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Regole del Parco

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Tabelle Consumi gomme

FOTO AREE REFUELLING

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Tabella per quantificazione coperture

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CAPITOLO 24°

PARTIAM PER LE CROCIATE

E così, miei cari ragazzi, discorrendo, discorrendo, e’ arrivato anche per voi il magicomomento di “far armi e bagagli” e di trasferirvi in comitiva a San Martino diCastrozza!

Questo e’ il periodo più bello di ogni trasferta: animati da una strana eccitazioneriempiamo le valigie più di sogni che di capi di abbigliamento. La nostra mente èpervasa da mille dubbi, ma anche da una infinita curiosità quasi infantile. Diventiamoegoisti, apprensivi. Sembriamo più degli scolaretti refrattari ai consigli e alleapprensioni dei nostri genitori che persone consapevoli delle responsabilità che unatale scelta di vita ci ha obbligato ad assumerci.

Se vostra madre continua a contare il numero dei calzini e delle magliette diricambio da infilare nella Samsonite, voi perdete ore intere a controllare ericontrollare il contenuto della vostra valigetta da navigatore. Sembrate veramenteun Co-pilota dell’Alitalia: pronto a dividere con il vostro compagno unimportantissimo sediolo di destra; ligio nel suggerirgli la sequenza dei diversi controllimanuali e nel verificare l’esatta procedura dei comandi e dei movimenti daeffettuare.

Inizia quel processo di simbiosi mentale che vi accompagnerà per giorni; che viresponsabilizzerà, che metterà alla prova ogni vostra capacità sia fisica cheintellettuale e che, alla fine di una settimana di totale dedizione, vi farà capire, cinicoed integerrimo nel giudizio, se questo sport potrà essere una parte vera della vostravita, oppure lo dovrete considerare solo come una momentanea e folle parentesigiovanile.

San Martino ci accoglie in un tepido pomeriggio autunnale. Siamo arrivati in paesequasi in processione, superando lungo i tornati della via del Rolle i furgonid’assistenza e i bilici della Pirelli: come carovana di festosi circensi pronti ad animareun intero paese con suoni e colori, accompagnandoli per alcuni giorni con un pizzicodi follia e di novità.

Sappiamo che San Martino ci aspetta con la sua tradizione e la sua storicità. La miaprima coppa da rallista “vero” me la consegnarono proprio là, sotto lo sguardosevero delle sue Pale: loro solenni nella coscienza della propria maestosità, io timidoe piccolo nell’afferrare un trofeo che non pensavo sarebbe divenuto il “testimone “della mia futura vita sociale e sportiva.

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Compagna di viaggio

Il 2 marzo prossimo saranno trentasei anni che quella piccola coppacontinua ad osservarmi quotidianamente dalla sua bacheca di vetro nelsalotto bello di casa.

E’ piccola, tonda, lucente. Amica silenziosa. E sarà lei, unica, adaccompagnarmi sotto terra quando me ne andrò definitivamente, ungiorno, tra le lacrime degli amici e dei parenti e l’indifferenza degli altrimiliardi di persone che di Max non gliene era mai fregato assolutamentenulla. Lo metterò per iscritto. E lei così, fedele nel tempo, miaccompagnerà silenziosa per continuare, nel buio, quel suo ruolo ditestimone assunto involontariamente tanto tempo fa.

Me la consegnarono al termine di un “Della Favera” in un San Martinodi Castrozza tutto innevato, in una fredda mattina di marzo di 13.140giorni fa. Ed io la strappai letteralmente dalle mani di una allorapiacente Franca Roberto: indeciso per un attimo, esaltatodall’eccitazione del momento e dall’euforia ormonale dei miei vent’anni,se afferrare lei, fragile oggetto luccicante, o abbrancare uno dei dueseni prorompenti della segretaria del mitico Avvocato Stocchino,involontariamente e fellinianamente offerti nel un gesto di un’innocentepromiscuità di forme.

Ma, per sua fortuna, per quella volta, optai per la coppa ….

La 124 Abarth era azzurra con il tetto nero. Era targata Venezia:particolare questo, che speravo, per molti, passasse inosservato.

Era un Gruppo 3.

Non tecnicamente, ma, praticamente, ciò significava che sul davanti,appesi al paraurti con viti, bulloni e filo di ferro eravamo riusciti apiazzare 4 fanali supplementari raccattati nelle varie discariche e autodemolizioni di tutto il veneto, trasformando in appendici luminose 4scodelle di camion, trattori e aratri che alla fine del complicatomaquillage facevano sì una gran bella figura di sé, ma anche una granbrutta luce tutta intorno a loro.

Nulla più !

Al collo uno strangolino giallo, retaggio degli anni settanta , addossouna giacca a vento nera bordata di due strisce giallo blu che nel gelo

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delle alpi serviva per riparo quanto un’ ago di pino. Ai piedi un paio discarpe da ginnastica. In testa un berrettino jeans alla pescatoracomprato di fretta in un negozietto di Fiera di Primiero. Tra le mani unbook delle note dove ogni destra ed ogni sinistra erano cos’ grandi nellaloro simbologia da occupare ciascuna mezza pagina di quaderno.

Questo era Max il 16 marzo del 1976 così come lo ritrae una fotografiadella personale raccolta “panini”: cinquanta chili di pelle ed ossa, unnaso volitivo ed una super senza filtro, inseparabile amica di tutte quellenotti insonni.

Non ricordo come arrivammo alla fine … so solo che mi consegnaronoquelle piccola , tonda e luccicante coppa.

La prima , la vera: trofeo che presentai il giorno dopo , orgoglioso a miamadre come simbolo di una conquista inaspettata, della conferma dellarealizzazione di un sogno e di un’utopia, di una giustificazione di un attocompiuto e contemporanea dichiarazione di una scelta fatta, di un pattosuggellato con il destino, una volta tanto , finalmente, complice felice inuna precisa scelta di vita …

Trentasei anni sono molti. Sono mille gare, l’età di un figlio mai avuto, laconsapevolezza della trovata maturità; il rispetto del ricordo, il desideriodella continuità e la paura della non concretezza.

Trentasei anni sono molti. milioni di chilometri, i campionati vinti, glianni in ford, in Mitsubishi, in Subaru, le notti a fianco di Cunico, diPresotto, di Tony. Le pazzie lungo le speciali di tutto il mondo, itrasferimenti in kenia, le strategie, le furbate, le gelosie, i rancori, ipianti, le paure,le idiozie, le notti insonni, i contratti non firmati, le gioiedelle vittorie, gli abbracci dei meccanici, le urla della gente, le stilettatedei giornalisti, l’euforia, la stanchezza, l’esaltazione, l’intelligenza, lacultura sportiva, le anticamere d’ospedale, i funerali, i pianti nel ricordo,il calore di un bacio , l’odio nel rancore.

Trentasei anni sono molti se dedicati per 24 ore al giorno, per 13.140giorni alla cultura dell’effimero e dell’ illusione.

Non so come arrivai a quella gara. Ricordo solo tanta neve. Un’infinita’di testa coda. Dei lumini accesi lungo i tornanti del passo Giau, adindicarci che lì , oltre quel punto vi era uno strapiombo od un burrone.Ricordo delle taniche di benzina. Gomme chiodate, meccanici stralunatiche ci seguivano e ci servivano lungo ridicole strade di montagna,abbarbicati come pastori in un presepe illuminato.

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Non so come arrivai a quella gara, ma so solo che essa fu l’inizio dellamia carriera.

Sulla bacheca una piccola coppa tonda e lucente mi saluta ogni sera.Vicino a lei altri feticci di una vita romanzata e romanzesca. Hannoscritte in greco, in francese, in inglese sono belli, particolari. Sembranocandeline di una torta dagli spicchi di storia. Alcuni sono nobili edimportanti, parlano di campionati mondiali, europei, di gare in Africa onella lontana Australia … altri sono solo carichi di mille simbologie ericordi; ma quando quel giorno verrà, con me, come v’ ho detto porteròsolo lei: una piccola coppa lucida e tonda, anche per poter colloquiarecon qualcuno, nei lunghi periodi di noia e di solitudine: per chiederle diraccontarmi di me e per dirmi, chissà ’, almeno una volta edefinitivamente come arrivai in quella gara il 2 marzo del ‘76.

La mia prima vera gara: Coppa della Favera ‘ 76 !! Mamma, mi hanno gia’ preso!!

Appena arrivati in paese ci “tuffiamo” letteralmente in Direzione Gara sapendo dalleinformazioni attinte da Internet che essa è stata allestita presso le scuole elementari.

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Vogliamo e dobbiamo ritirare il Road-Book ed espletare tutte le formalità di pre-verifica. Sfruttando infatti la possibilità di poter controllare in sede di ritiro radar lavalidità di tutti i documenti richiesti, riusciremo ad evitare inutili lungagginiburocratiche limitandoci a far visionare, il giorno delle verifiche sportive, solo lanostra patente di guida.

Così, una volta controllata la completezza e l’esatta corrispondenza dei dati realicon quelli inseriti nel modulo di iscrizione e consegnando almeno 2 foto tessera,ritireremo:

Road Book del percorso

Circolari informative

Modulo di posizionamento mezzi in parco

Schede per le ricognizioni

Materiali adesivi e targhe ufficiali di gara.

Ormai e’ sicuro! Noi parteciperemo al prossimo Rally di San Martino con il numeroXX ! Incredibile, ma tutto il nostro lavoro di preparazione, di studio, il tempo perso ariempire moduli, a cercare oggetti e materiali ci viene formalizzato ed ufficializzatocon il semplice gesto della consegna di una sacca piena di meraviglie. Per noi essaassomiglia più alla gerla di Babbo Natale che ad un sacchetto di tela marrone! E,appena usciti dall’edificio, proprio come scolaretti al loro primo giorno di scuola,cominciamo a frugare al suo interno per cercare di capire il valore regolamentare ditutto il materiale che abbiamo appena ritirato.

Il Road –Book o radar del percorso è un libercolo in formato a 5, edito per tappa eche costituisce uno dei documenti fondamentali della nostra dotazione. E’ la raccoltadi tutte le informazioni stradali divise per Settore, Controllo Orario e Prova specialeche dovremo seguire per poter rispettare scrupolosamente ed obbligatoriamente iltracciato del Rally.

La circolare informativa e’ un documento ufficiale redatto su carta colorata per ilcui ritiro e’ obbligatoria la firma di uno dei due membri dell’Equipaggio o delConcorrente. Questo stampato modifica, amplia o chiarifica le regole edite nelRegolamento particolare dandogli nuova ed assoluta validità giuridico sportiva.

Considerarla una semplice lettera d’informazioni o banale carta straccia o bollettinopubblicitario privo di ogni valore e confonderla con le decine di altri fogli inutilisarebbe uno dei più grossi errori della vostra già breve carriera di navigatore.

Generalmente le informazioni contenute in una circolare informativa riguardano levariazioni di percorso e i conseguenti nuovi tempi concessi per percorrerle, motivateda improvvisi impedimenti, lavori di manutenzione o inattesi eventi climatici. In ogni

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caso, qualunque sia la l’informazione riportata, essa modifica definitivamente leregole specifiche di gara.

Albo Ufficiale di Gara – Documenti ufficiali esposti –

Tutte le circolari informative saranno regolarmente affisse ed esposte sull’alboufficiale di gara. Se vi dovesse sorgere qualche dubbio o se pensate di averinavvertitamente cestinato qualche foglio importante, una breve visita aquest’ennesimo “luogo sacro” del Rally diventerà per voi, obbligatoria.

Se non fossero già stati pubblicati su internet, in sede di pre–verifica vi verrannocomunicati anche gli orari individuali di convocazione relativi ad esempio allosvolgimento delle:

verifiche sportive e tecniche, punzonatura dei ricambi, shake down ingresso delle vetture in Parco Partenze o del loro allineamento. apertura del Parco Assistenza per l’ingresso dei nostri mezzi di servizio apertura del successivo Parco Partenze; modalità di svolgimento della Super PS ed il suo ordine di partenza che

scopriremo inverso a quello normalmente redatto al termine delle verifiche di

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qualunque altra competizione.

Tutti gli orari finora indicati in maniera solo generica diventano da questomomento, con l’attribuzione del numero di gara, specifici ed individuali; riferitid’ora in poi ad ogni singolo equipaggio e ad ogni vettura divisa per gruppo e classed’appartenenza.

Il Rally inizia così ad essere “nostro ” e noi impareremo a viverlo nella sua interezza,condividendo con l’inseparabile cronometro non solo ogni minuto dellamanifestazione, ma addirittura ognuno dei 60 secondi che lo compongono.

Modulo posizionamento mezzi in parco. A questo punto non sarebbe male fare “duepassi” e aiutandoci con la cartina allegata alla documentazione, scoprire dovepotremo e dovremo posizionare i nostri mezzi di assistenza.

Il Parco Assistenza di San Martino e’ allestito nella zona degli Impianti sportivi: apochi passi dalla direzione di Gara, in pieno centro, in modo da agevolare la logisticadi spostamento dei vari team che così potranno facilmente raggiungere le propriepostazioni di lavoro.

Controlleremo per prima cosa dove saranno posizionati i

CO d’ingresso e CO d’uscita del Parco CO di ingresso e CO uscita Rirodino Riordino Zona di Rifornimento Zona di Controllo e punzonatura Pneumatici. Area gommisti

e quali sono le strutture di supporto (ristoranti, bar, toilettes, ecc) che potrannoaiutarci nella logistica del nostro periodo di assistenza.

Una bella passeggiata, insomma, ma importante per conoscere la planimetriadell’area service e per poter dare ai nostri meccanici tutte le varie indicazioni perl’approvvigionamento d’acqua e di energia, per il ripristino dei pneumatici e leindicazioni su come raggiungere il refuelling.

Noi, dal conto nostro dovremo memorizzare i corretti punti d’accesso e di uscitadall’area tecnica e quantificare il tempo necessario per districarci nel dedalo delleassistenze sapendo gia’ a priori che i minuti persi per compiere un tale tragitto lidovremo obbligatoriamente sottrarre, il giorno della gara, al tempo di settoreoriginariamente concessoci.

Ormai e’ tardi ed è gia’ ora di rientrare in hotel per prendere possesso della nostracamera.

Domani ci attende una giornata di pesante lavoro dedicata completamente alle

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ricognizioni. Dovremo visionare l’intero Rally, studiarlo, analizzarlo nei dettagli ecercare soprattutto di riuscire a memorizzarlo. Oltretutto non avremo a disposizioneore ed ore per completare i chilometri del suo percorso. Il tempo concesso pereseguire la ricognizione e’ per tutti gli equipaggi vincolato e prestabilito sia nellasua durata totale che negli orari precisi di passaggio in ogni singola prova.

Begli anni, quando la stesura delle note era libera e tu potevi scorazzare dei giorniinteri lungo le PS della Sardegna e tra le colline della toscana collezionando passaggidi PS come francobolli da collezione ! Lo facevi per divertimento, per passione, peraffinare e migliorare le tue capacità di scrittura e di lettura delle note; per diventarepadrone della strada e della materia! Pensate che alcune prove le potevi ripetereanche trenta volte ! praticamente le imparavi a memoria non curandoti della lorolunghezza e della loro complessità.

Esagerati! Direte voi, però in questo modo avevi anche la possibilità di correggere ituoi errori di impostazione, il tuo metodo di scrittura o di lettura. Imparavi apadroneggiare la ritmica e, soprattutto, un numero così elevato di giorni dedicati al“territorio” ed alla conoscenza del percorso ti permetteva di creare successivamenteun rapporto diretto con la strada e le sue insidie non più di dipendenza, ma ditotale ed assoluta padronanza. In poche parole avevi tutte le occasioni e leopportunità per diventare un “vero” navigatore: abile e smaliziato. Allo stessotempo, però, tutto ciò ti precludeva ogni possibilità di errore o di indecisione e unaeventuale tua defaillance nel giorno della gara comportata per te l’immediata edefinitiva esclusione da ogni gioco futuro.

Appurato che non siamo stati alloggiati nella stanza n. 13 o n. 17, allineato eordinato sul letto non scopriremo il contenuto delle nostre valigie tantoamorevolmente preparate, ma tutto il materiale estratto della nostra sacca dellemeraviglie.

Stiamo cercando in particolare quattro oggetti : il Road book che ci servirà perseguire un corretto percorso di gara, la scheda di ricognizione che esporremo sulfinestrino laterale della nostra vettura assieme al nostro numero di garautilizzandoli entrambi come documenti di identificazione e la scheda di registrazionedei singoli passaggi di PS che dovremo far vidimare nelle singole postazioni dicontrollo.

I materiali rimanenti composti dagli adesivi pubblicitari, le diverse circolariinformative e tutta la documentazione cartacea dalla quale abbiamo appreso i nostriorari individuali di convocazione li accantoniamo in un posto sicuro, assieme ainumeri ed alle targhe ufficiali, anch’esse adesive e che andremo poiobbligatoriamente a posizionare sulla vettura di gara e sui diversi mezzi della nostraassistenza.

Ora è tempo di relax. La vostra valigetta e’ pronta. Domani mattina alle 9.00 dovrete

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trovarvi alla partenza della prova del Manghen; ma questa volta non dovretebussare alla sua porta per poter entrare nella storia del Rally.

I fantasmi delle Stratos, delle 131 Abarth, delle Renault Alpine o Gordini o delle 124

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dai codolini bianchi o gialli vi lasceranno passare, invitandovi a ricordare che su queltracciato ora asfaltato, su lungo i tornanti che vi faranno transitare a fianco dellostorico “laghetto” prima di voi si sono arrampicati personaggi e piloti del calibro diMunari, di Rohl, di Verini, di Tony, di Waldegaard, o di Pregliasco … che su queltratto di strada negli anni ’70 si correva una gara valida per il Campionato delMondo … La sensazione che proverete sarà unica, di rispetto, di ringraziamento,quasi d’ossequio.

Lì potrebbe cominciare la “vostra storia” di navigatore e chissà che un giorno,parlando di quel laghetto non debbano dire: “ Sai qui nel 2012 ha esordito …..”pronunciando il vostro nome quale simbolo di professionalità e di successo.

Le Ricognizioni di Gara

Alle 7 del mattino San Martino e’ deserta. Lo è d’agosto, nel pieno della stagioneturistica; immaginiamoci a settembre, all’alba di un giorno nebbioso quando a farcicompagnia c’è solo il rumore del torrente Cismon che scorre di fianco alla pedana dipartenza e l’incedere lento di uno spazzino, ostinato nel ramazzare il piazzaleasfaltato della vicina Cooperativa.

Mi tornano alla mente le mattine di tanti anni fa quando ragazzino, mi ritrovavo nellostesso punto, armato non di quaderno e matita ma di piccozza e sacchetto diplastica, pronto ad infilarmi lungo i sentieri della Malga Ces alla ricerca del mitico“Porcino”, ben sapendo che più tardi mi sarei anche accontentato di scovare tra ilmuschio del Rolle, anche una sola manciata di magici “gialletti”.

Allora avrei riso, felice, come se avessi scovato un sacchetto di monete d’oro dasempre nascosto alla base di ogni arcobaleno.

Ripenso con nostalgia a quegli anni e’ la considerazione che faccio ora è una sola: ofunghi o note, l’importante nella nostra crescita è cercare di rimanere ragazzini e diriuscire ad assaporare, nell’alibi di un gioco che negli anni si e’ trasformato inprofessione, la bellezza di un luogo, il senso pieno della libertà e l’appagamento perun lavoro solo apparentemente banale e che da molti viene considerato addiritturafutile. In realtà, per tanti piloti e navigatori esso ha significato invece, non soloimpegno e dedizione totale, ma anche sacrificio estremo stoicamente epassionalmente vissuto fino al baratto assurdo con la propria vita.

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Il paese dalle mele verdi ….

Il paese di Gargazzone, nell'Alpe di Bolzano, mi apparve dinanziall’improvviso esattamente così come me l’ero immaginato: roboante nelnome per teutonica predisposizione, piccolo e fresco, dal sapore di melaacerba, nella sua più vera realtà.

Avete presente quelle sfere che, se capovolte lasciano cadere un po’ dineve finta e fine ? Beh, in quel momento non mi sarei affatto stupito se,appena oltrepassato il cartello stradale d’ingresso abitato, mi fossiritrovato a gambe all’aria, osservato poi da uno strano gigante cheavesse retto tra le sue dita quella boccia di puro cristallo.

Che differenza con le mega-città sparse nel mondo ! Con Sidney, conBuenos Aires, con il frastuono dei loro parchi assistenza, comeall’Acropoli o al più vicino San Remo … Istintivamente , allora, mi portaiuna mano all’orecchio per cercare di togliere degli inesistenti tappi dicera, tanto tutto era tremendamente così silenzioso e calmo …. e, soloallora, mi ricordai che anch’io abitavo in un paesino ad esso tantosimile: là, dove le montagne sono colline di verdi cipressi, e i filari dimeli, invece, ricchi boschetti d’ulivo.Anche La Tignamica, in Toscana, quattro case abbarbicate introno ad untorrente, lì dove abito io, non e’ metropoli simile a Monte Carlo; forse i

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navigatori, quelli veri, a differenza di altri, cercano involontariamente edistintivamente la pace, sapendone poi cogliere le infinite sfumature e laprofonda poesia che li circonda.

Caro Loris, forse ho trovato un'altra mia affinità al tuo carattere schivo etaciturno: il desiderio e la capacità reciproca di ascoltare il silenzio.

A Gargazzone ci siamo arrivati d’istinto, dopo chilometri e chilometrid’autostrada che, allontanandoci dalla realtà, dalla monotonia e dall’afadella pianura ci aveva sputato in un giardino d’operetta, nellacoreografia di un temporale estivo:orgoglioso e possente e che sembravavolesse arbitrariamente far da colonna sonora alla solennità dell’avvenimento.

Non ero mai arrivato ad un appuntamento così in anticipo in vita mia.Neanche alle verifiche di gara più importanti o ad una sessione d’esamio ad una discussione d’appello. A Gargazzone eravamo arrivati “tutti”in anticipo, tanto che, vuoi per la pioggia, vuoi per l’impossibilita’ diparcheggio, non certo per la difficoltà di trovare la chiesa che si ergepadrona al centro del villaggio, continuavamo ad incrociarci con lemacchine, sbucando da una miriade di stradine ordinate, tessendo tra dinoi un balletto a ragnatela che aveva ormai avviluppato l’interacittadina.

Ecco Cunico, ecco la Procar … riecco Fabbri .. di nuovo la Peugeot.Saluto Cogni, ci saluta Pirollo, attento a Bortoletto. Riecco Cunico,riecco la Procar, di nuovo Fabbri. Fai passare la Peugeot. Ed i paesani asbirciare il nostro danzare , ad osservarci dalle vetrine dei negozi, daitavolini della stube, dalle finestre orlate di garofani rossi: combattuti inun conflitto tra l’orgoglio per una inaspettata notorietà e la gelosia diuna persa inespugnabilità.

Sembrerà paradossale, ma in quei momenti, in cuor mio ero felice di averritrovato e di poter rivedere tanti amici, tante facce note, tante personecon le quali avevo diviso una miriade di trasferte, di notti insonni, disensazioni; con le quali avevo vissuto interi anni dedicati a questo lavoro,fatto non solo di soddisfazioni, di vittorie, di coppe levate al cielo, maanche di tante incomprensioni, di invidie, e di rivalità; di una vita chegia’ altre volte aveva assunto per noi i colori del dramma e delladisperazione, e che, come nel matrimonio o nei dettami di un rigido pattodi sangue aveva preteso vincoli di fedeltà assoluta, di unione condotta “

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nel bene e nel male, e, a volte, come recita il versetto, protratta fino alsacrificio assurdo della propria esistenza.

Dal giorno della morte di mio padre, avvenuta qualche anno fa, mi eroripromesso di non voler più partecipare ad alcun funerale, se non al mio!Il rapporto tra me e quelle bare brillanti, asettiche, che assomiglianotanto ad un parquet tirato a lustro o ad una porta con maniglie d’ottonedi Piccadilly road e’ e rimarrà perennemente conflittuale.

Non mi spaventa la morte: l’ho sempre accettata nel senso non cristianodella parola, e sfidata come sleale avversario, così come avviene per lamaggior parte di noi Corridori.

Non credo in Dio, o, quantomeno lascio che anche lui faccia ilProfessionista come me. Forse un giorno avrò il piacere di conoscerlopersonalmente e di discutere con Lui alcuni dogmi filosofici relativisoprattutto al significato di: “Cristianesimo, religione legata al concettodi sofferenza e di sacrificio, o di conoscere il collegio dei suoiCommissari Sportivi con i quali dibattere il mio ultimo “appello sullavita” .

Per il momento mi interesso di cose molto più agnostiche e, umanamenteparlando,terrestri e banali. Ho invece una repulsione fisica e atroce perle bare: mi sembrano un simbolo di trionfo della morte: quasi una coppacon tanto di etichetta coniata per celebrare la sua ennesima falsavittoria…. sarà per questo che non amo neanche loro : forse perché miricordano anch’esse un evento gia’ passato, gia’ finito, ormai gia’mentalmente e storicamente archiviato.

Quando traslocai da Treviso per trapiantarmi in Toscana, di coppe e ditrofei ne gettai nel cassonetto dell’immondizia qualche centinaio, vinticon Presotto, con Pregliasco, con Tognana, con Cunico, o con Fiora ocon Folco, anche con Tempestini, nell’ultima stagione. Quanta storia!Quanti ricordi: trentanni di vita rallistica spesi in giro per l’Italia e per ilmondo! Avrei potuto fonderli, come aveva gia’ fatto qualcuno. Avreipotuto regalarli a qualche associazione sportiva dilettantistica o pressarliper ottenerne un cubo informe.

Ho preferito cancellarne la memoria, forse per non avere motivo dirimpianto o di nostalgia per un ruolo che tanto avevo amato, per non

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diventare idolatra di una religione fatta di rimpianti, di gioventù e ditroppi ricordi.

Caso strano, però, tra tanto stillicidio, un trofeo l’ho salvato: una coppavinta al San Martino con Tognana nel 1976. Non so perchè non l’hogettata come le altre, forse perché essa mi avrebbe ricordato anche inToscana le mie montagne, le mie villeggiature di adolescente trascorse aFiera di Primiero, quando, i primi giorni di ogni settembre, scappato dicasa attraverso la finestrella del bagno, andavo ad ubriacarmi edinebriarmi degli odori acri degli additivi delle NSU TT o delle RenaultGordini che, attraversato il paese a folle velocita’, come il motociclistapazzo di “Amacord”, si arrampicavano poi verso SanMartino e, casostrano, proprio il San Martino, con i suoi avvenimenti rivelatisi per lamia professione così determinanti, e’ diventato per me, in questi ultimianni, punto di riferimento esotericamente fondamentale , proprio come,già a suo tempo, era avvenuto anche per Loris.

La chiesa di Gargazzone e’ grande, o almeno tale essa mi e’ apparsa.troppo grande, a mio avviso, per un paese dove gli alberi di mele sonopiù numerosi nel numero, dei suoi cittadini. Essa ti si presenta con ungiardinetto, all’ ingresso , che la fa assomigliare ad una classicacostruzione in stile inglese, con i muretti bassi ed i cespugli sempre verdi.La chiesa di Gargazzone e’ grande, forse troppo grande, eppure ieri erapiena, così piena da suscitare lo stupore dei chierichetti che, facendospuntare la loro testa dalla porta della sacrestia, si alternavano nel giocodomenicale della conta, eccitati ora, più dal numero inconsueto edabnorme di fedeli che dalla serietà dell’avvenimento cui dovevanopresenziare.

L’euforia numerica aveva contagiato così, anche il prelato che, perparare l‘abbondanza ci parlò allora dell’India e delle suefolle,trasportandoci in popolose regioni dal nome esotico, tanto simili neicolori e nella vastità ai paesaggi di quell’ Argentina che, anni addietro,ci aveva così drammaticamente e prepotentemente reso complici edamici.

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Caro Loris, è difficile raccontarti , oggi, le espressioni dei nostri volti.

Forse, tra tutti, come mi auguro e come credo fermamente, il più serafico,ieri, eri proprio tu: sorridente nell’ascoltare le parole di Ercolani, diPianezzola e della tua Cristina. Noi altri potevamo solo cercarci con gliocchi, annuendo, nella ricerca di una reciproca comunione di sentimenti ,riscoprendo tra la folla dei presenti facce di vecchi amici, dimenticatenegli anni; di vecchi piloti o di addetti ai lavori che solo l’imprevedibilitàdell’evento avrebbe potuto farci rincontrare.

Stranamente non ho scorto tra loro visi di giovani, fossero stati essi pilotio navigatori. Forse la morte non si e’ ancora tecnologicamente evolutaed emancipata, forse essa non e’ ancora riuscita a stabilire un rapportodiretto con loro perché, da essi, forse ancora “poco “ considerata …. Oforse, mio dolce Loris, solo perché anche tu, pur se famoso, ammirato epluridecorato, fai parte ancora della nostra, cara, vecchia generazione,di quella del mitico Manghen, del 4 Regioni, del Campagnolo, dell’Elba,del RAC segreto, del Colline di Romagna, della Monaco-Vienna-Budapest, dell’ Open dell’ 84, del Rally d’Italia che partendo da SanRemo passava in Toscana, a San Marino e, dopo 5 giorni, finiva con lasua ronde di 80 chilometri nella cittadina ligure.

La chiesa di Gargazzone , ieri, per me era grande, affollata come nonmai.

Ma, al rintocco delle sue campane, non più custode dei nostri sentimentilei ci ha spalancato le porte per lasciarci andare, liberi di poterti seguirelungo il viale del tuo ultimo CO.

Ed allora, con un gesto per noi liberatorio, ti abbiamo applaudito: comese fossimo stati tutti lì per festeggiare, sorridenti, la tua ennesimavittoria. Ti abbiamo accompagnato, poi, in silenzio a riposare, tra i nuoviamici, in pace: lungo il viale dei verdi alberi, tra le case dai rossi balconinella nenia di un’orazione pronunciata in tedesco. Ed allora anche iltemporale: complice e rispettoso s’e’ zittito.

E là, nel verde paese dall’acre sapore di mela acerba, lieve, e’ scesa laneve ….

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La religione del rally

Per “provare” il nostro San Martino 2012 abbiamo a disposizione una splendidavettura stradale appena noleggiata all’aeroporto di Treviso. La utilizzeremo sia noi,come muletto, che i nostri meccanici come vettura di servizio sperando di riuscire arestituirla a fine settimana ancora integra ed intatta a quello stesso solertefunzionario che, nel consegnarcela, ci chiese con aria apparentemente disinteressata:“ ma non e’ che la utilizzerete per il Rally … Vero? “

Purtroppo l’utilizzo dei vecchi e cari muletti”, quelli preparati appositamente inofficina, assettati ed equipaggiati di tutto punto non è più concesso per disposizionedella CSAI e della FIA. Per macinare tutti i nostri chilometri di ricognizione di gara noisiamo obbligati, ormai da anni, ad utilizzare una normalissima vettura stradale !

Solo nelle gare del mondiale e’ autorizzato l’uso di una macchina allestita con tantodi roll-bar e l’adozione da parte dell’equipaggio di cuffie per la comunicazione. A noi,miseri mortali, sulla vettura delle ricognizioni è concesso il solo montaggio di un“paracoppa”. Inoltre, nelle gare su “terra” non e’ possibile guidare in prova unavettura a 4 ruote motrici e montare pneumatici del tipo M+S.

Le norme che regolano il capitolo “ ricognizioni” sono severe e restrittive. Si cerca,limitando il numero di passaggi in PS, i giorni e le ore concesse per effettuarli, dicontenere e di limitare sia il disagio alla popolazione locale, esasperata da un

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continuo andirivieni di auto, sia il rischio di pericolosi incidenti stradali chepotrebbero costringere le autorità competenti a ritirare, in caso di fatto grave, ipermessi di effettuazione del Rally stesso.

Niente adesivi colorati, nessuna pubblicità, nessuna particolare livrea … gli unicielementi di identificazione consentiti, rimangono il numero di gara e la scheda diricognizione che, esposti sul vetro laterale della vettura evidenziano ufficialmente idati completi del suo equipaggio.

Sapendo che per memorizzare l’intero nostro percorso e per poter stendere le“note” di ciascuna prova speciale ci sono concessi al massimo 2 giorni di ricognizione( parliamo di gare del Campionato Maggiore) e due passaggi per prova, mentre per lealtre gare minori dobbiamo limitarci a 12 ore di lavoro complessive ed a qualchepassaggio in più lungo le PS, capirete immediatamente che:

A) perdere del tempo prezioso vagando per le campagne o per le montagne neigiorni di ricognizione avendo smarrito “ la retta via” è assolutamente da escludersi.

B) che se pensate di poter “imparare” il difficile mestiere di navigatore percorrendodue miseri passaggi per ciascuna delle PS di gara, siete gia’ completamente “fuoristrada” !

C) che sarà fondamentale per tutti voi per non rimanere traumatizzati dalla vostraprima esperienza , cercando di avere , sin dall’inizio, ben chiara l’idea sull’uso dellacartina del percorso, della tabella dei tempi e delle distanze, del Road book e delquaderno delle note.

Partendo dal presupposto che, saturi dei miei insegnamenti, siate ormai dei finiconoscitori sia del valore di una Tabella dei tempi e delle distanze che vi elencherà ladislocazione di ogni Controllo, che dell’uso di una cartina del percorso che vievidenzierà sia il singolo tracciato di PS e quello dei vari trasferimenti, lasceròdirettamente a voi il compito di leggervi sull’annuario la normativa relativa allericognizioni, sì da capire la pesantezza delle sanzioni che vi verrebbero inflitte nelcaso fosse stati scoperti a effettuare delle “ricognizioni abusive”.

Così con il road book aperto sulle ginocchia, la matita stretta in una mano, ilcronometro pronto a scandire ogni secondo del vostro lavoro, la cartina appesa allalunetta frangi sole e la tabella dei tempi infilata nella tasca delle portiera, più simile aFantozzi che ad un navigatore esperto, potrete dare il via ad una carovana di vettureche, in una fredda mattina di settembre, sotto lo sguardo sconcertato di unaltrettanto assonnato spazzino ha deciso, partendo dalla pista di pattinaggio di SanMartino di raggiungere la cima del Passo Manghen, ricordandosi di contare lungo illoro tragitto, quante curve, quanti rettilinei, quanti cartelli stradali, quanti bivi equanti dossi separino la località di “Ponte delle Stue” al leggendario laghetto dimontagna: che e’ per l’appunto, quello che fa, generalmente, ogni famigliolavenuta in vacanza, ogni anno, di settembre sulle montagne del trentino !

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CAPITOLO 25°

IL ROAD BOOK O RADAR DEI PERCORSO

Provate a dirmi o ad immaginarvi quale sarà la prima frase che il pilota vi rivolgeràalle 7.00 del mattino, quando, richiusa la portiera dell’auto, lo sguardo personell’orizzonte e le mani già ben salde sul volante cercherà di comunicarvi con scarsosuccesso la “sua” piena efficienza lavorativa ?

“… Da che parte andiamo …!?”

Ed allora, lanciando uno sguardo di sfida e di supponenza al Tom Tom agganciato alparabrezza, felici di non funzionare anche voi a pile e di non aver dovuto ingerireper una scheda Sim per potervi fregiare del appellativo di “navigatore”,immaginandovi con il dito puntato all’orizzonte, provate a suggerirmi quale sarà lavostra altrettanto scontata risposta …!

“..Di là …!”

Facendo scattare in processione, dietro a voi, una carovana di assonati equipaggi cheligi al motto: “Segui lui, e risparmia fatica …” inizieranno a salire lungo la statale delRolle per raggiungere dopo ben 56 chilometri il Controllo Orario del Manchen: primatappa di questa vostra storica avventura settembrina.

Probabilmente, fra qualche anno, il Road–bopok sarà sicuramente sostituito daqualche diavoleria elettronica ! Basterebbe che gli Organizzatori di una gara, anzichéun libercolo formato enciclopedia, vi allungassero un microcip da inserire nel vostronavigatore satellitare e il gioco sarebbe presto fatto.

Considerato che un road-book non e’ altro che l’elenco completo, corredato diimmagini e di informazioni di tutti i bivi che dovrete superare e di tutte le postazionipresso le quali dovrete transitare per rispettarne il tracciato ufficiale di garasostituirlo con un chip elettronico non sarebbe certo materia da fantascienza!

Se il rally seguisse solo lo sviluppo autostradale o solcasse le statali o le provincialipiù importanti, probabilmente l’uso di una semplice cartina potrebbe esseresufficiente per raggiungere i diversi CO e le varie Speciali dei gara.

In realtà a costruire la ragnatela dei trasferimenti ed a caratterizzarne i punti piùcaratteristici di un rally sono gli angusti passaggi nelle viuzze dei paesini o iltransito attraverso lande sperdute e solitarie.

Dovendo ricercare come punti di riferimento finali, non delle cattedrali gotiche, maun anonimo cartello stradale o un albero ricurvo, possedere un bel “album di

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figurine” che raffigurino ogni bivio ed punto di passaggio, diventa per tutti noi nonsolo utile , ma assolutamente indispensabile.

Nonostante voi possediate una tale supporto cartaceo, ricordatevi che perdersi lungoil percorso di una simile competizione non sarà cosa impossibile.

La fretta, la superficialità, la distrazione sono nemici sempre in agguato e, anche seogni riquadro riporta l’immagine stilizzata del tratto di strada che state percorrendo,la distanza che vi separa dal bivio successivo, quella totale percorsa e quellamancante, più di qualche volta vi ritroverete la svia sbarrata da un cancello oltre ilquale una mucca solitaria vi osserverà impassibile, impegnata nel decidere seidentificarvi come “alieno”, “scatola di sua futura destinazione”o semplice navigatoreinesperto!

Se il Road book e’ utile in trasferimento per permettervi di rispettare un itinerariocosì vincolante, tanto da penalizzare con l’esclusione dalla gara l’equipaggio chedovesse compiere anche il pur minimo errore di percorso, l’utilizzo del Radar diventaindispensabile nella stesura delle note.

Esso vi permette di individuare e di rispettare in logica e breve successionequell’infinita’ di bivi, deviazioni e alternative di percorso che incontreremo lungo leprove speciali e l’esatta ubicazione di tutti quei Controlli( Orari, Timbro, Start eStop) che sappiamo essere la struttura portante dell’intera gara.

Un buon navigatore usa, soprattutto in sede di ricognizione il proprio road-Book instretto abbinamento con:

cartina del percorso

cronometro

twin master

Abbinandolo alla cartina del percorso per identificare esattamente, in ogni momento,con un immediato riscontro cartaceo il punto in cui si trova e stabilire quali siano iriferimenti geografici più importanti da focalizzare (paesi,fiumi,ferrovie, ecc) perproseguo del suo tragitto di gara.

Utilizzandolo assieme al cronometro per verificare con esattezza il tempo necessarioper completare ogni singolo settore e quantificare l’ “anticipo” maturato, infunzione di futuri sostituzioni o interventi tecnici da effettuare personalmente enel tempo consentito, il giorno della gara.

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Sincronizzandolo con Il twin master ( in sua assenza il contachilometri parzialedell’auto) per verificare la distanza misurata da bivio a bivio, a conferma delle diversedirezioni da prendere.

Tutte le distanze evidenziate sul Road-book sono espresse in metri. Questo perfacilitare l’identificazione di ogni specifico segnale e per ottimalizzare l’individuazionedi ciascun riferimento.

SIMBOLOGIA NEL RADAR

Nella pagina successiva, estrapolata direttamente dall’Annuario CSAI ho copiato lapagina dei riferimenti usati nei Road Book italiani, o meglio, di quelli consigliati peressere utilizzati nei vari documenti di gara. In realtà, a parte alcune convenzionirelative alla simbologia utilizzata per evidenziare i cartelli stradali, e le direzioni daseguire o non, la maggior parte dei simboli è lasciata alla libera fantasia delcompilatore del Radar che cercherà di rendere il più similare possibile ogni segnoutilizzato con l’elemento che raffigurato.

Assomigliano molto ai disegnini infantili dei nostri cugini o nipoti. In realtà l’esattaindividuazione e collocamento di una “casetta” o di un “alberello” o del simbolo cheraffigurerà un bar, ti permetterà di seguire senza angoscia l’esatta direzione di garao, al contrario. di farti ritrovare sempre al cospetto di quella famosa mucca che,questa volta, inizierà ad avere dei seri dubbi sulle tue reali capacità di navigatore.

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COME SI LEGGE UNA PAGINA DEL RADAR

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SCOMPONIAMO UNA PAGINA DEL RADAR

Numero progressivo del SETTORE

Numero progressivo del C.O. di inizio Settore e sua denominazione.

Numero progressivo del C.O. di fine Settore e sua denominazione.

Denominazione del Settore

Distanza totale tra i due C.O. e/o lunghezza totale Settore

Media oraria di percorrenza del Settore

Tempo imposto per percorrere il Settore

Valore di “ ANTICIPO” calcolato da navigatore in sede di ricognizione.

Tutte queste indicazioni e valori corrispondono esattamente (con esclusione deltempo di anticipo) a quelli indicati sia nella Tabella dei tempi e delle distanze chenella Tabella di marcia di ciascun Concorrente.

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DISTANZE TOTALI E PARZIALI

Riquadro riservato alle distanze parziali e totali tra i due simboli.

La distanza totale indica la distanza totale compiuta nel percorrere l’intero Settoread iniziare dal Simbolo 1 e riferita in successione logica a tutti i simboli seguenti. Diconseguenza, giunto al simbolo 2 avrò percorso in totale 0,160 metri dal simbolo 1 dipartenza. Al simbolo 5 della pagina precedente avrò percorso esattamente 1,03 kmdal simbolo 1 iniziale.

Azzerando il nostro contachilometri o il twin master ad inizio Settore e lasciandoloscorrere regolarmente, al nostro passaggio presso ciascun simbolo del radar ilchilometraggio totale percorso dovrà corrispondere in entrambi gli strumenti da noiutilizzati. (Twin e Road book)

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a b

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La distanza parziale indica la distanza esistente tra due simboli immediatamentesuccessivi.

Dal simbolo 1 al simbolo 2Dal simbolo 2 al simbolo 3Fino a compimento dell’intero settore.

Ovviamente le singole somme parziali, se sommate dovranno corrispondere al valoretotale indicato nella colonna delle distanze totali.

Nel caso possediate un twin master, l’operazione da eseguire e’ quella di azzerare lostrumento al raggiungimento di ogni singola indicazione. In caso contrario,cercherete la collaborazione del vostro pilota chiedendogli di utilizzare ilcontachilometri parziale.

Se sulla “lunga distanza” un valore parziale ci e’ di poco aiuto, esso diventafondamentale nell’attraversare correttamente paesi o città o in caso di unasuccessione continua di bivi privi di ogni indicazione rilevante.

Ricordatevi sempre che “ abbandonare volontariamente o per errore il percorso digara” può comportare la squalifica! In caso di “dubbio”, non trovando alcunacorrispondenza tra i diversi simboli del radar e la realtà circostante … non fateviprendere dal panico! Fermatevi e ritornate immediatamente in un punto certo eriprendete il percorso secondo logica di radar. Temete sempre presente che fateanche parte di una lunga carovana di auto, distanziata un minuto l’una dall’altra! …Meglio perdere qualche secondo ed accodarvi dietro a qualche equipaggio partitodietro a voi per ritornare in breve tempo padroni del vostro orientamento, piuttostoperdervi definitivamente in qualche landa desolata per non aver ammesso unvostro errore o una banale distrazione nella lettura del Radar.

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DIREZIONE

In inglese si chiama “Tulip” e raffigura, stilizzato, l’insieme dei punti di riferimentoche ci permetteranno di rispettare , se seguiti con diligenza, un corretto percorso digara.

Ad ogni bivio, ad ogni singola postazione corrisponde il suo Simbolo specifico conuna sua numerazione successiva nel quale ci viene indicata, per mezzo di unasegnaletica standard ricca di casette, alberi, ponticelli e segnali stradali la direzioneda seguire.

Nel caso che la distanza tra due bivi o riferimenti sia inferiore ai 200 metri, verràcancellata la linea di separazione tra i due Tulip (come in questo caso), per renderepiù evidente la vicinanza tra i due simboli e facilitarne l’identificazione.

Voi dovrete sempre seguire le indicazione della freccia, considerandola lacontinuazione del pallino come vostro punto di riferimento

Leggere un Radar non e’ difficile. Bisogna fare molta attenzione alle diverseindicazioni, considerando sempre la loro posizione geografia.

Sapere che quell’hotel si trova sulla vostra destra anziché sulla vostra sinistra èfondamentale per capire la direzione da seguire. Controllare la posizione dei cartellistradali e’ altrettanto importante per identificare l’esatto percorso, scartandoovviamente quello indicato da dei cartelli barrati.

Come in tutte le cose, una buona padronanza dell’uso del radar e di una sua capacità

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di lettura è sempre questione di pratica e di allenamento.

Mai, comunque, essere superficiali nel giudizio e nella valutazione dei diversi simbolie riferimenti. Certo vi sono radar che rasentano la perfezione ed altri che, se redattidal Pierino di turno probabilmente sarebbero stati più precisi e completi. GliOrganizzatori saranno valutati anche loro per come hanno compilato questoimportante documento.

A loro l’onere della stesura, o noi il compito di una lettura che renda la nostra garatranquilla e che ci permetta di concentrarci per affrontare le prove speciali in unostato d’animo di assoluto relax mentale.

Va ricordato che in Prova speciale la Colonna sulla quale vengono riportati i singolisimboli avrà una colorazione grigia per differenziarla dalle altre “colonne” e perrenderla più evidente.

In caso di cambio del fondo stradale da asfalto a terra, la linea di demarcazione tra“Direzione “ e “informazioni” sarà rafforzata per rendere evidente anche questaulteriore differenza.

A fianco di ciascun simbolo verrà inoltre riportata, a “scalare” la distanza mancanteda quel punto al fine PS.

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INFORMAZIONI

Nel riquadro delle informazioni verranno inserite tute le indicazioni che, sempreriferite ai singoli riquadri delle Direzioni dovranno fornirvi ulteriori e definitividettagli sia della strada ancora da seguire sia della postazione da voi eventualmenteraggiunta.

Oltre alla varia segnaletica ufficiale (in questo caso al simbolo 1 è e evidenziato ilcartello del CO 0) le diverse informazioni fornite riguarderanno la segnaleticastradale da o da non seguire, evidenzieranno i nomi delle vie o delle piazze eidentificheranno, soprattutto in prova speciale, le postazioni di sicurezza: puntiradio o intermedi dislocati lungo la PS.

Per ciascuno di questi punti saranno riportate anche le diverse coordinate GPS cheutilizzeremo in caso di incidente o di particolari necessità

Se osservate il riquadro delle informazioni, noterete dei valori scritti a matita. Essinon sono dati forniti dall’Organizzazione, ma sono valutazioni cronometriche fattedal navigatore in sede di ricognizione. Servono per determinare l’anticipo di gara:ovvero il numero totale dei minuti “in anticipo” con i quali, in teoria, potremmopresentarci al CO finale di quel preciso Settore. Questi minuti io li potrò poi“perdere” in gara in tranquillità ed a mio piacimento.

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In parole povere: se per compiere quel determinato tragitto ho impiegato in prova 7minuti e per percorrerlo me ne sono concessi 14 , ciò significherà che se durante lagara fossi costretto ad invertire i pneumatici o controllare la taratura dei mieiammortizzatori avrò a disposizione 7 minuti per completare in scioltezza questeoperazioni.

Esaurito tale “budget” per recuperare il tempo perso, dovrò variare la mia mediaoraria e rientrare nei limiti di tolleranza indicati nei successi simboli del radarevitando così di dovermi presentare in ritardo al CO successivo.

Più veloci si sarà in PS maggiore sarà l’anticipo al CO successivo

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DISTANZA AL CO

In questa colonna viene indicato, per ciascun simbolo, il numero totale di chilometrimancanti per raggiungere il CO successivo.

Serve per avere immediata la visualizzazione della misura della distanza ancorapercorrere che, se abbinata al valore riferito al tempo massimo di passaggio vidaranno chiare indicazioni sulla media da mantenere per raggiungere in tranquillitàil CO successivo

Nella stessa casella verrà inoltre indicato il livello di segnale telefonico delle retiprincipali per permettervi un corretto uso del telefonino in caso di emergenza o dinecessità.

A matita verrà segnato il valore detto di: TEMPO MASSIMO DI PASSAGGIO che,determinato dal navigatore in sedei di ricognizione gli indicherà, espresso in minuti,quale sia il limite massimo di transito , espresso in minuti, oltre il quale doversiconsiderare in ritardo rispetto al tempo normalmente concesso per raggiungere il COsuccessivo.

Qualunque valore superiore al tempo segnato indicherà il ritardo effettivo registratoin quel preciso istante.

Esempio: valore rilevato sul cronometro al simbolo 2, minuti 4,40, ciò significheràche stiamo viaggiando esattamente con 1 minuto di ritardo rispetto al tempo limitedi 3 minuti rilevato in prova.

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Per rientrare nella tolleranza dovremo accelerare ed aumentare la nostra mediaoraria fino quantomeno ad eguagliare i valori di Tempo Massimo espressi neisimboli successivi.

ANALISI FINALE DELLA STRISICA DI FONDO PAGINA

A fine pagina troveremo altre logiche informazioni:

In questo riquadro viene riportata la distanza al prossimo simbolo nel caso questasia inferiore ai 200 metri. Vi avverte e vi invita a prendere immediata visione delsimbolo successivo.

Ovviamente riporta il numero progressivo della pagina del Radar

Riportato a matita dal navigatore indica il totale dei minuti d’anticipo calcolati inprova e che diventano riferimento di gara.

La lettura finale della “striscia” viene fatta orizzontalmente dando ad ogni valore osimbolo la sua giusta rilevanza ed importanza. Ed in questo caso:

La distanza totale compiuta da inizio settore e’ stata di k 1.03. Il bivio precedente lo avevamo incontrato 450 m prima. Il simbolo di riferimento e il N. 5.

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Il CO1 è posto in una curva di dx all’altezza di uno spiazzo con tettoia,lampione ed marciapiede.

Ci viene raccomandato di stare sulla sinistra. La strada e’ pianeggiante.

Sulla sinistra troveremo un insieme di alberi ed una stradina secondaria.

Sul culmine della curva sorge e’ la Pizzeria La Segheria.

Attenzione ai concorrenti che provengono in senso opposto.

Ci vengono forniti i dati GPS

Tim e Vodafone: segnale telefonico pieno

Tempo impiegato in prova per raggiungere il CO1 3 minuti

Tempo massimo concesso per raggiungere il CO1 6 minuti

Siamo arrivati a destinazione

Il prossimo riferimento e’ a più di 200 metri

La pagina e’ la N. 9

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EVIDENZIAZIONE DI UNA PS E DELLE POSTAZIONI

Cogliendo l’occasione datami dalla PS 1 del San Martino lunga solamente 1,90 Km,riesco facilmente a farvi notare come venga evidenziata le PS e le postazioni di STARTPS – di FINE PS - e di CONTROLLO STOP.

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PLANIMETRIA DELLA SPECIALE E FOTO DELLE POSTAZIONI

Sempre per facilitarvi nell’uso del Roadbook e per farvi capire quante e quali siano leinformazioni in esso contenute, vi allego come esempio la planimetria della PS delManghen e le foto delle diverse postazioni così come voi troverete regolarmente inOgni Radar di gara e specifiche per ogni Prova speciale.

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FOTO POSTAZIONI DI PS. CO –START- FINE -STOP

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CAPITOLO 26°

DETERMINAZIONE DELL’ “ANTICIPO DI GARA” EDEL “TEMPO MASSIMO DI PASSAGGIO”

Ve ne ho accennato brevemente nel precedente paragrafo, analizzando le singolecomponenti dei simboli del Radar. E vi immagino gia’ con la mente corrucciata eduna strana espressione in volto, di quelle che fanno inequivocabilmente trapelaretutti i vostri dubbi e le vostre perplessità !

Devo far ricorso, allora, alla “storia” da sempre amica per farvi comprenderel’importanza di questi valori e rammentarvi il periodo in cui le “Assistenze di gara “erano permesse sempre e dovunque, tanto da essere arrivati ad organizzarleaddirittura nel bel mezzo delle prove speciali.

Erano gli anni in cui disseminavano le montagne di meccanici, calati con glielicotteri in qualche landa desolata mimetizzati ad aspettarci per ore, magariinutilmente, armati di tanica, di crick e dell’inseparabile ruota di scorta.

Assistenza “volante” della Fiat con Ninni Russo D.S.

Erano gli anni in cui “staccare” una ruota in prova o rompere il differenziale ocappottarti e aprire una vettura come una scatole di sardine non ti creava imbarazzo.

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Sapevi che c’erano i tuoi meccanici ad attenderti e, se eri bravo nel riuscire araggiungerli ed altrettanto lo erano loro nel permetterti di ripartire a fine servizio,tutto rattoppato ma ancora competitivo, nessuno ti proibiva di riuscire a vincere unagara data ormai per spacciata o, almeno, apparentemente inesorabilmentecompromessa.

Fondamentale lo era una cosa: conoscere perfettamente il tempo (anticipo) adisposizione per poter raggiungere, al termine di ciascuna sosta tecnica, il orario ilcontrollo successivo nei limiti consentiti per non “pagare” o per non uscire di garaavendo purtroppo raggiunto e superato il valore massimo di ritardo consentito.

“Giocando” con i minuti d’anticipo decidevi quanto montare le gomme all’ultimosecondo, per evitare di farti copiare dall’avversario; oppure decidevi di presentarti alcontrollo orario in “tolleranza” in modo da evitare di dover dare informazioni sullostato delle tua vettura o sui tempi realizzati nelle prove precedenti.

Come vi ho sempre detto il vostro rapporto con il vostro cronometro e’ totale ,viscerale, vissuto in una lotto perenne per decidere chi dei due tra di voi riuscirà adavere il dominio e la prevalenza sull’altro!

Oggi, con la miriade di divieti che caratterizzano le nostre gare, la limitazione delleassistenze, l’impossibilita’ di intervenire se non personalmente sulla nostra vettura,l’importanza di conoscere i valori dell’ “anticipo” non sono più così determinanticome lo erano un tempo ma, in ogni caso essere dei bravi navigatori è sempre meglioche essere dei mediocri o improvvisati co-piloti.

A voi, quindi, decidere se adottare questo metodo. Ne capirete l’importanza il giornoche, nella fretta raggiungere un CO “tirato” dopo aver sostituito una gomma,incalzati da un pilota che più nervoso di voi, continua a chiedervi “Quanto manca…!”, colti dal panico per dover seguire contemporaneamente le indicazioni del radar,controllare cronometri, cercare il quaderno delle note, ricordarvi dove avetenascosto la tabella … vi accorgerete che una semplice addizione di un bel numerosessagesimale potrà trasformarsi, d’incanto, in un totale ed assoluto enigma dalvalore biblico!

Per dirvi come e con quanta intensità emotiva si vivesse “il Rally” una volta, vorreiimmaginaste una Fabrizia Pons, in lacrime alla partenza di una Targa Florio per nonessere riuscita a completare tutti gli anticipi di gara e, disperata chiedere se qualcheNavigatore l’autorizzava, prima dello start, a copiare dal suo radar gli “intermedi” diquell’unico CO che le mancava! …

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ANTICIPO (determinato in sede di ricognizione di gara)

Ormai sappiamo perfettamente che per quantificare tale valore e’ sufficiente che noisottraiamo:

A) dal TEMPO IMPOSTO DI SETTORE IL TEMPO IMPIEGATO e rilevato in sede diricognizione per completare l’intero tragitto compreso trai i due C.O.

B) dal TEMPO IMPOSTO DI SETTORE il tempo impiegato per raggiungere il COsuccessivo partendo, in questo caso, dallo START PS.

A) Il valore ottenuto, espresso in MINUTI, mi dirà esattamente quanto tempo avrò adisposizione, il giorno della gara, per completare delle normali operazioni diassistenza senza il timore di poter incorrere successivamente in eventuali penalità digara per essermi presentato al CO di fine settore in ritardo.

Nel caso specifico del settore 11 della prima tappa ovvero con partenza dal CO 4 B“Fiera di Primiero” al CO 4 C “San Martino di km 13, 52, con un tempo di percorrenzadi 20’. Sapendo che il tempo imposto e’ di 20’. Che io ho impiegato in ricognizione19’ per raggiungere, partendo dal CO 4 B di uscita dal riordino di Fiera di Primiero ilCO 4 C di ingresso PARCO a San Martino, posso affermare che il giorno della gara, senon vi saranno ulteriori impedimenti, dovrei arrivare a San Martino con solo 1minuto d’anticipo !

Ciò significa che, se l’indomani dovessi bucare, trovare un qualsiasi intoppo o fossicostretto a districarmi tra il traffico degli spettatori, il mio trasferimento non sidimostrerebbe una facile passeggiata ma una prima trappola già ricca d’insidie e diincognite !

A questo punto, per essere in grado di saper gestire in maniera ottimale il tempoconcessomi ed essere sicuro di “viaggiare” costantemente nei limiti di ritardoconsentiti, non mi limiterò a sapere unicamente che avrò un unico minuto dapotermi giocare al mio arrivo a San Martino, MA VORRO’ SAPERE ESATTAMENTE AQUANTO AMMONTA IL MIO ANTICIPO O IL MIO RITARDO NEL PRECISO ISTANTE INCUI IO TRANSITERO’ PRESSO CIASCUNO DEI SIMBOLI DEL RADAR.

Ciò mi permetterà di stabilire di volta in volta, di bivio in bivio, la mia realesituazione “tempo” suggerendomi se accelerare per rientrare nei valori di sicurezza,avendo perso del tempo prezioso nel superare ad esempio la colonna d’auto di unfunerale, o se poter rallentare avendo già accumulato, grazie ad un’andaturaparticolarmente sostenuta e ad una totale assenza di traffico un margine sufficientedi anticipo.

Per diventare padrone del “tempo” dovrò stabilire dei TEMPI MASSIMI di passaggiopresso ciascuna delle postazioni evidenziate nel roadbook, valori che NON DOVRO’MAI SUPERARE per non vedermi immediatamente costretto ad incitare e spronare ilmio pilota per riguadagnare in maniera pericolosa il tempo perduto.