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Istituzioni di Economia
Corso di laurea in Servizio Sociale
Consumatori, produttori, efficienza e fallimenti dei mercati
(Capitolo 7 e cenni ai capitoli 10, 11 e 22)
Equilibrio di mercato
Nella lezione precedente abbiamo studiato come D e O determinano prezzo e quantità di equilibrio.
Ma in equilibrio il benessere dei compratori e venditori è massimizzato?
L’equilibrio di mercato riflette il modo in cui i mercati allocano le risorse scarse.
L’economia del benessere analizza se l’allocazione determinata dai mercati è desiderabile.
Economia del benessere L’Economia del benessere è lo studio del
rapporto tra l’allocazione delle risorse e benessere economico.
Ci occuperemo di:
Analizzare i benefici che compratori e venditori traggono dal partecipare a un mercato.
Determinare se l’equilibrio tra domanda e offerta su un mercato massimizza il benessere totale di venditori e compratori.
Economia del benessere
Occorre introdurre due concetti.
• Surplus o rendita del consumatore: misura il beneficio che i compratori traggono dal partecipare ad un mercato.
• Surplus o rendita del produttore: misura il beneficio che i venditori traggono dal partecipare ad un mercato.
Surplus del consumatore
Disponibilità a pagare è il massimo ammontare che un compratore è disposto a pagare per ottenere un bene.
Misura il valore che il compratore attribuisce al bene o al servizio.
Surplus del consumatore
Esempio: vendita di una copia autografata di un disco di Elvis Presley.
Indite un’asta e decidete di vendere il disco a chi offre di più.
La disponibilità a pagare di quattro potenziali acquirenti
Acquirente Disponibilità a pagare
John 100
Paul 80
George 70
Ringo 50
Surplus del consumatore
Iniziate l’asta partendo da 10 euro. Tutti sono disponibili a pagare di più e il prezzo aumenta. Arrivati a 81euro, solo John si offre di acquistare il disco.
Il disco è finito nelle mani di chi attribuiva al disco il valore più elevato.
Che beneficio ricava John dall’acquisto del disco?
Era disposto a pagare 100, paga poco più di 80, avrà un SURPLUS di circa 20 euro.
Surplus del consumatore
Il surplus del consumatore è la differenza tra il massimo che un compratore è disposto a pagare per un bene e il prezzo che paga effettivamente.
Surplus del consumatore e curva di domanda
Il surplus del consumatore è legato alla curva di domanda.
La curva di domanda descrive le varie quantità che i compratori sarebbero disposti ad acquistare a differenti prezzi, quindi, riflette la disponibilità a pagare dei consumatori.
La disponibilità a pagare di quattro potenziali acquirenti
Prezzo Acquirenti Quantità
Domandata
>100 Nessuno 0
tra 80 e 100 John 1
tra 70 e 80 John, Paul 2
tra 50 e 70 John, Paul, George 3
< 50 John, Paul, George, Ringo
4
Misurare il surplus del consumatore con la curva di
domanda Prezzo
del disco
50
70
80
0
100
1 2 3 4 Quantità di dischi
Misurare il surplus del consumatore con la curva di domanda
Prezzo del disco
50
70
80
0
100
1 2 3 4 Quantità di dischi
surplus di John (20 euro)
P=80, Q=1 John era disponibile ad
acquistare per 100, paga 80, ha un surplus di 20
Misurare il surplus del consumatore con la curva di domanda
Prezzo del disco
50
70
80
0
100
1 2 3 4 Quantità di dischi
surplus di John (30 euro)
P=70 John era disponibile ad
acquistare per 100, paga 70, ha un surplus di 30
Misurare il surplus del consumatore con la curva di domanda
Prezzo del disco
50
70
80
0
100
1 2 3 4 Quantità di dischi
surplus di John (30 euro)
surplus di Paul (10 euro)
Ma se P=70 anche Paul è interessato: era disponibile ad acquistare per 80, paga 70, ha
un surplus di 10 euro.
Misurare il surplus del consumatore con la curva di domanda
Prezzo del disco
50
70
80
0
100
1 2 3 4
surplus del consumatore
totale (40 euro)
Quantità di dischi
surplus di John (30 euro)
surplus di Paul (10 euro)
Misurare il surplus del consumatore con la curva di domanda
Prezzo del disco
50
70
80
0
100
Domanda
1 2 3 4
surplus del consumatore
totale (40 euro)
Quantità di dischi
surplus di John (30 euro)
surplus di Paul (10 euro)
Surplus del consumatore e prezzo
Questo esempio ci permette di trarre la seguente conclusione:
il surplus del consumatore è l’area compresa tra la curva di domanda e il livello del prezzo.
Un prezzo più basso farà aumentare il surplus del consumatore.
Un prezzo più alto farà ridurre il surplus del consumatore.
Surplus del consumatore e prezzo
L’altezza della curva di domanda indica il valore attribuito dal consumatore al bene, cioè la sua disponibilità a pagare.
La differenza tra la disponibilità a pagare e ciò che paga effettivamente è il SURPLUS.
Quindi, l’area sottesa alla curva di domanda sopra il livello del prezzo rappresenta la sommatoria di tutti i surplus di tutti gli acquirenti del bene.
Surplus del consumatore e prezzo
I consumatori desiderano acquistare il bene al prezzo più basso possibile.
Ma di quanto aumenta il benessere del consumatore in seguito a una riduzione di prezzo?
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
A
B C
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
A
B
surplus del
consumatore iniziale C
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
P2
A
B C
Q1 Q2
surplus del
consumatore iniziale
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
P2
A
B
D
C
E F
Q1 Q2
surplus del
consumatore iniziale
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
P2
A
B
D
C
E F
Q1 Q2
surplus addizionale dei consumatori iniziali
surplus del
consumatore iniziale
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del consumatore
Quantità
Prezzo
0
Domanda
P1
P2
A
B
D
C
E F
Q1 Q2
Surplus dei nuovi
consumatori
che sono disposti ad
acquistare il bene perché il
prezzo è più basso.
Perciò quantità domandata
aumenta, passando da Q1 a
Q2.
Surplus addizionale per il consumatore iniziale
Surplus del consumatore
iniziale
Surplus del produttore
La disponibilità a vendere è il prezzo più basso che ogni venditore è disposto ad accettare per il proprio lavoro e che corrisponde al costo di produzione del bene.
Esempio: siete proprietari di una casa e volete farla tinteggiare. Vi rivolgete a 4 persone.
Ognuna è disposta ad eseguire il lavoro se il compenso è maggiore del costo che sostiene per eseguirlo
Il costo di quattro potenziali venditori
Venditore Costo
Mary 900
Louise 800
Carlo 600
Mimmo 500
Surplus del produttore
L’asta viene vinta da chi esegue il lavoro al prezzo più basso.
Quando Mimmo offrirà poco meno di 600 (per es. 599), rimarrà l’unico venditore sul mercato.
Quale beneficio ne ottiene?
Era disposto a lavorare per 500 euro, ne ottiene poco meno di 600, ha un surplus di circa 100.
Surplus del produttore
Surplus del produttore è la differenza tra il prezzo pagato al venditore e il costo da lui sostenuto.
Surplus del produttore e curva di offerta
Così come per il consumatore la curva di domanda descrive la quantità che i compratori sono disposti a acquistare a diversi prezzo, la curva di Offerta descrive le quantità che i produttori sarebbero disposti a vendere ai differenti prezzi.
L’offerta può essere vista come misura del costo di produzione. Poiché il costo del produttore è il più basso prezzo che egli accetta, il costo è la misura della sua propensione a vendere.
Tabella di offerta dei quattro venditori
Prezzo Venditori Quantità
Offerta
< 500 Nessuno 0
Tra 500 e 600 Mimmo 1
Tra 600 e 800 Carlo, Mimmo 2
Tra 800 e 900 Louise, Carlo, Mimmo 3
>900 Mary, Louise, Carlo, Mimmo
4
Misurare il surplus del produttore con la curva di offerta
Quantità di case tinteggiate
Prezzo della tinteggiatura
500
800
900
0
600
1 2 3
Misurare il surplus del produttore con la curva di offerta
Quantità di case tinteggiate
Prezzo della tinteggiatura
500
800
900
0
600
1 2 3
surplus di Mimmo (100 euro)
P=600, Q=1 Mimmo era disponibile a
lavorare per 500, ottiene circa 600, ha un surplus di 100
Misurare il surplus del produttore con la curva di offerta
Quantità di case tinteggiate
Prezzo della tinteggiatura
500
800
900
0
600
1 2 3
surplus di Mimmo (300 euro)
P=800 Mimmo era disponibile a
lavorare per 500, ottiene 800, ha un surplus di 300
Misurare il surplus del produttore con la curva di offerta
Quantità di case tinteggiate
Prezzo della tinteggiatura
500
800
900
0
600
1 2 3
surplus di Carlo (200 euro)
surplus di Mimmo (300 euro)
Ma se P=800 anche Carlo è interessato: era disponibile a lavorare per 600, ottiene 800,
ha un surplus di 200 euro.
Misurare il surplus del produttore con la curva di offerta
Quantità di case tinteggiate
Prezzo della tinteggiatura
500
800
$900
0
600
1 2 3
surplus di Carlo (200 euro)
surplus di Mimmo (300 euro)
surplus del produttore
totale (500 euro)
Misurare il surplus del produttore con la curva di offerta
Quantità di case tinteggiate
Prezzo della tinteggiatura
500
800
$900
0
Offerta
600
1 2 3
surplus di Carlo (200 euro)
surplus di Mimmo (300 euro)
surplus del produttore totale (500 euro)
Surplus del produttore e prezzo
Questo esempio ci permette di trarre la seguente conclusione:
il surplus del produttore è l’area compresa tra la curva di offerta e il livello del prezzo.
Un prezzo più alto farà aumentare il surplus del produttore.
Un prezzo più basso farà ridurre il surplus del produttore.
Surplus del produttore e prezzo
L’altezza della curva di offerta misura il costo del produttore, cioè la sua disponibilità a vendere.
La differenza tra la disponibilità a vendere e il prezzo a cui effettivamente vende è il SURPLUS.
Quindi, l’area sottesa alla curva di offerta sotto il livello del prezzo rappresenta la sommatoria di tutti i surplus di tutti i produttori del bene.
Surplus del produttore e prezzo
I venditori desiderano offrire il prezzo più alto possibile dei beni che vendono.
Ma di quanto aumenta il benessere del venditore in seguito a un aumento del prezzo?
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
Offerta
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
P1
Offerta
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
P1
B C
Offerta
A
surplus del produttore
iniziale
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
P2
P1
B C
Offerta
A
surplus del produttore
iniziale
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
P2
P1
B C
Offerta
A
D
surplus del produttore
iniziale
E
Q1 Q2
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
P2
P1
B C
Offerta
A
D
surplus del produttore
iniziale
E F
Q1 Q2
surplus addizionale per i produttori iniziali
Effetti delle variazioni di prezzo sul surplus del produttore
Quantità
Prezzo
0
P2
P1
B C
Offerta
A
D
Surplus del produttore iniziale
E F
Q1 Q2
Surplus dei nuovi produttori che sono disposti a vendere il bene perché il prezzo è aumentato. Perciò la quantità venduta aumenta da Q1 a Q2
Surplus addizionale per i produttori iniziali
Efficienza del mercato Surplus del consumatore e del produttore sono gli
strumenti a cui ricorrono gli economisti per misurare il benessere di compratori e venditori.
Surplus consumatore Benessere compratori
Surplus produttore Benessere venditori
Usandole insieme:
SURPLUS TOTALE benessere complessivo della società
Efficienza del mercato Surplus consumatore =
valore per i compratori – prezzo pagato
Surplus produttore =
prezzo ricevuto dai venditori – costo per i venditori
SURPLUS TOTALE =
valore per i compratori – prezzo pagato
+
prezzo ricevuto dai venditori – costo per i venditori
Dato che P pagato dai compratori = P ricevuto dai venditori
Surplus totale = valore per compratori – costo per venditori
Efficienza del mercato
Surplus totale =
valore totale dei beni per compratori
–
costo sostenuto dai venditori per produrre quei beni
Efficienza del mercato Se il SURPLUS TOTALE è una misura del benessere
economico, questa misura ci aiuta a rispondere alle seguenti domande:
l’allocazione delle risorse che si determina in un libero mercato è quella ottimale?
Siamo sicuri che il libero mercato porti all’efficienza? O è necessario l’intervento dello Stato per aumentare il benessere economico?
Efficienza del mercato
Efficienza: la proprietà grazie alla quale una società ottiene il massimo possibile dalle proprie scarse risorse.
L’efficienza del mercato è raggiunta quando l’allocazione delle risorse massimizza il surplus totale.
Se un’allocazione non è efficiente, alcuni benefici dello scambio tra compratori e venditori non si realizzano.
Efficienza del mercato
Esempio: un’allocazione non è efficiente, se un
bene non viene prodotto al minor costo possibile.
In questo caso occorre spostare la produzione da un produttore ad alto costo a uno a basso costo.
Ciò fa diminuire il costo totale per i venditori e quindi fare aumentare il surplus.
(Surplus totale = valore per compratori – costo per venditori)
Efficienza del mercato Esempio: un’allocazione non è efficiente, se un bene
non viene consumato dai compratori che gli attribuiscono il massimo valore.
In questo caso, occorre trasferire il consumo del bene dai compratori che lo valutano poco a quelli che lo valutano molto.
Ciò fa aumentare il valore dei beni per i compratori e quindi fa aumentare il surplus. (Surplus totale = valore per compratori – costo per venditori)
Efficienza del mercato
Il mercato è efficiente se non c’è modo di migliorare il benessere di qualcuno senza peggiorare quello di un altro.
Dove c’è perfetta concorrenza e i mercati sono completi, il benessere di una società è misurato dalla somma del surplus del consumatore e del surplus del produttore.
L’efficienza del mercato è raggiunta quando l’allocazione delle risorse massimizza il surplus totale.
Surplus del consumatore e surplus del produttore in un mercato in equilibrio
Prezzo
Prezzo di equilibrio
0 Quantità Quantità di equilibrio
A
Offerta
C
B Domanda
D
E
Surplus del consumatore e surplus del produttore in un mercato in equilibrio
Prezzo
Prezzo di equilibrio
0 Quantità Quantità di equilibrio
A
Offerta
C
B Domanda
D
surplus del produttore
E
Surplus del consumatore e surplus del produttore in un mercato in equilibrio
Prezzo
Prezzo di equilibrio
0 Quantità Quantità di equilibrio
A
Offerta
C
B Domanda
D
surplus del produttore
surplus del consumatore
E
AE = compratori che attribuiscono al bene un
valore>P; acquistano il bene
EB = compratori che attribuiscono al bene un
valore<P; non acquistano
ED= produttori i cui costi>P; non vendono
CE = produttori i cui costi<P; vendono il bene
Efficienza del mercato
Prima osservazione. Un libero mercato alloca l’offerta di un bene a favore di quei compratori che gli attribuiscono il valore più elevato, misurato in termini di disponibilità a pagare.
Seconda osservazione. Un libero mercato alloca l’offerta di un bene tra i venditori che possono produrlo al costo più contenuto.
Terza osservazione. Un libero mercato produce la quantità di beni che massimizza la somma del surplus del consumatore e di quella del produttore.
Efficienza del mercato: prima osservazione Un libero mercato alloca l’offerta di un bene a favore di quei
compratori che gli attribuiscono il valore più elevato, misurato in termini di disponibilità a pagare
Prezzo
Prezzo di equilibrio
0 Quantità Quantità di equilibrio
Offerta
Domanda
E
Consumatori con più alta disponibilità a pagare (A-E)
A
B
Efficienza del mercato: seconda osservazione Un libero mercato alloca l’offerta di un bene tra i
venditori che possono produrlo al costo più contenuto
Prezzo
Prezzo di equilibrio
0 Quantità Quantità di equilibrio
Offerta
Domanda
E
Produttori con più basso costo (C-E)
C
D
Efficienza del mercato: terza osservazione Un libero mercato produce la quantità di beni che massimizza
la somma del surplus del consumatore e di quella del produttore
Prezzo
Prezzo di equilibrio
0
Quantità
QE
Offerta
E
In FG, valore compratore > costo venditore.
Perciò, un aumento di Q fa aumentare il surplus totale
In GH, Il valore compratore < costo venditore.
Perciò, un aumento di Q fa ridurre il surplus totale,
mentre una sua riduzione lo fa aumentare
Valore per il compratore
Costo per il venditore
F G H
L’equilibrio di mercato (E) max il surplus totale
Domanda
Efficienza del mercato: conclusione
L’equilibrio di mercato massimizza surplus del
consumatore e del produttore: l’equilibrio è una allocazione efficiente.
Pertanto, il mercato alloca le risorse in maniera efficiente.
Perciò la maggior parte degli economisti sostengono che il libero mercato sia il modo migliore per organizzare l’attività economica.
Adam Smith sottolinea le virtù del mercato nel raggiungimento del bene pubblico così:
“Siccome […] ogni individuo cerca per quanto possibile di impiegare il suo capitale nel sostegno dell’industria nazionale e di dirigere questa industria in modo tale che il suo prodotto abbia il massimo valore, [egli] mira soltanto alla sicurezza propria [...] e al guadagno proprio; ed in questo [...] egli è guidato da una mano invisibile a promuovere un fine che non rappresentava alcuna parte delle sue intenzioni. Né è sempre un danno per la società che quel fine non rientri nelle sue intenzioni; nel perseguire l’interesse proprio egli promuove quello della società più efficacemente che quando realmente intenda promuoverlo” Smith (1776, p.409)
67
Efficienza del mercato: La mano invisibile
Mercato, efficienza ed equità
La mano invisibile del mercato conduce compratori e venditori ad allocare le risorse in maniera efficiente.
MA i mercati garantiscono sempre l’efficienza o possono “fallire”?
E l’efficienza garantisce anche l’equità?
Fallimenti del mercato
Per giungere alla conclusione che i mercati sono efficienti, abbiamo fatto alcune ipotesi.
Ipotesi sono:
mercati concorrenziali – concetto di concorrenza perfetta presuppone ampia numerosità degli
operatori, libertà di entrata/uscita, assenza di accordi, omogeneità dei beni, perfetta informazione dei prezzi praticati.
completezza dei mercati – La completezza dei mercati implica l’assenza di esternalità, beni
pubblici e asimmetria informativa
69
Fallimenti del mercato Se queste ipotesi non vengono rispettate, la conclusione
potrebbe non essere valida e si verifica il “fallimento di mercato”.
Pertanto, tali fallimenti derivano dal fatto che :
– difficilmente sono soddisfatte nelle economie concrete le condizioni che garantiscono l’esistenza di un equilibrio di concorrenza perfetta
– difficilmente i mercati sono completi per l’esistenza di esternalità, beni pubblici e asimmetria informativa.
In questo caso il mercato non riesce a raggiungere la condizione di efficienza.
Che fare in questo caso?
70
Fallimenti del mercato Che fare in questo caso?
Per potere rispondere a questa domanda occorre chiarire cosa si intende per:
• Assenza di concorrenza, ossia potere di mercato (1)
• Incompletezza dei mercati, ossia presenza di:
– Esternalità (2)
– Beni pubblici (3)
– Asimmetria informativa (4)
71
Fallimenti del mercato: Potere di mercato (1)
Se un mercato non è perfettamente concorrenziale vi può essere potere di mercato.
Il potere di mercato si ha quando compratori o venditori sono in grado di esercitare un controllo sui prezzi di mercato.
Il potere di mercato può generare risultati inefficienti e, di conseguenza, fallimenti del mercato.
Ne parleremo in seguito ….. quando tratteremo il monopolio
Fallimenti di mercato: esternalità (2)
Si ha un esternalità quando l’azione di un soggetto influenza il benessere di un altro soggetto senza che questo ultimo paghi o riceva qualche compenso per tale effetto.
Quando l’impatto sul benessere di soggetti terzi è dannoso, l’esternalità è detta esternalità negativa (inquinamento, fumo, guida in stato di ubriachezza)
Quando l’impatto sul benessere di soggetti terzi è benefico, l’esternalità è detta esternalità positiva (attività di ricerca e sviluppo, vaccino contro malattie infettive, giardino ben curato di un vicino)
Perché le esternalità portano al fallimento del mercato?
Gli individui operano con riferimento a costi e benefici privati;
Costi e benefici privati e sociali divergono;
Le esternalità rendono inefficace l’operare del mercato.
Risultato: o in caso di esternalità negative il mercato produce una quantità
più elevata di quella socialmente desiderabile
o in caso di esternalità positive il mercato produce una quantità più bassa rispetto a quella socialmente desiderabile
(Riferimento cap. 10 del libro)
74
Fallimento del mercato: Beni pubblici (3)
Beni con caratteristiche di: – non rivalità
più soggetti possono beneficiare simultaneamente di quel bene senza per questo ridurre l’utilità che essi traggono dal consumo
– non escludibilità singoli individui non possono essere esclusi (o è molto costoso farlo) dal consumo di tale bene
Esempi di beni non rivali e non escludibili Un faro una volta che è costruito e funzionante, il suo utilizzo da
parte di una nave addizionale nulla aggiunge ai costi di gestione né gli individui possono essere esclusi dal suo utilizzo.
La difesa nazionale: una volta che un paese ha provveduto alla propria difesa, il costo aggiuntivo è nullo e tutti i cittadini ne godono i benefici
Televisione pubblica …..
75
Perché la presenza di beni pubblici porta al fallimento del mercato?
Sottoconsumo: anche se fosse possibile l’esclusione, richiedere il pagamento di un bene non rivale impedisce ad alcuni di godere di tale bene anche se il loro consumo del bene non comporterebbe alcun costo marginale (inefficienza)
Offerta insufficiente: ma senza l’esclusione (cioè se non è possibile imporre un prezzo) non vi sarà incentivo a produrlo (inefficienza)
BISOGNA trovare dei metodi non di mercato per la fornitura di questi beni.
(Riferimento cap. 11 del libro)
76
Fallimenti di mercato: informazione imperfetta (4)
L’informazione è imperfetta o asimmetrica quando i soggetti che partecipano allo scambio non hanno le stesse informazioni: un contraente dispone di informazioni che l’altro contraente non ha. Esempi: A. Il contraente di una polizza assicurativa compie azioni
spericolate dopo avere firmato il contratto, senza che l’assicuratore possa controllarlo.
B. Un’impresa che assume un lavoratore non ha la possibilità di controllare sistematicamente le sue azioni e il lavoratore potrebbe chiacchierare invece di lavorare.
C. Una società di assicurazione ha un problema di asimmetria informativa se assicura la vita di un cliente senza sapere che è malato di cuore.
Perché l’asimmetria informativa porta al fallimento del mercato?
Il fallimento di mercato si concretizza in costi sociali legati all’esasperazione di situazioni di rischio (esempio A) o all’assunzione di comportamenti
opportunistici individuali (esempio B) o ancora il prezzo di scambio influenza la qualità dei soggetti nel senso che può condurre all’uscita dal mercato dei soggetti di qualità migliore (esempio C)
A. Per esempio, nel settore delle assicurazioni la copertura assicurativa può rendere le persone meno attente a prendere le precauzioni necessarie a evitare un sinistro, cosa che aumenta la probabilità sociale dei sinistri.
B. Il comportamento opportunistico del lavoratore che non lavora produce inefficienza che si ritorce su tutta la collettività.
C. Se una compagnia di assicurazione propone un premio che è una media tra il premio per i soggetti ad alto rischio e quelli a basso rischio, gli individui che hanno una bassa probabilità di ammalarsi (agenti migliori) tendono a non assicurarsi, provocando un peggioramento della qualità scambiata sul mercato.
Giustificazione dell’intervento pubblico
La presenza dei fallimenti di mercato giustifica l’intervento pubblico?
Si, ma è solo una delle motivazioni! Se la politica economica fosse solo un correttivo di
fallimenti del mercato i suoi confini sarebbero molto ristretti.
In realtà, vi sono almeno altre due ragioni che giustificano un intervento pubblico più esteso:
• argomenti di natura etica: fornitura di beni meritori e distribuzione equa;
• importanza delle istituzioni: garantire l’esistenza e il funzionamento del mercato.
79
Fornitura di beni meritori e distribuzione equa
Lo Stato, in quanto rappresentante di tutti i cittadini,
interviene nel mercato, anche a scapito dell’efficienza, per promuovere obiettivi collettivi, quali: – sicurezza nella malattia, – formazione di capitale umano (istruzione) – controllo delle transazioni pericolose – sicurezza sociale – creazione di occupazione – regolamentazione di attività “sensibili” quali vendita di
droga, sangue, adozione, ecc.
Garantire l’esistenza e il funzionamento del mercato (1/2)
Vi è, infine, spazio per un terzo tipo di intervento: l’attivazione di regole, leggi, organizzazioni, cioè istituzioni capaci di generare nuovi mercati o migliorarne il funzionamento.
Poiché questi interventi nella maggior parte dei casi comportano una redistribuzione delle risorse e dei diritti di proprietà, in uno stato democratico debbono essere sostenuti da un processo decisionale democratico, con sistema diretto o rappresentativo.
81
Garantire l’esistenza e il funzionamento del mercato (2/2)
Un esempio per chiarire il senso di queste politiche sono le Politiche Regionali: attivazione di incentivi per lo sviluppo economico di aree depresse.
Il diseguale grado di sviluppo tra Nord e Sud potrebbe non derivare da un cattivo funzionamento del mercato, ma per es. da diverse: dotazioni di risorse, attitudini all’attività economica e istituzioni.
L’attivazione di incentivi per investire nel Mezzogiorno (detassazione dei profitti reinvestiti, fiscalizzazione oneri sociali, ecc.,) hanno l’obiettivo di modificare la convenienza a investire al Sud, invece che al Nord.
Questi interventi non trovano giustificazione all’interno di una logica di efficienza statica e sono redistributivi; sono, invece, giustificabili in una prospettiva dinamica e di sviluppo, poiché se hanno successo consentono di creare maggiore sviluppo di cui beneficia nel lungo periodo tutto il sistema economico.
Fallimenti del Mercato e dello Stato
Dall’analisi fin qui condotta è scaturita l’esigenza dell’intervento dello Stato.
Una di queste motivazioni si riferisce al superamento dei fallimenti del mercato.
L’idea è che lo Stato, avendo motivazioni e obiettivi di natura pubblica anziché privata, sia capace di superare i fallimenti stessi.
Si ipotizza, infatti, l’esistenza di un operatore che si fa carico degli interessi dei singoli soggetti economici, riflettendo in una funzione di benessere sociale il pubblico interesse.
Fallimenti dello Stato (1/4)
Tale impostazione, però, non considera il problema del grado di realismo delle ipotesi sulle quali si basa.
Il sistema economico non è composto da cittadini indistinti e quasi anonimi, così come si ipotizza, né i responsabili della politica economica sono soggetti anonimi.
Fallimenti dello Stato (2/4)
L’intervento pubblico nasconde spesso interessi di parte dietro apparenti motivazioni di benessere collettivo (teoria dei fallimenti dello Stato).
– Lo Stato non riuscirebbe ad esprimere un interesse collettivo in quanto i gruppi d’interesse combattono per ottenere con vari strumenti (lobbying, mezzi di comunicazione, partecipazione diretta alla vita politica, ecc.) diritti di proprietà su attività produttive, limiti ai diritti altrui, risorse dal bilancio pubblico.
– Anche i policy maker non sono soggetti anonimi, ma politici e burocrati che possono perseguire i propri interessi, confidando nella impossibilità da parte dei cittadini di verificare la presenza di dolo o negligenza.
Fallimenti dello Stato (3/4) In questo ambito sono state elaborate
varie teorie (la teoria della cattura; la teoria del ciclo economico-politico; la teoria economica della burocrazia) che hanno il merito di far luce su aspetti importanti dell’effettivo operare dello Stato e danno sostegno teorico alla politica di riduzione della presenza pubblica.
Fallimenti dello Stato (4/4) Fino a non molto tempo fa la dimensione e le
competenze dello Stato non erano poste in discussione (almeno in Italia e Europa) MA nell’ultimo quarto di secolo si è sviluppata una critica sul ruolo dello Stato che ha condotto al suo ridimensionamento ed a una nuova visione, oggi piuttosto condivisa, secondo la quale è opportuno lasciare più spazio alle scelte individuali e al mercato, mentre l’intervento pubblico è giustificato solo se aggiunge efficienza al sistema economico e se assolve il proprio ruolo ridistribuivo.
Da una parte, la crisi economica ha spinto verso la direzione di invocare un maggiore intervento dello Stato, d’altra, la sempre maggiore sfiducia nella classe politica ha spinto in direzione opposta.