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mensile di cultura cinematografica E 1,00 2013 numero 11 anno XXXIII Le sfide comuni a tutta Europa Cinemas Si è svolta dal 21 al 24 novembre ad Atene la 18esima conferenza Piccoli cortometraggi crescono Al via la VI edizione del Piccolo Festival dell’Animazione in tutto il FVG Totò fans Club: quindici anni di passione Lunedì 16 dicembre appuntamento con la Filarmonica Archivio fotografico: un’annata davvero speciale Il futuro dell’Archivio Fotografico Cinemazero Images L’amore ai tempi della mafia L’esordio cinematografico dell’ex iena “Pif” Papa Quentin si racconta Tarantino a Lyon Lumiere Parole povere: l’incontro tra cinema e poesia Francesca Archibugi e Pierluigi Cappello nel prossimo titolo Tucker Mario controcorrente Il 20 dicembre al Centro A. Moro una serata dedicata a Mario Catto Dicembre 13 spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

CinemazeroNotizie Dicembre 2013

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mensile di cultura cinematografica numero 11 anno XXXIII

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Le sfide comuni a tutta Europa CinemasSi è svolta dal 21 al 24 novembre ad Atene la 18esima conferenza

Piccoli cortometraggi cresconoAl via la VI edizione del Piccolo Festival dell’Animazione in tutto il FVG

Totò fans Club: quindici anni di passioneLunedì 16 dicembre appuntamento con la Filarmonica

Archivio fotografico: un’annata davvero specialeIl futuro dell’Archivio Fotografico Cinemazero Images

L’amore ai tempi della mafiaL’esordio cinematografico dell’ex iena “Pif”

Papa Quentin si raccontaTarantino a Lyon Lumiere

Parole povere: l’incontro tra cinema e poesia Francesca Archibugi e Pierluigi Cappello nel prossimo titolo Tucker

Mario controcorrenteIl 20 dicembre al Centro A. Moro una serata dedicata a Mario Catto

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spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45%contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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In copertina: Francesca Archibugi ePierluigi Cappello (copyrightRomano Martinis) regista eprotagonista di Parole Povereprossimamente in sala graziea Tucker Film.

cinemazeronotiziemensile di informazione cinematograficaDicembre 2013, n. 11anno XXXIII

Direttore Responsabile Andrea CrozzoliComitato di redazione Piero ColussiRiccardo Costantini Marco FortunatoSabatino LandiTommaso LessioSilvia MorasMaurizio SolidoroCollaboratori Lorenzo CodelliLuciano De GiustiElisabetta PierettoSegretaria di redazioneMarianita SantarossaDirezione, redazione, amministrazioneP.zza della Motta, 233170 Pordenone,Tel. 0434.520404Fax 0434.522603e-mail: [email protected]//www.cinemazero.itProgetto graficoPatrizio A. De Mattio[DM+B&Associati] - PnComposizione e FotolitiCinemazero - PnPellicole e Stampa Grafiche Risma - Roveredo in PianoAbbonamenti Italia E. 10,00Estero E. 14,00Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981Questo periodico è iscritto alla:

Unione Italiana Stampa Periodica

Challenge (ovvero “sfida”) è stata la parola più usata alla 18mariunione di Europa Cinemas , svoltasi il mese scorso ad Atene.Una sfida che tutti raccolgono ma che solo pochi sanno portareavanti con risultati eccellenti. Fra crisi economica, cambiamentodelle tecnologie con l’avvento del digitale e modifica dei gustinegli spettatori, solamente i più avveduti riescono a rimanere sulmercato. Analogalmente al mondo economico, dove le aziendeche non hanno investito in ricerca, in nuove tecnologie e che nonhanno saputo interpretare i cambiamenti sono affondate, anchenel cinema d’essai di stampo europeo chi rimane ingessato e nonè in grado di rinnovarsi è destinato, più o meno lentamente, allachiusura. Per questo la parola “sfida” ricorreva frequentemente in tutti gliinterventi che si sono susseguiti nella quattro giorni ateniese. I problemi sono comuni in tutti i paesi europei, come l’innalza-mento dell’età degli spettatori, la spasmodica ricerca di intercetta-re le fasce giovani di pubblico, il confronto con le nuove tecnolo-gie che hanno contaminato i contenuti classici della sala cinema-tografica. Insomma “non siamo soli”! In questa lenta e costante rivoluzione, le linee vincenti sono quel-le che permettono di rimanere nel mercato, ovvero di tenere aper-

ta la sala. Sala come luogo privilegiato di aggregazione, di socia-lità ma anche luogo aperto al rinnovamento, alla sperimentazione,alla contaminazione, dove le nuove tecnologie sono utilizzatenella promozione della cultura e non vissute in maniera antitetica.Dai numerosi ed interessanti interventi è emerso chiaramentecome tutte le “sfide” siano affrontabili con risultati oltremodo sod-disfacenti. I cinema di carattere culturale più dinamici hanno giàmesso in moto applicazioni sui telefonini per interloquire con laprogrammazione di sala, cine-game su smartphone, ambasciatoridi cinema nelle scuole fra i ragazzi, pianificazione di proposte emarchi di qualità anche con l’utilizzo di internet, riqualificazionedegli spazi intorno alla sala cinematografica, insomma una miria-de di iniziative che sono riuscite a mantenere pressochè intatta lavalenza culturale della sala. Anche la nostra Tucker Film, fresca del successo al Festival diRoma, dove TIR di Alberto Fasulo ha vinto il Marc’Aurelio d’Oro,per bocca del CEO Thomas Bertacche, ha portato la sua esperien-za nella distribuzione di cinema culturale ai rappresentatnti dei3.197 schermi delle 673 città sparse nei 68 paesi che compongonola rete della gloriosa Europa Cinemas.

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Si è svolta dal 21 al 24 novembre la 18a conferenza di Europa Cinemas

Le sfide comuni in tuttaEuropa Cinemas

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Il Piccolo Festival dell’Animazione arriva alla 6° edizione – dal 16 al 30 dicembre – e allarga larete regionale oltre a Pordenone (Cinemazero), Udine (Visionario) e Trieste (Teatro Miela eStudio Tommaseo) anche a Gorizia (Kinemax), con la possibilità di vedere un calendariooccupato da oltre 50 film provenienti soprattutto dall’Europa centro orientale, con una diver-sa programmazione distribuita nei 4 capoluoghi del Friuli Venezia Giulia. Un vero tour festi-valiero che offre un panorama delle produzioni contemporanee di cortometraggi d’animazio-ne, solitamente appannaggio dei grandi circuiti dei Festival Internazionali. Si tratta di anima-zioni d’autore, spiccatamente originali, molto diverse da quelle che passano nei canali dellagrande industria del cinema: questa la caratteristica principale del PFA, oltre alla confermatapartnership di Animateka Film Festival di Lubiana e la giuria popolare chiamata a votare ilavori presentati.Si comincia la mattina del 16 dicembre al Kinemax, dove grazie alla collaborazione con ilPalazzo del Cinema, verrà proposta la sezione AnimaKIDS, con i film dedicati agli studenti

delle scuole, elementari e medie superio-ri, ma aperte a tutti. Da segnalare l’intelli-gente e ironico Nyuszi és Oz (tr.int. Rabbitand Deer) di Péter Vácz, che ha ricevutotra gli altri premi una Special Mention alFestival di Cannes, accanto a film realiz-zati da giovani autori italiani, con opereprovenienti dal Centro Sperimentale diCinematografia di Torino edall’Accademia di Belle Arti di Palermo.AnimaKIDS si replica poi la mattina del 17dicembre a Cinemazero e il 18 alVisionario.

Più espressamente rivolta ad un pubblico adulto è la programmazione serale, diversificata neiquattro appuntamenti. A Cinemazero il 17 dicembre la scena sarà dei film realizzati da autorimolto giovani che hanno ottenuto importanti premi e segnalazioni al Festival di Cannes e diAnnecy, caratterizzando la serata per versatilità delle soluzioni e invenzioni poetiche. Film più corposi per durata e sviluppo, e realizzati da autori di fumetto, illustratori e artisti,impegneranno i due appuntamenti a Trieste: al Teatro Miela il 18 dicembre e allo StudioTommaseo il 28 sarà possibile vedere film realizzati da chi svolge anche un’attività artistica odi illustratore… come Danijel Žeželj, Stefano Ricci, Marko Tadić o Simone Massi, giustamen-te chiamato a realizzare la sigla della Biennale Cinema di Venezia. Durante le serata ci sarà anche l’anteprimadel lungometraggio in produzione di SigneBaumane, Rocks in my Pockest, e il filmpilota di Massimo Colella e Giacomo Nanni,The true story of Mr. Like.Udine chiude il tour il 30 dicembre con leultime opere di Gianluigi Toccafondo eRoberto Catani e le proiezioni di film prove-nienti soprattutto dall’area austriaca e tede-sca, ma con l’interessante incursione polac-ca di Wojciech Wojtkowski e del curiosoAstigmatismo di Nicolai Troshinsky. La pro-grammazione di Trieste e Udine verrà arric-chita anche dal lungometraggio dell’autoredi fumetti svedese Max Andersson, Tito OnIce, sorprendente ritratto dei Paesi balcaniciche, attraverso autori di fumetto, Zograf,direttori di Festival, Igor Prassel, direttori dicentri artistici, Katerina Mirović e l’icona diTito catapulta lo spettatore in un inverosi-mile itinerario tra il passato e il presente del-l’ex-Yugoslavia. Che dire. Buon viaggio!

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Piccoli cortometraggi crescono: al via il PFA in FVG

Al via la VI edizione della Rassegna Internazionale di corti d’autore

PFA: TUTTO IL PROGRAMMA IN FVG16 dicembre | Gorizia, Kinemax

ore 9.30 - AnimaKIDSore 11.30 - AnimaKIDS

17 dicembre | Pordenone,Cinemazero

ore 11.00 - AnimaKIDSore 20.45 - PFA

18 dicembre | Udine, Visionarioore 10.00 - AnimaKIDS

ore 20.30 - PFA e TITO ON ICE

18 dicembre | Trieste, Teatro Mielaore 20.30 - PFA e TITO ON ICE

28 dicembre | Trieste, Studio Tommaseoore 18.00 - PFA

30 dicembre | Udine, Visionarioore 20.30 - PFA e TITO ON ICE

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Qualche giorno fa di fronte alla sciagura-ta proposta di vendere le spiagge italianeper ridurre il nostro deficit, parecchiuomini politici contrari a tale proposta,per sbeffeggiarne i sostenitori e ridurli alivello di pataccari, hanno citato il Totò diTotòtruffa '62, quando riesce a vendere lafontana di Trevi ad un ingenuo italoame-ricano. L'8 novembre, su La Repubblica,Francesco Merlo, di fronte allo scandalodei biglietti clonati dall'ATAC di Roma,

notava che "quest’impresa supera la pur fantasiosa tradizione dei nostri migliori magliari, ste-reotipi dell’Italia che fu povera e truffaldina, quelli delle banconote false stampate da Totò,Peppino e la banda degli onesti".Qualche anno fa Terrence Malick, tra i più grandi e appartatati registi viventi, in una dellepoche interviste che ha concesso ha parlato di Totò in questi termini:Cosa ama di Totò? Perché è rimasto colpito da questo personaggio?Terrence Malick: I Soliti Ignoti è stato il primo film di Totò che ho visto ed è, tra l'altro, unodei pochi film italiani di quei tempi rintracciabili doppiati in inglese. Non esiste, per esempio,una versione americana di Totò a colori. Quando l'ho visto, è stata una scoperta che esistes-se un altro Charlie Chaplin o un altro Buster Keaton.Era rimasto colpito dalla sua drammaticità?Terrence Malick: Ha un volto melanconico, come in effetti lo era quello di Buster Keaton. Hosentito dire da italiani che avevano paura di Totò perché aveva un aria triste, un viso che tifaceva pensare alla morte. Sapeva che è stato apprezzato solo dopo la sua morte?Terrence Malick: Non so come non possano aver riconosciuto la sua grandezza. Comunque,anche per Buster Keaton è andata così. Adesso Totò ha raggiunto un’enorme fama, anche inAmerica è considerato un grande.E a questo grande attore-autore, enciclopedia antropologica dei difetti degli italiani e summasbertucciante dei poteri e delle miserie nazionali, è dedicato il culto(?) che un manipolo di afi-cionados pordenonesi gli riserva da ben quindici anni. E quindi, all'uopo e a prescindere dalfatto che gli anniversari debbano festeggiarsi con lo zero finale, il Totò fans club diPordenone, costola di Cinemazero, lo fa alla grande con la ripresa de La mia banda suonaTotò, un concerto che, alle canzoni e alla musica del principe De Curtis, la Filarmonica Cittàdi Pordenone ha dedicato con grande successo lo scorso settembre e che in breve tempo haavuto già due repliche a Sacile e a Spilimbergo. Il grande merito è del suo direttore, DidierOrtolan, che ha saputo cogliere la vena patetica e sentimentale e quella ilare e buffonescadelle musiche e delle inter-pretazioni del comico napo-letano rendendole entrambecon arrangiamenti intensa-mente partecipativi, che icinquanta, bravissimi com-ponenti della Filarmonica,sotto la sua bacchetta,hanno saputo interpretarecon briosa sicurezza. Valgaper tutte quel piccolo bijouxche è diventato Core analfa-beta nell'orchestrazione diDidier Ortolan e nell'esecu-zione dei filarmonici. E, allafine del concerto, per tutti un assaggio delle specialità gastronomiche parte-nopee e parte-napoletane. Certo non ci sarà da saltare addosso a pentoloni fumanti e non ci saranno spa-ghetti da afferrare con le mani o da mettersi in tasca, ma struffoli, pastiere, gattò, pizze di sca-role, etcetera... etcetera. Abbondandis in abbondandum!

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Totò Fans Clubquindici anni di passione

Lunedì 16 dicembre una grande festa in musica con la Filarmonica di Pordenone

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L'archivio fotografico di Cinemazero –nato contestualmente all’attività diCinemazero 30 anni fa – è stato oggettodi un articolato progetto di riorganizza-zione, dopo un paio di anni di alacrelavoro dietro le quinte, e nel 2013 ha rivi-sto palcoscenici importanti, degni di quelli che hanno sempre caratterizzato la sua storia, findalla primissima – e fortunatissima – mostra del 1979 dedicata a Pasolini, che ha girato poi ilmondo in varie forme per diversi anni. Nell'annata che sta per concludersi, hanno attinto aifondi o ospitato mostre del rinnovato Archivio Fotografico Cinemazero Images, fra gli altri, laFondazione Prada, i Cahiers du Cinema, il CCCB - Centro di Cultura Contemporanea diBarcelona, la Cinémathèque Française di Parigi, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, ilMartin Gropius Bau di Berlino, l'agenzia fotografica internazionale Contrasto, il Festival delFilm di Haifa, RaiUno, Skira/Flammarion, Arté Deuthschland, il Museum Ludwig di Koblenz,la Mostra del Cinema di Venezia, la Fondazione Cacoyannis di Atene, oltre a diversi registiper i loro film… In particolar modo è il Fondo Bachmann – acquisito nel 1994 – ad aver visto un vero momen-to di gloria, proprio per il pregio dei materiali collezionati da questo giornalista e fotografonell'ambito cinematografico durante la sua pluridecennale attività, rappresentando l’esempiopiù eloquente della qualità dell’archivio Cinemazero Images. Cataloghi di festival, dizionari cinematografici, repertori filmografici e annuari, monografie suattori, registi e personaggi del cinema, studi di teoria e tecnica del cinema, volumi dedicatialla storia del cinema e alle cinematografie nazionali, oltre a soggetti, sceneggiature e diver-si dossier sono parte integrante di questo tesoro, che ha meritatamente avuto questo riscat-to, già che la fortuna non era stata proprio dalla parte dell'archivio. Negli ultimi tre anni aveva infatti annoverato un travagliato trasloco verso una sede pratica alivello organizzativo – i locali sottostanti l'Aula Magna Centro Studi – ma rivelatasi poi inadattae nefasta, complici lavori di ristrutturazione davvero mal eseguiti, che hanno portato a ripe-tute infiltrazioni e versamenti d'acqua nei locali, definitivamente diventati non adeguati almateriale fotografico per un consistente allagamento. Così foto preziosissime, uniche almondo (scatti introvabili su Pasolini e altri registi coevi), catalogate, ordinate, conservate neimodi opportuni, sono state irrimediabilmente danneggiate, divenendo irrecuperabili. Con tempi non proprio rapidi, con l'ausilio del Comune, è stata individuata una nuova sede,a tutt'oggi provvisoria – quella dell'ex asilo di Via Selvatico – sicuramente comoda... ma giàall'incanto, per cui le foto dovranno prima o poi traslocare di nuovo e – speriamo – trovareuna sede realmente definitiva. Parliamo di 9.000 negativi in pellicola; 12.500 stampe fotogra-fiche e altrettanti contatti, audio e video cassette, dattiloscritti, manoscritti, libri e oggetti,

memorabilia e centinaia di oredi registrazioni audio in pelli-cola, che permettono agliaddetti ai lavori di confrontarsie conoscere pensieri e rifles-sioni colti da punti di vista pri-vilegiati, capaci di gettarenuova luce sui registi su cui siè concentrato l’archivio. E insistiamo perché non acca-da più che questi scatti, rima-sti troppo a lungo nei localiinappropriati, sviluppinoancora muffe di vario genere,che hanno messo a repenta-glio il patrimonio e costretto a

pratiche di conservazione specifiche. Un vero peccato per quello che è un tesoro non solo delnostro territorio, ma del mondo intero, come dimostrano i prestigiosi enti che nel 2013 hannoilluminato delle luci dei loro spazi espositivi e delle loro produzioni gli scatti dell'archivio“Cinemazero Images”.

Dopo anni difficili il patrimonio fotografico è pronto per vivere una nuova stagione di successi

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Archivio fotografico:un’annata davvero speciale!

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Sono tanti, anzi tantissimi, sempre allegri e un po’ confusionari, ma incredibilmente simpati-ci e per questo hanno già conquistato la simpatia di tutti. Sono le centinaia di bambini cheogni weekend affollano – è proprio il caso di dirlo – la SalaGrande di Cinemazero che da metàottobre ospita una speciale programmazione a loro dedicata grazie alla rassegna“CinemazeroKids”.Proseguono infatti anche in dicembre gli appuntamenti con il meglio dell’animazione per i piùgiovani che crescono ulteriormente in quantità ma mantengono un’importante costante,quella del prezzo, per cercare di venire incontro alle esigenze delle famiglie. I ragazzi fino a 18anni continuano a pagare solo 3€ mentre per gli adulti il biglietto è di 5€ ma possono addi-rittura entrare gratis se accompagnano due bambini ed esibiscono la CinemazeroCard allacassa. Non mancano, naturalmente, le novità. Per i più piccoli sono arrivati i seggiolini che li aiuteranno ad “alzare” il proprio sguardo, ren-dendo così più facile e confortevole la visione ma, soprattutto, sarà sempre presente in salaun formatore della Mediateca di Cinemazero pronto ad aiutare ragazzi e genitori per qualsia-si necessità e a loro disposizione per dare informazioni sulle prossime proposte a loro riser-vate tra cui, ad esempio, la possibilità di sottoscrivere la Zero18Card gratuitamente. Si ritorna così a dare continuità ad un’importante tradizione di Cinemazero, da sempre moltoattento al mondo dei ragazzi, con una specifica programmazione che si pone l’obiettivo diincontrare il gusto del pubblico più giovane ma soprattutto di educarlo ad apprezzare il pia-cere di una proiezione cinematografica in sala. Se è ormai assodato che l’immagine, di qualunque tipo essa sia, rappresenta nella fase dellacrescita uno dei principali mezzi attraverso i quali il bambino fa esperienze di identificazione

– può calarsi in situazioni a volte molto lonta-ne per tempo e luoghi oppure tanto vicine dasembrargli vere, può provare forti emozioni,insomma può stimolare la sua fantasia conpercorsi mentali che vanno al di là di quantovive in prima persona – tutto questo, se vis-suto al cinema, assume un’importanza for-mativa di gran lunga superiore. Prima di tuttoperché andare al cinema significa, per defini-zione, condivisione. Che sia accompagnatoda un genitore o assista al film insieme ai deisuoi coetanei il bambino (e il ragazzo) ha alsuo fianco un interlocutore, cioè qualcuno

con cui condividere in maniera diretta o indiretta le proprie emozioni. Per i più piccoli poi ilmomento del cinema inizia molto prima della visione configurandosi come un percorso men-tale che prevede la nascita del desiderio e la condivisione di un momento felice. Il bambinoè attirato dalla pubblicità del film, un amichetto gliene parla, esprimerà il suo desiderio ad unadulto (il papà, la mamma, un parente), insieme programmeranno la data (ci andremo saba-to, se farai il bravo), forse si potrà assistere allo spettacolo insieme ad un amichetto. Il cine-ma diventa così un’occasione di socialità positiva dove provare l’esperienza di “vivere” il filmcon centinaia di propri coetanei, ridendo ed emozionandosi tutti insieme. Particolarmente intenso il programma del mese che si aprirà con l’epopea di Justin chevedremo impegnato in una divertentissima avventura alla ricerca della spada di famiglia nellasperanza di diventare un cavaliere valoroso. Ancora più epico, se possibile, sarà il viaggio deidue protagonisti di Free Birds due tacchini che avranno un compito ancora più speciale: cam-biare la Storia per salvare la propria specie eliminando i tacchini dal menù della Festa delRingraziamento!Quindi sarà la volta di un grande classico, riproposto in versione restaurata, quegliAristogatti che con la sapiente miscela di suspense, umorismo, cuore e musica rappresenta-no ancora oggi una delle pagine più famose della storia della Disney. E sarà sempre l’inesauribile genio creativo della casa di produzione americana a firmare laproposta natalizia: Frozen il regno dei ghiacci che, partendo dalla favola della Regina dellenevi di Hans Christian Anderson, ci porterà in un magico regno intrappolato da un incantesi-mo in un eterno inverno nevoso. A chiudere le feste un ritorno attesissimo dai più piccoli,quello dello strampalato Flint Lockwood che dovrà arginare i famelici Tacodrilli,Orangamberi, e Spiderburgher in Piovono Polpette 2.

Cinemazero KIDS: piccoli spettatori per grandi emozioni

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Le prospettive e il significato della programmazione per bambini e ragazzi

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Aveva 10 anni quando fu assassinato Dalla Chiesa. 20 quando furono trucidati, nella suaPalermo, Falcone e Borsellino. 28 quando prese parte, come assistente di regia, alla realizza-zione de I cento passi di Giordana. 34 quando realizzò da Testimone la sua prima inchiestasulla mafia. Oggi, a 41 anni, l'ex "iena" Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, ci consegna Lamafia uccide solo d'estate, suo lungometraggio d'esordio, di cui è anche interprete conCristiana Capotondi, in cui ripercorre l'educazione sentimentale e civile di un ragazzo nato ecresciuto nella Palermo negli anni ’70 insanguinata dalle stragi mafiose.Una giovinezza cadenzata da fatti tragici e cruenti, poi la presa di coscienza: è un percorsosimile a quello di Arturo, il giovane protagonista del tuo film...Con la differenza che lui è molto più sveglio di quanto lo ero io da piccolo. Come tutti i mieicoetanei, avevo accettato la versione dei miei genitori, quella di una generazione di rassegnatiche non negava l’esistenza della mafia ma la sua pericolosità. E si creava alibi per non ammet-tere che il problema la riguardava. Così facendo, in qualche modo noi ci siamo pure “salva-ti”. Voglio dire: la nostra infanzia e adolescenza non sono state troppo traumatiche. Poi, però,le stragi del 1992 ci hanno costretto ad aprire gli occhi...E avete capito che la mafia non uccide solo d’estate.E che ci eravamo svegliati troppo tardi e avevamo lasciato soli quegli uomini (giudici, magi-strati, giornalisti, medici: cittadini!) che avevano capito che la mafia è un problema che riguar-da tutti e combattuto in prima linea per cercare di sconfiggerla, fino a sacrificare la loro vita.Il tuo film vuole dunque essere un tentativo di recuperare quello che non avete fatto allora?Quanto meno quello di guardarci alle spalle, provare a raccontare ciò che è successo, ammet-tere le nostre mancanze, gli errori commessi. Perché non si ripetano, soprattutto al Nord. Ilfilm vuole essere un messaggio rivolto, in particolare, a quegli italiani del Nord che oggiragionano come noi all’epoca: la mafia è un problema del Sud, non ci riguarda...Un film che è anche una sfida: provare a raccontare Cosa Nostra in commedia. Ma senza eccedere nel grottesco. Nelfilm tutto è reale: persone, vicende,situazioni. Le scene comiche chevedono protagonisti, ad esempio,Riina e Bagarella si basano sumomenti di vita quotidiana mafiosa,per sceneggiare i quali ci siamo rifattiai racconti dei pentiti. Le risate scaturi-scono dalla comicità involontaria cheproviene da questi personaggi, “natu-ralmente” tragicomici. È il “sentimento del contrario” diPirandello, ma rovesciato: finisci perdetestare qualcosa di cui inizialmentehai riso...Esattamente. Voglio sottolineare chese oggi posso permettermi di fare un film che prende in giro la mafia senza rischiare la vitalo devo a quelle persone che prima di me hanno fatto il loro dovere. Non ultimo PeppinoImpastato, che è stato ucciso per aver messo in ridicolo Tano Badalamenti.Da “solista” a “direttore d’orchestra”, dal one-man-show al cinema: come è stata la tuaprima esperienza da regista, il tuo rapporto con una troupe con tutte le carte in regola?Un regista non parla mai male della propria troupe. Io sono proprio costretto a parlarne bene,perché ho lavorato con gente che in decenni di professione ne ha viste di tutti i colori. E allo-ra ti conviene essere umile, perché se arrivi sul set e ti metti a fare il figo finisci male. Un mac-chinista o un assistente operatore possono distruggerti con la loro ironia. Ti perdonano se seitecnicamente inesperto, ma devi avere le idee chiare. Almeno da questo punto di vista, perme, questa produzione si è conclusa con una vittoria. I tecnici ora mi telefonano e mi chiedo-no: “Quando facciamo il prossimo film?”. Speriamo intanto che il pubblico vada a vederequesto...Ora che il film è finito, Pif, più che della mafia, ha paura della sala vuota?La televisione, dalla quale provengo, ti dà sempre un’altra possibilità. Il cinema è più spieta-to: in un solo weekend le sale decreteranno se ho speso bene o male gli ultimi quattro annidella mia vita...

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Arriva a Cinemazero La mafia uccide solo d’estate in concorso al Festival di Torino

L'amore ai tempi della mafia

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«Youtubandomi in questi mesi l'avrete con-statato, my dear fedeli. E con quest'encicli-ca prenatalizia ve lo ribadisco. Sono stato incoronato Papa. Papa del Vaticano del Cinema, ilGrand Lyon 2013. Uno smorgasbord di film, di emozioni, di imprevisti. Due serate ecceziona-li hanno aperto e chiuso la mia unforgettable settimana. Ammassati nella Hall Tony Garnierdi Lione, cinquemila spettatori hanno applaudito, assieme a me sul palcoscenico, un parter-re des rois, bonaparte del cinema Frenchie. E Jean-Paul Belmondo! Faccia a faccia di frontea lui, in piedi in platea, attorniato da suoi vecchi camarades quali Marielle e Rochefort, ho reci-tato à bout de souffle un ditirambico speech in onore del mio divo prediletto. “Belmondo èun verbo, non un nome” ho affermato. E il montaggio di sequenze da tanti suoi film famosil'ha confermato, tra gli osanna a valanga. Un mito, sorridente, sornione, atletico, today comesempre, how Bel is Mondo! Saltiamo now alla cerimonia apocalyptic della mia premiazione, anzi incoronazione. Queidannatissimi Tavernier & Frémaux non me l'avevano anticipato che nell'anfiteatro del CentroCongressi straripante di fan avrei trovato... la mia famiglia quasi al completo! Uma Thurman,che m'ha consegnato il trofeo, Harvey Keitel, il panzuto producer mio Harvey Weinstein, TimRoth, l'altro mio old producer Lawrence Bender, Mélanie inglorious basterd Laurent.Lacrimando come mai m'era successo, ho ringraziato i fratelli Lumière, dicendo che senza diloro sarei finito a vender hamburger in un fast food! Ho accettato il premio "a nome di tutticoloro che amano il cinema più della vita stessa, come un incoraggiamento a continuare alavorare". Sulle t-shirt lionesi gialle e nere spiccava la mia storica frase "I love seeing movies".E quanti ne ho visti e presentati durante quella settimana, fuck! Introducendo la mia personale copia a 35mm di High School Confidential (Jack Arnold, 1958,in Francia ribattezzato Jeunesse droguée) ho cantato e ballato imitando il geniale Jerry LeeLewis, the rocker che si scatena nel prologo. Mel Welles, riscrivendo il copione, l'ha infarcitodi battute memorabili. E non avevo mai visto, almeno fino a Pulp Fiction, un protagonistaanti-sociale e sputainfaccia come Russ Tamblyn. Che gran finale imprevisto, in cui... E chepacchia introdurre, nella microsaletta sotterranea della Villa Lumière packed with people,

Hitler Dead or Alive, by Nick Grinde(1942). Una pattuglia di mercenaripagati da un miliardario americano eguidati da Ward Bond, si paracadutanoin Germania e fanno fuori Hitler, set-tant'anni prima di me in Basterds!Thank you Pierre Rissient, m'hai fattoscoprire al Pathé Bellecour, vetustagloriosa sala del coeur de Lyon, un filmmai visto, né da me né dai 500 spetta-tori: Le déserteur (1945) di LéonideMoguy (un mio basterd, ve lo ricorda-te?). Mélo sublime, amore, guerra elotta contro il Tempo Tiranno. My God, le sessantamila interviste eautografi che ho generosamente datoall over m'hanno impedito talora d'ap-plaudire various precious jewels, daGli ultimi by Pandolfi & Turoldo, a Lesamours de minuit by Genina. E i rarissimissimi gialli hollywoodianirestaurati a 35mm dalla Film NoirFoundation, quelli me li godrò nellamia saletta losangelina. So che a

Tavernier è piaciuto soprattutto High Tide (John Reinhardt, 1947). Che splendore Un singe enhiver (1962) di Henry Verneuil, con Belmondo e Gabin ubriaconi felici. Si sparano addossobattute atrocemente comiche, assurde, paradossali, firmate dallo screenwriter MichelAudiard yes, ma ero io che gliele dettavo, fuck!»

*Catalogo illustrato e informazioni: http://www.festival-lumiere.org

Tarantino al Festival Grand Lyon 2013

Papa Quentin I° si confessa *

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Fortemente voluto al Torino Film Festival dal direttore Paolo Virzì, e nato dal felicissimoincontro con il poeta Pierluigi Cappello, Parole Povere di Francesca Archibugi è il terzo titoloconsecutivo targato Tucker Film ad approdare sotto i riflettori di un palcoscenico internazio-nale, dopo Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto (vincitore della Settimana dellaCritica a Venezia) e TIR di Alberto Fasulo (vincitore del Festival di Roma). Un 2013 davvero entusiasmante per la casa di distribuzione friulana, dunque, che del filmdell’Archibugi firma anche la produzione assieme ad Agherose e in collaborazione con ilCentro Espressioni Cinematografiche di Udine, la Banca Popolare FriulAdria e il Mittelfest diCividale del Friuli. Che cos’è, dunque, Parole Povere? Prima di essere un documentario, è la dolce collisione tragli occhi di una regista e le parole, tutt’altro che povere, di un poeta. Lei, Francesca, offre ilsuo sguardo, costruisce l’ascolto, lui, Pierluigi, offre la sua identità sorridente, restituisce lacomplessa naturalezza di chi è nato «al di qua di questi fogli». Vita e creazione letteraria: qualidistanze alimentano il rapporto? E di quali vicinanze, invece, si nutre? La macchina da presacerca risposte facendo sempre un passo indietro, con affettuoso pudore, e documenta laverità, la realtà, senza mai ricorrere a sovrastrutture intel-lettuali. Il montaggio racconta, non estetizza, la musica diBattista Lena diventa scansione narrativa, non arreda isilenzi, e la piccola storia di Pierluigi, che è necessaria-mente anche la grande storia di una terra e di un popolo,scorre sullo schermo così come scorre nella quotidianità. Le radici friulane e le testimonianze divertite degli amici. Iluoghi e i ricordi. L’ombra scura del 1976 e il profilo verdedelle montagne. La sedia a rotelle che spezza la libertà diun sedicenne e disegna, millimetro dopo millimetro, lalibertà di un uomo. Di un poeta. Di un guerriero mite e gen-tile che abita «tra l’ultima parola detta e la prima nuova dadire». Francesca Archibugi, che ha legato il suo nome a piccoligrandi film come Mignon è partita, Lezioni di volo eQuestioni di cuore, racconta così l’incontro con Cappello:«La prima volta è stata due anni fa, quando ho comprato laraccolta di poesie Mandate a dire all'imperatore con cuiaveva appena vinto il Premio Viareggio. Non sono un’esperta di poesia, ma una lettriceappassionata. Mi serve avere un libro di poesia contemporanea sul comodino, perché è il piùforte antidoto contro l’ansia e la noia. Mi sono avvicinata a Pierluigi quando è diventato il miocompagno di comodino. Non ci conoscevamo, eppure eravamo già intimi…». E ancora: «Lepoesie di Cappello sono piene di immagini e forse le ho perfino sognate. Non sapevo nulladella sua vicenda personale, dell'incidente di moto a sedici anni e della sua vita in carrozzi-na da allora. Nessun indizio dalle poesie: nei suoi versi Pierluigi corre e, a volte, vola».Spiega, invece, Cappello: «Parole povere ha rappresentato, per me, una doppia sfida: sulpiano fisico – una bella fatica! – e sul piano emotivo. Sul piano fisico, i problemi sono stati

attenuati dalla dimensione “collettiva” del progetto: l’en-tusiasmo di fare le cose assieme, di costruirle con i mieivecchi amici e con gli amici nuovi come Francesca e glioperatori, mi ha dato la forza quotidiana di cui avevo biso-gno. Sul piano emotivo, invece, ogni piccolo dubbio èstato neutralizzato dalla mia filosofia poetica: spalancarese stessi agli altri non è mai semplice, e non so quanti altripoeti lo avrebbero fatto, ma se la poesia non scende inmezzo alla gente, se non si “sporca le mani” con la terra,che poesia è? Il mio desiderio più grande è che le mie poe-sie vengano stropicciate dai lettori».

Friulano, classe 1967, Cappello è uno dei maggiori poeti italiani. Ha ottenuto tutti i riconosci-menti più importanti, come i Premi Montale Europa (2004), Bagutta Opera Prima (2007) eViareggio-Rèpaci (2010). Nel 2012 ha ricevuto il Premio Vittorio De Sica sotto l’Alto Patronatodella Presidenza della Repubblica e, quest’anno, è stato insignito del Premio che l’Accademiadei Lincei assegna ogni anno «alle personalità che si siano distinte nel mondo della cultura».

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A Torino si presenta l’attesissimo film di Francesca Archibugi su Pierluigi Cappello

Parole povere: storia di un incontro tra cinema e poesia

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Tra le prime sequenze de Lo specchio di Andrej Tarkovski, c'èquella in cui un uomo di spalle si allontana portando con sé unavaligia; una folata di vento che arriva da lontano e in direzioneopposta, lo costringe a fermarsi per restare in equilibrio; dopoaver rivolto lo sguardo all'indietro per l'ultima volta, l'uomoprosegue il suo cammino.La parola e l'immagine che scorrono lungo la linea del tempo sonoi veicoli che hanno condotto Mario alla ricerca della “sua” bellezza.L'avidità con la quale aspirava la sigaretta fino al limite del filtro erala stessa con la quale consumava seicento pagine di JonathanFranzen. Il Cinema lo conosceva, quasi tutto. Immagini e parole erano strettamente legate tra loro; credo cheall'origine della sua passione per il Cinema ci fosse la Letteratura, eun posto particolare era occupato dal pensiero e dall'opera diPasolini. Il testo cinematografico richiede sacrificio, fa riflettere sul-l'estetica, sulla narrazione, sui linguaggi. E sull'esistenza. Fu Mario afarmi vedere il Cinema da questa angolatura, quando ancora fre-quentavo l'Istituto d'Arte. Lui arrivava da un'altra scuola, cionono-stante, si presentava sovente al suono dell'ultima ora e, con Lorenzo, Daniele ed altri amici, si par-lava di Pittura, di Fotografia, di Musica ed altro. Ognuno di noi, con l'ingenuità e con la purezza deisedici anni, con i propri modi, contribuiva alle discussioni, e Mario parlava spesso di Cinema. Da allora il Cinema divenne per me un compagno di viaggio, un connettore tra la vita e la specu-lazione artistica. I pomeriggi passati sul divano di casa a vedere vhs erano una specie di “corso direcupero” che sarebbe servito a leggere con maggiore consapevolezza quello che la sera avrem-mo visto in sala; come dire: «Non posso capire Kaurismaki se non ho mai visto La terra trema».Peccati di gioventù. Interminabili discussioni all'uscita dalle proiezioni erano l'epilogo di ogni sera-ta a Cinemazero e le divergenze d'opinione con Mario erano forti e all'ordine del giorno. Soventeandavo a letto con la frustrazione di non essere riuscito a fargli comprendere le mie ragioni a pro-posito di quello che avevamo visto. Il viaggio di Mario si è sempre compiuto nella direzione contraria; Mario era programmaticamen-te controcorrente. Così si poneva nella discussione, ostile a qualsiasi forma di conformismo e dianticonformismo dichiarato o, ancor peggio, corporativo. Solo l'individuo, attraverso ciò che fapuò essere anticonformista; e lui lo era. Come noi, ingenuamente dediti alla Fotografia, alla Pittura e al Teatro ci interessammo al Cinema,Mario si avvicinò alla dimensione del “fare” con la sua handycam; un giorno ne comprò una tal-mente “pro” da far invidia. Erano gli anni in cui sperimentò la Videoarte e la Fotografia, muoven-dosi tra un medium e l'altro […] a salti o in linea retta . Le produzioni di quel periodo - Itinerarium,Scissura , Confine ed altri lavori destinati agli ambienti artistici - sono segnate da un forte rigore,narrativo e compositivo, che diventerà una sua cifra stilistica da quel momento in avanti. A metà degli anni novanta Mario scrisse un soggetto prendendo spunto da Le mura di Sana, unpiccolo documentario “militante” di Pasolini, guarda caso. Decise di coinvolgere me nella realiz -zazione di Enkidu , la prima vera esperienza di Cinema; per me fu anche l'ultima. Girammo insie -me nello Yemen, spendemmo molto insieme ad Andrea Crozzoli per trovare le risorse economi -che e mentali che ci consentirono di portarlo a termine dopo due anni. Quell'esperienza è uno deiframmenti più importanti di quel prezioso bagaglio di ricordi che mi legano per sempre a Mario.Poi andò a Milano. Nel mondo della televisione scorse la possibilità di far diventare tutto questouna professione. Senza pregiudizio, si immerse in quel mondo e nel confronto con chi quel mondolo conosceva meglio di lui si poneva - come sempre d'altra parte - in una posizione di scambio disaperi e sensibilità, quella sensibilità estetica che le persone con le quali ha lavorato gli ricono-scono sempre. Lavorò da editor e da regista per importanti produzioni televisive, muovendosi tra la pubblicità eil documentario, tra il reality e il talk-show. Andò in Ghana a conoscere gli agricoltori del cacao,raccontò la vicenda di quattro giovani disabili alla ricerca della propria autonomia, realizzò un'in -chiesta sulle fonti rinnovabili e nel frattempo scriveva nuovi soggetti che sarebbero dovuti diven- tare produzioni. Le spigolosità del suo carattere, che emergevano ogni qualvolta si trovasse difronte a qualche forma di prevaricazione da parte di chi abusava del proprio ruolo di potere, veni-vano superate dalla competenza che sapeva mettere in campo e soprattutto da una passioneautentica e mai negoziabile. Quando poteva, tornava a Pordenone e con l'accento e gli intercalari pordenonesi che non ha maiperso, riprendeva il filo dei nostri discorsi da dove li aveva lasciati l'ultima volta. Al cinema ci vado ancora, incontro nuovi e vecchi amici di Cinemazero. Non abbiamo smesso diriflettere su quello che vediamo in sala, ma a me sembra che le discussioni siano troppo dimes -se. «Cosa avrebbe detto Mario di questo film?». Provo a darmi una risposta che, il più delle volte,è il contrario di ciò che penso io. Poi rifletto e a volte gli riconosco la ragione.

Mario è controcorrente

Venerdì 20 dicembre 2013 al Centro Culturale A.Moro

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FESTIVAL DEI POPOLIFirenze, fino al 7 dicembre 2013La 54a edizione Festival dei Popoli propone il meglio del cinema documentario interna-zionale. Il programma, oltre al concorso internazionale (che presenterà corti, medi e lun-gometraggi inediti in Italia) prevede la sezione Panorama, dedicata alla più recente pro-duzione italiana, e una doppia retrospettiva dedicata a due tra i più significativi autori dicinema europei: Marcel e Pawel Łozi�ski, padre e figlio che, attraverso le loro opere,hanno raccontato oltre cinquanta anni di storia del loro paese, la Polonia. Inoltre, Il Festival dei Popoli, si arricchisce di un nuovo spazio - chiamato Doc at Work -aperto a tutti gli appassionati per conoscere da vicino il mondo del documentario conincontri, workshop, presentazione di libri e DVD, dibattiti con gli autori e con gli ospiti delFestival. Info: www.festivaldeipopoli.org

LOWTONE - PROGETTO PHOTOINSCENAPordenone - Teatro Comunale G. Verdi, fino al 18 dicembre 2013 Dai volti inconfondibili di Marcel Marceau e Lindsay Kemp, alla perfezione dei gesti diCarolyn Carlson, i Momix, il mistero del teatro Kabùki, i corpi scolpiti del Tokio Ballet…Sono alcune delle foto che compongono la mostra Low Tone, che rimarrà aperta fino al18 dicembre nel Teatro Verdi di Pordenone. Una quarantina di opere fotografiche delfotografo internazionale Vasco Ascolini, molte conservate al Metropolitan Museum e alMoma, che, utilizzando una particolare tecnica del bianco e nero, ritraggono grandi pro-tagonisti del teatro mondiale degli anni ‘ 70 e ’80. La mostra ha anche dato il la, seppurin fase ancora sperimentale, alla stagione dei “foyer aperti”, nuovo passo nella politicadi un teatro sempre più rivolto alla città, al territorio e alle sue eccellenze culturali. Lamostra sarà visitabile nelle giornate di spettacolo e nelle giornate dei foyer aperti.Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

DI FUOCO E FIAMMETrieste - spazio EContemporary, fino al 4 gennaio 2014 Le fiamme bruciano la materia, la deformano,la bucano. Il gesto artistico plasma l'operatra distruzione e creazione. L'infuocata creatività di Andrea Princivalli orienta il suo per-corso artistico verso la tridimensionalità portando a Trieste una serie di sculture lavora-te con materiale rigenerato e rinato dalla casualità del fuoco, dando vita a una serie difigure evocative, tra il Classico e il Pop. Dalle mani e dalla fermezza dell'artista rinasce ilmito di Icaro. Un Icaro che sfida i propri limiti, simboleggiando la realizzazione del sé ela necessità di agire senza paura, perché chi non osa ha già fallito. Andrea Princivalli, sto-rico collaboratore di Cinemazero nel campo delle attività didattiche, formatosiall’Accademia di Belle Arti di Venezia, da numerosi anni realizza video d’animazione:Altan, Enrico Rava, Gianni Morandi sono solo alcuni artisti con cui ha collaborato. Info: elenacantori.com/exibitions

8 ½ IL VIAGGIO DI FELLINI - FOTOGRAFIE DI GIDEON BACHMANNMestre - Centro culturale Candiani dal 12 dicembre al 19 gennaioA vent’anni dalla morte di Federico Fellini e a cinquanta dall’uscita del suo capolavoro 8½, il Centro Culturale Candiani dedica al grande maestro una serie di iniziative che cul-mineranno nell’esposizione 8 ½. Il viaggio di Fellini. Fotografie di Gideon Bachmann, acura di Cinemazero. Infatti, grazie alla collaborazione con l’Archivio FotograficoCinemazero Images di Pordenone, è stato possibile realizzare la mostra che verrà inau-gurata il 12 dicembre 2013, in occasione del completamento del Centro con l’apertura delmultisala IMG Cinemas.La selezione – tra le circa 3.000 fotografie che l’autore ha scattato sul set – propone unpercorso non convenzionale che ricostruisce la genesi di un film divenuto subito un clas-sico e invita a percorrere un viaggio che apre a prospettive meravigliose e meno cono-sciute, che completano la conoscenza di un capolavoro come 8 ½. Lo sguardo esperto di Bachmann – oltre ai corpi e ai luoghi che sono giunti a noi come“felliniani” per antonomasia – ha saputo cogliere e descrivere chiaramente l’atmosferada caravanserraglio che ha animato il set, l’andirivieni di visite, il super attivismo del regi-sta demiurgo, restituendoci un ritratto inusuale di uno dei più significativi maestri delCinema. Oltre alle immagini di Fellini, tra le 100 foto in mostra, numerosi ritratti diMarcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Sandra Milo, Anouk Aimée, alcuni scatti diSophia Loren in visita sul set e naturalmente le scene più famose del filmInfo: www.centroculturalecandiani.it

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OPERA PRIMA PER IL POLIEDRICO PIERFRANCESCO DILIBERTO ALIAS "PIF"

LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE DI PIF In molti lo conoscono prima come Iena, poi conduttore di Il testimone, apprez-zatissimo programma di Mtv. Ora Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debuttaal cinema con il suo primo film da regista. Il film narra l'educazione sentimentale e civile di un bambino, Arturo, chenasce a Palermo lo stesso giorno in cui Vito Ciancimino, mafioso di rango, èstato eletto sindaco. E' una storia d'amore che racconta i tentativi di Arturo diconquistare il cuore della sua amata Flora, una compagna di banco di cui si èinvaghito alle elementari che vede come una principessa. Attraverso questatenera ma divertente storia d'amore, il pubblico verrà coinvolto emotivamen-te negli eventi più tragici della nostra storia recente. Arturo infatti è un ragaz-zo come tanti altri dell'Italia degli anni '70 ma, a differenza dei suoi coetaneidel nord, è costretto a fare i conti con le infiltrazioni e le azioni criminose dellamafia nella sua città. La consapevolezza di Arturo cresce anno dopo anno, manessuno lo ascolta. Palermo ha altro a cui pensare. L'ostinazione del nostroprotagonista a interessarsi di mafia come un fenomeno reale fa separareArturo e Flora che si ricongiungeranno solo dopo le stragi del 1992 che apri-ranno definitivamente gli occhi alla ragazza.

IL FILM PREMIATO DEL PUBBLICO ALLA SEMAINE DE LA CRITIQUE DI CANNES

LUNCHBOX DI RITESH BATRAIl film racconta di Ila, una casalinga appassionata di cucina che spera, con lesue ricette saporite e speziate, di ridare un po' di vitalità al suo matrimonio. Edi Saajan, un modesto impiegato a pochi mesi dalla pensione, che si vederecapitare sulla sua scrivania, inaspettatamente, tutte le mattine, il lunchboxche Ila amorevolmente prepara ogni mattina per il marito. Ila non sa che il suo lunchbox è finito sulla scrivania sbagliata! Insospettitadalla mancanza di reazione del marito ai suoi manicaretti, infila nel porta-pran-zo un biglietto, nella speranza di risolvere il mistero. Sarà solo l'inizio di un lungo scambio di messaggi tra Ila e Saajan che lenta-mente si trasformerà in un'affettuosa amicizia. Pian piano i loro messaggidiventeranno brevi confessioni sulle loro solitudini, sulle loro paure, sui ricor-di e sulle loro piccole gioie. Scriversi diventerà un modo per sentirsi vicini in una metropoli come Mumbaiche spesso distrugge speranze e sogni. Pur rimanendo estranei, Ila e Saajanintrecciano una relazione virtuale che potrebbe compromettere le loro vitereali. .

TORNA IL WOODY ALLEN DEI TEMPI MIGLIORI CON UNA STREPITOSA CATE BLANCHETT

BLUE JASMINE DI WOODY ALLENPuntuale più di un pendolino svizzero Woody Allen anche quest'anno ha sfor-nato un nuovo titolo che, secondo alcuni critici d’oltreoceano - dove il film èapprodato in estate - è il miglior film che abbia mai fatto. Non a caso su Rotten Tomatoes, il sito che raccoglie recensioni internazionali,raccoglie l'85% di critiche positive: "Blue Jasmine tocca la vetta del tardoperiodo del regista". Molto del merito va anche al cast eccezionale, guidato daCate Blanchett. Si pensi che il precedente lavoro di Allen in terra italica, ToRome with love, ottenne solo il 43% di giudizi a favore.Nel suo grande tour per luoghi chic, da Londra a Barcellona, Parigi e Roma,ora il buon Woody arriva a San Francisco, lontano dalla sua New York che hausato come sfondo di quasi tutte le sue storie. Per fortuna però questa voltanon va a spuntare con la macchina da presa i posti turistici della metropoli. Jasmine è interpretata dalla Blanchett. Indossa raramente il blu, preferiscel'oro, il bianco e il marrone. Quando scopre che il ricco uomo d'affari (AlecBaldwin) a cui è sposata è un truffatore, perderà tutto, anche la salute psicolo-gica, e fuggirà da Manhattan per trovare riparo in California dalla sorellaGinger (Sally Hawkins, la ragazza perennemente sorridente di La felicità portafortuna - Happy Go Lucky). Ginger abita in un piccolo appartamento, ha duefigli sovrappeso e un fidanzato volgare (Bobby Cannavale), ma anche tantaumanità disordinata e genuina. "Cate Blanchett è nevroticamente d'oro in un altro memorabile studio di per-sonaggio femminile di Woody Allen", ha scritto entusiasta l'HollywoodReporter . "Un dramma carnoso e pienamente realizzato", lo definisce Variety.A noi non resta che avere ancora qualche giorno di pazienza..

Un film di Pif. Con CristianaCapotondi, Pif, GinevraAntona. Italia 2013.

Tit. Or.: Dabba Un film di Ritesh Batra. ConIrrfan Khan, Nimrat Kaur,Nawazuddin Siddiqui.India 2013. Durata 105 min.

Un film di Woody Allen. ConCate Blanchett, Joy Carlin,Richard Conti - USA 2013.Durata 98 min.

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UN FILM RIGOROSO, DENSO, PROFONDO NELL'IMMAGINE E NEL SENSO

STILL LIFEDI UBERTO PASOLINI John May è un funzionario comunale dedicato alla ricerca dei parenti di per-sone morte in solitudine. Diligente e sensibile, John scrive discorsi celebrativi,seleziona la musica appropriata all'orientamento religioso del defunto, pre-senzia ai funerali e raccoglie le fotografie di uomini e donne che non hanno piùnessuno che li pianga e ricordi. La sua vita ordinata e tranquilla, costruita intor-no a un lavoro che ama e svolge con devozione, riceve una battuta d'arrestoper il ridimensionamento del suo ufficio e il conseguente licenziamento.Confuso ma null'affatto rassegnato, John chiede al suo superiore di conce-dergli pochi giorni per chiudere una 'pratica' che gli sta a cuore e che ha il voltodi Billy Stoke, un vecchio uomo alcolizzato che aveva conosciuto un passatofelice. Di quel passato fa parte Kelly, la figlia perduta per orgoglio molti anniprima. Lasciata Londra per informarla della dipartita del genitore, John simuove tra i vivi e assapora la vita che ha il volto di una donna e il sapore diuna cioccolata calda. Quando si muore si muore soli, cantava Fabrizio DeAndrè e scriveva Cesare Pavese che avrebbero potuto immaginare e metterein versi il protagonista di Still Life, scritto, diretto e prodotto da UbertoPasolini. Un film rigoroso, coerente, denso, profondo nell'immagine e nelsenso, che ha la precisione e la lentezza di Tsai Ming Liang e la fissità e ladimensione iconica di Ozu. Non sembrino esagerati i riferimenti perché StillLife è un'opera importante che respira cinema dall'inizio alla fine.Diversamente da Foscolo, John è convinto che "all'ombra dei cipressi e den-tro l'urna confortata di pianto" il sonno della morte possa essere meno duro.John May del poeta ha la forza intramontabile della poesia, capace di (re)susci-tare i sentimenti più belli, di superare i limiti temporali e geografici, di ripristi-nare la giustizia che la vita con il suo corso ha sopraffatto. Interpretato con liri-ca sospensione da Eddie Marsan, John May ricopre una funzione sociale rile-vante che eleva lo spirito nel momento in cui accoglie e custodisce e che cisprona a vivere con responsabilità civile il nostro ruolo nella società. Perché,parafrasando Ennio Flaiano, un lavoro ben fatto è la vera rivoluzione.

DA UNA STORIA VERA UN FILM CHE SA COMMUOVERE, FAR PENSARE E DIVERTIRE

PHILOMENADI ROMAN POLANSKYIrlanda, 1952. Philomena resta incinta da adolescente. La famiglia la ripudia ela chiude in un convento di suore a Roscrea. La ragazza partorirà un bambinoche, dopo pochi anni, le verrà sottratto e dato in adozione.2002. Philomena non ha ancora rinunciato all'idea di ritrovare il figlio per sape-re almeno che ne è stato di lui. Troverà aiuto in un giornalista che è stato silu-rato dall'establishment di Blair e che accetta, seppur inizialmente controvoglia,di aiutarla nella ricerca. Gli ostacoli frapposti dall'istituzione religiosa sarannotanto cortesi quanto depistanti ma i due non si perdono d'animo.Stephen Frears racconta in questo suo riuscitissimo film la storia vera di unamadre alla ricerca del figlio perduto che Martin Sixsmith ha reso nota con illibro "The lost Child of Philomena Lee" che, pubblicato nel 2009, ha consenti-to a molte donne di sentirsi sostenute nel raccontare il loro 'vergognoso' pas-sato. Frears di lei dice: "Incontrando la vera Philomena Lee ero sorpreso dalfatto che volesse venire sul set, cosa che ha fatto il giorno in cui veniva giratala scena terribile della lavanderia. Philomena è una donna magnifica, priva diautocommiserazione, che continua ad avere fede nonostante le ingiustiziesubite". Sta proprio nella chiusura di questa dichiarazione il senso profondo diun film che sa commuovere, far pensare e anche divertire. Perché sul grandeschermo ne abbiamo già viste molte di vicende di madri che cercano i figli lorosottratti nei più diversi modi e Peter Mullan con Magdalene aveva già denun-ciato nel 2002 l'atroce situazione di queste giovani vite affidate a religioseaccecate da una presunta fede. Frears però ci fa sapere che Philomena non haperso la fede (quella vera) e costruisce il suo film (grazie a due formidabiliinterpreti come Judi Dench e Steve Coogan) proprio sul confronto tra due per-sone che partono da punti di vista in materia estremamente distanti.Martingiornalista e studioso della storia della Russia non crede in Dio ed ha scarsafiducia anche negli esseri umani di cui ha assaggiato sulla propria pelle la fero-ce doppiezza. Philomena non è una donna colta (legge romanzetti d'amore dicui ricorda ogni dettaglio) e avrebbe mille ragioni per essere divenuta unadelle atee più rigorose ma non è così. Perché è riuscita, anche nella sofferen-za più profonda, a non confondere Dio con coloro che hanno talvolta la prete-sa (trasformata in potere prevaricatore e assoluto) di rappresentarlo.

Un film di Uberto Pasolini.Con Eddie Marsan, JoanneFroggatt, Karen Drury. GranBretagna 2013. Durata 87min.

Un film di di Stephen Frears.Con Judi Dench, SteveCoogan, Sophie KennedyClark. Gran Bretana, 2013.Durata 94 min.

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TRA COLTO DIVERTISSEMENT E OPERA PER TUTTI UN FILM CHE VI CONQUISTERÀ

MOLIERE IN BICICLETTA DI PHILIPPE LE GUAY Serge Tanneur, un tempo grande attore di teatro, si è ritirato da qualche tempoa vita privata. Ha iniziato a condurre una vita tranquilla, tra la solitudine dell'Î-le de Ré e le lunghe passeggiate in bicicletta. Quando il collega attore GauthierValence (Lambert Wilson), all''apice della propria corriera, gli offre il ruolo delprotagonista nel Misantropo di Molière, Gauthier non riesce a rifiutare, riflet-tendo su come egli stesso negli ultimi tre anni sia diventato come il perso-naggio chiamato a interpretare. Ma appena inizia a provare, complice anchel'arrivo di una misteriosa italiana (Maya Sansa), comincia a sentire su di sémolta pressione. Che forse non sia il caso di tornare davvero in scena? Dopo il successo ottenuto con Le donne del 6º piano, Philippe Le Guay tornaal cinema per girare un film decisamente originale nella sua volontà di rileg-gere uno dei testi fondanti del teatro francese: Il Misantropo di Molière.Leggenda vuole che tutto nasca durante una chiacchierata tra il regista eFabrice Luchini, che all’epoca Le Guay stava corteggiando proprio per Ledonne del 6º piano. Il risultato? Un milione di spettatori in patria, un trionfo albox office e un grande successo di critica per uno di quei fenomeni del cine-ma francese per cui noi italiani dovremmo solo toglierci il cappello, vista lanatura teatrale del film.

UN MUSICAL, FIRMATO WALT DISNEY, TRATTO DALLA FAVOLA DELLA REGINA DELLE NEVI

FROZEN - IL REGNO DI GHIACCIODI CHRIS BUCK E JENNIFER LEEUn nuovo musical animato prodotto dalla Walt Disney, basato questa voltasulla favola della Regina delle nevi di Hans Christian Anderson. Una profezia ha intrappolato eternamente un intero regno in un inverno nevo-so. Quando Anna, temeraria sognatrice, viene maledetta dalla sorella estra-niata, Elsa, la fredda Regina delle Nevi, l'unica speranza della giovane perinvertire la maledizione è riuscire a sopravvivere in un viaggio pericoloso maeccitante, attraverso un paesaggio gelido e spietato. La ragazza è accompa-gnata in questa avventura da un robusto e coraggioso esploratore di monta-gna, Kristoff, alla ricerca di emozioni forti, e dalla sua renna con un corno,Sven. Anna e Kristoff incontreranno sul loro cammino creature fantastichecome i trolls, un buffo pupazzo di neve di nome Olaf, montagne alte comel'Everest e magia dietro ogni angolo, combattendo contro tutti gli elementidella natura per salvare il regno dalla distruzione...

CONTINUANO LE AVVENTURE DEL GRANDE INVENTORE FLINT LOCKWOOD

PIOVONO POLPETTE 2 DI CODY CAMERON E KRIS PEARNPiovono polpette 2 ricomincia proprio da dove era terminata la precedentecommedia campione d'incassi della Sony Pictures Animation. La genialità del-l'inventore Flint Lockwood viene finalmente riconosciuta grazie all'invito delsuo idolo, Chester V, ad entrare a far parte della The Live Corp Company, cheriunisce i migliori e più brillanti inventori del mondo, impegnati a creare tec-nologie per il miglioramento della razza umana. Il braccio destro di Chester,oltre che una delle sue più riuscite invenzioni, è Barb, un orango altamenteevoluto dotato di un cervello umano, che è anche ambiguo, manipolativo eche adora mettersi il rossetto. Essere riconosciuto come un grande inventore,è sempre stato il sogno di Flint. Tutto cambia però quando scopre che la suainvenzione più famosa (una macchina che trasforma l'acqua in cibo), è ancoraoperativa e che attualmente sta creando dei cibo-animali ibridi - gli"Animacibi!" Con il destino dell'umanità nelle sue mani, Chester si unisce aFlint ed i suoi amici in una missione delicata e pericolosa, combattendo con-tro famelici Tacodrilli, Orangamberi, Torte a Sonagli, Spiderburgher ed altriAnimacibi, per salvare nuovamente il mondo!Ben 35 milioni di dollari raccolti dal cartoon, sequel del film del 2009 che incas-sò quasi 250 milioni in tutto il mondo, e che questa volta è diretto da CodyCameron. A differenza del budget dei film Pixar e Dreamworks, PiovonoPolpette 2 è costato “solamente” 78 milioni (un po’ come Cattivissimo Me 2)e facilmente si trasformerà in un nuovo successo per i produttori. Un film perbambin assolutamente geniale: un mini horror, nel senso che la sua strutturanarrativa è quella di un film dell'orrore che non lascia scampo, che sa essereallo stesso tempo divertente e profondo nel suo essere una parabola veleno-sissima contro la società dei consumi e contro il menefreghismo verso la con-servazione del nostro pianeta.

Un film di Philippe Le Guay.Con Fabrice Luchini, LambertWilson, Maya Sansa. Francia,2013. Durata 104 min.

Tit. Or.: Frozen Un film di Chris Buck,Jennifer Lee. Con KristenBell, Idina Menzel, JonathanGroff. USA 2013.

Tit. Or.: Cloudy with aChance of Meatballs 2 Un film di Cody Cameron,Kris Pearn. Con AndySamberg, Neil Patrick Harris,USA, 2013. Durata: 96 min.

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LA SCUOLA AL CINEMAprenotazione obbligatoria presso la Mediateca (tel. 0434-520945 [email protected])

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IN COLLABORAZIONE CON

Lunedì 2 Dicembre 2013 ore 9.00 | Proiezione- evento per HIV DAY – “Non solo 1 dicembre”

+ o - IL SESSO CONFUSO RACCONTI DI MONDI NELL'ERA AIDS

di Andrea Adriatico, Giulio Maria CorbelliDocumentario - Italia 2010, 92'

Seguirà incontro e dibattito con i registi in salaIngresso € 3,00 a favore dell'Associazione I Ragazzi della Panchina Onlus

Rivolto a studenti delle scuole secondarie di secondo grado e alla cittadinanza

Martedì 17 Dicembre 2013 ore 11.00 | Proiezione-evento per PICCOLO FESTIVAL DELL'ANIMAZIONE

SPECIALE PICCOLO FESTIVAL DELL’ANIMAZIONE: AnimaKIDS

Selezione di cortometraggi da Animateka Film Festival di Lubiana, dal Centro Sperimentale diCinematografia di Torino (Dipartimento Animazione) e dall’Accademia di Belle Arti di Palermo

Incontro con l'autore: ospite Michele BernardiIngresso libero

Rivolto a studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado e alla cittadinanza

VENERDì 6 DICEMBRE ORE 21.00GEMONA | Cinema Sociale Ingresso: INTERI 10 € | RIDOTTI 7,5€

SABATO 28 DICEMBRE ORE 21.00TRIESTE | Teatro Miela

Ingresso: INTERI 8 €

BLACKMAIL (1929)musicato dal vivo

dalla Zerorchestra