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N el 2012, la spesa media mensile per famiglia è stata, in valori correnti, di 2.419 euro (-2,8% ri- spetto all’anno precedente). Tenuto conto della dinamica inflazionistica (+3%) la spesa è diminuita anche in termini reali. E per l’anno in corso la pre- visione è di una contrazione reale del 2,3% mentre per il 2014 avremo un ulteriore -0,1%.. D’altra parte l’andamento del reddito disponibile e l’elevata incertezza sulle prospettive del mercato del lavoro costi- tuiscono due pesanti zavorre per una prospettiva di rilan- cio della spesa delle famiglie. Parlare di crisi dei consumi non rappresenta, dunque, una novità. È dal 2009 che i numeri ri- sultano preceduti dal segno meno. Più interessante è, invece, andare a guardare dentro alcune dinamiche che hanno accompagnato questa evoluzione negativa della spesa delle famiglie. È quello che tenteremo di fare con riferimento a tre variabili: 50 Mixer SETTEMBRE 2013 NEL 2012 LA SPESA MEDIA MENSILE PER FAMIGLIA è DIMINUITA SIA IN VALORI CORRENTI CHE IN TERMINI REALI. PER L’ANNO IN CORSO LA PREVISIONE è DI UN ULTERIORE -2,3%. STABILITà NEL 2014 DI LUCIANO SBRAGA DIRETTORE CENTRO STUDI FIPE CONFCOMMERCIO Consumi delle famiglie, le variabili fanno la differenza PUBBLICO ESERCIZIO Consumi fuori casa 520 494 502 491 444 407 469 3.492 2.612 2.950 2.331 2.168 1.829 2.419 IMPRENDITORI E LIBERI PROFESSIONISTI LAVORATORI IN PROPRIO DIRIGENTI E IMPIEGATI OPERAI E ASSIMILATI RITIRATI DAL LAVORO IN ALTRA CONDIZIONE PROFESSIONALE MEDIA LA SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE PER CARATTERISTICHE DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO Anno 2012, valori in euro ALIMENTARI E BEVANDE SPESA MEDIA MENSILE

Consumi delle famiglie, le variabili fanno la differenza · re dimensione delle famiglie e dalle loro caratteristiche più tradizionali. spesa media mensiLe deLLe famigLie per tipoLogia

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Page 1: Consumi delle famiglie, le variabili fanno la differenza · re dimensione delle famiglie e dalle loro caratteristiche più tradizionali. spesa media mensiLe deLLe famigLie per tipoLogia

Nel 2012, la spesa media mensile per famiglia è stata, in valori correnti, di 2.419 euro (-2,8% ri-

spetto all’anno precedente). Tenuto conto della dinamica inflazionistica (+3%) la spesa è diminuita anche in termini reali. E per l’anno in corso la pre-visione è di una contrazione reale del 2,3% mentre per il 2014 avremo un ulteriore -0,1%..D’altra parte l’andamento del reddito disponibile e l’elevata incertezza sulle prospettive

del mercato del lavoro costi-tuiscono due pesanti zavorre per una prospettiva di rilan-cio della spesa delle famiglie.Parlare di crisi dei consumi non rappresenta, dunque, una novità. È dal 2009 che i numeri ri-sultano preceduti dal segno meno. Più interessante è, invece, andare a guardare dentro alcune dinamiche che hanno accompagnato questa evoluzione negativa della spesa delle famiglie.È quello che tenteremo di fare con riferimento a tre variabili:

50 mixer settembre 2013

nel 2012 la spesa media mensile per famiglia è diminuita sia in valori correnti che in termini reali. per l’anno in corso la previsione è di un ulteriore -2,3%. stabilità nel 2014

di luciano sbraga

direttore centro studi fipe confcommercio

Consumi delle famiglie, le variabili fannola differenza

pubblico esercizio Consumi fuori casa

520

494

502

491

444

407

469

3.492

2.612

2.950 2.331

2.168

1.829

2.419

ImprendItorI e lIberI professIonIstI

lavoratorI In proprIo

dIrIgentI e ImpIegatI

operaI e assImIlatI

rItIratI dal

lavoro

In altra condIzIone

professIonale

medIa

La spesa media mensiLe deLLe famigLie per caratteristiche deLLa persona di riferimento

anno 2012, valori in euro

aLimentari e bevande

spesa media mensiLe

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1. la condizione professiona-le della persona d riferimento della famiglia2. la tipologia della famiglia3. la territorialitàLa spesa media mensile per consumi alimentari, pari a 477 euro, presenta una variabilità assai modesta in funzione della condizione professionale della persona di riferimento. Una famiglia di imprendito-ri o di operai spende più o meno lo stesso budget per mangiare in casa.Il profilo dei consumi di una famiglia in cui la persona di riferimento è un lavoratore in proprio è abbastanza simile a quello di una famiglia di operai. Un dato che dovrebbe sug-gerire un supplemento di cautela a quei mezzi di co-

municazione che gridano allo scandalo riportando le statistiche sui redditi dei la-voratori autonomi.Le differenze di spesa di-ventano, al contrario, molto sostenute quando dagli ali-mentari si passa ad alcune tipologie di beni come l’abbi-gliamento o di servizi come i trasporti, il tempo libero, le vacanze, i ristoranti, ecc.In questi casi Il peso della variabilità sul valore medio arriva anche al 50%. La famiglia di un imprendi-tore spende per il tempo li-bero quasi il doppio di quan-to spende la famiglia di un operaio. E lo stesso accade per le spese per viaggi, pasti fuori casa, assicurazioni, ecc.

lo stile di vita cambia e determina le scelteAnche per i trasporti le dif-ferenze sono cospicue. Non soltanto il reddito ma anche lo stile di vita risulta decisivo nelle scelte di consumo delle famiglie.È fin troppo ovvio che la spesa per consumi dipende dalla dimensione del nucleo familiare. Tuttavia, guardan-do con maggiore attenzione

dentro i dati si scoprono al-cune cose interessanti.Una persona sola spende per mangiare in casa più o meno la stessa cifra indipendente-mente dall’età.Ma già quando si passa a con-siderare una coppia senza figli la situazione presenta una variabilità significativa. Una famiglia costituita da una coppia senza figli con meno di 34 anni spende per mangiare in casa 100 euro in meno al mese di quanto spende una coppia con più di 64 anni.La situazione si capovolge quando si passa a conside-rare le spese per viaggi, ri-storanti, ecc. Una coppia giovane spende quasi il doppio di una meno giovane. E tra i single il differenziale aumenta ulteriormente fino quasi a triplicarsi.Anche sotto il profilo terri-toriale la spesa per consumi alimentari presenta una dif-ferenze contenute. Si spende un po’ di più nel centro-sud: molto dipende dalla maggio-re dimensione delle famiglie e dalle loro caratteristiche più tradizionali.

spesa media mensiLe deLLe famigLie per tipoLogia famiLiare anno 2012, valori in euro

Alimentari Totale spesa

e bevande Persona sola con meno di 35 anni 324 1.907Persona sola con 35 - 64 anni 343 2.008Persona sola con più di 64 anni 325 1.537Coppia senza figli con p.r. con meno di 35 anni 385 2.532Coppia senza figli con p.r. con meno di 35 - 64 anni 466 2.707Coppia senza figli con p.r. con più di 64 anni 489 2.397Coppia con 1 figlio 537 2.842Coppia con 2 figli 586 3.026Coppia con 3 e più figli 659 3.032Monogenitore 479 2.356Altre tipologie 554 2.615Totale famiglie 469 2.419

Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat

pubblico esercizio Consumi fuori casa

2.419 eurola spesa media mensile nel 2012, per famiglia, in valori correnti, (-2,8% rispetto all’anno precedente)

52 mixer settembre 2013

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N ostante le previsioni sull’andamento della sta-gione turistica non siano

incoraggianti le imprese della ristorazione commerciale ma-nifestano aspettative positive nel breve termine pur nell’am-bito di un contesto che rima-ne complessivamente difficile. Rispetto all’estate di un anno fa le valutazioni sui volumi di fatturato attesi nel terzo trime-stre dell’anno in corso fanno registrare un miglioramento di 22 punti. Anche sul versan-te prezzi ed occupazione non vengono evidenziate tensione particolari. sale il clima di fiducia L’indicatore sintetico sul clima di fiducia nel II trimestre 2013 è salito di 22 punti rispetto allo stesso periodo di un anno fa ma rimane ancora lontano dalla linea di demarcazione dell’area della crescita. È il risultato di una congiuntura che viene per-cepita dalle aziende in corso di miglioramento. Il saldo grezzo delle risposte sullo stato di salu-te del settore guadagna circa di-ciotto punti nel confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso. Un dato in linea con le aspetta-tive che le imprese avevano già manifestato in occasione della precedente rilevazione. … le valutazioni sui flussi di clientela miglioranoLe valutazioni sui flussi di clien-tela risultano in linea con quelle sul fatturato. Il saldo guadagna 26 punti rispetto al secondo tri-mestre 2012 attestandosi a -35,1. A descrivere il quadro di conte-sto giova ricordare, tuttavia, che un intervistato su due dichiara di aver registrato un calo del

numero dei coperti rispetto al trimestre precedente. l’inflazione continua a non essere un problema Il giudizio sulla dinamica dei prezzi migliora sia per il sell in che per il sell out. Nel pri-mo caso il saldo tra aumento e decremento guadagna sette punti rispetto ad un anno fa, nel secondo quattordici.

occupazione: evoluzione negativaNel confronto con l’anno pre-cedente il saldo tra coloro che hanno aumentato l’occupazio-ne e coloro che, invece, l’hanno

diminuita perde 10 punti. Le valutazioni delle imprese sulla tenuta dell’occupazione resta-no pessimistiche mantenendosi sui livelli minimi da inizio crisi.In conclusione possiamo af-fermare che la ristorazione commerciale, in particolare quella tradizionale osservata dall’indagine congiunturale, mostra qualche segnale di allentamento della pressione della crisi pur rimanendo den-tro un quadro di riferimento fortemente deteriorato. Più propriamente dovremmo dire che il processo di arretramento sembra in via di esaurimento senza che ci si avvii, tuttavia, su un sentiero di crescita. m

54 mixer settembre 2013

pubblico esercizio Consumi fuori casa

Differenze importanti si ri-levano invece nel budget destinato all’arredamento, all’istruzione, al tempo li-bero e alle cosiddette “altre spese”.Si registra, ad esempio, che le famiglie valdostane destinano alle spese per arredamento in media 258 euro al mese, l’83% in più di quanto facciano i lom-bardi ed il 172% in più dei campani.Per l’istruzione le famiglie della provincia di Trento spendono il 100% in più di quelle del Lazio e quattro volte quando spendono i siciliani. Da ultimo, per le spese re-lative a viaggi, pasti fuori casa e altri servizi una fa-miglia lombarda spende il 48% in più di una famiglia ligure ma il 29% meno di una famiglia della provin-cia di Bolzano.

In conclusione possiamo dire che dentro la dinami-ca dei consumi entrano in gioco numerose variabili che vanno ben oltre la con-giuntura economica. Ecco perché ci sono com-parti che soffrono di più e comparti che soffrono di meno anche quando la crisi picchia duro. Se è vero che su alcune va-riabili strutturali, come ad esempio quelle demografi-che, non abbiamo grande possibilità di intervento è altrettanto vero che la loro attenta osservazione ci può guidare nel compie-re alcune scelte essenziali per contrastare gli effetti della crisi.

fatturato neLLa propria azienda(saLdi grezzi)

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I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III

trim-06 trim-07 trim-08 trim-09 trim-10 trim-11 trim-12 trim-13

Fatturato nella propria azienda

(saldi grezzi)

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I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Trimestri

Il clima di fiducia

Fonte: osservatorio congiunturale Fipe

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Fatturato nella propria azienda

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2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Trimestri

Il clima di fiducia

Ristorazione: migliora il clima di fiducia

iL cLima di fiducia