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Spedizione in Abbonamento Postale: comma 20/c - Art. 2 - Legge 662/93 Bergamo Settembre-Novembre 2011 Anno 15 Nr. 3 Seconda fase del progetto di Eterazama Agricoltura sostenibile nel Chapare Celim Bergamo ricorda i 50 anni in Bolivia BERGAMO O.N.G. nel mondo ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO INTERNAZIONALE CRISTIANO AGROECOLOGIA IN BOLIVIA

Celim Bergamo nel mondo n.3 Set-Nov 2011

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Notiziario n. 3/2011 del Celim Bergamo

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Settembre-Novembre 2011 Anno 15 Nr. 3

Seconda fase del progetto di EterazamaAgricoltura sostenibile nel Chapare

Celim Bergamo ricorda i 50 anni in Bolivia

BERGAMOO.N.G.

nel mondoOrganizzaziOne di VOlOntariatO internaziOnale CristianO

AGROECOLOGIAin BOLiViA

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29 Ottobre: Assemblea dei Soci pag. 2

Da 50 anni in Bolivia pag. 3

Tutti alla STRABERGAMO! pag. 5

UnA ScUOlA in BOliviA pag. 6-8- Scheda del progetto pag. 8- il bilancio del volontariato internazionale pag. 9

ATTiviTà- Esplorando la Bolivia pag. 10

EvEnTi cEliM pag. 11

l’AnAliSiil diritto al cibo pag. 12- Per saperne di più pag. 13

notizie Flash pag. 14

concerto celtico pag. 15

Dona on-line pag. 16

Direzione, redazione, amministrazione Via Conventino, 824125 Bergamotel. 035 459.85.00fax 035 459.85.01e-mail: [email protected]

Registrazione delTribunale di Bergamo: n° 13 del 29/4/1983

Direttore Responsabile:Elena Catalfamo

Proprietario pro-tempore:Presidente Celim Bergamo:Andrea Milesi

Hanno collaborato:Daniela Agazzi, Umberto Amadigi,Andrea Milesi, Giuliana Ubbiali

Trimestrale interno dell’O.N.G.Distribuzione gratuita fuori commercio

Stampa:Tipografia dell’IsolaTerno d’Isola (BG)

Garanzia e tutela dei dati personaliai sensi dell’art.13 D. Lgs n.196/03I dati personali vengono trattati solo in relazione alle finalità della nostra Orga-nizzazione, in particolare per la creazione di un indirizzario (invio del notiziario) e per informare sulle attività associative in genere.I dati non saranno comunicati a terzi o diffusi all’esterno dell’Organizzazione.

29 ottobre: aSSemblea dei Soci

Il 29 ottobre, a partire dalle 15, si convoca l’assemblea per tutti i soci e sostenitori del Celim Bergamo presso la sede di via Conventino 8. Si invita tutti a partecipare sia per il rinnovo delle iscrizioni sia per conoscere la programmazione per il prossi-mo anno. Verranno presentati i progetti in corso e da avviare, le attività in cantiere per l’educazione allo sviluppo, la raccolta fondi e le novità sulle successive assem-blee presentate in una nuova formula.

BERGAMOO.N.G.

nel mondoOrganizzaziOne di VOlOntariatO internaziOnale CristianO

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Editoriale

Da 50 anni in bolivia

11ottobre 1962: data importante per tutto il mondo e per la diocesi di Bergamo. A roma si apre il Concilio ecumenico Vaticano II; a La Paz (capitale della Bolivia) arriva don Berto Nicoli che inizia

a occuparsi della locale “Ciudad del Nino”. Qualcuno dirà che è certamente una coincidenza, ma non potrà certo negare che l’impegno missionario della Chiesa di Bergamo, già ampiamente presente al tempo in altre regioni (ad esempio in Uruguay dal 1954), in questo Paese, parte sotto i migliori auspici. Si celebrano infatti in quest’anno sociale 2011-2012 i 50 anni di presenza in Bolivia della nostra Chiesa.

Don Pietro Balzi raggiungerà don Nicoli a La Paz, ma dopo poco tempo continuerà il suo impegno missionario in Brasile, mentre don Antonio Berta si sposterà a Cochabamba ove promuoverà e organizzerà direttamente una nuova “Città dei ragazzi”.

Diventa sempre più sistematica la presenza dei sacerdoti in Bolivia, iden-tificati come “Fidei donum”, dal nome dell’Enciclica di Pio XII che sollecitò la presenza dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici nei Paesi di Missione. Oggi tutto ciò ha il nome più espressivo di “collaborazione fra le Chiese”. Anche il

Celim Bergamo ha dato il suo contributo in Bolivia a par-tire dalla presenza dei volontari nella Città dei ragazzi di Cochabamba (che risale al 1968) come laicato missiona-rio prima e poi, riconosciuto dal ministero degli Affari Esteri come ONG, attraverso i volontari internazionali presenti nei diversi progetti, in sedi diverse. Ma con una particolarità: in un primo tempo fino al 1983, quando il Consiglio decise di approfondire il suo impegno di volontariato internazionale, per ragioni geoantropologiche, solo nel continente africano. Decisione che venne superata dieci anni dopo quando, su invito del vescovo di Bergamo monsignor roberto Amadei,

il Celim riconsiderò la sua posizione e accettò di ritornare a operare in Bolivia per “contribuire a completare in quel Paese la presenza della Chiesa di Berga-mo”. L’attività riprese attraverso i diversi progetti agricoli, ambientali, sanitari, educativi dal 1995 e tutt’ora continua.

Il Celim Bergamo deve la sua costituzione, formazione e organizzazione a un ottimo sacerdote, don Pietro Ceribelli che, dal 1965 al 1981 fu assistente dell’Associazione. Era direttore dell’Ufficio missionario diocesano e il leader carismatico dell’organismo. A lui si faceva riferimento per le scelte di impegno e di servizio e per la verifica delle motivazioni dei volontari. Il prossimo 11 ottobre verrà celebrata una Messa in suo ricordo alle 18 nella chiesetta dei sacerdoti del Sacro Cuore in via Garibaldi.

Umberto AmadigiVicepresidente Celim Bergamo

Anche il Celim Bergamoha dato il suo contributoin Bolivia comelaicato missionario primae poi come ong

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4 celim SETTEMBrE 2011

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Fotonotizia

Si avvicina la 35ª edizione della marcia che anima la nostra città con le sue magliette colorate.

Per un giorno potrete correre, camminare, passeggiare negli ango-li più suggestivi di Bergamo e dei suoi colli dimenticando per qualche ora lo stress e l’ansia del vivere quotidiano e familiarizzando con chi vi accompagna nel percorso ritrovando magari vecchi amici.

Come sempre, potrete scegliere tra due percorsi differenti, uno da 6 km e uno da 12 km, valutando il vostro fiato, il tempo che volete dedicarvi e le meravi-glie paesaggistiche che vorrete vedere. Lungo il percorso, quest’anno troverete anche gli striscioni del Celim Bergamo che sarà presente alla marcia con tutti i suoi soci e volontari per vivere una gior-nata all’insegna del sano divertimento e della solidarietà con la possibilità di fare delle offerte a sostegno dei pro-getti e delle attività della ong. Presso gli stand della Strabergamo e del Giornale di Bergamo verrà distribuito un numero speciale del giornale insieme a un bel-lissimo segnalibro del Celim Bergamo con indicato il sito internet dove poter effettuare una libera donazione.

L’evento è suddiviso in due gior-nate: sabato 17 settembre, alle 10.30 si aprirà il Villaggio sul Sentierone con i giochi gonfiabili per i bambini; nel pome-riggio, dalle 16 è prevista una merendo-na con animazione e intrattenimento a cura di Coldiretti Bergamo che orga-nizzerà dei laboratori didattici; sempre in collaborazione con Coldiretti, dalle 16,30 si assegnerà il 1° trofeo “Le Due Torri” per l’abilità nella guida dei tratto-ri. La corsa vera e propria si svolgerà, invece, domenica 18 settembre dopo la Messa delle 7.30: alle 9 tutti pronti sul Sentierone per correre o camminare accompagnati da ristoro, musica, spet-tacoli e giochi per bambini.

Il Celim Bergamo vi invita a tra-scorrere insieme a noi questa giornata consigliandovi di iscriversi al più presto presso gli stand indicati sul sito della Strabergamo: www.strabergamo.it

Daniela Agazzi

17-18 SETTEMBRE 2011Tutti alla STRabERGaMo!

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6 celim SETTEMBrE 2011

Progetti, sfide e successi di un per-corso che ha concluso una prima tappa e che sta per iniziarne una seconda: un istituto che non si limita ad organizzare corsi, ma che vuo-le essere il motore di un’alternativa socio-culturale ai giovani in una zona particolare, caratterizzata da una in-controllabile produzione della foglia di coca principalmente destinata al narcotraffico internazionale e vittima negli anni scorsi di scontri cruenti tra i cocaleros e le forze dell’ordine. Una sfida che ha preso forma gra-zie ai sostenitori del Celim Bergamo, del Centro missionario diocesano, al contributo della Cei, della Fondazio-ne San Zeno e dei molti amici di pa-dre Sperandio ravasio.

Perchè un progetto proprio a Ete-razama?L’imput e il motore è stato padre Sperandio ravasio, missionario da più di 25 anni in Bolivia, preoccupa-to per la costante perdita di valori e la disgregazione famigliare causata dalla produzione di coca nella zona

del Chapare. Per le famiglie la coca rappresenta una facile fonte di gua-dagno: ognuna di loro ha il proprio appezzamento di terra da coltiva-re, tanto che i ragazzi crescono con la mentalità che sia la sola fonte di entrata economica possibile e sono le vittime più vulnerabili di questo “sistema”. Il progetto è quindi quello di realizzare un percorso a medio-lungo termine proprio con i giovani che vuole dimostrare che, invece, le alternative ci sono. E’ sicuramente un contesto difficile però rappresen-ta una sfida affascinante in cui credo fermamente.

Come?È un lavoro in punta di piedi, lento ma significativo. Le azioni di forza sono fallimentari. Lo ha dimostrato l’Unione Europea, che per diminuire la produzione di coca è intervenuta nel passato con un programma di sviluppo alternativo, però principal-mente a monocoltura. risultato: ter-minato il programma, la popolazione è tornata alla precedente attività, an-

che perché non si erano create delle basi solide e dei reali sbocchi di mer-cato. Noi abbiamo scelto un profilo basso, l’opera di persuasione attiva nel rispetto della popolazione loca-le. Non esiste una ricetta. Partiamo da processi educativi e formativi che possano generare un cambiamento sociale, cercando di incidere anche nella dinamica produttiva del settore. Il percorso è stato possibile grazie alla fiducia che i locali hanno sempre riposto in padre Sperandio, noto per essere corretto e leale, senza il qua-le non si sarebbe nemmeno potuto pensare al progetto. Poi, piano piano, anche noi siamo riusciti a ricevere la fiducia dei locali, senza false promes-se, ma con grande professionalità,

UNA SCUOLA IN BOLIVIA

Primo Piano

GiuLiANA uBBiALi

Con la convinzione di chi ci crede,di chi da anni condivide i passi che da lontanopossono essere visti piccoli ma che in Boliviasono grandi, di Eterazama dice cheè “il” progetto e non “un” progetto.Marco Aresi, 37 anni di Brignano gera d’Adda,volontario del Celim Bergamo da 8, è tornato in Italia per un mese e racconta “la sua” Eterazama.

FUtUro oltre la coca

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serietà e disponibilità. È fondamenta-le mantenere una relazione costante e coinvolgere l’intera comunità nel processo: farli sentire parte attiva ed elementi fondamentali nell’intervento di cambiamento.

L’istituto professionale è quindi lo strumento?Sì, ma va precisato il ruolo che ha. Non si tratta tanto di un contenitore di corsi di formazione nei settori in-fermieristico, informatico e agroindu-striale, quanto di un luogo di crescita integrale. Gli studenti rimangono nel loro territorio, vicino alle famiglie, acquisendo gradualmente la consa-pevolezza di poter avere un futuro lavorativo. La premessa è che in tutta

UNA SCUOLA IN BOLIVIA

istituto tecnologico di Eterazama. Da sinistra Gianpaolo uristani, Padre Sperandio, Gianluigi Riva, Elisa Bettani

l’area rurale, la qualità educativa è molto bassa. I ragazzi che volevano studiare, se ne andavano in città o nei grandi centri urbani, sempre se ne avevano le possibilità economi-che. Lontani dal loro ambiente e da-gli affetti, spesso senza gli strumenti per affrontare un livello scolastico a cui non erano preparati, andavano incontro ad un fallimento, con riper-cussioni negative sulla loro persona, vedendosi così obbligati ad un ritorno ai loro luoghi di origine con la unica prospettiva di dedicarsi ad attività “informali”. realizzare un istituto sul territorio, invece, rappresenta una valida alternativa. Lo caratterizzano l’alta qualità dell’insegnamento, gra-zie alla presenza di un’equipe di pro-

fessori molto validi e delle attrezzatu-re di prima qualità, oltre alla grande attenzione alla componente umana. Ecco perchè non è solo una sede di corsi L’obiettivo è creare un cambio di mentalità e prospettiva nei giovani della regione e dimostrare all’intera popolazione che alternative, anche redditizie, si possono creare e che non è solamente la coca l’unica pos-sibile fonte di guadagno. È il lavoro sottile di cui parlavo.

Come possono convincersi che un’alternativa esiste davvero?Nell’istituto non si studia solamen-te. Si realiza anche un importante lavoro di estensione sociale all’in-terno del Municipio. Gli studenti di

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8 celim SETTEMBrE 2011

Primo Piano

la motiVaZioNe - Si inizia a parlarne nel 2007, su indicazione di padre Sperandio ravasio, da 25 anni in Bo-livia. La zona è caratterizzata dagli scontri tra i coltivatori di cocaina e la Dea, l’organo antidroga statunitense. Bam-bini e giovani sono abbandonati a se stessi, le ragazze diventano mamme giovanissime. Il sacerdote identifica la zona come bisognosa di un intervento a favore dei giovani.

cHe coSa - È stato costruito un istituto educativo che organizza percorsi di studio, dopo il ciclo della scuola dell’obbligo, quindi per ragazzi e ragazze maggiorenni. Tre i filoni: agroindustria, informatica, infermeria. L’istituto tec-nico superiore (sei classi, tre per ogni indirizzo) si articola in tre anni e il titolo di studio vale un po’ meno alla nostra laurea. Il corso infermieristico (due classi), invece, dura 18 mesi, più due di tirocinio e tre nei centri per la salute sul territorio. In totale gli studenti sono 164.

doVe - Eterazama, zona tropicale di Cochabamba (Bo-livia), caratterizzata dalla produzione della foglia di coca

ScHeda del ProGetto

ne, trasformazione e vendita. L’isti-tuto, che grazie alla trasformazione agroalimentare riesce a creare valo-re aggiunto alla produzione agricola, dispone di un impianto di primissima qualità e a basso impatto ambienta-le, perché la maggior parte dei mac-chinari funzionano a metano, con tre linee di produzione consolidate: di marmellate naturali e polpa di frutta, di succhi e di frutta disidratata e infu-si, principalmente di carcadè. Oltre a queste linee di produzione, si proces-sano anche acqua e latticini, farine, cereali e derivati della carne. I prodot-ti vengono venduti alle fiere e mercati locali e regionali, dimostrando così ai ragazzi che esiste un mercato, quindi esistono concrete possibilità di lavoro e possibili fonti di guadagno.Nella prossima fase, che si articolerà in tre anni, si vuole seguire il meto-do già utilizzato. L’istituto è il punto di riferimento, dà gli strumenti, indica il percorso da seguire, ma sono gli stu-denti a doverlo intraprendere.L’obiettivo è che, sempre gradual-mente, siano loro stessi a convertire i terreni familiari in nuove produzio-ni, con l’accompagnamento di tutor dell’istituto stesso. Lavoreremo inol-tre anche il tema della “stevia”, un

ma con grandi potenzialità di colture alternative, come la frutta.

i temPi - In una prima fase di studio si ipotizza la rea-lizzazione di un asilo, per accogliere i più piccoli a fronte della disgregazione delle famiglie. Uno studio più appro-fondito identifica nei giovani la fascia più debole sulla qua-le lavorare per investire nel futuro dell’area. Lo strumento è un istituto educativo con una funzione non solo scolasti-ca ma anche sociale. Nel marzo del 2009 iniziano i corsi. Oggi gli stipendi degli insegnanti vengono sostenuti com-pletamente a livello statale, a conferma del riconoscimen-to della qualità dell’istituto. La prima fase triennale si com-pleta quest’anno, una seconda sempre triennale inizia per il consolidamento e lo sviluppo delle attività.

i PartNer - Celim Bergamo, Centro missionario dioce-sano, Conferenza episcopale italiana, governo boliviano e in particolare il ministero dell’Educazione, Fondazione San Zeno e gli amici di padre Sperandio ravasio.

dolcificante naturale particolarmente adatto al clima ed al terreno tropica-le, e cercheremo di migliorare la nu-trizione degli alunni delle scuole loca-li con la elaborazione e distribuzione della merenda scolare.

un sogno o un obiettivo raggiun-gibile?Sono convinto che si riuscirà. Anche all’inizio del progetto molte persone erano perplesse sulla riuscita, ma col tempo i risultati sono arrivati. Se non ci crediamo noi, come possono cre-derci le popolazioni locali?I ragazzi hanno capito l’importanza di investire sul proprio futuro e ma-nifestano il desiderio di cambiare, le loro famiglie si augurano che possa-no avere un futuro migliore, le autori-tà collaborano attivamente. Certo, la premessa è sempre la stessa. Non è stato un lavoro immediato e sem-plice, ma al contrario è il risultato di un rapporto di fiducia costruito nel tempo e dalle ottime relazioni che siamo riusciti a creare durante il pro-cesso con le istituzioni locali e con i beneficiari di progetto. E’ questo uno dei motivi per cui questo progetto di cooperazione sta procedendo con ri-sultati ottimali: gli attori in gioco sono

infermeria, per l’80% ragazze molte delle quali già mamme, partecipano alle campagne per la salute in tutta la regione e prestano il loro servizio nei centri di salute disseminati nelle varie comunità. Gli studenti di infor-matica iniziano a lavorare negli uffi-ci delle organizzazioni sociali, fanno manutenzione nelle scuole ed alcuni di loro già stanno insegnando nelle unità educative. Mentre gli studenti di agro-industria partecipano alle fiere locali ed alle riunioni delle comuni-tà promuovendo i prodotti elaborati nell’istituto, che rappresenta quindi un veicolo di contatti con le istituzioni locali, come Municipi, università ed organizzazioni sociali.

in questo senso, inizierà una se-conda fase del progetto. in che cosa consiste?L’obiettivo è consolidare e rafforza-re l’istituto, con i tre corsi già attivi e con l’apertura di un nuovo corso di studi: agro-ecologia tropicale. Ini-zieremo un lavoro più diretto anche con i produttori cercando di incidere nella dinamica locale recuperando il potenziale produttivo della regione Chapare. Si cercherà di completare il cerchio, ossia formazione, produzio-

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il bilancio DEl volonTaRio inTERnazionalE“Qui non Mancano lE capaciTà Ma Solo gli STRuMEnTi”

Primo Piano

Eterazama. Marco Aresi e l’addetta alle confetture delle marmellate prodotte all’istituto tecnologico.

Sulla base dei tuoi otto anni di esperienza, chi è il volontario in-ternazionale? Che cosa deve e che cosa non deve fare? Se ne potrebbe parlare per ore. Siamo per-sone che lasciamo il nostro Paese e i nostri affetti dedicandoci e spen-dendoci per gli altri perchè pensiamo di poter apportare un qualcosa, non certo di cambiare il mondo, ma la nostra sfida è portare un granello di sabbia. Io ci credo. E’ fondamentale non pensare di voler insegnare nien-te a nessuno, perchè alle persone nei paesi in via di sviluppo non mancano le capacità ma gli strumenti. Noi le indirizziamo, creiamo nuove possibi-lità, poi insieme costruiamo il percor-so da seguire, perchè siano poi loro a intraprenderlo e continuarlo. Altro valore fondamentale è il rispetto del-la cultura locale, sono le relazioni, la stima ed i rapporti di fiducia. Quando hai conquistato quella reciprocità, puoi permetterti di avere scambi di idee schiette, anche di confrontarti animatamente. Devi però imparare a condividere spazi e momenti con la popolazione locale. Ma non dimenti-cherò mai le parole di padre Speran-dio. Lo disse in bergamasco: “Se non vuoi bene alla gente, allora prendi le tue cose e torna a casa”. Faccia-mo parecchi sacrifici, ma è anche

diversi, ognuno con le sue diversità e peculiarità, però si lavora sinergi-camente e in ottima coordinazione per un obiettivo comune. Il governo boliviano addirittura considera il no-stro, come un progetto pilota ed un modello da seguire dentro le politiche nazionali grazie alla totale interazio-ne degli attori presenti, all’importante lavoro di estensione sociale che si sta realizando ed al fatto di riuscire a unire la componente educativa a quella produttiva.

Nella cooperazione internazionale, si centra l’obiettivo quando ci si rende conto di potersene andare. Succederà?Non è semplice, ma anche in questo caso bisogna crederci e impegnarsi perché ciò avvenga. La sostenibilità è l’obiettivo finale di un progetto di cooperazione, fondamentale è l’im-postare fin da subito un processo partecipativo con il coinvolgimento diretto degli attori locali. Un progetto deve coadiuvare e rafforzare le po-litiche nazionali, non sostituirle, per

questo fin dall’inizio coordiniamo le azioni con il Governo centrale ed il Ministero d’educazione. Valutando i risultati finora raggiunti, sono molto fiducioso che ciò avvenga. L’istituto, considerato come spazio di forma-zione, con insegnanti esclusivamen-te locali, nel giro di due anni potreb-be essere completamente autonomo. Ora inizia questa seconda fase ed è anche entrando nella rete dei merca-ti che si cerca di porre le solide basi alla sostenibilità del progetto ed am-pliare il nostro raggio d’azione.

giusto riconoscere che abbiamo la possibilità di fare esperienze che ci permettono di crescere notevolmen-te ed ampliare la nostra visione nei confronti della vita. Vorrei approfitta-re per ringraziare altri volontari che in questi anni hanno creduto e par-tecipato al progetto di Eterazama e che si sono rivelati un appoggio im-portante per me e per padre Speran-dio, come Gianluigi riva, Elisa Bet-tani e soprattutto Gianpaolo Uristani

che ci ha accompagnato ed aiutato per due anni specialmente nell’area agro-industriale ed a luglio ha con-cluso il suo servizio come volontario internazionale. Queste sono scelte da ammirare: dedicare momenti del-la propria vita al servizio di altre po-polazioni bisognose.

Ti sei mai sentito uno straniero? Sono molto legato alla mia terra, quando torno a Bergamo è qui che mi sento a casa, è questa la mia ter-ra, sono queste le mie radici. Non si creda sia facile lasciare tutto, dalle comodità, agli affetti alle possibilità che lontano dal tuo Paese non hai. Però puoi considerarti uno stranie-ro anche in Italia, io sono convinto che la tua casa si trasformi nel luo-go dove tu riesca a trovare perso-ne a cui vuoi bene e che ti vogliano bene. Possiamo essere cittadini del mondo oppure stranieri nel mondo dipende dalla nostra impostazione ed atteggiamento nei confronti del-la vita. riflettendoci comunque mi rendo conto che otto anni lontano da casa sono parecchi, certi legami di-ventano più flebili, però nonostante tutto mi reputo una persona molto fortunata perché ho sempre trovato grandi e significative persone nel mio cammino.

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10 celim SETTEMBrE 2011

Attività

Dall’8 al 28 agosto, Francesco e Paolo hanno trascorso tre settimane che non dimenti-cheranno facilmente. Parti-

colarmente colpito dal paesaggio boli-viano è Francesco, diciannovenne di Mozzo e studente del Liceo Artistico il quale, nel raccontarci la sua esperien-za, ci ripete continuamente che “è stato tutto bellissimo”: “E’ affascinante. La Bolivia ha diversi paesaggi: la jungla, la pianura, gli altipiani, le montagne. C’è tutto.” Mentre Paolo, ventenne di Cise-rano iscritto al secondo anno di Medi-cina all’Università degli Studi di Milano è finalmente riuscito a realizzare il suo sogno: “L’anno scorso avevo seguito il corso di formazione, ma poi non sono riuscito a partire. Invece quest’anno ce l’ho fatta.”

il corso di formazionerequisito essenziale per il viaggio era la partecipazione al corso formativo che il Celim Bergamo, per il secondo anno consecutivo, ha organizzato e te-nuto in sei incontri a partire dal mese di febbraio. Il corso, ricordiamo, era aperto ai ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni interessati a conoscere la complessità culturale e politica della Bolivia, la realtà del volontariato inter-nazionale e gli attori in loco dei progetti promossi dalla ong. Entrambi, Paolo e Francesco, hanno frequentato con assiduità e grande interesse tutti gli in-contri risultati per loro molto utili al fine di “ avere uno sguardo generale della cultura del Paese”.

L’inizio del viaggio: CochabambaDopo aver frequentato due corsi, Pa-olo è ormai un esperto della Bolivia e ci racconta le tappe del loro viaggio in-sieme alla ormai veterana guida Sonia Mistrini, consigliere del Celim Bergamo: “I primi dieci giorni abbiamo alloggiato a Cochabamba, nella Ciudad de los Niños. Sonia ci ha guidati per la città

EspLOrANdO LA BOLIVIADANiELA AGAZZi

portandoci anche a vedere il Cristo de la Concordia, una statua altissima che si trova su un’altura da cui si vede tutta la città”. I due ragazzi sono stati mera-vigliati, in particolare, dalla tradizionale Fiesta de la Virgen de Urkupiña a Quil-lacollo, un paese distante una decina di chilometri da Cochabamba. “C’era tan-tissima gente, e tanti balli, i loro balli ti-pici con tutti i vestiti colorati. Veramente bello” ci dice Francesco. “Abbiamo fatto anche la camminata” aggiunge Paolo. La festa che si svolge in tre giorni a ca-vallo di Ferragosto prevede, infatti, nel-la giornata finale, un pellegrinaggio al Calvario, una collina poco distante da

Quillacollo, dove secondo la tradizione la Madonna sarebbe apparsa più volte a una pastorella. Paolo continua il suo racconto dicendoci che hanno trascorso due giorni a Corani Pampa, un paese di Cochabamba a circa 2.500 metri di altitudine dove hanno alloggiato in una specie di agriturismo costruito per so-stenere la ‘casa di Danilo’, una struttura che accoglie ragazzi diversamente abili

voluta dallo stesso Danilo, un missionario residente a Co-chabamba da molto tempo. Nei quattro giorni successivi, Francesco e Paolo si sono spostati da Cochabamba per muoversi liberamente nella regione. I luoghi visitati sono La Paz, il Lago Titicaca, la Isla del Sol e il sito archeolo-gico di Tiwanaku.

Visita ai progetti targati ‘Ce-lim Bergamo’L’ultima settimana è dedi-cata alla visita dei progetti del Celim Bergamo. I due studenti hanno incontrato il responsabile in loco dei pro-getti, Marco Aresi, “un bravo ragazzo” che li ha accompa-gnati dapprima a Cliza, dove

hanno conosciuto le varie fasi di produ-zione del latte, poi al centro formativo professionale di Eterazama e infine a Sacaba dove c’è una scuola di educa-zione agli adulti e si sta studiando un sistema di irrigazione per favorire lo sviluppo agricolo. I progetti hanno fatto buona impressione a entrambi i ragazzi i quali ci dicono di essere “convinti che servano alla gente” per migliorare le loro condizioni di vita.

La coppia ‘Paolo e Francesco’ si è ri-velata fruttuosa non solo dal punto di vista della loro crescita esperienziale e culturale, ma anche per la stessa ong che ha organizzato il viaggio: se Fran-cesco ha già deciso di ripetere il viag-gio l’anno venturo, Paolo è diventato il nuovo socio del Celim Bergamo!

Da sinistra:Francesco Scarpellini, Marco Aresi,Paolo Cattaneo, Padre Sperandio

Due studenti raccontano la loro esperienza vissuta ad agosto tra le Ande boliviane a conclusione degli incontri formativi sulla Bolivia tenuti dal Celim Bergamoda febbraio a giugno 2011.

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Eventi Celim

coopERazionE nEl MonDo GlobalE:il convEgno l’8 oTToBRE

“Il mondo globale come vero orizzonte dello sviluppo” è il tema del convegno di studi dedicato alla cooperazione inter-nazionale promosso con il Centro missionario diocesano all’interno degli appuntamenti dedicati all’ottobre missionario e organizzato in collaborazione con il Celim Bergamo e la Comunità ruah. Il mese si aprirà il primo ottobre con la

memoria liturgica di Santa Teresa di Gesù Bambino una giornata di preghiera per i religiosi e le religiose. Lunedì 3 ottobre alle 20,45 si terrà la preghiera missionaria nel santuario di Villa di Serio nel ricordo della canonizzazione del beato Guido Conforti. Lunedì 10 si ricorderà San Daniele Comboni mentre l’11 ottobre avrà inizio l’anno in ricordo del 50° di cooperazione tra le Chiese di Bolivia e di Bergamo con il ricordo del 25° della morte di don Pietro Ceribelli, direttore del Centro missionario diocesano dal 1964 al 1986.Dai Preti del Sacro Cuore a partire dalle 17 ci saranno le testimonianze di Vittorio Gandolfi già presidente del Celim e don Mario ravasio sacerdote del Sacro Cuore. Alle 18 concele-

brazione eucaristica presieduta dal vicario generale monsignor Davide Pelucchi. Il 21 ottobre in Seminario alle 20,30 la consegna dei crocifissi ai missionari in partenza e domenica 23 ottobre la celebrazione della 85esima Giornata missionaria mondiale con la canonizzazione del Beato Guido Conforti. Il 3 novembre alle 15,30 Messa al cimitero di Bergamo per ricordare i missionari defunti.

riprende con l’autunno la formazione del Celim Bergamo sul tema dei diritti umani l’ultimo venerdì di ogni mese presso la comunità dei missionari monfortani a redona. Gli incontri sono aperti in particolare ai volontari in partenza o rientrati

ma anche agli amici delle missioni ai giovani interessati a un’esperienza in terra di missione. Il primo appuntamento (sempre dalle 20,30 alle 22,30) sarà condotto da Stefania Gandolfi, docente universitario della Cattedra Unesco dell’Università degli studi di Bergamo e già presi-dente del Celim Bergamo. Approfondirà il tema de “Lo spazio dell’altro per scoprire il diritto di vivere. Una dichiarazione universale per i diritti dell’uomo”. Il successivo appuntamento prima della pausa natalizia sarà il 25 novembre con Nicola Vitali, progettista del Celim bergamo e volontario in Bolivia per tre anni che tratterà il tema de “Il progetto, un pensiero capace di volti, nomi e culture. Altrimenti è colonizzazione”. Per le scuole invece riprende il percorso dell’equipe Terre & Trame del Celim e del Centro missionario diocesano con nuove proposte

didattiche per il 2011/2012. Basta consultare il sito Internet: www.celimbergamo.org. In cantiere anche la terza edi-zione del concorso di disegno e fumetti “Per dare un diritto… ci vuole un seme”. Info: [email protected]

l’accoGliEnza DEll’alTRo:al via la foRMazionE il 28 oTToBRE

Nel mese di dicembre si terranno due eventi significativi in un solo giorno: il concerto di Natale e l’assegnazione del premio “Beato Papa Giovanni XXIII”. Il concerto è organizzato dal Centro Missionario Diocesano per sabato 10 di-

cembre alle ore 21 in Sant’Alessandro in Colonna ed è affidato all’Accademia Concertante d’Archi di Milano con la partecipazione del Coro dell’Accademia e della Schola Cantorum Ars Nova di Cerro Maggiore (MI). Vuole essere un segno di vicinanza a tutti i missionari bergamaschi nel mondo proprio in occasione del S. Natale. Il programma è così articolato: Sinfonia “L’Incompiuta” di Franz Schubert, per orchestra sinfonica; Fantasia Corale op.80 di Ludwig van Beethoven, per pianoforte, soli, coro e orchestra; alcuni canti tradizionali di Natale concluderanno la serata. Il premio “Beato Papa Giovanni XXIII”, riconosciuto ogni anno a tre missionari della nostra

terra, oltre ad essere un concreto segno di solidarietà con chi ha scelto di dedicare la vita al Vangelo e ai poveri, di-venta un richiamo a ciascuno di noi per assumere una partecipazione positiva al cammino di giustizia e di pace del mondo intero. Sarà il Vescovo, mons. Francesco Beschi a consegnare il premio a nome dell’intera diocesi bergamasca.

concERTo Di naTalEil 10 dicEMBRE

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In tempi come questi, dove la volatilità del mercato finanziario è ormai pane quotidiano e dove il modello economico imperan-

te dà segni di cedimento, parlare di cibo e di diritto al cibo è quanto mai necessario, non tanto perché il rischio per noi è di una sua immediata ca-renza, quanto perché dietro a questo gran-de capitolo è possibile riscoprire dei modelli sociali ed economici che conquisteranno a breve gli scenari mon-diali.Al di là delle scandalo-se cifre rispetto ad in-tere popolazioni senza capacità di avere ac-cesso al cibo (il tema della cosiddet-ta sicurezza alimentare) sono quan-to mai attuali anche tutte una serie di esperienze legate alla produzione del cibo che riguardano la tipologia di produzione (il tema del biologico e degli ogm), la sua compatibilità con la cultura in cui sono prodotti (il tema dei prodotti tipici), la sostenibi-lità ambientale nella loro produzione (le questioni legate alla agricoltura intensiva e lo sfruttamento del ter-reno) e la preservazione dei territori intesa sia come ambiente agroeco-logico (la rivalorizzazione di aree ru-rali abbandonate) sia come tessuto

sociale in esso operante (le piccole economie famigliari agricole).Proprio durante questo ultimo ago-sto 2011, in Austria si è tenuto un grande Forum sul tema della Sovra-nità Alimentare dove più di 600 par-tecipanti provenienti da tutti i Paesi

europei e non eu-ropei si sono dati appuntamento per riflettere sul tema del diritto al cibo.Obiettivo di questo Forum è stata la costruzione di un movimento euro-peo per la Sovra-nità alimentare, dove con questo termine si espri-me il diritto di ogni

popolo di scegliere e promuovere i propri prodotti e modelli agricoli nel rispetto delle culture locali, dell’am-biente e delle piccole economie di mercato.Come ci si può facilmente immagi-nare, dietro a questo diritto, si dipa-nano una serie di proposte politiche di produzione agricola che vanno nella direzione opposta a quella che finora abbiamo sotto gli occhi, dove la legge del massimo profitto e la concentrazione del commercio dei prodotti agricoli in mano a pochi e grandi multinazionali dell’agro-busi-ness, sta mettendo alla fame milioni

di persone e determinando un ine-sorabile problema di cambiamento climatico con la conseguente ero-sione ed abbandono di interi territori e del suo tessuto socio economico.Sul modello della Sovranità Alimen-tare è già possibile incontrare qui in Italia e in tutta Europa numerosis-sime esperienze legate alla produ-zione del biologico, alla creazione di nuove comunità con stili differenti di vita (eco-villaggi), alla creazione di gruppi di acquisto solidale a Kilo-metro Zero, alla creazione di gruppi di solidarietà reciproca (Banche del Tempo), alla creazione di esperien-ze di preservazione e recupero di aree abbandonate.Sul fronte del Sud del Mondo ovvia-mente i problemi si moltiplicano e la forte richiesta di un cambio sia a livello tecnologico che politico nella gestione della produzione e della commercializzazione dei prodotti agricoli (barriere doganali, dumping, dazi, ecc), è diventato un campo di battaglia che vede opposte le grandi imprese, gli Stati e gli Organismi In-ternazionali con le innumerevoli reti di produttori e agricoltori di tutto il mondo (es. Via Campesina) che ri-vendicano i propri diritti. Il Celim Bergamo guarda con in-teresse a questo grosso appunta-mento e alle proposte che in esso sorgeranno, essendo un attore atti-vo in questo tema sia sul fronte dei progetti nei Paesi in cui opera, sia promuovendo iniziative e momenti di riflessione sul territorio bergamasco.

PresidenteCelim Bergamo

L’analisi

IL dIrIttO AL cIBOSFida del terZo milleNNioServe un cambiamento culturalenel nostro approccio alle tematiche alimentari

ANDREA MiLESi

Parlare di cibo e di diritto al cibo è quanto mai ne-cessario, non tanto per-ché il rischio per noi è di una sua immediata caren-za, quanto perché dietro a questo grande capitolo è possibile riscoprire dei modelli sociali ed econo-mici che conquisteranno a breve gli scenari mondiali.

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Per SaPerNe di PiùIn occasione della 6ª Giornata per la salvaguardia del creato, celebrata ogni anno il 1° di settembre, il Centro Dio-cesano per la Pastorale Sociale propone un mese dedicato all’educazione ambientale con mostre, liturgie, altari fioriti, mobilità sostenibile e spettacoli. Il Celim Bergamo interverrà domenica 11 settembre per una riflessione sul diritto al cibo e la sovranità alimentare. L’evento è previsto alle 16.30 all’orto botanico “L. rota” in Città Alta. Inoltre sarà presente alla giornata conclusiva di domenica 2 ottobre a Brembilla partecipando ad una marcia e lasciando una testimonianza sul volontariato internazionale. Info: www.celimbergamo.org.

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Notizie flash

Per coloro che desiderano accostarsi alla conoscenza della lingua spagnola il Centro missionario diocesano propone un corso teso all’acquisizione delle strutture grammaticali di base. Lo studente alla fine del corso saprà riconoscere i contenuti globali di una comunicazione scritta/orale in un contesto specifico, saper interagire correttamente su un tema: prendere nota delle informazioni principali contenute in una comunicazione scritta/orale in un contesto specia-listico; intavolare e sostenere qualche piccolo dialogo e discussione. Le lezioni si svolge-ranno presso la sede del Centro missionario diocesano di via Conventino, 8 a Bergamo (zona Cliniche Gavazzeni) il lunedì sera, dalle 20.30 alle 22.00, a partire dal 10 ottobre. La durata totale del corso è di 10 lezioni. Per informazioni sui costi e per effettuare l’iscrizione

si prega di contattare quanto prima la segreteria del Centro missionario allo 035.4598480.

coRSo Di SpaGnolo con il cEnTRo MiSSionaRiodal 10 oTToBRE

Totanga” (in lingua lingala “leggiamo!”), biblioteca simbolo della speranza in un mondo migliore, si rivela essere la più giovane Opera promossa dalla Congregazione delle Poverelle. La biblioteca è situata all’interno di Kin-gasani, uno dei quartiere più diseredati della capitale della repubblica Democratica del Congo, nella città di Kinshasa, dove la vita è ogni giorno sotto minaccia di morte per fame e per malattia. L’obiettivo della sua realiz-

zazione è guardare oltre i bisogni primari della vita e per costruire, attraverso il sapere e il conoscere, le premesse per il loro futuro soddisfacimento, in modi più completi e garantiti nel tempo non più con la carità ma con il lavoro vivendo con dignità la loro esperienza. Il Centro missionario diocesano cerca un volontario internazionale da inviare in Congo.Per tutte le informazioni consultare il sito www.cmdbergamo.org oppure il sito del Celim Bergamo www.celimbergamo.org. Inaugurata nel mese di marzo dell’anno 2006 e aper-ta al pubblico il mese successivo, la biblioteca è stata pensata per contenere oltre 25.000 libri e fare di Totanga un punto di riferimento nel modesto mondo della formazione, ricerca

e cultura di tutta la città di Kinshasa. Attualmente la biblioteca possiede più di 5.000 libri acquistati in Francia e catalogati secondo il sistema di classificazione di Dewey, 192 posti a sedere, 12 computer, collegamento a Internet. Per la gestione di tutte le attività sono stati occupati 7 giovani congolesi, che attraverso il loro stipendio riescono a vivere per sé e per le loro famiglie in condizioni di dignità.

Una biblioTEca in conGo:cERcaSi volonTaRi

Una pagina Speciale Focsiv su Avvenire di domenica 28 agosto 2011. È lo strumento scelto dagli organismi fede-rati alla Focsiv (a cui appartiene anche il Celim Bergamo) presenti nel Corno d’Africa per raccontare il loro impe-gno in Somalia, Kenya ed Etiopia, tre dei Paesi vittime della carestia che sta colpendo oltre dieci milioni di persone.

Un impegno che va oltre l’emergenza, come titola il quotidiano, e che punta a porre le basi per uno sviluppo autentico e duraturo. Negli articoli contenuti nella pagina gli organismi pre-senti nell’area con progetti di sviluppo parlano di emergenza annunciata e tragedia umanita-ria e lavorano per portare il loro contributo all’appello di Benedetto XVI di una mobilitazione internazionale. Si tratta di Lvia (www.lvia.it), Cvm (www.cvm.an.it), Cefa (www.cefaonlus.it), Aifo presente in Kenya dalla fine degli anni ottanta (www.aifo.it), Auci attiva in Etiopia (www.auci.org) e Insieme si può da sei mesi a Mogadiscio (www.365giorni.org).

conTinUa l’appEllo DElla FocSivpER il coRno d’afRica

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