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Anno XIX- N. 169 Febbraio 2014 Periodico mensile del gruppo «Donna Vestita di Sole» di Bientina (PI) Aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo scaricabile dal sito www.donnavestitadisole.it - Stampato in proprio - Distribuzione gratuita. S an Paolo dice: “ il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio (1 Cor 6,19). Ciò va creduto, perché è verità: una verità che sprona a vita perfetta, per essere degni di ospitare in noi il Si- gnore. Dio è Luce ed Egli concede a noi l’attributo che ci rende somi- glianti a Lui, cioè lo spirito libero, immortale, eterno. È detto infatti: “Il Signore Dio pla- smò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere viven- te” (Genesi 2,7). Lo Spirito del Signore, che è Amo- re, guidò i patriarchi, consacrò i re, ammaestrò i profeti, benedisse i giu- sti, formò i discepoli, ispirò i filoso- fi. La sua Voce risuonò negli animi dall’inizio dei giorni; e risuona e risuonerà sino alla fine, per dare ad ogni persona umana la guida neces- saria a raggiungere il bene e la gioia eterni. Lo Spirito Santo, che è Dio, dimora nell’anima di coloro che non lo rifiu- tano. Se lo Spirito Santo abita nel tempio del nostro corpo di peccatori, tanto più abitava in Colei che è la creatura per eccellenza, vero spec- chio della divina Perfezione: Maria. Ella ebbe sempre Dio in sé e fu sempre in Lui. La Vergine è il Tem- pio perfetto dello Spirito Santo, Co- lei che dal divino Pensiero, da sem- pre, fu pensata Immacolata e Piena di grazia, Figlia, Sposa e Madre del Signore: Dall’eternità sono stata co- stituita, fin dal principio (Proverbi 8,23). Maria è Colei che corrispose al volere divino con la propria vo- lontà umana, usando la sua libertà per camminare sempre alla presenza del Signore ed essere perfetta (Cantico dei Cantici 6,9; Salmo 115,9). Maria non peccò, perché non volle peccare. Seconda Eva, non imitò la prima, ma calpestò il ser- pente anziché esserne calpestata (Genesi 3,15). Vera Arca, molto più sacra di quella di legno di acacia rivestita d’oro usata dagli ebrei (Esodo 25,10), contenne in sé l’In- contenibile. Posta al centro del divino Fuoco, che su di Lei converge tutta la sua luce, Ella ci dice: Siate come me “ Tem- pio dello Spirito Santo” e sarete feli- ci per sempre. I santi, amanti della Madonna, hanno intuito il ruolo essenziale della Ver- gine e hanno proclamato che chi vuol trovare Dio, la salvezza e la vita, deve andare a Lei. Fino alla fine dei secoli Maria accoglierà nel suo grembo coloro che vogliono ri- nascere figli di Dio ed essere templi dello Spirito Santo. In Lei, Corre- dentrice e Cooperatrice instancabile per il finale trionfo del Re dei re, Madre amorosa per tutti coloro che chiedono indulgenza, Tempio perfet- to dello Spirito Santo, l’Amore è inesauribile fonte di grazia. “Modello perfetto di ogni vita spiri- tuale e apostolica è la Beata Vergine Maria. Regina dei Santi, la quale mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, era sempre intima- mente unita la Figlio suo” (Concilio Vaticano II). La redazione DvS Con l’esempio di Maria per accogliere lo Spirito Santo Maria, tu hai saputo accogliere lo Spiri- to Santo con animo aperto; Lo hai accolto con la fede, credendo alla sua azione meravigliosa nel tuo seno; Lo hai accolto abbandonandogli tutto il tuo essere, affidandoti alla potenza del suo amore; Lo hai accolto collaborando attivamen- te con lui nell'amore dell'Incarnazione redentrice; Non hai cessato mai di accoglierlo du- rante tutta la vita, ascoltando la sua voce misteriosa, seguendo tutti i suoi suggerimenti. Insegna anche a noi a riceverlo con la stessa disposizione di apertura. Aiutaci ad ascoltarlo nel segreto del cuore, ad accogliere le sue ispirazioni e i suoi consigli. Mostraci la via della docilità al suo insegnamento, e quella della coopera- zione all'opera sua. Sul tuo esempio, vorremmo anche noi ricevere con pienezza lo Spirito Santo e non sciupare nulla della sua venuta dentro di noi. Ravviva il nostro desiderio di ricevere tutto quello che egli vuole darci, e co- municaci la gioia che provavi tu nel lasciare allo Spirito Santo la libertà di prendere tutto, di tutto invadere col suo amore.

Con l’esempio di Maria per accogliere lo Spirito Santo S · re, guidò i patriarchi, consacrò i re, ammaestrò i profeti, benedisse i giu- ... senza di Dio, stare vicino nella

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Anno XIX- N. 169 Febbraio 2014 Periodico mensile del gruppo «Donna Vestita di Sole» di Bientina (PI)

Aderenti al Rinnovamento nello Spirito Santo

scaricabile dal sito www.donnavestitadisole.it - Stampato in proprio - Distribuzione gratuita.

S an Paolo dice: “ il vostro

corpo è tempio dello Spirito

Santo che è in voi e che

avete da Dio (1 Cor 6,19).

Ciò va creduto, perché è verità: una

verità che sprona a vita perfetta, per

essere degni di ospitare in noi il Si-

gnore. Dio è Luce ed Egli concede a

noi l’attributo che ci rende somi-

glianti a Lui, cioè lo spirito libero,

immortale, eterno.

È detto infatti: “Il Signore Dio pla-

smò l’uomo con polvere del suolo e

soffiò nelle sue narici un alito di vita

e l’uomo divenne un essere viven-

te” (Genesi 2,7).

Lo Spirito del Signore, che è Amo-

re, guidò i patriarchi, consacrò i re,

ammaestrò i profeti, benedisse i giu-

sti, formò i discepoli, ispirò i filoso-

fi.

La sua Voce risuonò negli animi

dall’inizio dei giorni; e risuona e

risuonerà sino alla fine, per dare ad

ogni persona umana la guida neces-

saria a raggiungere il bene e la gioia

eterni.

Lo Spirito Santo, che è Dio, dimora

nell’anima di coloro che non lo rifiu-

tano. Se lo Spirito Santo abita nel

tempio del nostro corpo di peccatori,

tanto più abitava in Colei che è la

creatura per eccellenza, vero spec-

chio della divina Perfezione: Maria.

Ella ebbe sempre Dio in sé e fu

sempre in Lui. La Vergine è il Tem-

pio perfetto dello Spirito Santo, Co-

lei che dal divino Pensiero, da sem-

pre, fu pensata Immacolata e Piena

di grazia, Figlia, Sposa e Madre del

Signore: Dall’eternità sono stata co-

stituita, fin dal principio (Proverbi

8,23). Maria è Colei che corrispose

al volere divino con la propria vo-

lontà umana, usando la sua libertà

per camminare sempre alla presenza

del Signore ed essere perfetta

(Cantico dei Cantici 6,9; Salmo

115,9). Maria non peccò, perché non

volle peccare. Seconda Eva, non

imitò la prima, ma calpestò il ser-

pente anziché esserne calpestata

(Genesi 3,15). Vera Arca, molto più

sacra di quella di legno di acacia

rivestita d’oro usata dagli ebrei

(Esodo 25,10), contenne in sé l’In-

contenibile.

Posta al centro del divino Fuoco, che

su di Lei converge tutta la sua luce,

Ella ci dice: Siate come me “ Tem-

pio dello Spirito Santo” e sarete feli-

ci per sempre.

I santi, amanti della Madonna, hanno

intuito il ruolo essenziale della Ver-

gine e hanno proclamato che chi

vuol trovare Dio, la salvezza e la

vita, deve andare a Lei. Fino alla

fine dei secoli Maria accoglierà nel

suo grembo coloro che vogliono ri-

nascere figli di Dio ed essere templi

dello Spirito Santo. In Lei, Corre-

dentrice e Cooperatrice instancabile

per il finale trionfo del Re dei re,

Madre amorosa per tutti coloro che

chiedono indulgenza, Tempio perfet-

to dello Spirito Santo, l’Amore è

inesauribile fonte di grazia.

“Modello perfetto di ogni vita spiri-

tuale e apostolica è la Beata Vergine

Maria. Regina dei Santi, la quale

mentre viveva sulla terra una vita

comune a tutti, era sempre intima-

mente unita la Figlio suo” (Concilio

Vaticano II).

La redazione DvS

Con l’esempio di Maria per accogliere lo Spirito Santo

Maria, tu hai saputo accogliere lo Spiri-

to Santo con animo aperto; Lo hai accolto con la fede, credendo

alla sua azione meravigliosa nel tuo

seno; Lo hai accolto abbandonandogli tutto il

tuo essere, affidandoti alla potenza del suo amore;

Lo hai accolto collaborando attivamen-

te con lui nell'amore dell'Incarnazione redentrice;

Non hai cessato mai di accoglierlo du-rante tutta la vita, ascoltando la sua

voce misteriosa, seguendo tutti i suoi

suggerimenti. Insegna anche a noi a riceverlo con la

stessa disposizione di apertura.

Aiutaci ad ascoltarlo nel segreto del cuore, ad accogliere le sue ispirazioni e

i suoi consigli. Mostraci la via della docilità al suo

insegnamento, e quella della coopera-

zione all'opera sua. Sul tuo esempio, vorremmo anche noi

ricevere con pienezza lo Spirito Santo e

non sciupare nulla della sua venuta dentro di noi.

Ravviva il nostro desiderio di ricevere tutto quello che egli vuole darci, e co-

municaci la gioia che provavi tu nel

lasciare allo Spirito Santo la libertà di prendere tutto, di tutto invadere col suo

amore.

Febbraio 2014 Donna Vestita di Sole 2 pagina

P arole come “servizio” op-

pure “obbedienza” posso-no sembrare ai giorni no-

stri lontani dal vocabolario comu-ne. Oggi si parla di “Libertà” di “Indipendenza” di rivoluzione. In

se stesse quasi tutte le parole possono assumere valori diversi, dipende da come vengono dette

e dal significato che ci sta dietro. Dipende quindi con quali

“occhiali” vediamo e viviamo le situazioni che le parole vanno a specificare.

Don Tonino Bello scriveva a tal proposito: “ Si sente spesso par-

lare di obbedienza cieca. Mai di obbedienza sorda. Sapete per-ché?Per spiegarvelo devo ricorre-

re all' etimologia la quale, qual-che volta, può dare una mano

d'aiuto anche all'ascetica. Obbedire deriva dal latino ob-audire, Che significa: ascoltare

stando di fronte. Quando ho scoperto questa origi-ne del vocabolo, anch' io mi sono

progressivamente liberato dal falso concetto di obbedienza in-

tesa come passivo azzeramento della mia volontà, e ho capito che essa non ha alcuna rassomi-

glianza, neppure alla lontana, col supino atteggiamento dei rinun-

ciatari. Chi obbedisce non annulla la sua libertà, ma la esalta. Non

mortifica i suoi talenti, ma li traffica nella logica della do-manda e dell' offerta.

Non si avvilisce all'umiliante ruolo dell'automa, ma mette in moto i

meccanismi più profondi dell'a-scolto e del dialogo. C'è una splendida frase che fino a qual-

che tempo fa si pensava fosse un ritrovato degli anni della conte-

stazione: "obbedire in piedi". Sembra una frase sospetta, da prendere, comunque, con le mol-

le. Invece è la scoperta dell'au-tentica natura dell' obbedienza,

la cui dinamica suppone uno che

parli e l'altro che risponda. Uno

che faccia la proposta con rispet-to, e l'altro che vi aderisca con

amore. Uno che additi un proget-to senza ombra di violenza, e l'altro che con gioia ne interiorizzi

l'indicazione. (..) Dall’obbedienza in primo luogo a Dio, e quindi dall’ascolto della

sua Parola e dei bisogni dei fra-telli, nasce il servizio.

Servizio che significa non per for-za fare cose particolari o speciali, ma spesso si riduce a semplici

gesti come ascoltare il fratello, accoglierlo e fargli sentire la pre-

senza di Dio, stare vicino nella sofferenza e nella gioia (anche con una telefonata, oppure una

visita). Il servire Dio ci porta ad uscire,

ad andar oltre le mura domesti-che e della Chiesa. Il Santo Pa-dre Francesco nella sua esorta-

zione apostolica “ Evangelii Gau-dium” ci dice che “Il verbo messo al centro della riflessione è

"uscire". Le chiese abbiano ovun-que "le porte aperte" perché tutti

coloro che sono in ricerca non incontrino "la freddezza di una porta chiusa". Nemmeno le porte

dei sacramenti si dovrebbero mai chiudere. L'eucaristia stessa "non

è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli". Il che determina

"anche conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia". (47).

Molto meglio una Chiesa ferita e sporca, uscita per le strade, piut-

tosto che una Chiesa prigioniera di se stessa. Non si abbia paura di lasciarsi inquietare dal fatto

che tanti fratelli vivono senza l'amicizia di Gesù (49).” Apriamo

le porte del cuore a Dio, e le porte del servizio ai Fratelli affin-ché il Signore Gesù diventi anche

per loro l’unico salvatore. Marco

È possibile salvarsi senza amare il prossimo? Certa-mente no, oltre all'amore

di Dio (Primo e più importante dei Comandamenti) occorre l'amore al nostro prossimo che - nel concetto evangelico - si allarga e abbraccia tutto il mondo. Ora, cosa significa con-cretamente amare il prossimo? Non significa solo fare qualche opera di bene quando se ne ha l'occasione nel tempo libero (se fosse così poveri noi, quante negligenze) ma significa prima ancora che questo pregare per il nostro prossimo. Pregare si può fare sempre, ogni momen-to, sia con la preghiera menta-le che con la preghiera vocale e ogni altra forma di preghiera che la Chiesa insegna. Ci è ri-chiesto tra l'altro dal Signore quando dice che bisogna prega-re SEMPRE senza stancarsi mai. Pensate, ad esempio, a una santa madre di famiglia che avendo avuto in dono dal Si-gnore 13 figli, ogni giorno pre-gava una corona del Rosario per ogni singolo figlio: 13 coro-ne al giorno. Questo è amore. Una madre che prega per la salvezza dei propri figli. E oggi chi può pensare di salvarsi se non prega, con tutto il male che agisce liberamente nel mondo? Anche noi abbiamo fi-gli, genitori, sorelle, fratelli, parroci, persone vicinissime che dovremmo aiutare colla nostra preghiera quotidiana. Quando sarà il momento di rendere conto a Dio nel giudi-zio sulla nostra vita terrena cosa risponderemo se ci chie-derà: "Hai amato il tuo prossi-

Catechesi sulla preghiera di intercessione

3 pagina

Febbraio 2014 Donna Vestita di Sole

S an Gabriele nasce ad Assisi il primo marzo del 1838 ed al secolo si chiama Francesco Pos-

senti. E’ l’undicesimo di tredici figli e nasce in una famiglia devota, dal padre Sante Possenti (nato a Terni di nobile famiglia e governatore dello Stato pontificio) e dalla madre Agnese Frisciotti. Sante è un uomo di fede salda, nonostante le dure pro-ve della vita e anche Agnese è don-na di fede e di preghiera. Perdono alcuni dei loro figli in circostanze tragiche e la stessa Agnese lascerà orfano il piccolo Francesco all’età di 4 anni. Francesco ha un carattere gioioso, molto sensibile e alterna momenti di euforia e ottimismo a momenti di depressione. A volte il suo carattere irascibile lo porta a litigi, ma subito se ne pente e chiede scusa. Il padre non lo perdona subito perché non si abitui e sia sincera-mente pentito e il ragazzo promette di essere più mite. E’ profondamente buono: prega in ginocchio tutte le sere il rosario con la sua famiglia. A leggere e scrivere gli insegna un sacerdote di nome Filippo Fabi e poi frequenta le scuole primarie presso i Fratelli delle Scuole Cristiane e suc-cessivamente dai Gesuiti. Le sue ami-cizie sono sempre con ragazzi di sani principi. Sente molto presto il richiamo alla vita religiosa ma indugia prima di seguirla definitivamente. A 13 anni è colpito da malattia grave e promette che ottenuta la guarigione prenderà la via del convento ma, una volta guarito, dimentica il buon proposito. Succede che si riammala gravemente di un male alla gola e rischia nuovamente la vita; ottiene però la guarigione grazie all’inter-cessione del beato Andrea Bobòla, martire gesuita, e rinnova la decisio-ne di farsi frate a guarigione ottenu-ta. Fa domanda di essere accettato nella Compagnia di Gesù: la richie-sta è accolta ma la cosa non viene eseguita e così desiste nell’intento. Nel 1855 durante la processione del Corpus Domini vengono a dirgli che sua sorella Maria Luisa, al quale è legatissimo in quanto l’ha cresciuto, è

spirata. Sente più forte il richiamo alla vita religiosa e stavolta resta fermo nel suo proposito. Suo padre Sante, non volendo lasciarlo andar via, gli propone un anno di prova ma ormai il ragazzo è deciso. Durante que-st’anno partecipa come prima alle conversazioni e va a teatro, ma il suo animo è mutato e ogni momento è buono per ritirarsi in preghiera. Si fa strada la vocazione pas-sionista: durante una processione in onore di Maria Santissima, nell’otta-va dell’Assunzione, un evento so-prannaturale lo confermerà nella sua vocazione. Francesco vede l’immagi-ne della Madonna che volge gli oc-chi verso di lui e gli risuonano nel cuore queste parole: “Cosa stai a fare nel mondo? Tu non sei fatto per il mondo; segui la tua vocazione!”. E’ la spinta definitiva: Francesco scop-pia in lacrime ed il padre cercherà di farlo desistere, nascondendogli la lettera di ammissione alla Congre-gazione dei Passionisti. Tuttavia, alla fine dovrà lasciarlo partire. Parte salutando solo la sua famiglia nel settembre 1856. Molti si stupiscono che lui, sem-pre così brioso, vestito all’ultima mo-da e bravo nella recita dei poemi, abbia deciso di lasciarsi il mondo alle spalle e chiudersi in convento. Parte alla volta del convento dei passionisti a Morrovalle, ma prima fa una sosta alla Casa di Nazareth a Loreto dove fa la confessione ge-nerale dei propri peccati, anche se niente di grave ha offuscato la sua anima. La comunità dove approda è diretta da anime sante: Padre Raf-faele Ricci è il primo a dare nozioni di vita religiosa a Francesco, insieme a Padre Norberto Cassinelli, dichia-rato venerabile nel 1994. Tra i novi-zi c’è anche padre Bernardo Silve-strelli, che sarà beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1988. La vestizione religiosa di Cec-chino (così veniva chiamato France-sco in famiglia ) avviene nella festa della Vergine Addolorata. Da qui in poi Francesco prenderà il nome di

(Continua a pagina 4)

San Gabriele dell’Addolorata, Passionista

mo come ti ho comandato?" for-se oseremo dire "si, l'ho fatto" ma se non avremo neanche pre-gato per la salvezza dei nostri fratelli quanto potrà apparire credibile tale risposta? Non ci chiede il Signore di fare elemo-sine e opere di bene ogni singo-lo istante del tempo libero, ci chiede però di pregare sempre, quello si e pregare lo possono fare tutti, anche e specialmen-te i bambini. Questo insegnava l'allora Papa Benedetto XVI quando scriveva: «La nostra speranza è sempre essenzial-mente anche speranza per gli altri; solo così essa è veramen-te speranza anche per me. Da cristiani non dovremmo mai do-mandarci solamente: come pos-so salvare me stesso? Dovrem-mo domandarci anche: che cosa posso fare perché altri vengano salvati e sorga anche per altri la stella della speranza? Allora avrò fatto il massimo anche per la mia salvezza personale». (Enciclica "Spe Salvi", 2007) Questo per far capire cosa in-tendesse dire S' Agostino quan-do diceva che "Chi salva un'ani-ma ha assicurata la propria". Sforziamoci dunque di metterci davanti a Dio colla corona in mano e di far scorrere i grani che possono valere la salvezza di tante anime a noi care. M. Andrea Gemma Vescovo Esorcista

Febbraio 2014 Donna Vestita di Sole 4 pagina

Febbraio 2014

Calendario degli incontri del gruppo «Donna Vestita di Sole»

Gabriele dell’Addolorata. In convento scriverà lettere appassionate al padre esor-

tandolo a non far leggere ai fratelli i romanzi che aveva letto lui (anche se nessuno dei libri che lui leggeva erano immorali), perché sosteneva che comunque recavano danni alle anime; esortava invece a leggere libri sacri e a fare la carità ai pove-ri. Era ubbidiente ai superiori e for-temente devoto a Maria, alla quale aveva fatto un bel giardino di fiori che curava personalmente. Un gior-no donò un fiore del giardino a suo fratello venuto a trovarlo in conven-to, ma subito, pentito di averlo colto perché della Mamma Celeste, corse in ginocchio dal superiore per con-fessare la sua colpa. Era molto can-dido. Subito dopo la sua morte, av-venuta il 27 Febbraio 1862 a Isola di Gran Sasso per tubercolosi ossea, si diffonde la fama della sua santità ed i pellegrini che vanno a pregare sulla sua tomba si ritrovano guariti.

Anche Santa Gemma dichiarerà di essere guarita per sua intercessione. Viene canonizzato da Benedetto XV nel 1920 e dichiarato patrono della gioventù cattolica da Pio XI. Nel 1959 viene nominato da Giovanni Paolo II Patrono dell’Abruzzo, regio-ne dove ha passato gli ultimi 3 anni della sua vita. La Chiesa lo celebra il 27 febbraio.

Preghiera: San Gabriele, tu che hai cercato con forza e con determinazione di trova-re la tua vocazione e ti sei messo in ascolto della voce che ad essa ti invitava, aiuta i giovani a rispondere con generosità alla loro chiamata. Tu che sei vissuto in una vera famiglia cristiana insegna ai genitori a tra-smettere la propria fede ed a dare il proprio esempio ai figli. Tu che hai dovuto affrontare le prove della vita vieni in aiuto di chi è disperato ed infondi nei cuori la serenità e la speranza.

Amen.

(Continua da pagina 3)

San Gabriele dell’Addolorata, Passionista

Mar. 03/02

Bientina, Oratorio ore 21,15

Santa Messa per il gruppo .

Ven. 07/02

Bientina, Oratorio ore 21,15

Preghiera comunitaria carismatica e

Insegnamento.

Ven. 14/02

Bientina, Oratorio ore 21,15

Preghiera comunitaria carismatica e

Insegnamento.

Gio. 20/02

Bientina, ore 21,30

Roveto ardente di preghiera

Ven. 21/02

Bientina, Oratorio ore 21,15

Preghiera comunitaria carismatica e

Insegnamento.

Mar. 25/02

Bientina, Oratorio ore 21,15

Pastorale e ministero di

intercessione

Ven. 28/02

Bientina ore 21,30

Santa Messa di intercessione

per i sofferenti.

Buon Compleanno a

14 febbraio Giorgia Panizzi

15 febbraio Anna Pittei Paone

DON DIVO BARSOTTI

25 Aprile 1914 - 15 Febbraio 2006

D on Divo Barsotti, unanime-

mente riconosciuto come una

delle figure più luminose della

Chiesa del Novecento, è stato

scrittore, poeta, predicatore, uomo

dello spirito, fondatore della

“Comunità dei figli di Dio” di carattere contem-

plativo che conta più di duemila membri sparsi

nel mondo.

Irriducibile, anima tesa all’Assoluto, don Divo

ha sempre cercato la volontà di Dio sino alla

fine, senza sentirsi mai appagato in alcun posto:

pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale per

interessamento di Giorgio La Pira si è trasferito a

Firenze, dove ha avuto inizio la sua attività di

predicatore e di scrittore. Don Divo si può defi-

nire come un mistico e come uno degli scrittori

di spiritualità più importanti del secolo.

Il punto fisso della vita e della predicazione di

don Barsotti sono stati la preghiera, la liturgia

(Santa Messa e Liturgia delle Ore), la contempla-

zione, il silenzio, l’esercizio della Divina Presen-

za continua, la preghiera del cuore. Cose che egli

ha esercitato e insegnato a tutti i livelli.

L’amore per la liturgia, per la santa Messa,

sono stati i grandi richiami di don Divo: chi poté

assistere ad una sua celebrazione eucaristica,

difficilmente la dimenticherà: non tanto per lui

in sé, quanto perché, immergendosi in quell’

Atto, a volte fino alla commozione e alle lacri-

me, introduceva i fedeli potentemente nel Miste-

ro: la Messa diveniva la Presenza di Dio, del suo

Sacrificio.

Passionale e forte, dolce e paterno, solitario e

uomo di fede incrollabile, monaco e predicatore,

insofferente alle mode e capace con una parola

di illuminare un’intera esistenza... tutto questo è

stato don Divo Barsotti.

(Padre Serafino Tognetti)