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Spedizione in A.P. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Torino - N. 1/2015 - Anno XLII - 1° sem. 2015 Per mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale per la restituzione al cliente, che pagherà la tariffa dovuta. VINCENZINE DI MARIA IMMACOLATA DEL BEATO FEDERICO ALBERT 10074 LANZO TORINESE • TEL. 0123.28.105 • C.C.P. 13113105 Cristo è risorto - Alleluia

Cristo è risorto - Alleluia · Cristo è risorto - Alleluia. 2 Ed è attesa di qualcuno che sta per arriva - re: è il Cristo Signore Risorto, che si fa sempre più vicino a noi,

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Spedizione in A.P. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Torino - N. 1/2015 - Anno XLII - 1° sem. 2015

Per mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale per la restituzione al cliente, che pagherà la tariffa dovuta.

VINCENZINE DI MARIA IMMACOLATA DEL BEATO FEDERICO ALBERT10074 LANZO TORINESE • TEL. 0123.28.105 • C.C.P. 13113105

Cristo è risorto - Alleluia

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Ed è attesa di qualcuno che sta per arriva-re: è il Cristo Signore Risorto, che si fasempre più vicino a noi, giorno dopo gior-no, e che viene a introdurci finalmentenella pienezza della sua comunione e del-la sua pace”.

L’ augurio più sincero per ciascuno divoi e per i vostri cari è che la speranza nonvenga mai meno e che la sua luce, anchese talvolta debole e fumigante, non cessimai di illuminare i vostri cuori, anche neimomenti più oscuri e tribolati.

Accompagno questo augurio con il ri-cordo nella preghiera da parte mia e di tut-te le suore Albertine.

La Madre suor Alda

Carissimi amici,in questi giorni è giunto a tutti noi il

gioioso annuncio della Risurrezione delSignore. Una notizia che il mondo attualeaccoglie con una certa indifferenza. Si fe-steggia sì la Pasqua, ma poco il SignoreRisorto.

Per noi credenti è questo l’avvenimen-to sul quale si fonda la nostra speranzapresente e futura.

La speranza che scaturisce dalla Risur-rezione di Cristo è un dono di Dio e nonpuò essere disgiunta dalla fede: non si puòcredere nelle promesse di Dio senza lasperanza e non si può sperare in Dio senzala fede.

In questo tempo in cui spesso si fatica atrovare delle ragioni per sperare, noi vo-gliamo radicare la nostra speranza nellaParola di Dio, la quale ci rivela che Egli èAmore (1 Gv 4,16) e perciò non può ope-rare nulla al di fuori dell’amore. Altri pas-si della Bibbia ci rivelano che Dio è bontàe benevolenza senza limiti, che il suo at-teggiamento amorevole è immutabile ver-so ogni creatura e che Egli non ci abban-dona mai.

Se ci fidiamo di questa Parola, qualun-que siano le difficoltà che incontriamo nelcammino della nostra esistenza, noi cre-diamo che le sofferenze presenti non co-stituiscono mai una condizione definitiva,ma che esiste sempre un “oltre” migliore.

Anche se per definizione la speranzaguarda al futuro, essa si radica già qui og-gi nella nostra relazione con Dio, attraver-so la preghiera fiduciosa e costante. SanPaolo scrive: “La speranza non delude,perché l’amore di Dio è stato riversato neinostri cuori per mezzo dello Spirito Santoche ci è stato dato “(Romani 5,5).

Come dice Papa Francesco: “La spe-ranza cristiana non è semplicemente undesiderio, un augurio, non è ottimismo:per un cristiano, la speranza è attesa, atte-sa fervente, appassionata del compimentodi un mistero, il mistero dell’amore diDio, nel quale siamo rinati e già viviamo.

Signore, donami la speranza di cui ho bisogno,fai ardere dentro il mio cuore, quotidianamente,una fiaccola di luce che possa guidarmi,anche quando le ombresembrano aver preso il sopravvento.Donami la speranza che nutre la mia mente,che non mi fa temere, che mi ricorda che tu sei sempre accanto a me.Signore, sii tu la mia speranza, regalandomi latua presenza nel mio cuore,la tua gioia nelle mie giornate,il tuo amore nei miei sorrisi.Che la tua speranza sia la bevanda,che disseta la mia bocca.Grazie.

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rio più vero, rimane una icona di incom-parabile suggestione per tutti noi, cheoggi siamo chiamati a confrontarci connuovi costumi e nuovi linguaggi.

Perfino nel suo congedo dalla scenabiblica Maria si caratterizza come donnadi frontiera. È presente, difatti, nel Ce-nacolo, quando lo Spirito Santo, scen-dendo sui membri della Chiesa nascente,li costituisce “testimoni fino agli estremiconfini della terra”. Noi non sappiamose, seguendo Giovanni, ha dovuto varca-re ancora una volta le frontiere. Secondoalcuni, avrebbe chiuso i suoi giorni nellacittà di Efeso: all'estero, cioè. Una cosaè certa: che, dal giorno di Pentecoste,Maria è divenuta madre di “una moltitu-dine immensa di ogni nazione, razza,popolo e lingua”, e ha acquistato una cit-tadinanza planetaria che le permette dicollocarsi su tutte le frontiere del mon-do, per dire ai suoi figli che queste, pri-ma o poi, sono destinate a cadere. Ma c'èun momento ancora più forte in cui Ma-ria si staglia, con tutta la sua grandezzasimbolica, come donna di frontiera. E ilmomento della croce.

Quel legno non solo ha abbattuto ilmuro di separazione che divideva gliebrei dai pagani, facendo dei due un po-polo solo, ma ha anche riconciliato l'uo-mo con Dio nell'unica carne di Cristo.La croce rappresenta, perciò, l'ultima li-nea di demarcazione tra cielo e terra. Ilconfine, ormai valicabile, tra tempo edeternità. La frontiera suprema, attraverso

Maria, donna di frontieradi don Tonino Belloa cura di suor Maria Fernanda Torta

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Compare appena sullo scenario dellasalvezza, e già la vediamo intenta a var-care confini.

Se non proprio con i visti rilasciatidal Ministero degli Esteri, deve subitovedersela con le tribolazioni che si ac-compagnano a ogni espatrio forzato. Co-me una emigrante qualsiasi. Anzi, peg-gio. Perché non deve passare la frontieraper motivi di lavoro. Ma in cerca di asi-lo politico. Molto chiaro l'ordine tra-smesso dall'angelo a Giuseppe: “Alzati,prendi con te il bambino e sua madre efuggi in Egitto, e resta là finché ti avver-tirò, perché Erode sta cercando il bambi-no per ucciderlo”.

Ed eccola lì, sul confine. Da una par-te, l'ultima terra rossa di Canaan. Dall'altra, la prima sabbia dei faraoni.

Eccola lì, tremante come una cervainseguita. E vero che gode del diritto diextraterritorialità, dal momento chestringe tra le braccia colui il cui dominiova “da mare a mare e dal fiume fino agliestremi confini della terra”. Ma sa pureche, come salvacondotto, è troppo ri-schioso esibire quel bambino alla poliziadi frontiera.

Il vangelo non ci lascia neppure unariga di quel drammatico momento. Manon è difficile figurarsi Maria, trepida ecoraggiosa, lì, sullo spartiacque di dueculture così diverse. Quella foto di grup-po, che Matteo non ha scattato sulla stri-scia doganale, ma che si conserva ugual-mente nell'album del nostro immagina-

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la quale la storia umana entra in quelladivina e diventa l'unica storia di salvez-za. Ebbene, Maria sta presso quella fron-tiera. E la bagna di lacrime.

Santa Maria, donna di frontiera, noisiamo affascinati da questa tua colloca-zione che ti vede, nella storia della sal-vezza, perennemente attestata sulle lineedi confine, tutta tesa non a separare, maa congiungere mondi diversi che si con-frontano.

Tu stai sui crinali che passano tral'Antico e il Nuovo Testamento. Tu seil'orizzonte che congiunge le ultime pro-paggini della notte e i primi chiarori delgiorno. Tu sei l'aurora che precede il So-le di giustizia. Tu sei la stella del matti-no. In te, come dice la lettera ai Galati,giunge «la pienezza dei tempi» in cuiDio decide di nascere «da donna»: conla tua persona, cioè, si conclude un pro-cesso cronologico centrato sulla giusti-zia, e ne matura, un altro centrato sullamisericordia.

Santa Maria, donna di frontiera, gra-zie per la tua collocazione accanto allacroce di Gesù. Issata fuori dell'abitato,quella croce sintetizza le periferie dellastoria ed è il simbolo di tutte le margina-lità della terra: ma è anche luogo di fron-tiera, dove il futuro si introduce nel pre-sente, allagandolo di speranza.

E di questa speranza che abbiamo bi-sogno. Mettiti, perciò, al nostro fianco.Noi oggi stiamo vivendo l'epoca dellatransizione. Scorgiamo le pietre termina-li delle nostre secolari civiltà. Addensàtisugli incroci, ci sentiamo protagonisti diun drammatico trapasso epocale, quasida un'era geologica all'altra. Ammassàtisul discrimine da cui si divaricano leculture, siamo incerti se scavalcare i pa-

letti catastali che hanno protetto finora lenostre identità. Le «cose nuove» con cuici obbligano a fare i conti le turbe deipoveri, gli oppressi, i rifugiati, gli uomi-ni di colore, e tutti coloro che mettono asoqquadro le nostre antiche regole delgioco, ci fanno paura.

Le frontiere, insomma, nonostante ilgran parlare sulle nostre panoramichemultirazziali, siamo più tentati a chiu-derle che ad aprirle. Perciò abbiamo bi-sogno di te: perché la speranza abbia ilsopravvento e non abbia a collassarci untragico «shock» da futuro.

Santa Maria, donna di frontiera, c'èun appellativo dolcissimo con cui l'anti-ca tradizione cristiana, esprimendo que-sto tuo stare sugli estremi confini dellaterra, ti invoca come “porta del cielo”.

Ebbene, nell'ora della morte, comehai fatto con Gesù, fermati accanto allanostra solitudine. Sorveglia le nostreagonie. Non muoverti dal nostro fianco.Sull'ultima linea che separa l'esilio dallapatria, tendici la mano. Perché, se sul li-mitare decisivo della nostra salvezza cisarai tu, passeremo la frontiera. Anchesenza passaporto.

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Prima puntata: la Fede (continua)«Gesù Cristo è l'unico fondamento

della nostra speranza, il sostegno dellanostra debolezza, il conforto nei nostritravagli: in Lui solo possiamo trovaree lume che rischiari le nostre tenebre erimedio che risani le nostre piaghe eprezzo per il nostro riscatto: Egli è l'u-nico riparatore dei nostri danni, l'uni-co mediatore fra Dio e l'uomo, Egli èla nostra redenzione, la nostra santifi-cazione, il nostro gaudio e la nostracorona».

«La natura tutta fu sensibile allaPassione e Morte del Salvatore: nefurono commossi i suoi medesimi cro-cifissori e noi saremo freddi e languidialla ricordanza di un tanto mistero? ».

«Anime cristiane, venite al Calva-rio e considerando la Passione e lamorte di Gesù Cristo, come Egli in-nocentissimo e santissimo abbia volu-to patir tanto e morire di simile morte,animiamoci a detestare il peccato chetrasse sopra un così crudele patiboloun Dio fatto uomo».

«Se Gesù Cristo fosse stato sem-plicemente un uomo, come spiegare ilfatto, innegabile ed eloquentissimo,che il Cristianesimo da Lui seminatonel mondo mise le sue radici cosiprofonde da resistere alle più terribilipersecuzioni e da crescere così vigoro-so da stendere i suoi rami su tutta laterra?».

«Gesù Cristo non disse già: è bene,è conveniente, è cosa utile il pregare,ma «oportet», cioè «bisogna» pregare.Un bisogno è per l'uomo il pregare,una vera necessità. Oportet semperorare et non deficere. E perché nessu-

30 ANNI DA BEATOFederico ci parla

no potesse portare per scusa che eglinon sa pregare, che egli non sa che dire,Gesù Cristo ci mette le parole in boccadicendoci: "Voi pregherete cosi: Padrenostro che sei nei Cieli", con quel chesegue».

«Come la pioggia mentre cade tran-quilla sopra il terreno viene operandosalutari effetti, l'arricchisce di umori ene promuove la vegetazione; come lapioggia è vita di ogni erba, di ogni pian-ta, di ogni fiore, di ogni frutto, così dob-biamo dire dello Spirito Santo. Discen-de questo Spirito in un cuore cristiano esubito vi opera meraviglie le più sor-prendenti, e subito l'arricchisce dei suoidoni e l'indirizza alla santità. Discendequesto Spirito nell'anima di un cristianoe subito ella è fatta sapiente, conosce la

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vanità delle cose terrene e l'importanzadelle cose celesti. Discende questoSpirito nell'anima di un cristiano e su-bito la mente di lui è illuminata intor-no ai misteri di Dio, alle verità delVangelo. Discende questo Spirito nel-l'anima di un cristiano ed ogni dubbioscompare via fugato da buoni suggeri-menti e da sante ispirazioni. Discendequesto Spirito nell'anima di un cristia-no e subito essa è fortificata a vincerele insidie del mondo, gli assalti del de-monio, la ribellione delle passioni».

«Come una figlia può presentarsicon confidenza al padre ed è sicura diessere bene accolta nelle sue doman-de; come una sposa tutto si riprometteda colui al quale fu unita in vincolo in-dissolubile di santo amore; come unamadre ha diritto che il figlio suo, in se-gno di ossequio, ne assecondi i deside-ri, così con confidenza può presentarsial Signore Maria e domandare pernoi; e ben possiamo essere certi che,ove essa interponga la sua autorevolevoce, la grazia per noi è fatta».

«La passione di Maria sul Calva-rio fu somigliantissima a quella di Ge-sù nel Getzemani la quale tutta si rac-chiuse dentro l'anima, e della quale,principio unico, strumento ed arteficefu l'amore».

«Chi mai sollevando il suo pensieroalla Vergine Maria, tutta pura, santa,immacolata e contemplandola ora inCielo Regina, degli Angeli e degli uo-mini, del cielo e della terra, non si sen-te portato da vivo desiderio di andarlaa raggiungere in quella celeste gloria,per essere con Lei eternamente beato».

«Molti e singolarissimi sono i bene-fizi che noi riceviamo dal ministero in-visibile dei benedetti nostri AngeliCustodi; benefizi di ogni sorta e inogni ora e in ogni momento dal primonostro nascere fino all'ultimo respirodi nostra vita. Soltanto nella luce del-l'altro mondo potremo conoscerli edapprezzarli come lo meritano, ma in-tanto, perché adesso non ci sono pale-

si, non per questo siamo dispensati dalsentirne riconoscenza».

«Nelle tentazioni ricorrete a Dio eda Maria SS. con brevissime orazioni,con due parole. Quando una personasi trova in qualche pericolo e bramasoccorso non si perde in lunghi discor-si ma chiede aiuto in breve; quando unbambino è impaurito per qualche vistacattiva: "Mamma, mamma" grida. Co-sì dobbiamo fare ancor noi: "Gesùmio, misericordia! Maria aiutatemi!"».

«Recitiamo il Credo nelle nostreorazioni del mattino e della sera. Allamattina apriamo il corso della nostragiornata col professare di essere cri-stiani; alla sera, prima di chiudere gliocchi al sonno, professiamo la fede diGesù Cristo e questa fede in noi colti-vata, da noi professata frequentementein terra, ci farà strada all'acquisto delParadiso».

«Sarebbe presunzione lo sperareuna eternità felice senza essere devotied amare la preghiera, perché per arri-vare a godere Dio ed adorarlo persempre in Cielo conviene prima osse-quiarlo in terra, e non vi è altro mez-zo di ossequiare Dio in terra che l'ora-zione».

«Quando è che i ciechi ottennero lavista, quando è che i lebbrosi furonoguariti, quando è che il Centurione ot-tenne la grazia della sanità del suo fi-glio, quando mai la Cananea ottenne laliberazione della sua figlia dallo spiritomaligno da cui era invasa, quando ilbuon ladrone ottenne la conversione senon quando pregarono il Salvatorecon viva fede? E l'esaudimento dellaloro preghiera fu immediato».

«Come il movimento promuove ilcalore e mantiene in salute, così il la-voro fatto per l'anima la riscalda e lasalva».

(fine della prima puntata)selezione e commenti

di Pierfortunato Raimondo

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Dalla Comunità di Accoglienza di TorinoVia Valentino Carrera nell’esperienza di Suor Sylvie

Durante la mia permanenza in Italia, hovissuto alcuni periodi a Torino con Anna, nel-la Comunità di Accoglienza per mamme conbambini, che si trovano in difficoltà.

La mia prima impressione è che qui l’im-prevedibile succeda sovente. Passano deigiorni durante i quali non giungono richiestedi accoglienza e allora si può pensare che for-se sono diminuite le necessità. Ma poi, ina-spettatamente, ne arrivano tante da dover ri-spondere che non c’è più posto. Talvolta vie-ne da ricordare le tante persone ospitate, ( inquesti 33 anni ne sono passate circa duemi-la), la maggioranza delle quali non si sonopiù fatte sentire. Improvvisamente suona iltelefono: “Sono stata ospite della vostra Co-munità con il mio figlio piccolo 25 anni fa enon mi sono mai dimenticata dell’aiuto cheho ricevuto. Ora, che finalmente mi è possi-bile, vorrei un po’ ricambiare, offrendo qual-che ora di volontariato…”. E questo non èl’unico caso. Un incoraggiante segno per po-ter ritenere che forse anche altre ospiti non sifanno vive, ma non hanno dimenticato.

Anche nel presente però posso dire che

l’imprevedibile è sempre all’ordine del gior-no. Un’ospite esce con le due figlie dicendo:“Questa sera non ritorniamo per cena”, maverso le 18 arriva una telefonata: “Scusa An-na, ma c’è stato un imprevisto e perciò ci sa-remo tutte e tre per mangiare” e così via…Veramente, qui bisogna essere sempre di-sposte a cambiare programma e questo ri-chiede un esercizio continuo di disponibilitàe di pazienza.

Ritornando in Benin a fine aprile porteròcon me il ricordo di questa esperienza, chemi ha permesso di costatare come si può vi-vere la gratuità, con lo spirito di quella “ca-rità che non fa rumore”, secondo lo stile delnostro Beato Padre Fondatore. Ringrazio An-na da parte mia per la sua condivisione fra-terna e sento di doverla ringraziare anche anome di tutta la Congregazione, alla qualeessa appartiene come membro laico associa-to, per la responsabilità e la generosa dedi-zione con cui porta avanti questo preziososervizio. Che il Signore la sostenga e la be-nedica!

Suor Sylvie

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La gioia di vivere con i bambini piccoli

dal BENIN

Da circa due anni ho iniziato la mia esperienzacome insegnante nella scuola San Pietro e SanPaolo di Parakou. Anche se incontro delledifficoltà, i bambini mi danno gioia e suscitanoin me la meraviglia nell’osservare le loroattitudini e i loro comportamenti. Mi insegnanoogni giorno a essere semplice, a non conservarerancori, pronti come sono loro a ricominciaresubito il gioco insieme.I bambini della classe a me affidata sono 44,dei quali 20 femminucce e 24 maschietti, tuttiin età dai due ai tre anni, in maggioranzaprovenienti da famiglie mussulmane. Essereinsegnante di scuola materna non è facile,perché richiede molte energie, del tempo perla preparazione, tanta pazienza e buona volontà.Inoltre, nella mia scuola si aggiungono delledifficoltà dovute a diversi motivi: - la mancanzadello spazio necessario per svolgere le attività,(tutto si deve fare nell’unica aula) - la mancanzadi materiale adeguato per far lavorare i bambini,secondo il programma stabilito - una certaabitudine di non rispettare l’orario dell’entrata

e dell’uscita da parte dei genitori.Molti bambini poi provengono da situazionifamiliari complicate e problematiche.Posso dire di avere in generale delle buonerelazioni con i genitori e con i colleghiinsegnanti, come pure con i dirigenti scolasticie questo mi facilita il compito. Cerchiamo tuttiil bene dei bambini.Questa attività mi porta a pensare sovente alnostro Fondatore, il Beato Federico Albert, ilquale come prima categoria di persone daaiutare ha pensato ai bambini piccoli, dandoinizio alla “scuola materna”, affinché essipotessero ricevere una solida formazione umanae cristiana. Ed egli ha dedicato a questi piccoliuna buona parte del suo tempo, accogliendolicon molta bontà e tenerezza. Da parte mia,cerco di camminare sulle orme del Fondatore,rispondendo alle attese dei bambini di oggi,per incarnare il suo carisma e vivere come luila carità che non fa rumore, con umiltàsorridente.

Suor Flora

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dal “Foyer Federico Albert”di PÉRÉRÉ

dal BENIN

Il nostro Foyer “Federico Albert” ospitaragazze dei villaggi che, dopo le elementari,frequentano le scuole a Péréré. Secondol’ordinamento scolastico del Benin, questevengono classificate in sesta, quinta, quarta,terza e seconda; segue poi l’ultimo anno,decisivo per conseguire la maturità. (La loroterza corrisponde al diploma delle medienell’ordinamento scolastico italiano).In questi anni abbiamo constatato, con grande

tristezza, che la maggioranza delle giovani siferma alla classe terza. Dopo di che o si sposanoo imparano un mestiere e non proseguono glistudi. Per cercare di favorire la possibilità dicontinuare a frequentare la scuola, ritenuta danoi importante per l’educazione e per l’avveniredi queste ragazze, secondo il carisma del nostroFondatore, quest’anno abbiamo aperto il Foyeranche alle alunne della classe seconda, mentrein precedenza accettavamo solo fino alla terza.Perciò, in questo anno accademico 2014-2015il Foyer ospita 46 ragazze, dalla sesta allaseconda, 13 in più confronto alle 33 presentilo scorso anno.

La vita all’interno del Foyer si svolge in tretempi: la preghiera, lo studio e i lavori domestici.Il momento della preghiera ha lo scopo diiniziare le giovani ad una vita di fede piùprofonda e consiste nel ritrovarsi tutte insiemeattorno alla grotta della Madonna per lapreghiera del mattino. Nello stesso modo, ci siritrova la sera, prima del riposo, per ascoltareil Vangelo del giorno dopo. Il sabato pomeriggioesse frequentano i corsi di catechesi inParrocchia e dopo si impegnano nelle diverseattività parrocchiali: nella corale, con suorJulienne, nella preparazione della liturgia, ecc…Per quanto riguarda lo studio, durante la giornatae alla sera esse hanno delle ore di studiopersonale dopo che hanno partecipato ai corsiguidati da suor Josiane e da Charlotte, la nostrapre-postulante. Inoltre, nello studio di alcunematerie specifiche sono seguite da professoriesterni. Nel tempo dedicato ai lavori domestici,

le ragazze si dividono in piccoli gruppi pereseguire le seguenti attività: attingere l’acquadal pozzo, scopare e tenere in ordine gliambienti, bagnare i fiori, cucinare e consumareinsieme i pasti della domenica ( negli altri giorniognuna cucina i propri )…

Come dice un proverbio africano “ dopo lafatica viene lo svago”, il sabato sera le ragazzefanno ricreazione insieme con danze e canti ela domenica pomeriggio si dedicano alle attivitàsportive. Ecco in breve come si svolge la vita al Foyer,

sotto la guida attenta ed affettuosa di suorLaetitia e suor Josiane e con la collaborazionedi tutta Comunità di Péréré. Ricordateci nellavostra preghiera.

Ragazze del Foyer in tenuta sportiva

Ragazze del Foyer in divisa scolastica

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Da alcuni anni, la “Maratona Salesiana”, or-ganizzata dagli Oblati di S. Francesco di Sales,interessa tutte la categorie di persone. La cor-sa a piedi per le vie della città fa ormai scuolain Benin e si è estesa in molte parti della Re-gione.

Sabato 14 febbraio 2015, i partecipantiall’8° edizione di questo evento sportivo si so-no riuniti presso la Parrocchia di OKE DAMAin Parakou Sono giunte da 13 paesi diversi per-sone di tutte le età e di ambo i sessi, di tutte lecondizioni sociali e di varie religioni, e unite sisono sottomesse a questa disciplina del corpoe dello spirito. La Maratona è iniziata con ilcanto dell’inno nazionale del Benin, per esse-re in armonia con la nostra patria.

Gli atleti (più di 1200) hanno corso la Ma-ratona cantando il tema di questa 8° edizione: “TUTTO GRIDA ALLE ORECCHIE DELNOSTRO CUORE: AMORE, AMORE” (S.Francesco di Sales)

Per non rimanere al margine di questo av-venimento sportivo, al quale partecipano anchereligiosi e religiose, si sono rese presenti anche

le suore Albertine, rappresentate da noi tre: suorFlora, la novizia Nicolette e la postulante Ca-roline. Alle h 6,30 eravamo già sul luogo dellapartenza per adempiere alle ultime formalità.C’erano tre possibilità di corsa: una di 42 Km,una di 21 Km ed una di 10 Km. Noi abbiamoscelto quella di 10 Km, secondo le nostre ca-pacità.

Alla fine della gara, c’è stata la cerimoniaper la consegna dei premi. Noi della terza ca-tegoria abbiamo ricevuto come ricompensa del-le medaglie. In conclusione, eravamo tutte af-faticate, ma felicissime di aver partecipato aquesta competizione sportiva, che ci ha per-messo di misurare le nostre capacità fisiche,psicologiche e spirituali. Siamo convinte unavolta di più dell’importanza di praticare lo sporte non solo una volta all’anno, ma in manierapiù regolare, perché esso contribuisce a man-tenere una buona salute a tutti i livelli.

Suor Flora.Nicolette e Caroline

8° edizione della “MaratonaSalesiana di PARAKOU”

dal BENIN

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Carissimi amici,di tutto cuore vi auguriamo una felice Pa-squa!Non abbiamo grandi notizie da raccontarviperò ci fa piacere raggiungervi per condivi-dere con voi un po’ della nostra vita guate-malteca. A metà gennaio è iniziato l’anno scolasticoe la scuola parrocchiale “Fe y alegria” ha vi-sto aumentare ancora il numero degli iscrit-ti. Potremmo cantare “aggiungi un banco inaula, che c’è un alunno in piú...”, ma non u-no solo... quattro, cinque... Nella classe di se-conda sono arrivati a 40! Per fortuna son pic-coli e stringendosi un po’ ci stanno.

I bambini “de la tarde” (quelli che si ferma-no al doposcuola) sono una trentina, comel’anno scorso, ma immagino che dopo le va-canze di Pasqua, ci saranno nuove richieste,perché in questo mese sono cambiate le mae-stre e le attuali hanno molte iniziative, han-no proposto nuove attività, manuali e sporti-ve, e si sta pensando al teatro e alla musica...chissà che spettacolo alla fine dell’anno!Per il momento, le bambine imparano a muo-versi e ad esprimersi in pubblico. Non la-sciatevi ingannare dalle apparenze: i bei ve-stitini sono della figlia della maestra, ormaigrande, che li ha custoditi con cura, da quan-do era bimbetta o ragazzina! Almeno per unpomeriggio le bimbe si sono sentite delle re-

ginette!Anche il gruppo dei chierichetti della par-rocchia va crescendo e per il 15 di marzo, fe-sta patronale in onore di “Maria, Madre delDivino Pastore” hanno invaso il presbiterio

e i primi banchi... quasi da far invidia alle ce-rimonie nella basilica di San Pietro! (mode-stamente!)Invece, le aspiranti sarte, quest’anno sonomeno numerose del previsto. Alcune, che a-vrebbero dovuto frequentare il secondo an-no, chissà, si considerano già sufficiente-mente esperte, altre hanno trovato un lavoro

“Perché cercate tra i morticolui che è vivo?” da OLOPA

GUATEMALA

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fisso... Per cui abbiamo potuto aprire le por-te anche ad un gruppo di giovani di Olopacentro, che già l’anno scorso si erano dimo-strate un po’ gelose della preferenza che a-vevamo dato alle ragazze delle aldee. Così a-desso sono tutte contente! Anche la maestra,che le può seguire meglio.La novità dell’anno è che da tre mesi è ini-ziato nella parrocchia un servizio di Pedia-tria, due giorni alla settimana, in collabora-

zione con l’associazione “Paz y bien” diQuezaltepeque, un municipio vicino. Fon-data da un padre Cappuccino spagnolo, laFondazione si occupa di bambini e giovanidiversamente abili, ospitati nel loro Centro,nel quale funziona anche un consultorio a-perto a tutta la popolazione. Uno dei loro pe-diatri viene per due giorni, martedì e giovedì,a Olopa: prezzo della visita 1 euro! (Peccatosia così lontano, penserà già qualcuno che ciporterebbe volentieri il pargoletto quando siammala!) La farmacia si è spostata nel loca-le della segreteria parrocchiale (adesso con-vivono), e si è attrezzato l’altro ambiente aclinica. I piccoli clienti non mancano... e nonsolo piccoli, a volte si presentano anche de-gli adulti.

In questo mese di marzo l’attività pastoralee liturgica è stata particolarmente intensa perla novena e la celebrazione della Festa Pa-tronale, che ha visto la partecipazione di al-cune migliaia di persone. E’ seguita la Setti-mana Santa che in Guatemala, come in tuttal’America Latina, è vissuta con particolare

intensità, con il rischio di dare quasi più im-portanza alla Passione che non alla Resurre-zione del Signore Gesù.Ho letto e meditato un libretto, in lingua spa-gnola ma di un autore italiano, Paolo Curtaz,intitolato “Convertirsi alla gioia “ed. SanPaolo. “La conversione più difficile - dicel’autore - è passare da una visione crocifis-sa della fede a una risorta” (e questo lo hascritto per gli italiani! Anche se cade a pen-nello per i latino americani), “perché Gesù èvivo, è risorto, è presente, che ci crediamo ono, che ce ne rendiamo conto o no.” Con-vertirsi alla gioia, la gioia di credere in unGesù vivo, che ci raggiunge alla fine dellanostra notte, quando tutto sembra perso, co-me quella volta con gli apostoli sulle rive dellago di Galilea dopo una notte di pesca sen-za risultato alcuno; quando l'animo è stancodi combattere e cede allo sconforto, Lui ciinvita a gettare ancora le reti... Buttiamo dal-la finestra il pessimismo, superiamo la tri-stezza! Il Signore è risorto, e con lui siamochiamati a risorgere anche noi. Che la gioiadella Pasqua vi accompagni nel camminarequotidiano, a volte piano e leggero, a volteripido e più faticoso, ma sempre illuminatoda un raggio di luce che scaturisce da quelsepolcro vuoto.

Un gioioso grazie a tutti e un abbraccio affettuoso da

Suor Maria Luisa e suor Alfonsina

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Eravamo nell'estate del 1953: la ScuolaMedia delle Suore Albertine era in piena atti-vità con larga partecipazione di allieve. Dapoco era anche stato avviato l'Istituto Magi-strale, che sarà poi riconosciuto legalmentenel 1956, dove erano presenti impareggiabiliinsegnanti, quali suor Palmira e Suor M.Francesca.

Fin dalla metà dell'Ottocento, su iniziativadel beato Federico Albert, le Suore da lui fon-date, per tanti anni, quasi senza soluzione dicontinuità, in mancanza di scuole femminilistatali, oltre il ciclo elementare, avevano per-messo a tante giovani di Lanzo e delle Vallidi continuare gli studi.

Non mi pareva giusto che, terminate lescuole, non vi fosse più un'occasione di incon-tro tra insegnanti ed ex-allieve, tutte insieme.

Vi era stato un tentativo di costituire l'as-sociazione ex-allieve nel settembre del 1937,in occasione della traslazione delle veneratespoglie del Beato Albert dal Cimitero di Lan-zo al Sacello, adiacente alla Cappella dell'Isti-tuto, con l'organizzazione di un incontro, cuiavevano partecipato molte ex-allieve, ma l'i-niziativa non aveva avuto continuità.

Fu così che, con la collaborazione di Inse-gnanti, allieve ed ex-allieve e con l'appoggiodi don Ponchia, istituimmo l'Associazione econvocammo il primo convegno il 20 settem-bre 1953. Vi parteciparono anche tante ex-al-lieve anziane che avevano frequentato lascuola all'inizio del Novecento; fui eletta Pre-sidente.

Da allora, salvo gli ultimi anni a causadella mia tarda età, ho partecipato a tutte leiniziative e a tutti i convegni, con grande en-tusiasmo e sempre memore degli insegna-menti ricevuti dalle Suore Albertine.

Ora nuova Presidente è la prof.ssa SerenaCasana, cui va il mio affettuoso saluto e ilmio augurio.

Non posso tacere di aver sofferto per il

momento di crisi economica che ha attraver-sato recentemente la Scuola, crisi che ha ri-schiato di determinarne la chiusura.

Per questo sono particolarmente grata atutti coloro che hanno voluto istituire la Coo-perativa che dà continuità alla Scuola e so-prattutto che continua a garantirne l'ispira-zione cristiana.

Alle ex-allieve e agli ex-allievi l'invito atornare numerosi ai convegni annuali: è unritorno tra i banchi della "nostra" Scuola in-sieme con gli Insegnanti e i compagni dellafanciullezza; è un momento ricco di gioia edi solidarietà in cui è facile rinnovare l'impe-gno di vivere secondo la formazione umanae cristiana ricevuta dalle Suore Albertine.

Anna Maria Vietti

Eccomi qui.Son passati un po’ di anni da quando fre-

quentavo questi luoghi da studentessa, ed orami ritrovo dall’altra parte della barricata.

L’emozione è grande. Se me lo avesserodetto trent’anni fa non ci avrei mai creduto(e credo nemmeno le mie compagne). Eppu-re, oltre a svolgere il mio lavoro da inse-gnante, ora sono stata chiamata a ricoprireanche la carica di Presidente delle ex allie-ve/i. Certo essere all’altezza di chi mi ha pre-ceduto sarà un’ardua impresa, ma mi impe-gnerò al meglio.

Rivolgo un ringraziamento sincero all’O-norevole Anna Maria Vietti, dalla quale rice-vo il testimone, per quanto fatto in questi an-ni e a tutti voi va il mio saluto.

Vi do’ appuntamento per l’annuale ritro-vo di ottobre, occasione in cui avrò modo dipresentarmi e stringervi la mano.

A prestoSerena Arch. Casana

Un saluto alle ex Allieve / ex Allievida parte dell’On. Anna Maria Viettiprima Presidente dell’Associazione e un benvenutoalla nuova Presidente Prof.ssa Serena Casana

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Una Cooperativa di insegnanti per conti-nuare l'attività educativa iniziata nell'Otto-cento dal Beato Federico Albert, che, insie-me a San Giovanni Bosco, fece di Lanzo unpolo scolastico di primaria importanza perla provincia di Torino.

La media paritaria "Federico Albert" daquest'anno scolastico 2014/15, è gestita dauna cooperativa voluta fortemente dai geni-tori degli allievi e dagli insegnanti, quasi tut-ti ex allievi, che da anni operano in questarealtà. Dopo la chiusura dell'attività da partedelle Suore Albertine, che per decenni hannoformato migliaia di ragazzi e ragazze delleValli di Lanzo e del Ciriacese, dal 1° settem-bre 2014, la cooperativa "Federico Albert"onlus è subentrata nella gestione della scuolae da subito ha iniziato la sua attività in ambi-to didattico ed educativo. Grande successo haottenuto l'iniziativa "Settembre ragazzi", nel-le due settimane che hanno preceduto l'avviodell'anno scolastico. Oltre 40 ragazzi di etàcompresa fra gli otto e i 14 anni, hanno fre-quentato le attività previste, ovvero esecuzio-ne dei compiti delle vacane al mattino, gio-chi, attività sportive e socializzanti il pome-riggio. Dato il successo e le numerose richie-

ste pervenute, l'iniziativa è confermata ancheper il prossimo settembre 2015.

Molte le attività proposte agli studenti sindalle prime settimane di scuola: oltre al do-poscuola interno, aperto a studenti e studen-tesse della scuola e non, la settimana dei no-stri allievi prevede corsi di judo, scherma,danza, attività manuali..., laboratori di latinoe di recitazione, corsi di inglese con inse-gnante madrelingua, corso per la preparazio-ne all’esame trinity per i ragazzi di terza me-dia, pianoforte. Ogni classe dispone oggi diun pc e di un video utilizzato per varie ricer-che ed attività didattiche. La scuola disponepoi di un'aula Lim attrezzata, di un'aula mu-sica con molti strumenti, di un laboratorio discienze e di spazi per il gioco all'aperto e alcoperto. Il doposcuola, seguito da vicino daun educatore, da alcuni docenti della scuolae da due volontarie neolaureate, è frequenta-to da molti allievi, come pure la mensa, e peril prossimo anno già si pensa di ampliare l'of-ferta di iniziative scolastiche.

Numerose le uscite didattiche organizzatenel corso di quest'anno: nel mese di ottobregli studenti hanno partecipato alla Giornatadella scuola organizzata dal Vescovo CesareNosiglia per le scuole e l'uscita a Torino èstata anche l'occasione per visitare alcunimusei del capoluogo subalpino. Nel mese dinovembre i ragazzi hanno partecipato allatrasmissione televisiva RaiGulp, ma il mo-mento più atteso è stato indubbiamente la vi-sita di istruzione a Perugia, Assisi e Gubbio,dal 17 al 20 marzo scorso. Sono stati quattrogiorni ricchi di emozioni, di gioia, di festache hanno consentito ai nostri allievi di im-parare divertendosi, riflettendo ed arricchen-do il proprio animo. Scoprire la figura di SanFrancesco e i luoghi in cui è vissuto, visitarecittà e borghi bellissimi ricchi di arte e di cul-tura, hanno affascinato tutti, docenti ed allie-vi. Particolarmente intensi gli incontri di spi-ritualità con i frati minori di San Damiano e

La Scuola Media F. Albert

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della Porziuncola: come dimenticare fra'Giandomenico e fra' Emanuele, che in modosemplice ed appassionato, hanno risposto atutte le domande degli allievi, guidandoli inun percorso di crescita spirituale che ha la-sciato il segno. Nella settimana di Pasqua,come vuole la tradizione di questa scuola, inostri allievi sono saliti a Viù, con il loro do-cente di religione, don Augusto, e diversi in-segnanti per le giornate di spiritualità. Anchein questa occasione grande divertimento, in-tensa socializzazione e momenti di preghierae di spiritualità.

Nel mese di marzo la scuola ha ospitatotra le sue mura la Madonna di Fatima itine-rante, un'iniziativa che ha toccato profonda-mente grandi e piccoli. Nel mese di maggiosono previste ancora due uscite: martedì 5 gliallievi saranno a Torino per l'Ostensione del-la Sindone, mentre il giorno 14 saranno a Mi-lano per visitare l'Expo 2015.

Nel mese di luglio un gruppetto di ragaz-zi e ragazze delle tre classi effettueranno unavacanza studio a Malta con la Ef, accompa-gnati da un docente della scuola, anche que-sta una nuova iniziativa che ha ricevuto un ri-scontro positivo da parte delle famiglie.

Intanto sabato 27 marzo, l'allieva dellaclasse prima, Beatrice Periolo, è stata pre-miata nell'ambito del concorso "Un posterper la pace", promosso dal Lions Club CirièD'Oria e Valli di Lanzo. La studentessa si èclassificata tra i primi cento partecipanti su

cinquemila elaborati. Merito alla ragazza eall’insegnante Evita Maddaleno.

Per continuare all’insegna della tradizio-ne del nostro istituto, dalla quale non voglia-mo discostarci, l'anno scolastico si chiuderàcon uno spettacolo di recitazione, musichecanti a cui tutti sono invitati a partecipare.Sarà questa una nuova occasione per trascor-rere un po' di tempo in compagnia delle fa-miglie, come è già successo a Natale. e perconcludere in bellezza questo anno scolasticoper certi versi difficile, ma soprattutto riccodi grandi soddisfazioni e di gioia in CristoGesù!

Lo staff di dirigenza:La Dirigente Scolastica Domenica Calza

La Vice Preside Serena Casana e presidente delle ex allieve.L'educatore Stefano Ippolito

Chi volesse aiutare la nostra realtà scolastica lo può fare donando il 5 x mille alla coo-perativa. In sede di dichiarazione dei redditi occorre compilare il riquadro relativo allaseguente finalità, apponendo la firma e indicando il codice fiscale della cooperativa:

Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delleassociazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute cheoperano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997

FIRMA…………………………………

Codice fiscale del beneficiario 11135520010

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CASA GENERALIZIAPiazza Albert, 3 - Tel. 0123.28.105 - Fax 0123.32.00.97 - 10074 LANZO TORINESE (TO)E-mail: [email protected]

SCUOLA MEDIA PARITARIA «FEDERICO ALBERT»Via San Giovanni Bosco, 47 - Tel. e Fax 0123.28.07110074 LANZO TORINESE (TO) - E-mail: [email protected] - www.scuolamediafalbert.it

CASA DI PRONTA ACCOGLIENZAVia Carrera, 55 - Tel. e Fax 011.79.65.64 - 10146 TORINO - E-mail: [email protected]

STRUTTURA RESIDENZIALE PER ANZIANI «CHA MARIA» Tel. 011.91.87.848 - Fax 011.91.87.517 - 10020 PIAZZO DI LAURIANO (TO)E-mail: [email protected]

COMUNITÀ SUORE ALBERTINE - Olopa (Guatemala)E-mail: [email protected] - Tel. 00502.42883552

COMMUNAUTÉ SOEURS ALBERTINES - Mission CatholiqueB.P. 002 PÈRÈRÈ - REPUBLIQUE DU BENIN (Afrique) - Tel. 00229.23625151

COMMUNAUTÉ SOEURS ALBERTINES - Maison de FormationB.P. 913 PARAKOU - Tel. 00.229.23610240 - [email protected] - REPUBLIQUE DU BENIN (Afrique)

COOPERATIVA SOCIALE ONLUS “B. F. ALBERT”10074 LANZO TORINESE (TO) - Via San Giovanni Bosco, 47 - Tel. e Fax 0123.28071www.scuolamediafalbert.it - E-mail: [email protected] - [email protected]

Con permiss. ecclesiastica - Rino Maitan dir. resp. - Reg. Trib. Torino n. 3775 del 27-3-1987 - GB Alpignano

Foto Ferrara - Lanzo