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CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI AFRODISIA* Secondo la ricostruzione stemmatica di P.Thillet, 1 l’edizione del De fato di Alessandro di Afrodisia deve fondarsi su due testi- moni, il cod. Ven. Marc. gr. 258 (= V), da cui derivano tutti gli altri codd. greci dell’opera, e la traduzione latina del De fato attribuita da Thillet stesso a Guglielmo di Moerbeke (= Lat). Tale traduzio- ne 2 ha infatti alla base un esemplare greco indipendente da V, dal momento che V è in minuscola, laddove Lat deriva da un perduto ms. greco in onciale. Thillet ha dato seguito alle proprie importanti ricerche sulla tradizione manoscritta del De fato curandone un’edi- zione critica, 3 che però propone un testo spesso insoddisfacente (anche nell’interpunzione) e un apparato che in troppi casi tace pal- mari congetture. Per questo motivo, l’edizione di Thillet non può costituire uno strumento affidabile per i filologi e gli storici della filosofia antica che intendano occuparsi del De fato. I difetti cui ho fatto cenno sono tali da sviare, infatti, anche critici brillanti come C. M. Lucarini, 4 che ha utilizzato, con mal riposta fiducia e senza ulteriori approfondimenti bibliografici, il testo e l’apparato di Thil- let quali unici punti di riferimento per le sue (acute) note filologi- che intorno a luoghi problematici del De fato. Discuterò brevemente, ora, di tre segmenti dell’opera di Ales- sandro dei quali anche Lucarini ha trattato. Tale rapida trattazione *) Desidero ringraziare il prof. B. Manuwald e i gli anonimi Gutachter di RhM per i preziosi suggerimenti e le fruttuose critiche, che hanno sensibilmente migliorato questo mio lavoro. 1) P.Thillet, Éléments pour l’histoire du texte du De fato d’Alexandre d’Aphrodise, RHT 12–13, 1982–1983, 13 ss. 2) Pubblicata per la prima (e unica) volta proprio da Thillet (Alexandre d’Aphrodise, De fato ad imperatores, version de Guillaume de Moerbeke, Paris 1963). 3) Alexandre d’Aphrodise, Traité du destin, texte ét. et trad. par P.Thillet, Paris 1984 (= Thillet). 4) C. M. Lucarini, Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo, Or- pheus (N. S.) 28, 2007, 128 ss. (= Lucarini). Ringrazio l’amico Lucarini per avermi donato un estratto del suo articolo, la cui lettura ha notevolmente contribuito a sti- molare il mio interesse per il De fato di Alessandro di Afrodisia.

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CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI AFRODISIA

Secondo la ricostruzione stemmatica di P Thillet1 lrsquoedizionedel De fato di Alessandro di Afrodisia deve fondarsi su due testi-moni il cod Ven Marc gr 258 (= V) da cui derivano tutti gli altricodd greci dellrsquoopera e la traduzione latina del De fato attribuitada Thillet stesso a Guglielmo di Moerbeke (= Lat) Tale traduzio-ne2 ha infatti alla base un esemplare greco indipendente da V dalmomento che V egrave in minuscola laddove Lat deriva da un perdutoms greco in onciale Thillet ha dato seguito alle proprie impor tantiricerche sulla tradizione manoscritta del De fato curandone unrsquoedi -zione critica3 che perograve propone un testo spesso insoddisfacente(anche nellrsquointerpunzione) e un apparato che in troppi casi tace pal-mari congetture Per questo motivo lrsquoedizione di Thillet non puogravecostituire uno strumento affidabile per i filologi e gli storici dellafilosofia antica che intendano occuparsi del De fato I difetti cui hofatto cenno sono tali da sviare infatti anche critici brillanti comeC M Lucarini4 che ha utilizzato con mal riposta fiducia e senzaulteriori approfondimenti bibliografici il testo e lrsquoapparato di Thil-let quali unici punti di riferimento per le sue (acute) note filologi-che intorno a luoghi problematici del De fato

Discuterograve brevemente ora di tre segmenti dellrsquoopera di Ales-sandro dei quali anche Lucarini ha trattato Tale rapida trattazione

) Desidero ringraziare il prof B Manuwald e i gli anonimi Gutachter diRhM per i preziosi suggerimenti e le fruttuose critiche che hanno sensibilmente migliorato questo mio lavoro

1) P Thillet Eacuteleacutements pour lrsquohistoire du texte du De fato drsquoAlexandredrsquoAphrodise RHT 12ndash13 1982ndash1983 13 ss

2) Pubblicata per la prima (e unica) volta proprio da Thillet (AlexandredrsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guillaume de Moerbeke Paris1963)

3) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin texte eacutet et trad par P Thillet Paris 1984 (= Thillet)

4) C M Lucarini Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Or -pheus (NS) 28 2007 128 ss (= Lucarini) Ringrazio lrsquoamico Lucarini per avermidonato un estratto del suo articolo la cui lettura ha notevolmente contribuito a sti-molare il mio interesse per il De fato di Alessandro di Afrodisia

365Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

sostanzieragrave ndash ritengo ndash il mio giudizio circa lrsquoedizione di ThilletNon ho collazionato alcun ms ma traggo ogni informazione circale lezioni dei codd dallrsquoapparato di Thillet e da quello di Bruns5

A

Al sect 16 p 3517ndash24 Thillet legge e interpunge

Οτως δrsquo ατν διακειμένων κα τν πραττομένων κολουθούντωντας αρέσεσιν ατν (ο γρ δ δι τν περ ατν ψευσμένην πίσ -τιν $λλως πως ξει τ πράγματα )ς χει) $λλο τι τν μν καλν παρπάντων 0λιγωρία τις σται πάντων γρ 2 κτ3σίς τε κα παρουσία τντοιούτων μετ καμάτου περιγίνεται τν δ κακν α5ρεσις 6τε γινομέ-νων μετ 78στώνης τε κα 2δον3ς

Ragionando sulla base di questo testo Lucarini (129 s) osserva chelaquola sintassi dellrsquoultimo pezzo traballa poicheacute si sente la mancanza diun aggettivo da legare a α5ρεσις Io propongo α5ρεσις ltεχερήςgtraquoIn realtagrave non crsquoegrave alcun bisogno di integrare εχερής o qualcosa disimile6 egrave sufficiente mutare la punteggiatura infatti e la sintassi vaa posto Bisogna cioegrave interpungere analogamente a Bruns (che a suavolta seguiva Orelli7) e quindi scrivere

Οτως δrsquo ατν διακειμένων κα τν πραττομένων κολουθούντωντας αρέσεσιν ατν (ο γρ δ δι τν περ ατν ψευσμένην πίσ -τιν $λλως πως ξει τ πράγματα ltgt )ς χει) $λλο τι τν μν καλνπαρ πάντων 0λιγωρία τις σται (πάντων γρ 2 κτ3σίς τε κα παρου-σία τν τοιούτων μετ καμάτου περιγίνεται) τν δ κακν α5ρεσις 6τεγινομένων μετ 78στώνης τε κα 2δον3ς

5) Alex Aphrodisiensis Scripta minora edidit I Bruns Suppl AristII2 Berolini 1892

6) Credo invece che dopo τ πράγματα si debba integrare Legge τ πράγ-ματα un ms derivante da V id est il cod H (Copenhagen KB Fabr 88) egrave inte-grato inoltre da B2 ovverosia dal correttore del cod B (Ven Marc gr 261) apo-grafo di V Alla luce della ricostruzione di Thillet ndash vedine la sintesi grafica nellostemma tracciato alla p CXLII dellrsquoediz critica ndash tali lezioni di H e B2 vanno con-siderate congetture e congetture ideate indipendentemente lrsquouna dallrsquoaltra Reca τπράγματα anche la seconda edizione del De fato curata da Trincavelli (vd infran 21)

7) Alex Aphrodisiensis De fato recensuit I Conr Orellius In-sertae sunt animadversiones I Casp Orellii Turici 1824 Sia Orelli che Bruns ndashsi noti ndash leggono peraltro τ πράγματα ltgt con piena ragione (vd la n precedente)Avverto il lettore che quando nel corso del presente contributo parlo di laquoOrelliraquointendo I Conr non I Casp

366 Giovann i Zago

B

In De fato 18 p 388ndash16 Thillet legge

Οτω γρ ν πltσι τος λόγοις φυλάσσουσιν τ λεύθερόν τε κα ατ -εξούσιον τοτο μν προτρέπειν τινς πειρώμενοι )ς το τε ποιεν μ ποιεν τοτο τν ξουσίαν χοντες ατοί κα τν προτρεπομένωνδι τοAς παρrsquo ατν λόγους αρεσθαί τινα δυναμένων πραξαν Bντναντία τν σιωπώντων τοτο δ πιτιμντες κα πιπλήττοντές τι-σιν )ς ο τ προσήκοντα πράττουσιν

Lucarini (130) percepisce che qualcosa non va e suggerisce diespungere Bν proponendo dunque πραξαν [Bν] τναντία τνσιωπώντων Anche cosigrave perograve la sintassi non funziona Si devesenzrsquoaltro seguire Orelli e Bruns e dunque leggere αρεσθαί τιναδυναμένων ltDνgt πραξαν Bν τναντία ltαgtτν σιωπώντων MaThillet sorprendentemente ignora e tace nellrsquoapparato critico talesoluzione economica paleograficamente plausibile e perfetta per lasintassi e il senso

C

In De fato 19 p 399ndash10 Thillet scrive καίτοι τί τν διrsquo$γνοιαν πραττόντων ltτε καgt Eμαρτανόντων βί8 Gττον Bν εHενσυγγνώμης $ξιοι Sia lrsquoinserzione di τε κα che πραττόντων sonocongetture di Thillet stesso il quale ha proposto πραττόντων sullabase dellrsquoagentibus di Lat (πραττομένων V) Lucarini (130) dal canto suo leggerebbe καίτοι τί τν διrsquo $γνοιαν πραττόντων βί8Eμαρτανόντων Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Egli rifiuta cioegravelrsquointegrazione ltτε καgt di Thillet e suggerisce una lieve trasposi -zione ( βί8 Eμαρτανόντων in luogo di Eμαρτανόντων βί8) Inrealtagrave neacute il testo di Thillet neacute quello di Lucarini sembrano accetta-bili anche in questo caso lrsquoemendazione giusta era stata trovata giagraveda gran tempo ma Thillet non se nrsquoegrave accorto e non solo non lrsquohaaccolta a testo ma di nuovo non lrsquoha neppure menzionata in ap-parato Lrsquoemendazione cui alludo egrave di I Casp Orelli che propo-neva καίτοι τί τν διrsquo $γνοιαν ltτνgt8 πραττομένων Eμαρτανόντων

8) Cfr I Casp Orelli apud I Conr Orelli (ediz cit alla n precedente) pp294ndash5 laquovulgata [scil τν διrsquo $γνοιαν πραττομένων] recte habet per ignorantiameorum quae ab ipsis fiunt seu committuntur aut vi peccantibus Sic tamen articuloτν ante πραττομένων aegre caremusraquo

367Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

βί89 Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Tale emendazione chenemmeno Bruns ha accettato (citandola comunque a differenza diThillet nella propria adnotatio critica) mi pare si imponga alla lucedi un passo degli Ethica problemata attribuiti ad Alessandro diAfrodisia (9 p 1308 ss Bruns10) πς ο κα ατο συγγνώμης $ξι-οι καν δ πίστις το μήτε βί8 μήτε διrsquo $γνοιαν τν βελτιόνωντινς Eμαρτάνειν τν Eμαρτανόντων κτλ Per il sintagma διrsquo$γνοιαν τν πραττομένων cfr ad es Arist eth Nic 321111a8 Iδ πράττει γνοήσειεν $ν τις Tali paralleli inducono a respingereevidentemente anche le congetture che a sanare la pericope di Defato 19 avevano escogitato I Conr Orelli (τν διrsquo $γνοιαν πα-τωμένων Eμαρτανόντων βί811) e Bruns (τν διrsquo $γνοιαν [πρατ-τομένων] Eμαρτανόντων βί8)12

I tre luoghi del De fato appena discussi (ma gli esempi po-trebbero moltiplicarsi) a mio avviso rivelano nitidamente insom-ma con quale scarsa sensibilitagrave critico-testuale sia stata realizzatalrsquoediz di Thillet In tutti e tre i luoghi ndash si noti ndash Sharples nella suarevisione del testo di Bruns13 ha invece meritoriamente saputoscegliere la corretta soluzione filologica Anche il testo di Sharples

9) Da cultore della prosa di Seneca faccio notare che il dicolon τν διrsquo $γνοι-αν βί8 egrave strutturato in maniera analoga a tanti dicola senecani cfr J Hammel-rath Grammatisch-stilistische Beitraumlge zu den prosaischen Schriften des L A Se-neca Progr Emmerich 1895 14 laquoin den Faumlllen naumlmlich in denen zwei Saumltze oderSatzglieder eine Bestimmung gemeinsam haben sei es dass esse oder ein anderesVerbum gemeinschaftlich ist sei es dass zwei Adjektive auf ein Nomen oder zweiNomina auf einen Genetiv sich beziehen oder wie auch immer die Sache liegen magfast ausnahmslos setzt Seneca das Gemeinsame in die Mitteraquo (cito Hammelrath ilcui lavoro mi egrave inaccessibile da A Traina Lo stile drammatico del filosofo SenecaBologna 41995 108ndash9)

10) Suppl Arist II2 cit sopra (n 5)11) I Conr Orelli ediz cit sopra (n 7) p 294 Orelli trae dichiaratamente

ispirazione dalla traduzione latina del De fato realizzata da H Grotius (Philoso -phorum sententiae de fato Parisiis 1648) ove la pericope egrave resa in questo modo(p 184) qui per ignorantiam decepti aut per violentiam coacti delinquunt Tale ver-sione non sembra perograve presupporre il testo greco divinato da Orelli bensigrave τν διrsquo$γνοιαν [πραττομένων] Eμαρτανόντων βί8

12) Lrsquoapparato di Thillet ignora anche queste proposte di Orelli e Bruns13) R W Sharples Alexander of Aphrodisias On Fate Text Translation and

Commentary London 1983 Sharples appunto oltre ad approntare un eccellentecommentario al De fato ha riveduto il testo di Bruns proponendo alcune (non molte) congetture sue proprie e avvalendosi sia di Lat (che Bruns non conosceva)sia dei contributi critici post-brunsiani da Sharples apprezzati (e sfruttati) con unacapacitagrave di giudizio superiore a quella che Thillet ha mostrato nella sua edizione

368 Giovann i Zago

drsquoaltro canto sebbene spesso migliore di quello di Thillet14 nonsempre risulta impeccabile come vedremo Dopo oltre un secolocredo rimanga ancora valido purtroppo quanto scriveva il grandeH von Arnim e cioegrave che per il testo del De fato laquoselbst das aufder Oberflaumlche Liegende noch nicht gethan istraquo e che quindi loscritto di Alessandro offre laquoein dankbares Feld textkritischer Be -muumlhungraquo15 Se si considera la notevole importanza storico-filoso-fica del De fato (laquofonte principale per la ricostruzione del dibattitosul determinismo stoicoraquo16) una nuova ediz critica dellrsquoopera ndashedizione che sappia curare le fasi dellrsquoexaminatio e dellrsquoemendatiomeglio di quanto siano stati in grado di fare Bruns Sharples e Thil-let17 ndash appare un urgente desideratum A tale scopo presenterograve orauno spicilegio di mie emendazioni che va considerato come il pri-mo contributo preparatorio in vista appunto di una nuova edizio-ne del De fato che conto (o meglio spero) di portare a termine inun futuro piugrave o meno prossimo

14) Si puograve in effetti concordare con J Mansfeld Mnemosyne 41 1988 416laquothe text as reconstructed by Sharples is much superior to that of Thilletraquo Ri-spetto allrsquoediz di Thillet drsquoaltro canto lrsquoediz di Sharples egrave molto piugrave difficile daconsultare e usare cfr Mansfeld ibidem laquothe publisher was too stingy to print adecent Greek text we must make do with a barely legible xerox of the CAG text ofthe De fato [scil il testo di Bruns] and continuously thumb elsewhere for Sharplesrsquoimportant apparatusraquo Paradossalmente per trovare stampato il testo del De fatostabilito da Sharples bisogna rivolgersi allrsquoedizione di un altro studioso id est a quella di Zierl (Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal uumlbersetzt und kom-mentiert von A Zierl Berlin 1995) che segue Sharples con poche modifiche cfrp 21 laquoder griechische Text kommt im Ergebnis der von Sharples konstituiertenaber nur im Apparat nachgewiesenen Textfassung naheraquo Lrsquoediz di Zierl egrave privaperograve di adnotatio critica

15) H von Arnim Textkritisches zu Alexander von Aphrodisias WS 221900 1 10 Le ragioni che determinano lo stato tuttora insoddisfacente del testo delDe fato sono chiare il De fato egrave scritto in uno stile difficile fortemente ipotatticoricco di parentesi e frequentemente contorto uno stile insomma che puograve respin-gere il critico Emblematica a questo riguardo la dichiarazione di J Dillon JHS105 1985 196 laquoI have no stomach for a critique of Srsquos textraquo (il riferimento egrave al testodel De fato stabilito da Sharples)

16) Cito dal risvolto della sovraccoperta di C Natali (a cura di) Alessandrodi Afrodisia Il destino Milano 1996 Cfr N White PhR 94 1985 131 laquoany philo-sopher with even a mild interest in the history of philosophical discussion of theseissues will certainly find food for thought in Alexanderrsquos treatiseraquo

17) Dico ciograve con il massimo rispetto per il lavoro dei tre studiosi tutti bene-meriti Bruns in quanto primo editore veramente critico del De fato Sharples per ilsuo importante commento Thillet per la pubblicazione di Lat e per il contributoalla recensio ricordato sopra (n 1)

369Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

I

De fato 4 p 75ndash17 Thillet18

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λο-γιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπον γένο ιν -το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgt κατπροαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γινόμεναν ατο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέσεως ( το ι -οτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μντ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως τας τ έχναις λογισμO περ ατνχρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ιτν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ νατο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατν το πο ιοντος γ ίνεταιπερ ατν λογ ισμός

Tale il testo pubblicato da Thillet che egrave inaccettabile per interpun-zione sintassi e senso e che discuterograve (modificandolo) nei puntispaziati In questo caso le edizioni di Bruns e Sharples non sono migliori di quella di Thillet neppure esse offrono infatti una siste-mazione filologicamente accettabile del brano di Alessandro Il testo di Bruns si differenzia da quello di Thillet in quanto Bruns(p 1689 ss) legge οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμεναπάντα κα κατ προαίρεσιν τ3ς τοιαύτης γενέσεως (τοιοτον γρ2 φύσις κα γίνεται μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατφύσεως Qμοίως τας τέχναις λογισμO περ ατν χρωμένης) τ δγινόμενα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα τ3ςγενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός Brunscioegrave in primo luogo opta per la lezione πάντα κα κατ προαίρεσινdi V mentre Thillet pone nel testo (giustamente) πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν ricavando τ da Lat (omnia et que secundumelectionem19) e da Eusebio (= Eus) il quale in Praep ev 6912ndash14p 3304 ss Mras riproduce per intero il luogo del De fato di cui cistiamo occupando (p 75ndash17 Th) e appunto legge nel tratto che

18) I capitoli del De fato non sono mai stati suddivisi in paragrafi numeratisarebbe naturalmente opportuno che il futuro editore operasse tale suddivisione

19) Con ogni probabilitagrave lrsquoesemplare greco del traduttore latino (Guglielmodi Moerbeke) recava πάντα κα τ κατ προαίρεσιν Non si puograve categoricamen-te escludere tuttavia che il traduttore stesso abbia inserito τ (que) per congetturae che quindi la fonte greca di Lat concordasse con V nellrsquoomettere lrsquoarticolo Ad ognimodo la lezione (o congettura) di Lat che pare necessaria alla luce della posizionedel precedente τε (τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα) egrave confermata ndash lo vedre-mo tra pochissimo ndash da Eusebio

370 Giovann i Zago

ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 2: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

365Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

sostanzieragrave ndash ritengo ndash il mio giudizio circa lrsquoedizione di ThilletNon ho collazionato alcun ms ma traggo ogni informazione circale lezioni dei codd dallrsquoapparato di Thillet e da quello di Bruns5

A

Al sect 16 p 3517ndash24 Thillet legge e interpunge

Οτως δrsquo ατν διακειμένων κα τν πραττομένων κολουθούντωντας αρέσεσιν ατν (ο γρ δ δι τν περ ατν ψευσμένην πίσ -τιν $λλως πως ξει τ πράγματα )ς χει) $λλο τι τν μν καλν παρπάντων 0λιγωρία τις σται πάντων γρ 2 κτ3σίς τε κα παρουσία τντοιούτων μετ καμάτου περιγίνεται τν δ κακν α5ρεσις 6τε γινομέ-νων μετ 78στώνης τε κα 2δον3ς

Ragionando sulla base di questo testo Lucarini (129 s) osserva chelaquola sintassi dellrsquoultimo pezzo traballa poicheacute si sente la mancanza diun aggettivo da legare a α5ρεσις Io propongo α5ρεσις ltεχερήςgtraquoIn realtagrave non crsquoegrave alcun bisogno di integrare εχερής o qualcosa disimile6 egrave sufficiente mutare la punteggiatura infatti e la sintassi vaa posto Bisogna cioegrave interpungere analogamente a Bruns (che a suavolta seguiva Orelli7) e quindi scrivere

Οτως δrsquo ατν διακειμένων κα τν πραττομένων κολουθούντωντας αρέσεσιν ατν (ο γρ δ δι τν περ ατν ψευσμένην πίσ -τιν $λλως πως ξει τ πράγματα ltgt )ς χει) $λλο τι τν μν καλνπαρ πάντων 0λιγωρία τις σται (πάντων γρ 2 κτ3σίς τε κα παρου-σία τν τοιούτων μετ καμάτου περιγίνεται) τν δ κακν α5ρεσις 6τεγινομένων μετ 78στώνης τε κα 2δον3ς

5) Alex Aphrodisiensis Scripta minora edidit I Bruns Suppl AristII2 Berolini 1892

6) Credo invece che dopo τ πράγματα si debba integrare Legge τ πράγ-ματα un ms derivante da V id est il cod H (Copenhagen KB Fabr 88) egrave inte-grato inoltre da B2 ovverosia dal correttore del cod B (Ven Marc gr 261) apo-grafo di V Alla luce della ricostruzione di Thillet ndash vedine la sintesi grafica nellostemma tracciato alla p CXLII dellrsquoediz critica ndash tali lezioni di H e B2 vanno con-siderate congetture e congetture ideate indipendentemente lrsquouna dallrsquoaltra Reca τπράγματα anche la seconda edizione del De fato curata da Trincavelli (vd infran 21)

7) Alex Aphrodisiensis De fato recensuit I Conr Orellius In-sertae sunt animadversiones I Casp Orellii Turici 1824 Sia Orelli che Bruns ndashsi noti ndash leggono peraltro τ πράγματα ltgt con piena ragione (vd la n precedente)Avverto il lettore che quando nel corso del presente contributo parlo di laquoOrelliraquointendo I Conr non I Casp

366 Giovann i Zago

B

In De fato 18 p 388ndash16 Thillet legge

Οτω γρ ν πltσι τος λόγοις φυλάσσουσιν τ λεύθερόν τε κα ατ -εξούσιον τοτο μν προτρέπειν τινς πειρώμενοι )ς το τε ποιεν μ ποιεν τοτο τν ξουσίαν χοντες ατοί κα τν προτρεπομένωνδι τοAς παρrsquo ατν λόγους αρεσθαί τινα δυναμένων πραξαν Bντναντία τν σιωπώντων τοτο δ πιτιμντες κα πιπλήττοντές τι-σιν )ς ο τ προσήκοντα πράττουσιν

Lucarini (130) percepisce che qualcosa non va e suggerisce diespungere Bν proponendo dunque πραξαν [Bν] τναντία τνσιωπώντων Anche cosigrave perograve la sintassi non funziona Si devesenzrsquoaltro seguire Orelli e Bruns e dunque leggere αρεσθαί τιναδυναμένων ltDνgt πραξαν Bν τναντία ltαgtτν σιωπώντων MaThillet sorprendentemente ignora e tace nellrsquoapparato critico talesoluzione economica paleograficamente plausibile e perfetta per lasintassi e il senso

C

In De fato 19 p 399ndash10 Thillet scrive καίτοι τί τν διrsquo$γνοιαν πραττόντων ltτε καgt Eμαρτανόντων βί8 Gττον Bν εHενσυγγνώμης $ξιοι Sia lrsquoinserzione di τε κα che πραττόντων sonocongetture di Thillet stesso il quale ha proposto πραττόντων sullabase dellrsquoagentibus di Lat (πραττομένων V) Lucarini (130) dal canto suo leggerebbe καίτοι τί τν διrsquo $γνοιαν πραττόντων βί8Eμαρτανόντων Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Egli rifiuta cioegravelrsquointegrazione ltτε καgt di Thillet e suggerisce una lieve trasposi -zione ( βί8 Eμαρτανόντων in luogo di Eμαρτανόντων βί8) Inrealtagrave neacute il testo di Thillet neacute quello di Lucarini sembrano accetta-bili anche in questo caso lrsquoemendazione giusta era stata trovata giagraveda gran tempo ma Thillet non se nrsquoegrave accorto e non solo non lrsquohaaccolta a testo ma di nuovo non lrsquoha neppure menzionata in ap-parato Lrsquoemendazione cui alludo egrave di I Casp Orelli che propo-neva καίτοι τί τν διrsquo $γνοιαν ltτνgt8 πραττομένων Eμαρτανόντων

8) Cfr I Casp Orelli apud I Conr Orelli (ediz cit alla n precedente) pp294ndash5 laquovulgata [scil τν διrsquo $γνοιαν πραττομένων] recte habet per ignorantiameorum quae ab ipsis fiunt seu committuntur aut vi peccantibus Sic tamen articuloτν ante πραττομένων aegre caremusraquo

367Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

βί89 Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Tale emendazione chenemmeno Bruns ha accettato (citandola comunque a differenza diThillet nella propria adnotatio critica) mi pare si imponga alla lucedi un passo degli Ethica problemata attribuiti ad Alessandro diAfrodisia (9 p 1308 ss Bruns10) πς ο κα ατο συγγνώμης $ξι-οι καν δ πίστις το μήτε βί8 μήτε διrsquo $γνοιαν τν βελτιόνωντινς Eμαρτάνειν τν Eμαρτανόντων κτλ Per il sintagma διrsquo$γνοιαν τν πραττομένων cfr ad es Arist eth Nic 321111a8 Iδ πράττει γνοήσειεν $ν τις Tali paralleli inducono a respingereevidentemente anche le congetture che a sanare la pericope di Defato 19 avevano escogitato I Conr Orelli (τν διrsquo $γνοιαν πα-τωμένων Eμαρτανόντων βί811) e Bruns (τν διrsquo $γνοιαν [πρατ-τομένων] Eμαρτανόντων βί8)12

I tre luoghi del De fato appena discussi (ma gli esempi po-trebbero moltiplicarsi) a mio avviso rivelano nitidamente insom-ma con quale scarsa sensibilitagrave critico-testuale sia stata realizzatalrsquoediz di Thillet In tutti e tre i luoghi ndash si noti ndash Sharples nella suarevisione del testo di Bruns13 ha invece meritoriamente saputoscegliere la corretta soluzione filologica Anche il testo di Sharples

9) Da cultore della prosa di Seneca faccio notare che il dicolon τν διrsquo $γνοι-αν βί8 egrave strutturato in maniera analoga a tanti dicola senecani cfr J Hammel-rath Grammatisch-stilistische Beitraumlge zu den prosaischen Schriften des L A Se-neca Progr Emmerich 1895 14 laquoin den Faumlllen naumlmlich in denen zwei Saumltze oderSatzglieder eine Bestimmung gemeinsam haben sei es dass esse oder ein anderesVerbum gemeinschaftlich ist sei es dass zwei Adjektive auf ein Nomen oder zweiNomina auf einen Genetiv sich beziehen oder wie auch immer die Sache liegen magfast ausnahmslos setzt Seneca das Gemeinsame in die Mitteraquo (cito Hammelrath ilcui lavoro mi egrave inaccessibile da A Traina Lo stile drammatico del filosofo SenecaBologna 41995 108ndash9)

10) Suppl Arist II2 cit sopra (n 5)11) I Conr Orelli ediz cit sopra (n 7) p 294 Orelli trae dichiaratamente

ispirazione dalla traduzione latina del De fato realizzata da H Grotius (Philoso -phorum sententiae de fato Parisiis 1648) ove la pericope egrave resa in questo modo(p 184) qui per ignorantiam decepti aut per violentiam coacti delinquunt Tale ver-sione non sembra perograve presupporre il testo greco divinato da Orelli bensigrave τν διrsquo$γνοιαν [πραττομένων] Eμαρτανόντων βί8

12) Lrsquoapparato di Thillet ignora anche queste proposte di Orelli e Bruns13) R W Sharples Alexander of Aphrodisias On Fate Text Translation and

Commentary London 1983 Sharples appunto oltre ad approntare un eccellentecommentario al De fato ha riveduto il testo di Bruns proponendo alcune (non molte) congetture sue proprie e avvalendosi sia di Lat (che Bruns non conosceva)sia dei contributi critici post-brunsiani da Sharples apprezzati (e sfruttati) con unacapacitagrave di giudizio superiore a quella che Thillet ha mostrato nella sua edizione

368 Giovann i Zago

drsquoaltro canto sebbene spesso migliore di quello di Thillet14 nonsempre risulta impeccabile come vedremo Dopo oltre un secolocredo rimanga ancora valido purtroppo quanto scriveva il grandeH von Arnim e cioegrave che per il testo del De fato laquoselbst das aufder Oberflaumlche Liegende noch nicht gethan istraquo e che quindi loscritto di Alessandro offre laquoein dankbares Feld textkritischer Be -muumlhungraquo15 Se si considera la notevole importanza storico-filoso-fica del De fato (laquofonte principale per la ricostruzione del dibattitosul determinismo stoicoraquo16) una nuova ediz critica dellrsquoopera ndashedizione che sappia curare le fasi dellrsquoexaminatio e dellrsquoemendatiomeglio di quanto siano stati in grado di fare Bruns Sharples e Thil-let17 ndash appare un urgente desideratum A tale scopo presenterograve orauno spicilegio di mie emendazioni che va considerato come il pri-mo contributo preparatorio in vista appunto di una nuova edizio-ne del De fato che conto (o meglio spero) di portare a termine inun futuro piugrave o meno prossimo

14) Si puograve in effetti concordare con J Mansfeld Mnemosyne 41 1988 416laquothe text as reconstructed by Sharples is much superior to that of Thilletraquo Ri-spetto allrsquoediz di Thillet drsquoaltro canto lrsquoediz di Sharples egrave molto piugrave difficile daconsultare e usare cfr Mansfeld ibidem laquothe publisher was too stingy to print adecent Greek text we must make do with a barely legible xerox of the CAG text ofthe De fato [scil il testo di Bruns] and continuously thumb elsewhere for Sharplesrsquoimportant apparatusraquo Paradossalmente per trovare stampato il testo del De fatostabilito da Sharples bisogna rivolgersi allrsquoedizione di un altro studioso id est a quella di Zierl (Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal uumlbersetzt und kom-mentiert von A Zierl Berlin 1995) che segue Sharples con poche modifiche cfrp 21 laquoder griechische Text kommt im Ergebnis der von Sharples konstituiertenaber nur im Apparat nachgewiesenen Textfassung naheraquo Lrsquoediz di Zierl egrave privaperograve di adnotatio critica

15) H von Arnim Textkritisches zu Alexander von Aphrodisias WS 221900 1 10 Le ragioni che determinano lo stato tuttora insoddisfacente del testo delDe fato sono chiare il De fato egrave scritto in uno stile difficile fortemente ipotatticoricco di parentesi e frequentemente contorto uno stile insomma che puograve respin-gere il critico Emblematica a questo riguardo la dichiarazione di J Dillon JHS105 1985 196 laquoI have no stomach for a critique of Srsquos textraquo (il riferimento egrave al testodel De fato stabilito da Sharples)

16) Cito dal risvolto della sovraccoperta di C Natali (a cura di) Alessandrodi Afrodisia Il destino Milano 1996 Cfr N White PhR 94 1985 131 laquoany philo-sopher with even a mild interest in the history of philosophical discussion of theseissues will certainly find food for thought in Alexanderrsquos treatiseraquo

17) Dico ciograve con il massimo rispetto per il lavoro dei tre studiosi tutti bene-meriti Bruns in quanto primo editore veramente critico del De fato Sharples per ilsuo importante commento Thillet per la pubblicazione di Lat e per il contributoalla recensio ricordato sopra (n 1)

369Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

I

De fato 4 p 75ndash17 Thillet18

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λο-γιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπον γένο ιν -το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgt κατπροαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γινόμεναν ατο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέσεως ( το ι -οτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μντ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως τας τ έχναις λογισμO περ ατνχρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ιτν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ νατο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατν το πο ιοντος γ ίνεταιπερ ατν λογ ισμός

Tale il testo pubblicato da Thillet che egrave inaccettabile per interpun-zione sintassi e senso e che discuterograve (modificandolo) nei puntispaziati In questo caso le edizioni di Bruns e Sharples non sono migliori di quella di Thillet neppure esse offrono infatti una siste-mazione filologicamente accettabile del brano di Alessandro Il testo di Bruns si differenzia da quello di Thillet in quanto Bruns(p 1689 ss) legge οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμεναπάντα κα κατ προαίρεσιν τ3ς τοιαύτης γενέσεως (τοιοτον γρ2 φύσις κα γίνεται μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατφύσεως Qμοίως τας τέχναις λογισμO περ ατν χρωμένης) τ δγινόμενα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα τ3ςγενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός Brunscioegrave in primo luogo opta per la lezione πάντα κα κατ προαίρεσινdi V mentre Thillet pone nel testo (giustamente) πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν ricavando τ da Lat (omnia et que secundumelectionem19) e da Eusebio (= Eus) il quale in Praep ev 6912ndash14p 3304 ss Mras riproduce per intero il luogo del De fato di cui cistiamo occupando (p 75ndash17 Th) e appunto legge nel tratto che

18) I capitoli del De fato non sono mai stati suddivisi in paragrafi numeratisarebbe naturalmente opportuno che il futuro editore operasse tale suddivisione

19) Con ogni probabilitagrave lrsquoesemplare greco del traduttore latino (Guglielmodi Moerbeke) recava πάντα κα τ κατ προαίρεσιν Non si puograve categoricamen-te escludere tuttavia che il traduttore stesso abbia inserito τ (que) per congetturae che quindi la fonte greca di Lat concordasse con V nellrsquoomettere lrsquoarticolo Ad ognimodo la lezione (o congettura) di Lat che pare necessaria alla luce della posizionedel precedente τε (τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα) egrave confermata ndash lo vedre-mo tra pochissimo ndash da Eusebio

370 Giovann i Zago

ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 3: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

366 Giovann i Zago

B

In De fato 18 p 388ndash16 Thillet legge

Οτω γρ ν πltσι τος λόγοις φυλάσσουσιν τ λεύθερόν τε κα ατ -εξούσιον τοτο μν προτρέπειν τινς πειρώμενοι )ς το τε ποιεν μ ποιεν τοτο τν ξουσίαν χοντες ατοί κα τν προτρεπομένωνδι τοAς παρrsquo ατν λόγους αρεσθαί τινα δυναμένων πραξαν Bντναντία τν σιωπώντων τοτο δ πιτιμντες κα πιπλήττοντές τι-σιν )ς ο τ προσήκοντα πράττουσιν

Lucarini (130) percepisce che qualcosa non va e suggerisce diespungere Bν proponendo dunque πραξαν [Bν] τναντία τνσιωπώντων Anche cosigrave perograve la sintassi non funziona Si devesenzrsquoaltro seguire Orelli e Bruns e dunque leggere αρεσθαί τιναδυναμένων ltDνgt πραξαν Bν τναντία ltαgtτν σιωπώντων MaThillet sorprendentemente ignora e tace nellrsquoapparato critico talesoluzione economica paleograficamente plausibile e perfetta per lasintassi e il senso

C

In De fato 19 p 399ndash10 Thillet scrive καίτοι τί τν διrsquo$γνοιαν πραττόντων ltτε καgt Eμαρτανόντων βί8 Gττον Bν εHενσυγγνώμης $ξιοι Sia lrsquoinserzione di τε κα che πραττόντων sonocongetture di Thillet stesso il quale ha proposto πραττόντων sullabase dellrsquoagentibus di Lat (πραττομένων V) Lucarini (130) dal canto suo leggerebbe καίτοι τί τν διrsquo $γνοιαν πραττόντων βί8Eμαρτανόντων Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Egli rifiuta cioegravelrsquointegrazione ltτε καgt di Thillet e suggerisce una lieve trasposi -zione ( βί8 Eμαρτανόντων in luogo di Eμαρτανόντων βί8) Inrealtagrave neacute il testo di Thillet neacute quello di Lucarini sembrano accetta-bili anche in questo caso lrsquoemendazione giusta era stata trovata giagraveda gran tempo ma Thillet non se nrsquoegrave accorto e non solo non lrsquohaaccolta a testo ma di nuovo non lrsquoha neppure menzionata in ap-parato Lrsquoemendazione cui alludo egrave di I Casp Orelli che propo-neva καίτοι τί τν διrsquo $γνοιαν ltτνgt8 πραττομένων Eμαρτανόντων

8) Cfr I Casp Orelli apud I Conr Orelli (ediz cit alla n precedente) pp294ndash5 laquovulgata [scil τν διrsquo $γνοιαν πραττομένων] recte habet per ignorantiameorum quae ab ipsis fiunt seu committuntur aut vi peccantibus Sic tamen articuloτν ante πραττομένων aegre caremusraquo

367Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

βί89 Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Tale emendazione chenemmeno Bruns ha accettato (citandola comunque a differenza diThillet nella propria adnotatio critica) mi pare si imponga alla lucedi un passo degli Ethica problemata attribuiti ad Alessandro diAfrodisia (9 p 1308 ss Bruns10) πς ο κα ατο συγγνώμης $ξι-οι καν δ πίστις το μήτε βί8 μήτε διrsquo $γνοιαν τν βελτιόνωντινς Eμαρτάνειν τν Eμαρτανόντων κτλ Per il sintagma διrsquo$γνοιαν τν πραττομένων cfr ad es Arist eth Nic 321111a8 Iδ πράττει γνοήσειεν $ν τις Tali paralleli inducono a respingereevidentemente anche le congetture che a sanare la pericope di Defato 19 avevano escogitato I Conr Orelli (τν διrsquo $γνοιαν πα-τωμένων Eμαρτανόντων βί811) e Bruns (τν διrsquo $γνοιαν [πρατ-τομένων] Eμαρτανόντων βί8)12

I tre luoghi del De fato appena discussi (ma gli esempi po-trebbero moltiplicarsi) a mio avviso rivelano nitidamente insom-ma con quale scarsa sensibilitagrave critico-testuale sia stata realizzatalrsquoediz di Thillet In tutti e tre i luoghi ndash si noti ndash Sharples nella suarevisione del testo di Bruns13 ha invece meritoriamente saputoscegliere la corretta soluzione filologica Anche il testo di Sharples

9) Da cultore della prosa di Seneca faccio notare che il dicolon τν διrsquo $γνοι-αν βί8 egrave strutturato in maniera analoga a tanti dicola senecani cfr J Hammel-rath Grammatisch-stilistische Beitraumlge zu den prosaischen Schriften des L A Se-neca Progr Emmerich 1895 14 laquoin den Faumlllen naumlmlich in denen zwei Saumltze oderSatzglieder eine Bestimmung gemeinsam haben sei es dass esse oder ein anderesVerbum gemeinschaftlich ist sei es dass zwei Adjektive auf ein Nomen oder zweiNomina auf einen Genetiv sich beziehen oder wie auch immer die Sache liegen magfast ausnahmslos setzt Seneca das Gemeinsame in die Mitteraquo (cito Hammelrath ilcui lavoro mi egrave inaccessibile da A Traina Lo stile drammatico del filosofo SenecaBologna 41995 108ndash9)

10) Suppl Arist II2 cit sopra (n 5)11) I Conr Orelli ediz cit sopra (n 7) p 294 Orelli trae dichiaratamente

ispirazione dalla traduzione latina del De fato realizzata da H Grotius (Philoso -phorum sententiae de fato Parisiis 1648) ove la pericope egrave resa in questo modo(p 184) qui per ignorantiam decepti aut per violentiam coacti delinquunt Tale ver-sione non sembra perograve presupporre il testo greco divinato da Orelli bensigrave τν διrsquo$γνοιαν [πραττομένων] Eμαρτανόντων βί8

12) Lrsquoapparato di Thillet ignora anche queste proposte di Orelli e Bruns13) R W Sharples Alexander of Aphrodisias On Fate Text Translation and

Commentary London 1983 Sharples appunto oltre ad approntare un eccellentecommentario al De fato ha riveduto il testo di Bruns proponendo alcune (non molte) congetture sue proprie e avvalendosi sia di Lat (che Bruns non conosceva)sia dei contributi critici post-brunsiani da Sharples apprezzati (e sfruttati) con unacapacitagrave di giudizio superiore a quella che Thillet ha mostrato nella sua edizione

368 Giovann i Zago

drsquoaltro canto sebbene spesso migliore di quello di Thillet14 nonsempre risulta impeccabile come vedremo Dopo oltre un secolocredo rimanga ancora valido purtroppo quanto scriveva il grandeH von Arnim e cioegrave che per il testo del De fato laquoselbst das aufder Oberflaumlche Liegende noch nicht gethan istraquo e che quindi loscritto di Alessandro offre laquoein dankbares Feld textkritischer Be -muumlhungraquo15 Se si considera la notevole importanza storico-filoso-fica del De fato (laquofonte principale per la ricostruzione del dibattitosul determinismo stoicoraquo16) una nuova ediz critica dellrsquoopera ndashedizione che sappia curare le fasi dellrsquoexaminatio e dellrsquoemendatiomeglio di quanto siano stati in grado di fare Bruns Sharples e Thil-let17 ndash appare un urgente desideratum A tale scopo presenterograve orauno spicilegio di mie emendazioni che va considerato come il pri-mo contributo preparatorio in vista appunto di una nuova edizio-ne del De fato che conto (o meglio spero) di portare a termine inun futuro piugrave o meno prossimo

14) Si puograve in effetti concordare con J Mansfeld Mnemosyne 41 1988 416laquothe text as reconstructed by Sharples is much superior to that of Thilletraquo Ri-spetto allrsquoediz di Thillet drsquoaltro canto lrsquoediz di Sharples egrave molto piugrave difficile daconsultare e usare cfr Mansfeld ibidem laquothe publisher was too stingy to print adecent Greek text we must make do with a barely legible xerox of the CAG text ofthe De fato [scil il testo di Bruns] and continuously thumb elsewhere for Sharplesrsquoimportant apparatusraquo Paradossalmente per trovare stampato il testo del De fatostabilito da Sharples bisogna rivolgersi allrsquoedizione di un altro studioso id est a quella di Zierl (Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal uumlbersetzt und kom-mentiert von A Zierl Berlin 1995) che segue Sharples con poche modifiche cfrp 21 laquoder griechische Text kommt im Ergebnis der von Sharples konstituiertenaber nur im Apparat nachgewiesenen Textfassung naheraquo Lrsquoediz di Zierl egrave privaperograve di adnotatio critica

15) H von Arnim Textkritisches zu Alexander von Aphrodisias WS 221900 1 10 Le ragioni che determinano lo stato tuttora insoddisfacente del testo delDe fato sono chiare il De fato egrave scritto in uno stile difficile fortemente ipotatticoricco di parentesi e frequentemente contorto uno stile insomma che puograve respin-gere il critico Emblematica a questo riguardo la dichiarazione di J Dillon JHS105 1985 196 laquoI have no stomach for a critique of Srsquos textraquo (il riferimento egrave al testodel De fato stabilito da Sharples)

16) Cito dal risvolto della sovraccoperta di C Natali (a cura di) Alessandrodi Afrodisia Il destino Milano 1996 Cfr N White PhR 94 1985 131 laquoany philo-sopher with even a mild interest in the history of philosophical discussion of theseissues will certainly find food for thought in Alexanderrsquos treatiseraquo

17) Dico ciograve con il massimo rispetto per il lavoro dei tre studiosi tutti bene-meriti Bruns in quanto primo editore veramente critico del De fato Sharples per ilsuo importante commento Thillet per la pubblicazione di Lat e per il contributoalla recensio ricordato sopra (n 1)

369Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

I

De fato 4 p 75ndash17 Thillet18

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λο-γιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπον γένο ιν -το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgt κατπροαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γινόμεναν ατο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέσεως ( το ι -οτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μντ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως τας τ έχναις λογισμO περ ατνχρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ιτν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ νατο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατν το πο ιοντος γ ίνεταιπερ ατν λογ ισμός

Tale il testo pubblicato da Thillet che egrave inaccettabile per interpun-zione sintassi e senso e che discuterograve (modificandolo) nei puntispaziati In questo caso le edizioni di Bruns e Sharples non sono migliori di quella di Thillet neppure esse offrono infatti una siste-mazione filologicamente accettabile del brano di Alessandro Il testo di Bruns si differenzia da quello di Thillet in quanto Bruns(p 1689 ss) legge οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμεναπάντα κα κατ προαίρεσιν τ3ς τοιαύτης γενέσεως (τοιοτον γρ2 φύσις κα γίνεται μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατφύσεως Qμοίως τας τέχναις λογισμO περ ατν χρωμένης) τ δγινόμενα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα τ3ςγενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός Brunscioegrave in primo luogo opta per la lezione πάντα κα κατ προαίρεσινdi V mentre Thillet pone nel testo (giustamente) πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν ricavando τ da Lat (omnia et que secundumelectionem19) e da Eusebio (= Eus) il quale in Praep ev 6912ndash14p 3304 ss Mras riproduce per intero il luogo del De fato di cui cistiamo occupando (p 75ndash17 Th) e appunto legge nel tratto che

18) I capitoli del De fato non sono mai stati suddivisi in paragrafi numeratisarebbe naturalmente opportuno che il futuro editore operasse tale suddivisione

19) Con ogni probabilitagrave lrsquoesemplare greco del traduttore latino (Guglielmodi Moerbeke) recava πάντα κα τ κατ προαίρεσιν Non si puograve categoricamen-te escludere tuttavia che il traduttore stesso abbia inserito τ (que) per congetturae che quindi la fonte greca di Lat concordasse con V nellrsquoomettere lrsquoarticolo Ad ognimodo la lezione (o congettura) di Lat che pare necessaria alla luce della posizionedel precedente τε (τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα) egrave confermata ndash lo vedre-mo tra pochissimo ndash da Eusebio

370 Giovann i Zago

ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

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Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 4: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

367Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

βί89 Gττον Bν εHεν συγγνώμης $ξιοι Tale emendazione chenemmeno Bruns ha accettato (citandola comunque a differenza diThillet nella propria adnotatio critica) mi pare si imponga alla lucedi un passo degli Ethica problemata attribuiti ad Alessandro diAfrodisia (9 p 1308 ss Bruns10) πς ο κα ατο συγγνώμης $ξι-οι καν δ πίστις το μήτε βί8 μήτε διrsquo $γνοιαν τν βελτιόνωντινς Eμαρτάνειν τν Eμαρτανόντων κτλ Per il sintagma διrsquo$γνοιαν τν πραττομένων cfr ad es Arist eth Nic 321111a8 Iδ πράττει γνοήσειεν $ν τις Tali paralleli inducono a respingereevidentemente anche le congetture che a sanare la pericope di Defato 19 avevano escogitato I Conr Orelli (τν διrsquo $γνοιαν πα-τωμένων Eμαρτανόντων βί811) e Bruns (τν διrsquo $γνοιαν [πρατ-τομένων] Eμαρτανόντων βί8)12

I tre luoghi del De fato appena discussi (ma gli esempi po-trebbero moltiplicarsi) a mio avviso rivelano nitidamente insom-ma con quale scarsa sensibilitagrave critico-testuale sia stata realizzatalrsquoediz di Thillet In tutti e tre i luoghi ndash si noti ndash Sharples nella suarevisione del testo di Bruns13 ha invece meritoriamente saputoscegliere la corretta soluzione filologica Anche il testo di Sharples

9) Da cultore della prosa di Seneca faccio notare che il dicolon τν διrsquo $γνοι-αν βί8 egrave strutturato in maniera analoga a tanti dicola senecani cfr J Hammel-rath Grammatisch-stilistische Beitraumlge zu den prosaischen Schriften des L A Se-neca Progr Emmerich 1895 14 laquoin den Faumlllen naumlmlich in denen zwei Saumltze oderSatzglieder eine Bestimmung gemeinsam haben sei es dass esse oder ein anderesVerbum gemeinschaftlich ist sei es dass zwei Adjektive auf ein Nomen oder zweiNomina auf einen Genetiv sich beziehen oder wie auch immer die Sache liegen magfast ausnahmslos setzt Seneca das Gemeinsame in die Mitteraquo (cito Hammelrath ilcui lavoro mi egrave inaccessibile da A Traina Lo stile drammatico del filosofo SenecaBologna 41995 108ndash9)

10) Suppl Arist II2 cit sopra (n 5)11) I Conr Orelli ediz cit sopra (n 7) p 294 Orelli trae dichiaratamente

ispirazione dalla traduzione latina del De fato realizzata da H Grotius (Philoso -phorum sententiae de fato Parisiis 1648) ove la pericope egrave resa in questo modo(p 184) qui per ignorantiam decepti aut per violentiam coacti delinquunt Tale ver-sione non sembra perograve presupporre il testo greco divinato da Orelli bensigrave τν διrsquo$γνοιαν [πραττομένων] Eμαρτανόντων βί8

12) Lrsquoapparato di Thillet ignora anche queste proposte di Orelli e Bruns13) R W Sharples Alexander of Aphrodisias On Fate Text Translation and

Commentary London 1983 Sharples appunto oltre ad approntare un eccellentecommentario al De fato ha riveduto il testo di Bruns proponendo alcune (non molte) congetture sue proprie e avvalendosi sia di Lat (che Bruns non conosceva)sia dei contributi critici post-brunsiani da Sharples apprezzati (e sfruttati) con unacapacitagrave di giudizio superiore a quella che Thillet ha mostrato nella sua edizione

368 Giovann i Zago

drsquoaltro canto sebbene spesso migliore di quello di Thillet14 nonsempre risulta impeccabile come vedremo Dopo oltre un secolocredo rimanga ancora valido purtroppo quanto scriveva il grandeH von Arnim e cioegrave che per il testo del De fato laquoselbst das aufder Oberflaumlche Liegende noch nicht gethan istraquo e che quindi loscritto di Alessandro offre laquoein dankbares Feld textkritischer Be -muumlhungraquo15 Se si considera la notevole importanza storico-filoso-fica del De fato (laquofonte principale per la ricostruzione del dibattitosul determinismo stoicoraquo16) una nuova ediz critica dellrsquoopera ndashedizione che sappia curare le fasi dellrsquoexaminatio e dellrsquoemendatiomeglio di quanto siano stati in grado di fare Bruns Sharples e Thil-let17 ndash appare un urgente desideratum A tale scopo presenterograve orauno spicilegio di mie emendazioni che va considerato come il pri-mo contributo preparatorio in vista appunto di una nuova edizio-ne del De fato che conto (o meglio spero) di portare a termine inun futuro piugrave o meno prossimo

14) Si puograve in effetti concordare con J Mansfeld Mnemosyne 41 1988 416laquothe text as reconstructed by Sharples is much superior to that of Thilletraquo Ri-spetto allrsquoediz di Thillet drsquoaltro canto lrsquoediz di Sharples egrave molto piugrave difficile daconsultare e usare cfr Mansfeld ibidem laquothe publisher was too stingy to print adecent Greek text we must make do with a barely legible xerox of the CAG text ofthe De fato [scil il testo di Bruns] and continuously thumb elsewhere for Sharplesrsquoimportant apparatusraquo Paradossalmente per trovare stampato il testo del De fatostabilito da Sharples bisogna rivolgersi allrsquoedizione di un altro studioso id est a quella di Zierl (Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal uumlbersetzt und kom-mentiert von A Zierl Berlin 1995) che segue Sharples con poche modifiche cfrp 21 laquoder griechische Text kommt im Ergebnis der von Sharples konstituiertenaber nur im Apparat nachgewiesenen Textfassung naheraquo Lrsquoediz di Zierl egrave privaperograve di adnotatio critica

15) H von Arnim Textkritisches zu Alexander von Aphrodisias WS 221900 1 10 Le ragioni che determinano lo stato tuttora insoddisfacente del testo delDe fato sono chiare il De fato egrave scritto in uno stile difficile fortemente ipotatticoricco di parentesi e frequentemente contorto uno stile insomma che puograve respin-gere il critico Emblematica a questo riguardo la dichiarazione di J Dillon JHS105 1985 196 laquoI have no stomach for a critique of Srsquos textraquo (il riferimento egrave al testodel De fato stabilito da Sharples)

16) Cito dal risvolto della sovraccoperta di C Natali (a cura di) Alessandrodi Afrodisia Il destino Milano 1996 Cfr N White PhR 94 1985 131 laquoany philo-sopher with even a mild interest in the history of philosophical discussion of theseissues will certainly find food for thought in Alexanderrsquos treatiseraquo

17) Dico ciograve con il massimo rispetto per il lavoro dei tre studiosi tutti bene-meriti Bruns in quanto primo editore veramente critico del De fato Sharples per ilsuo importante commento Thillet per la pubblicazione di Lat e per il contributoalla recensio ricordato sopra (n 1)

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I

De fato 4 p 75ndash17 Thillet18

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λο-γιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπον γένο ιν -το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgt κατπροαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γινόμεναν ατο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέσεως ( το ι -οτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μντ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως τας τ έχναις λογισμO περ ατνχρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ιτν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ νατο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατν το πο ιοντος γ ίνεταιπερ ατν λογ ισμός

Tale il testo pubblicato da Thillet che egrave inaccettabile per interpun-zione sintassi e senso e che discuterograve (modificandolo) nei puntispaziati In questo caso le edizioni di Bruns e Sharples non sono migliori di quella di Thillet neppure esse offrono infatti una siste-mazione filologicamente accettabile del brano di Alessandro Il testo di Bruns si differenzia da quello di Thillet in quanto Bruns(p 1689 ss) legge οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμεναπάντα κα κατ προαίρεσιν τ3ς τοιαύτης γενέσεως (τοιοτον γρ2 φύσις κα γίνεται μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατφύσεως Qμοίως τας τέχναις λογισμO περ ατν χρωμένης) τ δγινόμενα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα τ3ςγενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός Brunscioegrave in primo luogo opta per la lezione πάντα κα κατ προαίρεσινdi V mentre Thillet pone nel testo (giustamente) πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν ricavando τ da Lat (omnia et que secundumelectionem19) e da Eusebio (= Eus) il quale in Praep ev 6912ndash14p 3304 ss Mras riproduce per intero il luogo del De fato di cui cistiamo occupando (p 75ndash17 Th) e appunto legge nel tratto che

18) I capitoli del De fato non sono mai stati suddivisi in paragrafi numeratisarebbe naturalmente opportuno che il futuro editore operasse tale suddivisione

19) Con ogni probabilitagrave lrsquoesemplare greco del traduttore latino (Guglielmodi Moerbeke) recava πάντα κα τ κατ προαίρεσιν Non si puograve categoricamen-te escludere tuttavia che il traduttore stesso abbia inserito τ (que) per congetturae che quindi la fonte greca di Lat concordasse con V nellrsquoomettere lrsquoarticolo Ad ognimodo la lezione (o congettura) di Lat che pare necessaria alla luce della posizionedel precedente τε (τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα) egrave confermata ndash lo vedre-mo tra pochissimo ndash da Eusebio

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ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

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va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 5: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

368 Giovann i Zago

drsquoaltro canto sebbene spesso migliore di quello di Thillet14 nonsempre risulta impeccabile come vedremo Dopo oltre un secolocredo rimanga ancora valido purtroppo quanto scriveva il grandeH von Arnim e cioegrave che per il testo del De fato laquoselbst das aufder Oberflaumlche Liegende noch nicht gethan istraquo e che quindi loscritto di Alessandro offre laquoein dankbares Feld textkritischer Be -muumlhungraquo15 Se si considera la notevole importanza storico-filoso-fica del De fato (laquofonte principale per la ricostruzione del dibattitosul determinismo stoicoraquo16) una nuova ediz critica dellrsquoopera ndashedizione che sappia curare le fasi dellrsquoexaminatio e dellrsquoemendatiomeglio di quanto siano stati in grado di fare Bruns Sharples e Thil-let17 ndash appare un urgente desideratum A tale scopo presenterograve orauno spicilegio di mie emendazioni che va considerato come il pri-mo contributo preparatorio in vista appunto di una nuova edizio-ne del De fato che conto (o meglio spero) di portare a termine inun futuro piugrave o meno prossimo

14) Si puograve in effetti concordare con J Mansfeld Mnemosyne 41 1988 416laquothe text as reconstructed by Sharples is much superior to that of Thilletraquo Ri-spetto allrsquoediz di Thillet drsquoaltro canto lrsquoediz di Sharples egrave molto piugrave difficile daconsultare e usare cfr Mansfeld ibidem laquothe publisher was too stingy to print adecent Greek text we must make do with a barely legible xerox of the CAG text ofthe De fato [scil il testo di Bruns] and continuously thumb elsewhere for Sharplesrsquoimportant apparatusraquo Paradossalmente per trovare stampato il testo del De fatostabilito da Sharples bisogna rivolgersi allrsquoedizione di un altro studioso id est a quella di Zierl (Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal uumlbersetzt und kom-mentiert von A Zierl Berlin 1995) che segue Sharples con poche modifiche cfrp 21 laquoder griechische Text kommt im Ergebnis der von Sharples konstituiertenaber nur im Apparat nachgewiesenen Textfassung naheraquo Lrsquoediz di Zierl egrave privaperograve di adnotatio critica

15) H von Arnim Textkritisches zu Alexander von Aphrodisias WS 221900 1 10 Le ragioni che determinano lo stato tuttora insoddisfacente del testo delDe fato sono chiare il De fato egrave scritto in uno stile difficile fortemente ipotatticoricco di parentesi e frequentemente contorto uno stile insomma che puograve respin-gere il critico Emblematica a questo riguardo la dichiarazione di J Dillon JHS105 1985 196 laquoI have no stomach for a critique of Srsquos textraquo (il riferimento egrave al testodel De fato stabilito da Sharples)

16) Cito dal risvolto della sovraccoperta di C Natali (a cura di) Alessandrodi Afrodisia Il destino Milano 1996 Cfr N White PhR 94 1985 131 laquoany philo-sopher with even a mild interest in the history of philosophical discussion of theseissues will certainly find food for thought in Alexanderrsquos treatiseraquo

17) Dico ciograve con il massimo rispetto per il lavoro dei tre studiosi tutti bene-meriti Bruns in quanto primo editore veramente critico del De fato Sharples per ilsuo importante commento Thillet per la pubblicazione di Lat e per il contributoalla recensio ricordato sopra (n 1)

369Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

I

De fato 4 p 75ndash17 Thillet18

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λο-γιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπον γένο ιν -το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgt κατπροαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γινόμεναν ατο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέσεως ( το ι -οτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μντ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως τας τ έχναις λογισμO περ ατνχρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ιτν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ νατο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατν το πο ιοντος γ ίνεταιπερ ατν λογ ισμός

Tale il testo pubblicato da Thillet che egrave inaccettabile per interpun-zione sintassi e senso e che discuterograve (modificandolo) nei puntispaziati In questo caso le edizioni di Bruns e Sharples non sono migliori di quella di Thillet neppure esse offrono infatti una siste-mazione filologicamente accettabile del brano di Alessandro Il testo di Bruns si differenzia da quello di Thillet in quanto Bruns(p 1689 ss) legge οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμεναπάντα κα κατ προαίρεσιν τ3ς τοιαύτης γενέσεως (τοιοτον γρ2 φύσις κα γίνεται μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατφύσεως Qμοίως τας τέχναις λογισμO περ ατν χρωμένης) τ δγινόμενα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα τ3ςγενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός Brunscioegrave in primo luogo opta per la lezione πάντα κα κατ προαίρεσινdi V mentre Thillet pone nel testo (giustamente) πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν ricavando τ da Lat (omnia et que secundumelectionem19) e da Eusebio (= Eus) il quale in Praep ev 6912ndash14p 3304 ss Mras riproduce per intero il luogo del De fato di cui cistiamo occupando (p 75ndash17 Th) e appunto legge nel tratto che

18) I capitoli del De fato non sono mai stati suddivisi in paragrafi numeratisarebbe naturalmente opportuno che il futuro editore operasse tale suddivisione

19) Con ogni probabilitagrave lrsquoesemplare greco del traduttore latino (Guglielmodi Moerbeke) recava πάντα κα τ κατ προαίρεσιν Non si puograve categoricamen-te escludere tuttavia che il traduttore stesso abbia inserito τ (que) per congetturae che quindi la fonte greca di Lat concordasse con V nellrsquoomettere lrsquoarticolo Ad ognimodo la lezione (o congettura) di Lat che pare necessaria alla luce della posizionedel precedente τε (τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα) egrave confermata ndash lo vedre-mo tra pochissimo ndash da Eusebio

370 Giovann i Zago

ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 6: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

369Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

I

De fato 4 p 75ndash17 Thillet18

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λο-γιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπον γένο ιν -το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgt κατπροαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γινόμεναν ατο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέσεως ( το ι -οτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μντ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως τας τ έχναις λογισμO περ ατνχρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ιτν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ νατο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατν το πο ιοντος γ ίνεταιπερ ατν λογ ισμός

Tale il testo pubblicato da Thillet che egrave inaccettabile per interpun-zione sintassi e senso e che discuterograve (modificandolo) nei puntispaziati In questo caso le edizioni di Bruns e Sharples non sono migliori di quella di Thillet neppure esse offrono infatti una siste-mazione filologicamente accettabile del brano di Alessandro Il testo di Bruns si differenzia da quello di Thillet in quanto Bruns(p 1689 ss) legge οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμεναπάντα κα κατ προαίρεσιν τ3ς τοιαύτης γενέσεως (τοιοτον γρ2 φύσις κα γίνεται μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατφύσεως Qμοίως τας τέχναις λογισμO περ ατν χρωμένης) τ δγινόμενα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα τ3ςγενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός Brunscioegrave in primo luogo opta per la lezione πάντα κα κατ προαίρεσινdi V mentre Thillet pone nel testo (giustamente) πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν ricavando τ da Lat (omnia et que secundumelectionem19) e da Eusebio (= Eus) il quale in Praep ev 6912ndash14p 3304 ss Mras riproduce per intero il luogo del De fato di cui cistiamo occupando (p 75ndash17 Th) e appunto legge nel tratto che

18) I capitoli del De fato non sono mai stati suddivisi in paragrafi numeratisarebbe naturalmente opportuno che il futuro editore operasse tale suddivisione

19) Con ogni probabilitagrave lrsquoesemplare greco del traduttore latino (Guglielmodi Moerbeke) recava πάντα κα τ κατ προαίρεσιν Non si puograve categoricamen-te escludere tuttavia che il traduttore stesso abbia inserito τ (que) per congetturae che quindi la fonte greca di Lat concordasse con V nellrsquoomettere lrsquoarticolo Ad ognimodo la lezione (o congettura) di Lat che pare necessaria alla luce della posizionedel precedente τε (τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα) egrave confermata ndash lo vedre-mo tra pochissimo ndash da Eusebio

370 Giovann i Zago

ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

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40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 7: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

370 Giovann i Zago

ora specificamente ci interessa πάντα κα τ κατ προαίρεσιν20

Bruns inoltre a differenza di Thillet considera parentetica tutta lapericope τοιοτον γρ 2 φύσις χρωμένης e scrive allrsquointerno di tale pericope κα γίνεται (congettura21) invece di κα γίνεσθαιlezione di V di Lat (et fieri) e di Eus preferita da Thillet22 Bruns in-fine nellrsquoultima parte del brano interpunge τν ποιοσαν λλrsquo οκν ατος κα (virgola dopo ποιοσαν dunque) laddove Thilletpunteggia τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατος κα κτλ

Il testo di Sharples a quanto si desume dalla nota critica dellostudioso (p 237) differisce a sua volta da quello di Bruns percheacuteSharples come Thillet23 legge πάντα κα ltτgt κατ προαίρεσινSharples poi nella parte finale del brano che stiamo analizzandoadotta la congettura di Donini24 τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν ατοςκα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός

Io discordo da tutti e tre gli editori e ndash come ho accennato ndashmodificherograve il testo di Thillet nei punti sopra spaziati dei quali oradiscuterograve in dettaglio Per prima cosa nel periodo che apre il seg-mento trascritto (De fato 4 p 75 ss Th) la lezione corretta egravesenzrsquoaltro γένοιτο (Eus Orelli) e non γένοιντο (V Bruns SharplesThillet) cfr il contesto (στι γίνεται γίνεται) da cui si desu-me che Alessandro intendeva rappresentare τ κατ λόγον γινόμε-να laquoals eine einheitliche Masseraquo25 Il contesto quindi ovviamentelascia preferire γένοιτο e cosigrave pure lrsquousus scribendi nel De fato alneutro plurale si lega regolarmente infatti il verbo al singolare26

Quanto al secondo tratto spaziato nella nostra trascrizione deltesto di Thillet (ν ατος) io credo sia senzrsquoaltro opportuno muta-re lo spirito del pronome e quindi scrivere (come del resto giagrave face-va Orelli) ν αLτος (riflessivo) E lo stesso bisogneragrave fare anche nel

20) Come si egrave detto (n 13) Bruns non conosceva Lat la cui editio princeps ndashripetiamo (cfr n 2) ndash egrave del 1963 a Bruns era ben nota drsquoaltro canto la lezione di Eus

21) Per la precisione congettura presente nella seconda ediz del De fato cu-rata da V Trincavelli Venezia B Zanetti 1536 ndash ediz siglata da Bruns (e da Sharples)come a2 da Thillet come Trincavelli2

22) Lrsquoapparato di Thillet ndash si osservi ndash ignora la congettura di Trincavelli223) E cfr anche P L Donini Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afro-

disia RFIC 97 1969 302 Citerograve questo importante articolo nel seguito del mio lavoro come laquoDoniniraquo

24) Donini ibid25) K-G I p 6426) Thillet non menziona il γένοιτο di Eus neppure in apparato

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

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siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 8: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

371Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

caso dellrsquoultima pericope spaziata ove in luogo di ν ατος (Orel-li Bruns Sharples Thillet) io leggerei appunto ν αLτος Analo-gamente anche in De fato 19 p 3911 Th il futuro editore dovragravescrivere ndash credo ndash ν αLτος (ν ατος Orelli Bruns Sharples Thil-let) e cosigrave pure in De fato 36 p 6824 Th (ν αLτος ego in seipsisLat ν ατος V post correctionem Orelli Bruns Sharples Thil-let ατος omisso ν V) Taccio di altri luoghi che sarebbe pedan-tesco elencare e che potranno essere individuati senza sforzo

Fatta questa digressione torniamo al nostro passo (p 75 ssTh) riprendendo dalla terza pericope spaziata io modificherei il tes -to di Thillet come segue (711 ss) ( το ιοτον γρ 2 φύσις ) καγ ίνεσθαι μν κατ τάξιν τινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεωςQμοίως τος τεχν lt ί τ gtαις λογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γι-νόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χει ltν gt τν ρχντ3ς κινήσεως κα τν αPτίαν τν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτος κα τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος 2γε σθαι περατν λογισμόν Leggerei cioegrave come detto ν αLτος togliereiil punto in alto dopo la parentesi (τοιοτον γρ 2 φύσις) correggereiτας τέχναις in τος τεχνltίτgtαις (sono gli artefici che compiono un ra-gionamento non le tecniche) Scriverei poi χειltνgt in luogo del tragrave-dito χει (V Lat ndash habent ndash Eus editori) dal punto di vista sintat -tico egrave necessario infatti un infinito percheacute la frase τ δ γινόμενακατ τέχνην χειltνgt κτλ egrave retta da τO e correlata a τ μν φύσειγινόμενα χειν κτλ Ma se si scrive χειltνgt allora bisogna interve-nire anche sul predicato verbale e sul soggetto della frase coordinatasusseguente (κα τ3ς γενέσεως κτλ) cosigrave da renderla unrsquoinfinitivacome richiesto dalla sintassi quindi λογισμός va corretto in λογι-σμόν e 2γεται (Eus Orelli27 γίνεται V Bruns Sharples Thillet28)

27) Da notare che Eus seguito da Orelli interpola un Q nella frase κα τ3ς γε-νέσεως κτλ leggendo κα τ3ς γενέσεως ατν Q το ποιοντος 2γεται περ ατνλογισμός Dico laquointerpolaraquo percheacute ndash come mi fa osservare il prof Manuwald ndash sullabase del contesto egrave preferibile che si dica laquoun ragionamentoraquo (λογισμός senza arti-colo lezione di V) piuttosto che laquoil ragionamentoraquo (Q λογισμός lezione di Eus)cfr lrsquooccorrenza del sostantivo λογισμός di poco precedente (4 p 713 Thillet λο-γισμO περ ατν senza articolo)

28) Lat rende cosigrave lrsquoenunciato κα λογισμός et de generatione ipsorum faciens ip sa habet ratiocinationem de ipsis Forse che il perduto ms greco del traduttore latino recava κα περ τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος ατ Oppure i vocaboli spaziati (de περ ipsa ατ) assenti in V e in Eus sono mereinterpolazioni del traduttore O forse de generatione ipsorum non implica alcunainterpolazione ma deriva semplicemente da τ3ς γενέσεως ατν inteso dal tradut-

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

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siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 9: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

372 Giovann i Zago

va corretto in 2γεσθαι29 Ritengo che per emendare il passo si deb-ba partire dallrsquo2γεται di Eus e non dal γίνεται di V (che andrebbeeventualmente corretto in γίνεσθαι) percheacute si capisce bene come2γεται si sia potuto corrompere in γίνεται (per influsso cioegrave delleprecedenti numerose occorrenze del verbo γίνεσθαι e del sostantivoγένεσις) laddove il processo contrario (γίνεται 2γεται) sarebbemolto piugrave difficilmente spiegabile (egrave perograve vero che poco dopo ndash Defato 4 p 720 Th ndash viene usato lrsquoavverbio προηγουμένως30) In se-condo luogo 2γεται (da correggere in 2γεσθαι) dagrave un senso affat-to accettabile e congruo ndash laquoder Gedanke des Wirkenden geht ihremEntstehen als Fuumlhrer voranraquo31 ndash mentre γίνεται (da correggere inγίνεσθαι) risulta laquodifficilmente costruibileraquo32 tanto che Donini33

seguito da Sharples ha sentito il bisogno di integrare ndash giagrave lo si egrave detto ndash il testo di V scrivendo κα τ3ς γενέσεως ατν ltαRτιον Qgt τοποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός34

tore latino (Guglielmo di Moerbeke) come un laquogenitivo di referenzaraquo e cioegrave comeunrsquoespressione equivalente a περί + genitivo (vd infra n 34) Non chiara risultainoltre lrsquoorigine di habet ratiocinationem Mi chiedo se il modello greco di Lat nontramandasse χεται λογισμός corruttela di 2γεται λογισμός (a sua volta lsaquoVer-schlimmbesserungrsaquo di 2γεσθαι λογισμόν cfr la n seguente)

29) Ipotizzo che le corruttele 2γεσθαι 2γεται λογισμόν λογισμόςsiano Verschlimmbesserungen dopo la mutazione di χειν in χει causata dallasemplice caduta di una lettera egrave facile pensare che un copista sia intervenuto consa-pevolmente sul testo nel tentativo di sistemare la sintassi Nel codice V come orameglio vedremo la Verschlimmbesserung 2γεται conservata da Eus si egrave poi ulte-riormente corrotta in γίνεται

30) προηγουμένως Eus B2 editori προηγουμένων V Lat B31) Schulthess citato da Orelli 265 n 2232) Cfr Donini 302 Thillet traduce laquodans leur geacuteneacuteration intervient de la

part de leur agent une reacuteflexionraquo ma si tratta di una traduzione forzata percheacuteγίνεσθαι + genitivo non significa laquointervenire inraquo ma piuttosto laquoentrare a far partediraquo etc (per γίνεσθαι + gen vd LSJ sv γίγνομαι II3a K-G I pp 371 ss)

33) Donini ibidem34) Appaiono in imbarazzo di fronte al testo di V (κα τ3ς γενέσεως ατν

το ποιοντος γίνεται περ ατν λογισμός) anche alcuni traduttori cinquecenteschie seicenteschi del De fato mi riferisco al Grotius (cit sopra n 11) noncheacute a Bago-linus padre e Bagolinus figlio Alexandri Aphrodisiensis De fato H Bagolino Ve-ronensi patre et IB filio interpretibus Venetiis 1541 lavoro che io consulto in unaristampa veneziana del 1549 (non ho invece visto la versione curata dal solo H Ba-golinus Veronae 1516 per le traduzioni umanistiche e post-umanistiche del De fatocfr ndash da ultimo ndash C Vecce AION ndash Sez Romanza 32 1990 103 ss idem in CatTransl et Comm 7 1992 297 s) Il Grotius traduce il nostro passo in questo modo(p 151) praeterea ad ea producenda causa [sic] opifex rationis examen adhibet ecosigrave rendono dal canto loro i Bagolini (p 28 verso col a) et pro ipsorum gene-

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 10: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

373Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Milita a favore della presenza di una voce del verbo 2γεσθαιnel nostro passo infine un parallelo (mai rilevato credo) alludo aPl Phileb 27a5 s 2γεται μν τ ποιον ε κατ φύσιν τ δ ποι-ούμενον πακολουθε γιγνόμενον κείνT (ove perograve 2γεται ha un significato in primo luogo temporale e non egrave quindi perfettamenteassimilabile allrsquo2γεσθαι che Alessandro a nostro parere ha usato)

Per concludere insomma restaurerei e interpungerei De fato4 p 75ndash17 Th in questo modo

Jστι δ κατ λόγον γινόμενα Kσα Lπ τν ποιούντων ατ γίνεται λογιζομένων τε περ ατν κα συντιθέντων καθrsquo Iν Bν τρόπονγένο ι το Οτως γίνεται τά τε κατ τς τέχνας γινόμενα πάντα κα ltτgtκατ προαίρεσιν N διαφέρει τν γινομένων φύσει τO τ μν φύσει γι-νόμενα ν αLτο ς χειν τν ρχήν τε κα αPτίαν τ3ς τοιαύτης γενέ-σεως (το ιοτον γρ 2 φύσις ) κα γ ίνεσθαι μν κατ τάξιντινά ο μν τ3ς ποιούσης ατ φύσεως Qμοίως το ς τ εχν lt ί τ gtαιςλογισμO περ ατν χρωμένης τ δ γινόμενα κατ τέχνην τε κα προαίρεσιν ξωθεν χε ι ltν gt τν ρχν τ3ς κινήσεως κα τν αPτίαντν ποιοσαν λλrsquo οκ ν αLτο ς κα τ3ς γ ενέσεως ατντο πο ιοντος 2γε σθαι περ ατν λογ ισμόν

Unrsquoosservazione ora su Lat Stando allrsquoediz di Lat curata da Thil-let (cit sopra [n 2]) la resa del segmento οτως τ3ς τοιαύτης γε-νέσεως egrave la seguente (p 6822 ss Th) sic que fiunt et que secun-dum artes fiunt omnia et que secundum electionem que differunt abhiis que fiunt natura eo quod que quidem natura fiunt in ipsis ha-bent principium et causam talis generationis Come interpretare ilque evidenziato che non trova riscontro neacute in V neacute in alcuno dei

ratione agens de ipsis ratiocinatur Tali versioni sembrano presupporre un testo ri-toccato qualcosa come κα ltνεκαgt τ3ς γενέσεως ατν το ποιοντος γίνεται περατν λογισμός Lrsquounica interpretazione che consentirebbe a mio avviso di non in-tegrare il testo di V (cioegrave appunto il testo con γίν-) sarebbe intendere τ3ς γενέσεωςατν come un genitivo di referenza ndash tipo di genitivo per cui vd R Renehan OnSome Genitives and a Few Accusatives in Aristotle A Study in Style Hermes 1251997 157 laquoAristotle frequently employs an initial genitive without prepositionor other governance serving as a more or less independent colon and performingmuch the same function as a περί phrase This is the so-called genitive of ldquorespectrdquoor ldquoreferencerdquoraquo (e cfr anche sopra n 28) La frase di Alessandro (cosigrave come V la tra-manda) dunque significherebbe laquoe con riferimento alla generazione di questecose avviene un ragionamento da parte dellrsquoagente intorno ad esseraquo Una simile interpretazione appare perograve problematica alla luce dellrsquoidiomaticitagrave del nesso γίνε-σθαι + genitivo (vd sopra n 32) infatti sembra improbabile che lrsquoautore potesseattribuire a τ3ς γενέσεως ατν la funzione di un colon a seacute stante e non quella diun genitivo retto da γίνεται (immo γίνεσθαι)

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 11: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

374 Giovann i Zago

codd greci recenziori e neppure nella tradizione indiretta (Eus)Una prima ipotesi egrave che siamo di fronte a un lapsus del traduttoreuna sorta di erronea anticipazione dei molti que susseguenti cherendono τ e 6 (e cfr anche la traduzione di τν ab hiis que) Manon egrave impossibile che tale que derivi da un τε enclitico (nel qualcaso in Lat bisognerebbe leggere sicque e non sic que come fa Thil-let) non egrave impossibile dunque che la lezione del perduto modellogreco di Lat fosse οτως τε γίνεται κτλ Molti periodi del De fato ndashsi noti ndash sono introdotti da τε (ad es p 117 Th) Questa possibi-litagrave andrebbe registrata ndash credo ndash nellrsquoapparato critico di una nuovaediz dello scritto di Alessandro

II

De fato 8 p 1419 ss Thillet

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς35 πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προ -ηγουμένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκά-στου τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημένον χοντος οYUντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέσθαι τO μηδνμν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινοςτ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνομα τ γρ μ ναι -ρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκης γίνεσθαι τιθεμένου μηδτν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένων στν Qμοίως αLτούς τεκα τοAς κούοντας ατν

Questo il testo stabilito da Thillet che non egrave accettabile Io leggerei

Uντων δ τν π τύχης τε κα ατομάτως γινομένων τοιούτων )ς μγίνεσθαι κατ προηγουμένην αPτίαν πς Bν σVζοιτό τι τν προει-ρημένων καθrsquo οWς πάντα προηγησαμένοις τισν αPτίοις (κα προηγου-μένοις ξ νάγκης) στι τε τ Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Xκάστουltτν τ ε Uντων κα gt τν γ ινομένων αRτιόν τι προκαταβεβλημέ-νον χοντος οY Uντος γεγονότος νάγκη κα ατ εHναι γενέ -σθαι τ ltδ gt μηδν μν σVζοντας τν προε ιρημένων κατ rsquo $λλου δέ τ ινος τ τ3ς τύχης νομοθετήσαντας Uνο -μα τO [ γρ] μ ναιρε σθαι κενο Lπ το πάντα ξ νάγκηςγίνεσθαι τιθεμένου μηδ τν τύχην ναιρεσθαι λέγειν σοφιζομένωνστν Qμοίως αLτούς τε κα τοAς κούοντας ατν

35) Il riferimento egrave ai deterministi (come diremo infra n 58 i principali ber-sagli della polemica anti-deterministica di Alessandro sono gli Stoici)

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 12: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

375Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Lrsquointegrazione Xκάστου ltτν τε Uντων καgt τν γινομένων che mipare necessaria per ridare equilibrio al periodo egrave mia36 La secondapericope evidenziata egrave stata rettamente intesa restaurata e punteg-giata invece da von Arnim (SVF 2968)37 seguito da Sharples Sinoti che la sintassi e il contenuto del complicato periodo τ ltδgt κούοντας ατν trovano nel De fato uno stretto parallelo chevon Arnim non rileva cfr sect 7 p 1216 ss Th ndash luogo che necessitaanchrsquoesso di un ritocco Kτι μν γρ παρ τ ναργ338 δ3λον κ τοπεπιστεσθαι μν σχεδν Lπ πάντων Pδιωτν τε κα φιλοσόφων τγίνεσθαί τινα κα ατομάτως κα π τύχης εHναι δέ39 τινα τν γι-νομένων κα νδεχομένως γινόμενα κα χειν τιν χώραν ν τοςοσιν κα τ μηδν μltλλον τόδε τοδε τούτων δ μηδν σVζεσθαικατ τοAς ξ νάγκης πάντα γίνεσθαι λέγοντας εR γε σVζει μνατ τ φrsquo ο^ς σημαινομένοις τ 0νόματα τατα κεσθαι πεπίσ -τευται τατα μ κινεν ο γρ τ $λλα τιν Lποβάλλονταltςgt [supplevi] σημαινόμενα τος 0νόμασιν δι το μένειν κενα μέ-νειν 2γεσθαι κα τ προειρημένα σTζόντων στ τ κείμενα Ογρ σVζεται τ γίνεσθαί τινα π τύχης κτλ

III

De fato 13 p 273 ss Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος ( τO βαρύτητα μν χειν ατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύ-σ ιν Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθTσυντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι) πάν -τως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότεο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]40 παρόντων λλ κα

36) Nel tratto immediatamente precedente Lucarini 129 ha suggerito unapiccola trasposizione πάντα στ τά τε Uντα κα τ γινόμενα γίνεται Dellrsquointer-vento di Lucarini io perograve non capisco il senso

37) Cfr anche von Arnim art cit sopra (n 15) 2 ss38) Il riferimento egrave anche qui alla dottrina dei deterministi (e in particolare

degli Stoici) secondo la quale tutto avviene per necessitagrave e fato39) Questo δέ egrave copulativo e unisce il segmento εHναι τοδε a τ γίνεσθαί

τινα κα ατομάτως κα π τύχης Il δέ correlativo rispetto al μέν del segmento κτο πεπιστεσθαι μν φιλοσόφων egrave invece il δέ della pericope τούτων δ μηδνσVζεσθαι κτλ (ove σVζεσθαι egrave retto ndash cosigrave come πεπιστεσθαι ndash da κ το)

40) Thillet in apparato attribuisce a Bruns la palmare espunzione di μBruns stesso tuttavia nella propria adnotatio critica notava che giagrave nella prima edi-

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 13: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

376 Giovann i Zago

ξ νάγκης κ ινε σθαι τότε κα γίνεσθαι τν τοιαύτην κίνησιν Lπτ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Anche in questo caso il testo di Thillet non puograve essere accolto Essova emendato e completamente ripunteggiato Per sanarlo due so-luzioni appaiono possibili La prima implica tre interventi conget-turali ovverosia nel primo tratto evidenziato integrare τO ltγρgtβαρύτητα (von Arnim SVF 2979) nel secondo leggere ταύτην δrsquoεHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt [suppl B2]41

nel terzo punto spaziato correggere infine il tragravedito κινεσθαι inκινουμένT ndash correzione palmare per ragioni sintattiche42 Scrivereidunque modificando anche lrsquointerpunzione di Thillet

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO ltγρ gt βαρύτητα μν χεινατν ν αLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεωςκατ φύσιν ltαPτ ίαν gt Kταν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατφύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκεν φέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα ταRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων[μ] παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαιτν τοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

La soluzione alternativa egrave correggere Kταν in aστrsquo Bν (Schwartzapud Gercke43) senza integrare τO ltγρgt βαρύτητα ma continuan-do ad operare gli altri due restauri di cui si egrave detto sopra In tal casodunque bisogna leggere e punteggiare

zione di Trincavelli ndash id est nellrsquoaldina del 1534 (siglata come a1 da Bruns e Sharplese come Trincavelli1 da Thillet) ndash la negazione risultava omessa E stando allrsquoappara-to di Sharples (p 246) anche lrsquoediz londinese del 1658 (Lond) la ometteva Prima diBruns inoltre ritenevano che il μ tra τούτων e παρόντων andasse espunto Orelli eGercke op cit infra (n 43) dopo Bruns oltre Sharples e Thillet hanno approvatolrsquoespunzione anche von Arnim (SVF 2979) Long e Sedley The Hellenistic Philo-sophers II 62G e Zierl ediz cit sopra (n 14)

41) Improbabile in quanto anti-economico il restauro di Bruns che postuladue lacune ταύτην δrsquo εHναι ltτνgt [suppl Bruns] τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσινltαPτίανgt [suppl B2] Inoltre come mi fa osservare il prof Manuwald in questo contes -to non egrave opportuno che αPτίαν abbia lrsquoarticolo la βαρύτης non egrave laquola causaraquo tout courtdella caduta della pietra sibbene la causa interna inerente alla natura della pietra stes-sa ndash causa cui si devono aggiungere necessariamente cause esterne (τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα) percheacute la caduta si verifichi

42) Nel proporre tale correzione ipotizzo che κινουμένT si sia corrotto inκινεσθαι per influsso del κινεσθαι di poco precedente

43) A Gercke Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885fr 112 pp 733 s

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

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siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 14: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

377Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Μήτε γρ τν λίθον εP π ψους φεθείη τινός δύνασθαι μ φέρε-σθαι κάτω μηδενς μποδίζοντος τO βαρύτητα μν χειν ατν ναLτO ταύτην δ rsquo ε Hναι τ3ς το ιαύτης κ ινήσεως κατ φύσινltαPτ ίαν gt aστ rsquo Bν κα τ ξωθεν αRτια τ πρς τν κατ φύσιν κίνησιν τO λίθT συντελοντα παρ` ξ νάγκης τν λίθον )ς πέφυκενφέρεσθαι πάντως δrsquo ατO κα ξ νάγκης παρεναι τατα τ αRτια διrsquo N κινεται τότε ο μόνον μ δυναμένT μ κινεσθαι τούτων [μ]παρόντων λλ κα ξ νάγκης κ ινουμένT τότε κα γίνεσθαι τντοιαύτην κίνησιν Lπ τ3ς εμαρμένης δι το λίθου

Prima di concludere questa parte del nostro articolo unrsquoannota-zione su come Lat rende il passo greco appena esaminato In Lat(p 7942 Th) egrave tragravedito non solum non potente non moveri Ora se-condo Thillet ndash ediz del testo greco di De fato 13 p 27 app crit ndashpotente renderebbe δυναμένT lezione del perduto modello grecodi Lat Egrave piugrave probabile perograve a mio avviso che potente renda δυ-ναμένου44 dal traduttore latino (Guglielmo di Moerbeke) intesocome un genitivo assoluto cui far corrispondere un abl assoluto45

Ad ogni modo qualunque fosse il testo della perduta fonte greca di Lat egrave sicuro per ragioni sintattiche che Alessandro abbia scrittoδυναμένT lezione del cod H (su cui vd sopra n 6) la quale trovasostegno anche in V che reca δυναμένων con una ι soprascritta allaterza ν Sbagliano dunque Bruns von Arnim e Sharples che leg-gono δυνάμενον (congettura46) Bene invece Orelli Gercke non-cheacute Long e Sedley The Hellenistic Philosophers II 62G che stam-pano appunto δυναμένT47

44) Si noti che δυναμένου oltre a essere secondo noi lezione dellrsquoantigrafogreco di Lat egrave anche correzione effettuata da B2 (δυναμένων B)

45) In Lat il genitivo assoluto viene di norma reso infatti con lrsquoablativo as-soluto vd Thillet ediz di Lat cit sopra (n 2) 48

46) Congettura presente in entrambe le edizioni trincavelliane (su cui cfr sopra nn 21 40)

47) Nellrsquoeditare il passo che stiamo analizzando Long e Sedley ibidem hanno accolto peraltro il supplemento di von Arnim τO ltγρgt βαρύτητα e quello di B2 ταύτην δrsquo εHναι τ3ς τοιαύτης κινήσεως κατ φύσιν ltαPτίανgt Hanno inoltregiustamente espunto il μ tragravedito tra τούτων e παρόντων Non hanno compresotuttavia che nella pericope ξ νάγκης κινεσθαι τότε la παράδοσις contiene unacorruttela ndash corruttela che noi abbiamo sanato

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 15: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

378 Giovann i Zago

IV

De fato 19 p 407 ss Thillet

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων [scil gli Stoici] μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσκα ατο συγγνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόν -των Ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποι-οσιν Dν Rσως ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσε -ως τ3ς ν ατο ς οδν ο ^όν τ rsquo στ ν μαθόντας πο ι3σαι κα τ ί ς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος48 ltεRηgt49

Cosigrave Thillet sul cui testo egrave intervenuto nel secondo tratto spazia-to Lucarini pp 130 s Per prima cosa Lucarini rifiuta μαθόνταςlaquoinfelice congettura di Thillet pel tragravedito λαθόνταςraquo e suggeriscedi leggere Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λαχόν-τας ltμ gt ποι3σαι (λαχόντας iam Gercke50 μ suppl Lucarini) Insecondo luogo Lucarini rispetto al testo di Thillet propone di cor-reggere κα τίς οκ Bν (lezione tragravedita) in κα τίς ον Bν

Nulla da eccepire sulla seconda proposta di Lucarini51 non miconvince al contrario il primo restauro Esso crea ndash si osservi ndash untesto sintatticamente inaccettabile Mi pare evidente infatti che ilsegmento ο γρ ποι3σαι sia costruito secondo la cosiddettalaquolegge di Hammelrathraquo (vd sopra n 9) e cioegrave che i due enunciatiche lo compongono (ο γρ Lπc φυλάξασθαι e λλrsquo Lπ ποι3σαι) abbiano un elemento comune ovverosia il predicato (ποι-οσιν N ποιοσιν) e che tale elemento comune ndash conformementeappunto alla legge di Hammelrath ndash Alessandro lo abbia posto nelprimo enunciato52 Per avere una sintassi accettabile bisognerebbeipotizzare dunque non solo la caduta di μd ma anche la caduta di

48) αRτιος H Trincavelli2 Lond Orelli Thillet αRτιον V49) Suppl Thillet (sed fortasse nihil supplendum cfr K-G I p 42)50) Chrysippea (cit n 43) fr 134 p 74251) Si noti che la presenza di ον era giagrave prevista da altre (nel complesso

improbabilissime) ricostruzioni testuali ignorate dallrsquoapparato di Thillet In luogodella lezione di V (κα τίς οκ Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον) Lond infattireca stando allrsquoapparato di Sharples eτις ον ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιοςOrelli e Gercke (ibidem) dal canto loro congetturavano rispettivamente eτις ονατος τν Eμαρτανομένων αRτιος e eτις ον ν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιον

52) Che Alessandro avesse cosigrave articolato il passo fu intuito giagrave da Bruns ilquale pur accogliendo a testo la παράδοσις del segmento λλrsquo Lπ ποι3σαι sen-za correzioni o integrazioni scriveva in apparato laquofortasse ltfνgt οδν λαθόν -ταςraquo

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 16: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

379Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

un pronome relativo tra ατος e οδgν un pronome naturalmen-te riferito a φύσεως e retto dal participio λαχόντας divinato daGercke Inoltre anche dal punto di vista del senso si puograve trovare ndashcredo ndash una soluzione migliore La strada giusta da percorrere egrave stata indicata da Hackforth che legge il periodo introdotto da ογρ in questo modo ο γρ Lπό τινος ξωθεν καταναγκάζοντοςατοAς ποιοσιν N ποιοσιν ο ^ον Rσως ν3ν ατος κα φυλάξα-σθαι λλrsquo π τ3ς φύσεως τ3ς ν ατος οδν ο^όν τrsquo στν λυ-θέντας ποι3σαι κα α P τ ίας οδν οδ rsquo ν ατο ς το ςEμαρτανομένο ι ς $ξ ιον 53 Hackforth cioegrave corregge lrsquoDν di V(conservato da Orelli Gercke Bruns e Thillet54) in ο^ον (riferito aτινος) corregge Lπ (V Orelli Gercke Bruns Thillet55) in πemenda il tragravedito λαθόντας in λυθέντας e riscrive totalmente in-fine la frase κα τίς κτλ Lasciamo per il momento da parte lrsquointer-vento su Dν concentrandoci sulle altre congetture di Hackforth Vasenzrsquoaltro respinta la proposta di correggere Lπ in π tale con-gettura distrugge infatti il parallelismo Lπό τινος ξωθεν καταναγ -κάζοντος Lπ τ3ς φύσεως che scandisce la bipartizione del seg-mento sintattico in questione (ο γρ ποι3σαι) evidentementecostruito come si egrave visto secondo la laquolegge di Hammelrathraquo Egravechiaro poi che la riscrittura del segmento κα τίς κτλ proposta daHackforth risulta filologicamente inammissibile nettamente mi-gliore egrave il testo di Thillet Lucarini Nel correggere λαθόντας inλυθέντας drsquoaltro canto mi pare che Hackforth abbia avuto unrsquoin-tuizione brillante56 A giustificare lrsquoemendazione λυθέντας Hack -forth osserva laquothe notion of secrecy (λαθόντας) is irrelevant butit would be as natural for Alex to twit the Stoics [cioegrave i principalibersagli polemici di Alessandro vd infra n 57] with putting menin bondage to their own immanent nature as it is for Oenomaus tocomplain that Chrysippus 2μίδουλον πινοε τ κάλλιστον τννθρωπίνων πιδεξαι (von Arnim SVF 2978)raquo Il parallelo con la

53) R Hackforth Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis Defato CQ 40 1946 39 I restauri di Hackforth al periodo introdotto da ο γρ sonoaccettati in toto da Sharples a sua volta seguito da Zierl ediz cit sopra (n 14)

54) Lat traduce a quibus cavere (da Dν φυλάξασθαι)55) Lat reca a56) Anche in questo caso lrsquoapparato di Thillet non dagrave spazio alla brillante in-

tuizione di Hackforth menzionando invece correzioni del tragravedito λαθόντας di granlunga inferiori e cioegrave non solo il λαχόντας di Gercke ma anche lrsquo$λλως di I ConrOrelli e lrsquoXκόντας di I Casp Orelli

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 17: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

380 Giovann i Zago

critica anti-stoica di Enomao egrave interessante segnalo perograve nella tradizione stoica un parallelo ancora piugrave stretto per lrsquoimmagine degli uomini laquolegati alla propria naturaraquo Alludo a Marco Aurelio9910 s (ediz Dalfen) μόνα γρ τ νοερ [νν] πιλέλησται τ3ςπρς $λληλα σπουδ3ς κα συννεύσεως κα τ σύρρουν Dδε μόνονο βλέπεται hλλrsquo Kμως καίτοι φεύγοντες περικαταλαμβάνονταικρατε γρ 2 φύσις

Ma torniamo al passo di Alessandro Detto che con buonapace di Hackforth (e di Sharples e Zierl) la preposizione Lπ nellapericope Lπ τ3ς φύσεως non va mutata e stabilito che sembra opportuno correggere λαθόντας in λυθέντας allora dovremo perragioni sintattiche integrare nel testo un pronome relativo che ab-bia φύσεως come antecedente e che sia retto appunto da λυθένταςBisogna quindi leggere a mio avviso Lπ τ3ς φύσεως τ3ς ν ατοςltGςgt [supplevi] οδν ο^όν τrsquo στν λυθέντας ποι3σαι

Veniamo infine alla congettura di Hackforth che ci resta daesaminare ovverosia ο^ον (riferito a τινος) in luogo di Dν57 Lrsquounicoargomento addotto da Hackforth a sostegno del proprio tentativodi emendazione egrave il seguente laquothe genitive Dν seems indefens -ibleraquo Egrave vero in effetti che nel De fato il mediopassivo φυλάσσε-σθαι nel senso di cavere egrave sempre costruito con lrsquoaccusativo (cfrlrsquoIndex verborum di Thillet) A prescindere da ciograve inoltre il nessoDν φυλάξασθαι non mi pare genuino neppure per il senso talenesso sembrerebbe implicare infatti che da tutte le azioni sconve-nienti o criminose compiute sotto costrizione ci si potrebbe laquopro-babilmenteraquo (Rσως) anche astenere ma ciograve egrave in contrasto sia con ladottrina stoica con cui Alessandro qui (e in tutto il De fato) pole-mizza58 sia con la dottrina aristotelica che Alessandro segue Se-condo Aristotele infatti non sempre ma solo in alcuni casi egrave pos-sibile (e doveroso) resistere alle costrizioni esterne cfr Arist eth

57) Interessante osservare che B2 a quanto si deduce dal confuso apparato diThillet legge I φυλάξασθαι riferendo la relativa ndash sembrerebbe ndash a τινος comeHackforth Cfr anche la traduzione del Grotius (cit n 11) che rende non enim illi aliqua externa vi cogente quae tamen forte et caveri potuit faciunt quae faciunt

58) Secondo il determinismo stoico infatti tutto ciograve che lrsquouomo fa egrave fatale einevitabile cfr De fato passim Sebbene gli Stoici non siano mai esplicitamentemenzionati nel De fato egrave palese che siano loro i bersagli delle critiche di Alessan-dro anche se forse non solo loro Su questo punto cfr ndash sinteticamente ndash J Mans -feld Diaphonia the Argument of Alexander De fato Chs 1ndash2 Phronesis 33 1988183 n 5

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 18: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

381Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

Nic 311110a23 ss (ediz Bywater) πrsquo νίοις δrsquo παινος μν ο γίνεται συγγνώμη δrsquo Kταν δι τοιατα πράξi τις N μ δε N τννθρωπίνην φύσιν Lπερτείνει κα μηδες Bν Lπομείναι Jνια δ rsquoRσως οκ στ ιν ναγκασθ3ναι λλ μltλλον ποθανετέονπαθόντι τ δεινότατα In questo passo Aristotele si riferisce adazioni che non dovrebbero essere compiute ma che lrsquoagente com-pie deliberatamente percheacute una forza esterna lo costringe a com-pierle ο^ον εP τύραννος προστάττοι αPσχρόν τι πρltξαι κύριος jνγονέων κα τέκνων κα πράξαντος μν σVζοιντο μ πράξαντος δrsquoποθνήσκοιεν (eth Nic 311110a5 ss) Tra tali azioni appunto alcune sono inevitabili altre possono ndash e debbono ndash essere evitateMa il pensiero aristotelico contempla anche azioni laquoche avvengonoper forzaraquo (βί8 γινόμενα) del tutto involontarie e inevitabili vdeth Nic 311109b35 ss δοκε δ κούσια εHναι τ βί8 γινόμε-να βίαιον δ οY 2 ρχ ξωθεν τοιαύτη οσα ν k μηδν συμ-βάλλεται Q πράττων Q πάσχων ο^ον εP πνεμα κομίσαι ποι $νθρωποι κύριοι Uντες eth Eud 281224b11 ss (ediz Walzer Mingay) τν γρ ξωθεν ρχήν τν παρ τν Qρμν μποδίζου-σαν κινοσαν νάγκην λέγομεν aσπερ εR τις λαβlν τν χερατύπτοι τιν ντιτείνοντος κα τO βούλεσθαι κα τO πιθυμεν59

Cfr Alex in metaphys 1015a20 p 36028 ss Hayduck eth problIXXIXIIXXIX noncheacute De fato 13 p 2625 s Th νάγκην οτν κ βίας60

Per questo motivo dunque a prescindere dalle considerazionidi natura grammaticale in De fato 19 p 4012 Th la frase relativaDν φυλάξασθαι non puograve a mio avviso essere genuina cosigrave comeegrave tramandata neacute per sanarla sarebbe sufficiente mutare il pronomeal genitivo Dν in un pronome allrsquoaccusativo (ad es ο^α) la frase relativa non puograve appunto riferirsi alle azioni sconvenienti o crimi-nose compiute a causa di una costrizione esterna nel loro comples-so Non mi convince tuttavia neppure la correzione di Dν in ο^ον(legato a τινος) proposta da Hackforth alla luce di luoghi quali Defato 31 p 5917 s Th ()ς δυναμένων διrsquo I mκουσαν κα φυλάξα-

59) Vd ndash inoltre ndash magn mor 114 s Sul tema delle azioni involontarie inAristotele egrave sufficiente qui citare S Sauveacute Meyer Aristotle on the Voluntary in TheBlackwell Guide to Aristotlersquos Nicomachean Ethics ed by R Kraut 2006 137 ss

60) Circa il concetto di laquonecessitagraveraquo nel De fato vd R W Sharples Aristote-lian and Stoic Conceptions of Necessity in the De fato of Alexander of Aphrodi-sias Phronesis 20 1975 247 ss Cfr anche i citati commenti di Sharples Zierl e Na-tali al De fato (in particolare le nn al cap IX)

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 19: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

382 Giovann i Zago

σθαί τι κα ποι3σαι τν κουσάντων) 37 p 7420 s Th (τος μηδνDν πράττουσι φυλάξασθαι δυναμένοις) ritengo infatti che φυλά-ξασθαι nella relativa introdotta dal tragravedito Dν debba comunque riferirsi alle azioni criminose (anche se non ndash ripetiamo ndash alle azio-ni criminose compiute a causa di una forza esterna nel loro com-plesso) cosigrave che il verbo si contrapponga al ποιοσιν della relativaprecedente Leggerei dunque ndash anche alla luce di Arist eth Nic311110a23 ss (cit sopra) ndash Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλά-ξασθαι ipotizzando unrsquoomissione per omeoarto ΕΝ[ΙΑΕΝ]ΗΝ61

Insomma credo che De fato 19 p 407 ss Thillet vada cosigravepunteggiato e restaurato

bρα δ πltσιν τος κακος τ θαυμαστν δόγμα τοτο παρ τν φιλο-σόφων μαθοσιν διδάσκειν τοAς διδάσκοντας Kτι εPσ κα ατο συγ-γνώμης lt$ξιοιgt οδν λαττον τν κουσίως Eμαρτανόντων Ο γρ Lπότινος ξωθεν καταναγκάζοντος ατοAς ποιοσιν N ποιοσιν Dν Rσωςltν ια gt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι λλrsquo Lπ τ3ς φύσεως τ3ςν ατο ς ltGς gt οδν ο ^όν τ rsquo στ ν λυθέντας πο ι3σαι κα τ ί ς ον Bν ατος τος Eμαρτανομένοις αRτιος ltεRηgt

La relativa Dν Rσως ltνιαgt ν3ν ατος κα φυλάξασθαι egrave una relativa circostanziale con sfumatura consecutiva e pertiene esclu-sivamente allrsquoenunciato ο γρ Lπc φυλάξασθαι senza dunqueessere sottintesa nellrsquoenunciato susseguente λλrsquo Lπ ποι3σαι(lrsquoelemento comune ai due enunciati egrave appunto ndash come si egrave detto ndashsolo il predicato ποιοσιν N ποιοσιν) Per una sintassi analoga(struttura bimembre con il predicato comune collocato nel primoenunciato ndash primo enunciato contenente anche una frase circostan-ziale che egrave posta dopo il predicato comune e che non risulta sot-tintesa nel secondo colon) cfr De fato 5 p 86 ss Th (e vd speci-ficamente il segmento κτλ) κα πε τν νεκά του γινομένων τμν γίνεται κατ λόγον τ δ κατ φύσιν ν μφοτέροις ατοςτν εμαρμένην ναγκαον εHναι τίθεσθαι )ς πάντα τ γιγνcμενα[an γινόμενα] καθrsquo εμαρμένην γίνεσθαι λέγειν ν θατέρT

61) Il passo di Alessandro se si accetta la nostra integrazione ltνιαgt signifi-ca che possiamo guardarci dal compiere alcune azioni cui una forza esterna cerca dicostringerci il passo di Aristotele dice che ad alcune azioni non egrave lecito lasciarsi co-stringere il che implica che dal compiere tali azioni ci si possa guardare

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 20: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

383Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

V

De fato 25 p 493 ss Thillet

sς γρ α κινήσεις κα ο χρόνοι χουσι μέν τινα αPτίαν (ο μν οtτε2 κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρόνον) οτωςχει κα τ ν ατος τε κα τ διrsquo ατν γινcμενα πράγματα

Cosigrave i codd greci e gli editori che nulla registrano in apparato Non dico che il testo appena riprodotto sia intollerabile La paren-tetica tuttavia non appare ben bilanciata ndash problema cui si potreb-be ovviare integrando κίνησιν (id est leggendo ο μν οtτε 2 κί -νησις τν πρ ατ3ς ltκίνησινgt οtτε Q χρόνος τν πρ ατο χρό-νον) oppure espungendo χρόνον e quindi scrivendo ο μν οtτε 2κίνησις τν πρ ατ3ς οtτε Q χρόνος τν πρ ατο [χρόνον] Lat(p 9278 ss Th) offre un importante sostegno a questa seconda ipo-tesi rendendo cosigrave la parentetica non tamen neque motus eum quiante ipsum neque tempus illud quod ante ipsum dal che sembra potersi dedurre che χρόνον mancava nel perduto modello greco della versione latina Forse il χρόνον di V non egrave altro che unrsquoanno-tazione esplicativa (a precisare il senso di τν) insinuatasi nel testo

Questa nostra nota mi pare dimostri bene che nonostante gliammirevoli sforzi di Thillet Sharples e Donini gli stimoli che Lategrave in grado di offrire alla critica del testo greco del De fato non sonoancora stati recepiti appieno

VI

Passiamo a De fato 27 p 532 ss Th Trascrivo il testo comeio lo costituirei evidenziando i miei contributi e fornendo alcunealtre indicazioni da cui si noteragrave quanto le scelte critiche di BrunsSharples e Thillet differiscano dalle mie

ΕP μν ον οτως εRχομεν62 παρrsquo ατ3ς63 τν δύναμιν τν τν ρετνδεκτικήν )ς προιόντες κα τελειούμενοι κα ταύτας 64 λαμβάνειν )ςτ περιπατεν )ς τ 0δόντας )ς τ γένεια φύειν )ς $λλο τι τν πιγι-νομένων 2μν κατ φύσιν οδrsquo οτως Bν φrsquo 2μν uσαν α ρετα

62) εRχομεν B2 editt χομεν V Lat (habemus) B63) Scil τ3ς φύσεως64) ταύτας (scil τς ρετάς) scripsi ταύτην V Lat (ipsam) editt Mi pare che

la mia correzione sia necessaria alla logica dellrsquoargomentazione di Alessandro

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 21: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

384 Giovann i Zago

aσπερ οδ τν προειρημένων τι vπε δ μ τοτον τν τρόπον ατςκτώμεθα (εP65 γρ uν aσπερ τ $λλα οτως δ66 κα φρόνησίς τε καρετ τος νθρώποις συγγεν3 πάντες Bν ο5 γε πλεστοι aσπερτν $λλων ltτν gt κατ φύσιν ατο ς τυγχάνουσιν 67 οτωςο[ν]68 τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικν μόνην λλ κα τςρετς ατς παρrsquo κείνης Bν ε Hχον 69 κα οδν οδrsquo οτως Bν δειπαίνων ψόγων m τινος τν τοιούτων π [δ]70 τας ρετας τε κα κα-κίαις lt)ς gt71 θειοτέραν πρόφασίν τε κα αPτίαν72 τ3ς παρουσίαςαLτν 73 χουσιν) πε δw74 οχ οτως χει (ο γρ τοAς πάντας οδτοAς πλείστους Qρμεν τς ρετς χοντας )

Alle indicazioni fornite alle nn 62 ss aggiungeremo ora ulterioriconsiderazioni su Lat che rende la seconda pericope spaziata inquesto modo sicut alia que conven iunt ipsis secundum natu-ram adipiscuntur i t a e t ha s Appare del tutto verisimile cosasfuggita a Thillet e Sharples che la fonte greca di Lat recasse τν$λλων τν (alia que) lezione a mio avviso genuina ndash lezione che

65) εP Lat (si) Lond editt ο V66) δ secl Thillet om Lat (sed cf Denniston GP pp 179ndash180)67) aσπερ τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν Apelt (RhM 49

1894 65 s) aσπερ τν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν V B Bruns aσπερτν $λλων κατ φύσιν Bν ατν τύγχανον κα B2 aσπερ τν $λλων ltτνgt κατφύσιν ατος τυγχανόντων Hackforth Sharples Dal canto suo Thillet scrive aσπερτν $λλων κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν ltοτω κα τούτωνgt cui fa seguire unpunto in alto Lrsquointegrazione ltοτω κα τούτωνgt Thillet la ricava con infelice sceltacritica da Lat sulla cui lezione torneremo infra (nel testo)

68) ο B2 Bruns Sharples ον V Lat (igitur) B Thillet69) Bν εHχον scripsi Bν χωμεν V Lat (si habeamus) B Thillet Bν εRχομεν

B2 Bruns Sharples Sospetto che Bν εHχον si sia mutato in Bν χωμεν in questomodo per influsso della simillima corrotta pericope di poco precedente εP μν ονοτως χομεν παρrsquo ατ3ς τν δύναμιν τν τν ρετν δεκτικήν (vd ndash per il testo ndash lrsquoinizio della nostra trascrizione e la n 62) un amanuense ha scritto erronea-mente χομεν anche nel nostro passo A causa di Bν qualcuno ha poi operato la Ver-schlimmbesserung χωμεν su cui B2 egrave ulteriormente intervenuto

70) Delevit Bruns Sharples segue Bruns Thillet invece a torto conserva laparticella ponendo peraltro parimenti a torto un punto in alto prima di πy per-cheacute considera χουσιν un indicativo e non un participio

71) Supplevi conl De fato 27 p 521ndash6 Thillet Q φρόνιμος οδrsquo Bνπiνετο τι π τO τοιοτος εHναι λλrsquo θαυμάζετο )ς χων παρ τ3ς θείας φύ-σεως δρον τηλικοτον

72) αPτίαν Gercke οσίαν V Lat (substantiam) Bruns Sharples Thillet73) Scripsi ατν V Lat (ipsorum) editt Per la posizione predicativa del

riflessivo cfr ndash nel corpus degli scritti attribuiti ad Alessandro ndash eth probl 25p 15014 Bruns κατ τν ρετν Xαυτο ove perograve non escluderei che si debba leg-gere κατ τν ρεltτνgt τν Xαυτο

74) δ Bruns Sharples (sed cfr Denniston GP pp 182ndash183)

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

Page 22: CONTRIBUTI CRITICI AL TESTO DEL DE FATO DI ALESSANDRO DI

385Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

giagrave Apelt (vd la n 67) senza conoscere la versione latina aveva di-vinato (τν $λλων ltτνgt κατ φύσιν ατος significa naturalmenteτν $λλων τν κατ φύσιν ατος Uντων) Quanto al verbo conve-niunt e al nesso ita et has che non trovano riscontro in V nella lo-cuzione alia que conveniunt ipsis secundum naturam io non vedoaltro che una perifrasi con cui rendere τν $λλων τν κατ φύσινατος (Thillet al contrario crede ndash se intendo bene lrsquoapparato del-la sua ediz del testo greco del De fato ndash che il modello del tradut-tore latino recasse τν $λλων ατος προσηκόντων κατ φύσιν)Ita et has invece saragrave unrsquointerpolazione o del traduttore latinostesso (Guglielmo di Moerbeke) oppure dellrsquoamanuense chevergograve il suo perduto esemplare greco Se operiamo la retroversionedella pericope di Lat otteniamo infatti un testo quale aσπερ τν$λλων τν κατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τούτων cuidovrebbe seguire unrsquointerpunzione forte il che non egrave evidente-mente accettabile percheacute il precedente Bν resterebbe irrelato e seAlessandro avesse voluto usare il costrutto laquo$ν ohne Verbumraquo(K-G I pp 243 s) avrebbe verisimilmente (e piugrave perspicuamente)collocato $ν dopo οτως e non dopo πάντες oppure scritto πάντεςBν οτως Bν κα τούτων Ma se anche ritoccassimo la retrover-sione di Lat appena proposta scrivendo aσπερ τν $λλων τνκατ φύσιν ατος τυγχάνουσιν οτως κα τατα ltκτντοgt rica-veremmo un testo sintatticamente ammissibile ma tautologico e ripetitivo Da qui la mia idea che lrsquoita et has di Lat sia una mera in-terpolazione e che per sanare il brano di Alessandro si debba par-tire ndash con buona pace di Thillet (vd sopra n 67) ndash dalla lezione diV la quale con la sola integrazione di ltτνgt (facilmente caduto peromoteleuto ΑΛΛ[ΩΝΤ]ΩΝ) diviene intellegibile e soddisfacente

Lat contiene unrsquointerpolazione anche nella resa della frase seguente (οτως δεκτικν μόνην) La versione latina infatti egrave sic igitur [vd la n 68] potentiam susceptivam virtutum ha be mussolam ove habemus egrave una palese zeppa che non puograve avere alcunarelazione con lrsquooriginaria scrittura di Alessandro Quindi o il tra-duttore latino ha interpolato da seacute habemus o aveva di fronte untesto greco giagrave interpolato id est οτως ον τν δύναμιν τν τνρετν δεκτικν χομεν μόνην Allrsquoorigine dellrsquointerpolazionesta la corruttela ο ον (vd la n 68) che facendo venir meno lacorrelazione ο μόνην λλ κα κτλ ha dato allrsquointerpolatorelrsquoimpressione che il segmento οτως μόνην fosse autonomo econchiuso e che quindi necessitasse di un verbo suo proprio

386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

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386 Giovann i Zago

VII

Veniamo infine75 a un luogo del De fato molto famoso nelquale il σοφός stoico cosigrave come in Sen epist 42176 egrave paragonatoalla fenice Tale passo del De fato citato comunemente nelle tratta-zioni erudite della dottrina stoica circa la σοφία77 egrave corrotto e nonegrave stato ancora emendato in maniera soddisfacente Alessandrostando alla παράδοσις avrebbe scritto in De fato 28 p 553 ssThillet (= SVF 3658 p 16522 ss von Arnim = Long Sedley HellPhilosophers II 61N 2 s)

τν δ νθρώπων ο πλεστοι κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν [scil gli Stoici] γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παρά-δοξον ζOον κα παρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίο-ψιν ο δ πάντες κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι )ς μηδν διαφέ-ρειν $λλον $λλου μαίνεσθαι δ Qμοίως πάντας Kσοι μ σοφοί

Il testo tragravedito egrave reputato sano sia da Bruns che da von Arnim e Thil-let (e anche da Long Sedley Sharples e Zierl) Lucarini (p 131)perograve osserva ndash e io concordo pienamente ndash che lrsquoespressione ο δπάντες κακοί laquoegrave illogica e in contrasto con tutto il contestoraquo Ipo-tizzando una lacuna Lucarini propone ο δ ltλοιποgt πάντες κα-κοί78 La soluzione di Lucarini egrave intelligente e il testo da lui inte-grato risulta molto simile a Porph abst 323 p 153 Patillon σοφςμν γρ ε^ς κα δύο κατrsquo ατοAς [scil gli Stoici] γεγόνασιν νο^ς μόνοις Q λόγος κατώρθωται ο δ $λλοι φαλοι πάντες (luogoche Lucarini non cita)

Io non sono convinto tuttavia che la παράδοσις sia lacunosainvertendo lrsquoordine delle parole πλεστοι e πάντες infatti il testodiviene perfettamente coerente Io leggerei pertanto

75) Approfondisco in questrsquoultima sezione dellrsquoarticolo uno spunto pre -sente nel mio libro Sapienza filosofica e cultura materiale Posidonio e le altre fonti dellrsquoEpistola 90 di Seneca Bologna Il Mulino (in corso di stampa) Appendice

76) Fortasse tamquam phoenix semel anno quingentesimo nascitur77) Vd ndash tra i titoli recenti ndash R Brouwer Sagehood and the Stoics OSAPh

23 2002 181ndash224 G Roskam On the Path to Virtue The Stoic Doctrine of MoralProgress and its Reception in (Middle-)Platonism Leuven 2005

78) Ma meglio sarebbe dal punto di vista della genesi dellrsquoerrore ο ltλοιποgtδ πάντες (saut de mecircme agrave mecircme ΟΙΛΟΙΠΟΙ) Egrave curioso che Sharples e Zierl purconservando la παράδοσις traducano rispettivamente laquoand the others are allwickedraquo (p 78) laquodie anderen aber alle schlechtraquo (p 113) ndash versioni che non corri-spondono al tragravedito ο δ πάντες κακοί ma che dovrebbero invece presupporre οltλοιποgt δ πάντες κακοί (oppure ο lt$λλοιgt δ πάντες κακοί)

387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

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387Contributi critici al testo del De fato di Alessandro di Afrodisia

τν δ νθρώπων ο πάντες79 κακοί μltλλον δ γαθς μν ε^ς δεύ-τερος Lπrsquo ατν γεγονέναι μυθεύεται aσπερ τι παράδοξον ζOον καπαρ φύσιν σπανιώτερον το φοίνικος το παρrsquo ΑPθίοψιν ο δπλεστοι κακο κα πίσης λλήλοις τοιοτοι κτλ

Il brano del De fato cosigrave restituito trova un parallelo strettissimo ndashquanto a struttura argomentativa ndash in Galen Quod animi mores11 p 767ndash16 Muumlller οYτοι γον ο φιλόσοφοι80 βλέποντες εθAςξ ρχ3ς τ παιδία κBν $ριστα παιδεύηται κα μηδν χi θεάσα-σθαι παράδειγμα κακίας Kμως Eμαρτάνοντα ndash σπάνιον γρUντως στι θεltσθαι παιδίον $μεμπτον ndash ο μν οδενς Uντος τοι-ούτου πάντας νθρώπους πεφήναντο φύσει κακοAς Lπάρχειν οδrsquo να δύο που κατ ltτgt σπάνιον Pδόντες ο πάντας λλ τοAςπλείστους φασαν εHναι κακούς

Anche il passo di Galeno egrave caratterizzato dalla contrapposi-zione πάντες κακοί πλεστοι κακοί e anche in Galeno come inAlessandro (se il restauro testuale da noi proposto egrave corretto)πλεστοι significa laquotutti tranne uno o due individuiraquo

Come spiegare in Alex De fato 28 lo scambio tra πάντες eπλεστοι che io ritengo abbia determinato la corruttela La chiavesta a mio avviso nel fatto che entrambi i termini occorrono lrsquounoaccanto allrsquoaltro per due volte a poca distanza dal luogo che stiamoesaminando (De fato 27 p 531017 s Th) ciograve potrebbe averli resicomplementari nella mente del copista Due termini complementa-ri ndash insegna Pasquali81 ndash sono facilmente scambiabili

Non egrave solo il De fato tra gli scritti attribuiti ad Alessandro diAfrodisia che continua ad offrire ampio spazio per lrsquoemendazionecongetturale Fornisco un singolo esempio tratto dalla De animalibri mantissa recentemente ed autorevolmente edita e commenta-ta da Sharples (Berlin New York 2008) In Mantissa 2015926 ss(p 106) Sharples legge εP δ $λλο στν ρετ κα εδαιμονίαδ3λον )ς οκ ν τO ρετν χειν τ εδαιμονεν aσπερ οδ ν τOαλητικν χειν τ αλεν Οκ $ρα ν ξει μόνi κα κτήσει τ3ςρετ3ς 2 εδαιμονία Ma io credo che si debba integrare οδ ν τOαλητικν χειν τ ltεgt αλεν Della Mantissa e di altre opere diAlessandro tratterograve tuttavia se mai in altra sede

79) Per ο πάντες in relazione a un genitivo partitivo cfr Alex in topic 116a14 p 22610 Wallies ο πάντες ο πλείους τν τεχνιτν

80) Galeno si riferisce ndash credo ndash ai Sette Sapienti come ho cercato di dimo-strare in SIFC 102 Quarta Serie vol VII ii 2009 244 ss

81) G Pasquali Storia della tradizione e critica del testo Firenze 21952 483 s

Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388

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Principali riferimenti bibliografici

Bruns I (ed) Alex Aphrodisiensis Scripta minora Suppl Arist II2 Bero-lini 1892

Donini P L Note al Περ εμαρμένης di Alessandro di Afrodisia RFIC 97 1969298ndash313

Gercke A Chrysippea Jahrb f klass Philol Suppl 14 Lipsiae 1885Hackforth R Notes on Some Passages of Alexander Aphrodisiensis De fato CQ

40 1946 37ndash44Lucarini C M Per il testo di Alessandro di Afrodisiade e di Proclo Orpheus

(NS) 28 2007 128ndash137Natali C (ed) Alessandro di Afrodisia Il destino Milano 1996Orelli I Conr (ed) Alex Aphrodisiensis De fato Insertae sunt animadver-

siones I Casp Orellii Turici 1824Sharples R W (ed) Alexander of Aphrodisias On Fate London 1983Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise De fato ad imperatores version de Guil-

laume de Moerbeke Paris 1963Thillet P (ed) Alexandre drsquoAphrodise Traiteacute du destin Paris 1984Zierl A (ed) Alexander von Aphrodisias Uumlber das Schicksal Berlin 1995

Comacchio (Ferrara) Giovann i Zago

Giovann i Zago388