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Corso di
Pedagogia e Didattica speciale
Percorso Abilitante Speciale
Lezione 4-5
SABATO 3 maggio 2014
ore 14.30-17.00 / 17.10-19.30
Viviana Vinci Università degli Studi di Bari
Terminologia e
classificazioni internazionali:
l’uso della terminologia è
cambiato, anche in base al
sistema di classificazione
utilizzato
ICIDH (International Classification of
Impairments Disabilities and Handicaps) OMS -
1980
Distinzione fra:
1. Menomazione
2. Disabilità
3. Handicap
Quali sono le vostre
rappresentazioni al proposito?
MENOMAZIONE:
• definizione: qualsiasi perdita o anomalia a carico di
strutture o funzioni anatomiche, fisiologiche, psicologiche
(N.B. termine più comprensivo di disturbo poiché riguarda
anche le perdite)
• caratteristiche: perdite o anormalità che possono essere
transitorie o permanenti; comprende l’esistenza o
l’evenienza di anomalie, difetti o perdite a carico di
“strutture” del corpo e della mente.
ICIDH – Menomazioni (esempi)
• Menomazioni della capacità intellettiva
• Menomazioni del linguaggio e della parola
• Menomazioni auricolari
• Menomazioni oculari
• Menomazioni viscerali
• Menomazioni scheletriche
• Menomazioni deturpanti
• Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo
DISABILITA’:
• definizione: qualsiasi restrizione o carenza delle capacità
di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti
normali per un essere umano.
• caratteristiche: caratterizzata da scostamenti, per
eccesso o per difetto, nella realizzazione dei compiti e
nelle espressioni dei comportamenti rispetto a ciò che
sarebbe normalmente atteso. Possono sorgere come
conseguenza diretta di una menomazione o come reazione
psicologica del soggetto ad una menomazione.
Rappresenta l’oggettivazione della menomazione.
ICIDH - Disabilità (esempi)
• Disabilità nel comportamento
• Disabilità nella comunicazione
• Disabilità nella cura della propria persona
• Disabilità locomotorie
• Disabilità dovute all’assetto corporeo
• Disabilità nella destrezza
• Disabilità in particolari attività
• Altre restrizioni all’attività
HANDICAP: • definizione: condizione di svantaggio vissuta da una
determinata persona in conseguenza di una menomazione
o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di
ricoprire il ruolo che, normalmente, sarebbe proprio di
quella persona (in base all’età, al sesso, ai fattori
culturali e sociali)
• caratteristiche: l’handicap riguarda il significato assunto
da una situazione o esperienza individuale quando essa si
scosta dalla normalità. È caratterizzato dalla discrepanza
fra l’efficienza o lo stato sia del soggetto che del
particolare gruppo di cui fa parte.
ICIDH - Handicap (esempi)
• Handicap nell’orientamento
• Handicap nell’indipendenza fisica
• Handicap nella mobilità
• Handicap occupazionali
• Handicap nell’integrazione sociale
• Handicap nell’autosufficienza economica
• Altri handicap
HANDICAP: significato
Non significa malattia, ma rappresenta la SOCIALIZZAZIONE di
una menomazione o disabilità e, come tale, riflette le
conseguenze che per l’individuo derivano dalla presenza della
menomazione o disabilità di fronte alle esigenze o alle attese
dell’ambiente.
Lo svantaggio deriva dall’impossibilità di conformarsi alle
aspettative o alle norme proprie dell’universo che circonda
l’individuo.
È la ripercussione dei danni provocati da un evento morboso sulla
vita di un individuo in relazione al suo contesto sociale.
Il termine ha quindi doppia connotazione, biologica e sociale.
Categorie delle
menomazioni Categorie delle
disabilità Classificazione
degli handicaps
1. Menomazioni della
capacità intellettiva
2. Altre menomazioni
psicologiche
3. Menomazioni del
linguaggio
4. Menomazioni auricolari
5. Menomazioni oculari
6. Menomazioni viscerali
7. Menomazioni scheletriche
8. Menomazioni deturpanti
9. Menomazioni
generalizzate, sensoriali e
di altro tipo
1. Disabilità nel
comportamento
2. Disabilità nella
comunicazione
3. Disabilità nella cura della
propria persona
4. Disabilità locomotorie
5. Disabilità dovute
all’assetto corporeo
6. Disabilità nella destrezza
7. Disabilità circostanziali
8. Disabilità in particolari
attitudini
9. Altre limitazioni
nell’attività
1. Handicap
nell’orientamento
2. Handicap
nell’indipendenza
fisica
3. Handicap nella
mobilità
4. Handicaps
occupazionali
5. Handicap
nell’integrazione
sociale
6. Handicap
nell’autosufficienza
economica
7. Altri handicaps
Criticità della classificazione ICIDH:prevale la prospettiva
clinico-medica e il divario fra “norma” e “diversità”
• Il presidio deputato a legittimare l’erogazione di servizi speciali al disabile è
la certificazione, atto conseguente ad un processo diagnostico che identifica
la sede prima del deficit, e spesso dell’handicap, nella persona.
• Questa procedura può comportare rischi di discriminazione tra gli individui,
in quanto risponde alla logica implicita di individuare i soggetti portatori di
menomazione e perciò handicappati, distinguendoli rispetto alle persone
cosiddette normali, e in seguito di identificarli secondo la tipologia del
danno (fisico, intellettivo, psichico, sensoriale).
• È una consuetudine che può indurre una distorsione culturale: considerare
l’individuo portatore di menomazione come se si collocasse “fuori”, se non
“al di sotto”, della “norma” statistica e/o funzionale. Secondo questa
prassi, si formulano progetti e apparati specialistici che, in definitiva,
contribuiscono a mantenere le distanze tra popolazione normale e
handicappati.
Conferenza Internazionale di Salamanca sui
Bisogni Educativi Speciali (UNESCO, 1994),
• Il termine inclusione è stato ufficializzato, per la prima
volta in ambito educativo, e riconosciuto a livello sociale
e culturale: educazione integrata per tutti
• Riporta l’attenzione alla diversità intesa come valore in
sé e al suo riconoscimento in una scuola per tutti,
indicando come obiettivo prioritario l’accessibilità e la
partecipazione di tutti i bambini (indipendentemente
dalla gravità del deficit) alla scuola comune, al fine di
diminuire ed evitare ogni svantaggio possibile, attraverso
il confronto sociale
Nel 2001 è stato approvato a livello internazionale
l'uso della Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute
(ICF - International Classification of Functioning
o Classificazione dello stato di salute - OMS).
La salute come concetto complesso: dalla "lotta"
contro il negativo alla facilitazione del positivo
Dallo schema lineare semplice (ICIDH) allo schema
"complesso"e multidimensionale
Dall'ICD-H all'ICF (2001)
• L'ICF - Raggruppa in modo sistematico gli stati
funzionali associati alle condizioni di salute, con l’obiettivo di fornire un linguaggio standard e unificato per descrivere lo stato di una persona.
• Il funzionamento e lo stato della persona sono concepiti come una interazione complessa tra le condizioni di salute (diagnosticate sempre per mezzo dell’ ICDH) e i fattori contestuali (personali e ambientali), che incidono sulla sua attività quotidiana e partecipazione alla vita sociale.
• Il modello di salute di riferimento non è più dunque solo a dimensione biomedica, ma anche psicoeducativo-sociale: i termini “disabilità” e “handicap” vengono sostituiti da “attività” e “partecipazione sociale”
Spiega il funzionamento della persona secondo 4
dimensioni:
1.CORPO: funzioni corporee e strutture corporee
2.ATTIVITA’: strutture semplici e complesse
3.FATTORI AMBIENTALI: servizi, sistemi, tecnologie
4.FATTORI CONTESTUALI: caratteristiche dell'ambiente
fisico e sociale; atteggiamenti; valori, applicazione
delle conoscenze, comunicazione, cura della propria
persona, vita domestica, relazioni personali, vita
sociale, civile e di comunità ecc.
L'ICF può essere utilizzato dal singolo professionista, ma
l'impiego ideale è all'interno di un'equipe
multidisciplinare volta a delineare il funzionamento
globale di un individuo
L'ICF crea un profilo della salute degli individui e della
disabilità in tutte le aree della vita; elenca i fattori
ambientali e le caratteristiche del mondo che possono
influire sulla vita delle persone; non valuta l'individuo in
sé ma lo considera in rapporto dinamico ed interattivo
con l'ambiente che lo circonda.
Ogni individuo, date le proprie condizioni di salute, può
trovarsi in un ambiente con caratteristiche che possono
limitare o restringere le proprie capacità funzionali e di
partecipazione sociale: approccio biopsicosociale
Cosa non fa l'ICF
Non classifica le persone ma DESCRIVE la situazione di
ciascun individuo all'interno di una serie di domini della
salute e degli stati ad essa correlati
Non considera le circostanze non direttamente riferibili
allo stato di salute come fattori socio-economici, razza,
sesso, culture, religione
Non classifica le conseguenze delle menomazioni ma le
componenti della salute
Non arriva a formulare una diagnosi, ma descrive il
“funzionamento” dell'individuo
ICF (Funzioni corporee: esempi)
• Funzioni mentali
• Funzioni sensoriali e dolore
• Funzioni della voce e dell’eloquio
• Funzioni del sistema cardiovascolare, ematologico, immunologico e respiratorio
• Funzioni del sistema digestivo, metabolico e endocrino
• Funzioni genitourinarie e riproduttive
• Funzioni neuromuscoloscheletriche e collegate al movimento
• Funzioni cute e strutture associate
ICF (strutture corporee: esempi)
• Strutture del sistema nervoso • Occhio, orecchio e strutture collegate • Strutture collegate alla voce e all'eloquio • Strutture dei sistemi cardiovascolare,
immunologico e respiratorio • Strutture collegate al sistema digestivo,
metabolico e endocrino • Strutture collegate al sistema genitourinario e
riproduttivo • Strutture collegate al movimento • Cute e strutture collegate
ICF (Attività e partecipazione: esempi)
• Apprendimento e applicazione della conoscenza
• Compiti e richieste di carattere generale
• Comunicazione
• Mobilità
• Cura della propria persona
• Vita domestica
• Interazioni e relazioni interpersonali
• Principali aree della vita
• Vita di comunità, sociale e civica
ICF (Fattori ambientali: esempi)
• Prodotti e tecnologia
• Ambiente naturale e cambiamenti apportati
dall’uomo all’ambiente
• Supporto e relazioni
• Servizi, sistemi e politiche
ICF – Children and Youth
Classificazione Internazionale del Funzionamento umano, della
Disabilità e della Salute - Bambini e adolescenti
a cura dell’OMS.
È un approccio globale alla salute e al funzionamento umano e quindi non
parla di disabilità o patologie 31 ottobre 2006
(versione italiana del 2007)
International Classification of Functioning, Disability and
Health
Concetto centrale: i BES
(Bisogni educativi speciali)
Alunni con BES
CON
diagnosi psicologica e/o medica:
• Ritardo mentale
• Disturbi generalizzati dello
sviluppo
• Disturbi dell’apprendimento
• Disturbi del comportamento
• Patologie della motricità,
sensoriali, neurologiche o riferibili
ad altri disturbi organici
Alunni con BES
SENZA
diagnosi psicologica e/o medica:
• Svantaggio o deprivazione
sociale
• Provenienza e bagaglio
linguistico-culturale diverso
• Famiglie difficili
• Difficoltà psicologiche non
diagnosticabili come
psicopatologie
Tre documenti recenti importanti
1. Dichiarazione di Madrid (2002): diritti per tutti (più che bisogni
individuali) e ruolo dell’istituzione scolastica.
Non discriminazione + azione positiva = integrazione sociale
1. Convenzione Internazionale sui Diritti delle persone con Disabilità
(ONU, 2006): l’inclusione è questione appartenente ai diritti umani
e la strada privilegiata per combattere ogni forma di
discriminazione
2. Index for inclusion (2002): pone l’inclusione come chiave educativa
principale attraverso la quale potenziare la qualità complessiva del
sistema educativo (superando il concetto di BES)
Spostano l'asse di interesse da una visione medico-scientifica
(contenuta nell’ ICF 2001 e nell’ICF-CY 2007 ) ad una sociale
Hanno come presupposto teorico il modello sociale della disabilità,
che nasce negli anni ‘70 con Oliver (1990, 1992) in opposizione al
modello bio-medico; sottolineano la differenza tra la condizione
biologica (menomazione) e quella sociale (disabilità); promuovono la
partecipazione diretta delle persone disabili e dei loro familiari nelle
decisioni politiche; attenzione sulla rimozione delle barriere
economiche, politiche e sociali che si aggiungono alla condizione
personale di sofferenza e di difficoltà.
=> Cfr. i “Disability Studies” (cap. 1 a cura di L. Perla del testo)
• In particolare l’Index sostituisce l’espressione di BES con quella di
ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione, attribuendo ai
contesti la responsabilità di facilitare (rendere accessibile) o
ostacolare la partecipazione sociale di ciascuno.
Gli autori dell’Index indicano che l’inclusione si riferisce
all’educazione di tutti i bambini e ragazzi, con Bisogni Educativi
Speciali e con apprendimento normale.
• L’Index offre un percorso che sostiene l’autoanalisi e il
miglioramento delle scuole, e si fonda sulle rappresentazioni del
gruppo docente, del Consiglio di Istituto, dei dirigenti, degli alunni
e delle famiglie, nonché delle comunità presenti sul territorio.
• Il percorso implica un esame dettagliato di come possano essere
superati gli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione di
ogni alunno (Booth e Ainscow, 2002).
• La prospettiva e l’educazione inclusive si rifanno ad
un modello complesso di disabilità, nel quale
apprendimento e socializzazione procedono insieme,
agganciandosi anche al Progetto di Vita, alla vita della
classe e della comunità, offrendo occasioni di
conoscenza diretta affinché si costruiscano reti di
integrazione che potenziano i processi di
apprendimento
• l’inclusione si caratterizza prioritariamente con una
dimensione sociale: non prima “riabilitare”, poi
socializzare, poi far apprendere, ma integrarsi in un
contesto scolastico ricco nel confronto con i docenti e
con i compagni
Dall’integrazione...
• si riferisce all’ambito educativo in senso stretto
e ai singoli alunni disabili;
• interviene prima sull’individuo e poi sul
contesto;
• incrementa una risposta specialistica,
riferendosi a un modello psicologico della
disabilità e a una visione compensatoria
All’inclusione...
• guarda alla globalità delle sfere educativa,
sociale e politica;
• prende in considerazione tutti gli alunni;
• interviene prima sui contesti e poi
sull’individuo;
• trasforma la risposta specialistica in ordinaria,
rifacendosi al modello sociale della disabilità il
quale mette al centro di tutti i processi
decisionali il disabile stesso e i suoi familiari