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PARTE GENERALE 2
CORSO PER TECNICO DI BASE
Presentazioni di: Simona Conti [email protected]
AREA PSICOPEDAGOGICA
• competenze pedagogiche
• apprendimento
COMPETENZE PEDAGOGICHE DELL’ISTRUTTORE SPORTIVO
• saper MOTIVARE
• saper COMUNICARE
• saper PROGRAMMARE
• saper OSSERVARE
• saper VALUTARE
Saper MOTIVARE
Agente fisiologico, emotivo e cognitivo che organizza il comportamento individuale verso uno scopo.
Più semplicemente: ragione per cui gli individui selezionano un’attività da praticare, persistono nell’impegno e vi si dedicano ad un determinato livello di intensità svolgendo i compiti con un certo grado di scrupolosità.
MOTIVAZIONE
Il comportamento è determinato dai bisogni, ed ogni singolo individuo è motivato a soddisfare i propri bisogni, fino ad arrivare al soddisfacimento dell’auto-realizzazione.
Auto-realizzazione
Stima
Sociali
Sicurezza
Fisiologici
BISOGNI DA SODDISFARE
PSICOFISIOLOGICHE dipendenti da esigenze biologiche (fame, sete, sonno, ecc.) e proprie dell’organizzazione nervosa (bisogno di attività, di esplorazione ecc.)
PSICODINAMICHE dipendenti dalle pulsioni sessuali e aggressive presenti fin dalla nascita
PSICOSOCIALI dipendenti dai modelli di comportamento, dai valori, dagli atteggiamenti che l’individuo assorbe dall’ambiente
MOTIVAZIONI
• PRIMARIE • GIOCO motivazioni
psicologiche, emotive, affettive
• AGONISMO motivazione aggressiva e modelli di condotta socializzanti
• SECONDARIE • MOT. AL SUCCESSO • MOT. AFFILIATIVA • MOT. ESTETICA • MOTIVAZIONI
PSICOPATOLOGICHE
LE MOTIVAZIONI ALLO SPORT
GIOCO
Esigenza fondamentale comune a tutti gli individui di qualsiasi età e cultura
Aleatorietà-incertezza Normativa
semplice
Realizzazione bisogni soggettivi
MOTIVAZIONI PRIMARIE
AGONISMO Comportamento razionale specifico e
culturalizzato del dinamismo aggressivo
Contro la natura (montagna da scalare, peso sollevare)
Contro sé stessi
Contro l’avversario
In modo positivo
In modo negativo
MOTIVAZIONI PRIMARIE
TRATTI DELLA PERSONALITA’
Achievement successo
Affiliazione appartenenza al gruppo
Mot. Estetica forma e armonia
Mot. compensative
Sentimenti di inferiorità
Desiderio di potenza
Modello sociopatico della virilità aggressiva
MOTIVAZIONI SECONDARIE
• Programmando attività stimolanti e varie • Cercando di avere atteggiamenti ottimisti • Stabilendo obiettivi realistici per ciascun ragazzo e
calibrando il programma da svolgere in base a questi
• Considerando l’errore come parte del processo di apprendimento
• Evitando “giudizi di valore” costantemente negativi
LA MOTIVAZIONE VA SOSTENUTA ED INCENTIVATA
• DIVERTIMENTO
• COMPETENZA
• AFFILIAZIONE
(Martens, 1987)
Identificare i bisogni dei propri allievi e procedere quindi alla progettazione dell’attività
BISOGNI DA SODDISFARE ATTRAVERSO LA PRATICA SPORTIVA
ABILITA’
SFIDA
bassa
bassa
alta
alta
NOIA Se sfida < abilità → noia
Far sempre svolgere esercizi in cui ci sia corrispondenza tra grado di difficoltà dell’esercizio (sfida) e competenza dell’atleta a svolgere quel compito (abilità).
DIVERTIMENTO
ANSIA sfida > abilità → ansia
Martens
• Motivazioni per iniziare uno sport • Motivazioni per continuare uno sport
LE MOTIVAZIONI NELLO SPORT
PRINCIPALI CAUSE DELL’ABBANDONO DELLA PRATICA
SPORTIVA
• Mancanza di divertimento • Mancanza di successo • Stress da competizione • Assenza di appoggio dei genitori • Incomprensioni con l’allenatore • Noia • Incidenti sportivi
Saper COMUNICARE
Allenare significa
comunicare
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE o caratteristiche del processo comunicativo
1° assioma:
Non si può non comunicare, anche il silenzio è comunicazione
2° assioma
Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici (uguaglianza) o complementari (superiore/inferiore)
3° assioma
Ogni comunicazione ha un aspetto di relazione (non verbale) e uno di contenuto (verbale)
Watzlawick
INTENZIONE
di chi
COMUNICA
INTERPRETAZIONE
di chi
RICEVE
CONTESTO AMBIENTALE
COMUNICARE
MESSAGGIO
CONTENUTO • dati • concetti • comportamenti • tecniche
VERBALE
RELAZIONE • sentimenti • affetti • stima • approvazione • sfiducia
NON VERBALE
LA COMUNICAZIONE
Prestando attenzione al solo contenuto non è possibile comprendere il messaggio, fondamentale è il modo in cui viene espresso.
• far valere il proprio ruolo/status
• parlare sull’altro
• sollecitare soluzioni affrettate
• rimproverare
• utilizzare etichettamenti
• rigettare responsabilità
• negare i sentimenti altrui
• contraddire per principio
COMPORTAMENTI CHE OSTACOLANO LA COMUNICAZIONE
• messaggi chiari e coerenti
• focalizzarsi su una cosa alla volta
• incoraggiare
• essere appropriati al livello di conoscenza ed esperienza di chi li riceve
• sapere se il messaggio è stato compreso in maniera corretta (feedback)
• mantenere contatto visivo col ricevente, ma non continuo per non creare imbarazzo
COMPORTAMENTI CHE FACILITANO LA COMUNICAZIONE
Il RINFORZO è un evento che aumenta la probabilità di ottenere una risposta.
- positivo: incoraggia un comportamento
- negativo: inibisce un comportamento
L’USO DEL RINFORZO
E’ molto personale. Lo stesso rinforzo può essere valido per un atleta, ma non per un altro.
• la prestazione e non solo il risultato
• l’impegno e non solo il successo
• i piccoli miglioramenti e non solo i grandi obiettivi
• non solo abilità sportive, ma anche cognitive, emotive e sociali
COSA RINFORZARE
• in presenza di compiti nuovi subito dopo la corretta esecuzione
• a volte rinforzare anche se non se lo meritano (quando non hanno giocato bene hanno il morale sotto i piedi, rimproverarli è inutile)
QUANDO RINFORZARE
• frequentemente quando si imparano nuove abilità
• più occasionalmente quando l’abilità è consolidata (per evitare che si impegnino solo su ciò che sanno già fare)
QUANTO RINFORZARE
• materiali (premi tangibili)
• simbolici (parole di approvazione)
CHE TIPO DI RINFORZI
Sì, ma con certi accorgimenti:
• obiettivo è l’eliminazione di comportamenti errati
• deve essere fornita in modo impersonale (non gridare)
• quando una regola conosciuta è violata devono sapere da soli che saranno puniti
• fornire la possibilità di non ripetere l’errore; la prima volta avvertire, la seconda punire
• essere coerenti e non farsi influenzare dall’umore momentaneo
• terminata la punizione l’atleta non deve essere un “sorvegliato speciale”
• MAI punire per errori di gioco
• MAI utilizzare esercizi di allenamento come punizione
L’USO DELLA PUNIZIONE
Saper PROGRAMMARE
Il tempo trascorso dall’allenatore a programmare è
tempo risparmiato durante
l’allenamento
• pochi insegnanti/allenatori programmano
(planning scritto)
• il tempo dedicato alla programmazione scritta è ridotto
• la divergenza tra planning ed esecuzione è molto elevata
• la coerenza tra obiettivi e mezzi è data spesso per
scontata
LA PROGRAMMAZIONE?
• valutazione iniziale
• scelta degli obiettivi
• scelta dei mezzi e dei
metodi per raggiungerli
• conduzione pratica
dell’allenamento
• valutazione come controllo
FASI DELLA PROGRAMMAZIONE
• Analisi-lettura della
situazione
L’istruttore decide di intervenire sulla base di un processo cognitivo complesso che assomiglia molto a quello dell’allievo
Istruttore Allievo
• Presa di decisione
• Realizzazione
• Valutazione
• Ricordargli costantemente gli obiettivi da raggiungere • Riflessione sui mezzi utilizzati e sui risultati ottenuti • Riallineare il progetto didattico o gli obiettivi
A COSA SERVE
Saper OSSERVARE
Osservare è difficile, i movimenti si svolgono spesso ad elevate velocità, per cui è necessario delimitare “focus” di attenzione: • identificazione dei fattori limitanti la prestazione: abilità, capacità, atteggiamenti • scomposizione dei fattori in sottofattori osservabili dettagliatamente
COSA OSSERVARE
• Metodo dell’OSSERVAZIONE CASUALE • Metodo dell’ OSSERVAZIONE SISTEMATICA: - Costruita su un progetto ed un problema da risolvere - Periodica, con tempi di osservazione stabiliti - Registrata con strumenti di notazione (griglie di osservazione) - Cerca la massima attendibilità (assenza di errore)
COME OSSERVARE
EFFETTO ALONE: Chi giudica tende spesso a lasciarsi guidare da un’impressione generale o da un tratto emergente EFFETTO PIGMALIONE: Tendenza dell’individuo o del gruppo a comportarsi come ci si aspetta che faccia e quindi dimostra l’influenza delle aspettative e delle disposizioni mentali di chi osserva su ciò che viene osservato
ATTENZIONE A:
Saper VALUTARE
• selezionare
• pianificare l’allenamento
• valutare i metodi ed i mezzi di allenamento
• correggere gli errori
VALUTAZIONE: determinare in quale misura ciascun obiettivo è stato raggiunto dagli atleti
OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE
• Quantitativa – test motori – dati biomeccanici – variabili sociometriche
• Qualitativa – griglie per osservare la tecnica – caratteristiche psicologiche
• Mista – match analysis
LA VALUTAZIONE
• MISURAZIONE e ANNOTAZIONE • INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
Confronto con modello di riferimento ed aspettative • DECISIONE SE
INTERVENIRE
FASI DELLA VALUTAZIONE
misurazione standardizzata che permette il rilievo di particolari prestazioni motorie
Validità deve misurare esattamente ciò che vogliamo valutare
Standardizzazione uniformità di procedure
Attendibilità ripetendolo nelle stesse condizioni, con gli stessi soggetti, da’ risultati simili
Obiettività grado di uniformità con il quale diverse persone procedono alla rilevazione del punteggio dello stesso test
IL TEST
CARATTERISTICHE DEL TEST
L’APPRENDIMENTO
APPRENDIMENTO
Modificazione duratura del comportamento e della personalità, in genere verso forme più evolute, a seguito di esperienze realizzate dal soggetto.
Condizioni soggettive Aree personalità
Condizioni oggettive Ambiente socioculturale
APPRENDIMENTO
Spontaneo Orientato
Interazioni spontanee tra organismo e ambiente
L’educatore indirizza all’organismo stimoli
specifici
APPRENDIMENTO
• IMITAZIONE • RIFLESSO CONDIZIONATO
• PROVE ED ERRORI
• INTUIZIONE
• COMPRENSIONE
FORME DI APPRENDIMENTO
• IDONEITA’ - maturazione neurofisiologica
- sviluppo funzioni percettive e cognitive - competenze motorie propedeutiche • DISPONIBILITA’ - motivazioni • OPPORTUNITA’ - contesto socioculturale favorevole
PREREQUISITI DELL’APRENDIMENTO MOTORIO
Il tempo di impegno motorio
Il clima positivo
L’informazione frequente e di qualità
L’organizzazione del lavoro
La motivazione
M. Pieron
ELEMENTI ESSENZIALI PER L’APPRENDIMENTO MOTORIO
• Coordinazione grezza
• Coordinazione fine
• Disponibilità variabile
FASI DELL’APPRENDIMENTO
• È il livello motorio iniziale
• Le condizioni di insegnamento devono essere facilitate
• Le spiegazioni devono essere chiare e semplici
• Le dimostrazioni devono essere immediatamente seguite dall’esecuzione
• L’allievo deve trovarsi in condizioni di freschezza
FASE DELLA COORDINAZIONE GREZZA
• Le ripetizioni non devono essere basate sulla semplice automatizzazione
• C’è una maggiore attenzione ai particolari esecutivi
• Entrano in gioco i meccanismi di memoria motoria e motivazionali dell’atleta
• Si utilizzano condizioni variate e difficoltose
FASE DELLA COORDINAZIONE FINE
• È la fase tipica del perfezionamento sportivo
• Gli elementi tipici di questa fase sono: la precisione, la costanza, il ritmo e la rapidità di movimento
• Si raggiunge un livello tale di automatizzazione che permette di focalizzare l’attenzione sugli elementi tattici del gioco
FASE DELLA DISPONIBILITA’ VARIABILE
L’APPRENDIMENTO MOTORIO È UN PROCESSO COGNITIVO
Fase esplorativa
Fase dissociativa
Fase di stabilizzazione degli automatismi
Il processo mentale (cognitivo) che porta alla stabilizzazione plastica di una nuova abilità motoria utilizza le due funzioni fondamentali di:
1- adattamento
2- interiorizzazione
e distingue tre fasi
FASE ESPLORATIVA
•L’attenzione cosciente è accentrata sullo scopo da raggiungere
•Il soggetto è messo a contatto con il problema da risolvere
•Deve collegare la situazione con le proprie strutture
•Deve avvenire la comprensione del problema
•Tentativi sperimentali
•Poche spiegazioni
FASE DISSOCIATIVA
•La volontà cosciente non è più centrato sullo scopo da raggiungere ma sul proprio corpo
•Avviene la presa di coscienza dell’atto
•Possibilità di programmare con precisione le diverse azioni muscolari
FASE DI STABILIZZAZIONE DEGLI AUTOMATISMI
•L’attenzione cosciente ritorna sullo scopo da raggiungere
•L’attenzione cosciente non interviene più sull’organizzazione interna, ma sulle variabili esterne
•L’attenzione cosciente controlla l’automatismo in modo da poterlo rimaneggiare in funzione delle variabili esterne
“La perfezione dell’automatismo non è nella fissità delle concatenazioni delle azioni muscolari, ma al contrario nelle sue possibilità di riorganizzazione ad ogni istante della sua esecuzione e nel corso delle esecuzioni successive”
Jean Le Boulch
Incremento rapido Rallentamento Consolidamento, stasi
a b c d e Bielinowicz, 1974
Nuovo rapido incremento Nuovo periodo di rallentamento
ANDAMENTO DELL’APPRENDIMENTO
Espressione e realizzazione individuale e personale di un compito motorio
particolare
Modello ideale di realizzazione dell'azione
Non tiene conto dei singoli atleti che lo eseguono o lo eseguiranno
E' impersonale, la sua "razionalità" non dipende dal fatto che sia adeguato a
questo o a quell'altro atleta
LA TECNICA
FINE