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Circa 111 allenatori dilettanti da tutta Italia ospiti del vivaio della Dea. C'erano anche i tecnici Aurora Desio.
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5/11/2018 Corso in casa Atalanta - slidepdf.com
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8/11/2011
Zingonia, Bergamo, casa Atalanta:
il paradiso della tecnica.Relazione su una giornata da ricordare.
A cura di Alessandro Crisafulli
Al prezioso e gentilissimo invito di Stefano Bonaccorso, responsabile
dell'Attività di base del Settore Giovanile dell'Atalanta, la nostra
Società risponde con la presenza di Roberto Camnasio, allenatore dei
Pulcini 2001, e Gianluca Cimnaghi, giocatore della prima squadra e
assistente allenatore dei Giovanissimi.
L'appuntamento è al centro sportivo di Verdellino. Dove i giovani e
qualificati membri dello staff bergamasco, ci accolgono con grande
cordialità e simpatia. Noi, come gli oltre 100 tecnici provenienti da
ogni angolo del Nord e Centro Italia, fino a Toscana e Marche.
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La giornata di aggiornamento e formazione si apre con l'intervento di
Matteo Moranda, preparatore atletico del vivaio neroblù. Il titolo
scelto è piuttosto impegnativo: “l'allenamento delle capacità
condizionali nel giovane calciatore”. Ma il professionista riesce adeclinarlo in maniera molto chiara, coinvolgente ed efficace,
attraverso concetti concisi ed esercitazioni pratiche. Con un metodo
partecipativo e stimolante, che cattura l'attenzione degli utenti.
“Troppo spesso – evidenzia – alcuni allenatori sottovalutano certi
principi fisici, con il rischio di sbagliare tutto”. Dopo due brevi focus
sull'acido lattico e la tempistica del suo smaltimento (minuti, magari
mezzora), e sul concetto di resistenza, elenca alcune sperimentazioni in
corso, legate ad esempio alla ritmica della corsa, alla differenziazionedel lavoro coi giocatori, a un database hi tech su parametri fisici e
infortuni. Metodologie innovative che procedono, in parallelo, in
campo e fuori, dove si trasformeranno presto in tesi di laurea. E che
fanno dell'academy atalantina una sorta di “centro di ricerca”
applicata al calcio.
“Il mezzo dell'esercizio è relativo – spiega Moranda, indicando
cinesini, corde, birilli e quant'altro – l'importante è l'obiettivo”.
Quindi, insieme a un gruppo di allenatori volontari, dà il via alleesercitazioni pratiche, con o senza palla, ma sempre caratterizzate da
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concentrazione, ritmo, coordinazione del singolo e del gruppo.
“La noia è un nemico da combattere – dice - anche per una valenza
sociale, perchè porta all'abbandono sportivo e a una vita sedentaria:
per questo occorre sempre variare gli stimoli che si danno agli atleti.
Non dimenticatelo: tenete sempre in allenamento il cervello, non solole gambe”.
La lezione suscita parecchie curiosità da parte dei presenti, che
chiedono delucidazioni, chiarimenti, approfondimenti sui temi toccati.
Poi la parola passa a Bonaccorso, che è anche membro del direttivo
nazionale del Settore giovanile e scolastico FIGC e docente
universitario, che coinvolge tutti su uno specifico gesto tecnico: la
rimessa laterale. Già, proprio lei.
“Quante volte la vostra squadra, in una partita, batte rimesse
laterali?”,è la sua domanda d'apertuta, che spiazza tutti. Perchè
nessuno ne ha la più pallida idea. “E' un gesto tecnico che si dà troppo
per scontato, del tutto sottovalutato e invece importante, perchè dà
avvio a tantissime delle azioni della propria squadra. Vi ricordate il
gol di Baggio ai Mondiali con la Bulgaria? Nacque proprio da una
rimessa battuta bene”.
Quindi, attraverso le esercitazioni sul campo, proprio partendo dalle
regolette per battere bene un “fallo laterale”, fornisce una serie di
concetti chiave, da applicare a 360 gradi nelle sedute d'allenamento
con le giovani leve.
“Bisogna sempre stimolare i ragazzi a proporre idee, a farsi avanti, a
mettersi in gioco. Per giocare a calcio è necessario avere idee, non solo
muscoli”.
“La comunicazione fra compagni è fondamentale, per creare l'intesa.
Può passare da uno sguardo, un segnale, un movimento”.
“Altrettanto importante è la comunicazione fra mister e bambino:
bisogna spiegare gli esercizi e i concetti in maniera immediata,
leggibile. Non in modo confuso e astratto. Usate parole molto chiare.
Fate una verifica – ha aggiunto, scherzando - provate a dirle a vostra
moglie, se lei capisce, vuol dire che sono le parole giuste...".
“E ricordatevi sempre – ha proseguito sulla stessa falsa riga – che la
tecnica non è la moglie del tecnico...”.
Non solo battute divertenti, ma anche tanti, utilissimi, consigli, come
quello di applicare la polisportivià negli allenamenti per aumentare il
bagaglio motorio degli atleti (introdurre negli esercizi gesti di altre
discipline, come il basket, il rugby, il volley ecc...); come quello di
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predisporre 5 tappe per ogni sessione: riscaldamento / esercizio /
applicazione nella situazione di gioco / introduzione di variazioni sul
tema / gioco finale a punti. Come quello, infine, di allenarsi e ancora
allenarsi, perchè significa
sperimentare...sbagliare...capire...migliorarsi.Anche in questo caso, la sua lezione stimola i presenti, che
interagiscono attivamente.
Dopo la pausa pranzo, c'è il trasferimento nel vicinissimo Centro
Sportivo “Bortolotti” di Zingonia, dove si allenano sia la prima
squadra che le giovanili neroblù. Il campo principale ha un terreno
erboso splendido, appena rifatto. Tutti i tecnici si accomodano sulla
tribunetta dove spicca la scritta in grande “Atalanta” e vedono, alla
destra, la palazzina (in ampliamento) che ospita sia gli uffici che le
stanze dove i giocatori di serie A fanno i ritiri. Sulla sinistra, gli altri
campi, in sintetico e non.
Gradito il saluto di Roberto Spagnolo, direttore generale del club:
“Oggi dovete sentirvi come a casa vostra. Per noi è un orgoglio avervi
qui: di certo ci date tanto, speriamo di darvi qualcosa anche noi con
questa giornata di accoglienza”.
Poi, arriva Mino Favini, responsabile del vivaio atalantino, vero e
proprio guru del settore, dal fiuto e dalle capacità universalmente
riconosciute. E infatti il suo intervento è un saggio...di saggezza, di
competenza, di intelligenza e sincerità applicata al calcio.
Da sinistra: Favini, Bonaccorso, Spagnolo.
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“E' più importante un controllo fatto bene che correre i 100 metri in
undici secondi - sostiene, dopo aver sottolineato che nel recente
Atalanta Cagliari c'erano fra le due squadre ben dieci giocatori che
hanno fatto le prime "poppate" pallonare proprio a Zingonia -. Poi,
conta il carattere: chi non ce l'ha, anche se bravissimo, può lasciare laborsa è andare a casa; è duro dirlo, ma è così: o hai dentro il sacro
fuoco o non arrivi".
Dopo aver battezzato Gianfranco Matteoli, che proprio lui scoprì al
Como, come suo erede (allena le baby leve isolane), ribadisce che "la
categoria la fa la testa, non i piedi: ho visto ragazzi ugualmente bravi a
15 anni, poi giocare a sette categorie di differenza". Chi interpreta
meglio le situazioni, è il suo insegnamento, più va in alto, "perchè tutti
giocano a calcio, pochi giocano e vedono, ma pochissimi giocano,
vedono e prevedono: beati gli allenatori che hanno questi ultimi".
Non manca anche un omaggio a Stefano Borgonovo, un'altra delle
scoperte di Favini, “uno che la testa l'aveva eccome, non solo i piedi”.
Quindi, l'inevitabile, spontaneo, accorato applauso di tutti gli
allenatori, per un intervento, quello del dirigente atalantino, che si
rivela un vero e proprio “scrigno” da custodire.
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A chiudere la giornata, il giro dei campi, per vedere all'opera le varie
formazioni del vivaio atalantino durante gli allenamenti. Altro
momento di arricchimento, grazie alla professionalità dello staff e alla
bravura dei talenti di casa.
La Berretti di mister Beppe Bergomi
L'AURORA DESIO 1922,
nel ringraziare calorosamente dell'opportunità, dell'accoglienza, e
della simpatia dimostrata dall'ATALANTA,
si augura che sia solo il primo passo di un percorso insieme!
http://blog.libero.it/auroradesio1922
www.youtube.com/auroradesio1922
Responsabile Settore Giovanile:
GABRIELE CATTANEO 3316306887