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Centro Studi C.N.I. - 20 febbraio 2015

Centro Studi C.N.I. - 20 febbraio 2015€¦ · Sole 24 Ore 20/02/15 P. 38 Lotta al cyber-crime: bandi per proteggere le infrastrutture Maria Adele Cerizza 20 MERCATO DEL LAVORO Sole

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Page 1: Centro Studi C.N.I. - 20 febbraio 2015€¦ · Sole 24 Ore 20/02/15 P. 38 Lotta al cyber-crime: bandi per proteggere le infrastrutture Maria Adele Cerizza 20 MERCATO DEL LAVORO Sole

Centro Studi C.N.I. - 20 febbraio 2015

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 20 febbraio 2015

Pagina I

LIBERALIZZAZIONI

Arriva la "lenzuolata" delle liberalizzazioni ma ci sono resistenze su farmaci e avvocatiRepubblica 20/02/15 P. 11 1

DL CONCORRENZA

Avanti su Rc auto e notai, stop sui portiSole 24 Ore 20/02/15 P. 2 Carmine Fotina 2

FISCO E PROFESSIONISTI

Il Milleproroghe «prolunga» il regime dei minimiSole 24 Ore 20/02/15 P. 38 Matteo Balzanelli 3

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Casse, tavolo sui diritti acquisitiSole 24 Ore 20/02/15 P. 42 Andrea Marini 4

Damiano: i problemi degli enti sono ignoratiItalia Oggi 20/02/15 P. 33 5

INCIDENTI SUL LAVORO

FARE IL MURATORE DOPO I 65 ANNICorriere Della Sera 20/02/15 P. 1-23 Dario Di Vico 6

RIFORME

L'attuazione arriva al 48,7%Sole 24 Ore 20/02/15 P. 5 Antonello CherchiAndrea MariniMarta Paris

8

PORTI

Porti, sciopero nazionale il 6 marzo I sindacati contro la liberalizzazioneCorriere Della Sera 20/02/15 P. 41 Erika Dellacasa 9

APPALTI PUBBLICI

Alfonso Sabella: negli ultimi anni «migliaia di appalti senza gara»Corriere Della Sera Roma 20/02/15 P. 5 10

ILVA

Il Senato approva il decreto IlvaSole 24 Ore 20/02/15 P. 11 Domenico Palmiotti 11

CENTRALI UNICHE

In comune si brinda, la lotta agli sprechi può attendereItalia Oggi 20/02/15 P. 2 Sergio Luciano 13

CATASTO

Cinque anni per un catasto più «umano»Sole 24 Ore 20/02/15 P. 2 Saverio Fossati 14

OPERE INCOMPIUTE

Dalla Nuvola all'acquario l'ultimo fallimento dell'Eur il quartiere-carrozzone icona dell'Italiaincompiuta

Repubblica 20/02/15 P. 26 Francesco Merlo 15

HORIZON 2020

Lotta al cyber-crime: bandi per proteggere le infrastruttureSole 24 Ore 20/02/15 P. 38 Maria Adele Cerizza 20

MERCATO DEL LAVORO

Istat: lavoro ai giovani, solo la Grecia peggioSole 24 Ore 20/02/15 P. 5 Marzio Bartoloni 21

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COM

Arriva la "lenzuolata"delle liberalizzazionima ci sono resistenze su farmaci e avvocati

_La confusione è cresciuta con ilpassare delle ore. E quando è arrivatala notizia che i decreti fiscali saltavano,anche per il disegno di legge sulla con-correnza si è temuta analoga sorte.Salvo sorprese, il ddl Guidi oggi sarà inConsiglio dei ministri. Una cinquanti-nadi articoli, testo blindatissimo e piùlungo del previsto, la nuova lenzuola-ta di liberalizzazioni è stata oggetto diestenuanti limature e mediazioni poli-tiche fino a tarda notte e forse ancoraquesta mattina. Ieri il premier Renzi eil ministro dello Sviluppo economicohanno fatto il punto sul provvedimen-to e poi lasciato lavorare i tecnici del le-gislativo guidati dalla fedelissima An-tonella Manzione, capo dipartimentoaffari giuridici di Palazzo Chigi. Il pre-consiglio tra capi di gabinetto, convo-cato per le 20 e poi per le 22, forse ag-giornato alle 9 di oggi, dovrebbe scio-gliere i nodi. Che sono molti.

La tensione politica è alle stelle. Ilministro Guidi vuole tenere tutte lenorme dentro, anche le più scomode ediscusse in questi giorni: farmaci di fa-scia C, notai, avvocati, porti, tlc, taxi,energia, Rc auto. «Il testo riprende larelazione dell'Antitrust al Parlamentoe anche il segretario dell'Ocse ha det-to che le liberalizzazioni possono farsalire il Pil di 2,6 punti in cinque anni»,ripetevano ieri dal ministero dello Svi-luppo. Ilministro della sanità Lorenzinvorrebbe però stralciare il capitolo suifarmaci, per discuterne con calma (vi-sto il fuoco di polemiche divampato daFederfarma, Aifa, farmacie, anche perla possibile riduzione della durata deibrevetti). Gli avvocati dell'Oua ierihanno incontrato il ministro Orlandochiedendo anche loro uno stralcio del-le norme che li riguardano perché sene occupi il dicastero della Giustizia. Iportuali hanno già annunciato unosciopero a marzo. Gli editori di libri siagitano, così i gestori di telefonia e ser-vizi Internet (saltala penale quando sicambia gestore). Le assicurazioni tifa-no invece per il ddl (piace la parte sul-l'Rc auto e la possibilità che il governometta mano alle tabelle sui maxi ri-sarcimenti). Insomma tutte le lobbyin queste ore cercano protezione poli-tica per sventare attacchi che defini-scono mortali (paventando una piog-gia di contenziosi) o confermare i cam-bi che reputano convenienti.

La sintesi politica spetta al premierRenzi. Il testo è nelle sue mani, oggi de-ciderà cosa entra e cosa esce dal Con-siglio dei ministri. Se affondare sui no-tai, ad esempio, togliendo loro una fet-ta di atti (rogiti sulle pertinenze come

box o cantine, atti societari per la co-stituzione della srl semplificata e suoperazioni straordinarie come la fu-sione). Se andare allo scontro con i gi-ganti di Internet, come Google news,introducendo la link tax spagnola an-che in Italia (l'aggregatore di notiziepaga un equo compenso all'editoreper le notizie linkate nelle rassegnestampa personalizzate). Se sfidare itaxi, regolamentando Ncc e Uber. Seagitare i sonni dei contribuenti, elimi-nando il mercato di maggior tutela pergas ed elettricità, esponendo le bollet-te a rincari (e forse annunciare undpcm con il commissariamento delgruppo gestore Gse, il M5S preparauna interrogazione parlamentare inproposito). Se scontentare i ministriNcd Lupi e Lorenzin su porti e medici-nali.

La partita sui farmaci di fascia C èl'emblema del clima di scontro chepiomba sul Paese ogni volta che si par-la di liberalizzazioni. Ieri l'Aifa, l'A-genzia italiana del farmaco, ha diffusouna lunga nota per esprimere la con-trarietà all'estensione dellavenditadiquei farmaci nelle parafarmacie e neisupermercati (la spesa pro capite au-menterebbe del 2,2%). Le parafarma-cie hanno risposto che «l'acquisto deifarmaci dietro presentazione di ricet-ta non determina abuso». Un caos.

(v.co.)

Liberalizzazioni Pagina 1

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Lunga serie di incontri per sbloccare il provvedimento: Palazzo Chigi pronto a difendere il testo Guidi anche sulla liberalizzazione dei farmaci

Avanti su Rc auto e notai, stop sui portiCarmine Fotina

ROMA

Un vertice in mattinata tra il min i-stro dello Sviluppo economico FedericaGuidi e il premier Matteo Renzi, poi in-contri tecnici tra gli uffici legislativi deiprincipali ministeri e il Dagl (diparti-mento affari giuridici e legali di PalazzoChigi). Questo vortice di appuntamentila dice lunga sulle tensioni e le difficoltàper mettere a punto il testo finale del di-segno di legge sulla concorrenza, il cuiapprodo al Com verrà ufficializzato do-po il "preconsiglio" convocato per que-sta mattina all e 9. Proprio ieri l'Ocse hasottolineato come sia «particolarmenteimportante» aumentare la concorrenzacon liberalizzazioni nelle industrie dire-te, nei servizi locali, nelle professioni re-golamentateevenditaal dettaglioconunpossibile impatto sulPil de12,6per cento.

Farmaci e Rc autoLe misure su farmaci e assicurazio-ni sono tra quelle più contestate, nelprimo caso dafarmacisti eindustria

Le misure principali

Il pacchetto notai sarà traquelli centrali: stop agli attinotarili per piccolecompravendite, come box ecantine, e per le srlsemplificate. In vista anche unaumento del bacino dei notaisul territorio nazionale

Recesso dai contratti pertelefoniaetvsenza spese né pen ali. Sivaluta in extremisse ripescare lanorma sui motori di ricerca cheintendonoindicizzare opubblicare news: avrebberol'obbligodi definire un accordoeconomico preventivo congli editori

farmaceutica, nel secondo dai car-rozzieri. Sui farmaci Renzi inten-derebbe tirare dritto a dispettodelle voci di un possibile stralciodal Ddl e nonostante la netta con-trarietà del ministro della Saluteed esponente di Ncd Beatrice Lo-renzin. Gli interventi centrali, sucui potrebbero esserci però deglialleggerimenti, riguardano laven-dita difarmacidifasciaC conricet-ta anche nelle parafarmacie e neicorner della Gdo e la possibilità diinserire sul mercato farmaci equi-valenti a carico del Ssn anche pri-ma della scadenza del brevetto.

Sull'Rc auto invece si punta a re-cuperare le norme che furono stral-ciate dal decreto Destinazione Italiadi fine 2013. Tra queste l'obbligo perle compagnie di praticare «sconti si-gnificativi» in presenza di una seriedi condizioni tra le quali l'installa-zione della scatola nera o la ripara-zione in officine convenzionate conle compagnie.

In arrivo l'obbligo per lecompagnie di praticare «scontisignificativi» in presenza diuna serie di condizioni tra lequali l'installazione dellascatola nera o la riparazione inofficine convenzionate con lecompagnie

Possibile compromesso su [la finedel mercatotutelato pergas edelettricità: l'abolizione- perentrambi i settori - avverrebbecontempi più lunghi rispetto alleintenzioni dello Sviluppoeconomico che aveva indicatoduestep, al 30 giugno 2015,e al 30giugno2016

ProfessioniPalazzo Chigi punta con forza an-che sulla liberalizzazione nel setto-re dei notai. Il bacino verrebbe am-pliato modificando il rapporto traposto notarile e abitanti. Inoltre al-cune operazioni - di impatto co-munque limitato - s ar anno p os sibilisenza l'obbligo di un atto notarile,ad esempio compravendite di per-tinenze di appartamenti come can-tine e box. Senza notaio anche la co-stituzione delle srl semplificate.Per gli avvocati dovrebbe invecescattare la possibilità di poter costi-tuire società multidisciplinari fa-cendo partecipare anche i soci dicapitali non professionisti.

Energia e t[cFanno molto discutere le proposteavanzate dal ministro Guidi suenergia e telecomunicazioni. Sullafine del mercato tutelato per gas edelettricità, per passare alle sole of-ferte libere, si sarebbe arrivati a un

Verso la vendita di farmaci difascia C con ricetta anche nelleparafarmacie e nei corner dellaGdo e la possibilità di inseriresul mercato farmaciequivalenti a carico del Ssnanche prima della scadenzadei brevetto

Desti n ato a saltare il pacchettosulle Autorità portuali. Nella bozzaf i gu ra n o i n vece le norme chemodificanoil regime relativo a taxie noleggio con conducente. Invista anche aperture nellemodalità di assegnazionedeiservizi di trasporto pubblicoregionale

compromesso con l'allungamentodei tempi. Inizialmente, lo Svilup-po aveva fissato al 30 giugno 2015l'abolizione nel settore del gas pertuttii clienti e per l'elettricità forni-ta alle piccole imprese, al30 giugno2016 quella perle famiglie nelle for-niture elettriche.

Sulle tic confronto accesso,ancora ieri, sul recesso dai con-tratti per telefonia e tv senza spe-se né penali, anche a fronte di co-sti che i gestori possono ritenere«giustificati». In extremis si va-luta il recupero di una vecchianorma che era stata stralciata dal"Destinazione Italia": i motori diricerca che intendono indicizza-re o pubblicare news avrebberol'obbligo di definire un accordoeconomico preventivo con glieditori.

Libri, porti e taxiSi è alzato un muro anche contro lanorma che cancellerebbe la leggeLevi in base alla quale sulla venditadei libri oggi è applicabile uno scon-to massimo del 15%: possibile unadecisione in Com. Quasi certo lostralcio per il riassetto della gover-nante e dei poteri delle Authorityportuali, al centro di un lavoro giàavviato al ministero dellelnfrastrut-ture sul Piano nazionale strategicodella portualità e oggetto di scontrotra un altro ministro Ncd, MaurizioLupi, e Guidi. Rischiano di far discu-tere, se confermate, anche le normesul «trasporto pubblico non di li-nea», in pratica taxi e noleggio conconducente. Cadrebbe l'obbligo disituare la sede del conducente delmezzo e della rimessa esclusiva-mentenel territorio delComunecheha rilasciato l'autorizzazione. E ver-rebbe abrogato anche l'obbligo perle auto Ncc di ricevere prenotazionisolo presso l'autorimessa: unamisu-ra letta da alcuni come unvantaggioper i servizi tipo Uber.

0 RIPROOU VO NE RISERVATA

DL Concorrenza Pagina 2

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. Al riparo le posizioni aperte a fine 2014

Il Mille-Proroghe«prolunga»il regime dei minimiMatteo Balzanelli

Il prolungamento del regi-

me dei minimi al 2o15 disposto

dal decreto Milleproroghe - at-

teso oggi al voto finale dopo

che ieri, con 354 «si»,167 «no» e

un astenuto, ha incassato la «fi-

ducia» alla Camera - mette al

riparo i soggetti che avevano

aperto la posizione Iva a fine

2014 senza aver concretamen-

te iniziato l'attività: questi po-

tranno in ogni caso applicare il

regime che sconta la sostituti-

va al 5 per cento. L'inizio del-

l'effettivo svolgimento dell'at-

tività cui fa riferimento la cir-

colare 6/E/15 rappresenterà

pertanto il momento da cui si

conteggerà l'accesso al regime

dei minimi, che a questo punto

può decorrere dal 2015.

La stessa circolare di ieri ri-sponde a un quesito posto al-l'agenzia delle Entrate in unmomento anteriore all'emen-damento al Milleproroghe che"resuscita" il regime dei miniminel 2015, e che orapuò essereri-valutato per svolgere ulterioriconsiderazioni.

Inparticolare, nel quesito erastato chiesto se un soggetto cheaveva aperto la partita Iva a fine2014 (il 28 dicembre) esercitan-do l'opzione per il regime deiminimi poteva continuare adapplicare questo regime anchene12015. Questo in quanto l'arti-colo 1, comma 88 della legge diStabilità 2015 (190/2014) con-sente ai contribuenti, già in atti-vità al 31 dicembre 2014, che ap-plicavano il regime dei minimi,di permanervi. L'agenzia delleEntrate conferma quindi che ilcontribuente può restare nelregime con sostitutiva al Saio,laddove continuino a essernesoddisfatti i requisiti per l'ap-plicazione. Unica condizione:che al 31 dicembre l'attivitàpos-sa essere considerata effettiva-mente esercitata. Secondo

l'amministrazione ciò significache a tale data dovevano esserestate effettuate operazioni checomprovino il concreto eserci-zio di un'attività.

Bisogna quindi concludere

che, se la partita Iva è stata

aperta nel2014, ma nel medesi-

mo anno non sono state effet-

tuate operazioni nell'eserci-

zio dell'attività, questa può in-

tendersi iniziata nel 2015. Vi-

sto l'emendamento al

Milleproroghe i contribuenti

che si dovessero trovare in una

situazione del genere potreb-

bero comunque, se più conve-

niente, applicare il regime dei

Il provvedimentoha incassato ierila «fiducia » alla Cameracon 354 sì,167 no e un astenuto..........................................................................

minimi (e non il forfettario).Il chiarimento si presta poi a

un'ulteriore considerazione: ilmomento dal quale conteggiareil quinquennio di permanenzanel regime dei minimi decorredall'inizio attività, e non dal-l'apertura della partita Iva.Quindi, il soggetto che ha apertola partita Iva a fine 2014 ma cheha iniziato effettivamente l'atti-vità nel 2o15 dovrebbe poter ap-plicare ilregime dei minimi finoal 2o19 (trascurando l'ulteriorepossibilità di proseguire fino al35esimo annodi età e ipotizzan-do il perdurare dei requisiti).

Resta quindi solo un solo no-do da sciogliere: cosa si intendeper «effettuate operazioni checomprovino il concreto eserci-zio di un'attività»? L'effettua-zione di operazioni attive? O an-che di quelle passive?

TO, RIPROD 10 NE RISERVATA

Fisco e professionisti Pagina 3

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L'indicazione arriva dal sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, nel corso di un forum promosso dai ragionieri

Casse, tavolo sui diritti acquisitiLe pensioni retributive pesano sui bilanci - Damiano: serve un criterio di flessibilità

Andrea MariniROMA

Il governo è disponibile aintervenire sulla questionedei "diritti acquisiti", che ri-schia di mettere in crisi i contidelle casse previdenziali deiprofessionisti.

A dirlo è stato ieri il sottose-gretario alla Giustizia, CosimoMaria Ferri, intervenendo al fo-rum sul futuro delle libere pro-fessioni, promosso dalla Cassaragionieri , presieduta da LuigiPagliuca. «Sul tema dei dirittiacquisiti in materia previden-ziale la Corte costituzionale- haspiegato Ferri - ha indicato unavia d'uscita nella ragionevolez-za: bisogna dunque capire comelegiferare in maniera equilibra-ta seguendo i principi di equità edi solidarietà fissati anche nellanostra Costituzione. Va apertoun tavolo con urgenza per risol-

vere il problema».Quanto sia importante la que-

stione per le Casse, lo ha spiega-to Pagliuca: «Non riusciamo adaffrontare il tema dei diritti ac-quisiti» ha detto il numero unodella Cassa nazionale di previ-denza dei ragionieri. A gravaresui bilanci della Casse di previ-denzapesano ancorale pensioniretributive particolarmente ge-nerose le quali, anche se formal-mente disinnescate con le nor-me varate dal Parlamento, con-tinuano a drenare risorse spro-porzionate rispetto alle

Per il presidente della Cassaragionieri, Luigi Pagliuca,«ci sono casi di pensionatiche ricevono 21 voltela somma che hanno versato»

pensioni contributive per effet-to di alcuni pronunciamenti del-la Cassazione che, di fatto, ren-dono aleatoria ogni previsionedi bilancio. «Il sistema retributi-vo regge se ci sono molte perso-ne che lavorano in rapporto aipensionati. Ma adesso non è piùcosì, con i professionisti che fati-cano a trovare lavoro. Ci sonocasi di pensionati che ricevono21 volte la somma che hanno ver-sato. Mentre ci sono professio-nisti che versano oggi fino al 15%del proprio reddito per andarein pensione con 8oo euro».

Il nodo delle cosiddette pen-sioni d'oro e dei privilegi «esi-ste», ha riconosciuto il sottose-gretario Ferri, «in particolare inun momento di forte crisi comequello che stiamo attraversan-do: spiegare l'erogazione di cer-te cifre a chi oggi ottiene pensio-ni minime appare certamente

Sotto la lente

IL PROBLEMAi lJElanci delle L.as:iedE

pre\ idenza dei professionistisono sen ipre pipi appesantitida pensioni ï etributivepa itir.olarmen te gH nerose,«che tconrtìnuano a drenai e-per il presidente,.della Cassaragionieri, Luigi Pagliuca -risorse sproporzionateri :petto alle pensionicontributive«

I LA PROPOSTAPer il s?ttosegretario allaGiustizia, i.Osin1û Ferri,presentea uri convcgnodellaCassa ragionieri, sul tezt;a deidiritti acquisiti «va aperto unta,,olodi Lavoro con urgenzaper risolvere il p,-oblen a«

difficile. Si pone poi un proble-ma di sostenibilità economica -ha osserv ato - ma occorre ancheimmaginare un cambiamentodel ruolo delle casse di previ-denza». La posizione di Ferri èstata particolarmente apprez-zata dai professionisti, sia per ilsuo ruolo di sottosegretario, siaper i suoi trascorsi come magi-strato (che quindi potrebbe es-sere in grado di disinnescare lamina di ulteriori ricorsi).

Al forum era presente ancheCesare Damiano presidentedella Commissione lavoro dellaCamera. L'esponente del Pd hamostrato apertura di fronte alleproblematiche evidenziate dal-la Cassa dei ragionieri: «Appel-larsi ai diritti acquisiti è difficilenell'attuale situazione econo-mica, quando questo significadifendere privilegi eccessivi.Quando ero al governo - ha ri-

cordato - mi dissero: sei mini-stro e parlamentare, se l'ultimogiorno ti dimetti da deputato, latua pensione viene ricalcolata ehai diritto a percepire iomilaeu-ro lordi mensili, o-,-vero 6milaeuro netti. Io ho rinunciato e so-no andato in pensione con 2.350euro netti, che sono il frutto diuna carriera di 40 anni». Damia-no ha anche sottolineato il ri-schio che si corre sottovalutan-do la situazione delle Casse, ri-cordando lavicenda dell'Inpdai,l'istituto dei dirigenti riassorbi-to nell'Inps. «Andrebbe intro-dotto un criterio di flessibilità intutto il sistema pensionistico - èla soluzione proposta da Damia-no. - Nell'ambito di tale revi-sione si potrebbe intervenireanche per rivedere la questio-ne dei diritti acquisiti per lecasse professionali».

15 RI PRO DOZIONE RISERVATA

Previdenza professionisti Pagina 4

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Darmi atMi elit

o: i p ro b lemison o -gn o rat

<, La Iioditica ignora i problemi dhlde. Cas-se larevidera:,i'saa s. c'è molta superficialitàsui Iarolideiaaì 3 s.°acbidIali*ti <.° i e quelli degliEnti (lei IIr a3 E°ssioa sti». Noia usa mezzitermini é_, esarí' Pamíano. intervenendoa Iaonaa al forla stt AI t'uturo delle libereprofessioni e il ruolo (lette Casse dlil,re-vïd€- u;s . rl,aHrf Cupr guidatadall?wE=mAvaatv i,ars:;á $'^wa.Il presidente della CommissAne Lavoro(letta Caaxadaa già ministro del Welfaredal 241{dá's al 2008, acceiade i riïiettori suuno dei problemi più volte sollevati laro-liAo dalle Casse. Sotto l'urgenza e laspinta di una situazione difficile, íu cuioeem s, far Ileaadrare i conti>-, spiega ilparla :;ia-aatare dei Pd, «si tende a met-tere le Iiiaaai dm e sì pensa che (q sianorisorse, senza discernimento. E lirolia-kaidaaaelate l'ho fatto anche hp quando erollai4àistrd3>>,M di là di quello che è il rieonosciaiaeaatodi un ei'i'ore strategico di chi alaliYiiiii-stra , 11Msaaao si spinge a proporre unasolia<:szsiw ITaao sforzo va fatto>>, dice.

aiaaddddi sento di persone che Iiercelii-scdA€ao pensíoni spropositate. anche selaerfettaaxneia'te nei termini della legalitàcredo che sia giusto, senza fare il dema-

gogo, lissare regole di razionalità checombinino il diritto con la saaíidiaaîei,i€.A mio avviso, oltre i s mila euro nella

somma degli assegni peiisioaaisti'ci, ì id unxnaoiaaexato di diflácollii, come (luesto, lalegge deve accentuare questi colairiáaiati(li solida aiett>*.Il presidente della, ecnar, °sssioale Lavo-ro dli Montecitorio raci onta anche lasua personale espPrienza. -Quando eroministro sono aaldato iu lieaasioate.. Midissero "sei ministro e parlamentare,se ti dimetti I"iittixnao giorno da ávIiál-tatrl. la tua pensione viene räd°aald >fai,a,e hai diritto a 70 Iaa ilda euro lordi xnaean-sili, 6 mila netti". Iìatiaatai>>, raccaesaSa ildiriggeaitc. Pd. e andai in I?eìasioiaa con

2 .3,50 euro iletti, frutto di una carrieralunga -lél aiiaai; -3€1 (la sindacalista e 19)da politico. Mi resi conto clde si trattavadi un privilegio ecd•essiao e riiaealaciai a

3300 euro al mese, che la legge nii davadiritto a hercel ire>>.Iaaliaae, un ultimo pamaggio sul pi_°ol>le-ilii delle Casse: «Noia sSa trovato g_iirstoí'iadaspriiaacilto della tassazione sullecasse Iarevidelazia.li», conclude Iïamia-Iao. -Anzi, la doppia tassazione andavaproprio eliaeaiiaata».

Previdenza professionisti Pagina 5

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INCIDENTI SL L LAVORO

F ; IL MURATOREDOPO I 65 ANNI

di Dario Di Vico

i sono davvero dimezzati gliinfortuni sul lavoro o è un'il-

lusione statistica? Molti inci-denti, per i sindacati, non sonodenunciati e l'età media deimuratori morti si sta alzando.

a áag na 23

Incidenti sul lavoro Pagina 6

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Gli incidenti mortali dei muratori over 65di Dario Di Vico 1)ai manovali con partita Iva all'età che si alza nei cantieri. L'afra faccia della crisi nell'edilizia

È scontro tra l'Inail e la Fil-lea-Cgil sui dati degli infortuninell'edilizia. L'istituto sul suosito sostiene che si sono di-mezzati ma il segretario WalterSchiavella replica che tutta l'at-tività del settore sì è ridotta del5o per cento e quindi non c'èvero miglioramento. E soloun'illusione statistica.

In più molti incidenti, se-condo la Fillea, non verrebberoneppure più denunciati perchéil sommerso la fa da padrone. Isindacati aggiungono che si staalzando l'età media dei mura-tori caduti sul lavoro, come di-mostrano episodi recenti.

Per Domenico Pesenti, nu-mero uno della Filca-Cisl le col-pe sono della riforma Fornero,«perché a 67 anni un conto èlavorare dietro una scrivania eun altro salire sopra un'impal-catura».

Ma al di là delle polemichesui dati la filiera produttiva del-l'edilizia è sicuramente quellache esce in condizioni peggioridalla Grande Crisi. Ed è proprioqui che si annidano più che al-trove le false partite Iva. Il mini-stro del Lavoro Giuliano Polettiin merito ebbe a dire che nonera nemmeno concepibile checi fossero muratori con la parti-ta Iva, eppure incrociando i da-ti si può arrivare a stimare co-me in Italia ce ne sia grossomodo mezzo milione, di cui il40 per cento rappresentato dalavoratori stranieri.

Il dato di Roma è particolar-mente illuminante: nei primi 9mesi del 2014 l'occupazione nelsettore edile è scesa del 3,9 percento mentre i lavoratori auto-

nomi sono saliti del 16 per cen-to!

Con la recessione il mercatoitaliano del mattone si è ristret-to enormemente (dal 2008 Si èperso il 49 per cento delle orelavorate e il 4 5 per cento degliaddetti), le sette-otto grandiimprese ormai fatturano piùdel 70 per cento all'estero el'unico segmento che ha conti-nuato a dare occasioni di lavoroall'interno è stato quelle delleristrutturazioni delle abitazio-ni private, grazie agli incentivigovernativi. Questo tipo di in-terventi è coperto per la stra-grande maggioranza dei casida piccolissime imprese, che ingenere hanno una strutturacomposta da pochissimi di-pendenti in regola e il resto innero.

«La destrutturazione del set-tore passa anche attraverso lasostituzione, nell'amministra-zione dell'azienda, del tradizio-nale ruolo dell'imprenditore -spiega Massimo Trinci, presi-dente della Feneal Uil -. A gui-dare de facto le aziende sonodei consulenti esterni che so-vraintendono minuziosamentea tutte le operazioni delle pic-cole ditte usando tutte le scap-patoie. Una volta inventano il

part time dei muratori, come èaccaduto fino al 2010, e la voltadopo spingono i dipendenti adaprire la partita Iva pur di con-servare un posto già a rischio».

In questo modo portano acasa i frutti di una mezza eva-sione contributiva sia dell'im-presa sia del lavoratore e vannoa complicare la situazione pre-videnziale degli operai più an-ziani, che a causa dei periodi divuoto tra la chiusura di un can-tiere e l'apertura di un altro so-no costretti a rimanere in atti-vità oltre i 65 anni.

Dal 2000 a oggi non c'è statonessun ingresso di giovani, al-meno nel Centro Nord, e i vuotisono stati riempiti, più che inaltri Paesi europei, da lavorato-ri stranieri. Egiziani e rumeni aMilano, serbi e croati nel NordEst e soprattutto rumeni a Ro-ma, grazie a un trattato bilate-rale che preesisteva allo stessoingresso di Bucarest nella Ue.Nelle liste delle casse edilispuntano anche 5 mila molda-vi e, come detto, gli straniericon partita Iva sono più di 200mila e ad aiutarli nelle pratichesono i soliti consulenti-inter-mediari. Aggiunge Trinci: «Sedai dati generali passiamo inrassegna quelli riferiti all'in-quadramento professionaledei dipendenti in regola vienefuori che il 35 per cento è fer-mo alla prima qualifica, quelladi manovale. Questa percen-tuale tradizionalmente viaggia-va attorno al 20 per cento e di-mostra come le imprese quan-do assumono lo fanno solo nel-la fascia bassa».

© R I PRO DUZIOfN RSERVA'A

1 numeri

Dal primo

gennaio al 31

ottobre 2014

si sono

verificati

549 mila

infortuni sul

lavoro con un

calo di 27 mila

rispetto allo

stesso periodo

dell'anno

precedente. Lo

indica l'Anmil

(Associazione

Nazionale

Mutilati e

Invalidi del

Lavoro) su dati

Inail. Sono

diminuiti più

per gli uomini

(5,6%) che per

le donne

(2,8%)

Mila i muratoriin Italia che,secondo lestime, hannodovuto aprirela partita Ivaper poterlavorare

In quel

periodo di

tempo i morti

sul lavoro sono

stati 833

rispetto agli

893 di tutto il

2013. Secondo

l'Anmil «il 2,5%

del calo

infortunistico èimputabile allacrisi e allariduzione delleore lavorate»

Incidenti sul lavoro Pagina 7

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Ancora da adottare 565 decreti per le riforme degli ultimi tre Governi

L'attuazione arriva x148,7%Antonello CherchiAndrea MariniMarta ParisROMA

In gioco c'è la crescitade I Pa-

ese. Come ha sottolineato ieri il

segretario generale dell'Ocse,

Angel Gurria, le riforme posso-

no trainare il Pil dell'Italia (sive-

dal'articolo afianco). Sull'obiet-

tivo pesa, però, un'ipoteca di

non poco conto: l'attuazione

delle manovre fin qui varate dai

Governi degli ultimi anni.

Le novità introdotte per por-tare il Paese fuori dalla crisi, apartire dall'Esecutivo Monti fi-no all'attuale guidato da MatteoRenzi, scontano molte misureancora da tradurre in realtà: suoltre mille provvedimenti, a og-gi ne sono stati adottati pocomeno della metà (536), con untasso de148,7 per cento (era al47a inizio gennaio). In lista d'attesaancora 565 atti.

Se si prendono in considera-zione le riforme economichevarate dal Governo dei profes-

sori tra la fine del 2011 e l'iniziodel 2013, ci si rende conto che su408 decreti previsti per render-le efficaci, ne sono stati adottati319, con un tasso di attuazionedel 78,2 per cento.

Va da sé che le manovre piùrecenti registrano performancepiù basse: gli interventi del Go-verno Lettasi fermano, infatti, al54,2 per cento. Dunque, dei 319regolamenti necessari per ren-dere operative le 12 manovre fi-nalizzate allo sviluppo e alla cre-scita, ne sono giunti al traguardo173. Va anche detto che le rifor-me sono in parte autoapplicati-ve, ma è altrettanto vero chespesso i decreti attuativi riguar-dano misure portanti.

Al fardello ereditato dai pre-cedenti Governi si aggiunge oraquello generato dall'attuale Ese-cutivo. Nonostante le dichiara-zioni di intenti per evitare il gra-voso carico dei provvedimentida attuare rendendo le norme ilpiù possibile autoapplicative esnellendo le procedure di ap-

provazione dei decreti da partedei singoliministeri, i numeri di-mostrano che la strada è ancorain salita e che anche gli attuali in-quilini di Palazzo Chigi stannoaccumulando arretrato: le pri-me 9 riforme messe in campo daRenzi per rilanciare l'economia- dal decreto lavoro alla legge diStabilità - hanno generato 374provvedimenti attuativi, di cuisolo 44 sono stati adottati, conun tasso dell'11,8 per cento.

Il nuovo stock può avere l'at-tenuante che si tratta di mano-vre recenti, marestano sullacar-ta anche norme della prima ora.

Il bilancio è destinato a cre-scere se si guarda alle riformeancora in cantiere, che inevita-bilmente faranno salire il nume-ro dei decreti da smaltire conimmancabili ritardi sulle sca-denze fissate. Già ora i provve-dimenti che non hanno rispetta-to i tempi sono numerosi: se siguarda allo stock complessivo, idecreti scaduti sono circa 200.

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Riforme Pagina 8

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Porti , sciopero nazionale il 6 marzo1 sM*dacalí contro la líberalízzazioneNo alle riforme allo studio del governo: «Lavoratori tenuti all'oscuro»

GENOVA Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha annunciatoche il testo della riforma deiporti sarà pronto a inizio marzoma ad aspettarlo, in banchina,troverà i lavoratori portuali insciopero e gli scali semiparaliz-zati. I sindacati di categoria diCgil, Cisl e Uil hanno indettoper il 6 marzo uno sciopero na-zionale contro i ritardi della ri-forma e contro il modus ope-randi di Lupi («ci ha tenuti al-l'oscuro dei punti chiave delsuo testo, non ne sappiano an-cora niente» hanno accusato isindacalisti).

Nel mirino però c'è soprat-tutto il ddl dal profetico nome«Concorrenza» messo a puntodal ministero dello Sviluppoeconomico che spinge sull'ac-celeratore della liberalizzazio-ne dei servizi e del lavoro portuale: un ddl che sembra fare

appunto concorrenza a

quello che sta preparando Lu-pi, con due ministeri in dirittura d'arrivo sullo stesso argo-mento. All'odierno Consigliodei ministri avrebbe dovuto ap-prodare il ddl del Mise. Unaconfusione che ha irritato nonsolo i sindacati che si oppongoalla deregulation sulle banchi-ne ma anche le autorità portua-li e lo stesso Lupi che ha riven- milioni sono i passeggeridicato al suo ministero la paro - che si imbarcano ogni anno neila ultima della riforma. «E pre- principali 30 porti italiani,occupante scrivono i con i maggiori movimentisindacati la diatriba di com- negli scali di Napoli e Messinapetenze tra ministero dei Tra-sporti e Mise. Il sistema di re-gole vigente nei porti va man-tenuto in quanto garantiscequalificazione del lavoro e si-curezza. Se la proposta di legge milioni di tonnellate le mercisarà un regalo alle lobby ci sarà movimentate all'anno,una stagione di conflitti». Sta- quasi metà del totale appannaggiogione che si apre con lo sciope- dei porti di Gioia Tauro , Genova,ro del 6 marzo: qualunque sia Trieste e La Spezial'accordo finale tra Lupi e Guidi

il governo si è posto l'obiettivodi modificare proprio quel «si-stema di regole» che il sindaca-to difende. «Il cambiamentoha detto recentemente Lupiè necessario, di conservazionesi muore». Sul tavolo c'è la libe-ralizzazione dei servizi portua-li, oggi soggetti a rigidità e re-golati da tariffari, la modificadell'art. 17 che disciplina il la-voro delle compagnie portuali(di fatto, la sua abrogazione) elo stesso sistema di governo deiporti attraverso le Autorità. LeAuthority sono troppe e l'ipote-si di un'agenzia nazionale si stafacendo avanti da più parti.Tutti i soggetti interessati, daisindacati agli operatori portua-li ai ministeri, concordano sulfatto che non c'è più tempo daperdere se si vuole contenere laconcorrenza dei porti del Nord.

Erika Dellacasa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Porti Pagina 9

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Alfonso Sabella: negli ultimi annirnigli ia di appalti senza giara»

Intervento choc dell'assessore capitolino al convegno C ' sulla legalità

In futuro, norme anti-Buzzi,come il ricorso agli albi profes-sionali per sorteggiare le coope-rative che si occuperanno diservizi sociali. Più la centraleunica degli appalti, il ricorso al-le procedure di evidenza pub-blica e tanta programmazione.

Al convegno su appalti e din-torni, promosso dalla Cgil, ilneo assessore alla legalità, Al-fonso Sabella, arriva con il cestopieno. Idee ma anche sconfor-to, suffragato, quest'ultimo, dainumeri: «Negli ultimi 5 anni ilCampidoglio ha viaggiato nel-l'ordine di migliaia di appaltiassegnati senza una gara pub-blica» spiega. L'assenza di pro-grammazione era/è il meccani-smo per evadere la legalità: «II27 dicembre mi è stato detto:`dottore, il 31 scadono questi ap-palti'. L'alternativa era fra il ga-rantire i servizi primari di assi-

stenza alle persone e commet-tere una piccola illiceità nel pro-rogare vecchi contratti». Voltarepagina non è semplice. L'ex pmantimafia di Palermo sta met-tendo a punto nuove regole. Li-miti agli appalti integrati e alleproroghe: «La progettazioneesecutiva di un progetto è veico-lo di mazzette e ha costi supe-riori rispetto a un progetto inhouse» avverte Sabella. Ma poi,dietro ai numeri c'è un proble-ma di uomini, anzi «di classedirigente» dice l'assessore. Invi-tati in casa Cgil, anche la presi-dente della commissione anti-mafia Rosy Bindi, il procuratoreGiuseppe Pignatone, il prefettoGiuseppe Pecoraro e l'assessoreregionale Guido Fabiani. A tuttiClaudio Di Berardino ricordache il Lazio è secondo per ope-razioni sospette di riciclaggio ela corruzione costa 5 miliardi di

curo solo alla nostra regione (imiliardo e 300 milioni secondola Corte dei Conti invece). Pun-tualizza il procuratore di «MafiaCapitale»: «Non diciamo che imafiosi controllano Roma. Mala `mafia non è `la Piovra' o'Go-

imeAl fattore Reputazionecon cui la società isolavai corrotti per autotutelarsinon c'è più»

morra' cioè miliardi di fatturatoe territori controllati quasi mili-tarmente. Neppure le armi sonoessenziali per definire un'asso-ciazione mafiosa. Secondo il416 bis è sufficiente che ungruppo di persone si avvalga delmetodo mafioso, agiti la minac-

cia della violenza per determi-nare omertà e assoggettamentoe ottenere risultati che sianoformalmente leciti, determina-re l'esito del voto, avere fornitu-re pubbliche. Questo a Romaesiste». Segnali inquietanti,«contrastanti», vengono dallasocietà civili: «La promozionedi arrestati o indagati, festeg-giamenti organizzati per perso-ne con un processo pendente (ilriferimento, forse, è alla famosafesta tributata a Cesare Pam-bianchi a processo per evasionefiscale, ndr)». Quasi una muta-zione del senso collettivo del-l'onore: «Il `fattore Reputazione'che serviva da meccanismo so-ciale di autotutela, isolando icorrotti ora non funziona più.L'inchiesta su Expo ci dice ilcontrario».

II. Sa.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Appalti pubblici Pagina 10

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Il Governo pone la questione di fiducia: ora il provvedimento passa alla Camera per il via libera definitivo

Il Senato approva il decreto uvaPreviste misure a favore dei creditori ma i trasportatori non tolgono i blocchi al sito

Domenico Palmiotti

TARANTO

Nel giorno in cui il decre-to legge sull'Ilva incassa il vo-to difiduciadelSenato (151 sìe114 no) e si accinge ad affron-tare l'ultimo passaggio allaCamera, rischia di saltare latregua che i trasportatori chelavorano con l'azienda side-rurgica avevano promessomercoledì sera dopo l'incon-tro a Roma col ministro deiTrasporti, Maurizio Lupi.

Tra il pomeriggio e Ia sera-ta di ieri, si è svolta sul piazza-le della portineria C dello sta-bilimento di Taranto, un'in-fuocata assemblea dei tra-sportatori che adessominacciano il blocco totale inentrata e in uscita. In sostan-za, un inasprimento dellaprotesta cominciata un mesefa. A portare la categoria suuna posizione di possibile ri-lancio del conflitto, il fattoche il maxi emendamento sulquale il governo ha posto lafi-ducia, non contiene le garan-zie e le risposte che i traspor-tatoripensavano dipoter tro-

vare. Il punto contestato èquello relativo alla prededu-zione dei crediti precedentil'amministrazione straordi-naria cominciata il 21 gennaioscorso. «Ilmaxiemendamen-to - dicono i trasportatori -parla solo dei crediti vantatidalle pmi e relativi alle pre-stazioni ambientali, alla sicu-rezza e alla continuità degliimpianti produttivi essenzia-li. Noi, però, siano altro. Noitrasportiamo i prodotti finitidell'Ilva e cosa garantisce inostri crediti? Nulla».

Ilmondo del trasporto con-testa poi il fatto che Lupi, l'al-tro ieri, si era impegnato a farcorrispondere dall'Ilva unacconto del 90 per cento suinuovi affidamenti. Questoper ridare liquidità a una ca-tegoria in grave difficoltà do-po mesi di mancati pagamen-ti. «Non è arrivato nessun do-cumento che dia riscontro aquanto Lupi si è impegnato afare» dicono itrasportatori. Eaggiungono: «Nel maxiemendamento c'è solo la mo-ratoria fiscale sino a fine annoed è l'unico punto in cui sipar-la chiaramente delle impresedi autotrasporto. Troppo po-co. Non ci basta».

I1Mise, però, rassicura: nel-

la categoria dei crediti prede-ducibili rientrano anche «leimprese di autotrasporto checonsentono la manutenzionedi materie prime, merci e pro-dotti finiti e la funzionalitàdegli impianti». Così il Misechiarisce i «dubbi interpreta-tivi circolati in queste ore aproposito del maxi emenda-mento». Una spiegazione chedovrebbe placare le protesteperché se i trasportatori non

Critici Sel, Forza Italiae Movimento Cinque StelleIl relatore Tomaselli:si intravede la possibilitàdi superare l'emergenza.............................................................................

dovessero recedere dal bloc-co, per l'Ilva si creerebbe unasituazione pesantissima con-siderato che l'azienda ha giàstoccate, pronte per partire,5oomila tonnellate di merciper un valore di 250 milioni, eche la regolarità delle spedi-zioni e degli approvvigiona-menti è uno snodo vitale perl'impresa. Specie in un mo-mento in cui si stanno facen-do una serie di sforzi per farla

ripartire. In questo senso sicolloca il decreto.

Un provvedimento ne-cessario» lo definisce Massi-mo Mucchetti, del Pd, presi-dente della commissione In-dustria del Senato. «L'alter-nativa all'amministrazionestraordinaria - aggiunge - sa-rebbe stata il fallimento, madobbiamo sapere che a Ta-ranto si gioca la credibilità diParlamento e Governo senzapiù schermi protettivi».

Per il relatore SalvatoreTomaselli, del Pd, «si intra-vede ora la possibilità di su-perare l'emergenza del com-missariamento con normeche definiscono con certezzarisorse finanziarie e stru-menti per coniugare la conti-nuità produttiva e il risana-mento ambientale». Sparanoinvece a zero le opposizioni,da Forza Italia a Sel ai CinqueStelle, critico anche il gover-natore della Puglia, NichiVendola, per il mancato in-cremento di assunzioni al-l'ArpaPuglia, mentre laUilm,col segretario generale Roc-coPalombella, definisce «im-portante il segnale politicoche arriva dall'aula di PalazzoMadama».

ORIPRODU Z]ONERISERVAI A

ILVA Pagina 11

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L'interscambio del settore italiano

Importazioni ed esportazioni delle varie tipologie di prodotto, in migliaiadi tonnellate. Periodo gennaio-novembre 2014 e variazione %sul2013

Lingottisemilavorati

Pr.,, d ottilunel; i

Prodotti

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Import

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Saldo

Import

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Import

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2.893577

-2.316

1.842

9.3546.403-2.951

1.2314.620

Import Export Saldo

GENERALE 15.494: 15.966

Fonte: Federacciai

472

1

ILVA Pagina 12

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In comune si brinda, la lottaagli sprechi può attendere

DI SERGIO LUGIArto

rticolo quinto,chi ga i sghei

I-AL ga vinto», diceun proverbio

veneto: chi ha soldi, ha vinto.Nella pubblica amministra-zione, chi ha i soldi vince piùche mai, perché non sono sol-di suoi ma glieli diamo noi,pagando la tasse. E propriol'articolo quinto (pardon «tito-lo quinto») della Costituzioneè quello che Renzi vuol rifor-mare per ridurre l'autonomiadi spesa degli enti locali («chiga i sghei»), autonomia chein massima parte Comunie Regioni (una prece per leProvince) hanno dimostratodi usare malissimo.

Nelle more della riformadel titolo quinto, la legge diStabilità aveva suggerito algoverno - per la verità fuquello di Monti ad «avviarela pratica» - di iniziare asottrarre gradatamente madecisamente autonomia dispesa agli enti locali più pic-coli e quindi meno attrezzatinell'amministrare quella cosadelicatissima che sono gared'appalto e acquisti di beni e

servizi. Il tutto s'inquadravanella logica di riformare, ren-dendola molto più competitivae aggressiva, tutta la politicadegli acquisti della Pubblicaamministrazione, centralee periferica, che filtra ognianno almeno 200 miliardi

Centrale unicarinviata

a settembre

di euro di bilancio pubblico,aggregando in poche mani le«centrali appaltanti».

Come anche le massaiesanno, se si va al mercato percomprare un chilo di pere sipaga un certo prezzo, se sicomprano cento quintali del-le stesse pere se ne paga unoben più conveniente. E questovuol fare lo Stato imponendoai comuni non-capoluogo -circa 7.900! - di aggregarsinel fare i loro acquisti per poiaffidarli in blocco, sopra deter-minate soglie di valore, a dei«compratori professionali»,cioè le 35 centrali appaltantiche la riforma sta istituendo,

attorno alla società pubblicaConsip che gestisce le gareonline di appalti e acquisti.

Ebbene: se passa questariforma, sindaci e sindachiniperdono potere sui soldi. Sonocostretti a spenderli bene e anon dissiparli (o peggio... ).E quindi, cosa accade? Chela riforma viene silurata,come ha ben raccontato ieriItaliaOggi. La lobby dei «fre-natori di provincia» chiedee ottiene che la norma - inteoria vigente dal l° gennaio- slitti al l° settembre. E poi

chissà. La proroga dell'attua-le regime di finanza allegra,contenuta nel terrificante (findal nome) «decreto millepro-roghe», conferma la forzadella lobby della resistenzapassiva. E mentre RaffaeleCantone, capo dell'Autori-tà anticorruzione, tuona inParlamento contro l'eccessodi «trattative private» deiComuni negli appalti, madridi tutti gli intrallazzi, loro, isindachini, se ne fregano edè come se guardassero ridac-chiando il governo e tutti noicontribuenti, quasi a chieder-gli: «Che fai, ci cacci?».

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Centrali uniche Pagina 13

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Saranno riviste le regole sull'invarianza di gettito e sull'ampiezza delle zone pergli immobili campione

Cinque anni per un catasto più «umano»Saverio Fossati

Un catasto dal volto umano.L'idea di intervenire su alcuniaspetti della riforma, così comedefinita dalle bozze di decretolegislativo elaborate dall'agen-zia delle Entrate, si sta facendostrada tra i tecnici ministeriali el'autorità politica. Di fatto, dopol'incontro di mercoledì tra LuigiCasero, ilvice ministro incarica-to di seguire la spinosa questio-ne, e i componenti della mini bi-camerale che devevagliare itestiproposti dal Governo prima chearrivino ufficialmente alle Com-missioni parlamentari, la stradasembra essere meno irta di osta-coli. Eilrinvio dell'esame al Con-siglio deiministridi oggi consen-te anche di prendere unpo' più ditempo su temi tanto complessi.

Il nuovo catasto dovrebbe de-finirsi, a grandi linee, in cinqueanni. Durante i quali si svolge-ranno una serie di operazioni: ladelega prevede che a ogni unitàimmobiliare (sono circa 63 mi-lioni) venga attribuito un nuovovalore patrimoniale e una nuovarendita locativa. In ambedue icasi partendo dai dati di mercatoricavati da una serie di immobilicampione e utilizzando funzionistatistiche che consentano diestendere quelle valutazioni dibase, grazie a un algoritmo conun certo numero di variabili (co-me l'affaccio, il piano, la presen-

A chi è privo di planimetriasi applicherà un coefficientedi trasformazione da vania metri quadrati diversificatoper categorie catastali

za di ascensore), alla singola uni-tà. I valori saranno espressi almetro quadrato, superano l'at-tuale vetusto sistema in «vani»catastali. Il risultato finale devecondurre a una parità di gettitofiscale, quindi con abbassamentidelle aliquote d'imposta, datoche la revisione porterà a innal-zare i valori catastali nella stra-grande maggioranza dei casi.

A chi è privo di planimetria(e quindi il catasto non cono-sce le dimensioni in metri del-l'immobile) verrà applicato uncoefficiente di trasformazionesu scala nazionale, diversifica-to in base alla categoria cata-stale (si veda il Sole 24 Ore del14 febbraio). Scomparirannoanche le attuali categorie cata-stali (risalenti al1939), sostitui-te da nuovi raggruppamentipiù adatti alla realtà.

Ci sono però due nodi cruciali:l'ampiezza delle zone in cui rile-vare gli immobili campione el'invarianza di gettito. E propriosu questi due aspetti, la cui for-mulazione iniziale nel decretolegislativo ha molto preoccupa-to il mondo immobiliare, tecnicie Governo stanno lavorando.

In sostanza, il problema degliimmobili campione è che l'agen-zia delle Entrate non dispone diun numero sufficiente di com-pravendite, nelle attuali «micro-zone» catastali, per poter proce-dere a elaborare le funzioni stati-stiche applicabili a tutti gli altriimmobili della stessa tipologia.Per ovviare a questo aspetto leEntrate proponevano di allarga-re le zone sino a comprendere ilterritorio di più comuni o addi-rittura di un'intera provincia. Difronte a questa prospettiva, che

avrebbe allontanato di molto ilcatasto futuro dalla fotografiadalla situazione reale, l'ipotesi èora quella di incrementare i datiusando quelli delle vendite giu-diziarie, come Confedilizia sug-geriva da mesi.

Altro tema forte è quello del-l''invarianzadigettito: afronte diuna formulazione che prevede-va l'invarianza a livello naziona-le, allo scopo di evitare il mante-nimento delle sperequazioniche sarebbero rimaste nei Co-muni in cuilo scarto travalori at-tuali e quelli di mercato è più al-to. Casero ha promesso che l'in-varianza sarebbe stataricondot-ta a livello comunale, come ladelega fiscale effettivamentesembra garantire e come Confe-dilizia chiedeva.

Insomma, la riforma sembrariservare un'attenzione mag-giore alle esigenze di tutela deicontribuenti piuttosto che aquelle dell'amministrazione,anche se si tratterà di vedere secinque basteranno a operare

con questi nuovi criteri menodeterministici.

Il rinvio dei decreti ha suscita-to una presa di posizione severada parte di Daniele Capezzone,presidente della commissioneFinanze della Camera e uno dei"padri" dellariforma: «Sono alli-bito per l'ennesimo nulla di fattodel Governo sull'attuazione del-la delega fiscale. È stato necessa-rio mettere in campo una proro-ga per evitare che tutto finissenel cestino. E ora giunge questoennesimo stop». Da registrareanche le preoccupazioni di Se-bastiano Callipo del Saldi (sin-dacato dei lavoratori finanziari):«Al di là del caos in cuiversa lari-forma del catasto, sussiste un se-rio rischio che l'obiettivo di eli-minare l'esistente sperequazio-ne fiscale sia vanificato da unprocedimento di stima del valo-re economico degli immobili su-scettibile, a vario titolo e in di-versi contesti, di più che legitti-me contestazioni».

0 RIP RO D D ZIO NE RISERVATA

Catasto Pagina 14

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Dietro le opere senza fine la società al 90 per cento del Tesoro e al 10 per centodel Comune, che ha un pezzo della città ma che non è capacedi amministrare i suoi palazzi. Un Ente monumentale, unico al mondo,che assorbe clientele e disoccupazione e che sta soffocando l'intera zona

Dalla Nuvola all'acquariol'ultimo fallimento dell'Euril quartier&carrozzoneicona dell'Italia incompiuta

RIMA di nascere sembra già morta, una maestosa carcassa di ferro nasco-sta dentro un massiccio parallelepipedo di vetro, il contrario della legge-rezza, l'opposto di una Nuvola. Mentre mi arrampico, dai cunicoli e daglialloggiamenti dei fili e delle tubature mi aspetto che venga fuori Alien conla sua bava paralizzante. Ma non mi pronunzio sulla bellezza di questa pe-

sante architettura extraterrestre che doveva diventare il nuovo Centro Congressied è invece il simbolo e l'icona del "Non Inizio" italiano, che è uno stile molto diver-so dall'Incompiutache conosciamo già come flagello, evalga per tutti l'esempio del-la Salerno-Reggio Calabria che è sì un esasperante singhiozzo stradale ma ha alme-no un principio, un avvio, un punto di partenza, e ti porta pure a destinazione.

Dal 2006 ad oggi nella Nuvola sono stati spesi 200 milioni, per opere, e 180 peroneri finanziari, compresi i 22 di parcella all'architetto Fuksas, ma non i 30 per lare-visione del progetto. Centoventi li ha spesi il Comune. E ora ne cercano 133 per l'en-nesima ripartenza «che sarà ovviamente quell a decisiva» mi promette Pierluigi Bor-ghini che da sei lunghi anni è presiden-te dell'Eur Spa, la più monumentale so-cietà-carrozzone d'Italia, 90 per centodel Tesoro e 10 per cento del Comune, ilsolo Ente al mondo che gestisce un pez-zo di quartiere, stipendi inventati, il so-lito vecchio nascondimento della disoc-cupazione e delle clientele, la piccola pa-tria degli uscieri, il centro di spesa delkeynesismo straccione maneoclassico acui Padoanhadovuto dare ancora ieri 37milioni . Nel paesaggio della megaloma-

nia italiana questo Eur spa, che si è pureclonato in cinque sottosocietà, 5 scatoledi altra burocrazia di secondo livello, so-miglia ai palazzi di marmo che non rie-sce ad amministrare. E infatti appenaentro negli uffici mi sorprendo che an-che le quattro segretarie che mi accol-gono non siano di travertino.

E penso alla Patria di Marmo e allo sti-le "Non Inizio " mentre vago lungo i di-ciottomila metri quadri sotto il lago, unsotterraneo di cemento fatto di antri,

camminamenti e grotte fortificate chepotrebbero essere carceri, celle, rifugiantiaerei e invece da 12 anni aspettanodi diventare l'acquario di Roma: «a foto-copia de quello de Londra» mi assicuraLuigi Ricciardi e mi indica un angolo diniente: «là ce mettemo la grande vascadi pesci con la statua di Giulio Cesare».49 anni, direttore commerciale di MareNostrum Romae Luigi è soprattutto fi-glio di Domenico, 80 anni, che «sogno-midice-l'acquario da quando ero bam-bino a Taranto e mi chiamavano Nettu-no». Perciò il figlio Luigi si muove se-guendo l'atlante delle emozioni di fami-glia: «io so'romanodeRomamaerocam-pione de nuoto come papà». E nel sot-terraneo indica il vuoto: «qui ci sarà tan-ta acqua» mi dice allargando le braccia.E ancora: «Lì gli igloo, i sommergibili, i

c'è, mentre è in corso il Consiglio di am-ministrazione. I Ricciardi, padre e figlio,mi presentano i soci, una decina, riunitiattorno a un tavolo: dal 2000 ad oggihanno avuto 36 milioni e altri 36 li han-no messi loro. «Adesso è arrivato l'ulti-mo finanziamento di otto milioni». Ci so-no la famiglia degli Apolloni, palazzina-ri ed ex finanziatori di An, e ci sono quel-li dellaRina Services e della Cbt (CosmicBlue Team). E poi commercialisti e av-

Il nuovo Centro congressiè simbolo del "Non Inizio":ora servono 133 milioniper l'ennesima ripartenza

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vacati che «paghiamo facendoli soci». Ilmondo è quello del generone. Qui lo sti-le del "Non Inizio" è il cinepanettone deiVanzina, l'antropologia è quella di"Bianco, rosso e Verdone": tra un pescedi plastica e un posacenere a forma di on-da con la sirena in bronzo, si respira l'ef-ficienza sciroccata, molto lontana dal-l'atmosfera dell'Eur Spa dove ho trova-to invece la dissipazione del parastato,anche se gli uffici non sono i labirinti coni tetti bassi e le luci al neon delle speran-ze strette raccontate da Vincenzo Cera-mi.

Tra soffitti alti, enormi corridoi adat-ti per il salto nel cerchio del fuoco e lam-padari déco, la vita dei 130 dipendentiqui è molto più piacevole. «Gli affitti ren-dono 40 milioni» dice Borghini. Ma laWhite Gallerydi Piazza Marconi, unpre-tenzioso centro commerciale di abbi-gliamento sistemato, come un museo,nel padiglione destinato all'arte moder-na, non paga da quattro anni per un to-tale di 5 milioni. E sono insolventi per 8milioni il Comune di Roma, per 2 milioniil Ministero dei beni culturali e per700mila euro gli Interni. Una plusvalen-za di otto milioni è stata elargita alla so-cietà Condotte che avrebbe dovuto tra-sformare il Velodromo in Città dell'ac-qua. «Diventerà il lago dei cigni» mi diceBorghini tutto contento. Dall'Eurspaso-no finiti in galera l'ex amministratoredelegato Riccardo Mancini e il suo brac-cio destro Carlo Pucci, un tabaccaio diestrema destra stipendiato a 7milaeuroal mese, ed è inquisito Luigi Lausi, exmembro fiduciario del consiglio di am-ministrazione e pluriconsulente superpagato.

Ora il presidente Borghini mi portagiù da Palombini, «il bar degli affari ro-mani». E mi racconta che «era solo unaprovocazione» la notizia della messa invendita dell'Archivio di Stato, del Mu-seo etnografico, del Museo delle Arti etradizioni popolari e del Museo dell'AltoMedioevo «dove però non va nessuno».Nega di essere stato bruscamente fer-mato dal ministro Franceschini: «Vole-vamo attirare l'attenzione, ma non homai pensato di vendere». La sua fami-glia commercia «in elettricità e macchi-ne per l'energia». E l'imprenditoria adoppia ragione sociale: lampadine e ap-palti di stato. Era in Forza Italia, «ora stoconAlfano». Sul tavolo del magnifico uf-ficio sfogliamo il libro che il Duce «vole-va mandare ai capi di Stato per l'Expodel 1942, che è la ragione per cui fu pro-gettato l'Eur: "Alle genti del Mondo In-tero"...». Insomma «tutto qui profuma di

Dei costosi restauri delColosseo Quadrato, maiaperto agli italiani, beneficeràil marchio Fendi

solennità». Perciò ilpresidente noncam-mina, ma incede e forse per questo esa-gera quando all'ingresso del Palazzodella Civiltà i gorilla di Fendi lo fermano:«Sono il padrone dell'immobile» dicepiccato.

Da settembre scorso questo magnifi-co palazzo tutto archi, che i romani chia-mano «il Colosseo quadrato», primogrande esempio del "Non Inizio" di cuistiamo parlando, è stato affittato per 15anni al marchio Fendi dei francese Ber-nard Arnault, uno degli uomini più ric-chi del mondo. Racconto a Borghini chegià nel 1999 quando lo avevo intervista-to, Arnault mi aveva detto: «Voi italianiavete bisogno di me». Chiedo a Borghi-ni: chi ha deciso di affittargli questa me-raviglia? «Io» mi dice. Eppure il Palazzoha un vincolo dei Beni culturali che lo de-stina a uso pubblico, musei, mostre...«Nel contratto ho imposto che il pianoterra sia spazio espositivo». Via, è un

trucco. «No. E una necessità».Il canone è di 2.800.000 euro annui

benché l'Agenzia del Territorio nel2007 avesse fissato il valore dell'affittoa4.680.000, quasi il doppio. Perché que-sto palazzo, sin dal946, non è mai statoaperto agli italiani? «Non lo so. Ma perqualche anno ci stavano gli uffici del-l'Associazione dei Cavalieri del lavoro edell'Ordine degli Ingegneri», di cui erapresidente Ricciardi, quello dell'Acqua-rio che non c'è. Ma Borghini mi nascon-de che per consolidamento e restaurovennero spesi 16 milioni di euro dai mi-nistri Melandri e Urbani e soprattutto30 proprio da lui, da carrozzone Eur spadello stesso Borghini, insomma. Voleva-no portarci il patrimonio auditivo dellastoria d'Italia e l'esposizione perma-nente del design e del made in Italy. An-che di quei costosi restauri beneficeràdunque il marchio Fendi.

Alla fine i gorilla ci fanno spegnerei te-lefoni e ci fanno entrare: «ma solo nell'a-trio». Poi però a un gentile ingegnerespiego che sono un giornalista e allorami porta su fino «alla terrazza». Chiedodegli ascensori che, bizzarramente, laSovrintendenza permise di costruiredentro le trombe delle scale elicoidali,soffocando l'affascinante spirale. Laspiegazione è la seguente: «I due vecchiascensori non erano certo sufficienti perun palazzo di 11 piani con una distanzadi otto metri tra un piano e l'altro». An-che con l'ascensore la terrazza toglie ilfiato, ma perla sua bellezza: «Questo è ilpunto più alto di Roma», 107 metri sul li-vello del mare, più di San Pietro. «Guar-di, si vede il mare». Penso che non la co-noscenessuno. ScusiBorghini,malater-razza più alta di Roma non poteva esse-re esclusa dall'affitto ad Arnault? Bor-ghini allarga le braccia. E inutile spie-gargli che a Roma le terrazzesostituiscono i salotti, sono sia le "visce-re" del potere e sia lo status symbol del-l'intellettuale, i palcoscenici dell'indo-lenza ma anche dell'eleganza, il mezzocielo dell'aria rarefatta, un vero geníusloci. Come Mattarella ha aperto il Quiri-nale, forse si potrebbe ancora chiederead Arnault di lasciare ai romani la piùbella terrazza di Roma.

Ma Borghini è molto più eccitato per-ché davanti al bel Museo della Civiltà Ro-mana, drammaticamente «chiuso permancanza di fondi e di pubblico» è final-mente arrivata la folla «perché stannogirando l'ultimo film di 007». Tutti capi-scono che chiudere a Roma il Museo del-

la Civiltà Romana è come chiudere alCairo il Museo della Civiltà Egizia. Mavuoi mettere Monica Bellucci «che face-va la parte della moglie del morto»? Sta-mattina «sono stato lì perché è giustoche io controlli. Hanno messo in scenaun falso cimitero, con le finte tombe».Che figata per l'Eur!

Piaceva l'Eur a Fellini perché tutto èesagerato e falso. Vi ha girato tantissi-me scene, da "La dolce Vita" a "Le ten-tazioni del dottor Antonio...... Arrivava arifare l'Eur a Cinecittà. Era affascinatoda tutto ciò che non comincia. E infatti ilNon Inizio è magnificamente sublimatoin "81/2". E magari oggi gli piacerebbepure quel lunapark che da nove anni èchiuso benché sia stato dato in conces-sione a Luigi Abete che è il proprietariodi Cinecittà ed è un altro nome che in-chioda Roma alla ruota dell'eterno ri-torno.

Quindici anni fa, sulla ruota del luna-park, un ragazzo che oggi fa il tassistachiese alla sua Melinda di sposarlo «masolo in cima le diedi l'anello. Sono sicuroche la ruota non è più quella: qualcunol'ha sostituita con una più piccola». An-gelo è vissuto qui, è andato a scuola, co-nosce ogni angolo dell'Eur, gli intervallicon cui passano i bus, i diagrammi di mo-vimento, il ritmo, suo padre lavorava al-l'ufficio scorte in via dell'Aeronautica,«mi piace persino quell'orrore di Arnal-do Pomodoro, il monumento in bronzoal cacciavite davanti al Palazzetto delloSport». Andiamo insieme al lunapark di-smesso o più semplicemente decaduto acercare la disgregazione del mondo el'arresto del tempo nelle montagne rus-se divelte, nelle dune di spazzatura, inciò che resta dell'autoscontro e nei rifiu-ti di plastica che il vento sospinge versola città.

Inpiazza delle Nazioni Unite, tra le co-lonne del razionalismo fascista e sotto iportici c'è un piccolo villaggio di barac-cati, anch'esso a suo modo neoclassico,solidi cartoni disposti in altezza nascon-dono giacigli a pianta complessa chegrandi coperte dividono come pareti diappartamenti. E ci sono tavoli e piccolepoltrone, la moka, piatti, posate... Un si-gnore sulla sedia a rotelle mi saluta e midomanda se voglio un caffè. Si percepi-sce una nostalgia di buone maniere: lamonumentalità ha un effetto benefico.

L'Eur finisce al Fungo, che è un risto-rante sopra una colonna-cisterna. Ci va-do di notte quando il quartiere si svuotae passa da 50 a 10 mila abitanti, ma nonsotto al fungo dove battono i trans che aquest'ora non sono più un prodigio daesibizione. E qui che il sindaco Marinovorrebbe riaprire le case chiuse, anchese poi ci ha ripensato, e nessuno ha capi-to niente. Forse vorrebbe le case soc-chiuse. La zona è residenziale, sembraun villaggio turistico. Giardini e villette

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L'ENTEUnicoentealmondo a gestireun pezzo di unquartiere cittadino,èal90%diproprietà delTesoro e al 10%di proprietà deicomune di Roma

GLIARRESTIDell'Eurspa sonofiniti in cella l'ex adRiccardo Mancinie il suo bracciodestro Carlo Pucci.L stato inquisitoinvece ilsuperconsulenteLuigi Lausi

L'IMPEGNOSubito 37 milionia Eur Spa per finire ilavori della Nuvolae l'impegno anon vendere aprivati gli immobilidi pregio, ha dettodue giorni fail ministro Padoan

Lo storico lunapark, cheè stato dato in concessionea Luigi Abete, è ormai chiusoda nove anni

e viali rendono meno sporco il vizio, al-leggeriscono il più pesante sapore dellavita. Le auto arrivano discrete, il buioprotegge la reputazione ma forse espo-ne al ricatto. Come nella canzone di Bat-tiato "uomini innocenti dagli istinti un

po' bestiali / cercano l'amore dentro iparchi e lungo i viali".

Torno alla Nuvola superando il suobrutto involucro di vetro che si allungain basso e si collega con la Lama, un altrosottile palazzone in vetro che da un latonasconde ancora di più la Nuvola e dal-l'altro si affaccia sui due scheletri di grat-tacieli di 16 piani che i romani chiamanole torri di Ligini, straordinari verbali didisfacimento, documenti dell'identitàguasta dell'Eur. Non si può finire la Nu-vola se non si finisce e si vende la Lamache «diventerà un albergo» che però nonsi può completare se non si restaurano leTorri «che la Cassa Depositi e Prestitinon riesce a comprare dai proprietariToti, Ligresti, Marchini: chiedono 36 mi-lioni». E il parcheggio per La Nuvola chesarebbe obbligatorio per legge? «C'è unprogetto per scavare sotto Piazza Stur-zo». Si farà mai? «Nonmi pare possibile»ammette Borghini. Come in un dominoè il Non Inizio che tiene insieme tutto, èl'Eur spa che sta uccidendo l'Eur.

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LASPESADa 12006 a oggi perlaNuvola, ben lontanadal completamento,sono stati spesi 200milioni di euro, 120li ha messi il Comune

LA PARCELLALa pa rcel la, g iàpagata, a I l'architettoMassimiliano Fuksasperla progettazionedell'opera è d i 22milioni dieuro

I SOLDI MANCANTIPerfar partire perl'ennesima volta ilavori della Nuvolac'è bisogno direcuperare 133milioni dieuro

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Tre inviti per 50 miloni

Lotta al cyber-crune:bandi per proteggerele infrastruttureMaria Adele Cerizza

Cyber criminalità nelmirino della Commissioneeuropea che ha lanciato treinviti a presentare progettinell'ambito del programmaHorizon 2020: si parte il 25marzo, in palio 50,1 milioni dicuro disponibili fino allachiusura dei bandi, previstaper il prossimo 27 agosto. Inparticolare Horizon 2020 fi-nanzia progetti innovativiper mettere in sicurezza le«infrastrutture critiche». Equindi le "falle" del sistemaelettrico ed energetico, reti dicomunicazione, reti e infra-strutture di trasporto, siste-ma sanitario, circuiti econo-mico-finanziari, reti a sup-porto del Governo, Regionied enti locali, quelle perla ge-stione delle emergenze.

Beneficiarie le Pmi che inpartenariato con universitào istituti di ricerca possonopresentare progetti su temicome il rilevamento preco-ce delle anomalie, soluzionianti-malware e lo sviluppodi raffinati sistemi di sicu-rezza in grado di contrastaregli attacchi informatici. Tut-ti e tre gli inviti offrono una"copertura" fino al 70%, deicosti del progetto.

La prima "call" riguarda ilruolo delle tecnologie (Itc)per la protezione delle infra-strutture critiche (codiceidentificativo DS-o3-2o15). Iprogetti dovranno proporremetodi innovativi per indivi-duarele debolezze dei sistemiinformatici di infrastrutturecritiche, lo sviluppo di proce-dure per monitorare gli even-tuali effetti a cascata causatida incidenti tecnologici non-ché l'ideazione di meccani-smi di auto-riparazione dei si-

stemi informatici.Il secondo invito riguarda

progetti sulle «Informazioniguidate per la gestione dellasicurezza informatica» (co-dice DS-o4-2o15 ): e cioé pro-getti pilota che dovranno sta-bilire e validare gli strumentie le tecniche che facilitino lagestione delle fonti di infor-mazione per garantire unaminore vulnerabilità, unamaggiore prevenzione e ca-pacità di rilevamento non-ché una risposta più rapidaagli incidenti.

Il terzo invito sui servizi

La messa in sicurezzadelle reti con sistemidi rilevazione delle falleriguarda diversi settori:dall'energia ai trasporti..........................................................................

fiduciari elettronici (codiceDS-o5-2o15) ha come obietti-vo quello di mettere a puntotecnologie per l'interopera-bilità dei servizi «fiduciari»elettronici al fine di creare lecondizioni per ottimizzarel'uso delle firme elettroni-che e della posta elettronicacertificata. Migliorare l'affi-dabilità delle transazionielettroniche ridurrà i costiamministrativi per i cittadi-ni e le imprese e, non da ulti-mo, faciliterà una maggioredisponibilità di servizi dieGoverment.

© R]VROOlJZ1ONERISERVarA

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Al secondo posto nella Lle per gli under 30 che non studiano e non lavorano

Istat: lavoro ai giovani, solo la Grecia peggioMarzio Bartoloni

I giovani che non studiano enon lavorano sono ormai 2 milio-ni e mezzo. In pratica un under 30su quattro -il 26% per l'esattezza-non fa nulla. Al Sud diventanoquasi uno su due (il 40%)- Unospreco immenso di energie e an-che di ricchezza per il nostro Pae-se (tempo fa qualcuno stimavaalmeno 2 punti di Pil). Il loro im-piego probabilmente sarebbe lamigliore cura shock contro la cri-si. Nell'Unione europea peggiodi noi fa solo la Grecia (28,9%).

L'ultimo dato, che risale al2013, sull'esplosione dei cosid-detti Neet (Notin education, em-pl oyment or training) si legge nelrapporto Istat«Noiltalia» con leprincipali statistiche sul Paese.Un primato, questo, ancora più

evidente nel confronto coni Pae-sipiùvicini: di Neet ne abbiamo iltriplo della Germania (8,7°Á) equasi il doppio della Francia(13,8%). Nei sette Paesipiù fragilieconomicamente dell'Ue sono il18,1 per cento. In Italia pesano lacrescita della disoccupazione -quella giovanile riguarda il 40%dei 15-24enni- e lamancanza di fi-ducianel futuro, unmixfatale. Su3 milioni che nel 2013 non hannocercato lavoro, ma avrebbero vo-luto lavorare, quasi la metà - il46,2% - è scoraggiato: un esercitodi 1,5 milioni di persone, cioè, cheuna occupazione neppure più lacercano convinti che non riusci-rebbero a trovarla.

La sfiducia si riflette anche sul-lo studio, con alti tassi di abban-dono. E qui l'Italia ha un altro pe-

sante primato: nel 2013 la percen-tuale di 3o-34enni laureati è del22,4%, in rialzo ma comunquetroppo bassa, così bassa da ve-derci addirittura ultimi in Euro-pa, dopo Romania e Croazia.

A pesare su questi dati ovvia-mente sono statigli anni dellacri-si, come confermano i numeri suldisagio economico, che per l'isti-tuto di statistica riguarda il 23,4%delle famiglie. Un dato comun-que in calo rispetto al 24,9°/odell'anno precedente.La deprivazione - secondo

l'Istat- colpisce 14,6 milioni di ita-liani. In pratica una famiglia suquattro presenta almeno tre sin-tomi di disagio economico su unset dinove, chevanno dal nonpo-ter sostenere le spese impreviste,ad accumulare arretrati nei paga-menti (mutui, affitti, bollette) o anon riuscire ariscaldare in modoadeguato la propria abitazione.Come sempre si fanno sentire idivari territoriali, con il Mezzo-giorno messo molto peggio (benil 40% dei nuclei in difficoltà).

N) RIPRODUZIONE RISERVATA

A Palazzo Chigi . Il segretario generale Ocse, Angel Gurria, e Matteo Renzi

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