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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Chiara Orlandi, Simone Paloni, William Porzio, Francesco Pustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Gianni Tavella, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Sara Capardoni, Irene De Luca, Claudia Innocenzi, Laura Misani, Silvia Pusceddu. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2010: 15 euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura: 17.000 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XIV, numero 115, aprile 2010 ® ® U n palcoscenico vuoto: si dice che tra quinte e scena- ri sempre si aggirino le ombre dei personaggi che ci hanno vissuto con le lo- ro passioni e speranze, lazzi comici, drammi cruenti. La vita stessa, consumata metafora, è un grande palcoscenico, in cui noi viviamo le nostre venture di donne e uomi- ni talvolta più incredibili delle fantasie dei poeti. Il teatro bisogna vederlo, bisogna esserci per co- gliere il flusso di emozio- ni che fa ritrovare noi stessi sul palco o ricono- scere il personaggio che sta vivendo sulla scena in un amico o in un protago- nista della cronaca. Que- sta volta, invece, provere- mo a portare tra noi quel- le ombre solo con le no- stre parole: stupiremo di come sapranno dire di sé e di noi, emozionarci e in- terrogarci… N on ci riteniamo ripetiti- vi nel riproporre un ar- gomento già affrontato in passato e tanto meno noiosi nel rilanciare il medesimo al- larme. Torniamo infatti a par- lare della pericolosità di molte strade della nostra zona. Teatro dell’ultimo incidente stradale mortale è ancora una volta Via Mecenate: anche que- sta volta, come in passato, la vittima è un pedone che stava attraversando la strada e anche questa volta non c’è stato nul- la da fare per salvare l’uomo investito da un minibus in ma- novra di inversione di marcia, lo scorso 10 marzo. Via Mecenate è da anni ogget- to di incidenti causati dall’alta velocità dei veicoli e dall’as- senza di un numero sufficien- te di semafori o strumenti ade- guati per limitare la velocità e regolarizzare l’andamento dei mezzi. Nonostante alcuni interventi realizzati negli ultimi anni, la situazione non è poi così mi- gliorata, e in occasione del- l’ultimo incidente gli abitanti del quartiere si sono veramen- te arrabbiati e si sono nuova- mente rivolti all'Assessorato Mobilità e Trasporti. Si è tenuto così venerdì 26 marzo un incontro in piazza Beccaria tra gli "addetti ai la- vori" ed alcuni rappresentanti della cittadinanza per discutere in dettaglio gli interventi su via Mecenate. Ai presenti, tra cui il Vice Sindaco De Corato ed i Consiglieri Cormio e Colom- bo, è stato presentato il pro- getto di semaforizzazione del- l'incrocio Mecenate-Maderna. La soluzione proposta permet- te la messa in sicurezza dei pe- doni ma lascerà la possibilità alle auto di eseguire svolte a si- nistra e "conversioni a U", in modo da evitare problemi al traffico. I tempi di esecuzione dovrebbero essere molto rapidi. Un'altra via critica è via Pira- nesi: un nostro lettore lo scor- so 2 marzo è stato investito da un camion di cantiere mentre percorreva la via in bicicletta, scaraventandolo sul marcia- piedi e causandogli traumi e la- cerazioni. La terza situazione che voglia- mo nuovamente segnalare è l’incrocio Umbria-Comelico, teatro di ripetuti incidenti per la scarsa visibilità, le numero- se possibilità di manovra, i mancati rispetti delle prece- denze. Fatto sta che 3-4 inci- denti alla settimana sono ormai la norma, ma nessuno sembra curarsene!! Non si può certo aspettare che arrivi (fra 6-8 an- ni?) la corsia preferenziale del- la 92, visti i tempi non proprio celeri con cui si sta procedendo per il lotto da piazza Emilia verso Dateo, già approvato da tempo e finanziato. Anche in questo caso la soluzione più ra- dicale sembra essere quella di un impianto semaforico, ma- gari un po’ intelligente. Claudia Innocenzi ATHOS OMBRE FRA LE QUINTE dieci protagonisti della storia del teatro La sicurezza stradale che non c’è C ome ogni anno, aprile è il mese del Sa- lone del Mobile e del Fuorisalone, quel- l’insieme di iniziative dedicate al design sparse in tutta la città ed aperte a tutti. E an- che quest’anno vi invitiamo a guardarvi in gi- ro e a visitare spazi ed esposizioni sicuramen- te pieni di fascino. Al momento in cui andiamo in stampa non ab- biamo il calendario definitivo, ma abbiamo spulciato sul alcuni siti e vi diamo un lungo elenco di posti in zona 4 dove andare a scopri- re nuove tendenze. LEFEL HOME ART DESIGN STORE Corso XXII Marzo 4 LABORATORIO DELLE ALTERNATIVE POSSIBILI 13-19 aprile Il laboratorio delle alternative possibili è un pro- getto innovativo sul tema della riduzione dei ri- fiuti che mette insieme competenze e profes- sionalità del mondo accademico, del terzo set- tore e della pubblica amministrazione. FUORISALONE 2010, tenetevi liberi dal 13 al 19 aprile L'incrocio Mecenate Maderna 4 INCONTRI SUL TEATRO Biblioteca Calvairate, via Ciceri Visconti/p.za Martini Mercoledì 21 aprile ore 17.30 Destino e giustizia nella tragedia greca SOFOCLE: Edipo re e Antigone Mercoledì 28 aprile ore 17.30 L’uomo molteplice nel teatro di Shakespeare Romeo e Giulietta e La bisbetica domata Mercoledì 5 maggio ore 17.30 Regole indispensabili o devastanti? Goldoni e Pirandello GOLDONI: La locandiera PIRANDELLO: Enrico IV Mercoledì 12 maggio ore 17.30 Il senso del parlare e dell’attendere dopo la guerra BECKETT: Aspettando Godot IONESCO: La cantatrice calva Relatore: prof. Ugo Basso Ingresso libero Nelle pagine interne: Voglio una vita …. che NON se ne frega! pag. 8 Linate al Lambro (parte II) pag. 9 La cascina recuperata pag. 3 La Massoni Moroni pag. 12 Vuotare il mare con un cucchiaio bucato, di Giovanni Chiara pag. 4 A cura di segue a pag. 2

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Chiara Orlandi, Simone Paloni, William Porzio, FrancescoPustorino, Vito Redaelli, Riccardo Tammaro, Gianni Tavella, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Sara Capardoni, Irene De Luca, Claudia Innocenzi, Laura Misani, Silvia Pusceddu.Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2010: 15 euro, sostenitore 25 euro – cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura: 17.000 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XIV, numero 115, aprile 2010

® ®

Un palcoscenicovuoto: si dice chetra quinte e scena-

ri sempre si aggirino leombre dei personaggi checi hanno vissuto con le lo-ro passioni e speranze,lazzi comici, drammicruenti. La vita stessa,consumata metafora, è ungrande palcoscenico, incui noi viviamo le nostreventure di donne e uomi-ni talvolta più incredibilidelle fantasie dei poeti.Il teatro bisogna vederlo,bisogna esserci per co-gliere il flusso di emozio-ni che fa ritrovare noistessi sul palco o ricono-scere il personaggio chesta vivendo sulla scena inun amico o in un protago-nista della cronaca. Que-sta volta, invece, provere-mo a portare tra noi quel-le ombre solo con le no-stre parole: stupiremo dicome sapranno dire di sée di noi, emozionarci e in-terrogarci…

Non ci riteniamo ripetiti-vi nel riproporre un ar-gomento già affrontato

in passato e tanto meno noiosinel rilanciare il medesimo al-larme. Torniamo infatti a par-lare della pericolosità di moltestrade della nostra zona.Teatro dell’ultimo incidentestradale mortale è ancora unavolta Via Mecenate: anche que-sta volta, come in passato, lavittima è un pedone che stavaattraversando la strada e anchequesta volta non c’è stato nul-la da fare per salvare l’uomoinvestito da un minibus in ma-novra di inversione di marcia,lo scorso 10 marzo.Via Mecenate è da anni ogget-to di incidenti causati dall’altavelocità dei veicoli e dall’as-senza di un numero sufficien-

te di semafori o strumenti ade-guati per limitare la velocità eregolarizzare l’andamento deimezzi.Nonostante alcuni interventirealizzati negli ultimi anni, lasituazione non è poi così mi-gliorata, e in occasione del-l’ultimo incidente gli abitantidel quartiere si sono veramen-te arrabbiati e si sono nuova-mente rivolti all'AssessoratoMobilità e Trasporti. Si è tenuto così venerdì 26marzo un incontro in piazzaBeccaria tra gli "addetti ai la-vori" ed alcuni rappresentantidella cittadinanza per discuterein dettaglio gli interventi su viaMecenate. Ai presenti, tra cuiil Vice Sindaco De Corato ed iConsiglieri Cormio e Colom-bo, è stato presentato il pro-

getto di semaforizzazione del-l'incrocio Mecenate-Maderna.La soluzione proposta permet-te la messa in sicurezza dei pe-doni ma lascerà la possibilitàalle auto di eseguire svolte a si-nistra e "conversioni a U", inmodo da evitare problemi altraffico. I tempi di esecuzionedovrebbero essere molto rapidi.

Un'altra via critica è via Pira-nesi: un nostro lettore lo scor-so 2 marzo è stato investito daun camion di cantiere mentrepercorreva la via in bicicletta,scaraventandolo sul marcia-piedi e causandogli traumi e la-cerazioni.

La terza situazione che voglia-mo nuovamente segnalare èl’incrocio Umbria-Comelico,teatro di ripetuti incidenti perla scarsa visibilità, le numero-se possibilità di manovra, imancati rispetti delle prece-denze. Fatto sta che 3-4 inci-denti alla settimana sono ormaila norma, ma nessuno sembracurarsene!! Non si può certoaspettare che arrivi (fra 6-8 an-ni?) la corsia preferenziale del-la 92, visti i tempi non proprioceleri con cui si sta procedendoper il lotto da piazza Emiliaverso Dateo, già approvato datempo e finanziato. Anche inquesto caso la soluzione più ra-dicale sembra essere quella diun impianto semaforico, ma-gari un po’ intelligente.

Claudia Innocenzi

ATHOS

OMBRE FRA LE QUINTEdieci protagonisti della storia del teatro

La sicurezza stradale che non c’è

Come ogni anno, aprile è il mese del Sa-lone del Mobile e del Fuorisalone, quel-l’insieme di iniziative dedicate al design

sparse in tutta la città ed aperte a tutti. E an-che quest’anno vi invitiamo a guardarvi in gi-ro e a visitare spazi ed esposizioni sicuramen-te pieni di fascino.Al momento in cui andiamo in stampa non ab-biamo il calendario definitivo, ma abbiamospulciato sul alcuni siti e vi diamo un lungoelenco di posti in zona 4 dove andare a scopri-re nuove tendenze.

LEFEL HOME ART DESIGN STORECorso XXII Marzo 4 LABORATORIO DELLE ALTERNATIVE POSSIBILI 13-19 aprileIl laboratorio delle alternative possibili è un pro-getto innovativo sul tema della riduzione dei ri-fiuti che mette insieme competenze e profes-sionalità del mondo accademico, del terzo set-tore e della pubblica amministrazione.

FUORISALONE 2010, tenetevi liberi dal 13 al 19 aprile

L'incrocio Mecenate Maderna

4 INCONTRI SUL TEATROBiblioteca Calvairate, via Ciceri Visconti/p.za Martini

Mercoledì 21 aprile ore 17.30Destino e giustizia nella tragedia grecaSOFOCLE: Edipo re e Antigone

Mercoledì 28 aprile ore 17.30L’uomo molteplice nel teatro di ShakespeareRomeo e Giulietta e La bisbetica domata

Mercoledì 5 maggio ore 17.30Regole indispensabili o devastanti? Goldoni e PirandelloGOLDONI: La locandieraPIRANDELLO: Enrico IV

Mercoledì 12 maggio ore 17.30Il senso del parlare e dell’attendere dopo la guerra BECKETT: Aspettando GodotIONESCO: La cantatrice calva

Relatore: prof. Ugo Basso

Ingresso libero

Nellepagineinterne:

Voglio una vita…. che NON se ne frega!

pag. 8

Linate al Lambro(parte II)

pag. 9

La cascina recuperata

pag. 3

La Massoni Moroni

pag. 12

Vuotare il mare conun cucchiaio bucato,di Giovanni Chiara

pag. 4

A cura di

segue a pag. 2

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Il campo bocce di ParcoMarinai d’ItaliaCaro direttore,ci siamo soffermati con attenzione sulla nota del sig. Guelfo VI-VALDINI (del campo gioco bocce di Viale Lazio), pubblicatasullo scorso numero di Quattro.Osserviamo che il sig. Vivaldini, da un lato si dispiace per lascarsa adeguatezza della superficie del terreno coperto con tes-suto sintetico, dall’altro segnala che le nostre strutture di im-portante valore patrimoniale, diligentemente tenute efficienti invirtù di nostra quotidiana conservazione e manutenzione “van-no sistematicamente deserte”. Singolare (e irriverente) modo di far “sapere ad altri” le man-canze del proprio campo, tirando dentro condotta simulata sul-l’impiego delle nostre strutture.Auspichiamo che sia stata espressione individuale del Vivaldi-ni giacché altri cittadini di Viale Lazio, che si divertono al gio-co bocce, fanno uso con compiacimento delle nostre eccellentistrutture ed applicano integralmente le regole del gioco, ciò che,al contrario, non ha luogo nel loro campo.Se non abbiamo praticato il gioco bocce a dicembre e a gennaioè causa del gran freddo.Intorno a metà febbraio molti di noi, piuttosto, forse da inco-scienti ma mossi dal desiderio di trovarci di nuovo, hanno tra-scorso molti soddisfacenti pomeriggi.Va osservato, infine, che il nostro gruppo conta oltre 100 iscrit-ti e nelle ore pomeridiane abbiamo vicinanza di centinaia no-stri simpatizzanti.Grazie e tanta cordialità.

Per il gruppo: Giuseppe Perugini

Teatro Kolbe: destinato a chiudere?Non solo la Parrocchia di viale Corsica, ma l’intera Zona 4 ri-schiano di perdere uno spazio culturale che ha molta importan-za per la comunità che abita sul territorio.

Circa un mese fa, il 28 febbraio, il Parroco padre Franco Ghez-zi, convocava tutti coloro che fossero interessati ad un incontroper annunciare la decisione, già presa da lui e dalla comunitàdei frati, di demolire completamente il teatro Kolbe, che al mo-mento attuale avrebbe bisogno di lavori di messa a norma, perdare spazio al suo posto alla realizzazione di nuove aule, oltre al-le numerose già esistenti, per ospitare attività “formative”.Si è scatenato un acceso dibattito, ma il parroco è stato irremo-vibile. Il teatro Kolbe, spazio in cui i nostri giovani hanno rea-lizzato diversi spettacoli e che ha accolto molti artisti di fama na-zionale e di grande professionalità, sarà distrutto.La decisione segna la fine di un luogo che per decenni è statoil centro delle attività di promozione culturale, aggregazionegiovanile, incontro e confronto tra le diverse realtà che anima-no il territorio.Il progetto prevede il recupero e la risistemazione dei locali delcinema Corsica, oggi in disuso, ma si tratterà di uno spazio pic-colo e poco flessibile, inadatto ad ospitare tutte le attività. E’ un vero peccato! Ci sono sicuramente soluzioni alternativeche assicurino il rispetto delle norme vigenti in materia di si-curezza, senza perdere questo nobile luogo di proposta effica-ce della cultura. Chiediamo che si possa ripensare la decisione presa alla lucedel contributo delle persone e delle energie che operano nel cam-po culturale, coinvolgendo gli Enti Istituzionali quali il Co-mune, Provincia, Regione, sicuramente interessati e sensibili anon perdere questo spazio e tutto ciò che ha significato e puòancora significare.

G.C.

Una buona notizia per Piazza Santa Maria del Suffragio 3Il signor Gravina, Presidente del Comitato di quartiere XXIIMarzo, ci dà una buona notizia sulla sorte dello stabile di Piaz-za Santa Maria del Suffragio 3, di cui ci eravamo occupati piùvolte per problemi di sicurezza e degrado.Il Vice Sindaco ha infatti informato il Comitato che l’avv. Mat-

tia Conte, legale della società ILMA, proprietaria dell’immobi-le, ha dato via alle pratiche per i lavori di ristrutturazione cheavranno inizio nei prossimi mesi.La riqualificazione prevede la realizzazione di 100 appartamentie tre piani seminterrati di box.

Sempre nella stessa piazza, è stato chiuso il mercato comuna-le, e, dalle notizie che abbiamo, lo spazio è in attesa di un nuo-vo affittuario.

Il progetto contestato di via Longhi 16Sono state inviate al Sindaco e ai settori di competenza le 160 fir-me raccolte nei giorni scorsi tra gli abitanti del quartiere Corsica-Longhi-Piranesi-Lavagna per richiedere al Comune di Milanoche l'intervento richiesto per l'area di via Longhi 16/a (il gran-de fungo di cui ci siamo occupati nello scorso numero) sia pro-gettato puntando a una reale riqualificazione del garage evi-tando cementificazioni e situazioni urbanistiche di alto impat-to paesaggistico. Fra le richieste: la drastica diminuzione deibox (112) sotterranei richiesti perché gli scavi possono deter-minare alti rischi per la stabilità e la sicurezza delle case adia-centi, e l'abbassamento della struttura fuori terra (attualmente 7piani). Per firmare la petizione www.sosvialonghi.it/firme.html

Giornate di prevenzionedell’osteoporosiIl Poliambulatorio “Centro Ramazzini”, che opera dal 1971 in viaMecenate 8, ha organizzato per il 5 maggio e il 7 luglio le Gior-nate di prevenzione dell’osteoporosi, rivolto alle donne in me-nopausa.L’iniziativa, completamente gratuita, prevede esami diagnosti-ci comunemente denominati MOC.Per ulteriori informazioni e prenotazione degli esami rivolger-si al n. 339 3291380, dalle ore 14.30.

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mea velocitTàEsposizione di oggetti di design e installazioni fotografiche vieneanalizzato il tema dello spazio e del movimento: contrapponendoalla staticità dell'architettura e del design il dinamismo del corpodomenica 18 aprile ore 16 Brindisi e premiazione del concor-so fotografico "MILANOinBICICLETTA"

A15 via Augusto Anfossi 15 13-19 aprile / yes we...klod!99 items selected by klod

MAMADESIGNLAB Viale Regina Margherita angolo F.lli Campi 16 aprile / GROWING MATERIA Brazilian Modern, 1950-1970, The Masters of Style

IED - ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN via Sciesa 4 15 aprile ore 18.00 – 22.00 / YOUR SIGN, YOUR STORY Your Sign, Your Story è un progetto nato nel 2009 dalla collabo-razione tra l’Istituto Europeo di Design e Hugo Boss. L’obiettivodel progetto era da una parte didattico, far incontrare e lavorareinsieme studenti provenienti da aree di formazione diverse perchépotessero combinare e condividere competenze e abilità tra-sversali e multidisciplinari. Dall’altra capire come dei giovani creativi percepiscono e si av-vicinano a questo brand, quale può essere la loro visione e co-me poterli avvicinare e legare non tanto al prodotto quanto al suomondo di valori.

SPAZIO MITICORO Corso di Porta Romana, 118/A 14-19 aprile Una eccezionale mostra di mobili modernisti bra-siliani del periodo 1950 – 1970

TEATRO FRANCO PARENTI via Pier Lombardo 14 13-18 aprile / ELITA MILANO - NEXT ATTITUDE IED Milano sarà tra i protagonisti di Elita Milano - Next Attitude,quinta edizione del Design Week Music and Arts Festival orga-nizzato dall’associazione culturale Elita per la promozione del net-working in ambito culturale ed in particolar modo nel mondo del-la musica e dei nuovi media.

14-19 aprile ore 10.00 – 23.00 / presso ELITA KILOHERTZ: WORKSHOP E SPERIMENTAZIONE

Il futuro della musica è nel corpo e Kilohertz (KhZ) inaugura unanuova filosofia sonora per cui il design diventa parte integrante del-l'esperienza di ascolto. Gli oggetti e le installazioni KhZ sono vet-tori vibrazionali su cui sedersi, sdraiarsi o appoggiarsi per crea-re nel proprio corpo uno spazio dove il suono si contrae e siespande in miriadi di forme diverse.

WHITELABS via Gerolamo Tiraboschi 2 13-19 aprile / Apis Aliantedizioni presenterà in anteprima Apis, sgabello impilabile atre gambe disegnato da Alessandro Loschiavo

13-19 aprile / GABRIELLA ut>home invita artisti e designer a pensare l’abitazione come unospazio emozionale e come un progetto utopico di casa ideale, re-sa attraverso la realizzazione di un oggetto d’arte “domestico”ma non addomesticato.

SPAZIO BOTTA via Botta 8 14-18 aprile / Furniture for Life

DOVETUSAI via Sigieri 24 – tel 02 59902432 22-27 aprile orario 11-20 / The new collection

ENTRATA LIBERA Corso indipendenza 16 14-19 aprile / La cosa più incredibile che abbiate mai visto

ATELIER FORTE via Corelli 34 - 13-19 aprilePer il fuorisalone 2010 AtelierFORTE si trasforma nella cosa piùincredibile che abbiate mai visto. Un esercito di uomini e mac-chine si anima e si scaglia contro l'industria. AtelierFORTE di-chiara guerra all'industria e al brutto, per ristabilire il primato del-l'arte, del bello e della vita.

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FUORISALONE 2010, tenetevi liberi dal 13 al 19 aprile

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Nel recente libro sulle cascine di Ric-cardo Tammaro, è menzionata quelladi via Corelli 124, Cascine Nuove,della quale vogliamo raccontarvi lastoria recente, di come sia stata recu-perata e riportata ad unità abitativagrazie all’intraprendenza di un gruppodi persone che nel 1974 ottenne dalComune l’uso di questa struttura peradibirla sia ad abitazione sia per unoscopo ben preciso: accogliere bambi-ni in affido o in adozione. Antonio Ar-pini, titolare della cattedra di audio-logia presso l’Università degli Studidi Milano, è l’ultimo di quel gruppoche di questa “avventura” ha anchescritto alcune pagine, per puro dilet-to, ma anche per lasciare una testi-monianza del lavoro fatto, e che ciospita per raccontare quanto accaduto.Prima, però, una breve storia della cascina,prendendo spunto dal libro citato e dalle ricer-che del professor Arpini. La sua costruzione sicolloca tra il 17° e 18° secolo e, come risultadal catasto Teresiano, era l’unico edificio lun-go la strada per Novegro. Nel successivo cata-sto lombardo veneto accanto ad essa si notanoaltri edifici ancora oggi siti nella zona che ri-sultava essere una delle marcite più importan-ti della Lombardia. Accanto al corpo principa-le un oratorio, risalente al 1789, intitolato a sanGiuseppe e utilizzato come abitazione per i sa-lariati della cascina dopo che nel 1879 fu scon-sacrato. Oratorio citato in documenti relativialle visite pastorali come luogo di sosta e pun-to di riferimento religioso.

Veniamo ad oggi e ai ricordi di AntonioArpini“La storia nasce da un gruppo di famiglie cheverso il 1974 si erano costituite in un comitatola cui finalità era quella di affrontare l’adozio-ne e l’affido dei minori. Siamo stati forse i pri-mi a sperimentarlo a Milano e abbiamo ospita-to bambini della zona che avevano difficoltà,che vivevano realtà familiari difficili. Su se-gnalazione degli assistenti sociali questi bambinivenivano dati in affido dal tribunale a noi fa-miglie di Cascine Nuove. Ovviamente nel mo-mento in cui questa situazione rientrava nellanormalità, i bambini ritornavano alla famiglia.Affido che non precludeva ai bambini il fre-quentare amici e scuole del loro ambito zonalesenza essere sradicati dal loro contesto. Il Co-

mune ci concesse la cascina per questo nostroprogetto, questa nostra esperienza di vita e ini-ziammo i lavori di ristrutturazione”.La struttura era in uno stato di completo ab-bandono da quando nel 1958 il Comune avevarilevato da un privato l’area tra questa cascinae viale Forlanini per farne l’omonimo parco.Abbandono e vandalismi fanno poi il resto finoa che…“Con una buona dose di incoscienza – prose-gue nel suo racconto il professor Arpini - ci sia-mo messi a ristrutturarla. Consideriamo che lastruttura era senza servizi, senza fogne, luce,riscaldamento. Con grandi sacrifici, i nostri sti-pendi venivano messi nella cassa comune, cisiamo fatti carico di questi lavori. Di tasca no-stra, ripeto, e mentre venivano eseguiti i lavo-ri, il gruppo originario ci viveva con gli ovvidisagi che la situazione creava, ma dedicando-si a quello che era il nostro progetto, l’espe-rienza di vita collettiva.”

Avevate un regolare contratto con il Comu-ne?“Il contratto prevedeva il recupero della casci-na a fronte della possibilità di fare questa espe-rienza. Contratto sempre onorato, come abbia-mo onorato i prestiti che alcuni amici ci fece-ro per aiutarci. In questo modo si è consentitoche la cascina non restasse un rudere e andassein disuso come certe altre all’interno del parcoche ai tempi erano ancora recuperabili, mentreoggi il loro recupero è difficile se non addirit-tura impossibile per mancanze di interventi pre-gressi”.

Il vostro progetto però ad un certopunto finisce“Sì, attorno agli anni ’80 è avvenuto checerte famiglie piano piano se ne sonouscite, per motivi propri, l’esperienza sichiude e le adozioni e gli affidi hannotermine”.Un’esperienza in ogni caso molto po-sitiva ci è parso di capire dalle paroledel professor Arpini, che ha coinvoltoin modo sentito quanti vi hanno parte-cipato, che non è stato un fenomeno cir-coscritto ma ha interessato anche il re-sto della allora zona 13.

Cosa accade dopo questo?“Alle sei originarie famiglie che occu-pavano degli spazi adattati a questo sco-po, ne sono subentrate altre e alla fine

degli anni 80 la cascina è diventata abitazionedi tipo condominiale. Del gruppo originario sia-mo rimasti io e una signora che abita accantoa me”.

Durante i lavori avete trovato manufatti chefacevano parte della vecchia cascina?“Di interessante a li-vello architettoniconulla, tale era il degra-do. Interessante è stata– ribadisce il professorArpini - la nostra espe-rienza di vita di quelperiodo, di ognuno dinoi, di quel gruppo ini-ziale”.

Avete avuto aiutiesterni nel rifacimen-to?“Certo, ma ognuno haportato le proprie com-petenze. Diverse per-sone ci hanno aiutatocon le loro competen-ze. Abbiamo risanato itetti dove mancavanotegole, li abbiamo rinforzati e questo è duratodue anni. L’interno era in uno stato di degradoincredibile e sono stati fatti interventi e lavoriimportanti. Abbiamo anche sistemato la tettoiaun tempo stalla che oggi è divenuta parcheg-gio per le auto di chi abita in cascina. Il frutte-to è un’altra operazione che abbiamo fatto, bo-

nificando questa area che era stata adibita a dis-carica durante i lavori per il parco Forlanini. Viabbiamo piantato 130 alberi da frutto con gran-de fatica”.Da ultimo, “non era tutto finalizzato all’affidominorile, ma negli anni abbiamo organizzatodei campi di lavoro internazionali con giovanieuropei. Momenti di lavoro ma anche di dibat-titi, di interscambio giovanile durante la per-manenza in cascina di queste persone. Il frut-teto, per esempio, è stato bonificato grazie an-che a questi ospiti, con il campo di lavoro or-ganizzato durante il mese di agosto del 1976.A partire dal 2000 ho organizzato conferenzesu diverse tematiche: dall’ambiente all’etica divita, questioni laico religiose, salute, ambientee altro. Discorsi culturali che nascevano spon-taneamente. Da un piccolo gruppo iniziale sia-mo arrivati anche ad essere in 47.” Dopo l’intervento del Comune per sistemare lafacciata e dotare la cascina della cosiddetta gab-bia di Faraday per via della vicinanza dello sca-lo ferroviario che attira molti fulmini, sembrache Cascine Nuove sia stata inserita nell’elen-co delle proprietà comunali alienabili con laprospettiva per gli attuali affittuari di divenir-

ne proprietari.Un’ultima considerazione viene spontanea: sen-za la spinta di forti motivazioni, ideali e la buo-na volontà di un gruppo nel lontano 1974 non sisarebbe sicuramento salvato un pezzo del pa-trimonio storico cittadino.

Sergio Biagini

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uando Nick vede che ti metti a torso nu-do e prendi bende e guantoni si precipi-ta sul sacco. La cantina dove abiti era

una palestra, hai conservato una spalliera, unapertica e il sacco da pugilato. Ti bendi le mani, in-fili i guantoni, annodi le stringhe aiutandoti coni denti. Sferri il primo diretto. Il sacco ti respin-ge e Nick, dall’alto, ti guarda con riprovazione.Un altro diretto, e un altro. Una raffica di gancie ancora un diretto.Non ti piaci. Non tipiace la vita che hai,non ti piace il mondoin cui vivi. Oggiavresti toccato il fon-do, se solo non ci fos-si già da un pezzo.Raffica di diretti, cheti sfiatano. PaoloGualtieri, commissa-rio della Polizia diStato non sai neanchetu perché. In magi-stratura non sei ri-uscito a entrare; quan-to alla libera profes-sione come civilistaneanche pensarci, haiorrore per le liti dicondominio, e per ilpenale men che me-no, impensabile perte, che sei un forcaio-lo, dover difendere undelinquente e prende-re in cambio i suoisoldi sporchi di ognipossibile sporcizia.Perciò la Polizia: ec-colo qua il perché.Stare dalla parte della legge in un Paese dove lalegge è una teoria goliardica messa a punto dagenerazioni di parlamentari-avvocaticchi che l’-hanno riempita di cavilli per renderla molto in-terpretabile e perciò poco applicabile, e di con-seguenza interpretata, cioè applicata alla acces-sorio di cane, da nugoli di magistrati che sembrache vivano sopra un altro pianeta. Ogni giorno“fermi” qualcuno, in pratica lo arresti, e ogni gior-no incontri qualcuno che hai “fermato” tre gior-ni prima. Raffica di diretti, e qualche gancio.Colpisci il sacco per colpire te stesso e la tua vi-ta. Non sei un investigativo, “fermi” i piccoli cri-minali, quelli di strada, ma i loro reati sono pic-

coli solo per i parlamentari-avvocaticchi e per imagistrati extraterrestri: ogni scippatore ha dietrole spalle qualche anziano mandato all’ospedalecon le ossa rotte, ogni microspacciatore può ri-empirsi la coscienza di tacche per quelli che haridotto in fin di vita. Ti fanno male le spalle, manon ti piaci e allora devi continuare: scarica didiretti e raffica di ganci. I delinquenti: tu li pren-di e il giudice te li rimette in strada. Gente con-dannata ad anni di carcere che non sta dentroneanche un giorno, e il cittadino è così ingenuoche non se ne rende conto, guarda gli sceneggia-ti televisivi pieni di Alfa 159 a sirena spiegata eBeretta 92 spianate e fumanti, e crede che la real-tà sia quella e che la giustizia trionfi sempre, qua,nel Paese delle quattro mafie che riempiono dimetastasi la società, e dei misteri, e delle stragisenza colpevoli, e della corruzione da quinto mon-do, dove i terroristi ergastolani sono tutti liberi e

il capo di una banda di criminali è sepolto in unabasilica come un santo. Poi ci sono le vacche sa-cre, i politici, e solo a pensare che esistono ti par-te una raffica di diretti da spaccarti il cuore, spec-chi fedeli di un Paese che conosce poco l’etica,arroganti nelle pretese di immunità che li pro-tegga dalle conseguenze dello loro malefatte, ein cambio prodighi di ogni tipo di condono neiconfronti dei bravi cittadini mariuoli ed elettori,nella logica del tutti farabutti e perciò nessun fa-rabutto. Nick sobbalza, si deve aggrappare alcuoio del sacco, e il sacco ondeggia. Il tuo è unvuotare il mare con un cucchiaio bucato, in unaMilano sporca, confusa e spenta, il cui vero sim-

bolo è la Darsena ridotta a una discarica, le ‘ndri-ne calabresi che fanno i loro felpati affari, i ci-nema e i teatri che chiudono, i negozi sostituitida banche o da rivendite di cineserie, i marcia-piedi ricoperti di escrementi e usati come pisteciclabili sotto lo sguardo indifferente dei ghisa,capitale morale con le coscienze addormentate,al punto da far passare nell’indifferenza sia il ri-dicolo dei funerali di stato a un presentatore te-levisivo, sia la provocazione volgare e immora-le di intestare una strada a un pluricondannatomorto latitante, il tutto aspettando una baracco-nata chiamata Expo. Chi si piace non ti assomi-glia, pensi in una raffica di ganci. Comunque,oggi: rapinatore ai domiciliari, ma i domiciliarisono la barzelletta che sono, lui fa il suo como-do e continua a rapinare farmacie con il taglieri-no. “Prendilo e attento a non tagliarti” ti ordinaMagri con ironia. Vai con Fara. Vecchia casa

popolare, tanti anziani e tan-ti extracomunitari. In cortileincrociate una donna vestitada Belfagor, le si vedono sì eno gli occhi. “Di questi ba-rabba sentivamo proprio il bi-sogno” borbotta Fara. “Pre-ferisci quelle che si ubriacanoalle Colonne di San Lorenzoo che si impasticcano in di-scoteca, o le altre che per en-trare nello spettacolo hannole ginocchia che si faxano fraloro, da tanto le devono te-nere distanti?” gli domandi.Fara sghignazza, quella del-le ginocchia che si faxano gliè piaciuta. “Devo pensarci”risponde, e sbottona la giaccae infila la pistola nella cintu-ra. “Le rapine le farà col ta-glierino, ma magari in casausa il kalashnikov per rom-pere le noci” scherza. Il ra-pinatore che interpreta controppa liberalità i domicilia-ri è a tavola con la moglie euna bimbetta di circa cinqueanni. Nei piatti avanzi cro-stosi di pizza e rimanenze diinsalata. “No” gli dici secco

quando fa la mossa di andare nella stanza vici-na, e lui capisce, rimane fermo. Ci va la bambi-na, invece. La moglie è una ragazza molto di-gnitosa, niente insulti o sceneggiate, lo sguardoin apprensione, le mani che si torcono l’un l’altra.Fara ti cerca gli occhi e si tocca dove tiene le ma-nette. Tu neghi con la testa: non davanti alla fa-miglia. In quel momento torna la bambina. Hafra le mani un grosso peluche, dovrebbe essereuno scoiattolo. Te lo porge. “Te lo regalo se nonporti via il mio papà” ti dice con un filo di voce.Resti di ghiaccio. “Andiamo” scandisci con ir-ritazione. Lei continua a porgerti lo scoiattolo.In macchina Fara non riesce a stare zitto. “Hai

una bambina piccola, disgraziato, che domani levuoi dare? Perché non cerchi un lavoro, invecedi rapinare?” sbotta. “E chi me lo dà il lavoro ame? Uno che è stato dentro il lavoro se lo so-gna” risponde lui. Più tardi, quando siete soli,Fara, guidando, si gira per guardarti. “Vediamodi non andare a sbattere” gli dici fissando davantia te. “Tu come ti senti?” ti domanda. “Ho famee ho sonno” rispondi. “Penso a quella bambina”dice. Alzi le spalle. “Disgustoso tentativo di cor-ruzione di pubblico ufficiale” borbotti. “Quan-do sento dire che sei un bastardo io ti difendo”dice Fara. “Fregatene, non ne ho bisogno” re-plichi. “Io mica me lo dimentico quel peluche”insiste Fara. “Guida e taci” ordini. Perciò nonpuoi piacerti, e ti stai rompendo mani e spalle afuria di tirar cazzotti al sacco, perché quella bam-bina schizzata via dal libro Cuore è stata peggiodi una pallottola. Se non fossi stato già da unpezzo sul fondo di tutto, il fondo sarebbe statoquesto. Un gancio sinistro ti va a vuoto e perdil’equilibrio, sullo slancio finisci a terra. Nick bal-za giù dal sacco e sembra volerti contare. In real-tà vuol farti le fusa. “E vattene fuori dalle sca-tole anche tu!” gli gridi alzandoti e facendo lamossa di colpirlo.

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Da questo numero in-cominciamo unviaggio alla ricerca

dell’eccellenza nelle scuo-le della nostra zona.Il sistema scolastico italia-no è, da almeno 40 anni, al-la ricerca di una moderniz-zazione che non arriva.Ogni governo, ogni Mini-stro ha dato la propria in-terpretazione di modernitàcambiando indirizzi peda-gogici in funzione dellalinea politica del propriopartito e non delle esigen-ze degli studenti e delle ne-cessità dei docenti. Ciò haprovocato un pericoloso,continuo e contraddittorioalternarsi di leggi, circola-ri e norme che ha impedi-to alla scuola italiana didarsi una continuità didat-tica.I problemi strutturali dellascuola italiana sono noti,ma, nonostante tutto, in al-cuni casi, emergono stati dieccellenza insospettabili.Ed è ciò che cercheremo discoprire nel nostro viaggio.Le scuole operano in zonesempre meno omogenee perlivello culturale e sociale eproprio le scuole subisconole ondate d’urto più forti trapassato e futuro. Anche inquesto caso ciò che fa ve-ramente la differenza è l’e-lemento umano, la passio-ne, la competenza, la pro-fessionalità e, nel caso del-la scuola, la collaborazionecon i genitori.Sono questi, oltre ovvia-mente ad un chiaro indiriz-zo pedagogico, gli elemen-ti che fanno l’eccellenzadell’Istituto ComprensivoRenzo Pezzani che nelleMedie può contare su 47docenti e 390 alunni.Iniziamo il nostro incontrochiedendo al Dirigente Sco-lastico Dr.ssa AlessandraCondito innanzitutto checosa significa “IstitutoComprensivo”.“Istituto Comprensivo indi-ca una struttura che accor-pa scuole di ordine diverso,consentendo una linea di-

dattica coerente e continua-tiva” e prosegue chiarendoquali sono le caratteristichedel Renzo Pezzani e qualeè il ruolo dell’Istituto nel-l’ambito della zona in cuiha sede.La Scuola opera in un con-testo sociale in cui sono rap-presentate tutte le classi so-ciali anche se negli ultimianni si è notato un aumen-

to di famiglie giovani dellemedia borghesia e di pro-fessionisti. C’è pertanto unamaggiore percentuale dibambini che portano a scuo-la un buon livello di cultu-ra“familiare“.Nella scuola i bambini“stranieri” sono circa il 25%ma la maggior parte di loroè nata in Italia e ha fre-quentato la scuola d’infan-zia della zona.La Pezzani è “accogliente”ma preferisce parlare di in-serimento come elementofondamentale della lineaeducativa dell’Istituto e ba-se di una buona attività di-dattica.L’obiettivo della Scuola diintegrare, condividere e co-involgere insegnanti, stu-denti, genitori e territorio,trova la sua realizzazionenei progetti che l’Istitutoimposta ogni anno.I progetti, che sono divisiper area di riferimento e chesi avvalgono anche di col-

laborazioni e strutture ester-ne, riguardano fra l’altro“l’educazione motoria esportiva” (dalla pallamanoalla canoa). E poi “lingua elinguaggi” di cui fa parte lostudio della musica, il tea-tro e la biblioteca, “scienzee ambiente” tra cui il Pro-getto Est in collaborazionecon il Museo della Scienzae della Tecnica, la settima-

na dell’ambiente, la condu-zione degli orti etc. E poiancora il progetto “integra-zione e sostegno” che va dailaboratori per insegnamen-to della lingua italiana, aicorsi di musicaterapia e diarteterapia.Nell’ambito di questi pro-getti c’è poi la Biblioteca,vero fiore all’occhiello del-l’Istituto. E’ innanzituttol’esempio lampante dellacollaborazione tra scuola egenitori. Ogni settimana, 20di loro, dopo un corso perla gestione della cataloga-zione in rete RBS, offronoil loro tempo libero per ca-talogare i libri, rilegarli, ge-stire il prestito, garantire l’a-pertura in orario scolastico,dal martedì al venerdì. ”Cisentiamo utili ma soprattut-to ci divertiamo troppo perpensare di lasciare la Bi-blioteca quando i nostri fi-gli lasceranno l’Istituto!” cihanno confidato le tre mam-me in forza il giorno della

nostra incursione.La biblioteca dispone di cir-ca 2500 volumi e i dati deiprestiti sono costantementein aumento di circa il 30%annuo, con punte, marzo2010/2009, del 56%. Otti-ma affluenza e scelte sor-prendenti dei lettori: uno deilibri più richiesti è “Per que-sto mi chiamo Giovanni” diLuigi Garlando che narra

dell’educazione civi-ca e morale impartitada un padre al figlio di10 anni e che, riper-correndo la storia e iluoghi dove visse emorì Giovanni Falco-ne, fa un parallelo conla vita di tutti i giornidel ragazzino, inqui-nata dalla mafia.La Biblioteca, oltre aun settore video, offreuna serie di audiolibriper ragazzi con pro-blemi di dislessia edispone anche di unapiccola offerta di li-bri in lingua straniera(cinese, arabo, spa-gnolo) per gli alunni

di più recente immigrazio-ne, perché possano mante-nere il piacere della letturaanche nella lingua di origi-ne. A proposito di questo ciraccontano il caso dellabimba di origine stranierache richiede sempre un al-tro libro da leggere con ilsuo papà, al quale vuole in-segnare l’italiano.Sì, va bene, ma cosa succe-de dopo, quando i ragazzientrano nel mondo adulto?La risposta è nelle statisti-che che l’Istituto aggiornaogni anno. I ragazzi delPezzani ottengono mediamente ot-timi risultati in ogni tipo diindirizzo scolastico scelga-no.Vorrà pur dire qualcosa!Insomma, qui, all’IstitutoComprensivo Renzo Pez-zani, l’eccellenza sembra lanormalità: una preside gio-vane e determinata, un cor-po docente cosciente e pre-parato, genitori collaborati-

vi, personale di accoglien-za disponibile. Certo nonsiamo in paradiso, ci sonoproblemi irrisolti e anchespazi insufficienti, rugginee qualche muro scrostato,difficoltà di bilancio. Ma al-lora dove sta il problema?Unanime la risposta: soldi,precariato, burocrazia, nor-me confuse e, in primo luo-go, la frustrazione del cor-po docenti per il non rico-noscimento da parte delloStato del ruolo fondamen-tale dell’insegnamento co-me elemento primario perla crescita di una società ci-vile.

E’ così per tutte le scuoledell’obbligo della zona 4?Vedremo.

Colgo l’occasione per indi-rizzarvi al sito www.icpez-zani.it per saperne di più eper ringraziare la PresideAlessandra Condito, le do-centi Paola Vaccarezza eAntonella Bertoldo e il ge-nitore Luigi Fiducia peravermi guidato con cordia-lità, disponibilità e compe-tenza nella visita dell’Isti-tuto Comprensivo RenzoPezzani.

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L’Istituto Comprensivo Renzo Pezzani,scuole primarie Martinengo e Puglie esecondaria di prima grado Martinengo,ha inserito nella settimana dell’educa-zione ambientale e dello sviluppo soste-nibile, che si è svolta dal 15 al 20 mar-zo, il concorso fotografico “Occhio alCorvetto”.Il concorso, che faceva parte di una seriedi iniziative, laboratori, convegni e visi-te guidate dedicate all’ambiente nel-l’ambito del progetto “Scienze e Am-biente” , e che ha coinvolto anche esper-ti esterni e realtà presenti in zona, ha avu-to una pronta risposta da parte dei ra-gazzi fotografi.A detta della giuria, le foto inviate han-no tutte centrato quello che era il temadel concorso, e cioè i luoghi più amatidai bambini o quelli che vorrebbero mi-gliorare, ma hanno anche dato della zo-na una visione globale tranquillizzantedi piacevole normalità quotidiana.I vincitori delle diverse categorie sonostati: Martina Belloni, Leo Bernazzoli, Simo-ne Franceschetti, Michele Giordano, Na-dir Manna, Tommaso Noci, Lorenzo Pe-ri, Ginevra Quieti, Daniela Tarantini, Le-tizia Vigorelli, Roberto Zanaboni.La foto più votata dal pubblico è stataquella di Leo Bernazzoli, 9 anni, classe4A della scuola di viale Puglie, che pub-blichiamo qui sotto.

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uante volte entrandonei bar troviamo qual-cuno intento a giocare

alle macchinette? Un passa-tempo come un altro, pensia-mo. Cifre modeste per sfidarela fortuna, distrazione legge-ra... Spesso la smania di vin-cere invece diventa insistente,le cifre aumentano e non se nepuò più fare a meno. Diventaun'ossessione, una dipenden-za, una malattia. Don Giovanni Pauciullo sa-cerdote della Parrocchia SanPio V non ha sot-tovalutato il pro-blema e insiemea volontari esper-ti ha allestito ungruppo di mutuosoccorso per levittime del gioco.Uno sportello diascolto è attivonella Parrocchiagià da diversi an-ni, ma da settem-bre si sta specia-lizzando in que-sto ambito troppospesso dimentica-to. Seguendo l'i-niziativa della Caritas cheguarda alle nuove povertà, ivolontari della San Pio hannoriscontrato che la crisi ha co-involto, oltre alle persone stra-niere, anche tanti italiani chesi sono visti scivolare nella dif-ficoltà economica al punto dadover chiedere aiuto. Succes-sivamente, studiando i diversicasi per intervenire nelle si-tuazioni in modo opportuno,hanno scoperto che dietro aquesta difficoltà si nasconde-va il problema del gioco. “Ab-

biamo iniziato a monitorare ilnostro quartiere e ci siamo ac-corti che situazioni di questotipo erano più numerose diquello che pensavamo. Dopouna ricerca, abbiamo visto chein città non ci sono associa-zioni che si occupano specifi-catamente del problema, allo-ra abbiamo deciso di aprireuno sportello di ascolto dedi-cato proprio a questo” ci diceDon Giovanni. La dipendenzada gioco è trasversale, colpi-sce tutti indistintamente: uo-

mini e donne, giovani e anzia-ni. La tendenza generale èquella di chiudere gli occhi efar finta di niente. La difficol-tà maggiore sta nel fatto chechi soffre di questa malattia,perché di malattia si può par-lare, la maggior parte delle vol-te non se ne rende conto fin-ché la situazione non è giàmolto grave. Al posto di af-frontare il problema e chiede-re aiuto, i “giocatori” si na-scondono rifugiandosi in barlontani dalla propria zona per

evitare di incappare in cono-scenti ma anche, e soprattutto,nei familiari. Consapevoli difare qualcosa di “sbagliato”,non trovano la forza per smet-tere, anzi, le cifre investite cre-scono e il distacco dalla realtàsi fa sempre più ampio. AlCentro di Ascolto della Par-rocchia innanzitutto si posso-no trovare persone competen-ti con cui poter parlare: psico-logi, psicoterapeuti e avvoca-ti per risolvere le questioni piùdelicate. L'equipe che si sta

consolidando inten-de farsi conoscerecosì che ci sia unamaggior consapevo-lezza del fenomenodella dipendenza dagioco e che chi nesia colpito sappia achi rivolgersi. “Ogniperiodo, ogni terri-torio, ha forme dipovertà differenti eil concetto di pover-tà cambia. Emergo-no così probleminuovi e diversi chepossono essere af-frontati dialogando

con la modernità e cercandouna certa duttilità per poter aiu-tare con competenza”. Questoquello che Don Giovanni e ivolontari della San Pio si pro-pongono di fare.

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E milio Salgari (Verona1863 – Torino 1911) èil papà di Sandokan, di

Yanez, del Corsaro Nero, e chinon ha letto niente di suo e havisto quella capperata che han-no dato in televisione una tren-tacinquina di anni fa si è persoun mondo, perché in quellosceneggiato Salgari c’entravaun ciuffolo di niente, anche sec’era quello gnocco stratosfe-rico di Kabir Bedi che io nonero ancora nata e la mia mam-ma quasi, ma abbiamo visto lecassette e ci siamo sgurate gliocchi. Salgari era un vero pro-gressista. Gli eroi dei suoi ro-manzi sono per lo più gente dicolore che combatte contro ilcolonialismo, e scusatemi se èpoco. Gli editori zozzi e sfrut-tatori lo costringevano a sfor-nare romanzi come fossero pa-nini, e lui, poveraccio, avevauna famiglia piena di guai damantenere. Aveva fatto l’uffi-ciale di marina mercantile, ma

pare che non fosse mai stato neiposti che descrive, eppure con isuoi 82 romanzi ce li fa vede-re neanche fossimo al cinema.Poi, siccome la depressione esi-steva anche ai suoi tempi, nonreggendo più i disturbi menta-li della moglie e la miseria, siè tagliato la gola con un rasoio,lasciando agli editori questa let-tera: “A voi che vi siete arric-chiti colla mia pelle mantenen-do me e la mia famiglia in unacontinua semi-miseria chiedosolo che per compenso dei gua-dagni che vi ho dato pensiate aimiei funerali. Vi saluto spez-zando la penna”, che solo a leg-gerla mi viene il magone. Ilgiorno dei funerali un esserepirloide ha scritto su “Il Mo-mento”, giornale cattolico di

Torino, questo epitaffio: “Eratanto notissimo come scrittorequanto sconosciuto personal-mente. Piccolo, magro, terreoin viso, aveva un aspetto carat-teristico da cinese. Preferivadelle strane e disusate fogge divestiario…” e via così, che segli avessero sganciato più soldisi sarebbe vestito meglio, e por-ca puzzola chi ha detto “pietàl’è morta” sapeva cosa diceva.Be’, io devo parlarvi solo del-le vie e non ci ho la rubrica let-teraria, ma se volete capire chifosse Emilio Salgari leggete“Le due tigri” o “I predoni delSahara” e mi ringrazierete. Ah,qua in redazione c’è uno sul-l’anzianotto che mi dice di direche in quello sceneggiato delpiffero, oltre a Kabir Bedi, dinotevole c’era anche Carol An-drè, e siccome lui è uno checonta e io sono la più precariadei precari…insomma l’ho det-to. Alla prossima

Samantha

Q7. Piazza Emilio Salgari

LA ZONA 4 SECONDO SAMANTHA

Il secondo comma (si dicecomma ogni capoverso di unarticolo di legge) del primo

articolo assicura al popolo, so-lennemente riconosciuto sovra-no, la possibilità di scegliere co-me essere governato. Ma alla di-chiarazione, dopo la virgola, se-gue la garanzia che nessuno pos-sa in qualche modo plagiare lavolontà del popolo: Napoleone si

assicurava il potere chiedendo alpopolo voti e applausi, ma cer-cava solo l’affermazione del pro-prio potere. In una nazione nu-merosa la democrazia può esse-re solo rappresentativa, esercita-ta cioè attraverso l’elezione di unparlamento che faccia le leggi ecostantemente, con il potere con-ferito dai cittadini, controlli chiviene chiamato a governare. La

democrazia è una condizionecomplessa, fatta di equilibri e dicontrolli reciproci che devono av-venire con la massima trasparen-za: sono quindi necessari limiti eregole – parole assai coraggiosedopo che sono stati accesi tantientusiasmi, quelli appunto stabi-liti dalla Costituzione.

Ugo Basso

Questa è la Costituzione/5La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme

e nei limiti della Costituzione (art.1, secondo comma)

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L’emergenza freddo ve-de presenti a Milanomolte associazioni

che offrono assistenza a chi hasolo luoghi improvvisati doveripararsi dalle intemperie: traqueste è attiva in zona 4 dal1992 Centesimus Annus consede in una ex scuola profes-sionale di Monluè poco di-stante dalla bellissima chiesache identifica questo anticoborgo. Qui vengono accolti dagennaio a marzo 60 lavoratoriextracomunitari, con regolarepermesso di soggiorno, men-tre altre 30 vi abitano tuttol’anno. Ne parliamo con Vi-viana De Luca una delle vo-lontarie e volontari che si al-ternano nell’accogliere e aiu-tare queste persone.“La nostra associazione lavo-ra su tre fronti. Il servizio perl’emergenza freddo accoglieda gennaio a marzo 60 perso-ne, segnalate da Comune eQuestura tutte con regolarepermesso di soggiorno e un la-voro. Il secondo servizio èquello di alloggio permanentea chi ha raggiunto una certa in-dipendenza economica ma nonpuò permettersi una casa. Ilterzo fronte sul quale lavoria-mo è quello della ricerca di in-tegrazione completa di questepersone aiutandole ad inserir-si definitivamente nel conte-sto lavorativo esociale milaneserendendole com-pletamente indi-pendenti”.Un’associazioneche nasce nel1992 in via Za-ma usufruendodella vecchiachiesa di SanGaldino per poitrasferirsi, nel

1999, nell’attuale sede di viaMonluè, ristrutturata grazie aicontributi comunali, di enti,come la Fondazione Cariplo,e resa funzionale per lo scopodella Centesimus Annus.Strutturalmente come sieteorganizzati?“La nostra associazione ha duedipendenti e circa 80 volonta-ri, tra i 20 e i 35 anni,che ruotano a turni. Unadecina di noi, una voltala settimana, fa “la not-te” che vuol dire acco-gliere quelli dell’emer-genza freddo, fornirglipasto, doccia, letto, co-lazione al mattino. An-diamo a letto alla 1 ma cisvegliamo più volte perfar uscire chi inizia a la-vorare alle 3 o alle 4.Dormiamo un paio d’ore poidopo aver servito la colazioneognuno di noi va al lavoro o al-l’università”.Otre alla prima accoglienzaospitate fisse altre 30 perso-ne: in che modo?“Sono sempre persone extra-comunitarie in regola e con unlavoro fisso. Per ora sono tren-ta in attesa di una ristruttura-zione dello stabile che daràmodo ad altri di usufruire diquesto servizio. Il servizio of-ferto consiste in una stanza,singola o doppia, pagata con i

proventi del loro lavoro e ov-viamente a prezzi molto infe-riori rispetto al mercato. Chinon è in grado di sostenere laspesa viene aiutato dai servizisociali, come i rifugiati politi-ci. In camera hanno un frigo earmadietto, mentre la cucina ècomune. Un pensionato veroe proprio: hanno la loro chiave

ed entrano ed escono quandogli è comodo”.“Ci sono diverse etnie: traquelli della prima accoglienzaafricani, gente del Bangladeshe anche italiani che per moti-vi diversi si sono trovati su unastrada. Gli ospiti fissi sono in-vece afgani, marocchini, tur-chi, gente dell’Africa nera, al-banesi. L’età media è tra i30/40, mentre in prima acco-glienza ci sono i ragazzi che alcompimento dei 18 anni nonpossono essere più accolti dal-le comunità per minori. Per

quanto riguardail lavoro – pro-segue Viviana –ci sono panettie-ri, lavoratoridell’ortomerca-to, muratori,idraulici e persi-no chi fa laguardia fuori dainegozi”. Come ci ha rac-contato Viviana

tra i volontari e gli ospiti sicrea una clima di fiducia, di ri-spetto e di collaborazione co-me quando c’è un problema dilingua. A questo proposito una delleiniziative che Centesimus An-nus propone è un corso di ita-liano due volte alla settimanache si aggiunge al corso di cu-

cina o, ben più importante,il servizio medico e denti-stico che volontari fannomettendosi a disposizioneil giovedì. Un infermieretiene dei corsi sulla salute,sulla sicurezza sul lavoro esulle strutture dove questi“ospiti“ possono rivolger-si anche non avendo assi-curazione sanitaria.“Siamo sostenuti da do-nazioni esterne, dagli af-

fitti delle stanze e i contributiche fino a un paio di anni fa cidava il Comune. E poi ci in-ventiamo lotterie e altre ini-ziative per raccogliere ciò dicui abbiamo bisogno. Come ilcibo: la nostra richiesta allagrande distribuzione è statadisattesa. Solo un supermer-cato ha dato la sua disponibi-lità. Dal punto di vista dellacollaborazione, chi avesse an-che solo qualche ora al meseda dedicarci, soprattutto du-rante il giorno, ci contatti”. Se come dice il detto, i mila-nesi hanno il cuore in manoauguriamo a Centesimus An-nus di sperimentarlo.

Sergio Biagini

Centesimus annus tel. 02702002002Banca IntesaSanPaolofiliale 01911 di Via Dalmazia,2/a – 20138 Milano. IBAN: IT15R0306909555000012911155Intestato a: Associazione Cen-tesimus Annus

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Centesimus Annus: uno spazio di accoglienza

In occasione del passatoNatale, mi fu regalato dauna persona molto cara un

piccolo kit creato da un grup-po di entomologi dell'Uni-versità di Bologna. Già il ti-tolo della piccola scatola co-lorata ispirava primavera: “Ilgiardino delle Farfalle”. Inpoche parole si tratta di un“progetto” di giardino da da-vanzale per le farfalle. All'in-terno si trovano i semi diquattro tipi di piante: zinnia,fiori di finocchio, facelia e co-smea divisi inaltrettante sca-toline accompa-gnate dalle spie-gazioni per lasemina e la cu-ra delle piante. Ciascuna pian-ta, oltre allapropria bellezzaestetica, ha unasua importante funzione perrichiamare le farfalle. I fioridi finocchio sono piante nu-trici per i bruchi di molte far-falle, mentre zinnie, cosmee

e facelie hanno fiori con altocontenuto in nettare, partico-larmente gradito alle farfalle

adulte e dun-que per loroottimi richia-mi.Per questo hodeciso, appenaho visto uncambio di tem-peratura, dipiantare questipiccoli semi,

nell'attesa di avere un picco-lo “giardino per le farfalle”.

Per ulteriori informazioni:www.eugea.it

Un davanzale per le farfalle

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

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L’isola di QUATTROA cura della Redazione giovani - Blog: isoladiquattro.wordpress.com

Voglio una vita….che NON se ne frega!

Abbiamo intervistatoper i lettori dell’Isoladi Quattro UmbertoAmbrosoli, che gentil-mente si è prestato aragionare con noi sulsignificato che la paro-la “legalità” può ave-re nella vita di tutti, uo-mini e donne qualun-que…senza dover esse-re eroi.

Si può dire che suopadre sia stato vittimadella criminalità or-ganizzata di stampomafioso? In sintesi papà è statovittima dell’incontrodella criminalità mafio-

sa con le ambizioni, gli appetiti e gli interessi diun insieme di persone che concepivano, in con-testi estranei a quelli mafiosi, solo il propriointeresse, perseguendolo attraverso la politica,la finanza, la professione e nel disprezzo delleregole e dei diritti altrui.

Cosa può insegnare ai giovani di oggi la sto-ria sua e di suo padre? L’insegnamento principale che può essere trat-to, a mio parere, dall’esempio di papà pensosia quello di libertà. Lui è stato libero dalleblandizie, dal potere, dall’ambizione, dalle mi-nacce. Una libertà piena che si fonde, come di-versamente non potrebbe essere, con la re-sponsabilità: vissuta come opportunità, di es-sere artefici del pro-prio destino e di con-tribuire a migliorarecon il proprio impegnole cose che non cipiacciono della societànella quale viviamo.

Qual è la sua "teoriadella legalità"? Cos’èper lei la legalità, nel-le sue diverse mani-festazioni, più o me-no evidenti?Le leggi altro non so-no che uno strumento;attraverso di esse l’uo-mo regola la convivenza sociale. Il che non ba-sta certo a creare il principio “leggi uguale giu-stizia”. Penso, ad esempio, alle leggi che con-sentono anche nel mondo occidentale l’ucci-sione di altri uomini. Anche quelle, appunto,sono leggi, ma personalmente non le conside-ro “giuste”, neppure se sono espressione di unconsenso diffuso. Allora preferisco soffermar-mi sulla parola Diritto, come punto di equili-brio tra gli interessi dei singoli ed i diritti del-

la collettività (cioè dell’insieme di singoli). Pre-ferisco, così, pensare ad un concetto di Giusti-zia che sia l’aspirazione secondo la quale il di-ritto non è sacrificabile all’uomo ed alle sue ra-gioni, allo Stato ed alle sue istituzioni. Ed al-lora la legalità finisce con l’essere semplice-mente (e nobilmente), al di fuori di codici enorme, il vivere riconoscendo una equivalen-za di valore tra il mio interesse personale e idiritti altrui.

Se nelle alte sfere l'illegalità è palese, cosapossono fare i ragazzi nella loro vita quoti-diana per contrastarla e per non cedere allosconforto?Se per illegalità intendiamo il vivere affer-mando il primato dell’interesse personale ascapito dei diritti altrui, allora condivido (ov-viamente generalizzando) il presupposto del-la domanda. Ma proprio partendo da questaconstatazione non possiamo che ricordarci dueaspetti. Il primo è che le “alte sfere” sonoespresse dalla collettività, da tutti noi. E nonè che esse siano un mondo di marziani im-provvisamente calati sulla terra. Sono, appun-to, null’altro che la nostra espressione. Quindisi comportano per come credono che a tutti noivada bene. E non sbagliano: siamo facilmenteespressione di un desiderio di affermazione delprimato dell’interesse personale a scapito diquello altrui: quando dobbiamo pagare le tas-se, quando dobbiamo chiedere un permessoper fare qualcosa, quando parcheggiamo in unazona riservata ad altri, ecc… Se le “alte sfere”sono espressione del nostro comportamento,“basta” che noi mutiamo e muteranno ancheesse. Iniziamo a pretendere da noi stessi il ri-

spetto degli altri e di noistessi, così potremo pre-tenderlo dagli altri. Laseconda osservazione èche la generalizzazioneproduce rinuncia. Miopadre era arrivato certa-mente ad incarnarequello che lui stesso de-finì “un potere enormee discrezionale al mas-simo”. Ecco: non si èfatto contaminare. Que-sto per dire che è possi-bile non essere tesi alcompromesso o all’ac-condiscendenza nei con-

fronti di chi può garantirci tranquillità, sicu-rezza e potere; è possibile aver chiara la pro-pria responsabilità, non abdicare ed esercitar-la; è possibile non avere un prezzo. È possibi-le per ciascuno di noi innanzi alle responsabi-lità che viviamo ogni giorno, piccole o grandiche siano.

Intervista a cura della Redazione Giovani

INTERVISTA AD UMBERTO AMBROSOLI

Abbiamo incontrato l’avvocato Ilaria Ramoni,referente di Milano e Provincia e Ufficio legalenazionale di Libera, per sapere delle attività del-l’associazione sul nostro territorio.

La Lombardia è la terza regione, dopo Siciliae Campania, per aziende confiscate alla ma-fia. Cosa significa avere Libera a Milano? Sipuò parlare oggi di una nuova mafia?Oggi la società milanese è sempre più sensibile al-le tematiche di cui ci occupiamo e il nostro obiet-tivo è, dopo una sensibilizzazione sui nodi prin-cipali della questione a livello nazionale, quellodi riportare i problemi generali sul nostro terri-torio cercando di far capire che le mafie ci coin-volgono tutti, anche se non abitiamo a Rosarnoo Gela. Cerchiamo di prendere atto che il muta-re della criminalità organizzata ha fatto sì che sipotesse insediare in diversi territori. Spesso, spe-cialmente qui al nord, diventa difficile parlare dimafia. C’è un po’ di confusione e si utilizzanotermini come corruzione o riciclaggio e si pen-sa che il problema sia altrove, ma quando par-liamo di tratta di esseri umani o di Milano comela piazza su cui viene fatto il prezzo della droga,come la vogliamo chiamare? Non basta parlaredi interessi mafiosi in vista dell’EXPO. È doveci sono i soldi che c’è un interesse da parte dellecosche mafiose di accaparrarsi una fetta di torta.

Cosa ci sai dire dell’Ortomercato?Tra tutte le situazioni che ci sono qui è quella dicui almeno si parla. Dopo lo scandalo alla Soge-mi sono state fatte dellegrandi opere di pulizia suuna serie di cooperativeche si sono rivelate false.Si sono scoperti falsi ap-palti e si è cercato di cam-biare tutto il sistema di la-voro al suo interno. Biso-gnerebbe però andare lì lamattina e vedere cosa èmutato veramente. Quel-lo che manca adesso è laprevenzione e questa de-ve nascere soprattutto dal-la politica che ha il pote-re di fare delle leggi perinnalzare un muro controla criminalità organizza-ta. Finché non si è prontia cambiare il sistema ra-dicalmente, poco potràaccadere.

Parliamo della manife-stazione di sabato 20 marzo qui a Milano, sisono contate 150mila persone, sono giuste lestime?Sì, è nel trend della partecipazione degli ultimianni. Ciò che temevamo non era la partecipa-zione dei milanesi, ma la logistica. Non è statofacile organizzare tutto in una città grande come

Milano, ma alla fine gra-zie all’aiuto dell’asses-sore Mariolina Moioli edelle forze di Polizia, cisiamo riusciti. La verasoddisfazione, comun-que, non sta nel numeroma nella partecipazioneattiva di chi c’è stato e losi captava perfettamen-te dal silenzio che c’eradurante la lettura dellevittime durata un’ora.Dietro ognuno di queinomi c’è una personauccisa, c’è una famiglia,c’è una storia ed una vi-ta. Noi parliamo di me-moria e di impegno per-ché la memoria senzaimpegno è fine a se stes-sa. Le vittime sapevano a cosa andavano incon-tro, ma non facevano altro che il loro dovere dabuoni cittadini e in nome di questo hanno paga-to con la morte.

Annalori, la signora Ambrosoli, sabato 20 hadetto: “Guardiamo in alto la Madonnina delDuomo che ci protegge. E facciamo il nostrodovere fino in fondo, costi quel che costi”. Co-sa significa per voi oggi? Come spiegate la par-tecipazione di così tanti giovani?Quando ci ritroviamo a parlare di qualche storia

di mafia ai ragazzi, questirispondono con una do-manda: “va bene, alloracosa possiamo fare?”. Larisposta è che le personedovrebbero solo fare be-ne il proprio dovere. Ed èesattamente quanto hadetto Annalori sul palco.Oggi c’è una percezionedella legalità molto bassa.Ormai si arriva a parlaredi legalità sostenibile.Tutte le persone che ab-biamo ricordato han scel-to la responsabilità, anchese non erano perfetti.Spesso fare il proprio do-vere fino in fondo non èsolo non commettere unreato, ma è anche nonchiudere gli occhi. Tuttoquesto diventa difficile sedalle istituzioni non arri-

vano segnali forti in tal senso. È come se in unafamiglia gli stessi genitori diano delle regole perpoi non rispettarle. I ragazzi hanno bisogno dicoerenza per costruire il proprio senso civico edi legalità.

Irene De Luca

INTERVISTA A LIBERA

Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie è nata il 25 marzo 1995 e nasce in risposta agli eventi di quegli anni, comele stragi di Capaci e di via d’ Amelio, con l'intento di creare una cultura alternativa a quella della criminalità organizzata attra-verso l’educazione alla responsabilità e alla cittadinanza attiva. Fra i suoi obiettivi cardini ha quello di creare una rete fra i soci sin-goli e fra le tante associazioni che ne fanno parte. Presente su tutto il territorio nazionale, si impegna concretamente in progetti divario tipo, dalla promozione di un aggiornamento legislativo in termini di lotta alle mafie (come la proposta di legge sull'uso so-ciale dei beni confiscati alle cosche) all'educazione alla legalità democratica all’interno delle scuole. Come spesso dice il suo fon-datore, Don Luigi Ciotti, Libera non fa altro che credere nella speranza che si tramuta in impegno e in progetti, in coraggio e se-rietà, in coerenza e continuità.

COS’È LIBERA

«Oggi come trent’anni fa. La società continua a non vedere nella legalità un valore». Que-ste le parole di Umberto Ambrosoli rilasciate al Corriere della sera in occasione della pre-sentazione del suo nuovo libro “Qualunque cosa succeda” edito daSironiEditore. Attraverso le sue parole rivive il padre, Giorgio Am-brosoli, commissario liquidatore della banca privata di Michele Sin-dona, assassinato da un killer assoldato dallo stesso Sindona la not-te tra l’11 e il 12 luglio del 1979. Una storia che fa riflettere per va-ri motivi: la lotta per la legalità portata alle sue estreme conseguenze,la solitudine sia istituzionale sia politica di chi sceglie di combatte-re prendendo le distanze da qualsiasi forma di corruzione. Una sto-

ria esemplare, ma che non è isolata. Ancora oggi la vita di molte persone incrocia gli affa-ri della malavita organizzata di stampo mafioso o di forze che operano perseguendo i pro-

pri interessi, al di fuori di ogni regola civile. Giorgio Ambrosoli erasolo, oggi invece molti privati cittadini e parte dello stato italiano sisono organizzati per fare in modo che nella lotta all’illegalità que-sto non accada più. L’associazione Libera è nata per guardare infaccia il problema, per sensibilizzare la nazione e per aiutare il cit-tadino a contrastarlo.

Simona BrambillaFrancesca Barocco

Il prossimo numero di

esce il lʼ11 maggio 2010

Illustrazione di Silvia Pusceddu

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Nello scorso articolo abbiamo esaminatola tribolata esistenza del Comune di Li-nate al Lambro; in questo ci apprestiamo

a visitare questo borgo, così come si presentaai nostri giorni. Anzitutto, per raggiungere questo borgo è pos-sibile utilizzare un mezzo pubblico cittadino,l'autobus 66, che ha il proprio capolinea nelmezzo del borgo di Linate. Anche con altri mez-zi, il modo più semplice per giungervi è per-correre la via Bonfadini (ora Vittorini), ossia lavecchia Paullese: superato il quartiere di Pon-te Lambro, appena dopo il ponte sul fiume, ini-zia l'abitato, e la strada prende il nome di viaArchimede; sulla destra si trova l'imponenteCentro di Meccanizzazione Postale, mentre sul-la sinistra si trovano alcune palazzine. È questa una caratteristica di tutto il borgo: lecase non superano i tre piani d'altezza, a causadella vicinanza con le piste d'atterraggio del-l'aeroporto; pensa-te che nel 1960 fupersino mozzata lapunta del campa-nile della chiesa! La struttura viariadel borgo è estre-mamente sempli-ce: la Paulleseconduce fino apiazza della Con-cordia, nel cuigiardino centrale sitrova un monu-mento ai cadutidelle due guerre,costituito da trerocce a cui sonoapplicate quattrolapidi: una per icaduti della guerra1915-18, una perquelli della guerra1940-45, una per idispersi di questastessa guerra e unaper i caduti per lalibertà AntonioGariboldi e Ansel-

mo Vicentini. Da qui in direzione sud ha iniziola via Milano (una volta si chiamava via Bo-scana, dal nome della cascina posta nei pressidella strada, e tuttora visibile), che costeggian-do l'aeroporto da una parte e il fiume Lambrodall'altra, conduce a Peschiera Borromeo; a cir-ca metà strada il fiume forma anche una ca-scata. A nord della piazza si diparte una via a "elle"(via Pascoli) dove si trova il capolinea dell'au-tobus, circondata da villette e da un campo spor-tivo, ed una via simmetrica a quella verso sudsi slancia verso nord e si congiunge al viale del-l'Aviazione di Milano, costeggiando le struttu-re aeroportuali. Si tratta della via Rimembran-ze, che fu piantumata di tigli in ricordo dei mi-litari del Comune, morti durante la prima guer-ra mondiale: ogni albero recava infatti una tar-ghetta metallica col nome del caduto. Anch'es-sa è contornata da basse villette, talora risalen-

ti a secoli addietro,tra cui spunta ilcampanile seicen-tesco della vecchiachiesa, ora ridottoa "passeraio", perdirla col GerosaBrichetto. Circa all'incrociotra le vie Pascoli eRimembranze sor-ge la chiesa di San-t'Ambrogio, rusticafuori, grande e lu-minosa dentro; ri-sale al 1912, e hasostituito quella an-tica, trasformata inabitazioni e labora-tori. Anche se lachiesa è relativa-mente recente, lastoria della parroc-chia parla di nume-rose visite pastora-li compiute dalXVI al XVIII seco-lo dagli arcivescovie delegati arcive-

scovili di Milano al vicario foraneo di Mezza-te, che qui risiedeva. La chiesa, pur sobria nella facciata in mattoni,dietro cui spunta il campanile tronco a base qua-drata, contiene numerose opere artistiche delXX secolo. L'interno è a tre navate, separate dacolonnati in marmo (provenienti da una chiesademolita all'epoca in via Carducci), di cui il pri-mo e l'ultimo elemento sono a pianta quadrata,gli altri a pianta rotonda. La navata centrale ospita sulla parte sopra lecolonne tondi pittorici alternati alle scritte "Fi-des, Spes, Caritas" a sinistra e "Via, Veritas, Vi-ta" a destra; sul soffitto si trova un grande af-fresco. Si alternano alle colonne le cappelle e le vetra-te, secondo uno schema simmetrico. Sulla si-nistra si trovano nell'ordine ilfonte battesimale, una vetrata,la cappella della Vergine, unavetrata, l'affresco del transetto;sulla destra si trovano inveceuna lapide con i nomi dei be-nefattori, una vetrata, la cap-pella di San Giuseppe, una ve-trata, l'affresco del transetto. Le due cappelle hanno la me-desima struttura: vi sono tre sta-tue, di cui quella centrale raffi-gura il dedicatario ed è inclusain una nicchia in piastrelline do-rate, sotto cui si trova un altaremarmoreo. Le vetrate raffigu-rano scene della vita di Cristodall'Annunciazione alla Depo-sizione. Gli affreschi del trans-etto rappresentano una Verginecon Bambino (sinistra) e unaSacra Famiglia (destra); sem-pre nel transetto, al termine delle navate late-rali, si trovano due nicchie con statue di santi. Il presbiterio contiene un crocifisso ligneo constucco dorato, ed un altar maggiore su cui sitrovano due statue d'argento raffiguranti ange-li che reggono lampade in fianco al ciborio, incui si trova una croce d'argento e davanti al qua-le è sito il tabernacolo. Il catino absidale ospi-ta un mosaico raffigurante il Cristo pantocra-tor (cioè benedicente) in ciel d'oro (ossia su

sfondo di piastrelline dorate) e sui muri sotto-stanti vi sono affreschi d'angeli e vetrate poli-crome dedicate ai Santi Evangelisti. Tornando in viale Rimembranze, poco più anord sorge cascina Castello, la cui elegante pa-lazzina in stile liberty, risalente al 1909 e pro-gettata dall'architetto A. Radaelli, ospitò il Mu-nicipio del comune di Linate al Lambro neglianni dal 1916 al 1933 (anno dell'aggregazioneal comune di Peschiera Borromeo). Poco più a sud della chiesa invece sorge il par-co intitolato al dottor Giovanni Brichetto, me-dico e filantropo vissuto tra il 1865 e il 1934,nonchè zio del sopra citato storico locale Giu-seppe Gerosa Brichetto. Nella via infine che dalla piazza va verso est,che conserva il nome di via Archimede e che

si interrompe dopo un centinaio di metri a cau-sa della recinzione dell'aeroporto, si trovanouna cappelletta dedicata alla Vergine di Lour-des (che all'interno contiene una ricostruzionedella grotta) ed una villetta preceduta da unaloggia con quattro colonne, attualmente in ri-strutturazione, che molti anni fa ospitava unaCooperativa dove era possibile gustare i tipicisapori milanesi, ma ormai da tempo, ahimè, èchiusa in maniera definitiva.

Linate al Lambro, borgo millenario (parte II)

A cura della Fondazione Milano Policroma - Testo e fotografie di Riccardo Tammaro

9

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12 aprileGLI ABBRACCI SPEZZATIdi Pedro Almodovar 19 aprileLA PRIMA COSA BELLAdi Paolo Virzì26 aprileBROTHERSdi Jim Sheridan3 maggioFRA LE NUVOLE di Jason Reitman

Orario spettacoli: al pomeriggio alle ore 15.15e alla sera alle ore 21.00 I film saranno accompagnati da una scheda in-troduttiva e da un dibattito.

CINEMA TEATRO DELFINO Via Dalmazia 11

CINEMACAFFÈ

Lunedì 12 aprile IO, LORO E LARALunedì 19 aprile SHERLOCK HOLMESLunedi 26 aprile LA PRIMA COSA BELLAMartedì 4 maggio A SERIOUS MAN

Inizio ore 20.45 - € 4.50 (compreso caffè e as-saggio di dolce)

TEATRO DELFINO Via Dalmazia 11

24 aprile ore 21 Compagnia Teatro Impiria di Verona ITALIANI CHE COMMEDIAcommedia in 2 atti tratta dal libro di Tim Parksadattamento originale di David Conati regia di Andrea Castelletti

Ingresso €10 ridotto € 6 (over 60)

POLITEATROViale Lucania 16/18 – info tel 333 9819751

www.ilpoliteatro.org

Domenica 11 aprile ore 16.00ORA NO….TESORO di Ray CooneyComp. Teatrale Besana

Domenica 18 aprile ore 16.00IL TRIONFO DELL’AMOREdi P.C. de MarivouxComp. Teatrale Gost

IL CLAVICEMBALO VERDE giovedì 22 aprile ore 21.00DA MOZART A MORRICONEMOVIE CHAMBER ORCHESTRA

Sabato 24 aprile ore 21.00MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALECompagnia I Randagi del Vigentino

Venerdì 30 aprile ore 21.00IL MEDICO DEI PAZZIdi E. ScarpettaComp. Teatrale Gli amici di Gastone

TEATRO OSCARVia Lattanzio 58 - Biglietteria: 02 36503740

8-25 aprileLE MANI SPORCHEdi Jean Paul Sartre regia di Annig Raimondi

28-30 aprileLA TERRA DESOLATAdi T.S. Eliotprogetto di e con Annig Raimondi

Orario spettacoli: mar-gio-ven-sab ore 21.00;mer ore 19.30; dom ore 17.00

PiM SPAZIO SCENICOVia Tertulliano 68 - Tel/Fax 02 54102612

[email protected] www.pimspazioscenico.it

8, 9 e 10 aprile ore 21 Antonio CaralloRe-PLAYdi e con Antonio Carallo

Domenica 11 aprile ore 21 Piano Solo MATTHEW SHIPP

Lunedì 12 aprile ore 21ZONA FRANCACon Antonio Carallo, Barbara Toma, MatthewShipp, Cristiano Cramerotti and guests

16-19 aprile ore 21Le Belle BandiereELLAdi Herbert Achternbusch regia e interpretazione Marco Sgrosso

Venerdì 23 e Sabato 24 aprile ore 21 AldesSTUDIO PER UN SOLOdi e con Roberto Castello

Domenica 25 aprile ore 21 Piano soloALESSANDRO GIACHERO

Lunedì 26 aprile ore 21ZONA FRANCACon Roberto Castello, Barbara Toma, Ales-sandro Giachero, Cristiano Cramerotti andguests

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14

Biglietteria tel. 02 59995206

8-18 aprileSala Anima - feriali 20.30 - festivi 16.00QUINCE MARLENE D. THE LEGENDtesto, regia e interpretazione Riccardo Casta-gnari

20 aprile-9 maggio feriali ore 21.00 - festivi ore 16.30PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI di Giuseppe Patroni Griffi regia Luciano Melchionnacon Vladimir Luxuria, Daniele Russo, Maria

Luisa Santella, Timothy Martin

23-30 aprile feriali ore 20.30 - festivi ore 16.00DISSIPATIO H.G. (Humani Generis)di Guido Morselliadattato e interpretato da Guido De Monticelli

GOGANGA Via Cadolini 39

Giovedì 15 aprile ore 22Concerto del gruppo The GentlemenTRIBUTO AI BEATLES E AL ROCK 'N' ROLLSilvio Pirovano (voce, chitarrra)Agostino Nascimbeni (voce, chitarrra)Tony Roma (voce,basso)Cià Sbronzon (batteria)Lupon (5° Gentlemen)

SSPPEETTTTAACCOOLLII

Èchiamata “la regina de-gli sport” perché nessu-no sport può prescinde-

re dai suoi fondamentali inse-gnamenti: parliamo dell’Atle-tica Leggera, sport allo statopuro per chi ama migliorare sestesso e fare movimento all’a-ria aperta. In Italia la FIDAL(Federazione Italiana Di Atle-tica Leggera, ndr) ha uno deisiti internet più efficienti e ric-

chi d’informazioni, eppure tan-ti giovani e appassionati nonsanno a chi rivolgersi per co-minciare o anche solo per con-dividere la loro passione. Nella nostra zona, in piazzaleMartini 11, c’è la sede della At-letica Milano, storica societàdi atletica leggera per gli ama-tori milanesi, perché organiz-za da oltre venticinque anniuna delle competizioni più af-fascinanti per gli amanti dellecorse non competitive, un’au-tentica passerella tra alcuni deiluoghi più suggestivi della no-stra bellissima Lombardia: laMilano-Pavia sulle rotte deiNavigli. Abbiamo pensato, quindi, dichiedere al presidente dell’At-letica Milano, Giuseppe Ange-lillo, qualche informazione in

più sull’attività di questo grup-po sportivo ubicato nel cuorepopolare della Zona 4.

Presidente Angelillo, quandoè cominciata la sua passioneper l’atletica?La mia avventura è iniziata ingioventù, come succede a tan-ti che amano lo sport. Mi sonoaffiliato all’Atletica Milano do-dici anni fa come atleta, poi so-

no cresciuto e il passaggio a di-rigente è stato quasi automati-co.

Quanti tesserati fa l’AtleticaMilano?Siamo un centinaio circa. Nontantissimi, se paragonati ad al-tre società milanesi di atleticacome la Road Runner Club Mi-lano che ne ha più di settecen-to, ma noi non possiamo dis-porre di un impianto sul qualeallenarci. Il nostro collante è lapassione per lo sport e l’amici-zia che s’instaura.

Quali sono le vostre attività?Il nostro fiore all’occhiello è lacorsa Milano-Pavia, che orga-nizziamo noi e che ormai è al-la venticinquesima edizione:quasi un record per una corsa

amatoriale. Vengono a correr-la atleti da tutto il mondo, unavera festa dello sport che si dis-puta su un percorso stupendo ericco di fascino. Poi facciamoanche cene sociali e altri even-ti per fare gruppo tutti insieme.Noi, purtroppo, non possiamoseguire ragazzi che voglionointraprendere un percorso ago-nistico. Per fare questo ci sonosocietà più attrezzate, che dis-pongono di impianti sportivi edi altre strutture; però possia-mo dargli consigli e l’espe-rienza che ci viene da anni dipassione con le scarpette dacorsa ai piedi.

Una corsa amatoriale giuntaalla venticinquesima edizio-ne è quasi un record: come cisiete riusciti?Ormai è diventato un appunta-mento storico. Il Naviglio è unacornice magnifica e il climaamichevole che si respira hafatto il resto. Abbiamo un sitoche presenta la corsa, ma so-prattutto sono gli atleti che vihanno partecipato a fare passa-parola tra gli appassionati. Enoi ne siamo molto orgogliosi.

Quanto costa associarsi a voi?La tessera associativa ha un co-sto di 50 Euro all’anno, com-prensivo della Tessera Fidal ne-cessaria per poter parteciparealle gare agonistiche o amato-riali non competitive. Il costodel certificato medico agoni-stico è a parte, naturalmente.Noi non lo facciamo per gua-dagno, ma solo per la nostragrande passione per lo sport.

Qual è il fascino dell’AtleticaLeggera?Quello dello sport puro, vissu-to con gioia e passione. Conl’Atletica non ci si riempie ilportafogli, ma ci si arricchiscedentro.

Alberto Tufano

A.S.D. Atletica MilanoPiazzale Martini, 11Tel. 02.55012759Mobile 333.7544691www.milanopavia.itwww.fidal.it

Mens sana in corpore sanoIn Zona 4 Atletica Leggera è anche correre

da Milano a Pavia respirando amicizia

ORCHESTRA DA CAMERA MILANO CLASSICA

Palazzina Liberty, Largo Marinai d’ItaliaTel 02 28510173 - [email protected]

Domenica 11 aprile – ore 10.30I CAMERISTI DI MILANO CLASSICAMusiche di: J. Haydn e W.A. Mozart

Domenica 18 aprile – ore 10.30In collaborazione con il Conservatorio di Pia-cenzaCONCERTO DEI MIGLIORI ALLIEVI THE BREATH QUARTET

Domenica 25 aprile – ore 10.30Lunedì 26 aprile – ore 20.45VIAGGIO A NAPOLI (SECONDA PARTE)Antonio Florio DirezioneValentina Variale SopranoEspone: Alejandro Ferrante

Domenica 2 maggio – ore 10.30In collaborazione con Il QuartettoneQUINTETTO LIBERTYMusiche di: L. Boccherini e G. Cambini

CENTO STRADE PER GIOCARE

domenica 18 aprile dalle 15 alle 19il Circolo Zanna Bianca

di Legambiente

organizza

GRANDE FESTA PER BAMBINI

E RAGAZZI

al Parco Ravizzacon l’Accademia

del Gioco dimenticato

che sarà presente con i suoi 35 giochi(con biglie, tappi, legni, elastici, car-ta, corda – tiro alla fune, salto dellacorda -, ferro etc.) oltre a piccoli la-boratori per costruire giochi con ibambini.

Page 11: COPIA OMAGGIO OMBRE FRA LE QUINTE dieci protagonisti …quattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro-115.pdfCOPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria

11

Vista l’attenzione che il nostro giornale dedica ai te-mi dell’urbanistica e delle trasformazioni del terri-torio cittadino, vi segnaliamo alcuni incontri orga-

nizzati dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Mi-lano proprio per discutere del Piano del Governo del Ter-ritorio che sta ancora seguendo il suo tortuoso iter in Con-siglio Comunale.Questi i prossimi due incontri che si terranno nella sededell’Ordine, in Via Solferino 17:

Giovedì 22 aprile ore 21.15Milano e la regione urbanaCoordinatore: Marco EngelPartecipano: Carlo Masseroli, Assessore Sviluppo del ter-ritorio, Comune di Milano; Fabio Altitonante, AssessorePianificazione territorio Provincia di Milano; Davide Bo-ni, già Assessore al Territorio e Urbanistica Regione Lom-bardia; Roberto Biscardini, urbanista; Carlo Tognoli, giàsindaco di Milano e Ministro alle Aree Urbane

Giovedì 6 maggio ore 21.15Servizi, vocazioni, ambiente, strategie e città pubblicaCoordinatore: Clara RognoniPartecipano: Giovanni Oggioni, Comune di Milano; Ste-fano Mirti, Id-Lab; Francesca Zajczyk, sociologa; PatriziaGabellini, Politecnico di Milano; Giulio Giorello, filosofo.

Dibattiti sul Piano del Governodel Territorio a Milano

avvi

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pag

amen

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FAI ANCHE TU LA TUA PARTEPER COSTRUIRE L’ALTERNATIVAIscriviti al Partito Democratico nei circoli del tuo quartiere

CIRCOLO ROGOREDO via Monte Palombino 2tel. 339 [email protected] 9.00 - 12.30

CIRCOLO ROMANA-CALVAIRATE via Tommei 3/4 - tel. 327 [email protected] http://pdromanacalvairate.blogspot.com/domenica 10.00 - 12.00 - martedì 21.00 - 23.00

CIRCOLO CARMINELLIvia Archimede 13 - tel. 339 7493923 [email protected]://pdcarminelli.blogspot.com/martedì 21.00 - 23.00

CIRCOLO MECENATELOMELLINA - PONTE LAMBROvia Mecenate 25 - tel. 333 [email protected] Mecenate 25 (presso Arci) sabato 9.30 - 12.00via Lomellina (presso Coop. Liberazione) 1° piano, mercoledì 18.00 - 19.00via Vittorini 24 (presso Coop. Ponte Lambro) domenica 9.30 - 12.00

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LE MARIONETTE DI GIANNI E COSETTA COLLATeatro della 14° - via Oglio 18 – tel 02 55211300www.teatrocolla.org - [email protected]

da venerdì 9 aprile a venerdì 30 aprileLE AVVENTURE DI ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIEdi Lewis Carrollscolastiche ore 10 - sabato e domenica ore 16.00

COMPAGNIA TEATRALE SENTICHESTORIA

sabato 24 aprile ore 16.00Cascina Cuccagnavia Cuccagna 2/4 ang. via MuratoriHappening teatrale FATA MATA AZZURRRA E LA CACCIAAL TESORO CHE …CONTAscritto e diretto da M. Cristina Ceresa con Da-niela Iottietà : 4-10 anniingresso: bambini € 5 - adulti € 8Info e prenotazioni: www.sentichestoria.it [email protected] - tel. 3479704557

GRUPPO ARTISTICO FORLANINI MONLUÈ

8-18 aprile Acquario Civico di Viale Gadio 2Mostra GLI ANIMALI TRA ARTE E TERAPIA

La manifesta-zione tratta ilrapporto trauomo e ani-male sotto lesue moltepliciforme, con unocchio parti-colare alleforme di tera-pia. Novitàassoluta, perla prima voltala mostra ospita opere fotografiche e non solopittoriche.

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14

tel. 02 59995206

Domenica 11 aprile ore 21.00FLESSIBILE HOP HOP di Emmanuel Darleyregia di Federica Santambrogio

Lunedì 12 aprile ore 18.30Presentazione del libroASSALTO A UN TEMPO DEVASTATO E VILEdi Giuseppe Genna

CAM PAREAVia Parea 26, Ponte Lambro

Sabato 17 aprile ore 20.30-23.30SERATA DANZANTE

CENTRO CULTURALE INSIEMESan Michele Arcangelo e Santa Rita

Via dei Cinquecento 1a - www.psmsr.it/ccinsieme

Sabato 17 aprile ore 21UN PALCO ALL’OPERAANDREA CHENIERdi Umberto Giordano

Riduzione filmica e commento di GiancarloGuardamagna

Sabato 24 aprile ore 21LA STORIA DI VIRAdi G. AmmirataCompagnia AMICI DELLA PROSA

LIBRERIA NUOVA SCALDAPENSIERI

Via Don Bosco/ang. Via Breno1

Dal 20 aprile al 20 maggio Esposizione di opere diCHIARA CHIOZZI

20 aprile ore 19.00 Presentazione del libro fantasy scritto ed illu-strato da Chiara ChiozziI DODICI SPIRITI

IL CLAVICEMBALO VERDE

Giovedì 29 aprile ore 21Aula Magna Università degli Studi di MilanoVia Festa del Perdono 7

GAMMA STRING QUEENTETDA MOZART A MORRICONE (passando peri Queen)

CENTRO CULTURALE ANTONIANUM

Sabato 24 aprile - ore 16.00Palazzina Liberty, Largo Marinai d’ItaliaGIOVANI TALENTI IN CONCERTOXX edizionePresenta: Maria BrivioDirezione artistica: Edda Ponti

GALLERIA RUBINvia Bonvesin de la Riva 5

tel. 02 36561080 [email protected]

fino al 24 aprile MOSTRE: “PAOLO PICOZZA. CARTE” “LUCA SCACCHETTI. ACQUERELLI”

Orario di apertura: martedì - sabato 14.30-19.30 e su appuntamento

SINISCALCO ARTEVia Friuli 34 - www.siniscalcoarte.com

Fino al 1° maggio REDON-MUSIC-PICASSO: APOCALISSI Orari: Martedì-Sabato 10-13 15.30-19.30

PPEERR IIBBAAMMBBIINNII

EEVVEENNTTIIGGRRAATTUUIITTII

I l 19 marzo, si è svoltoforse il più atteso degli in-contri quaresimali, orga-

nizzati dalla parrocchia dellaMadonna della Medaglia Mi-racolosa di Viale Lucania, conil concerto eseguito dall’or-chestra La Verdi Barocca: “Lesette ultime parole di Cristosulla Croce”, di F. Joseph Hay-din. Nella chiesa gremita e af-follatissima, le note di Haydinhanno declinato l’intera pas-sione della croce fino alla mor-te, seguita dal terremoto, sim-bolo della nuova era che sa-rebbe nata proprio dalla mor-te di Gesù.Per una notte il Corvetto haperso la sua connotazione diquartiere difficile in una cittàancora più difficile grazie al-

la comunità parrocchiale co-raggiosa che questa volta hascelto il linguaggio universa-le della musica per regalare aiparrocchiani una notte di spe-ranza.“Ringrazio tutte le persone, ivolontari, che mi hanno aiuta-to e mi aiutano ogni giorno perstimolare e arricchire l’attivi-tà della parrocchia“ dice il par-roco padre Bruno, “e altre ini-ziative sono in cantiere perportare la gente fuori casa, ri-unirla, farla stare insieme e su-perare la solitudine di una Mi-lano dove la vita di tutti i gior-ni è difficile e complicata.”

Il prossimo appuntamento èper il 10 aprile, ancora unavolta con l’orchestra Verdi Ba-

rocca, che stavolta nel Poli-teatro, la struttura multi fun-zionale della parrocchia (vediwww.ilpoliteatro.org), esegui-rà Mozart.Il sodalizio con l’orchestraVerdi mira a sensibilizzaretutte le forze del Corvetto e delDecanato Vigentino, affinchépossa nascere un polo comu-ne, che utilizzando il poteredell’arte riesca a creare uncentro di aggregazione pergiovani e meno giovani alla ri-cerca di valori che li aiutinonella crescita, e li mettano alriparo dalle insidie di un mon-do sempre più complesso e tal-volta pericoloso.“Stiamo raccogliendo tutte lenostre forze attorno a questoprogetto“ dice padre Bruno “e

per questo esprimo tutta la miagratitudine a Ruben Jais, di-rettore della Verdi Barocca ead Alfonso Ajello, vice presi-dente della Fondazione Or-chestra Sinfonica GiuseppeVerdi, che ha immediatamen-te abbracciato la realtà delquartiere.”“Il nostro desiderio è che ilprestigio della Verdi possa es-sere di stimolo per altre ini-ziative simili in tutta la città.Milano ne ha bisogno” sostie-ne con convinzione Ajello, ag-giungendo che il progetto èstato immediatamente condi-viso con entusiasmo da Cer-vetti, Presidente della Fonda-zione Orchestra Sinfonica Ver-di, e dal Direttore GeneraleCorbani.

Al Corvetto, nella parrocchia Madonna della Medaglia Miracolosa

Funerali completi di ogni categoria - Italia ed EsteroCremazioni - Marmi e Monumenti - Lavori Cimiteriali

Preventivi GratuitiAutorizzata dal Comune di Milano

Page 12: COPIA OMAGGIO OMBRE FRA LE QUINTE dieci protagonisti …quattronet2.it/wp-content/uploads/2014/04/Quattro-115.pdfCOPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria

1906 – 1953. In queste due date è rac-chiusa la vita di un’azienda che hasvolto la propria attività in zona 4. At-tore di questa nuova storia industria-le, assieme a quelle già apparse suQuattro e a breve raccolte in un libro,la S.A. Massoni e Moroni. Lo stabilimento occupava l’area de-limitata da una parte dalla via Berga-mo tra Maffei e Morosini e dall’altrasi estendeva fino a ridosso della chie-sa di viale Lazio. La ditta nasce il 3 marzo del 1906,partecipando all’Esposizione interna-zionale di Milano di quell’anno, conl’esatta denominazione ManifatturaItaliana Cinghie Massoni & MoroniS.p.A. Attività principale, come regi-strato alla Camera di Commercio,“fabbricazione e commercio di tessu-ti industriali, cinghie di pelo di cam-mello e di qualsiasi specie, lavora-zione del cuoio e delle pelli…”. Oltrealla sede milanese, dove avveniva lafilatura, tessitura e rifinitura di quellein pelo di cammello, vi era anche unostabilimento a Cantello in provinciadi Como dove erano conciate le pelliper ottenere poi cinghie di cuoio “de-nominate cuoio razionale”. Le cinghieerano utilizzate nelle industrie e an-che nell’esercito, ad esempio per farfunzionare le mitragliatrici. La sem-pre maggiore richiesta porta ad aprirein Italia diverse filiali e nel 1932 unasuccursale a Roma, chiuse tutte pocoprima della liquidazione. La crisi delsettore, che si manifesta dopo la se-conda Guerra mondiale, colpisce laMassoni & Moroni Spa e porta al de-clino dell’azienda che ad aprile del’53 è messa in liquidazione. Nei me-

si successivi il personale impiegati-zio e operaio è licenziato, i beni e imacchinari messi in liquidazione eviene deliberato lo smantellamento ela demolizione dei fabbricati “per lostato di vetustà”, come riportato nel-la relazione ai soci, potendo in que-sto modo ricavare un prezzo miglioredi vendita di quell’area inclusa nelpiano regolatore e dichiarata zona re-sidenziale semi intensiva. La societànon è definitivamente chiusa perchénel ’60 gli ultimi amministratori chie-dono il rimborso dei danni di guerrae ancora nel 1967 c’è una proposta difusione con le Concerie Italiane Ri-unite di Torino, già azionista dellaMassoni, che non va in porto perchénon ci sono vantaggi economici nel-l’effettuare questa operazione. A que-sto punto l’azienda è definitivamen-te chiusa. Fino a quando…Fino a quando rispondendo ad un ap-pello apparso sul numero di gennaiodi QUATTRO, Annamaria e Vittorionon si presentano in redazione a rac-

contare un po’ di storia della Masso-ni Moroni dove aveva lavorato in qua-lità di impiegata la loro mamma, An-gela Dossi.“I primi ricordi che ho – inizia Vitto-rio – sono verso la fine degli anniQuaranta, quando la mamma raccon-tava che dopo i bombardamenti, unabomba incendiaria distrusse la cassa-forte con i documenti conservati, laparte amministrativa si era trasferitaallora a Bulciago dove lei continuavanella sua mansione di preparare le bu-ste paga e curare i rapporti con i for-nitori”.

La produzione erano le cinghie.“Si, cinghie di trasmissione e quandoquesto tipo di produzione non anda-va più la fabbrica produceva guarni-zioni in cuoio per i rubinetti o, comenegli ultimi tempi, si costruivano legiberne per i carabinieri e la fiammain metallo simbolo dell’arma”.In generale la produzione era direttaal mercato interno, soprattutto versol’esercito. Fatto confermato dalla si-gnora Adele Fumagalli, che abbiamotrovato attraverso Vittorio, anche leiimpiegata alla Massoni che ricorda laproduzione delle giberne, ma anchedei gambali di cuoio per gli ufficiali.Sempre tramite Vittorio siamo riusci-ti a contattare un’altra persona. Comeleggerete più avanti Vittorio aveva unamico nel figlio del custode, il signorFelice Duca il cui padre aveva preso ilposto di custode già del nonno e del-la nonna. Rintracciato, ci ha raccon-tato altri fatti che sono stati utili tas-selli per ricostruire la storia della Mas-soni Moroni.

Quante persone erano occupate?“Gli operai erano un’ottantina men-tre gli impiegati una decina, tutte don-ne salvo Alfonso un cugino “preso”di mia madre, che aveva come capola signora Anna che abitava in piazzadel Suffragio e che io chiamavo zia”,precisa Vittorio. “Negli ultimi tempi– aggiunge Annamaria - avevano as-sunto Franco e Giuseppe, due giova-ni che venivano dai Mutilatini: unosenza un braccio e uno senza una ma-no”.Gli operai, racconta Felice Duca, ave-vano turni dalle 7 alle 17/18 ed eranoaddetti alla tessitura del filo di pelo dicammello poi intrecciato e messo abagno per renderlo resistente. Le cin-ghie di cuoio, quando la domanda eraalta, erano prodotte anche in fabbricapartendo dalla concia delle pelli nellevasche all’interno dello stabilimento.Cinghie sia per macchinari semplici,ma anche cinghie di trasmissione permotori di navi e transatlantici che ar-

rivavano a costare negli anni ‘50 dueo tre milioni. Una produzione direttaal mercato italiano, ma anche euro-peo e mondiale. “Ad un certo punto– racconta Felice – la Massoni Mo-roni aveva il monopolio, prima chearrivassero le cinghie di gomma a de-terminarne la scomparsa”.

Qual era esattamente l’area occu-pata dallo stabilimento?“La Massoni & Moroni – raccontaVittorio - occupava il tratto di via Ber-gamo tra le vie Morosini e Maffei. Aquesto incrocio c’era la palazzina del-la direzione e accanto un ingresso conuno scivolo che portava ai magazzi-ni sotterranei dove sotto una tettoia invetro si fermavano i camion per sca-ricare o caricare la merce per poi ri-salire verso l’uscita che dava sulla viaMorosini. Per questo c’eranodue custodi: il signor An-gelo Duca con la mogliePina che avevano unfiglio, Felice, miocompagno di giochi.Nella palazzina (ripre-sa nella foto n.d.r.) unoscalone di marmo portava alprimo piano dove c’era l’ufficio del-le impiegate e a sinistra quello del di-rettore Gino Da Pozzo mentre il pro-prietario dell’azienda era di Torino,un certo Bocca. Sempre qui c’eraun’altra porta dove venivano accoltii fornitori e i clienti”.Gino Da Pozzo, ricorda il signor Du-ca, era console onorario del Guate-mala, girava con una Balilla targataCC (Corpo consolare), e dopo la chiu-sura della Massoni aprì con i figli unostabilimento a Cuggiono per la pro-

duzione di articoli di gomma.“Era un’azienda molto organizzata –prosegue Annamaria –, dotata diun’infermeria per i primi soccorsi conun dottore (i dottori Arnò e Losa ave-vano abitazione e studio all’internodella fabbrica n.d.r.). e l’assistenzasanitaria organizzata. Se qualcuno siinfortunava ed era costretto al rico-vero il direttore mandava alla seraqualcuno a trovarlo e portare generidi conforto. Un altro episodio che ri-cordo è quello di un operaio al qualestava andando in cancrena la gambae che necessitava di medicine che inItalia non c’erano ancora. Io e miamadre fummo mandate dal direttore,il signor Da Pozzo, in treno a PonteTresa per acquistare le medicine che sitrovavano solo lì. O quella volta chemia madre si slogò un piede e il di-

rettore la accompagnòlui stesso a casa

con la Balilla.Infine lamensa inter-na gestita da

personale del-l’azienda, e la

mamma il venerdìandava al mercato di via

Giulio Romano a fare le ordinazionidella frutta e verdura necessarie. ANatale poi per tutti i figli dei dipen-denti c’era sempre qualcosa sotto l’al-bero che veniva allestito in un localedella palazzina della direzione”.Una curiosità che ci ha raccontato Vit-torio è quella che da piccolo, visto chela madre non poteva assentarsi dal la-voro, veniva portato in azienda e “par-cheggiato” nello spogliatoio delle don-ne. “Quando c’era bisogno c’era sem-

pre qualcuno che avvisava la mam-ma”.Nel primo dopoguerra il Primo Mag-gio veniva organizzata una festa nelpiazzale interno con tavoli con bibi-te e roba da mangiare. “Andavamo lì– prosegue Vittorio – nel pomeriggioaccompagnati anche dalla musica emolti che passavano bussavano alcancello chiedendo di entrare, ma ov-viamente era solo per la Massoni Mo-roni”.Due altri episodi invece li racconta ilsignor Felice che ricorda la pesa sulpiazzale per controllare che nulla dipiù uscisse sui camion e di come avolte si accendesse una lampadinarossa alla timbratura dell’uscita il chesignificava uno spoglio da parte delpadre o della madre a seconda se fos-se un operaio o un’impiegata per con-trollare che non fosse portato via delcuoio ai tempi della guerra partico-larmente ricercato.

Com’era il trattamento economi-co?“Abbastanza buono, se non ottimo.Guardi – ci dice Annamaria – questaè una busta paga del maggio 1948 emia mamma prendeva 36.580 lire(rapportate al 2006 corrispondono apoco più di 750 euro, ma ai tempi erauno stipendio di buon livello n.d.r.) epoi c’era elasticità da parte della di-rezione nell’orario nel senso che sipotevano recuperare i ritardi senza in-correre in trattenute”.

Quando chiude la Massoni?“Nel 1953, giusto il primo agosto, ilgiorno del mio compleanno – con-clude Annamaria – mia madre vennelasciata a casa quando le mancavanopochi anni per andare in pensione”.Cercando su internet abbiamo sco-perto che in zona anche la Tenger eZollinger, che aveva sede in via Pisa-cane 30, commercializzava cinghie dipelo di cammello come recita un vec-chio depliant. Ma questa è un’altrastoria. Della storia della Massoni & Moronifanno parte invece, ricorda Felice Du-ca, alcuni dipendenti come Rizzi, poicalzolaio in via Maffei, il Parenti cheabitava al 50 di Montenero, il mura-tore Ambrogino, la centralinista Pe-razzi dalla voce bellissima, ma nonaltrettanto di aspetto, e il Gavina unoperaio che arrivava a mangiare 10scodelle di minestrone innaffiate daquello buono. Da ultimo GiuseppeMeazza, giocatore dell’Internaziona-le e del Milan, che vi lavorò per po-co e che gli operai ricordavano du-rante la pausa pranzo in via Maffei ti-rare calci al pallone. Forse fatto dicuoio prodotto dalla Massoni.

Sergio Biagini

Il pelo di cammello si ricava dal cam-mello bactriano che vive nel conti-nente asiatico. Ha un colore fulvo edè utilizzato al naturale, senza alcu-na tintura. È una fibra pregiata epossiede una tenacità superiore aquella della lana con uguale ripresad’umidità. La Cina è il maggior pro-duttore: dal pelo più fine si ricava untessuto finissimo per soprabiti; conquello più ordinario si tessono co-perte e vestiti nei Paesi artici e de-sertici grazie alle sue proprietà ter-moisolanti; infine è impiegato perprodurre tessuti industriali e cinghie,filtri, intrafodere.

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Un’altra azienda un’altra storia: la Massoni Moroni di via Bergamo