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CRONACA ESTERA Assassinata Malalai la poliziotta coraggio che sfidava i Taliban Da “La Repubblica”, lunedì 29 settembre 2008, p.27, articolo di Guido Rampolli Commenti di BACILIERI AGNESE, BELLUZZI MIRKO, BOCCUTI FRANCESCO e CUPOLI VITO pagina 2 PROTAGONISTI DI OGGI E DI IERI Nobel per l’Aids. Gallo sconfitto da Montagnier Da “La Repubblica”, martedì 7 ottobre 2008, p. 36, articolo di Giampiero Martinotti Commenti di CAPACCIOLI MIRCO e CHESSA DAVIDE pagina 3 A LEZIONE DI STORIA La città romana e la città medievale Tratto liberamente da Paci Giampietro, “Guardare il mondo”, Bologna, Zanichelli Editore, 2008, Volume 2. pagina 5 INTERCULTURA Recensione di un film: “Powder” Dalla Commissione Intercultura della scuola. pagina 4 A LEZIONE DI SCIENZE Il pianeta X Ricerca di CAPACCIOLI MIRCO e CUPOLI VITO pagina 5 Presentiamo la nostra redazione! Siamo noi gli studenti che per primi si sono impegnati nella realizzazione del giornale! Abbiamo, a seconda delle nostre attitudini, ricoperto gli incarichi di giornalisti, inviati speciali, fotografi, grafici e/o correttori di bozze. (da sinistra, in alto) Confarelli Alessandro, Cupoli Vito, Chessa Davide, Belluzzi Mirko; Boccuti Francesco, Capaccioli Mirco, Campagna Pierpaolo, Carbone Erika, Bacilieri Agnese. LIBRI D’Adamo, Francesco, “Storia di Iqbal”, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2008 Commento di CAMPAGNA PIERPAOLO Beer John, “La classe fa la ola mentre spiego”, Milano, Rizzoli, 2006 Commento di BACILIERI AGNESE pagina 6 GIOCHI Svagandosi un po’ con il Sudoku Di BACILIERI AGNESE e CARBONE ERIKA pagina 6 SPORT Gli 8 mondiali di Valentino! Articolo di CONFARELLI ALESSANDRO pagina 6 EDITO- RIALE Il giornale è pronto! Siamo lieti di presentarvi la prima edizione del giornale della scuola media “Cavour”. Ci sono voluti circa tre mesi per realizzarlo, ma ci siamo riusciti. Vi raccontiamo un po’ com'è andata… Innanzitutto ci siamo posti due obiettivi, che hanno sempre costituito il centro della nostra attività laboratoriale: da una lato produrre un giornale digitale e ottimizzato sia per la stampa su carta che per la possibile pubblicazione sul web; dall’altro presentare contenuti in modo chiaro e comprensibile a tutti i ragazzi della scuola, a qualunque classe. Il primo obiettivo crediamo che sia stato raggiunto: il giornale c’è, è sotto i vostri occhi ed è un prodotto concreto, stampato, impaginato pazientemente in Word su un modello predefinito (un formato A3 con stili fissi per titoli, sottotitoli e corpo del testo) che utilizzeremo anche per le prossime edizioni. Il secondo obiettivo, ossia la chiarezza dei contenuti, ci auguriamo sia stato altrettanto raggiunto, ma potete essere solo voi a dirlo dopo aver letto il giornale con attenzione. Non riteniamo che questo giornale sia … Continua a pagina 3 LABORATORI Laboratorio di “Ceramica” con la Prof.ssa Sassi Claudia Laboratorio di “Murales” con Rivola Fabrizio Inviati: BACILIERI AGNESE e CARBONE ERIKA – CONFARELLI ALESSANDRO e BOCCUTI FRANCESCO pagina 4 Il “Cavour” informa - Il periodico della scuola media “Cavour” di Minerbio (Bologna) 1° numero - Anno Scolastico 2008/2009 Pagina 1

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C R O N A C A E S T E R A Assassinata Malalai la poliziotta coraggio che sfidava i Taliban Da “La Repubblica”, lunedì 29 settembre 2008, p.27, articolo di Guido Rampolli Commenti di BACILIERI AGNESE, BELLUZZI MIRKO, BOCCUTI FRANCESCO e CUPOLI VITO pagina 2

P R O T A G O N I S T I D I O G G I E D I I E R I Nobel per l’Aids. Gallo sconfitto da Montagnier Da “La Repubblica”, martedì 7 ottobre 2008, p. 36, articolo di Giampiero Martinotti Commenti di CAPACCIOLI MIRCO e CHESSA DAVIDE pagina 3

A L E Z I O N E D I S T O R I A La città romana e la città medievale Tratto liberamente da Paci Giampietro, “Guardare il mondo”, Bologna, Zanichelli Editore, 2008, Volume 2. pagina 5

I N T E R C U L T U R A Recensione di un film: “Powder” Dalla Commissione Intercultura della scuola. pagina 4

A L E Z I O N E D I S C I E N Z E Il pianeta X Ricerca di CAPACCIOLI MIRCO e CUPOLI VITO pagina 5

Presentiamo la nostra redazione! Siamo noi gli studenti che per primi si sono impegnati nella realizzazione del giornale! Abbiamo, a seconda delle nostre attitudini, ricoperto gli incarichi di giornalisti, inviati speciali, fotografi, grafici e/o correttori di bozze. (da sinistra, in alto) Confarelli Alessandro, Cupoli Vito, Chessa Davide, Belluzzi Mirko; Boccuti Francesco, Capaccioli Mirco, Campagna Pierpaolo, Carbone Erika, Bacilieri Agnese.

L I B R I D’Adamo, Francesco, “Storia di Iqbal”, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2008 Commento di CAMPAGNA PIERPAOLO

Beer John, “La classe fa la ola mentre spiego”, Milano, Rizzoli, 2006 Commento di BACILIERI AGNESE pagina 6

G I O C H I Svagandosi un po’ con il Sudoku Di BACILIERI AGNESE e CARBONE ERIKA pagina 6

S P O R T Gli 8 mondiali di Valentino! Articolo di CONFARELLI ALESSANDRO pagina 6

E D I T O -R I A L E Il giornale è pronto! Siamo lieti di presentarvi la prima edizione del giornale della scuola media “Cavour”. Ci sono voluti circa tre mesi per realizzarlo, ma ci siamo riusciti. Vi raccontiamo un po’ com'è andata… Innanzitutto ci siamo posti due obiettivi, che hanno sempre costituito il centro della nostra attività laboratoriale: da una lato produrre un giornale digitale e ottimizzato sia per la stampa su carta che per la possibile pubblicazione sul web; dall’altro presentare contenuti in modo chiaro e comprensibile a tutti i ragazzi della scuola, a qualunque classe. Il primo obiettivo crediamo che sia stato raggiunto: il giornale c’è, è sotto i vostri occhi ed è un prodotto concreto, stampato, impaginato pazientemente in Word su un modello predefinito (un formato A3 con stili fissi per titoli, sottotitoli e corpo del testo) che utilizzeremo anche per le prossime edizioni. Il secondo obiettivo, ossia la chiarezza dei contenuti, ci auguriamo sia stato altrettanto raggiunto, ma potete essere solo voi a dirlo dopo aver letto il giornale con attenzione. Non riteniamo che questo giornale sia …

Continua a pagina 3

L A B O R A T O R I Laboratorio di “Ceramica” con la Prof.ssa Sassi Claudia

Laboratorio di “Murales” con Rivola Fabrizio Inviati: BACILIERI AGNESE e CARBONE ERIKA – CONFARELLI ALESSANDRO e BOCCUTI FRANCESCO pagina 4

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Assassinata Malalai la poliziotta

coraggio che sfidava i Taliban

Fonte “La Repubblica”, 29 settembre 2008, pagina 27, sezione POLITICA ESTERA, articolo di Guido Rampolli

L’articolo in breve “Sapeva di essere un bersaglio privilegiato ma non ha lasciato il suo posto. I sicari hanno ridotto in fin di vita anche il figlioletto che l’accompagnava.” 1. Malalai Kakar, figlia e

sorella di poliziotti, entra in polizia alla fine degli anni ’80;

2. Espatriata alla salita del potere dei Taliban, nel 2001 rientra e diventa capitano;

3. Diventa celebre e dirige la sezione crimini contro le donne;

4. Era stata minacciata dai Taliban che ieri ne hanno rivendicato l’assassinio.

Tutto l’articolo Alle tv internazionali che l'avevano intervistata aveva consegnato dichiarazioni sobrie, rifiutando il canone eroico cui la candidava già il suo nome: Malalai, come la leggendaria afgana che alla fine dell'Ottocento guidò alla riscossa i suoi compatrioti in una battaglia contro le truppe di un altro invasore, in quel caso l'impero britannico. Ieri mattina, quando si è trovata di fronte ai Taliban che l'attendevano davanti alla porta di casa, non dev'essersi sorpresa. Il capitano Malalai Kakar sapeva perfettamente di essere un bersaglio tra i più pregiati. Non soltanto

era una donna che disobbediva al divieto di lavorare, ma aveva un incarico di potere, per giunta un potere che includeva il possesso e l'uso di armi, prerogative che il fondamentalismo afgano, per tradizione guerriero, considera esclusivamente maschile. E soprattutto, dirigeva il dipartimento Crimini contro le donne nella capitale storica dei Taliban, Kandahar, una città dove dozzine di donne furono lapidate o fucilate al tempo dell'emirato, talvolta soltanto perché avevano osato ribellarsi alla dittatura dei mullah. E per tutto questo, il solo fatto che il capitano Kakar restasse in vita

rappresentava, agli occhi dei Taliban, una sfida al loro contropotere, una bestemmia intollerabile, un oltraggio all'intero sistema di valori cui quei miliziani sono stati allevati e da cui pretendono di ricavare la loro legittimazione. L'unica cosa che resta da capire è perché il capitano Malalai sia rimasta al suo posto, ad attendere la pallottola che le era stata promessa in vario modo, con infinite minacce e vari attentati alla sua vita, sventati o falliti per poco. Forse coraggio, dignità, senso dell'onore; o fedeltà alla memoria della poliziotta che aveva sostituto due anni fa, quando anche quella era stata assassinata dai Taliban. E, oltre a tutto

questo, la consapevolezza che migliaia di afgane avrebbero interpretato le sue dimissioni come una fuga, come l'annuncio di una sconfitta ormai definitiva, irrevocabile, cui sarebbe stato vano opporsi. L'hanno ammazzata alla sette di mattina, in una stradina di Kandahar. I sicari che le hanno sparato sulla porta di casa hanno ridotto in fin di vita anche uno dei suoi sei figli, un ragazzino, tuttora in coma. Più tardi il portavoce dei Taliban, Yousuf Ahmadi, come accade in questi casi si è premurato di telefonare alle agenzie di stampa per incidere ufficialmente un'altra tacca sulla pistola. «Abbiamo ucciso Malalai Kakar. Era un nostro bersaglio e con

successo abbiamo eliminato il bersaglio». Laconico e glaciale come un bollettino militare. Era un bersaglio, l'abbiamo fatto fuori. Che ciascuno prenda nota: così finiscono i nostri nemici. Non ci saranno monumenti a ricordarne il nome, che sbiadirà presto e sparirà nell'oblio, come la memoria delle maestre fucilate, pugnalate, sgozzate in Afghanistan perché osavano insegnare, e per giunta insegnare a bambine; e delle centinaia di afgane uccise finora dal fondamentalismo afgano perché rifiutavano i codici dell'invisibilità e della sottomissione. Nel porgere le condoglianze alla famiglia e al governo

di Hamid Karzai, ieri il rappresentante speciale dell'Unione europea in Afghanistan, Ettore Sequi, ha giudicato «particolarmente ripugnante l'uccisione di una donna che era di esempio a tutte le afgane». Altre parole di cordoglio sono venute da Agenzie delle Nazioni Unite presenti in Afghanistan. Ma questo non modificherà la percezione di quella parte rilevante d'Europa cui questa strage di afgane, questo femminicidio, pare l'esito ovvio di una "cultura" che l'Occidente sbaglierebbe a contrastare. Propria la vita ardimentosa e spesso sfortunata di donne come il capitano Malalai Kakar dimostra che la "cultura

afgana" è più complicata di come la pretende quell'essenzialismo che in Europa unisce molta destra e molta sinistra. Se una donna accetta di sacrificare la propria vita per la speranza di una società diversa, sarebbe onesto quantomeno coltivare il sospetto che almeno una parte della popolazione femminile afgana non ha alcuna voglia di seppellirsi sotto un burqa, di scomparire dalla vita pubblica e di accettare una condizione non dissimile a quella delle capre, perché così prescriverebbe, giurano i Taliban, il Corano. Anche se spesso preferiamo ignorarlo, c'è un Afghanistan che non vuole saperne del

fondamentalismo. Il capitano Malalai Kakar vi apparteneva. Più esattamente, apparteneva alla generazione divenuta adulta negli anni Ottanta, al tempo dell'occupazione sovietica. Per quanto la presenza dell'Armata rossa in Afghanistan si ispirasse ad una brutalità di tradizione coloniale, tuttavia quel periodo permise a migliaia di scolare afgane la consapevolezza che la donna non è una creatura inferiore. In genere i mujahiddin consideravano "comunista" questa concezione, e i loro sponsor, in testa l'amministrazione Reagan e gli occidentali a seguire, non tentarono mai di convincerli ad accettare qualcosa di simile alla

parità tra i sessi. Figlia di un poliziotto, Malalai Kakar entrò nella polizia afgana ancora adolescente, sul finire degli anni Ottanta. Caduto il regime filo-sovietico (1991), si trovò disoccupata, e con l'avvento dei Taliban, molto più rigidi dei mujahiddin, emigrò in Pakistan. Dissoltosi l'emirato, fu la prima donna ad arruolarsi nella polizia di Kandahar. «Combatto per la pace, combatto il terrorismo», aveva detto in febbraio a un giornalista di Al Jazeera International. Il reportage la mostrava perquisire case e interrogare arrestati: uomini. A Kandahar si raccontava che avesse ucciso tre Taliban, quando quelli avevano tentato di ucciderla. E anche questo

entrerà nella sua leggenda, se mai qualcuno avrà cura di tramandarla. Per saperne di più • www.womenforafghan

women.org • www.rawa.org • www.afghanwomensm

ission.org/index.php Legenda 1. Sicario: chi uccide su

commissione. 2. Espatriata: emigrata,

uscita dal proprio territorio d’origine.

3. Afgana: appartenente allo stato dell’Afghanistan, in Asia centrale.

4. Taliban: studioso del Corano, appartenente alla fazione integralista al potere in Afghanistan dal

1994 al 2001. 5. Dittatura:

ordinamento politico autoritario in cui una sola persona, o un collegio di persone, incentra su di sé tutti i poteri.

6. Mullah: Nella religione mussulmana, teologo, studioso di Dio.

7. Burqa: Fazzoletto tipico delle donne afgane che si avvolge attorno alla testa.

I nostri commenti Commento di BACILIERI AGNESE Chi legge il giornale avrà sicuramente notato l’articolo riguardante l’assassinio della poliziotta Malalai. È stata uccisa dai Taliban perché lavorava e stava combattendo per i diritti civili delle donne in Afghanistan, stato confinante con il Pakistan. Appena ho letto questo articolo sono rimasta scioccata. Come è possibile che a una donna venga vietato di lavorare? Bisogna sapere che in Afghanistan le donne devono occuparsi solo delle faccende di casa e guai se lavorano. Io non trovo giusto che una donna venga tenuta in

casa solo perché è ritenuta inferiore rispetto all’uomo. Insomma: devono capirlo che siamo tutti uguali e con gli stessi diritti! Quindi dobbiamo ritenerci fortunati. Una donna ha combattuto per se stessa e per le altre donne che, nella società mussulmana estremista, vengono considerate degli oggetti e vengono vietati loro diritti che spetterebbero a tutti. Spero tanto che altre donne si batteranno per quei diritti. Commento di BELLUZZI MIRKO E’ stata uccisa davanti alla sua casa a Kandahar, Malalai Kakar, celebre…

Continua a pagina 3

Il “Cavour” informa - Il periodico della scuola media “Cavour” di Minerbio (Bologna) 1° numero - Anno Scolastico 2008/2009

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Assassinata Malalai la poliziotta

coraggio che sfidava i Taliban

Continua da pagina 2 …celebre poliziotta afgana. Era un’eroina nazionale, simbolo della rinascita femminile nell’era talebana. La donna era uscita dalla sua abitazione ed era appena salita in auto per recarsi al lavoro, al dipartimento crimini contro le donne di Kandahar, che dirigeva da circa due anni. Un

commando ha aperto il fuoco e la vittima è morta sul colpo. Malalai è stata colpita alla testa mentre uno dei suoi sei figli è rimasto gravemente ferito. L’assassinio è stato rivendicato dai talebani: “Abbiamo ucciso Malalai Kakar. Era un nostro bersaglio e con successo abbiamo eliminato il bersaglio” I sicari hanno ridotto in fin di vita anche il figlioletto che l'accompagnava. Proveniente da una famiglia di agenti di polizia, Malalai entrò nell’arma nel 1982. Durante il regime dei talebani le fu impedito di lavorare. Ma lei non si scoraggiò e, dopo la caduta del regime dei Taliban

nel 2001, fu la prima donna di Kandahar ad arruolarsi. Commento di BOCCUTI FRANCESCO Con l'assassinio di Malalai Kakar, avvenuto il 23 Settembre 2008, si conferma la ferocia dell'integralismo talebano e, ancora una volta, che la guerra non ha liberato le donne afgane. Sull'esempio del padre, Malalai Kakar lavorava come poliziotta, l'unica nel distretto di Kandahar. Era responsabile del Dipartimento dei crimini contro le donne, troppo spesso lasciati impuniti. Aver colpito Malalai Kakar significa aver colpito un simbolo per tutte le donne: aver colpito

il simbolo di chi non abbassa la testa contro le ingiustizie, per il bene proprio e altrui. Commento di CUPOLI VITO Cari amici lettori, vorrei commentare il fatto accaduto in Afghanistan. La protagonista è una donna di nome Malalai Kakar, figlia e sorella di poliziotti, che entra in polizia alla fine degli anni ’80. Malalai, espatriata dopo la salita al potere dei Taliban, rientra in patria nel 2001 e diventa capitano della polizia occupandosi della direzione crimini contro le donne. La sua celebrità e il suo impegno hanno portato alla minaccia dei Taliban. Essi il 29 settembre 2008

ne hanno rivendicato con orgoglio l’assassinio affermando, durante un’intervista: “Era il nostro bersaglio e l’abbiamo eliminata”. Malalai Kakar sapeva di essere un bersaglio privilegiato ma non ha lasciato il suo posto. I sicari hanno ridotto in fin di vita anche il figlioletto che l’accompagnava. FINE

Nobel per l'Aids. Gallo sconfitto da Montagnier

Fonte “La Repubblica”, 7 ottobre 2008, pagina 38, sezione CRONACA, articolo di Giampiero Martinetti L’articolo in breve “Al momento dell’annuncio era ad Abidjan. Entro 4 anni il vaccino terapeutico. L’accademia svedese ha riconosciuto ai francesi il primato della scoperta.”

Tutto l’articolo PARIGI - Un Nobel che sarebbe dovuto arrivare molto prima, ma un riconoscimento che alla fine è arrivato a coronare un favoloso lavoro di ricerca: così i suoi amici commentano il Nobel di medicina assegnato ieri a Luc Montagnier, l'uomo che nel 1983 scoprì il virus dell'Aids. Insieme a lui sono stati premiati altri due ricercatori: la francese Francoise Barré-Sinoussi, che ha lavorato nella stessa équipe di Montagnier all'istituto Pasteur, e il tedesco Harald zur Hausen per i suoi lavori sul tumore al collo dell'utero e sul ruolo che nel suo sviluppo svolgono certi tipi di virus hpv (la famiglia del

papilloma). Al momento della proclamazione, Montagnier si trovava ad Abidjan, in Africa, nel continente più colpito dall'Aids, per un convegno sulla malattia. Emozionato, ha dedicato il riconoscimento «a tutti i malati di Aids» che si battono contro il morbo: «Sono sempre al loro fianco, i ricercatori devono continuare a lavorare perché l'Aids non è guarito. Il mio lavoro di ricerca attuale è di trovare trattamenti complementari che permetteranno di sradicare l'infezione, affinché i pazienti siano trattati in tempi rapidi e in seguito guariti, cioè per consentire che il loro sistema immunitario controlli

Il giornale è pronto!

Segue da pagina 2 … un’attività conclusa, bensì la prima tappa di un percorso di scrittura; ci aspettiamo, sia da parte degli studenti che da parte degli insegnanti, proposte di nuovi titoli, proposte d'approfondimento di titoli già pubblicati, segnalazione di errori, suggerimenti e consigli. Un ringraziamento va agli insegnanti che hanno già suggerito degli argomenti per questo numero, a quelli che hanno accolto gli inviati speciali all’interno dei loro laboratori per le interviste e al Dirigente Scolastico per averci offerto l’occasione di cimentarci in un’attività che attraversa in modo trasversale le varie discipline scolastiche. Segnaliamo i tre ragazzi che in questa prima redazione si sono distinti per responsabilità e creatività: Bacilieri Agnese, Campagna Pierpaolo e Carbone Erika. Sono loro gli ideatori del logo del giornale e i promossi “Giornalisti del Cavour” di questa edizione. Comunichiamo ai ragazzi che oggi non vedono pubblicato il loro articolo che, per motivi di spazio, il loro lavoro è stato rimandato al prossimo numero. Buona lettura a tutti.

Prof.ssa Ausili Paola P

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l'infezione». È la linea seguita da Montagnier negli ultimi anni, che mira a trovare un vaccino «terapeutico», che spera di poter mettere a punto entro quattro anni, e non un vaccino «preventivo». Il Nobel arriva venticinque anni dopo la pubblicazione dei primi documenti sulla ricerca dell'équipe francese: «Meglio tardi che mai - ha detto Montagnier - . E' una buona cosa che il comitato Nobel s'interessi di questa malattia, un flagello mondiale». All'annuncio del premio, tutti si sono chiesti come mai il comitato abbia premiato i due francesi e non l'americano Robert Gallo, ufficialmente «co-

scopritore» del virus (si suol dire che il francese lo ha isolato, l'americano descritto). I collaboratori di Montagnier reagiscono alla domanda con molto fair play: secondo loro, i due lavorano da tempo d'amore e d'accordo, hanno firmato insieme numerosi documenti e hanno dimenticato la polemica che li ha opposti negli anni Ottanta. Tutt'al più si sottolinea che proprio quel litigio ha forse ritardato il riconoscimento arrivato ieri. E l'assenza di Gallo dalla lista dei vincitori viene genericamente attribuita al mistero che circonda sempre la scelta del comitato. […] L'isolamento del virus Hiv, appena due anni dopo la sua apparizione negli Stati

Uniti, è stata una delle più importanti scoperte degli ultimi decenni. Ha consentito lo sviluppo della ricerca dei farmaci necessari a combattere l'Aids, la malattia contro la quale sono stati fatti i più rapidi progressi. Certo, la situazione resta critica in Africa, ma secondo l'accademia svedese «la scoperta è stata essenziale per la comprensione attuale della biologia di questa malattia e il suo trattamento «anti - retrovirale».

I nostri commenti Commento di CAPACCIOLI MIRCO Lo scienziato Luc Montagnier ha meritato il Nobel per avere scoperto un vaccino per l'Aids. Al momento della proclamazione si trovava a Abidjan, dove vengono colpite più persone dall'Aids. Quando gli è stato consegnato il premio lo ha dedicato a tutti i malati Aids. Entro quattro anni Montagnier conta di mettere a punto un nuovo vaccino preventivo. Lo scienziato americano Gallo è co-scopritore del virus, ma a Montaignier va il merito dello studio sul vaccino.

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Nobel per l'Aids. Gallo sconfitto da Montagnier Continua da pagina 3

Commento di CARBONE ERIKA L'articolo di cui faccio il commento, parla della malattia che ha sconvolto la medicina e il mondo intero: l'AIDS. In particolar modo è dedicato al grande scienziato Luc Montagnier. Vi dico tutto ciò che so sull'AIDS. Il virus dell'AIDS è una malattia che nel decennio scorso era molto in

evidenza perché si sviluppava molto velocemente nella popolazione. La malattia era presente tra i tossico-dipendenti: questi usavano scambiarsi la stessa siringa e quindi c'era il pericolo di contrarre delle infezioni ematiche. Inoltre, la malattia si poteva contrarre anche tramite “rapporti non protetti”. Questa malattia è molto diffusa nei paesi del terzo mondo. La medicina e la scienza oggi hanno fatto grandi passi, le morti sono diminuite, ma la malattia non è stata ancora completamente sconfitta. Un riconoscimento importante, qual'è il premio Nobel, è stato assegnato allo scienziato Luc Montagnier.

Montagnier è uno scienziato francese che ha 76 anni e lavora a Parigi come ricercatore alla fondazione mondiale per la ricerca e la prevenzione dell'AIDS (World foundation for Aids research and prevention). Al suo fianco c'è un'altro ricercatore, americano, Robert Gallo, che ha scoperto il virus anche se non lavorava insieme al primo. Lo scienziato Montagnier conta di trovare entro i prossimi quattro anni un vaccino preventivo che possa curare gli ammalati.

Domande e risposte • Come ha origine il

premio Nobel? Il premio Nobel è stato voluto nel 1901 dallo scienziato svedese Alfred Nobel, che gli ha dato il nome. Fino ad oggi i riconoscimenti più importanti sono stati per la fisica, la chimica, la medicina, la letteratura, la pace e, dal 1969, l’economia. FINE

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Nei laboratori delle prime

medie Noi inviati speciali siamo andati a “caccia di informazioni” in due laboratori delle prime medie: “Ceramica” e “Murales”. Armati di scaletta per l’intervista, penna e macchina fotografica abbiamo bussato, curiosato, intervistato gli insegnanti e fotografato! Inviati speciali BACILIERI AGNESE CARBONE ERIKA CONFARELI ALESSANDRO BOCCUTI FRANCESCO

“Ceramica”, con la Prof.ssa Sassi Claudia Il laboratorio si occupa della lavorazione della ceramica e dell’argilla. L’insegnante ci ha spiegato che il laboratorio aiuta la manualità degli alunni, sviluppa la creatività e la fantasia. Nell’arco di ogni lezione gli allievi producono degli oggetti che in seguito vengono cotti nel forno e infine portati a casa dagli alunni. L’insegnante ci ha poi mostrato alcuni lavori realizzati dagli studenti negli scorsi anni (vedi foto).

Autoritratto

Maschera

Maschera dipinta

“Murales”, con il Prof. Rivola Fabrizio Questo laboratorio tratta di decorazioni realizzate con le tecniche del murales e dell'affresco. Secondo l'insegnante il lavoro è impegnativo e richiede tempi medio-lunghi in quanto affronta tutte le fasi del progetto, dall'ideazione all'esecuzione pratica. I ragazzi con il Prof. hanno deciso di realizzare, per la fine dell'anno, una pittura murales sulle pareti esterne dell’aula di Arte. Qui a lato abbiamo riportato le foto dei lavori già svolti dagli allievi.

Guerra sulla luna

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Recensione di un film:

“Powder” Dalla Commissione Intercultura della scuola Titolo: “Powder. Un incontro straordinario con un altro essere”. Anno: USA 1996 Scrittore e regista: Victor Salva Interpreti: Mary Steenburgen, Jean Patrick Flanery, Lance Henriksen, Jeff Goldblum.

Trama Paura, diffidenza e imbarazzo… sono questi i sentimenti che suscita, presso gli abitanti di un paesino del Texas, un ragazzo dalla pelle “troppo bianca”. Durante il parto muore la madre; rifiutato dal padre perché troppo bianco, Powder (che tradotto in italiano significa cipria) cresce segregato in un solaio di una casa di campagna, allevato dai nonni. Alla morte di quest’ultimi resta solo e, dopo che lo sceriffo della contea scopre la sua esistenza, è costretto ad inserirsi nella piccola comunità. Powder viene rifiutato e maltrattato dai compagni di scuola e dai suoi compaesani a causa del suo aspetto: è

troppo bianco. Il ragazzo però, al di là del suo aspetto esteriore, si rivela un individuo di grande sensibilità ed intelligenza ed è, inoltre, dotato di poteri sovrannaturali. Solo la direttrice della scuola ed il professore di scienze avranno il coraggio di offrirgli la loro amicizia, scoprendo che quello che la comunità considera mostruoso può essere davvero meraviglioso. Un film dedicato ad un essere straordinario che affronta con tolleranza e poesia le difficoltà e i soprusi causati dalla sua diversità… è troppo bianco.

Il “Cavour” informa - Il periodico della scuola media “Cavour” di Minerbio (Bologna) 1° numero - Anno Scolastico 2008/2009

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La città romana e la

città medievale

Tratto liberamente da Paci Giampietro, “Guardare il mondo”, Bologna, Zanichelli Editore, 2008, volume 2. La città romana nasce in Italia dopo il 200 a.C., quando i romani conquistano l'Italia settentrionale e altri territori. Essa deriva dall'accampamento militare detto castrum. La pianta è di forma quadrata o rettangolare. Le strade principali sono gli

assi del cardo (in direzione N-S) e decumano (in direzione E-O) che s'incrociano nella piazza centrale (foro); le altre strade sono parallele e formano un reticolo a scacchiera. Gli edifici pubblici sono situati al centro, attorno al foro; gli edifici per lo spettacolo sono in periferia, presso le mura. Le case abitate sono di due tipi: l'insula è un condominio a quattro o cinque piani abitato dalla gente comune, con monolocali o bilocali senza servizi; la domus è la casa a un solo piano con due cortili interni abitata dalla gente nobile. Oggi è possibile ammirare la città quadrata solo a Timgad, in Tunisia.

Pianta della città romana

Tuttavia, città italiane come Bologna, Firenze, Torino e Aosta, conservano le strade a scacchiera tracciate circa 2000 anni fa!

--- La città medievale nasce in Europa dopo l'anno 1000, con la ripresa delle attività economiche. Spesso deriva dalla città romana, di cui conserva il tracciato di alcune strade. La pianta è di forma ovale o poligonale. La cinta muraria è larga, rafforzata agli angoli con bastioni difensivi; nel centro della città, gli edifici simbolo sono il palazzo del Comune e la Cattedrale. Le case per l’abitazione sono nuove ed hanno una struttura in legno: nelle case a schiera vivono e

lavorano le famiglie degli artigiani; nei palazzi vivono e lavorano i mercanti. La città medievale è arrivata a noi quasi intatta fino al 1900, sia pure con alcune trasformazioni dei secoli precedenti, che non ne hanno alterato però la sua struttura generale. Molte città sono state distrutte durante la seconda guerra mondiale: non sempre sono state poi ricostruite fedelmente. Oggi quando parliamo di centro storico intendiamo quasi sempre la città medievale.

--- (Nel prossimo numero: la città industriale e la periferia moderna.)

Pianta della città medioevale

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“Il pianeta X”

Ricerca di CAPACCIOLI MIRCO E CUPOLI VITO “Il pianeta X” (o Transplutoniano, o decimo pianeta) è un pianeta ipotetico al di là di Plutone. La sua esistenza fu ipotizzata sulla base di

apparenti discrepanze nell'orbita di Nettuno. Il nome comunemente utilizzato per questo possibile pianeta era Persefone, sebbene esso fosse già stato assegnato ad un asteroide. Oggigiorno il decimo pianeta viene considerato un falso problema: le scoperte nel sistema solare si moltiplicano e numerose

fasce di asteroidi e altri oggetti vengono delineate. A partire proprio da Plutone, numerosi oggetti - per i quali si è coniata la definizione di “oggetto trans-nettuniano” - orbitano attorno al Sole e fanno svanire la distinzione tra pianeti ed asteroidi. Ciò non evita naturalmente che ogni nuova scoperta venga

salutata come quella del decimo pianeta. Nel 2004 alcuni lo identificarono con Sedna. All'inizio del 2006 la notizia che Eris superasse Plutone per dimensioni suscitò grande clamore nella stampa. “Eris” Il 29 luglio 2005 è stata annunciata la scoperta di “Eris”, il primo oggetto della fascia di Kuiper caratterizzato da dimensioni superiori rispetto a quelle di Plutone. Al momento della scoperta esso si trovava a 97 UA dal Sole; l'oggetto presenta un'inclinazione orbitale di 44° sul piano dell’eclittica. Fonte http://it.wikipedia.org/wiki/Pianeta_X

Legenda 1. Orbita: traiettoria di

un corpo celeste intorno ad un altro; generalmente è a forma di ellissi. Nella sua orbita la Terra viene a trovarsi, durante l'anno, a distanze diverse dal Sole, da un minimo di circa 147 milioni di Km (perielio) a un massimo di circa 152 milioni di Km (afelio).

2. UA: in astronomia, è l'unità di misura pari alla distanza media tra il pianeta Terra e il Sole. L'UA viene utilizzata soprattutto per misurare distanze all'interno del Sistema Solare; per misure …

Continua a pagina 6

Il “Cavour” informa - Il periodico della scuola media “Cavour” di Minerbio (Bologna) 1° numero - Anno Scolastico 2008/2009

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Plutone N

ettuno U

rano Saturno G

iove

Marte

Terra

Venere

Mercurio

Sole

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“Storia di

Iqbal” Di PIERPAOLO CAMPAGNA Ciao raga! Vi piace leggere? Allora vi consiglio vivamente questo libro, soprattutto a quelli di prima e di seconda perché noi di terza lo stiamo già leggendo. La trama è la seguente. “La vera storia di Iqbal Masih, il ragazzo pakistano di 12 anni diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Ceduto dalla sua famiglia di contadini ridotti in miseria, in cambio del prestito di 26 dollari, costretto a lavorare in una tessitura di

tappeti dall'alba al tramonto, incatenato al telaio, in condizioni disumane, come milioni di altri bambini nei paesi più poveri del mondo, Iqbal troverà la forza di ribellarsi, di far arrestare il suo padrone, di denunciare la «mafia dei tappeti» contribuendo alla liberazione di centinaia di altri piccoli schiavi. Un romanzo di denuncia, sul valore della libertà e della memoria che a tutti i costi va salvata, perché senza memoria non c'è speranza nel futuro.” Per questo trimestrale è tutto. Se vi è piaciuta la recensione, vi consiglio di farvelo regalare. Ciaaooooo!! Francesco D'Adamo, “Storia di Iqbal”, Einaudi Ragazzi, Trieste, 2008

“La classe fa la ola mentre

spiego” Di BACILIERI AGNESE Ragazzi del “Cavour”, chi non ha mai preso una nota per aver fatto questo o quello (a parte quelli di prima)??? Alcuni ragazzi ritengono queste bravate una fonte di risate, al punto che, ricevuta la nota, chiedono al Prof. di fotografare il registro per poi vederla pubblicata in un sito web dove tali note sono “oggetto di culto”. Ve ne offriamo alcune molto divertenti, da non credere, tratte dal libro di Beer John, “La classe fa la ola mentre spiego”:

1. La classe interrompe la lezione per dare la caccia ad una farfalla.

2. S. giustifica l'assenza del giorno 20 con testuali parole: "Allergia allo studio". La giustificazione reca la firma di un certo Dott. Maradona Diego. Essa non è accettata.

3. L'alunno A. ha scambiato la classe per un porcile del quale dichiara, grugnendo in modo irriverente nei miei confronti, di sentirsi il re.

4. Alla vista del professore vestito con un completo giallo l'alunno L. gli chiede di fare "cip-cip".

5. L. viene invitato a togliersi il cappellino. Se lo toglie e si mette

il casco. 6. L' alunno I. esce

furtivamente dalla classe, credendo di essere invisibile per recarsi al wc.

7. R. e M. cacciano le formiche durante la mia lezione.

8. Al mio ingresso in classe, al posto dei Re Magi del presepio, vi ho trovato i Tre Porcellini.

Per mancanza di spazio, ho terminato la lista di note più pazze d'Italia. Con la speranza di poterne scriverne altre nel prossimo numero, vi saluto con un grande Ciaoooooo! Agnese Beer John, “La classe fa la ola mentre spiego”, Milano, Rizzoli, 2006 .

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Rossi otto volte

campione del mondo

"Scusate il ritardo"

Articolo a cura di CONFARELI ALESSANDRO MOTEGI (GIAPPONE) Missione compiuta, il "Dottore" fa otto. Valentino Rossi torna sul trono della MotoGp e si riprende lo scettro. Con tre gare d’anticipo rispetto alla fine della stagione, nella bacheca trova spazio il sesto titolo iridato nella classe regina e l’ottavo assoluto. Il verdetto, atteso

se non scontato, arriva con il trionfo sull’asfalto di Motegi, in Giappone. In Giappone Rossi ha vinto davanti a Casey Stoner su Ducati laureandosi campione del mondo della classe Moto Gp. Valentino torna a vincere il Mondiale, l’ottavo in carriera, dopo due anni di digiuno togliendo lo scettro proprio a Stoner. Terzo posto nel Gp del Giappone sul circuito di Motegi per la Honda dello spagnolo Dani Pedrosa davanti all’altra Yamaha del connazionale Jorge Lorenzo. Sesta piazza per la Suzuki di Loris Capirossi. Tredicesimo l’altro italiano Marco Melandri su Ducati. Immancabile, dopo la vittoria, la festa in

stile-Rossi. Ancora una volta l'evento sportivo è diventato uno spettacolo a tutto tonfo. Valentino Rossi ha tagliato il traguardo nel Gran Premio del Giappone impennando con la sua Yamaha davanti all’ormai ex iridato Casey Stoner. Poco dopo, a voler sottolineare il tempo perso, Rossi ha tirato fuori una maglietta con scritto

"Scusate il ritardo" sopra ad un grande orologio disegnato. Per il pilota pesarese si tratta del sesto titolo nella classe regina (tra MotoGp e la "vecchia" 500) che insieme ai due della 125 e della 250 fanno otto Mondiali complessivi. Fonte: http://www.lastampa.it 28/9/2008

“Il pianeta X”

Continua da pagina 5 … superiori, intra o extra-galattiche, gli astronomi preferiscono utilizzare l'anno luce o il parsec.

3. Piano dell’eclittica: è il piano geometrico su cui giace l'orbita della Terra durante il suo moto di rivoluzione intorno al Sole. Il nome "eclittica" deriva da "eclissi", poiché le eclissi di Sole avvengono naturalmente su di essa.

FINE

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FACILE MEDIO0 0 0 6 0 0 0 0 10 0 3 9 0 0 0 0 20 0 5 8 0 0 0 0 90 2 0 0 4 0 0 7 00 9 0 0 0 0 0 6 00 8 0 0 1 6 2 9 01 0 0 0 0 7 56 0 0 0 0 3 8 1 44 0 0 0 0 2 G

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Svagandosi un po’ con il

Sudoku Di BACILIERI AGNESE e CARBONE ERICA Lo scopo del gioco - Un Sudoku è una griglia di 9x9 quadretti in ognuno dei quali si dovrà scrivere un numero, da 1 a 9. (La griglia è a sua volta divisa in 9 regioni di 3x3 quadretti.) In ogni colonna, in ogni riga e in ogni regione, ogni numero deve comparire una volta sola.Il Sudoku è stato inventato da Nobuhiko Kanamoto nel 2005. I Sudoku da manuale enigmistico devono soddisfare tre requisiti:

1. i numeri iniziali devono formare uno schema simmetrico rispetto al centro della

griglia; 2. deve esistere un’unica

soluzione; 3. i numeri iniziali

dovrebbero essere meno di 30.

Nel prossimo numero troverete le soluzioni! Buon divertimento!

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