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Un numero speciale Andrea Pellegrino LA NOTA DIRETTORE: ANDREA PELLEGRINO giovedì 2 aprile 2020 www.oradicronache.it SPECIALE #CORONAVIRUS Il nostro Grazie L‘ ora di Cronache FONDATO DA MARTA NADDEI Q uesta volta abbiamo poco da scrivere ma molto da raccontare. Proseguiamo il nostro viaggio della quarantena, fermandoci, però, a ringraziare quanti sono in campo, giorno e notte, nella lotta contro questo maledetto virus. A tutti loro è dedicata questa edizione di Ora di Cronache che raccoglie le te- stimonianze, le paure e le inizia- tive messe in campo da chi è in prima linea. Abbiamo deciso di valorizzare tutte quelle professioni che rischiano sulla propria pelle. A loro va il nostro ringraziamento, consapevoli, ora più che mai, che siamo in buone mani. Se oggi l’Italia ha una speranza per combattere il Coronavirus il merito è suo. Oncologo e ricer- catore italiano in servizio presso il Pascale di Napoli, il dottor Paolo Antonio Ascierto ha ini- ziato ad utilizzare il Tocilizumab per curare le persone affette da Covid19, ricoverate in gravi condizioni. Durante questa pan- demia, il dottor Ascierto ha in- fatti studiato gli effetti respiratori nei polmoni affetti da Covid-19. I sintomi risultano simili a chi soffre di polmonite acuta dovuta a gravi patologie oncologiche. Da qui nasce l’idea di usare il farmaco Tocilizumab anche nella cura del Coronavirus... di Erika Noschese (a pag.3 ) L’INTERVISTA Ascierto: «Ecco come è nata l’idea di utilizzare il Tocilizumab» Eroi? Siamo solo responsabili Roberta Naddei LA RIFLESSIONE 1 200 gli episodi di violenza contro il personale sanitario denunciati nel 2019. Sicura- mente molti di più quelli non denunciati. Insulti, minacce, sputi, calci, pugni, petardi. Chissà come andranno le cose nell’anno del coronavirus. Da pediatra e dot- toranda di ricerca, non sono im- pegnata in prima linea nella lotta al coronavirus, ma raccolgo le testimonianze dei colleghi “al fronte” e sono sicura di interpre- tare, con le parole che seguono, il sentire di tanti di loro chiamati a combattere contro questo “ne- mico invisibile”. In questi giorni siamo definiti eroi, veniamo co- stantemente ringraziati per la no- stra abnegazione ed il nostro sen- so di responsabilità. Responsa- bilità. Quando penso alla mia professione, è proprio questa la prima parola che mi viene in mente. Chi sceglie di fare questo mestiere sa che si troverà di fronte a scelte cliniche e terapeutiche in grado di modificare il decorso clinico di un paziente e, quindi, la sua vita. Sa che avrà la gran- dissima responsabilità di decidere cosa sia meglio per un paziente. A volte dovrà farlo anche in tempi rapidissimi. Ci aiutano le linee guida, i protocolli, le raccoman- dazioni. Ma spesso le situazioni cliniche non sono quelle chiara- mente dipinte dalle linee guida. La scelta si fa più difficile, il ri- schio di errore aumenta... segue a pag. 3 Siamo in trincea serve l’artiglieria Renato Gammaldi* A breve distanza da un arti- colo che la Vostra testata ha voluto dedicare, gen- tilmente, alla Rianimazione del Plesso Ruggi di Salerno, avendo toccato, sfortunatamente, con mano il lavoro che vi si svolge, mi si richiede una nuova intervista per esplicitare lo stato d’animo degli operatori che 24 ore al gior- no sono immersi in questa batta- glia che sta attanagliando tutte le Rianimazioni italiane.. La concertazione è il metodo Sandro Livrieri N ei giorni più duri, quelli della stretta circa i lavori possibili e quelli no, il Governo avrebbe fatto un Dpcm (sempre con pre-avviso) ed a semi-notte, dopodichè (a notte inoltrata) su pressione confindu- striale, avrebbe allargato le maglie salvo poi – su minaccia di scio- pero generale annunciato dal sin- dacato per garantire meglio la tutela dei lavoratori – rimodulato il Dpcm e ri-annunciato (previo confronto... LETTERE ALLA REDAZIONE (A PAGINA 19 ) Riflessioni da quarantena Alessandro Rizzo LA NOTA I n questo momento atroce che stiamo vivendo tuttoè ovattato, irreale. Non c'è tema, non c'è argomento che superi il Covid-19. Stando rinchiusi in casa di riflessioni se ne fanno tante, si pensa a tante cose, ci si concentra di più, si rivede la scala delle proprie priorità. Ci si rende conto che nella genitorialità c'è il vero senso della paura. L'altro giorno ho scritto simpaticamente che prima eravamo felici ma asintomatici. Adesso siamo divisi ma uniti. Stiamo riscoprendo la solidarietà ma ci stiamo anche dimostrando ancora ottusi.Neanche il racconto dei sanitari di pazienti spirati avendo davanti agli occhi il viso di un rianimatore, peraltro coperto da mascherina e tuta, senza un ultimo saluto ai propri cari, neanche questo dissuade i soliti imbecilli dal capire la portata del problema e dall'assumere comporta- menti rispettosi e civili. Il virus si è diffuso, si è spostato ed è a quanto pare anche mutato. È arrivato in altre nazioni d'Europa, che si sono mostrate -come si immaginava- per nulla pronte. È una strage ovunque, in Spagna, in Inghilterra, in Germania.... segue a pag. 19 Distribuzione gratuita Anno III • n. 14 Via C. Sorgente n°19 cell: 346 36 53 903

Cronache...di Cronache FONDATO DA MARTA NADDEI Questa volta abbiamo poco da scrivere ma molto da raccontare. Proseguiamo il nostro viaggio della quarantena, fermandoci, però, a ringraziare

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  • Un numerospeciale

    Andrea Pellegrino

    LA NOTA

    DIRETTORE: ANDREA PELLEGRINO

    giovedì 2 aprile 2020

    www.oradicronache.it SPECIALE #CORONAVIRUS Il nostroGrazie

    L‘oradiCronache

    FONDATO DA MARTA NADDEI

    Questa volta abbiamo pocoda scrivere ma molto daraccontare. Proseguiamoil nostro viaggio della quarantena,fermandoci, però, a ringraziarequanti sono in campo, giorno enotte, nella lotta contro questomaledetto virus. A tutti loro èdedicata questa edizione di Oradi Cronache che raccoglie le te-stimonianze, le paure e le inizia-tive messe in campo da chi è inprima linea. Abbiamo deciso divalorizzare tutte quelle professioniche rischiano sulla propria pelle.A loro va il nostro ringraziamento,consapevoli, ora più che mai,che siamo in buone mani.

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    Se oggi l’Italia ha una speranzaper combattere il Coronavirus ilmerito è suo. Oncologo e ricer-catore italiano in servizio pressoil Pascale di Napoli, il dottor

    Paolo Antonio Ascierto ha ini-ziato ad utilizzare il Tocilizumabper curare le persone affette daCovid19, ricoverate in gravicondizioni. Durante questa pan-

    demia, il dottor Ascierto ha in-fatti studiato gli effetti respiratorinei polmoni affetti da Covid-19.I sintomi risultano simili a chisoffre di polmonite acuta dovuta

    a gravi patologie oncologiche.Da qui nasce l’idea di usare ilfarmaco Tocilizumab anchenella cura del Coronavirus...

    di Erika Noschese (a pag.3 )

    / L’INTERVISTA

    Ascierto: «Ecco come è nata l’idea di utilizzare il Tocilizumab»

    Eroi? Siamosolo responsabili

    Roberta Naddei

    LA RIFLESSIONE

    1200 gli episodi di violenzacontro il personale sanitariodenunciati nel 2019. Sicura-mente molti di più quelli nondenunciati. Insulti, minacce, sputi,calci, pugni, petardi. Chissà comeandranno le cose nell’anno delcoronavirus. Da pediatra e dot-toranda di ricerca, non sono im-pegnata in prima linea nella lottaal coronavirus, ma raccolgo letestimonianze dei colleghi “alfronte” e sono sicura di interpre-tare, con le parole che seguono,il sentire di tanti di loro chiamatia combattere contro questo “ne-mico invisibile”. In questi giornisiamo definiti eroi, veniamo co-stantemente ringraziati per la no-stra abnegazione ed il nostro sen-so di responsabilità. Responsa-bilità. Quando penso alla miaprofessione, è proprio questa laprima parola che mi viene inmente. Chi sceglie di fare questomestiere sa che si troverà di frontea scelte cliniche e terapeutichein grado di modificare il decorsoclinico di un paziente e, quindi,la sua vita. Sa che avrà la gran-dissima responsabilità di deciderecosa sia meglio per un paziente.A volte dovrà farlo anche in tempirapidissimi. Ci aiutano le lineeguida, i protocolli, le raccoman-dazioni. Ma spesso le situazionicliniche non sono quelle chiara-mente dipinte dalle linee guida.La scelta si fa più difficile, il ri-schio di errore aumenta...

    segue a pag. 3

    Siamo in trinceaserve l’artiglieria

    Renato Gammaldi*

    Abreve distanza da un arti-colo che la Vostra testataha voluto dedicare, gen-tilmente, alla Rianimazione delPlesso Ruggi di Salerno, avendotoccato, sfortunatamente, conmano il lavoro che vi si svolge,mi si richiede una nuova intervistaper esplicitare lo stato d’animodegli operatori che 24 ore al gior-no sono immersi in questa batta-glia che sta attanagliando tuttele Rianimazioni italiane..

    La concertazioneè il metodoSandro Livrieri

    Nei giorni più duri, quellidella stretta circa i lavoripossibili e quelli no, ilGoverno avrebbe fatto un Dpcm(sempre con pre-avviso) ed asemi-notte, dopodichè (a notteinoltrata) su pressione confindu-striale, avrebbe allargato le magliesalvo poi – su minaccia di scio-pero generale annunciato dal sin-dacato per garantire meglio latutela dei lavoratori – rimodulatoil Dpcm e ri-annunciato (previoconfronto...

    LETTERE ALLA REDAZIONE (A PAGINA 19 )Riflessioni da quarantena

    Alessandro Rizzo

    LA NOTA

    In questo momento atroce che stiamo vivendo tuttoè ovattato,irreale. Non c'è tema, non c'è argomento che superi il Covid-19.Stando rinchiusi in casa di riflessioni se ne fanno tante, si pensa atante cose, ci si concentra di più, si rivede la scala delle propriepriorità. Ci si rende conto che nella genitorialità c'è il vero senso dellapaura. L'altro giorno ho scritto simpaticamente che prima eravamofelici ma asintomatici. Adesso siamo divisi ma uniti. Stiamo riscoprendola solidarietà ma ci stiamo anche dimostrando ancora ottusi.Neancheil racconto dei sanitari di pazienti spirati avendo davanti agli occhi ilviso di un rianimatore, peraltro coperto da mascherina e tuta, senzaun ultimo saluto ai propri cari, neanche questo dissuade i solitiimbecilli dal capire la portata del problema e dall'assumere comporta-menti rispettosi e civili. Il virus si è diffuso, si è spostato ed è a quantopare anche mutato. È arrivato in altre nazioni d'Europa, che si sonomostrate -come si immaginava- per nulla pronte. È una strage ovunque,in Spagna, in Inghilterra, in Germania.... segue a pag. 19

    Distribuzione gratuita

    Anno III • n. 14

    Via C. Sorgente n°19cell: 346 36 53 903

  • "Siamo seduti sopra una santabar-bara. Ci vuole trasparenza nelle

    azioni politiche". Medico, sindaco diSarno, ex presidente della provincia di Salerno, GiuseppeCanfora, a tutto tondo sulla situazione sanitaria e ammi-nistrativa dettata dal Covid-19. "Servono subito i testematici sul virus in modo da preservare soprattutto il 20per cento della popolazione che mantiene attivo il motoreItalia". "Ci sono segnali importanti - dice il sindaco diSarno - di un progressivo arresto della corsa dei contagied è il risultato della quarantena, della sensibilità dei cit-tadini nell'accettare la dura prova alla quale sono statichiamati. Adesso bisogna iniziare subito con i test ematicisul virus che sono indispensabili per capire chi sono gli

    asintomatici. Bisogna preservare il 20 per cento dei citta-dini impegnati nei lavori "indispensabili", come operatorisanitari, forze dell'ordine, trasporti, e tanti altri che man-dano avanti anche in questo periodo il motore dell'Italia.Bisogna mettere al sicuro anche l'operatività degli immu-nizzati". Non solo uno sforzo medico, ma anche unosforzo amministrativo per stare vicino alle fasce debolidella società. "Noi sindaci - Canfora - lavoriamo all'anti-cipazione dei 400milioni da distribuire alle fasce deboli.Su Sarno verranno distribuiti 305mila euro in due step edinsieme a me i colleghi di tutta Italia sono impegnati a di-sinnescare una vera e propria santabarbara sulla qualesiamo seduti visto che la precarietà sanitaria porta a quellaeconomica che sfocia poi in problemi di ordine pubblico.

    Ci vuole la massima trasparenza in questo momento. Inquesto momento si lavora in sinergia, non ci sono di-stanze amministrative, ma solo chi si ostina a non vederela realtà, sostiene che il Covid-19 non ha accomunatotutti". E poi non manca in conclusione un parere sull'ope-rato nella gestione dell'emergenza da parte del governa-tore della regione Campania, Vincenzo De Luca: "Agireoptando per la quarantena due settimane prima rispettoal governo? Quello che ha fatto De Luca vale come 100ospedali. Al Nord muoiono più persone a casa che negliospedali, De Luca ha messo in campo l'unica scelta pra-ticabile alla luce di quello che è successo e che potrà suc-cedere".

    ad.res.

    di Adriano Rescigno

    ome sarà? Come cambierannole udienze per gli avvocati eper i clienti dopo che la tempe-sta infettiva sarà passata. Mas-

    simo Falci, avvocato "di grido" della cittàdi Salerno: "Andiamo verso l'introduzionecostante delle videoconferenze, privandocidel piacere del Palazzo di Giustizia"."In questi giorni dolorosi a causa dellagrave epidemia di Coronavirus, è ricor-rente, nella nostra comunità e più in ge-nerale nella nostra nazione, quelle volteche si distoglie il pensiero dal timore delcontagio, il porsi l’ interrogativo, con rife-rimento ai molteplici aspetti della nostraesistenza, sul come sarà il nostro futurodopo questa inusuale esperienza. L’ interrogativo ha di fondo una visione ot-timistica ed un desiderio di risorgere cheappartiene al nostro popolo, un popoloche ha un grande passato cui ispirarsi nonmorrà mai". "A me è stato posto recente-mente un altro “come sarà”. Un mio assi-stito informato da me in merito al rinvio di

    una sua causa per l’ emergenza Coronavi-rus, di rimando mi ha chiesto: “ma poicome sarà l' attività giudiziaria dopo l’emergenza? “ quasi avvertendo che qual-cosa potrebbe cambiare in ambito giudizia-rio e difatti il recentissimo decreto legge18/2020, concernente misure connesse all’emergenza epidemiologica da Coronavi-rus, ha disposto all’ art. 83 comma 6° let-tera f) per lo svolgimento della attivitàgiudiziaria dal 16 aprile 2020 al 30 giugno2020, che i capi degli uffici giudiziari, percontrastare l’ emergenza da covid – 19,possano prevedere lo svolgimento delleudienze civili, che non richiedano la pre-senza di soggetti diversi dai difensori e delleparti, mediante collegamenti da remoto (brutto termine per dire da casa o dallo stu-dio ). Abbiamo già in atto il processo tele-matico - dice Falci - per le cause civili dicompetenza del tribunale, che obbliga latrasmissione in via telematica di buonaparte degli atti ed è rafforzato con il richia-mato decreto legge, ove è stata introdottaaltresì la novità, in merito alle sole udienzecivili che non richiedano la presenza di

    soggetti diversi dai difensori delle parti,della trattazione mediante lo scambio ed ildeposito telematico di note scritte con con-seguente provvedimento del giudice darendere fuori udienza". E’ pur vero che lesuindicate previsioni normative sono cir-coscritte al contingente periodo di emer-genza, ma in esse si intravede un piùgenerale disegno di telematizzazione delprocesso, il che porterà al parziale allon-tanamento fisico dell’ avvocato dal tribu-nale, e quindi, l'avvocato salernitano: "Giàsono stati diramati agli avvocati vari vade-mecum per creare account per esserepronti alle udienze in videoconferenza. Orbene tale possibilità se verrà attuata, anoi avvocati un po’ dispiace perché ci pri-verà (o quanto meno renderà meno fre-quente) il contatto personale con il“palazzo di giustizia”, con la varia umanitàche lo frequenta e con tutti i suoi annessi econnessi. L’ incontro con colleghi con iquali a seguito di un sostenuto contraddit-torio si scambia il caffè al bar e si finiscecon il discutere della nostra benamata Sa-lernitana, il consultarsi “ al volo “ con un

    collega prima di affrontare una discus-sione, il sussieguo con la controparte checi ha reso qualche volta uno sgarbo, il dia-logo con il magistrato, la battuta con il can-celliere, la fretta nel mettere i fascicoli inturno e tanto altro; tutte abitudini che ren-dono viva e varia la nostra professione e miaccorgo, che mi mancano tanto in questaforzata, quanto necessaria,quarantena"."Ed allora, alla domanda chemi ha posto il cliente - conclude Falci - sulcome sarà la ripresa dell’ attività giudiziariapost - coronavirus, ho razionalmente ri-sposto che ci sarà, anche dopo il periododi emergenza, nel corso del tempo e congradualità la introduzione dell’ udienza ci-vile in videoconferenza; trasformazione,come tante avutesi nel recente e meno re-cente passato, alla quale la avvocaturasaprà sapientemente adeguarsi poiché è dasempre un corpo di vivace ingegno epronto ai cambiamenti, ma resterà pursempre il rammarico che il contatto perso-nale con colleghi, giudici, cancellieri, saràsostituito dal freddo diaframma delloschermo di un computer".

    «La vita di noi avvocaticambierà, il futuro è la videoconferenza»

    C

    L’INTERVENTO

    Massimo Falci prova a raccontare l’evoluzioneche subirà Palazzo di Giustizia dopo il Covid

    GIUSEPPE CANFORA

    2 Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.itPrimo piano

    www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

    Un concetto antico, risalente all’epocadell’Impero Romano, che invita a nonconfidare in tempi sereni nell’immutabilitàdello status quo e nella buona sorte, mainvece a essere preparati per quando,inevitabilmente, arriverà la tempesta.Per-ché la tempesta, la guerra, prima o poiarriva. E quando ci sei dentro non è piùtempo di imparare, organizzare, inventare,trovare soluzioni. C’è tempo solo permettere in moto una macchina già rodatae mettere in atto conoscenze già ben as-similate. Per essere un medico ho dovutostudiare per anni, e dovrò continuare astudiare, secondo coscienza, anche dopo

    aver conseguito la Laurea e la Specializ-zazione, fintanto che praticherò la pro-fessione; allo stesso modo il Sistema Sa-nitario deve essere pronto, testato, messoalla prova e mantenuto sempre in effi-cienza. In questo modo la guerra non ènecessariamente vinta, ma almeno com-battuta con armi ben affilate. Alle nostrelatitudini abbiamo però una attitudineparticolare. Culturalmente siamo fatalisti,ottimisti forse, confidiamo nell’arte del-l’arrangiarsi. Magnifica cosa, ci permettedi vivere la vita come solo noi sappiamofare, col sorriso in volto e un misto difede, fiducia e rassegnazione che in qual-

    che modo ci toglie di dosso il peso delleresponsabilità. Pessima cosa, al contrario,quando con questo atteggiamento gestia-mo anche la Res Publica e ancor peggiola nostra Sanità.Non sempre siamo statioculati nelle scelte che riguardano il ser-vizio sanitario regionale, non sempre imeriti e le competenze sono venuti primadei rapporti di potere, non sempre l’amoreper la propria professione è venuto primadella nostra comodità e del nostro interessepersonale. Non abbiamo saputo darecentralità e dignità al sistema dell’Emer-genza. E ci troviamo adesso con strutturenon adeguate, sistemi organizzativi non

    pronti a reagire, direttori a vari livelli nonall’altezza delle decisioni da prendere,strutture Universitarie ancora ai marginidel sistema dell’Emergenza, in un affan-noso tentativo di arrangiarsi e limitare idanni, stretti tra una burocrazia vincolantee l’incedere dell’epidemia. Ce la faremo,alla fine. Con l’impegno di validissimimedici, infermieri, operatori e tecnici…euna buona dose di fortuna. Se poi non cidecideremo a cambiare il nostro mododi pensare la Sanità Pubblica e ci faremotrovare nuovamente impreparati, alloranon avremo più scuse.

    Federico, Specialista MEU

    “SIVISPACEM, PARABELLUM.”

    «Test ematici sul virus per preservare il 20% della popolazione»

  • Se oggi l’Italia ha una speranza percombattere il Coronavirus il meritoè suo. Oncologo e ricercatore ita-liano in servizio presso il Pascale di Na-poli, il dottor Paolo Antonio Ascierto hainiziato ad utilizzare il Tocilizumab percurare le persone affette da Covid19, ri-coverate in gravi condizioni. Durantequesta pandemia, il dottor Ascierto ha in-fatti studiato gli effetti respiratori nei pol-moni affetti da Covid-19. I sintomi risultano simili a chi soffre dipolmonite acuta dovuta a gravi patologieoncologiche. Da qui nasce l’idea di usareil farmaco Tocilizumab anche nella curadel Coronavirus. E la cura sembra funzio-nare: a Napoli hanno trattato 15 pazientie dei sette intubati, cinque hanno avutoun miglioramento importante. Dei cinquepazienti di sub-intensiva, quindi non an-cora intubati, quattro hanno avuto deimiglioramenti. L’azienda farmaceutica hadistribuito mille trattamenti in tutta Italia,tra cui anche l’ospedale l’ospedale SanLuca di Vallo della Lucania, grazie all’in-tervento della dottoressa Laura Pesce, re-sponsabile del reparto di oncologia delnosocomio. L’Unità d’immunologia cli-nica dell’ospedale Pascale di Napoli, gui-data da Ascierto, sta utilizzando ilTocilizumab per arginare i danni ai pol-moni prodotti dal coronavirus. Il profes-sore ha, infatti, sviluppato il protocollo dapresentare all’Aifa per ottenere l’ok allasperimentazione.

    Il trattamento con Tocilizumab, far-maco anti artrite sembra funzionare. Incosa consiste questo farmaco? Potrebbeessere questa la strada giusta? «E’ una fiala che viene somministrata invia endovenosa una sola volta, al mas-simo due, e che agisce nel giro di 24/48ore. Si è constatato che il farmaco agiscemolto meglio se utilizzato prima che il pa-

    ziente arrivi in terapia intensiva. Tuttavialo si sta dando anche a degenti con gravicomplicazioni polmonari e, eccetto incasi con forte stress, si è avuta una rispo-sta che lascia ben sperare. I risultati della sperimentazione non sonoancora disponibili e nel momento in cuilo saranno sarà Aifa, che in questo mo-mento sta governando il processo, che licomunicherà. Si consideri che lo studio èiniziato il 19 marzo scorso e nel giro dipochissimi giorni si sono iscritti circa 500

    centri ospeda-lieri di tutta Ita-lia. Finora sonostati trattaticirca mille pa-zienti, ma lacasa farmaceu-tica che lo pro-duce ha messo ad i spo s i z i onecirca 3000 fiale.I risultati scien-tifici si avrannonon prima diqualche setti-

    mana. Quello che posso darvi è un’impressionesu quello che noi abbiamo osservato alCotugno, dove con il Toci sono stati trat-tati numerosi pazienti. Nel giro di pochigiorni 4 pazienti sono stati estubati edopo due settimane 11 sono tornati acasa».

    Il farmaco è arrivato anche nel salerni-

    tano, a Vallo della Lucania, precisa-mente. Potrebbe raggiungere un po'tutta Italia?«Il farmaco è arrivato e arriverà laddove icentri ospedalieri ne hanno e faranno ri-chiesta. Notizie confortanti arrivano dadiverse parti di Italia, ho notizie ottime daPadova, Fano, Modena, da Siracusa, dalSan Raffaele, da Chieti, dalla Basilicata.La mia parola d’ordine resta tuttavia:cauto ottimismo».

    Sempre più medici risultano contagiati.Cosa non sta funzionando secondo lei?«E’ indubbio che questa pandemia ci hatrovati impreparati sia per la violenza concui si è diffusa, sia per una mancanza diattrezzature come guanti, mascherine,tute».

    In Campania non è ancora stato rag-giunto il picco. Potrebbe esserci davveroin questi giorni?«In questo momento il Mezzogiorno stareggendo, l’isolamento contenitivo sem-bra che stia funzionando. I dati, rispettoal Nord, sono incoraggianti sia perquanto riguarda i contagi che i decessi».

    Dottore, l'emergenza è ancora in corsocome la si sta gestendo?«Le misure restrittive sono l’unica azioneche in qualche modo possono contenerel’infezione. Il Toci è un farmaco che agisce contro lecomplicanze e non contro il virus. Unvaccino è sicuramente l’aspetto più im-

    por-t a n t e p e rp r e s e r - varci dalvirus, ma i tempi del vaccinosono lunghi. Io sono convinto che usci-remo sicuramente da questa emergenza elo dico con cognizione di causa guar-dando quanto sta accadendo a Wuhan. E’chiaro che i tagli alla ricerca e alla sanitàfatti negli ultimi decenni dopo questa epi-demia non saranno più giustificati. I go-verni dovranno porsi il problema diinvestire di più in ricerca e sanità. La sa-lute è il migliore investimento per i nostrifigli».

    Lei ha un legame particolare con il Ci-lento. Recentemente, ha scritto una let-tera ai cilentani per ringraziarli e solopochi giorni fa lei ha avuto la cittadi-nanza onoraria di Sessa Cilento.«Io ringrazio veramente di cuore i cilen-tani e tutte le persone - e sono tantissime- che in questo momento ci stanno dandouna mano concreta per affrontare l’emer-genza Covid».

    Covid-19, la cura parte da Napoli«L’isolamento contenitivo funziona»

    DI ERIKA NOSCHESE

    L’INTERVISTA / PROFESSOR PAOLO ASCIERTO

    www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

    L’oncologo e ricercatore in servizio presso il Pascale ha sperimentato il Tocilizumab

    ...Tanto più la struttura dove lavori ècarente, tanto più il personale scarseggia,tanto più i dirigenti sono “nominati”non per la loro bravura ma per i loroagganci politici e quindi poco lungimi-ranti nel migliorare la qualità dell’assi-stenza, tanto maggiore è la probabilitàdi sbagliare. Ecco, aver scelto questo

    difficile ma bellissimo lavoro, sapendoperò che un tuo errore, seppur piccolo,può creare un danno ad un’altra per-sona, è una scelta di grande responsa-bilità. Oggi chi si è reso responsabile diuna delle tante aggressioni al personalesanitario potrebbe finire in un letto diospedale con la sensazione di non riu-

    scire a respirare. Ad assisterlo, a somministrare la giustaterapia, a dargli il corretto supporto re-spiratorio, a metterlo in contatto con ipropri familiari, a stringergli la mano,ci potrebbe essere lo stesso medico olo stesso infermiere a cui aveva tiratopugni e calci qualche mese fa, che a

    fine turno non tornerà neanche a casaper paura di infettare i figli, il coniuge,i genitori. Ma non perché quel medico o quell’in-fermiere siano degli eroi; semplicementeperché amano il loro mestiere e lo svol-gono, sempre e comunque, con granderesponsabilità.

    DALLAPRIMA NADDEI

    3Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.it Primo piano

  • Come si vive la trincea scavata per farfronte al Coronavirus? I sentimenti,le preoccupazioni, le emozioni e iracconti. Quelli di questi drammatici giorniaffidati a Miriam Senatore, giovane infer-miera di Cava de’ Tirreni, che presta servi-zio proprio nella prima linea dell’ospedaleinfettivologico Cotugno di Napoli. “Le per-sone ci donano molto coraggio e compren-sione inviando di tutto, dalle zeppole aicioccolatini, ma spesso non c’è voglia dimangiarli per la paura di un possibile con-tagio”. “Nei primi giorni dell’epidemia il la-voro lo si affrontava con molti timori, moltocoinvolti emotivamente per una condizionenuova e con continue evoluzioni, dettatesia dai cambiamenti dei continui decreti mi-nisteriali che dalle indicazioni fornite dal-l'Istituto Superiore di Sanità e dalle societàscientifiche per adoperare le giuste proce-dure”. “È sempre dura psicologicamenteaccettare l'impossibilità di offrire un'assi-stenza più 'partecipata' – dice - nel sensoche le protezioni che siamo costretti ad in-dossare - i famosi DPI - ci rendono difficil-mente identificabili anche nel sesso, daipazienti. È un paziente che vive in solitu-dine la propria malattia. È così cambiatoanche il modo di comunicare agli stessi fa-miliari le condizioni cliniche dei loro pa-renti, che non possono ricevere visite. Tuttoavviene telefonicamente. Anche con glistessi pazienti le richieste ed i dubbi, o

    anche solo qualche chiacchiera, vengonospesso soddisfatti telefonicamente, al nu-mero della medicheria, tentando di accor-ciare il più possibile queste inevitabilidistanze fisiche”. Ed alla stanchezza emo-tiva si aggiunge quella fisica dettata daturni di lavoro estenuanti. “I turni lavora-tivi sono molto sacrificati, si va a lavoro sa-pendo di dover indossare per svariate oretute nelle quali si suda al minimo movi-mento, calzari, occhiali che si appannanoin un attimo, tripli paia di guanti così cheil prelievo lo fai più “a sentimento”, a me-moria, secondo le reminiscenze anatomi-che. Mascherine, visori, occhiali,copricapo, guanti che in un prelievocreano notevole disagio. Bisogna avere lalucidità di decontaminarsi ad ogni minimocontatto per evitare di contagiarsi o di con-tagiare”. “Il peso dei presidi lo leggi a fineturno, quando il volto è sfigurato, ed avolte lo è anche il giorno dopo, quando ri-tornerai con la tua armatura. Il sollievo, lavoglia, la spinta di lavorare, spesso vieneda quei frequenti gesti di solidarietà rice-vuti dalle persone, quel popolo napoletanomeraviglioso che ci invia viveri quali zep-pole, caffè, pizze, cioccolatini (ma che nonnascondo spesso non abbiamo voglia dimangiare per paura di contagiarci, perpaura di portare il virus a casa, di essere au-tori di un nuovo caso positivo) a cui si ag-giungono ringraziamenti appesi sustriscioni all'ingresso principale, un sem-plice grazie, che ora più che mai ci dà forza

    e speranza”. “In queste situazioni di difficoltà, si scopreuno spirito di famiglia anche sul luogo dilavoro, si abbandonano i vecchi rancori,siamo tutti in pericolo, siamo tutti vicini, sicoopera e ci si spalleggia in équipe per al-

    lontanare quella tensione emotiva che é in-negabile. Un momento storico triste – conclude Mi-riam - tra morte, dolore e ansia, ma conqualche piccolo frangente positivo: la vo-glia di combattere insieme”.

    «Il Covid19 ha azzerato le tensioni, adesso si combatte tutti insieme»

    L’INTERVISTA / Andrea Lupi

    DI ADRIANO RESCIGNO

    L’INTERVISTA / MIRIAM SENATORE

    www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

    «Il dono della vita in piena emergenzasanitaria Covid-19 deve essere tutelato eprotetto, ora più che mai. Le future mamme meritano un’assi-stenza fatta di sorrisi nonostante le ma-scherine e mani che accarezzanononostante i guanti». Questa la prima af-fermazione del primario f.f. di ginecolo-gia dell’ Ospedale Umberto I di NoceraInferiore, Andrea Lupi, da poco allaguida del reparto dove ogni giorno per-sonale medico ed ostetriche lavoranocon responsabilità nonostante la pauradel contagio e la carenza di dispositivi diprotezione. Nelle settimane in cui il no-stro sistema sanitario è in trincea per ar-restare e combattere il dilagare delCoronavirus, la natura continua il suocorso. I giorni passano, il tempo scorreinesorabile anche per quelle donne chein questo periodo dovrebbero essere lepiù felici del mondo e che invece si tro-vano a temere soprattutto per i bambiniche hanno in grembo. Una condizione difragilità emotiva, mille paure ed angosceche diventano macigni. Tutto quello cheprima sembrava scontato e normale inquesto periodo da bollettino di guerranon lo è più. Infatti ora prima di acce-

    dere al reparto ogni donna deve pas-sare per il pronto soccorso dove vienesottoposta ad un primo screening peraccertare la negatività al virus e poipotrà salire e iniziare ad attivare tuttala sua forza per vivere al meglio l’espe-rienza del parto, racconta Lupi. Darealla luce un figlio in un periodo buiocome questo è davvero difficile. Per dipiù le persone care con cui le parto-rienti avrebbero voluto condividere lagravidanza con le sue molteplici emo-zioni non ci sono. Neanche i padri possono accedere alreparto, ma possono partecipare allieto evento solo tramite chiamate e vi-deochiamate. Per fortuna ogni stanzadel reparto può ospitare almeno duedonne e quindi ci si aiuta e conforta avicenda. Gli abbracci devono aspettaree saranno disponibili e più forti solo almomento della dimissione della madree del neonato.«Purtroppo l’esperienzapiù bella della vita di una donna conquesta pandemia è piena di angoscia,ma ogni giorno cerchiamo di trasmet-tere loro messaggi di speranza e rina-scita. Lo stress è forte anche per noi malo si tiene dentro perché bisogna acco-

    gliere la nuova vita. Ma poi andiamo acasa e abbiamo paura di abbracciare i

    nostri figli», conclude Lupi.Daniela Pastore

    La giovane infermiera di Cava de’ Tirreni presta servizio all’ospedale Cotugno di Napoli

    Il primario del reparto di ginecologia dell’ospedale Umberto I: «In piena emergenza Coronavirus il dono della vita deve essere tutelato»

    4 Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.itLe Storie

  • L’INTERVISTA / GIULIA GALANO

    www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

    Da un ospedale di Cambridge al Ruggi d’Aragonaper combattere, in prima linea, l’emergenza Co-ronavirus. Giulia Galano è un’infermiera, richia-mata in servizio per combattere in trincea contro unvirus di cui, oggi, si sa ancora troppo poco. «Ci sonotanti giovani nella nostra terapia intensiva, quasi tuttiquarantenni», dice. Segno - forse - che il Covid19 nonguarda in faccia nessuno. Com è il lavoro per un medico ai tempi del coronavirusin un ospedale come il Ruggi?«Io sono stata assunta proprio per quest'emergenzaquindi posso vedere com'è adesso e non posso fare pa-ragoni con il passato. La situazione è ormai sfuggita dimano, anche psicologicamente. Chi si trovava prima inospedale mi ha più volte detto che in passato era diverso,le persone sono nervose. Non c'è più quell'armomiache poteva crearsi prima con i colleghi. Tutti noi abbiamouna famiglaia, io stessa ho colleghi che non vedono ifigli da quando è cominciata quest'emergenza. Anchedal punto di vista dei mezzi abbiamo paura che in casaquest'emergenza si aggravi. Io lavoro in Medicina donne,reparto che teoricamente non dovrebbe avere pazientiCovid. Noi ne abbiamo avuti due sospetti, quindi nonc'è una sicurezza che tuteli noi che non lavoriamo inreparti di terapia intensiva o rianimazione. Noi abbiamopaura, la coordinatrice del reparto fa di tutto per farciavere dei materiali, ma non ci arrivano camici nuovi omascherine nuove. Abbiamo provato a sterilizzarle, ab-biamo dovuto poi smettere».Cosa significa avere a che fare con un paziente positivoad un virus completamente sconosciuto, cosa si leggenei loro occhi?«Cerchiamo di non farglielo pesare, ma quando capisconoche cerchiamo di isolarli si sentono persi. Solitamentecon i pazienti perdiamo molto tempo, facciamo ancheuna chiacchiera. Con i pazienti covid invece, anche peril fatto di non avere i dispositivi giusti, cerchiamo co-munque di mantenere le distanze.Ho colleghe al NordItalia con le quali ci sentiamo quotidianamente, e miraccontano che lì la situazione è letteralmente degenerata.

    Negli ospedali ci sono reparti Covid e non ci sono imateriali. Al Ruggi la situazione comunque è maggior-mente contenuta. Purtroppo sappiamo che la loro ma-lattia può peggiorare improvvisamente. E poi a sor-prenderci è stato il fatto che i pazienti più critici sonotutti giovani, al massimo intorno ai quarant'anni». Prima hai parlato di carenza di Dpi. Immagino chenon vi sentiate tutelati adeguatamente..«Cerchiamo di tutelarci nel migliore dei modi. Unavolta un collega mi ha creato un lenzuolo monousooppure ci sono posti in cui qualcuno ha utilizzatosacchi della spazzatura come camici. Ogni giorno ab-biamo a che fare con possibili pazienti positivi. Nei re-parti di rianimazione, a differenza nostra, li hanno imateriali e si approcciano ai pazienti comunquesapendo che sono positivi. Purtroppo scarseggiano imateriali. Dobbiamo riciclarci la mascherina, il camice,io stessa mi sono procurati gli occhiali. E non è nem-meno colpa della coordinatrice che fa di tutto. Soprat-tutto dalle ultime mascherine che ci hanno mandatopassa l'aria. Di Ffp3 (che sono le uniche mascherineche possono realmente proteggerci) ne ho soltantouna». Tu hai lavorato all'estero, immagino che lì sia differentelavorare rispetto al contesto salernitano?«Ho lavorato due anni a Cambridge, lì hanno tutti imezzi per garantire un'assistenza adeguata ma la mentalitàè diversa. Ho parlato con colleghi che lavorano lì, percerti versi hanno ancora più paura di noi. Infatti, pro-babilmente lì le persone non hanno ancora acquisito laconsapevolezza della gravità della situazione. I nostricoordinatori e primari cercano di garantirci qualcosa, lìno. In Inghilterra quando un paziente ha la febbre siisola esclusivamente usando la mascherina chirurgicaed un paio di guanti, e si sta continuando a fare così.Uno dei motivi per cui sono rientrata da lì è che lasanità di quel paese per certi versi non mi ha colpito. Imedici pur avendo gli stessi mezzi non hanno la stessa ,ma tendono a curare il sintomo piuttosto che la malattia.Se vedono che la situazione è critica non hanno esitazionea passare al paziente successivo. Ho lavorato in vari re-parti, usano tantissimi antidolorifici e pochi strumenti

    per risolvere la malattia. Al Sud abbiamo sicuramentemedici più competenti rispetto a loro, ma forse menomezzi». Si sente spesso che al Nord i medici sono costretti ascegliere chi salvare e chi poter curare. Credi che alSud o comunque a Salerno si possa raggiungere uncollasso?«Io sono convinta di questa cosa, per ora abbiamoavuto i mezzi. Ma non appena questa curva crescerà inmaniera esponenziale la situazione diventerà come alNord se non peggio, siccome la nostra organizzazione èpessima. In assenza di un'organizzazione che non smistai pazienti in modo adeguato, si rischia di giungere aquesta situazione».Quanti sono i malati ricoverati nel centro Covid alRuggi?«Non c'è un numero esatto, so che la terapia intensivae le malattie infettive sono pieni. Due settimane faerano sette ma ovviamente sono cresciuti».

    «La situazione negli ospedali non è dellemigliori, negli occhi dei pazienti leggiamopaura e dolore ma cerchiamo di starglivicino come possiamo». Alessandro Fa-iella vive a Nocera Inferiore, infermieredi professione lavora all’ospedale Car-darelli di Napoli. E’ tra gli eroi che, ognigiorno, rischiano la vita per salvare i pa-zienti affetti da Covid19.Alessandro, com’è la situazione negliospedali, attualmente?«La situazione non è molto facile, conquesta pandemia in corso. Siamo tuttiun po’ tesi e i presidi tardano ad arrivarema noi cerchiamo di impegnarci al mas-simo per provare a controllare questovirus ed evitare possa ulteriormenteespandersi».Sei a contatto con i pazienti positivi.Come descriveresti il loro stato d’ani-mo?«Sì, noi siamo a stretto contatto con i

    pazienti positivi al Covid e la situazionenon è semplice, né per loro né per noi.Loro sono molto provati e lo leggiamodai loro occhi e proviamo a infonderein loro sicurezza e speranza».Si parla oggi di medici e infermiericontagiati, il numero aumenta sempredi più. Vi sentite tutelati?«Dal punto di vista dei tamponi no.Pare che il governo abbia disposto itamponi su persone che presentano sin-tomi e credo che questo sia sbagliatoperché potrebbero esserci persone asin-tomatiche e potrebbero contagiare sia icolleghi che i pazienti. Credo che i tam-poni vadano fatti di routine perché quo-tidianamente siamo in contatto con ipazienti. Noi oltre a fare una prevenzioneottimale non abbiamo altri modi ma daquando abbiamo iniziato a lottare controquesto virus non abbiamo mai fatto tam-poni».

    Pensi che ci sia il rischio di un collassonegli ospedali?«L’ospedale Cardarelli ha aperto un pa-diglione dedicato al Covid e ci tengo aprecisare che noi del pronto soccorsogià dall’8 marzo abbiamo avuto a chefare con il Covid. Tutti i pazienti che arrivano al prontosoccorso sono assistiti prima da noi ein base ai sintomi che presentano riu-sciamo ad indirizzarli o portarli in iso-lamento. Già da marzo, con il progettodella tenda, abbiamo avuto a che farecon il Covid e siamo stati fin da subitoin prima linea contro questa malattiache stiamo scoprendo giorno per giorno,non eravamo preparati ad una cosa delgenere e abbiamo cercato – tramite nor-mative ed esperienze – a capire comemuoverci e come agire».Da infermiere ti senti tutelato?«Sì, la mia caposala Flora Verde fa una

    lotta continua per non farci mancaremai nulla; lei si batte per noi: dobbiamostar bene prima noi per poter assistere ipazienti e devo dire che lei riesce a con-trastare quando mancano i presidi e citutela in modo eccellente».

    (er.no)

    ALESSANDRO FAIELLA«Negli occhi dei pazienti leggiamo dolore e paura ma noi cerchiamo di stargli accanto»

    di Erika Noschese

    «Da Cambridge al Ruggi, in primalinea per combattere il Coronavirus»

    La giovane infermiera è stata richiamata in servizio dopo l’emergenza che sta sconvolgendo il Paese

    5Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.it Le storie

  • «Il momento delle critiche costrut-tive arriverà successivamente, orabisogna lavorare, organizzare lestrutture Covid e reclutare personale me-dico e infermieristico». A parlare così Gio-vanni D’Angelo, presidente dell’ordine DeiMedici Chirurghi e Degli Odontoiatri dellaProvincia di SalernoL'emergenza Coronavirus sta mettendo inginocchio anche la Provincia di Salerno.A che punto è la situazione?«La situazione è peggiorata rispetto a qual-che giorno fa, per il momento per fortunanon sembra avere una velocità di progres-sione simile a quella vista in Lombardia, inPiemonte o Veneto ma non si può mini-mante mantenere alta la guardia. Bisognacontinuare a mantenere queste misure chesaranno anche antipatiche ma sono giuste,solo così si può dare una risposta. Duesono gli accorgimenti principali: comple-tare la disposizione e l’organizzazione dellestrutture individuate con le Covid, in pro-vincia e bisogna puntare al reclutamentodel personale, solo così si può far funzio-nare la struttura e infine occorrono le at-trezzature, per farsi trovare pronti nella faseacuta dell'emergenza, nel caso dovesse in-crementare la patologia perché se il numerodi pazienti che avranno bisogno di terapiaintensiva rianimatoria bisogna attrezzarsi».Quanto siamo prossimi al picco di contagi?«Questo non lo sappiamo, ma se il numeromassimo di contagi giornalieri fosse rag-giunto in questi giorni non sarebbe un fattodel tutto negativo. A noi andrebbe beneanche questo, dobbiamo – in questo mo-

    mento – sperare di reggere e prepararsi adun eventuale picco più consistente».Sempre più medici ed infermieri risultanocontagiati. La sanità si è fatta trovare im-preparata?«Siamo stati colti di sorpresa dall'emer-genza, non possiamo parlare di imprepara-zione. Nessuno poteva immaginare unaproblematica di tale violenza, come invecesi è verificata. Non è il momento di cercarecause e colpe, arriverà il momento delle cri-tiche, fatte per costruire e migliorare, nonper distruggere. Allo stato di cose il lavoroè l'unica ricetta per fronteggiare la proble-matica, anche grazie agli aiuti dall'estero.Mi ha colpito positivamente l'arrivo di per-sonale medico cubano, albanese e cinesesul territorio italiano e si direbbe che il no-stro Paese è abbastanza amato. Ora è il mo-mento dell'impegno, va data tranquillitàalle famiglie, per circoscrivere questo pro-blema. Nulla sarà più come prima: l'emer-genza lascerà problematiche, oltre che dinatura sanitaria ed economica, anche sottoil profilo psicologico».In Campania è reale il rischio di collassodella sistema sanitario?«In nessun luogo del mondo la situazionepuò dirsi tranquilla, non ci sono Paesi sottocontrollo. Non esiste uno Stato che in que-sto momento può dire di avere la situazionesotto controllo. La Cina ha avuto un grandefocolaio ma in una sola regione e solo suc-cessivamente ci sono stati piccoli focolai in-torno, mentre in Italia i focolai sonodispersi lungo tutta la nostra penisola e nonè altrettanto semplice. E' necessario stareattenti a quello che succederà in questigiorni, non guardando ma lavorando per

    terminare le strutture identificate comeCovid, fornirle di attrezzature e cercare di-speratamente il personale che permetta difornire la giusta assistenza affinché tuttopassi in fretta».Un grande problema deriva dalla carenzadi dispositivi di sicurezza per infermieri,oltre che per la cittadinanza...«Abbiamo aperto una raccolta fondi allaquale spero partecipino tutti con entusia-smo. La donazione non è circoscritta ai solimedici ma a tutto il personale sanitario,perché siamo tutti coinvolti allo stessomodo. Tra pochi giorni arriverà un gran nu-mero di mascherine e di sistemi protettiviche saranno distribuiti dall'Ordine. Nonstiamo qui solo a sostenere, ma scendiamoin campo per dare una mano ai nostri col-

    leghi».Quando sarà possibile iniziare a vedere laluce in fondo al tunnel?«Se per luce intendiamo la possibilità di ve-dere una risoluzione del problema, credoche nel giro di tre settimane potremo ini-ziare a tirare i primi bilanci positivi. Perquanto concerne il ritorno alla normalitàsarà necessario più tempo».Una volta passata la crisi, da che punto ri-partirà la sanità?«L'emergenza ha dato la possibilità di ca-pire molte cose. Con le attrezzature di cuisaremo in dotazione si potrà sicuramentecostituire una sanità di qualità superiore emigliorarne l'attività. Tutta la sanità dovràessere rivista affinché l'organizzazione siaperformante rispetto alle problematiche».

    «Dopo l’emergenza si riparte dalla sanità»ORDINE DEI MEDICI / GIOVANNI D’ANGELO

    www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

    6 Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.itSalerno

    L’INTERVISTA / ANTONIO ROSCIA

    «Sbagliato rivelare il nome delle persone positive»«Per combattere il Coronavirus abbiamobisogno di medici con una comprovataesperienza e non di medici alle primearmi». E’ questo, in sintesi, il pensiero diAntonio Roscia, medico fiduciario che fail punto della situazione sull’emergenzache attanaglia l’intero Paese. Il numero dei medici contagiati au-menta sempre di più mentre mancanoi dispositivi di sicurezza...«Credo che il medico sia votato a curaregli altri ma anche sè stesso, non per que-sto deve essere un martire. Per questoabbiamo bisogno dei Dpi che la leggeprescrive e non di martiri. Se questi nonci sono è chiaro che i medici non ven-gono messi in condizione di operare insicurezza, che riguarda tutti e non sol-tanto sè stessi». Una questione attuale riguarda la pri-vacy. Il nome di De Pisapia è statodetto anche solo per ricostruire la retedi contatti, credi che in questo caso siagiusto?«E'una questione più giuridica che me-dica, credo però che in linea di massimola privacy delle persone sia importante edebba essere salvaguardata, nei limitidella contemperazione della tutela della

    salute pubblica. Non credo sia oppor-tuno divulgare i nomi a meno che non cisia stata espressa autorizzazione dellepersone. Ma in ogni caso credo chedebba essere la Asl a ripercorrere unatraccia, un albero, non il cittadino co-mune». Si parla di picco nei prossimi giorni.Come pensi che la Campania e la cittàdi Salerno stiano gestendo quest'emer-genza?«Credo che il sud in generale stia rispon-dendo abbastanza bene ma, bisognadirlo, l'epidemia è nata al Nord. In que-sto siamo stati tra virgolette fortunati ri-spetto agli amici italiani del Nord. Lecose vanno abbastanza bene, non c'èuna crescita esponenziale ma lineare eanzi si nota un rallentamento dei nuovicontagi. Credo che questo vada attri-buito al senso di responsabilità dei citta-dini, che in gran parte stanno in casa edeseguendo le istruzioni che in ambito re-gionale e nazionale vengono date. Speroe temo questo non succeda, che con l'av-vicinarsi di una ventilata riduzione deicontagi qualcuno si possa lasciar andaree possa incominciare a mollare un po'lapresa».

    Da medico ti senti tutelato?«Io credo che innanzituttodebbano essere date linee ope-rative univoche ai medici dibase o di famiglia che viag-giano a fari spenti, seguendouna linea operativa personaleo comunque legata all'espe-rienza. Spero venga data unalinea di comportamento e ope-rativa univoca, di un tratta-mento medico uniforme. Ilgrande problema dell'Italia è lamancanza di dpi. Una masche-rina ffp2 o ffp3 andrebbe cam-biata massimo ogni otto ore.Non ho la contezza piena deinumeri ma non credo che inItalia ce ne siano tanti da ga-rantire un ricambio quoti-diano».Per quanto riguarda i centri Covid, sista puntando al reclutamento di forzalavoro. Pensi che mettere in campo gio-vani senza esperienza o appena uscitidall'università possa essere la rispostagiusta?«Mi sembra che questa vicenda ricalcala guerra di mafia degli anni '80, quando

    i giudici ragazzini vennero mandati allosbaraglio in Sicilia per lottare contro lamafia. Tanto di cappello ai colleghi gio-vani, ma sarebbe preferibile ci fosseroprofessionisti di comprovata espe-rienza».

    (er.no)

    Il medico salernitano punta l’attenzione sul caso di Cava de’ Tirreni: «è una questione giuridica»

    DI ERIKA NOSCHESE

    Per il presidente non è il momento delle critiche, «quelle costruttive si faranno in un secondo momento»

  • E’boom della "spesa sospesa" anche a Salerno eprovincia. La buona pratica di destinare beni diprima necessità ai bisognosi in aggiunta alla pro-pria spesa si sta rivelando uno degli antidoti all'emergenzaeconomica da coronavirus, venendo praticata in numerosicentri del nostro territorio. Un'utile goccia di solidarietànell'oceano di una crisi che renderà impossibile a moltefamiglie in Italia - la Coldiretti stima mezzo milione in più- di potersi nutrire adeguatamente. La rapidissima mobi-litazione ha fatto subito sì che fosse presentata la lista deisupermercati e dei negozi alimentari salernitani che hannoaderito a “La spesa sospesa”, iniziativa lanciata dal centroper la Legalità di Galahad (l'associazione di cooperativepresieduta da Marilia Parente), con il patrocinio del set-tore Politiche Sociali del Comune di Salerno guidatodall’assessore Nino Savastano, per aiutare tutti coloro chestanno attraversando un periodo di difficoltà economiche,a causa della chiusura e della sospensione di quasi tuttele attività produttive e commerciali previste per contenereil contagio del Covid-19. Innumerevoli, in pochi giorni, lerichieste di aiuto giunte da parte di famiglie che stannoavendo difficoltà anche a provvedere alla spesa quoti-diana. Per rispondere a tale esigenza, grazie a “La SpesaSospesa”, i cittadini generosi, quotidianamente, potrannoacquistare uno o più prodotti in più rispetto a quelli cheoccorrono loro, e riporli, dopo aver effettuato i pagamenti,in un carrello o in un’area dedicati alla raccolta alimen-tare, siti non distante dalle casse. Le persone in difficoltà,dal canto loro, dopo aver effettuato le loro compere,avranno la possibilità di prelevare da uno a tre dei prodotti donati, gra-tuitamente. La modalità di ricezione dell’aiuto pensata risulta basataesclusivamente sulla buona fede dei beneficiari. I cittadini non do-vranno esibire alcuna documentazione attestante il loro reddito (utileper accertarne il bisogno), né tantomeno recarsi al market in orari egiorni stabiliti per la distribuzione, in quanto, nel rispetto della norma-tiva vigente, queste ultime disposizioni potrebbero causare assembra-menti di persone o contatti ravvicinati tra fruitori del servizio epersonale del market. Preferibile, quindi, regalare un pacco di pasta,dei pelati o altri prodotti alle persone in difficoltà in modalità “fiducia-ria”, così da consentire a chi sta attraversando un periodo economiconon semplice, di poter portare a casa qualche alimento in più rispettoai suoi acquisti, evitando intermediari e processi che favoriscano con-tatti diretti tra le persone. Ma il motto: "Chi può metta, chi non puòprenda" campeggia anche in provincia, segno che la solidarietà non haconfini geografici. A Nocera Superiore, ad esempio, l'iniziativa lanciataprevede una stretta collaborazione tra Confcommercio ed il comune,

    guidato da Giovanni Maria Cuofano. Coloro che vorranno donare,dopo aver fatto i propri acquisti in negozi di generi di prima necessitàe lasciato la loro donazione, dovranno segnalarlo all'esercente dell'at-tività commerciale, che avrà il compito di comporre il numero0815169500 per poter indicare il luogo della donazione. Sarà poi com-pito dei volontari della Croce Rossa distribuire i beni alimentari alle fa-miglie indicate dal dipartimento comunale delle politiche sociali.Scendendo invece a Sud della provincia, anche il comune di Palo-monte guidato dal primo cittadino Massimo Casciano, ha avviato ilprogetto di spesa a domicilio, in collaborazione con le associazioniGopi Protezione Civile e Vita, oltre che con la collaborazione della lo-cale sezione della Croce Rossa Italiana. Beneficiari delle consegne sa-ranno principalmente anziani e persone in difficoltà che per vari motivinon possono recarsi materialmente presso i punti vendita del comune.Allo stesso modo anche la comunità parrocchiale di Palomonte ha lan-ciato, per sabato 4 aprile, la raccolta alimentare per le famiglie indigenti,in collaborazione con alcuni punti vendita del luogo.

    “People help the people”:da Salerno la spesa sospesa

    LA CURIOSITÀ

    DI ANDREA BIGNARDI

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    7Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.it Solidarietà

    La Cooperativa sociale Gahalad, costituitanel 2012, a seguito dell’assegnazione delbando regionale “Giovani Attivi” al pro-getto di prevenzione per minori “CentroCamelot”, rappresenta un punto di riferi-mento ed un servizio di informazione e diorientamento rivolto ai minori, stranieri enon. Finalità principale del gruppo è la di-vulgazione dei valori dell’integrazione, vi-vere civile e della legalità contro ogni formadi discriminazione nonchè la prevenzionedi piaghe sociali quali il bullismo, le dipen-denze,il razzismo, l’emarginazione, la vio-lenza in genere e il sostegno dei giovani edelle famiglie presso un centro che offraloro, in modo gratuito, attività socio –edu-cative. La cooperativa è composta da pro-fessionisti e laureati presso l’Università

    degli Studi di Salerno, dediti da anni almondo del volontariato che intendonopromuovere, in base alla proprie compe-tenze, la prevenzione ai fenomeni rischiosiper la popolazione sul territorio urbano,nel rispetto della dignità e del diritto dellepersone ad avere una vita migliore.Attualmente proprio presso Matierno laCooperativa Galahad svolge i suoi labora-tori due giorni a settimana: il lunedì e ilmercoledì, a partire dalle ore 18.30.Laboratori del Centro per la Legalità: Casateatrale. Gli utenti prendono parte ad unlaboratorio teatrale gratuito, atto a suscitarecatarsi tramite la finzione scenica e a con-vertire in positive le energie in esubero po-tenzialmente distruttive. A conclusione delciclo di lezioni pratico/teoriche è prevista

    la realizzazione di un’opera sotto forma dimusical o commedia; Laboratorio audiovi-sivo-educazione civica applicata; Coro Go-spel. Attraverso lezioni collettive tenute daun maestro qualificato, gli utenti potrannoapprendere l’arte canora e corale, nel ri-spetto dello spirito di gruppo e dell’armo-niosa convivenza con l’altro.«Sono già quasi 30 gli esercizi che hannoaderito all'iniziativa solidale promossadalla cooperativa sociale Galahad e patro-cinata dall’Assessorato alle Politiche So-ciali», ha dichiarato la presidente MariliaParente che rivolge i suoi ringraziamenti al-l’assessore alle Politiche Sociali Nino Sa-vastano, «da sempre vicino alle nostreattività, e ringraziami ancora a don MarcoRaimondo, parroco di Matierno con cui siamo in stretta sinergia. (er.no)

    L’idea nasce per dare un aiuto alle famiglie in difficoltà a causa del CovidEcco le attività commercialiche hanno scelto di met-tersi a disposizione per dareun aiuto concreto a chi è indifficoltà in questo mo-mento: Carrefour Market Salerno2 - via Posidonia, 132 Carrefour Market - via SanLeonardo 120 Traversa Mi-gliaro, 18Supermercato CarrefourExpress - piazza Sant’Ago-stino 27/28Supermercato Etè - viaPaolo de Granita 11ReStore SupermercatoCash and Carry Dettaglio eIngrosso- via PandolfinaFasanella, 23Autuori Surgelati- viale An-tonio Gramsci, 73Todis Supermercato Sa-lerno- via Roberto VolpeSigma - via Manganario 27Conad City- via irno 29/33Salumeria di Cuoco As-sunta - via Nizza 142MD Discount - via SanLeonardo 236 L’arte della frutta- via Indi-pendenza 26Minimarket Da Nello - viaBrignano Inferiore 98Cremeria “Antonio” diCantarella Antonio - piazzaMatteo Luciani 6/7Alimentari De Maio Luisa -via Carmine 81 Conad Superstore - viadelle Calabrie 4Conad Superstore - CentroCommerciale Le Cotoniere,via dei Greci 5Conad - via Volontari dellaLibertà 45Iacovazzo Punti vendita di-retti a Salerno - via ZanottiBianco 65, Pastena / viaRobertelli 36, Torrione Surgelati Piazza Malta diForte Domenico - PiazzaXXIV Maggio, 16/bis.

    L’INIZIATIVA L’elencodei market

    e supermercatiche hanno aderito

    La cooperativa sociale Gahalad scende in campo con il Comune di Salerno per aiutare i bisognosi

  • “Pronto farmaci”, servizio spesa adomicilio e attività di 118. LaCroce Rossa Italiana, comitatodi Serre tra i protagonisti, in provincia diSalerno di quest’emergenza Coronavirus.Il comitato comprende 34 comuni, con10 sedi dislocate su tutto il territorio. «LaCroce Rossa di Palomonte fa parte del co-mitato di Serre che comprende 34 co-muni che vanno da Eboli a Laviano,Buccino, Roscigno e nelle nostre 10 sedidislocate sul territorio cerchiamo di ga-rantire a tutto questo comprensorio il ser-

    vizio di “Farmaco pronto” e quellorelativo alla spesa», ha dichiarato Giu-liano D’Angelo, responsabile del comi-tato di Serre. «Abbiamo un numerodedicato, il 348 3737212 per quest’emer-genza e le persone anziane o immunode-presse che hanno bisogno o di

    approvvigionarsi di farmaci o della spessapresso la propria abitazione, con le auto-vetture dedicate e il nostro personalestiamo offrendo questo servizio. Abbiamoin campo circa 30 volontari ogni giorno»,ha poi aggiunto.Immagino ci siano richieste, soprattuttoin questo periodo…«Sì, ci sono tante richieste. Accanto aquesto noi offriamo un altro servizio: noici stiamo occupando anche di famiglie indifficoltà economiche in questo momentoe stiamo provvedendo ad aiutare questefamiglie mediante viveri o altri beni di cuinecessitano queste famiglie che avevanoalle spalle una situazione già complicata

    e ora sono ancora di più in difficoltà».In questo periodo ci sono molte per-sone in serie difficoltà. Come si rie-sce a fronteggiare tutte le richieste?«Noi come Croce Rossa del comitatodi Serre ci siamo attivati con impren-ditori della zona che hanno rispostoal nostro appello, facendoci avere ma-teriale vario, beni di prima necessitàche abbiamo messo a disposizione,oltre ai prodotti che già avevamo per-ché abbiamo uno sportello sociale aSanta Cecilia di Eboli che funziona giàda diverso tempo e ora stiamo cer-cando di rispondere a tutte le neces-sità. Se ci sono casi particolari,situazioni particolari con bambini pic-coli allora provvediamo direttamentecon fondi propri della Croce Rossa.Oggi è il momento in cui Croce Rossaè chiamata, su tutto il territorio nazio-nale, a stare accanto ai cittadini e noi

    come comitato lo facciamo quotidiana-mente, al di là di quello che è il nostroservizio sanitario perché, come comitato,gestiamo tre postazioni del 118 che sonoSerre, Buccino ed Oliveto Citra e siamoimpegnati in prima linea con l’emergenzaCovid».

    Come cambia il 118 in questo periodo eil mondo della solidarietà, in questo pe-riodo particolare?«Noi abbiamo messo in atto, con la CroceRossa nazionale, una nuova figura: il vo-lontario temporaneo, la persona che inquesto momento non lavora, non studiae desidera impiegare il proprio tempodandoci una mano. Abbiamo attivatoquesti volontari temporanei, attraversoun corso di formazione online della du-rata di 5 ore e in quest’emergenza Covidsono volontari nostri, soprattutto nelle at-tività del servizio farmaco, spesa a domi-cilio che accompagnano i volontaripermanenti».Quanti sono i volontari temporanei?«Ad oggi nel nostro comitato abbiamocirca 25 ragazzi che hanno fatto richiestagià; di questi 15 stanno già operando da

    alcuni giorni dopo aver fatto la forma-zione a distanza sui Dpi per fronteggiarel’emergenza Covid e quelle che sono leregole principali del servizio di volonta-riato della Croce Rossa».La Cri è forse tra i principali protagoni-sti in quest’emergenza. Ad oggi molti la-mentano l’assenza di Dpi per medici,infermieri e personale del 118…«Noi ci siamo attivati già quando il virusera solo in Cina e abbiamo cercato di an-ticipare un po’ i tempi come comitato edevo dire che ad oggi abbiamo tutti i di-spositivi minimi che servono per fronteg-giare l’emergenza. Navighiamo a vista,nel senso che oggi abbiamo scorta per 10giorni ma attraverso i nostri fornitori e laCroce Rossa nazionale cerchiamo di re-perire il materiale che consente ai nostrivolontari di lavorare in totale sicurezza».

    Il comitato Serre della Croce Rossain campo per aiutare il prossimo

    LA MISSIONE / Prosegue la distribuzione di cibo e mascherine del sabato sera

    DI ERIKA NOSCHESE

    L’INTERVISTA / GIULIANO D’ANGELO

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    La solidarietà non va in quarantena,tutt’altro. Anche in piena emergenza sa-nitaria, puntualmente ogni sabato sera, igiovani volontari della “Brigata - Unità diStrada” girano la città per donare cibo,vestiti e beni di prima necessità ai senzafissa dimora. Un impegno spontaneonato poco più di un anno fa dal puro de-siderio di tendere una mano a chi è di-ventato invisibile agli occhi della società,dal puro desiderio di regalare un sorriso,una coperta o un pasto caldo lontano daetichette e riflettori. Sebbene l’ammini-strazione comunale, al fine di contenerei contagi da Coronavirus, abbia aperto leporte del Palatulimieri di via Allende perla sistemazione di oltre cinquanta per-sone senza fissa dimora (con contestualeannuncio, da parte dell’assessore alle po-litiche sociali Nino Savastano, dellamessa a punto di un’anagrafe dei clo-chard presenti in città), si contano ancora

    diverse presenze negli angoli bui nonpresieduti dalle forze dell’ordine.«Anche a distanza di sicurezza, conti-nuiamo a fornire tutto il nostro sostegno- afferma la volontaria Olga Daniele. -Ogni sabato distribuiamo buste onni-comprensive di cibo in vaschetta mo-nouso, posate, succo di frutta, acqua edolce, unitamente a prodotti per l’igienepersonale e, di questi tempi, guanti emascherine. Il Comune è a conoscenzadei nostri spostamenti. Abbiamo otte-nuto una speciale autorizzazione. Ov-viamente siamo sempre muniti di guantie mascherine, nel rispetto delle distanzedi sicurezza tra di noi e tra noi e loro».Un impegno, quello della “Brigata”,ormai ben noto a Palazzo di Città, tant’èche i giovani volontari sono stati invitatia dare un supporto anche al Palatulimierinei pomeriggi settimanali. «A turno -continua Olga - andiamo in piccoli

    gruppi e intratteniamo gli ospiti durantel’orario pomeridiano, unitamente ad altreassociazioni di volontariato». Una catenadella solidarietà distante nel fisico, unitanell'intento. «Nessuno - prosegue Olga -

    deve esser lasciato solo. Ce la mettiamotutta nel portare avanti questa missione,che è da sempre la nostra missione. Cicrediamo fortemente».

    Giovanna Naddeo

    “Pronto farmaci”, servizio spesa a domicilio i servizi offerti dai volontari alla comunità

    "La Brigata" in strada (sempre) accanto agli invisibili della città

    8 Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.itLe Storie

  • Da quando il virus è arrivato nel sa-lernitano, non si è fermata un at-timo la macchina da cucire di TinaSpisso, artigiana tappezziera di lungaesperienza e titolare della piccola azienda“L’arte del tendaggio” a Lancusi di Fi-sciano. E proprio dalla cittadina dellaValle dell’Irno posta in maxi-quarantenaa seguito del caso dell’inserviente Unisarisultata positiva al coronavirus, che sonopartite produzione e consegna di quasimille mascherine da distribuire alle fami-glie e al plesso ospedaliero di Curteri. Arender ancora più preziosa la produzioneè la conoscenza delle peculiarità di ognisingolo tessuto. Da qui la scelta, da partedella signora Tina, di prediligere la cosid-detta “pelle d’uovo” per le sue masche-rine. «Si tratta di un tessuto dellatradizione, in passato molto utiliz-zato dalle nostre nonne» spiega l’ar-tigiana. La “pelle d’uovo” è unatipologia di cotone a trama moltofitta, perfetta per esser lavata e riuti-lizzata dopo la bollitura. «Anche glioncologi apprezzano questo tessutotant’è che iniziano a chiedercelo peri malati di tumore» sottolinea TinaSpisso, tra una cucitura e l’altra. Eper la consegna? «I Carabinieridella Stazione locale stanno contri-buendo in maniera molto forte, im-pegnandosi nella distribuzione nellecase e all’ospedale. C’è davvero unagrande richiesta perché quelle chi-rurgiche non coprono il fabbisogno

    quotidiano. In pochigiorni ho esauritooltre duecentometri di ela-stico! Questemascherinev o g l i o n orappresen-tare uncontributogenuino edecologiconella lottaal virus. Inquesto fran-gente ciascunosta mettendo adisposizione quelloche sa fare meglio. Iocucio di mestiere. Adesso,cucio mascherine per solidarietà».

    Cuce mascherine in pelle d’uovoe le regala a chi ne ha più bisogno

    LA STORIA / Annarita Gaudiosi

    DI GIOVANNA NADDEO

    L’INIZIATIVA / TINA SPISSO

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    Trasformare le sacche per la consegnadegli abiti da sposa in mascherine Tntper le persone bisognose. L’emergenzaCoronavirus sta tirando fuochi la solida-rietà e il lato più umano delle personeche - tra tante difficoltà - hanno scelto discendere in campo per aiutare chi è indifficoltà anche per reperire i classici di-spositivi di sicurezza, mascherine in pri-mis. Lo sa bene Annarita Gaudiosi,giovane stilista di Contursi Terme chequando ha capito che il tessuto di cuierano fatti i copriabiti per la consegnaera di un “tessuto non tessuto” altamenteimpermeabile non ci ha pensato su duevolte e si è messa a lavoro per una nuovaproduzione.Annarita come nasce l’iniziativa di dedi-carti alle mascherine?«Essendo in Tnt, materiale utilizzabileper le mascherine, ho pensato di met-termi a lavoro per donare queste ma-scherine per chi ne ha bisogno».Quante mascherine hai realizzato finoad oggi?«Oggi (nei giorni scorsi ndr) mi sono ri-trovata in grosse difficoltà perchè gli ela-stici sono terminati e stiamo cercando di

    recuperarli. Abbiamo tante richieste,anche da operatori della protezionecivile o sanitari e ho chiesto aiuto allealtre sarte. E’ a scopo benefico e la mianon è una vera e propria produzione».Da chi stanno arrivando le maggioririchieste?«Da persone del paese, dalla prote-zione civile, dall’ospedale perchè chinon lavora nei reparti dedicati alCovid19 si rivolge a me per avere lemascherine di cui necessitano».La maggiore difficoltà è recuperaremateriale...«Sì, anche se mi hanno contattatovarie aziende che mettono a disposi-zione il materiale che hanno».Per Annarita questo non è un periodofacile, «doveva essere quello miglioreper noi perchè questo è il periodo deimatrimoni, il più ricco per i nostri set-tori e non sappiamo come e quando sisbloccherà la situazione perchè moltihanno paura di sposarsi quest’anno ehanno deciso di rinviare tutto». E, citiene a sottolineare la giovane stilista,«nulla si può pretendere dalle spose per-chè la situazione è già particolarmente

    delicata. Ci sono di mezzo i loro sogni, iloro progetti ma saltano, purtroppo,anche i nostri impegni con i fornitori».Da dove si ripartirà quando tutto questosarà finito? «Non si sa, oggi si è azzeratotutto. Abbiamo la speranza di essere più

    forti ma ci sono tanti punti interrogativie oggi ci risulta difficile vedere la pro-spettiva perchè - aggiuge la sarta - temoche la ripresa sarà anche più complicatadi questa fase già di per sé drammatica».

    Erika Noschese

    Anche gli oncologi le apprezzano: «Boom di richieste per il “tessuto delle nonne”»

    Dagli abiti da sposa ai dispositivi in Tnt per gli operatori sanitari

    9Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.it Le storie

  • LA RICETTA

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    È il dolce che profuma di nonna, dibuono. Semplicità e tradizione di fondonoin questo dessert, che ricorda l’infanzia ei pomeriggi trascorsi in cucina con lamamma, le zie e i cugini. Il suo sapore ri-porta alla spensieratezza e alla bellezzadelle cose buone, ricche di gusto, genuinee non sofisticate. È un viaggio dentro disé, alla ricoperta delle proprie radici. Nonesiste area geografica in Campania chenon abbia ideato una sua versione specificaed originale, con varianti e anche decli-nazioni di denominazione differenti. Ecosì la “Pizza di Gallette” può essere ri-conosciuta come “la mattonella”, o ancora“la zuppa inglese” nella zona più a suddella Campania. Ciò che contraddistinguedavvero questo dolce è la semplicità diesecuzione, accessibile anche ai menoesperti dell’arte dolciaria. Per voi lettori,oggi abbiamo pensato ad una versionebasic, ma che per noi Sorelle in Chic ri-mane la più buona di sempre.Cucinate insieme a noi il pomeriggio instreaming sul nostro canale InstagramSeguiteci IG: @sorelle_in_chicFB: Sorelle in Chic foodblog & style

    La ricetta:o 1 litro di latteo 5 cucchiai farinao 10 cucchiai di zuccheroo 4 uovao La buccia di 1 limoneo Caffèo 800 grammi di biscotti secchio Zucchero a velo

    Preparazione: Mettere il latte sul fuoco con la buccia diun limone. Nel frattempo in una ciotolasbattere le uova con lo zucchero e lafarina fino ad ottenere un impasto schiu-moso. Togliere il latte tiepido dal fuoco eversarvi lentamente il composto mesco-lando con una frusta a mano. Riportare

    sul fuoco a fiamma bassa, mescolando dicontinuo per non avere grumi, fino allaprima ebollizione. La crema, quindi, èpronta. Nel frattempo preparare il caffè (noi uti-lizziamo la classica moka) che serviràper inzuppare i biscotti. Consiglio: se incasa non avete bimbi, potete sostituire ilcaffè con il vermouth bianco, per un

    gusto più vintage. Attenzione, i biscotti vanno immersi ve-locemente nel caffè per ottenere una con-sistenza piacevole al palato. Si sistemaun primo strato di biscotti in una terrinaquadrata, si aggiunge uno strato di crema,poi di nuovi biscotti e così via, fino aconsumare tutta la crema disponibile,chiudendo con uno strato di biscotti.

    Lasciare in frigo per almeno 3 ore. Primadi servire, decorare con una spolverata dizucchero a velo.Buon appetito!!Preparazione: 30 minutiDifficoltà: bassaPorzioni: 8 personeCosto: medioRisultato: super!

    La “Pizza di Gallette” di Sorelle in ChicFrancesca e Barbara Landi alle prese con un classico della cucina locale per affrontare la quarantena

    Di questi tempi siamo soliti vedere in testa alle classi-fiche musicali il vincitore di Sanremo eppure questo2020 continua a sorprenderci; infatti, sfogliando le di-verse chart e piattaforme “a fare rumore” non c’è Dio-dato bensì Anna con Bando («Béndo», perchéderivato dalle «abandoned houses» americane). E al-lora la domanda sorge spontanea: ma chi è questaAnna di cui tutti parlano?Andiamo per gradi. Anna Pepe ha 16 anni, vive a LaSpezia, ha la passione del rap ma studia come graficopubblicitario; eppure ha deciso di pubblicare un sin-golo che dal nulla le ha permesso di diventare la piùgiovane artista italiana a conquistare la classifica Fimidei singoli più venduti. Numeri da record in brevissimo tempo anche grazieall'interessamento della Virgin che le ha permesso diuscire dai confini di Tik Tok (app che si confermacome uno degli strumenti più importanti nella nuovaindustria musicale). La canzone è un esercizio di stile su una base house,con un testo ricco di slang che richiama immagini divita di quartiere fra buste, Booster, ego trip e linguag-

    gio social. A dire il vero anche pococomprensibile fino al terzo ascolto macon una base psichedelica che riesce astregare anche il più tradizionale degliascoltatori. Ma se proprio vogliamodirla tutta, la base è di un produttorefrancese presa da Youtube e rielaboratada un amico di Anna; infatti la canzoneera stata cancellata dalle piattaforme,finché non è stata scoperta dalla Univer-sal che è riuscita ad ottenere il permessodal producer francese per il riutilizzo. Non si accosta alle rapper italiane delmomento ma dice di ispirarsi sia per im-magine che per orientamento musicaleall’americana Nicki Minaj. Ma al di là diparagoni affrettati, adesso Anna è nelmondo della musica che conta e dovràdimostrare di non essere lì per caso. Nelmentre noi torniamo ad ascoltare e can-tare: “Ci beccavamo nel bando, sopra ilBooster…”

    MUSICO’ CLOCK ANTONIOSICA

    Il fenomeno musicale Bando: tu la conosci Anna?

    10 Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.itLe rubriche

  • Oggi con enorme piacere ospitiamo nella nostra rubrica unattore, regista, formatore, un autore, un uomo poliedrico ericco di contenuti che lavora con passione in ambito teatraleda tanti anni, Salvatore Borriello. Muove i primi passi nelmondo dell'arte a Napoli negli anni Settanta, poi molla tuttoper trasferirsi a Salerno, precisamente a Roccapiemonte. Nel-l'Agro partecipa e da' vita a diverse realtà teatrali ed oggi, è di-rettore artistico dell'Officina Teatrale "Le Anime Ribelli" e delgruppo teatrale Libero & I Suoi – Ass. "Amici di VillaCalvanese" a Castel San Giorgio, oltre ad aver aderito all'As-sociazione Culturale Fedora , movimento culturale di Rocca-piemonte. Salvatore, come nasce la passione per il teatro?«Il Teatro per me era l’appuntamento televisivo, rigidamentebianco e nero, della commedia di turno di Eduardo De Filippoche la TV trasmetteva nel periodo natalizio, in verità neanchegradivo. Un giorno un mio collega m’invitò ad assistere aduna sua rappresentazione teatrale e per “dovere”, decisi diandare. Rimasi affascinato, e come per “magia” nella scenafinale, un personaggio che con fatalismo incontrava la mortecatturò la mia attenzione, mi scosse e mi rimase un nodo allagola. Era un altro modo di fare teatro, l’attore poteva reinventarsila vita di volta in volta. Man mano che vivevo realtà teatrali hoavuto l’opportunità di sperimentare e soddisfare l’esigenzamaniacale di formarmi con laboratori, stage e corsi con “ottimimaestri come Pasquale De Cristofaro, Luigi Gozzi e MarinellaManicardi del Teatro delle Moline di Bologna, Cilles Coullet(teatro Danza), Francesco Silvestri , Teatro Potlach di FaraSabina.. Tutto quello che imparavo come “alunno” lo trasmettevo

    come “maestro” ai miei “apostoli” con umiltà».Lei ha rivestito con successo il ruolo di attore ma poi havoluto dedicarsi alla regia e alla scrittura..«La figura del regista è necessaria per dare vita ad una “favola”.Mi identifico (e identifico ogni regista) come "l'architetto deisogni “ . Le mie prove con gli attori, i veri “carpentieri deisogni”, sono un continuo laboratorio teatrale: improvvisazionee ricerca del personaggio sono alla base della creazione delfalso-vero del nuovo sogno. Ho sempre preferito mettere inscena testi miei. La scrittura per me rappresenta uno strumentodi rivolta, di rabbia, di protesta, di libertà, di riflessione, dicrescita sociale, di verità, di menzogna, di condivisione. Adoggi ho scritto e allestito oltre 50 testi miei».Il lavoro che più le è rimasto dentro?«Non saprei assolutamente scegliere , potrei dire forse “LaGatta Cenerentola” per l’empatia che si creò tra me e gli attori,oppure “Anime Ribelli” dove gli attori/personaggi hannosvelato i nostri pensieri condivisi senza pudore. La verità èche sono innamorato di ogni mattone che ha reso possibileuna esperienza creativa».Progetti futuri?«Avevamo in progetto di andare in scena ad Aprile con “Lamorte della memoria”, purtroppo per difenderci da un nemicoinvisibile abbiamo dovuto rimandare. Restiamo a casa per di-fenderci e difendere: tutto passa ed anche questo passerà etorneremo più carichi di prima per regalare emozioni».

    *officina teatrale “Primomito”

    Da Napoli a Salernoper la suapassione

    SPAZIO TEATRO

    Salvatore Borriello raccontala sua vita e i suoi progetti

    di Vincenzo Benvenuto

    Convinto che la cosa nonpotesse far altro che accre-scere la mia considerazioneai suoi occhi: “Avvocato, lu-nedì prossimo non ci sarei, avrei la pre-sentazione del mio libro…”I dieci secondi successivi sguinzaglianoun’ insolita increspatura sul suo sopracci-glio. “Tributario, fallimentare…qual è l’ar-gomento trattato nel suo manuale?”“Ehm…libro, avvocato. Sa, è un’opera dinarrativa.” La porzione d’aria tra la miasedia blasfema e la sua poltrona ortodossasi condensa in tante, minuscole gocciolinedi disapprovazione. “Cosicché lei avrebbeun hobby?” Per un attimo mi vedo lì, pian-tato davanti al mio dominus, a chiedermiangosciato come abbia fatto, nonostanteuna vita morigerata, a buscarmi un hobby.“L’avvocato deve avere un solo hobby: ilsuo lavoro. Se poi, nella propria giornata,c’è spazio anche soltanto per immaginareun’altra passione, allora, francamente…” Com’era la distinzione tra gli avvocati pro-pugnata da Luciano De Crescenzo? Ah,già: avvocati di grido, avvocati normali,paglietta, strascinafacenne e giovani di stu-dio. Ebbene, quel “francamente” dell’avv.Scuccimarra, metteva in moto un mecca-nismo logico-deduttivo deflagrante: seavessi continuato a perseguire il mio hobby,in altri termini, non sarei mai diventato unavvocato di grido; e poiché il mio dominusnel suo studio voleva solo avvocati che siaddormentassero col codice e si svegliasserocon l’agenda legale, mi avrebbe bellamentedefenestrato, con conseguente difficoltà amettere assieme il pranzo con la cena.Morale della favola: l’unica presentazionedel mio primo libro fu organizzata in un’in-tercapedine di solitudine, con la vergognapropria di chi si è macchiato di una colpainemendabile.Servì a poco.A distanza di sei mesi dalla conoscenzadel mio inconcepibile hobby, infatti, l’avv.Scuccimarra capì che, per quanti sforzi fa-cessi, la scrittura, il pianoforte avrebberosempre contaminato la limpidezza del suodiritto. Sono passati un bel po’ di annidalla mia esperienza presso lo studio “Scuc-cimarra&partners”. Proprio oggi, però, holetto del fattaccio: “l’avv. Pietro Scuccimarra,principe del foro di Roma, si è suicidato.Ignote le ragioni dell’insano gesto.” Com’è possibile? All’improvviso una seriedi flash illuminanti hanno preso a sferruz-zare nelle mie sinapsi: covid-19, assenzadi lavoro, mancanza di hobbies, apatia,disperazione. Ho fretta di tornare a casadalla spesa. Manco il tempo di lavarmi perla cinquantesima volta le mani, che riprendoa leggere, scrivere e suonare.

    di LUANA IZZO*

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    In tutte le case, che siate single,mamme o papà, sposati o fi-danzati, coinquilini conviventio priori di conventi le uovasono quell' ingrediente maiassente, un jolly e un passe-partout anche se vuoi sederealla tavola di re Artù. Di qua-glia, di struzzo, di oca o digallina nel tuo frigo almenouna decina: per far salse, creme,dolci, antipasti e primi piattitutti bravi e autodidatti con leuova e i suoi mille usi quasiquasi sfidi l'Artusi.Oggi facciamo 4 ricette facili eveloci che hanno come pro-tagonista questo meraviglioso,versatile ed economico ingre-diente: facilissimo da reperire,le uova sono un cibo estrema-mente nutriente, proteggonocuore e sistema immunitario esono un prezioso amico a ta-vola sin dall'infanzia.

    UOVO A OCCHIO DI BUE4 uova frescheOlio evo q.b.

    Sale e pepe nero q.b.PREPARAZIONE Per cucinare un perfetto uovoa occhio di bue avete bisognodi una padella antiaderente.Mettetela sul fuoco a fiammabassa aggiungendo un cucchia-io di olio per ogni uovo dacuocere fino a un massimo di4 per volta. Il tempo di cottura è indicativoe varia a seconda del gusto: sepreferite il tuorlo morbido oc-correranno un paio di minutimentre se vi piace più cotto diminuti ne occorreranno 4 ecomunque non andate oltre.Salate e pepate prima di servi-re.

    OVA ‘MPRIATORIOPER 2 PERSONE 4 uova fresche400 ml di passata di pomodo1 spicchio di aglioOlio evo q.b.Sale fino q.b.Parmigiano grattugiato q.b.PREPARAZIONE

    In una larga padella mettiamoun bel giro di olio e lo spicchiod'aglio. Facciamo imbiondiree aggiungiamo il pomodoro.Saliamo e facciamo cuocere afiamma dolce per 10 minuti.Eliminiamo l'aglio. Facciamo4 buchi nel pomodoro ed in-seriamo in ognuno 1 uovo in-tero senza romperlo. Lasciamocuocere con coperchio a fuocobasso fino a quando l'albumesi rapprende ed il tuorlo restaancora morbido (circa 7/8 mi-nuti). A fine cottura, mettiamoun pizzico di sale sulle uova euna spolverata di parmigiano.

    SPAGHETTI D'O PUVE-RIELLOPER 4 PERSONE 320 gr di spaghetti4 uova freschesale e pepe q.b.80 gr di parmigiano grattugiato Olio evo q.b.PREPARAZIONE In abbondante acqua salatafacciamo cuocere gli spaghetti.Scoliamoli al dente. Nel frat-tempo in una padella mettiamoun filo di olio e adagiamocidentro le uova. Lasciamo cuocere 4/5 minutie versiamole sulla pasta ag-giungendo un pizzico di sale,pepe e parmigiano. Mescolia-mo bene, in modo che le uova

    si rom-pano e siamalga-mino allapasta. Servia-mo subito.

    PASTA CAS' E OVA'PER 4 PERSONE 320 gr di tubettoni o pasta mi-sta 4 uova fresche 6 cucchiai di olio evo1 spicchio d'aglio 50 gr di parmigiano grattugia-to50 gr di pecorino grattugiatoSale e pepe q.b.Prezzemolo fresco q.b.PREPARAZIONE:In acqua bollente salata fac-ciamo cuocere la pasta. Intan-to, in una terrina, sbattiamo leuova con sale, pepe e i formaggigrattugiati indicati. In una pa-della antiaderente, scaldiamol'olio e facciamo dorare l' aglio.Togliamolo e spegnamo il fuo-co. Una volta pronta la pastasaltiamola per un minuto nel-l'olio insaporito con l’aglio.Appena la pasta si è intiepidita,la uniamo al composto di uovae cacio direttamente nella cio-tola. Giriamo bene in modo daamalgamare il tutto e comple-tiamo con prezzemolo tritato.

    50 SFUMATURE DI...UOVO!LE RICETTE di Roberta Memoli

    L’avvocato che sconsigliava

    gli hobbies

    IL RACCONTO

    Settimanale di informazione Direttore responsabile ANDREA PELLEGRINO

    Registrazione: Registro della stampa n. 1in data 8.02.2011 - Registro Generale 73/2011 • Redazione Via M. Conforti 1- 84100 - Salerno

    Email: [email protected]

    Società editrice Le Cronache - Via M. Conforti, 1 (SA)

    Stampa: Gutenberg Baronissi

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    11Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.it Le rubriche

  • IL PUNTO / CURA ITALIA

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    Congedo parentale, bonus baby sitter,contributo per le partite Iva e cassa inte-grazione in deroga. Sono queste alcunedelle più attenzionate misure incluse nelDecreto Cura Italia. Esse rappresentanola speranza di una boccata d'ossigeno daparte di una platea vastissima di lavoratoridipendenti ed autonomi, cosa che hafatto letteralmente intasare il call centerdell'Inps, in seguito all'istituzione del nu-mero verde per fronteggiare gli effettieconomici dell'epidemia da coronavirus.A partire da lunedì 30 marzo è infattipossibile presentare la domanda, in formatelematica, per alcune delle misure previstedal decreto recentemente varato. Al di làdel dibattito di merito su questi provve-dimenti - non mancherà infatti il momentoopportuno per giudicarne l'efficacia - oc-corre fare una sintetica panoramica sualcune delle principali misure assunte,principalmente quelle a tutela dei lavora-tori e previdenziali che hanno maggior-mente suscitato l'attenzione del dibattitopolitico ed economico nel nostro Paese.

    CONGEDO PARENTALE Nel decreto è previsto un congedo pa-rentale speciale per i genitori dipendentidel settore privato a decorrere dal 5 marzo(dalla chiusura delle scuole in tutta Italia)per un periodo continuativo o frazionatoche non può essere superiore ai 15 giorniper i figli fino a 12 anni. I giorni dicongedo prevedono un’indennità pari al50% della retribuzione e il periodo dicongedo parentale è coperto da una con-tribuzione figurativa. Questo tipo di con-gedo, fruibile anche dai lavoratori iscrittialla gestione separata, può essere fruito acondizione che non sia stato richiesto il

    bonus baby sitter di 600 euro; nel nucleofamiliare non vi sia altro genitore benefi-ciario di strumenti di sostegno al redditoin caso di sospensione o cessazione del-l’attività lavorativa (per esempio la cassaintegrazione); e soprattutto che non visia un altro genitore disoccupato o non

    lavoratore. E'possibile anche da parte dientrambi i coniugi, fruire del congedo al-ternandosi. Tutte le condizioni, inclusialtri dettagli maggiormente tecnici e indi-cati sul portale web dell'Inps, devono es-sere autocertificati dal richiedente al mo-mento della presentazione telematica delladomanda. I lavoratori delle amministra-zioni pubbliche presentano la richiestadirettamente alla loro amministrazione,mentre i lavoratori autonomi iscritti all'Inpsla presentano all'istituto di previdenza.

    BONUS BABY SITTER In alternativa alla richiesta di congedoparentale, secondo quanto previsto dalDecreto Cura Italia, ai genitori è ricono-sciuto un bonus per il servizio di babysit-ting. Il benefit può essere richiesto dai la-

    voratori del settore privato, dagli iscrittialla gestione separata e dai lavoratori au-tonomi e può arrivare fino a 600 euro persessanta ore al mese. Lo stesso beneficioè previsto anche per i lavoratori pubbliciimpegnati nel settore sanitario pubblicoe privato accreditato, oltre che per le

    forze dell'Ordine. In questo caso specificola somma erogabile arriva a toccare lamisura massima di mille euro per centoore al mese. Il bonus potrà essere erogatotramite il Libretto Famiglia.

    BONUS LAVORATORI AUTONOMI Il contributo per le partite Iva, pari a 600euro e relativo al mese di marzo, puòessere richiesto telematicamente da unaparte cospicua di lavoratori autonomi: li-beri professionisti e co.co.pro., lavoratoriautonomi iscritti nelle gestioni speciali,lavoratori stagionali del settore balneare,lavoratori agricoli, dello spettacolo etc.E'stata poi resa possibile, con la firmadel decreto interministeriale da parte delministro del Lavoro Nunzia Catalfo cheha fissato le modalità di attribuzione del

    Fondo di reddito di ultima istanza, l'ero-gazione del contributo anche ai lavoratoriiscritti alle casse private di previdenzaprivate (Enpam, Inarcassa, Inpgi etc. percitarne alcune delle più note) per le quali,almeno in una prima fase, non erano statiprevisti contributi. Una carenza che non

    era passata inosservata a numerose forzepolitiche, sia di maggioranza che di op-posizione, che hanno fatto valere la ne-cessità di allargare la platea di beneficiari.Si tratta di una somma di una tantum di600 euro, riconosciuta a tutti coloro chedichiarano fino a 35 mila euro di redditoesentasse, a totale carico del fondo ultimaistanza. Del bonus, che andrà richiestodirettamente da ogni lavoratore alla propriacassa di previdenza, potranno essere be-neficiari anche coloro che abbiano di-chiarato un reddito tra i 35 mila e 50mila euro ma che possano dimostrare diaver subito un calo del volume d'affaripari almeno al 33% nel primo trimestredel 2020 rispetto all'ultimo trimestre 2019.I tempi per il pagamento, secondo lestime più accreditate, oscillano dai 15 ai

    30 giorni successivi alla presen-tazione della domanda.

    CASSA INTEGRAZIONE INDEROGA E'emblematico del disagio socialeche si vive sul nostro territorio ildato, trapelato dagli uffici dellaRegione Campania, di cinquecen-to richieste al minuto per la cassaintegrazione in deroga giunte peril tramite del portale web dell'Inps,dopo l'avvio della presentazionedelle domande a partire dalle 13del 30 marzo. Il ruolo fondamen-tale delle regioni nell'attribuzionedi quest'importante intervento diintegrazione salariale è stato rap-presentato dalla necessità di in-dividuare un accordo con le nu-merosissime organizzazioni sin-dacali. Una misura, quest'ultima,che va a sommarsi alla cassa in-tegrazione ordinaria già previstadalla normativa vigente. Il bene-ficio riguarderà una platea po-

    tenzialmente molto vasta. La Cig in derogasarà infatti estesa anche alle impreseaventi meno di cinque dipendenti, chehanno dovuto a causa dell'emergenzaepidemiologica sospendere o ridurre lapropria attività. La durata massima delbeneficio è fissata in nove settimane.

    ANDREA BIGNARDI

    Dal congedo parentale al bonusbaby sitter, le misure del decreto

    Le partite Iva potranno contare su un contributo di 600 euro relativo al mese di marzo per i lavoratori autonomi

    12 Giovedì 2 aprile 2020www.oradicronache.itSpeciale economia

  • di Veronica Benincasa*

    C. 6 anni, riferendosi al suo papà cara-biniere, gli chiede: “papà perché non loarresti questo cattivo coronavirus, così ioe tutti i bambini possiamo uscire dinuovo, andare a giocare al parco, ritor-nare a scuola, andare a danza con le mieamiche …Papà mancano tantissimo imiei amici ed anche la scuola!”F. 11 anni riferendosi a me in lacrime:“Veronica ho pianto tanto ieri, mi sentivodavvero triste, strana, stanca di tutto que-sto che sta accadendo, sono contenta distare a casa con mamma e papà e le miesorelline, ma la scuola mi manca, è tristenon poter stare con i miei amici, oraposso vederli solo attraverso lo schermo!”L. 18 anni, in una seduta via skype:“Quest’anno compio finalmente 18 anni,il mio compleanno è tra qualche giorno.Non potrò festeggiarlo così come ho sem-pre immaginato, non è giusto!”G. 13 anni: “Mi sento come un continuopeso sullo stomaco, la notte faccio sognistrani e mi sveglio di sobbalzo, durante ilgiorno anche se pratico le attività previstedalla scuola e cerco di stare con la mia fa-miglia distraendomi, mi sento continua-mente agitato!”I bambini, i ragazzi vivono questa emer-genza con grande ansia. In questo mo-mento sentono la necessità di unsostegno, ancor più di prima. In questigiorni sono costretti a restare in casa inuna condizione non dico di clausura, madi relativo isolamento. Tutto questo, ov-viamente, crea ansia, tensione, allarme.All’improvviso, senza alcun preavviso leloro vite, sono radicalmente cambiate. Èdai primi di marzo che non stanno an-dando più a scuola. Sono rimasti in casa,non vedono più i loro compagni, se nonattraverso uno schermo, da quandohanno iniziato le lezioni a distanza. Nonpossono più fare una passeggiata alparco. Inoltre, i più piccoli non svolgonopiù le loro normali attività, mentre finoraavevano le giornate assolutamente fitte diimpegni tra scuola, sport, svago, festic-ciole. Adesso nulla, si tratta di una con-dizione assolutamente nuova, inedita perloro.I genitori, hanno un ruolo decisivo inquesto momento: devono spiegare ai lorofigli con semplicità che esiste il pericolodi prendere una malattia, come un’in-fluenza che si può trasmettere da unoall’altro. E spiegare loro che, se i bambininon corrono grandi rischi, il pericolo ri-guarda soprattutto i grandi ed in modoparticolare i loro nonni, per cui è preferi-bile non frequentarli, per scongiurare latrasmissione della malattia. È importantespiegare ai bambini che, anche se noncorrono rischi per sé, possono essere pe-ricolosi per i loro nonni e questo può es-sere un buon modo per trasferire loro ilsenso di responsabilità e di solidarietàverso gli altri. È importante non solo essere chiari, con

    parole giuste, ma anche utilizzare un tonoche sia di sostegno al loro stato d’animogià provato. È fondamentale spiegare aibambini questo nostro particolare mo-mento, senza mentire. Le bugie sono soloveicolo di confusione e paura. Le paroledevono essere semplici, appropriate allaloro età, e così saranno in grado di elabo-rare la situazione in base alle proprie ca-pacità di comprensione. Possiamoaiutarli ascoltandoli, stimolandoli ad ac-cedere a fonti d'informazione ufficiali, adutilizzare questo tempo per continuarecon i loro studi, anche se online, e magariapprofittarne per lasciare libera la creati-vità dedicandosi a hobbies e passioni. I bambini, come scrivevo sopra, possonofare dei sogni strani, mi è capitato spessodi sentirlo in questi giorni, di avere pauresoprattutto notturne, andando incontroad alterazioni del loro regolare ritmosonno-veglia.Le informazioni sull’emergenza non cir-colano solo in famiglia ma vengono rilan-ciate di continuo da telegiornali, radio,web, social. “Bisogna fare a meno di mo-strare i telegiornali ai bambini, se possi-bile”. Sono terrorizzanti, spaventosi, coni dati sulla malattia, i bilanci, l’insistenzae il ritmo incalzante delle news. In talcaso, il dialogo in famiglia potrà essere unimportante chiave d’accesso al loromondo interno, fatto di paure, angosce,timori per la salute dei propri cari, quindii genitori devono e dovranno esserepronti a sostenerlo. Chi mi conosce, sabene che non sono troppo a favore dellatecnologia, in quanto eccessivamente inuso da parte di bambini e adolescenti. Inquesto momento però, potrebbe rivelarsiuno strumento utile per mantenere unminimo di socialità. Così se i bambininon possono incontrarsi realmente traloro, possono almeno giocare a distanzacon i videogiochi e potersi tenere in con-tatto. In ogni caso, i bambini sono a casa equindi bisogna organizzare loro la gior-nata, magari con dei tempi e modi dacondividere insieme. Organizziamo lagiornata in maniera regolare, utilizziamotutti gli spazi casalinghi e di gioco, la-sciamo svolgere le attività a cui erano abi-tuati e limitare, per quanto possibile, latelevisione. Evitiamo che i bambini svi-luppino nuovi comportamenti, come peresempio andare a letto più tardi. Evitiamoche saltino le norme che hanno seguit