci ha colpite è stato scoprire  che fra noi scorrono fiumi di passioni. A un certo punto abbiamo ini-ziato ad annotarle su un taccuino, che abbiamo chiamato :Passion, con il progetto – o prima o poi – di trasferire gli appunti in uno spazio nuovo, sulla Intranet, dedicato a tut-ti noi. In tutto il mondo.

Così è nata l’idea di :Passion. Oroscopo e meteo, per il momento, possono aspettare. La posta del cuore, però an-cora ci tenta...

Ciclismo, calcio, basket, bocce...

... volontariato, ecologismo, artigianato, protezione civile...

... fotografia, pittura, cinema,letteratura, fai da te ...

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Sapevate che a Shanghai è possibile farsi confezionare un abito su misura in meno di 24 ore (con tanto di consegna in alber-go)? O che in Malesia uno straniero può acquistare una casa

o un’automobile a prezzi scontatissimi, se decide di aprire un conto in una delle banche locali? E che in Bahrain i piloti sul podio festeg-giassero con un’acqua di rose chiamata Waard e non con il classico champagne?

Queste sono alcune delle curiosità che la redazione del P zero Mag ha scovato per raccontare in modo inedito la Formula UnoTM targa-ta Pirelli. Perchè questo è l’obiettivo principale del nuovo magazine online della P lunga, ideato e sviluppato dall’Ufficio Stampa Prodot-to e Motorsport e dal Dipartimento Digital, arrivato alla sua quarta uscita. Un viaggio in 19 tappe attraverso cui scoprire aneddoti legati alle città che ospitano i Gran Premi ma anche alle persone coinvolte nel grande circo della Formula UnoTM.

volano di questo viaggio, ovviamente, la nostra azienda. È, infatti, Pirelli la protagonista di una delle rubriche del Mag, dal titolo evo-cativo “Come Eravamo”: un modo per raccontare la ormai secolare

storia motoristica della Bicocca, attraverso le immagini e i contributi della Fondazione che, ad esempio, ci hanno riportato per il numero dedicato al Gran Premio di Shanghai in un piccolo villaggio cinese dove, nel 1907, increduli contadini cercavano “la bestia”, il cavallo na-scosto sotto la Itala di Scipione Borghese, gommata ovviamente Pi-relli per il primo raid Pechino-Parigi.

Non solo il passato trova spazio nel magazine: al futuro, o meglio, alla tecnologia Pirelli per il futuro dell’automobile è dedicata un’altra rubrica del P zero Mag. E, in fondo, la Formula UnoTM altro cos’è se non l’esaltazione massima dello sviluppo tecnologico? E come questa trovi applicazione nei prodotti stradali P zero è ben raccontato in questa rubrica. E poi c’è Jean Alesi, i suoi commenti e i suoi ricordi dei Gran Premi; e ancora tante foto delle città sedi dei circuiti; le ricette deli-ziose del nostro Motorhome; vignette divertenti che, dallo scorso nu-mero, sono realizzate da un allievo della Scuola di Fumetto di Milano.

Insomma, non resta che collegarvi al sito http://magazine.pzero.com/ e scoprire le curiosità del prossimo Gran Premio. Destinazione: Barcellona.

Fatti&Notizie

Nonsologomme

La rivista con uno sguardo nuovo sulla F1

direttore responsabile Barbara Lightwood coordinamento editoriale Maurizio Abet responsabile di redazione Simona Gelpi

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Periodico di informazione per il personale del Gruppo Pirelli in Italia

Reg. Trib. Milano n. 1813 del 3/12/1949 Periodico Associato all’ASCAI

F&NFatti&Notizie

rappresentative della sede di Milano Bicocca e dello stabilimento di Bollate. L’incontro termina 3-2 per Bicocca con un finale al cardiopalma fino all’ultimo momento quando Bollate prova a spingersi in avanti ma l’arbitro Iannizzi decreta la fine del match. Le due squadre si incrociano per i saluti di rito e si raggruppano a bordo campo dove ad aspettarli e a congratularsi con loro ci sono, tra gli altri, Christian Vasino, Giuliano Menassi, Davide Meda e Stefano Gadda che consegnano le medaglie a tutti i giocatori e la prima Pirelli Premium Cup a Claudio D’Ettole, capitano della squadra di casa.

pmS: orgoglio meSSicAno

‘Carlos María Abascal Carranza’: premio che dal 2008 lo stato messicano di Guanajuato riconosce, il giorno del 1° maggio, ai lavoratori che si sono distinti per l’eccellenza del loro contributo in termini di innovazione e miglioramento continuo. Si candidano operai e impiegati di aziende presenti nel territorio, presentando un progetto di riferimento a una giuria composta da accademici ed esperti, ma anche da rappresentanti del mondo aziendale e governativo. Fra i concorrenti di quest’anno, i nostri colleghi del team PMS di Silao, con il progetto di ‘riduzione del tempo di set up time in confezione’, premiato dalla giuria fra i migliori progetti della categoria ‘Qualità e produttività’. Congratulazioni ai colleghi messicani che, dopo aver vinto con lo stesso progetto il Pirelli Factory Award 2013, hanno avuto l’onore di pranzare con il governatore di Guanajuato, Miguel Marquez Marquez, e di ricevere direttamente da lui targa e medaglia a testimonianza di questo importante riconoscimento istituzionale.

leggerezzA, colore e teSSuti innoVAtiVi

Leggerezza, engineering e colore sono le parole d'ordine per la nuova collezione di calzature e abbigliamento. Tutti materiali e tessuti innovativi per un mondo active e per il tempo libero. New Volley è la calzatura di punta della collezione ed è la rivisitazione e attualizzazione di uno storico modello di sneaker realizzato nel 1982 per la linea “Pirelli per lo Sport”, con il logo del doppio occhiello disegnato dal celebre designer olandese Bob Noorda che negli anni 60 fu art director di Pirelli e firmò la celebre campagna del "Cinturato". La New Volley è una sneaker da uomo vulcanizzata in tessuto, nylon e crosta, caratterizzata da una fodera tecnica gialla e ultraleggera, disponibile in sei varianti colore: bluette, verdone, grigio, arancio, azzurro e bianco. Nel progetto urban leisur non poteva mancare la nuova driving shoe PZero: il mocassino superleggero in neoprene con la suola che riprende il pneumatico Pirelli Scorpion.www.pirellipzero.com

truck: Ad eSSen tAnte noVità

Presentate alla fiera internazionale del pneumatico di Essen le novità 2014 in tema di trasporto: l’evoluzione della Serie:01 e la nuova gamma NOVATREAD. Maggiore resa chilometrica, ricostruibilità e tenuta di strada su fondi asciutti e bagnati: l’evoluzione della linea R:01II coinvolge sia la struttura che la mescola del battistrada. Un nuovo approccio anche per il trasporto di persone a lungo raggio con H:01 COACH. Anche qui, novità sia per i materiali che per la struttura. Grande

e-mail [email protected] Sede Viale P. e A. Pirelli, 25Milano

Stampa Graphicscalve SpA grafica e impaginazione www.46xy.it

p zero mAg

attenzione per l’ambiente con la nuova gamma di prodotti interamente ricostruiti in stampo con carcasse originali Pirelli: NOVATREAD. Infine, novità anche per la comunicazione dei prodotti Truck, una nuova campagna si affianca al restyling del sito nella sezione dedicata al trasporto pesante e viene creata un’area interattiva per il sistema CyberFleet.

pirelli: il ritorno in FormulA 1tm Al centro delle ricerche dell’uniVerSità bocconi di milAno Da quanto Pirelli è tornata in Formula 1TM, il suo nome è rimasto sempre ai primi posti delle cronache. Gli appassionati ben sapranno quanto fondamentali siano gli pneumatici per i successi in pista. Non sorprende

quindi che i risultati ottenuti siano divenuti oggetto di uno studio svolto dal Center for Research on Innovation, Organization and Strategy (CRIOS) dell’Università Bocconi di Milano. Il tutto il stretta collaborazione con la fondazione Silvio Tronchetti Provera. Il lavoro di Pirelli è stato analizzato soprattutto dal punto di vista organizzativo e manageriale, per comprendere bene come sia stato possibile raggiungere un obiettivo tanto ambizioso. Gli stessi Marco Tronchetti Provera e Maurizio Boiocchi, CTO Pirelli, hanno sottolineato come la gestione del “capitale umano” sia stata particolarmente importante nell’ottenimento di questo risultato. Fondamentale è stato anche porre degli obiettivi molto chiari e precisi, possibilmente sul breve periodo, affinché questi potessero essere controllati, verificati ed eventualmente corretti. Per questo è stato fatto in modo che le informazioni potessero circolare liberamente all’interno dell’azienda, così da poter sfruttare le conoscenze e le esperienze di tutte le figure professionali coinvolte nel progetto.

bicoccA bAtte bollAte 3-2

Si è giocata martedì 3 giugno, la prima edizione della Pirelli Premium Cup, che ha visto fronteggiarsi le squadre Pirelli

— Stella narcisio

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ramenti che siamo in grado di trasferire sui prodotti di se-rie. Nelle competizioni in cui ”corriamo” con altri marchi la gratificazione più sentita è quella di vedere i cappellini Pirelli svettare sul gradino più alto del podio, sopra quelli dei nostri competitor. In ogni caso, ogni vittoria conferma la qualità del nostro operato. L’attività racing evolve molto velocemente e le motociclette, anno dopo anno, sono sem-pre più sofisticate e performanti. Rimanere al passo è una sfida costante, tanto quanto progettare pneumatici capa-ci di far fronte agli elevati standard necessari per vincere. L’impegno nel racing in cui, è bene ricordarlo, utilizziamo pneumatici che poi sono disponibili anche in commercio per tutti i motociclisti, ci offre il grande vantaggio di poter sviluppare i nostri prodotti con il contributo e il supporto dei migliori piloti al mondo e, al contempo, ci consente di mantenere la gamma racing disponibile sul mercato sem-pre aggiornata per i nostri clienti.”

continua a pagina 2

— Mario Isola Motorsport Racing Manager

“Dalla pista ai rally, alle competizioni a ruote scoperte, le gomme Pirelli corrono un po’ ovunque. Forniamo pneumatici alle for-mule promozionali, quali la nuovissima Formula 4 in Italia, così come alle più bla-

sonate F1TM, GP2 e GP3. Collaboriamo con numerose univer-sità fornendo il prodotto necessario alla Formula SAE, una serie fondata sull’innovazione e sullo sviluppo di nuove so-luzioni tecnologiche, e siamo presenti nel Campionato del Mondo Rally, nei più importanti campionati Gran Turismo, nella Stock Car in Brasile e in numerose altre serie dove si

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Periodico di informazione per il personale del Gruppo Pirelli in Italia

F&NIn pista come sulla strada L’impegno nel Motorsport va oltre la Formula 1TM. Una storia che si intreccia con quella industriale, di successi e di sfide tecnologiche. Fondamentale per lo sviluppo degli pneumatici ideati dai ricercatori della Bicocca per gli impieghi stradali

— Giorgio Barbier Racing Director Pirelli Moto utilizzano vetture di derivazione stradale, nella maggior parte dei casi appartenenti alle fasce Premium e Prestige. Da ciascuna di queste attività impariamo qualcosa e per ognu-na sviluppiamo prodotti allineati alle richieste specifiche del cliente. E in tutto questo tecnologia, materiali, processi produttivi, qualità, metodologie di test, modelling, simula-zioni sono solo alcuni dei temi che hanno immediata rica-duta sul prodotto stradale. Abbiamo inoltre la possibilità di lavorare quotidianamente con tutti i più grandi e prestigiosi produttori di auto, in condizioni di stress estremo sia del-lo pneumatico che del veicolo, e alla ricerca di prestazione, durata, tenuta sul bagnato e molti altri aspetti che devono essere di supporto alla progettazione del prodotto stradale.”

continua a pagina 3

Ogni vittoria conferma la qualità del nostro operato.

Tecnologia, materiali, processi produttivi, qualità, metodologie di test, modelling, simulazioni sono solo alcuni dei temi che hanno immediata ricaduta sul prodotto stradale.

“Siamo da tempo impegnati nelle competi-zioni a due ruote e ogni anno le sfide si rin-novano. Il Mondiale Superbike è per noi da oltre dieci anni l’attività racing di punta, quella con maggiore visibilità mediatica,

anche se è solo uno dei tanti campionati che ci vedono coinvolti. Possiamo sostanzialmente suddividere l’attivi-tà sportiva in due macroaree: le competizioni nelle quali siamo coinvolti come fornitori unici, quali il Mondiale Su-perbike, il British Superbike e altri campionati nazionali, e quelle non a regime monogomma come il Mondiale Mo-tocross, quello Endurance, le attività road racing e i molti campionati locali dove la competizione tra produttori di gomme è più che mai sentita. Entrambi gli ambiti ci re-galano da anni grandissime soddisfazioni con una sostan-ziale differenza: nel Mondiale Superbike, e in tutti quei campionati in cui siamo fornitori unici, il successo poggia sulla costante evoluzione dei nostri prodotti: il migliora-mento dei tempi sul giro, i nuovi record stabiliti e i miglio-

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Le Pirelli “super”11 anni di Superbike da “solisti”

F&N Motorsport

Il 2014 è per Pirelli l’undicesimo anno consecutivo in qualità di fornitore unico di tutte le classi del Cam-pionato Mondiale FIM Superbike, anche se questa

stagione si presenta ricca di novità: nuovi regolamenti, l’introduzione della nuova classe Superbike EVO e un di-verso format relativo alle prove libere cronometrate e alla Superpole. Le Superbike EVO si differenziano dalle Superbi-ke per cavalli, elettronica e gestione motore e l’obiettivo di Pirelli è quello di ridurre il divario tra queste due categorie, offrendo l’opportunità ai piloti più veloci della classe EVO di essere competitivi, rendendo anche questo campionato più equilibrato e avvincente. I dati raccolti nella stagione in corso per questa categoria saranno fondamentali per il 2015, quando la griglia della classe regina sarà composta da sole Superbike EVO, più simili alle motociclette di normale produzione, una scelta che rispecchia la filosofia di base del campionato.

In pratica, i piloti Superbike EVO possono avere una so-luzione posteriore diversa da quelle fornite ai piloti Super-bike che sarà realizzata unicamente per le moto EVO, e che varierà anche di round in round, a seconda delle caratteri-stiche della pista. Pirelli, inoltre, ha l'intenzione di svilup-pare ulteriori mescole durante l'anno, alcune studiate per entrambe le classi ed altre specificatamente studiate per una delle due categorie.

Il Campionato Mondiale Superbike si conferma quindi un importante laboratorio per lo sviluppo degli pneuma-tici della gamma racing e supersportiva, prodotti leader di mercato e apprezzati dai motociclisti di tutto il mondo.

Nel Motocross possiamo vantare un palmarès sen-za rivali di 60 titoli mondiali. Abbiamo iniziato la nostra storia nel mondo delle corse off-road

a partire dal Campionato Mondiale FIM di Motocross nel 1980, vincendo in partenza in tutte le classi dei campio-nati con grandi piloti come André Malherbe, Georges Jobé e Harry Everts, quest’ultimo padre del 10 volte Campione del Mondo, nonché pilota Pirelli Stefan Everts.

Ha radici lontane anche la collaborazione con KTM e con i suoi piloti, che è ormai da anni una certezza di suc-cesso. Lo dimostra il fatto che dal 2010 ad oggi Pirelli ha vinto ben otto titoli mondiali, ovvero tutti quelli in palio, con le moto dell’azienda austriaca gommate con pneuma-tici Scorpion™ MX: quattro consecutivi con Tony Cairoli in MX1 e due con Jeffrey Herlings, oltre a quelli vinti con Ken Roczen e Marvin Musquin. Per avere un’idea dello sforzo e del costante lavoro svolto da Pirelli basti pensare che nel 2013 sono stati 6882 gli pneumatici portati ai gran

premi, di cui 1685 quelli utilizzati, 14 i gran premi vinti nella classe MX1 e 16 quelli vinti nella MX2 su un totale di 19.

In merito alla sua pluriennale collaborazione con Pirelli e con gli pneumatici Scorpion™ MX, il 7 volte Campione del Mondo Tony Cairoli ha dichiarato: “Sono estremamente soddi-sfatto dell’affidabilità che gli pneumatici Pirelli mi hanno dato in tutti questi anni, senza contare le performance che mi offrono su ogni tipo di terreno e in tutte le situazioni.” Ma oltre ai campioni del mondo Tony Cairoli e Jeffrey Herlings gli pneumatici Pi-relli gommano le moto di circa il 50% dei piloti della classe MX1 e molti della classe MX2.

L’impegno ai massimi livelli di Pirelli nelle corse ha rap-presentato il punto chiave per la crescita e il continuo mi-glioramento di tutti i propri pneumatici professionali da corsa dedicati all’off-road. Grazie agli pneumatici della gam-ma Scorpion™ MX, in commercio come tutti i prodotti uti-lizzati da Pirelli nelle competizioni, chiunque può provare l’istinto dei campioni motocross.

1980-2014. In gara da 35 anni, 60 titoli mondiali

Come nasce una mescola da corsa

Ci spieghi brevemente in cosa consiste il tuo lavoro?Il nostro lavoro è quello di creare innovazione tecnologica

nel campo delle mescole per fare in modo che i nostri pro-dotti siano sempre competitivi. Come in tutti i processi di in-novazione, anche le mescole per le attività sportive nascono dalla continua interazione tra creazione e sperimentazione. Il nostro costante presidio sul campo è quindi di fondamentale importanza perchè ci permette di raccogliere rapidamente i feedback sui nostri prodotti e di apportare le modifiche ne-cessarie a migliorare.

Come nasce una mescola per il Campionato Mondiale Su-perbike?

L’embrione delle mescole nasce proprio durante le gare dove si possono cogliere le opportunità di miglioramento del prodotto. Inquadrato l’obiettivo, si passa alla fase for-mulativa nella quale diverse tipologie di miscele vengono preparate e testate all’interno dei nostri laboratori. Si sele-ziona a questo punto la soluzione migliore, si costruiscono gli pneumatici, e se il prodotto supera tutti i nostri controlli

di qualità e integrità interni, allora può essere portato in pista e lì testato. Se, al contra-rio, stiamo testando un filo-ne completamente innovati-vo, allora la soluzione viene prima avvalorata nel corso di test più controllati.

Quali sono i criteri per valu-tare l’efficacia di una mescola?

L’unico criterio valido per giudicare una mescola è la sod-disfazione del pilota. Solo lui può bocciare o promuovere una soluzione. Però è anche importante conoscere nel dettaglio il comportamento chimico/fisico della mescola, il contesto climatico, la tipologia di tracciato, le condizioni d’impiego, la telemetria del prodotto in esercizio. L’unione di questi dati ci permette di elaborare correttamente i risultati e di cogliere eventuali punti di miglioramento nei nostro prodotti.

Lo sviluppo di mescole racing può trovare risvolti anche in pneumatici utilizzati nel quotidiano da tutti i motociclisti?

Certamente. Pirelli ha sempre adottato un approccio “from top to bottom” testando i proprio prodotti in condi-zioni estreme (come quelle del campionato mondiale) per poi utilizzare il vantaggio tecnologico acquisito su prodot-ti meno sensibili. Nello stesso modo anche diverse leve for-mulative racing possono essere sfruttate in altri contesti, ovviamente con le dovute correzioni. Faccio un esempio: nel WSBK abbiamo prodotti dedicati al full rain con me-scole ad elevato grip sul bagnato. Non possiamo utilizzare la stessa mescola su un prodotto stradale perchè farebbe pochi chilometri, ma lo sviluppo di queste mescole da ba-gnato ha creato un know-how interno che viene regolar-mente speso laddove è richiesto l’aumento delle prestazio-ni su bagnato.

Quanto il tuo lavoro rispecchia i tuoi hobby e le tue passioni personali?

Sembrerà strano ma in realtà molto poco. Io sono laureato in chimica ma se qualche anno fa mi avessero chiesto che la-voro sarei andato a fare dif-ficilmente avrei indovinato. Il lavoro che faccio mi piace ma i miei hobby sono sicu-ramente altri, uno su tutti il canto. Per fortuna il mio lavoro non preclude le mie passioni e viceversa.

— Intervista al collega Fabio Meni Racing Moto & Off-Road Compound Engineering

MOTO

— Matteo Giusti

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Rally che passione

Alberto Pirelli, vice presidente Pi-relli e direttore Region Middle East Africa and India, ci racconta

la sua grande passione per i rally.

Come è nata questa sua passione? Da ragazzo correvo in moto, gare di re-

golarità, oggi si chiamano Enduro.  Erano i tempi in cui nei rally gareggiavano nei mondiali la Lancia, la Fiat, l’ Abarth. E tut-ti noi giovani piloti guardavamo ai grandi campioni del rallismo come a degli extra terrestri! Passione partita da lontano...quando avevo 15 anni e mai abbandonata, anzi cresciuta sempre più nel tempo.

Da quanti anni gareggia? Ho iniziato molto tardi con i rally. È suc-

cesso che, ad Istanbul , dove ho vissuto tra il 1987 ed il ’91, incontrai un ragazzo italia-no che aveva corso tanto, come navigato-re. Non ci è voluto molto a convincermi, anche perchè la prima gara fu la Pirelli  Marathon, organizzata da noi: partenza Londra, arrivo Cortina. Una settimana, ga-reggiando su una MG B, contro alcuni dei  più grandi piloti di rally  di una volta. Dopo questo debutto sono tornato in  Turchia e mi sono reso conto che era  molto comu-ne correre su terra, e così,  debuttai su una Lancia Delta Gruppo A sugli sterrati turchi. Da allora non ho mai smesso di correre e ancora oggi sono qui con casco e tuta a vi-vere grandi emozioni!

Lei è l’ideatore del Challenge CSAI Raceday Ronde Terra, cosa significa organizzarlo?

Fiorenzo Brivio, una vera e propria vita nel mo-torsport, ha alle spalle ben 33 anni di lavoro in Pirelli, dove si è occupato sia di rally che di

moto, passando dal prodotto industriale motorsport, alla F1 91 e alla pista e pneumatici da competizione. Con questo curriculum nessuno meglio di lui ci può raccontare cosa significhi pensare e progettare uno pneumatico da corsa e come questo lavoro sia cam-biato negli anni.

Ciao Fiorenzo, ci puoi spiegare in cosa consiste il tuo lavoro? È un lavoro creativo e dinamico. Tocca molteplici campi, tra cui la meccanica, la fisica, la chi-

mica, la tecnologia dei materiali e delle costruzioni. In particolare mi occupo della parte mec-canica e delle costruzioni in stretto contatto con i nostri esperti dei materiali. Questo significa studiare situazioni di impiego estreme, totalmente differenti da quelle per cui si progetta uno pneumatico stradale, e trasferire il know how e la tecnologia Pirelli in soluzioni innovative e spesso uniche in tempi molto stretti. Lo pneumatico da corsa rimane un prodotto estremamen-te specialistico il cui impiego richiede una profonda conoscenza delle vetture e delle condizioni specifiche di utilizzo.

Come è cambiato negli anni il lavoro di progettazione?In passato era simile a un lavoro di alta sartoria, nel senso che si costruivano pneumatici così

specifici, che era come cucire abiti su misura. L’evoluzione è stata data dalle telemetrie, dall’infor-matica e dalla conseguente possibilità di simulare sempre più fedelmente il comportamento degli pneumatici per le vetture da corsa. I rally, e in particolare lo sterrato e i fondi scivolosi, sono ancora ambiti in cui lo sviluppo con metodi più analitici ha ancora ampio spazio di miglioramento.

Ogni nuovo progetto, anche dopo tanti anni in azienda, rimane sempre una sfida. Ne ha uno in particolare da raccontarci?

I ricordi dei progetti più belli nella mia carriera sono sicuramente legati ai rally dove siamo leader e innovatori da sempre.

Nella vita privata le sue passioni sono sempre legate al mondo dei motori ?Per un periodo ho gareggiato con moto fuoristrada da trial, poi con i kart sempre a livello

amatoriale. Ora pratico molti sport all’aria aperta tra cui sci, mountain biking e race biking. Per quanto riguarda i motori, la Formula 1TM, le gare GT endurance e i rally rimangono sempre una mia grande passione anche nel privato.

Gomme su misura per ogni categoria

Nel 1897 Pirelli prende parte ad una gara motocicli-stica. Il 1907 è la volta della prima vittoria nel raid Pechino–Parigi: da quel tempo sono passate molte

gare, circuiti, piste e la competizione è diventata parte del DNA aziendale. Nel vettura, oltre alla Formula 1TM, Pirelli è impegnata sui campi di gara di tutto il mondo nelle catego-rie più diverse sia su pista sia nei rally. Complessivamente i campionati in cui siamo protagonisti quest’anno sono 150 e richiedono la progettazione e la produzione di una gamma di circa 250 articoli. In totale l’attività su pista costituisce il 58% dei campionati in cui Pirelli è impegnata, mentre il restante 42% riguarda i rally.

Alcuni campionati sono internazionali, come ad esempio

Raceday è un campionato particolare e di grandissimo successo, lo dicono i nu-meri . Il concetto è semplice: prove speciali  selezionatissime e bellissime (ex mondiali in prevalenza), organizzazione di alto livel-lo, costi di iscrizioni assai contenuti, tempi concentrati nel fine settimana e montepre-mi molto elevato. All’ interno del campio-nato principale abbiamo una serie di trofei, quello Pirelli, Sparco, Repsol,  abbiamo un-der 28, under 25, under 23, senior,  e molti altri trofei che permettono a tutti di essere ingaggiati per una classifica e per un pre-mio. Questa formula è piaciuta , tant’ è che nelle sei edizioni fatte , abbiamo avuto  me-diamente tra 70 e 90 iscritti, record italiano di tutti i tempi. Organizzare un campionato è un po’ come gestire una piccola azienda: sponsor, regolamenti, rapporti con CSAI, coordinamento delle attività sul territorio, gestione e analisi statistiche dei risultati della copertura media ... ogni gara muove circa 500 persone , con cui spesso abbiamo rapporti diretti e specifici,  e questo avviene per se mesi e sei gare. Inoltre è importan-te ricordare il grande aiuto dei colleghi in Pirelli tra cui Terenzio Testoni, Mario Isola, Francesco Fanari, Fiorenzo Brivio, Antonel-la Rossi, Nicolò Pirelli e tanti altri che per passione e amicizia seguono o corrono con noi.  Organizzare e correre è bellissimo, ag-giunge molto lavoro (sabati e domeniche) ma è un piacere irrinunciabile!

è una grandissima sfida sia sportiva sia tecnologica, in quanto gli pneumatici sono testati e utilizzati su ogni tipo di superficie stradale – asfalto, terra, neve, ghiaccio - in una grande varietà di condizioni climatiche. In questa discipli-na gli pneumatici possono davvero fare la differenza, trat-tandosi di uno sport fortemente caratterizzato dal tema dell’aderenza al limite. Nei tre anni di fornitura esclusiva nel Mondiale Rally (circa 28000 pneumatici nel periodo 2008 e il 2010) la percentuale di foratura dei nostri pneu-matici sui terreni estremamente impegnativi delle varie gare è stata solo dello 0.15 .

Anche nelle gare su pista vi possono essere grandi sinergie con il prodotto stradale, ma questa attività è importante an-che per sviluppare e rafforzare la collaborazione con le case automobilistiche di livello premium con cui già lavoriamo a livello di Primo Equipaggiamento. Ferrari Challenge, Lambor-ghini Super Trofeo e Maserati Trofeo, ad esempio, sono i cam-pionati monomarca dei tre produttori di supercar che hanno scelto Pirelli come fornitore esclusivo anche per queste loro attività ed è significativo che la scelta sia caduta sui nostri prodotti sin dalla nascita di queste serie. Anche nelle gare GT sono schierate macchine dei più importanti brand mondiali, come Aston Martin, Audi, Bentley, BMW, Chevrolet, Ferrari, Jaguar, Lamborghini, Mercedes-Benz, McLaren, Nissan, Por-sche e, a livello locale, le gare su pista segnano lo stretto lega-me con i top manufacturer: in USA, ad esempio, quest’anno siamo i fornitori esclusivi dei campionati Aston Martin, Fer-rari, Lamborghini, Porsche e Viper.

Rimangono infine ben 55 campionati tra rally e pista in cui siamo presenti insieme ad altri fornitori di pneumatici, quindi il confronto in gara si arricchisce di un ulteriore mo-tivo di competizione.

Last but not least oltre agli uomini sui campi di gara, l’im-pegno di Pirelli nel motorsport è sostenuto da un importan-te team di chimici, fisici e ingegneri suddivisi nei centri di ricerca e sviluppo che lavorano costantemente per migliora-re sempre i nostri prodotti.

il GP2 e GP3 e la Blancpain GT Series su pista o il WRC nei Rally. Per ognuna di queste serie Pirelli sviluppa gomme de-dicate, proponendo di stagione in stagione soluzioni sempre diverse per accompagnare lo sviluppo tecnico e le evoluzio-ni dei regolamenti delle diverse discipline.

Vittorie e prestazioni dei piloti si ottengono solo con mi-gliaia di ore di studio e di lavoro, con approfondite prove in-door e outdoor e con l’impegno appassionato e continuo del nostro team. La partecipazione alle competizioni consente di usufruire di una sorta di avanzatissimo laboratorio di ri-cerca e sviluppo utile per poi trasferire alcune soluzioni an-che sul prodotto stradale, soprattutto in tema di materiali.

Per un produttore di pneumatici il rally, ad esempio,

ALBERTO PIRELLI FIORENZO BRIVIO

Una vita nel motorsport

— Antonella Ciasca

— Interviste di Simona Gelpi

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Page 12: De-complexity - Pirelli · responsabile delle attività di Design to Cost ovvero mi occupo di implementare in fabbrica le azioni di saving sulle mescole e delle industrializzazioni

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Blancpain Endurance Series Monza 2014

F&N Motorsport

Mondiale Superbike, Tom Sykes

Lamborghini Super Trofeo Monza 2014

Ferrari Challenge Monza 2014Maserati Trofeo SPA 2014 Mondiale Motocross MX2, Jeffrey Herlings

Piloti Aprilia in azione a Phillip Island

Ferrari Challenge Monza 2014

GP2 Hungaroring 2013

Pneumatici DIABLO™ Superbike Mondiale Motocross MXGP, Tony Cairoli Blancpain Endurance Series Monza 2014

GP2 Series Barcelona 2014 Lamborghini Super Trofeo Monza 2014

GP3 Series Barcelona 2014

GP2

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VICE

GP3

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GP2

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