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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI 12 febbraio 2012 «Il Conforto per prepararsi ad accogliere il Santo Padre» In un documento elaborato dal Consiglio presbiterale una serie di proposte per avvicinarsi al meglio all’appuntamento con la Visita pastorale di Benedetto XVI del 13 maggio. Tra i richiami anche quello a considerare la festa della Madonna del Conforto come «preparazione del grande momento ecclesiale». Tre i punti sottolineati: «Annuncio, catechesi, evangelizzazione», «celebrazione e animazione della liturgia» e «testimonianza del Vangelo della carità» STRANIERI E FAMIGLIE: AREZZO IN CATTEDRALE Le celebrazioni in diretta su Tsd per la prima volta in sedici noni ome da tradizione, l’emittente diocesana Tsd seguirà in diretta tutte le celebrazioni della Madonna del Conforto. Si parte con la Novena. Ogni giorno, alle 17, sarà possibile seguire il Rosario, i vespri e la Messa. Mercoledì 15, le dirette inizieranno a partire dalle 10.30. Poi, gli speciali di Città Nostra e In Primo Piano che si intervalleranno con le dirette dalla Cattedrale. Due le novità che caratterizzeranno le trasmissioni. Tsd, infatti, si è dotata di un nuovo ponte per le dirette dal duomo che renderà il segnale ancora più nitido; inoltre, l’emittente di Piazza San Domenico sarà la prima Tv locale a trasmettere in sedici noni. C IN TELEVISIONE Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Lorenzo Canali Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 Fondazione TSD Comunicazioni Piazza San Domenico, 6 52100 Arezzo telefono 0575.35.39.91 fax 0575.30.09.40 [email protected] IL PRIORE BARBAN APRE IL MILLENARIO Servizio a pagina II CAMALDOLI ......... VALDICHIANA ......... CORTONA SALUTA OSCAR LUIGI SCALFARO Servizio a pagina V LA DIFESA DELLA VITA ......... FLORA GUALDANI E LA SFIDA DI CASA BETLEMME Servizio a pagina III SOMMARIO DI LORENZO CANALI a diocesi di Arezzo- Cortona-Sansepolcro si prepara alla vista dell’arrivo di Papa Benedetto XVI, il prossimo 13 maggio. Il Consiglio presbiterale riunito in assemblea presso il Seminario vescovile ha redatto un programma con una serie di proposte per avvicinarsi al meglio all’importante appuntamento. Tre i punti sottolineati: «Annuncio, catechesi, evangelizzazione», «celebrazione e animazione della liturgia» e «testimonianza del Vangelo della carità». Tra i richiami anche quello a considerare la novena e la festa della Madonna del Conforto e le stazioni quaresimali come «preparazione del grande momento ecclesiale del prossimo maggio». «La nostra diocesi - si legge nel documento del Consiglio - è impegnata, in questo anno pastorale nella formazione per far riscoprire l’identità battesimale e la vita secondo lo Spirito nella Chiesa diocesana: in preparazione alla visita pontificia si chiede uno straordinario impegno perché quanto proposto dai Centri Pastorali venga seguito e partecipato da tutte le Comunità Parrocchiali, dalle L Associazioni e dai Movimenti». In questo senso, scrive il Consiglio presbiterale, «per favorire una rinnovata partecipazione attiva dei fedeli» occorre «valorizzare in ogni parrocchia i Consigli Pastorali e avviare un cammino per crearli dove ancora non esistono». «Per promuovere una maggiore aggregazione delle comunità ecclesiali - si invita a - costituire in Vicariati Foranei le Aree Pastorali individuate dalle consultazioni del Clero». Tra gli obiettivi anche quello di «far riscoprire meglio la nostra identità collettiva, attraverso la realizzazione e la pubblicazione di brevi biografie di cristiani significativi della nostra Chiesa nel ’900, recuperare la storia, la memoria delle esperienze di fede e di testimonianze di carità». Secondo l’organismo diocesano occorre anche «ripresentare la ricchezza dei carismi che animano la nostra realtà ecclesiale» e «valorizzare la Benedizione delle famiglie quale occasione di annunzio e di preghiera per la visita del Papa». In questo senso sarà distribuita nelle case della diocesi una lettera firmata dall’arcivescovo Riccardo Fontana. «In vista di una "celebrazione esemplare" del 13 maggio, cioè viva, partecipata e significativa per la nostra Chiesa - prosegue il documento - occorre che tutto il presbiterio diocesano e religioso, assieme al popolo, si metta in interiore cammino per prepararsi ad un evento che è dono dello Spirito. Si chiede che vi sia piena disponibilità ad accogliere le indicazioni e i sussidi per lo svolgimento della celebrazione col Papa». Inoltre, «in omaggio alla tradizione benedettina camaldolese che ha animato gran parte della nostra evangelizzazione, si chiede di riprendere l’uso della preghiera quotidiana con il salterio». Infine, l’ultima parte del documento è dedicata alla «Testimonianza del Vangelo della carità». Il Consiglio presbiterale sottolinea la necessità di «intensificare il gemellaggio con Gerusalemme: pellegrinaggi e gesti di carità che le singole comunità sono invitate a realizzare; orientare la quaresima alla promozione del volontariato, secondo le indicazioni della Caritas diocesana; proporre come segno concreto di carità una raccolta straordinaria nella quaresima per le famiglie in difficoltà economiche». uesto il programma dell’ultima parte della Novena della Madonna del Conforto. Domenica 12 febbraio si terranno alle 7 le Lodi e la Messa. Alle 15.30 musica e meditazione in onore della Madonna. Alle 17 sarà recitato il Rosario; alle 17.30 sono previsti i Vespri della Madonna; e alle 18 la Messa animate dalle famiglie, presieduta da monsignor Renzo Bonetti e la preghiera mariana. Alle 21 sarà la volta della preghiera con le comunità cristiane di altri paesi. Lunedì 13 si terranno alle 7 le Lodi e la Messa. Alle 17 sarà recitato il Rosario; alle 17.30 sono previsti i Vespri della Madonna; e alle 18 la Messa animata dalle parrocchie della Valtiberina. Alle 21 si svolgerà l’incontro con i fidanzati. Martedì 14 si terranno alle 7 le Lodi e la Messa. Alle 17 sarà recitato il Rosario; alle 17.30 sono previsti i Vespri con i monaci di Camaldoli; e alle 18 la Messa presieduta dal Generale dei Camaldolesi con la preghiera mariana guidata dall’arcivescovo. Mercoledì 15, festa della Madonna del Conforto, la Cattedrale si aprirà alle 6 del mattino con le Lodi e la Messa. La solenne concelebrazione delle 10.30 sarà presieduta dal cardinale Severino Poletto, Arcivescovo già metropolita di Torino. Alle 14.30 sarà recitato il Rosario animato dai seminaristi della diocesi. Alle 17 saranno celebrati i secondi Vespri, mentre alle 18 si svolgerà la Messa stazionale presieduta dall’arcivescovo Fontana. Il Duomo si chiuderà a mezzanotte. Q Gli appuntamenti della settimana omenica 12 febbraio, ore 21.15: ad Arezzo, presso la chiesa di San Marco alla Sella, preghiera sullo stile Taizè. Mercoledì 15 febbraio: in duomo, ad Arezzo, Festa della Madonna del Conforto. Messe dalle 6 del mattino alla mezzanotte. Giovedì 16 febbraio, ore 21: a Castelnuovo Berardenga, nella chiesa della Compagnia, corso di formazione biblica. Tema della serata: «Qualcuno ti cambia la vita: l’evento di Damasco per Paolo». Domenica 19 febbraio: a Cortona, festa di Santa Margherita. La celebrazione si svolgerà, in via eccezionale, in questa data, anziché il 22 febbraio, per la concomitanza con il mercoledì delle Ceneri. Anniversari sacerdotali Venticinque anni da sacerdote, il 15 febbraio, per don Valtere Tanganelli di Monte San Savino. Era il 15 febbraio del 1987, infatti, quando fu ordinato presbitero. D l’ AGENDA DELLA DIOCESI Il programma della festa. Nel duomo aretino sfileranno migliaia di persone. Lunedì l’incontro con i fidanzati

Coordinatore diocesano Lorenzo Canali «Il Conforto …...seguire il Rosario, i vespri e la Messa. Mercoledì 15, le dirette inizieranno a partire dalle 10.30. Poi, gli speciali di

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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI

12 febbraio 2012

«Il Confortoper prepararsiad accogliereil Santo Padre»In un documento elaborato dal Consiglio presbiterale una seriedi proposte per avvicinarsi al meglio all’appuntamento con la Visitapastorale di Benedetto XVI del 13 maggio. Tra i richiami anche quello a considerare la festa della Madonna del Conforto come«preparazione del grande momento ecclesiale». Tre i puntisottolineati: «Annuncio, catechesi, evangelizzazione», «celebrazione e animazione della liturgia» e «testimonianza del Vangelo della carità»

STRANIERI E FAMIGLIE:AREZZO IN CATTEDRALE

Le celebrazioni in diretta su Tsdper la prima volta in sedici noni

ome da tradizione, l’emittente diocesanaTsd seguirà in diretta tutte le celebrazioni

della Madonna del Conforto. Si parte con laNovena. Ogni giorno, alle 17, sarà possibileseguire il Rosario, i vespri e la Messa. Mercoledì15, le dirette inizieranno a partire dalle 10.30.Poi, gli speciali di Città Nostra e In PrimoPiano che si intervalleranno con le dirette dallaCattedrale. Due le novità che caratterizzerannole trasmissioni. Tsd, infatti, si è dotata di unnuovo ponte per le dirette dal duomo cherenderà il segnale ancora più nitido; inoltre,l’emittente di Piazza San Domenico sarà laprima Tv locale a trasmettere in sedici noni.

C

IN TELEVISIONE

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoLorenzo Canali

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

Fondazione TSD ComunicazioniPiazza San Domenico, 652100 Arezzotelefono 0575.35.39.91fax [email protected]

IL PRIOREBARBANAPRE ILMILLENARIO

Servizioa pagina

II

CAMALDOLI .........

VALDICHIANA .........

CORTONASALUTAOSCAR LUIGISCALFARO

Servizioa pagina

V

LA DIFESA DELLA VITA .........

FLORA GUALDANIE LA SFIDADI CASA BETLEMME

Servizioa pagina

III

SOMMARIO

DI LORENZO CANALI

a diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro siprepara alla vistadell’arrivo di Papa

Benedetto XVI, il prossimo 13maggio. Il Consigliopresbiterale riunito inassemblea presso il Seminariovescovile ha redatto unprogramma con una serie diproposte per avvicinarsi almeglio all’importanteappuntamento. Tre i puntisottolineati: «Annuncio,catechesi, evangelizzazione»,«celebrazione e animazionedella liturgia» e«testimonianza del Vangelodella carità».Tra i richiami anche quello aconsiderare la novena e la festadella Madonna del Conforto ele stazioni quaresimali come«preparazione del grandemomento ecclesiale delprossimo maggio».«La nostra diocesi - si legge neldocumento del Consiglio - èimpegnata, in questo annopastorale nella formazione perfar riscoprire l’identitàbattesimale e la vita secondolo Spirito nella Chiesadiocesana: in preparazionealla visita pontificia si chiedeuno straordinario impegnoperché quanto proposto daiCentri Pastorali venga seguitoe partecipato da tutte leComunità Parrocchiali, dalle

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Associazioni e daiMovimenti». In questo senso,scrive il Consiglio presbiterale,«per favorire una rinnovatapartecipazione attiva deifedeli» occorre «valorizzare inogni parrocchia i ConsigliPastorali e avviare uncammino per crearli doveancora non esistono». «Perpromuovere una maggioreaggregazione delle comunitàecclesiali - si invita a -costituire in Vicariati Foraneile Aree Pastorali individuatedalle consultazioni del Clero».Tra gli obiettivi anche quellodi «far riscoprire meglio lanostra identità collettiva,attraverso la realizzazione e la

pubblicazione di brevibiografie di cristianisignificativi della nostraChiesa nel ’900, recuperare lastoria, la memoria delleesperienze di fede e ditestimonianze di carità».Secondo l’organismodiocesano occorre anche«ripresentare la ricchezza deicarismi che animano la nostrarealtà ecclesiale» e «valorizzarela Benedizione delle famigliequale occasione di annunzio edi preghiera per la visita delPapa». In questo senso saràdistribuita nelle case delladiocesi una lettera firmatadall’arcivescovo RiccardoFontana.

«In vista di una "celebrazioneesemplare" del 13 maggio,cioè viva, partecipata esignificativa per la nostraChiesa - prosegue ildocumento - occorre che tuttoil presbiterio diocesano ereligioso, assieme al popolo, simetta in interiore camminoper prepararsi ad un eventoche è dono dello Spirito. Sichiede che vi sia pienadisponibilità ad accogliere leindicazioni e i sussidi per losvolgimento dellacelebrazione col Papa».Inoltre, «in omaggio allatradizione benedettinacamaldolese che ha animatogran parte della nostraevangelizzazione, si chiede diriprendere l’uso dellapreghiera quotidiana con ilsalterio». Infine, l’ultima partedel documento è dedicata alla«Testimonianza del Vangelodella carità».Il Consiglio presbiteralesottolinea la necessità di«intensificare il gemellaggiocon Gerusalemme:pellegrinaggi e gesti di caritàche le singole comunità sonoinvitate a realizzare; orientarela quaresima alla promozionedel volontariato, secondo leindicazioni della Caritasdiocesana; proporre comesegno concreto di carità unaraccolta straordinaria nellaquaresima per le famiglie indifficoltà economiche».

uesto il programmadell’ultima parte dellaNovena della Madonnadel Conforto. Domenica 12 febbraio

si terranno alle 7 le Lodi e laMessa. Alle 15.30 musica emeditazione in onore dellaMadonna. Alle 17 sarà recitato ilRosario; alle 17.30 sono previsti iVespri della Madonna; e alle 18 laMessa animate dalle famiglie,presieduta da monsignor RenzoBonetti e la preghiera mariana.

Alle 21 sarà la volta dellapreghiera con le comunitàcristiane di altri paesi. Lunedì 13si terranno alle 7 le Lodi e laMessa. Alle 17 sarà recitato il

Rosario; alle 17.30 sono previsti iVespri della Madonna; e alle 18 laMessa animata dalle parrocchiedella Valtiberina. Alle 21 sisvolgerà l’incontro con i fidanzati. Martedì 14 si terranno alle 7 leLodi e la Messa. Alle 17 saràrecitato il Rosario; alle 17.30 sonoprevisti i Vespri con i monaci diCamaldoli; e alle 18 la Messapresieduta dal Generale deiCamaldolesi con la preghieramariana guidata dall’arcivescovo. Mercoledì 15, festa della

Madonna del Conforto, laCattedrale si aprirà alle 6 delmattino con le Lodi e la Messa. Lasolenne concelebrazione delle10.30 sarà presieduta dal cardinaleSeverino Poletto, Arcivescovo giàmetropolita di Torino. Alle 14.30sarà recitato il Rosario animatodai seminaristi della diocesi. Alle17 saranno celebrati i secondiVespri, mentre alle 18 si svolgeràla Messa stazionale presiedutadall’arcivescovo Fontana. IlDuomo si chiuderà a mezzanotte.

Q

Gli appuntamenti della settimanaomenica 12 febbraio, ore 21.15: ad Arezzo, presso la chiesa diSan Marco alla Sella, preghiera sullo stile Taizè. Mercoledì 15

febbraio: in duomo, ad Arezzo, Festa della Madonna del Conforto.Messe dalle 6 del mattino alla mezzanotte. Giovedì 16 febbraio, ore21: a Castelnuovo Berardenga, nella chiesa della Compagnia, corsodi formazione biblica. Tema della serata: «Qualcuno ti cambia lavita: l’evento di Damasco per Paolo». Domenica 19 febbraio: aCortona, festa di Santa Margherita. La celebrazione si svolgerà, invia eccezionale, in questa data, anziché il 22 febbraio, per laconcomitanza con il mercoledì delle Ceneri.

Anniversari sacerdotaliVenticinque anni da sacerdote, il 15 febbraio, per don ValtereTanganelli di Monte San Savino. Era il 15 febbraio del 1987, infatti,quando fu ordinato presbitero.

D

l’ AGENDA DELLA DIOCESI

Il programma dellafesta. Nel duomoaretino sfilerannomigliaia di persone.Lunedì l’incontrocon i fidanzati

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AREZZO - CORTONA - SANSEPOLCROTOSCANA OGGI12 febbraio 2012II

■ LA CELEBRAZIONE Il Padre generale ha aperto ufficialmente l’anno dei festeggiamenti

Millenario di Camaldoli al viaLa lettera del priore Barban

uesti mille annisono stati uncontinuo epluraletentativo –

seguendo l’insegnamento dellaVita Romualdi – di scoprire lapresenza nascosta di Diodentro la storia degli uomini, edi custodirla, pur salendo lascala della fede e dellacontemplazione presente nellavisione di San Romualdo».Così padre Alessandro Barban,priore generale deicamaldolesi, annuncia in unalettera indirizzata a tutti iconfratelli, l’apertura delMillenario dell’eremo delcasentino. Anche il Presidente dellaRepubblica, GiorgioNapolitano, ha reso omaggio aimille anni di Camaldoli. Inoccasione dell’apertura dellecelebrazioni, il prefetto diArezzo, Saverio Ordine, haconsegnato una targa del Capodello Stato ai monaci delmonastero e dell’eremoromualdini. «Tocca a noi, alla nostragenerazione - scrive Barban -vivere la ricorrenza del

Q«Millenario. Lo facciamo congioia e con vivo senso diringraziamento. E’ festa dibenedizione non solo per iFratelli che vivono all’Eremo ea Camaldoli, ma per tutti imonaci e le monachecamaldolesi, per gli oblati/e,per i tanti amici e amiche chesono uniti spiritualmente allenostre comunità. Siamo grati alSignore per aver manifestato lasua benevolenza e la sua fedeltàverso la nostra Congregazionenel corso di questi dieci secoli.Lo ringraziamo per il dono diSan Romualdo, per la suapiccola regola eremitica, per ilprivilegium amoris e per iltriplice bene del nostrocarisma».Poi il riferimento alla storiacamaldolese, caratterizzata damomenti di grande ricchezza ealtri più difficili: «Noi -soprattutto dopo le traversiedel ’900 - conosciamo quantocosti tenere fuori dalla storiaDio e la maggioranza degliuomini, e come nessun altragenerazione conosciamo lafatica, la complessità e lapluralità degli esiti delle epocheumane. Sappiamo quanto

possano durare mille anni, e cirendiamo conto di quanto siaavvenuto nei dieci secoli dellanostra storia camaldolese ecome essa non sia mai stataavulsa da quella umana:intrecci politici ed ecclesiali,anticipazioni profetiche,fermentazioni spirituali eculturali inedite, ma anchecontraddizioni, ritardi ecompromessi inaspettati. Noimonaci/che, che abbiamomesso Dio al centro dellanostra vita, sappiamo bene chesiamo solo creature deboli einconsistenti, appena un soffio,mentre contempliamo comeun prodigio quotidiano lapresenza dell’amore di Dionelle nostre esistenze, che siirradia alle nostre comunità e aifratelli e sorelle che ci visitanoo che incontriamo e che intanti modi serviamo». «Non ci siamo stancati -prosegue il Priore - diinterpretare il nostro carismamonastico in tanti modi neidiversi secoli. Per questo non cisiamo mai isolati nei nostrieremi, separati dagli altri,intendendoci come un’élite, maabbiamo praticato anche la vita

cenobitica, e cercato di viverel’evangelium paganorum nellediverse situazioni geografiche estoriche». Era un giornoimprecisato del 1012 quando,fra il Pratomagno e il MonteFalterona, in mezzo alle forestecasentinesi, a 1098 metri sullivello del mare, Romualdo daRavenna, monaco dal sanguenobile, decise di fondare uneremo in una radura dettaCampo di Maldolo (CampusMaldoli). Si tratterà dell’ultimoeremo fondato dalbenedettino, a cui seguirà pocodopo la nascita del monasteropiù a valle. «Potremo affermare- conclude Barban - checiascuno dei nostri giorni è"carico" dell’energia vitale diquesti mille anni di storia. Enon ci sentiamo affattoappesantiti, anzi percepiamo ilnostro oggi, vissutonell’ubbidienza della fede,nella fedeltà della liturgia edella preghiera, nell’ascoltodella parola di Dio senzaanteporre nulla all’amore diCristo, come un tempocompiuto, ma anche dinamicoe ancora aperto - se Dio lovorrà - ai prossimi mille anni».

«Non ci siamostancati diinterpretare ilnostro carismamonastico intanti modi neidiversi secoli.Per questo nonci siamo maiisolati nei nostrieremi, separatidagli altri,intendendocicome un’élite,ma abbiamopraticato ancheuna vitacenobitica»

FORMAZIONE .........

opo l’assemblea delle Caritasparrocchiali dell’ottobre scorso, cheha coinvolto le 36 realtà aretine-cortonesi-biturgensi, prende il via

un’altra iniziativa particolarmenteimportante, organizzata dalla Caritasdiocesana. Si tratta del percorso formativoche coinvolgerà tutte le zone pastorali. Intotale si svolgeranno più di 30 incontri.«L’obiettivo è quello di scoprire il senso delnostro impegno e di formarci - spiega il vicedirettore Caritas, Alessandro Buti -. Questeiniziative permetteranno ai volontari delleCaritas parrocchiali di conoscersi con glialtri operatori della stessa zona pastorale. Èil metodo migliore per creare reti econdividere esperienze». A Sansepolcro, inparticolare, sarà l’occasione per continuare ilcammino per la creazione di una Caritascittadina. Questi i prossimi appuntamentizona per zona:Valdarno: giovedì 23 febbraio, alle 18,presso l’oratorio San Benedetto diTerranuova Bracciolini.Valdichiana: venerdì 13 aprile, alle 21,presso il Salone del SS Crocifisso diMarciano.Castiglion Fiorentino: martedì 28 febbraio,alle 21, presso la parrocchia del Rivaio.Cortona: lunedì 5 marzo, alle 18, presso ilcentro Caritas di Cortona.Valtiberina: martedì 14 febbraio, alle 21, aSansepolcro.Casentino: giovedì 12 aprile, alle 21, aCapolona.Arezzo: lunedì 20 febbraio, alle 17.30,presso la parrocchia dell’Orciolaia.

D

CARITASPARROCCHIALI:GLI INCONTRINELLE ZONE

IN ONDA .........

Le disabilità protagonistein Tv a «Segno7»

isabilità: volere e volare»: è questo iltema della nuova puntata di «Segno7»,

la rubrica socio religiosa, condotta da PaoloBonci, Franco Sabatini e Francesca Minotti, inonda ogni settimana su Tv1 e Tsd. Ospiti dellapuntata saranno don Vasco Giuliani,Giovanna Sorrentino e Sara Nocentini. Latrasmissione andrà in onda mercoledì alle21.30 su Tv1 e sabato alle 16 su Tsd.

Un nuova rubricacon le parabole di Gesù

egno7 si arricchisce di un nuovo spaziodedicato alle parabole di Gesù, curato da

don Dino Liberatori. L’idea è nata a Loppianodurante la settimana di aggiornamento dellaDiocesi di Fiesole, quando don DinoLiberatori nel corso del suo interventoraccontò la parabola di Gesù, la prostituta e ilfariseo. Perché non farlo anche a Segno7? Perdon Dino sarebbe un ritorno dopo venti annie per Segno7 offrire una nuova occasione perinteressare i telespettatori intorno «alla buonavita del Vangelo». Così le parabole di Gesùandranno in onda, su Tv1, a partire davenerdì 10 gennaio alle ore 17.30, alla fine diSegno7 News per venti settimane consecutive,con repliche il sabato alle 12.30 e ladomenica alle 9.30.

S

SANSEPOLCRO ......... RIGUTINO .........

l Comitato per le celebrazioni del Millenario dalla fondazionedella Concattedrale di Sansepolcro e della Città comunica chevenerdì 17 Febbraio alle 21 presso Palazzo Graziani (Via XXSettembre) si terrà un incontro per organizzare il Coro che

canterà la Messa composta dalMaestro Roberto Tofi inoccasione della solennità del1° Settembre 2012 giorno,appunto, della Dedicazione.«Al fine di poter realizzare almeglio l’opera - si legge in uncomunicato - il maestro Tofi habisogno di sapere di quante equali voci sarà composto ilCoro. Tale invito è rivolto atutte le «scholae cantorum»parrocchiali di Sansepolcro e atutte quelle persone di buonavolontà che vorrannocontribuire attivamente a questo evento offrendo la propria voce.Intanto, si è costituito ufficialmente con una deliberazione diGiunta approvata lo scorso 17 gennaio il Comitato cittadino perle celebrazioni del Millenario. A farne parte rappresentanti ditutte le principali realtà socio-culturali attive di Sansepolcro alfine di coinvolgere e di far partecipe delle velebrazioni l’interacomunità biturgense. In particolare il Comitato cittadino èpresieduto dal sindaco, con i rappresentanti delle realtà culturali,religiose, economiche e sociali cittadine tra le quali: la parrocchiadel duomo, l’Istituzione culturale Biblioteca Museo civico Archivistorici, la Fondazione Piero della Francesca, la Società balestrieri,il Gruppo sbandieratori, l’Associazione rinascimento nel borgo ela Società rionale di Porta romana.

Ion Bosco ritorna fra i giovani ancor…», non è rimastoil ritornello d’un canto di quando servivo messa inparrocchia con gli amici di scuola, ma il ricordodell’intensa giornata, il 31 gennaio , con la proiezione

della vita di don Bosco, i bomboloni delle suore e tante collegateiniziative che, da quasi mezzo secolo, ha permesso alla parrocchia diRigutino il dialogo con il mondo intero. Anche quest’anno grazie adon Virgilio Annetti, le suore e i catechisti, continua lo sforzo dicomunione spirituale e umana proposta al nostro paese. Tuttoquesto, ancora una volta, come alternativa alla crisi, termine cosìinflazionato, quanto certificato di sconfitta della culturaindividualista. Ad essere andata in crisi è soprattutto l’idolatriadell’effimero, con tutte le sue conseguenze. L’antica propostacristiana si attualizza come non mai: l’ansia di libertà e giustizia, inDio fondate, riaccende in ognuno il desiderio di costrurirel’esistenza sulla roccia, anche se più impegnativa dell’argilla. DonBosco, oggi santo, insegnava ai giovani del suo tempo - specialmentei più esclusi dalla società dominante - proprio questo: scommetterecon Cristo, per vivere della Sua luce! Alcuni mesi fa ho avuto lafortuna di incontrare un biblista ebreo, Alexander Rofè. In visita allacittà di Arezzo, rimase colpito dal crescente numero di giovanipresenti alla messa domenicale. Molte volte, parlo prima di tutto ame stesso, respingiamo i frutti che il Signore elargisce sul nostrocammino, ritenendoli scontati, superflui, quando non addiritturasoccombenti ai nostri risultati umani. Questo perché siamo ancorauna volta catturati dall’apparenza, specie quando formalmentediciamo di contrastarla. Dalla crisi «uscirà una Italia più sobria e piùgiusta» ha detto il Presidente della Repubblica. Ancora ci è chiesto direalizzare la coesione sociale e di sforzarci oltre misura: dal bassoquesto obiettivo si sta realizzando, la parrocchia di Rigutino, con leattuali difficoltà, continua ad esserne esempio.

Domenico Alberti

UNA CORALE PER LE CELEBRAZIONIDELLA FONDAZIONE DEL DUOMO:SCHOLAE CANTORUM A CONFRONTO

INCONTRO IN PARROCCHIACON DON ANNETTIPER RICORDARE DON BOSCO

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TOSCANA OGGI12 febbraio 2012 IIIAREZZO - CORTONA - SANSEPOLCRO

«La difesa dalla vita?Questione di formazione»

FLORA GUALDANI*

o scorso agosto vollipubblicare una lettera dicondivisione verso ilSanto Padre per un suo

discorso di sapiente carità aigiovani nella Gmg: la stampamondiale pareva accorgersiche la Chiesa cattolica è madreoltre che maestra su temiscottanti come l’aborto.L’ambulatorio ostetrico è un«confessionale» speciale edopo mezzo secolo diesperienza posso testimoniarequanto è grande la potenza diGesù misericordioso, chescende con il cuore sullenostre miserie.Lo sguardo della trascendenzaè l’unico farmaco capace disanare il cuore di una donnaferita dall’aborto. Perchégenerare è più grande chedistruggere. Dobbiamo capireche anche se tronchiamo ilfuturo ad una creatura appenaconcepita, non facciamo altroche restituirla al mittente. ELui porterà comunque acompimento quella persona,là dove un giorno o mille annisono la stessa cosa. Noicristiani crediamo infatti nelDio dell’amore, che ha vintola morte e non lasciaincompiute le sue opere:

L

prima o poi avverrà unincontro, l’abbraccio. Ma lariconciliazione con quel figliodeve cominciare adesso:sentirlo vivo, dargli un nome,sapere che ti sta aspettando esta pregando per te. Ti ama.Questo è il cammino su cuiqui a Casa Betlemme hoaccompagnato moltissimedonne fino alla guarigione,donne di ogni livelloculturale. È un lungocammino che sta nellapastorale della vicinanza e aln.99 di Evangelium vitae:scandaloso per i bioeticisti del«personalismo empirico», maci dà speranza di fronte a tuttiquei germogli recisi, chenell’indifferenza morale e nelbuio della nostra civiltà sicontano ormai come le stellenel cielo. Sono altrettantoconvinta però che i giovani,

prima che di assoluzione emisericordia, abbiano bisognooggi di una profondaformazione: devono saperecos’è l’aborto e come leversioni farmacologicherendono sempre più incerto ilconfine con la contraccezione.Devono sapere che l’abortochimico, lungi dalsemplificare problemi, toglieun peso soltanto alla classemedica e riporta la donnanella solitudine, rendendolaesecutrice a domicilio di quelgesto drammatico, rubandoleil tempo per riflettere,ripensare. Beaulieu, inventoredella RU486, considera la suapillola un progresso dellaciviltà, mentre il genetistaLejeune la definiva il primo«pesticida umano». I giovanidevono sapere anche quantemigliaia di piccole vite umane

vengono sacrificate inprovetta.Devono sapere cos’è ilpeccato, essereresponsabilizzati sullagrandezza del gesto sessuale edell’amore umano. A MadridBenedetto XVI, sulla scia delbeato Giovanni Paolo II,abbracciava i nostri giovaniinvitandoli ad una riflessioneesigente. Andrè Frossarddiceva che la gioventù «sionora chiedendole molto»,cioè somministrando nellacarità la verità tutta intera. Laverità è carità. È noto che la maggior partedelle persone non parla diqueste cose in confessionale,spesso perché neppureconosce la portata di certicomportamenti: quando ciòaccade, la grave responsabilitàsi sposta allora su chi aveva ilcompito di informare emotivare (gli educatori), ed hataciuto. Nell’ultimo anno lanostra fraternità è statachiamata a parlare di questecose dalla Puglia al Piemonte:così abbiamo portato lateologia del corpo in mezzo agiovani, sposi e consacrati,con un moderno apostolatoitinerante.L’abbiamo fatto mentre nellanostra città alcune mamme(dopo essere stateconcretamente sostenute),felici davano alla luce il lorobambino, cioè il frutto di quelripensamento. Siamo unmovimento di laici (oblati ecollaboratori) che coniuganoazione e contemplazione allaluce del mistero di Betlemme,per mano a Maria. Prima chedi morale sessuale, si tratta dicurare un’urgentealfabetizzazione bioetica sui«fondamentali» del magistero:da incarnare nell’armonia trafede, disciplina, scienza ecultura.Soltanto così i nostri giovanipotranno diventare, comequalcuno ha detto,«veramente liberi eliberamente veri». E capirannoche è il nascere giovinezza delcreato, gioia e manifestazionedel Creatore. Alleluja!

*fondatrice dell’opera«Casa Betlemme»

«L’ambulatorio ostetrico è un "confessionale"speciale e dopo mezzo secolo di esperienzaposso testimoniare quanto è grande la potenzadi Gesù misericordioso, che scende con il cuoresulle nostre miserie. Dobbiamo capire cheanche se tronchiamo il futuro ad una creaturaappena concepita, non facciamo altro cherestituirla al mittente»

a vera giovinezza risiede efiorisce in chi non sichiude alla vita». Iniziacosì il messaggio che i

Vescovi italiani hanno rivolto,soprattutto ai giovani, in occasionedella 34a giornata mondiale per lavita. Ci chiediamo perché la Chiesaitaliana sente forte il bisogno dirichiamare ogni uomo a rifletteresull’importanza di vivere la propriavita con pienezza, ed esorta i giovani a«cercare la vera giovinezza, acompierne i desideri, i sogni, leesigenze in modo profondo». C’è unacontinua e progressiva chiusura allavita che interessa la società nel suocomplesso e che trova il suofondamento in quelle che GiovanniPaolo II chiamò alla Verna, inoccasione della visita pastorale allanostra Diocesi, «le insidie dellemolteplici culture di morte». A taliinsidie i vescovi danno un nomepreciso: «il cinismo, il calcolo o laricerca del potere, della carriera o deldivertimento fine a se stesso».«Educare i giovani alla vita - continuail messaggio - significa offrire esempi,testimonianze e cultura che dianosostegno al desiderio di impegno chein tanti di loro si accende appenatrovano adulti disposti acondividerlo». Diceva Madre Teresanel suo magnifico inno alla vita «Lavita è un’opportunità, coglila. La vitaè una sfida, affrontala. La vita è undovere, compilo. La vita è un gioco,giocalo. La vita è tristezza, superala.La vita è una lotta, accettala. La vita èun’avventura, rischiala».Non sempre di fronte a ciò che ciaccade siamo pronti a raccogliere lasfida, a giocare la partita fino infondo, ad accettare il rischio di nonfarcela. Spesso preferiamo nongiocare per non perdere, non rischiareper non soffrire, non soffrire per nonsentirci soli ed impotenti di fronte aldolore. Questo rischio è corsosoprattutto dai giovani, che sonochiamati a costruire la loro esistenza,e a loro guarda con maggioreattenzione la Conferenza episcopaleche coglie l’importanza di offrire unachiave di lettura del futuro che lascispazio alla speranza: «Chi ama la vitanon nega le difficoltà: si impegna,piuttosto, a educare i giovani ascoprire che cosa rende più aperti almanifestarsi del suo senso, a quellatrascendenza a cui tutti anelano,magari a tentoni».La Chiesa sente forte la responsabilitàdi essere un punto di riferimentoeducativo significativo e richiamatutte i soggetti attivi della società afare la loro parte: «È una chiamata chela Chiesa sente da sempre e da cuioggi si lascia con forza interpellare eguidare. Per questo, la rilancia a tutti– adulti, istituzioni e corpi sociali –,perché chi ama la vita avverta lapropria responsabilità verso ilfuturo».È necessario che gli adulti avvertanopienamente la loro responsabilitàintesa proprio nel suo sensoetimologico di capacità di risponderein modo adeguato nei confronti dicoloro che stanno crescendo: «Moltigiovani, in ogni genere di situazioneumana e sociale, non aspettano altroche un adulto carico di simpatia per lavita che proponga loro senza facilimoralismi e senza ipocrisie una stradaper sperimentare l’affascinanteavventura della vita».L’arcivescovo Riccardo Fontana è inperfetta armonia con questomessaggio quando scrive alla diocesinella lettera pastorale «Formare iformatori»: «La volontà di aiutare inostri ragazzi a diventare liberi,significativi e forti è in sé profezia. Ilprogetto di Dio affidato alla Chiesa èdi liberare le risorse, di aver fiducianell’uomo che è lapsus et redemptus,peccatore, ma redento dal SignoreGesù. Nessun pedagogo riuscirà apromuovere la libertà nei più giovani,se non cercherà in ogni modo disuscitare il senso di responsabilitànelle persone che ha accanto,fidandosi di loro, come Dio si è fidatodi noi».

Carlo Martini

la RIFLESSIONE

■ SABATO 11 Celebrazione nel duomo di Arezzo e nelle parrocchie

LA GIORNATA DI PREGHIERA DIOCESANADEDICATA AGLI ANZIANI E AI MALATI

abato 11 febbraio, la diocesi celebra la festadella Beata Vergine di Lourdes. Come da

tradizione, sarà una giornata di preghiera per imalati e gli anziani. Una celebrazione è previstanel duomo di Arezzo, a partire dalle 15.30,all’interno della Novena per la Madonna delConforto. In questa data si ricorda la primaapparizione di Maria a Bernadette. Numerose lepersone che saranno accompagnate in Cattedralegrazie ai volontari dell’Unitalsi diocesana e dialtre associazioni cattoliche. Per quanti nonpotranno essere presenti in duomo, sarà possibileseguire la diretta dell’emittente diocesana Tsd,visibile anche su internet all’indirizzowww.tsdtv.it. Nei giorni scorsi, invece, è stata

S celebrata anche nelle parrocchie di Arezzo-Cortona-Sansepolcro la Giornata della Vita che haseguito il tema «Giovani aperti alla vita». Intanto,ha riscosso grande successo la «Cassetta dellasperanza», l’iniziativa nata dall’accordo tral’Ufficio diocesano di Pastorale sanitaria, direttodal dottor Marco Rossi e i cappellani di alcuniospedali presenti nel territorio della diocesi diArezzo-Cortona-Sansepolcro. Si tratta di uncontenitore, posizionato nella cappelladell’ospedale San Donato di Arezzo e di Bibbiena,all’interno del quale malati, familiari e personalemedico possono inserire intenzioni e preghiereche saranno poi lette in una sorta dipellegrinaggio cittadino.

■ L’INTERVENTO Parla Flora Gualdani,ostetrica,fondatrice di Casa Betlemme alle porte di Arezzo SE LA LIBERTÀ

È UNA SFIDAPER I GIOVANIRESPONSABILI

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TOSCANA OGGI12 febbraio 2012IV IN DIALOGO

LA GNOSEOLOGIA,LA PSICOLOGIACOGNITIVAE LA SFIDADELLE NEUROSCIENZE

ell’attuale panorama culturalee scientifico, le scienzecognitive hanno registrato uninarrestabile exploit, grazie ad

un’intensa attività di ricerca nell’ambitodelle neuroscienze, vale a dire nellostudio dei processi neuronali e dellemappe cerebrali, che le nuove sofisticatetecniche di imaging (basate surisonanza magnetica funzionale, Pet,etc.) consentono di ottenere quando ilcervello è sottoposto a compiti cognitivio stimoli di varia natura. Questoimpetuoso sviluppo ha altresìintrodotto, nel gergo filosofico, alcunineologismi, tra cui spicca il cosiddettoMind–Body Problem, di cui si occupa la«filosofia della mente», che stamonopolizzando l’odierno dibattitosulle tematiche gnoseologicheriguardanti le modalità della percezionesensibile, dell’elaborazione concettuale,della conoscenza di se stessi e degli altri,etc. Sottesa a questa «neuro–mania»,titolo di un recente pamphlet di P.Legrenzi e C. Umiltà, – che trova adeptitra esperti di psicologia cognitiva efilosofi difensori delmaterialismo–fisicalismo tipicodell’‘illuminista’ J.O. de la Mettrie(1709–1751), autore de L’HommeMachine, e del ‘positivista’ C. Vogt(1817–1895), che definiva il pensiero«una secrezione del cervello, così comela bile in relazione al fegato e le urine aireni»! –, vi è il tentativo manifesto, daparte dei più intransigenti fautori delleneuroscienze, di stabilire un’identità tramente e cervello, sulla base di un«riduzionismo meccanicistico», chevuole eliminare qualsiasi residuo«spiritualistico» nell’interpretazionedelle facoltà cognitive e delcomportamento umano. Questa «svoltaneurocentrica», come l’ha definita M. DiFrancesco, è davvero pervasiva e siriflette nel proliferare del prefisso«neuro» per caratterizzare gli studibasati sulla fisiologia del cervello negliambiti più disparati: da«neuroeconomia», «neuroetica» e«neuroestetica» fino alla «neuropolitica»e alla «neuroteologia»! «Insistere,tuttavia, sulla non riducibilità dellapsicologia [alle neuroscienze… ma lostesso dicasi per l’etica, la gnoseologia,etc.] significa riconoscere che il suoapparato concettuale tratta (anche) difenomeni che vanno oltre il cervello,per esempio descrive le persone nellaloro relazione con l’ambiente fisico,sociale, culturale, simbolico, e si occupadi caratteristiche del mentale (possessodi un contenuto, di una strutturarazionale e normativa, di unadimensione soggettiva e fenomenica) ilcui rapporto con la sfera neurobiologicaè tutt’altro che acclarato […] Nellamisura in cui si tratta di aderire al mottosecondo cui «per capire la mentebisogna capire il cervello», affermare larilevanza delle neuroscienze per lostudio dei fenomeni mentali oggi è (perfortuna) quasi un’ovvietà. Occorre peròchiedersi se quella che stiamoesprimendo sia solo una condizionenecessaria o anche una condizionesufficiente. In quest’ultimo caso neseguirebbe che il livello essenziale dispiegazione dei fenomeni mentali sitrovi a livello cerebrale. Ma ciò non è diper sé mostrato dagli straordinari ecrescenti successi delle neuroscienzecognitive. Questo non perché la mentese ne svolazzi libera dal cervello. Maperché, per le ragioni sopra enunciate, sipuò sostenere la tesi secondo cui,almeno in parte, i fenomeni reali,(materiali, ma nello stesso temposociali, culturali e spirituali) che cadonoall’interno delle spiegazionimentalistiche, si estendono oltre laneurobiologia umana» (M. DiFrancesco, Il Sole 24 Ore, 20/IX/2009).

N

il PUNTO

IN D

IALO

GOPAGINA

CULTURALEA CURA

DELL’ISTITUTOBEATO

GREGORIO X DI CARLO LEONARDI

atti non foste aviver comebruti, ma perseguir virtute e

conoscenza» (Dante,Inferno, Canto XXVI).Questi versi danteschihanno ritratto, adimperitura memoria,l’animo umano deditoall’esercizio delle virtù ealla ricerca della sapienza,cosicché, a ragione,figurano tra le primeespressioni letterarie concui si è solitamentechiamati a misurarci nelcorso degli studi superiori,laddove si acquisiscono i«rudimenti» della nostracomune umanità! Kant(1724–1804), padre dellamoderna «critica dellaconoscenza», situava,ugualmente, alla radicedell’impresa filosofica, lecelebri domande: Che cosaposso sapere? Che cosadevo fare? Che cosa possosperare? Le quali sicompendiavano a loro voltanella quarta: Che cos’èl’uomo? Kant imponeva,però, dei severi limiti allefacoltà conoscitive umane –che venivano circoscritte aisoli oggetti empirici, coltiattraverso le categoriespazio–temporali,costitutive, a suo dire, dellapsiche umana –,escludendo cosìdall’orizzonte noetico unaserie infinita di «oggettisociali», immateriali, comelo stato, la giustizia, ilmercato, etc., e, soprattutto,la possibilità di addiveniread un sapere ‘meta–fisico’ ead una conoscenza naturaledi Dio. Eppure, lo stuporedinanzi alla scoperta delmondo naturale – e,parimenti, dinanzi allaconoscenza metafisica delbene, del vero, dell’essere insé: ovvero quella che, più diogni altra, oltrepassa ibisogni, le necessità el’utilità immediati! –,rimane una dimensionefondamentale ed esclusivadell’essere umano, il quale èl’unico che puòsperimentare una sete diconoscenza, che è fine in sé,insieme alla ‘sofferenza’,che questa procura: «Dov’èmolta sapienza v’è moltoaffanno, e chi accresce lasua scienza accresce il suodolore» (Ec. 1:18)!La vie che promettono lasapienza sono, infatti,talmente irte di ostacoli, chediviene spontaneo dubitareche si possa davveroraggiungere la meta:Cartesio (1596–1650)docet! Allo stesso modo, S.Tommaso (1225–1274),sebbene riconoscessel’autonomia della ragioneumana, nello studio deglioggetti naturali, così comeuna sua compartecipazionenella sfera del saperereligioso, escludeva che essapotesse da sola penetrare ilmistero di Dio, vale a direciò che costituisce il suofine e bene ultimo!Considerando, poi, quelleverità religiose che laragione umana potrebbeottenere da sola, medianteuna conoscenza naturale diDio, egli affermava che difatto è concesso a pochiprivilegiati di raggiungerle,poiché l’itinerarium mentisin Deum non è scevro daenormi pericoli, erro-ri edillusioni. Per tutti questimotivi, concludeva S.Tommaso, è massimamenteconveniente che Dio stessovenga in soccor-so dellaragione umana con la

Rivelazione! Pur nontacendo tutte le difficoltà edi limiti insiti nellepossibilità della conoscenzaumana, non vi era traccia,però, né in S. Tommaso, néin Kant (quantunquequest’ultimo possa averalmeno involontariamentecontribuito alla nascita delsoggettivismo e relativismopost–moderni!), di quellaspecie di «fallibilismognoseologico» e di«pragmatismo onnivoro»,che si traduce spessooggigiorno in una sorta divera e propria desperatio deveritate. Tale vulnus non harisparmiato nemmenol’etica, dove si sonoaffermate, specialmentenell’alveo della filosofiaanalitica angloamericana,correnti ‘emotiviste’ e‘non–cognitiviste’, le qualiritengono che la condottamorale debba esserespiegata esclusivamente intermini di meri stati mentaliconativi, come emozioni odesideri, piuttosto chequale esercizio di«razionalità pratica», cioè diquella peculiare facoltàcognitiva, che, a partire daAristotele (384–322 a.C.), èposta alla base dell’agiremorale dell’essere umano.Tutto ciò rappresenta, inuna certa misura, il portatodella hybris del pensieromoderno, diretta adestendere egemonicamenteil metodo scientifico adogni ambito del sapereumano: così come gliassunti delle scienzenaturali sono ipotetici,sperimentali, validi fino aprova contraria – cioè fino aquando pragmaticamentedimostrano di esserefunzionali e idonei aspiegare (ma soprattutto acontrollare, per quantopossibile,) la natura –, allostesso modo si ritiene cheogni forma di sapereumano debba assumeresimili fattezze. Si dimenticacosì quanto Platone(428–347 a.C.) giàaffermava riguardo alla«filosofia dialettica» (noesiso episteme), che era sìcircoscritta e limitata, nelsuo dominio, alla puraconoscenza delle idee: inprimis, la giustizia, il bene,etc., di contro all’infinitàvarietà e caducità delleconoscenze riguardanti glioggetti naturali (doxa), maera allo stesso tempo l’unicain grado di condurre averità certe e anipotetiche,alle quali potevanoattingere tutte le altrescienze, ivi inclusa l’etica!

«Sapientis est ordinare» –affermerà S. Tommaso nelcommento alla Metafisicadi Aristotele, il miglioreallievo di Platone!, e, poi,dopo di lui, J. Maritain(1882–1973) e tanti altri –:‘ordinare’, cioè classificareciascuna disciplina in basealla peculiarità del propriooggetto di studio, secondo idiversi gradi del sapere,senza volerle assimilareindistintamente le une allealtre, in virtù di unapresunta superiorità dellescienze empiriche! Vero è,quindi, che, «se la storia delpensiero occidentale puòessere caratterizzata comeuna serie ininterrotta dinote a margine del pensierodi Platone» – comesuggeriva nel 1929, annodella Grande Crisi, A.N.Whitehead (1861–1947) –,non siamo forse ancorafuoriusciti completamentedalla caverna descritta nelfascinoso mito platonico. Equesto era forse il sensoautentico del reiteratoinvito, rivolto dal filosofoH. Blumenberg(1920–1996), all’umanitàdel nostro tempo: «Uscitedalla caverna»! Nel corso diLogica e Gnoseologia,presso l’ISSR BeatoGregorio X di Arezzo, siaffronta il peculiare statutoepistemologico el’evoluzione storica di talidiscipline filosofiche, inrapporto alle altre scienzecognitive: neurobiologia,psicologia, etc. Se tutte,infatti, condividonol’«oggetto materiale» deiloro studi, vale a dire lefacoltà cognitive umane,diverso è l’«oggettoformale», ovvero il punto divista da cui muovono nellaloro indagine, che, nel casodella gnoseologia, siconcentra sul «valoreveritativo» che è possibileattribuire alla conoscenzaumana. In quest’ottica, sideve ovviamente tenereconto della legittima«pluralità dei saperi» ingioco: filosofico, scientifico,morale, religioso, etc., nellaprospettiva sopra indicata,che è quella di distinguereadeguatamente tra di essi; ilche, però, ha senso soltantose si accompagna allavolontà di ricomporreinfine in unità i diversigradi del sapere, poiché tuttihanno di mira ilraggiungimento di una piùpienaconoscenza–comprensionedell’esistenza umana ecosmica, che insieme lisupera e li accomuna.

■ FILOSOFIA Il percorso dell’Istituto di Scienze religiose

«Uscire dalla caverna»:da Platone ai giorni nostri

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AREZZO - CORTONA - SANSEPOLCRO TOSCANA OGGI12 febbraio 2012 V

la CERIMONIA

DI LORENZINA SAURA RICCI

omenica 12 febbraio, nellaCattedrale di Arezzo alle 10.30sarà celebrata laConsacrazione di una giovane

donna: Simona Lastrucci.L’arcivescovo Riccardo Fontanacelebrerà solennemente il Rito Anticodella «Consacrazione delle Vergini»ripristinato dal Concilio Vaticano II,promulgato da Papa Paolo VI il 31maggio 1970: rito sponsale antico esempre nuovo che celebra la«bellezza» della Vergine diventataimmagine della Chiesa Sposa (2Co11,2). «Mi hai chiamato?». «Eccomi,Signore. Sono pronta a seguirti!». Unasfida per il mondo di oggi! Unagiovane donna che promette di vivereper sempre in castità! Sola. Senzanessun appoggio umano! Ma in effettiè una donna innamorata, innamoratadi Cristo, suo sposo, suo Tutto!Sostenuta dallaforza dello SpiritoSanto che l’ha«prevenuta» inquesto suodesiderio. Non«rinuncia» in sestessa, ma «per»un amore in cuiDio stesso sicoinvolge.Sicuramente unDio diverso daquello che siamoabituati a pensare, «un Dio che ridecon l’uomo davanti ai caldi giochi delmare e del sole», come dice A. Camus.Un Dio che è bellezza, è pienezzadell’umano, armonia del vivere,misura alta dell’uomo che è GesùCristo. Quale bellezza? È la bellezzache è Dio stesso, come ha intuitoSant’Agostino: «Tardi ti ho amato,Bellezza tanto antica e tanto nuova,tardi ti ho amato. Io ti cercavo fuori dime, e tu invece eri dentro di me».«Colui che si fa cercatore di Dio,diventa navigante di bellezza. Etrovandola se ne innamora» (ErmesRonchi). Di qui il mistero dellasponsalità: «Vuoi essere consacrata aDio con solenne Rito nuziale?»,chiede il Vescovo, pastore e mediatore,fra Simona ed il suo Signore. Di qui ilmomento forte: la vergine, le manigiunte nelle mani del Vescovo, emettela sua professione: «Accogli o Padre ilmio proposito di verginità e di castitàperfetta alla sequela di Cristo; loprofesso davanti a Te e al tuo popolo,con la grazia dello Spirito Santo». Unaprofessione pubblica, ecclesiale,solenne, sponsale. Parole che dal terzosecolo si ripetono fino ad oggi.Gradualmente il rito giunge al suoculmine, alla grande Preghieraconsacratoria, capolavoro di arte,raffinata musicalità e bellezza,attribuita a papa Leone Magno (Vsec.) che fa della Vergine, attraversouna nuova unzione spirituale, la«Sposa», il cui segno, quale promessadi fedeltà, è l’anello nuziale. Unafedeltà che coinvolge Dio stesso,vincolo sponsale con Cristo di cui lenozze umane sono immagine e segno.Il Vescovo, sempre con le braccia e lemani tese sopra la vergine, conclude laPreghiera consacratoria con questeparole: «O Dio che ti compiaci diabitare come in un tempio nel corpodi persone caste…». «Concedi, oPadre, che (Simona) sia prudentenella modestia…,.austera nelladolcezza…, casta nella libertà…, nullaanteponga al tuo amore! …Conamore ti tema, per amore ti serva». «Siitu, per lei, il consiglio nell’incertezza,sii tu la difesa nel pericolo…,l’abbondanza nella povertà… In te,Signore, possieda tutto, poiché hascelto te solo al di sopra di tutto». Diqui il canto della «Sponsalità» che èdono di amore, esperienza di eternità,bellezza che non è di questo mondo,come il profumo di nardo sul capo diCristo, come il vino abbondante diCana, soprattutto gioia della vita. Chele Parole di questo rito diConsacrazione ci introducano nellacontemplazione del «mistero dellaVerginità», cioè nel «mistero sponsaledel Cristo e della Chiesa».

D

■ L’OMAGGIO Era particolarmente intenso il legame tra Oscar Luigi Scalfaro e tutta la Valdichiana

Il presidente galantuomoe il suo amore per i cortonesi

DI BENITO CHIARABOLLI

con grandecommozione cherendo omaggio alpresidente Oscar

Luigi Scalfaro, scomparsoall’età di 93 anni il 29gennaio». Con queste parole ilsindaco di Cortona ha resoomaggio allo scomparsopresidente emerito dellaRepubblica Italiana. «Cortona -continua il sindaco - è stata unacittà a cui Scalfaro si è sentitolegato in maniera particolare:frequenti sono state, infatti, lesue visite, sia in forma privatasia in forma ufficiale. Ho avutol’onore di incontrarlo più volte,anche nella veste di sindaco, edho sempre apprezzato lagentilezza, la profondità el’integrità del presidenteScalfaro. L’Italia repubblicanaoggi perde con lui, che fumembro dell’AssembleaCostituente nel 1946, uno deisuoi padri fondatori, masoprattutto perde un uomo cheè stato sempre al servizio dellasua Patria con un impegnoincessante ed una dedizionestraordinaria di cui tutti gliitaliani dovrebbero fare tesoro:

È«mai un cedimento, mai undubbio sui valori che sono allabase della nostra Democrazia.Da uomo di fede, daantifascista e da costruttoredello Stato democratico, haespresso al livello più alto latradizione dell’impegno deicattolici italiani in politica.Cortona ricorderà sempre conaffetto la sua passione per lanostra città e la sua gente, masoprattutto farà tesoro del suoinsegnamento, del suo rispettoprofondo per la Costituzione,per le regole e le leggi che maisi distaccano dalla realtà e daibisogni della gente».All’omaggio e al ricordo delsindaco di Cortona si associa inparticolare la comunitàparrocchiale di Cristo Re inCamucia. Con Oscar LuigiScalfaro la comunitàparrocchiale aveva intessuto unrapporto che possiamo definiredi discreta, ma sincera edisinteressata amicizia. Ilpresidente infatti venivaabitualmente, nel periodoestivo, a Cortona, dove avevacome punto di riferimento ilmonastero di Santa Chiara, incui trascorreva le giornateleggendo, pregando e

meditando. Ma al mattino,ormai da alcuni anni, era solitoscendere da Cortona perpartecipare, come un fedelequalsiasi, alla celebrazionedella Messa nella chiesa diCamucia. «Ho visto questamattina in chiesa un signoreanziano che in tutto miricordava il presidenteScalfaro», mi confidò ungiorno un mio parrocchiano:«gli somigliava in modoimpressionante». «Ma eraproprio lui», confermai al miointerlocutore, che mi guardò tral’incredulità e lo stupore. Era disolito accompagnato dallafiglia Marianna e da qualcunodella sua scorta. Eravamoormai abituati a questa suapresenza che si prolungava finoall’inizio di settembre. Tutto sisvolgeva con spontaneità esemplicità, senza inutilicerimoniali. La sua presenzanon disturbava affatto e nondistraeva; era anzi di buonesempio, perché tuttinotavamo il suoraccoglimento, la suacompostezza che glipermettevano di immergersi alungo nella preghiera. Altermine della Messa usciva per

ritornare a Cortona o per farequalche passeggiata neidintorni, non senza prima aversalutato con cordialità lepersone che incontrava sulsagrato. Ma vorrei soprattuttoricordare con gratitudine la suadisponibilità, quando, il 13agosto 2008, in preparazionealla festa del Santo Nome diMaria, che si svolgeannualmente nella nostraparrocchia, e in concomitanzacon il 150° anniversario delleapparizioni della Vergine aLourdes, gli chiesi di illustrarciil significato di questoavvenimento. Il presidenteaccolse di buon grado l’invitoe, dinanzi ai fedeli chegremivano la chiesa, spiegò conprofondità di fede e di pensieroil messaggio della Madonna.Queste brevi note sono unsemplice ricordo e nonaggiungono niente di nuovoalla sua riconosciuta religiositàe al valore della suatestimonianza di fede. Ma misembra doveroso nontralasciare questo omaggiocome segno di stima e disincera amicizia anche in nomedella comunità parrocchiale diCamucia.

Prosegue il percorso«Reti in rete»

i rinnova l’appuntamento per sabato 11 febbraio con ilpercorso di «Reti in rete» il contenitore di idee, progetti,

collaborazioni ed intrecci per la realizzazione del benesseredella nostra comunità nell’accezione più ampia del terminecosì come definita dall’OMS, ovvero: «uno stato di completobenessere fisico, mentale e sociale e non meramente l’assenzadi malattia o infermità». «Attraverso gli incontri di "Reti inrete" - spiegano gli organizzatori - vogliamo continuare avalorizzare e rafforzare la nostra realtà territoriale ricca diassociazioni di volontariato in modo da costruire una rete dirapporti e collaborazioni che, insieme alle istituzioni,possano creare una struttura sociale capace di intercettare ibisogni della popolazione e costruire insieme ai cittadini eper i cittadini dei servizi e delle iniziative sempre più efficaci».

Dodici mesi di novitàper il mattatoio comunale

avorare in sicurezza prodotti italiani certificati. A sette annidall’avvio della gestione da parte di Cortona Sviluppo srl

del Mattatoio comunale il bilancio continua ad essere assaipositivo. In particolare in questi anni il percorso di sviluppodella struttura è stato intenso ed il Mattatoio Comunale si èimposto come la struttura più all’avanguardia in questoparticolare e delicato settore in un’area molto vasta che vadalla provincia di Arezzo, fino all’area senese ed umbra. Nel2011 sono proseguiti i lavori di ammodernamento con unintervento di 170mila euro erogati da parte del Comune diCortona e della Regione Toscana, con i quali sono statieffettuati importanti miglioramenti di impianti didepurazione, il rifacimento di un cella, dove vengonoconservate e frollate le carni, e vari interventi dimanutenzione.

L

S

Centro convegni: un anno positivol Centro Convegni Sant’Agostino,gestito dalla società Cortona Svilupposrl chiude il 2011 con un risultatooperativo molto positivo per l’attività

legata alla convegnistica, in questosegmento, così importante e strategico perCortona, si registrano numeri e risultati digrande prestigio. Cortona si èdefinitivamente imposta,oltre che città meta diimportanti flussi turistici diamanti dell’arte e del buonvivere, anche come centrodi rilevanza internazionaleper la convegnistica e laricerca.Cuore nevralgico di questaattività è il CentroConvegni Sant’Agostinoche ha ricevuto nuovoimpulso con l’apertura della salaauditorium da 350 posti della chiesa diSant’Agostino.Un’opera fortemente volutadall’Amministrazione Comunale di

ICortona che ha dotato la città di unastruttura all’avanguardia ed in grado difungere da spinta per tutto il settorecongressuale ed espositivo. In questesettimane, tra l’altro si concluderanno ilavori al piano superiore del complessoche in gran parte ospiteranno gli ufficiurbanistica e lavori pubblici del Comune

di Cortona, ma che in parteandranno anche acompletare i servizi delCentro Convegni con altresale di supporto ed uffici.«Con questo ultimointervento - dichiaraAndrea Viti AD di CortonaSviluppo srl - il CentroConvegni è in grado dirispondere alle piùavanzate richieste per il

settore congressuale, basti pensare cheoggi il Centro è dotato di sale polivalentidi tutte le dimensioni, si va da sale da 25posti fino a 350. Tutti gli ambienti sonodotati di tecnologie avanzate e di tutti i

comfort. Questo fa si che Cortona, grazieal centro Convegni di Sant’Agostino, siauna delle mete più richieste per questosegmento di turismo, cosiddetto d’affari,di tutto il Centro Italia».

in BREVE

Cresce ilSant’Agostino cheha chiuso colsegno più il 2011,portando Cortonaai vertici del settoreconvegnistico

SIMONA,LA LAICA CHESI CONSACRAALLA CASTITÀ

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CRISTIANI NEL MONDOTOSCANA OGGI12 febbraio 2012VI

CONSIGLIOD’EUROPACONTROL’EUTANASIA

Assemblea parlamentare del Consigliod’Europa dice un sì convinto al«testamento biologico» e un fermo noall’eutanasia e al suicidio assistito.

Negli ultimi giorni della plenaria invernale chesi è conclusa il 27 gennaio a Strasburgo,l’attenzione dei parlamentari si è concentrata,tra le altre cose, su democrazia e diritti umaniin Russia, Ungheria, Bielorussia e Iraq.No ad eutanasia e suicidio assistito. Con larisoluzione 1859 «Protecting human rightsand dignity by taking into account previouslyexpressed wishes of patients», l’Assembleasottolinea la necessità che tutti gli Statimembri si dotino di una legislazione inmateria di dichiarazioni anticipate ditrattamento, ma sbarra la strada alla possibilitàdi mettere in atto «azioni od omissioni chepermettano di provocare la morte di unapersona». «L’eutanasia, intesa come uccisioneintenzionale per atto o omissione di un essereumano in condizioni di dipendenza a suopresunto beneficio – si legge infatti all’art. 5 –,deve essere sempre proibita». Inoltre, in caso didubbio sulle volontà del paziente, «ladecisione deve sempre essere tesa a preservaree prolungare la vita». Nella risoluzione vieneinoltre richiesto agli Stati che non lo abbianoancora fatto, di ratificare e applicare in ognisua parte la Convenzione sui diritti dell’uomoe la biomedicina, nota come Convenzione diOviedo. Pur non essendo vincolante per i 47Paesi CdE, la risoluzione adottata a Strasburgopuò avere positive ricadute sulle sentenze dellaCorte dei diritti dell’uomo e di conseguenzasulle leggi nazionali.«Una pagina di riferimento per la difesa dellavita e della sua dignità». Così l’osservatorepermanente della Santa Sede presso ilConsiglio d’Europa, mons. Aldo Giordano, hadefinito a Sir Europa l’adozione dellarisoluzione 1859. «Questo pronunciamentoriguardo l’eutanasia – spiega – risulta della piùalta importanza». Il rappresentante della SantaSede esprime quindi gratitudine per «l’operacoraggiosa di parlamentari, specie del gruppodei Popolari presieduto da Luca Volontè, cheha presentato l’emendamento decisivo». C’ènel testo un altro passaggio che l’osservatorepermanente ritiene importante: quello nelquale si afferma che «in caso di dubbio, ladecisione deve sempre tendere a preservare lavita dell’interessato e a prolungarne la vita».«C’è una sapienza secolare in questoprincipio», commenta mons. Giordanoauspicando che «questo testo sia tenuto inconto per le decisioni a livello europeo enazionale in questo ambito, in particolare perla Corte europea dei diritti dell’uomo. Si trattadi un nuovo segnale che esiste e sta prendendola parola un’Europa che vuole recuperare conserietà il senso del mistero infinito della vita edella morte; che vuole affermare che la vita hasempre il primato e ha un valore che nondipende dalla nostra decisione arbitraria; che èstanca di una cultura che si crede dominante ecerca di mascherare il disprezzo della vitadietro una falsa idea di libertà».Nel corso dei lavori Il Comitato dimonitoraggio dell’Apce ha chiesto allaCommissione di Venezia, il gruppo di espertigiuridici indipendenti del CdE, un parere sullaconformità agli standard del Consigliod’Europa di cinque leggi recentementeapprovate in Ungheria su libertàdell’informazione, Corte costituzionale,azione pubblica, nazionalità, famiglie. «Dal1993 la situazione politica in Russia non èstata mai aperta come oggi», ha detto losvizzero Andreas Gross durante il dibattito «LaRussia tra due elezioni» (4 dicembre 2011- 4marzo 2012, ndr). «Questa apertura èun’opportunità strutturale per il Paese», haaggiunto Gross, che è anche co-rapporteur peril monitoraggio postelettorale. Anche l’Iraq alcentro della sessione Apce. I parlamentarihanno infatti adottato una risoluzione in cuichiedono al governo iracheno che CampLiberty, il campo di Ashraf che raccoglie 3500residenti appartenenti alla resistenza iraniana,«non venga trasformato in una prigione», einvitano l’Unhcr a «porre fine ai ritardi nelriconoscimento dello status di rifugiati» airesidenti e ad accelerarne il reinsediamento inPaesi terzi.Presentando l’ultimo rapporto annuale delsuo mandato, il commissario uscente per idiritti umani del Consiglio d’Europa, ThomasHammarberg, ha sollecitato il continente a«muoversi con maggiore determinazione dallaretorica al rafforzamento degli standard deidiritti umani», e tra gli ambiti in cui è richiesta«una più decisa azione politica» ha indicato «ilsistema giudiziario, disfunzionale in diversiStati membri». Da Jean-Claude Mignon,neoeletto presidente dell’Assemblea, unappello urgente alle competenti autoritàbielorusse a non procedere all’esecuzionecapitale dei due giovani condannati perl’attentato alla metropolitana di Minsknell’aprile 2011.

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Slovacchia, la Domenicadell’Università cattolica

e Università cattolichesono «i profeti del nostrotempo» che ricordano almondo «l’essenza del

cristianesimo, cercare la veritàe condividerla con gli altri».Con queste parole il rettoredell’Università cattolica diRuzomberok, Tadeusz Zasepa,si è rivolto a tutte le persone dibuona volontà, invitandole afesteggiare, il 29 gennaio, laDomenica dell’Universitàcattolica in Slovacchia. La sualettera, scritta per l’occasione,è stata letta durante le messein tutte le chiese cattoliche delPaese, in base a una tradizionestabilita da un appositodecreto della Conferenzaepiscopale del 2009, conl’obiettivo di sostenerel’educazione cattolica e il suoruolo all’interno della societàslovacca.L’Università cattolica inSlovacchia è entrata nelprocesso educativo nel 2000con due facoltà, nello sforzodi riempire un vuoto causatoda decenni di dittaturacomunista nel Paese.Attualmente conta quattrofacoltà per un totale di 7.754studenti. «Il nostro obiettivoprincipale è plasmare la loromente e il loro cuore, offrendoun’istruzione nello spiritodella tradizione morale,intellettuale e accademicacattolica, mirando allosviluppo integrale dell’uomo eal bene dell’intera società», silegge nel sito web ufficialedell’ente. L’Università cattolicadi Ruzomberok segue latradizione generale delleUniversità cattoliche di tutto ilmondo, vale a dire tutelare ladignità umana e sostenere ilpatrimonio culturale, nonchérispondere alle sfide e aiproblemi che ne derivanosulla base dei principicristiani. L’Università èdiventata un membro della

LFédération des UniversitésEuropéennes Catholiques nel2007 e della Federazioneinternazionale delleUniversità cattoliche nel 2010.109 tra facoltà di Universitàpubbliche e private e scuole distudi superiori slovacche sonostate classificate, dal punto divista della quantità e dellaqualità dell’istruzione fornita,dall’Agenzia accademica diclassificazione e valutazione(Arra), i cui risultati sono statipubblicati alla fine del 2011. Illavoro dell’Università cattolicadi Ruzomberok è statovalutato in quattro gruppi conrisultati molto soddisfacenti.La Facoltà di lettere haottenuto il 6° posto tra lefacoltà umanistiche, la Facoltàdi scienze dell’educazione haottenuto il 5° posto, la Facoltàdi teologia ha ottenuto il 4°posto e la Facoltà di assistenzasanitaria il 10° posto tra lefacoltà di medicina inSlovacchia. «Siamo moltosoddisfatti per la crescitacostante della qualità diognuna delle nostre facoltà.Rispetto al 2008, la Facoltà diTeologia ha guadagnato treposizioni, e la Facoltà diPedagogia ne ha guadagnatequattro», ha affermato Zasepa,aggiungendo che questimiglioramenti sono il frutto diun lavoro sistematico e deglisforzi di tutti i docenti e delpersonale dell’Universitàcattolica.I vescovi slovacchi sonoconsapevoli che l’educazionefornita dagli istituti cattolici

offre un’occasione unicaanche nel campo della nuovaevangelizzazione. Zasepa lo haricordato nella lettera che hascritto quest’anno a tutte lepersone di buona volontà,esprimendo la sua gratitudinealla Conferenza episcopaledella Slovacchia per il suoapprezzamento del«contributo scientifico edidattico dell’Universitàcattolica di Ruzomberok» eper il suo atteggiamento chenon si limita al «ruolo di unosservatore benaugurante»,ma dimostra la volontà deivescovi di adottare misureadeguate per garantirel’esistenza e «prospettive diulteriore sviluppo»dell’Università. A questoproposito, la Domenicadell’Università cattolicarappresenta un’opportunitàper pregare per la suamissione e fornirle anche altreforme di sostegno. I fondiraccolti in questa occasionesaranno utilizzati per lacostruzione di una bibliotecauniversitaria, la cui apertura èin programma per il prossimo12 dicembre, con un costototale di 8,3 milioni di euro(più di un quarto dei qualiproviene da donatori). Lostato attuale del progetto puòessere seguito, immaginiincluse, su Internet:www.kniznica.ku.sk.Le possibilità per i laureati discegliere il proprio campo distudio risulta superiore allamedia delle Universitàslovacche (80,9%). Secondo

l’ultimo rapporto dell’Istitutodi informazione e di prognosinell’istruzione, l’83,8% deilaureati dell’Universitàcattolica sono soddisfatti dellaloro scelta. Secondo il rettore,la sua istituzione è diventata«credibile» agli occhi deipartner stranieri e offre unbuon terreno per lacooperazione. Dal luglio2008, sono stati firmati 28nuovi accordi di cooperazionecon Università partner inIrlanda del Nord, Danimarca,Olanda, Italia, Spagna,Lettonia, Francia, Germania,Turchia, Ungheria, Polonia eRepubblica Ceca. Unaparticolare attenzione è rivoltaallo sviluppo dellacooperazione con leUniversità pontificie in diversiPaesi. Il numero degli scambiinternazionali di studenti edocenti è cresciutorapidamente, così come ilnumero dei pedagogisti ospiti.«La società slovacca si staimpegnando per rispondereautonomamente alle proprienecessità e offrire cosìl’esempio di una societàmatura, forte e internamentesolida. Temprata dalledifficoltà, in uno spirito disacrificio e di servizioaltruistico, e che non si limitaa cercare aiuto dall’esterno, lasocietà slovacca rappresentauna grande speranza per lanazione e per lo Stato. Eccoperché tutto ciò che – inquesto spirito di sacrificio e diservizio – arricchisce la storiadella nostra giovaneUniversità cattolica, costituisceuna scuola di raffinataeducazione civica». La letteradel rettore si concludeinvitando tutti a venire avedere di persona i localidell’Università e incontrarecoloro che contribuiscono allaformazione delle menti e deicuori delle generazioni future.

Francia,sul digitale ad Annecy il confrontodella Federazione cattolica della stampa

d Annecy in Francia, nella terra di SanFrancesco di Sales, si è tenuta la 16ª

giornata di studio della Federazionefrancese della stampa cattolica (Ffpc) sultema «Il digitale, un sfida per la stampacattolica e i media» (26-27 gennaio).L’incontro si è aperto con la consegna del«Libro bianco», pensato e redatto dallastessa Ffpc. «Questo Libro bianco – hadetto Bernard Bienvenu, presidente dellaFederazione – intende mettere adisposizione di tutte le redazioni chiavi estrumenti per scrivere pagine nuovementre imperversa una burrasca mediaticache coinvolge tutti i professionistidell’informazione». Accogliendo i 220partecipanti alle giornate di Annecy(giornalisti, responsabili dellacomunicazione, operatori web), ilpresidente della Federazione francese hasubito centrato il nodo della questione:«Inimmaginabile fino a poco tempo fa, laquestione della scomparsa di alcunenostre testate in versione cartacea non èpiù un tabù». Da questo punto di vista il2011 è stato un anno di svolta per lastampa francese: scomparsa di testate,lancio di nuovi siti di informazionepartecipativa, crescente importanza einflusso dei social network. «Né la stampacattolica né la Chiesa – ha aggiuntoBienvenu –, fuggono di fronte a questarivoluzione digitale. Obiettivo di questegiornate è discuterne».Tre anni fa, la Federazione ha presol’iniziativa di chiedere ad un gruppo dilavoro a cui hanno fatto parte esperti delsettore, professionisti e professoriuniversitari, di redigere un testosottolineando i risvolti che il digitale puòavere sulla stampa cattolica. Ne è uscito il«Libro Bianco» che è stato presentato ad

Annecy. Sette le sfide considerate nelvolume: l’identità, il contenuto, idestinatari, l’opinione pubblica, losviluppo, l’immagine, il digitale. Ed èproprio all’ultima questione che sonostate dedicate le giornate di studio conuna specificità che Bienvenu ha cosìriassunto: «Depositaria nella Chiesa diuna Parola che dà significato alla vita, lastampa cattolica interpreta una musicaoriginale che la distingue nell’orchestrasinfonica. Perché la fede, la speranza e lacarità sono anche dei valori di cuil’umanità ha ancor più bisogno in questitempi difficili». Richiamando in questaspecificità «l’irruzione del digitale»,Bienvenu ha sottolineato come «di frontead un formidabile choc culturale,minaccioso e benefico, dai giornalisticattolici si attende una risposta originale».In questo contesto tecnologico e culturale,scrive lo storico e accademico franceseMax Gallo alla fine del «Libro Bianco», «lastampa cattolica rimane un riferimento. Ilsuo impegno sarà la prova della sua libertàe della sua indipendenza. Essa è e saràancora indispensabile».La Chiesa accoglie la sfida del digitaleperché la «sua missione è annunciare laParola» e per farlo deve essere in grado «diutilizzare tutto ciò che è a suadisposizione per annunciare il Vangelo ela sua visione dell’uomo». Così mons.Claudio Maria Celli, presidente delPontificio Consiglio per le comunicazioni,si è rivolto ai partecipanti alle giornatefrancesi in una registrazione-video.Secondo Nicolas Senèze, del quotidianoLa Croix, tre sono le sfide poste daldigitale anche alla comunicazione dellaChiesa: «Cultura della Rete, culturadell’interattività, cultura della

partecipazione e del consenso». Senèze haaffermato che di fronte a queste tre novitàintrodotte dalle tecnologie la Chiesa devesuperare «la cultura della sola emissione»e prendere consapevolezza che«l’internauta cerca inizialmente qualcosadi nozionistico ma allarga la ricercaquando trova qualcosa che lo coinvolge».D’altra parte, ha commentato, «c’è nellapratica di Internet una forma didisponibilità che in un certo senso èmolto cristiana. Ciò suppone un certomodo di essere nell’incontro in Rete.Internet e soprattutto Internet 2.0 el’interattività che sottintende, obbligano aentrare in conversazione. E questo laChiesa lo sa fare». Per Francois Ernenwein,giornalista, filosofo ed esperto di nuovimedia, «in un universo dove le comunità,anche virtuali, esprimono un desiderio dicondivisione pressoché insaziabile, comenon vedere le possibilità per i mediacristiani di inserirsi nel dibattito, digiocare un ruolo importante? Il prezzo dapagare è una dose ragionevole di audacia,ancor più di creatività e soprattutto lafiducia incrollabile nella qualità delnostro sguardo sul mondo. In tempi dicrisi la speranza è una forza. Dacondividere». Antoine de Tarlé, presidentedelle Edizioni Ouest-France, ha ricordatoinfine che il brusco mutamento avvenutoha «un impatto profondo sulle condizionidi lavoro dei giornalisti ma anche sulladeontologia dell’informazione. Sidomanda ai giornalisti di diventarefornitori di materiali, di combinare lacarta con l’online e con il blog. Ma qualesarà la qualità dell’informazione? Si apreun nuovo paesaggio delle redazioni checorrisponde a un cambiamento profondonel trattamento della notizia».

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Nata nel 2000 con due facoltàper riempire il vuoto causato dadecenni di dittatura, ne conta oggiquattro con quasi ottomila studenti

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LA CHIESA IN ITALIA TOSCANA OGGI12 febbraio 2012 VII

Chiusa la mostra sulle radicicristiane dell’unità d’Italia

ià prima del1861 l’apportodei cattolici alprocesso di

unificazione politica dell’Italiaaveva contribuito a consolidareil senso di unità nazionale». Adaffermarlo il presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano,visitando in forma strettamenteprivata (nella foto, tratta dawww.pul.it) la mostra libraria«Le radici cristiane dell’Italiaunita», allestita presso laPontificia UniversitàLateranense a Roma inoccasione del 150° dell’unitàd’Italia. La visita del capo delloStato, accompagnato fra gli altridal vicario del Papa per ladiocesi di Roma, card. AgostinoVallini, e dal rettore dell’Ateneo,il vescovo Enrico dal Covolo, hapreceduto la cerimonia dichiusura dell’esposizione,inaugurata il 9 novembre 2011.Sulla stessa linea del presidenteNapolitano mons. Enrico dalCovolo. «Da sempre – ha dettointroducendo dopo la visita delcapo dello Stato la cerimonia dichiusura – prima e dopo il1861, educando le coscienze alsenso del bene e del male,all’onestà e all’altruismo, laChiesa ha contributoefficacemente a formare gliitaliani, continuando una lungatradizione educativa e culturalee avviando nuove opere disolidarietà e di promozioneumana». L’esposizione, ispirataal messaggio inviato aNapolitano da Benedetto XVI inoccasione del 150° dell’unità(17 marzo 2011) – ha spiegatomons. dal Covolo – ha inteso«far conoscere agli italiani dioggi – e specialmente aigiovani», l’impegno «degliitaliani di ieri nel perseguire,con l’ausilio sostanziale dellafede cristiana, gli ideali chehanno concorso a fondare lanazione». Da qui il richiamo alcontributo offerto dai cosiddetti«santi sociali» dell’Ottocento –tra cui san Giovanni Bosco«padre e maestro dei giovani» –,al «popolarismo cattolico», al«partito ispirato alla dottrinasociale della Chiesa», nonchéall’impegno di figure come

Alcide De Gasperi «affinchél’Italia del secondo dopoguerras’inserisse nel camminodell’Europa unita».«Il futuro che ci sta davanti habisogno della pratica del vero edell’impegno per il benecomune». Per questo èimportante «guardare allatradizione secolare delcattolicesimo»; le «radicicristiane» possono ancora«offrire un significativocontributo al futuro del Paese».Ne è convinto il ministro per iBeni e le Attività culturali,Lorenzo Ornaghi, intervenutoalla cerimonia. «Nessuna storia– ha osservato – si farebbe senzala partecipazione del popolo.Richiamare le radici cristianeall’interno del processo diunificazione del nostro Paesesignifica richiamarel’importante ruolo avuto dalpopolo e, al suo interno, dalgrande corpus dei cattolici».Questo, ha concluso, «il sensodi una storia di 150 anni» e «delrichiamo a quel patrimonio divalori». Per don FrancescoCereda, consigliere generaledella Congregazione salesianaintervenuto a nome del rettormaggiore don Pascual Chavez,«alla costruzione del cittadino

ha contribuito in manierasignificativa l’educazione, anchel’educazione cristiana tesa arendere l’uomo cosciente di sé eautore del proprio bene» inlinea con l’espressione di donBosco «onesto cittadino perchébuon cristiano». Rammentandola storia d’Italia scritta dalfondatore appositamente per igiovani, don Cereda haosservato che oggi essi «sisentono indignati di fronte allesituazioni di ingiustizia. Ègiusto indignarsi, maall’indignazione deveaccompagnarsi la capacità dispendersi per il superamentodell’ingiustizia stessa».Ad illustrare il senso e a tracciareil bilancio conclusivo dellamostra è stato il bibliotecariogenerale della Lateranense,Paolo Scuderi: «La sua finalitàprimaria è stata dimostrare eargomentare, a partire dallepreziose raccolte librariecustodite nella Biblioteca BeatoPio IX dell’Ateneo, il ruolofondamentale del cristianesimonella lenta, progressivaformazione di quella identitànazionale soltanto di recentesfociata in unità politica». Ivalori dello Stato costituzionale«in cui oggi ci riconosciamo,

che pongono al centro dellastruttura statuale il cittadino neisuoi veri, autentici bisogni, nonsono caduti dall’alto», haprecisato Scuderi, marappresentano «il naturalecompimento di un percorsoiniziato più di duemila anni fa».Riscoprirlo significa, secondo ilbibliotecario, «risalire alleproprie radici». Con la mostra,ha spiegato, «abbiamo dunqueesposto ciò che è verità storica».Concepita in due grandi filoni:il primo di impianto storico-filosofico, l’altroprevalentemente storicogiuridico, l’esposizione «hadisegnato una parabola iniziataproprio dall’affermazione delcristianesimo sul suolo italianoper arrivare ai nostri giorni, alcontributo fondamentale deicattolici con uomini quali LaPira nell’enunciazione di queiprincipi costituzionali nei qualiancora oggi ci riconosciamo».«Credendo fermamente nelvalore della cultura e dellaformazione – ha conclusoScuderi –, abbiamo volutogettare un seme destinato agermogliare nelle coscienze deigiovani, in particolare deglialunni delle tante scuole venutia visitare la mostra».

ISERNIA-VENAFRO,UNA DIOCESIE LE SFIDE DELLACOMUNICAZIONE

Milano Marittima,la Cdo agroalimentare sulla crisi

agione e fede si aiutano a vicenda.Solo assieme salveranno l’uomo.Attratta dal puro fare tecnico, laragione senza la fede è destinata a

perdersi nell’illusione della propriaonnipotenza. La fede senza la ragione, rischial’estraniamento dalla vita concreta dellepersone». Con questa premessa, citandol’enciclica «Caritas in Veritate», mons.Domenico Pompili, sottosegretario Cei edirettore dell’Ufficio nazionale per lecomunicazioni sociali, è intervenuto il 28gennaio a Pesche al convegno del clero delladiocesi di Isernia-Venafro(www.iserniavenafro.net). All’incontro, daltitolo «Amministrare, Sovvenire...Comunicare», ha partecipato il vescovo, mons.Salvatore Visco, che ha voluto questomomento di ascolto e di confronto. DonPaolo Scarabeo, direttore dell’Ufficiocomunicazioni sociali della diocesi, haricordato che è sempre più importante«proporre nuove soluzioni» per il lavoro degliamministratori diocesani e anche «rifletteresul ruolo dei media cattolici con particolareriferimento alle nuove tecnologie». Nuovetecnologie che, ha detto mons. Pompili,hanno «portato un cambiamento cheridefinisce tutti i media. Non li “cannibalizza”,ma li reinterpreta e li rimodula. Internetridefinisce anche i rapporti tra le persone e hacambiato il nostro modo di relazionarci»poiché «a ogni mutamento tecnologicocorrisponde un mutamento antropologico».«Siamo – ha rimarcato il sottosegretario dellaCei – davanti a un mutamento dellacondizione umana. L’uomo viene trasformatoda questo modo di vivere e il tempo e lospazio stanno cambiando rapidamente: iltempo si è accorciato e lo spazio si èampliato». Per effetto di «questa piattaformaconvergente dalla quale ci abbeveriamoquotidianamente», ha proseguito, siamo«sempre on line anche quando non siamoconnessi al computer». Anche essendo sempreconnessi, ha aggiunto mons. Pompili,dobbiamo «preservare la nostra libertà». Latecnica «deve essere, quindi, un “medium”, unluogo di transito dentro al quale poter coglierealcune dinamiche fondamentali e comunicareil Vangelo». E ancora: la rete deve essereinterpretata come un «luogo dove far emergerele coscienze e risvegliare le domandeautentiche sulla vita».«Non basta fare un nuovo giornale o cambiareimpaginazione per rispondere alle domandedella gente che, in questa crisi di sistema e dicomunicazione, si fanno sempre più frequentie richiedono risposte sempre più complesse».Ne è convinto Francesco Ognibene,caporedattore del quotidiano Avvenire, cheintervenendo alla tavola rotonda si è chiestoquale possa essere il ruolo di un giornalecartaceo in un mondo così fortementeinfluenzato dalla tecnologia. «La carta ha unsignificato – ha affermato –, un valore cheresta e di fronte a questa “alluvione” mediaticafare un giornale serve ancora più di ieri». Sideve trovare, però, un «modo di fareinformazione, che si faccia vicino alle persone,le coinvolga e le renda partecipi». In questosenso e guardando ai media cattolici, haconcluso Ognibene, «grande importanza puòavere il rapporto con i settimanali diocesanidella Fisc che sono uno sguardo attento eattendibile sul territorio, con l’agenzia Sir econ gli altri media cattolici come Tv2000».«Nel territorio si abita e si pensa». Anche neiterritori dei media è necessaria «unaprofessionalità che pratichi la fatica e labellezza del pensare, una fatica e una bellezzache nella vita delle persone e della comunitàsostengono e richiamano tutte le altre fatiche».Lo ha detto Paolo Bustaffa, direttoredell’agenzia Sir, accennando a «Molisinsieme»– il quindicinale delle quattro diocesi delMolise, compresa Isernia-Venafro – sostenutofin dai primi passi dallo stesso Sir e che oggicondivide l’esperienza delle 189 testateaderenti alla Federazione italiana deisettimanali cattolici. Il direttore del Sir harichiamato l’importanza di questi giornali nelloro «essere voce di una comunità capace dileggere e interpretare il territorio ma anche dileggere e interpretare fatti e problemi che sonooltre il territorio». Bustaffa ha ricordato che, inquesta prospettiva, i settimanali cattolici«hanno storicamente contribuito econtribuiscono ancor oggi a una cultura delterritorio non localistica, non ripiegata su sestessa ma aperta al dialogo con le diversità».«Certo, un territorio deve avere confinialtrimenti svanisce ma – ha precisato – si trattadi confini amicali, spazi nei quali ci siincontra per un arricchimento reciproco inumanità». «Non si costruisce futuro – haconcluso il direttore del Sir – con un’identitàforte e presuntuosa, si costruisce futuro conl’essere forti di un’identità che ama il pensieroe il dialogo».

nutile piangersi addosso per la crisi:occorre ripartire mettendo al centro

l’uomo e pensare al profitto solo come unmezzo per la crescita della comunità.Questo uno dei messaggi scaturiti dalForum della Compagnia delle opere (Cdo)agroalimentare, tenutosi al Palace Hotel diMilano Marittima (Ravenna) il 27 e 28gennaio. «La crisi c’è, l’uomo c’è, lacertezza c’è». Il tema della nona edizionenon lasciava spazio a fraintendimenti:come ha detto Camillo Gardini,presidente della Cdo agroalimentare,«nessuno nega l’evidenza, ma allo stessotempo vogliamo rimboccarci le manichepartendo da ciò che negli ultimi anni èstato perso di vista: la centralitàdell’uomo». Ma cosa porta 300 fra gliimprenditori più in vista del settoreagroalimentare italiano a mettersi in giocoe partecipare a questo evento? Unarisposta prova a darla Gardini: «Il Forumnon è un convegno, non è unamanifestazione, ma è espressione di unarealtà viva, di una rete viva che è quelladella Cdo agroalimentare, quindi unavvenimento sempre nuovo, perché è lasomma di quanto la Cdo ha maturatonell’anno appena trascorso, con unaproiezione verso il futuro».È stato Bernhard Scholz, presidentenazionale della Compagnia delle opere, achiudere i lavori del Forum. «Non credo –ha dichiarato – in chi sostiene che leenergie per la ripresa si trovinonell’ottimismo. Sono convinto che l’unicafonte stia nella propria esperienza,nell’indomabile desiderio di costruire. Nelsettore agroalimentare nessuno puòprocedere da solo. La Compagnia delle

opere ha lo scopo di sostenere lemotivazioni degli imprenditori, i qualirappresentano la base della ripresa e dellosviluppo». Il tema della difficoltàeconomica è stato al centro del dibattito.Ma la crisi non è esplosa per caso e negliultimi mesi, bensì è un sintomo di unamalattia che ha origini lontane. «La crisi èuna fase acuta di un declino che in Italia èin atto da 30 anni», ha affermato RobertoEsposti, docente all’Università politecnicadelle Marche. «Il settore agroalimentare harisentito meno di tutti gli altri settori degliaffanni attuali in quanto produce beni che,pur di fronte a un calo della domanda,continueranno sempre ad avere richiesta».E che c’entra invece l’arte con un evento incui si parla di economia, piante e prodottitrasformati? In apparenza nulla, ma ilmessaggio che Mariella Carlotti,insegnante a Firenze, ha saputo dareparlando della «bellezza nel tempo dellacrisi: la Sagrada Familia» ha fatto rifletteretutti. «Questa cattedrale, a Barcellona, èstata progettata da Antoni Gaudì nel 1883e qui vi lavorò per oltre 40 anni. Non èancora ultimata e ci vorranno ancoraparecchi anni per vederla completa. Gaudìvi dedicò tutta la vita ben sapendo chenon ne avrebbe non solo mai vista laconclusione, ma neppure metàdell’opera». Il messaggio è chiaro: oggil’uomo deve impegnarsi positivamente percostruire qualcosa, che sia materiale omorale, senza la presunzione di vederne ifrutti. «Occorre liberarsi dell’ossessione deltutto e subito». Un altro messaggioscaturito dalla relazione della Carlotti èche le opere artistiche più belle e piùimportanti sono sorte, quasi sempre,

durante periodi di crisi, segno che laricerca della bellezza e del lato spiritualerifiorisce nel momento in cui si danno legiuste priorità e la ricchezza torna a essereuno strumento, e non lo scopo della vita.Al Forum c’è stata una testimonianzad’eccezione: Marco Capurso, dirigentedella Ferrero, l’industria dolciariapiemontese, un colosso da 22 miladipendenti e 7 miliardi di euro di fatturatoche ha, comunque sia, l’obiettivo dellacrescita dei territori su cui opera. «Tutto èdovuto al genio di Michele Ferrero – hadetto Capurso –, un imprenditore d’altritempi che inventa in prima persona iprodotti e pensa anche alle lineeindustriali, capace però di andare asalutare l’ultimo degli operai e farebeneficienza con progetti di sviluppoconcreti». E poi ha aggiunto: «Non credoche lo sviluppo passi dalla finanza. In unsistema economico, la finanza è comel’olio nel motore: è indispensabile, manon è il motore». Federico Vecchioni,presidente di Agriventure, si è espressocontro quelle «false cooperative chedrenano contributi pubblici per poisparire, a scapito della vera cooperazione edel sistema agricolo in generale. È anchenecessario riorganizzare la ricercapubblica, al fine di essere più efficienti eandare incontro alle vere esigenze degliimprenditori». Toccante anche latestimonianza di Marco Notari: «A causadella crisi un paio d’anni fa la mia ditta èfallita. Ma non sono fallito io. L’uomodeve rimanere sempre superiore allevicende che lo circondano». E oggicoordina una cooperativa sociale.

a cura di Cristiano Riciputi (Cesena)

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AREZZO - CORTONA - SANSEPOLCROTOSCANA OGGI12 febbraio 2012VIII