39
CORSO BASE DI CHITARRA (MARCO CORBINO) STEP 1 Spieghiamo le differenze sostanziali tra le diverse chitarre. Se avete deciso di iniziare, probabilmente avrete una delle tipologie di strumenti che elencherò. Quali sono le differenze fra le varie chitarre? Le chitarre possono essere: acustiche, semiacustiche, elettriche o classiche. In cosa si differenziano? Intanto dalle dimensioni. Quelle che hanno la cassa grande sono le chitarre acustiche e le chitarre classiche. Le chitarre acustiche hanno le corde in metallo, spesso in bronzo. La chitarra classica può essere simile nella forma all’acustica e monta corde in nylon, quindi la timbrica è diversa rispetto all’acustica. Anche la tecnica di esecuzione è diversa. E’ molto più facile riconoscere una chitarra semiacustica. Ha un corpo più sottile e ha delle effe sulla cassa. Sono chitarre usate principalmente nel jazz. La chitarra elettrica è riconoscibile perché non ha cassa. Addirittura alcune chitarre elettriche non hanno nemmeno il corpo perché necessitano comunque di un’amplificazione. La chitarra con la quale si inizia solitamente è la chitarra acustica. Le chitarre con la cassa intera si chiamano dreadnought, quelle con l’incavo in basso si chiamano “spalla mancante” e hanno un accesso più facilitato alle parti alte del manico. Ma hanno tutte sei corde, si accordano alla stessa maniera e possono essere suonate col plettro, con le dita, o plettro e dita. Con sfumature diverse ovviamente. Gli argomenti che tratteremo in questo corso di base varranno comunque per tutte le tipologie di chitarre. Vediamo di conoscere le varie parti della chitarra. Paletta . Meccaniche per l’accordatura. Si avvolge la corda e si accorda lo strumento. Le meccaniche delle acustiche ed elettriche sono simili. Quelle delle classiche sono diverse perché sono costruite per avvolgere corde in nylon. Scendendo abbiamo il manico . La parte frontale si chiama tastiera . Le corde passano sopra il manico e vengono poggiate sul “nut” o capotasto . E’ molto importante perché determina l’altezza delle corde sulla tastiera. Quindi se la chitarra è particolarmente scomoda da suonare, trovate un liutaio che vi aiuti a sistemare l’altezza delle corde intervenendo sul capotasto. 1

Corso Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

  • Upload
    mccorby

  • View
    71

  • Download
    5

Embed Size (px)

DESCRIPTION

didattica

Citation preview

Page 1: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

CORSO BASE DI CHITARRA(MARCO CORBINO)

STEP 1

Spieghiamo le differenze sostanziali tra le diverse chitarre. Se avete deciso di iniziare, probabilmente avrete una delle tipologie di strumenti che elencherò.Quali sono le differenze fra le varie chitarre?Le chitarre possono essere: acustiche, semiacustiche, elettriche o classiche. In cosa si differenziano?Intanto dalle dimensioni. Quelle che hanno la cassa grande sono le chitarre acustiche e le chitarre classiche. Le chitarre acustiche hanno le corde in metallo, spesso in bronzo. La chitarra classica può essere simile nella forma all’acustica e monta corde in nylon, quindi la timbrica è diversa rispetto all’acustica. Anche la tecnica di esecuzione è diversa. E’ molto più facile riconoscere una chitarra semiacustica. Ha un corpo più sottile e ha delle effe sulla cassa. Sono chitarre usate principalmente nel jazz. La chitarra elettrica è riconoscibile perché non ha cassa. Addirittura alcune chitarre elettriche non hanno nemmeno il corpo perché necessitano comunque di un’amplificazione. La chitarra con la quale si inizia solitamente è la chitarra acustica. Le chitarre con la cassa intera si chiamano dreadnought, quelle con l’incavo in basso si chiamano “spalla mancante” e hanno un accesso più facilitato alle parti alte del manico. Ma hanno tutte sei corde, si accordano alla stessa maniera e possono essere suonate col plettro, con le dita, o plettro e dita. Con sfumature diverse ovviamente. Gli argomenti che tratteremo in questo corso di base varranno comunque per tutte le tipologie di chitarre. Vediamo di conoscere le varie parti della chitarra. Paletta. Meccaniche per l’accordatura. Si avvolge la corda e si accorda lo strumento. Le meccaniche delle acustiche ed elettriche sono simili. Quelle delle classiche sono diverse perché sono costruite per avvolgere corde in nylon. Scendendo abbiamo il manico. La parte frontale si chiama tastiera. Le corde passano sopra il manico e vengono poggiate sul “nut” o capotasto. E’ molto importante perché determina l’altezza delle corde sulla tastiera. Quindi se la chitarra è particolarmente scomoda da suonare, trovate un liutaio che vi aiuti a sistemare l’altezza delle corde intervenendo sul capotasto. Sulla tastiera ci sono i tasti. I tasti determinano le note che noi suoneremo, come i tasti del pianoforte. Vedremo poi il meccanismo con il quale si generano le note. Il manico è unito al corpo in modi diversi. Nelle chitarre acustiche, classiche e semiacustiche è incollato. Nelle chitarre elettriche normalmente è avvitato con quattro viti che fissano il corpo al manico. Ci sono anche chitarre elettriche che sono formate da un pezzo unico tra il manico e il corpo, o altre che hanno il manico incollato. Poi abbiamo il corpo. Nel caso della chitarra acustica il corpo è anche una cassa di risonanza che serve per amplificare il suono, in modo da poter suonare con gli amici e cantare tranquillamente. Se invece avessi una chitarra elettrica sarebbe difficile poter suonare senza amplificazione, in quanto il volume è troppo scarso. Sul corpo della chitarra elettrica abbiamo il ponte che può essere mobile o fisso.Sul ponte mobile è montata la leva. A qualcuno inesperto ho sentito dire: “quello è il distorsore”. Assolutamente no. Si chiama leva del vibrato e serve ad allentare e tendere le corde e ad ottenere un effetto appunto di vibrato. Non è un distorsore. Il distorsore è un effetto che magari un giorno acquisteremo quando avremo voglia di fare casino. Al ponte sono attaccate le corde e quest’ultimo ha anche la funzione di determinare l’intonazione delle note. Il suono tende a cambiare fra il ponte mobile e fisso. Nelle chitarre acustiche il ponte è fisso. Le chitarre elettriche a volte hanno le corde passanti dal retro del corpo e fuoriuscenti dalla parte frontale del corpo.Sul corpo abbiamo i pick-up. La chitarra elettrica, non avendo volume, ha bisogno di essere amplificata. I pick-up sono dei trasduttori magnetici che “raccolgono” il suono delle corde. Attraverso lo switch o selettore si decide quale pick-up deve suonare. Poi attraverso il cavo jack-jack il suono va all’amplificatore. Poi abbiamo il battipenna o la mascherina, a seconda della chitarra. Nella chitarra elettrica la mascherina è molto grande e serve a proteggere l’elettronica. Nella chitarra acustica il battipenna serve a proteggere il legno dello strumento dallo sfregamento del plettro.

1

Page 2: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 2

Imbracciamo la chitarra e vediamo di iniziare con una corretta postura. Prendiamo la chitarra, ci sediamo. Posso avere una sedia o uno sgabello dove posso poggiare il piede. A casa potremo poggiare il piede sopra due libri, sopra due mattoni, su uno sgabellino, oppure potremmo accavallare semplicemente le gambe. L’importante è cercare di stare abbastanza dritti con la schiena. Non dovremmo guardare troppo la chitarra, ma è normale che in questa fase dovendo trovare le note, dovremo guardare per forza la chitarra, quindi ci troveremo per sommi capi ad essere con la testa china sullo strumento per guardare le corde. L’importante è che una volta individuate le posizioni che ci servono, ci ricordiamo di tirare su la testa. La chitarra classica ha un’impostazione molto diversa di cui vi accennerò ma che non useremo. Diciamo che, di norma, la chitarra classica viene utilizzata sollevando il piede sinistro e poggiando lo strumento sulla coscia sinistra. Nei negozi di strumenti musicali vendono dei poggiapiedi appositi.L’importante è avere la paletta all’altezza della spalla. Il braccio destro poggiato sullo strumento in maniera che la mano destra arrivi in maniera rilassata all’altezza della buca. Nel nostro caso potremo utilizzare la chitarra classica allo stesso modo dell’acustica e cioè poggiando lo strumento sulla coscia destra. Vediamo di intenderci. La maggior parte dei chitarristi usano la destra per impugnare il plettro, ma ci sono anche ovviamente i mancini. Per non fare confusione indicheremo la mano che sta sulla tastiera come “la mano che preme” e la mano che impugna il plettro come “la mano che suona”.Vediamo alcuni dettagli. Come vengono indicate le dita della mano che preme? Il pollice solitamente non viene utilizzato per suonare, tranne che nel finger picking. Nel finger picking la “ T ” sta per thumb ed è il nome che gli inglesi danno al pollice. In questo stile a volte il pollice esce da dietro il manico e va a premere le corde basse e viene indicato appunto con “ T ” nella partitura o nella tablatura. Le altre dita vengono nominate 1, 2, 3, 4. Come vengono indicate le dita della mano che suona? Se utilizziamo il plettro non c’è niente da indicare. Nel caso in cui si suona un arpeggio con le dita, il pollice vene indicato con “ p “ o “ T “ (thumb) e le altre dita con la lettera iniziale. Quindi: i, m, a. Di cosa si occupano le due mani? La “mano che preme” si occupa principalmente di premere le note, ma anche di stoppare il suono. La parte ritmica è compito della “mano che suona”.Quando determino un accordo uso la mano che preme e quando decido una ritmica utilizzo la mano che suona. Quindi iniziamo a capire che una qualunque ritmica è data dalla sincronizzazione fra i movimenti delle due mani. Un’altra cosa importante è il nome delle note. La nomenclatura. Vi consiglio di imparare da subito anche la nomenclatura anglosassone, in quanto è ormai quella standard usata nella musica moderna. In tutto il corso utilizzeremo due modi per indicare le note. Quando le note sono singole le indicheremo col nome in italiano, Do, re, mi, fa, sol, la, si. Se invece suoneremo l’accordo di Do maggiore lo troverete indicato con la lettera C.La nomenclatura internazionale è la seguente:A = LaB = SiC = DoD = ReE = MiF = FaG = Sol

Man mano che procederete con lo studio incontrerete pressoché sempre queste sigle. Quindi questa piccola fatica iniziale vi ripagherà in seguito.

2

Page 3: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 3

L’accordatura è fondamentale per un chitarrista. Cercherò di essere il più chiaro possibile. Il nostro punto di riferimento è il La. Probabilmente quando avete acquistato lo strumento vi avranno dato un fischietto o un corista con le varie note corrispondenti alle corde libere dello strumento.Possiamo utilizzare anche un qualunque accordatore online o un accordatore digitale. Proviamo ad ascoltare un La di riferimento. Adesso suono il mio La. Dobbiamo capire se il suono emesso dal nostro strumento è uguale o diverso dal suono iniziale. Se all’inizio non riuscite a capire bene se il vostro suono è più basso o più acuto rispetto al suono di riferimento, non vi preoccupate, l’orecchio va allenato in tal senso. Un trucco può essere questo. Provate ad allentare la corda e poi a tirarla. Così percepirete il suono che diventa da più basso a più acuto. Quando avvertirete una specie di vibrazione, siete vicini. Man mano che vi avvicinate al suono corretto la vibrazione diventa man mano più lenta. Quando non sentirete più la vibrazione sarete arrivati al suono corretto. Adesso abbiamo accordato la 5a corda. Dobbiamo però diventare in grado di accordare il nostro strumento senza un computer a portata di mano. Le corde a vuoto della chitarra, a partire dalla prima, sono così accordate:1a=Mi cantino, 2a=Si, 3a=Sol, 4a=Re, 5a=La, 6a=Mi basso

Abbiamo accordato il La con il nostro corista, fischietto, ecc. ecc.1) Premiamo la 5a corda in corrispondenza del 5° tasto. Otterremo la nota Re. Con questa nota

accorderemo la 4a corda a vuoto. Come fare per ottenere il suono corretto?. Un trucco è quello di mantenere la nota premuta e accordare con la mano libera, in maniera tale da non perdere il suono di riferimento.

2) Adesso premiamo la 4a corda in corrispondenza del 5° tasto. Otterremo la nota Sol. Con questa nota accorderemo la 3a corda a vuoto. Ascoltate bene. Quando le note sono quasi uguali sentirete una piccola vibrazione. Quando il suono coincide la vibrazione scompare.

3) Adesso premiamo la 3a corda in corrispondenza del 4° tasto. Otterremo la nota Si. Con questa nota accorderemo la 2a corda a vuoto. Ricordatevi di procedere lentamente e con pazienza.

4) Adesso premiamo la 2a corda in corrispondenza del 5° tasto. Otterremo la nota Mi. Con questa nota accorderemo la prima corda a vuoto.

5) Adesso premiamo la 5a corda in corrispondenza del 7° tasto. Otterremo la nota Mi più vicina al suono del Mi basso. Con questa nota accorderemo la 6a corda a vuoto.

In vendita potete trovare dei comodi accordatori digitali facili da usare. Ma è importante che un chitarrista impari ad accordare ad orecchio il proprio strumento.

3

Page 4: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 4Abbiamo visto le differenze tra le chitarre, come sono fatte le chitarre, come si imbraccia una chitarra e come si accorda una chitarra. Adesso vediamo come mettere le mani su una chitarra. Un buon chitarrista dovrebbe conoscere tutte le tecniche: a plettro, con le dita, plettro e dita. Si inizia solitamente con la tecnica più velocemente accessibile e cioè la tecnica a plettro. Quindi le lezioni di questo corso saranno impostate principalmente su questa tecnica. Quando si è nella fase iniziale di studio si tende ad essere un po’ “rudi” sullo strumento, si tende a rompere le corde. Quindi vi consiglio di acquistare dei plettri sottili (thin) o di spessore medio (medium).Vediamo come tenere il plettro. Ogni chitarrista ha il suo sistema. Io vi faccio vedere il mio. Impugniamo il plettro a metà della sua lunghezza, in maniera che si disponga perpendicolarmente rispetto al pollice. Le altre due dita, indice e medio completano l’impugnatura. La mano destra dovrebbe essere il più rilassata possibile ed è importante abituarsi da subito a percepire le tensioni eccessive. E’ importante che il braccio e la mano non generino angoli con la cassa dello strumento, inoltre la mano destra dovrebbe essere sempre vicina, quasi incollata allo strumento. Il movimento sarà sempre di polso, leggero, rilassato, sia per le note singole che per la ritmica. Per la ritmica la mano è rilassata e vicina allo strumento, pronta a stoppare ed evitare risonanze indesiderate e l’arco di movimento non dovrà mai essere eccessivo. Per le note singole vi consiglio di appoggiare il mignolo sulla cassa per avere più stabilità. Comunque qualunque approccio va bene, basta che evitate di restare “sospesi” sullo strumento. Potete, come alternativa, anche poggiare il polso sul ponte usandolo come punto di appoggio. L’importante è che il braccio della mano che suona sia rilassato e che suoniate sulla buca, più o meno al centro.Vediamo come posizionare la “mano che preme”. Vedremo principalmente degli accordi e poi più in la anche scale ed arpeggi. Sistemiamo la mano “in posizione” ed assegniamo ad ogni tasto un dito. Sul tasto 1 il dito 1, sul tasto 2 il dito 2, sul tasto 3 il dito 3, sul tasto 4 il dito 4. Posizioniamo le dita in prossimità delle barrette. Il braccio è rilassato, più o meno a 90° e il pollice è da supporto al centro della tastiera. Se per esempio suono una sequenza di accordi facili: Em, Am, G, C, D, F, la mano è nella posizione più rilassata possibile. Se invece tenessi il pollice più in alto e quindi la mano leggermente di traverso, fregandomene della regola “un dito per ogni tasto”, mi troverei a fare una serie di scomodi spostamenti durante il cambio degli accordi. Quindi quando affrontate un qualunque esercizio verificate la posizione delle due mani e ponetevi delle domande: Ho il braccio rilassato? Sto impugnando il plettro correttamente? Ho un dito per ogni tasto? Il pollice è posizionato correttamente? Dopo di che iniziate a suonare.

4

Page 5: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 5

Vediamo qualche accordo. La prima difficoltà quando si osservano i box degli accordi è capire in che verso vanno letti. Immaginiamo di poggiare la chitarra sulle gambe col manico verso l’alto e capiremo il verso dei box. Il box è impostato sul nostro punto di vista mentre imbracciamo lo strumento. Iniziamo col primo semplice accordo. Il Em.Impostiamo un dito per ogni tasto. Da questa impostazione impiegheremo solo due dita per ottenere questo accordo. Premiamo la 5a corda al 2° tasto con il dito 2 e la la 4a corda al 2° tasto con il dito 3. Facciamo in modo che il palmo della mano non tocchi il manico e suoniamo tutte le corde “accarezzandole” col plettro. Spostandoci sotto di una corda troviamo un altro accordo semplice: il Am.Per ottenerlo sposteremo le due dita che precedentemente abbiamo usato per il Em giù di una corda e in più aggiungeremo il dito 1 che premerà la 2a corda al 1° tasto. In questo caso dovremo stare attenti a non suonare la 6a corda. Nel box la corda che non viene suonata viene indicata con la x, mentre le corde libere vengono indicate con lo 0. Esercitiamoci alternando i due accordi senza un particolare ritmo, per prendere confidenza con le diteggiature. All’inizio probabilmente gli accordi suoneranno male. Non preoccupatevi. Probabilmente state usando troppa pressione o per sbaglio state sfiorando con le dita le corde vicine. Armatevi di pazienza e proseguite. Sgranate lentamente l’accordo per controllare che ogni corda suoni bene. Ci accorgeremo subito che non è facile suonare in maniera pulita.

5

Page 6: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

6

Page 7: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 6

Il tempo. Parliamo ora di divisioni ritmiche. Con gli accordi imparati iniziamo ad andare a tempo. Cosa vuol dire? Nel nostro sistema metrico noi utilizziamo la divisione in quarti. Quando vedete un qualunque video o vedete provare i musicisti sentite contare: One, two, three, four. Questi numeri sono quattro tempi o quattro battiti che ci indicano l’andamento da tenere. Quattro movimenti da un quarto formano una misura da 4/4, il tempo più utilizzato in musica. Proviamo a suonare il Em a quarti. Daremo una pennata per ogni battito. La stessa cosa con il Am. Quattro battiti da un quarto. Adesso prendo un metronomo e scelgo un andamento. Per esempio il 60 b.p.m. (b.p.m. sta per battiti per minuto). Adesso suoniamo i due accordi seguendo il metronomo e suonando quattro battiti per ogni accordo. Quando il nostro battito coincide con il click del metronomo stiamo andando “a tempo”. Se il nostro battito non coincide stiamo andando “fuori tempo”. Questo è il nostro primo esercizio.Adesso da 60 b.p.m. mi sposto a 80 b.p.m. e proviamo a suonare il 2/4. 2/4 significa due battiti per ogni accordo.

STEP 7

Abbiamo suonato due accordi minori. Adesso suoniamo due accordi maggiori. Iniziamo dal C (Do maggiore). Una volta ricontrollata tutta la nostra impostazione, premiamo la 5a corda sul 3° tasto con il dito 3. La 4a corda sul 2° tasto con il dito 2 e la 2a corda sul primo tasto con il dito 1. La 6a corda non va suonata. Ricordatevi di sgranare l’accordo e di controllare che tutte le note suonino bene. Può capitare che per sbaglio la prima corda venga stoppata dall’indice. Per evitare che le corde vengano stoppate per sbaglio, ricordiamoci di spostare il polso un po’ più in basso e di abbassare un po’ il pollice affinchè le dita si dispongano “ a martelletto” e cioè perpendicolari alla tastiera. Comunque ci vorrà un po’ di esercizio prima di ottenere un suono pulito. Ora iniziamo a collegare gli accordi. Abbiamo iniziato con il collegare il Em al Am, perché il passaggio era abbastanza semplice. Adesso colleghiamo il C al Am. Anche questo passaggio è abbastanza scorrevole e, partendo dal C, dovremo semplicemente “richiamare” il dito 3 e premere la 3a corda sul 2° tasto per ottenere il Am. Notate che i due accordi hanno due note in comune.Proviamo questa sequenza su un groove rock in 4/4 a o su un click di metronomo a 80 b.p.m. Se 80 b.p.m. vi sembra troppo veloce scegliate un tempo di 60 b.p.m. e impostate una ritmica a quarti, suonando cioè quattro battiti per ogni accordo. Cerchiamo sempre di colpire le corde abbastanza contemporaneamente dando una pennata che sia allo stesso tempo precisa e rilassata, senza sgranare le corde e stando sempre attenti a fare coincidere la pennata con il click del metronomo. Vi accorgerete subito che suonare su un tempo lento semplifica il passaggio fra gli accordi ma rende difficile l’andare a tempo. Quindi solitamente per stare meglio sul tempo si raddoppia il b.p.m. (in questo caso lo si porta a 120) e si cambia la metrica. Cioè scomporremo ogni movimento in due ottavi e conteremo one – and – two – and – three – and – four - and. Questo concetto sarà spiegato meglio in seguito.Il secondo accordo maggiore che suoneremo sarà G (Sol maggiore). Premiamo la 6a corda sul 3° tasto con il dito 3. La 5a corda sul 2° tasto con il dito 2 e la 1a corda sul terzo tasto con il dito 4. Con il G vanno suonate tutte e sei le corde. Esercitatevi con il metronomo inizialmente solo con questo accordo, in quanto è abbastanza difficile da diteggiare all’inizio.

7

Page 8: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

8

Page 9: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 8

Adesso abbiamo sufficienti elementi per suonare il nostro primo giro armonico. Di solito si inizia col giro armonico di Do. Però nel giro armonico di Do è presente il Fa maggiore che va suonato col barrè e questa è un tipo di tecnica che vedremo dopo. Suoniamo il giro armonico di Sol maggiore. Gli accordi che compongono il giro sono: G, Em, Am, D. Esercitatevi con un tempo in 4/4 suonando 4 battiti per ogni accordo.Proviamo un altro giro armonico: G, C, Am, D. Esercitatevi con un tempo di 4/4 e poi con un tempo di 2/4.

9

Page 10: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

10

Page 11: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 9

Parliamo ora di battere e levare. Per adesso stiamo parlando di accordi, quindi la ritmica è un argomento fondamentale. Non possiamo suonare per sempre con la pennata in giù, quindi andiamo ad esaminare una cellula ritmica molto usata chiamata letteralmente “pum-pum-cha”. Come si esegue? In questo caso suoneremo separatamente i bassi dall’accordo. Per adesso consideriamo i bassi come le note che danno il nome all’accordo.Proviamo con il G maggiore che ci permette di usare tutte e sei le corde. Conteremo one and two and three and four, quindi divideremo ciascun quarto in 2 ottavi. Ogni movimento sarà diviso in due ottavi che chiameremo “battere e levare”. Suoneremo sul G e sul Em i primi due ottavi sulle note basse e l’accordo sul secondo quarto. Sul Am dovremo stare attenti a suonare il basso sulla 5a corda evitando di suonare la 6a corda. Sul D maggiore suoneremo il basso sulla 4a corda, stando attenti a non suonare la 5a e la 6a corda. Esercitatevi sul giro di G maggiore con un groove o con il metronomo a 80 b.p.m.Se non riuscite ancora a eseguire correttamente e a tempo il giro di G maggiore, tornate agli esercizi di partenza ed esercitatevi con questa ritmica sulla sequenza Em – Am e sulla sequenza C – Am.

11

Page 12: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 10

Adesso, dopo il primo approccio pratico è necessario affrontare i primi argomenti teorici. Come potete vedere stiamo per affrontare i primi argomenti teorici dopo aver fatto un po’ di pratica, per evitare il “blocco” tipico di chi inizia direttamente con la teoria senza toccare lo strumento per i primi mesi. Blocco che può portare ad abbandonare lo strumento senza averlo mai suonato. Quindi ritengo fondamentale un primo approccio pratico allo strumento. E’ importante imbracciare da subito lo strumento per cercare di capire velocemente se è lo strumento che fa per noi. In un secondo momento si può iniziare ad approfondire lo studio teorico che ad un certo punto diventa necessario. Parliamo di note. Abbiamo detto all’inizio che le corde della chitarra si chiamano: Mi cantino, Si, Sol, Re, La, Mi basso. Sappiamo anche che le note sono sette. Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. Sarebbe più corretto dire che noi diamo sette nomi a questi sette suoni, perché in realtà esistono dodici suoni che compongono la “scala cromatica”. Quindi la scala di sette note che tutti conosciamo è la “scala maggiore”.Per capire meglio questo discorso, immaginiamo la tastiera del pianoforte. I tasti bianchi sono le note: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. Poi ci sono i tasti neri. Se “saliamo”, spostandoci dalle note basse a quelle acute si chiamano diesis, se “scendiamo” li chiameremo bemolle. La stessa cosa accade sulla chitarra. Ogni tasto vale mezzo tono o un semitono. Nel nostro sistema musicale temperato la distanza minima tra due note è un semitono. Due semitoni formano un tono. Quindi se sulla chitarra partiamo dalla nota Do e arriviamo alla nota Re, incontriamo un tasto fra le due note che chiameremo Do diesis. Se parto dal Re e ritorno al DO lo chiameremo Re bemolle. In fase ascendente si chiama Do diesis e in fase discendente si chiama Re bemolle.Ora suoniamo la scala cromatica sulla chitarra sulla 5a corda. Do, Do#, Re, Re#, Mi, Fa, Fa#, Sol, Sol#, La, La#, Si, Do. E’ importante per il chitarrista conoscere le note sulla tastiera. Ricordiamoci che tra il Mi e il Fa e il Si e il Do non c’è il semitono di mezzo, ma si passa direttamente da una nota all’altra. Analizziamo la 6° corda. Il suono libero è un Mi. Se premo il primo tasto, troverò subito la nota Fa e poi di seguito Fa#, Sol ecc. ecc. Se vi ricordate, nell’accordo di G maggiore il basso si trovava sulla 6a corda al 3° tasto.Sulla 5a corda avremo La a vuoto e poi, procedendo per semitoni, La#, Si, Do, ecc. nell’accordo di C maggiore il basso si trovava sulla 5a corda al 3° tasto.Sulla 4a corda avremo il Re a vuoto e poi, procedendo per semitoni, Re#, Mi, Fa ecc.Sulla 3a corda avremo il Sol a vuoto e poi, procedendo per semitoni, Sol#, La, La#, ecc.Sulla 2a corda avremo il Si a vuoto e poi, procedendo per semitoni, Do, Do#, Re, Re# ecc.Sulla 1a corda avremo il Mi a vuoto e poi, procedendo per semitoni, Fa, Fa#, Sol ecc.Adesso provate a suonare la scala cromatica partendo dal Mi a vuoto sulla 6° corda e restando all’interno dei primi quattro tasti. Avremo questa successione di suoni man mano che scendiamo lungo le corde.

6a corda: Mi, Fa, Sol, Sol#5a corda: La, La#, Si, Do, Do#4a corda: Re, Re#, Mi, Fa, Fa#3a corda: Sol, Sol#, La, La#2a corda: Si, Do, Do#, Re, Re#1a corda: Mi, Fa, Sol, Sol#

L’individuazione delle note sulla tastiera è importante, perché quando affronteremo l’argomento del barrè, vedremo come suonare pressoché tutti gli accordi fondamentali trasportando poche diteggiature di base.

12

Page 13: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

13

Page 14: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

14

Page 15: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 11

Parliamo del barrè. Il barrè è la pecora nera dei chitarristi principianti. E’ difficile da eseguire, necessita di una certa forza ed energia. Impareremo alcuni trucchi per renderlo più accessibile. Il primo accordo che suoneremo con il barrè sarà il F maggiore. E’ normale che all’inizio suoni male. Vediamo alcuni trucchi. Intanto scopriamo che il punto migliore per premere la corda è accanto alla barretta, perché la corda oppone minore resistenza alla pressione. Quindi posizioneremo l’indice sul tasto del Fa, parallelo alla barretta e vicinissimo alla barretta stessa. Per ottenere una giusta pressione è importante che il pollice sia posizionato correttamente sul manico. Magari su una chitarra elettrica suonerà meglio perché le corde sono più morbide. Per esercitarvi senza stancarvi troppo provate a suonare il F e poi ad allentare la pressione. Premete e allentate. Ricordatevi di sgranare l’accordo e verificare se suona tutto. E’ importante disporre le altre tre dita bene a martello per evitare di bloccare le corde sottostanti. Adesso proviamo a suonare questa sequenza di accordi. C – F – G. Provate a suonare 4 battiti per ogni accordo. Adesso ricordiamoci velocemente l’argomento della scala cromatica per individuare le note sulla 6a corda e iniziamo a prendere come riferimento i pallini sopra il manico. In corrispondenza di questi pallini avremo le note Sol, La, Si, Do#. Adesso trasportiamo la geometria del F maggiore in corrispondenza dei tasti con i pallini e avremo gli accordi di G, A, B, C#. Nei tasti intermedi avremo tutti gli altri accordi. Esattamente un accordo per ogni nota della scala cromatica.Quindi il giro precedente C – F – G, potrebbe essere suonato tutto il barrè trasportando la stessa geometria lungo la tastiera. Quindi il barrè è importantissimo perché ci permette di prendere tutti gli accordi maggiori trasportando la stessa geometria lungo tutta la tastiera. Dovremo esercitarci a memorizzare le note con il doppio nome diesis-bemolle e memorizzare ad esempio che il G# e il Ab sono lo stesso accordo. Ricordiamoci quindi che questa è una posizione maggiore, quindi trasportandola ci darà sempre accordi maggiori.

15

Page 16: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

16

Page 17: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 12

Andiamo avanti con la teoria e impariamo altri trucchi pratici. Partiamo dagli accordi con il nome E. Em e E. Quando suoniamo il E dobbiamo immaginare un barrè immaginario di cui non abbiamo bisogno in quanto in corrispondenza del tasto “zero” della chitarra abbiamo il capotasto. In realtà quando abbiamo suonato l’accordo di F abbiamo trasportato la geometria di E lungo la tastiera. Il concetto del trasporto di una geometria è fondamentale per la chitarra. Se applichiamo lo stesso concetto all’accordo di Em potremo trasportarlo lungo tastiera. Quindi adesso abbiamo imparato una geometria maggiore e una geometria minore. Geometricamente togliamo un dito, ma teoricamente cosa succede? Gli accordi sono composti da tre note e si chiamano triadi. La nota che determina il modo maggiore o minore è la 3a. Questo è un argomento che verrà sviluppato e approfondito per chi vorrà proseguire con le lezioni dopo questo corso di base. Vediamo di capire meglio.Suoniamo l’accordo di Em. Qual è la terza nota a partire dal basso di Mi? Mi, Fa, Sol. Infatti la nota Sol è presente nell’accordo di Em sulla 3a corda a vuoto. Se suoniamo l’accordo di E maggiore, premeremo la 3a corda in corrispondenza del 1° tasto, ottenendo così la nota Sol#. Diremo che la nota Sol è la terza minore di Em e la nota Sol# è la terza maggiore di E. Lo spostamento fra le due note è quindi di un semitono.Proviamo ad applicare lo stesso concetto all’accordo di Am e a ricavare l’accordo di A.Suoniamo l’accordo di Am. Qual è la terza nota a partire dal basso di A? La, Si, Do. Infatti la nota Do è presente nell’accordo di Am in corrispondenza del dito 1 che preme la 2a corda sul primo tasto.Secondo il concetto di prima per ottenere il A partendo dal Am, sposteremo la terza minore di La (il Do) di un semitono in avanti, ottenendo la nota Do# (terza maggiore di La). Il risultato sarà un accordo di A. Dovremo un attimo riadattare la diteggiatura per renderla più comoda.

17

Page 18: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

18

Page 19: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 13

Adesso divertiamoci a suonare su un groove in 4/4 questa sequenza di accordi: C-Am-F-G (Il giro armonico di Do). Proviamo ad alternare gli accordi nella prima parte del manico con gli accordi corrispondenti in barrè lungo la tastiera. Per rendere più interessante la nostra ritmica introduciamo la pennata in su. Ricordiamoci la scomposizione del movimento in battere e levare e trasportiamola sulla mano che suona. Battere = pennata in giù e levare = pennata in su. Il movimento dovrà essere il più naturale e rilassato possibile. E’ importante accarezzare le corde e non entrare troppo dentro con il plettro. Le corde vanno sfiorate. Possiamo provare anche il pum pum cha, ma il concetto è lo stesso: non picchiate sulle corde, accarezzatele. Una volta imparati questi due movimenti di base potremo suonare un bel po’ di ritmiche. Comunque è ovvio che la scioltezza della mano che suona arriverà col tempo. Come dicevo prima esercitatevi con questa nuova ritmica sia con gli accordi vicino al manico, sia con tutti gli accordi in barrè. Per il C e il G useremo la posizione di F e per il Am useremo la posizione di Fm. Vi accorgerete che anche la mano che preme contribuisce a rendere più efficace la ritmica, facendo tutto un gioco di tensione e rilascio che si impara pian piano esercitandosi costantemente.

19

Page 20: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

20

Page 21: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 14

E se volessi usare le dita? Potete provare sia con la classica che con l’acustica, gli strumenti più adatti a questo tipo di tecnica. La chitarra classica viene suonata di norma pizzicando le corde con le dita della mano che suona. Anche nella chitarra acustica si utilizzano diverse tecniche con le dita: Finger picking, flat picking o tecniche che usano dei ditali appositi per le dita. Il pollice di norma si occupa delle corde basse (6a, 5a e 4a corda). La altre dita si occupano delle corde Sol, Si e Mi. Ricordiamoci i simboli usati per indicare le dita della mano che suona:Pollice = PIndice = IMedio = MAnulare = A

La postura corretta è con la mano rilassata davanti alla buca senza creare angoli col polso. Nella tecnica con le dita la mano è sospesa davanti alla buca, con il pollice leggermente in fuori. Di base l’indice suonerà la 3a corda, il medio la 2a corda e l’anulare la 1a corda. Prima di iniziare a suonare alcuni esercizi di base vediamo di capire come si legge una tablatura per chitarra.

STEP 15

La tablatura è una fotografia della chitarra nella quale è molto facile individuare la collocazione delle dita sulla tastiera. Per comprendere la tablatura immaginate di avere la chitarra disposta davanti a voi dal lato della buca, coricata di fianco, con il manico alla vostra sinistra. Quindi la linea più in alto indicherà il Mi cantino e la linea più in basso indicherà il Mi basso. Quando troverete lo 0 dovrete suonare la corda corrispondente a vuoto. Se per esempio troverete un 3 sulla corda del Si dovrete premere la corda Si sul 3° tasto. Negli esercizi inizieremo anche ad introdurre i simboli che indicano i valori delle note.

STEP 16

Un po’ di teoria. Abbiamo parlato del tempo. Ma che cos’è il tempo? Che cosa significa 4/4? Vi darò alcune indicazioni di base che avrete tutto il tempo di assimilare se decidete di iniziare un percorso di studio più approfondito. La frazione 4/4 indica la divisione di una misura in 4 movimenti, ciascuno della durata di un quarto. Matematica semplice. Quattro note da un quarto formano un tempo di 4/4. Ognuna di queste note da un quarto può essere divisa in due note da un ottavo (vi ricordate battere e levare ? ). Quindi in una battuta di 4/4 possiamo trovare quattro note da un quarto o otto note da un ottavo. Ogni nota da un ottavo può essere scomposta in due note da un sedicesimo, quindi un quarto può essere scomposto in quattro sedicesimi. In una misura o battuta di 4/4 potremo trovare sedici note da un sedicesimo. Potete divertirvi a combinare diversamente le 3 figure finora spiegate e a creare i vostri esercizi personali. Ci sono anche altre figure particolari. Per esempio la terzina è indicata con un gruppo di 3 note sormontate da una linea curva con la scritta 3. In questo caso dovremo suonare un gruppo di 3 note in uno spazio solitamente occupate da 2 note. Avremo in questo caso un gruppo irregolare o sovrabbondante. Vi esorto a creare le vostre combinazioni ritmiche combinando le varie figure e applicando questi concetti anche agli accordi finora studiati.

21

Page 22: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

22

Page 23: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 17

Abbiamo visto come si legge la tablatura, come si tiene la mano sulla chitarra classica o acustica e alcune nozioni di base sulla ritmica. Adesso iniziamo ad impostare un arpeggio. Suoniamo su un tempo di 12/8. Il 12/8 è un tempo composto proveniente dal 4/4. Vediamo cosa significa. In pratica su ogni quarto suoneremo una terzina di ottavi. Proviamo con un Em. Ricordatevi, prima di iniziare, che ogni dito ha una corda assegnata e cercate di muovere il meno possibile la mano che suona. Nel primo esercizio il pollice suona soltanto il Mi basso, mentre nel secondo esercizio il pollice si alterna sui bassi di 6a, 5a e 4a corda. Anche le dita, come il plettro, non devono entrare troppo dentro le corde ma devono accarezzarle, pizzicarle appunto.Adesso proviamo ad arpeggiare un giro di Sol: G – Em – Am – D. Con il pollice suoneremo le note fondamentali (bassi) dei quattro accordi e cioè: Sol, Mi, La e Re. Con le altre dita suoneremo l’arpeggio sulle prime tre corde come negli esercizi precedenti. Provate questa tipologia di arpeggio anche su altri giri armonici come quello di Do per esempio: C – Am – F – G. In questo caso ci sarà la difficoltà di far suonare bene il barrè. Un altro arpeggio tipico è quello in cui il pollice è un altro dita suonano due note insieme. Proviamo con il G e con il C.

23

Page 24: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

24

Page 25: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 18

Abbiamo visto come impugnare il plettro. Vediamo come sviluppare un po’ di tecnica con il plettro. Suoniamo un accordo di Em e arpeggiamo alternando le corde con questa sequenza: 6-4-5-3-4-2-3-1. Torniamo indietro con questa sequenza di corde: 3-1-4-2-5-3-6-4. Stiamo attenti a mantenere un volume costante durante l’esecuzione. Durante l’esecuzione la pennata sarà alternata. Cioè suoneremo alternando la pennata in giù alla pennata in su. Adesso proviamo ad arpeggiare su questa sequenza in Do maggiore: C – G – Am - F. Stavolta il plettro seguirà la direzione del movimento. Quando scendiamo pennata in giù, quando saliamo pennata in su. State attenti a non inclinare il plettro e a fare in modo che sia perpendicolare alle corde. Inoltre ricordatevi di pizzicare le corde e di non entrare troppo dentro col plettro.

25

Page 26: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

26

Page 27: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 19

Alla fine della dispensa troverete i diagrammi con le principali categorie di accordi. Finora abbiamo incontrato accordi maggiori e minori. Abbiamo anche altri tipi di accordi. Ricordiamoci che una triade è un accordo di tre note denominate: 1a, 3a e 5a. Abbiamo visto che la nota che differenzia la triade maggiore da quella minore è la 3a, che può essere maggiore o minore. Nel caso che la quinta cambi, parleremo di 5a giusta, diminuita o aumentata. Questi aggettivi che associamo alle note dell’accordo (maggiore, minore, giusta, diminuita, aumentata) dipendono dalla distanza in semitoni dalla nota di partenza (1a o tonica).La quinta può essere diminuita e la incontriamo solo combinata con la terza minore. In questo caso parleremo di triade diminuita. Esaminiamo tre tipi di accordo: maggiore, minore e diminuito (Per gli accordi aumentati ci sarà tempo in quanto sono meno comuni). Adesso vediamo cosa significa il numero 7 presente nelle sigle di alcuni accordi. Partiamo dall’accordo di C maj. Se incontriamo la sigla C7, è sottinteso che la settima è minore. In questo caso la nota che aggiungeremo è Sib sulla corda 2 al tasto 3. Per capire meglio diciamo che il numero 7 indica la settima nota a partire dalla tonica dell’accordo. In questo caso: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si. Se la settima dista un semitono dal Do un’ottava sopra, avremo la settima maggiore (Si naturale sulla corda 2 a vuoto). Se la settima dista un tono dal Do un’ottava sopra, avremo la settima minore (Sib sulla corda 2 al tasto 3). Vediamo un accordo minore e suoniamo un Am.Se aggiungiamo la settima minore abbiamo Am7. In questo caso aggiungeremo la nota Sol (settima minore di La) sulla corda 1 al tasto 3.Vediamo la triade diminuita di Do: Do, Mib, Solb. Se alla triade diminuita aggiungiamo una settima diminuita avremo un accordo diminuito (C dim, composto da Do, Mib, Solb, La). Se alla triade diminuita aggiungiamo una settima minore avremo un accordo semidiminuito (C semidim, composto da Do, Mib, Solb, Sib).Ricapitolando abbiamo analizzato queste combinazioni:

1) Triade maggiore, triade maggiore con la settima maggiore, triade maggiore con la settima minore

2) Triade minore, triade minore con la settima minore3) Triade diminuita con la settima diminuita, triade diminuita con la settima minore.

Con queste sette tipologie di accordi potete già affrontare un gran numero di brani. Per esempio possiamo partire da una progressione: G, Em, C, D e trasformarla inserendo le settime.La progressione diventerà: Gmaj7, Em7, Cmaj7, D7. Possiamo considerare le settime come abbellimenti o sfumature da aggiungere agli accordi di base.L’aggiunta di sfumature come le settime, none, tredicesime ecc. è determinata dalla conoscenza e dal buon gusto del chitarrista. Non deve diventare una gara a chi conosce più accordi. Un buon chitarrista può imparare tutti gli accordi esistenti, anche complicatissimi, ma dovrà avere sempre l’intelligenza di capire quando sarà necessario un semplice DO maggiore.

27

Page 28: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

STEP 20

Approfondiamo la conoscenza dello strumento elettrico. Ripartiamo dalla paletta. In alcuni strumenti troviamo degli “abbassa corde”, attraverso i quali scorrono le corde. Servono a mantenere la pressione delle corde costante sul nut (tasto 0). Spesso nelle chitarre c’è un foro alla base del manico che si chiama “foro della regolazione del truss road”. Il truss road è una barra d’acciaio che corre lungo il manico e ha la funzione di contrastare la trazione delle corde e di mantenere quindi il manico dritto. Se non ci fosse il truss road il manico si incurverebbe. Io vi sconsiglio di farlo da soli anche se, con la chitarra, vi verrà data una chiavetta di regolazione. Rivolgersi ad un buon liutaio è sempre la soluzione migliore, per evitare di danneggiare lo strumento. Arriviamo alla parte elettrica dello strumento. Abbiamo visto cos’è la mascherina. Ora osserviamo i pick-up. I pick-up sono dei trasduttori magnetici che hanno la funzione di “raccogliere” il suono prodotto dalla vibrazione delle corde e di trasportarlo all’amplificatore attraverso il cavo jack-jack. I pick-up singoli si chiamano “single coil”. Il pick-up più grande si chiama “humbucker”. Il nome deriva dalla caratteristica di questo pick-up, che tende ad eliminare i ronzii di fondo dei magneti. Solitamente i single coil sono leggermente più rumorosi rispetto agli humbucker. Gli humbucker sono molto più potenti rispetto ai single coil e hanno più volume d’uscita. Quindi quando li uso potrei regolare l’amplificatore con un volume minore, per avere un rapporto migliore fra segnale e rumore. La levetta sul corpo dello strumento è uno “switch”. Sulla Fender Stratocaster o sugli strumenti “similfender” troviamo questo switch di tipo “blade” (lama) a 5 posizioni. Lo switch ci permette di fare suonare i singoli pick-up o gli accoppiamenti fra i pick-up. Ricordatetevi che quando lo switch è completamente giù suonerà il pick-up al ponte. I pick-up vengono nominati in base alla loro collocazione sul corpo dello strumento. Avremo quindi: pick-up al manico, centrale e al ponte.Spesso il pick-up al ponte è “splittato”. L’humbucker è composto da due bobine mentre i single coil hanno una sola bobina. Quando si seleziona l’humbucker funzionano entrambe le bobine, quando è usato in combinazione col pick-up centrale viene splittato e funziona una sola bobina. Quasi tutte le chitarre sono dotate di manopole per la regolazione dei toni e di una manopola del volume generale. Spesso nelle chitarre jazz si suona con la manopola del tono chiuso, enfatizzando così le frequenze basse. E’ uno strumento di espressione molto importante. Arriviamo al ponte al quale spesso viene avvitata la leva. Il ponte delle Strato è “mobile”. Se il ponte non prevede il montaggio della leva viene chiamato ”ponte fisso”. Sul ponte abbiamo le “sellette”. Le sellette servono a determinare l’altezza delle corde rispetto alla tastiera e sono molto importanti perché attraverso le piccole viti sul retro possiamo spostare le sellette avanti e indietro per regolare l’intonazione dello strumento. Quando suono la corda libera e poi la risuono premendo il dodicesimo tasto, dovrò ottenere lo stesso suono un’ottava sopra. Questo avviene solo quando il “diapason” è corretto. Per diapason si intende la distanza fra la selletta e il nut. A metà della corda avremo un’ottava. Se la chitarra è ben regolata fra il nut e la selletta avremo esattamente due ottave. Quando le ottave saranno intonate agendo sulle viti delle sellette, avremo lo strumento ben regolato.

Nelle pagine seguenti troverete le diteggiature di base delle sette principali famiglie d’accordi.Buon divertimento e buona musica

Marco Corbino

28

Page 29: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

29

Page 30: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

30

Page 31: Corso  Di Chitarra Con Marco Corbino (16-04-2013)

31