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Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione Coldiretti Cremona Informa, Anno VII NewsLetter Informazione online Venerdì 24/08/2012 – Anno VII, Numero 32 Caldo/1. E’ il decennio più bollente della storia. Cambia il made in Italy Caldo/2. Raccolti dimezzati: -30% il mais, - 20% il pomodoro, -40% la soia Caldo/3. La mappa dei danni // Nelle stalle crollano produzione e fertilità Siccità. Coldiretti Lombardia: acqua prigioniera nei bacini di montagna Benzina. Il costo del pieno supera la spesa settimanale // Effetto valanga Crisi. A causa di mutui e rincari sono in difficoltà sei italiani su dieci Tempo di esodo. In agosto 2,1 milioni di presenze negli agriturismi italiani Agenda. Mercato di Campagna Amica // Agricoltura online e in tv ………………………………………………………………………… ………………… CALDO: E' IL DECENNIO PIU’ BOLLENTE DELLA STORIA CAMBIA IL MADE IN ITALY L’andamento climatico del 2012 conclude un decennio che in Italia è risultato il più bollente negli oltre due secoli dell'inizio rilevazioni a conferma della tendenza al surriscaldamento che ha fatto sentire i suoi effetti sui cicli della natura, sulle coltivazioni, sulla fauna marina e terrestre e in generale sulla produzione Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che, se i mari si sono scaldati, i cambiamenti climatici sulla terraferma si sono manifestati con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, e con la riduzione della riserve idriche. Si tratta di processi – sottolinea la Coldiretti – che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Se in Europa per alcuni ricercatori persino lo champagne si è dovuto inchinare ai cambiamenti climatici spostandosi nel sud dell’Inghilterra, secondo un’analisi della Coldiretti il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni con il surriscaldamento che ha determinato un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza. Si è verificato nel tempo anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo, arrivato quasi a ridosso delle Alpi. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Un effetto che si estende in realtà a tutti i prodotti tipici. Il riscaldamento provoca infatti anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.

coldiretti cremona informa n.32/2012

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Page 1: coldiretti cremona informa n.32/2012

Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione Coldiretti Cremona Informa, Anno VII

NewsLetter

Informazione online

Venerdì 24/08/2012 – Anno VII, Numero 32

Caldo/1. E’ il decennio più bollente della storia. Cambia il made in Italy

Caldo/2. Raccolti dimezzati: -30% il mais, - 20% il pomodoro, -40% la soia

Caldo/3. La mappa dei danni // Nelle stalle crollano produzione e fertilità

Siccità. Coldiretti Lombardia: acqua prigioniera nei bacini di montagna

Benzina. Il costo del pieno supera la spesa settimanale // Effetto valanga

Crisi. A causa di mutui e rincari sono in difficoltà sei italiani su dieci

Tempo di esodo. In agosto 2,1 milioni di presenze negli agriturismi italiani

Agenda. Mercato di Campagna Amica // Agricoltura online e in tv ………………………………………………………………………… …………………

CALDO: E' IL DECENNIO PIU’ BOLLENTE DELLA STORIA

CAMBIA IL MADE IN ITALY

L’andamento climatico del 2012 conclude un decennio che in Italia è risultato il più bollente negli oltre due secoli dell'inizio rilevazioni a conferma della tendenza al surriscaldamento che ha fatto sentire i suoi effetti sui cicli della natura, sulle coltivazioni, sulla fauna marina e terrestre e in generale sulla produzione Made in Italy. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che, se i mari si sono scaldati, i cambiamenti climatici sulla terraferma si sono manifestati con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, e con la riduzione della riserve idriche. Si tratta di processi – sottolinea la Coldiretti – che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Se in Europa per alcuni ricercatori persino lo champagne si è dovuto inchinare ai cambiamenti climatici spostandosi nel sud dell’Inghilterra, secondo un’analisi della Coldiretti il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni con il surriscaldamento che ha determinato un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza. Si è verificato nel tempo anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo, arrivato quasi a ridosso delle Alpi. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Un effetto che si estende in realtà a tutti i prodotti tipici. Il riscaldamento provoca infatti anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.

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CALDO, RACCOLTI DIMEZZATI

TAGLI DEL 20% AL POMODORO, DEL 30% AL MAIS E DEL 40% ALLA SOIA Il caldo e la siccità hanno già tagliato i raccolti con cali della produzioni che a livello nazionale vanno dal -20% per il pomodoro al -30% per il mais fino al -40% per la soia. Forti riduzioni sono previste per la barbabietola da zucchero, con quasi il dimezzamento della produzione nelle regioni del Nord, e per il girasole (-20%). E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti, che ribadisce come “occorra subito avviare le procedure per la dichiarazione di stato di calamità naturale nelle zone colpite dalla siccità, che ha già provocato perdite superiori al miliardo di euro all’agricoltura italiana”. Ad essere colpiti - sottolinea la Coldiretti - sono prodotti simbolo del Made in Italy come il pomodoro e mais e soia che sono alla base dell’alimentazione degli animali allevati per produrre i prestigiosi formaggi e prosciutti a denominazione di origine, ma anche il vino con una vendemmia prevista di qualità ma contenuta. In pericolo ci sono anche i pascoli perché mancano i foraggi e l’acqua con mandrie e greggi sugli alpeggi mentre in molti casi è stato necessario intervenire con le autobotti per abbeverare gli animali. Ma oltre alla mancanza dell’acqua gli effetti del caldo si fanno sentire anche sulla produzione di latte. Le mucche hanno prodotto in media dal 10 al 20% di latte in meno con punte che arrivano anche al 50% nei giorni più roventi. L'afa e le temperature - continua la Coldiretti - hanno tolto l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40 per cento in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime e con un conseguente, sostanziale calo dell’accrescimento. Il caldo ha pesanti effetti anche sulle galline, che producono meno uova, e sulle api, che non riescono a prendere il polline e il nettare mettendo a rischio la produzione di miele.

Le immagini, scattate a Grontardo,

ritraggono due campi di mais, seminati

nello stesso periodo.

Il campo ritratto nella foto di destra ha

ricevuto la giusta irrigazione, il

secondo non è stato irrigato.

La carenza d’acqua ha costretto

l’agricoltore a fare una scelta, abbandonando un campo per salvare il raccolto dell’altro.

La differenza fra i due campi, e i due raccolti, è evidente.

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LA MAPPA DEI DANNI DA CALDO E SICCITA’

•••• Mais: riduzione della produzione del 25-30% a livello nazionale con punte dell’80% nel Polesine e del 50% nel Padovano

•••• Soia: riduzione della produzione del 30-40% della produzione nelle regioni setten-trionali (dove si effettua la quasi totalità della coltivazione) con punte dell’80-100% nel Polesine

•••• Girasole: calo della produzione del 20% a livello nazionale, riscontrabile nelle Marche e in Toscana secondo la Coldiretti

•••• Barbabietola da zucchero: calo produttivo sino al 50% nelle regioni del Nord a seguito del calo della resa nelle aree del Veneto e dell’Emilia-Romagna dove non si è potuto irrigare

•••• Vite: situazione a rischio se dovesse permanere il caldo. E’ prevista una produzione molto contenuta rispetto alla media

•••• Pomodoro: calo produttivo del 20% del raccolto in tutte le aree di produzione nazionale con punte del 25% nel Mezzogiorno

•••• Latte: minore produzione a livello nazionale del 10-15% con punte del 30-40% in Toscana dove si registrano maggiori costi del 70-80% per carenza foraggi, mentre in Piemonte le mandrie sono costrette a lasciare gli alpeggi con un mese di anticipo

•••• Ortaggi: riduzione della produzione dove non è stato possibile irrigare. In Abruzzo secondo la Coldiretti calo del 30% della produzione di patate e carote

•••• Uova e miele: minore produzione per gli effetti del caldo sulle galline e sulle api.

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

Coldiretti Cremona è in prima linea nel monitoraggio sul territorio, per rilevare i danni prodotti dalla carenza idrica e dal caldo eccessivo. Le foto che accompagnano queste pagine sono state scattate il 21 agosto, in occasione del servizio girato a Grontardo dal Tg della tv svizzera RSI, con la partecipazione di imprenditori agricoli e funzionari di Coldiretti Cremona.

Continueremo a parlare dell’argomento anche

nelle prossime puntate di W l’Agricoltura, la

trasmissione proposta tutte le settimane su

Telecolor e Primarete, a cura di Coldiretti

Cremona. Appuntamento il giovedì alle 19.50

(subito dopo il tg) e in replica la domenica, ore

13 circa, su Telecolor e Primarete. Segnaliamo che sul sito di Coldiretti Cremona (www.cremona.coldiretti.it) è possibile trovare il video realizzato presso l’azienda agricola di Giuseppe Olivieri a Grontardo. L’imprenditore ci ha accompagnati in un percorso che, dalle stalle ai campi, ha mostrato i pesanti effetti del caldo e della siccità. Il tutto è ben testimoniato dalla foto qui a lato. L’agricoltore Beppe Olivieri mostra il confronto tra due pannocchie: quella sulla sinistra viene da un campo che non ha ricevuto sufficiente acqua. La pannocchia sulla destra viene da un campo correttamente irrigato.

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CALDO: - 15% NASCITE NELLE STALLE CROLLA LA FERTILITA’

Le ondate di caldo riducono anche la fertilità con un calo previsto fra il 10 e il 15 per cento

delle nascite degli animali in stalla dove si registrano anche problemi durante i parti, con

difficoltà nelle espulsioni della placenta, e affaticamenti respiratori degli animali sotto

stress. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti nel sottolineare che gli

allevatori hanno effettuato investimenti importanti sulle strutture per garantire le migliori

condizioni di vita agli animali, ma le temperature di questa estate e le ondate di caldo che

si sono susseguite stanno mettendo a dura prova la resistenza delle mucche sia sul fronte

della produzione di latte che su quello della fertilità.

Stalle esposte a nord, ventilatori, doccette, cucce protette per i più piccoli e continui

rifornimenti di acqua sono alcune delle contromisure adottate dagli allevatori per difendere

mucche e vitellini dall’assedio di Lucifero. Ma l’afa, che non molla la presa anche di notte,

sta facendo saltare le gravidanze, sbilanciando i periodi di estro degli animali.

Il calo in Lombardia, dove si concentra il maggior numero di allevamenti, va dall’8-10 per

cento nelle zone pedemontane fino a picchi del 15 per cento in pianura, secondo le

rilevazioni della Coldiretti. Ma non c’è solo un problema di gravidanze fallite - spiega la

Coldiretti - il caldo influisce anche sui parti e sul blocco delle contrazioni per l’espulsione

della placenta. Oltre ai cali sulla produzione di latte fra il 10 e il 20 per cento lo stress per

le alte temperature crea problemi sia per la riuscita delle gravidanze che per i parti, oltre a

un aumento di disturbi come insufficienze respiratorie e cardiache, che possono poi

portare alla morte dell’animale.

Una situazione che aggrava il già pesante bilancio dei danni con il caldo e la siccità, con

una vendemmia che si posiziona su minimi storici anche se di buona qualità e cali della

produzioni che a livello nazionale vanno dal -20 per cento per il pomodoro al -30 per cento

per il mais fino al -40 per cento per la soia. Come già evidenziato, forti riduzioni sono

inoltre previste per la barbabietola da zucchero, con quasi il dimezzamento della

produzione nelle regioni del Nord, e per il girasole (-20 per cento). Occorre subito -

conclude la Coldiretti - avviare le procedure per la dichiarazione di stato di calamità

naturale nelle zone colpite dalla siccità che ha già provocato perdite superiori al miliardo di

euro all’agricoltura italiana.

www.ilpuntocoldiretti.it Il giornale online delle imprese del sistema agroalimentare

Il Punto Coldiretti è il giornale online rivolto alle imprese del sistema agroalimentare, creato dalla Coldiretti, la prima Organizzazione degli imprenditori agricoli del Paese. Il Punto Coldiretti assicura un costante aggiornamento su economia e settori produttivi, fisco, ambiente, lavoro, credito, energia, previdenza, formazione, qualità, innovazione e ricerca, scadenze e prezzi, previsioni meteo. L’indirizzo è: www.ilpuntocoldiretti.it.

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COLDIRETTI LOMBARDIA Siccità, acqua prigioniera nei bacini di montagna:

“Le centrali idroelettriche aprano i rubinetti”

Mentre la Lombardia brucia di sete, nelle dighe di montagna l’acqua c’è. Nel momento

più critico di una siccità destinata a lasciare il segno – denunciano Coldiretti

Lombardia e Legambiente – oltre 260 milioni di metri cubi d'acqua sono stoccati negli

invasi idroelettrici del solo bacino dell'Adda (Valtellina e Valchiavenna, una parte

anche in territorio svizzero).

“Si tratta di un volume enorme, quasi dodici volte superiore alla riserva stoccata

dall'intero lago di Como, che ormai trattiene solo 23 milioni di metri cubi sopra il

livello della traversa di Malgrate” spiegano Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti

Lombardia, e Damiano Di Simine, Presidente di Legambiente Lombardia.

"Chiediamo nuove regole per la gestione della risorsa idroelettrica lombarda –

aggiungono Prandini e Di Simine – non è giusto avere campi riarsi e fiumi a secco

mentre i gestori dei forzieri idroelettrici tengono chiusi i rubinetti, aspettando il

momento in cui la vendita di corrente elettrica permette di massimizzare i profitti".

La situazione è pesante anche nel bacino dell'Oglio: mentre il lago d'Iseo si sta

riducendo al lumicino, con una riserva idrica che ammonta a soli 16 milioni di metri

cubi, oltre 40 milioni di metri cubi sono gelosamente custoditi negli invasi delle

montagne camune, in attesa di momenti favorevoli della domanda elettrica, per poter

essere turbinati alle condizioni di massimo profitto per le società che gestiscono gli

invasi, in particolare ENEL e A2A.

Chi se la passa peggio di tutti è il Chiese, dove il lago d'Idro ha ormai esaurito il 100%

della sua capacità di invaso e può rilasciare solo l'acqua che riceve dagli affluenti:

anche in questo caso, sebbene i ghiacciai dell'Adamello stiano fondendo per effetto

delle temperature altissime, l'acqua resta sigillata nelle dighe, che sono quasi tutte in

territorio trentino.

“Il mondo della produzione energetica sta cambiando – concludono Prandini e Di

Simine – l'ingresso di nuove fonti rinnovabili nel mercato ha ridotto i margini

speculativi e le nuove centrali termoelettriche sono tutte modulabili e quindi anche la

regolazione dei grandi bacini idroelettrici deve essere fatta tenendo conto dei diversi

bisogni, sia energetici che idrici e non più, come è accaduto anche in questa estate, in

funzione esclusiva del massimo profitto conseguibile dalle società energetiche".

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BENZINA/1. IL COSTO DEL PIENO SUPERA LA SPESA SETTIMANALE

Fare il pieno dell’auto alle famiglie costa di più che fare la spesa alimentare settimanale. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui cambiamenti intervenuti nei rapporti di spesa degli italiani tra i diversi beni acquistati a seguito del record a 2 euro fatto registrare dal prezzo della benzina. Secondo le elaborazioni della Coldiretti fare il pieno in un’automobile con un serbatoio di 60 litri è arrivato a costare 120 euro, un importo superiore ai 111 euro che mediamente le famiglie italiane spendono ogni settimana per fare la spesa, secondo l’Istat. D’altra parte, con il nuovo record, un litro di benzina viene a costare come un chilo di pesche, ma il prezzo ha superato del 40% il chilo di pasta e del 50% il un litro di latte. Un rapporto di cambio che - conclude la Coldiretti - non è eticamente ed economicamente sostenibile e che mette a rischio la ripresa del paese.

BENZINA/2. DAL PIENO EFFETTO VALANGA SU 86% DELLA SPESA

Il record del prezzo del pieno di benzina per un’automobile media (50 litri), che ha raggiunto i 100 euro, ha un effetto valanga sulla spesa delle famiglie in un Paese come l’Italia dove l’88% delle merci viaggia su strada. E’ quanto ribadisce la Coldiretti nel sottolineare che con il nuovo record a 2 euro il costo di un litro di benzina ha addirittura superato del 50% quello di un litro di latte fresco ed è pari a quello di un chilo di pesche. Una situazione insostenibile che, sommata all’aumento dei costi energetici per le bollette di luce e gas, mette a rischio la ripresa dell’economia. A subire gli effetti del caro carburanti sono – continua la Coldiretti – anche le imprese agricole che in questo momento consumano grandi quantità di gasolio per garantire l’irrigazione nei campi per salvare le coltivazioni agricole dal caldo e dalla siccità. L’aumento dei costi energetici colpisce l'intero sistema agroalimentare, produzione, trasformazione e distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale.

CRISI: IN DIFFICOLTA’ 6 ITALIANI SU 10 PER MUTUI E RINCARI

La crisi mette in difficoltà sei italiani su dieci (61%), che non dispongono di un reddito adeguato, ma c’è addirittura un 6% che non riesce mai ad arrivare a fine mese. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Swg divulgata in occasione della diffusione dei dati sull’aumento delle spese per effetto di rincari e mutui che aggrava la situazione di difficoltà delle famiglie. Il risultato è - sottolinea la Coldiretti - un drastico calo nei consumi nel 2012 che riguarda anche l’alimentazione con una riduzione stimata tra l’uno e il due per cento negli acquisti in quantità. Per tagliare sulla spesa - precisa la Coldiretti - sono costretti a fare lo slalom tra gli sconti ben il 62 per cento degli italiani che vanno a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati piu’ che in passato mentre circa la metà dei consumatori (49 per cento) fa addirittura la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi piu’ convenienti. Tra le tendenze emergenti si evidenzia l’aumento di quanti acquistano prodotti locali (40 per cento) e scelgono solo frutta e verdura di stagione (50 per cento) magari senza intermediazione con un balzo record del 23 per cento nel primo semestre del 2012 degli acquisti fatti direttamente dal produttore, resi possibili dalla rete degli agricoltori di Campagna Amica dove hanno fatto la spesa oltre 9 milioni di italiani. l risultato è che nonostante gli impegni della vita moderna per la prima volta rispetto al passato - conclude la Coldiretti - si inverte la tendenza con il 57 per cento degli italiani che dedica piu’ tempo a fare la spesa secondo l’analisi Coldiretti/Swg.

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CALDO: CAMBIA LA SPESA DEGLI ITALIANI. +10% FRUTTA, MENO CAFFE’

Il clima bollente ha cambiato la spesa degli italiani con un calo negli acquisti di caffè, cioccolato e salatini ed un aumento medio stimato del 10% degli acquisti di frutta rispetto allo scorso anno, che ha riguardato tutte le principali varietà, dalle pesche alle susine fino ai cocomeri. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che a salire sono anche i consumi di gelato e di acqua minerale in un’estate in cui il mese di luglio si è chiuso con 1,94 gradi in più rispetto alla media classificandosi al sesto posto tra i più caldi da oltre due secoli mentre quello di giugno con +2,6 gradi si era classificato al terzo posto. Con Lucifero sono salite a sette le ondate di calore che hanno attraversato il paese alterando la natura con oltre un miliardo di danni alle coltivazioni per la siccità ma anche modificando i comportamenti degli italiani. Dai supermercati alle bancarelle nei mercati e nelle botteghe di Campagna Amica, ma anche nei chioschi attrezzati, si assiste a un aumento consistente della domanda di frutta e verdura, con almeno 20 milioni di italiani che - stima la Coldiretti - la stanno consumando sia a pranzo che a cena. Mangiare frutta e verdura è la miglior difesa nei confronti dell’afa, l’eccessiva sudorazione e il rischio di colpi di calore perché sono prodotti rinfrescanti e ricchi di vitamine e sali minerali, indispensabili per non affaticare troppo l'organismo. A beneficiare del caldo sono stati anche i consumi di gelato con una spesa stimata pari a 2,5 miliardi nel 2012 in cui si registra anche una crescita della richiesta dei gusti alla frutta tra i circa 600 disponibili. Cambiare l’alimentazione è un ottimo modo per difendersi dal caldo che durante la notte tiene svegli circa dodici milioni di italiani che soffrono di insonnia. Cibi come pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, cipolla, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte fresco caldo e frutta dolce come pesche e nettarine possono venire in soccorso per superare le notti di passione. Sono invece gli alimenti conditi con molto pepe e sale, ma anche con curry, paprika in abbondanza ed anche patatine in sacchetto, salatini, alimenti in scatola e minestre con dado da cucina i veri nemici del riposo che le alte temperature rendono più difficile. Attenzione però anche a caffè e superalcolici, e agli alimenti in scatola che garantiscono praticità ma che - precisa la Coldiretti - sono considerati a "rischio" per chi vuole trascorrere tranquillamente la notte nelle braccia di Morfeo, mentre sono da privilegiare lattuga, radicchio e frutta dolce di stagione.

ESODO: IN AGOSTO 2,1 MILIONI DI PRESENZE IN AGRITURISMO

Con le ultime partenze salgono a 2,1 milioni le presenze degli ospiti negli agriturismi italiani in agosto con un leggero aumento rispetto allo scorso anno, in controtendenza rispetto all’andamento turistico generale. E' quanto stima la Coldiretti, in occasione dell'ultimo esodo dell’estate, sulla base delle previsioni di Campagna Amica, nel sottolineare che a spingere i turisti nel verde c’è la necessità di ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e la scelta di trascorrere le vacanze non lontano da casa. Una scelta che premia l’ospitalità in agriturismo grazie - sottolinea la Coldiretti - alle offerte flessibili sia per quanto riguarda il pernottamento che la ristorazione anche se si riduce a tre giorni il tempo di permanenza medio e prevale il last minute. Secondo l’indagine Coldiretti/IPRMarketing/Univerde il canale più utilizzato per la ricerca dell’agriturismo è internet che è scelto dal 79% dei vacanzieri che navigano su siti come www.terranostra.it e che precede il passaparola (42%) e l’esperienza diretta (12%). Tra le novità dell’estate 2012 oltre alla guida Agriturismo 2012 edita dall’istituto Geografico De Agostini con la collaborazione di Terranostra, c’è la prima App per essere guidati online nell’agriturismo giusto. Si tratta di “iTerranostra”, scaricabile gratuitamente dall’App Store della Apple, realizzata dall’associazione agrituristica promossa dalla Coldiretti con l’obiettivo di fornire ai turisti un’opportunità in più per programmare la propria vacanza. Le aziende agricole autorizzate all'esercizio dell'agriturismo sfiorano in Italia le 20mila unità con 385.470 posti a sedere a tavola autorizzati e 206.145 posti letto. Le aziende sono relativamente più concentrate nel Nord del Paese, dove si rilevano il 45,3% delle aziende mentre seguono il Centro (34,1%) e il Mezzogiorno (20,6%). Toscana e Alto Adige, con 4074 e 2990 aziende, si confermano i territori in cui l'agriturismo risulta storicamente più rilevante. L'attività agrituristica è significativa anche in Lombardia, Veneto, Umbria, Emilia-Romagna e Piemonte (con oltre 1.000 aziende) e in Campania, Lazio, Sardegna e Marche (con oltre 700 aziende). Più di un'azienda agrituristica su tre - conclude la Coldiretti - e a conduzione femminile.

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Crisi, “caro pasto” per le mucche da latte: nel 2012 aumenti record per soia e mais

“Caro pasto” per le mucche da latte. In sette mesi – spiega la Coldiretti Lombardia

sulla base di un monitoraggio delle quotazioni sulla piazza di Milano da gennaio ad

agosto – il mais è aumentato di oltre il 40 per cento e la farina di soia di quasi il 70

per cento: il primo è passato da 196 a 276 euro a tonnellata, mentre la seconda è

balzata da 335 a 566 euro a tonnellata.

Si tratta di valori che interessano una regione con oltre 450 mila capi, 6.400 stalle e

una produzione di circa 4 milioni e mezzo di tonnellate, ossia più del 40 per cento

del totale nazionale.

“Considerato che circa il 75% della razione giornaliera di una vacca è composto

proprio da soia e mais è chiaro l’impatto di questi aumenti – dice Ettore Prandini,

Presidente di Coldiretti Lombardia – ed è altrettanto chiaro come sia necessario

tornare a un tavolo di confronto con le industrie per riportare in equilibrio i prezzi

del latte alla stalla senza toccare quelli al dettaglio, anche perché lungo la filiera ci

sono spazi di manovra”.

Visto che a settembre scade l’accordo regionale che ha stabilito una media di 38,46

centesimi al litro “bisogna riprendere il ragionamento con l’industria e la grande

distribuzione – conclude Prandini– è necessaria una nuova valorizzazione del latte

italiano proprio in virtù del suo essere elemento essenziale e strategico

dell’agroalimentare del nostro Paese e come tale deve essere riconosciuto”.

www.cremona.coldiretti.it il sito di Coldiretti Cremona

Ricordiamo che tutti gli appuntamenti promossi da Coldiretti Cremona vengono puntualmente

comunicati anche attraverso il nostro sito, all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it (in

particolare, per gli avvisi rivolti agli imprenditori agricoli, c’è lo spazio “avvisi alle imprese”).

Il sito è uno strumento di informazione e comunicazione, aggiornato in tempo reale, rivolto agli

imprenditori agricoli e a tutti i cittadini attenti ai temi della difesa e valorizzazione

dell’agricoltura e alimentazione made in Italy, alla promozione del territorio, alla tutela

dell’ambiente. Sul sito sono presenti tutti i comunicati stampa diffusi da Coldiretti Cremona, ci

sono le pagine dedicate ai servizi garantiti dai vari uffici, tutte le iniziative sul territorio,

accanto ad una serie di link e di indirizzi utili. Negli ultimi mesi il sito si è arricchito di una

serie di video, che raccontano iniziative, azioni e imprese agricole di Coldiretti.

Particolare risalto è dato alle ‘storie’ dei giovani imprenditori agricoli.

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PREZZI: + 50% CIBO PER ANIMALI. RISCHIO ABBANDONI

L’aumento record del prezzo del cibo per gli animali, che ha già portato all’abbandono negli Stati

Uniti di 180mila cavalli, contagia anche l’Italia dove riempire la mangiatoia costa quasi il 50 per

cento in più dall’inizio dell’anno. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme sulle difficoltà di continuare a

sfamare gli animali a causa dell’aumento record dei prezzi dei mangimi.

Le componenti fondamentali della dieta degli animali - sottolinea la Coldiretti - hanno raggiunto

valori da massimo storico nelle quotazioni da gennaio ad agosto, con il mais che è aumentato di

oltre il 40 per cento e la farina di soia di quasi il 70 per cento: il primo è passato da 196 a 276

euro a tonnellata, mentre la seconda è balzata da 335 a 566 euro a tonnellata, sulla piazza di

Milano. Considerato che circa il 75 per cento della razione giornaliera di una mucca è composto

proprio da soia e mais l’impatto di questi aumenti - continua la Coldiretti - è insostenibile se si

tiene conto che il prezzo del latte e derivati alla produzione riconosciuto agli allevatori si è ridotto

del 9% rispetto allo scorso anno, secondo l’Ismea. Occorre - precisa la Coldiretti - una netta ed

immediata inversione di tendenza per non mettere a rischio l’allevamento italiano e con esso,

oltre alla produzione di latte e carne, l’intero patrimonio di formaggi e salumi Made in Italy.

Il calo della produzione e il conseguente aumento dei prezzi delle materie prime agricole

congiuntamente alla situazione di crisi e al calo dei consumi deve orientare la filiera verso uno

sforzo di razionalizzazione teso a ridurre passaggi ed inefficienze” afferma il Presidente della

Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “allo stesso tempo oggi più che mai serve uno sforzo

di tutti per affermare tra la gente una nuova cultura del “giusto cibo al giusto prezzo”. Un bene

comune finito il cibo dove quantità, qualità, sicurezza alimentare ed etica produttiva - conclude

Marini - non sarebbero conciliabili con prezzi che non sostengono neanche i costi di produzione.

A spingere le quotazioni verso l’alto, con il mais che ha superato di molto gli 8 e la soia che è ben

sopra i 17 dollari per bushel al Chicago Board of trade, è stato il ridimensionamento dei raccolti

mondiali del mais a 829.1 milioni di tonnellate a causa del crollo per la siccità nelle campagne

che hanno colpito gli Stati Uniti, i Balcani e il mar Nero ma anche l’Europa dove la produzione

stimata è di 58,1 milioni di tonnellate di mais per effetto del crollo in Italia (-30 per cento),

Ungheria e Romania. L’allarme cibo rischia di aggravare la crisi economica anche in Italia che

importa l’80 per cento della soia di cui ha bisogno e anche circa il 20 per cento del mais

necessario, che sono le materie prime agricole oggetto dei forti rincari sui quali è stata convocata

con urgenza per il 27 agosto una prima conference call tra i Paesi membri del G20. L’ aumento

dei prezzi è giustificato sul piano congiunturale dal clima, ma in realtà a pesare sono anche i

cambiamenti strutturali come ha evidenziano - precisa la Coldiretti - l’ultimo rapporto Ocse-Fao

secondo il quale la produzione agricola deve crescere del 60 per cento nei prossimi 40 anni per

far fronte all’aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, alla richiesta di

biocarburanti e alla crescita dei redditi in paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di

carne e, quindi, di mangime per gli allevamenti.

“Una situazione che conferma l’importanza che l’Italia difenda e valorizzi il proprio patrimonio

agricolo e la propria disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà

dei prodotti alimentari è importata” sostiene il Presidente della Coldiretti Sergio Marini. Il 46 per

cento degli italiani è infatti preoccupato che la produzione di cibo non sia sufficiente a soddisfare

il fabbisogno della popolazione anche per effetto del calo delle terra coltivata, secondo una

analisi della Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro del luglio 2012. La preoccupazione degli

italiani - conclude la Coldiretti - è superiore a quella della media dei cittadini europei, che si ferma

al 43 per cento anche se i più allarmati sono i greci con il 94 per cento, i più colpiti dalla crisi tra

gli europei.

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MERCATO DI CAMPAGNA AMICA: GLI APPUNTAMENTI

Da Crema a Cremona, da Soresina a Casalmaggiore, da Pandino a Bagnolo, Castelleone e

Vescovato, senza dimenticare il recente “debutto” a Pizzighettone: sono sempre più numerose

le ‘piazze’ dove, con regolarità, si rinnova l’appuntamento con il Mercato di Campagna Amica

degli agricoltori di Coldiretti Cremona. Riportiamo il calendario, ricordando che ogni

variazione o aggiornamento viene segnalato sul sito di Coldiretti Cremona, all’indirizzo

www.cremona.coldiretti.it. Da appuntare in agenda:

CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 12,30

CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato mattina

SORESINA. Il lunedì, ore 8-13, davanti al Palazzo Comunale

PANDINO. In via Umberto I, il 2° e il 4° lunedì del mese (+ alcuni eventi)

VESCOVATO. Tutti i sabati, in piazza Roma

CASTELLEONE. La mattina del sabato in via Garibaldi

BAGNOLO CREMASCO. In piazza Aldo Moro, la seconda domenica del mese

CREMA. In via Terni, la 1° e la 3° domenica del mese (+ alcuni eventi).

PIZZIGHETTONE. Tutti i giovedì, piazza Roma (zona “Gera”).

CON COLDIRETTI CREMONA

TUTTE LE SETTIMANE L’AGRICOLTURA È IN TV

Segnaliamo che W l’Agricoltura,

la trasmissione di agricoltura,

ambiente e alimentazione,

a cura di Coldiretti Cremona,

va in onda tutte le settimane

su Telecolor e Primarete ogni giovedì alle 19.50 (subito dopo il tg)

e in replica la domenica, ore 13 circa, su Telecolor.

Page 11: coldiretti cremona informa n.32/2012

MERCATI – TABELLA AGGIORNATA

A VENERDI’ 24 AGOSTO 2012

PRODOTTO Unità di

misura

CREMONA

MILANO

MANTOVA

MODENA

FRUMENTO tenero buono

mercantile Tonn.

236-240

n.q.

n.q. (fino)

259-264

GRANOTURCO

ibr. naz.

14% um. Tonn. 260-261 275-276 271-273 279-280

SEMI di SOIA Nazionale

Tonn. n.q. n.q. n.q. Sorgo nazionale

n.q.

ORZO naz. p.spec. 55-60

p.spec. 66-68 Tonn.

215-219 220-225

n.q. 250-252

Fino a 65

239–244 Fino a 70

245– 250

(p.spec. 63-65)

246-248

CRUSCA alla rinfusa

Tonn. 185–187 167–178 in sacchi 218-221

171-172

FIENO Magg. 2012

Agostano Tonn.

130 – 145 loietto:

130 – 145

126-136 130-135

Mag. 1° t.

n.q.

Medica fienata

(1° t. 2012)

120,0-140,0

PAGLIA press. (rotoballe)

Tonn. 75 – 85 80-92 Paglia da mietitr.

r.b. 37-42 Paglia di frumento

press. ball. 45-50

SUINI lattonzoli locali

15 kg 3,370 3,500 3,350 3,380

SUINI lattonzoli locali

25 kg 2,600 2,700 2,580 2,610

SUINI lattonzoli locali

30 kg 2,350 2,470 2,340 2,350

SUINI lattonzoli locali

40 kg 2,130 2,170 2,120 2,130

SUINI da macello

156 kg 1,655 1,700 n.q. (da 144 a 156 kg)

1,661

SUINI da macello

176 kg 1,715 1,700 n.q. (da 156 a 176 kg)

1,705

SUINI da macello

Oltre

176 kg 1,685 1,675 n.q.

(da 176 a 180 kg) 1,689

VACCHE FRIS. 1° qualità (p.v.)

kg. p.v. 1,19-1,43 p.m 2,70-3,10

MONTICHIARI 1,30-1,48

da macello 1,30-1,40

VACCHE FRIS.

2° qualità (p.v.) kg.

pv 0,99-1,12 pm 2,35-2,6

MONTICHIARI 0,90-1,14

1,10-1,20

MANZE scott. 24 mesi

kg. pm 2,55-3,20 Vitelloni da macello

24/30 mesi 1,65-1,75

1,34-1,51

Vitelloni femm. da macello pezz. nere (kg. 450-500)

p.v. 1,42–1,57 pm 2,78-3,08

Page 12: coldiretti cremona informa n.32/2012

PRODOTTO

Unità di

misura

CREMONA

MILANO

MANTOVA

MODENA

VITELLI baliotti fris. (p.v.)

50-60

kg. 1,60-1,80

MONTICHIARI

(1° q. 56/60 kg)

1,60-1,80

(da 46 a 55 kg)

1,90-2,20 (45-55 kg)

1,70-2,40

VITELLI baliotti pie blu belga p.v

50-60

kg. 3,00-4,00

MONTICHIARI 3,80-4,00

4,80-5,30 (pregiate 70 kg)

4,41-5,55

BURRO pastorizzato

kg. 2,15-2,20 past. 1,85 centr. 2,50

1,65 Zangolato di creme

X burrificaz. 1,30

PROVOLONE VALPADANA fino a 3 mesi

kg. (dolce)

4,95-5,15 5,05-5,20 n.q. --

PROVOLONE VALPADANA

oltre 3 mesi kg.

(piccante) 5,10-5,50

5,25-5,50 n.q. PARM. REGGIANO

12 mesi 8,75-9,05

GRANA scelto stag. 9 mesi

kg. 7,25-7,45 7,20-7,45 7,15-7,40

PARMIGIANO

REGGIANO

fino a 24 m 11,05-11,40

GRANA scelto

stag. 12-15 mesi kg. 8,20-8,40 8,55-9,10 8,50-8,75

PARMIG. REGG.

30 mesi e oltre 12,60-13,00

N.B. Le quotazioni del bestiame bovino e del foraggio sul mercato di Cremona avvengono il 1°

e il 3° mercoledì del mese. Questo dato, conseguentemente, va letto ed interpretato con la dovuta

attenzione rispetto agli altri dati pubblicati. Altra sottolineatura: i prezzi del mercato bovino di

Cremona sono da considerarsi a peso morto. Le quotazioni del mercato di Milano avvengono in due

giorni separati: il martedì per il comparto dei cereali e derivati, il lunedì per quello zootecnico che fa

riferimento a Montichiari. Anche questo aspetto va tenuto in considerazione nel confronto dei dati qui

riportati. Il mercato di Mantova avviene in un solo giorno e cioè il giovedì. Modena il lunedì.

TUTTI GLI AGGIORNAMENTI DELLA TABELLA MERCATI

- INSIEME AI COLLEGAMENTI ALLE PRINCIPALI BORSE -

SONO SUL SITO www.cremona.coldiretti.it

W l’Agricoltura – Coldiretti Cremona Informa

Vi dà appuntamento a venerdì prossimo

http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm

La newsletter di Coldiretti Cremona è nel sito www.cremona.coldiretti.it

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