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1 Catechismo del curato Meslier 1790 Anno primo del regno della ragione e della libertà Traduzione di Franco Virzo 2006

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Catechismo del curato Meslier

1790

Anno primo del regno della ragione e della libertà

Traduzione di Franco Virzo

2006

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Brevi cenni biografici sul curato Jean Meslier Di Jean Meslier, modesto curato di campagna, ci sarebbe ben poco da dire. Nato nel 1664, aveva ottenuto già dal 1689 la cura di un piccolo villaggio delle Ardenne francesi, nei pressi di Sedan. Morì forse nel 1729 (nel suo epitaffio, però, troviam o scritto: m orto nel 1733 all’età di 55 anni) dopo essere stato per tutta la vita curato di quel solo villaggio, Etrépigny, che contava al suo tempo meno di duecento anime. Tutto qui. Sennonché, dopo il suo decesso, furono trovati tre esem plari di un m anoscritto contenete i suoi “pensieri e sentimenti” che im provvisam ente fecero em ergere la figura di questo curato ch’era restato anonimo fin lì. Nel suo epitaffio, infatti, si legge: “Alla sua morte, ritrattò quello che aveva predicato per tutta la vita”. Il XVIII° secolo aveva conosciuto numerose forme di contestazione religiosa a vari livelli e le prime forme di lotta dei contadini poveri. Jean Meslier, però, non è solo uno di quei numerosi preti che semplicemente contestavano le gerarchie ecclesiastiche clericali o che, in molti casi, solidarizzavano con le lotte degli oppressi. Egli va ben oltre, spingendosi fino a forme di materialismo e d’ateism o im pensabile per la sua epoca. “Quanti rimorsi mi ha fatto sorgere la vostra credulità!- scrive Meslier rivolgendosi ai suoi parrocchiani- Mille volte sul punto di scoppiare pubblicamente, stavo per aprirvi gli occhi, ma un timore superiore alle mie forze mi tratteneva di colpo, e mi ha costretto al silenzio fino alla morte. Perché, Meslier ha taciuto su di sé per tutta la vita e, paradossalmente, ha iniziato a parlare liberamente solo dopo la sua morte. “Ho evitato con cura di esortarvi alla bigotteria; - scrive ancora nel suo testamento- e vi ho parlato il più raramente possibile dei nostri miserabili dogmi. Dovevo pur svolgere, come curato, il mio ministero. Quanto ho anche sofferto in me stesso, quando sono stato costretto a predicarvi le pie menzogne che detestavo profondamente!”. Jean Meslier, è andato ben oltre i suoi coevi, che non hanno mai oltrepassato forme di agnosticismo o di deismo, ed in ciò consiste la sua unicità. Come qualcuno ha scritto: “E’ im possibile professare l’ateism o in maniera più chiara e più franca”. Questo era veramente il curato Jean Meslier: un materialista ateo, vissuto m olto prim a dell’avvento di M arx. F.V. Il testo che segue è la traduzione di un Catechismo del curato Meslier, edito nel 1790, “Anno primo del regno della ragione e della libertà; dell’era volgare 1789”

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Di ogni suo pregiudizio l’uom o è pronto ad arrossire; Dalla sua troppo lunga infanzia vuole infine uscire; Si stanca del giogo, si agita, mormora; Osa appellarsi ai diritti della Natura… Finalm ente, il Popolo pensa… . Frammento di un poema su Dio ============================================== L’editore di buona fede Ai lettori ben intenzionati Questo libro non è un libello. Non si troveranno qui né maldicenze, né calunnie, né ingiurie personali. Gli am ici dell’ordine e della verità, da m olto tem po, si dicono sottovoce nell’orecchio quello che si osa scrivere e pubblicare qui. L’errore e la m enzogna hanno potuto avere il loro m om ento d’utilità e servire da freno ad un popolo schiavo ed ignorante: ma dal momento che una Nazione diventa illuminata e si è resa libera, non deve, non può più che essere governata dalle proprie leggi. Quando il tempio è costruito, l’im palcatura diventa inutile e nociva: la si abbatte. Giunti all’età della ragione, si rigettano con sdegno i ninnoli della prima infanzia. Non ci occorrono più ormai che pubbliche virtù e vizi privati. NB: Ci sono alcuni pregiudizi che bisogna attaccare e che si possono distruggere solo con l’arm a del ridicolo. ============================================== Epitaffio Del curato Meslier Qui giace Jean Meslier, Curato di Etrépigny, villaggio della Champagne Deceduto nel 1733 Di anni 55; Alla sua morte, ritrattò Quello che aveva predicato in vita E non ebbe bisogno di credere in Dio Per essere un uomo onesto.

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Catechismo del curato Meslier

I Di Dio Domanda: Che cosa è Dio Risposta: Dio è tutto quello che vogliono i preti. D: Perché si dice che è spirito? R: Per far paura a quelli che sono tutto materia. D: Perché eterno? R: Per far durare più a lungo il potere della Chiesa. D: Perché indipendente? R: Perché i preti non hanno mai voluto dipendere da nessuno. D: Perché infinito R: Perché la Chiesa vorrebbe non avere limiti. D: Perché presente dappertutto? R: Perché i preti ne hanno bisogno dappertutto. D: Perché può tutto? R: Potrà tutto fintanto che si vorrà certamente crederlo. D: Che vuol dire che ha creato ogni cosa? R: Non vuol dire niente. D: Perché Dio ci ha creati e messi al mondo? R: Per temerlo e servirlo nella persona dei suoi preti.

II Della Trinità D: Ci sono parecchi Dio? R: Sì e no! C’è un solo Dio, ma questo Dio unico ne fa tre. D: Perché le tre persone divine sono uguali in ogni cosa? R: Perché i preti abbiano tre corde al loro arco. D: Che cosa bisogna concludere del mistero della santa Trinità? R: Che è una fantasticheria ripresa dai Greci. Vedi Platone, ecc.

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III Dell’Incarnazione D: Che vuol dire che un Dio si è fatto uomo? R: Vuol dire che un uomo ha voluto farsi passare per un Dio. D: E’ effettivam ente Dio e uomo, e tutto insieme. R: Niente risposte a domande stupide.

IV Del Simbolo D: Recitate il Credo. R: Non credo che alla Virtù. Se esiste un Dio, non credo che abbia un figlio, che questo figlio sia stato appeso, che venga un giorno a giudicare i vivi ed i morti. Non credo nemmeno al Santo Spirito della Chiesa, ancor meno alla sua infallibilità. Vorrei fortemente potermi persuadere della resurrezione della carne e amerei molto la vita eterna. D: Spiegateci le prime parole: Non credo che alla Virtù. R: Perché la virtù m i sem bra la sola Divinità degna del cuore dell’uom o. D: Perché dite se esiste un Dio? R: Cioè, non oso afferm are l’esistenza di un Dio, perché vedo del m ale e dei cattivi sulla terra e preferirei negare un Dio piuttosto che farne un tiranno. D: Che cosa intendete con queste parole: Non credo che abbia un figlio. R: Perché Dio Padre, Dio Figlio mi sembra indecente e ridicolo. D: Perché non credete nel Santo Spirito? R: Perché non ci capisco niente in questo pio guazzabuglio. D: Perché aggiungete: ancor m eno all’infallibilità della Chiesa. R: Perché chi inganna può essere ingannato. D: Che cosa intendete per risurrezione della carne? R: Intendo… un’assurdità. La resurrezione dei corpi non che una trappola tesa a quelli che non hanno testa. D: Perché sembrate desiderare una vita a venire piuttosto che sperarla? R: perché un padre buono ed onnipotente avrebbe innanzitutto posto i figli nel migliore dei mondi possibili.

V Dei Sacramenti in generale D: Che cosa sono i sacramenti in generale. R: Sono pratiche superstiziose istituite dai furbi per governare gli stolti. D: Perché la Chiesa si serve di tante cerim onie nell’am m inistrazione dei Sacramenti? R: Perché conosce il cuore umano. Perché non ignora che al popolo occorrono spettacoli, e che si controlla lo spirito, quando si sono colpiti i sensi.

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VI Del Battesimo D: Che cos’è il Battesim o? R: E’ un piccolo bagno salato che si fa al bam bino che è appena nato e che è già colpevole di un gran peccato commesso, si dice, qualche migliaio d’anni fa, dai prim i antenati. D: Il battesimo cancella ogni peccato? R: Si! Un uomo che prudentemente aspettasse il momento della morte per farsi battezzare, può comportarsi ad libitum in vita; il battesimo lo pulirà dalle sue nefandezze più inveterate, il che è comodo. D: Il Battesimo può essere supplito? R: Sì! Facendosi sgozzare o sgozzando gli altri per difendere e sostenere gli interessi della Religione pacifica; è quello che si chiama Battesimo di sangue. La spedizione di san Bartolomeo era un Battesimo di sangue e la santa Inquisizione è un Battesimo di fuoco.

VII Della Cresima D: Che cos’è la Cresim a? R: E’ una specie di abbraccio spirituale che vi dà la Chiesa, e mediante il quale diventate il suo prode Cavaliere a dispetto di tutti. D: Quali sono gli effetti del Sacramento della Cresima. R: Ce ne sono molti. Prima di tutto, ci rende perfetti cristiani, vale a dire, caparbi, intolleranti, padri duri, mariti burberi, e cittadini senza patria. Poi, ci dà non spirito, ma Santo Spirito, che non fa più miracoli per scendere su di noi in lingue di fuoco, come ai tempi dei buoni apostoli, ma che viene ad abitare in noi in incognito. E in terzo luogo, ci rende insensibili, non certo alle minacce dei tiranni, poiché non ce ne sono più che perseguitano i cristiani, ma al disprezzo dei Filosofi che hanno ritenuto i Cristiani persecutori a loro volta. D: Che cos’ è il santo Crisma? R: E’ un com posto d’olio e di balsam o, em blema della dolcezza e dei buoni esempi che si avrebbe il diritto d’esigere dai prelati che conferiscono il sacram ento. D: Perché si dà un buffetto? R: E’ un altro em blem a degli affronti e dei maltrattamenti che si debbono mandar giù al servizio degli stessi prelati, che non sono tutti dei Fenelon. D: Questo sacramento è assolutamente necessario per essere salvo? R: I preti stessi ammettano di no. D: In quale occasiona lo si deve ricevere principalmente? R: Quando si vuole far crollare la propria fede. Mai si è avuto tanto bisogno di questo sacramento come oggi e mai è stato così negletto. D: Quale disposizione esige questo sacramento? R: Una grande riserva di fede, una devozione cieca e una faccia di bronzo.

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VIII Dell’Eucaristia D: Che cos’è l’eucaristia? R: E’ il grande gioco di bussolotti dei preti. D: Come si chiama il cambiamento supposto del pane e del vino? R: Questo escamotage si chiama transustanziazione, grande parola che intimorisce i sempliciotti. D: Come avviene questa metamorfosi? R: Questa metempsicosi avviene in virtù di due o tre righe di cattivo latino che pronuncia con gravità il prete che senza dubbio ne ride di soppiatto. D: C’è solo il corpo sotto specie di pane e il sangue sotto specie di vino? R: Dio è per intero sotto di ciascuna delle due specie e per intero ancora sotto ciascuna parte di queste stesse specie; in maniera che, (per rendere la cosa più chiara con esem pio) se c’è vento quando il prete dice la messa, il minimo piccolo zefiro disperde tanto di Dio per quante bricioline di questa pasta divina fa volteggiare: perciò succede che, abbaiando o rincorrendo i m oscerini, il cagnolino d’una devota si com unica insieme alla padrona e all’elem osiniere della padrona. D: E quali sono gli effetti di questo sacramento? R: Per rispondervi ancora con un fatto, citerò la buona risposta di un Cappuccino indegno. Questi era cappellano di una regina di Spagna; un uomo di corte trattandolo in maniera scortese, il nostro cappuccino gli disse con una santa impudenza: Sappiate che ho ogni giorno la regina ai piedi e Dio nelle mani. D: Con quale predisposizione si deve ricevere il Dio-pane? R: Ce ne sono di due specie: le une riguardano l’anim a e le altre il corpo. Le prime sono: una fede insulsa e la confessione dei propri peccati ad un Peccatore. In quanto alle seconde, non bisogna aver mangiato prima pane casalingo, occorre temere di scuotere la propria fede, chiudere gli occhi e ingoiare Dio senza masticarlo. Jacques Clément di pia memoria aveva ancora Dio sulle labbra, quando armato di pugnale, ad imitazione di Giuditta, massacrò per bene il proprio Re. D: Quale crimine commettono quelli che si comunicano in peccato mortale? R: Commettono un sacrilegio mille volte più orribile dell’aver ucciso il buon Enrico o il proprio padre.

IX Della Messa D: Che cos’è il sacrificio della M essa? R: E’ il pane quotidiano dei preti D: Perché è stato istituito? R: Per ricordarci incessantemente che una volta gli ebrei giustiziarono un fanatico che avrebbero piuttosto dovuto inviare a pascolare con le pecore di cui si diceva così spesso pastore, o con il branco dei maiali che quest’energum eno spaventò e fece annegare. D: In che stato d’anim o si deve assistere a questo sacrificio?

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R: Bisogna assistere alla santa messa riflettendo tra sé, che non è impossibile vedere un giorno l’uom o in orazione nel suo guardaroba, ai piedi della seggiola, visto che si riusciti a fargli divinizzare quello che tra poco deve digerire.

X Della Penitenza D: Che cos’è la penitenza? R: Di tutti i sacramenti che la Chiesa ha immaginato, questo è il suo capolavoro politico. Si potrebbe definirlo: l’arte di cavare i secreti degli stupidi. D: Quanti parti ha? R: Tre La Contrizione La Confessione La Soddisfazione E’ principalmente sulle due ultime che i preti calcano di più. D: Che cos’è la Contrizione? R: E’ una finta detestazione del peccato com m esso, con promessa tacita di ricascarci subito dopo. D: Che cos’è la confessione? R: E’ un tributo vergognoso che la Chiesa m ette sulla coscienza dei creduloni per farne tutto quello che vuole, una volta carpitone i segreti. D: Bisogna dichiarare ogni proprio peccato? R. Veram ente, se ci venisse in m ente di passarne uno… D: La confessione dei peccati veniali è assolutamente necessaria? R: Non è per nulla di rigore, ma è comunque m olto utile… ai preti, s’intende, che m ediante ciò studiano la propensione d’una casa e possono in caso di fuga agire in conseguenza. D: Che cos’è la soddisfazione? R: E’ una riparazione che si deve a Dio, vale a dire, ai suoi preti, delle ingiustizie com m esse verso il prossimo. D: Che cos’è l’Assoluzione? R: una quietanza orale che vi salva da un castigo eterno nell’altra vita, m a che non vi assolve (fate attenzione a quest’ultim o articolo) da una soddisfazione temporale in questa vita, ed è qui che la vostra guida vi attende. D: Quali sono le opere di penitenza? R: obbedire puntualmente e ciecamente a tutto quello che prescrive il Confessore; comportarsi, per esempio, in quello stesso caso, come la docile Cadiere, con l’allegro padre Girard… Vedi le Cause Celebri, ecc. ecc.

XI De l’Indulgenza D: Che cos’è l’indulgenza?

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R: E’ il guadagno casuale della Chiesa; un bavaglio sacro che si compra, per impedire ai rimorsi di stordirvi con i loro strepiti inopportuni. NB: Bisogna guardarsi bene dal confondere le Indulgenze del Papa, con l’Indulgenza del filosofo. D: Con quale potere la Chiesa concede Indulgenze? R: Con i poteri che le hanno trasm esso l’abuso e l’ignoranza. D: Che bisogna fare per guadagnarsi le Indulgenze? R: Bisogna realizzare le condizioni prescritte dalla Chiesa, vale a dire, riempire la cassetta, baciare i sandali dei Preti e talvolta peggio, ecc. ecc.

XII Dell’estrem a unzione e del viatico D: Che cos’è questa cerim onia? R: E’ un m ezzo abbastanza astuto, inventato dai preti per im possessarsi degli ultim i m om enti di un m alato e profittare della debolezza del suo animo, per ottenere tutto quanto bramano. D: Quali ne sono gli effetti? R: Spaventare il moribondo, renderlo ancora più malato, e fargli inserire nel testamento clausole che non piacciono sempre alla vedova ed agli orfani. I preti dicono anche che questo sacramento ridona la salute al corpo, ma siccome un malato, ridotto all’Estrem a Unzione, non ne esce per nulla, la Chiesa astutamente aggiunge: se la salute è necessaria per la salvezza del malato; di maniera che, con questa giravolta, la Chiesa non si rende responsabile di nulla.

XIII Dell’ordinazione D: Che cos’è l’ordinazione? R: E’ il peggiore di tutti i sacram enti; è quello che ci dà tiranni spirituali, più temibili ancora degli altri, quello che assicura ai più furbi degli uomini il diritto di fare tutto impunemente, in nome del Cielo. D: Da dove viene questa potenza? R: Dalla barbarie dei tempi, dai pregiudizi, dalla falsa politica, dalle ambizioni, ecc. ecc. D: Com ’è giunta fino a noi tale potenza? R: Ahimè! Non ne so niente; forse perché in ogni tempo ci sono stati sulla terra degli sciocchi e dei furbi. Ci minacciano che, questo dispotismo, tanto più odioso perché sacro, durerà fino alla fine dei secoli: per omnia secula seculorum. Non è il caso di rispondere: Amen. D: Con quali predisposizioni bisogna ricevere questo sacramento? R: Ci sono quattro principali predisposizioni per essere am m essi all’ordinazione, e cioè: L’im pudenza La dissimulazione L’ignoranza Ed un cuore di roccia!

XIV Del Matrimonio

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D: Che cos’è il m atrim onio? R: E’ una dom anda che m i fa sem pre sorridere, quando la sento proporre con gravità ad una ragazzina di quindici anni, da un chierico di venti. D: Che cos’è il sacram ento del m atrim onio? R: E’ un diritto abbastanza singolare, che i preti da sempre si sono arrogato, e mantengono su piaceri che dovrebbero esser loro proibiti; questo conferma che i preti debbono mettere mano a tutto: se ancora si accontentassero di benedire il letto nuziale, senza esigerne la decima!

XV Dei Comandamenti di Dio D: E’ sufficiente essere battezzato ed avere fede, per essere salvo? R: No, Bisogna ancora conservare i Comandamenti di Dio, e soprattutto quelli della Chiesa. D: Quali sono i Comandamenti di Dio? R: Ad eccezione dei tre primi che Mosè ebbe cura di mettere in testa del decalogo, perché riguardano i preti, i sette altri seguenti non sono che le leggi più semplici, gli elementi della morale, impressi nei cuori di ogni uomo e che il più antico e più destro dei tre impostori, non aveva bisogno di andare a cercare su una montagna, né di farli scrivere su tavole di bronzo, col dito di Dio. D: Dite i Comandamenti in versi francesi? R: Siete magnanimi per chiamarli versi: è solo cattiva prosa mal messa in rime. D: Che cos’è credere in Dio? R: E’ sottom etterlo servilm ente a tutto quanto la Chiesa pretende d’aver ricevuto da Dio, con la Rivelazione. D: Come si è rivelato Dio R: Con la Scrittura, monumento più che sospetto, e con una tradizione incerta, a dei preti infallibili, sebbene fossero uomini. D: Come si pecca contro la Fede? R: In quattro modi: 1° Servendosi della ragione 2° osando dubitare 3° restando neutro o indifferente 4° Facendo uso di tolleranza D: Che cos’è sperare in Dio R: E’ nutrirsi di chim ere D: Come si pecca contro la speranza in Dio? R: Diffidando (forse non senza ragione) di una Provvidenza, artefice allo steso tempo del bene e del male, che fa la pioggia ed il bel tempo. D: Che cos’è am are Dio? R: E’ fare l’im possibile, poiché chi m ai ha potuto am are quello che non conosce, quello che non ha m ai visto e che teme? D: In che modo si pecca contro l’am ore di Dio?

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R: Chiudendo il cuore ad un tiranno che lascia agire le cause seconde, che può ad ogni istante annientarmi, come un terremoto di Lisbona, ecc. ecc. D: Siamo obbligati ad amare il prossimo? R: Teologicamente parlando, ci siamo costretti fino a quando non ne soffra l’interesse dei Preti, ché sono i principali amici, i primi padri, i maggiori poveri, ecc. D: Che cos’è adorare Dio? R: E’ strisciare ai piedi dei suoi com m ittenti. D: Si possono pregare i santi? R: Perché no? Non si ottiene tutto da un Vescovo, quando se n’è conquistata l’am ante, o quella del suo Gran Vicario? D: Come si debbono invocare i santi? R: Caricando di ricche offerte i loro altari, sparecchiati dai preti. D: Non s’ingiuria G.C. pregando i santi? R: Affatto, tra di loro s’intendono. D: Si possono onorare le reliquie dei santi? R: Vi è consentito moltissimo, vi si invita soprattutto a farle incastonare lussuosamente. D: Si pecca onorando le immagini? R: Non più di quanto peccavano i poveri Gentili, che trattiamo tuttavia d’idolatri, mentre saremo salvi solo per le stesse ragioni per le quali li danniamo. D: Che cos’è la dom enica? R: E’ il giorno che l’onnipotente che poteva creare m ille m ondi con un soffio, si riposò, dopo aver faticato molto a terminare il nostro miserabile piccolo pianeta, in sei giorni; ed inoltre, si dice, erano in tre a questo compito. D: Perché la chiesa santifica la domenica? R: Per riscuotere. D: Che cosa bisogna praticare per santificare la domenica? R: Bisogna essere pigri, sbraitare in cattivo latino che non si capisce, donare nel piattino del curato e dormire durante la sua predica o sermone. D: Chi sono quelli che peccano contro la santificazione della domenica? R: Tutti quelli che hanno troppo orecchio per amare il canto gregoriano e troppo giudizio per compiacersi delle sante banalità di un cappuccino che parla col naso o m eglio ancora quelli che ritengono d’aver perduto la giornata, non avendola dedicata ad un lavoro utile. D: A che cosa ci obbligano gli altri comandamenti di Dio? R: Farei un’offesa ai figli degli uom ini, se li sospettassi d’aver bisogno d’im parare quello che la natura gli ispira nascendo.

XVI Dei comandamenti della Chiesa. D: La chiesa ha il potere di emanare Comandamenti?

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R: Trova almeno spiriti abbastanza sciocchi da crederlo. D: Quanti comandamenti ci sono della Chiesa? R: Una mezza dozzina. D: Quali sono le feste istituite dalla Chiesa? R: Ce ne sono di due specie. Le une riguardano i misteri, sono le più grandi e le più assurde; le altre hanno per oggetto l’onore della Vergine ed i santi, sono le più lucrative e le più num erose. D: Che cos’è un santo? R: un uom o che ha cessato d’esserlo per il suo torm ento e quello degli altri. D: A che cosa ci obbliga il secondo comandamento? R: Ad assistere a tutte le funzioni, giorno e notte, vale a dire, a fare una corte assidua ai preti. D: Ed il terzo? R: Alla confessione. E’ una questione di pulizia purificare il corpo ogni giorno, l’anim a non ha bisogno d’esserlo ch’alm eno una volta l’anno. D: Di quale pene minaccia la Chiesa quelli che non rispettano il quarto? R: L’entrata del Tem pio è loro vietata durante la vita e la sepoltura dopo la m orte. D: A che cosa vi obbligano il quinto e sesto comandamento? R: A mangiare di più, ma meno spesso, o a preferire poi un luccio alla comune zuppa. D: Perché hanno istituito il digiuno e l’astinenza? R: Tra tutte le congetture la seguente potrebbe essere ammissibile. Un vescovo, ai primordi della Chiesa, non avrà trovato altra fonte di sostentamento che degli stagni, di conseguenza avrà ordinato il pesce in tutta la sua diocesi.

XVII Del Peccato D: Che cos’è il peccato originale? R: Un’ingiustizia degna di Tiberio D: Che cos’è un peccato capitale? R: Siccome gli esempi sono alla portata di un più vasto pubblico più delle definizioni, rispondo che la filosofia è un peccato capitale, che dà vita a tre peccati mortali per i quali la Chiesa rifiuta sempre l’assoluzione e cioè: L’Incredulità Il Pirronismo La Tolleranza D: Q ual è l’opposto della filosofia? R: La teologia che si divide anche in tre rami, ovvero: L’amore per il pregiudizio La fede su parola Il fanatismo. D: Dove ha preso la Chiesa l’idea dei sette peccati m ortali? R: Nel proprio Girone. In effetti:

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Nessuno più orgoglioso di un Cappuccino; nessuno più avaro di un vecchio prelato Nessuno più lussurioso di un Carmelitano Nessuno più Invidioso di un giovane prete Nessuno più ingordo di una suora Nessuno di più colerico di un papa Nessuno più pigro d’un Canonico.

XVIII Dello stato dell’uom o dopo la m orte D: Che diventa l’uom o dopo la m orte? R: Qualsiasi cosa diventi, è felice, poiché si trova fuori delle mani sacerdotali. D: Qual è la ricompensa che Dio promette ai giusti? R: Bisogna sapere se rassomiglia a quelli che lo rappresentano sulla terra. D: I giusti vedono Dio dopo la morte? R: No, solo quelli che hanno avuto la fortuna di vedere il loro confessore prima di morire. D: Che cos’è un giusto? R: E’ un buon cristiano per il quale si è avuto cura di pagare la presenza del curato al suo corteo funebre, che non ha dimenticato di far mettere sotto il candeliere, il prezzo della corsa del porta-Dio, e ha dato la m ancia ai cam panari che hanno frastornato i vicini ed ai facchini che l’hanno portato in terra. D: Perché si prega per i morti? R: Per avere soldi dai vivi D: Che cos’è il Purgatorio? R: E’ il braciere che fa bollire la pentola del Pastore per il quale le pecorelle forniscono la legna. D: Qual è il castigo per i cattivi? R: Il loro corpo patisce il fuoco, l’anim a anche; si, l’anim a: il catechism o preparato per ordine di M onsignor… . lo dice formalmente: qui io sono solo il copista.

XIX Del segno della croce D: Perché si fa il segno della croce? R: Questo segno è il punto di ritrovo, il grido di guerra dei cristiani. Nel massacro della San Bartolomeo, servì a distinguere i misericordiosi cristiani che sgozzavano piamente i loro concittadini protestanti.

XX Del paternostro e del saluto angelico 1 Del paternostro D: Che cos’è l’orazione dom enicale? R: E’ una preghiera che certam ente non ha come autore un filosofo, ancor meno un uomo di gusto.

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D: Recitate il paternostro R: Ve lo leggo, perché la m ia m em oria recalcitrante non ha m ai potuto ricordarlo per intero… D: Perché dite: Padre Nostro? R: Di fatto, non lo so, poiché Dio non ci tratta come suoi figli. D: Perché dite: che sei nei cieli? R: Dico così perché c’è scritto così, ma è da tempo che ho creduto di vedere in queste poche parole una pesante incongruenza ed anche una contraddizione manifesta. Dio non è dappertutto? D: Spiegateci, che sia santificato il tuo nome. R: Ne sarei molto imbarazzato perché non concepisco come possa un atomo glorificare un Dio. D: Spiegateci, venga il tuo regno! R: In effetti, sarebbe ora che il Signore arrivasse, poiché si comincia ad essere stanchi dei suoi valletti. R: E le parole, sia fatta la tua volontà, ecc. R: Mi sembrano ridicole. I cattolici sono i primi che abbiano pensato di dire al loro Signore assoluto che si degnavano di obbedirgli. D: Dacci oggi il nostro pane quotidiano? R: Se fossi padre, sgriderei i miei figli se mi facessero una preghiera così offensiva per i miei doveri e per il mio cuore. D: Perché dite: perdona a noi i nostri peccati? R: Lo dico per obbedirvi, poiché un uomo non può offendere Dio più di quanto non possa fargli piacere: d’altronde Dio ha bisogno per essere giusto e clem ente, che gli si ricordi la sua equità e la sua bontà? D: Spiegateci, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. R: Tremo sempre, quando sento questo passaggio uscire dalla bocca di un prete. Ahimè! Che diventeremmo se Dio non perdonasse più dei suoi ministri? D: Non indurci in tentazione? R: Provo m olta ripugnanza a pronunciare quest’articolo, ritenendolo una vera bestemmia. Come! Un Dio tenta l’uom o? Dio sarebbe tutt’uno col dem onio? Si sarebbe invogliati a crederlo, giudicandolo dai suoi vice-Dio. D: M a liberaci dal m ale… R: Da quale male? 2 L’Ave M aria D: Che cos’è il saluto angelico? R: E’ un piccolo m adrigale ebraico che l’Angelo G abriele fece, da parte del suo Signore il Santo Spirito alla vergine Maria, moglie di Giuseppe falegname. Se fossi madre, mi guarderei bene dal farlo imparare e soprattutto di spiegarne il senso alle mie figlie. Fine delle risposte categoriche alle principali domande del catechismo di Parigi. _________________________ Ad majorem gloriam Ecclesia

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Seconda Parte Risposte categoriche alle principali domande del catechismo di Montpellier. D: Dateci un’idea delle verità della Religione. R: Quelle verità non sono buone da dire. D: In quante parti si possono ridurre le verità della religione? R: Non ci sarebbe di che formare un volume molto grosso. D: Siam o certi che c’è un Dio? R: Non quanto della geom etria euclidea e dell’aritm etica dell’abbaco. D: Per quale ragione possiamo convincerci che c’è un Dio? R: Non sarebbe per quelle che traiamo dal male fisico e morale. D: Perché si parla nella Scittura delle braccia, delle gambe, delle mani, dei piedi di Dio. R: Perché se le scimmie si facessero un dio, lo farebbero peloso ad immagine di una scimmia. Il re d’Inghilterra, Giovanni senza-terra, pregava con la bocca di Dio. D: Non è anche detto nella stessa santa Scrittura che Dio si mise in collera? R: Si, senza dubbio, ed in più di un posto; ciò che prova che quando si vuole parlare di quello che non si può conoscere, ci si espone a molte contraddizioni e molte incongruenze. D: C’è un solo Dio? R: Tale questione non è affatto filosofica e non meriterebbe risposta. La Chiesa dice che ce n’è solo uno m a, nello stesso tem po, ha trovato in lui abbastanza stoffa da confezionarne tre all’uopo. Ne ha fatto un polipo. D: Non è mancare di logica credere a quello che non si comprende? R: E chi vi dice il contrario? D: Siamo certi che Dio abbia rivelato il mistero della santa Trinità? R: Tanto quanto si può esserlo di un’assurdità. D: In che modo Dio si fa conoscere fuori di se stesso? R: E’ un enigm a di cui i preti si vantano d’avere la spiegazione: sono più arditi dei filosofi. D: Quali sono le opere di Dio? R: Se i preti ne fanno, e se l’opera fa conoscere l’operaio, bisogna am m ettere che Dio non ha sempre fatto buone opere. D: E’ il Padre, il Figlio o il Santo Spirito che ha fatto il m ondo? R: Non erano troppi in tre per farlo. D: Perché Dio ha creato il cielo e la terra? R: Dio non ha conti da rendere. D: Come ha fatto Dio il cielo e la terra? R: Il come non è più facile da spiegare del perché. Non la finiremmo, se esigeste il come ed il perché della religione. D: E’ molto tempo che Dio ha creato il cielo e la terra?

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R: I cronologisti lo m ettono all’opera chi prim a chi dopo; alcuni, per non sbagliarsi in calcoli così difficili, fanno il mondo eterno e così risolvono la questione. D: Quanto tempo Dio ha impiegato per fare il mondo? R: Giusto un’intera settim ana. D: Che cosa sono gli Angeli? R: Sono esseri misti, animali anfibi, metà Dio, metà uomini, sono i commissionari del vecchio Padre eterno. Li si prende per cattive copie di semidei della mitologia profana. D: Gli angeli sono nudi o vestiti? R: Risposta di Giovanna d’Arco nell’interrogatorio di Rouen: pensate che Dio non abbia di che vestirli? D: In che cosa consiste la vita eterna? R: Quando ci saremo, lo sapremo D: Che cosa sono i demoni? R: Secondo C. Ruggeri, i demoni non sono altro che i nemici che ciascuno ha: e chi non ne ha? D: I diavoli sono tutti in inferno? R: Ahimè! No. Ci sono sulla terra demoni maschi e femmine, demoni domestici, demoni politici, demoni ecclesiastici, e quest’ultim i sono i peggiori di tutti. D: Che cos’è l’inferno? R: Quando ci saremo lo sapremo D: Qual è la creatura più perfetta? R: L’uom o non m ancherà di esclamare: sono io! D: Come Dio creò l’uom o? R: Ancora un come? Ma come si può fare questa domanda? D: Che cos’è l’anim a? R: Q uando m i si sarà spiegato bene il m eccanism o del corpo, potrò dire quello ch’è l’anim a. D: Che cos’è l’albero della vita e quello della scienza del bene e del male di cui parla la genesi? R: E’ forse l’em blem a d’una cosa il cui nom e proprio farebbe arrossire una vergine. D: In che modo il demonio sedusse Eva? R: Come si è venuto a capo, da allora, di tutte le altre donne che sono state attaccate. D: Che cos’era il diluvio? R: Non è stato il più bel miracolo del Padre delle misericordie. D: Chi era Noé? R: Noé è il capo degli ubriaconi, com e Adam o è quello dei cornuti. L’uno si fece m ostrare a dito dai figli, e l’altro si fece abbindolare dalla moglie; tutti e due modelli, degni di chi li offre e di quelli a chi si offrono. D: Che significa l’Arca di Noé (in senso figurato)? R: L’Arca di Noé rappresenta la Chiesa D: Che cos’è la torre di Babele ( sempre in senso figurato).

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R: La torre di Babele è ancora il sim bolo della Chiesa in cui si parla senza ascoltarsi e l’am bizione è incolmabile. D: Chi era Abramo? R: Il padre dei Credenti. La sua famiglia diminuisce di giorno in giorno e si estinguerà presto. D: Che cos’è il sacrificio d’Isaac. R: Un’atrocità, una m adre dice a tal proposito che Dio non avrebbe affatto ordinato un tale sacrificio ad una m adre: un’ebrea o una devota ne sarebbero tuttavia state capaci. D: Chi era M osé’? R: Il più abile e il più felice dei tre impostori. D: Che significa l’agnello pasquale? R: Una puerilità. Alcune persone ci hanno intravisto la condotta dei preti, che, vestiti col vello delle pecore confidate alle loro cure, per nutrirsi scannano il gregge di cui si dicono impudentemente pastori, e di cui fanno solo i macellai. D: Che significa il passaggio del Mar rosso? R: Un miracolo per gli sciocchi, una sciocchezza per la gente sensata. D: Che significa la manna? R: Idem D: Che fece Mosé sulla Montagna del Sinai? R: Compose mille droghe che resterebbero oggi senza compratori. D: Come visse Davide? R: Come hanno vissuto da allora tutti i re libertini e tiranni. D: Come visse Salomone? R: Vedere il Cantico dei Cantici D: Chi erano i profeti? R: Bricconi o scemi. D: Chi era Giobbe? R: L’im magine di molta gente D: Che cosa sono le profezie? R: sunt verba et voces, praetereaque nihil. Come la vecchia musica francese. D: Chi era Gesù Cristo? R: Il figlio putativo di un compagno falegname. D: Chi era la vergine? R: La moglie putativa di un falegname D: E’ sem pre stata vergine? R: tanto quanto si può esserlo dopo aver avuto un figlio. R: E San Giuseppe, chi era?

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R: Quello che sono ancora ogni giorno molti sposi che non credono di rassomigliargli tanto. D: Perché Gesù Cristo volle nascere in una stalla? R: La stalla in cui nacque era un’effige caratteristica della sua Chiesa; il bue, l’asino, i pastori ed i re m ulatti rappresentano quelli che dovevano un giorno entrare nel girone della Chiesa. D: Che sappiam o sull’infanzia di G.C. R: Niente, e verosim ilm ente a giudicarne da quello che fece nell’adolescenza fino alla sua m orte prem atura, non ci perdiamo granché. D: Che vita condusse G.C.? R: Una vita che gli frutterebbe oggigiorno soltanto il manicomio o un letto agli incurabili. D: Che fece G. C.? R: Quello che non si penserà di fare così presto: gli è costato troppo caro. D: Che cosa intendete con queste parole: G. C. si trasfigurò? R: Voglio dire un giochetto di Comus che non farebbe più presa oggi. D: Che cos’è la passione di G.C.? RT: Il supplizio di un fanatico più da compiangere che da biasimare, che merita più pietà che corruccio. D: Che fece G.C. sulla Croce? R: Rese l’anim a, e non fu il m om ento più doloroso del suo supplizio. D: Quali furono i prodigi accaduti alla morte di G.C.? R: Il più gran prodigio e che se ne parla ancora. D: Perché Dio è voluto morire in maniera così ignominiosa? R: Non gliene addossiamo tanto la voglia; il genere di morte non era forse a sua scelta. D: Quali benefici G. C. ci ha procurato con la sua morte? R: Q uando non siano solo il m assacro della San Bartolom eo e l’istituzione dell’Inquisizione. D: Che intendete, quando dite che G.C. è morto? R: Voglio dire un tratto di storia molto comune. D: Gesù Cristo è resuscitato? R: Non si tratta più qui di un fatto storico, la questione appartiene alla mitologia moderna, che, tra parentesi, non vale quanto la sorella maggiore. D: Dopo la resurrezione, a chi si è mostrato Gesù Cristo? R: La prima persona dalla quale si fece toccare fu una donna. D: Gesù Cristo non è più sulla terra? R: La m igliore parte di se stesso, il suo spirito intollerante e fanatico, c’è sem pre. D: Quale posto occupa Gesù Cristo in cielo? R: Lo si fa sedere alla destra del padre D: Dio ha una mano destra? R: Lo credete monco? I suoi sostituti non lo sono per lo meno.

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D: Perché dite che Gesù Cristo è seduto nel cielo? R: Un Dio non potrebbe restare in piedi per l’eternità. D: Perché dite che Dio è il nostro pane? R: Perché lo mangiamo regolarmente alla mensa, servito da preti che taglieggiano per bene i loro convivi. Non esiste un pasto più leggero e più caro. D: Quali sono le cose che bisogna imitare in Gesù Cristo? R: Direi piuttosto quelle da cui ci si deve difendere. D: In che modo il Santo Spirito è sceso sugli apostoli? R: Con lingue di fuoco; è perciò che quando i loro successori parlano, mettono tutto in combustione. D: Che cos’è un m artire? R: Un uomo che ha perso la testa, o che non ne ha mai avuto. D: Che cos’è la Chiesa? R: Un gregge di pecore, condotto da lupi travestiti da pastori. D: Qual è lo spirito che anima il corpo della Chiesa? R: E’ alla storia ecclesiastica il com pito di istruircene- Che ci si fermi, per esempio, al supplizio di Jean Hus. D: Che cos’è un cristiano? R: San Giustino, martire, vi risponderà per me: Omnes qui ratione vixere, sunt cristiani etimsi athei. D: La Chiesa sussisterà fino alla fine del mondo? R: Ce ne minacciano molto, ma si presenterà appello al tribunale della ragione. D: Che intendete per chiesa romana? R: Quella che ha fatto più male e meno ben, perché è stata la più forte. D: Perché il vescovo di Roma è chiamato il papa? R: E’ una parola greca, che vuol dire padre. I papi hanno dim enticato l’etim ologia del loro nom e, o piuttosto non l’hanno m ai ben saputa. D: Quali sono i nemici della religione? R: Ogni amico della ragione. D: Quali sono i vantaggi della religione? R: Solo i preti possono rispondere a questa domanda. D: I cristiani debbono studiare le sacre scritture? R: Povera la loro fede, se vi prestano troppa attenzione. D: Gli usi acquisiti dalla Chiesa, provengono dagli apostoli? R: Bisogna essere giusti; per il loro onore, non ne provengono tutti. D: Che cos’è un concilio? R: Per darne un’idea abbastanza appropriata, è giusto applicare al concilio la sentenza di Piron, sull’Accadèm ie française: sono lì in quaranta ed hanno il senno di quattro. D: La fede è la stessa in tutti quelli che credono?

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R: Gli uni hanno una fede viva, gli altri una fede morta o morente. Ce ne sono, ed è la maggioranza, che non hanno né l’una né l’altra. D: Che cos’è un voto? R: Comunemente, è una promessa che non si mantiene. D: Che cos’è la castità? R: Chiedete ad un carmelitano D: Che cos’è m entire? R: E’ fare il profeta D: E’ perm esso talvolta m entire? R: Un prete vi dirà si; un uomo onesto vi dirà no. D: Che cos’è l’adulazione? R: Nessuno può meglio definirla di un confessore del re. D: E’ un gran nom e quello Gesù Cristo? R: Ne conosco di più santi D: Perché Gesù Cristo fece ingresso a Gerusalemme, a dorso d’asina. R: L’asina ostinata e ignorante, era il simbolo della futura Chiesa. D: Perché non suonano le campane dal giovedì al sabato santo? R: Per non svegliare il gatto che dorme. D: Perché si chiama Tenebre la funzione della settimana santa? R: E’ vero che si potrebbe dare questo nom e agli uffizi che la chiesa celebra tutto l’anno. D: Perché si spengono le lampade durante la funzione serale della settimana santa? R: Per mostrare allegoricamente che la religione spegne in noi la fiamma della verità. D: Perché si fa rumore nelle stesse funzioni? R: Tutte queste cerimonie sono il simbolo della condotta della religione cattolica, apostolica, romana ed altre. D: Perché si spogliano gli altari? R: Per esortarci a ricoprirle di cure. D: Perché si canta Alleluia? R: Si canta per cantare. D: A che età ci si può comunicare? R: Un po’ prim a aver raggiunto la piena ragione. D: Qual è lo spirito della Chiesa nell’im posizione delle ceneri? R: Di farci ricordare che siamo sotto la frusta dei preti dalla nascita alla morte. D: Che cos’è la grazia? R: Sarei forse meno imbarazzato, se mi domandaste cosa sono le grazie? D: A chi Dio dà le sue grazie?

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R: A quelli che l’hanno pagato in anticipo. D: Che cos’è il Corpus-Domini? R: E’ il carnevale della chiesa, è il tem po delle sante m ascherate. D: Com e sappiam o che c’è un purgatorio? R: Attraverso quelli che hanno interesse che ve ne sia uno. D: Che cos’è il giubileo? R: E’ un monitum della chiesa per svegliare la devozione e soprattutto la generosità dei fedeli, nei suoi confronti. D: Che bisogna fare per non perdere l’effetto delle indulgenze? R: Bisogna pagarle esattamente D: Che cosa intendete per casi riservati? R: Intendo una specie particolare di dispotismo sacerdotale. D: Che cos’è la scom unica? R: Una grande parola che non significa più granché. D: Che cos’è un m onito? R: idem D: Che cos’è la sim onia? R: E’ un vizio della natura della Chiesa? D: Che cos’è il giogo del vangelo? R: Poteva essere leggero ai primordi, ma in seguito è diventato pesante al punto di essere insopportabile. D: Perché la Chiesa fa le preghiere pubbliche in una lingua sconosciuta al popolo? R: Per incutergli rispetto. Il popolo è portato a sognare tutto ciò che non capisce. D: Perché la Chiesa si serve d’incenso? R: Per inebriare i cervelli deboli di quelli la cui sana ragione le diventerebbe funesta. D: Perché e da quando non è più perm esso d’offrire a Dio, com e una volta, anim ali in sacrificio? R: Da quando e perché s’im m olano uom ini: è vero che la Chiesa in questo secolo si è un po’ rilasciata dalla sua antica e rispettabile disciplina. Una volta essa immolava gli uomini nella vita, negli onori, e nei beni; immolarli oggi nella vita farebbe troppa paura. Immolarli nel loro onore non è più cosa fattibile, non le resta più che immolarli nei loro beni e gli uomini credono così di cavarsela a buon conto. D: Si deve dare l’Offerta alla M essa della parrocchia? R: Senza dubbio, niente soldi niente Svizzera, niente offerta niente messa. D: Che cos’è un m iracolo? R: Quello che non si è mai visto, e che non si vedrà mai. D: Che cos’è un m istero? R: E’ l’argom ento dei teologi, quando non ne hanno più altri. D: Che cos’è una profezia? R: E’ un’autorità per quelli che non hanno buona m em oria.

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D: Che cos’è la Bibbia? R: E’ un libro di cui si vieterebbe oggi la prim a edizione, se fortunatamente fosse ancora da fare, per poco che non ci si interessi al buon costume. D: Che cos’è il Vangelo? R: E’ un altro libro divino che i cinesi non avrebbero affatto preferito al giusto mezzo di Confucio, e i romani alle Orazioni di Cicerone o all’Enchyridion d’Epitteto. D: Che cos’è un Prete? R: Ahimè! È dopo Dio l’essere nell’universo che ha, o che ha avuto il potere più assoluto, e più oscuro… Ci sarebbe un trattato filosofico e morale da fare, che sarebbe molto piccante se fosse ben digerito. Avrebbe per titolo: dei valletti e dei preti. D: Che cos’è un papa? R: E’ un vicario che ne sa spesso di più del suo Curato. R: Che cos’è il clero? R: E’ un corpo senza testa, m a che ha le braccia lunghe, e che non si taglia mai le unghie. D: Che cos’è Rom a la Santa? R: E’ una città in cui si vedono m olte statue e pochi uom ini, dove s’incontrano più m aschere che visi. D: Per finire canonicamente secondo l’assiom a pio, Deus est alpha et omega, diteci ancora una volta che cos’è Dio? R: Non sarò più io a rispondervi, lascerò parlare il grande Tertulliano: Deus est ens ignotum et creditum Dalla definizione di un padre della chiesa, sul punto capitale e fondamentale della religione, si può sapere a che cosa attenersi per tutto il resto. __________________________________________- Preghiera filosofico-morale a Dio Per il mattino e la sera di ogni giorno dell’anno, dalla nascita fino alla morte. Tu che non ho mai visto, e che conosco solo di nome; tu la cui esistenza è presunta dall’arm onia dell’universo e sm entita dal disordine dello stesso universo; tu di cui si dice che io sia figlio, non nascondermi mio padre. Per farmi abbracciare la Virtù, spiegami, da dove proviene il fatto che nel tuo impero, essa è così spesso infelice? Per allontanarmi dal vizio, dimmi perché permetti che sia quasi sempre impunito? Rispondimi altrimenti che per bocca dei tuoi preti stupidi o bricconi. Ti debbo la vita, te l’avevo chiesta? E’ un beneficio? Mi hai dato la ragione per guidarmi e le passioni più forti per perdermi. Mi hai dotato di libertà, e tu sapevi che ne avrei abusato. Autore del bene, lo saresti tu dunque anche del male? Essere onnipotente e perfetto, rimarrai indifferente sul forte delle tue opere deboli ed imperfette? Troppo al di sopra di loro con la tua grandezza, la tua bontà dovrebbe avvicinartene. Puro spirito, puoi agire sulla materia? Ahimè! In un mondo di cui faccio parte, non incontro che enigmi e tu ne sei il primo e più difficile da indovinare… fino a che ti degni di dirm i una parola, che cosa ho da temere se ti preferisco la Virtù?

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Epilogo Che furbo, il primo, a darci la legge, legò su nostri occhi la benda della fede, degradò le virtù con un vergognoso salario, dell’uom o benefattore fece un vile m ercenario, e gli mostrò al cielo il suo rimuneratore, osò proporgli un prezzo fuori del suo cuore!... Frammento di un poema morale su Dio Fine della seconda ed ultima parte

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Catechismo del curato Meslier Traduzione di Franco Virzo

2006

FINE