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9 771827 195002 90006 CINECORRIERE - ISSN 1827-195 anno 62 2,00 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% DCB Roma cinema & fiction n. 11/12 dicembre 2009 CINE 01-48_22-23/donze1-2/07 10/12/09 11.41 Pagina 1

Cinecorriere numero 11/12 - Dicembre 2009

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Cinecorriere numero 11/12 di Dicembre 2009

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CINECORRIERE - ISSN 1827-195

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Il criticoIl marketing del cinema di Giandomenico Celata 5EventiConcluse con grandepartecipazione le GiornateProfessionali di cinema di Cristiano Centi 6Il personaggioEnrico Lucherini, l’artistadella comunicazione di Daria Ciotti 10L’intervistaDavide Marengo: dal cinemaalla televisione di Cristiano Centi 12RegistiL’alibi violato di C.C. 15EventiSalerno: il trionfo di Bixio di F. Saverio Cerqua 16L’intervistaFilm indipendenti? Costano meno di Luigi Aversa 18Emergenti

“Vorrei lavorare conSpielberg!” di Daria Ciotti 20

L’intervistaIl vero produttore è quelloche rischia di L.A. 22I film che vedremoL’immancabilecinepanettone di Daria Ciotti 30Il film del meseSherlock Holmes come nonl’avete mai visto di Daria Ciotti 32Le fiction che vedremoNatale a tutta fiction di Federico Cona 38EventiSuccesso per il Festivaldella Fantascienza di C.C. 41TelefilmCultNatale 2009di Luca Marengo 42BooksTratti & ritratti di L.M. 45

sommario

Rivista illustrata di Cinema e Fiction fondata e diretta da Alberto Crucillà dal 1948

Autorizzazione del registro n. 473 del 31 ottobre 1948

Direttore ResponsabileFabrizio [email protected]

Direttore EditorialeAndrea [email protected]

Direttore Promozione emarketingRenato [email protected]

Coordinatrice redazionaleDaria [email protected]

In redazioneCristiano CENTI

Hanno collaborato Luigi AVERSA, Giandomenico CELATA,Cristiano CENTI, F. Saverio CERQUA, Daria CIOTTI, Federico CONA, Luca MARENGO

Progetto grafico CDA S.r.l.Eleonora [email protected]

Segretaria di redazioneMara DI [email protected]. 06.8841611, 8841613, fax 06.85831141

Editore GIROAL S.r.l.Piazza Giuseppe Verdi, 900198 Roma - [email protected]

Direzione generaleLeonardo [email protected]

Pubblicità settorialeA.P.S. Advertising s.r.l.Via Tor De Schiavi 355 - 00171 RomaTel. 06 89015166Fax 06 89015167 [email protected]

Stampa Genestampa S.r.l.Impianti Capitolina Service s.r.l.

AbbonamentoCinecorriere Abbonamenti c/o GIROAL S.r.l.Piazza Giuseppe Verdi, 9 - 00198 RomaCosto per l’Italia: € 18,00 per l’estero: €100,00. Richiesta scritta, inviando assegnonon trasferibile intestato a Giroal S.r.l.

© Cinecorriere - tutti i diritti di riproduzionesono riservati.

L’opinione espressa dagli autori non impegna la Direzione.Tutto il materiale ricevuto, e non richiesto (testi e fotografie),anche se non pubblicato, non sarà restituito.

editorialeD ue buone notizie per il cinema

italiano. Prima, la nascita diuna nuova star dello schermo,

Checco Zalone, che con il suo primo“miglior film”, Cado dalle nubi stasbancando il botteghino. Una confermache, quando ci sono le buone idee ci so-no anche gli incassi. Onore a Zalone maanche alla Taodue e Medusa che han-no creduto e realizzato il progetto.

Seconda buona notizia l’arrivo suglischermi dell’ormai immancabile “ci-nepanettone” che, se, come al solitoavrà contro i critici illuminati che siesaltano soltanto su pellicole impegna-te, avrà il merito di portare milioni dieuro al cinema nazionale e competerecon i colossi americani. De Sica ecompany sono una vera sicurezza. Peruna volta parliamo anche di fiction o

meglio di un produttore, CarloBixio, figlio del grande autore Ce-sare Andrea, che ha composto piùdi 500 canzoni e 150 colonne so-nore lasciandoci fra le tante Parla-

mi d’amore Mariù. Carlo è ormai ilre incontrastato del piccolo scher-mo. Ai molti successi del passatoha, negli ultimi due anni, prodottodue fictions che hanno toccato l’a-pice dell’auditel: I Cesaroni e Un

medico in famiglia quest’ultimo siè permesso in quanto ad ascolti dibattere nientepopodimeno che Il

grande fratello.Bene ha fatto la giuria del 63° Fe-

stival del Cinema Internazionalee della Fiction di Salerno ad asse-gnarli il premio di produttore del-l’anno. Onore al merito. n

Cinecorriere è anche on linewww.cinecorriere.it

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E’ esploso il problema delle salecinematografiche. Tutta la fi-liera cinematografica, dalla

produzione alla distribuzione si è final-mente resa conto che la merce, cioè i film,non si vendono se non ci sono i negozi,ovvero le sale cinematografiche. E questestanno diminuendo, in particolare quelledi città. Questo allarme va ascritto al me-rito di Riccardo Tozzi, Presidente deiproduttori Anica, che ha anche ritagliatoil profilo dello spettatore di questi cinema:adulto, femminile, di reddito medio, me-dio-alto, fidelizzato ai film europei e indi-pendenti americani. E sono proprio questifilm ad aver sofferto la contrazione delbox office di questo ultimo anno. La coin-cidenza non è casuale anche se le variabi-li in gioco sono più di una.

Questo riscoperto ruolo diretto della sa-la nella costruzione delle revenue di unfilm non deve far dimenticare il suo ruoloindiretto. Difatti ormai il ricavo di unapellicola si costruisce sul mercato del-l’Home Video, delle ormai tante televisio-ni e in prospettiva, se qualcuno in Italia sisbriga a capirlo, sul Web. Ma è nel box of-

Docente di Economia dei Media e dell’ICTSapienza Universitàdi Roma

fice che il valore specifico di un film vie-ne identificato e trasferito alle altre formedi distribuzione e consumo. La sala cine-matografica è una sorta di borsa valori checapitalizza in termini di future il valorespecifico di un film.

Non solo, ma mentre il mercato che sista costruendo sul Web tende a depotenziainevitabilmente quello dell’Home Video,ciò non accade verso la sala perché le mo-tivazioni che portano il consumatore a pa-gare il prezzo del biglietto vanno aldilàdella semplice visione del film. Riguarda-no l’uso del suo tempo libero, le sue rela-zioni interpersonali, il suo bisogno di so-cialità.

Sale cinematografiche, mi riferisco spe-cialmente a quelle di città, che vanno ri-pensate così come è avvenuto per le libre-rie. Il consumatore si è frammentato,quindi vuole avere più possibilità di scel-ta, quindi le monosale o bisale sono fuorimercato, Il consumatore è viziato, quindila sala deve essere accogliente e conforte-vole. Il consumatore ha poco tempo libe-ro, quindi deve spenderlo bene, quindi lasala deve essere facilmente accessibile. Il

Il critico

consumatore sceglie come usare il suotempo libero anche sulla base del suo co-sto, quindi politiche di pricing più corag-giose da parte degli esercenti. Cè una er-rata considerazione, anche se mai espres-sa esplicitamente, che la domanda di cine-ma sia rigida, cioè non sia in grado dicambiare in funzione del prezzo. Nientedi più sbagliato!

Come si può capire, si deve aprire unospazio enorme, anche se non facilissimo,di marketing della sala in quanto tale cheoggi è pochissimo esplorato. In propositosi tenga conto che il consumatore di cine-ma consuma Internet che è ormai la stru-mento su cui si costruisce la fidelizzazio-ne e la concorrenza nello stesso tempo.Quanto prima la sala cinematografica im-parerà ad usare questa cassetta degli at-trezzi, prima acquisirà un vantaggio com-petitivo rispetto agli altri usi del tempo li-bero, tanto più ne guadagnerà il cinemanel suo complesso.

Tutto ciò ha bisogno di investimenti equindi risorse finanziarie. Dove trovarle?La risposta nel prossimo numero del Ci-

necorriere. nnn

5

diGiandomenicoCelata

Il marketing del Cinema

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L e Giornate Professionali di Ci-nema, organizzate dall’Anec (As-sociazione Nazionale Esercenti),

dall’Anem (Associazione Nazionale Eser-centi Multiplex) e dai distributori dell’Ani-ca (Associazione Nazionale Industrie Ci-nematografiche Audiovisive), si sono svol-te quest’anno all’Hilton Palace di Sorrentocon anteprime, incontri con gli operatoriprofessionali, gli artisti e la presentazionedei film che usciranno nei prossimi mesidel 2010. E’ stata l’occasione, come ognianno, per l’industria cinematografica ita-liana di incontrare “la domanda e l’of-ferta” anche perché l’evento si presentacome una kermesse, dove la compo-nente settoriale e specialistica è affian-cata a quella culturale e di spettacolo.Come ha dichiarato il presidente del-l’Anec, Paolo Protti: «E’ il momentoin cui si tirano le somme di un annodi lavoro e si guarda al futuro». LeGiornate Professionali di Cinema,alla 32° edizione, tramite le antici-pazioni dei prodotti cinematografi-ci di prossima uscita, conferenze efocus su importanti temi, incontried interviste con i più autorevoliregisti e attori, accordano il latotecnico del cinema, rivolto agliaddetti a quello più spettacolareper il pubblico presente. Que-st’anno hanno partecipano cir-ca millecinquecento rappre-sentanti dell’industria cinema-

tografica e moltissimi attori, registi, autori

che hanno presentato i film in uscita e in la-vorazione o hanno ricevuto i “Bigliettid’Oro” del cinema, il premio che l’Anecattribuisce alle pellicole di maggiore suc-cesso di pubblico. In questa aria di festaperò, si è tornati anche a parlare della si-tuazione del cinema italiano, che rispettoagli altri anni, ha avuto meno peso a livel-lo di prodotto ma, più incassi nelle sale,grazie alla presenza del nuovo fenomenodel 3D, legato all’animazione, e di cui l’I-talia detiene il primato europeo. Entrandopiù nello specifico questa edizione si èaperta con l’anteprima italiana del film d’a-nimazione Disney, La principessa e il ra-

nocchio, commedia musicale di Ron Cle-ments e John Musker, seguita da unagrande festa a tema organizzata dallamajor, molto apprezzata dai piccoli ospitipresenti. Nei giorni successivi ci sono statemolte anteprime: a partire da A single man

di Tom Ford, con Colin Firth, JulianneMoore e Matthew Goode, già presente inconcorso all’ultima Mostra del Cinemadi Venezia, per continuare con Senti chi di-

ce messa, commedia piena di gag tra sacroe profano di Roger Delattre, con JeanMarie Bigard, David Straijmayster eThiam Aissto, Il piccolo Nicolas e i suoi

genitori di Laurent Tirard, adattamentodella serie Le Petit Nicolas, classico fran-cese per l’infanzia, di René Gosciny eJean Jacques Sempé con Valérie Lemer-cier, Sandrine Kiberlain e Michel Gala-bru, Tra le nuvole commedia di JasonReitman con George Clooney, Vera Far-miga, Jason Bateman e l’acclamato Ha-

chiko di Lasse Halstrom, appassionantestoria di un cane e del suo padrone, con Ri-chard Gere e Joan Allen. Anche il cinemaitaliano è stato ben rappresentato con le an-teprime di L’uomo che verrà di GiorgioDiritti, film di drammatica ricostruzionestorica, con Alba Rohrwacher e MayaSansa, La vita è una cosa meravigliosa,l’ultima commedia di Carlo Vanzina conGigi Proietti, Nancy Brilli, Enrico Bri-gnano e Vincenzo Salemme e La fisica

dell’acqua film drammatico di Felice Fa-

di Cristiano Centi

Concluse con grande partecipazione

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rina con Paola Cortellesi e ClaudioAmendola e il piccolo Lorenzo Vavasso-ri. In occasione del 35° anniversario dellascomparsa di Pietro Germi è stata orga-nizzata la proiezione speciale del docu-mentario, Pietro Germi: il bravo, il bello e

il cattivo di Claudio Bondi, prodotto dallaBlue Film e Ascent Film in collaborazio-ne con La7, mentre nelle giornate succes-sive sono stati proiettati i capolavori: Il fer-

roviere del 1956 e Signore e Signori, pre-miato nel 1966 con la Palma d’Oro a Can-nes. Diversi anche gli incontri dedicati adargomenti di particolare interesse, quali lapirateria audiovisiva e il marketing e il Ma-gis (la mostra mercato della tecnologia ap-

plicata alle sale di spettacolo), nonché mol-te convention delle maggiori case cinema-tografiche italiane e straniere. Per quantoriguarda i premi e i premiati: il Bigliettod’Oro per i film che hanno conseguito imigliori incassi dal 1° dicembre 2008 al 30novembre 2009 sono andati a L’era glacia-

le 3 - L’alba dei dinosauri, seguito da Ma-

dagascar 2 e Natale a Rio, che si è aggiu-dicato anche il “Biglietto d’oro italiano”.Invece i premi “Chiavi d’Oro”, attribuitoai protagonisti del successo al botteghino,sono andati agli attori Christian De Sica,Carlo Verdone, Massimo Ghini, FabioDe Luigi e Paolo Conticini, ai registi Ne-ri Parenti e Giovanni Veronesi e ai pro-

duttori Aurelio e Luigi De Laurentis. Vapoi ricordato il premio per le Migliori Ca-se di Distribuzione vinto quest’anno dallaUniversal, dalla Medusa Film e dallaWarner Bros Italia. Di particolare impor-tanza la consegna del premio Agiscuoladeciso dagli studenti, che è andato al filmitaliano La siciliana ribelle di MarcoAmenta per gli importanti temi civili e sto-rici espressi dalla pellicola. «Siamo moltosoddisfatti dei film presentati dalle case didistribuzione qui a Sorrento e ciò ci fa ben

n PREMIO “BIGLIETTO D’ORO” Primo Posto: L’era glaciale 3L’alba dei dinosauriSecondo Posto: Madagascar 2Terzo Posto: Natale a Rion PREMIO “BIGLIETTO D’ORO” FILM ITALIANO PIÙ VISTOPrimo Posto: Natale a RioSecondo Posto: Il Cosmo sul ComòTerzo Posto: Italians

n PREMIO “CHIAVI D’ORO” PROTAGONISTI DEL SUCCESSO AL BOTTEGHINO

Christian De Sica, CarloVerdone, Neri Parenti,Giovanni Veronesi,Massimo Ghini, Fabio DeLuigi, Paolo Conticini,Aurelio De Laurentiis,Luigi De Laurentiis

n PREMIO MIGLIORI CASE DI DISTRIBUZIONEUniversal, Medusa Film,

Warner Bros Italia

n TARGA ANEC “CLAUDIO ZANCHI” GIOVANI ARTISTIIsabella Ragonese, Michele Riondino,Umberto Carteni

n PREMIO “AGISCUOLA” La Siciliana Ribelle di Marco Amenta

n PREMIO “GIORNALE DELLO SPETTACOLO”Sergio Fabi per il sito internet cinemotore

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sperare per il 2010. In particolare si è vistauna variegata produzione italiana di ottimaqualità e che riteniamo possa ottenere an-che ottimi risultati di botteghino». Così hacommentato Paolo Protti, presidente del-l’Anec, l’associazione esercenti, la conclu-sione delle Giornate Professionali di Cine-ma. Anche per Carlo Bernaschi, presiden-te Anem, associazione esercenti multiplex,i segnali sono tutti positivi: «Il prodottopresentato a Sorrento permetterà a tutte lestrutture un forte rilancio. Osservo con pia-cere il forte ritorno alla commedia italianaed un prodotto statunitense più in linea coni gusti europei. E’ necessario che il 2010 sial’anno della svolta anche per i cinema dicittà ed il prodotto presentato aiuterà sicu-ramente a superare alcune criticità». E con-cludiamo con la dichiarazione di MicheleNapoli, presidente dei distributori Anica:«L’augurio è che nel 2010 possa essere su-perato sia per frequenze in sala che per in-

cassi il risultato già stabile del 2009. Lepremesse ci sono, nell’insieme tutti i gene-ri di cinema sono ben rappresentati e sonoanche molto promettenti i film italiani chesembrano in condizione di recuperare laflessione registrata quest’anno». Tanti gliospiti arrivati a Sorrento, nelle varie fasidella manifestazione, vi segnaliamo:Raoul Bova, Stefano Dionisi, ClaudiaPandolfi, Vincenzo Salemme, MicaelaRamazzotti, Enrico Brignano, NancyBrilli, Luisa Ranieri, Pierfrancesco Fa-vino, Alba Rohrwacher, Carlo Verdone,Laura Chiatti, Christian De Sica, Massi-mo Ghini, Gabriele Salvatores, ElioGermano, Paolo Virzì, Paolo Briguglia,Alessandro Gassman, Gabriele Mucci-no, Leonardo Pieraccioni, ClaudioAmendola, Carlo Mazzacurati, SilvioOrlando, Kasia Smutniak, FedericoMoccia, Pupi Avati, Enrico Vanzina,Fausto Brizzi, Paolo Conticini, Fabio De

Luigi, Giovanni Veronesi,Neri Parenti, Silvio Soldini,Alessandro D’Alatri, Giam-battista Avellino, Rocco Papa-leo, Dario Bandiera, Emanue-le Propizio, Max Gazzè. nnn

IL PREMIO DI VENANZO CHIUDE IN MUSICAIl 6 dicembre si è tenuto il Concerto della Banda di Montorio alla Casa di Riposo di Teramo

Dopo la consegna degli Esposimetri d’Oro ai direttori della fotografia e dei ri-conoscimenti ai tanti personaggi del cinema che lo scorso 14 novembre, al ci-ne teatro Comunale di Teramo, hanno partecipato alla serata di premiazionedella 14ª edizione del Premio Internazionale per la Fotografia Cinemato-grafica “Gianni Di Venanzo”, la manifestazione ideata e organizzata dal-l’associazione culturale “Teramo Nostra” ha proposto domenica 6 dicembreuna sorta di appendice alle tante iniziative del Premio. Presso la Casa di Riposo De Benedictis di Teramo, si è infatti tenuto il concer-to conclusivo del 14° Premio “Gianni Di Venanzo”: la Banda di Montorio al Vo-mano, diretta dal maestro Cristiano Formicone, ha proposto una lunga sele-zione di musiche da film. Con questa ulteriore iniziativa che ha avuto come tea-tro la Casa di Riposo, gli organizzatori del Premio hanno voluto ancora una vol-ta rimarcare lo stretto legame con il territorio, con le istituzioni prestigiose, e so-prattutto con la storia e la memoria delle persone e dei luoghi. n

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E nrico Lucherini e le sue “lu-cherinate”, come le definisconoi suoi amici e collaboratori più

stretti, sono stati i protagonisti dell’edi-zione 2009 di Primo Piano sull’Auto-re, la rassegna che tutti gli anni, ormaida oltre un ventennio, si svolge a no-vembre nella splendida cornice dellacittadina di Assisi.

Organizzata da Franco Mariotti incollaborazione con il Comune umbro, lamanifestazione vuole essere una cele-brazione della figura dell’autore intesonon soltanto nel senso stretto del termi-ne, ossia di “colui che scrive di cinema”,ma di chi a suo modo crea, inventa, emette in atto, modi e maniere di viverenon solo il cinema ma tutto ciò che rap-presenta le sue miriadi di sfaccettature.

E chi meglio di Enrico Lucherini perfesteggiare la nascita, oltre 30 anni fa, diuno fra i mestieri più divertenti nelmondo: quello del comunicatore.

Attore mancato, Enrico Lucherinitantissimi anni fa decide che, non po-tendo fare il cinema “da dentro”, potevaperò continuare a lavorare in questo am-biente prendendolo da un’altra angola-zione. E dalla sua “postazione stradale”di Via Veneto ecco nascere quella cheoggi è la professione dell’addetto stam-pa, ma che Lucherini ha sempre fatto amodo suo, in una maniera che nessunoal mondo saprebbe mai eguagliare.

E come se non bastassero i successiottenuti dagli eventi promossi dall’or-mai storico Studio Lucherini-Pigna-telli, a raccontare aneddoti, esperienze emomenti indimenticabili, nella tre gior-ni assisana si sono alternati non solo gliamici e collaboratori di Enrico Lucheri-ni, ma lui stesso, sebbene spesso incal-

L’edizione 2009 della rassegnaPrimo Piano sull’Autore è statadedicata all’uomo che ha creato il mestiere di ufficio stampa

Il personaggio

Lucherinil’artista dellacomunicazione

di Daria Ciotti

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zato dal pubblicopresente, ha reso onore ad alcune dellesue trovate più geniali, le sue “lu-cherinate” appunto, raccon-tandole ai presenti.

Come quando, ancora poco più chetrentenne, dovendo promuovere l’im-magine di Sophia Loren al Festival diCannes, in Concorso con La Ciociara,decise di “indossare” un pungolo di fer-ro e infrangere, letteralmente, la vetratadel Palais du Cinema per poi far passa-re l’accaduto come «una folla così emo-zionata dalla presenza della Loren sullaCroisette da accalcarsi sulla vetrata delPalais con tanta foga da infrangerla».

Enrico Lucherini è questo e molto piùdi questo: è un artista della comunica-zione che svolge questa attività «con unpasso più avanti rispetto agli altri». Pa-rola del Sindaco di Assisi, che ha volu-to rendere omaggio a lui ed a FrancoMariotti definendoli “pionieri” delle ri-spettive professioni. E’ l’uomo che «ciha insegnato ad amare il cinema - hadetto di lui l’on. Francesco Giro - Ha in-ventato una professione che forse dove-va nascere anche prima, e che grazie alui ci ha dato la possibilità di conoscereil grande cinema».

Una professione nata, come ha rac-contato la viva voce di Lucherini stesso,dalla «passione sconfinata per la gentedi cinema, della Tv e del teatro. Mi pia-ce promuovere il cinema per la sua ca-pacità di raccontare il mondo da angolitrasversali». Questo ha dichiarato ilprincipe dei comunicatori, che ha rin-graziato tutti i presenti per i complimen-ti, ed ha aggiunto che la sua fortuna inquesto lavoro gli è arrivata dalla «pas-sione che ho sempre avuto sin da bam-bino per il cinema. Mio padre mi vole-va medico, ma dopo due anni di univer-

sità ho rite-nuto più giusto mollare e

mettermi a fare l’attore, mestiere chepoi ho lasciato da parte per mettermi afare il comunicatore. Un mestiere chefaccio ancora oggi grazie soprattutto aimiei collaboratori, senza i quali forseavrei smesso 20 anni fa».

All’inizio della sua carriera di comu-nicatore, Lucherini lavorava «sui tavolidi Via Veneto. Ho iniziato con MauroBolognini, e devo dire che per fortunaho iniziato al meglio questa attività inanni che sono stati di fermento e vogliadi fare. Sono stato fortunatissimo ad ini-ziare negli Anni Sessanta, quando il ci-nema italiano era il cinema d’oro di tut-to il mondo».

Fra i tanti ricordi di Enrico Lucherini,l’episodio legato alla nascita della Dol-ce Vita. «Dovevo promuovere ‘La nottebrava’, nel cui cast erano presenti le mi-gliori attrici dell’epoca. Mi venne inmente - ricorda Lucherini - di buttarle inuna fontana: tra di loro c’erano la Lual-di e la Schiaffino, e deciso di fotogra-farle e mandare le foto, molto sexy, aigiornali dell’epoca. E’ così che credo sianata la Dolce Vita».

Ma qual è la “filosofia” che risiede al-la base del lavoro del comunicatore?Chiaramente non esiste un assunto ge-nerale, ma ci sono tante piccole sfaccet-tature di questo mestiere senza le qualinon sarebbe possibile farlo al meglio.

«Innanzitutto - ha detto Lucherini -per lanciare al meglio un film bisognaamarlo, per poi farlo amare anche dalpubblico. E di sicuro bisogna trovareuna foto che diventi, una volta per tutte,il ‘simbolo-logo’ di quella pellicola.Com’è successo per La Ciociara: quan-

do ho visto la foto di lei che tira il sassodietro alla camionetta mi sono detto chequello era il simbolo di quel film».

Risalendo a tempi più recenti, è statasempre di Lucherini l’idea di lanciare ilfilm Oggi sposi, al Festival Internazio-nale del Film di Roma, facendo sfilarei protagonisti, sul Red Carpet dell’Audi-torium, in abiti da sposa.

«Ho pensato che sui giornali dovesseuscire la foto dei protagonisti in abito dacerimonia e delle interpreti femminiliche, una volta arrivate alla fine dellapasserella, lanciano il bouquet dietro diloro». In pratica, secondo Lucherini,«bisogna cercare delle trovate fino al-l’ultimo: e io mi sento ancora abbastan-za forte per farlo». nnn

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I l giovane regista romano DavideMarengo, dopo aver realizzato al-cuni apprezzati cortometraggi e vi-

deoclip (per Daniele Silvestri, Negra-maro, Carmen Consoli), ha esordito al-la regia cinematografica nel 2007 conNotturno bus, la commedia noir interpre-tata da Giovanna Mezzogiorno e Vale-rio Mastandrea, che ha riscosso un otti-mo successo di pubblico e critica. Nel2009, è andata poi in onda su Rai Uno lasua prima serie televisiva, Il commissario

Manara, composta da 12 episodi inter-pretati da Guido Caprino. Negli ultimimesi, invece, Davide Marengo è statoimpegnato con la regia della terza stagio-

ne di Boris, la serie cult di Fox, che rac-conta il dietro le quinte e la vita di troupedi un set televisivo dove si sta girando lafiction Gli occhi del cuore. Ma non è tut-to qui: Davide ha da poco terminato larealizzazione di due episodi della nuovaserie di film Tv Crimini, per Rai Due,sceneggiata da famosi scrittori italiani.

A che punto è la lavorazionedi Boris?

«La serie è attualmente in fase di mon-taggio. In questi giorni stiamo montandole prime puntate. In tutto saranno 14 eprobabilmente andranno in onda a gen-naio o febbraio del prossimo anno».

L’intervista di Cristiano Centi

Dal cinema alla televisione

Davide Marengo si racconta: da Boris 3 a Crimini,passando per le sale

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La regia della terza serie diBoris è contrassegnata dallacontinuità con le due prece-denti o ci saranno dei cam-biamenti importanti?

«Ho cercato una continuità con le pas-sate serie, per non spiazzare il pubblicodi appassionati, ma ci saranno anchemoltissime novità che riguardano sia lascrittura che la messa in scena».

A Roma, Boris è consideratoun prodotto cult, a cui sonostati dedicati siti e blog. Co-me si è rapportato con la “ro-manità” della serie?

«Io sono nato a Napoli, ma ho vissutoe vivo a Roma da tanti anni. Conosco be-ne i tempi comici romani, è una comicitàche mi diverte molto».

Quali personaggi ritroveremoe quali invece hanno lasciatola serie?

«Ritroveremo tutti i protagonisti delleprecedenti stagioni, ma vi posso svelareche ci sarà una nuova attrice protagoni-sta, interpretata da Angelica Leo, che la-vora con René Ferretti nella nuova serieche deve realizzare».

Com’è stato dirigere un castche aveva già alle spalle un’e-sperienza lavorativa di grup-po di ben due serie?

«Con parte del cast avevo già lavoratoin Notturno Bus, ed in particolare conFrancesco Pannofino, Paolo Calabresie Antonio Catania. Con il resto del castsi è creato un forte legame sin dai primiincontri, quando abbiamo letto insieme inuovi copioni. Questo ha contribuito no-tevolmente al clima creativo che si è re-spirato sul set».

Ha lasciato libertà di improv-visazione agli attori o ha lavo-rato solo sulla sceneggiaturascritta?

«Entrambe le cose. Ho avuto molto ri-spetto per lo script degli autori, ma ho an-che lasciato libertà di improvvisare aquegli attori che ne sentivano il bisogno.Però le sceneggiature erano scritte tal-mente bene che non è stato necessario fa-re grandi cambiamenti».

Nelle prime due serie di Borisemergeva come sostanziale il

In una sua intervista si è di-chiarato fan della serie. Cosao chi la fa più ridere in Boris?

«Da spettatore tutti i personaggi diBoris mi divertono molto, perché fun-zionano nella coralità del contesto incui agiscono e perché sono interpretatida attori molto bravi e perfetti nel lororuolo. L’idea di base di Boris è la suaforza, quella cioè di raccontare, in chia-ve di satira sociale, un microcosmo dipersonaggi sul proprio luogo di lavoro,che ha le sue dinamiche aratterizzanti.In questo caso si raccontano i meccani-smi di lavoro di una troupe Tv, ma laserie potrebbe essere ambientata inqualsiasi altro posto di lavoro, perché èuno spaccato realistico dell’Italia con-temporanea».

Sui siti dedicati alla serie, sivocifera di un approdo di Borisal cinema. Ne sa qualcosa?

«Ne so poco, adesso mi occupo delmontaggio della terza serie».

Boris potrebbe essere consi-derato una terapia contro uncerto modo di fare televisio-ne?

«E’ un bel modo di vederla. Sicura-mente è un prodotto da annoverare nella“bella televisione”. Boris ha la possibilitàdi realizzare molto del potenziale, spessoinespresso, che ha in sé la televisione: li-bertà di scrittura, di realizzazione e sti-molo critico per lo spettatore».

ruolo di Arianna, interpretatoda Caterina Guzzanti. In Boris3 si evolverà il suo ruolo?

«Sì, e lo farà in una direzione del tuttoinaspettata. Comunque tutti i personaggiin questa terza stagione di Boris evolvo-no. Questo era uno degli obiettivi nellascrittura della nuova serie da parte degliautori».

Lavorare con Pietro Ser-monti è come lavorare conStanis La Rochelle di Boris ocon Guido Zanin di Un medicoin famiglia?

«Sul set Pietro Sermonti ricorda unpo’ il personaggio di Stanis, a causa delsuo carattere istrionico e creativo. Possoaggiungere che lui è l’incubo delle se-gretarie di edizione, perché non fa maila stessa cosa nel ciak successivo. Que-sto mi consente di avere molta scelta infase di montaggio, anche se purtropponon tutte le sue trovate possono essereinserite».

Nelle prome serie ci sono sta-ti dei camei di attori e registiche si sono prestati volentieri(Giorgio Tirabassi, RobertoHerlitzka, Antonello Grimal-di). Ce ne saranno ancora?

«Anche in questa serie ci saranno mol-te guest star. Posso anticiparvi FilippoTimi, Marco Giallini, Valentina Lodo-vini, Paolo Sorrentino, Laura Moran-te e molti altri».

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Le capita mai di sentirsi co-me René Ferretti?

«Assolutamente sì!».

Ha diretto il lungometraggiocinematografico Notturnobus, qual è la differenza tra di-rigere un film e una serie?

«Le differenze tra cinema e televisionesono molte. Risiedono soprattutto nell’e-sigenza, di certa televisione, di arrivaread un pubblico molto vasto. Questo com-porta dei limiti nella scrittura e nei tempidi realizzazione che condizionano la resafinale».

Ci sarà un futuro per Gli occhidel cuore?

«Ne dubito. Ma senza svelare troppoal pubblico, per non rovinargli la sorpre-sa delle tante novità, posso dire che se inBoris 1 e 2 l’incubo di René Ferretti era“l’assenza di qualità”, il suo nuovo terro-re stavoltà sarà la “qualità”».

A cosa imputa il successo diBoris?

“Boris è una serie televisiva di profon-do realismo, spesso nascosto nella pro-rompente comicità con cui è costruita. Inquesta nuova serie il realismo emerge inmodo molto più evidente che nelle pas-sate stagioni. Il grande successo di Boris

è legato al suo tema di fondo: la satira so-ciale voluta dagli autori Vendruscolo,Ciarrapico e Torre, condivisa piena-

mente dalla produzione, la Wilder, e dal-la Fox stessa. La satira, che amo molto,rende vitale e diretto il rapporto con ilpubblico».

Boris e Crimini. Com’è statoil passaggio dal comico algiallo?

«Credo di possedere due corde emoti-ve e creative molto precise, che cerco diesprimere nel mio lavoro: una comica,l’altra noir, o comunque legata al miste-ro. In Notturno Bus ho cercato di unirleentrambe, come in Neve Sporca, uno deidue film che ho girato per la serie Crimi-

ni, che deve ancora andare in onda. Mipiace, dove è possibile, mischiare questidue generi».

In Crimini ha diretto due epi-sodi?

«Sì, Little Dream, tratto da un raccontodi Massimo Carlotto e Neve Sporca, daun racconto di Giancarlo De Cataldo».

Che approccio registico haulitizzato con Neve Sporca ein che modo si discosta da Lit-tle Dream?

«Little Dream è un noir ambientato aTrieste, dove seguiamo le indagini di unispettore che cerca di scoprire le motiva-zioni dello strano omicidio di una ragaz-za. Neve sporca ha invece un intrecciocorale, con molte implicazioni tragico-miche: è la storia di due ragazzi che tro-

vano un valigiapiena di cocaina,e cercano di ri-venderla senzasapere che dei lo-schi individui so-no sulle lorotracce. Sono duefilm veri e pro-pri, con dietro ungrande lavoro ditroupe. Ho cerca-

to in entrambi i casi di avere un approc-cio cinematografico, pur trattandosi difilm destinati alla televisione. La serieCrimini rientra in quei prodotti che pun-tano ad un intrattenimento televisivo diqualità estetica e di scrittura».

Quella che cerca René Ferret-ti in Boris 3?

«Già, l’incubo di Ferretti è la qualità,come dicevamo prima. Evidentementenon è il solo a desiderarla».

Per Little Dream avete giratonel nord-est Italia, e parte del-la storia è ambientata a Trie-ste, mentre Neve sporca èambientato a Courmayeur.Come le è sembrato girare inquelle zone, che atmosferaha respirato?

«Sono luoghi che non conoscevo pri-ma di girare, e questo mi ha affascinato edato la possibilità di avere uno sguardopuro. Ho trovato location molto belle edevocative. Poi il mio obiettivo era quellodi creare un clima da intrigo di provincia,più che da intrigo di città, e così ho scel-to le mie location».

Ha incontrato Massimo Car-lotto, prima di iniziare le ri-prese?

«Sì, ma già ci conoscevamo. Tra noi siè instaurato un bel rapporto. Abbiamo al-cuni progetti comuni che spero si realiz-zino presto. Ho letto tutti i suoi libri e so-no un suo grande ammiratore. Riesce adunire il genere noir al romanzo d’inchie-sta con una grandissima abilità».

Ha incontrato anche Giancar-lo De Cataldo prima di inizia-re le riprese?

«Sì, l’ho incontrato e anche con lui hoinstaurato un bel rapporto che mi augurosi possa sviluppare presto». nnn

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P resentato all’ultimo Festival In-ternazionale del Cinema di Sa-lerno, L’alibi violato è un legal

thriller interpretato da Jun Ichikawa eMarco Di Stefano, che affronta il tema digrande attualità della violenza sulle donne.

E lo fa raccontan-do la storia di unmagistrato che se-gue le indaginisulla violenza su-bita da un’aspi-rante attrice permano di un notoproduttore.

A dirigerlo èRiccardo Sesani,

che torna dietro la macchi-na da presa dopo dieci annidalla sua ultima opera: Un

caso d’amore perverso.

Come nasce l’ideadi questo film?

«L’idea è nata nel 1996mentre giravo Un caso

d’amore perverso, collabo-rando attivamente con ilProcuratore di Rimini

(quello delle indagini della Uno Bianca,ndr), che mi ha raccontato una storia dram-matica, legata a un caso di stupro. Io hopreso il suo racconto e l’ho spostato nelmondo dello spettacolo narrando la storiadi un’attrice che, durante un provino, vieneviolentata da un produttore».

Com’è arrivato alla scelta del-l’attrice giap-ponese JunIchikawa per laparte della pro-tagonista?

«Attraverso i moltiprovini svolti. Sonorimasto letteralmentefolgorato dalla sua

bravura, inoltre recita perfettamente sia ininglese che in italiano. Dopo averla sceltaper il ruolo ho riadattato il personaggio. Cisono alcune scene del film in cui la sua in-terpretazione è straordinaria, per esempiomentre depone durante il processo ha dav-vero emozionato tutti i presenti a quellascena. Inoltre il suo ruolo è molto difficilee sicuramente l’ha provata molto».

Il film affronta un tema moltoforte e di stretta attualità.

«Assolutamente sì, infatti per le temati-che che vengono affrontate ha avuto il pa-trocinio del Telefono Rosa, del Comune diRoma e della Regione Lazio. Però nel filmsi racconta anche una storia sentimentale,perché il magistrato che segue il caso na-sconde un passato doloroso in cui ha persola moglie vittima di un’aggressione subitada alcuni balordi. Allora il rapporto con lagiovane attrice fa nascere tra i due una for-te e improvvisa passione d’amore».

Il suo film si può definire un le-gal thriller? Che tipo di regia hautilizzato?

«Nella mia carriera ho girato molti filmma la cifra registica è rimasta sempre lastessa. Ricordando quello che diceva Fel-lini, è come se, mentre si gira un film,qualcosa si impossessi di noi e ci conducaa realizzare quel lavoro fino alla fine. Co-munque L’alibi violato ha un forte im-pianto teatrale essendo girato al 70% in in-terni».

E’ girato in digitale?«Sì, è il mio primo film in digitale e in

presa diretta. Sono un forte sostenitore diquesta tecnica ed ormai, per il cinema dioggi, il passaggio al digitale è un percorsoirreversibile. Poco tempo fa ho fatto deiprovini utilizzando la nuova camera RedOne, e mi ha molto colpito per la sua ec-cezionale qualità di resa. Ormai siamosuccubi, specie in montaggio, delle mac-

chine che spesso sembrano avere un’ani-ma propria, magari bloccandosi all’im-provviso. Una volta dietro la moviola c’e-ra il lavoro di un uomo. Oggi gli uominisono rapiti dalle macchine e il montatore èdipendente dal computer e così lo è ancheil regista».

Che tipo di set è stato L’alibiviolato?

«Abbiamo avuto come location il tribu-nale della Cassazione di Roma, ma solo inalcune ore del giorno che andavano otti-mizzate al massimo. Poi siamo stati sfortu-nati con gli esterni, in notturna, funestatidal maltempo».

Quando uscirà il film?«Non lo so con certezza. Siamo in tratta-

tiva con la Fox».

Il suo ultimo film, Una furtivalacrima, è del 1999. Com’ècambiato il cinema in questi ul-timi 10 anni?

«Per gravi problemi familiari sono statolontano dal cinema per dieci anni. Credoche il passaggio dalla pellicola al digitaleabbia cambiato molte cose, ma non ha gio-vato del tutto: attori e registi, si affaccianoal cinema spesso senza gavetta, affidando-si completamente alle capacità delle nuovetecnologie. Io ho fatto il mio film come sestessi girando in pellicola. Certo poi si po-trebbe dire che il cinema è morente o, co-me disse Jean-Luc Godard, che ‘è il ci-nema’; oppure, per citare Ingmar Berg-man, che ‘per fare il cinema bisogna averetanta pazienza e la memoria breve’».

A quale dei suoi film è più le-gato?

«Sicuramente al primo, Un amore tar-

gato Forlì (1967), e all’ultimo, Una furti-

va lacrima (1999). Sono collegati al miointimo e quindi sono film a cui tengomolto». nnn

L’alibi violatoRegisti

Torna alla regia dopo dieci anni Riccardo Sesani: sulloschermo con un film dalle tematiche di stretta attualità

di Cristiano Centi

Filmografia n 1976 Un amore targato Forlì n 1981 Buona come il pane n 1983 Jocksn 1984 Dance Fevern 1986 Una donna da scoprire n 1989 L’ultima emozione n 1992 Belle da morire (solo

regia)n 1996 Un caso d’amore n 1999 Una furtiva lacriman 2009 L’alibi violato

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160 pellicole in concor-so, 9 sezioni, 11 filmstranieri in concor-

so, più di 20 Case Cinematografiche,oltre 6.000 presenze nell’arco della set-timana, 24 premi conferiti nell’edizione2009 del Festival del Cinema di Sa-lerno, questi i numeri di una appunta-mento annuale che si conferma vetrina

di promozione cinematografi-ca e laboratorio per registi edattori emergenti.

Una manifestazione por-tata avanti con passione edifesa con non pochi sforzidal Presidente Mario DeCesare e da tutta l’orga-nizzazione, che ieri seraha visto concludersi, alCine-Teatro Augusteo,la 63a edizione del Fe-stival con la cerimoniadi premiazione con-dotta da Maria Mon-

sè e Gaetano Stella.

«Ogni anno - ha dichiarato il Presi-dente del Festival del Cinema di Saler-no Mario De Cesare - è una nuova sfi-da tra mille difficoltà, ma la riconosciu-ta bontà del progetto culturale della ma-nifestazione e le numerose crescentipresenze di addetti ai lavori e di pubbli-co danno l’entusiasmo per continuare eandare avanti».

Alla serata di gala hanno preso partemolti nomi e volti noti del mondo dellospettacolo, ma anche tanti nuovi talentitra attori, produttori e registi ai quali,com’è consuetudine, il Festival ha vo-luto dare un personale augurio per unaproficua carriera futura.

«Una carrellata di sentimenti che sirincorrono, si incontrano e si scontranoma alla fine prevale un profondo se-gnale di libertà e di commozione conuna vena profondamente poetica», èquesta la motivazione che la giuria del-la 63a edizione del Festival Internazio-nale del Cinema di Salerno ha assegna-to a Baarìa di Giuseppe Tornatore il

Eventi

di F. Saverio Cerqua

Bilancio positivoper la 63a edizionedel FestivalInternazionalecostiero

il trionfodi Bixio

Salerno

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Gran Trofeo Golfo di Salerno “Igna-zio Rossi”, decretandone la vittoria as-soluta. Il film, prodotto e distribuitodalla Medusa Film ed interpretato daFrancesco Scianna, MargarethMadè, Monica Bellucci, Enrico LoVerso, Ángela Molina, Raoul Bova,Luigi Lo Cascio, Laura Chiatti, ha ri-cevuto anche il riconoscimento dalla ri-vista specializzata 35mm.

Il Festival ha poi premiato per la se-zione lungometraggi Oggi Sposi di Lu-ca Lucini, per la categoria medio me-traggi Arrivederci di Valeriu Jerenghie per i corti Il re dell’Isola di Raimon-do Della Calce. A Emilio Solfrizzi èstato assegnato il Celluloide d’oro perl’interpretazione in Piede di Dio diLuigi Sardiello mentre a GiorgiaWurth, Benedetta Vallanzano, FabioGreco e Sara Tommasi è andato il tro-feo per migliori attori emergenti.

Il Premio della Giuria popolare èandato al film “torno a vivere da solo”di Jerry Calà.

Arechi d’oro per le fiction Un medi-

co in famiglia e I Cesaroni e Celluloi-de d’oro a Carlo Bixio quale produtto-re cinetelevisivo dell’anno.

Un riconoscimento del Festival an-che all’attrice Anna Falchi cui è stataconsegnata la Medaglia d’oro dellaProvincia di Salerno.

Per la sezione informativi la Targadel Festival è stata assegnata a La vita,

le piazze, il sogno di Luigi GiulianoCeccarelli prodotto da Rai Educatio-nal, per la sezione religiosi invece il

premio è andatoa Matteo Ricci.

Un gesuita nel

regno del Dra-

go di GjonKolndrekaj.

Per la se-zione Vide-scuola, premio di categoria aPescaturismo di Andrea Volpe prodot-to dagli studenti dell’I.T.I.S. Focacciadi Salerno.

Per la sezione “Un libro per il cine-ma. Il cinema per un libro” sono sta-ti premiati I Riciclisti di Andrea Satta(Ediciclo Editore) e I ladri di favole diRosa Tiziana Bruno (Edigiò Editore).nnn Dall’alto.Giuseppe

Garufi, Baarìa;De Cesare conSolfrizzi e Wertmuller;Maria Monsè e SaraTommasi

Beatrice Fazi,Anna Falchi eFabio Greco

Paginaprecedente,Carlo Bixiopremiato con ilCelluloide d’Oro

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“D ove non arriva il budgetarriva la fantasia” recitacosì la scritta che apre il

sito della Miticom Production, uno slo-gan che sintetizza in maniera semplicema efficace la filosofia della società diproduzione di Ivan Pezza e GiovanniGiuliani, una compagnia piccola maprolifica, votata alla qualità e soprattuttofieramente indipendente. Al recente Fe-stival del Cinema di Salerno la Miti-com ha portato due film: L’Alibi Violato,nella sezione competitiva, e Il Volo di

Dio. «Questa seconda pellicola abbiamodovuto presentarla fuori concorso - spie-ga Ivan Pezza - perché la regista era ingiuria». Francesca Garcea ha comun-que ricevuto la Targa del Rotary Club Sa-

lerno Est “per il simbolico viaggio spiri-tuale che attraverso le immagini del filmsostenute da una recitazione teatrale rag-giungono un finale di promozione del-l’uomo”. Mentre la protagonista de L’A-

libi Violato, Jun Ichikawa, nota al pub-blico televisivo per la serie Ris, è statapremiata come attrice rivelazione.

Ivan Pezza, il problema delleproduzioni indipendenti è chespesso o non si vedono pro-prio oppure fanno una fugaceapparizione solo su pochischermi. L’Alibi Violato, peresempio, avrà una distribu-zione?

«Ce l’ha in mano Osvaldo De Santis,direttore generale della 20th CenturyFox, ma questo perché nel cast ci sonopersonaggi noti grazie alla tv come JunIchikawa, Edoardo Velo e altri».

In un altro vostro film recente,Said, accanto alla Ichikawa in-vece ci sono tuti attori menonoti.

«Il protagonista è un ragazzo di colore,Kassim Yassim, che prima faceva il

Film indipendenti?Costano meno

L’intervista

Conversazione con Ivan Pezzasu cinema, pubblico e mercato

di Luigi Aversa

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commesso. Nel film fa il boss, una voltatanto non abbiamo il solito “marocchi-no” sfigato».

Quando verrà distribuito Said?«Come al solito abbiamo trovato delle

vendite internazionali ma non italiane. Èl’annoso problema del cinema nostrano,in Italia ti chiedono sempre se ci sononomi. Io sono convinto di una cosa e lodice anche il pubblico: ci sono film comeLa Prima Linea che nonostante Scamar-cio e la Mezzogiorno sono flop, non ser-vono per forza attori famosi per fare unfilm».

A proposito, cosa pensa del fat-to che Occhipinti ha rifiutato icontributi statali per La PrimaLinea?

«Che è stata una decisione coraggiosa.Stimo molto Andrea per questo».

Said è un noir, un poliziesco amano armata abbastanza inu-suale per il cinema italianocontemporaneo.

«Ce ne abbiamo anche un altro in can-tiere di lavoro inusuale. Sto per lanciareun giovane regista di un mediometraggiodi 60 minuti da cui tireremo fuori un filmispirato a Metal Gear Solid, un videogioco della Play Station 3. Su internet inuna settimana abbiamo avuto 200.000contatti. Ma la questione anche qui èsempre la solita, tutti hanno detto chequesta cosa è bellissima e però non si tro-vano contatti. Allora noi cosa faremo?Prenderemo questo film, lo gireremo inItalia e lo distribuiremo all’estero. Io stocercando di smuovere questo sistema,voglio arrivare a far capire alle personeche il cinema indipendente conviene,perché costa di meno. Se fai un film co-me Baaria che costa 30 milioni di euro ene incassa 9, vale solo per l’immagine.Allora perché l’hai fatto? Barbarossa ècostato 29 milioni di euro e ne ha incas-sati appena 500.000...».

Eppure di pubblicità ne hannoavuta tanta, di entrambi si èparlato per giorni sulla stampa.

«In Baaria hanno messo dentro Ficar-ra e Picone, a un certo punto c’è RaoulBova, poi Monica Bellucci della qualeper dieci secondi s’intravede il seno. Insala qualcuno ha detto “manca solo il Ga-bibbo”. Alla fine il pubblico non è cretino

e non l’ha premiato, anche se dappertuttoc’era solo Baaria. Allora si poteva fare ilfilm con 20 milioni di euro e gli altri 10investirli per 20 produzioni indipendentia 700.000 euro. Può darsi che tra quei 20un Sergio Leone lo trovi. Ce ne sono tan-ti di registi bravi che stanno nell’ombraperché non gli dà retta nessuno».

Purtroppo il cinema indipen-dente ha poca visibilità?

«Perché c’è un pregiudizio di base: ilcinema indipendente viene consideratosempre quello fatto da sfigati con una te-lecamerina. Non è così. Said è fatto in35mm e anche gli altri. Per le riprese deIl Volo di Dio abbiamo perfino affittatouna nave».

Ed è costato tanto?«No, macché, io adesso sono in grado

di fare film in 35mm in 5 settimane con800.000 euro scarsi».

Quindi si può fare?«Si deve fare. Said è costato 200.000

euro».

E possono uscirne prodotti conmercato?

«Devono avere un mercato, ma non cel’hanno».

Lei come è arrivato alla produ-zione cinematografica?

«Ho cominciato come attore, ma nonmi piaceva, non faceva per me. Un gior-no dovevo avere i capelli biondi, un altro

neri. Io voglio quella libertà che con c’ènel fare l’attore. Poi ho lavorato comeaiuto regista e da lì il passaggio alla pro-duzione è stato quasi obbligato. È un er-rore pensare che da aiuto regista si diven-ta regista. Il ruolo dell’aiuto è quello dicoordinatore, quindi più vicino alla pro-duzione. Ho lavorato con Rizzoli che mipagava un sacco di soldi ma a un certopunto ho deciso di mettermi in proprio».

E ha scelto il cinema indipen-dente, una scelta di campo.

«Assolutamente sì».

Come lo vede il futuro del cine-ma?

«In risalita se le persone indipen-denti si uniscono e non si metto-no in contrasto tra di loro. Unpiccolo bagliore, un puntino diluce lo vedo se si troverà una distribu-zione che anche con tre copie cre-derà in un film di un produttore in-dipendente. Fatto quello ci sonotanti tecnici in gamba che voglionofarlo questo mestiere e sono pronti arischiare. Poi lasciamolo decidere alpubblico se siamo bravi oppure no».

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B rindisina di nascita, bolognesedi adozione, Gabriella Bar-buti l’arte ce l’ha nel sangue.

Da quando, ancora adolescente, ha de-ciso «all’improvviso che avrei fattol’attrice». Ma forse ancora da prima,quando bambina ha intrapreso vari cor-si: «Di chitarra, di canto... non mi è an-data propriamente bene in queste disci-pline - ha ironizzato Gabriella - decisa-mente la recitazione mi è più congenia-le visto che non sono diventata né bal-lerina, né chitarrista».

Una carriera iniziata comunque al-l’insegna del sacrificio e dello studio:«La mia passione ha avuto ovviamenteuna formazione scolastica - dice - Hoesordito in teatro con la compagnia diprosa del teatro di Bibiena, per poi met-termi a studiare all’Accademia d’Artedrammatica di Bologna, alla fine degliAnni Ottanta. Ricordo con piacere que-gli anni, quando nel 1990 ho iniziato iprimi viaggi a Roma per effettuare iprimi provini».

Emergenti

La vita sul set di GabriellaBarbuti, da Troisi a Gibson,passando perSofia Coppola eil set parigino diMarie Antoinette

“Vorrei lavorarecon Spielberg!”

di Daria Ciotti

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Il primo in assoluto con il mai dimen-ticato Massimo Troisi, che Gabrielladefinisce «umile, buonissimo, semplice.Tre caratteristiche fondamentali del suocarattere, oltre alla simpatia e ad una pu-rezza che per me lo rendevano un veroangelo sceso in terra. Fu lui stesso a pro-vinarmi per Pensavo fosse amore invece

era un calesse, mi scelse attraverso l’an-nuario degli attori al quale mi ero iscrit-ta da poco, e sono stata davvero felicenon solo di essere presa per la piccolaparte nel film, ma anche di aver potutomantenere i contatti con lui per almenoun altro anno dopo la nostra esperienzalavorativa insieme».

Ma Massimo Troisi non è il solo“grande” del cinema con cui Gabriellaha lavorato nella sua carriera ormai ven-tennale. «Negli anni di lavoro cinemato-grafico mi è capitato di collaborare condelle vere icone, come Mel Gibson conil quale ho lavorato a The Passion. Ri-cordo in particolare la sua simpatia, pri-ma di girare trovava sempre un momen-to per scherzare con noi attori, metterci anostro agio. L’atmosfera sul set era mol-to rilassata, nonostante la difficoltà di re-citare in aramaico. Fortunatamente ave-vamo una dialogue coach molto bravache ci ha insegnato tutte le battute, chesono riuscita a recitare bene grazie al fat-to che ho molto orecchio per le linguestraniere, anche quelle molto difficili».

Del set di The Passion, una cosa è ri-masta molto impressa nella mente diGabriella: «Il protagonista, Jim Cavie-zel, passava la giornata seduto su una se-dia, in disparte, con il Vangelo in mano.Pregava tutto il giorno, si alzava sola-mente quando era il suo turno di girare.E’ un episodio che mi ha colpita molto”.

Donna e attrice dalla spiccata sensibi-lità umana, Gabriella Barbuti ha saputotrarre il meglio da ognuna delle altre sueesperienze di lavoro, come quella parigi-na sul set di Marie Antoinette, di SofiaCoppola. «A parte il fatto di lavorarecon la figlia di Francis Ford, che spes-so veniva a trovarla sul set, ho notato inSofia Coppola una grande bravura lega-ta ad una profonda semplicità. E’ statobello ma soprattutto affascinante vivereil set di Marie Antoinette, anche per viadei costumi, delle ambientazioni, deimille colori. Avevo un ruolo piccolo, madifficilmente lo dimenticherò». Tra gliitaliani con cui ha lavorato la Barbuti, in-credibile il ricordo de L’inchiesta di

Giulio Base, remake dell’omonimo filmdi Damiano Damiani, della fiction suNerone, girata in Tunisia, della quale ri-corda un aneddoto divertente. «Nellafiction ero la schiava di Laura Moran-te - racconta - La casting mi aveva dettoche avrei dovuto girare di lì a un mese e,poiché stavo studiando all”università (daassistente sociale, ndr), ho continuato astudiare. Poi, per ragioni di cambio cli-matico, mi hanno telefonato per comu-nicarmi che avrei dovuto girare il giornodopo, e che quindi avrei dovuto impara-re la parte e trovarmi in Tunisia entra lasera stessa. E’ stata una notte allucinan-te, ma allo stesso tempo un’esperienzabellissima». Tra i progetti futuri che Ga-briella ha per il cinema, «sicuramentedue film in lingua inglese e alcune fic-tion, delle quali però non voglio diretroppo perché sto aspettando l’ufficia-lità. Di certo posso dire di aver appenaterminato le riprese di una fiction dal ti-tolo provvisorio Amici e Nemici, cheuscirà nel 2010, con Max Tortora, Ma-rina Massironi, Lino Capolicchio, An-tonello Fassari. Recito il ruolo di un’av-vocatessa truffatrice, degna comare dialtre due colleghe, che collabora con treinvestigatori altrettanto truffaldini. E’una commedia divertente, che mi sonodivertita a girare soprattutto grazie allapresenza di Max Tortora, un attore daltalento straordinario ma dall’innata sim-patia e competenza».

«Per quanto riguarda la fiction che hofatto in passato - continua Gabriella - ene ho fatta tanta!, una delle esperienzeche ricordo con maggior piacere è quel-la con Massimo Dapporto, con il qualeho girato Casa Famiglia e che, prima diogni ciak, raccontava una barzelletta permettere tutti a proprio agio».

Dopo tanti anni di carriera e duro la-voro, con alle spalle un curriculum delquale si fa fatica a ricordare a memoriatutti i titoli, tante sono state le esperienzedi Gabriella Barbuti, cosa manca a que-sta attrice? «Mi piacerebbe ottenere unruolo comico-ironico, una cosa diffici-lissima in Italia per gli attori donna. Neldrammatico direi che sono a posto, nelsenso che di ruoli di questo genere ne hofatti tanti, ma un ruolo propriamente co-mico... no! Forse in Via Zanardi ci sonoandata molto vicina, in quell’occasionemi sono divertita da matti a dire il vero,dopodiché ruoli veramente comici no,non ne ho più avuti».

Sogni nel cassetto? «Vorrei lavorarecon Spielberg! - dice convinta Gabriella- e tra i registi italiani con cui vorrei la-vorare direi decisamente Gigi Proietti,con il quale ho avuto già la fortuna di col-laborare. E’ bello stare sul set con lui,perché è come essere in teatro e, so-prattutto, lui è una persona che tiaiuta, ti insegna mentre ti dirige. Econ Giuseppe Tornatore, con cui hoavuto la fortuna di lavorare ne La Sco-

nosciuta. Ma più di tutti mi piace-rebbe lavorare al doppiaggiodi qualcuno di questi nuovicartoon di nuovissima gene-razione». Dall’emozioneche le vibra nella voce sicapisce che questo è il ve-ro sogno sublimato di Ga-briella, che aggiunge:«Chiaramente vorrei doppia-re i protagonisti, anche se pur-troppo non è facile, ormai anchenel doppiaggio, come nel cine-ma, si è creata una sorta di “nicchiaprotetta” e gli interpreti sono piùo meno sempre gli stessi».

Se preferisca la Tv o il ci-nema, Gabriella ha le ideechiare: «Mi manca farepiù cinema: come dicevo,in questo settore si è crea-ta una sorta di “casta” diinterpreti che girano suivari set, mentre in Tv ov-viamente, anche perché sigirano molti più prodotti, èpiù facile trovare posto e in-serirsi. Mi piace il cinema sia per-ché penso regali molte più emozioni al-lo spettatore, sia per i tempi: più lun-ghi, dilatati, ci sono sicuramente at-tese maggiori da subire ed il mes-saggio che arriva al pubblico èmeno immediato di quello tra-smesso dalla Tv, ma è sicu-ramente più profondo».

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«I l cinema italiano è malato e lacausa della sua malattia sichiama distribuzione». Va su-

bito al cuore del problema GiuseppeMilazzo Andreani, cantante e attorepassato da qualche anno a occuparsi diproduzione cinematografica. Come indi-pendente, naturalmente. Perché, e lo sot-tolinea lui stesso, «le tre o quattro gran-di case di distribuzione, le major italia-ne, costituiscono un cerchio chiuso, incui non ti fanno entrare. Io mi sono rita-gliato uno spazio che potrebbe anche da-re fastidio. Sono un indipendente, ma dilusso. Giriamo in 35mm e ogni cosa chefacciamo non ci costa meno di 50.000euro. Proprio in questi giorni a Roma, alcinema Caravaggio, abbiamo proiettatoi nostri ultimi due lavori, due cortome-traggi. Uno con la regia di Sergio Stiva-letti, il mago degli effetti speciali, l’altrodi un ragazzo di 17 anni veramente bra-vo, Cristian Patanè. Entrambi i film so-no girati su pellicola».

Come mai lei, cantante e at-tore, ha deciso di diventareproduttore?

«Come attore non ho mai ceduto a cer-te situazioni così ho aperto una produzio-ne cinematografica, la Azteca. In cinque

anni, con i miei soci, abbiamo prodotto18 cortometraggi di cui 6-7 in pellicola35 mm».

Una scelta importante.«Che mi ha consentito di scoprire un

altro mondo. Ora vedo le cose in manie-ra diversa quando vado a recitare in unfilm. Ne ho appena finito di girare uno inlingua inglese, The Fall of Redemption,come attore coprotagonista».

Una produzione americana?«No, una produzione indipendente ita-

liana. È stato deciso di girare in lingua in-glese perché il film è già venduto inAmerica, Francia e Spagna. Rispetto aprima, io appena arrivo su un set adessocapisco subito tutto quello che funziona eciò che non funziona. Sono diventatouno specialista, non un semplice attoreche dice le battute e se ne va».

Come è iniziato il suo per-corso nel mondo dello spet-tacolo?

«Sono nato in Sicilia, ma lì per chivuole fare questo mestiere è dura. Il ci-nema e lo spettacolo sono a Roma e aMilano. Io ho cominciato come cantau-tore dieci anni fa e ho fatto subito Sanre-mo Rock. Ma visto che c’era tanta con-correnza e le case discografiche non vo-levano investire sui giovani, ho preferitodedicarmi al cinema. Ero già diplomatoal Teatro Stabile di Catania e arrivato aRoma mi sono iscritto ai corsi di Beatri-ce Bracco».

Al corso con lei c’era qualcunaltro che ha fatto carriera?

«C’era Brando De Sica, il figlio diChristian, e un sacco di persone che

L’intervista di Luigi Aversa

L’attore e producer GiuseppeMilazzo Andreani spiega il rapporto fra cinemaindipendente e distribuzione

Il vero produttoreè quello che rischia

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uscivano dal Grande Fratello e crede-vano di trovare una guida. Ma se non seiportato per recitare non combini niente.Beatrice Bracco è molto brava».

Insegna il “metodo Stanislav-skij”?

«Sì, ma non solo. Ci tiene molto che isuoi adepti, lei li chiama così, escanodai suo corsi con una preparazione ade-guata».

Come è nata questa sua pas-sione per la recitazione e lamusica?

«Io non sono un figlio d’arte, mio pa-dre fa il medico e mia madre la maestra,ma ho sempre avuto questa mania di re-citare, forse perché sono egocentrico, mipiace stare al centro dell’attenzione, an-che con gli amici. Ho iniziato a mandarefoto alle agenzie, ma mi rispondevano“dove stai, a Roma o a Milano?”. Cosìfacevo questi viaggi in treno che non fi-nivano mai e alla fine ho deciso di scap-pare dalla Sicilia perché non mi potevaoffrire niente».

All’anagrafe lei si chiama Giu-seppe Milazzo, da dove vieneAndreani?

«È un cognome aggiuntivo. Suonavabene quando ho fatto il primo disco, Ti

Voglio Bene, una canzone pop scritta dame Massimo Ferlito e Massimo Luca.Una sera abbiamo deciso di cambiare ilmio nome, poco musicale, in Andreani.Ricordava Grignani, Bersani... In quelperiodo poi c’era la moda dei cantanticon un nome solo, c’era Tricarico, Paci-fico. Abbiamo iniziato così, poi Andrea-ni è rimasto come mio secondo cogno-me. Il primo l’ho anche rimosso dopouna brutta storia familiare. Mio padre vo-leva facessi il medico e non mi parla piùda tanti anni».

Lei ha fatto anche alcune fic-tion, La Squadra, Un Posto alSole, La Luna di Roma…

ciamo sono un biglietto da visita per re-gista, attori, produzione. Perché si trattadi un film a tutti gli effetti con la macchi-na da presa giusta, la troupe, la prepara-zione, i contributi Enpals, le leggi da ri-spettare».

Come si rientra delle spesenecessarie per produrre unfilm?

«Non si rientra mai. I veri produttoriinfatti siamo noi che abbiamo il coraggiod’investire, non quelli che invece sonosicuri della distribuzione del film e rien-trano sicuramente. Il produttore è quelloche rischia, perché vuole promuovere atutti i costi un regista in cui crede, chesceglie attori bravi ma sconosciuti, nonchi va a colpo sicuro. È facile fare unfilm distribuito da Medusa».

Cosa si sente di dire ai giova-ni che vogliono intraprenderequesta carriera?

«Che dovrebbero fare un altro lavoro.Purtroppo in Italia non c’è spazio».

Invece all’estero questo spa-zio c’è, dal circuito indipen-dente arrivano piccoli capo-lavori come Little Miss Sun-shine.

«Sì, ma attenzione quando dicono filmindipendente lì parlano di un budget chesi aggira comunque intorno ai due milio-ni di dollari. Da noi si arriva al massimoa 300.000 euro. Ma lì il cinema è un’in-dustria, qui no. In passato lo era, si pro-ducevano tanti film, ma poi è arrivata lacrisi e il monopolio della distribuzione habloccato tutto. È questo che sta rovinan-do il cinema». nnn

«Sì, ma due o tre punta-te solo, per sbarcare il lu-nario. Alla fine mi sonodedicato solamente allecose che producevo io».

Con l’Azteca Produzioni ha inprogramma anche dei lungo-metraggi?

«Stiamo preparando un film che s’inti-tola Quando si diventa grandi. Lo abbia-mo presentato al ministero, chissà se ciaiuterà. La regia è di Massimo Bonetti enel cast c’è Andrea De Rosa, che ha fat-to Notte prima degli esami 1 e 2».

Il film avrà una distribuzione?«Ci sono piccole distribuzioni indipen-

denti interessate, siamo in trattativa».

Quando inizia la lavorazione?«Il primo giorno di set è il 14 dicem-

bre».

Ci sarà anche lei nel cast?«No, il grande egocentrismo che ave-

vo prima l’ho veicolato verso la produ-zione. Se c’è un ruolo nelle mie corde lofaccio, se non c’è lascio fare agli altri.Mentre quando mi chiamano come atto-re, vado».

L’anno scorso era in un filmcon Primo Reggiani.

«Sì, Fratelli, regia di Andrea Di Bari. Èuscito nel 2007».

Nelle sale lo si è intravisto ap-pena. Come si può fare perdare visibilità al cinema indi-pendente che si vede solo neifestival, nelle rassegne?

«All’estero, per esempio in Francia sivedono e si vendono pure i cortometrag-gi. Hanno una loro commerciabilità. Iosono riuscito a piazzarne in giro nei festi-val e anche a vincere. I corti che produ-

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D urerà parecchie setti-mane il Natale cine-matografico italiano,

vista l’offerta di pellicole cheinvaderanno le nostre sale apartire dai giorni precedentile festività fino ad almeno laprima settimana di gennaio,se non oltre.

Dopo aver gustato a ini-zio mese la Christmas Ca-

rol di Robert Zemeckis,riedizione moderna dellafavola di Dickens, conJim Carrey ormai av-vezzo ai ruoli da “cattivonatalizio” (basti pensareal “Grinch”), a partiredalla settimana che pre-cede Natale sarannodavvero tanti i film tra-dizionalmente nataliziche affolleranno i ci-nema.

A cominciare dal-l’ormai immancabi-le cinepanettone

della Filmauro, che quest’anno festeg-gia il Natale a Beverly Hills, con Chri-stian De Sica affiancato dall’ormaiconsolidato compagno di avventuraPaolo Conticini, con Massimo Ghini,Michelle Hunziker, Sabrina Ferilli, econ addirittura Alessandro Gassman eGianmarco Tognazzi ad arricchire ilcast.

A rispondere per le rime esce in salalo stesso giorno, il 18 docembre, Io e

Marilyn, di Leonardo Pieraccioni.Una commedia divertente, come nelmigliore stile del regista toscano, in cuitrovano posto Rocco Papaleo, LucaLaurenti, Massimo Ceccherini, Bia-gio Izzo, Francesco Pannofino e Su-zie Kennedy.

La storia promette risate: Gualtiero,il protagonista, dopo aver evocato Ma-rilyn Monroe con una seduta spiritica,se la ritrova... dentro casa! Dapprimaintimorito da questa presenza “eterea”,tanto da scambiarla per una ladra,Gualtiero alla fine si abitua a questanuova compagnia e, anzi, ne approfittaper farsi aiutare a riconquistare Ramo-

I film che vedremo di Daria Ciotti

L’immancabilecinepanettoneNatale a BeverlyHills con De Sicaquest’annoaffiancato anche da AlessandroGassman e GianmarcoTognazzi

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na, la sua ex moglie, scappata di casainsieme alla figlia Martina per andare avivere con un domatore, Pasquale, chevive in un circo.

Nella cornice delle commedia natali-zie si inseriscono chiaramente anche icartoni animati che tutti gli anni nonpossono mancare nell’offerta natalizia:dalla Disney arriva La principessa e il

ranocchio, il 49° classico prodotto dalWalt Disney Animation Studios chesi ispira alla favola Il principe ranoc-

chio. A fare da contraltare a questa fa-vola senza tempo, arriva il cartone ani-mato della Eagle Pictures Astroboy,diretto da David Bowers, ispirato alleavventure di un robot bambino creatoda uno scienziato per prendere il postodel figlio morto in tragiche circostanze.Ma il piccolo robot, dapprima convintodi essere un umano, quando scopre lasua vera natura ne subisce un forteshock, fino al momento in cui accetteràla sua duplice natura e la sua missionedi salvatore del mondo.

Proprio a ridosso del Natale, e piùprecisamente il 23 dicembre, arriverà insala anche un altro cartoon, stavolta di-stribuito dalla Sony: Piovono Pol-

pette in 3D. Diretto in coppia daChris Miller e Phil Lord, ilfilm di animazione della Co-lumbia Pictures e della SonyPictures Ani-mation, ispi-rato a un libroper bambini(ovviamen-te!), è ambien-tato in una

città in cui il cibo piove... dal cielo!E’ chiaramente molto più ricca di co-

sì l’offerta cinematografica, che si indi-rizza anche ai grandi oltre che ai piùpiccini.

E’ prevista sempre per il 23 dicembrel’uscita di Amelia, la nuova fatica cine-matografica di Mira Nair, con HilarySwank nei panni di Amelia Earhart,la leggendaria pioniera dell’aviazionele cui avventure sono raccontate in que-sto film. Dopo essere stata la primadonna a sorvolare l’Atlantico, Ameliadiventa famosa in tutto il mondo. Manon smette di sognare la sua avventurapiù grande, il volo in solitaria intorno al

mondo. Accanto alla Swank, uncast composto da RichardGere, Ewan McGregor eVirginia Madsen.

Ma la strenna natalizia pereccellenza, il film in uscita pro-

prio il giorno di Natale, è l’atte-sissimo Sherlock Hol-

mes di Guy Ritchie,interpretato da Ro-

bert Downey Jr. nei pan-ni del famoso investigatore

inglese e da Jude Law in quelli del fe-dela amico e collaboratore Watson. Unadattamento diverso dal solito delle av-venture dell’investigatore ideato daArthur Conan Doyle, che rivoluzionalook e comportamenti dell’ispettore edel suo collaboratore. La trama è origi-nale, non tratta dai racconti di ConanDoyle, ed anche il comportamento delprotagonista è decisamente diverso dacome lo vuole la tradizione: donnaiolo,amante delle risse, e decisamente attrat-to dal gioco d’azzardo.

Dopo essere stato sui nostri schermicon Amelia, Richard Gere torna a far-si vedere il 30 dicembre con il nuovofilm di Lasse Hallstrom, Hachiko, pre-sentato all’ultima edizione del FestivalInternazionale del Film di Roma. Ilfilm, che vanta la presenza nel cast an-che di Joan Allen, è l’adattamento diun racconto giapponese che narra le vi-cende di Hachi, un cane di razza Akita,e dell’amicizia particolare che lo lega alsuo padrone. nnn

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Il film del mese

di Daria Ciotti

Guy Ritchie porta sullo schermo,a Natale, la sua interpretazionedelle avventure del detectiveinglese più famoso al mondo

SherlockHolmes

come non l’avetemai visto

S herlock Holmes come non l’a-vete mai visto: è la strenna diNatale che il regista Guy Rit-

chie, l’ex “Mr. Madonna”, ha deciso diregalare ai suoi estimatori dopo aversfornato pellicole come Snatch e il piùrecente RocknRolla, dove il protagonistaera un supersexy Gerard Butler.

Stavolta, i belli (bellissimo) del casosono addirittura due: un Robert Dow-ney Jr. più in forma che mai, dopo la “ri-nascita” grazie al ruolo di Tony Stark inIron Man, e Jude Law, sempre piùbiondo, sempre più affascinante, semprepiù... Jude Law!

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Da due attori così fuori dalle righe, di-retti da cotanto regista, non ci si potevaaspettare niente di diverso da quello chevedremo sullo schermo: uno SherlockHolmes (al secolo Downey Jr.) sciatto,manesco, donnaiolo e dedito al giocod’azzardo (con poca fortuna, sembra). Alsuo fianco, l’alter ego Watson (JudeLaw), qui in una veste decisamente piùattiva e meno “succube” del capo-amicodi quella che siamo abituati a vedere.

Prodotto dalla Warner Bros. Picturese dalla Village Roadshow Pictures, ilfilm sarà nelle sale italiane proprio ilgiorno di Natale grazie alla distribuzionedella Warner Bros. Italia, e racconteràle avventure del più celebre investigatored’Inghilterra (e del mondo) così comenon era mai successo prima.

La pellicola, ispirata chiaramente daiclassici di Sir Arthur Conan Doyle, nonriprende le tipiche avventure di Holmes,la si rifà al comic book scritto da LionelWigram, in cui il detective e il suo fida-to amico si trovano di fronte ad un nemi-co tutto nuovo e da scoprire, Blackwood(Mark Strong), e sicuramente di frontealla loro “ultimate challenge”, la sfida su-prema della loro vita. Rivelandosi un for-midabile combattente, Sherlock Holmesinsieme al veterano di guerra e amicoWatson riuscirà, ovviamente, a sventareun complotto che, se mai fosse messo in

IL REGISTA

Guy RitchiePrima di realizzare Sherlock Holmes, il filmmakeringlese Guy Ritchie ha scritto, prodotto e diretto laaction comedy RocknRolla, che ha avuto un gransuccesso al box office mondiale ed ha esordito nelRegno Unito al primo posto nella classifica degliincassi. Prima ancora, ha scritto e diretto Lock,Stock & Two Smoking Barrels, Snatch e Revolver.

I PROTAGONISTI

Robert Downey Jr. - Sherlock HolmesRobert Downey Jr. ha vissuto un rilancio stellaredella sua carriera interpretando il ruolo di TonyStark nel blockbuster Iron Man, e partecipando al-la commedia diretta da Ben Stiller Tropic Thundezr.Per la sua interpretazione del protagonista di Cha-plin, Downey Jr. è stato candidato sia all’Oscar cheal BAFTA Award. Fra i suoi prossimi film, il biopicThe Soloits, al fianco di Jamie Foxx, ed i due se-quel di Iron Man.

Jude Law - WatsonCandidato all’Oscar ed al BAFTA sia per Il talentodi Mr. Ripley che per Cold Mountain, l’attore ingle-se veste i panni del fidato collaboratore di Holmes.Due stagioni fa, Law è stato uno dei protagonisti diSleuth, diretto da Kenneth Branagh, e recente-mente ha ereditato da Heath Ledger (insieme a

Colin Farrell eJohnny Depp) ilruolo di Tony, unodei personaggi del-l’ultimo film di TerryGilliam, Parnassus -L’uomo che volevaingannare il diavolo.

Rachel McA-dams - Irene Ad-lerRachel McAdamsinterpreta, in questo

film, la compagna di Sherlock Holmes. Tra le pelli-cole girate dall’attrice nella sua carriera, ricordia-mo la commedia adolescenziale Mean Girls, alfianco di Lindsay Lohan, Red Eye, il thriller in cuiha recitato al fianco di Cillian Murphy, Parnassus,di Terry Gilliam, e State of Play, al fianco di RussellCrowe e Ben Affleck..

Mark Strong - Lord BlackwoodL’attore inglese che interpreta Lord Blackwood, ilnuovo nemico di Sherlock Holmes e Watson, hagià lavorato con Guy Ritchie in RocknRolla e nelprecedente Revolver. Ha ricevuto il BAFTA Televi-sion Award per la sua partecipazione alla serie“crime” per la BBC dal titolo The Long Firm.

La scheda del filmTitolo: Sherlock HolmesNazionalità: UK, Australia,Usa, 2009Regista: Guy RitchieCast: Robert Downey Jr.,Jude Law, Rachel McAdams,Mark Strong, Kelly Reilly,Eddie MarsanData di uscita: 25 dicembre 2009Trama: Sherlock Holmes e il suo fedele amico e collegaWatson ingaggiano unabattaglia contro un nuovotemibile nemico, che tramaun complotto per distruggeretutta l’Inghilterra.

atto, distruggerebbe il mondo intero.Nella trama si inserisce anche un ele-

mento femminile: si tratta di Irene Adler,interpretata da Rachel McAdams, l’uni-ca donna tanto in gamba da riuscire amantenere in piedi una lunga, quanto tor-mentata e fuori dai canoni, relazione sen-timentale con Sherlock Holmes.

Se per Downey Jr. l’approccio conSherlock Holmes è stato del tutto nuovo,tanto da aver lettotantissime storie suldetective britannicoper entrare meglionel ruolo, altrettantonon si può dire perJude Law, che giàaveva recitato, moltianni fa, in The Ca-

se-Book of Sherlock

Holmes (1991).Ma la scelta degli

attori non è stata deltutto immediata perRitchie, che soprattutto per i ruoli di Wat-son e Irene Adler ha avuto il suo bel dafare. Prima di Jude Law, infatti, Ritchieaveva pensato a Colin Farrell per il per-sonaggio del fedele amico e collaborato-re di Holmes, mentre a Sienna Millerera stata offerta la parte di Irene. Pareche, una volta saputo che il suo ex JudeLaw avrebbe lavorato nel film, la Millerha prontamente rifiutato.

E, tra i rumours poi non confermati, gi-rava voce che anche Brad Pitt fosse sta-to coinvolto nel progetto: gli sarebbe in-fatti stato proposto il ruolo di Moriarty, lostorico avversario di Holmes. nnn

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Le fiction che vedremo

Tanti prodotti giàpronti, in attesasoltanto dellamessa in onda

Natalea tutta fiction

C ome previsto in occasione dellapresentazione della stagione te-levisiva, il 2009-2010 si sareb-

be contraddistinto per un’eccellente of-ferta di fiction da parte dei due principa-li broadcaster nazionali, Rai e Mediaset.E proprio con riferimento alla concessio-naria del servizio pubblico, non si puònon sottolineare il grandissimo successoin termini di ascolto delle serie Un medi-

co in famiglia, giunto alla sesta edizionee Don Matteo, giunto invece alla settima.Certo era facile prevedere un successo dipubblico giocando sul velluto con perso-naggi conosciuti ed amati ma soprattutto,in una fase come questa di rallentamentodegli investimenti pubblicitari, l’attestar-si intorno al 30% di share avrà fatto cer-tamente felici gli investitori stessi.

In casa Mediaset, oltre al prevedibilesuccesso di Intelligence, bisogna regi-strare lo straordinario risultato ottenutoda Il sangue e la rosa, con GabrielGarko e Isabella Orsini fra i protagoni-sti. Sempre rimanendo in casa del biscio-ne la prima serie che vedremo al più pre-sto è Nel Bianco, due puntate coprodottedalla Constantin Television GmbH per

ZDF (Germania) e della Palomar perRTI (Italia). E’ la vigilia di Natale e ne-gli uffici della casa farmaceutica scozze-se Oxenford, i dipendenti e gli scienziatisi scambiano regali e auguri. La bella To-ni Gallo (Isabella Ferrari), ex poliziot-to, scrupolosa responsabile della sicurez-za degli impianti, ordina un’ultima veri-fica delle scorte nei laboratori dell’istitu-to dove virus e antivirus vengono colti-vati e testati in sicurezza. Ma se una solaprovetta del virus Madoba, evoluzionedel già temibile Ebola, cadesse nelle ma-ni sbagliate?...

Postproduzione in corso, invece per Ilritmo della vita, film Tv in un’unica pun-tata per la regia di Rossella Izzo. Prodot-to dalla Ellemme Group SpA, raccontadi Giulia che, dopo una cocente delusio-ne d’amore, decide di abbandonare le ga-re di danza e dedicarsi esclusivamente al-la gestione della sua scuola di ballo, la“Open Dance”. La scuola vanta una lun-ga tradizione familiare ed è molto accre-ditata nell’ambiente del “ballo da sala”.Purtroppo la sopravvivenza di questapiccola realtà viene messa in pericolodallo “Starlive”, un nuovo, modernissi-

di Federico Cona

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mo centro sportivo con acclusa sala daballo... Al via la terza stagione dell’ironi-ca commedia con Virna Lisi, GiulianaDe Sio e Valeria Milillo: Caterina e le

sue figlie 3. La serie è prodotta dallaAres Film Srl in otto puntate, per la re-gia di Alessandro Benvenuti. Il tempo èpassato... L’azienda “Le leccornie dellavedova del maresciallo”, nata dall’abilitàdi Caterina e Liliana e dall’intuito per gliaffari di Cetty ed Agostina, va alla gran-de! Ha portato benessere a tutti ed è sta-ta inaugurata una nuova, magnifica sede.Quale momento migliore per Attilio eCaterina di concedersi finalmente il tan-to agognato viaggio di nozze?... E se Ca-terina non tornasse?! Quali e quante tem-peste di sentimenti si potrebbero abbatte-re sulle vite delle nostre protagoniste esue figlie prive del suo costante aiuto?Questa nuova serie è arricchita da un piz-zico di thriller e di spy-story, un tocco difavola, una vena di follia per far da cor-nice a tanto divertimento.

Lavori in corso e set aperto a Cinecittàinvece per Ris 6 - Delitti imperfetti. Le 10puntate prodotte dalla Taodue Film, pre-vedono diverse novità: Daniele Ghirelli(Fabio Troiano), in seguito allo sciogli-mento della squadra di Parma, dovuto al-la promozione a Maggiore di Venturi, sitrasferisce a Roma per unirsi a un nuovogruppo di RIS di cui fa parte anche Fla-via Ayroldi (Jun Ichikawa).

Ghiro e Flavia, grazie all’esperienzanel famoso gruppo di Parma e date le lo-ro specializzazioni in informatica ed en-tomologia, sono il punto di forza del nuo-vo RIS di Roma guidato dal capitano Lu-cia Brancato (Euridice Axen). A com-pletare il gruppo troviamo il tenente Bar-tolomeo Dossena (Marco Rossetti), uf-ficiale pluridecorato con un passato dacampione sportivo, laurea in chimica especialista in esplosivi, il sottotenenteCostanza Moro (Mary Petruolo), intel-

ligente e spregiudicata, specializzata ingenetica e il sottotenente Emiliano Cec-chi (Primo Reggiani), giovane romanodi borgata che ha investito tutto nella suavita professionale per diventare un cara-biniere e ora vede coronati i suoi sogni.

Set aperto anche per una nuova fictionin 6 puntate interpretata da Manuela Ar-curi e Gabriel Garko, Il peccato e la

vergogna. Prodotto dalla Ares Film perla regia di Luigi Parisi e Alessio Intur-ri, è ambientato alla fine degli anni ’30nella Roma fascista dove la sensuale ebattagliera Carmen Tabacchi (ManuelaArcuri) conosce Nito Valdi (GabrielGarko), mente diabolica e criminale, chesi innamora follemente di lei. Non ri-cambiato, a causa della sua natura vio-lenta, Nito inizia a perseguitarla osses-sionato da un’inarrestabile passione. In-tanto Carmen unisce il suo destino aquello dei Fontamara ricchi commer-cianti che, scoprendosi ebrei, conosce-ranno la spietatezza delle leggi razziali.Sentimenti forti e pulsioni profondeproiettate su uno sfondo storico tormen-tato e controverso. Amore, odio e ven-detta si intrecciano con l’impegno politi-co e danno vita a una costruzione serratadi azione, intrighi, passioni e avvincenticolpi di scena.

Sempre in casa Mediaset, che deve so-lo decidere quando mandarle in onda, ri-cordiamo: Due imbroglioni e mezzo, Tut-

ti per Bruno, Fratelli Benvenuti, I delitti

del cuoco, Angeli e Diamanti e Squadra

antimafia 2.Per quanto riguarda invece la Rai, non

ci sono sostanziali novità. Sono semprepronte per essere messe in onda Io e mio

figlio - nuove storie per il commissario

Vivaldi, Sangue pazzo, Sonetaula eSant’Agostino, mentre fra le new entrydel paniere si annoverano le fiction Co-

dice Aurora e Amore Proibito.La prima è ambientata a Livorno, do-

ve prima scoppia un incendio in un cam-po rom e poi avviene l’omicidio di uninformatore della polizia, che muore di-cendo una sola parola, carica di mistero:“Aurora”. Su queste basi, un procuratoredella Repubblica, Margherita Borboni,apre un’inchiesta, convinta che si tratti diuna semplice storia di droga. Si troverà afare i conti con una vicenda in cui nulla èquello che sembra, le indagini si fannovia via più complesse e pericolose, e laverità si rivelerà molto diversa da quellache Margherita credeva. La prima sopre-

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sa il procuratore l’avrà alla scoperta chenell’omicidio è coinvolto un suo amicodi gioventù, Massimo Carlesi, oggi pro-pietario di un night club di dubbia fama.Per ottenere qualcosa, Margherita deveinfiltrare qualcuno. Ma il tempo è poco eMargherita si trova costretta ad infiltrare

l’unica persona di cui MassimoCarlesi si possa fidare a prima vi-

sta: il suo migliore amico di gio-ventù, Renzo De Nardi. Quando aveva-no 18 anni, Renzo e Margherita erano

fidanzati, e Renzo era il miglioreamico di Massimo. Poi la loro storiafinì all’improvviso, e Renzo sparì nel

nulla. Strani casi della vita, Renzo è finito a

fare il poliziotto (a Roma, in perife-ria), e Massimo è finito a fare il cri-

minale. Sono due facce dellastessa medaglia. Renzo si in-filtra: fingendosi un fuorileg-ge in fuga, arriva alla discote-ca dell’ex amico. Si infiltra

anche se non lo fa di professione, anzi: èun poliziotto scansafatiche, allergico alladisciplina, e con l’hobby del poker. Du-rante la missione, Renzo imparerà il me-stiere dell’infiltrato sulla propria pelle, ri-schiando la vita e, al tempo stesso, rin-saldando la vecchia amicizia con Massi-mo, sempre a cavallo di un confine sotti-

le che divide la verità dalla menzogna, larealtà dalla finzione. Renzo conosce Sa-race, un armatore, che nasconde sotto leapparenze da cittadino per bene i suoitraffici illeciti. Sarace è il capo di Massi-mo. Insieme riforniscono mezza Italiacentrale di droga. Ma c’entra davvero ladroga in questa storia? Restano oscuri idue aspetti più importanti della vicenda:cos’è Aurora? E perché c’è in corso que-sta guerra con la malavita slava, per cui èstato bruciato il campo rom all’inizio delfilm, e che prosegue, tra ritorsioni e ven-dette? Sembra che Sarace ci tenga moltoad avere l’arido terreno dove stanno ac-campati i Rom, ma perché? Incendi,omicidi, per la conquista di un pezzettodi terra brullo e periferico: a Renzo, que-sta storia ancora non quadra... Quando leindagini sembrano essere arrivate ad unpunto morto, Renzo, viene presentato aun ricco magnate russo, Yuri, socio negliaffari (poco chiari) di Sarace, e grandegiocatore di poker. E’ proprio usando lasua grande abilità al gioco che Renzo rie-sce ad entrare nelle grazie del russo, chesospetta essere il vero capo della miste-riosa operazione in corso... E quandoRenzo scopre che la bellissima moglie diYuri si chiama Aurora, capisce di averpreso la strada giusta... Ma una stradache porta dove? Cos’hanno in mano i no-stri?

In Amore proibito, la storia è molto in-trigante: un Jet viene fermato per un con-trollo sulla pista di partenza, sembraun’operazione di routine, ma i tre uomi-

ni, vestiti come addetti dell’aeroporto, inrealtà sono banditi. L’aereo trasporta unprezioso carico di diamanti. I rapinatori:Valerio, Marco e Claudio si impossessa-no del tesoro e scappano. Nella fuga,però, travolgono un poliziotto ucciden-dolo. Il commissario aeroportuale Spinariesce ad individuare e arrestare i rapina-tori, ma sia l’auto che i diamanti sonoscomparsi, per cui i tre vengono condan-nati solo per la rapina. Passano sette an-ni, una giovane volontaria, Emma, entrain prigione per un allestimento teatrale incui recitano i detenuti con Valerio prota-gonista. Durante le prove Valerio faun’improvvisa, appassionata, dichiara-zione d’amore ad Emma: dopo sette an-ni di carcere Emma è una luce: guardar-la, anche solo da lontano, gli è necessarioper sopravvivere. Emma non sa rispon-dere, Valerio la spaventa e l’attrae. Dopoun corteggiamento fatto di sguardi, traEmma e Valerio esplode l’amore, incu-ranti di poter essere scoperti. Nello stes-so carcere sono rinchiusi anche Claudioe Marco, ma tra gli ex compagni non cor-re buon sangue, Valerio non ha mai per-donato a Marco il violento, inutile omici-dio. Quando Claudio ottiene un permes-so di lavoro all’esterno del carcere perbuona condotta, nonostante la parola da-ta agli ex compagni, va subito a cercare idiamanti, ma viene sorpreso dal commis-sario Spina, che l’ha fatto seguire. I dia-manti però si rivelano falsi. Qualcunonella banda ha tradito e li ha sostituiti pri-ma di andare in prigione. Tra i tre rapina-tori scoppia la guerra dei sospetti e Mar-co e Claudio si alleano contro Valerio.Spina interroga Emma e la mette al cor-rente del passato ambiguo di Valerio. Laragazza si rende disponibile per un con-fronto con cui spera di dimostrare l’inno-cenza di Valerio. Ma nel colloquio in car-cere Valerio si mostra molto diffidente, sirifiuta di rivelare ad Emma il luogo in cuiè nascosta l’auto della rapina, dichiaran-do così implicitamente di essere compli-ce nell’omicidio. Scontata la pena i treescono e la guerra tra di loro si riaccendepiù aspra. Emma viene rapita da Claudioe Marco e tenuta in ostaggio per costrin-gere Valerio a consegnare i diamanti ve-ri. Nel drammatico scambio Valerio ri-nuncia ai diamanti per amore, dimostran-do finalmente una reale volontà di cam-biamento, ma la situazione precipita, lapolizia interviene e per Emma sembranon esserci una via d’uscita. nnn

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S i è concluso sabato 28 novem-bre, con grande successo di pub-blico (11.000 spettatori) l’edi-

zione zero/nove del Festival Internazio-nale della Fantascienza di Trieste.

La manifestazione, dedicata all’esplo-razione dei mondi del fantastico, dei lin-guaggi sperimentali e delle nuove tecno-logie nelle produzioni di cinema, televi-sione, arti visive, anche quest’anno haavuto la presenza di grandi nomi del ci-nema che hanno partecipato per raccon-tarsi al pubblico presente. Nei primi gior-ni è stato ospite della manifestazione ilregista premio Oscar Roger Corman,figura leggendaria del cinema americano,che ha ricevuto il Premio Urania d’Ar-gento, assegnato ogni anno a personalitàdi spicco del cinema fantastico. A RogerCorman è stata dedicata anche la retro-spettiva Fant’America, incentrata suisuoi film ispirati all’opera di Edgar Al-lan Poe, nel bicentenario della nascitadello scrittore, con le proiezioni dei film

I Vivi e i Morti, Il Pozzo e il Pendolo, IMaghi del Terrore e La Maschera della

Morte Rossa. L’altro premio alla carrieraUrania d’Argento è stato consegnato,nei giorni finali del Festival, a Chri-stopher Lee, applaudito dal pubblico,che ha presentato a Trieste l’anteprimaitaliana di Triage film di Danis Tanovic.

La giuria del Festival di quest’anno erapresieduta dallo scrittore americano Bru-ce Sterling e composta dall’autore di fu-metti Antonio Serra, dal critico franceseGilles Esposito, dallo sceneggiatore eproduttore Andrea Magnani, dal pro-duttore e critico Marcello Rossi e dal re-gista Enzo G. Castellari, di cui il Festi-val ha proiettato due importanti film: Fu-

ga dal Bronx e Quel maledetto treno blin-

dato. La giuria quest’anno ha assegnatodue premi: il tradizionale premio Aste-roide (per la sezione di concorso dei lun-gometraggi - Neon) al film d’animazioneFirst Squad di Yoshiharu Ashino, Aljo-sha Klimov e Misha Shprits; e il pre-

mio Melies d’Argent (l’inedito premionecessario per concorrere al Melies d’Orall’European Federation of FantasticFilm Festival) al film inglese The Chil-

dren di Tom Shankland.Anche il pubblico ha potuto dire la sua,

decretando il premio andato al film ame-ricano Timer di Jac Schaeffer. Comun-que notevole e di buona qualità la sele-zione di tutti i film che hanno partecipatoal concorso principale, con titoli di rilie-vo come Metropia di Tarik Saleh, Sha-

dow di Federico Zampaglione, Valhalla

Rising di Nicolas Winding Refn, e la tri-logia 20th Century Boys di YukihikoTsutsumi.

Infine, grande performance del gruppomusicale Massimo Volume che, nellaserata inaugurale al teatro Miela, ha mu-sicato dal vivo la proiezione del film del1928 La chute de la maison Usher diJean Epstein, con grande partecipazionedi pubblico. nnn

Eventi di Cristiano Centi

Fantascienza

Successo per il Festival della

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telefilmcult6numero

Natale

L e vetrine dei negozi già sono ad-

dobbate a festa, babbo natale di

diverse misure e versioni inizia-

no a comparire sulle confezioni dei pro-

dotti per bambini, le vie del centro si

affollano in un’ansia compulsiva da pre-

shopping. E poi il panet-

tone, le file di albe-

relli ai lati

d e l l e

strade, i re-

gali, decorazioni e fiocchi

dorati. Natale, senza

dubbio. Anche in tele-

visione già si vedono

le ennesime repliche

di film ormai mag-

200giorenni con protagonisti pupazzi di ne-

ve parlanti, renne volanti, e il solito adul-

to che prima non crede nella magia del

Natale, poi invece sì.

Eh già, il Natale si avvicina per tutti,

sia per chi pigramente ma comprensibil-

mente affolla il palinsesto televisivo, sia

per gli sceneggiatori di Hollywood che

decidono di spegnere i computer,

chiudere le penne nei cassetti e passa-

re le festività natalizie a due passi dagli

studios, magari al sole della sempre

calda Malibu. Niente novità sotto

l’albero, quindi. Bored To Death,

del quale avevamo già par-

lato in questa rubrica, ha

concluso la prima stagio-

ne dopo otto innovative e diver-

tenti puntate, confermandosi probabil-

mente come miglior prodotto della sta-

gione, i pilot di V e di The Prisoner sono

stati all’altezza delle aspettative sia di cri-

tica che di ascolti, mentre le altre serie

procedono con alti e bassi di puntata in

puntata verso l’anno nuovo: Flash

Forward convince ma

non stupisce più come

nei primi episo-

di, Fringe

s e m b r a

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viene cancellato dopo pochi episodi; Ac-

cidentally on Purpose, in cui Dharma di

Dharma & Greg rimane incinta di un ra-

gazzo molto più giovane di lui, potrebbe

funzionare se non fosse per i meccanismi

narrativi abbastanza ripetitivi. Per quanto

riguarda le avventure della spia più nerd

che si sia mai vista sullo schermo e i col-

pi geniali dei signori della truffa in puro

stile british, sia Chuck che Hustle rico-

minceranno subito dopo la pausa natali-

zia, e ancora di più bisognerà aspettare

per l’attesissimo Caprica.

Nell’apparentemente

calma e narcolettica nevi-

cata dicembrina

che ha virtual-

mente coperto

l’originalità

televis iva

a l m e n o

per il pe-

riodo del-

le feste,

vale però la

pena di parla-

re di due prodotti

che sono riusciti a

scavarsi una via d’usci-

ta attraverso la neve, e

che conviene recupera-

re, facendo scorta di

pellicola per i periodi

freddi. Sole cocente,

mandrie al pascolo e

paesaggi che si perdono a vista d’oc-

chio, in un continuo alternarsi di campi

di grano e campi di football: benvenuti a

Dillon, in Texas, una piccola città in cui

tutto ruota intorno al pallone ovale. Qui

è ambientata la serie Friday Night Li-

ghts, che dopo tre stagioni tra fango, la-

crime, sangue e molta incertezza riguar-

do il futuro, torna con una quarta serie.

Regia sporca, fotografia cruda, recita-

zione iperrealista per un serial che odora

di terra e pioggia, doloroso come un

placcaggio violento, veloce come una

birra ghiacciata,

commovente come

una vittoria inaspet-

tata.

Dal sole del

Texas ci si sposta a

quello della Ca-

lifornia: non la Ca-

lifornia di riflessi e

paillettes di Hol-

lywood, non quella

preconfezionata di Beverly Hills, non

quella modaiola e surfista di Malibu,

ma la California selvaggia dell’entroter-

ra, tra le Bad Lands e le distese di ce-

mento. La California sudata e rumorosa

delle bande di motociclisti, quella in cui

si vive tra grasso e benzina, tra lame e

proiettili, tra alcol e sangue. Nella

seconda stagione di Sons of Anar-

chy tornano i motociclisti del

Samcro, tornano amore e morte,

tornano violenza e fratellanza. Alle

prese con bande nemiche, agenti fe-

derali, odi razziali, drammi personali

e prese di coscienza, i “figli

dell’anarchia” si troveran-

no costretti a salvare le

loro famiglie, la loro

città, il loro mondo:

ovviamente, alla

maniera dei

fuorilegge.

S p e r a n d o

che questo basti

per superare il

freddo inverno, re-

sta da dire che il 2010

porterà con sé tante no-

vità (tra cui Caprica, Hu-

man Target, Past Life). Da

parte di Numero6, il so-

lito buona visione il più

classico degli auguri:

buon natale e felice an-

no nuovo. nnn

avvicinarsi a una svolta narrativa, Dol-

lhouse probabilmente si perderà nell’a-

bisso come gli ultimi progetti di Whedon,

Smallville si trascina lentamente, House

migliora di stagione in stagione, raggiun-

gendo livelli di scrittura e interpretazione

sempre più alti, Supernatural viaggia

senza intoppi in questa sua quinta “apo-

calittica” stagione.

A parte Community (la vita di un grup-

po molto eterogeneo di studenti in un

college pubblico), le nuove sit-com non

reggono il confronto con gli standard co-

mici di serial “veterani” come How I Met

Your Mother (giunto alla quinta stagione)

e The Big Bang Theory (alla terza): la

Courtney Cox di Friends e Dirt inter-

preta una mamma neodivorziata alle pre-

se con la vita da single in Cougar Town,

tra battute passabili e trame banali; Hank,

il ritorno alla vita provinciale di un mi-

lionario newyorkese dopo la bancarotta,

11-12 dic. 2009 43

di Luca Marengo

telefilmcult6numero

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BOOKS leggere di cinema

Q uando aprite Tratti & Ritratti

di Luca Raffaelli, provate a

far finta per un istante che

non si tratti di un libro. Immaginate in-

vece di avere tra le mani una chiave di

carta e inchiostro, una chiave che

scoprite essere in grado di aprire un

vecchio baule: avete capito quale

baule? Esatto, proprio quello che vi

sembra di non aver mai aperto,

quello che contiene la vostra vita e

quella della vostra famiglia, i vo-

stri ricordi sotto forma di ritagli e

vecchie fotografie scolorite. Im-

maginate quindi di aver final-

mente aperto quel baule impolverato

e dimenticato e di aver da questo ti-

rato fuori un gran numero di

fotografie alla rinfusa: mentre

sfogliate il libro, continuate a far

finta che le pagine che gira-

te siano in realtà scatti in

bianco e nero, polaroid

rovinate, istantanee

stinte di giorni passati.

Lì, tra pranzi di fami-

glia, divise e case al

mare, dei piccoli

particolari vi salte-

ranno agli occhi,

volti, voci, nomi e

tratti distintivi di

quelli che, alla fi-

ne, riconoscerete

come vostri cari

e vecchi amici: un

orecchio che spunta

in una foto di gruppo, un

mantello che svo-

lazza, un cappello

poggiato su una se-

dia. E poi ancora il ba-

gliore di un lampo verde, il suo-

no di un pianoforte, l’odo-

re del mare salato, fin

quando vi accorgete che la

stanza intorno a voi ha inizia-

to a mutare, che mattoni e

cemento hanno la-

sciato spazio a sconfinati deserti, a go-

tici grattacieli, a skyline futuristici, e

dove prima c’era il soffitto ora orbita-

no, nella quiete cosmica, decine di pia-

neti colorati. E finalmente li vedete,

mentre volano sopra di voi, si lanciano

da palazzi altissimi, si trasformano,

scappano, cavalcano, corrono ma so-

prattutto sognano, e voi con loro. “Do-

ve eravate finiti?” vi troverete a do-

mandare loro, “Dove vi eravate nasco-

sti?”: perché li avevate visti ogni tanto

ultimamente, scintillare nei film di Hol-

lywood, districarsi tra le tele del web,

ma non erano mai davvero loro, non

erano mai davvero “i Fumetti”. Forgia-

ti dalla palpitante china, nati dall’in-

chiostro amniotico, eroi bidimensionali

di un mondo di carta, esploratori imma-

ginari della nostra realtà.

Ora, immersi in questo caotico e me-

raviglioso mondo, continuate a far finta

che quello di Raffaelli non sia soltanto

un libro, e che lui non sia soltanto uno

scrittore: provate a raffigurarvelo vesti-

to da esploratore d’altri tempi mentre

con cartina e piccone scava per riporta-

re alla luce quei personaggi che vi era-

vate persi per strada. O piuttosto, pen-

satelo come un investigatore privato

vecchia scuola che, uno ad uno, rintrac-

cia quei vecchi amici che non vedevate

da tempo, quelli che anche se non c’è

rete, o se ancora non siete passati al di-

gitale terrestre, rimarranno sempre ac-

canto a voi, pronti a portarvi in qualsia-

si momento nel loro universo di sogni

stampati. nnn

di Luca Marengo

11-12 dic. 2009

Tratti ritratti

Giornalista e scrittore,consideratouno deimassimi esperti italianinel campo dei fumetti e deicartoni animati,Luca Raffaellici propone unviaggio critico e personaleattraverso i grandipersonaggi del fumetto.

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