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Covisco 2014 – L09 – Tornanti, negoziazioni, octroyages 1 LEZIONE 8 Perché i giovani, nel loro piccolo, non si incazzano? Scansione del tempo in tornanti e dinamiche di negoziazione e octroyage CoViScO 2014/2015 Giuseppe A. Micheli

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Covisco 2014 – L09 – Tornanti, negoziazioni, octroyages 1

LEZIONE 8

Perché i giovani, nel loro piccolo, non si incazzano?

Scansione del tempo in tornanti e dinamiche di

negoziazione e octroyage

CoViScO 2014/2015Giuseppe A. Micheli

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 2

QUESTIONE NUMERO 1

[1]

Slittamenti nella ‘memoria-abitudine’ possono essere frutto di octroyage, oltre

che di negoziazione?

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Modi di impatto della memoria

[] Una modificazione della memoria comunicativa (Assman), essenzial-mente cognitivo

[III] Una modificazione della base emozionale del processo cognitivo-nor-mativo di formazione delle scelte

[II] La rimodulazione-rinego-ziazione di un segmento di si-stema normativo (memoria-abitudine di Bergson): es. ‘patto di sangue’

Ma cosa transita nell’impatto tra generazioni? Quali ‘messaggi’ sono trasmessi lungo il canale generazionale? Tre tipi diversi:

Un mutamento in norme, valori o pratiche può prender piede da una certa coorte a causa di una esperienza vissuta (o trasmessa) direttamente ‘alla

fonte’ delle nuove coorti, nella loro infanzia o adolescenza. L’impatto non è il risultato di una trasmissione cognitiva/normativa, ma opera per linee più

sotterranee. La ‘dote’ ereditata può esser trasmessa tramite processi di socializzazione e ‘mimesi muscolare e posturale’ nella prima

adolescenza (Allport, 1958: learning through identification). In questi casi il mutamento transita dalla coorte dei genitori a quella dei figli (generazioni in

senso antropologico) senza contaminare le generazioni intermedie. TORNEREMO SU QUESTO TIPO DI IMPATTO PARLANDO DI MODELLI

FAMILIARI.

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Memoria comunicativa e effetti eco: tre memorie del nazismo

Memoria del s

ilenzio

Memoria del r

isveglio

Diritto

alla smemora

tezza

1920 1922

25 anni

1945 1947

1971 1973

25 anni

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 5

Memoria-abitudine e rinegoziazione dei patti

Se ci sono indizi che facciano ipotizzare qualche mutamento in norme e pratiche a partire da una certa coorte, siamo certi di sapere chi innesca il cambiamento?

MORALE: Il cambiamento di pratiche e regole demografiche si attua attraverso una rinegoziazione dei patti tra generazioni: il suo esito a sua volta è legato:

a) al modello di famiglia entro cui avviene la trasmissione (o rinegoziazione),

b) all’evoluzione di questo modello.

“Io andavo sabato e domenica a vivere da M. e poi tornavo a casa, con la borsa delle robe da lavare, ma mia madre mi disse “Senti, hai 19 anni, sei maggiorenne, hai ben idea di cosa fare nella vita perché lo pretendi, lui vive da solo ha una casa, anziché andare là tre giorni e poi tornare qua nevrastenica, vieni qua nei week-end e torna là nevrastenica. Vai a stare col tuo compagno, quando vuoi vieni qua. Non lo sto dicendo per farti riflettere ma proprio devi andare”. Anche per i miei fratelli, quando è arrivato il loro momento, ha detto “è il tuo momento, devi uscire”. I genitori nati negli anni Trenta avevano (non sempre) una filosofia di vita e uno

stile pedagogico che non ammettevano incertezze sui ruoli specifici per ogni fase della vita. Già i genitori nati 10-15 anni dopo non spingono più i figli a recidere il legame originale.

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 6

Memoria abitudine: negoziazione vs octroyage

COSTITUZIONE OCTROYÉE: Documento che definisce i principi fondamentali dell'ordinamento di uno stato, la cui emanazione, invece che essere espressione di un'assemblea costituente sovrana, è direttamente dipendente dalla volontà e dalla au-torità del re, identificandone così il carattere concessivo e limitato [Carta di Luigi XVIII (1814), di Luigi Filippo d'Orléans (1830), Statuto Albertino (1848)].

IPOTESI: La convenienza di una posta in gioco per una data generazione può indurla a concedere una posta ‘equivalente’ alla generazione dei figli; posta quindi non strappata dai figli ai padri, ma graziosamente concessa dai secondi ai primi

“Oggi assistiamo al rifiuto assoluto di un pas-sato inutile da parte di una generazione inno-vatrice, completamente rivolta verso l’avveni-re. Si è soliti attribuire questa volontà di fare tabula rasa solo alla gioventù di oggi. È chiaro che essa ne ha tratto conclusioni più radicali e rivoluzionarie, ma la rottura in sé non è opera sua, è stata perpetrata dai sessantenni di oggi [NdA: 1979] quando e-rano giovani, fin dagli anni ’40-’50 del nostro secolo” (Ph. Ariès, 1979).

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Due memorie generazionali contrastanti dei Trenta Gloriosi“Gli anni tra il 1945 e il 1975 sono stati riconosciuti da quasi tutti come una sor-ta di miracolo, che generò l’American way of life. Due generazioni di americani, uomini e donne che avevano vissuto la seconda guerra mondiale, e i loro figli che avrebbero celebrato gli anni Sessanta, sperimentarono sicurezza occupa-zionale e mobilità sociale verso l’alto in proporzioni mai viste prima (e che mai più si sarebbero riviste dopo di allora) (..) (Ma) un grande divario separa queste due generazioni. Per tutti coloro nati dopo il 1945, lo Stato sociale e le sue istituzioni non erano la soluzione a dilemmi precedenti: rappresentavano semplicemente le condizioni normali (e anche un po’ noiose) dell’esisten-za. I baby boomers, che a metà degli anni Sessanta facevano il loro ingresso all’università, non avevano conosciuto altro che un mondo di crescenti oppor-tunità, generosi servizi scolastici e sanitari, ottimistiche prospettive di ascesa sociale e (forse soprattutto) un’indefinibile ma onnipresente sensi di sicurezza. Gli obiettivi della precedente generazione di riformatori non interessavano più ai loro eredi, anzi venivano percepiti sempre di più come restrizioni alla libertà e all’espressione individuale” (Judt, Ill Fares the Land, 2010, corsivo nostro).

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 8

QUESTIONE NUMERO 2

[2]

Dove inizia e quando termina una generazione ? E in che

modo le “fasi rem” del corso di vita scandiscono le

generazioni in tornanti?

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 9

Quanto è larga una generazioneTra gli studiosi di marketing Landon Jones (1980) definisce boomers i nati tra il 1946 e il 1964, tutti quelli nati dopo la seconda guerra mondiale. Invece per Strauss e Howe (1991) sono boomers (dipinti come non conformisti e più propensi a rischiare) i nati tra il 1943 e il 1960, mentre la generazione X (i “thirteeners”, tredicesima generazione prodotta in America dalla sua fondazione, più conservatori e conformisti) è costituita dai nati tra il 1961 e il 1981: cicli di 17 e 21 anni.

In entrambi i casi c’è tra gli esperti di marketing una grande difficoltà a delimitare le generazioni lungo l’asse del tempo storico. In base alla delimitazione di L. Jones gli ultimi boomers (nati nel 1964) raggiungono i 30 anni nel 1994: ma come può –Ritchie (1995) – un boomer essere così giovane da non potersi ricordare del Vietnam, né dei “days of rage” al tempo del liceo?

“Questi trailing-edge boomers nemmeno sanno cosa sia Woodstock, salvo come una storia raccontata dai genitori. Tutti i marketers testimoniano la difficoltà improba di farla quadrare con la realtà. Ci siamo sbattuti a trovare subdefinizioni come quelle di boomers “trailing-edge” e “leading edge”. Ma nel fondo del cuore di marketers sappiamo che le esperienze di vita, i processi di pensiero e le preferenze per i prodotti delle persone nate dopo il 1960 sono differenti da quelli delle persone nate nella seconda metà degli anni ‘40 o negli anni ‘50”.(Ritchie, 1995).

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 10

Scandire le generazioni in tornanti

“A quel che sentiamo dire, gli ultimi boomers (nati nel 1964) varcarono la trentina nel 1994, ma come può un boomer essere così giovane da non ricordare il Vietnam? (Essi) non si identificano con la generazione di Woostock, anzi non sanno nemmeno cos’è, forse una storiella raccontata dai genitori (..).

Ci siamo arrabattati con definizioni come quella di boomers ‘leading-edge’ e ‘trailing-edge’, ma nella nostra anima di studiosi di marketing sappiamo bene che le esperienze di vita delle persone nate dopo il 1960 sono assai diverse da quelle vissute da chi è nato negli anni Quaranta o Cinquanta”.

(Karen Ritchie, Marketing to Generation X, 1995).

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 11

Fasi Rem e scansione in tornanti

Non c’è riverbero né intensificazione della intensità del suono, se la parete riflettente “svolta dietro un angolo di strada”.

Una coorte di “fratelli maggiori” non fa da sponda se ha già attra-versato una delle suc-cessive “fasi Rem”:

infanzia adolescenza

adolescenza entrata in vita pubblica

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Nati troppo presto, leading-edge e trailing-edge o nati troppo tardi

Leading-edge gen.

Trailin

g-edge gen.

Nati tr.p

resto

/ Incubato

ri

1921 1923

1945 1947

1971 1973

1953 1955

1962 1964

1937 1939

1929 1931

20-22 anni

1913 1915

Nati tr.p

resto

/ Incubato

ri

Nati tr.p

resto

/ Incubato

ri

Leading-edge gen.???

Trailin

g-edge gen.

Leading-edge gen.

1943 1968

1980 1982

1989 1991

1998 2000

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Il tornante 1971-73: leading-edge e doping emozionale

2007-091998-001989-911980-821971-731962-64-681964-561946-481938-40-43Tornanti 2007-091998-001989-911980-821971-731962-64-681964-561946-481938-40-43Tornanti

Ragazzi ‘99Mutanti?

8-10 a01998-00

cogn/ emoz.Analf abetiI ncubatori

17-19 a8-10 a01989-91

conclamataPrecarietàAdattivi TE

26-28 a17-19 a8-10 a01980-82

generazionedi primaMilleuristizionale?doping emo-awakening:NB: non c’èMutanti LE

35-37 a26-28 a17-19 a8-10 a01971-73

reversibiliesasperaz.RWC:I ncubatori

44-46 a35-37 a26-28 a17-19 a8-10 a01962-64

&fl essibiliconsumistiadattiviAdattivi TE

52-54 a43-45 a34-36 a25-27 a16-18 a7-9 [13a]01954-56

octroyésMovimentiMutanti LE

60-62 a51-53 a42-44 a33-35 a24-26 a15-17 [20a]7-9 a01946-48

nati presto(gen.Vespa)RWC & 3MI ncubatori

59-61 a50-52 a41-43 a32-34 a23-25[29a]15-17 a7-9 a01938-40

“nati tardi”tradizional.adattiviAdattivi TE

58-60 a49-51 a40-42 a31-33 [37a]23-25 a15-17 a8-10 [12 a]1930-32

d.welf arecostruttori pr.destino”“padroni delMutanti LE

57-59 a48-50 a39-41 [45a]31-33 a23-25 a15-17 [20a]1922-24

Ragazzi ‘99Mutanti?

8-10 a01998-00

cogn/ emoz.Analf abetiI ncubatori

17-19 a8-10 a01989-91

conclamataPrecarietàAdattivi TE

26-28 a17-19 a8-10 a01980-82

generazionedi primaMilleuristizionale?doping emo-awakening:NB: non c’èMutanti LE

35-37 a26-28 a17-19 a8-10 a01971-73

reversibiliesasperaz.RWC:I ncubatori

44-46 a35-37 a26-28 a17-19 a8-10 a01962-64

&fl essibiliconsumistiadattiviAdattivi TE

52-54 a43-45 a34-36 a25-27 a16-18 a7-9 [13a]01954-56

octroyésMovimentiMutanti LE

60-62 a51-53 a42-44 a33-35 a24-26 a15-17 [20a]7-9 a01946-48

nati presto(gen.Vespa)RWC & 3MI ncubatori

59-61 a50-52 a41-43 a32-34 a23-25[29a]15-17 a7-9 a01938-40

“nati tardi”tradizional.adattiviAdattivi TE

58-60 a49-51 a40-42 a31-33 [37a]23-25 a15-17 a8-10 [12 a]1930-32

d.welf arecostruttori pr.destino”“padroni delMutanti LE

57-59 a48-50 a39-41 [45a]31-33 a23-25 a15-17 [20a]1922-24

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QUESTIONE NUMERO 3

[3]

Prima dell’era della precarietà globale, i figli dei

boomers, cresciuti nei Trenta gloriosi, erano in

qualche senso già predisposti alla flessibilità?

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 15

Ricapitolando

Il quadro interpretativo proposto consiste dunque in 2 ipotesi di fondo:

a) la diffusione di stati d’animo di crisi innesca un meccanismo di inter-tercettamento della normale sequen-za decisionale intenzioniazioni, di-sancorando le seconde dalle prime.

b) a sua volta la diffusione di stati d’animo di crisi deriva con un lag temporale dall’intreccio tra il persi-stere di contesti insostenibili e l’azione di effetti eco generazionali

Come la hopelessness è sviluppo aspecifico della depressione reattiva peculiare dei moods di crisi è proprio la perdita della capacità di reagire prendendo decisioni. Perdita che può prendere forme diverse:• uno stato di indifferenza agli stimoli, conseguenza dell’intollerabilità degli stimoli stessi, e insieme riparo da essi;• una degenerazione paratattica del processo di formazione delle scelte (viene meno un ordine di priorità tra le alternative, tutte poste allo stesso livello, senza interdipendenze o priorità: senza inquadrarle, insomma, in una sintassi: filosofia del tutto-e-subito).

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Cosa cambia tra 1990 e 2005? La flessibilizzazione del carattere

‘40

10

20

30

0

‘50

40

50

60

‘60 2010‘70 ‘80 ‘90 ‘00

La coorte nata a metà anni ‘70 è (in media) figlia della generazione del 1945, protagonista a sua volta d’una celebrata rivoluzione su più fronti del costume. Per l’imprinting tra generazioni è quindi opinione condivisa che la coorte dei loro figli (15enni al 1990) sia portatrice di una forte discontinuità nelle procedure di entrata in età adulta. Ma cosa cambia nei 15 anni suc-cessivi, nelle coordinate che fan da quadro alla formazione alla adultità delle nuove coorti? Due rilevanti binari di ‘corrosione del carattere’ (Sennett, 1998):

* il precipitare della precarizzazione del mondo del lavoro,

* la deregolazione delle dinamiche di formazione e dissoluzione familiare (+74% divorzi tra ’96 e ’06).

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Cosa cambia tra 1990 e 2005? La sindrome di essere altrove

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50

100

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200

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1956 1966 1976 1986 1996 2006

Immatricolazioni di scooter 1956-2006

A questi due binari di “flessibilizzazione dell’uomo’/corrosione del carattere” si associa una terza dimensione sintomatica, la tendenza alla delocalizzazione ‘evitante’ del luogo e del momento della presa di decisioni come nella sindrome di Jurg Zund (Binswanger, 1964).

Jurg Zund, universitario vivace e sensibile, se-gnato da insostenibili stati angosciosi, muoven-dosi fin da bambino in tre mondi diversi in par-te contraddicentisi (famiglia, nonni, amici di strada), non mette radici in nessuno dei tre, cia-scuno vissuto nello specchio degli altri due. Così non giunge mai a uno stile di vita proprio, segue ora l’uno ora l'altro modello offertogli, adottandone le allures in un equilibrio appa-rente, frutto dell’incapacità di scegliere.

Rinvia a questa sindrome di essere altrove la diffusione nei ‘90 dei cellulari (Jo-nathan Franzen: “Sul finire degli anni ‘90 già si avvertiva a NY una morbida tran-sizione metropolitana dalla cultura della nicotina alla cultura del cellulare”) e degli scooters, mezzi leggeri di delocalizzazione adolescenziale (Piccone Stella, 1973).

Vacanze romane

!!!!

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 18

QUESTIONE NUMERO 4

[4]

Cosa cambia nelle generazioni di ventenni

negli anni Novanta?

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 19

Cosa cambia nella formazione all’adultità dei 15enni del 2005?

Per proiettare in avanti i comportamenti di formazione familiare dei giovani 25-30-enni, nel 2006 è stata condotta una ricerca esplorativa, con interviste in profondità a docenti medi superiori visti come testimoni privilegiati dei cambiamenti delle ‘coorti’ di quindicenni tra metà Novanta e dieci anni dopo, con il fuoco sulla evoluzione nei modelli cognitivi, relazionali e affettivi dei ragazzi. Data l’esiguità dei testimoni interpellati (22) la ricerca si è autodelimitata con due accorgimenti:

a) i docenti sono stati selezionati non random, mirando a docenti boomers (vicini a 60 anni e di lunga esperienza didattica), per formazione generazio-nale e per elezione portatori dell’idea di un ruolo socialmente ‘emancipato-re’ della scuola, attenti alle dinami-che giovanili e relativi mutazioni.

b) l’attenzione alle nuove coorti di quindicenni si è concentrata su stu-denti di istituti tecnici, fascia medio-bassa contrassegnata da un codice più ‘ristretto’ che ‘elaborato’ del lin-guaggio, a cui corrisponde, per Basil Bernstein (1971), una minore aper-tura del ventaglio di progettualità.

Tutti i docenti interpellati hanno individuato otto punti di discontinuità (per forte accentuazione o totale mutazione) nelle risorse analitiche, emotive e relazionali con cui i ragazzi fronteggiano le loro sfide:

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 20

Perdita dell’orizzonte lineare, senza assunzione del

giroscopio

Soltanto dieci anni fa uscivano con l’idea di andare in banca, il lavoro a tempo inde- terminato era l’obiettivo. Adesso l’idea è di fare qualcosa fin quando piace o fin

quando dura, poi ci sarà un altro lavoro..

In adolescenza pensiero e azione sono spesso collegati, ma la generazione pre-sente ha un costante rinvio dell’azione

come ci fosse un tempo infinito davanti. Il che si traduce in una totale disorganiz-zazione nel lavoro, nell’incapacità di

prevedere le conseguenze dalle premesse.

Non esiste responsabilità delle con-seguenze delle proprie azioni. Chiaro che se fai una cattiva azione seguirà una sanzione, ma questo non è mai tematizzato, la regola del “se sbagli,

paghi” era più chiara prima.

Una grande incertezza in tutti. Non sanno proprio quello che dovranno

fare, vivono alla giornata. Dieci anni fa, dicevano “mi farò una famiglia,

avrò dei figli”. Adesso non più..

L’aumentata incertezza knightiana del mercato produce perdita dell’orizzon-te lineare del futuro, quello di Enrico di Sennett (1988), senza però paral-lela assunzione di un’etica della responsabilità (si passa direttamente ai figli di Rico): il che comporta disancoraggio tra azione e conseguenze, e ulterio-re sfocamento del senso del limite: “vergognoso vergognarsi” (Carofiglio).

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 21

Perdita di un centro di gravità (decisionale) permanente

Rispetto alla famiglia che abbiamo avuto noi, se ne è sostituita un'altra in cui la figura del padre si trasforma talvolta in

amico. E questo pesa sui ragazzi, perché sono sballottati tra i due i genitori, e stanno

un po’ con l’uno e un po’ con l’altro..

Nelle famiglie di separati (i ragazzi) han due poli, possono fuggire dall’uno e dall’ altro e farsi coccolare alternativamente. Sono più

indipendenti nelle cose pratiche, meno forse da un punto di vista emotivo. (Così) il

prestare attenzione è faticoso, perché fan sempre due o tre cose insieme..

Sì, sono aumentati i divorzi, ma i genitori sono diventati molto più protettivi nei

confronti dei figli. Magari poi non dedicano loro del tempo, non sono in

grado di parlare con i figli, e questo ha prodotto di riflesso nei ragazzi una

maggiore instabilità e fragilità emotiva

Vivono momento per momento, con più in-sofferenza rispetto a dieci anni fa. Oggi sono molto più irrequieti, più

frenetici. Devono arrivare immediatamente al dunque subito

L’accelerata deregolazione familiare produce “accudimento mimato” (Selvini Palazzoli, 1998) che a sua volta induce perdita di un ‘centro di gravità permanente’, accentuata pulsione a essere senza tregua altro-ve (restlessness), delocalizzazione/perdita del luogo delle decisioni.

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 22

Esternazione di emozioni non filtrata da elaborazione cognitiva

Negli anni novanta magari avevano pochi problemi, ma precisi e individuabili: andar-sene di casa e lavorare, o un genitore che non permetteva libertà. Oggi hanno uno

stato d’angoscia, ma non hanno così chiaro i loro problemi. I modi di ribellione più o

meno spontanei derivano da un carico emo-tivo che il ragazzo non riesce a tollerare.

A volte le azioni si sviluppano senza al-cun pensiero precedente. Una quindicina di anni fa erano un po’ più riflessivi, più

consapevoli di come si muovevano

È diminuito il controllo effettivo delle reazioni emotive; quando si innervosi-

scono reagiscono in modo incontrollato, come ci fosse una maggiore tensione in-terna rispetto a 10 anni fa: sono molto più nervosi, più nervosi ed irrequieti

Patricia Crittenden (1999) sostiene che individui distanzianti nella configurazione del discorso ma dissimulino gli elementi emozionali entro un recinto di input cognitivi ‘affettivamente neutrale.

L’accentuata despecificazione degli stati intenzionali produce “rebels without a cause”, con esternazione di emozioni non filtrata da ade-guata pre-elaborazione cognitiva dell’azione (thoughtlessness) e ac- centuata distanziazione cognitiva della narrazione (Crittenden,1999)

“Rebels without a cause”: anche i teen-ager di Gioventù bruciata (1953) cresco-no nell’anomia della grande depressione

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Covisco 2013 - 9 - Tornanti 23

Incapsulamento nel peer group (ma allora chi elabora le scelte?)Sembra infine accen-tuarsi, se possibile, l’importanza del peer group nella formazio-ne delle scelte. Ma il gruppo,tendenzialmente,non elabora scelte

Fino agli anni novanta c’erano tantissimi gruppi, adesso c’è “il” gruppo, importantissimo. E chi non sta nel gruppo è out. Dopo aver fatto leggere ai ragazzi “Il giovane Holden” avevo chiesto loro “vi è simpatico il personag- gio?”, e la risposta è stata “no”, “perché lui non sa stare in gruppo”. Appartenere ad un gruppo, essere accettati dal gruppo,

omologarsi nel gruppo è fondamentale

Nelle scelte di studio o lavoro non c’è pressione del gruppo: non ci sono scelte ragionate in gruppo

Ma allora chi elabora davvero le scelte transizionali (es. scolastiche) dei quindicenni di oggi? Famiglia e gruppo dei pari, sì, probabilmente più di 1 o 2 decenni fa: ma né l’una né l’altro sembrano oggi efficaci macchine di elaborazione delle scelte. Non resta che puntare il dito sui due grandi indirizzatori delle scelte di società eterodirette: la classe sociale di appartenenza e la manipolazione mediatica.

Il processo individuale di scelta del percorso scolastico Il processo individuale di scelta del percorso scolastico sembra dun-que, oggi più di quindici anni fa, assai sembra dun-que, oggi più di quindici anni fa, assai problematico.problematico.

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Leva ’90: -lessness o perdita degli assi direzionali del giroscopio

Stati di –lessness, cioè di perdita inconsapevole della percezione di un asse direzionale dell’azione. Perdita degli assi direzionali del giroscopio che ‘mantiene la rotta’ dell’individuo.

worth sense fear hope shame will

-lessness

“Per trent’anni ho sentito studenti che si lamentavano con me dicen-do “per voi era facile: la vostra generazione aveva ideali e idée,cre-devate in qualcosa, eravate in grado di cambiare le cose. Noi (i ra-gazzi degli anni ’80, ‘90) non abbiamo niente”. Per molti versi i miei studenti hanno ragione. Sì, per noi era facile come era facile per le generazioni prima di noi. L’ultima volta che una generazione espresse frustrazione analoga per la vacuità della propria esistenza e per la sco-raggiante assenza di uno scopo (purposelessness) nel proprio mondo fu negli anni Venti, e non a caso gli storici parlano in quel caso di una ‘generazione perduta’” (Judt, 2010)