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Charme - Inverno 2015

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editorialeNapoli, cittá da amare, non da comprendereNaples, A city to love, yet not to understand

Difficile comprendere Napoli. Più facile, amarla e basta. Quel fascinoso caos che permea di sé la ex Capitale del Regno Borbonico non va considerata una malattia da curare. Per-ché è l’essenza di una città permeata da tremila anni di storia con innumerevoli dominazioni, influenze culturali e idioma-tiche. Un crocevia, senza rotonde nè semafori, dove si incro-cia a pettine, per conviverci, una storia illineare che si con-creta nei cliché (reali) che ne circondano l’alea. E che, come il canto della sirena, stordisce e ammalia fino a non poterne fare a meno. Sopra e sotto terra, dentro ogni pietra, tufacea

o vulcanica che sia, sopra e sotto il mare che la bagna, nel suo intrico di vicoli e vicoletti come nelle zone alte delle sue colline, Napoli canta e affascina ancora come la sirena Par-tenope, da cui la leggenda ne fa risalire le origini. Quasi im-possibile resistere a un’attrazione composta dall’incredibile bellezza dei luoghi, la preziosa e variegata offerta storico-ar-tistica, la riconosciuta qualità della sua cucina tradizionale e la affermata tradizione artigianale e creativa dei suoi prodot-ti. Ma è soprattutto la dicotomia tra tutte queste bontà e il poderoso apparente caos che ne fa una città indimenticabile.

It’s difficult to understand Naples, maybe it’s easier just to love it. The fascinating chaos that flows through the former capital of the Bourbon Kingdom should not be considered a problem to be solved but as the essence of a city infused by three thou-sand years of history with countless rulers and cultural influenc-es and idiomatic. It is a bewildering chaos, crossroads without traffic lights nor roundabouts. A story that is symbolised by every cliché relat-ed to it. Naples sings just as the song of the siren, who lures and charms until you cannot be without her. Above and below ground, in

every stone, or volcanic rock there is, in its maze of narrow streets and alleys, the upper tiers of the hills, it is as luring and fascinating as the siren Parthenope herself from where legend has it traces the origins of the city. It is almost impossible to re-sist an attraction made up of such incredible beauty, the pre-cious and varied range of art history, the recognized quality of its cuisine and the established tradition of craftsmanship and creativity of its products. It is between all these things and the powerful apparent chaos that you will find a truly unforgetta-ble city.

(translated by Kirstyjean Mc Clymont)

di Giorgio Gradogna

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CHARME TUTTO IL BELLOANNO XI - NUMERO 3 - INVERNO 2015

Reg. Tribunale di Napoli n. 1/2007(nuova serie)

Questa rivista è distribuita negli alberghia 4 e 5 stelle di Napoli, Capri,

Costiera Amalfitana, Costiera Sorrentina.

Direttore responsabile:GIORGIO GRADOGNA

Società editrice:Sisicom società cooperativaCorso Vittorio Emanuele 74

80122 NapoliROC 17981

Direzione, redazione e pubblicità:Corso Vittorio Emanuele 74

80122 Napolitel. +39.081.191.38.943 - 948

[email protected]@sisicom.it

Traduzioni:Claudia Romagnuolo

Consulenza storico artistica:Francesca Del Vecchio

Stampa:Arti Grafiche Boccia - Salerno

Direzione editoriale:Sergio Gradogna

Realizzazione in service e impaginazione:Esacor Srl

Progetto grafico:Davide De Marco

Immagini:Archivio Sisicom, Sergio Gradogna

In copertina:Aversa (Ce) – Torre orologio della Real Casa Santa dell’Annunziata (ph. Sergio Gradogna)

Questa iniziativa è contro il “sistema” della camorra

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sommarioEDITORIALE

Napoli, cittá da amare,non da comprenderedi Giorgio Gradogna pag. 3

LANCETTE DI STORIA

Tempo di leggendeSegnatempo con rintocchi di storiadi Lello Scarpato pag. 6

FAMA DI ARTISTI

Tracce di grandi pittoriQuando Napoli imparò il fiorentinodi Gianni Reale pag. 18

GIOSTRE E QUINTANE

Spettacoli della StoriaCosì continua a vivere il Medioevodi Rosanna Nastro pag. 26

LUOGHI DELLA STORIA

Museo Civico Gaetano FilangieriSpirito di popoloche va oltre il tempo

di Gabriele Scarpa pag. 36

CAMpANIA STyLE

Le Collezioni napoletaneÈ una moda tutta corolle e grandi fogliedi Annalisa Palmieri pag. 46

Vicoli SantiLuciano Esposito, il trionfo degli oppostidi Annalisa Palmieri pag. 59

Sartoria AntonelliQuando i dettagli fanno la differenzadi Annalisa Palmieri pag. 60

Paolo ScaforaIl lusso ai piedidi Annalisa Palmieri pag. 61

Colonna OrologiPolsini sartoriali per scandire il tempodi Giuseppe Porzio pag. 62

Caramanna GioielliPreziosi “liquid metal”dal gusto primordialedi Annalisa Palmieri pag. 64

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Relais Tenuta San DomenicoLì dove il sogno non finiscedi Giuseppe Porzio pag. 65

Hotel San Francesco al MonteVivere la magia dell’antico monasterodi Lilly Calise pag. 66

D’Orta spaDa sempre al serviziodi strutture ricettivedi Sergio Prado pag. 67

Cantieri PalumboIl lusso napoletanovince la sfida del maredi Lilly Calise pag. 68

CAMpANIA SApORI

I piatti del Natale napoletanoSignori, ecco a voire e regine della tavoladi Gabriele Scarpa pag. 70

Eccellenze CampaneLa Terra del Buono raddoppia… la felicitádi Giuseppe Porzio pag. 80

Caseificio Ponte a MareLa tradizione esaltail sublime gustodi Giuseppe Porzio pag. 82

Ristorante Museo Carusoe La BasilicaIl tenore rivivetra mille prelibatezzedi Giuseppe Porzio pag. 84

Casa LerarioSapori e passionesotto il Taburnodi Sergio Prado pag. 86

Gay OdinIl piacere intenso del cioccolatodi Andrea Marquez pag. 87

Carraturo VittorioSfogliatella, il segreto che non si sveladi Andrea Marquez pag. 88

MaxtrisConfetti al di lá della ricorrenzadi Giuseppe Porzio pag. 89

MUSEI pag. 90

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Lancette di storia

Tempo di leggende

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Segnatempo con rintocchi di storia Timekeeper with strokes of history

Dalla Torre della Piazzetta di Capri all’arco partenopeo di Sant’Eligio, storia e leggende dei quadranti più famosi della regione

From the Tower of Capri’s Piazzetta to the Neapolitan archof Sant’Eligio, history and legends of the most famousclock-faces of the region

S FPer secoli e secoli hanno regolato la vita delle città con il loro lento ed inesorabi-le incedere: ore, minuti, secondi. Scandi-ti con ritmo solenne e rintocchi di campa-ne. Sono gli orologi della Terra di Virgilio e San Gennaro. Svettano eleganti dall’alto di guglie e campanili incastonati in corni-ci di rocce e mattoni. Un po’ opere d’arte, un po’ simboli pregiati di arredo urbani-stico. Sono belli da vedere e utili da “scru-tare” soprattutto quando non si sa “che ora è”. Come la torre dell’Orologio che ha dato il nome a una piazza di Stabia. O il Campanile della Piazzetta, monumen-to simbolo dell’Isola Azzurra, immortala-to in mille e mille fotografie. Ciascuno ha una storia particolare, spesso trasfusa in leggenda. Che merita semplicemente di essere raccontata. E’ il caso dell’arco quat-trocentesco del Campanile di Sant’Eligio

For ages they have been regulating the life of the cities with their slow advance: hours, minutes, seconds. Ticked away with a solemn rhythm and tolls. The clocks of Virgil’s land tower from high spires and steeples set in rock or brick walls. True works of art, each of them has a particular history, that turned into a legend. Like the arch of the Bell-tower of Sant’Eligio in Naples. On the first floor of a Gothic palace stands an elegant clock. On one side the clock-face has got only one hand. On the side of Piazza Mercato there are two hands.A story dating back to the 16th centu-ry, passed down by Benedetto Croce, tells about the heads sculpted on the arch, de-picting the Duke Antonello Caracciolo and his subject Irene Malarbi. The terri-ble nobleman fell in love with the young

di Lello Scarpato

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a Napoli. E’ lì, infatti, proprio sul primo piano di stile gotico del sinuoso fabbrica-to, che si stampa un caratteristico ed ele-gante orologio. Su una delle due facce il quadrante ha una sola lancetta. Sull’altro versante (lato Piazza Mercato) le lancet-te sono due. Ed è qui che si cela un racconto che af-fonda le radici nel XVI secolo. Tramandato da Benedetto Croce, parla delle due teste scolpite nella cornice che fa da base all’ar-co: una si trova a destra, l’altra a sinistra. Si tratterebbe dei volti del duca Antonel-lo Caracciolo e di una sua giovane vassal-la: Irene Malarbi. Ebbene, si narra che il terribile nobiluomo, uomo senza scrupoli, innamorato pazzo di quella giovane vergine, non riuscendo a conquistarla con le buone, decise di vin-cerne le resistenze facendo incarcerare in-giustamente il padre salvo poi chiedere la resa della ragazza in cambio della libera-zione del genitore. Il padre di Irene fu ef-fettivamente liberato, ma invece di rasse-gnarsi all’idea di perdere la figlia invocò giustizia a Isabella di Trastamara, figlia di re Ferdinando II d’Aragona, ottenendo, in cambio, come condanna, le nozze forza-te della figlia con lo stesso Caracciolo (il quale, però, fu anche costretto a forni-re di tasca sua una ricca dote alla ragaz-za). Nonché, fatto ancora più importante, la successiva decapitazione del duca di-sonesto.La seconda storia ruota attorno all’unica lancetta dell’orologio di Sant’Eligio ed è decisamente meno fantasiosa della pri-ma, ma molto più recente e soprattut-to drammaticamente reale. Risale infatti al 28 marzo del 1943 giorno in cui una

tremenda esplosione nel porto di Napo-li provocò la distruzione della nave Ca-terina Costa. La deflagrazione, violen-tissima, seminò lutti e distruzioni fin nel cuore del quartiere Mercato dove un pez-zo di lamiera si conficcò nell’orologio dan-neggiandolo e bloccandone gli ingranag-gi alle ore 15: l’orario, in pratica, in cui era avvenuto lo scoppio. Per anni, fino al 1993 quando fu restaurato, il segnatem-po di Sant’Eligio marcò sempre quel ter-ribile orario come memoria per tutti i na-poletani che si trovavano a passare di lì,

dei lutti della guerra. E di memoria di co-se storiche ne serba il Palazzo Reale di Na-poli, una delle regge più rilucenti dell’anti-co Regno delle Due Sicilie. E’ qui, proprio al centro della facciata principale del mae-stoso edificio, dall’alto di una torretta sor-montata da un doppio ordine di campa-ne, affacciata sull’arena del Plebiscito, che fa bella mostra di sé un altro bellissimo orologio. Ciò che resta, con ogni proba-bilità, dei rimaneggiamenti e dei continui abbellimenti subìti dalla dimora borbonica nel corso dei secoli. In alcuni dipinti sette-

centeschi di scuola napoletana (custoditi nella pinacoteca della Certosa di San Mar-tino), si nota, infatti, come il Palazzo Rea-le avesse due torrette sul tetto sulle qua-li vi erano incisi due orologi solari: uno ad ore astronomiche, l’altro ad ore Italiche. Dei due, forse, è rimasto solo quello at-tuale che troneggia in corrispondenza del balcone regale.Il Palazzo di piazza del Plebiscito fu co-struito nel 1600 dall’architetto Domenico Fontana, su commissione dell’allora vice-ré di Napoli. Avrebbe dovuto ospitare il re

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lady and, to convince her to marry him, he decided to put her father in jail. The innocent father was then freed but, in-stead of losing his daughter, claimed jus-tice to Isabel of Trastamara, the daughter of the king Ferdinand II of Aragon. As a result, Irene was forced to marry Caracci-olo, who was then beheaded.The second story about Sant’Eligio clock is strikingly true. On the 28th March 1943 a tremendous explosion in the har-bour of Naples provoked the destruc-tion of the ship “Caterina Costa”. The violent outburst arrived also into Merca-to quarter, where a piece of sheet went into the clock, blocking its gears at 3:00 p.m., the hour of the explosion. Until the restoration works in 1993, the clock of Sant’Eligio marked that terrible time, as a reminder of the losses provoked by the war.In the principal façade of the majestic Royal Palace of Naples, from the top of a turret crowned by a double order of bells, there is another wonderful clock. In some Neapolitan paintings dating back to the 1700s, kept in the Certosa of San Martino, it is possible to notice that this palace had two turrets on the roof, with two solar clocks. Only the one near the royal balcony has been preserved until today. The Palace was built in 1600 by Domenico Fontana, commissioned by the Viceroy. It has been the residence of the Viceroys, of the Austrians, and of the Bourbon kings. At the beginning of the 1800s the palace was enriched by Gioac-chino Murat and his wife Carolina Bona-parte, the sister of Napoleon, with Neo-classic decorations and furniture coming

In apertura orologio che svetta sull’arcodella Real Casa Santa dell’Annunziata ad Aversa1.e 2. Arco quattrocentesco di Sant’Eligiolato Piazza Mercato. 3. Orologio Arco Sant’Eligio con una sola lancetta, lato Via Duomo

Open with clock that stands sulla’arco Holy Annunciation of the Royal House to Aversa1. and 2. Arch of Sant’Eligio side Piazza Mercato.3. Clock Arch Sant’Eligio with one hand, side Via Duomo

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Filippo III di Spagna, atteso a Napoli per una visita ufficiale che in realtà non av-venne mai. La dimora si trasformò allo-ra prima nella residenza dei viceré, poi in quella degli austriaci ed infine, nella “pri-ma scelta” dei re di casa Borbone. Agli ini-zi dell’Ottocento la reggia fu ulteriormen-te arricchita da Gioacchino Murat e dalla moglie Carolina Bonaparte, sorella di Na-poleone, con decorazioni e arredamenti neoclassici, fatti arrivare a Napoli diretta-mente dalle Tuileries di Parigi e successi-vamente restaurato, dopo i danni provo-cati da un incendio nel 1837, da Gaetano Genovese che ampliò e regolarizzò, senza stravolgerlo più di tanto, l’originario cor-po di fabbrica. Subito dopo l’Unità d’Ita-lia (1861) il palazzo si trasformò nella re-

sidenza partenopea dei nuovi sovrani di Casa Savoia e pochi anni dopo, con l’ar-rivo, nelle nicchie esterne della facciata, delle gigantesche statue dei re di Napoli (da Ruggero il Normanno a Federico II di Svevia, passando per Carlo III fino a Vitto-rio Emanuele II di Savoia) assunse la forma con la quale lo conosciamo attualmente. Orologio compreso.E’ più recente, invece e risale al 1858, l’o-rologio che svetta sulla sommità del tor-rione centrale della facciata di Castel Ca-puano, il più antico maniero di Napoli dopo Castel dell’Ovo. Di origine norman-na (la sua costruzione fu avviata nella me-tà del XII secolo per volere del re di Sicilia Guglielmo I “il Malo”, figlio di Ruggero), la rocca partenopea che per anni ha ospi-

tato la sede del tribunale, deve il suo no-me al fatto di essere ubicata a ridosso di Porta Capuana, l’arco spalancato sulla strada che un tempo conduceva all’antica Capua. L’attuale quadrante che si ammi-ra sulla sommità della porta, è la riprodu-zione quasi fedele di un più antico orolo-gio a cifre latine immortalato in un dipinto del XVII secolo in esposizione alla Certosa di San Martino.Le lancette della storia ci portano ora nel cuore di Piazza Dante, a non molta distan-za dalle rotte di Porta Capuana. Ci trovia-mo nel cuore della Napoli elegante, pro-prio agli inizi di via Toledo. E ad un tiro di schioppo da Port’Alba, varco d’accesso per il Decumano maggiore. Piazza Dante deve il suo nome alla presenza della sta-

tua dedicata al cantore della Divina Com-media realizzata nel 1871 dagli scultori Tito Angelini e Tommaso Solari junior. Ci troviamo nella zona un tempo detta “Lar-go del Mercatello” poiché fin dal 1588, vi si teneva uno dei due mercati cittadini. La piazza assunse l’attuale struttura nella se-conda metà del Settecento, grazie all’in-tervento dell’architetto Luigi Vanvitelli, cui fu commissionato l’incarico di innalzare un monumento alla grandezza di re Carlo III di Borbone, il padre della Reggia di Ca-serta e di tanti altri capolavori del regno di Napoli. I lavori di quello che doveva es-sere il “foro carolino” durarono dal 1757 al 1765. Vanvitelli diede vita ad un pro-getto a forma di grande semicerchio. L’e-dificio, con le due caratteristiche ali ricur-

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from the Tuileries in Paris. After the fire of 1837, it was restored by Gaetano Geno-vese, who enlarged it without changing the original plan. After the Unification of Italy (1861) the palace became the Ne-apolitan residence of the kings of Savoy house. After few years, it took its actual form, with the adding of the enormous statues of the kings of Naples.The clock on the top of the central fa-çade of Castel Capuano, the most ancient castle after Castel dell’Ovo, dates back to 1858. Of Norman origin (its building started in the 12th century thanks to the king of Sicily William I), the Neapolitan rock is set against Porta Capuana, the city door that once led to Capua. The clock-face on the top of the door is the repro-

duction of the original one, depicted on a painting that dates to the 17th century kept into the Certosa of San Martino. Pi-azza Dante owes its name to the statue of Deante Alighieri, the writer of the Divine Comedy, made in 1871 by Tito Angelini and Tommaso Solari junior. Once it was called “Largo del Mercatello” because of the presence of a market place since 1588. The square took its actual form in the second half of the 1700s, thanks to Luigi Vanvitelli, who had the commission to make a monument devoted to king Charles III of Bourbon. The works lasted from 1757 to 1765. Vanvitelli planned a big semicircle. The building that we ad-mire today, with its two curved wings, is surmounted by a long theory of stat-

4. Palazzo Reale in Piazza del Plebiscito con orologio in corrispondenza del balcone reale5. Torrione centrale facciata Castel Capuano lato via Tribunali

6. Facciata posteriore Castel Capuano lato Porta Capuana

4. Royal Palace in Piazza del Plebiscito with clock at the royal balcony5. Central Tower facade Castel Capuano side Via Tribunali

6. Rear facade Castel Capuano side Porta Capuana

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ve che si ammira oggi, fu sormontato da una lunga fila di statue rappresentanti le virtù di re Carlo mentre al centro fu aper-ta una nicchia che avrebbe dovuto ospita-re una statua del sovrano a cavallo (che in realtà non fu mai realizzata). Nel proget-to era compreso anche il torrino d’orolo-gio che troneggia sulla sommità della nic-chia da cui si entra nel Convitto nazionale Vittorio Emanuele II (ex convitto dei ge-suiti, ospitato nei locali di un antico con-vento). L’opera, sia pur prevista da Vanvi-telli, fu innalzata solo in epoca successiva. Per l’esattezza, nel 1853 quando anche il segnatempo iniziò a scoccare con estrema precisione ore, minuti e secondi. E non

parliamo di “precisione” a caso. Quell’o-rologio, infatti, era estremamente preci-so perché uno dei pochi se non l’unico in Europa, in grado di segnare con estre-ma esattezza lo zenith, vale a dire il pun-to più alto del sole (il “mezzogiorno”) e, quindi, anche l’ora esatta del tempo. Ep-pure per anni il quadrante di piazza Dan-te è rimasto fermo. Semplicemente out. Fu una docente di geografia astronomica del Convitto, Daniela Salvatore, incuriosita dall’Equazione del Tempo, a promuoverne il restauro. La professoressa approfondì la storia dell’orologio e vi dedicò un opusco-lo poi finito nelle mani del vice presidente della Fondazione Banco di Napoli, Egidio

7. e 8. Dettaglio torrino orologio e panoramicasu Convitto Nazionale Vittorio Emanule II a Piazza Dante

9. Cappella del Monte dei Poveri all’interno dell’omonimo palazzo ora sede dell’archivio storico del Banco di Napoli

7. and 8. Detail turret clock and overview of National BoardingVittorio Emanuele II in Piazza Dante

9. Chapel of the Mount of the Poor in the homonymous palace now housing the historical archives of the Banco di Napoli

Mitidieri, il quale, colpito, accettò di finan-ziarne il restauroE ora spostiamoci nel cuore di Parteno-pe. All’estremità di via dei Tribunali, per la precisione. E’ qui, a due bassi da via Spac-canapoli che sorge la chiesa o Cappella del Monte dei Poveri, una delle più impor-tanti di Napoli. La struttura, oggi chiusa al culto, fu realizzata nel 1663 su disegno di don Giuseppe Caracciolo, ed ingloba-ta nel cinquecentesco Palazzo del Mon-te dei Poveri (si tratta dello stesso edifi-cio in cui è ospitato l’archivio storico del Banco di Napoli). Ciò che colpisce di que-sta struttura è la sua facciata elegante, di forme classicheggianti e al tempo stesso

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palesemente barocche: la si può ammira-re nel cortile interno del palazzo. Fu rifatta nel Settecento da Gaetano Barba e quindi coronata dall’orologio che dal 1740 spicca a mo’ di corona nella parte alta dell’edifi-cio. Opera d’arte su opera d’arte. Alle porte di Napoli, per la precisione a Giugliano, c’è un altro edificio religioso che merita particolare attenzione. Si tratta della chiesa dell’Annunziata (detta anche dell’Ave Gratia Plena). Il corpo di fabbri-ca ha una caratteristica che lo rende uni-co. La facciata, infatti, non è di tipo tradi-zionale, ma presenta a sinistra l’ingresso della chiesa, al centro, quasi in posizione dominante, il campanile e a destra la fac-ciata di un antico ospedale. Un trio di edifi-ci affiancato l’uno all’altro con l’eccezione della torre campanaria in mezzo. L’Annun-ziata fu edificata tra il XVI ed il XVII se-colo mentre adiacente al complesso, tra il XVIII ed il XIX secolo, si sviluppò l’edi-ficio dell’ospedale nato a fini assistenziali. La torre campanaria, invece, risale al XVIII secolo: si innalza verso l’alto per tre piani poggiando su un basamento in piperno. Al secondo livello fa bella mostra di sé, in solitaria, un elegante orologio meccanico di forma tondeggiante sormontato, in al-to, da un duplice ordine di campane. Ogni piano del campanile è differente dall’al-tro, un particolare, questo, che conferisce all’architettura una certa eleganza, conte-nuta però dalla classica bicromia grigio pi-perno- arancione dei mattoni che rende la torre, al tempo stesso, severa e auste-ra. La chiesa di Giugliano conserva nume-rose tele di artisti della scuola napoletana tra cui quelle di Massimo Stanzione e Car-lo Sellitto. Merita assolutamente di essere

visitata. Così come merita un gran tour la Real Casa Santa dell’Annunziata ad Aversa con il suo orologio “double face” che svet-ta a pochi metri dall’ingresso dell’edificio. E’ questo un istituto di beneficenza sorto all’inizio del XIV secolo. Nel 1776 la strut-tura religiosa fu unita alla vicina torre cam-panaria (realizzata nel 1712 in sostituzio-ne di quell’antica, risalente al XV secolo) da un arco a tutto sesto disegnato dall’ar-chitetto Giacomo Gentile. Si tratta di Por-ta Napoli, divenuta, col tempo, il simbolo storico e autentico della cittadina dell’A-gro, nel bene ma anche nel male. Questo perché gli aversani, nelle frequenti liti che nel corso dei secoli li vedevano opposti ora ad un Comune ora all’altro, venivano tra-dizionalmente tacciati di essere degli “op-portunisti”. Di avere insomma una doppia faccia. Proprio come i due quadranti (fac-ce) del grande orologio posto sul possen-te arco della Porta. Sia l’arco che l’orologio sono stati realizzati con lo stesso materia-le e stile della torre campanaria. E ora spostiamoci a Castellammare di Sta-bia. Certo, il passo non è particolarmen-te breve, tuttavia merita di essere compiu-to fino in fondo. E’ qui, infatti, nella città delle acque termali, che sorge l’antica area della “Marina Grande”, oggi nota in tutta la città come piazza dell’Orologio (o piaz-za Cristoforo Colombo se vogliamo tene-re fede alla toponomastica ufficiale). Nel corso del Settecento, dopo la demolizione dell’antica cinta muraria che la circonda-va, quest’area fu trasformata in una vera e propria “piazza del mercato”, divenen-do il luogo in cui si svolgevano gli scambi di merci provenienti dal vicino porto. Fu in quegli anni che venne manifestandosi, vi-

sta anche l’ampiezza della piazza ed il fat-to stesso che, al di là delle bancarelle, l’a-rea fosse sostanzialmente spoglia di arredi urbani, l’esigenza di dotarla di un orolo-gio luminoso che potesse essere visto an-che da lontano e dalle navi alla fonda. In un primo tempo l’autorità municipale pen-

sò di utilizzare un vecchio orologio dismes-so del vicino cantiere Navale, ma successi-vamente, visti i costi elevati che richiedeva la riparazione del macchinario, fu deciso di commissionarne uno nuovo alla ditta Au-gusto Barnard di Napoli. Nello stesso tem-po fu anche stabilita la costruzione di una

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10. e 11. Campanile della Chiesa dell’Annunziaa Giugliano di Napoli

12. Torre dell’orologio a Castellammare di Stabiadella fine dell’800

10. and 11. Church steeple dell’Annunzia in Giugliano of Naples12. Clock Tower in Castellammare di Stabia of the 1800

ues representing the virtues of Charles III. The project also included the building of the clock tower that surmounts the niche over the entrance to the “Convitto na-zionale Vittorio Emanuele II”, a former Jesuit boarding school. The tower was built only in 1853, when the clock start-ed to strike with extreme precision hours, minutes, and seconds. The clock was so sharp because it was one of the few in the whole Europe capable of indicating the zenith, the highest point of the Sun. Nonetheless, the clock of piazza Dante remained still. It has been then restored by Banco di Napoli Foundation, thanks to the suggestion of a teacher of the “Con-vitto”, who found out the importance of this unique clock.In via dei Tribunali there is Cappella del Monte dei Poveri, made in 1663 on a drawing by don Giuseppe Caracciolo, and englobed into Palazzo del Monte dei Poveri, dating back to the 1500s. Its ele-gant façade, mixing Classic and Baroque shapes, was restored during the 1700s by Gaetano Barba and then crowned by the marvellous clock in 1740.In Giugliano, just outside Naples, there is the church of the Annunziata (called also of the Ave Gratia Plena). The façade is unique: on the left there is the entrance to the church, at the centre the bell-tow-er, and on the right the façade of an old hospital. The Annunziata was built be-tween the 16th and the 17th centuries, while the hospital was developed be-tween the 18th and the 19th centuries. The bell-tower dates back to the 18th century: it has three floors and a trachyt-ic rock base. On the second level there is

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alta torre di stile arabeggiante, piramida-le, sulla quale collocare l’orologio con due campane. Entrambi i progetti furono ap-provati in Consiglio comunale nella seduta dell’11 marzo 1869, ma solo il 27 febbraio 1871 si procedette con la costruzione della torre e del suo straordinario segnatempo meccanico. Curiosità. Una delle campane montate sulla sommità della torre fu rica-vata dalla fusione delle campane che fino a pochi mesi prima avevano fatto sentire il loro rintocco nel non distante Duomo sta-biese. Per il suo caratteristico suono in si bemolle, il sindaco di Napoli, barone Nolli, il 21 marzo del 1872 chiese al primo citta-dino stabiese di poter trattenere a Napo-li per circa un mese la campana da poco fusa e realizzata dalla stessa ditta Barnard, affinché se ne potesse far uso per la prima della rappresentazione del dramma lirico “Manfredo” che si doveva tenere in quel mese al Teatro San Carlo. Il sindaco di Ca-stellammare accettò e per la campana del-la “Torretta dell’orologio” il battesimo fu piuttosto singolare vista la platea del Mas-simo Napoletano. La torre ed il suo orolo-gio, guasti per un quindicennio, sono sta-ti sottoposti di recente a lavori di restauro recuperando così il proprio ruolo di luogo simbolo per tutti i cittadini stabiesi.Passiamo ora ad un altro monumento-simbolo: la Torre dell’Orologio di Avellino, autentica icona in stile barocco del capo-luogo irpino. Il fabbricato sovrasta Piaz-za Amendola, dall’alto dei suoi 36 metri e presenta un basamento a bugne quadra-te. In origine aveva due piani, con quello più elevato aperto. Successivamente, se ne aggiunse un terzo che fu poi dotato di un caratteristico orologio a campane e della

“diana” che suonava a martello in caso di pericolo. Volendo dar retta alla tradizione, la Torre sarebbe stata edificata sui resti di una delle torri di guardia delle antiche mu-ra di Avellino in epoca paleocristiana. Ma è molto più probabile che sia stata realizzata nel corso del Seicento. Sembra che a volerla sia stato il princi-pe Francesco Marino Caracciolo il quale desiderava una struttura del genere per rappresentare l’idea della nuova città ri-disegnata dalla sua famiglia. Francesco avrebbe affidato il progetto della torre a Cosimo Fanzago, che si avvalse della col-laborazione di Giovan Battista Nauclerio. Come tutti i monumenti secolari, la Torre di Avellino ha vissuto le conseguenze dei vari terremoti, non ultimo quello del 1980 quando crollò quasi interamente, il che re-se necessaria una ricostruzione con alcuni

elementi originali. Segnatempo compreso.Bella ed imponente, infine, è anche la Tor-re dell’Orologio di Capri, chiamata anche “torre della Piazzetta”. Stiamo parlando di uno dei luoghi più famosi e carismati-ci dell’Isola Azzurra, ripreso e immortala-to in migliaia di foto e gouaches. La torre con il suo straordinario orologio, si innal-za in uno degli angoli più suggestivi della famosa piazzetta. Datata X-XI secolo ap-parteneva, forse, ad un antico convento bizantino, dedicato a Santo Stefano. Re-staurata e rinnovata nel corso del XVIII se-colo, la “torre della Piazzetta” ha una ba-se quadrata ed è adornata, alla sommità, da una cupola di stampo orientaleggiante e da un colorato orologio maiolicato risa-lente, forse, al XVIII secolo. Un segnatem-po straordinario ed elegante. Come l’am-biente che lo circonda.

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a round mechanical clock surmounted by a double order of bells. The classic con-trast between the grey of the trachytic rock and the red of the bricks gives to the tower an austere look. The church keeps a lot of paintings by Neapolitan artists like Massimo Stanzione and Carlo Sellitto. Also the Real Casa Santa dell’Annunziata in Aversa is worth a visit, with its “dou-ble face” clock. It was built at the begin-ning of the 14th century. In 1776 the re-ligious structure was united to the near bell-tower built in 1712, by the means of a round arch drawn by Giacomo Gentile. It is called Porta Napoli and it is the sym-bol of Aversa.In Castellammare di Stabia stands the ancient area of “Marina Grande”, today known as piazza dell’Orologio (or piazza Cristoforo Colombo). During the 1700s, after that the old walls were demolished, this area was transformed into a market place. It was then decided to build a clock that had to be seen even from the afar. A clock was then commissioned to the “Augusto Barnard” firm in Naples. At the same time, it was decided the building of a high tower to host the clock and the two bells. The works started on the 27th February1871.One of the bells was obtained by the fu-sion of the bells of the Dome of Stabia. For its characteristic sound the mayor of Naples, baron Nolli, on the 21st March 1872 asked to the mayor of Stabia to lend the bell to Naples for one month, to use it during the representation of the

lyrical drama “Manfredo” in the San Carlo Theatre. Obviously, the mayor of Castel-lammare accepted. The tower and its clock underwent a recent restoration, and today are again a symbol for the citizens.The Tower of the clock in Avellino is a real Baroque icon. It dominates Piazza Amendola, from its height of 36 metres and its base of square ashlar. Originally it had two floors, then a third one was added together with its typical bell-clock. According to the tradition, the Tower has been built over the remains of a guard tower of the ancient city walls, dating back to Pre-Christian times. But, more likely, it has been built during the 1600s, by the will of prince Franc-esco Marino Caracciolo, who commis-sioned the project of the tower to Cosi-mo Fanzago, who worked together with Giovan Battista Nauclerio. During the earthquake of the 1980, the tower was almost completely destroyed, and it was then restored with some of the original elements.Last but not least, the Tower of the clock in Capri, also called the “tower of Piazzet-ta”, one of the most famous places of theBlue Island, for its charming position. It dates back to the 10th-11th centu-ry and probably belonged to a Byzantine monastery devoted to Saint Stephen. Restored during the 18th century, the tower has a square base and is adorned on the top by an oriental-like dome and a colourful majolica clock that can be dated to the 18th century.

13. Orologio Real Casa Santa dell’Annunziata ad Aversa - 14. Torre dell’orologio della piazzetta a Capri

13. Watch Real Casa Santa Annunziata Aversa - 14. Clock Tower in the square in Capri

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Tracce di grandi pittori

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Quando Napoli imparò il fiorentinoWhen Naples learned Florentine Dai dipinti del refettorio di Sant’Anna dei Lombardi alla Crocifissione di San Giovanni a Carbonara, ecco come Giorgio Vasari esportòla “buona maniera” dei toscani nella città del Golfo

From the paintings of Sant’Anna dei Lombardi refectoryto the Crucifixion of San Giovanni a Carbonara, Giorgio Vasari exported the Tuscan “good manner” into the city of the Gulf

V AValido architetto, pittore provetto. Ma soprattutto grande scrittore. Insomma, il classico umanista. Esperto un po’ in tut-te le arti come i vari Michelangelo e Leo-nardo erano stati prima di lui. Fu questo e tanto altro ancora Giorgio Vasari, arti-sta aretino balzato agli onori delle crona-che per il suo celebre trattato delle “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e archi-tettori italiani, da Cimabue insino a’ tem-pi nostri”, pietra miliare della storiografia artistica nazionale. L’opera, pubblicata la prima volta nel 1550, rappresenta anco-ra oggi un vero e proprio punto di par-tenza per la conoscenza della vita e delle opere dei quasi duecento artisti impegna-ti tra il XIII e il XVI secolo ad abbellire chie-se, cattedrali e palazzi del Belpaese. Cre-

Architect, painter, writer. A humanist ex-pert in various arts, like Michelangelo and Leonardo before him. Giorgio Vasari from Arezzo is famous for his treatise Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architet-tori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, a milestone of the national artistic historiography. Published in 1550, it is a starting point for the study of the life and works of the nearly 200 artists described, who decorated Italian churches, cathe-drals, and palaces among the 13th and the 14th century. Friend of Buonarroti, artist in Florence for Cosimo I de’ Medici, he spent few months in Naples between 1544 and 1545, where he worked for the Viceroy don Pedro de Toledo, religious or-ders, and members of the nobility. Vasari

di Gianni Reale

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and his school exported in Southern Italy the Florentine “good manner”.His first work in Naples was in the church of Santa Maria di Monte Oliveto, today Sant’Anna dei Lombardi. Vasari was called there to embellish the refectory. It is said that, when he first saw the room, in pure Gothic style, he wanted to refuse the job because of the lack of sufficient light. In the end, Vasari accepted the commission, and covered the vaults with stucco, fram-ing them with geometrical decorations.The decoration of the vault was divided in three parts, adorned with grotesques, allego-ries, and symbolic elements; each part hosted a fresco devoted, respectively, to Faith, Reli-gion, and Eternity. It is considered the most

In apertura, la Sacrestia della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, con la volta dipinta dal Vasari - 1. La volta della Sacrestia dipinta dal Vasari - 2. Soffitto cassettonato della chiesa di Sant’anna dei Lombardi - 3. Dettaglio della volta di una delle cappelle della chiesa di Sant’anna dei Lombardi

Open with the Sacristy of the hurch of Sant’Anna dei Lombardi, with the ceiling painted by Vasari - 1. the time of the Sacristy painted by Vasari - 2. tray ceiling born of Sant’Anna dei Lombardi - 3. detail the time of one of the chapels of Sant’Anna dei Lombardi

sciuto alla scuola del grande Buonarroti e poi interprete delle iniziative promosse a Firenze da Cosimo I de’ Medici, Vasari tra-scorse un breve ma denso soggiorno nella città del Vesuvio, dove si fermò pochi me-si a cavallo fra il 1544 ed il 1545. A Napoli l’artista di Arezzo lavorò per il Vicerè don Pedro da Toledo, ma anche per alcuni or-dini religiosi e membri della nobiltà che a lui si erano rivolti per abbellire i loro sacri edifici. Un breve periodo che tuttavia ha lasciato tracce indelebili nella cultura par-tenopea ed in quella meridionale poiché Vasari e la sua schiera di allievi esportaro-no a Sud la “buona maniera” dei fiorenti-ni, che in quegli anni tanto successo ave-va riscosso nella Roma dei Papi.

Il primo “appalto” made in Naples lo staff dell’umanista tuttofare lo ricevette dai frati del monastero della chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto, l’attuale Sant’An-na dei Lombardi. Vasari, che quanto ad addobbi e scenografie era un autenti-co maestro (a soli 19 anni aveva decora-to un arco trionfale allestito a Bologna in occasione dell’incoronazione di Carlo V), fu chiamato per decorarvi l’antico refet-torio dei monaci. Si racconta che alla vi-sta di quello stanzone, concepito in puro stile gotico, fu quasi sul punto di fare die-trofront e rifiutare il lavoro, essendo il re-fettorio “fatto d’architettura antica e con le volte a quarti acuti e basse e cieche di lumi, dubitando di non avere ad acqui-

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starvi poco onore”. Alla fine si convinse ed accettò la commissione impegnandosi a ricoprire di stucco tutte le volte del va-no incorniciandole con geometriche e lu-minose decorazioni per “levar via - lasciò scritto - con ricchi partimenti di maniera moderna, tutta quella vecchiaia e goffez-za di sesti dell’arte gotica”.In tal modo la volta della stanza, che in quel tempo ospitava i monaci durante i pasti, fu suddivisa in tre ambiti, riccamen-te decorati da grottesche, allegorie ed elementi simbolici, dominati ciascuno da tre affreschi principali, dedicati, rispettiva-

mente, uno alla Fede, uno alla Religione e l’altro all’Eternità. L’opera è oggi conside-rata la più importante testimonianza del Manierismo a Napoli. Durante l’esecuzio-ne dei dipinti, Vasari ed i suoi collaborato-ri eseguirono anche due trittici (uno desti-nato alla controfacciata, l’altro alla parete di fondo del salone-mensa). Delle sei ta-vole originali, tre sono oggi conservate al Museo di Capodimonte (raffiguranti, ‘Presentazione al tempio’, ‘Resurrezione’, ‘Cena in casa del Fariseo’ ), mentre altri due spicchi (raffiguranti, ‘Mesè’, e ‘La Ca-duta della Manna’), donate da Ferdinan-

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important piece of Mannerism in Naples.Vasari and his collaborators made also two triptych: today three of the six origi-nal tables are kept in Capodimonte Muse-um (Presentation in the Temple, Resurrec-tion, Dinner in the Pharisee House), while other two (Moses and The Fall of Manna), are in the Diocesan Museum of the Archi-episcopal Palace in Palermo, a gift by Fer-dinand of Bourbon.In 1688, the refectory was turned into a sacristy (the Sagrestia del Vasari). Extraor-dinary inlaid panels from the Old Sacris-ty were added, made between 1506 and

do di Borbone, sono oggi esposti a Paler-mo, tra i tesori del Museo Diocesano di Palazzo Arcivescovile della città siciliana. Nel 1688, il refettorio fu trasformato in sacrestia (da qui la “Sagrestia del Vasari”) ed alle pareti dell’antica “mensa” furono aggiunti alcuni straordinari pannelli intar-siati, provenienti dalla Sacrestia Vecchia, realizzati tra il 1506 e il 1510 dal frate oli-vetano Giovanni da Verona. I pannelli mostrano vedute di paesag-gi dall’alto e finte armadiature a trompe l’oeill di grande impatto emotivo. La strut-tura antica venne inglobata in una nuova

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cornice decorata da una serie di statuette raffiguranti i Santi dell’Ordine. A Napoli Vasari si occupò di arricchire an-che un’altra chiesa: quella di San Giovan-ni a Carbonara dove dipinse una meravi-gliosa Crocifissione e un ciclo di 24 tavole lignee che decoravano originariamente l’armadiatura della Sacrestia della chie-sa, distrutta da un bombardamento del 1941 (alcune tavole superstiti sono ora al Museo di Capodimonte). Si tratta di un’opera che, per i suoi giochi di contrasto tra luce e colore, sembra ri-sentire non poco dell’influenza dell’inarri-vabile Caravaggio. La tela, che in realtà fu realizzata a Roma e solo successivamen-te trasferita a Napoli, gli fu commissiona-ta dal cardinale Gerolamo Seripando per la sua cappella di famiglia. E qui rimase fi-no al 2011 quando, a causa del restauro della cappella gentilizia, è stata esposta nel poco distante presbiterio della chie-sa, accanto al monumento sepolcrale di re Ladislao. Il Cristo raffigurato da Vasari sembra qua-si uscire dalla tela. E’ di proporzioni do-minanti. La sua figura campeggia in una sorta di “isolamento”. Ed è questo il mo-do scelto dall’artista per mettere in pri-mo piano la crudeltà e la sofferenza pati-te dal figlio di Dio al culmine del suo triste calvario.La cattedrale dedicata a Santa Maria As-sunta, infine, custodisce gli ultimi capola-vori firmati dal Vasari a Napoli. Anche in questo caso, come per la Crocifissione di San Giovanni a Carbonara, le opere furo-no realizzate nella città del Tevere e solo successivamente trasportate in riva al Gol-fo. Committente, in quel caso, fu il cardi-

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1510 by the Olivetan monk Giovanni from Verona. The old structure was incorporat-ed in a new frame enriched by the statues of the Saints of the Order.In the church of San Giovanni a Carbon-ara Vasari painted a marvellous Crucifixion, and a series of 24 wood tables that origi-nally decorated the Sacristy, destroyed by a bomb in 1941 (some are in Capodimonte Museum). This masterpiece seems to have been influenced by Caravaggio. The canvas was made in Rome, commissioned by the cardinal Gerolamo Seripando for his family chapel, where it has been until the resto-ration of 2011, when it has been moved to the presbytery. The Christ painted by Vasari dominates the scene, in a sort of isolation: in this way the artist wanted to highlight his sufferance at the end of the Calvary.The church of Santa Maria Assunta kept the works commissioned by the cardinal Ra-nuccio Farnese: the paintings that decorat-ed the doors of the Baroque organ made in 1549 by Giovan Francesco de Palma. Vasa-ri painted a Nativity, visible when the instru-ment was closed, and the Seven Patrons of Naples, visible when the organ was opened. The Saints recall the lords of Farnese House (e.g. San Gennaro is Pope Paul III, ancestor of the cardinal). Today the doors are kept on the left wall of the transept in the Cathedral of Naples, while the organ can be seen in the church of Santa Maria la Nova.

nale Ranuccio Farnese. Stiamo parlando dei quattro dipinti che un tempo abbel-livano le portelle dell’organo barocco co-struito nel 1549 dall’architetto Giovan Francesco de Palma in collaborazione con Alessandro Raimondi e Nicola de Spellis. Lo strumento fu collocato sotto l’ultima arcata del Duomo, all’incrocio del transet-to di destra. Secondo la prassi rinascimentale, l’orga-no era chiuso con due ante che, per vo-lontà del cardinale Farnese, furono af-fidate all’estro del Vasari. Due i dipinti “firmati” dal maestro. Quello raffiguran-te la Natività tipica del presepe, era visi-bile quando lo strumento era chiuso; l’al-tro, raffigurante i sette Patroni di Napoli (San Gennaro, Sant’Aspreno, Sant’Agrip-pino, Sant’Eufebio, San Severo, Sant’A-gnello e Sant’Anastasio), quando l’orga-no era aperto. Nelle immagini dei Santi, come atto di omaggio nei confronti del ricco e poten-te committente, Vasari fece “riecheggia-re” i ritratti dei signori di Casa Farnese (in quello di S. Gennaro, ad esempio, vi si riconosce Papa Paolo III, avo del cardi-nale Ranuccio). Le portelle sono oggi in mostra nella parete di sinistra del transet-to del Duomo di Napoli, poiché l’organo, successivamente, fu spostato nella chie-sa di Santa Maria la Nova privo delle an-te di chiusura.

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4. Portella del Vasari raffigurante la Natività - 5. Portella del Vasari raffigurante i sette patroni di Napoli - 6. Transetto di sinistra del duomo di Napoli dove sono esposte le due portelle - 7. Interno chiesa San Giovanni a Carbonara - 8. Dipinto del Cristo dipinto dal Vasari esposto nella chiesa di San Giovanni a Carbonara

4. little door of Vasari depicting the Nativity - 5. little door of Vasari depicting the seven patrons of Naples6. left transept of the cathedral of Naples, which exhibits the two little doors - 7. internal church San Giovanni in Carbonara - 8. painting of Christ painted by Vasari exposed in the church of San Giovanni a Carbonara

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Giostre e Quintane

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Spettacoli della storia

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Così continua a vivere il MedioevoMiddle Ages live again

Ogni anno in Campania centinaia di feste storiche riecheggianoi secoli passati. Da Nola a Faicchio, Charme propone una selezionedi giostre, quintane e palii organizzati nei borghi della regione.Tutti da non perdere

Every year in Campania thousands of historical festival echo the past centuries. From Nola to Faicchio, Charme proposes a selection of jousts, quintains, and palios organized in the hamlets of the region. That cannot be missed

S ESono tante, belle, caratteristiche, curiose. Non tutte conosciute, certo. Ma di sicuro affascinanti e dal sapore fortemente evo-cativo. Ogni anno attirano migliaia di tu-risti e visitatori, seducendoli con i colori della tradizione e le offerte irresistibili del-la tavola. Sono le feste medievali e le rie-vocazioni storiche dei borghi della Cam-pania. Autentiche chicche della terra di Virgilio e San Gennaro. Da Caserta a Be-nevento, passando per Napoli, Salerno ed Avellino, non c’è angolo di questa regio-ne che non possa elencarne almeno una. D’altronde è o non è la “Capuania” una

Every year attract thousands of visitors: the Medieval festivals and the recollections of historical events of Campania hamlets are something that cannot be missed. After all, Capuania is a land rich of history and legends. In Terra Felix there are more than 500 municipalities, and each of them has a past worthy to be recalled. Being forced to make a selection among them, we have decided to talk about the small villages that usually find little space in the road maps of international tourism. And where, at the same time, folklore lives its more authentic and genuine triumph, with parades, danc-

di Rosanna Nastro

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Giostre e Quintane

delle terre più ricche di storia e leggende di tutto il Vecchio Continente? Il nostro problema è proprio legato all’abbondan-za. Pensate, nella sola Terra Felix si conta-no più di 500 Municipalità, ognuna del-le quali vanta un passato degno di essere raccontato. Sceglierne una a discapito di un’altra, è già fare torto in partenza, tan-to ricca e densa è la storia a queste lati-tudini. Ma le regole del “foglio” ci sono e vanno rispettate. Dunque la selezione va fatta, anche a costo di sacrificare un even-to al posto di un altro. Seguendo, in que-sto caso, un criterio preciso: dare priorità a quei borghi che magari trovano, di soli-to, poco spazio nelle “road map” del turi-smo mondiale. E dove, però, non di rado, il folklore vive il suo più autentico e genu-ino trionfo, tra sfilate di cortei, balli, gio-stre e quintane.

Partiamo da Nola, cittadina della provincia napoletana dalle origini antichissime (pare sia stata fondata nel VII secolo a.C. dalla popolazione italica degli Ausoni, anche se non mancano, sul suo territorio, tracce di insediamenti umani addirittura al paleoli-tico come attesterebbero i resti del villag-gio di palafitte oggi in mostra nel locale museo archeologico) che ha dato i natali al filosofo Giordano Bruno. E’ qui che ogni anno, a giugno, in ono-re di San Paolino da Bordeaux, si celebra una delle ricorrenze più famose e segui-te di tutto il panorama religioso italiano: la Festa dei Gigli, organizzata per cele-brare il ritorno in città del vescovo Pon-zio Meropio Paolino dalla prigionia. Il fat-to risale alla prima metà del V secolo e si racconta che in occasione del ritorno a Nola, il prelato di origini francesi fu accol-

to dalla sfolla con lo sventolio dei gigli. Da qui la celebre ricorrenza. Ebbene è pro-prio in occasione della Festa che, da ol-tre un trentennio, grazie all’impegno de-gli appassionati dell’associazione Fag per Nola, si tiene il Corteo Storico degli Orsi-ni (che dal 1269 al 1533 furono i signori di queste lande). La kermesse si apre con la sfilata dei ca-taletti, base su cui poi saranno innalzate le macchine verticali dei gigli. I figuranti indossano costumi ed abiti d’epoca che si rifanno allo stile del XIV secolo. Insie-me danno vita ad una vera e propria sfi-lata nel corso del quale riprendono vita e forma le arti, i mestieri e le abitudini della città del Quattrocento, compreso un vero e proprio combattimento (la “giostra del-la spada teutonica”) tra spadaccini, alle-stito nell’accampamento della guardia. Il

Corteo degli Orsini percorre le vie princi-pali del Centro, accompagnato, a secon-da delle circostanze, da falconieri, artisti, suonatori, danzatori e poeti. Di grande impatto è la cerimonia conclusiva che si tiene in Piazza Duomo, dove il conte con-segna simbolicamente le chiavi di Nola al maestro del mercato. Identico è il fascino che si sprigiona dalla Giostra di Castello del Matese, in provin-cia di Caserta. Organizzata dall’Associa-zione culturale Cluvia, la manifestazione rievoca un fatto storico realmente accadu-to, risalente al 1460 quando Castello, roc-caforte di Piedimonte Matese, resistette strenuamente all’assedio portato dai ba-roni ribelli. In quella occasione, la difesa del maniero costruito dai re normanni e di cui ancora oggi è possibile ammirare i re-sti (alcune torri circolari e tratti delle mura

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es, jousts, and quintains. Let’s start from Nola, a city founded in the 7th century B.C. by Italic populations, and that bears the traces of Palaeolithic settlements. Here the philosopher Giordano Bruno was born.Every year on June there is a festivity in honour of St. Paul from Bordeaux, the Lil-ies Festival, celebrating the return of the bishop Ponzio Meropio Paolino from the captivity in the first half of the 5th centu-ry. On that occasion, he was greeted with waving lilies. Since 30 years there is the “Historical Parade of the Orsini”, the lords of these lands from 1269 to 1533. The cer-emony starts with the parade of the cof-fin on which will be raised the lilies. The participants wear period costumes and the life, arts, and crafts of the city during the 1400s come back to life. The parade is ac-companied by falconers, artists, musicians,

In apertura, momenti delle diverse Feste Medioevali che si organizzano in Campania - 1. 2. 3 e 4. Momenti della Festa dei Gigli di Nola con la sfilata delle macchine verticali - 5. 6. 7. e 8. Scorci della Giostra di Castello Matese, comune in provincia di Caserta

Open with moments of the different Medieval Festival we are organized in Campania - 1. 2. 3. and 4. Moments of the Feast of the Gigli of Nola with the parade of vertical machines - 5. 6. 7. and 8. Glimpses of the Tournament of Castello Matese, town in the province of Caserta

dancers, and poets. During the closing cer-emony the count gives symbolically the keys of Nola to the master of the market.The Joust of Castello del Matese, near Ca-serta, recollects an event that happened in 1460, when the rock Castello withstood to the siege of the rebel barons. The defence of the castle built by the Norman kings, whose remains can still be seen today, was assigned to count Onorato Gaetani, prince of Piedimonte. The joust takes place every first Sunday of August and it is preced-ed by music, dances, and games in all the streets near the old Medieval fortress and the church of Santa Croce, dating back to the 10th century and was then restored in Baroque style after the earthquake of 1688. The “Banquet of the Districts” is a unique chance to savour the typical dish-es of the local tradition. The Joust engag-

costruite con l’utilizzo di pietra locale), fu affidata al conte Onorato Gaetani, princi-pe di Piedimonte, nonché fedelissimo del re di Napoli, Ferdinando I d’Aragona. La Giostra va in scena ogni prima domeni-ca di agosto ed è preceduta dai festeggia-menti a base di musiche, danze e giochi che si svolgono il venerdì ed il sabato nelle strade del paese all’ombra dell’antica for-tezza medievale e della millenaria chiesa della Santa Croce, risalente al X secolo (la parrocchia fu restaurata, in stile barocco, dopo il terremoto del 1688. Oggi conser-va alcune straordinarie icone intagliate e originali decorazioni in stucco).Particolarmente suggestivo è il Banchet-to delle Contrade: viene “apparecchiato” nelle piazzette nascoste di Castello e co-stituisce l’occasione più ghiotta per as-saggiare i piatti tipici della tradizione lo-

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di origine medievali dedicata a san Tom-maso (a partire dal 1777). E’ a pochi pas-si da qui, per la precisione a Vairano Sca-lo, in località Taverna della Catena, che il 26 ottobre del 1860, secondo alcuni sto-rici (ma la materia è ancora oggetto di di-scussione) sarebbe avvenuto il famoso in-contro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Ed è sempre qui che dal 2002, nel secon-do week end di agosto, grazie all’impe-gno della locale Pro Loco, si organizza il Palio della Vittoria. Fulcro della manifestazione che vede “battagliare”, tra loro, quattro contrade (Terra, Fratta, Piazza e Greci) sono il “Tor-neo Arcieristico”, che consiste in una sfida fra tiratori di frecce e il “Torneo Cavalle-resco” che vede impegnati i combatten-

ti in un “duello cortese” in armatura. Il trofeo andrà alla contrada vincitrice che lo custodirà con cura e dovrà poi espor-lo fino all’edizione successiva. Sempre in provincia di Caserta, questa volta a Ses-sa Aurunca, fin dal 1971 si svolge il “Gran Torneo dei Quartieri”. Vi prendono parte le squadre dei nove quartieri in cui è sud-divisa la città e che, al termine di tutta una serie di performance spettacolari e avvin-centi (tiro alla fune, caccia al tesoro, corsa nei sacchi, rottura della pignatta, porta-tori d’acqua, ecc.), si aggiudicheranno un “Palio” recante le insegne della Città. An-che a Sessa, città dalle lontane origini co-me testimoniano i resti dell’antico anfite-atro romano e la cattedrale di San Pietro e Paolo, costruita con materiali provenienti

cale. La Giostra vera e propria impegna le tre contrade del borgo: Cavallo, Plata-no e Torre. Ciascuna schiera sul terreno di gara, ricavato nella centralissima piaz-za Roma, il suo cavaliere più bravo il qua-le, armato di lancia e in sella a un cavallo, si getta al galoppo nel tentativo di infi-lare quanti più anelli possibili posiziona-ti lungo il percorso. Il più bravo assicurerà la vittoria alla propria contrada e quindi la conquista del palio. La Giostra è precedu-ta da un particolare cerimoniale con tan-to di corteo storico e annesso spettacolo degli sbandieratori.Di palio in palio, restiamo in Terra di Lavo-ro e spostiamoci a Vairano Patenora, uno dei borghi medievali più belli della Cam-pania. Qui la storia è di casa. Basta da-re un’occhiata ai monumenti che vi sono ospitati. Dal castello aragonese, innalza-to sui resti di una preesistente rocca nor-manna e sveva, tra il 1491 e il 1503, per volere di Innico II d’Avalos, ai resti della cinta fortificata risalente al Medio Evo. Dall’Abbazia della Ferrara, innalzata nel-la seconda metà del XII secolo e nota per aver dato ospitalità a Federico II di Sve-via ed al futuro papa Celestino V; fino alla trecentesca chiesa di San Bartolomeo (ri-costruita tra il Settecento e l’Ottocento). Ancora: svettano a queste latitudini an-che la cinquecentesa Chiesa della Madon-na di Loreto. E quella quasi sicuramente

da edifici di epoca latina (il duomo fu con-sacrato nel 1183), va in scena uno spetta-colare e seguitissimo corteo storico che si snoda dalle strade del centro attraverso le rampe del Castello Ducale fino a “Piazza de lo Mercato” dove si tiene la spettaco-lare “Gara della Balestra”.Un momento analogo e altrettanto fa-scinoso si vive anche a Faicchio, nel Be-neventano, teatro, ai primi di settembre, di una assai suggestiva festa denomina-ta Medievalia. Si tratta di un più vasto e complessivo programma di festeggiamen-ti articolato in tre giorni nel corso dei quali il borgo fa un balzo all’indietro nel tempo di quasi settecento anni, trovandosi cata-pultato in pieno XIV secolo. Faicchio, che ha comunque mantenuta intatta la sua

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Giostre e Quintane

9. 10. 11. e 12. Festa Medievale di Vairano Patenora,antico borgo di Terra di Lavoro

9. 10. 11. and 12. Medieval Festival of Vairano Patenora,an ancient common of Terra di Lavoro

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es the three districts of the hamlet: each of them deploys its best horseman, who tries to get as many rings as possible during his run. The winner assures the prize to his dis-trict. This event is preceded by a ceremony involving a parade of flag-fliers.Vairano Patenora is one of the most charming hamlets of Campania. It hosts so many monuments: the Aragonese castle, built on a Norman rock between 1491 and 1503; the remains of the fortified Medie-val walls; the Ferrara Abbey, dating back to the second half of the 12th century, which hosted Frederick II of Swabia and the fu-ture Pope Celestino V; the churches of San Bartolomeo, of Madonna di Loreto, and of San Tommaso. Not far from here, in Vaira-no Scalo, on the 26th October, some his-

torians think that Victor Emmanuel II and Garibaldi met. And here, since 2002, on the second week-end of August “Palio della Vittoria” takes place. The hearth of the performance that involves four dis-tricts is constituted by the “Archer’s Tour-nament” and the “Knightly Tournament”, where the participants fight a “courtly duel” dressed with armours.In Sessa Aurunca, since 1971 “Gran Tor-neo dei Quartieri” involves the teams of the nine quarters of the city that, after a series of spectacular performances, will win a prize with the standard of the City. Sessa has ancient origins, like the Roman remains testify, together with San Pietro e Paolo cathedral, built with materials dat-ing from the Latin era. The parade winds

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impronta di borgo antico (basta dare uno sguardo alla mole del castello ducale co-struito nel XII secolo dai conti Sanframon-do o ai resti delle mura megalitiche che ancora avvolgono la cima del vicino mon-te Acero per non dire del ponte di epoca romana che la tradizione assegna al dit-tatore romano Quinto Fabio Massimo) si trasforma così in un palcoscenico a cie-lo aperto con spettacoli di strada, stand gastronomici, sbandieratori, musici e per-sonaggi in costume che si muovono pro-prio come se fossero in un caratteristico borgo del 1300. E’ nel corso di Medieva-lia che si svolgono alcune tra le più sug-gestive disfide come il Palio degli Arcie-ri che impegna i rappresentanti delle otto contrade del villaggio (Favicella, Caudara, Casali, Cortisano, Fontanavecchia, Mac-chia, Marafi e Massa). Ma anche il Palio della Botte, il Tiro alla Fune ed il Palo del-la Cuccagna. Tre gare, quest’ultime, che mettono in palio punti che poi andranno a sommarsi a quelli previsti nella sfida più seguita e avvincente di tutta la kermesse: la Quintana di Faicchio, una gara di abili-tà e di destrezza che vede impegnati ot-to cavalieri (uno per ciascuna delle contra-de) per la conquista dell’ambito trofeo. E una Quintana è anche quella che si dispu-ta a Melizzano, storico feudo del conte di Caserta, oggi ubicato nella stessa pro-vincia sannita: cinque cavalieri, in rappre-sentanza delle contrade di Rimembranza, Starza, Tiglio, Torello e Valle Corrado, ar-mati di lancia, si lanciano a cavallo contro una sagoma simboleggiante un guerriero saraceno. Devono infilare un anello che, ad ogni passaggio, si restringe fino a di-ventare sempre più piccolo. Chi ne infile-

rà di più garantirà il successo alla propria contrada. Anche la Quintana di Melizza-no è anticipata da un grande corteo stori-co in abiti d’epoca, che sfila per le strade del centro con il corollario di sbandierato-ri, archibugieri e arcieri lambendo le mu-ra del castello gotico che troneggia con i suoi merli di stampo ghibellino e le am-pie arcate ogivali del cortile. Ed ora tra-sferiamoci nel Salernitano per assaporare il fascino guerriero della Disfida dei Trom-bonieri di Cava de’ Tirreni, una delle cele-brazioni più antiche di tutta la Campania.

Ricorre normalmente il primo fine setti-mana di luglio e rievoca la famosa Disfi-da del 1460 quando cinquecento combat-tenti cavesi non esitarono ad impugnare il pistone (il fucile di allora, una sorta di ar-chibugio a canna corta simile a una trom-ba, da cui il nome di “trombonieri”) per difendere re Ferdinando I d’Aragona dal-le mire di Giovanni d’Angiò le cui milizie furono attaccate e fermate, al termine di un cruento scontro, alla foce del Sarno. Colpito dal gesto dei trombonieri cavesi che gli assicurò la salvezza del trono, Fer-

13. 14. e 15. Dettagli della Quintana di Melizzano, comune in provincia di Benevento

13. 14. and 15. Details of the Quintana of Melizzano, common in the province of Benevento

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dinando donò, in segno di riconoscimen-to, una pergamena bianca ai cittadini di Cava e li invitò a vergarvi sopra qualsia-si tipo di richiesta garantendogli che l’a-vrebbe esaudita. Onorati dal gesto, i militi chiesero che la pergamena fosse lasciata intatta. E così ancora oggi è conservata: bianca, con tanto di sigillo reale intonso, nelle stanze del Palazzo della Città. Alla vi-gilia della Disfida, che altri non è, dunque, che il ricordo di quell’epica battaglia del Sarno (e che normalmente avviene di do-menica), le strade del centro storico di Ca-

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va de’ Tirreni vengono attraversate da un caratteristico corteo di figuranti che sfila-no in costume rinascimentale fino in Piaz-za Duomo dove avviene la consegna del cero pasquale e poi vengono benedetti i militi che l’indomani dovranno ingaggia-re battaglia. Il fatto d’arme viene rievo-cato con gli 8 casali dei Trombonieri divi-si nei 4 distretti della “fedelissima” città di Cava sul prato del campo sportivo Si-monetta Lamberti. I concorrenti si sfidano in “gruppi di sparo” davanti ad una giu-ria di esperti chiamata a valutarne veloci-tà di caricamento, precisione e stile. Alla fine i più bravi si aggiudicheranno una co-pia d’argento della prestigiosa “Pergame-na bianca”. Sempre in provincia di Salerno, nel cuo-re del Vallo di Diano, c’è un’altra kermes-se che merita l’attenzione di turisti e visi-tatori. Dura tre giorni e rievoca l’arrivo a Teggiano, nell’agosto del 1481, della prin-cipessa Costanza, figlia del Duca di Urbi-no andata in sposa, l’anno precedente, al principe di Salerno Antonello Sanseveri-no. Teggiano è un altro dei borghi millenari della Campania Felix. Ed anche qui non mancano certo reperti e monumenti che meritano di essere visitati per il loro alto valore artistico ed storico. Come ad esem-pio, la cattedrale di Santa Maria Maggiore (risalente al XIII secolo). O l’antico loggia-to (“Il Seggio”), il luogo in cui si svolge-vano le riunioni della Universitas, anco-ra oggi visibile all’incrocio tra il Cardo ed il Decumano. Per non dire della chiesa di Sant’Antuono (XI secolo) o del famo-so Castello dei Principi Sanseverino (XI se-colo-XII secolo), realizzato in epoca nor-

manna, e poi dal 1860 chiamato Castello Macchiaroli in onore della famiglia che lo acquistò e che tuttora ne è proprietaria. Emblematico comunque il nome scelto per la manifestazione teggianese: “Alla tavola della Principessa Costanza”. Sino a tarda sera, infatti, in onore della spo-sa, il borgo si accende dei colori tipici del-la festa.Strade e piazze si animano con spettacoli di vario genere, ospitando personaggi in costume (in 500 danno vita ad uno sfar-zoso corteo), artigiani, mercanti, acroba-ti, giullari, trampolieri, mangiatori di spa-de e cantastorie. Ma anche cento e cento occasioni per assaggiare, in taverne, all’a-perto o al chiuso, le pietanze tipiche del Vallo, dai “parmetieddi” al sugo, fino ai “bicchonotti teggianesi” con crema pa-sticcera, pan di spagna e zucchero. La

manifestazione teggianese si conclude con una ricostruzione teatrale dall’alto impatto scenografico ispirata dagli even-ti storici che nel 1497 (in epoca successi-va, dunque, all’arrivo della principessa Co-stanza) videro l’assedio del borgo di Diano da parte delle truppe del re aragonese, al-lora in guerra contro il Sanseverino.Infine, chiudiamo con un palio, è proprio il caso di dirlo, dal sapore tutto particola-re. E’ quello dell’anguria e si corre ad Al-tavilla Irpina, in provincia di Avellino, il 18 agosto di ogni anno. Giunto alla 37esi-ma edizione (l’evento storico, è organiz-zato dal 1979 dalla Pro Loco Altavillese), il palio attira ogni anno moltissimi spetta-tori nel paese di Sant’Alberico Crescitelli, martire e Santo della Chiesa cattolica (fu ucciso in Cina nel 1900, durante la rivolta dei Boxers) di cui si conserva ancora oggi

la casa natale. Ma in cosa consiste questa suggestiva e particolare kermesse? E’ pre-sto detto. Si tratta della rievocazione sto-rica del palio che fu organizzato nel 1396 in occasione del passaggio, nelle contra-de del paese, di Costanza di Chiaromon-te, ripudiata dal marito Ladislao d’Angiò, re di Napoli (di cui era diventata moglie a soli 15 anni) e venuta in sposa, in paese, ad Andrea de Capua, amico della real cor-te e conte di Altavilla e Riccia. Al palio so-no ammessi a partecipare anche i giovani dei paesi del circondario e la gara consi-ste in una corsa a pelo su asini montati da fantini che portano sotto braccio un’an-guria. La “corsa” ricorda l’omaggio che fu fatto dagli abitanti di Altavilla alla regina. Essi infatti, le portarono, a d’orso d’asi-no, molti doni. Tra cui, appunto, zucche e, chissà, anche angurie.

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16. 17. e 18. Disfida dei Trombettieri di Cava dei Tirreni(ph. di Angelo Tortorella)

16. 17. and 18. Challenge of Trumpeters of Cava dei Tirreni(ph. Angelo Tortorella)

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through the streets of the city centre, pass-ing by the Ducal Castle, and arriving in Pi-azza de lo Mercato, where the “Crossbow Tournament” takes place.In Faicchio, near Benevento, during the beginning of September there is a festival called Medievalia. For three days the vil-lage goes back to the 14th century. Faic-chio keeps an old look thanks to the ducal castle, built in the 12th century by the San-framondo counts, the rest of the mega-lithic walls, and the Roman bridge. It is a perfect stage for the performances in the streets, stands with food, flag-fliers, mu-sicians, and people with period costumes. The eight districts of the village are in-volved in spectacular tournaments. The principal one is the Quintain of Faicchio, with eight horsemen who jostle with abili-ty and dexterity to conquer the trophy.

Another Quintain takes place in Melizza-no, a feud of the count of Caserta; here, five horsemen represent their respective districts and, with a spear in their hands, run against a silhouette representing a Sar-acen warrior. The one who strikes more rings, guarantees the success of his dis-trict. The Quintain of Melizzano is preced-ed by a parade with period costumes pass-ing by the streets of the city centre, along the walls of the Gothic castle, with flag-fli-ers, harquebusiers, and archers. The Chal-lenge of Trombonieri in Cava de’ Tirreni is one of the oldest celebrations of Campa-nia. It takes place on the first week-end of July and recalls the famous Disfida (“Chal-lenge”) of 1460, when 500 fighters from Cava took their pistone (a harquebus sim-ilar to a trumpet, that is why trombonie-ri) to defend king Ferdinand I of Aragon

from John of Anjou, whose soldiers were defeated near the river Sarno. As a sign of appreciation, Ferdinand gave a white parchment to the citizens of Cava: they could have written every request, and the king would have fulfilled it. The soldiers were so honoured that decid-ed to leave it unwritten. Today the parch-ment is still kept in the Palazzo della Città. A parade of people with period costumes marches past the streets of the city cen-tre. The battle is commemorated with the participants who challenge each oth-ers in front of a jury that will evaluate their charging speed, precision, and style. The winners will have a silver copy of the “White Parchment”.Another festival that lasts three days takes place in Teggiano, and commemorates the arrival, on August 1481, of the prin-

cess Constance, the daughter of the Duke of Urbino who married the prince of Saler-no Antonello Sanseverino.Teggiano has got a lot of monuments that are worth a visit: Santa Maria Maggiore ca-thedral (13th century); the ancient arcade (“Il Seggio”); the church of Sant’Antuono (11th century), and the Castle of Sanseveri-no princes (11th-12th century), built during the Norman period, and called since 860 “Castello Macchiaroli” after the name of the family who bought it. The festival is called “At the table of Prin-cess Constance”; streets and squares host various performances with period cos-tumes, artisans, merchants, acrobats, jest-ers, sword-eaters, and story-tellers. It is also the right time to savour the typical dishes, like parmetieddi and bicchonotti teggianesi. The event concludes with a theatrical rep-resentation of the events that in 1497 led to the siege of the village of Diano by the troops of the Aragon king, at that time in war with Sanseverino. Lastly, there is the palio of the watermelon in Altavilla Irpina, near Avellino, that takes place on the 18th August since 1979. In this place was born Saint Alberico Crescitelli, who died in China in 1900, dur-ing the Boxer Rebellion. It recalls the palio organized in 1396 when Constance of Chi-aromonte passed by the village, she had been refused by Ladislaw of Anjou, the king of Naples, and then married Andrea de Capua, count of Altavilla and Riccia. The tournament is a donkey-race that has to be run holding a watermelon, because the citizens of Altavilla brought gifts to the queen mounting on donkeys.

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19. 20. Palio dell’anguria di Altavilla Irpina,comune della provincia di Avellino

19. 20. Palio watermelon Altavilla Irpina,common in the province of Avellino

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Museo Civico Gaetano Filangieri

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Spirito di popolo che va oltre il tempoPeolple’s spirit that goes beyond timeA Palazzo Como più di 3 mila oggetti raccontano la storia del popolo di Partenope attraverso maioliche, porcellane, avori, armi, medaglie, dipinti, sculture e pastori. Ma anche con una ricca biblioteca,un archivio storico e una rara raccolta numismatica

In Palazzo Como more than 3000 objects tell the history of Neapolitan people through majolicas, porcelains, ivories, arms, medals, paintings, sculptures, and figurines of cribs. And also with a rich library, an historical archive, and a rare collection of coins

Q WQuando il museo aprì per la prima volta i battenti, don Gaetano Filangieri, principe di Satriano, aveva i lucciconi agli occhi. Fi-nalmente vedeva realizzato il suo sogno: regalare a Napoli uno strumento didatti-co della città pensato appositamente per la città. Un museo “civico” al servizio di Partenope, di cui mostrare opere che ne documentavano la storia e l’esistenza mil-lenaria. Quando il 22 maggio del 2012, dopo tredici anni di chiusura, il museo fu re-staurato (grazie a un finanziamento del-la Regione Campania) e riconsegnato al-

When the museum opened for the first time, don Gaetano Filangieri, prince of Sa-triano, was really touched. He finally saw his dream coming true: giving to Naples an educational instrument of the city, thought expressly for the city. A “civic” museum at the service of Parthenope, where it was possible to show works of art document-ing its history and its millenary existence.When on 22nd May 2012, after been closed for thirteen years, the museum was restored thanks to a funding of Campa-nia Region, and thus given back to the cit-izens, many rejoiced: lastly the city of the

di Gabriele Scarpa

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Luoghi della storia

la cittadinanza, furono in tanti ad esultare di gioia: finalmente la città del Golfo si ri-appropriava di una delle sue gemme cul-turali, rimasta per troppo tempo negata agli occhi di appassionati e visitatori. Correva l’anno 1888 (era l’8 novembre) quando il museo venne alla luce. Don Ga-etano lo vide materializzarsi in via Duo-mo, nella maestosa cornice di Palazzo Como, dimora dalle forme imponenti co-struita tra il 1464 ed il 1490 dal mercan-te Angelo Como (o Cuomo) secondo i

gusti e le forme tipiche del Rinascimento fiorentino. A quel maestoso edificio, de-molito tra il 1881 ed il 1882 per allarga-re la strada e semplicemente ricostruito (a spese del Filangieri), tal quale, 20 me-tri più indietro, a pochi passi dalla chie-sa di San Severo al Pendino, il principe affidò un compito non da poco: custodi-re ed esaltare la sua personale collezione artistica costituita da quasi 3 mila pezzi. Libri, dipinti, sculture, porcellane di Ca-podimonte, maioliche, pastori presepia-

li, avori, reperti archeologici, manoscrit-ti, pergamene, abiti, stoffe, armi (orientali ed europee), armature e medaglie. Og-getti appartenuti da generazioni alla fa-miglia Filangieri. Beni che, regalati allo sguardo ed all’ammirazione dei parteno-pei, potessero in qualche modo aiutarli nell’opera di rilancio, comprensione e co-noscenza della loro città. In una lettera scritta nel 1896 da Teresa Filangieri, sorella di Gaetano, si cela il ma-nifesto ideologico di quella che, all’epoca

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Gulf was getting back one of its cultural gems that remained hidden for too long at the eyes of devotees and visitors.The museum saw the light on 8th Novem-ber 1888. Don Gaetano saw it coming to life in via Duomo, in the majestic frame of Palazzo Como, house of impressive shapes built between 1464 and 1490 by the mer-chant Angelo Como (or Cuomo), following the typical taste of the Florentine Renais-sance. To that majestic building, demol-ished between 1881 and 1882 to enlarge

dei fatti, fu una vera e propria impresa. “Sono grata a mio fratello per il Museo Filangieri” scrive Teresa. “Gaetano - pro-segue la nobildonna - pensava da tempo alla destinazione da dare alle sue raccolte d’arte e ai ricordi di famiglia. Libri, ritrat-ti, tele d’autore (…), insieme a carte ine-dite, manoscritti e a un gran numero di libri, aspettavano di ricordare alle gene-razioni che ci sostituiranno che la Storia ha un senso, che lo spirito di un popolo va oltre il tempo”.

Storia, dunque. E spirito di un popolo. L’essenza stessa di un “museo civico”. L’a-nima. E proprio per trovare il giusto pal-coscenico su cui far esaltare tutto ciò, in una delle sale dell’edificio appositamente restaurato (quando don Gaetano lo scel-se, Palazzo Como cadeva a pezzi e il Co-mune voleva raderlo al suolo per i lavo-ri di Risanamento), fu ricavata anche una fantastica “quadreria”. Vi trovarono spazio allora le tele dipin-te da alcuni tra i più bravi artisti pre-

the street, and built again just the same as before thanks to Filangieri, 20 metres back near the church of San Severo al Pen-dino, the prince entrusted a special task: to keep and exalt his personal artistic collec-tion, made of almost 3000 pieces. Books, paintings, sculptures, Capodimonte por-celains, majolicas, figurines of cribs, ivo-ries, archaeological findings, manuscripts, parchments, dresses, fabrics, Oriental and Europeans arms, armours, and medals. Objects that has belonged for generations

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In apertura salone al primo piano del Museo - 1 Teca con spadini di diverse epoche - 2. Due esempi di antiche spade napoletane - 3. Bacheca di vasi attici a figure rosse - 4. Terracotta di Ercole e l’Idra di Lorenzo Vaccaro5. Armatura del XVII sec - 6. Dipinto centrale di Mattia Preti, incontro dei Santi Pietro e Paolo al martirio - 7. Particolare delle scale della Sala Agata Open with hall on the first floor of the Museum - 1. Showcase with swords of different ages - 2. Two examples of ancient swords Neapolitan - 3. Showcase Attic vases with red figures - 4. Faience of Hercules and the Hydra of Lorenzo Vaccaro - 5. Armor of the seventeenth century - 6. Painted Central Mattia Preti, meeting of Saints Peter and Paul martyrdom - 7. Detail of Hall stairs Agata

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senti sulle scene partenopee tra il ’500 e l’800, tra i quali Vaccaro, Ribera, Soli-mena, Giordano, Preti, Luini e Caraccio-lo. E sempre per volontà del fondatore nel museo finì anche il personale archi-vio storico della famiglia con il prezioso carteggio tra don Gaetano Filangieri se-nior e Benjamin Franklin e molti altri rari e preziosi documenti che vanno dal XIII al XIX secolo (nella biblioteca del museo so-no custoditi oggi più di 30 mila volumi di grande pregio).Purtroppo, nel settembre 1943, una buo-

na parte del materiale raccolto (in parti-colar modo porcellane, sculture, pitture e miniature) andò distrutta nell’incendio appiccato da una squadra di guastatori tedeschi nel deposito di Villa Montesano a San Paolo di Belsito nel Nolano dove, molte delle più pregevoli opere del sito napoletano erano state trasferite per sot-trarle ai danni della guerra. Dalle fiamme si salvarono solo una qua-rantina di dipinti e poche armi antiche. In seguito, grazie a materiale provenien-te dai depositi di Capodimonte, a diverse

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to Filangieri family. Goods that, revealed to the eyes and admiration of the Neapol-itans, can help them to relaunch, compre-hension, and knowing of their city.In a letter written in 1896 by Teresa Filangieri, sister of Gaetano, is kept the ideological manifesto of what was at that time a real enterprise. “I am thankful to my brother for the Filangieri Museum”, writes Teresa. “Gaetano – she continues – was thinking since a long time to the des-tination of his collections of works of art and family memorabilia. Books, portraits,

8. Porcellane e maioliche di diversa fattura e provenienza - 9. Piatto francese decorato a Napoli da Raffaele Giovine 10. Piatti di manifattura cinese dei secoli scorsi - 11. 12. e 13. Biblioteca 8. Porcelain and ceramics of different origin and invoice - 9. French dish decorated in Naples by Raffaele Giovine10. Dishes of Chinese manufacture of past centuries - 11. 12. and 13. Library

ing into pieces and the Municipality want-ed to demolish it for the redevelopment works) was made a wonderful picture gal-lery.There were placed the canvases paint-ed by the most talented artists of Nea-politan scene between 1500s and 1800s, like Vaccaro, Ribera, Solimena, Giordano, Preti, Luini e Caracciolo. And, thanks to the founder of the museum, there found a place also the personal historical archive of the family, with the valuable correspond-ence between don Gaetano Filangieri sen-

drawings made by famous painters (…), together with unpublished papers, man-uscripts, and a great number of books, waiting to remember to future genera-tions that will replace us that History has a meaning, that the spirit of a people goes beyond time”.History, then. Spirit of a people. The es-sence of a “civic museum”. The soul. In order to find the right stage where all that treasures can be exalted, in one of the rooms of the restored building (when don Gaetano choose it, Palazzo Como was fall-

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ior and Benjamin Franklin, and many other rare and precious documents dating from the 13th to the 19th centuries (in the li-brary of the museum are kept today more than 30.000 valuable books).Unfortunately, on September 1943, great part of the material (especially porcelains, sculptures, drawings, and miniatures) went lost into the fire set by a squad of German saboteurs in the depot of Villa Montesano in San Paolo di Belsito, near Nola, where many of the most valuable works of art of the Neapolitan site had been moved, to re-pair them from the damages derived from war.

donazioni di privati e al catalogo redatto dallo stesso Filangieri alla fine dell’Otto-cento per documentare i suoi tesori arti-stici, molte delle originali collezioni furo-no ricostruite e il museo di Palazzo Como, nel 1948, poté riaprire al pubblico.Scampato ai danni dell’ultima guerra, salvato dalla generosità dei napoletani e dei tanti appassionati di arte, il polo di via Duomo, come già anticipato, è torna-to visitabile solo nel 2012 dopo un lungo black out iniziato nel 1998 per l’incapaci-tà delle istituzioni di reperire i fondi ne-cessari per gestirlo. Dal luglio del 2013, è nata inoltre un’as-

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14. Panoramica dall’alto della Sala Agata - 15. Scalinata di collegamento alla Sala Agata, con lance medievali e stemmi nobiliari - 16. Sala Carlo Filangieri,

al piano terra - 17. Tito Angelini, ritratto di Carlo Filangieri

14. Overview of the Hall Agata - 15. Stair connecting the Hall Agata, with medieval lances and coats of nobles - 16. Hall Carlo Filangieri, ground floor

17 Tito Angelini, portrait of Carlo Filangieri

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sociazione onlus “Salviamo il Museo Fi-langieri” che se ne prende cura. Un’as-sociazione che si batte per promuovere e sostenere il sito di Palazzo Como in tutte le sue attività diffondendone, inoltre, la conoscenza e salvaguardandone i tesori. Proprio grazie all’impegno dei soci della onlus, il Filangieri sta a poco a poco ri-conquistando il ruolo che più gli compete nel panorama museale locale e nazionale. Proprio di recente, tra l’altro, è stato ulti-mato il restauro e la pulizia della sala prin-cipale del sito (la Sala Agata da “Agata Moncada” madre di don Gaetano) men-tre uno dei pezzi simbolo del museo, il “Ritratto di un giovanetto”, testa a tutto tondo in maiolica invetriata risalente alla prima metà del XV secolo e attribuita allo scultore Luca Della Robbia, è stata espo-sta in un nuovo ed elegante allestimento. Infine, ciliegina sulla torta, dopo tanti an-ni, è tornato a fare bella mostra di sé nel-la balconata della Pinacoteca, il maestoso dipinto di Mattia Preti raffigurante “l’in-contro di Pietro e Paolo”. Insomma, un al-tro passo in avanti per trasformare in re-altà quello che fu il “sogno del principe”.

Museo Civico Gaetano FilangieriVia Duomo 288, NapoliOrari, da Martedì a Sabato:ore 10.00-16.00Domenica e festivi: ore 10.00-14.00Lunedì: chiusoTel. +39.081.20.31.75www.salviamoilmuseofilangieri.orgwww.facebook.com/MuseoFilangieri 18

Luoghi della storia

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Only about forty paintings and few ancient arms were saved.Then, thanks to some material from the depots in Capodimonte, to various dona-tions from privates, and to the catalogue written by Filangieri himself at the end of 1800s to document his artistic treas-ures, most of the original collections have been restored, and the museum in Palazzo Como could open again in 1948.Rescued from the damages of the last World War, saved by the generosity of Ne-

apolitan people and of many art devotees, via Duomo pole, as anticipated, can be vis-ited again since 2012, after a long black out begun in 1998, due to the incapacity of the institutions, that were not capable of getting the funds to manage it.On July 2013 has been founded an as-sociation, “Salviamo il Museo Filangie-ri” (“Let’s save Filangieri Museum”), that takes care of it. An association that fights to promote and sustain the site of Palazzo Como and its different activities, publicize

18. Salone ad’ingresso al Museo al piano terra 19. Statua raffigurante guerriero cinese20. Statua Samurai21. Polena Sirena bicadauta opera di Giovanni da Nola del XVI sec. 18. Museum hall on the ground floor19. Chinese warrior statue depicting20. Statue Samurai21. Figurehead Sirena bicadauta by Giovanni da Nola in the sixteenth century

its existence, and safeguards its treasures. Thanks to the members of the associa-tion, Filangieri museum is, little by little, taking back its fundamental role into the local and national museum scenery. Re-cently, the restoration and the cleaning of the main hall of the site, Sala Agata (Agata Hall) named after Agata Moncada, mother of don Gaetano, has been com-pleted, while one of the symbolic piec-es of the museum, Ritratto di un giovan-etto (Portrait of a young boy), a glazed

majolica head in the round that can be dated to thye first half of the 15th centu-ry, made by the sculpture Luca Della Rob-bia, has been exposed in a new and el-egant exhibition. Last but not least, like the cherry on top, after many years, the majestic painting of Mattia Preti depicting L’incontro di Pietro e Paolo (The meeting of Peter and Paul) returned on the bal-cony of the Pinacotheca. In brief, anoth-er step to turn into reality the “dream of the prince”.

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Le Collezioni napoletane

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È una moda tutta corolle e grandi foglieIt’s time for corollas and big leavesLe nuove proposte del ben vestire made in Naples: colorate fantasie floreali guest delle esclusive winter collection firmate dai più accorsati stilisti e brand partenopei

New proposals of Neapolitan fashion: colourful floral pattern on the exclusive winter collections signed by the most popular designers and brands of Parthenope

R TRose, papaveri, camelie, dafne, gelsomi-ni… Se uno dei più noti slogan sessantot-tini invitava a “mettere fiori nei cannoni”, i più accorsati stilisti e brand partenopei, per l’Autunno-Inverno 2015-16, hanno scelto di ricoprire di flowers e grosse fo-glie i “must have” delle loro collezioni. Atmosfere vintage, corolle coloratissime e big leaf per Roccobarocco, che propone sontuosi abiti da sera, opulente gonne ar-ricciate, arditi dress finti due pezzi, gonne sotto il ginocchio e camicie ariose. Il tut-to, all’insegna di mix materici e abbina-menti inusuali con protagonisti damascati e broccati, soli o abbinati al pizzo, moder-ne stampe tweed e tocchi pop. Un’alchi-mia ricca di nuance, visive e tattili, per ca-pi iper-femminili e seducenti, ma lontani

The most popular Neapolitan designers have covered with flowers and leaves the must-haves of their F/W collections.Vintage atmospheres, corollas and big leaves for Roccobarocco, who propos-es evening dresses, pointing and pen-cil skirts. Mixed materials and unusual matches: damask, brocade, lace, tweed. An alchemy of nuances for hyper-femi-nine clothes.For Bruno Caruso sensuality shows through precious fabrics, hand-made black&white roses, lace, long fringes, and exclusive party dresses covered with red and fuchsia dahlias.Pony skin shoes with floral patterns for Mario Valentino. Works of art with con-trasts, geometrical shapes, and differ-

di Annalisa Palmieri

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dagli eccessi. Aristocratici, ma ancorati al-la concretezza.Per l’artisan de luxe, Bruno Caruso e la sua “Indimenticabile collection”, sensua-lità ed eleganza traspaiono attraverso tes-suti preziosi, linee sobrie e leggere con rose black&white abbinate a pizzi rigo-rosamente hand made e lunghe frange, ma anche da esclusivi long dress costella-ti da grandi dalie declinate in rosso e fuc-

sia su sfondo bianco. Cavallino lavorato al laser con stampe floreali per le shoes Ma-rio Valentino. Opere d’arte à porter che puntano su contrasti e forme geometri-che, mentre per le altezze si va dai tacchi a spillo agli stiletti passando per tacchi cu-bani e fondi monoblocco abbinati a pun-te affusolate e tonde. Per quanto riguar-da l’abbigliamento, voilà cappotti A-line, piume per la giacca più cool della stagio-

ne, pelle elasticizzata per i leggings da ab-binare a maxi t-shirt in nappa, gonne kilt e top in capretto laminato.Sempre in fatto di scarpe, Bams presen-ta tronchetti, decollete, slipper, sneaker e stringate, autentici, di altissima qualità e curati nei minimi particolari, frutto dell’u-nione tra l’antica arte napoletana della calzatura e idee e materiali moderni ed innovativi. Dai velluti ai tessuti tappezze-

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ent heels heights. And then A-line coats, feathers on cool jackets, and leather leg-gings with maxi t-shirts.Bams proposes high quality half-boots, decolletes, slippers, trainers, and lace-ups. With a great care for details, Neapol-itan tradition is paired to modern materi-als like corduroy, leathers, and Indonesian silk. Roses and poppies on the tailor-made clothes by Daniela Danesi, who chooses

1. Alessandro Legora2. Kiton3. Roccobarocco4. 14. 15. e 16. Bams5. Bianca Guaccero indossa Cannella6. 7. 8. e 11. Bruno Caruso (ph. Gianni Riccio)9. e 10. Roccobarocco12. 13. e 17. Mario Valentino (ph. Francesco Trucchia)18. Daniela Danesi

Italian fabrics and merino wool, combined with particular colour matchings.Big flowers for Luciano Esposito and his “Vicoli Santi”, on waisted velour coats, ‘50s shirts, tops, and cocktail dresses with tight bustiers and balloon skirts, where pied-de-poule mixes with flowers.Amina Rubinacci opts for a delicate an-drogyny, that shows through silhouettes and fabrics for party coats and smok-

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ria, passando per pelli pregiate e sete in-donesiane. Rose, poppy e fiori stilizzati, guest anche degli abiti su misura firmati Daniela Da-nesi, che per i suoi outfit ha optato, co-me di consueto, per ricercati tessuti italia-ni, in particolar modo biellesi e comaschi, e per la maglieria, per lana merinos extra-fine, oltre che su particolari accostamen-ti cromatici.

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19. 20. 21. e 22. Daniela Danesi23. Vicoli Santi (ph Piero Garofalo)

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ing-trousers. Jacquard and tweed are in brand-new colours, as the light hand-made cashmere jumpers.Alessio Visone collaborates with the artist Sergio Fermariello: stylized knights, com-ing from a distant past, live on laser-cut fabrics. The dresses are long and ample, inspiration come from the ‘50s, ‘60s, and ‘70s for a delicate and dynamic Amazon.Baroque taste with a modern twist for

Grossi fiori anche per Luciano Esposito e il suo brand “Vicoli Santi”, declinati per l’occasione su cappotti in velour avvitati che scendono morbidi nella parte inferio-re, camicette col fiocco, top e abiti da sera che riprendono la caratteristica linea anni ‘50 con bustier aderenti e gonne a cam-pana, dove fantasie pied de poule sposa-no inserti floreali.Amina Rubinacci prende invece ispirazio-

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con tratti a pennello o spruzzate degradé. Arte pura a 360 gradi per le creazioni del couturier Alessio Visone, frutto stavolta della sinergia con l’artista Sergio Ferma-riello, i cui condottieri a cavallo stilizza-ti, che sembrano ideogrammi provenien-ti da un passato remoto, prendono vita su dress e tessuti traforati con disegni a taglio laser. Gli abiti sono lunghi e ampi, le linee si ispirano all’allure dei Cinquan-

ne dal Bloomsbury group con una delica-ta mascolinità e una giocosa androginità che emergono tramite silhouette e tessu-ti: volumi confortevoli, spalle scese, box e forme allungate, cappottini da teatro e pantaloni da smoking.E, ancora, jacquard “fairisle” e donegal tweed lavorati con filo stampato in nuove varianti di colore e maglie leggere in pu-ro cashmere colorate e stampate a mano

24. 25. 26. Amina Rubinacci27. 29. e 32. Alessio Visone (ph Pippo by Capri)

28. 30. 31. e 33. Alessio Visone (ph Salvio Parisi)

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Satriano Cinque. Contrasts like leath-er mixed with Chanel weave, brocades, quilted and men fabrics, details in colour-ful eco-fur.Balloon dresses and coats with British pat-terns for Alessandro Legora, who propos-es wool ponchos with suede fringes, for a new hippy chic look.Romantic red roses and pied-de-poule matched to flowers, geometrical and op-

tical patterns, arabesques and tartan for Cannella. For the cold, short and elegant or long and sporty eco-fur.Kiton woman collection proposes coats and jackets with big volumes, cashmere dresses with drapes and zips, balloon and pencil skirts, flared trousers with men jackets. The cocktail dresses show cordu-roy inserts, lace, and lamé.Kiton man collection is faithful to the

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ta e al glamour dei Sixties e dei Seventies per una donna bon ton ed amazzone, an-drogina e sofisticata, iperfemminile e di-namica. Tessuti brillanti dal gusto barocco, rivisi-tati in chiave moderna, per la sera firma-ta Satriano Cinque. Parola d’ordine: con-trasto con pelle abbinata a trame chanel,

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Vicoletto Belledonne a Chiaja 7 - 80121 Napoliwww.saralubrano.it - [email protected]

tel 081.19575070 - 393.0050747

codes of Neapolitan tailoring. It shows suits with revised proportions and shapes, like the double-breasted jacket, shaped at the waist. The coats are made of vicuña and cashmere.Timeless elegance for the exclusive made-to-measure men jackets and suits by Sar-toria Antonelli, that chooses Shetland and

broccati a tessuti tecnici, trapuntine a tes-suti maschili e dettagli in pelliccia ecologi-ca colorata. Abiti a ruota e cappotti dalle linee an-drogine, impreziositi da originali fantasie “british” per il giovane e virtuoso stilista Alessandro Legora, che propone anche raffinati poncho con frange in alcantara

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34. 35. 36. e 37. Satriano Cinque(ph Federica Rispoli)38. 39. e 40. Alessandro Legora

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realizzabili sia in lana che in felpa per un look new hippy chic. Romantiche rose rosse e fantasie pied de poule abbinate a stampe e ricami florea-li per il brand Cannella, che non disdegna però motivi geometrici astratti ed optical, arabeschi, fantasie patch e tartan. E, per gli outfit più freddi, pellicce rigorosamen-te ecologiche, in astracan, che alternano tagli corti ed eleganti a modelli lunghi più sportivi con chiusura a zip.Protagonisti indiscussi della collezione Ki-ton donna sono i cappotti e le giacche,

con volumi over per i caban da indossa-re con maxi cardigan a lavorazione va-nisè. Gli abiti da giorno sono in jersey di cashmere e hanno drappeggi o zip deco-rative, gonne a corolla si alternano alle longuette e ai pantaloni lunghi e svasati da portare con giacche di taglio maschi-le, mentre i top e le camicie giocano con microfantasie. Gli abiti da cocktail, invece, svelano un inedito fascino geometrico at-traverso inserti di velluto, preziosi pizzi o tessuti di carta laminata. Per l’uomo, invece, Kiton, pur rimanen-

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41. 42. 43. e 44. Bianca Guacceroindossa Cavalli

45. 46. e 47. Kiton48. Luigi Borrelli

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tweed wool in brown, camel, dark green, and pastel nuances. Luigi Borrelli men col-lection runs from the casual-chic to the smart look of the businessman. Decon-structed jackets, exclusive shirts, denim, and cashmere with soft lines.The winter collection of the Neapolitan shoe-designer Paolo Scafora shows a re-fined men boot in alligator skin, rigorous-ly hand-made in Naples. Genuinely Nea-politan “very British” ties by the king of ties Marinella. They are almost unique creations: from any square of fabric are

do fedele ai codici dell’alta sartorialità na-poletana, presenta abiti dalle forme e le proporzioni rivisitate. La giacca, ad esem-pio, assume una nuova struttura nel dop-piopetto dal rever importante e dal cor-po più avvitato. Grande ritorno anche dei caban e dei cappotti in pregiati vicuña e cashmere.Eleganza senza tempo anche per le giac-che esclusive e gli abiti da uomo su misura della Sartoria Antonelli, che quest’inver-no punta su tessuti particolarmente carda-ti come shetland e tweed e, per le nuance,

su marroni bruciati, cammello, verde mar-cio, avio e tinte pastello. La collezione Luigi Borrelli, ancora una vol-ta, pensa all’uomo a 360 gradi: dal casual chic del weekend al look formale del busi-ness man. Protagoniste, giacche decostru-ite, camicie dai nuovi lavaggi, denim dal carattere sempre più definito e cashme-re che dona alla maglieria un valore ag-giunto, conferendole vestibilità dalle linee morbide. Per gentlemen cosmopoliti e intrapren-denti, nella winter collection dello shoe-

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designer Paolo Scafora partenopeo spic-ca un confortevole e raffinato stivaletto in pregiata pelle di alligatore del Mississippi con fodera in visone. Tutto rigorosamen-te hand made in Naples. Ties “napoletane veraci” e allo stesso tempo “very british” dal “re delle cravat-

te” Marinella. Per i suoi habitué, pezzi uni-ci (o quasi) da annodare al collo. Da ogni autentico square di tessuto, che si susse-guono settimanalmente, vengono ricava-ti, infatti, soltanto due esemplari uguali. Infine, per chi alla cravatta preferisce pa-pillon più o meno estrosi, Briganti Colle-

zioni ne realizza esemplari esclusivi, 100% seta, creati interamente a mano a Napoli da sarte di grande esperienza. Pezzi unici che uniscono il fascino e la raffinatezza di un classico papillon con un tocco di mo-dernità e spensieratezza. Eleganti e casual al tempo stesso.

obtained only two equal pieces. For the bow tie lovers, Briganti Collezioni makes exclusive models, 100% silk, skilfully hand-made in Naples. Unique pieces that mix the refinery of a bow tie with a mod-ern touch. Elegant and casual at the same time.

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49. 50. e 51. Briganti Collezioni

52. e 53. Marinella54. e 55. Luigi Borrelli

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Vicoli SantiCampania Style MODA

Luciano Esposito, il trionfo degli opposti Luciano Esposito, the triumph of oppositesTra sperimentazione e grande tradizione sartoriale: preziosi e morbidi contrasti sono i protagonisti degli esclusivi abiti haute couture firmati dal virtuoso stilista partenopeo

Among experiment and great tailoring tradition: precious and soft contrasts are the protagonists of the exclusive haute couture dresses made by the talented Neapolitan designer

di Annalisa Palmieri

“È“È dalle cose in contrasto che nasce l’ar-monia più bella”. Teoria, quella del filosofo greco Eraclito, sposata appieno dallo stili-sta partenopeo Luciano Esposito, deus ex machina del brand Vicoli Santi, che ha fat-to dell’abbinamento tra opposti, uno dei suoi segni distintivi. Nei suoi esclusivi abi-ti haute couture, convivono infatti speri-mentazione e tradizione sartoriale, tessuti preziosi e linee femminili, ricami, broc-cati e geometrie, glamour, ironia e prati-cità. Morbide opere d’arte da indossare tailor made, che prendono forma nel raffi-nato atelier di Napoli, in via dei Mille 1, nel cuore dello shopping di lusso napoletano. Dress eleganti e trasversali, curati nei mi-nimi dettagli dal couturier Luciano Esposi-

to, virtuoso artista e designer, che ha fatto tesoro dell’esperienza maturata con grif-fe cult come ROMEO GIGLI, D&G DOLCE & GABBANA e Gianfranco Ferrè, solo per citarne alcune, per dar forma alla sua pre-ziosa creatura, Vicoli Santi. Con la quale dal 2007 continua a mietere un successo fashion dietro l’altro.

Le Petit Atelier Tailor Made“Vicoli Santi”Via dei Mille 1, NapoliTel. [email protected]

The Neapolitan designer Luciano Esposi-to is the deus ex machina behind “Vicoli Santi”. In its exclusive haute couture dress-es live together creativity, tailoring tradi-tion, precious fabrics, feminine lines, bro-cades, glamour, and irony. Tailor-made

works of art created into the atelier in via dei Mille. Elegant dresses made with great care for detail by Luciano Esposito, talent-ed artist and designer, who worked with ROMEO GIGLI, D&G DOLCE&GABBANA and Gianfranco Ferrè, before creating his “Vicoli Santi” in 2007.

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Sartoria AntonelliCampania Style MODA

Quando i dettagli fanno la differenzaWhen the details make the differenceL’arte del maestro Lello Antonelli esprime il meglio della sartoria napoletana. E fa sempre più proseliti

The art of maestro Lello Antonelli expresses the best of Neapolitan tailoring. And has a growing number of followers

di Annalisa Palmieri

AAgo, filo, forbici e tessuti di gran pregio, miscelati ad eleganza, passione, artigia-nalità, tagli esclusivi e cura quasi mania-cale per i dettagli. Sono questi gli “ingre-dienti” principali utilizzati dal maestro Lello Antonelli prima nella storica sede di Montesanto ed ora nel nuovo laborato-rio-showroom di via dei Mille 40 a Napo-li, per dar forma ai suoi raffinati ed unici abiti da uomo “su misura”.Morbide opere d’arte hand-made in Na-ples, ma conosciute da gentlemen di tut-to il mondo, con interni in “bemberg”, bottoni in osso, corozo o corno e asole tagliate e rifinite con fili di pura seta in-teramente a mano, così come tutti i par-ticolari degli abiti realizzati nel suo quar-tier generale di Palazzo Leonetti. Lì dove Lello Antonelli porta avanti con amore la più nota tradizione sartoriale partenopea,

alla quale si è avvicinato all’età di 12 an-ni, cercando al contempo di trasmetterla, senza alcun tipo di finanziamento, a gio-vani vogliosi di apprendere la sua arte e di crearsi un futuro “tailor made”.

Needle, thread, scissors, excellent fabrics, craftsmanship, exclusive cuts, and great care for details: with these ingredients Lello Antonelli creates his unique made-to-measure suits. Works of art known all over the world, with bone or horn buttons, and buttonholes finished with pure silk threads. Everything is rigorously hand-made in his laboratory-showroom, where Lello Antonelli continues Neapol-itan traditional tailoring and is passing it over to the talented young people who are willing to learn it.

Sartoria AntonelliVia dei Mille 40 (Palazzo Leonetti)NapoliTel / fax +39.081.549.75.71www.sartoriaantonelli.com

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Paolo ScaforaCampania Style ACCESSORI MODA

Il lusso ai piedi Luxury at your feetPellami ed anticature di raro pregio per il nuovo stivaletto in alligatore dell’artigiano partenopeo amato dai business men di tutto il mondo

Refined and antiqued leather for the new alligator low boot made by the Neapolitan artisan loved by businessmen from all over the world

di Annalisa Palmieri

ÈÈ in pregiata pelle di alligatore del Missis-sippi l’ultimo nato di casa Paolo Scafora. Un esclusivo stivaletto da uomo realizza-to rigorosamente a mano. Un must di ele-ganza partenopea per l’Inverno 2016. Un capolavoro di stile e raffinatezza, caratte-rizzato da volumi classici sapientemente abbinati a linee affusolate. Il tutto declina-to in calde tonalità di marrone, rese ancor più sofisticate da anticature di rara fattura. La tradizionale manifattura napoleta-na viene dunque esaltata dall’estro dello shoe-designer Paolo Scafora. Le sue cre-azioni hanno un innato charme e sono sempre più stimate, come un imperdibile status-symbol, dai giovani rampolli della fi-nanza internazionale.

Creazioni di lusso, dal carattere deciso e curate nei minimi dettagli. Calzature desti-nate ai cultori del bien vivre di ogni angolo del globo: da New York a Dubai passando per Londra e Hong-Kong. Uomini carisma-tici ed esigenti, sempre alla ricerca di capi e accessori che non passano inosservati, ma anche confortevoli e d’indiscutibile qualità.

Paolo ScaforaVia Tavernola, 8Casandrino (Na)Tel. +39 [email protected]

The last creation of Paolo Scafora is an exclusive hand-made alligator skin men boot. A must of Neapolitan elegance, a masterpiece of style, declined in warm an-tiqued brown tones.Neapolitan manufacture is exalted by the

talented shoe-designer Paolo Scafora: his charming creations are a status-symbol, made with an outstanding care for details.Shoes for the lovers of bien vivre from all over the world: from New York to Dubai, passing by London and Hong-Kong. Men who seek comfortable and quality acces-sories.

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Colonna OrologiCampania Style ACCESSORI MODA

Polsini sartoriali per scandire il tempoMade-to-measure cuffs to tick the timeE’ già un successo l’ultima idea del brand napoletano leader nella produzionedi raffinati watch artigianali, pensati per chi sa essere unico

The great success of the last idea of the Neapolitan brand leader in the productionof refined hand-made watches, dedicated to the ones who know to be unique

di Giuseppe Porzio

ÈÈ giunto quel tempo che scandisce la clas-se di chi sa di essere unico. Tempo misu-rato con lo stile di chi pretende il meglio per sé. Lancette che s’incrociano esaltate dalla più pregevole arte sartoriale napole-tana. A guardarlo così, ora, è finalmente lecito dire che l’orologio, quest’orologio, va indossato. Quella di Fabio Colonna di Stigliano è più di un’idea. I polsini sarto-riali per orologi sono uno stile personale, una pretesa di essere. Brevettata dal suo brand, Colonna Orologi, l’idea coniuga i raffinati watch artigianali di casa Colon-na alla tradizione camiciaia napoletana. In modelli a righe, pois, Principe di Galles, vichy, pied de poule, spinato, twill, tar-tan e micro fantasie, i polsini sartoriali per orologi si agganciano con bottoni in ma-dreperla vintage, possono essere perso-nalizzati e vanno in combinata con la po-

chette. Ben 330 tra le migliori gioiellerie d’Italia hanno puntato sulla nuova idea del brand napoletano. E’ tempo che scan-disce lo stile, la classe. E che rende unici.

Time has come for who knows to be unique and wants only the best. Hands crossing with the best made-to-measure Neapolitan art. This watch has really got to be putted on. Fabio Colonna di Stigli-ano has created watch cuffs for his “Col-onna Orologi”, conjugating refined hand-made watches with Neapolitan tailoring. Stripes, polka dots, Prince of Wales, vichy, pied de poule, herringbone, twill, and tar-tan, these watch cuffs cling with mother-of-pearl buttons, and can be customized and combined with the pochette.

Colonna OrologiVia Ferrante Imparato 451NapoliTel. [email protected] www.colonnaorologi.com

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Caramanna GioielliCampania Style GIOIELLI

Preziosi “liquid metal” dal gusto primordialePrecious “ liquid metal” with a primordial tasteCreazioni esclusive in argento, oro e bronzo, rigorosamente hand made in Naples,per donne raffinate e cosmopolite attente ai dettagli

Exclusive creations in silver, gold, and bronze, rigorously hand-made in Naples, for refined and cosmopolitan women who care for details

di Annalisa Palmieri (Foto by Luca Di Martino)

HHa uno stile insolito e vagamente primor-diale “Liquid metal”, l’ultima capsule col-lection firmata Caramanna Gioielli. Raffinati capolavori hand-made in Naples realizza-ti in argento e bronzo e abbinati a pietre non regolari volutamente appena sbozza-te. Collane, anelli e orecchini “fluidi”, che regalano la sensazione del metallo liquefat-to, adattandosi alla perfezione, quasi come una seconda pelle, al viso e al collo di chi li indossa. Ma le idee preziose che l’architet-to e jewellery designer Stefania Caramanna ha creato per questa Winter season, non si fermano certo qui. Tra le chicche del brand partenopeo, infatti, anche una nuova ver-

sione degli anelli must “Filo d’Amore” in ar-gento e bronzo o silver&gold con diaman-ti. E, per le clienti più casual e attente alla moda, collane con protagonisti grandi cer-chi abbinati ad ametiste e topazi fumè. Last but not least, gli esclusivi anelli in argento e oro della linea “Cromia” con brillanti e ma-xi zaffiri multi nuance o radici di smeraldo.

Caramanna GioielliVia Cavallerizza a Chiaja 2, NapoliTel. +39.081.423.83.52info@caramannagioielli.itwww.caramannagioielli.it

“Liquid metal” is the last collection by Caramanna Gioielli: masterpieces hand-made in Naples in silver, bronze, and ir-regular stones. Necklaces, rings, and earrings that look like melted metal. Among the creations of jewellery de-signer Stefania Caramanna there are “Filo d’Amore” rings, in silver&bronze or silver&gold with diamonds, together with the necklaces with amethysts and topazes. Last but not least, the exclusive “Cromia” rings in silver and gold with brilliants, sap-phires or emeralds.

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Relais Tenuta San DomenicoCampania Style LUOGHI DI CHARME

Lì dove il sogno non finisceThere where the dream does not finishL’incanto della dimora borbonica a Sant’Angelo in Formis:un elegantissimo relais con lago privato, giardini con mille speciedi rose e antichi ulivi

The charm of the Bourbon mansion in Sant’Angelo in Formis:a very elegant relais with a private lake, gardens with thousandsof roses and age-old olive trees

di Giuseppe Porzio

II sogni sono plasmati perché siano vissu-ti. E per questo sogno non c’è alba che lo spenga. Sogno ad occhi aperti di un tuffo nel passato, tra sale dove dimorarono no-bili e regnanti. Sogno di passeggiate lungo l’argine del lago, stagliato in un giardino dove s’alternano piante rare, ulivi secolari e oltre mille specie di rose. L’incantevole pi-scina offre un compendio di classe. L’espe-rienza gastronomica della cucina del “Ri-trovo dei Mille fine restaurant” suggella la perfezione del parco e della villa Settecen-tesca. Benvenuti nella Tenuta San Domeni-co. L’elegante relais, immerso in dieci ettari di incanto, nel grazioso borgo di Sant’An-gelo in Formis, a pochi passi da Capua, fu residenza borbonica al pari dei Palazzi di

Caserta, San Leucio e Carditello. La fami-glia di Cecio ne ha fatto un luogo onirico, perché la magia della Tenuta San Dome-nico lo rende indimenticabile. Come è ac-caduto per la primogenita di mister Carlo Ancelotti, che qui ha scelto di celebrare le sue nozze. Qui, dove i sogni non si spen-gono all’alba.

Relais Tenuta San DomenicoTraversa di via Provinciale GalatinaSant’Angelo in Formis - Capua (Caserta)Tel. +39.0823.99.54.70tenutasandomenico@live.itwww.tenutasandomenico.it

Dreams are made to be lived. Dream-ing of going back into the past, in halls where nobles lived, of walking along the lake, in a garden full of plants, age-old olive trees, and thousands of roses. The swimming-pool and the rare experience

of “Ritrovo dei Mille fine restaurant” com-plete this perfect dream. Welcome in “Te-nuta San Domenico”, elegant mansion in Sant’Angelo in Formis, near Capua, res-idence of the Bourbons. Di Cecio family has made it a dreamy place, the magic of “Tenuta San Domenico” is unforgettable.

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Hotel San Francesco al MonteCampania Style LUOGHI DI CHARME

Vivere la magia dell’antico monasteroLiving the magic of the old monasteryDal Refettorio dei frati Barbanti alle splendide terrazze con vistasulle luci del Golfo: location esclusive per eventi e banchetti nuziali

From the Refectory of Barbanti friars to the charming terraces witha sight on the light of the Gulf: exclusive locations for events and weddings

di Lilly Calise

LL’atmosfera mistica che ancora avvolge questi luoghi dona solennità al giorno più bello. La cartolina dello spicchio di mondo più incantevole conferisce alle nozze una dose di magia. La perfezione si raggiun-ge grazie allo stile unico di questa fascino-sa struttura sorta dalla conversione dell’an-tico monastero dei frati Barbanti. Edificato lungo il profilo della collina di San Marti-no, l’hotel San Francesco al Monte preser-va gli ambienti più suggestivi del Cinque-centesco edificio di culto. Per il ricevimento nuziale la scelta può ricadere sul Roof, con le sue terrazze con vista sui colori e le lu-ci del Golfo, circondate da giardini e trion-fi floreali. Oppure c’è chi predilige il tuffo in un’atmosfera empia di misticismo che an-cora si respira nell’Antico Refettorio dove

banchettavano i Frati Minori Conventua-li. A plasmare i sogni ci pensa l’impeccabi-le organizzazione dell’hotel San Francesco al Monte. Professionisti del wedding dan-no forma ai desideri degli sposi. Dal floral design agli allestimenti, fino al wedding ca-ke e alla confettata. Ogni dettaglio è cura-to in linea con questa esclusiva dimora, che al lusso e al panorama del Golfo unisce la magia dell’antico monastero.

Hotel San Francesco al MonteCorso Vittorio Emanuele 328NapoliTel. +39.081.423.91.11 [email protected]

A mystical atmosphere still enfolds this place, the postcard of the most charming panorama adds some magic. Perfection is reached thanks to the unique style of this facility, originally a monastery of the Barbanti friars.Along San Martino hill, hotel “San Franc-esco al Monte” preserves the most sug-gestive halls of the ‘500 century building. For the wedding is possible to choose the Roof, with panoramic terraces among gardens and flowers, or the Ancient Re-fectory, where the friars used to eat.The skilled staff of “San Francesco al Monte” will make the dream come true: wedding professionals from floral de-sign to the organization and the wed-ding cake.

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D’Orta spaCampania Style SERVIZI PER L’ACCOGLIENZA

Da sempre al servizio di strutture ricettiveAlways at the service of accommodating facilitiesL’azienda napoletana con cinque certificazioni di qualità soddisfa qualsiasi esigenza di disinfestazione e Pest Control. E aiuta la qualità dell’accoglienza di grandi alberghi, villaggi turistici, B&B e cliniche

The Neapolitan firms, strong of its five high-quality certifications, satisfies every need of disinfestation and pest control. It also helps the quality of reception of hotels, holiday villages, B&B and hospitals

di Sergio Prado

DDal 1937 al servizio della comunità. Con sempre maggiore successo. E ben cinque certificazioni di qualità Certiquality. E’ per questo che grandi strutture, come alber-ghi, villaggi turistici e cliniche, si avval-gono dei servizi della D’Orta Spa, sia per trasporto di rifiuti speciali sia per la disin-festazione da insetti d’ogni tipo, come ad esempio la cimice dei letti. Insetto che, negli ultimi anni, con le sue fastidiosissi-me punture ha provocato disagi a qualsia-si tipo di struttura ricettiva, con nocumen-to della qualità dell’accoglienza. Agiscono perché attratte dal calore e dall’anidride carbonica e solo un accurato intervento di professionisti della disinfestazione, così co-

me l’house napoletana è certamente ca-pace di assicurare, riesce a risolvere in toto l’imbarazzante e insopportabile problema di hotel e strutture sanitarie e garantire co-sì sonni tranquilli ai loro ospiti.

D’Orta SpaVia Provinciale Pianura,Località San Martino, 18Pozzuoli (Napoli)Tel. +39.081.526.43.88 www.dorta.it

Since 1937 at the service of the communi-ty. With a growing success, thanks to five quality certifications. That is why hotels, holiday villages, and hospitals take advan-tage of the services offered by “D’Orta Spa”, like the transport of special waste and pest control. Pests like the bedbug, that has provoked annoyance to many

accommodating facilities. Only the inter-vention of pest control experts can re-solve the embarrassing problem, and let the hosts sleep well again.

Camillo l’acchiappa insettidella D’Orta Spa

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Cantieri PalumboCampania Style IMPRESE D’ECCELLENZA

Il lusso napoletano vince la sfida del mareNeapolitan luxury wins the challenge of the seaLeader nel Mediterraneo nelle riparazioni navali, il gruppo napoletano è specializzato nella costruzionedi mega yacht ambiti da magnate di tutto il mondo. In estate il varo delle ultime due ville del mare

Leader of ship repair in the Mediterranean sea, the Neapolitan firm is specialised into the building of mega-yacht wanted by magnates from all over the world. Last summers, the launching of two “sea villas”

di Andrea Marquez

II record, si sa, sono solo un riferimento per chi ha la vocazione a sormontarli. C’è a chi, poi, i record piace inanellarli soltan-to per continuare a battere se stesso. E’ l’ambizione di chi ama le sfide. E queste sono sfide che solcano il mare. In princi-pio fu “Prima”, non un semplice yacht, quanto un lussuoso superattico creato per traversare qualunque mare. Il varo per questo principe delle onde fu nel 2011. In quella primavera vide le acque questo 54 metri della serie Columbus 177’, orgoglio dei cantieri del Gruppo Palumbo, la so-cietà armatrice proprietaria del marchio “Columbus Yacht”.Accaparrato da un magnate russo, van-ta una menzione speciale al World Su-peryacht Awards 2012, e il Green Star Plus

del Rina, per il basso impatto ambientale. Il 2013 fu l’anno del 40S Hybrid, vincitore degli Show Boats Design Awards.Ma i Cantieri Palumbo amano sempre fa-re di meglio. E di più. Anno 2015. Il varo, stavolta, è doppio.Il primo sole d’estate testimonia l’incon-tro col mare di due capolavori griffati Co-lumbus Yachts: un Classic 57 metri e lo scafo numero 2 del modello Sport Hybrid 40 metri. Un magnate arabo vive oggi i suoi gior-ni di relax a bordo di uno. Un russo sol-ca le onde sul secondo. A voltarsi indie-tro, non sembrano poi così lontani i tempi in cui Salvatore Palumbo si destreggiava in opere di saldatura e carpenteria con la sua piccola azienda. Oggi il gruppo del

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I

Cantieri PalumboVia Calata Marinella snc(interno Porto) 80133 – Napoli+39 [email protected]

It all begun with “Prima”, launched in 2011. The 54 metres of Columbus 177’ se-ries is the pride of Gruppo Palumbo, the shipping company owner of “Columbus Yacht”. Bought by a Russian magnate, it had a special mention at the “World Su-peryacht Awards”, and the “Green Star Plus” for its low impact on the environ-ment. In 2013 “40S Hybrid” won the “Show Boats Design Awards”. Year 2015. The launch is double: a “Classic” 57 me-tres, and the “Sport Hybrid” 40 metres. An Arab spends his relax days on the first, while a Russian sails the waves on the second. The group of Antonio Palum-bo has five shipyards in Naples, Messina, Malta, and Marseille, with 14 dry docks for the repair, building, transformation, and maintenance of any kind of ships. The Neapolitan shipping company has been awarded also by the former President Giorgio Napolitano. Its new challenge is a floating “palace” 100 metres long: it will be the admiral ship of Palumbo, to satis-fy the passion of who is living the sea in a super-luxurious way.

patron Antonio Palumbo e dei figli Raf-faele e Giuseppe detiene cinque cantie-ri tra Napoli, Messina, Malta e Marsiglia, con 14 bacini di carenaggio per la ripara-zione, costruzione, trasformazione, con-versione e manutenzione di ogni tipo di imbarcazione. Nuove sfide attendono ora i cantieri na-poletani dell’eccellenza, premiati per questo anche dall’ex Presidente Giorgio Napolitano. La sfida più grande è una “reggia” galleggiante da 100 metri di lunghezza. Sarà l’ammiraglia di casa Pa-lumbo. Un nuovo sicuro successo dal quale rico-minciare a sfidare il mare per soddisfa-re le passioni di chi il mare lo vive nel su-per lusso.

Campania Style IMPRESE D’ECCELLENZA

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I piatti del Natale napoletano

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Signori, ecco a voire e regine della tavola Attention please, these arethe kings and queens of the tableOrate, spigole, alici, capitoni, pezzògna e rana pescatrice tra storiae tradizione. Ecco come nascono, si cucinano e si gustano i piattia base di pesce delle feste di Natale secondo la tradizione partenopea

Giltheads, sea-basses, anchovies, capitoni, red sea-breams,and angler fishes between history and tradition. This is how are born and prepared Neapolitan fish dishes eaten during Christmas holiday and how they are properly tasted

O GOrata, spigola, alici, capitoni, pezzògna, rana pescatrice. Eccoli i re della cucina “made in Partenope”. Sovrani assoluti del-le tavole imbandite nelle festività natalizie, quando la preparazione dei piatti a base di pesce diventa un obbligo. Un cult della tra-dizione culinaria campana. “Piatti”, ma non solo piatti. Perché, più che pietanze, qui si tratta di opere d’arte: primizie dei fornelli e del Mare Nostrum. Squisitezze dal sapore unico da cui si spri-giona l’aroma delle acque del Golfo e la pura essenza dell’acqua dolce. Provate ad assaggiarli nelle loro caratte-

Giltheads, sea-basses, anchovies, capito-ni, red sea-breams, and angler fishes: the kings and queens of Neapolitan cuisine are the absolute sovereigns of the table during Christmas holidays, when fish is a cult of the culinary tradition from Campa-nia.Works of art from Mare Nostrum, unique delicacies that have the taste of the Gulf sea and the pure essence of sweet water. It is impossible to resist to these local reci-pes from Amalfi coast or from Naples.Let’s start from Gilthead (orata). Its name seem to derive from characteristic stripe

di Gabriele Scarpa

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ristiche “ricette locali”. Provate ad assag-giarli come li fanno nella Costa di Amalfi oppure a Napoli: ne chiederete ancora. E poi ancora. Perché è impossibile resistervi. Prendete l’orata. Questo pesce osseo di mare che però vive e prolifera anche nel-le acque salmastre, pare derivi il suo no-me dalla caratteristica striscia che spicca in mezzo agli occhi. Non manca chi ne attri-buisce la denominazione al ricco patrizio romano Sergius Orata, che nella sua ele-gante villa di Baia ne aveva addirittura una piscina ripiena. Fu lui, secondo le crona-che del tempo, a introdurre l’acquacoltu-ra nell’impero del Tevere ricavando gran-di e immensi guadagni dall’allevamento di ostriche e soprattutto di mitili provenienti dal vicino lago di Lucrino. Pare che il buon Sergius fosse talmente ghiotto di quel pe-sce dagli occhi color oro che qualcuno si azzardò a ipotizzare l’ipotesi inversa. Che cioè fosse stato lui ad assumere il sopran-nome di “orata” e non l’animale marino.Ora, quale che sia stata la storia e la verità sul nome del pesce, a noi interessa capire come si cucina al meglio una buona ora-ta. La risposta è semplice: all’acqua pazza. Si dice che questa ricetta sia stata inventa-ta dai pescatori napoletani che cucinavano direttamente in mare, lì sulle barche dove li avevano pescati, i pesci appena strappa-ti alle onde. Secondo un’altra tradizione, invece, la ricetta sarebbe stata inventata sull’isola di Ponza e da lì “trasferita” a Ca-

pri, dove sarebbe diventata una moda gra-zie all’indimenticato Totò, il famoso princi-pe della risata, che di quel piatto andava matto. Ponza, Capri o pescherecci napoletani che siano, per cucinarla all’acqua pazza, basta-no pochi elementari ingredienti, ma tutti di prima scelta: un pesce ovviamente fre-sco, pomodorini a grappolo del pendolo, olio d’oliva, vino bianco, aglio, prezzemo-lo, un po’ di origano (o di pepe, a seconda dei gusti) e…3/4 litri d’acqua. E ora proce-diamo con la preparazione. Dopo aver opportunamente pulito l’orata, bisogna mettere a cuocere per circa cinque minuti a fuoco lento, in una padella, prima l’olio e l’aglio (che va pulito e schiacciato), poi i pomodorini tagliati, insieme con sa-

le, origano (o pepe), prezzemolo, vino e acqua. A bollore raggiunto, trascorsi i cin-que minuti, si potrà aggiungere l’orata (già preparata, volendo, con una piccola “farci-tura” di prezzemolo e aglio tritati) copren-do la padella con un coperchio e lasciando cuocere il tutto per 15/20 minuti (il tempo lo deciderà la grandezza del pesce). Per gli appassionati dei frutti di mare, c’è un’altra variante da seguire. Ed è quella che prevede l’aggiunta di vongole e cozze, olive, capperi e acciughe da saltare in cas-seruola durante la preparazione del condi-mento, prima di mettere il pesce a bollire. Per verificare se l’orata è cotta, c’è un pic-colo trucco che sarebbe bene mandare a memoria: basta estrarre la pinna caudale dal pesce. Se uscirà facilmente allora “l’ac-

qua pazza” sarà pronta. In caso contrario, se la pinna, cioè, non si staccherà, allora si potrà prolungare la cottura per altri pochi minuti. Una volta cotto a puntino, baste-rà una leggerissima innaffiata di olio a cru-do e una piccola spolverata di prezzemolo fresco per rendere il piatto ancora più irre-sistibile. Servito con alcune fette di pane abbrustolito, sfregato con aglio e pomo-dorini, l’orata all’acqua pazza lascerà tutti a bocca aperta. Ed ora passiamo ad un’altra reginetta dei fornelli: sua maestà la spigola. Come per l’orata, anche per questo pesce (noto pu-re con il nome di “branzino” dal veneto “branza”, branchie: pesce dalle branchie in vista), diffusissimo nei mari del Nord e così etichettato dalle punte dei raggi che

In apertura, primo piatto di paccheri con peperoni e rana pescatrice - 1. Orata sotto sale 2. Orata all’acqua pazza - 3. 4. e 5. I condimenti usati in cucina:cima d’agli,

olio d’oliva e pomodorini pachino - 6 - Spigola al forno

Open with the first plate of paccheri with peppers and monkfish - 1. Sea bream in salt2. Bream crazy water - 3. 4. and 5. The condiments used in cooking:

the top of garlic, olive oil and cherry tomatoes - 6. Bass baked

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between its eyes, but somebody suggests that it is due to the Roman noble Sergius Orata, who had a pool full of them in his elegant villa in Baia. According to the chronicles, he introduced the the aquacul-ture into the Roman Empire. It seems that he was so mad about this golden-eyed fish that he derived his name from it, and not the contrary.The best way to savour this fish is “all’acqua pazza”. This recipe is probably been invented by the Neapolitan fisher-men, who used to cook the fish on their boats. According to another tradition it has been created on Ponza island; from there it went to Capri, where Totò made it famous.To cook a gilthead “all’acqua pazza” few

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ingredients are needed: a fresh fish, cher-ry tomatoes, olive oil, white wine, garlic, parsley, a little bit of oregano or pepper, and 3/4 litres of water.After the gilthead has been cleaned, put garlic and oil in a pan and let it cook on low heat. Then, add the diced tomatoes, salt, oregano (or pepper), parsley, wine, and water. When it boils, after five min-utes, add the gilthead and cover with a lid. Cook for 15/20 minutes, depending on the size of the fish.For the sea-food lovers, it is possible to add clams, mussels, olives, capers, and sardines during the preparation.To see if the fish is cooked there is a little trick: if the caudal fin will easily part, the “acqua pazza” ready. Once ready, add a

spiccano sulle pinne dorsali che lo rendo-no simile ad una spiga, si può consigliare la ricetta all’acqua pazza di cui, insieme al pesce dagli occhi dorati, è uno degli ingre-dienti principali e più gettonato. Ma se lo si mangia cotto al forno, altro che primi-zia! E’ un’autentica ghiottoneria. Roba da leccarsi i baffi! Eh sì signori. La spigola al forno è un’altra delle bontà d’autore del-la cucina partenopea: un piatto di cui pro-prio non si può fare a meno. Chiccheria da veri intenditori. Chiariamo subito. Non è difficile da prepa-rare. Tutt’altro. Basta pulire il pesce con cura, riempendo-lo di erbe aromatiche tritate (un po’ di sal-via, aglio, prezzemolo o pepe nero, a se-conda dei gusti, rosmarino, un cucchiaio

di timo). La spigola va poi adagiata in una pirofila unta con olio extravergine dove va cosparsa di pangrattato e, poi, di una mi-scela di succo di limone, burro fuso, olio, sale e un po’ di vino bianco. A quel punto il “preparato” andrà mes-so in forno e lasciato cuocere per circa mezz’ora a 180 gradi badando bene a non farlo seccare. Il pesce, infatti, dovrà essere bagnato, di tanto in tanto con lo stesso li-quido di cottura, utilizzando un rametto di rosmarino a mo’ di “pennello”. A cottura ultimata, la spigola al forno po-trà essere impiattata guarnita con un pa-io di fettine di limone: il risultato finale sa-rà una delizia per gli occhi e per la bocca. Da una regina all’altra, eccoci giunti alle alici, pesci tra i più diffusi in assoluto nel

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Mare Nostrum ed in particolare in quello campano. Stiamo parlando probabilmen-te di uno degli animali marini più cono-sciuti nel Meridione d’Italia (il termine stes-so “alice” pare derivi dal latino hallex, poi tradotto nelle lingue napoletane e sicilia-ne, in “alice”) e probabilmente più utiliz-zato, in assoluto, nella preparazione di ri-cette e misture a base di pesce. Una vera prelibatezza per i buongustai. Sotto sale, marinate o piccanti, le alici fan-no sempre la loro bella figura a tavola. E’ dai tempi dell’antica Roma, d’altronde, che questo esile e sottile pesciolino, tra i più piccoli dell’ecosistema marino, è parte integrante di succulenti piatti e salse di cui ancora oggi perdura l’eco.

Lo testimonia il culto che la lavorazio-ne delle alici osserva a Cetara, suggestivo borgo della Costiera Amalfitana dove il pe-sce d’argento è un vero e proprio simbolo dell’arte culinaria locale. Alzi la mano chi non ha mai sentito par-lare della colatura di Cetara, prodotto ga-stronomico tipico dei litorali dell’Antica Repubblica Marinara. Si tratta di un con-dimento molto salato, un liquido dal co-lore ambrato, quasi una sorta di salsa, le cui origini si perdono nella notte dei tem-pi, richiamando molto da vicino il ricordo del garum romano. Ma come si prepara questo elisir da mille e una notte, giunto fino ai giorni nostri - almeno così raccon-ta la leggenda - grazie all’opera “conser-

vatrice” di un gruppo di monaci presen-ti in Costiera nei secoli del Medioevo? E’ presto detto. Si prendono le alici pescate nel mare di Sa-lerno con la tecnica del cianciolo (che pre-vede l’utilizzo della lampara) tra aprile e lu-glio, così come prescrive il disciplinare di produzione del Presidio Slow Food (è que-sto, infatti, il periodo migliore dell’anno in quanto i pesci, sia per le condizioni del mare, sia per il loro stesso ciclo vitale, pre-sentano un contenuto di grassi minore e sono dunque più adatti al processo di sa-lagione), le si pulisce accuratamente e poi le si lascia maturare sotto sale in appositi recipienti di legno detti “terzigni”. Si trat-ta di contenitori speciali ai quali viene pra-

ticato, preventivamente, un foro nella par-te bassa. La maturazione avviene dunque tra la fi-ne di luglio e i primi di dicembre. In pratica tra l’estate e la fine dell’autunno. Quattro-cinque mesi di attesa: il tempo necessa-rio a far sì che il liquido prodotto dalla fermentazione inizi a “colare” dal foro e venga raccolto in appositi barattoli di ve-tro. Appena prima dell’avvento del Natale. E’ questa la colatura delle alici, squisito e inebriante nettare unico nel suo genere. E la cui preparazione si deve, dunque, all’in-ventiva e alla tenacia del popolo cetarese che nel corso dei secoli prese l’abitudine di conservare questo semplice e squisito pe-sciolino sotto sale, in apposite botti di le-

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The typical product is “colatura di Ce-tara”, characteristic of the littoral of the old Maritime Republic. It is a salty sea-soning, an amber liquid, almost a kind of sauce, whose origins are lost but recall the Roman garum. According to a legend, its recipe has been kept by a group of monks living on Amalfi Coast during the Middle Age. But how is it prepared?The anchovies are taken from the sea of Salerno between April and July, as Slow Food prescribes (the fishes have less fat and are therefore more apt for been place under salt), they are then cleaned and placed under salt in wooden boxes called terzigni, with a hole in the bottom. Between the end of July and the begin-ning of December, the liquid coming from the fermentation of the anchovies drips from the hole and is collected into glass jars. This is the dripping of the anchovies, a unique nectar. Its preparation is due to the people from Cetara, who used to place this small fish under salt into wood-en boxes that let the seasoning drip.This technique was then adopted by other places in the Amalfi Coast and was then perfected with the use of woollen caps to filter better this exquisite sauce. Today, every family in Cetara has a jar of “colatu-ra” to season spaghetti or linguine during Christmas holidays. It is also good to sea-son vegetables, like escaroles.Another fish that is always on the table during feasts is angler fish (rana pesca-trice). It is almost scary: it has a big head

ping it from time to time with the same mixture added before cooking using a branch of rosemary as brush.When it is ready, put the sea-bass into the plates with a couple of lemon slices.The anchovies (alici) are among the most common fishes of Mare Nostrum, espe-cially in Campania and, more in general, in Southern Italy. Its name probably derives from the Latin hallex, than passed into Ne-apolitan and Sicilian as “alice”.Salted, marinated, or spicy, anchovies are always present on the table, since Roman times.In Cetara, a hamlet of the Amalfi Coast anchovies are the symbol of local culinary art.

little bit of oil and parsley. It is best served with toasted bread with garlic and toma-toes.And now, her majesty the sea-bass (sp-igola, also called branzino). It is also good cooked “all’acqua pazza” but it gives its best cooked into the oven. It is a real del-icacy. And it is really easy to make. Firt, clean the fish and fill it with minced herbs (sage, garlic, parsley or black pepper, rosemary, thyme). Place the sea-bass in a saucepan with a little bit of extra-virgin olive oil, cover it with crumble bread and add a mix of lemon juice, melted butter, oil, salt, and a little bit of white wine.Place the saucepan in the oven and let it cook for half an hour circa at 180°, dip-

gno poggiate in mezzo a due travi, dette “mbuosti”, dalle cui fessure colava il sapo-rito condimento. Il procedimento si diffuse un po’ alla volta anche in tutti i borghi della costa di Amalfi, e via via andò perfezionandosi sempre più nella tecnica, fino ad arrivare all’adozione di appositi cappucci di lana che filtravano e depuravano ulteriormente la salsa renden-dola ancora più buona e saporita. Anche in pieno terzo Millennio a Cetara, non c’è famiglia che nei giorni delle festività di fine anno non ne abbia almeno un barattolino per condire gli spaghetti o le linguine, che non possono mai mancare nei cenoni della vigilia. Ma la colatura è sensazionale anche per condire le verdure, come ad esempio,

Campania Sapori

7. Banco di pesci - 8. 9. 10. 11. e 12. Alici sott’olio, marinate, appena pescate, sotto salatura, fritte

7. Shoal - 8. 9. 10. 11. and 12. Anchovies in oil, marinated, freshly caught, under salting fries

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a rosolare badando bene a girarla a me-tà cottura. Trascorsi sette, otto minuti, si aggiunge alla cottura un bicchiere di vino bianco. Non appena sfumato, si toglie la rana pescatrice dal tegame e la si adagia in una padella mentre al fondo di cottura si aggiungono pomodorini tagliati, un pe-peroncino (a seconda dei gusti), un pizzico di sale e un po’ di prezzemolo tritato (ma può andar bene anche la rugola, se piace). Si lascia cuocere il tutto per altri 10 minuti e, nel frattempo, si mette l’acqua sul fuo-co per preparare la pasta. Mentre i fornelli svolgono il proprio lavo-ro, la pescatrice può essere spolpata e ta-gliata a pezzi (se non lo si è già fatto all’ini-zio). Quindi può essere riaggiunta al sugo in cottura del tegame dove viene lasciata a cuocere per altri 5, 6 minuti aggiungendo un mestolo d’acqua.

nella pizza con le scarole. Una tradizione molto sentita e partecipata, dunque, che ha valicato i confini dei sette mari.Un altro pesce che non manca mai sulle ta-vole imbandite, soprattutto nei giorni del-le feste, è la rana pescatrice. A guardar-la bene fa quasi spavento. Ha una testa enorme con due occhi molto piccoli posti sulla sommità del capo. E una bocca gran-de e sproporzionata rispetto al resto del corpo (che presenta un tronco tozzo e li-scio, privo di squame), rivolta in alto con denti aguzzi e affilati. Insomma, non pro-prio quello che si dice un pesce dall’aspet-to gentile. Non a caso la pescatrice è an-che soprannominata “coda di rospo” e in Campania viene chiamata “rattale”. La “rana” vive sui fondali fangosi anche a grandi profondità, dove si nasconde per cacciare le sue prede, e può raggiungere anche i due metri di lunghezza. La sua car-ne bianca e delicata ricorda un po’ quel-la dell’aragosta e dunque proprio come il famoso crostaceo è superbamente sapori-ta. Soprattutto come condimento di un bel piatto di paccheri, così come tradizione co-manda. Ma anche in altre in svariate e gu-stose preparazioni. Per esempio al forno, alla griglia, al cartoccio, stufata in padella con pomodoro ed erbe aromatiche, al va-pore, e anche alla brace. Ma come prefe-riscono cucinarla alle falde del Vesuvio? E’ presto detto. Si scalda un po’ d’olio in un tegame do-ve poi si mette a rosolare l’aglio a fettine (che, una volta rosolato, andrà eliminato). Poi si prende la pescatrice, preventivamen-te pulita e spellata (qualcuno preferisce ta-gliarla a pezzi già in questa fase, altri utiliz-zarla tutta intera), e la si mette nel tegame

A cottura ultimata e con la pasta cotta e già scolata, si potrà passare ad amalgama-re i paccheri con il sugo e con almeno un trancio di rana pescatrice per ogni piatto. Il risultato finale sarà una pietanza estre-mamente saporita, gustosa e straordina-riamente bella anche da vedere.E’ ottima ed è considerata uno dei pesci più pregiati in assoluto la “pezzògna”, ani-male marino di acque profonde (lo si pesca a 140 metri), molto saporito. Il suo nome scientifico è Pagellus ed in ogni regione del Belpaese ha un nome diverso. A Taranto e ad Otranto, ad esempio, è chiamata “scaz-zatiedde” mentre a Cagliari è il “basucu” e in Sicilia, alternativamente, mopu o mo-pa. Il termine “pezzógna” è tipicamente napoletano. E a Napoli e al largo di Baia e Pozzuoli si pesca l’esemplare più buono di questo rinomato pesce della famiglia Spa-

ridae. Da un punto di vista gastronomico, la pezzógna è ritenuto uno dei “pezzi” di maggior valore a livello culinario. La sua miglior e più famosa ricetta è quella all’ac-qua pazza, come per l’orata e per la spigo-la. Ma non mancano varianti tipicamente campane che ne esaltano gusto e quali-tà nutritive. A Massa Lubrense, ad esem-pio, la si prepara alla “Mediterranea”. Si sfiletta, cioè, la pezzogna e la si adagia su un cartoccio rivestita di rondelle di patate (preventivamente lessate in acqua bollen-te) condite di sale, olio, pepe, prezzemolo ed un pizzico d’aglio. Il cartoccio si chiu-de e si cuoce in forno per circa 15 minuti. A Ischia va invece di moda la “pezzogna al sale”. Per prepararla bisogna stendere del sale su una teglia da forno e adagiarvi sopra il pesce spennellato con olio crudo. Quindi si ricopre il tutto con altro sale gros-

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and two small eyes, a huge mouth with pointy teeth, its body has not scales.It lives on the muddy depth and can be two metres long. Its delicate and tender meat recalls the lobster and it is incredi-bly tasty, especially as a seasoning for pac-cheri. But also cooked in the oven, grilled, in tinfoil, stewed in a pan with tomatoes and herbs, and also steamed. How do they eat it at the foot of Vesuvius?Put a little bit of oil in a pan and then add garlic (put it away once golden). Take the clean angler fish without skin and place it in the pan, turning it after a while. After 7/8 minutes add a glass of white wine; when it has faded away, place the fish into another pan while adding diced to-matoes, a chilly pepper, a little bit of salt and minced parsley (also rocket will do). Let it cook for 10 minutes and, in the

meanwhile, place the water for the pasta on the stove.The angler fish can now be cutted and placed into the seasoning with a spoon of water. Let it simmer for 5/ 6 minutes.When is ready, season the paccheri with the sauce and place one piece of angler fish for plate.One of the finest fishes is the red sea-bream (pezzògna), very tasty. Its scientif-ic name is Pagellus but every Italian re-gion calls it in a different way. The word “pezzògna” is typically Neapolitan.The most famous recipe is “all’acqua pazza”, but there are also some tasty rec-ipes from Campania. In Massa Lubrense, it is prepared “alla Mediterranea” (Medi-terreanen way): fillet it and place it on tin-foil on a bed of sliced boiled potatoes sea-soned with salt, oil, pepper, parsley, and

garlic. Close the tinfoil and put into the oven for 15 minutes.In Ischia is cooked with salt: put some salt on a baking tin and place the red sea-bream on it with a little bit of oil. Cover with salt and cook in the oven at 220° for 20 minutes circa. Meanwhile, prepare a dressing with oil, salt, lemon, and parsley.The red sea-bream is tasty with chickpeas like they do on Ponza, or with potatoes and olives like in Amalfi.It is a sweet sea fish, the famous capitone (female eel), also known as eel. Round, with the smooth skin, this snake-like fish cannot be missing on the Christmas Eve table in Naples, when it is usually savoured fried. It seems that it was common also during the Roman times, who inherited this habit from the Greeks.

so e si inforna a circa 220 gradi per una ventina di minuti. Il pesce, una volta cot-to, andrà servito già spinato, con l’accom-pagnamento obbligatorio di una salsetta a base di olio, sale, limone e prezzemolo. Gustosa è anche la pezzògna in “crosta di ceci”, come la si prepara sull’isola Pon-za, antico approdo di pescatori campani. O quella alle “patate ed olive” che si mangia ad Amalfi. Preziose varianti sul tema con una unica indiscussa protagonista: la pez-zògna made in Partenope.E’ un pesce d’acqua dolce, ma quanto a sapore non ha nulla da invidiare a quelli di mare, il famoso “capitone”, meglio cono-sciuto dagli esperti con il nome di anguil-la. Rotondo, dalla pelle liscia e leggermen-te squamato, a Napoli questo pesce dalla forma di serpente è un habituè dei cenoni di fine anno. Guai se manca a tavola! Non

13. Rana pescatrice - 14. e 15. Pezzogna con pomodorini e al cartoccio - 16. Capitone fritto

13. Monkfish - 14. and 15. Pezzogna with tomatoes and baked - 16. Capitone fried

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c’è vigilia che tenga, infatti, senza il suo “capitone fritto”. Pare che questo esem-plare (che altri non è se non la femmina dell’anguilla) fosse già molto diffuso ai tempi degli antichi romani che a loro vol-ta ne avevano ereditato la conoscenza e il gusto dai greci. Il suo nome, infatti, deriva da anguis, che in latino significa “serpen-te”. Ma già prima dei dominatori dell’Ur-be i figli di Ulisse ne avevano diffuso l’al-levamento in apposite vasche. Una pratica evidentemente raccolta e utilizzata anche dai Romani. Che ebbe in Publio Vedio Pol-lione, ricco cavaliere che fu al servizio di Augusto, il suo più attento cultore. Della sua straordinaria e scenografica villa di Po-sillipo (nome che deriva dal greco Pausyli-pon: che libera dalle preoccupazioni, e che a quanto pare lo stesso Pollione si scelse per la sua imponente dimora) ancora oggi si possono ammirare i resti sulle balze della collina di Trentaremi fino alla discesa del-

la Gaiola. Lì, in quella reggia che digradava verso il mare, questo discusso e dissoluto anfitrione aveva fatto costruire numerose piscine di acqua dolce e salata adibendo-le all’allevamento del saporito e prelibato pesce insieme con le murene (alle quali, a quanto pare, era solito dare in pasto gli schiavi condannati a morte). Un pesce richiestissimo, dunque, il capito-ne. Perché sin dall’antichità si credeva che, per la sua somiglianza con il serpente, mangiarlo fosse il modo migliore per allon-tanare il maligno. Pratica giunta più o me-no intatta fino ai giorni nostri, sotto forma di tradizione e “scongiuro”, per esorcizza-re il demonio di cui il serpente rappresen-ta, com’è noto, l’incarnazione più famosa. Fin qui la storia, col suo giusto mix di leg-genda che non guasta mai. Ma come si prepara il capitone secondo la ricetta un tempo diffusa nei paesi dell’Agro Noceri-no, dove le anguille crescevano e si molti-

plicavano rigogliose nel fiume Sarno? Bi-sogna prendere i capitoni e metterli in un piatto senza spellarli. Poi li si taglia a pez-zettini scartando la testa e la coda. Quindi, dopo averli opportunamente e accurata-mente lavati, li si passa nella farina, rivol-tandoli lentamente. Nel frattempo si versa olio per frittura in una padella che si mette sul fuoco. Giunta la temperatura giusta, si adagiano i capitoni infarinati nella padella e li si lascia friggere per almeno una quin-dicina di minuti. Il tempo necessario per farli cuocere ben bene anche all’interno. Quando sono cotti e dorati, i pezzi si pos-sono prelevare dalla padella e mettere sul-la carta assorbente per togliere via l’olio in eccesso. A questo punto li si cosparge con un spruzzata di sale (fino o doppio) e pepe (per chi lo gradisce) e magari anche con un po’ di limone et voilà, il piatto è pronto per essere servito a tavola, possibilmente con il contorno di una bella insalata di rinfor-

zo. Volendo, al posto della frittura, il capi-tone già tagliato a pezzettini e infarinato può anche essere cotto sulla graticola (un barbecue o una classica fornacella a carbo-ne vanno benissimo), bagnandolo di tanto in tanto con un mix di acqua, aceto e sale. Il risultato finale sarà altrettanto lussureg-giante: un autentico trionfo per il palato. E infine chiudiamo con una bella “zuppa alla napoletana”. Sì, perché se è vero che non c’è città di mare dello Stivale, da Ge-nova a Reggio Calabria in cui non si faccia una zuppa di pesce con il pescato tipico del posto, questo vale a maggior ragione per Napoli, città che di mare vive e che dal mare, fino a prova contraria, è nata, come dimostrano gli antichi approdi dei coloniz-zatori greci sull’isolotto di Megaride. An-che Partenope, dunque, ha la sua rinoma-ta e celebre zuppa di pesce. E che zuppa, signori! Ciascuno, da Fuorigrotta a Santa Lucia, da Santa Chiara a Piazza Mercato,

Campania Sapori

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Its name comes from anguis, the Latin word for snake. Publio Vedio Pollione, a rich noble at the service of Augustous, had a villa in Posillipo (from the Greek Pau-sylipon “without worries”) where he had numerous pool to breed capitone togeth-er with morays. Since ancient times it has been believed that, because of its resem-blance with a snake, it was able keep the evil away. A habit that still continues now-adays. There is a famous recipe from Agro Nocer-ino, where the eels were taken from Sarno river. Take capitoni and place them in a plate, cutting them in pieces throwing away their heads and tails. Wash them and cover them with flour, slowly. In the meantime, heat the oil in a pan. Fry the capitoni for 15 minutes. When they are ready, place them on paper to absorb the exceeding oil, add a little salt and pepper, a little bit of lemon, et voilà,

la prepara a modo suo. E’ il bello della tra-dizione che si tramanda di padre in figlio. C’è, infatti, chi ci mette solo pesci e crosta-cei e chi ci aggiunge anche i frutti di ma-re. Quello che conta però è gli ingredienti siano freschi e genuini. E che non man-chino pesci come lo scorfano, il coccio, la tracina e la lucerna (o pesce prete). Pesci molto spinosi (e a volte pericolosi, proprio per la velenosità delle spine) ma straordi-nariamente saporiti che danno, insieme a polipetti, seppie (o calamari), gamberoni, cozze e vongole (o lupini) quel particolare gusto in più alla zuppa trasformandola in un piatto semplicemente unico. A condi-zione, aggiungiamo noi, di prepararla con squisiti pomodori San Marzano, un mez-zo bicchiere di buon vino bianco e il giu-sto condimento di olio della Terra delle Si-rene. Il risultato? Una bontà da gustare ad occhi chiusi. Buon appetito a tutti e...buo-ne feste!

RISTORANTE BORGO ANTICOdi Marco e Danilo VarrialeVia Santa Lucia 99Napoli - Tel. +39.081.764.97.52

RISTORANTE PIZZERIA BRANDIdei fratelli PagnaniSalita Sant’Anna di Palazzo 1/2Napoli - Tel. +39.081.41.69.28

RISTORANTE GARIBALDIdi Giovanni CastigliaVia Spiaggia 36Marina Grande di BacoliNapoli - Tel. +39.081.523.43.68

RISTORANTE GIARDINIELLOdi Antonio e Giovanni Di BiancoCorso Vittorio Emanuele 17Minori Salerno - Tel. +39.089.877.050

RISTORANTE LE DUE PALMEdi Antonio InfimoVia Agnano agli Astroni 30Napoli - Tel. +39.081.570.60.40

RISTORANTE NAPOLI MIAdi Antonella RossiVia Riviera di Chiaia 269/aNapoli - Tel. +39.081.552.22.66

Campania Sapori

ready to serve. The capitone can also be grilled, during the cooking dip it from time to time with a mixture of water, vinegar, and salt.Let’s finish with a tasty “Neapolitan fish soup”. Every family has its own recipe: some use only fishes and shellfishes, some add sea-food too. The important thing is that the fish must be absolutely fresh and that there cannot be missing fishes like scorfano (scorpion fish), coccio (sea-hen), tracina (weever), and lucerna (stargazer). They have many bones and are even dan-gerous because of their venom but to-gether with polipetti (polyps), seppie (cuttlefish), calamari (squids), gambero-ni (shrimps), cozze (mussels), and vongole (clams) give that unique taste to the soup. Add San Marzano tomatoes, white wine, olive oil, and... enjoy your meal!Merry Christmas and Happy New Year!

17. Sale per la cottura - 18. e 19. Capitone fritto e su crostini in umido20. e 21. Zuppa di pesce

17. Salt for cooking - 18. and 19. Capitone and fried croutons and stewed20. and 21. Fish soup

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Eccellenze CampaneCampania Sapori PRODOTTI TIPICI

La Terra del Buono raddoppia… la felicitáThe Land of Good Things doubles… happinesssAl grande salone del gusto di via Brin da settembre si è aggiunta la nuova bella sede in via Partenope.E a Natale arrivano i “panarielli”

Since September to the big show-room of taste in via Brin has been added the brand-new venuein via Partenope. And for Christmas there are “panarielli”

di Giuseppe Porzio

NNon si dica che qui dentro si vende cibo, né che, banalmente, solo lo si cucina. Qui dentro dal cibo ci si lascia trasportare. Qui dentro ciascun prodotto è un osanna al mangiar bene e ciascun piatto è allestito con pennellate di maestria culinaria. Chi acquista o gusta, s’impadronisce di rifles-si di sole, di esaltanti colori, di porzioni di cielo e sorsate di mare. Di ogni dettaglio che ne ha fatto un’eccellenza. Questo è il posto dove il cibo è il più genuino risulta-to della sua fertile terra. Nel logo vi si leg-ge: Eccellenze Campane, la terra del buo-no. Polo d’imprese dove il Mediterraneo non è solo nella dieta. E’ mare, sole e ter-ra racchiusi in ogni pietanza. Non ingan-ni l’età della sede di via Brin, che ha visto

la luce all’alba del 2014. Né della neona-ta Eccellenze Campane Mare, scommessa già vinta del presidente Paolo Scudieri, in via Partenope con vista su Capri. Le tecni-che di produzione restano le più antiche, le tradizionali.Percorrendo i duemila metri quadrati del polo di via Brin si attraversa un panifi-cio, un birrificio, un pastificio, un caseifi-cio, una torrefazione, una pasticceria, una cioccolateria, una gelateria. Ben dodici le aree di ristorazione con 520 posti a sede-re. Dove la cultura locale del buon mangia-re (sano, genuino, gustoso, tipico) la fa da padrona fin dal lessico. Qui gli alimentari si acquistano dal “casadduoglio”. Non si trova la pasta, ma i “maccarune”. La gran-

de Aula che ospita eventi non è Magna, ma Magnà.E col Natale alle porte, ecco i “panarielli”: c’è ’o pensiero, ’o doce, ’o primm piatt, ’o panaro ammiscato, il “fatte na’ pizza” e il personalizzabile “comme vuò tu”. Ciascu-na confezione ha dentro solo prodotti del-la Terra del Buono. E se pasta, pane, birra, conserve o mozza-rella si vogliono ricevere direttamente a ca-sa, il trasporto è rigorosamente a bordo di auto elettriche. Perché, da queste parti, ci tengono a tenere incontaminata la Cam-pania felix. Non si dica, allora, che qui den-tro si cucina o solo si vende cibo. Sarebbe come dirlo di un poema, di un carme. Che non si consuma, ma ci si lascia trasportare.

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H

Eccellenze CampaneVia Benedetto Brin 49c/o Complesso Brin 69, Napoli Tel. +39.081.20.36.57 - 569.44.46

Eccellenze Campane MareVia Partenope 1b, NapoliTel. +39.081.716.94.35

[email protected]

Here food is not just sold or cooked. Here every product is an hymn to good eat-ing and every dish is prepared with culi-nary skill. This is the place where food is the most genuine gift of its fertile land. In the logo is written: “Eccellenze Campane, the land of good things”. The word Med-iterranean here is the sea, the sun, and the land behind every dish. The venue in via Brin was opened in 2014, while the brand-new “Eccellenze Campane Mare” is in via Partenope.In via Brin there are a bakery, a brewery, a pasta factory, a dairy, a coffee roast-ing, a patisserie, a chocolate factory, an ice-cream factory, and twelve refresh-ment areas with 520 seats. Here the local culture of good eating (healthy, genuine, tasty, typical) plays master.For Christmas there are the “panarielli”: in every pack there are only produce from the Land of Good Things. And if some-body them to be home-delivered the car-riage is rigorously made by electric cars, to keep Campania Felix unpolluted. So, let not be said that here food is only cooked or sold.

Campania Sapori PRODOTTI TIPICI

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Caseificio Ponte a MareCampania Sapori PRODOTTI TIPICI

La tradizione esalta il sublime gustoTradition exalts the sublime tasteMangiare con le mani: la mozzarella e i latticini dell’azienda di Castel Volturno, conosciuta in tuttoil mondo, invitano a trasgredire le regole del bon ton

Eating with the hands: mozzarella and dairy products of the world-renowned Castel Volturno’s firminvite to break the rules of good manners

di Giuseppe Porzio

LL’immagine, sì, serve anche quella. Ma il sapore, talvolta, ha bisogno di occhi chiusi perché si raggiunga la sublimazio-ne. E se ci togliamo un pizzico di bon ton, daremo vita a sensazioni mai cono-sciute. Difficile trovare chi proporrà di portarla con le mani direttamente al pa-lato. Qualcuno lo sussurrerà, consapevo-le che il piacere non vuole regole. E le regole, questa signora della tavola impo-ne che siano seguite solo per come met-terla ogni giorno al mondo. Un morso, il primo. E latte di bufala campana che gocciola, palato che s’accende, sensi che impazziscono, mente che s’inebria, oc-chi che tendono a chiudersi. Se non pro-ducesse uno solo di questi effetti, non sarebbe una mozzarella firmata Ponte a Mare, regina dei caseifici, vanto di Ca-

stel Volturno e del litorale di Terra di La-voro. Un morso ancora. Per gustare oltre e capire che non c’è improvvisazione in chi produce questo capolavoro, ma tra-dizione perfezionata negli anni. E un’at-tenta lavorazione che la rende sicura e ricca di principi nutrizionali. Fattori che non ledono il sapore, ma lo esaltano. In via Domiziana si staglia il caseificio del-la famiglia Paolo. Ai fratelli Gianfranco e Antonio non sfugge mai un passaggio della lezione di papà Vincenzo. Dalla scelta del foraggio, solo italiano, per nutrire le bufale. Passando per il lat-te, da far pervenire entro dodici ore dalla mungitura al caseificio, dove viene filtra-to di ogni impurità con sistemi che la-sciano inalterate le qualità nutrizionali. Ed ecco a voi, la Mozzarella, doverosa-

Caseificio Ponte a MareVia Domitiana, Km 34.070Castelvolturno (Caserta)Tel. [email protected]

mente con la maiuscola. La sua squisi-ta dimora, il caseificio Ponte a Mare, è da anni conosciuta da giapponesi, sve-desi e gente di ogni angolo del globo che hanno imparato a conoscere la vera mozzarella. Accanto alla madrina dell’o-ro bianco, fanno bella mostra trecce, bocconcini, ricotta e provole affumicate. Prodotti della stessa tradizione. Squisiti già a vedersi. Poi s’impara anche a gu-starli, con un tocco di trasgressione… .

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SSometimes taste needs closed eyes and less good manners to reach its climax. It is just a whisper, eat it with the hands. Be-cause pleasure does not accept rules. A bite, the first. Drops of buffalo milk from Campania, palate and mind enthuse, the eyes tend to get closed. Only these side effects guarantee that it is a “Ponte a Mare” mozzarella. Another bite to under-stand that behind this masterpiece there is a long tradition and a careful process. Paolo brothers, Gianfranco and Antonio, keep in mind their father’s lesson: only Italian forage to feed the buffaloes, and the milk, brought to the dairy after a max-imum of 12 hours after milking, filtered from impurities with systems that leave unaltered its nutritional qualities. “Ponte a Mare” dairy is well known by people from all over the world, who have learned to savour real mozzarella together with trec-ce, bocconcini, ricotta and smoked prov-ole. Tasty produce that need to be eaten with a touch of transgression…

Campania Sapori PRODOTTI TIPICI

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Ristorante Museo Caruso e La BasilicaCampania Sapori RISTORANTI

Il tenore rivive tra mille prelibatezzeThe tenor lives again among thousands of delicaciesCimeli unici del leggendario Enrico Caruso esaltati nella maison del gusto di Paolo Esposito.E a due passi sorge un tempio di culinaria dove ogni piatto è un trionfo di terra e mare

Unique memorabilia of the legendary Enrico Caruso are exalted into the maison of taste by Paolo Esposito. At few steps, stands a culinary temple where every dish is a triumph of land and sea

di Giuseppe Porzio

“N“Non è una voce, è un miracolo… ”. Un miracolo che riecheggia tra queste sale adorne di frammenti della sua esistenza. Locandine, copertine, annunci ingialliti di spettacoli entrati a far parte del mito. Un miracolo quella forza vocale che – scrisse Thomas Burke – per risentirne di simili, “non basteranno due secoli, forse tre”. L’attesa di un nuovo Enrico Caruso tro-va requie qui dentro. Il Ristorante Museo Caruso, nel cuore pulsante di Sorrento, è uno stupefacente tributo al leggendario tenore. Il padrone di casa, Paolo Esposi-

adoperato dai maestri chef del Ristoran-te Museo Caruso. E per gli appassiona-ti del grande Caruso, è possibile visitare gratuitamente ogni giorno il Museo, dal-le 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Stagliata a pochi passi da piazza Tasso, lì vicino sorge un’altra opera della sapien-te esperienza enogastronomica di Pao-lo Esposito. Dal nome ispirato all’attigua cattedrale del patrono Sant’Antonino, il ristorante “La Basilica” unisce il piacere della cucina mediterranea a un ambien-te elegante e ricercato, acceso dai colo-

to, ha reso paga la sua sconfinata am-mirazione, coniugando la passione per Caruso con l’arte della gran buona cu-cina. Gustare piatti unici e, nel contem-po, rivivere un mito contemplandone i cimeli più rari è un’esperienza impaga-bile. Qui la leggenda sposa l’eleganza, come quest’ultima coniuga la saporita cucina della Terra delle Sirene. I piatti so-no un trionfo di sapori del mare che cin-ge la città “capitale” della Costiera, dei prodotti delle colline che la sormontano. Il Mediterraneo griffa ogni ingrediente

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Ristorante Museo CarusoVia S. Antonino 12, SorrentoTel. +39.081.807.31.56info@ristorantemuseocaruso.comwww.ristorantemuseocaruso.com

Ristorante La Basilica Via Sant’Antonino 28, SorrentoTel. +39.081.877.47.90info@ristorantelabasilica.comwww.ristorantelabasilica.com

The walls are entirely decorated with frag-ments of his existence: playbills, sleeves, advertisements of the shows made by the tenor Enrico Caruso. “Ristorante Museo Caruso”, in the hearth of Sorrento, is a magnificent tribute to the legendary tenor. Paolo Esposito joined his passion for Caruso with the art of good cooking. It is a unique experience: tasting fine food while looking at rare memorabilia of such a myth. The tasty dishes are a triumph of the sea and the hills of Sirens Land. It is possible to visit for free the Museum

ri lucenti dei suoi dipinti che raffigurano il Vesuvio in eruzione. Toni vivi che s’in-contrano in piatti nei quali non di rado il mare sposa la terra. Saporite e genu-ine miscele che sormontano anche l’al-tra tradizionalissima specialità di casa, la

Campania Sapori RISTORANTI

pizza. Capolavori della più ambita cuci-na mediterranea. Piccoli miracoli di culi-naria. Quasi come quella voce leggenda-ria che ancora rivive in quel “museo” a due passi, avvolgendo le viuzze di que-sto eden in terra.

every day from 10,00 to 12,00 am and from 15,00 to 18,00 pm.Just at few steps from piazza Tasso, there is another masterpiece of Paolo Esposito. Called after the neighbouring cathedral of Sant’Antonino, restaurant “La Basil-ica” joins the pleasure of Mediterrane-an cuisine to an elegant and refined set-ting, lightened by the paintings depicting the erupting Vesuvius. Tasty and genuine dishes and the traditional pizza: master-pieces of the typical cuisine, small mira-cles of culinary art.

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Casa LerarioCampania Sapori AGRITURISMO

Sapori e passione sotto il TaburnoTaste and passion under Mt. TaburnoGrande ospitalità e genuini gusti della terra nell’agriturismo delle eccellenze. Per succulenti pranzi della domenica ed eventi indimenticabili

Great hospitality and genuine earthy taste in this excellence holiday farm. For succulent Sunday meals and unforgettable events

di Sergio Prado

ÈÈ ormai entrato di diritto tra i luoghi delle eccellenze enogastronomiche regionali. Nell’agriturismo Casa Lerario, la cura dei particolari e tanto buon gusto, nell’am-biente come nella cucina, si specchiano a tavola. Con la saporitissima pasta fresca fatta mano da nonna Tatiana, fondatrice della elegante farm house sannita, e dal-le sue collaboratrici. O con la proposta costante di carni spe-ciali come il maialino nero casertano, spesso brasato all’aglianico, prima di es-ser cotto alla brace.La domenica e in tutte le ricorrenze, qui a Casa Lerario ogni pranzo è diverso, a base di prodotti freschi di stagione colti-vati nel proprio orto ed elaborati in casa anche da grandi chef stellati, che si alter-nano nella cucina agreste durante eventi

speciali organizzati dalla famiglia Lerario con simpatia e passione. La loro missione è offrire il meglio al clien-te, sia che celebri un evento, sia che gu-sti un pasto domenicale o che sia ospite per un’unica notte. E non deludono mai le aspettative.

Part of the regional wine-and-food ex-cellences, “Casa Lerario” holiday farm of-fers an outstanding care for details and a great taste, both in the setting that in the kitchen. With the delicious hand-made pasta, or the constant proposal of special kinds of meat, like black piglet.On Sunday and on every special occasion, here at “Casa Lerario” every meal is dif-

Agriturismo Casa LerarioContrada Laura 6Melizzano (Benevento)Tel. +39.0824. 94.40.18www.casalerario.it

Agriturismo Casa Lerario

ferent, always made with fresh season-al produce cultivated in their garden and cooked by starred chefs who alternate during the special events.

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Gay OdinCampania Sapori DOLCI DELIZIE

Il piacere intenso del cioccolato The intense pleasure of chocolateDalla fabbrica di via Vetriera, l’arte cioccolatiera più anticae apprezzata di Napoli conquista anche Roma e Milano

From via Vetriera laboratory, the oldest and most appreciated artof making chocolate in Naples conquers also Rome and Milan

di Andrea Marquez

NNon è semplice cioccolato. E’ sublimazio-ne del piacere. E’ stimolo per l’intelletto. E’ cultura che affonda radici nei salotti otto-centeschi. E’ gusto che la modernità non ha intaccato. Perché plasmato artigianal-mente per le papille del popolo di Napo-li. Così parlò e ordinò, oltre un secolo fa, Isidoro Odin. Così è oggi il cioccolato grif-fato Gay Odin. E non c’è punto vendita, nella sua inflessibile eleganza, che non ri-mandi ai primi laboratori. A guardarlo in vetrina, questo cioccolato appare come un’esposizione di preziosi. Ma in contem-plazione si dura poco. Il palato travalica la vista. Se c’è ulteriore indugio, è solo nel-la scelta. Tra i classici cioccolatini Nudi, la leggendaria Foresta, il Vesuvio, le tavolet-te, le torte. E i gelati, in 24 gusti, preparati nel laboratorio di via Vetriera con la stessa maestria artigiana impiegata per ogni sin-golo cioccolatino Gay Odin. Lavorati a ma-

no, come impone Marisa Maglietta, fiera erede dell’arte e della tradizione di Isidoro Odin e della sua signora, Onorina Gay. So-no ben nove, oggi, le botteghe Gay Odin, unite alle sedi di Roma e Milano: un’espan-sione che è il segno della delizia dei palati.

Gay OdinPunti vendita.Napoli, via V. Colonna,15B Napoli, via Carducci, 29Napoli, via Vetriera, 12Napoli, via Benedetto Croce, 61Napoli, via Cilea, 189Napoli, Centro Direzionale Isola E7Napoli, via Luca Giordano, 21Napoli, via Toledo, 214Napoli, via Toledo, 427Roma, via Stoppani , 9Milano, via San Giovanni sul Muro, 19Numero verde: 800 20 00 [email protected]

It is not just chocolate: it is pleasure, cul-ture, taste that has not been affected by modernity. Still hand-made like Isidoro Odin said more than a century ago, Gay Odin chocolate is a real treasure. There is an embarrassment of riches: the clas-sic Nudi, the legendary Foresta, the Ve-suvio, bars, cakes. And ice-cream: 24 fla-vours prepared in via Vetriera with great craftsmanship. Chocolate is hand-made, like Marisa Maglietta, heir of Isidoro, re-quires. There are nine Gay Odin shops,

also in Rome and Milan: an expansion that goes along with the delight of the palates.

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Carraturo VittorioCampania Sapori DOLCI DELIZIE/PASTICCERIA

Sfogliatella, il segreto che non si svelaSfogliatella, the secret which remains unveiledDa sessant’anni le pasticcerie “Carraturo Vittorio” sfornano il tipico dolceche è come una cartolina di Napoli. Con un ingrediente particolare: la passione

Since sixty years Carraturo family makes the typical sweet that is like a Nasples postcard.Made with a special ingredient: passion

di Andrea Marquez

CChissà se è soltanto leggenda. Ma è bel-lo pensare che sia così. Che c’è un segre-to, un ingrediente che non si può svelare, che viene da tempi e luoghi lontani, cu-stodito in un sacro scrigno occultato chis-sà dove. Ma poco importa saperlo, quel che conta sono queste opere di fragran-za, che fanno parlare di Napoli come i cantori che l’hanno osannata e le icono-grafie di sole, golfo e Vesuvio che la trat-teggiano. La sfogliatella è figlia di questa cartoli-na. E se ci fosse un’anagrafe dedicata, la sfogliatella porterebbe il cognome dei Carraturo. Sessant’anni trascorsi da quel

febbraio del 1955, quando Vittorio, figlio d’arte pasticciera, prese a sfornare le clas-siche ricce e frolle. Sessant’anni. E le pa-sticcerie “Carraturo Vittorio” non smetto-no di distinguersi per la bontà di tutta la loro ampia pasticceria. Il palato attento la riconosce. Il segreto? “Lo portiamo nel cuore e nella passione trasmessaci da nostro padre”, rivelano El-vira e Felice Carraturo. Non lo svelano, il segreto della sfogliatella. Ma un consiglio, sono lieti di dispensar-lo: “Va mangiata calda, ma non troppo, spolverata di zucchero a velo accanto a un buon caffè”.

Who knows if it is just a legend: there is a secret ingredient, coming from a distant place and time. True or not, these mas-terpieces go hand in hand with the scen-ery of sun, Gulf and Vesuvius. Sfogliatella is part of this postcard. In February 1955 Vittorio Carraturo started the production of this pastry, riccia and frolla. Today, “Carraturo Vittorio” laboratories are still excelling. The secret? «It is in our hearts: our father’s passion», say Elvira and Felice Carraturo, from their shops in via Arangio Ruiz and corso Garibaldi. Their advice is: «It should be eaten hot, with icing sugar on top, together with a good coffee».

Pasticceria “Carraturo Vittorio”Corso Garibaldi, 59 Tel. +39.081.5545344Via Arangio Ruiz, 46/48/50 Tel. +39.081.7617341Piazzetta Nilo, 6Tel. +39.081.6584268Nola, via Variante 7 Bis, 257Tel. +39.081.8231363www.carraturovittorio.it

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MaxtrisCampania Sapori DOLCI DELIZIE

Confetti al di lá della ricorrenza Comfits that go beyond anniversariesLe produzioni della Italiana Confetti si arricchiscono dei gusti Mojito Max Cola e Spritz.E a Natale arrivano Le Perle e Dragées: nocciole, mandorle e amarene si “vestono” di cioccolato

The production of Italiana Confetti add Mojito, Max Cola, and Spritz flavours. And for Christmasthere are “Le Perle” and “Dragées”: hazelnuts, almonds, and cherries coated with chocolate

di Giuseppe Porzio

SSfatiamo un luogo comune. E andiamo ol-tre i giorni da ricordare. Non è necessa-ria un’occasione da immortalare per gu-stare un confetto come questo. Prodotti di eccellenza griffati Maxtris, ogni pregia-to esemplare dell’azienda Italiana Confetti è sintesi di lavorazione tradizionale e sofi-sticate tecniche di produzione. Retaggio di una famiglia che da sempre accompagna il proprio nome a quello dei confetti; se ci fosse una speciale anagrafe questi piccoli e gustosi capolavori si chiamerebbero Pri-sco. In tutti gli stili e sapori. A cominciare dai “gioielli” Maxtris, che in occasione del Natale, accanto al perfetto mix cioccola-to e mandorle, si propongono anche nelle versioni Le Perle - nocciole rivestite di cioc-colato al latte - e Dragées, ossia nocciole, mandorle e amarene celate da cioccolato.

Opere della stessa maestria che ha prodot-to i confetti delle linee Premium, Love Fru-it, Luxury Line. E che per i palati vivaci ha pensato ai Fritz, nei gusti Mojito, Max Co-la e Spritz. Se l’età, poi, è giovanissima e colorita, ecco i confetti Ciò Ciò. Tra i van-ti di casa Prisco fa bella mostra anche la Pralineria. Eccellenze della Italiana Confet-ti. Che non possono attendere che giunga l’occasione giusta.

Confetti MaxtrisVia Cerqua Sant’Antonio80030 Scisciano (Na) Sede legale: via Monte 6,80049 Somma Vesuviana (Na)Tel. [email protected] www.confettimaxtris.it

There is no need for an anniversary to taste Maxtris comfits. Every dragée made by Italiana Confetti means tradition-al manufacture and advanced produc-tion techniques, heritage of Prisco fam-ily. For Christmas, apart from the perfect mix of chocolate and almonds, proposes

“Le Perle” (hazelnuts coated with choco-late) and “Dragées” (hazelnuts, almonds, and cherries covered with chocolate). The same skill have created the brand-new flavours of “Fritz” comfits (Mojito, Max Cola, and Spritz), and “Ciò Ciò” suited for children. The excellence produce of Itali-ana Confetti cannot wait for the right oc-casion to come.

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museiNAPOLI

Museo Archeologico Nazionale

Piazza Museo, 19 Tel. 081.2110258; 081.4422149cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionaleMar chiuso. Mer-lun h. 9-19.30. Biglietti: 8 euro;4 euro per giovani dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anniTue closed. Wed-Mon 9 a.m. -7.30 p.m. Tickets:8 euros; 4 euros for people aged 18-24; free admis-sion under18Le sale del più antico museo archeologico d’Euro-pa custodiscono, tra l’altro, pezzi unici provenien-ti dall’area archeologica vesuviana, collezioni egizia-ne ed etrusche.The rooms of Europe’s oldest archaeological mu-seum house some unique pieces from he archaeo-logical sites around Mount Vesuvius as well as Egyp-tian and Etruscan collections.

Museo del Tesoro di San Gennaro

Via Duomo, 149 - Tel. 081.3442286; 081.294980www.museosangennaro.it - Aperto tutti i giorni (fe-stività incluse) h. 9 -18.00. Mercoledì chiuso.Biglietti: 7 euro; 5 euro under 18; 5 euro per gruppi di almeno 15 persone; 4 euro per scolaresche;Convenzionati (Cral, parrocchie): 5 euro, guida inclusaOpen every day (holidays including) 9 a.m.-6 p.m. Wed closed. Tickets: 7 euros; 5 euros under18; 5 for groups of 15 people; 4 euros for students; Agree-ment (Cral, Parishes): 5 €, guide includedSituata vicino alla Cappella di San Gennaro, la strut-tura custodisce l’inestimabile tesoro del patrono di Napoli. Vi si possono trovare: documenti, gioielli e dipinti.Situated near the Chapel of San Gennaro, the mu-

seum was built to house the priceless treasure of the Patron Saint of Naples, including documents, jewels and paintings.

Museo Nazionale di Capodimonte

Via Miano, 2 - Tel. 081.7499111; 848.800288www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_cp/museo_cp.htmlMer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 7,50 euro; 6,50 euro (dopo le 15,00); gratis sotto i 18 anni. Wed closed. Thu-Tue 8.30 a.m.- 7.30 p.m. Ti-ckets: 7,50 euros; 6,50 after 3 p.m.; free admission under18Fu costruita nel 1738 sotto il regno di Carlo di Bor-bone.Ospita un Gabinetto di Disegni e Stampe, la collezio-ne Farnese, arredi del ‘700 e ‘800.Built in 1738 under King Charles of Bourbon, hou-ses the Cabinet of Prints and Drawings, the Farnese Collection and furnishings from the 18th and 19th centuries.

Museo Civico di Castel Nuovo

Maschio Angioino Piazza Municipio Tel. 081.4201241 Dom chiuso. Lun-sab h. 9-19. Bi-glietti: 6 euro; gratis sotto i 18 anni e per studenti di facoltà artisticheSun closed. Mon-Sat 9 a.m. - 7 p.m. Tickets: 6 euros; free admission under18 and for Art studentsOspitato dal Maschio Angioino, il museo, oltre a tre preziose cappelle, accoglie altri ambienti dalla stra-ordinaria bellezza: la Sala dell’Armeria, quella dei Ba-roni e la Pinacoteca. Housed in the Maschio Angioino castle, the museum has three superb chapels as well as other rooms of extraordinary beauty: the Armoury, the Barons’ Hall and the Picture Gallery.

Museo Duca di Martina

Via Cimarosa, 77 - Tel. 081.5788418; 848.800288 www.polomusealenapoli.beniculturali.it /museo_dm/museo_dm.htmlMar chiuso. Mer-lun h 8.30-14. Ingresso gratuito. Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 2 p.m. Free ad-mission. Nel cuore del verde parco di Villa Floridianana, ac-coglie una delle più prestigiose raccolte di arte de-corativa europea ed orientale. Completa le attratti-ve del complesso il Museo Nazionale della Ceramica.One of the most prestigious collections of European and oriental decorative art. The complex also houses the National Ceramics Museum.

Museo di Palazzo Reale

Piazza del Plebiscito, 1 Tel. 081.400547; 081.7944021palazzorealenapoli.beniculturali.itOrari apertura: ore 9:00 - ore 20:00. Mer chiuso. Bi-glietti: 4 euro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anniOpening: 9 AM - 8 PM. Wed closed. Tickets: 4 eu-ros; 2 euros for EU residents aged 18-24; free ad-mission under18 Fiore all’occhiello del Museo, l’Appartamento Rea-le, le sale del Trono, dei Fiamminghi e del Seicen-to Napoletano, ma anche la Cappella Reale e il giar-dino pensile. Highlights of the Museum include the Royal Apartment, the Throne Room, the Flemish Room and the Neapolitan 17th Century Room, but also the Royal Chapel and the Hanging Garden.

L’ingresso ai musei è gratuito la prima domenica di ogni mese

Le biglietterie dei musei chiudono tutteun’ora prima di quella indicata come

orario di chiusura del museo

Free entrance in first sundays of each month

Museum ticket offices close one hour prior to museum closing time

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Museo di San Martino

Largo San Martino, 5 - Tel.081.2294502 848.800.288www.polomusealenapoli.beniculturali.it /museo_sm/museo_sm.htmlMer chiuso. Gio-mar h. 8.30-19.30. Biglietti: 6 eu-ro; 3 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gratis sotto i 18 anniWed closed. Thu-Tue 8.30 a.m. - 7.30 p.m. Tickets: 6 euros; 3 euro for EU residents aged 18-24; free ad-mission under18Dal 1866, il museo che ha sede nell’omonima Certo-sa vomerese, ospita “stralci” di storia cittadina cor-redati da piante e foto. Splendidi i chiostri, i giardini, la chiesa barocca e il Quarto del Priore. Since 1866 the museum has been located in the Charterhouse of the same name where visitors can get a glimpse of the city’s history amid plants and photos. Splendid cloisters and gardens, the superb Baroque church and the Priory.

Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes

Via della Riviera di Chiaia, 200 Tel. 081.7612356; 848.800.288 www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_vp/museo_vp.htmlMar chiuso. Mer-lun h. 8.3 0-14.00. Biglietti: 2 eu-ro; 1 euro per residenti UE dai 18 ai 24 anni; gra-tis sotto i 18 anni Tue closed. Wed-Mon 8.30 a.m.- 1.30 p.m.Tickets: 2 euros; 1 euro for EU residents aged 18-24; free admission under18 Villa Pignatelli è il nome dell’edificio costruito nel 1826 che ospita il museo e che accoglie le collezioni d’arte del Ban-co di Napoli. Da vedere anche il Museo delle Carroz-ze. Villa Pignatelli was built in1826 and now hous-es the museum with the art collections of the Banco di Napoli. The Coach and Carriage Museum is also not to be missed.

Teatro di San Carlo

Via San Carlo - NapoliTel. 081.5534565 - www.teatrosancarlo.itVisite guidate dal lunedì al sabato ore 10:30 - 11:30 - 12:30 - 14:30 - 15:30 - 16:30. La domenica ore 10:30 - 11:30 - 12:30. Chiuso ad Agosto e festivi. Biglietti: intero euro 6, ridotto euro 5 (gruppi almeno 25 pax, minori 18 e over 60). Guided tours from monday to saturday 0:30 - 11:30 - 12:30 - 14:30 - 15:30 - 16:30. On sunday 10:30 - 11:30 - 12:30. Close on bank holi-days and in August. Entrance ticket euro 6, reduced euro 5 (group 25 pax minimum, under 18 over 60). Chi arriva a Napoli, a pochi passi da Palazzo Reale e piazza del Plebiscito non può non visitare la Sala Sto-rica del Teatro di San Carlo, tra i più famosi e antichi teatri lirici al mondo, costruito per volere di re Carlo III di Borbone nel 1737. Un’occasione unica, per co-noscere un momento chiave della storia e dell’arte napoletana. Visit the historic San Carlo theatre, one of the oldest and most famous opera houses in the world, built for king Charles III of Bourbon in 1737.

Museo del Tessile e dell’Abbigliamento “Elena Aldobrandini”

Piazzetta Mondragone, 18 - Tel. 081.4976104 www.fondazionemondragone.it Dom chiuso; lun-ven h. 9-13/15-17; sab h.9-13 Biglietti: 5 euro; ridot-to 3 euro Sun closed; Mon-Fri 9 a.m. - 1 p.m. / 3-5 p.m.; Sat 9 a.m. - 1 p.m. Tickets: 5 euros, conces-sions 3 euros Il museo è parte dell’istituto Mondra-gone, famoso per le sue preziose collezioni di tessuti ricamati, espressione dell’arte della seta, introdotta a Napoli intorno all’anno Mille dalla comunità di ebrei. Tra gli oggetti esposti spiccano le collezioni di ricami (sec. XVII e XVIII), paliotti, paramenti sacri, merletti e pizzi, oltre a splendidi abiti da varie donazioni tra cui la collezione Sarli. The museum is part of the Mon-

dragone Foundation, wellknown for its precious col-lections of embroideries, high expression of the art of silk making, introduced in Naples at the begin-ning of last Millennium by a community of Jews. On display, laces, sacred paraments and beautiful dres-ses coming from many donations, among which the Sarli Collection.

Museo Artistico Industriale

Piazzetta Salazar, 6 - Tel. 081.7647471 Dom chiu-so. Visita su appuntamento Sun closed. Visits by ap-pointment Nel Museo, annesso all’Istituto Statale d’Arte “Filippo Palizzi”, oltre 6.000 manufatti in ce-ramica, ebano e oro. Un’intera sala ospita bronzi e vasi realizzati dallo stesso Palizzi. The Museum is an-nexed to the “Filippo Palizzi” Art School and hou-ses over 6,000 works in ceramics, ebony and gold. One rooms exhibits bronzes and vases made by Pa-lizzi himself.

Cappella Sansevero

Via Francesco De Sanctis, 19 - Tel. 081.5518470www.museosansevero.it Mar chiuso. Lun-sab h. 10-17.40. Dom e festivi: h. 10-13.10. Biglietti: 7 euro;5 euro con Artecard e da 10 a 25 anni; 2 euro per scolaresche; gratis fino a 10 anniTue closed. Mon-Sat 10 am - 5.40 pm, Sun and hols 10 am -1.10 pm. Tickets: 7 euros; 5 euros with Arte-card and for people aged 10-25; 2 euros for schools; free admisson under 10 La Cappella, realizzata da Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, letterato e alchimista, custodisce sculture di altissimo valore, tra le quali, il Cristo Velato del Sammartino.The Chapel, which was built by the scholar and al-chemist Raimondo di Sangro, houses some excel-lent sculptures, including the Veiled Christ by Sam-martino.

Le pagine Museisono realizzate in collaborazione con:

Le Petit Atelier Tailor Made “Vicoli Santi”Via dei Mille 1 (Na)Tel. [email protected] - www.vicolisanti.com

Colonna OrologiVia Ferrante Imparato 451 (Na)Tel. [email protected]

Sartoria AntonelliVia dei Mille 40 (Palazzo Leonetti) - (Na)Tel / fax +39.081.549.75.71www.sartoriaantonelli.com

Paolo ScaforaVia Tavernola 8 - Casandrino (Na)tel. +39.081.830.48.08www.paoloscaforanapoli.it [email protected]

Caramanna GioielliVia Cavallerizza a Chiaja 2 (Na)Tel. +39.081.423.83.52info@caramannagioielli.itwww.caramannagioielli.it

Confetti MaxtrisVia Cerqua Sant’Antonio - 80030 Scisciano (Na)Tel. [email protected] - www.confettimaxtris.it

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Complesso Museale di Santa Chiara

Via Santa Chiara, 49/c - Tel. +39.081 797.12.24 www.monasterodisantachiara.comChiesa: h. 7.30-13/16.30-20. Complesso Monumen-tale: feriali h. 9.30-17.30; festivi h. 10-14.30 Biglietti: intero 6 euro; ridotto: 4,50 euro (studen-ti under 30, insegnanti, over 65, gruppi di almeno 25 unità). Tariffa speciale: 3,50 euro (gruppi scuo-la). Gratis: disabili 100%, religiosi, bambini con me-no di 6 anni.Church: 7.30 am-1 pm/4.30-8 pm. Monumental complex: work. h. 9.30 am -5.30 pm; holid. h. 10 am-2.30 pm. Standard price: 6 euros; reduced price: 4,50 euros (students under 30, teachers, over 65, groups of at least 25 units). Special rate: 3,50 eu-ros (school groups). Free entrance: disabled person 100%, religious, children (under 6 years).Il complesso, incastonato nel centro storico di Napo-li, comprende un’area archeologica, il Museo dell’O-pera, lo splendido Chiostro Maiolicato e la sala del Presepe del ‘700. The complex is embedded in the Naples historic city centre and includes an archae-ological area, the Museum, the splendid Majolica Cloister and a hall exhibiting 18th century nativity scenes.

Cappella del Monte di Pietà

Via San Biagio dei Librai, 114 Sab-dom h.9.30-13.30 - Sat-Sun 9.30 a.m. - 1.30 p.m. La Cappella, completamente affrescata, è un auten-tico gioiello di eleganza manieristica. Pregevoli an-che gli arredi in legno della sacrestia e della sala del-le Cantoniere.The entirely frescoed Chapel is a veritable jewel of mannerist elegance. Superb wooden furniture in the Vestry and the Sala delle Cantoniere.

Città della Scienza

Via Coroglio, 104 - Tel. 081.3723728 www.cittadellascienza.itLunedi chiuso. Dal martedì al sabato: 9.00-15.00. Domenica: 10.00-17.00. Biglietto unico: 2 euro. Pla-netario chiusoMon closed. Tue- Sat 9 a.m. 3 p.m. Sun: 10 a.m. 5 p.m. Only ticket 2 euros. Planetary closedÈ il primo science centre italiano e anche uno dei pri-mi esempi di recupero architettonico della zona in-dustriale di Bagnoli. Parte del museo è dedicata ai bambini, con percorsi ad hoc.The first Italian science centre and also one of the first examples of restored industrial architecture in the Bagnoli area. Part of the museum has themed itineraries for children.

Musei di Paleontologia, Mineralogia, Zoologia ed Antropologia dell’Università Federico II di Napoli

Via Mezzocannone 8 - Tel. 081.2537516/7Lun-ven h. 9-13.30. Lun e gio h. 15-17. Sab e dom h. 9-13. Biglietti: 2,50 euro a museo; 1,50 euro a museo per under 18, ingresso libero per stu-denti universitariMon-Fri 9 a.m. - 1.30 p.m.. Mon and Thu 3 p.m. - 5 p.m. Sat and Sun 9 a.m. - 1 p.m. Tickets for each museum: 2,50 euros; 1,50 under 18, free admission for University studentsRaccolgono oltre 50.000 reperti tra minerali, rocce, fossili, ma anche pezzi di inestimabile valore paleon-tologico. Nella sezione zoologia: madrepore, uccelli, spugne, vertebrati, insetti.Over 50,000 minerals, rocks, fossils and other pri-celess palaeontological items on show. The zoology section includes madrepores, birds, sponges, verte-brates and insects.

Museo dell’Osservatorio di Capodimonte

Via Moiariello, 16 - Tel. 081.5575111Su appuntamento By appointment Tre i padiglioni in cui è possibile ripercorrere due se-coli di storia dell’Astronomia a Napoli e nel Sud d’Ita-lia attraverso strumenti astronomici di grande valore.Three buildings illustrate two centuries of the histo-ry of astronomy in Naples and Southern Italy throu-gh astronomical instruments of great historical and documentary value.

Chiesa e Quadreria del Pio Monte della Misericordia

Via dei Tribunali, 253 Tel. 081.446944; 081.446973. Visite guidate: 081.446810www.piomontedellamisericordia.it Mer chiuso. Gio-mar h.9-14.30/ Chiesa lun-dom h. 9.30-13.30. Biglietti: 6 euro; 5 euro con Artecard, TCI, over 65, under 18; 3 euro per insegnanti, stu-denti, giornalisti, gruppi di 10 persone; 1,50 euro per le scuole.Wed closed. Thu-Tue 9.30 am - 1.30 pm/Church: Mon-Sun 9.30 am - 1.30 pm. Tickets: 6 euros; 5 eu-ros with Artecard, TCI, over 65; 3 euros for teachers, students, journalists, groups of 10 people; 1,50 eu-ros for schools L’edificio del 1600 ospita la chiesa di S. Maria del-la Misericordia e la pinacoteca con opere del XVII e XVIII secolo. Tra queste, una delle più famose ope-re del Caravaggio: Le Sette Opere di Misericordia.The 17th century building comprises the church de-dicated to S. Maria della Misericordia and a pictu-re gallery exhibiting works from the 17th and 18th centuries. These include one of Caravaggio’s most famous works: The Seven Works of Mercy, above the main altar.

Museo e Ipogeo della Chiesa del Purgatorio ad Arco

Via dei Tribunali - Tel. 081.446810Museo e ipogeo sab h.10-12.30; chiesa lun-sab h.9-13. Biglietti: euro 2Museum and hypogeum open on Sat. h.10-12.30; church Mon-Sat h.9-13. Tickets: 2 eurosSacralità ed esoterismo ben si miscelano nella chie-setta del Purgatorio ad Arco, nel cuore del centro storico di Napoli, nota per la venerazione delle cosid-dette “capuzzelle”, i teschi dei morti che da sempre i napoletani considerano benevoli protettori. Nella sa-crestia della chiesa è stato allestito un museo di arre-di e paramenti sacri del 1600, mentre nell’ipogeo è possibile fare vista alle “capuzzelle”. Il Museo e l’ipo-geo sono aperti sono il sabato mattina; si consiglia di prenotare. Sacredness and esotericism join toge-ther in the little church of Purgatorio ad Arco, in the heart of the historical centre of Naples, well-known after the veneration of skulls, considered by Nea-politans as benign protectors. In the vestry of the church there is a museum of scared furniture and vestments, whilst in the hypogeum it is possible to visit the skulls. Museum and hypogeum are open on Saturday mornings; booking is suggested.

Museo Civico Gaetano Filangieri

Via Duomo, 288 - Tel. 081.203175 www.salviamoilmuseofilangieri.orgLun chiuso. Mar-Sab h.10.00-16.00 / Dom. e festi-vi h. 10.00-14.00 - Mon closed. Tue-Sat 10.30 am -4.00pm. / Sun and holiday 10.00 am.-2 pm. A Palazzo Como più di 3 mila oggetti raccontano la storia del popolo di Partenope attraverso maioliche, porcellane, avori, armi, medaglie, dipinti, sculture e pastori. In Palazzo Como more than 3000 objects tell the history of Neapolitan people through majolicas,

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porcelains, ivories, arms, medals, paintings, sculptu-res, and figurines of cribs.

Museo Diocesano

Largo Donnaregina - Tel. 081.5571365 www.museodiocesanonapoli.itMar chiuso; lun-dom h.9.30-16.30Tue closed; Mon-Sat h.9.30-16.30 Il museo è allestito all’interno della chiesa di Donnare-gina Nuova, chiusa da molti anni, che conserva dipin-ti di grande pregio come “L’Immacolata Concezione” del lorenese Charles Mellin e il “San Francesco che ri-ceve i simboli del sacerdozio” di Francesco Solimena. Accanto a queste opere, proprie della chiesa ex mona-stica, il primo percorso museale presenta due temi im-portanti della fede cristiana: le raffigurazioni della Ma-donna e di San Gennaro, descritti da formidabili artisti come il fiammingo Teodoro d’Errico, il senese Marco Pino o un particolare Aniello Falcone, capaci di rende-re ancora più incisiva l’identità storica ed ecclesiale di questa città. The museum is housed in the church of Donnaregina Nuova, reopened after a long closing, that keeps beautiful paintings as “The Immaculate Conception” by Charles Mellin and “San Francesco is given the symbols of priesthood” by Francesco Solime-na. Besides these works belonging to the church, the museum displays works on two main religious figures: the Virgin Mary and San Gennaro, protector of Naples with paintings by Teorodo d’Errico, Marco Pino, Aniel-lo Falcone, that make even more expressive the histo-rical and ecclesiastical identity of Naples.

Museo di Paleobotanica ed Etnobotanica

Via Foria, 223 - tel. 081.449759; 081.455654Sab e dom chiuso. Lun-ven h.9-14 su appuntamentoSat and Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m. by ap-pointment

La struttura ospita due sezioni dedicate rispettiva-mente alla paleobotanica e all’etnobotanica, che rac-colgono oggetti provenienti da varie parti del mon-do. Dal Borneo all’Amazzonia.The museum is divided into two sections dedicated to palaeo-botany and ethno-botany, with exhibits from all over the world, from Borneo to the Amazon Basin.

A.R.C.A.

Compesso Monumentale di Santa Maria la NovaPiazzetta Santa Maria la Nova, 44Tel. 081.5523298; 081.5521597www.oltreilchiostro.orgVisite guidate lun-ven h.10, 11, 12, 15, 16. Sab e dom al mattino solo su prenotazione (maggiorazione del biglietto di euro 1) - Biglietti: euro 2,50 Guided tours Mon-Fri h.10, 11, 12, 15, 16. Sat and Sun in the morning only by appointment (ticket + 1 euro). Ti-ckets: 2, 50 euros Il Museo Religioso di Arte Contem-poranea intende rendere contemporaneo il contatto con la produzione artistica più recente, tentando di ri-formulare il senso stesso dell’esperienza estetica, che non può essere oggetto di esclusivi e classici percorsi didattico-didascalici, ma proposta di lettura innovati-va. The Museum of Contemporary Religious Art aims to make easier the understanding of the latest artistic production, trying to formulate the sense of the aes-thetic experience through a new interpretation.

Catacombe di San Gaudioso

Piazza Sanità - Tel. [email protected]: Giovanni De PasqualeLun-dom visite giuidate h.9.30-10.15-11-11.45-12.30. Biglietti: euro 5; euro 3 per scolarescheMon-Sun guided tours h.h.9.30-10.15-11-11.45-12.30. Tickets: 5 euros; 3 euros for schools.

Situate sotto la chiesa di Santa Maria della Sanità, eretta agli inizi del 1600, queste catacombe sono le-gate alla venerazione di San Gaudioso, Vescovo di Abitinia in Africa e giunto a Napoli dopo essere sta-to privato di tutto da re Genserico. Qui morì tra il 451 e il 452.Based under the church of Santa Maria della Sanità, built in the early 1600, the origin of these catacombs is connected to the veneration of Saint Gaudioso, bi-shop of Abitinia in Africa, who arrived in Naples, af-ter being stripped of everything by King Genserico. Here he died between 451 and 452 A.D.

Stazione Zoologica A. Dohrn

Villa Comunale - Tel. 081.5833111 - www.szn.itLun chiuso. Mar-sab h.9-17. Dom h. 9-14. Biglietti: 1,50 euro; 1 euro per bambini da 5 a 12 anni; gra-tis fino a 4 anniMon closed. Tue-Sat h.9-17. Sun 9 a.m. -14. Tickets: 1,50 euros; 1 euro for kids aged 5-12; free entran-ce under 4Ospita il più antico acquario d’Europa (30 vasche e 200 specie tra animali e vegetali marini), ma anche una biblioteca e laboratori per ricerche di zoologia, botanica e fisiologia marina.The oldest aquarium in Europe (30 tanks and 200 species of marine animal and plant life), but also a library and laboratories for research in zoology, bo-tany and marine physiology.

Museo storico musicale

Via San Pietro a Majella, 35 - Tel. 081.5644111 Visite guidate: 081.446810www.sanpietroamajella.itSab e dom chiuso. Lun-ven h. 9.30-12.30Sat and Sun closed. Mon-Fri 9.30 a.m. - 12.30 p.m.Il Conservatorio di San Pietro a Majella vanta una ric-

Eccellenze CampaneVia Brin, 69 - Napolitel. +39.081.563.63.03www.eccellenzecampane.itinfo@eccellenzecampane.it

Relais Tenuta San DomenicoTraversa di via Provinciale GalatinaSant’Angelo in Formis - Capua (Ce)Tel. +39.0823.99.54.70www.tenutasandomenico.it

D’Orta SpaVia Provinciale Pianura, Località San Martino 18Pozzuoli (Na)Tel. +39.081.526.43.88www.dorta.it

Hotel San Francesco al MonteCorso Vittorio Emanuele 328 (Na)Tel. +39.081.423.91.11info@hotelsanfrancesco.itwww.sanfrancescoalmonte.it

Cantieri PalumboVia Calata Marinella snc(interno Porto) 80133 (Na)+39 [email protected] - www.palumbo.it

Le pagine Museisono realizzate in collaborazione con:

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ca biblioteca con preziose collezioni di manoscritti di scuola napoletana, ritratti e cimeli di musicisti e un museo di strumenti antichi.The Conservatory of San Pietro a Majella boasts a su-perb library with precious collections of manuscripts from the Neapolitan school, portraits and everyday items of musicians and a museum of antique musi-cal instruments.

Quadreria dei Gerolomini

Via Duomo, 142 - Tel. 081.294444Dom chiuso. Lun-ven h. 9-14, sab h. 9-12.Sun closed. Mon-Fri 9 a.m. - 2 p.m., Sat 9 a.m. - noon. Il complesso, impreziosito dalla splendida facciata re-alizzata da Ferdinando Fuga, comprende: la chiesa di San Filippo Neri, una pinacoteca, una biblioteca, l’archivio oratoriano e due chiostri. The complex has a splendid façade by Ferdinando Fuga and includes the Church of San Filippo Neri, a picture gallery, a li-brary, the oratory archive and two cloisters.

Scavi di San Lorenzo Maggiore

Via dei Tribunali, 316 - Tel 081.2110860 www.sanlorenzomaggiorenapoli.itLun-sab h. 10-17. Dom h. 10-13.30. Biglietti: 9 eu-ro; ridotto 7 euro per under 18 e over 65; riduzio-ni con ArtecardMon-Sat 10 a.m. - 5 p.m. Sun 10 a.m. - 1.30 p.m. Ti-ckets: 9 euros; 7 euros under18 and over65; conces-sions with ArtecardL’area sotto la chiesa di San Lorenzo ospita i resti di edifici che testimoniano la stratificazione avvenuta nel corso dei secoli attraverso trasformazioni dell’im-pianto urbano. Beneath the church of San Lorenzo the remains of buildings have been excavated to re-veal the stratification of the city over the centuries.

Accademia di Belle Arti - Pinacoteca

Via Costantinopoli, 107 - Tel. 081.441900; 081.44188. Visite guidate: 081.446810 www.accademianapoli.it Dom chiuso. Lun-sab h. 10-13. Biglietti: 5 euro; 3 eu-ro per under 18 e over 65; 4 euro per gruppi di alme-no 15 persone. Sun closed. Mon-Sat 10 a.m. - 2 p.m. Tickets: 5 euros; 3 euros under18 and over 65; 4 eu-ros for groups of 15 peopleAssolutamente da non perdere, la Sala Palazzi, se-zione dedicata alle opere dell’800, con esposizione delle opere dei maestri d’arte contemporanea, ex al-lievi dell’Accademia.Not to be missed is the Sala Palazzi, the section de-dicated to works from the 19th century, exhibiting the works of masters of contemporary art who we-re students at the Academy.

Pan, Palazzo delle Arti di Napoli

Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 Tel. 081.7958605-06-07www.palazzoartinapoli.netMar chiuso. lun-sab h.9.30-19.30; dom e festivi h.9.30-14.30. Biglietti: 5 euro; 3 euro ridotto Tue closed. Mon-Sat 9.30 a.m. - 7.30 p.m.; Sun and holidays 9.30 a.m. - 2.30 p.m. Tickets: 5 euros; 3 eu-ros concessions.

La struttura, centro permanente di arti contempora-nee, ospita le più disparate espressioni culturali rela-tive all’arte: dalla pittura alla scultura passando per la fotografia, il cinema e il fumetto.This permanent centre for contemporary arts hou-ses a huge variety of cultural and artistic expression: from painting to sculpture, photography, cinema and cartoons.

Madre

Palazzo Donnaregina - Via Settembrini, 79 Tel. 081.19313016; 081.292833www.museomadre.itMar chiuso. Lun, mer, gio e dom h. 10-21; ven e sab h.10-24. Biglietti: 7 euro; ridotto 3,50 euro; lunedì gratis. Tue closed. Open Mon, Wed, Thu and Sun 10 a.m. - 9 p.m.; Fri and Sat 10 a.m. - 12 p.m. Ti-ckets: 7 euros; 3,50 euros concessions; free on Mon-days. Palazzo Donnaregina, edificio di grande pregio storico e architettonico situato in pieno centro citta-dino, è la sede del nuovo museo d’arte contempora-nea partenopeo. Palazzo Donna Regina, a building of great historical and architectural value situated in the very centre of the city, houses the new museum of contemporary art in Naples.

Fabbrica di cioccolato Gay-Odin

Via Vetriera 12 - Tel. 081.417843www.gay-odin.itAperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Ingres-so libero Mon-Thu h. 9-17. Free entrance. Macchine impastatrici, bilance, tegami e attrezzi di ogni genere e tipo: reperti con oltre cento anni di vi-ta catalogati alla voce “archeologia industriale”.Servivano, un tempo, per lavorare la cioccolata.Oggi fanno bella mostra di sé in uno spazio ricava-to all’ingresso della fabbrica Gay Odin, in via Vetrie-ra a Chiaja. Posti su una pedana rialzata, costituisco-no un vero e proprio museo dello storico stabilimen-to fondato nel 1922 dal piemontese Isidoro Odin, oggi simbolo di eccellenza cioccolatiera nel mondo. Mixers, scales, pots and tools for making chocolate: tools with more than a hundred years of life catalo-ged under “industrial archaeology”. Are positioned in the Gay Odin factory (Vetriera street at Chiaja). Set

on a raised platform, constitute a veritable museum of historical factory founded in 1922 by Isidore Odin now symbol of excellence chocolate in the world.

ZONA FLEGREA

Terme di Baia

Via Sella di Baia, 63 - Bacoli Tel. 081.8687592 - Lun chiuso. Mar-dom h. 9 - un’ora prima del tramontoMon closed. Tue-Sun 9 a.m. - dusk Il Parco Archeologico e Monumentale di Baia conser-va imponenti resti archeologici rispettivamente del Palatium o residenza degli Imperatori romani a Baia e di una villa tardo repubblicana.The Archaeological and Monumental Park at Baia contains impressive archaeological remains of the Palatium, residence of the Roman emperors at Baia and a villa from the late republican age.

Museo di Baia

Via Castello - Baia Tel. 081.5233797Lun chiuso. Mar-sab h. 9- 20. Dom h. 9-19. Bigliet-ti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gratis per under 18.Mon closed. Tue-Sat 9 am - 8 pm. Sun 9 am - 7 pm. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è alloggia-to nel Castello Aragonese di Baia e ospita la sala dei Gessi, con calchi d’epoca romana che riproducono capolavori del periodo classico ed ellenistico dell’arte greca. The Archaeological Museum of the Phlegra-ean Fields is housed in the Aragonese castle of Ba-ia, the Sala dei Gessi exhibits plaster casts from the Roman age reproducing masterpieces of the classi-cal and Hellenistic period of Greek art.

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La Solfatara

Via Solfatara - Pozzuoli Tel. 081.5262341 - www.solfatara.itLun-dom h. 8.30-17.30. Mon-Sun 8.30 am - 5.30 pmCon un’estensione di circa 33 ettari, è un’oasi natu-ralistica che offre numerosi spunti per un’avventuro-sa passeggiata tra fumarole, vulcanetti di fango, bo-schi e zone di macchia mediterranea.Covering 33 hectares, the Solfatara is a natural oasis offering a variety of adventure-filled walks among the fumaroles, boiling mud springs, woodland and Mediterranean maquis.

Parco Archeologico di Cuma

Via Acropoli, 1 - Tel. 081.8543060Lun-dom h. 9-18. Mon-Sun 9 am - 6 pmIl Parco comprende: l’Acropoli, le Terme del Foro e quelle Romane, il Foro, il Capitolium, le Necropoli, la fossa Neronis, le cisterne della Crypta romana e l’Arco Felice. The Park includes: the Acropolis, The Forum and Roman Baths, the Forum, the Capitol, the Necropolis, the Fossa Neronis, the cisterns of the Crypta Romana and the Arco Felice Arch.

Anfiteatro Flavio di Pozzuoli

Via Terracciano, 75 - Pozzuoli Tel. 081.5266007 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-un’ora prima del tramonto. Biglietti: 4 euro; 2 euro per over18 e under24; gra-tis per under 18.

Tue closed. Wed-Mon 9 am - dusk. Tickets: 4 euros; 2 euros over18 and under24; free entrance under18È il terzo anfiteatro italiano per grandezza dopo il Colosseo e quello di Santa Maria Capua Vetere. Dall’arena si accede ai sotterranei dove stavano le belve prima dei combattimenti.The third largest Amphitheatre in Italy after the Co-losseum and the one in Capua (Santa Maria Capua Vetere). From the arena it is possible to go down in-to the dungeons where wild beasts were caged pri-or to combat.

CAPRI

Certosa di San Giacomo

Via Certosa, 2 - Capri Tel. 081.8376218www.beniculturali.it - Lun chiuso. Martedì-domeni-ca h. 9-14. Ingresso liberoMon closed. Tue-Sun 9 am - 14 pm. Free entry.Chiusa nella valletta fra l’altura del Castiglione e il Monte Tuoro, è espressione del periodo medioeva-le e monastico caprese nella sua forma più aulica e monumentale. Fondatore della Certosa, fra il 1371-74, fu Giacomo Arcucci conte di Minervino e di Al-tamura, segretario della regina Giovanna I di Napoli, della più nobile famiglia di Capri (ad essa apparten-ne quell’Eliseo Arcucci conte di Capri che fu ammi-raglio di Federico II) e potente e ricco feudatario cui si deve per grazia di un primo figlio natogli dalla mo-glie Margherita Sanseverina.Between the hills of Castiglione and Monte Tuo-ro is the medieval monastic charterhouse founded between 1371 and 1374 by Count Giacomo Arcucci, secretary of Queen Joan I of Naples and a member of Capri’s most noble family.

Villa San Michele

Viale Axel Munthe, 34 - Anacapri - Tel. 081.8371401 Maggio-Settembre h.9-18 - May-September 9 am-6 pm Biglietti: 5 euro - Tickets: 5 eurosDi proprietà di un’istituzione culturale svedese con sede nell’isola, oltre alla Villa San Michele, la crea-tura del medico-scrittore e filantropo Axel Munthe (che visse a capri per oltre mezzo secolo) compren-de anche un museo circondato da un giardino di ra-ra bellezza, un gruppo di alloggi per scrittori, artisti, scienziati e ricercatori svedesi e “il Monte Barbaros-sa”, un parco naturale per la protezione degli uccelli migratori e della vegetazione mediterranea.Villa San Michele was the brainchild of the Swedish writer and philanthropist Axel Munthe who lived on Capri for over half a century. The site also includes a museum surrounded by a beautiful garden and Monte Barbarossa, a natural park for the conserva-tion of migratory birds and Mediterranean plant life.

Villa Jovis

Viale Amedeo Maiuri - Capri - Tel. 081.8374549 Lun-dom h.8-1 ora prima del tramontoBiglietti: 2 euroMon -Sun 8am-1 hour bedor sunset - Tickets: 2 euroSecondo la tradizione, l’imperatore Tiberio, fece costruire ben dodici splendide ville, ognuna delle quali dedicata ad una divinità dell’Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 metri di altezza sul livello del mare, fu la principale residenza dell’imperatore Tiberio e ben ne riflette il carattere esclusivo e riservato. According to the tradition, the Emperor Tiberius bu-ilt twelve beautiful villas, each dedicated to a divinity of the Olympus. Villa Jovis was the richest one: built on the top of Mount Tiberius, at 345 mt. on the sea surface, it was the main residency of Emperor Tiberi-us and reflects his character, exclusive and reserved.

ISChIA

Scavi e Museo Santa Restituta

Piazza Santa Restituta, 10 - Lacco AmenoTel. 081.980538 - Lun-sab h.9.30-12.30/17-19Dom h.9.30-12.30 - Biglietti: 2,50 euroMon-Sat 9.30 am-12.30 pm and 5-7 pmSun 9.30 am-12.30 pm - Tickets: 2,50 eurosUn museo archeologico sotterraneo, allestito sotto la chiesa nello stesso luogo di rinvenimento dei re-perti: materiali recuperati a partire dagli anni ’50 che hanno messo in luce la presenza di antichi insedia-menti databili tra l’età preistorica e il periodo medie-vale. In circa 60 vetrine sono raccolti frammenti ce-ramici e architettonici, vasi e monete che illustrano le tracce lasciate dall’uomo nel susseguirsi delle cul-ture del passato. Tra questi, la Testa della ninfa Are-tusa (IV sec a.C.) e la testa di Demetra (IV sec. a.C.) An underground museum beneath the church whe-re the relics were found from the 1950s on. Evidence of settlements from the prehistoric age to medieval times are exhibited in over 60 display cabinets. The-se include ceramics, vases and coins as well as the Head of the Nymph Arethusa and the Head of De-metra from the 4th century BC.

Museo Archeologico Lacco Ameno Pithecusae di Villa Arbusto

Corso Angelo Rizzoli – Lacco AmenoTel. 081.900356Lun chiuso. Mar-dom h.9.30-13/16-20 Mon closed.Tues - Sun 9.30 am-1 pm and 4-8 pm Nella magnifica cornice della residenza scelta dall’e-ditore Angelo Rizzoli come suo buen retiro isolano, tra i numerosi oggetti, il museo conserva reperti ar-cheologici dall’epoca preistorica (neolitico superio-re) all’età romana tra cui un frammento di un’iscrizio-

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ne metrica nota come Coppa di Nestore proveniente dalla necropoli di valle San Montano a Lacco Ameno.The museum is located in a magnificent setting and houses numerous archaeological finds from prehi-storic times and from the Roman age, including a fragment of the so-called Nestor’s Cup from the ne-cropolis in Lacco Ameno.

AREA VESUVIANA

Scavi Archeologici di Pompei

Via Villa dei Misteri, 2 Tel. 081.8575347 - www.pompeiisites.orgLun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingres-so: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, archeo-logia, storia dell’arte, conservazione dei beni cultu-rali e simili).Mon-Sun h.8.30-17 (income till h15.30). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Humanistic Faculties (architecture, archaeology, hi-story of art, and similar).Grazie all’ottimo stato di conservazione dei suoi edifi-ci, dovuto al particolare seppellimento, sotto una col-tre di cenere causato dall’eruzione del 79 d.C., Pom-pei può dirsi l’unico sito archeologico che ci restituisce l’immagine di una città romana nella sua interezza.Thanks to the remarkable state of preservation of its buildings, due to the peculiar burial under a 6 meters blanket of ash and lapillus caused by the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Pompeii is the only archae-ological site showing a Roman town in its integrity.

Scavi Archeologici di Ercolano

Corso Resina - Tel. 081.8575347www.pompeiisites.orgLun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingres-so: 11 euro; ridotto 5.50 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, arche-ologia, storia dell’arte, conservazione dei beni cul-turali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 11 euro; concessions 5,50 euro over18-under24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Hu-manistic Faculties (architecture, archaeology, histo-ry of art, and similar). Al momento dell’eruzione del Vesuvio, Ercolano ven-ne travolta da una marea di fango e detriti vulcanici, che, solidificandosi, poterono conservare, molto me-glio che a Pompei, le parti superiori delle costruzio-ni e anche tutti i materiali organici, per cui ci si offre una visione unica della vita privata antica.At the moment of the eruption of the Vesuvius in 79 b.C., Herculaneum was swept away by mud and vol-canic detritus, which, once solidified, preserved the tops of the buildings and also all the organic mate-rials, so this site offers a unique vision of the dome-stic life of the time.

Museo Archeologico Virtuale

Via IV Novembre - Ercolano - Tel. 081.19806511Lun chiuso; mar-dom h.9-17. Biglietti: 7 euro; riduzioni 4 euroMon closed; Tue- Sun 9 a.m. - 5 p.m. Tickets: 7 euros; concessions 4 eurosNasce ad Ercolano il primo museo archeologico vir-tuale, luogo ideale per chi vuole esplorare il passa-to con le tecnologie di ultima generazione, immer-

gersi nelle rovine delle città sepolte dalla lava e ve-dere ricostruiti fedelmente ambienti e costumi degli antichi abitanti. Sono oltre 70 le installazioni multi-mediali - tra realtà virtuali ed ologrammi - a guidare i visitatori alla scoperta delle voci e dei volti degli an-tichi ercolanesi, che racconteranno la propria storia.Cuore del Mav è il Cave: un’enorme stanza di luce sulle cui pareti si proiettano giardini e cortili delle ca-se di Pompei, Ercolano e Stabia.E ancora, la Soundgallery, la stanza dei profumi e il Lupanare completano l’esperienza sensioriale nell’antica Ercolano.Herculaneum hosts the firts virtual archaeological museum, ideal place for explorations of the past through modern technologies.More than 70 installaions, devided in virtual reality and holograms, lead the visitors to the discovery of the old Rooman city before the eruption of the Ve-suvius in 79 a.C.

Antiquarium di Boscoreale

Via Settetermini, 15 - Tel. 081.8575347www.pompeiisites.orgLun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h18) Ingres-so: 5,50 euro; ridotto 2,75 euro per over18-under24 ed insegnanti della UE; ingresso libero under18 e per studenti di facoltà umanistiche (architettura, arche-ologia, storia dell’arte, conservazione dei beni cul-turali e simili).Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h18). Tickets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-under24 and EU teachers;free admission for under18 and for students of Hu-manistic Faculties (architecture, archaeology, histo-ry of art, and similar).L’antiquarium comprende reperti provenienti dai si-ti archeologici dell’area vesuviana. Presenta le carat-teristiche principali dell’ambiente vesuviano in epo-ca romana e l’utilizzo delle risorse naturali da par-te dell’uomo.The Antiquarium displays findings from the archae-ologicas sites of the Vesuvius area. It describes the main characteristics of the Vesuvius environment in the Roman era and the exploitation of natural re-sources at that time.

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Le pagine Museisono realizzate in collaborazione con:

Gay OdinVia Vetriera, 12 – Napolitel. +39.081.41.78.43www.gay-odin.it

Pasticceria “Carraturo Vittorio”Corso Garibaldi, 59Tel. +39.081.5545344Via Arangio Ruiz, 46/48/50Tel. +39.081.7617341Piazzetta Nilo, 6Tel. +39.081.6584268Nola, via Variante 7 Bis, 257Tel. +39.081.8231363www.carraturovittorio.it

Ristorante Museo Carusovia Sant’Antonino, 12 - Sorrento (Na)tel +39.081.807.31.56www.ristorantemuseocaruso.com

Caseificio Ponte a MareVia Domitiana km 34.070 - Castelvolturno (CE)tel. +39.0823 851525www.ponteamare.it

Agriturismo Casa LerarioContrada Laura 6 - Melizzano (Benevento)Tel. +39.0824. 94.40.18www.casalerario.it

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Scavi di Oplontis

Via Sepolcri - Tel. 081.8575347 www.pompeiisites.orgLun-dom h.8.30-19.30 (ultimo ingresso h.18) Ingres-so: 5,5 euro; ridotti 2,75 euro over18-under24 ed in-segnanti della UE; ingresso libero under18 e per stu-denti di facoltà umanistiche (architettura, archeolo-gia, storia dell’arte, conservazione dei beni culturali e simili). Mon-Sun h.8.30-19.30 (income till h.18) Ti-ckets: 5,50 euro; concessions 2,75 euro over18-un-der24 and EU teachers; free admission for under18 and for students of Humanistic Faculties (architectu-re, archaeology, history of art, and similar) Si tratta di una serie di rinvenimenti archeologici, relativi ad una zona suburbana di Pompei: una villa residenzia-le, la villa ‘di Poppea’; una ‘villa rustica’ attribuita a L. Crassius Tertius, nella quale, accanto a numerosi corpi di vittime dell’eruzione, è stata rinvenuta una notevole quantità di monete in oro e argento, assie-me a numerosi pezzi di finissima oreficeria. The site is constituted by a series of archaeological findings related to a suburban zone of Pompeii: a residential villa, the Villa of Poppea; a rural villa, belonging to L. Crassius Tretius, where, next to the numerous bo-dies of the eruption’s victims, has been found a gre-at quantity of gold and silver coins, along with pie-ces of fine jewellery.

PENISOLA SORRENTINA

Museo Mineralogico

Via San Ciro, 2 - Vico Equense Tel. 081.8015668www.museomineralogicocampano.itLun chiuso. Feriali h. 9-13; 16-19. Festivi 9-13Mon closed. 9 am-1 pm; 4 pm-7pm; Hols 9 am - 1pmNucleo centrale delle collezioni esposte sono 3.500

minerali, dei 5.000 campioni del fondo Discepolo, appartenenti a 1.400 specie differenti del mondo. Central feature of the collections are the 3,500 mi-nerals of the 5,000-strong Discepolo collection, with 1,400 different types from the world

Museo Correale di Terranova

Via Correale, 50 - Sorrento Tel. 081.8781846 Mar chiuso. Mer-lun h. 9-14. Biglietti: 6 euroTue closed. Wed-Mon 9 am - 2 pm. Tickets: 6 euro Ospita dipinti e arti decorative napoletane e stranie-re dal XVI al XIX secolo, ventagli, orologi e una del-le più prestigiose collezioni di porcellane del XVIII secolo. The museum houses collections of Neapolitan and foreign paintings and decorative arts from the 16th to the 19th centuries, refined fans, clocks and one of the most prestigious collections of 18th centu-ry porcelain.

PAESTUM

Area Archeologica di Paestum

Via Magna Grecia, 919 - Info: 0828.772654 www.infopaestum.itLun-dom h.9-1 ora prima del tramonto. Ingresso: 4 euro per gli scavi; 6,50 euro per scavi + museo. Mon-Sun h.9-1 hour before sunset. Tickets: 4 euro for the archaeological area; 6,50 euro for archaeo-logical area + museumL’area aecheologica di Paestum rappresenta un otti-mo esempio di città greco-romana, di cui conserva l’impianto risalente al 500 a.C. con le mura, i templi e tutti gli edifici per gli esercizi pubblici come il Ma-cellum, il Foro, l’anfiteatro.The archaeological area of Paestum is a very well

preserved example of an ancient Greek-Roman city with its impressive walls, the temples and all the bu-ildings dedicated to public concern as the Macellum, the forum, the amphitheatre.

CASERTA

Belvedere di San Leucio

Via Atrio Superiore - 81020 San Leucio (Ce) Info: 0823.873155; 800.411515www.sanleucionline.itOrari: mar chiuso. Lun-dom h.9.30-18.30. Biglietti: 6 euro; scolaresche 3 euro.Opening hours: Tue closed; Mon-Sun h.9.30-18.30. Tickets: 6 euros; 3 euros for schools.Le antiche fabbriche della seta di epoca borbonica rivivono nello splendido complesso monumentale di San Leucio dove è possibile osservare gli strumenti originari del ‘700.The old manufactures of silk of the Bourbons live again in the beautiful Monumental Complex of San Leucio, where have been preserved the original en-gines dated back to 1700s.

Reggia di Caserta

Corso Pietro Giannone, 1- Caserta Info: 0823.448084; 0823.277380 www.reggiadicaserta.orgOrari: mar chiuso. Appartamento: lun-dom h.8.30-19; mostre: lun-dom h.9-18; giardini: lun-dom h.8.30-18.Biglietti: cumulativo 6 euro; appartamenti 4,20 euro; giardini 2 euro; bicicletta 1 euro. Riduzione per gio-vani dai 18 ai 25 anni e per i docenti delle scuole sta-tali. Gratis per under18 e per gli studenti universita-ri di facoltà umanistche.

Opening hours: Tue closed; royal appartment: Mon-Sun h.8.30-19; exhibitions: Mon-Sun h.8.30-18; gar-dens: Mon-Sun h.8.30-18. Tickets: all inclusive 6 eu-ros; rolyal appartments 4,20 euros; gardens 2 eu-ros; bikes 1 euro. Concessions over18-under25. Free admission under18 and for Umanistic Faculties stu-dents.Costruita per volere di Carlo III di Borbone nella pia-na di Caserta su progetto del Vanvitelli, accando agli appartamenti storici, che retituiscono i fasti dell’an-tica corte borbonica, ha degli splendidi giardini che sono l’aspetto più scenografico del complesso. Dis-seminati di fontane e cascate, sono ricchi di statue realizzate dai più noti scultori dell’epoca. Built under Charles III of Bourbon after a project of the architect Vanvitelli, besides the royal ap-partments, which give a clear idea of the magnifi-cence of Bourbons’ courts, the most spectacular ele-ment of the complex are the gardens. Scattered with fountains and cascades, they are rich in statues re-alized by the most famous sculptores of the time.

CAPUA

Museo Provinciale Campano di Capua

Via Roma, 66 - Tel. 0823.620035Lun chiuso. Mar-sab h.9-13.30; dom h.9-13Biglietto: euro 4,13; gratis under18; riduzioni per Touring Club, Icom, Artecard e gruppi (min 10 persone)Mon closed. Tue-Sat h.9-13.30; Sun h.9-13Tickets: euros 4,13; free admission under18; conces-sions for Touring Club, Icom, Artecard and groups Principale museo storico della Campania, presenta la più importante collezione al mondo di Matres Ma-tutae, la famosa madri rinvenute nell’antica Capua. Oltre alla sezione archeologica, comprende una ric-ca sezione medievale ed anche un’importante bi-blioteca. Main historical museum of Campania Regione, it hosts the most important collection of Matres Ma-tutae of the world. Besides the archaeological sec-tion, the museum hosts a rich section dedicated to the Middle Age and a very important library.

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