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1 CORSO INTEGRATO DI ARCHITETTURA E STATICA PER LEDILIZIA STORICA_MODULO ARCHITETTURA PER LEDILIZIA STORICA PROF. ANTONELLO SANNA, TUTORS: LEONARDO G. F. CANNAS, FAUSTO CUBONI, MARTINA DIAZ GRUPPO DI STUDIO: CONTINI, LAI, MASCIA CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO CAPITOLO I LA FABBRICA. CAPITOLO II GLI ELEMENTI COSTRUTTIVI. CAPITOLO III SCHEDE.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIOpeople.unica.it/.../files/2018/07/Relazione-San-Giuseppe.pdf · 2. CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO. Il Collegio di San Giuseppe e l’omonima Chiesa

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Corso Integrato dI arChItettura e statICa per l’edIlIzIa storICa_Modulo arChItettura per l’edIlIzIa storICa

prof. antonello sanna, tutors: leonardo g. f. Cannas, fausto CubonI, MartIna dIaz gruppo dI studIo: ContInI, laI, MasCIa

CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO

Capitolo ila fabbriCa.

Capitolo iiGli elementi Costruttivi.

Capitolo iiisChede.

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO.

Il Collegio di San Giuseppe e l’omonima Chiesa costituiscono il complesso edificato nella seconda metà del XVII secolo dai Padri Scolopi giunti a Cagliari su invito dei Consoli municipali il 6 novembre del 1640. La costruzione si sviluppa longitudinalmente tra le vie S. Giuseppe, Genovesi e Università a ridosso della torre dell’Elefante. L’Ordine degli Scolopi era stato fondato a Roma nel 1617 da S. Giuseppe Calasanzio, con lo scopo di provvedere all’istruzione della gioventù. Si trattava di una proposta scolastica estrema-mente innovativa, perché rivolta ai poveri e completamente gratuita; coerentemente con questo progetto educativo, le Case di accoglienza volute dagli Scolopi possedevano una caratteristica ricorrente: nonostante il gusto barocco dominante in quel periodo, l’aspetto esteriore delle architetture scolopiane si presentava semplice e misurato. Infatti l’edificio ha forme sobrie e decorazioni essenziali. I prospetti, ad intonaco grezzo, sono variamen-te articolati a causa del dislivello tra le strade; sulla facciata di via Università risaltano due pregevoli balconi in ferro battuto. Tra gli ingressi solo quello di via S. Giuseppe è sormontato da una cornice modanata e stemma in marmo dell’Ordine scolopiano, mentre le finestre sono riquadrate da fasce piatte. All’interno gli ambienti sono distribuiti attorno al chiostro, delimitato per tre lati da archi impostati su pilastri costituiti da poderosi blocchi di pietra calcarea. Tra i vari locali, disposti su diversi livelli, c’è la biblioteca con volta a padiglione e stemma dipinto dell’Ordine e che conserva parte della scaffalatura settecen-tesca. Secondo la testimonianza del canonico Spano (1861) questa biblioteca era “la più grande e numerosa in volumi dopo quella della R. Università”. Nel piano sottostante il livello della via San Giuseppe, corrispondente ai due piani fuori terra nella via Università, sulla preesistente cortina delle fortificazioni medioevali (visibili in parte in una delle corti della scuola), si trovano degli ambienti voltati a botte in calcare e laterizio, costruiti prima dello stesso edificio con probabile funzione di stalle e deposito. Il Collegio, anticamente Istituto delle Scuole Pie, a partire dalla fine dell’Ottocento ha avuto diverse destinazioni: è stato sede, tra l’altro, di Uffici Pubblici e Commerciali, del Liceo Ginnasio Siotto Pintor, della Procura Regia, dell’Ufficio del Registro e della Ricevitoria. Dalla metà degli anni Settanta, dopo un radicale restauro che ha alterato la distribuzione spaziale originaria, è diventata una delle sedi del Liceo Artistico Statale. La chiesa, un tempo collegata al Collegio, per quanto ripristinata dal Genio Civile negli anni Cinquanta dopo la distruzione causata dai bombardamenti del ‘43, attualmente è in grave stato di degrado e abbando-no.

Figg. 1.2 inquadramento rispetto al centro storico

la fabbriCa.Capitolo i

Figg. 1.3 evoluzione delle mura storiche

Figg. 1.1 veduta del complesso di San Giuseppe

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La fabbrica oggi.

Negli anni ‘50 il genio Civile, dopo gli ingenti danni causati dai bombardamenti del ‘43, avvia un tentativo di ripristino degli ambienti, a cui sono attribuibili le numerose ricuciture dei paramenti murari e della volta a botte in laterizio pieno e forato. Il danneggiamento degli ambienti interni (scasso del tabernacolo, rottura parziale dell’altare) e la scomparsa di alcuni elementi di pregio, sono attribuibili al furto subìto negli anni ‘90.

Attraverso l’analisi dei paramenti murari e delle volte, in avanzato stato di degrado a causa del distacco degli intonaci, è stato possibile verificare la tipologia dei materiali utilizzati per la realizzazione del sistema portante della Chiesa. Per quanto riguarda le parti visibili, sono quasi interamente realizzate in conci di pietra cantone pseudoregolari allettati su malta verosimilmen-te di calce. Non mancano risarcimenti e addizioni in laterizio pieno e forato (parasta/nicchie), determinati dalle opere di restauro necessarie, ma anche dagli adeguamenti stilistici che hanno interessato la chiesa dai primi del ‘900 a oggi (marcapiano in laterizio e calcestruzzo della na-vata centrale, cornici).

Sono presenti, inoltre, in grandi quantità, parti superstiti di malte e intonaci più recenti, stra-tificatisi dagli anni ‘60 in poi, che conferiscono alla superficie un aspetto fortemente incoerente e degradato.

Gran parte del degrado degli ambienti interni ricade sulle caratteristiche stesse del materiale utilizzato per la costruzione della chiesa, infatti, la pietra cantone, in quanto roccia sedimentaria alquanto tenera, se non protetta da una superficie di rivestimento, è fortemente suscettibile all’azione di numerosi agenti naturali che determinano l’insorgere di fenomeni patologici quali il deposito superficiale, l’alveolizzazione e l’erosione, fino a indurre disgregazione e polverizza-zione. Inoltre, data l’elevata porosità della sua struttura, è particolarmente esposta alla risalita capillare (igroscopicità), e a fenomeni di aloclastismo.

Figg. 1.4 fotoraddrizzamento lato sinistro navata

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO.

0 1 5 15 25

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La chiesa di San Giuseppe Calasanzio si sviluppa longitudinalmente su aula unica, coperta da volta a botte impostata su una cornice modanata realizzata nei primi del ‘900, con tre cappelle per lato, comunicanti, e ugualmente coperte con volte a botte. In ogni cappella è inquadrata un’apertura con infisso con profilo a tutto sesto, così come la volta, che permette l’illuminazione degli ambienti interni. Al di sopra delle cappelle si sviluppano i “matronei”, tre ambienti comunicanti corrispondenti alle cappelle, a loro volta dotati di aperture d’affaccio sulla navata e altre rivolte verso l’esterno. I matronei sono coperti da una voltina a botte, parallela a quella dell’aula, in conci lapidei squadrati intonacati, così come le murature. L’ambiente absidale è coperto da una grande cupola impostata su un alto tamburo ottagonale, illuminata da piccole finestre collocate alla base della cupola stessa. Affiancati all’abside, si sviluppano i locali relativi alla sacrestia e a sinistra quelli di raccordo al Collegio, attraverso un vano scala coperto con volta a crociera. La facciata, in stile barocco, richiama sobrietà e compostezza, attraverso il terminale piatto, scandito da lesene con capitelli di ordine ionico e ghirlande. La parte inferiore è delimitata da uno spesso cornicione modanato sotto cui è impostato il portale ligneo sovrastato da un timpano a cornice curva spezzata con all’interno lo stemma dell’ordine degli Scolopi.

Figg. 1.5 sezione oggetto di studio

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO.

Nel territorio cagliaritano si denota una diffusione marcata della pietra cantone come materiale lapideo per la re¬alizzazione delle murature, siano di abitazioni civili o edifici di pregio come palazzetti o monumenti sede di importanti istituzioni. Tale diffusione è dovuta principalmente alla presenza di numerose cave di pietra cantone nel territorio, che ha permesso lo sfruttamento di questa risorsa naturale a fini edilizi. L’impiego di questa tipologia lapidea in cantiere è facilitata, oltre che dalla vicinanza fisica rispetto le cave di estrazione, dalla facile lavorazione della pietra, tendente allo sfaldamento, ma facile da sbozzare e lavorare nelle facce con lievi colpi di martello e scalpello. Nel caso della chiesa di San Giuseppe Calasanzio, la pietra cantone è stata utilizzata per realiz-zare importanti elementi strutturali, quali volte e murature. Queste ultime sono costituite da conci sbozzati apparecchiati attraverso una configurazione pseudoisodoma (regolare per quanto è possibile il grado di lavorazione della pietra cantone) secondo una tecnica a paramenti murari paralleli che contengono un nucleo di materiale di scarto e detriti. La tecnica adottata nelle soluzioni d’angolo, consiste nel conformare l’incrocio con l’impiego di cantoni di grandi dimensioni, squadrati, avendo cura di sovrapporli alternativamente nel senso della lunghezza oppure in chiave, ottenendo in tal modo la compenetrazione fra i corpi murari e l’opportuno sfalsamento dei giunti, e andando a costituire uno dei nodi strutturali più importanti dell’intera costruzione in pietra. La volta a botte è una copertura voltata largamente diffusa negli edifici di culto, ed elemento-simbolo dei grandi monu-menti storici. Nel caso esaminato, le volte in pietra sono apparecchiate sia in blocchi squadrati che in scaglie inserite a forza per mezzo della battitura o semplicemente acco-state su un letto di malta di calce. La maggiore difficoltà, nonché il maggior onere nella co¬struzione di una volta, sta nella preparazione della centina, ossia di quell’opera prov-visionale che serve alla conformazione geometrica dell’intradosso ed al sostegno della volta durante la fase costruttiva. Il presente lavoro è stato accompagnato da un approc-cio di tipo “manualistico”, finalizzato alla conoscenza dell’architettura storica di Cagliari, sotto il profilo delle analisi delle tecniche costruttive e dei materiali impiegati, considerata condizione imprescindibile per la sua tutela e la conservazione. L’illustrazione per mezzo di spaccati assonometrici accurati fa luce sulla natura ed “Il montaggio” degli elementi di fabbrica, dando spazio anche all’analisi dei materiali impiegati e sul ruolo svolto da essi.

Gli elementi Costruttivi.Capitolo ii

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Questo tipo di analisi, da considerarsi parte del “progetto di conoscenza” della fabbrica esaminata, si pone come fondamento per avvicinarsi al proget-to di recupero dell’esistente. Nello specifico, il presente lavoro ha riguardato l’indagine approfondita di una porzione del monumento corrispondente ad una cappella, la prima a sinistra rivolgendo lo sguardo al presbiterio, dal pia-no di campagna alla copertura, e dai prospetti interni alle facciate. L’obiettivo è stato quello di indagare la natura dei materiali e delle tecniche costruttive adoperate nella costruzione della chiesa e nei successivi interventi, utiliz-zando gli indizi visibili in tutta la fabbrica per interpretare gli elementi oggetto specifico del nostro studio, attraverso quindi confronti tra elementi analoghi e passaggi di scala. Per quanto riguarda le superfici, se ne propone una rappresentazione molto precisa e fedele, raggiunta grazie all’esecuzione di rilievi metrici, fotografici e fotogrammetrici; per quanto riguarda la natura della costruzione in profondità, per essa la rappresentazione si basa sulle ipotesi desumibili dall’analisi superficiale dei paramenti e quindi dalle tecni-che costruttive a cui sono riconducibili, dal ragionamento sui rapporti tra gli elementi costruttivi e strutturali nel complesso dell’edificio e infine dai con-fronti con esempi della manualistica storica e del recupero considerando sia le regole della costruzione “ad opera d’arte” che della pratica edilizia comune ed economica.

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO

0 0.5 1.0 2m

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La cappella analizzata è un vano ret-tangolare di circa 4,75 x 2,85 m coper-ta da una volta a botte a tutto sesto la cui imposta è marcata da una semplice cornice modanata. Modanature simili percorrono anche la base dei pilastri. Originariamente erano realizzate con blocchi di pietra cantone levigata e sa-gomata mentre le parti degradate sono state ripristinate con l’impiego di laterizi e malta cementizia. I setti murari che separano le cappelle sono spessi circa un metro e sono attra-versati da un’apertura; le altre murature ospitano delle nicchie, quelle di fondo anche delle bucature inquadrate nella geometria dell’arco. Si noti il notevole spessore del muro di facciata a soste-gno della sequenza delle volte. L’ambiente superiore, alto circa la metà di quello inferiore, è chiuso da una volta a botte a tutto sesto orientata ortogonal-mente a quella della cappella, e scarica sulla muratura perimetrale e su archi da entrambi i lati che permettono l’apertura di finestrature al di sotto di essi. Le mu-rature antiche sono realizzate in conci di medie dimensioni grossolanamente sbozzati, con più cura per le facce da porre a contatto con le altre, tessute se-condo corsi sub-orizzontali; gli elemen-ti d’angolo sono invece dei blocchi più grandi e ben squadrati nelle facce che costituiscono gli spigoli vivi (paraste e ornie) e vi si riscontrano scaglie di ar-desia tipiche della prassi dell’epoca per livellare i piani di appoggio. Le murature di fondo delle cappelle sono state ripri-stinate nel dopoguerra con conci ben squadrati di discrete dimensioni, sempre di pietra cantone, apparecchiati in ricor-si perfettamente orizzontali. La stessa tipologia di muratura si può riscontrare negli ambienti superiori, in paricolare nelle volte e nelle spallette delle finestre. Tutte le murature erano originariamente intonacate.Il tetto a due falde ha un manto di fini-tura in coppi e riversa le acque piovane in una canaletta parallela al muretto di coronamento della facciata laterale.

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO

Capitolo iii sChede.

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muraturevarCo di ColleGamento Cappelle laterali

tessitura muraria

solaivolta a botte

apertureinfisso liGneo

sCheda 3a 1

sCheda 2s 1

sCheda 1m 1

m 2

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MURATURE

M_1

sCheda 1

CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO

prospetto sezione verticale esploso apertura

Legenda1_cornice modanata2_paramento murario (x2)3_riempimento di pietrame misto e malta4_dormiente ligneo (x2) 5_piattabanda (x2)6_ voltina ribassata7_ ritto in blocchi squadrati

rilievo fotograficoCollocazione nella fabbrica.

VARCO DI COLLEGAMENTO CAPPELLE LATERALI

0 0.5 1m

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MURATURE

M_1

sCheda 1

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Muratura portante attribuita alla fase originaria secentesca, in conci sbozzati di modeste dimensioni e bozze di pietra cantone, con tessitura a corsi sub-oriz-zontali. Si può notare che il corso più in alto è realizzato con elementi e tessitura differenti (ascrivibile alla Muratura 2). La presenza di un’apertura, l’avanzato stato di degrado dei materiali, la persi-stenza di porzioni di intonaco, nonché la presenza di rappezzi in laterizio, rendo-no difficoltosa la lettura della muratura.La tecnica costruttiva utilizzata consiste in due paramenti paralleli di spessore non noto, ed un nucleo di scaglie di pie-tra e detriti di varia natura e pezzatura annegati nella malta. Non sono stati in-dividuati chiari elementi di raccordo tra i due paramenti (diatoni, corsi di spiana-mento). La cornice modanata, ancora intonaca-ta, è probabilmente realizzata con lateri-zi. La malta, di calce, è utilizzata abbon-dantemente cosiderato il basso grado di lavorazione dei conci; si presenta ormai degradata e friabile. Anche la pietra cantone, in particolare fino alla quota di 2-3 metri, si presenta decoesa a causa dell’intensa risalita capillare.L’elemento singolare di questa muratura è il modo in cui è realizzata l’apertura: a prima vista architravata per la pre-senza delle piattabande in prospetto, è sormontata nello spessore interno tra le due piattabande da una voltina ribassa-ta, costituita da piccole bozze accosta-te su un letto di malta. Le spallette e le piattabande sono realizzate con conci di dimensioni maggiori rispetto al resto della muratura e sono ben squadrati in corrispondenza degli spigoli vivi e delle facce orizzontali. Altro elemento di dub-bia interpretazione è il dormiente ligneo posto ad una quindicina di centimetri so-pra la piattabanda, su entrambi i fronti, forse per ripartire in maniera più omoge-nea i carichi su di essa.

Legenda1_cornice modanata2_paramento murario (x2)3_riempimento di pietrame misto e malta4_dormiente ligneo (x2) 5_piattabanda (x2)6_ voltina ribassata7_ ritto in blocchi squadrati

spaccato assonometrico

VARCO DI COLLEGAMENTO CAPPELLE LATERALI

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M_2

sCheda 2

MURATURE

CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO

Collocazione nella fabbrica.rilievo fotografico

Muratura portante in conci squadrati di pietra cantone, apparecchiata in filari con tessitura a corsi orizzontali. Il paramento analizzato fa parte della serie di interventi di ricostruzione a se-guito dei danni bellici del ‘43, pertanto risulta di minor interesse per lo studio delle tecniche costruttive antiche.Le tre nicchie con coronamento semi-circolare facevano probabilmente parte della configurazione originaria della cap-pella. Nella parte superiore è compresa, in prossimità del sottarco della volta a botte della cappella, e pertanto con la stessa geometria, una grande apertura in telaio ligneo fisso che delimita in verti-cale tre serie di campi vetrati. Inoltre, è osservabile, in prossimità dell’angolo in basso a sinistra, un’ampia regione di superficie alterata da azione meccanica, forse destinata alla siste-mazione (o dovuta alla rimozione) di un altare o fonte battesimale.La tecnica costruttiva è sicuramente analoga alla Muratura 1, ossia a doppio paramento con nucleo in pietrame misto e malta.

TESSITURA MURARIA

0 0.5 1m

prospetto sezione verticale

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M_2

TESSITURA MURARIA sCheda 2

MURATURE

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Legenda1_sottarco in conci squadrati2_infisso ligneo con telaio fisso3_nicchia4_paramento murario (x2)5_riempimento di pietrame misto e malta

spaccato assonometrico

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VOLTA A BOTTE

S_1

sCheda 3

SOLAI

CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIO

Collocazione nella fabbrica.

0 0.2 0.5 1m

Legenda1_pavimento in mattonelle [20x20x2 cm]2_allettamento3_riempimento4_rinfianco5_conci di pietra cantone

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sCheda 2

SOLAI

VOLTA A BOTTE

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Le cappelle laterali della chiesa sono coperte da volte a botte su cui poggiano gli ambienti relativi al matroneo.La volta a botte considerata ha geometria a tutto sesto, luce di 4,73 metri e profondità di 2,85 metri. E’ realizzata in conci sbozzati e sca-glie di pietra cantone e malta di calce. Lo spessore della volta, corrispondente all’altezza del concio di pietra, è stimabile in una trentina di centimetri, probabilmente non costante; la distanza intradosso-pavimento invece è di 66 centimetri. Riguardo la tecnica costruttiva utilizzata, i conci si dispongono con giunti non perfettamente sfalsati in filari paralleli alle murature su cui scarica la volta. Il rinfianco è considerato solidale sia con l’arco che con la muratura fino ad una quota di poco superiore al piano alle reni; nella direzione ortogonale la volta si poggia alla muratura. Superiormente, il riempimento è costituito da bozze e altri materiali di scarto ben battuti di pezzatura sempre minore procedendo dalle reni alla chiave di volta, al di sopra della quale risulta costituito in prevalenza da sabbia. La pavimentazione in mattonelle cementine bicrome è adagiata su uno strato di allettamento in malta di calce e sabbia sottile.Sono presenti, all’intradosso, in prossimità dell’imposta sul lato destro, alcune risarciture in late¬rizio pieno, realizzate durante i restauri degli anni ‘50. In origine intonacata con intonaco di calce, in parte superstite, sotto l’imposta presenta una cornice modanata riconducibile all’adegua-mento stilistico Ottocentesco.La posa in opera della volta avviene per mezzo di un centina che oltre a conformare l’intradosso ha il compito di sorreggere la volta fino a costruzione ultimata.

spaccato assonometrico

Legenda1_pavimento in mattonelle [20x20x2 cm]2_allettamento3_riempimento4_rinfianco5_conci di pietra cantone

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VOLTA A BOTTEVOLTA A BOTTE

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CHIESA DI SAN GIUSEPPE CALASANZIOINFISSO LIGNEO

A_1

sCheda 3

APERTURE

0 0.2 0.4 0.6m

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L’apertura, con apprezzabile strombatura verso l’interno, è delimitata superior-mente da un arco a sesto ribassato in conci di pietra cantone intonacati con intonaco di calce, gli stipiti presentano le stesse caratteristiche. Il telaio fisso del serramento poggia su un davanzale in materiale lapideo, parzialmente distrutto per quanto riguarda il lato rivolto agli ambienti interni.Il serramento, ligneo, riprende la geometria dell’arco, articolandosi in quattro ante, di cui quelle laterali sono fisse. É costituito da un telaio di montanti e traversi perimetrali, sagomati all’esterno per la battuta sul telaio fisso, ripartiti da regoli orizzontali in tre campi vetrati. Il telaio fisso è costituito da tre listelli di sezione rettangolare e due curvilinei a sezione sempre rettangolare, annegati nella muratura in corrispondenza del bordo della mazzetta. Sono assenti ele-

menti con funzione oscurante.

sCheda 3

APERTURE

A_1

INFISSO LIGNEO

0 5 10 15cm