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N° 9 – agosto 2010 Clavajas - il nesti paîs pag. 1 Sommario Editoriale – Clara da Pozzo pag.1 La storia – Franco Fedele pag.2 Poesie – Gianni Tulisso pag.3 In ricordo di Elvira Candido pag.4 La bicicleta di lenc – Ennio Giacometti pag.4 Le ricette – Elisabeth Koenraads pag.5 Da lis monts infin al mar pag.7 Biografia - Leonardo Zanier pag.9 Conosciamoci – Fiorenza e Gianni Tulisso pag.10 Le cronache - Mattia Primus pag.11 Lamenti, vecchi e nuovi – Giangiacomo Biadene pag.12 Il nuovo Consiglio Direttivo pag.13 Cruciverba Elisabeth Koenraads pag.14 Dobbiamo dire la verità! Questa volta non abbiamo dovuto faticare molto per raccogliere il materiale per il giornalino. Ci siamo anche stupiti nel veder aumentato il numero delle pagine! Molti lettori hanno accolto il nostro invito e ci hanno puntualmente fatto avere i loro scritti … e ci auguriamo che questo diventi un appuntamento fisso per quanti hanno il piacere di scrivere in qualsiasi forma: poesie, racconti, cronache,ecc... Come leggerete all’interno, da poco si è svolta l’assemblea ed il rinnovo delle cariche sociali. Colgo l’occasione per ringraziare Gigi, consigliere uscente, per la sua collaborazione e dare il benvenuto a Francesco. Da parte nostra l’impegno a continuare l’attività dell’Associazione, mantenendo la voglia di stare assieme. Ci auguriamo di ricevere e poter realizzare nuove proposte da tutti i soci, vecchi e nuovi, per arricchire il nostro calendario. la squadra di Clavais/Lenzone, finalista al torneo di calcetto das frazions: da sinistra in alto in senso orario: Alessandro,Mirco,Emil,Mattia,Giacomo,Francesco,Denis. Mancano : Luciano, Maurizio, Fabio e Daniel.

Clavajas - il nesti pais n° 9

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pubblicato l' 8 agosto 2010

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N° 9 – agosto 2010 Clavajas - il nesti paîs pag. 1

Sommario

Editoriale – Clara da Pozzo pag.1La storia – Franco Fedele pag.2Poesie – Gianni Tulisso pag.3In ricordo di Elvira Candido pag.4La bicicleta di lenc – Ennio Giacometti

pag.4Le ricette – Elisabeth Koenraads pag.5Da lis monts infin al mar pag.7Biografia - Leonardo Zanier pag.9Conosciamoci – Fiorenza e Gianni Tulisso

pag.10Le cronache - Mattia Primus pag.11Lamenti, vecchi e nuovi – GiangiacomoBiadene pag.12Il nuovo Consiglio Direttivo pag.13Cruciverba – Elisabeth Koenraads pag.14

Dobbiamo dire la verità! Questa volta nonabbiamo dovuto faticare molto perraccogliere il materiale per il giornalino. Cisiamo anche stupiti nel veder aumentato ilnumero delle pagine!Molti lettori hanno accolto il nostro invito eci hanno puntualmente fatto avere i loroscritti … e ci auguriamo che questo diventiun appuntamento fisso per quanti hanno ilpiacere di scrivere in qualsiasi forma:poesie, racconti, cronache,ecc...Come leggerete all’interno, da poco si èsvolta l’assemblea ed il rinnovo delle carichesociali. Colgo l’occasione per ringraziareGigi, consigliere uscente, per la suacollaborazione e dare il benvenuto aFrancesco. Da parte nostra l’impegno acontinuare l’attività dell’Associazione,mantenendo la voglia di stare assieme.Ci auguriamo di ricevere e poter realizzarenuove proposte da tutti i soci, vecchi enuovi, per arricchire il nostro calendario.

la squadra di Clavais/Lenzone, finalista al torneo di calcetto das frazions: da sinistrain alto in senso orario: Alessandro,Mirco,Emil,Mattia,Giacomo,Francesco,Denis.

Mancano : Luciano, Maurizio, Fabio e Daniel.

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Clara

La storia

No soi da Clavajas. E questo sarà anchevero, dal punto di vista anagrafico, dato chesono nato a Torino e “lassù” ci sono andato“in anteprima” nel ventre di mia madrenell’agosto del 1926. Ma i soi da Clavajas peraltri aspetti (e non soltanto perché ci pagole tasse). Sono di Clavais perché i miei aviabitavano nella vecchia casa, che moltiancora sapranno individuare; perché il miocognome lo dimostra, visto che già nel ‘500 iFedele di Clavais avevano il diritto di esserechiamati “magnifico domino” (vedi volume “inGuart”, della società Filologica Friulana).Cosa che per tutta la vita ho tentato diottenere da amici e conoscenti senza ilminimo risultato; per l’ affetto che mi lega aquelle quattro case alla fine della stradache saliva da Ovaro, da me fotografate,dipinte e raccontate; a quelle persone cheora non ci sono più e in fine a quelle 45 dioggi, di cui, purtroppo, non conosconemmeno il nome, a parte tre o quattroeccezioni.

Casa “da Nuti”

Poiché amo Clavais e quelle persone che nonci sono più, ho chiesto ed ottenuto discrivere su questo foglio qualche riga cheparlasse di loro. Soprattutto perché, tenutoconto che in marzo ho finito 83 anni, misono detto: “Amico mio, se non ti sbrighi,

andrà a finire che te ne mancherà il tempo”.Però debbo fare un passo indietro (comescrivevano certi autori del tempo andato).Mio padre Giovanni, Nuti, ovviamente nato aClavais, era abbastanza conosciuto in valleperché, di leva nel 1915, sul Freikofel erastato ferito da un cecchino austriacoappena scoppiata la guerra e ci avevarimesso tutta la gamba destra.Cosa può fare senza una gamba un giovaneche faceva il muratore d’ estate e ilfalegname d’ inverno? Può fare la valigia eandare in giro per il mondo. Così avvenne eun giorno si trovò a Torino, progettistaFIAT, sposò mia madre e divenne padre dime e di mia sorella. Cosa c’ entrano questevicende personali con un paese?Qui incomincia ciò che volevo raccontare.Il 10 giugno 1940, tutti lo sanno odovrebbero sapere, Mussolini dichiaròguerra a Francia e Gran Bretagna. La serastessa ci fu il primo bombardamento aereosu Torino, con morti e case distrutte.La prima preoccupazione di un “buon padredi famiglia”, per dirla in termini quasi legali,fu quella di “sfollare” ed andare dove sipresumeva non ci sarebbero statibombardamenti. Così la famiglia Fedele,padre, madre, figlio di 13 anni, figlia di 10,fuggì, armi e bagagli, in un paesetto oltre lacollina che quasi circonda la città.Sistemazione non buona, tutti in una stanza“tuttofare”, vita non certo serena, disagiper scendere in città (non bisognadimenticare che a mio padre mancava unagamba), un grave incidente domestico checolpì la mamma … Fuori le valige e ritorno aTorino. Dove le incursioni aeree proseguivanoregolarmente. Notti passate in cantina.Paure. Tesseramento alimentare, eccetera …Qualcuno, si fa per dire, pensò a Clavais:lassù c’ era una casa, nostra, anche se nonfinita: il tetto “teneva” e … qualche santoprovvederà!Altre valige, altri soldi per il viaggio, altri

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risparmi in rapida consumazione, incertezzaper il lavoro; ma, insomma, almeno la pellesarebbe stata al sicuro.E li accadde il miracolo! Gli abitanti di quellequattro case in fondo alla strada che salivada Ovaro, capirono il dramma di quei quattro“compaesani” e si diedero subito da fare conparole, visite e -come dire?- con operebuone. Era inverno (1941-1942) e cifornirono coperte, legna per lo špolert e …aiuti alimentari. Per un po’ di tempo e quasiogni mattina, aperta la porta di casatrovavamo sulla soglia ora un sacchetto difarina da polenta ora una fetta diformaggio, ora un salame … Questo fatto ciconfortò, ci aiutò a superare l’ angoscia perl’ esilio forzato, finché da Torino arrivò lanuova che la FIAT forniva per mio padre edaltri un servizio di camion con panche nelcassone (non si parlava certo di corriere)che li avrebbe portati a casa la sera epassati a riprendere al mattino da un certopaese, Cigliano, a una quarantina dichilometri da Torino, per portarli al lavoroin città.Si riparte. Prima di rifare le valigie, ricordoche mio padre scrisse una lettera diringraziamento ai compaesani, che feceleggere dal prete in chiesa, durante lamessa.Rientro a Torino: sopralluogo nella nostracasa, ormai semiaperta a causa di tutti ivetri rotti per via delle bombe scoppiatevicino, ed altro nuovo trasloco per il nuovopaese … in attesa della fine della guerra, see quando fosse mai arrivata; con altrevicende che qui non è il caso di ricordare.Qui termina la mia storia.Volevo soltanto raccontare ai Clavajani dioggi ciò che ci accadde con i Clavajani disettant’ anni fa. Dire loro che ricordocostantemente quei tempi. Dire loro chequando torno lassù, ogni volta che apro laporta d’ ingresso, rivedo, sul gradino dellasoglia, il piatto con la fetta di formaggio e,magari sull’angolo della casa intento a

scappare per non farsi riconoscere, unafigura vestita di nero, che sarebbe tornatail mattino dopo -prima di giorno- ariprendersi il piatto vuoto.Vi stupite se vi dico che, assieme ad ungroppo alla gola, mi scappa un sorriso dibenedizione per tutta quella gente che ogginon c’è più.I SOI DA CLAVAJAS Franco Fedele

Poesie …....

ORA D’ANDARSENE

Mi ricordo del tempo quando l’ortoarrivava fin sotto al cavalcavia,e ci cadeva la cenere dei treni,e potevi star seduto delle orea guardare le macchineche ti passavano sopra.Ricordo l’orlo della grande bucae noi con le mani in tascaa guardare in silenziola scavatrice giallache faceva il suo lavoro,il nostro ortoportato via sui camion.Ricordo le finestre sulla strada,i rossi festonifermati con vasi di fiori,e noi a guardare la processione.Ma quando chiusero la stradae anche la processionefece un altro giro,allora capimmo proprio, ricordo,che era ora d’andarsene.

IL BOSCO

Mi hai dettodi tuo padre,di quando con luiconoscesti ventotra gli alberi,sole spezzato in mezzo ai rami,odore,profondo per terra.

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Certo ti teneva per mano,ma non sapevagridare sottovocele mille parole del tuo nome,e poi oggi c’è minaccia di pioggiain cielo.Ora odo gemere di foglie,un sasso corre nella fungaia…E’ tutto diverso,ma forse non pioverà.

Gianni Tulisso

In ricordo di Elvira CandidoN. a Ludaria di Rigolato il 22/04/1918M. a Tolmezzo, il 5/4/2010

A chês mans m'ingrampi:mans ch'i las jôc tal sariolie las sintdi rosaridi peçdi late ch'es odoro di fentornarâs imóa piturâ di liendola bielo valado.La tô ferado i continuisu las cenglos desmonztocjados apeno dal svual de tô animo.

traduzione in italiano

A quelle mani mi appiglio:mani che vedo nel solee le sento

di rosariodi pinodi lattedi fieno odorosetornerai ancoraa tingere di favolala bella vallata.Le tue orme seguosulle onde dei montisfiorati appena dal volo della tua anima.

Tratta da "Tu tornarâs" di P.Albino, M.Candido

La bicicleta di lenc

La mê bicicleta a era di lenc: dôs breas dipeç par telâr,un montant a forcela cu l’ arvueda devûr,un manubrio di fau cu l’ arvueda davant,un traviers di soštegno tal mieç.Gno fradi Renzo ch’ al era ingegnôsA mi veva coštruît un sištema di freno apedâlForsi un pocut rišcjôs su l’ arvueda devûre quant ch’ i lu usavi, l’ arvueda blocadaa šlitava ta grava e il rišcjo al creševa di noštâ plui in pîsGuan da Gnešca det il buloAl nu veva siedas las arvuedas di lence Toni da Braida a las veva cercladas cun t’un cempli di fièr,e un bulon šfiletât al faševa da bocula eperno.

La bicicleta di lenc

Una bici di lušo, quasi un simbul da corsa.

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La tegnivin netada e luštradae i ongevin las bòculas cul saìn di purcit.Il paîš a nol veva né ašfalt né cunetasma andronas di claps e di gravas fruçadasbatudas e dreçadas das arvuedas dai cjarsch’ ai passavine cusì duta la štrada ch’ a puartava a Davâr.Nô i corevin guiant e vošant cun bon sens ealegriaAbituâz a saltâ e šchivâ ogni oštacul cençafâ nišun caš.Una dì che il seren al lušiva fra i nui dabuinoraPrometint una biela zornada,i ai pensât di lâ a šcuela finalmenti montâte metuda pa šchena la torba di fibra,i ai cjapât la me bici da corsa cu l’ idea diparti par Davâr.I no soi incjimò fur das mes šcjalas da l’ ortChe i mi incuitri cun Elio il gno amicEncje lui preparât cu la torba ta mane sigur soddišfat da mê šcielta špeciâl.E cusì i sin partîts ju pa štrada da Liarias.su pa šcia plui biela batuda dai cjars,jo davant su la guida,lui davûr par fâ pês e par cori di plui.Plui la riba a aumentava, plui la corsa acrešcevaplui la brea a bujava tal cûl, plui i erincontenzdi lâ inšieme ridint e cjantant tal sorêli.Passâts i cjaštignârs da Riba di Petècdopo la prima curva, ši štrengeva la štradae la šcarpada di gještra a formava una bielacarumbulae propi isomp da carubula andera una mainae in salida un troiut che da štarda alpuartava fin dogja.La šfortuna a ha volûtche propi ju par venti di pôc plui in su diSalçun camion cjamat di grava a plena štradaši prešenta di colp davant dai neštis vôi.Al vanzava imperterit, risolût cul lunc mušicda rusintquasi par divorânus cun pocja pietât.

Špaurîts e impreparâts e cença pensa sôra la decision a è štada, par no jessi mangjatschê di lašâ la štrada, e lâ su pa carumbulapecjât che tar chel troi l’ arvueda di devanta ves cjapât in plen un biel špunton di cretplatat cun dišcrezion tal mieç das ierbasgrandas.Come un cjavall ombrît la bici dut t’ un colpalçant il cûl di lenc a nu ha lanciâts in švuallcun torbas e quadernos pa Riba di Petécpar plovinus dintor come finâl da corsa.Il camion a le lât indiferente no cul nâs šcusât qualchi croca tal cjâfe genôi insaganâz si sin ievâz in pîscjalantši in mûsa un poc inštupiditzcenca savê se ridi o se vaie fašint “dietrofront” e incjimò dolorantsi sin tornâz in plaça ta fontanaa comedâ i genôi cul fazolet di nâs sot l’ âgafrešcjae almancul par un pôc, nišun a ha savut laveretât.Cumò al dì di vuê, cuant chi mi sint cun Elio,e a tornin a memoria chei biei timpse chei particolârs, nu ven un grump da ridi.

Ennio Giacometti

Le ricette

Passando per una delle tante fiere a Triestenon ho resistito al profumo intenso di unapiantina di menta. L’ho comprata e portata aClavajas dove si trova benissimo. Peccatoche i miei libri di cucina riportino soloricette in cui la menta funge da ornamento.Sono quindi andata su internet e ho trovatoun sito http://www.giallozafferano.it contante ricette. Ne ho provate tre che vipropongo con alcuni aggiunte o omissionimie. Sono adatte per questi giorni caldiperché si possono consumare anche tiepideo fredde.

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(Antipasto)

Caviale di melanzane

Un antipasto che va di moda tra i giovanidella città. Si possono anche usare oaggiungere altre erbe e spezie. Qualcuno lousa anche per condire la pasta.Ingredienti: 600 gr. di melanzane, 1spicchio d’aglio, succo di mezzo limone, 3 o4 foglie di menta, 2 cucchiai di olioextravergine, sale e peperoncino in polvere

Lavate e asciugate le melanzane (spessobasta una melanzana grande), mettetele alforno senza bucarle e fatele cuocere inforno caldo per circa 60 minuti o, se ègrande, per 90 minuti. Aprite le melanzane etogliete la polpa con un cucchiaio. Mettetela polpa in un setaccio e spremete con uncucchiaio di legno per fare uscire il liquido.Mettete la polpa nel mixer con l’aglioschiacciato (chi non sopporta l’aglio crudopuò sostituirlo con un po’ di erba cipollinatagliata), e riducete tutto in purea chemetterete in una terrina. Aggiungete l’olio,il sale, il succo di limone e poco peperoncino.Tritate le foglie di menta e aggiungetelealla crema. Spalmate la crema sui crostini.Per chi ha il forno a microonde si consigliadi tagliare la melanzana per la lunghezza edi fare poi dei tagli non profondi diagonali;bastano 10 minuti. Non possiedo un taleforno, quindi non garantisco.

(Primo piatto)

Pasta al pesce spada e menta

Si tratta di un piatto siciliano. Tra icommenti sul sito c’è chi suggerisce diaggiungere pinoli o olive nere.

Ingredienti: 400 gr. di pasta casareccia, 2fette di pesce spada (o di altro pesce, senon volete il pesce spada) di circa 300-400gr., 2 melanzane tonde, 200 gr. di pomodorida sugo, 2 spicchi d’aglio, 4 foglie di menta,prezzemolo, sale e pepe, olio d’oliva

Tagliate le melanzane a fette e lasciateleun’ora coperte di sale. Dopo averle lavatebene e asciugate tagliatele a cubetti.Friggete le melanzane in una padella conolio. Mettetele da parte su cartaassorbente. Adesso tagliate anche il pesce acubetti. In un’altra padella fate soffriggereper poco l’aglio e il prezzemolo, aggiungete ilpesce e dopo pochi minuti i pomodori.Quando il sugo è fatto, aggiungete lemelanzane fritte e la menta, pepe e sale.Condite con questo sugo la pasta.

(Secondo piatto)

Polpette ‘Kofta’

Ricetta mediorientale. Chi vuole aggiungereun tocco esotico le serve con un cucchiaio diyoghurt greco o bianco.

Ingredienti: 500 gr. di carne bovinamacinata, 100 gr. di salsiccia, 1 cipollamedia, 800 gr. di pomodoro, 1 spicchiod’aglio, 3-4 foglie di menta, prezzemolo,sale, 1 peperoncino, origano, olio d’oliva

Mettete nel mixer il prezzemolo, la menta, ilpeperoncino -a cui avete tolto i semini- e lacipolla a pezzi. Azionate in modo daottenere un composto. Togliete la carnedalla salsiccia. Amalgamate il trito con ledue carni, aggiungete il sale. Riscaldate inuna padella dell’olio con uno spicchio d’aglio.Togliete l’aglio e fate dorare le polpette da

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entrambi i lati (circa 15 minuti). Tenete lepolpette in caldo. Nella stessa padellaaggiungete il pomodoro che fate cuocereper alcuni minuti. Poi unite l’origano secco ele polpette. Coprite la padella e fatecuocere a fuoco lento per altri 10 minuti.Servite le polpette con il sugo.

(Dolce)

Clafoutis alle ciliegie

Niente mente, ma ho scelto la ricettaperché ci porta al passato quando anche aClavajas la gente passava l’estate inmontagna a falciare i prati. Dice la ricetta:Il clafoutis è un rinomato dolce di originefrancese, per l’esattezza della zona diLimousin. Quello alle ciliegie è uno dei piùfamosi clafoutis, che in genere si realizzanocon frutta di stagione (ma con fruttadiversa dalle ciliegie, viene chiamato“flognarde”) e si gustano tiepidi. Il suo nomederiva dal dialetto, "clafir" che significaguarnire, riempire. Secondo la tradizione ilclafoutis veniva preparato con ciliegeselvatiche intere, dal noccioloprofumatissimo ed era il pasto deicontadini, che lo portavano con sé nellegiornate di lavoro, mentre tagliavano eraccoglievano il fieno. Una volta freddato ilclafoutis diventa più duro cosicché le fettesi possono tenere in mano.

Ingredienti: 600 gr. di ciliegie, 90 gr.difarina, 2 dl. di latte, 3 uova grandi, 100 gr.di zucchero, 2 cucchiai di liquore(brandy,kirsch o rum), sale, vanillina

Lavate le ciliegie, togliete loro il gambo e ilnocciolo (ma nell’antica tradizione si usava laciliegia intera!). Imburrate una pirofila dai

bordi bassi e cospargete il fondo dizucchero. Sbattete le uova con lo zuccherofino ad ottenere un composto schiumoso,aggiungete la vanillina e poi la farina.Aggiungete, poco alla volta il latte,mescolando delicatamente con un cucchiaiodi legno e il liquore. Distribuiteuniformemente le ciliegie sul fondo dellapirofila e versate sopra loro la pastella.Cuocete nel forno a 180°C per 40-45 minutifinché il clafoutis diventerà ben dorato.Prima di servirlo spargete il clafoutis con lozucchero a velo. Si mangia tiepido o freddo.

Elisabeth Koenraads

Da lis monts infin al mâr

encje dopo il ‘45il ledan di crištianal reštàplui o manculcompagna fâlù‘erin i stess:il grosschei da fameaparinz in visitaqualchi foreštma in percentu^ls da nuiache ‘aloranon d’ era turišçil necessari o comut:l’ era un gabiottpicjât al secont plancun t’ una bûsa tondasul palmentun tubo ros di gresch’ al scompagnavail salte po’ šplatsch ‘tal poçdi ciment lišsi sa che encje il mangjâal reštà compagne encje la fadiapar tirâlu adun:tancj migneštrons

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polenta dišpesspôc pancartufulas e gnoccslàt apena molgiûtdi lataria il formadiradics da l’ ortvuainas ‘ta štagjonil rešt dal an fašôidal gjâlinar i ôšcjar la domeniadi riff o di raff‘qualchi salvadiplui špess alc di purcinapôc vinmancul cafèsalacor di vuardisgnapa di râr‘as sâgras cjaršonsEncje il môt di doprâluAl reštà tâl e quâl:‘tal bearçe ‘tal ortprima da primaveradevant dìšpietant ‘na ploitapar ch’ al less sotte par via da granda puçaencje il lunc manidal copon-gjava-brôta l’ era il štessfatt da una lungja štangjutadi faiârdi quargnul’plui di rârma il cìt insòmp no!Chel al cambiàtra dètte iodûttrê vôltas di sigur:prima dal ‘15un grant capuç di conservache di an in anal pierdeva i sièi colôrsdal ’15 al ‘44un elmett ‘talian di bandacu la crešta

i šbregos dai šbârsbleçâtscun lamiera e ribatindal ’44lu soštituiš braurôsun elmo todesc da Wehrmachtcence plui il clautcun bušutas da nuiae subit štagnadas‘ta sô lamiera grosach’ a varess podût durâcuissà ce tantma dal ‘55ši comença a fâ i bagnosvašca senta e bidetlavandin špiêli-armarutâga corinte duttcome in citâtch’ a dišcjamin ‘tai SADO’sch’ a filtrin pôc e nuiach’ a dišcjamin ‘tal riùch’ al va ‘tal Deanch’ al riva al taiamente po’ ‘tal mârdaspò nissunl’ ha plui netât i SADO’scome ch’ a entra a iessil riù l’ è diventâttal che una fognae dato ch’ al puçavae sicome no ši ûsapar no vê faštidiscomedâ la causae no l’ efietcrodint di šparagnâlu han taponâtmandi riùe mandi ledan di crištian“va la nešta mâri m …da lis montsinfin al mâr…” Leonardo Zanier Roma, 1980

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il "ceso" di una volta

Leonardo Zanier è nato a Maranzanis diComeglians il 10 settembre 1935. Comemolti suoi conterranei ha lavorato più all’estero che in Italia: Marocco e Svizzera inparticolare. Ha fatto come tutti il bambinoe poi: il contadino, lo studente, lo sciatore eil rocciatore (bei tempi …), il muratore, ilcapo cantiere, il disegnatore, l’ insegnante, ildirettore di un istituto professionale, ilcalcolatore di strutture in cemento armato,il redattore, l’ animatore culturale, l’associato in un ufficio di pianificazione deltraffico, il presidente delle Colonie libereitaliane in Svizzera, il marito, ripetutamenteil padre (incarico che continua tuttora),ilconsulente del ministero degli esteri per iproblemi dell’ emigrazione (da cui) ilcommendatore (nomina formalmente eprontamente restituita al mittente),

ilresponsabile (fondatore) dell’ ECAP-CGILin Svizzera, il convivente/concubino (e lo èfelicemente ancora), il segretario dell’ECAP-CGIL a Roma, dove ha vissuto peralcuni anni. tuttora risiede in Svizzera.Occupandosi di poesia ha pubblicato:- “Libers di scuigni la” poesie (1960-62)

- “Risposte ai ragazzi di Fagagna” (1973)

- “Che Diaz … us al meriti” (1976)

− “Sboradura e sanc” (poesie 1977-1980)

Alcune delle sue poesie oltre che lette e“verificate” in diverse occasioni e luoghi(Forni di Sopra, Udine, Aiello, Maranzanas,Stoccolma, Tolfa, Lugano, Basilea …) sonostate pubblicate in riviste specializzate enon; quali: “Ombre Rosse”, “Rassegna Sinda-cale”, “la battana”, “La vita cattolica”, “ilstorlic furlan”.

Leonardo Zanier

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conosciamoci

Clavais è entrato nella vita di Fiorenza eGianni Tulisso, in modo del tutto casuale edinaspettato, un giorno di primavera del2002, soleggiato e limpido, di una bellezzaindescrivibile.Arrivando dalla strada di Braida, il trovarsidi fronte, assieme al cartello “Clavais”,l’incredibile panorama sulla valle di Gorto,sulla Val Pesarina, sul Crostis e sul Coglianse l’essere investiti da un vero colpo difulmine fu un tutt’uno: si guardarono infaccia e si giurarono di riuscire a realizzareun sogno, quello di divenire proprietari diuna casa in quel piccolo magico paese, nellaquale svegliarsi al mattino e benedire ilSignore per poter iniziare la giornata conuna simile felicità negli occhi e nel cuore.All’innamoramento contribuì non poco lascoperta, subito dopo, di una deliziosaosteria (purtroppo chiusa l’anno successivo)che pareva uscita intatta da un quadrodell’ottocento, come la simpatica e gentilesignora Clemes che la gestiva.Nonostante i primi risultati scoraggianti,Fiorenza e Gianni non si sono però mai persid’animo, e dopo una lunga serie di speranzee delusioni, di entusiasmi e disillusioni, sonoriusciti ad acquistare e ristrutturare inlocalità Ombladis i due stavoli di MarcoCrosilla e Silvio Solaro, prima un pezzo (nel2004) e poi il secondo (il più bello, l’annoscorso), riunendoli in un’unica grande casaracchiusa tra il bosco ed i prati chedegradano a valle.Quello che non è più un sogno è diventatocosì il luogo di momenti dolci e rilassanti, incompagnia spesso dei figli, delle nuore, deiprimi nipotini, di tanti amici che a loro voltasono “vittime” dello stesso colpo di fulminee tornano volentieri a Clavais percondividerne la magia.Ma non è solo la bellezza del posto arenderlo così attraente, quanto il clima dicordialità e amicizia che si è instaurato tratutti coloro che vi trascorrono la loro vita

da residenti e chi, come Gianni e Fiorenza,possono farlo (almeno finora) solo nei finesettimana e durante le vacanze.

Fiorenza e Gianni Tulisso

Casa Tulisso

cronache

La festa della neve

Quest’ anno lo svolgimento della tradizionale“sagra da nef e dal purçit” è rimasto indubbio fino all’ ultimo momento, poi però si èsvolta felicemente domenica 21 febbraiocon un sole stupendo. Purtroppo però, comegià accaduto l’ anno scorso, la gara noncompetitiva non è partita dalla cima delloZoncolan per pericolo valanghe; quindi ipartecipanti sono partiti da Clavais a piedicon ôlgias e sci in spalla (anche se qualcunoaveva già trasportato il giorno prima lapropria ôlgia fino alla partenza tramitequad…) partenza che si trovava in località“Nasa” per gli sci e in “Sfrinz” per le ôlgias.I concorrenti allora sono scesi lungo iltratto finale della pista fino a “Villa Ines”,dove a mezzogiorno si è tenuto il pranzo pertutti, grazie all’ organizzazione del CAI diRavascletto, dei norcini di Sutrio e dellanostra Associazione Culturale Clavajas.A seguire le premiazioni: da segnalare nellacategoria ôlgias la vittoria per il secondoanno consecutivo della coppia “clavajana”composta da Mirko e Michele. Vogliamo ricordare in questo spazio l’amicoRudy De Infanti, assiduo partecipante alla

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festa della neve, praticante fin da piccolodel versante di Ovaro. Scomparso il 27maggio scorso per un incidente sul lavoro.

Giro d’ Italia

In occasione della 15° tappa del Giro d’Italia Mestre – Monte Zoncolan domenica23 maggio l’ Associazione Culturale Clavajas,come molte altre associazioni locali, haallestito un piccolo chiosco lungo la salitadello Zoncolan in località “buša di Prelavat”.con l’ intento di devolvere il ricavato inbeneficenza all’ AGMEN di Trieste e all’Associazione Friuli Mandi Namastè, e perristorare i molti spettatori e appassionati;che però al contrario delle previsioni nonerano numerosi come tre anni fa, o per lomeno erano concentrati tutti sulla cima allaquale si poteva accedere anche tramite lafunivia. Perciò sulla salita di gente ce n’ erapoca, e gli affari per noi sono stati tutt’altro che positivi (a un certo punto avevapersino cominciato a piovere ma solo perqualche minuto). Inoltre per i soliti problemiorganizzativi, a Clavais il parcheggio di 400posti ricavato nel “Plan di Val” ha vistoarrivare poco più di un centinaio di auto, poila strada è stata chiusa.In fin dei conti questo Giro d’ Italia è statoun fallimento un po’ per tutti.

il chiosco della nostra Associazione

Il pranzo del paese

Domenica 27 giugno, l’ Associazione haorganizzato il pranzo del paese; e come alsolito è stato un successo. Erano presentiquasi ottanta persone e naturalmente damangiare e bere a volontà … antipasti misti,carni alla griglia, polenta, dolci di ogni tipo,il tutto accompagnato da un buon bicchieredi vino.La festa si è protesa fino a pomeriggioinoltrato, favorita anche dalla meravigliosagiornata di sole.

Torneo das frazions

La sesta edizione del torneo das frazions havisto la squadra di Clavais (associata aLenzone) arrivare fino alla finalissima.Dopo aver vinto a tavolino all’ esordio(perché gli avversari del Cludinico non sisono presentati) abbiamo battuto il “Mione-

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N° 9 – agosto 2010 Clavajas - il nesti paîs pag. 12

Luvint” per 6-4, quindi siamo stati fermatisul 2-2 dal “Luvincias-Dentramp” ed infineabbiamo travolto il Cjalina per 8-3. Questirisultati ci anno concesso l’ accesso allesemifinali; contro l’ Ovaro, dopo il primotempo eravamo sotto di due gol e ad inizioripresa l’ Ovaro era in vantaggio per 3-0, mapoi è arrivata la reazione e in pochi minutisiamo stati capaci di pareggiare portando lapartita ai supplementari, in cui abbiamosofferto fino all’ ultimo secondo l’ iniziativadell’ Ovaro, (ma anche noi siamo andati vicinial vantaggio in un paio di occasioni). Arriva ilmomento dei calci di rigore, in cui siamostati molto più precisi dei nostri avversarisegnando quattro rigori su cinque, l’ Ovaroinvece ne ha messi a segno solo due. Cosìsiamo arrivati alla finalissima control'Ovasta, detentrice di ben quattro titoli.

Mattia Primus

lamenti......vecchi e nuovi

bollette acqua

Non è certo compito della nostraAssociazione informare i paesani e coloroche soggiornano a Clavais, ma visto che lacosa interessa tutti, facciamo un'eccezione,senza entrare nel merito o commentare.

Poche settimana fa ad Ovaro c'è stataun'animata assemblea, organizzata dalComune e con la presenza del gestore delservizio Carniacque s.p.a., per illustrare aicittadini le nuove tariffe per l'acqua, validedal 2009. Cittadini che si sono vistirecapitare quest'anno bollette di importonotevolmente superiore rispetto al 2008.Ricapitoliamo, per conoscenza, i datiillustrati da Carnia Acque per il calcolo dellabolletta:

TARIFFA ACQUAsistemi tariffari:

• a misura per i Comuni provvisti dicontatore,

• a forfait, per i Comuni sprovvisti dicontatore.

TARIFFA ACQUEDOTTO, articolata:• in 2 fasce di reddito• in fasce di consumo (solo nel sistema

a misura)• in tipologia di utenti (domestici,

agricoli, industriali, ecc.)

TARIFFA FOGNATURA E DEPURAZIONEuguale e unica in entrambi i sistemi.

QUOTA FISSA USI DOMESTICI€ 40 per i residenti€ 50 per i non residenti

In sintesi per il 2010 (€ x m3):

ACQUEDOTTO:tariffa base (consumo da 0,2 a 0,4 m3

/giorno a persona): € 0,24 (a misura) € 0,26 (a forfait)FOGNATURA € 0,195DEPURAZIONE € 0,30TOTALE € 0,735 (a misura)

€ 0,755 (a forfait)Famiglia che consuma 292 m3/anno*

€ 278,48 (a misura)€ 284,90 ( a forfait)

• 292 m3/anno corrisponde al consumodi una famiglia di 4 persone delsistema a forfait (4x73 m3/anno).

E per quanto riguarda i rimborsi degli anniscorsi per la quota di depurazione nondovuta Carniaque informa che, prima diprocedere al rimborso, essa deve attenderei chiarimenti richiesti al Ministerodell'Ambiente e alla Commissione Nazionaledi vigilanza sulle Risorse Idriche.

c’ era una volta una latteria

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la latteria, così com'era sempre stata

Tutti avranno notato come stannoprocedendo i lavori di restauro dell’ ex-latteria di Clavais.Non si capisce perché, nel ristrutturare unedificio antico, siano state profondamentemodificate le caratteristichearchitettoniche che lo caratterizzavano.Per dirne una; perché cambiare il modestotetto a quattro falde con un'ingombrante ealtissima copertura a due falde, che hastravolto la fisionomia del paese?Non sarebbe stato meglio ristrutturare l’edificio lasciandolo esternamente uguale,senza l’ aggiunta di terrazze, scale eampliamenti vari …? E che dire della massa di detriti che damesi occupa gli spazi a valle, e delleimpalcature sulla via Vit, che, quanto asicurezza, sollevano molti interrogativi?

la ex scuola di Liariis

Sono ormai anni (quanti?) che sono in corsolavori di costruzione di nuovi alloggi là dovesorgeva la scuola. Oggi i lavori sono fermi.Da molto tempo chiediamo che l'Amministrazione Comunale controlli o facciacontrollare a chi di dovere la gru chesovrasta pericolosamente la strada Liariis –Clavais. Ma a tutt'oggi nessuna risposta.

sentieri nel bosco o piste da cross?

Nel bosco e nei sentieri del nostroversante dello Zoncolan si sta verificando,nell'apparente indifferenza di tutte leistituzioni preposte, una sistematicaviolazione delle regole, una palese violenzacontro i cittadini che le rispettano e unsupporto, da parte delle istituzioni stesse, aquanti invece se ne infischiano.Uno dei punti chiave della democrazia è chele leggi si possono discutere e cambiare, ma,nel frattempo, si rispettano. Sempre etutte.

Giangiacomo Biadene

Il nuovo Consiglio Direttivo

Sabato 1 luglio, riuniti in Assemblea nellasede sociale “Villa Ines” i soci hanno elettoil nuovo Consiglio Direttivo per il biennio2010 – 212, che risulta così composto:Presidente: Clara Da Pozzo

Vice Presidente: Mirco Zanier

Segretaria: Arianna Primus

Consiglieri: Denis Not, Francesco

Battistella.

A loro le congratulazioni e gli auguri di buonlavoro!

enduro sul sentiero sopra Clavais