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INTERVISTA La mia Africa CURE PRIMARIE Assistenza domiciliare PSICHIATRIA Punto Unico di Accesso IDI: Un Ospedale di uomini e di storia Periodico dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri apitale M edica Numero 2 - 2013 C

Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

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INTERVISTA

La mia Africa

CURE PRIMARIE

Assistenza domiciliare

PSICHIATRIA

Punto Unico di Accesso

IDI: Un Ospedale di uomini e di storia

Periodico dell’Ordine provinciale di Romadei Medici Chirurghi e degli Odontoiatriapitale

MedicaNumero 2 - 2013

C

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SOMMARIO

DIRETTORE RESPONSABILERoberto Lala

CONSIGLIO DIRETTIVODEI MEDICI-CHIRURGHIE DEGLI ODONTOIATRI

PresidenteRoberto Lala

Vice-PresidenteGiuseppe Lavra

SegretarioClaudio Colistra

TesoriereErnesto CappellanoConsiglieri Medici

Carlo BertoliniCosimo Comito

Ruggero Di BiagiMario FalconiLuisa Gatta

Massimo MagnantiCristina Patrizi

Domenico QuadrelliRosa Maria ScaliseUmberto Tarantino

Adriano Tocchi

CONSIGLIERI ODONTOIATRIE COMPONENTI CAO

Presidente CAOBrunello Pollifrone

Nicola IlluzziAntonio ManieriRoberto Pistilli

Sabrina Santaniello

COLLEGIODEI REVISORI DEI CONTI

PresidenteMusa Awad Hussein

ComponentiGiulia ArduinoAlfredo Cuffari

SupplenteVirgilio De Bono

Coordinamento editorialee relazioni con i mediaFlavio Massimo Amadio

DIREZIONE AMMINISTRATIVAVia G.B. De Rossi, 9 00161 Roma

Tel. 06.4417121Fax 06.44234665

Coordinamento redazionalee impaginazione

Via Vittore Carpaccio, 18 - 00154 Roma

PROGETTO GRAFICO

web office: via Francesco Cherubini, 4 Romat +39.0633252960

editorial office: via Morlupo, 51 Romat +39.0697600342

STAMPAUnion Printing, Viterbo

Finito di stampare nel mese di luglio 2013

Autorizz. Trib. Roma n. 1979 del 17.2.1951

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1,

comma 2 - DCB - RomaInvio gratuito agli iscritti

Periodico associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italia

Capitale MedicaRivista dell’Ordine Provinciale di Romadei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri

Numero 2 - 2013

2 EditorialeObbligo assicurativo:che sia equilibrato e non speculativodi Roberto Lala

4 IntervistaLa mia Africadi Flavio Massimo Amadio

8 Cure primarieAssistenza domiciliaredi Antonio Calicchia

12 Vaccinazioni: l’importanza della tuteladel cittadino da parte dei medicidella Commissione “Maternità e Infanzia”

14 Medici creativiFra camice e tavolozzadi Anna Maria Navazio

16 PrevenzioneLa sicurezza nel bicchiere d’acquadi Ernesto Cappellano

17 Scienza&RicercaLa cura delle persone affetteda patologie da dipendenzadi Pietro Casella

18 StoriaUn Ospedale di Uomini e di Storiadi Ugo Luigi Aparo

22 CommissioniUn percorso non ancora definitodi Cristina Patrizi

24 Scienza&RicercaNon ho l’etàdi Carlo Capalbo

26 PsichiatriaPunto Unico di Accessodi Rosa Maria Scalise

28 Comunicati

30 Corsi

31 La voce della C.A.O.Autorizzazioni: appello peril Presidente Zingarettidi Brunello Pollifrone

Welfare State, la soluzione passaper la sanità integrativadi Nicola Illuzzi

Considerazioni sulle novità normativeper l’uso delle TC “Cone Beam”di Paolo Diotallevi

“Fuori dai denti...” Giovani Odontoiatria cura di Sabrina Santaniellodi Barbara Rossi

34 Bilancio di previsione 2013Conto consuntivo 2012

CITYNET & ADVERSIGN

Foto

incopertinadiAntonioCirelli

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egli ultimi anni la professione medica ha dovuto e deve affrontare passaggi cru-ciali, spesso assai insidiosi, per trovare soluzioni adeguate tanto ai profondi cam-biamenti della società quanto alle problematiche connesse alla sempre minore di-sponibilità di risorse per la Sanità. Uno di questi passaggi, per l’appunto insidio-

so, ancorché imprescindibile, è quello dell’obbligatorietà dell’assicurazione professionale.È insidioso perché gli interessi economici in gioco sono molto forti, sia quelli delle compagnieassicuratrici, sia quelli dei tanti, troppi, studi legali che incitano al contenzioso e si nutrono dicause per risarcimento di danni veri o presunti. Il tutto sulla pelle dei medici e dei pazienti.È imprescindibile perché è uno strumento che – se concepito e attuato con equilibrio di ob-blighi e con parametri realistici – può servire davvero a tutelare il medico e il paziente in casodi errori professionali, sempre possibili in questa come in tutte le attività umane.L’Ordine di Roma ha presidiato questo passaggio sin dal primo momento in cui sul tema si èavviato il dibattito, spesso acceso. Ora siamo – sembrerebbe – ai passi finali, quantomeno perciò che riguarda la normativa che il Parlamento deve varare. Vale quindi la pena di riassume-re brevemente i punti, per noi essenziali, che abbiamo ritenuto di porre all’attenzione del Go-verno e delle competenti istituzioni. Punti che da mesi difendiamo senza cedimenti. Con la sen-sazione – per adesso soltanto questa – di essere stati più ascoltati rispetto al passato. Vedremoa breve se effettivamente è stato così.Intanto non possiamo che prendere atto, con soddisfazione, quantomeno dell’emendamentoche questo Governo ha proposto per far slittare la data di entrata in vigore dell’obbligo assi-curativo, inizialmente prevista al 13 agosto. Con meno soddisfazione invece dobbiamo regi-strare, al momento, che lo stesso emendamento non è passato, poiché non ritenuto compa-tibile con i contenuti del decreto del “Fare”. Rimaniamo però fiduciosi che il rinvio troverà co-munque accoglienza e diventerà ufficiale.Solo con un congruo rinvio, infatti, si eviterà alla stragrande maggioranza dei medici italianidi trovarsi nell’impossibilità di adempiere all’obbligo di legge e, al contempo, di dover conti-nuare a prestare la propria opera in condizioni di incertezza e nel timore di dover sopporta-re gravi conseguenze economiche per eventuali errori professionali. Condizione che non fa-vorisce certo la necessaria serenità nel lavoro.A tale proposito, non ci stancheremo mai di ricordare che i casi in cui vengono accertati tan-to un reale danno quanto una colpa del medico rappresentano una percentuale assai bassadi tutti quelli portati all’attenzione della Magistratura. Ciò nonostante, le compagnie assicurative

NN

EDITORIALE

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Roberto LalaPresidente OMCEO Roma

Obbligo assicurativo:che sia equilibrato e non speculativo

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MC

aumentano costantemente e a dismisura i premi per le polizze, sulla base delle sole denunce e richiestedi risarcimento. È palese che questa situazione non può essere ulteriormente sopportata dalla nostra ca-tegoria, se non si vuole incorrere in una paralisi di tutti i vari settori della Sanità.Premesso questo, vediamo ora quali sono i correttivi alla normativa che abbiamo chiesto in più sedi e daultimo direttamente al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.Come presupposto inderogabile va imposto per legge alle aziende sanitarie e ospedaliere, pubbliche e pri-vate, di garantire la copertura ai medici che in esse operano e di risarcire il danno anche qualora le stes-se ricorrano allo strumento della cosiddetta autoassicurazione, così da evitare che il paziente possa riva-lersi direttamente sul medico. Peraltro è di pochi giorni addietro la pronuncia della Corte Costituzionaleche ha dichiarato ora pignorabili anche i beni delle aziende sa-nitarie (sancendo l’illegittimità dell’art. 1, comma 51 della “Leg-ge di stabilità 2011”): impignorabilità che è sempre servita allestesse aziende come scudo, anche quando il danno era da col-legarsi a carenze strutturali e organizzative, quindi non a man-canze proprie del medico. È sicuramente un passo avanti.In questo caposaldo normativo riteniamo altresì indispensabileche le compagnie assicuratrici garantiscano la copertura sino aeventuale e definitivo riconoscimento di colpa o dolo, con il con-testuale divieto di recedere dal contratto in conseguenza anchedi un solo errore da parte del medico. Ciò deve essere consen-tito soltanto in caso di ripetuti errori, in un periodo ragionevol-mente contenuto, di certo non durante l’intera vita professionale.Non vogliamo, infatti, che si crei una sorta di “cartello” ad ex-cludendum per quei medici considerati maggiormente a rischio,in quanto operanti nelle specializzazioni più critiche e/o con pa-zienti con patologie più difficili da trattare con successo. Que-sto se si vuole un sistema assicurativo improntato alla correttatutela e non punitivo.Per quanto concerne la parte economica abbiamo ripetutamenteproposto che sia predisposto un apposito nomenclatore del dan-no medico (sul modello di quelli adottati già in campo infortu-nistico), in cui per le singole voci siano previsti dei tetti congrui,non speculativi o irrealistici. A questo va poi affiancato un Fon-do di Compensazione per quei risarcimenti che superino i limi-ti contemplati dalla polizza stipulata, se non si vogliono stran-golare i medici con premi insostenibili o con ingiuste rivalse ex-tra assicurazione.In attesa di conoscere se il rinvio verrà approvato e quali dei “pa-letti” che abbiamo messo all’obbligo assicurativo saranno recepiti nella normativa finale, abbiamo ancheportato all’attenzione della Fnomceo un quesito che riteniamo necessiti di un chiarimento tempestivo edirimente. Si tratta del comportamento uniforme che ogni singolo Ordine dovrà adottare dopo l’entratain vigore del suddetto obbligo in caso di richiesta di iscrizione non corredata da documentazione attestantela stipula della polizza assicurativa. Come è evidente, è un’eventualità che potrà riguardare soprattutto igiovani medici.Occorre che venga chiarito, esplicitamente, se l’Ordine cui viene richiesta l’iscrizione può e deve rifiutar-si di procedere alla stessa senza l’assicurazione imposta dalla legge, oppure se non può esimersi da ac-cogliere comunque la domanda (ovviamente quando supportata da tutti gli altri requisiti già ora previsti).Ciò per evitare trattamenti disomogenei tra i vari ordini provinciali e per non incorrere in contestazioni ericorsi da parte dei richiedenti l’iscrizione all’Albo. Come pure in eventuali sanzioni da parte dello Stato peraver disatteso o non correttamente interpretato l’obbligo di legge. È auspicabile, quindi, che la Federa-zione dia a tutti i presidenti di Ordine una direttiva nazionale univoca.Soltanto con questi presupposti e correttivi potremo lasciarci alle spalle anche questo passaggio criticoe, forse, cominciare finalmente ad avere un po’ più di serenità nel nostro agire professionale quotidiano.Attendiamo di verificarlo.

Va imposto per legge alle

aziende sanitarie e

ospedaliere, pubbliche e

private, di garantire la

copertura ai medici che in

esse operano e di risarcire il

danno anche qualora le stesse

ricorrano allo strumento della

cosiddetta autoassicurazione,

così da evitare che il paziente

possa rivalersi direttamente

sul medico.

““

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EDITORIALE

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INTERVISTA

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di Flavio Massimo Amadio

La mia AfricaLa professione tra missione e sentimenti

La scelta della Facoltà di Medicina

il mezzo per raggiungere il suo fine.

L'associazione Magic Amor l'organizzazione

fulcro della sua attività. Viaggio nell'esperienza

di Carla Mauro, il medico che vive per assistere

la popolazione congolese ma che non vuole trovare

la cura per dimenticarsi della “sua” terra

entre parlaha negli oc-chi l’Africa.Nella vocela tranquil-

lità di una decisione presa dasempre, con la forza di chi hauna missione da compiere ed èpassata per un’esperienza difede. Carla Mauro è un medicodi medicina generale che la-vora nella ASL RME. Ma ap-pena può riparte per la terrache più ama e dove ha scelto diportare la sua opera in unasfida quasi impossibile: ilCongo.

La sua è una storia di grandepassione professionale ma an-che di una coppia - lei bianca,lui nero - unita da una stessavisione della vita e da un la-voro comune, di volontariato eassociazionismo ben organiz-zato, capace di progetti con-creti. Moglie e marito determi-nati a trasformarsi inun’ef ficiente “task force” fami-liare votata all’aiuto di chi neha un enorme bisogno. E lag-giù in Congo sono in tanti. So-prattutto bambini, isolati in vil-laggi sperduti nella foresta,quasi irraggiungibili, accer-

chiati da conflitti sanguinosi.L’attuale Repubblica Demo-cratica del Congo (RDC) è unaterra difficile. Ricca di materieprime ma con una popola-zione assai povera, dilaniata estremata da una guerra civile,assediata da migliaia di rifu-giati provenienti dai paesi li-mitrofi colpiti da altri conflitti.Analfabetismo quasi totale eun’assistenza sanitaria prati-camente inesistente: 7 mediciper 100 mila abitanti, oltre il70% della popolazione senzaaccesso all'assistenza di base.La mortalità infantile è pari a

108 su 1.000 nati vivi, quellamaterna tra le più elevate delmondo con 1.100 donne chemuoiono ogni 100 mila nativivi, la speranza di vita si atte-sta attorno ai 46 anni.Qui Carla ha scelto un villaggioche si fatica anche a trovaresulle mappe: Zongo, collegatoora solo tramite via fluviale, at-traverso la riviera dell’Ubangiche la separa dalla capitaledella confinante RepubblicaCentrafricana, Bangui. Da unvillaggio della stessa regione,all’interno della foresta equa-toriale, Mbeti, viene anche suomarito, Nzumbu. Lei la incon-triamo mentre si trova nellasede dell’Ordine di Roma: vin-ciamo la sua naturale riserva-tezza e non ci lasciamo sfug-gire il suo racconto.

Da dove parte questa sceltadi vita, prima ancora che diprofessione?Nasce dalla mia infanzia: ve-devo che in Africa c’eranobambini che non avevano nulla,

MM

Nel 2008 la ditta di ingegneria sanitaria “IniziativeIndustriali Pomezia S.P.A” ha donato alla Magic Amore a Soleterre un Nucleo Chirurgico Mobile (NCM) “Orion”da campo, composto da 8 shelter auto-sollevabili e accoppiabili, completo di apparecchiature. Il NCM è in grado di fronteggiare le numerose esigenze del soccorso sanitario d’emergenza

Un sogno nato quando era bambina

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INTERVISTA

né chi li assisteva. Mi dava unsenso di profonda ingiustizia.Ricordo che dissi: da grande livoglio aiutare. Dopo tutte lemie scelte sono state orientatea questo. Ho fatto il liceo clas-sico, ero portata per matema-tica e fisica: stavo per scegliereuna di queste facoltà. All’ultimoscelsi Medicina, pensando:“Cosa ci faccio con Fisica sevoglio andare in Africa?”. Iprimi tre anni a La Sapienza, ilquarto entrai alla Cattolica. Du-rante questo periodo sonostata anche per un anno po-stulante dalle suore: avevo de-ciso di diventare missionaria estudiavo stando in convento.

Quindi avevi iniziato un per-corso di fede. Poi cosa è suc-cesso?Per entrare in noviziato avreidovuto lasciare Medicina e fareTeologia. Mi resi conto chequello che volevo era fare ilmedico e che, in fin dei conti, lamia vocazione religiosa nonera quella predominante. Tral’altro, come suora non avreiavuto la certezza che sareistata mandata come missiona-ria in Africa: Ho capito che nonera quella la strada per arri-vare a fare ciò che sentivo evolevo.

La meta ormai ti era giàchiara. Tuo marito invececome lo hai conosciuto?Nonostante avessi deciso dinon intraprendere storie senti-mentali che avrebbero potutobloccarmi a Roma, al quintoanno, mentre frequentavo ilcorso di Bioetica, ho incon-

trato Nzumbu: un congoleseche voleva rientrare nel suopaese una volta laureato.Aveva fatto una strada paral-lela alla mia: lì anni di Semina-rio, poi mandato a Roma a stu-diare Teologia. Una crisireligiosa anche per lui e la vo-cazione per la medicina. Cisiamo sposati nel 1991, l’annodopo siamo andati insieme inCongo, a Mbeti, il suo villaggionatale: lì abbiamo concepito ilnostro primo figlio.

Che situazione avete trovatoin quel tuo primo viaggio?Non ancora di guerra maugualmente disastrosa. Siamodovuti passare da Bangui permancanza di collegamenti ae-rei; al villaggio siamo arrivati incanoa. Con noi avevamo duevaligie piene di farmaci; ri-cordo le file di persone dalle 5di mattina fino alla alle 23 perricevere un medicinale o unavisita, facendo anche 70 chilo-metri per arrivare da noi. Unavolta finite le scorte di farmaci,siamo stati chiamati dallesuore dell’ospedale di Mbaya,senza medico da anni.

A Mbaya in che condizioni eraquell’ospedale?In Congo la situazione degliospedali è indescrivibile. Strut-ture più che fatiscenti: par-venza di padiglioni con il pavi-mento di terra, i letti sonostuoie poggiate su questa, daitetti entra la pioggia. A Mbayaho affrontato situazioni com-plesse nonostante fossi ancoraal sesto anno del corso di lau-rea; queste prime esperienze

L’ospedale di Zongo è una“creatura” tutta romana: a partire

dal dott. Claudi che ha ideatoi moduli per le zone di guerra,donati dopo la sua morte, per

realizzareil centro chirurgico, alle istituzioni

che lo hanno supportato.Della Capitale sono i medici chehanno garantito le prime missioni

Sopra Carla Mauro con il marito, Nzumbu lo Ambetimadell’OMCeO di Roma, assieme ad una collaboratrice ed un piccolo paziente

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mi sono servite molto. In unmese ho fatto un “bagno diAfrica” e visto di persona ma-lattie che in Italia probabil-mente non mi sarebbero maicapitate.

Un bagno di Africa che com-porta condizioni difficili e ri-schi anche per chi, come voi,va ad aiutare. Avete avutoproblemi?Sì, durante quella permanenzami accorsi di essere incinta e fecil’errore di sospendere la profi-lassi antimalarica, nel timore chepotesse essere embriotossica.Così presi la malaria, in unaforma molto forte. Tornata aRoma fui ricoverata al repartomalattie infettive del Gemelli.

Comunque andò tutto bene. Poimi laureai, abilitai e partorii ilprimo figlio.Una brutta esperienza cheperò non ha fermato né te nétuo marito, giusto?Infatti. Avevamo già preso ac-cordi con il locale Vescovo pertentare di ristrutturare l’ospe-dale di Mbaya che da una de-cina di anni non aveva medici epoi andare a lavorare lì. Cerca-vamo i fondi necessari. Intantoin Congo era esplosa la guerracivile, le frontiere erano statechiuse. Tornare era impossibile:era completamente isolato,senza comunicazioni. Rima-nemmo a lavorare in Italia. Feciil corso di formazione in Medi-cina Generale, il concorso in Mi-

crobiologia e Virologia Medica eun master in Malattie Tropicali.Poi ho vinto il concorso al Mini-stero della Salute dove sonostata dirigente per sette anni.La guerra è durata dal 1995 al2003: durante questo periodoabbiamo completato la forma-zione ed è nato il nostro se-condo figlio, cui è seguita la na-scita anche di una bambina. Mamio marito scalpitava: già nel2001, superando ogni posto diblocco, riuscì a tornare inCongo e a portare in salvo duenipoti.

Tu e Nzumbu avete fondatoanche un’Associazione, la Ma-gic Amor: come è nata questainiziativa?

Nel 2002 abbiamo chiamato araccolta i nostri amici e cono-scenti più stretti ed è nata Ma-gic Amor; oggi conta circa 100soci, con una buona compo-nente medica. Il primo pro-getto era volto a dare dellescuole ai bambini di lì. Nel2003 c’è stata la prima spedi-zione con 3 dei soci fondatori:siamo riusciti a far venire 9bambini qui a Roma per essereoperati grazie ai fondi del Mini-stero della Salute e della Re-gione Lazio; li abbiamo ospi-tati a casa nostra. Erofelicissima. Al contempo perognuno di loro pensavo alledecine che avevo visitato e la-sciato laggiù.

INTERVISTA Il progetto prevede l’invio per un

mese di due equipe chirurgiche del-la ASL RMF, ognuna composta dachirurghi specializzati, anestesisti etecnici di anestesia. Nelle missionisono impegnati specialisti di Chirur-gia-Pediatrica e Maxillo-Facciale, Or-topedia, Otorinolaringoiatria, Urolo-gia, Ostetricia e Ginecologia (ancheper il trattamento delle pazienti concomplicanze derivanti da mutilazio-ni genitali femminili). Prevista anchela formazione dei medici, degli in-fermieri locali e dei volontari

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A questo punto cosa haifatto?Ho voluto provare a realizzareun centro chirurgico che li po-tesse operare sul posto. Ra-gionavo: con lo stesso prezzodi un biglietto aereo per por-tarne uno qui potrebbe an-dare lì un chirurgo e operarnemagari 40. Nel 2008 venni asapere che una ditta di Pome-zia, stava dismettendo il pro-totipo di un container già im-piegato in ospedali da campoin Kossovo e in Irak. Riuscì afarmi donare dei moduli dalproprietario dell’azienda edalla Fondazione Claudi, allascomparsa del Dottor Claudi,che i container li aveva ideati.Dopo ho cercato il modo ditrasferirli: ho trovato la colla-borazione dell’ONG SoleTerre.Grazie alla “Fabbrica del Sor-riso” sono stati completati diarredi e altre attrezzature me-diche. La Regione Lazio inpartenariato con la ASL-RMFsi è fatta carico della forma-zione del personale e di duemissioni chirurgiche, una agennaio 2011 e l’altra a ottobrescorso, composte da medicidell’Ordine di Roma, ed in par-ticolare della Roma F con acapofila il dott. Quintavalle.

E siamo arrivati praticamentead oggi...Sì, perché intanto era iniziatala costruzione dei padiglionidell’ospedale che oggi può ac-cogliere circa 12-16 pazienti. AZongo ci sono circa 40 milapersone ma serve anche tuttoil bacino di utenza che fa capoa Bangui, attratto da questocentro chirurgico innovativoper gli standard di quella zona.In più ci sono tutti i profughidelle zone in conflitto. A oggisono stati operati alcune cen-tinaia di pazienti.

Quali sono i problemi princi-pali che la struttura che avetecreato deve affrontare e qualioperazioni vi si riescono aeseguire?Il problema fondamentalesono i gas anestetici: laggiùnon esistono. Il limite delleoperazioni è dato quindi daltipo di anestesia richiesta. Ichirurghi hanno fatto il possi-bile per operare anche i casipiù difficili, soprattutto orto-pedici, malformazioni conge-nite e neoplasie. Inoltre la Ma-gic Amor si occupa anche deibambini albini: grazie alla far-macia del Policlinico “UmbertoI” abbiamo portato lì delle

creme a schermo fisico perproteggerli. Il progetto per glialbini è nato quando mi sonoresa conto delle tante morti diquesti ragazzi, molto comuniin quella zona: circa 1 su 5-10mila, mentre qui da noi sono 1su 20-30 mila.

Ora come è la situazione: hainotizie?Nessuna, perché le comunica-zioni non sono possibili. Nonsappiamo cosa sta succe-dendo esattamente e in qualicondizioni sta continuando afunzionare l’ospedale. Dove-vamo organizzare una terzamissione ad aprile ma è slit-tata, a causa di un colpo distato a Bangui. Intanto stiamosostenendo la formazione inmedicina di due ragazzi, pa-gando i loro studi a Kinshasa:ora sono al quinto anno. Primaabbiamo sostenuto quella ininfermeria di una ragazza e diun’altra in psicologia.

Iniziative future?La Magic Amor prosegue nellealtre iniziative nelle zone circo-stanti e più tranquille, soprat-tutto le scuole, il progetto a tu-tela degli albini e quello per laformazione dei non vedenti.

Per quanto riguarda l’ospedaledi Zongo dobbiamo aspettareche la situazione locale si sbloc-chi e decidere se ripresentare ilprogetto alla Regione Lazio. Inun prossimo futuro speriamonel sostegno della Regione,come pure nella disponibilitàdei nostri colleghi dell’Ordine,anche quelli in pensione, percostituire un team multidisci-plinare, così da offrire, adesempio, due o tre settimanedi collaborazione al centro diZongo, anche per fare forma-zione in loco, sarebbe un regalodavvero prezioso.

E nei tuoi progetti personalicosa c’è?Tra 10-15 anni vorrei poter farela scelta definitiva: andare afare il medico in Africa stabil-mente, dopo le esperienze, di-ciamo, a tempo determinato.

Queste esperienze già fattecosa ti hanno portato?Una determinazione che forsequi non avrei raggiunto. Adessorelativizzo sempre tutto: le dif-ficoltà che posso vivere qui miappaiono semplici. L’Africa tidà sempre uno schiaffo persvegliarti. Mi hanno reso un me-dico e una persona migliore. •

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INTERVISTA

Partner ufficialidel progetto sonoil Ministero della DifesaItaliano (che ha attuatoil trasporto verso il Congodel NCM, grazieall’Aeronautica Militare),l’ONG Soleterre -Strategie di pace Onluse la ASL-RMF.Con il patrocinio delMinistero della Sanitàdella RDC edall’Ambasciata delCongo in Italia

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a molte parti sisottolinea l’esi-genza - per per-mettere la so-

pravvivenza del sistemasanitario stesso, ridurre i postiletto, modulare i ricoveri - diriallocare le prestazioni sem-pre e soltanto pensando aduna riorganizzazione dellaparte residenziale del per-corso clinico del malato, maancora tralasciando la riorga-nizzazione pratica dell’altraparte della sanità pubblica: ildistretto con il suo territorio.In attesa della riscrittura di que-sta parte del sistema, iniziatacon il decreto Balduzzi nel-l’agosto 2012 e che necessiteràper realizzarsi di accordi e ri-sorse convenzionali sia nazio-nali che regionali, vorrei fare al-cune considerazioni; comemedico di medicina generaleconvinto dell’importanza diquesto setting di cura, su unaspetto che ritengo fondamen-tale, perché il distretto con ilsuo territorio sia veramente in

grado di rispondere alle richie-ste di una popolazione che in-vecchia: l’assistenza domici-liare.I dati che quotidianamente civengono comunicati dalle di-verse organizzazioni sanitarieancora parlano di un'assistenza

domiciliare italiana Cenerentolain Europa, con i suoi 4,1 pazientiper cento assistiti in casa ri-spetto ai 19,3 dell’Austria e ai21,5 della Danimarca (dati 2006Min. Politiche Sociali compren-denti sia la parte sanitaria chesociale della assistenza); ac-

canto a questi sconfortanti nu-meri, l’Istat nel 2007 parlavaancora di ADI (Assistenza Do-miciliare Integrata) solo per il3,36% della popolazione ultra65enne in Italia (Tab.1). Anche se lentamente, questapercentuale negli ultimi anni,come riportato dai RapportiOsservaSalute 2010 e 2011, èlentamente cresciuta (Tab.2),sebbene sia sempre caratte-rizzata da un numero di ore diassistenza per caso trattatoassolutamente basso (22 oreglobali per caso trattato di cui15 ore fornite da un infermiereprofessionale, 4 da un fisiote-rapista e solo 3 da altri opera-tori (Tab. 3).Pur avendo il Ministero della Sa-lute, attraverso la CommissioneNazionale Lea, cercato di stabi-lire degli standard qualificantiper le cure domiciliari secondola gravità clinica del malato, ilpanorama di tali cure è ancoraestremamente variegato nellediverse realtà regionali italiane.E sebbene il Piano Sanitario Na-

MC 8

Dott. Antonio CalicchiaMedico di Medicina Generale

CURE PRIMARIE

DD

Assistenza domiciliare

Da tempo siamo bombardati da notiziesulla necessità di razionalizzare,

ridurre e risparmiare risorse nella gestionedella sanità in cui noi medici, accantoai nostri pazienti, viviamo e lavoriamo

Panorama troppo variegato. Ancora troppe differenze tra le realtà regionali

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zionale 2011-2013 reciti per lecure primarie la necessità di“prendere in carico in modoglobale e completo i pazientisecondo le due direttrici multi-dimensionale e temporale” siassiste nella maggior parte delleregioni, soprattutto quelle conPiano di Rientro e quelle delSud Italia, alla coniugazione diforme molto differenti di assi-stenza domiciliare in cui il Pub-blico ora eroga, ora affida, oracontrolla (poco), ora rimane ad-dirittura inerte, creando il qua-dro desolante riportato da Na-dine Genet et al. in: «Home carein Europe: a systematic litera-ture review» (BMC Health Serv.Res. 2011; 11: 207).In questo panorama la medi-cina generale è talvolta co-pro-tagonista ma più sovente com-parsa occasionale. Infatti, puravendo visto riconosciuto neivari ACN il suo ruolo impor-tante nella realizzazione dellaADI, ha assistito, talora incon-sapevolmente talora per pro-pria superficialità, allo sviluppo

di numerose e differenti tipolo-gie organizzative di assistenzadomiciliare, talvolta esclusiva-mente pubbliche talaltra inte-ramente private, nella maggiorparte dei casi miste, cioè con lapartecipazione di strutture siaprofit che non profit, che lohanno spesso costretto in unangolo.Tutte queste diverse forme diA.D. sono state tutte però ca-ratterizzate, come i dati eviden-ziano, dalla insufficiente rispo-sta rispetto ad una domandache, con il progressivo invec-chiamento della popolazione econ l’obbligato riequilibrio traospedale e territorio, è in co-stante aumento.Pur con le debite differenze re-gionali, in tutte le forme di assi-stenza domiciliare, così come sisono sviluppate in questi anni inItalia, è soprattutto eclatante, adispetto del nome, la mancanzadi una vera integrazione socio-sanitaria automatica, rappre-sentata cioè dalla possibilità dipoter usufruire di servizi domi-

ciliari completi, sia sanitari chedi tipo ancillare, che sono asso-lutamente necessari in caso didifficoltà sociali e/o economi-che, ma che risultano ugual-mente utili, per mantenere il pa-ziente a casa, anche nei casimeno socialmente problematici.I medici di medicina generale,attenti alle problematiche diquesto modalità del loro la-voro, si rendono conto che perpoter svolgere effettivamenteil ruolo che le varie conven-zioni hanno per ora soloscritto ma che soprattutto unasanità effettivamente territo-rializzata richiede, per poter

effettivamente curare un pa-ziente al proprio domicilio,quasi fosse in ospedale, hannola necessità di ripensare e diproporre un modello diversodi gestione della ADI. Un mo-dello che, inserito all’internodella riorganizzazione dellecure primarie – così come ipo-tizzato da Balduzzi con lo svi-luppo delle Aggregazioni Fun-zionali Territoriali e delle UnitàComplesse delle Cure Primarie(AFT e UCCP) –, e supportatodalla partecipazione di societàdi servizio della medicina ge-nerale, possa permettere la ri-formulazione dei percorsi della

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CURE PRIMARIE

Tab.1Percentuale di anziani trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) - Anno 2007

Regione Anziani (età > = 65 anni Popolazione > = 65 anni Percentuale

Anziani trattati in ADI al 1/1/2007 trattati in ADi

Piemonte 19.207 998.237 1,92

Valle D’Aosta 116 25.931 0,45

Lombardia 76.748 1.914.881 4,01

Prov. Auton. Bolzano 0 84.923 0,00

Prov. Auton. Trento 1.015 97.737 1,04

Veneto 57.240 943.415 6,07

Friuli Venezia Giulia 20.836 247.145 8,43

Liguria 13.943 431.329 3,23

Emilia Romagna 58.856 968.083 6,08

Toscana 17.281 855.404 2,02

Umbria 10.434 205.308 5,08

Marche 14.477 349.297 4,14

Lazio 36.332 1.089.062 3,34

Abruzzo 11.861 281.863 4,21

Molise 2.389 70.291 3,40

Campania 16.918 910.830 1,86

Puglia 13.488 723.876 1,86

Basilicata 4.750 118.408 4,01

Calabria 9.520 372.062 2,56

Sicilia 8.698 917.624 0,95

Sardegna 6.419 305.799 2,10

ITALIA 400.528 11.911.505 3,36

Fonti: Sistema Informativo Sanitario - ISTAT - popolazione residente

“Attraverso la Commissione NazionaleLea, il Ministero della Salute ha cercatodi stabilire degli standard qualificanti perle cure domiciliari secondo la gravitàclinica del malato, ma il panorama di talicure è ancora estremamente variegatonelle diverse realtà regionali italiane”

C

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presa in carico.Per poter riacquistare questoruolo la medicina generalenecessariamente dovrà lavo-rare per:1) saper valutare il bisogno as-sistenziale del suo paziente;2) saper organizzare e guidareuna equipe multi professionale;3) saper gestire una presa incarico che permetta al suo pa-ziente di superare al propriodomicilio le difficoltà generatedalla sua malattia;4) poter contare su una orga-nizzazione gestionale, più vi-cina e più adattabile ai suoiritmi di lavoro.Il primo punto, valutazione delbisogno, si dovrà affrontare conla capacità di effettuare una va-lutazione multidimensionale,non astrusa ma pratica, chepermetta al medico di indivi-duare quelle caratteristiche sa-nitarie, sociali ed economicheche determinano la necessità diuna assistenza domiciliarecomplessa. Questo anche at-traverso la presa coscienza e larazionalizzazione di percorsiche, presenti nel core della atti-vità della medicina generale, ilmedico involontariamente giàeffettua. Tale valutazione do-vrà essere funzionale e coe-rente con e per le cure primarie.Tale valutazione, fatta con stru-menti semplici e informatizzati,creerebbe un substrato di in-formazioni su cui poi impostaregli ulteriori sviluppi assistenziali.Il secondo punto, costruzionedi una equipe, è la capacitàconseguente di saper dise-gnare, sulla base delle informa-zioni conosciute e raccolte, unPiano di Assistenza Individua-lizzato per il proprio paziente,con la definizione della equipemultiprofessionale di assistenzadomiciliare necessaria per potercurare ed assistere il malato epoterlo quindi mantenere al suodomicilio. Tale Piano dovrà es-sere comunicato, utilizzando lerisorse della ICT, ai vari centridelle aziende sanitarie, respon-sabili per la domiciliarità, dovesarà, se necessario, controllatoe poi eventualmente imple-mentato con le risorse del si-stema distrettuale. Il medico dimedicina generale rimane inquesto modo il responsabile cli-nico del percorso di presa in

MC 10

CURE PRIMARIE

Tab.2 Tasso di assistibili (100.000) trattati in ADI per macroareaAnni 2004-2009 - Rapporto Osserva Salute 2011

Fonti: Ministero della Salute. Direzione Generale Statistica - Anni 2004-2009

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carico del suo paziente.L’equipe varierà a seconda dellenecessità socio-sanitarie del pa-ziente e potrà essere messa adisposizione dalla struttura ASLo riconosciuta direttamente allamedicina generale all’internodella organizzazione di una o dipiù UCCP. La definizione di unabase dati agile faciliterebbe lacreazione di pacchetti di assi-stenza individualizzati e centratisulla intensità della assistenza,con una definizione ex ante deicosti.Il terzo punto, gestione dellapresa in carico, è rappresen-tato dalla possibilità che il me-dico possa contare su un si-stema di back-office, unicoall’interno di una o di più UCCPe AFT, che interfacciandosicon il Distretto, la ASL e con lealtre realtà professionali terri-toriali, mantenga uno strettocollegamento tra il paziente, lediverse figure professionali edil suo medico. Questa strutturaorganizzativa, non dovrà svol-gere attività di tipo sanitario,rispettando così le norme vi-

genti, ma produrrà un lavoro disupporto informativo, logi-stico, organizzativo, indispen-sabile per il medico che vogliaessere un vero protagonista.Una struttura di servizio cosìstrutturata doterebbe la o leUCCP in una specie di spor-tello unico socio sanitario, in-teso come il più facile puntodi accesso ai servizi socio assi-stenziali e fornito di tutti glistrumenti necessari a prenderein carico la cronicità.Il quarto punto, presenza diuna struttura gestionale vicinae adattabile ai ritmi di lavoro,potrà essere svolto dalle so-cietà di servizio, preferibil-mente cooperative che, già

presenti nell’ACN, dovrannoessere in grado di fornire tuttiquei fattori di produzione ne-cessari per permettere al me-dico di organizzare e gestireuna equipe socio sanitaria. Lavicinanza alla medicina gene-rale di una struttura di questotipo genererebbe una rapidaadattabilità alle diverse realtàterritoriali ed una grande inte-grazione con le strutture esi-stenti sul territorio, oltrechéfaciliterebbe la accountabilitydel sistema. Tale sistema do-vrebbe gestire locali, contratti,personale, sistemi informatici,di telemedicina e di cura e tuttiquegli strumenti indispensabiliad una medicina generale

complessa. La cooperazione diservizio nelle varie esperienzeitaliane ha acquistato le cono-scenze utili per poter svolgerequesto ruolo. Un sistema basato su questiquattro punti, sperimentato,per circa dieci anni, in un grandequartiere romano, potrebbe es-sere adattato alle diverse realtàterritoriali italiane e modificatoin caso di necessità particolari,ma conserverebbe sempre lapeculiarità di fornire un nuovoruolo al medico di medicina ge-nerale e nulla toglierebbe allestrutture del Distretto che anzivedrebbero ancor di più rivalu-tato il ruolo di controllori e ga-ranti del sistema. D’altra parte una tale organiz-zazione permetterebbe anchealla medicina specialistica am-bulatoriale, con l’inserimento inuna o più strutture di riferi-mento per l’AD, di poter ri-spondere, in modo rapido, alleeffettive necessità del pazientefragile, collaborando in manieraforte ed efficace a non sovrac-caricare il sistema ospedale. •

MC 11

CURE PRIMARIE

Tab.3Prestazioni di Assistenza domiciliare integrata, nel 2007, per regioni e ore di assistenza (v.a.)

REGIONI ORE DI ASSISTENZA DI CUI DI CUI DI CUI

X CASO TRATTATO TERAP. RIAB. INFERM. PROF. ALTRI

Piemonte 21 1 12 8

Valle d`Aosta 152 4 18 130

Lombardia 17 4 11 2

Prov. Auton. Bolzano (*) (*) (*) (*)

Prov. Auton. Trento 20 (*) 20 (*)

Veneto 10 1 8 1

Friuli Venezia Giulia 7 1 6 0

Liguria 24 5 16 4

Emilia Romagna 22 0 20 2

Toscana 24 2 15 7

Umbria 34 1 19 13

Marche 27 6 19 2

Lazio 20 5 13 1

Abruzzo 28 8 19 0

Molise 15 4 10 1

Campania 60 7 28 25

Puglia 51 16 32 2

Basilicata 40 13 24 3

Calabria 15 3 11 1

Sicilia 33 9 19 4

Sardegna 72 12 58 2

ITALIA 22 4 15 3

Fonte: elaborazione Censis su dati del Sistema Informativo Sanitario del Ministero del Lavoro,

della Salute e delle Politiche Sociali

“Un sistema basato su quattro puntipotrebbe essere adattato alle diverserealtà territoriali italiane e modificato incaso di necessità particolari, maconserverebbe sempre la peculiarità di fornire un nuovo ruolo al medico di medicina generale...”

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MC 12

Vaccinazioni: l'importanzadella tutela del cittadinoda parte dei medici

e vaccinazionirappresentanouna fondamen-tale arma diprevenz ioneprimaria nei

confronti delle malattie infet-tive e vista la sicurezza deivaccini disponibili, il rapportocosto-beneficio è sicuramentefavorevole. L'esempio è la meningite nelbambino, che da sempre col-pisce l’immaginario collettivo;la copertura vaccinale per lameningite da Emofilo B nelnostro Paese è passata dal20% del 1998 al’96,2% at-tuale, con una drastica ridu-zione dei casi di malattia in-vasiva da Hib.

L’efficienza dei servizivaccinaliUn servizio vaccinale azien-dale, con risorse finanziarie eumane autonome, è in gradodi dare risposte efficaci ed ef-ficienti alla cittadinanza e ciò

in collaborazione fattiva con iPediatri di libera scelta e i Me-dici di medicina generale.

La sicurezza dei vacciniI vaccini somministrati nel no-stro Paese sono gli stessi im-piegati nel resto d’Europa. Idati sulla “safety” dei vacciniprovengono da una sorve-glianza mondiale su milioni disomministrazioni di vaccinoogni anno. La rarità deglieventi avversi ai vaccini è daritenersi, ormai da tempo, undato statisticamente accer-tato. Essi sono prodotti sicuried efficaci, sottoposti ad unaccurato sistema di farmaco-vigilanza.

Gli eventi avversiGli effetti collaterali comunialla vaccinazione sono febbre=> a 38C°, e dolore e/o ros-sore e/o gonfiore della sededi inoculazione: sono in mag-gioranza di entità moderata,di breve durata e rapidamente

rispondenti agli antipiretici. I vaccini a virus vivo ed atte-nuato quali antirosolia, antiva-ricella e antimorbillo possonodeterminare anche un rash cu-taneo e un transitorio ingros-samento linfonodale. Reazioni avverse rare sonoiperpiressia (febbre a 39-40°),convulsioni.Le reazioni gravi generali sonorare od eccezionali e non pre-vedibili e legate quasi sempre asituazioni specifiche del sog-getto vaccinato. Alcuni eventisegnalati in associazione conle vaccinazioni sono così rariche è impossibile valutare la di-mensione del rischio e provarel'esistenza di un effettivo rap-porto di causalità con queste. Non è stata dimostrata alcunaevidenza scientifica tra vacci-nazione e autismo.

La co-somministrazionedei vaccini I vaccini possono essere som-ministrati simultaneamente

con sicurezza ed efficacia, pre-via verifica delle controindica-zioni reali; la somministrazionesimultanea di diversi vacciniaumenta le coperture vaccinali.Peraltro, la somministrazionedi più vaccini non fa che ripe-tere quanto avviene in condi-zioni fisiologiche, ovverol’esposizione continua ad unnumero elevato di antigeni.

Il carico antigenicoIl sistema immunitario è abile agestire un grande numero diantigeni senza conseguenzenegative; il carico di antigenivaccinali nei moderni vaccini èmolto diminuito rispetto alpassato; non vi e’ evidenza diinterferenza immunologica,nella maggior parte degli studiche trattano della sommini-strazione contemporanea dipiù vaccini.

Gli accessi vaccinalied il calendario in uso Il calendario attualmente in

Questo documento nasce dagli operatorie si propone l’obiettivo di far sì che non vengaabbassata la guardia nei confronti dell’adesionealle vaccinazioni nelle varie fasce di età, inquanto vari segnali per così dire“non favorevoli”alle stesse, provenienti daimedia e dal web, stanno provocandogrande confusione nell’utenza

L

CURE PRIMARIE Documento elaborato

dalla Commissione"Maternità e Infanzia"dell'Ordine dei Medici

di Roma: Anania Stefano,Caoci Gustavo, CastriotaLorenzo, Cristaldi Alfio,Cutrera Renato, Di Paolo

Ambrogio, FerraraPietro, Giannini Carlo,

Ieraci Roberto,Indinnimeo Luciana,

Melpignano Giuseppe,Paolillo Piermichele,

Romagnoli Costantino,Villani Alberto.

Coordinatore:Claudio Colistra

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uso in un Paese occidentalecome l’Italia, rappresenta unottimale compromesso tral’aspetto tecnico preventivo, ilnumero degli accessi vacci-nali e la necessità di mante-nere alta l’adesione alle vac-cinazioni e quindi le coperturevaccinali. Gli accessi sono previsti: - a 3/5/12 mesi: ESA (DTPa-

HBV-IPV-Hib) +PCV13- a 13/15 mesi: MenC+ MPR,

VAR- a 5-6 anni: DTPa-IPV+MPR,

VAR- a 11/12anni: HPV, TdPaÈ importante che ogni accessovaccinale sia utilizzato per ef-fettuare tutte le vaccinazioniraccomandate per quella fa-scia di età.

Le coperture vaccinaliLo studio ICONA (2009) haevidenziato che le coperturevaccinali in Italia, tra i 12 e i 24mesi sono:1. per la polio: 96,8%;

2. per la difto-tetano: 97%;3. per la pertosse: 96,6%;4. per l’epatite B: 96,7%;5. per l’emofilo b: il 96,2%;6. per il morbillo/rosolia/paro-tite il 90,2%.Per MPR nel Lazio la coper-tura è ancora più bassa. Il dato che emerge è che la co-pertura vaccinale per il Mor-billo è ancora insufficiente perpoter interrompere la trasmis-sione del virus.

Le vaccinazioni neisoggetti a rischioUn solo esempio: la vaccina-zione antinfluenzale.L’OMS indica quale obiettivoprimario della vaccinazioneantinfluenzale la prevenzionedelle forme gravi e compli-cate di influenza e la ridu-zione della mortalità nelle ca-tegorie degli anziani e deisoggetti con patologie, chehanno un aumentato rischiodi malattia grave: tale strate-gia vaccinale presenta un fa-

vorevole rapporto costo-be-neficio e costo-efficacia. Nelle campagne degli ultimianni, dalla pandemica in poi,si è assistito ad una diminu-zione della copertura vacci-nale nelle categorie “target”. I noti “problemi di distribu-zione” dei vaccini adiuvati(elettivi per l’efficacia nell’an-ziano) insorti quest’anno,hanno interferito consistente-mente con lo svolgimentodella campagna e ci hannofatto assistere ad una marcataflessione dell’adesione allavaccinazione; sarà opportunocorrere ai ripari per cercare dirisollevare la penetrazionedella stessa nelle categorie arischio.

L’efficacia protettivadei vaccini antinfluenzaliL’efficacia clinica del vaccinoanti-influenzale varia a secondadella popolazione considerata(bambini, adulti, anziani; nor-morispondenti o immunode-

pressi),della maggiore ominore corrispondenza tra il/iceppi virali che hanno causatol’epidemia e quelli contenutinel vaccino. Inoltre la reale ef-ficacia protettiva dei vacciniantinfluenzali dipende, non soloda una migliore risposta immu-nitaria, ma anche dall’elevatapercentuale di soggetti vacci-nati nella popolazione a rischioe in quella generale. I soggettisani non vaccinati con frequenticontatti con soggetti a rischiopossono diventare fonti di epi-demie influenzali. Nelle ricor-renti epidemie stagionali, la po-polazione è parzialmente pro-tetta grazie a precedenti infe-zioni e alla profilassi vaccinaledelle categorie a maggior ri-schio di complicanze.

Il corretto utilizzo delle vac-cinazioni comporta un note-vole risparmio sulla spesapubblica e una diminuzionedella morbilità. •

MC 13

CURE PRIMARIE

“I vaccinisomministrati

nel nostro Paesesono gli stessi

impiegati nel restod’Europa. I dati sulla“safety” dei vacciniprovengono da una

sorveglianza mondialesu milioni di

somministrazionidi vaccinoogni anno”

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i chiamoAnna MariaNav a z i o ,sono me-dico chi-rurgo dal

1977 e pediatra dal 1980. Hosempre amato la pediatria e lapittura, e dipingo sin dalla fan-ciullezza. Il mio primo premiodi pittura lo ho conseguito al li-ceo Giulio Cesare di Roma e daallora ho partecipato a innume-revoli manifestazioni artistiche.Le rassegne più significativesono la personale di pitturanel 1992 nel Complesso Mo-numentale S. Michele a RipaGrande; la personale sul temafigurativo organizzata nel1988 alla Banca d'Italia via SanVitale; una personale pressogli spazi di Adnkronos nel1998; a Palazzo Cherubini invia di Ripetta; nel 2003 an-cora un’importante personalesul tema della figura femmi-nile alla Provincia di Roma(Palazzo Valentini): oltre a in-numerevoli inviti e partecipa-zioni quali una targa ricevutadal Comune di Cori nel 1997.In tutti questi anni ho semprelavorato sia come pediatra (digiorno), sia come pittrice (dinotte).L'insigne critico d'arte Mauri-zio Marini ha curato varie miemanifestazioni e ha scritto:"Tutti i quadri di Anna MariaNavazio esprimono la gioia perla rinascita della Natura nè piùnè meno di come ella stessapercepisce il piacere dell'esi-stenza. In questa ottica ogninatura morta scandisce una re-

altà onirica, la quale si evolvefino alle più recenti fantasie flo-reali e erboree, quelle, cioè, chelasciano intravedere la perce-zione visiva della Navazio pro-iettata nella ricerca di darecorpo alle luci e forma ai coloridi un magnifico caleidoscopionaturale. È l'artista che, con laforza lirica dei poeti e dei bam-bini, riscopre così la felicità delproprio mondo, fino a coinvol-gerci nella realtà dell'irreale"(Maurizio Marini)All'ultima personale alla Pro-vincia di Roma ho proseguitoil mio percorso artistico ac-compagnata dal grande Clau-dio Strinati, sovrintendente aiBeni Culturali a Roma, il qualeha manifestato notevole inte-

resse al cambiamento artisticodettato dal desiderio di evi-denziare la luce e il movi-mento piuttosto che i colori eil disegno e così ha scritto:"Anna Maria Navazio è vera-mente una donna pittrice, nelsenso che il primo impulso allacreazione le viene sempre e co-munque da un sentimento diarmonia e di felicità scaturitodalla idea di una bellezza inogni caso pertinente soprat-tutto alla mente e al corpo fem-minile... Piuttosto che dise-gnare, la nostra artista cerca laluce e questo fatto spiegabene perchè elabori vastecomposizioni tutte incentratesull'idea di un movimento che,quale metafora di una specie di

danza interiorizzata, passa dauna figura all'altra, spingendoleverso una vera e propria illumi-nazione. L'intento è, appunto,quello di trasmettere una vita-lità che è gioia e colore e fon-damentalmente ritmo e,quindi, respiro. In tal senso èlecito parlare di un universofemminile che scaturisce dauno stato d'animo di pienezzae soddisfazione e lo fissa in im-magini di chiara consapevo-lezza di sè" (Claudio Strinati,2003).Ritengo, che la gioia che sca-turisce dalla mia arte, dipendadalla gioia che mi infondono ibambini nel loro bellissimomondo pieno di spontaneità,allegria, gioia, colore, luce. •

MM

Fra camicee tavolozza

MC 14

Dott.ssa Anna Maria NavazioPediatra di libera scelta

MEDICI CREATIVI

Pediatria e pittura, le due animedi Anna Maria Navazio

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MC 16

’Ordine dei me-dici di Roma haorganizzato loscorso 21 feb-braio un con-vegno su “La

sicurezza nel bicchiere d’ac-qua. Problematiche legate adarsenico e altri inquinanti na-turali”. Alla manifestazionesono intervenuti numerosi Re-latori di varie Istituzioni edEnti, e hanno partecipato uncentinaio di medici e alcuniamministratori locali. La riunione è stata aperta dal Dr.Ernesto Cappellano, Tesoriere eConsigliere dell’Ordine dei Me-dici di Roma che, introducendoi Relatori, ha testimoniato sul-l’importanza ed attualità delproblema ai fini della salutepubblica - specie in alcuni terri-tori della Regione -, e della op-portunità di invitare, in dibatti-ti interdisciplinari, varie com-ponenti professionali al fine difornire indicazioni aggiornatesoprattutto alla classe medica.La prima parte della mattinata èstata dedicata alle caratteristi-che dell’acqua in distribuzionenella Regione Lazio, dapprima inRoma Capitale, e successiva-mente sono state descritte le re-altà nei territori della Provinciadi Roma.Per quanto riguarda Roma, Lu-cia Grassano (Direttore ffS.P.A.A.P. dell’ASL Rm/C) haillustrato la situazione dell’ap-provvigionamento idrico nelterritorio di competenza se-gnalando che gli approvvigio-

namenti idrici privati presentinella fascia periferica del terri-torio cittadino non alimentatoda acquedotto pubblico in al-cune zone le falde idriche pre-sentano arsenico superiore ai 10�g/l., a causa di caratteristichegeologiche del territorio di na-tura vulcanica, concentrata so-prattutto nei Municipi XI, XII, XIX,XX e in parte nel Comune di Fiu-micino. Dove è emersa tale pro-blematica il responsabile dellastruttura ha provveduto all’in-stallazione di un dearsenifica-tore. Il Servizio P.A.A.P. attuapiani di monitoraggio che con-sentono di conoscere le varia-zioni nel tempo delle concen-trazioni di arsenico e valuta de-cisioni da intraprendere dal pun-to di vista sanitario.Marilena Rocchi (SIAN - ASLLatina) ha discusso dell’ “Ac-qua nel territorio della Pro-vincia di Roma fornita da altrogestore: il caso di Anzio eNettuno”, discutendo dei va-lori borderline registrati adAnzio e Nettuno. La rete ac-quedottistica dei due comuniconvoglia acque emunte dal-la provincia di Latina (Carano)ma nei medesimi territori esi-ste una problematica colle-gata all’esistenza di taluni poz-zi (23 con Arsenico > 20 µg/Ldei quali 9 ad uso non ali-mentare e 14 ad uso alimen-tare). La ASL collabora aduno studio per la valutazionedell'esposizione all'arsenicoinorganico nella popolazionecon vari medici ed Istituzioni

e conseguente sensibilizza-zione della popolazione. Angela De Carolis (Direttore ffSIAN ASL H) ha discusso delcaso delle acque nel territoriodei Castelli Romani segnalan-do i rilievi condotti nel temposoprattutto nei comuni di La-riano, Velletri, Albano Laziale,Lanuvio (12-20,9µ/l), Genzano(2-16,4 µ/l), Ariccia (5,6-14,6µ/l) con positivi sviluppi neltempo della situazione delleacque a Velletri, ove L’Ente ac-quedottistico e poi il Gestoreunico d’ambito furono co-stretti a chiudere alcuni pozziutilizzando sistemi chimico-fisici di abbattimento dell’ar-senico. Ad Albano gli inter-venti di risanamento per ad-duzione di acqua dall’acque-dotto del Simbrivio e i lavori dipotenziamento della rete idri-ca hanno portato ad una ridu-zione in media dei livelli di ar-senico al di sotto dei valori so-glia con taluni isolati episodi dicriticità per i pozzi privati,dove è anche difficile interve-nire per l’asserito uso dell’ac-qua solo a scopo irriguo. Augusto Pizzabiocca (Diret-tore del Servizio Igine degli

Alimenti ASL RM F) ha riferitosulla “Situazione del’acqua nelcomprensorio della provinciadi Roma Nord-Ovest” ovveronel territorio dell'Azienda USLRm F, confinante con la pro-vincia di Viterbo, costituito da28 comuni.La natura geologica del terri-torio è prevalentemente diorigine vulcanica, con unazona costiera con composi-zione prevalentemente terri-gena. L'approvvigionamentoidrico della maggior parte deicomuni è assicurato da acquada pozzi e sorgenti, mentrenel caso dei comuni di Civita-vecchia, Santa Marinella e Tol-fa una parte di acqua provie-ne da un corpo idrico superfi-ciale (Fiume Mignone previotrattamento di potabilizza-zione). La maggior parte diacqua di pozzi e sorgenti hamostrato presenza di con-centrazioni superiori alla nor-ma di As e F. La presenza inalcuni casi di Trialometani aCivitavecchia, S.Marinella eTolfa è da imputare al sistemadi disinfezione con ipocloritodi sodio dell'acqua prove-niente dal Fiume Mignone. • •

Problematiche legate ad arsenico e altri inquinanti naturali

La sicurezza nelbicchiere d’acqua

LLDott. Ernesto CappellanoTesoriere e Consigliere OMCEO

PREVENZIONE

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SCIENZA&RICERCA

MC 17

a dipendenza èuna malattiacronica a ca-rattere recidi-vante, a genesimultifattoriale,caratterizzata

da discontrollo dell’impulso di ri-cerca della sostanza e della suaassunzione, nonostante la con-sapevolezza dei danni che pro-duce (OMS). Questa definizionechiude l’annosa querelle riguar-dante la natura della dipenden-za (definita di volta in voltacome devianza, disagio sociale,vizio), grazie alla monumentaledisponibilità di evidenze scien-tifiche riguardanti gli aspettieziopatogenetici, diagnostici eterapeutici.Da un punto di vista eziologico,lo stato di dipendenza si deter-mina in virtù di uno sbilancia-mento tra fattori di rischio e fat-tori di protezione, individualied ambientali, definibile comevulnerabilità. Da un punto divista neuropatologico, la di-pendenza è l’esito di una croni-ca iperstimolazione delle strut-ture neuronali costitutive delcosiddetto reward system (si-stema della gratificazione), co-stituito nel SNC dall’Area Teg-mentale Ventrale, dal NucleoAccumbens, dal Sistema Limbi-co e dalla Corteccia Prefronta-le; questo sistema viene fisiolo-gicamente attivato in tutte quel-le situazioni in cui i comporta-menti sono finalizzati alla con-servazione individuale e dellaspecie (ricerca del cibo, del-

l’acqua, funzione riproduttiva,ecc.), reiterandone l’attuazio-ne; l’assunzione cronica delle so-stanze d’abuso causa una iper-stimolazione di questi circuiti,caratterizzata da un aumentodella trasmissione sinaptica do-paminergica che dà, come ri-sultato, una salienza dei com-portamenti di ricerca della so-stanza che soppianta quella peri comportamenti fisiologici con-servativi, per cui il soggetto di-pendente riconosce come indi-spensabile alla sua sopravvi-venza l’assunzione della so-stanza, mettendo tutto il restoin secondo piano.La dipendenza rappresenta lacoda estrema di uno spettrocrescente di gravità, correlata acomportamenti gradualmenteingravescenti e che vanno dalconsumo controllato, all’abusoed alla dipendenza stessa. Inquesto spettro si verificano al-terazioni dei circuiti neuronali ci-tati, che nelle prime fasi sonofunzionali e reversibili, mentrenella dipendenza sono strutturalied irreversibili, responsabili del-la riproposizione dei comporta-menti discontrollati (ricaduta)anche dopo anni di remissione.La progressione attraverso que-ste fasi ingravescenti avvienecon tempi e modi differenti, di-pendenti dalle caratteristichedell’individuo ma, soprattutto,dalle caratteristiche della so-stanza, laddove per sostanzenon intendiamo unicamentequelle “illegali” (eroina, cocaina,cannabinoidi, “ecstasy”, ecc.),

ma anche quelle “legali”, princi-palmente nicotina ed alcol.È di dominio comune che que-ste sostanze “legali” provochinodanni, a livello individuale ed an-che sociale, numericamente edeconomicamente molto rile-vanti e molto superiori all’enti-tà dei danni causati dalle so-stanze “illegali”.Attualmente sta acquistandogrande rilevanza l’allerta, chesuscita grande preoccupazio-ne, riguardante le cosiddette“dipendenze comportamenta-li” o “dipendenze senza sostan-za”: si tratta di tutti quegli statiin cui l’attivazione patologicadel reward system avviene adot-tando comportamenti compul-sivi, che surrogano quindi l’as-sunzione di una sostanza eso-gena, e che provocano i mede-simi meccanismi di neuroadat-tamento patologico descrittiprecedentemente; parliamo delgioco d’azzardo patologico(GAP), della dipendenza da in-ternet, dello shopping compul-sivo, della sexual addiction.Tutte queste patologie deter-minano gravi alterazioni com-portamentali con disadatta-mento e ripercussioni negative

a livello della sfera individuale, fa-miliare e sociale in senso lato, ri-chiedenti interventi trattamentalispecifici, a lungo termine, anchedi carattere farmacologico. Gra-zie alle attuali conoscenze scien-tifiche, è possibile disporre distrumenti diagnostici, anchemolto sofisticati, e di presidi te-rapeutici il cui utilizzo rispondea precisi criteri di efficacia, anchein base a specifiche caratteristi-che farmacodinamiche e far-macocinetiche. Le diverse formedi dipendenza corrispondono,da un punto di vista neurobio-logico, fondamentalmente al-l’alterazione dei circuiti neuronalisopra citati, ma questa altera-zione è determinata da mecca-nismi di interazione diretta o in-diretta, in funzione dei diversi tipidi sostanza stupefacente.La tossicodipendenza da op-piacei rappresenta il paradigmadelle patologie da dipendenza.Questa forma patologica è lapiù studiata e conosciuta, harappresentato per molti anniun’emergenza sociale e sanita-ria ed ha portato alla raziona-lizzazione di metodologie estrategie terapeutiche del tut-to peculiari. • • •

Patologie da dipendenza

LL

I nuovi modelli organizzativi Hub&Spoke stannoriscuotendo ottimi risultati nel processo di riduzionedei danni, stabilizzazione e progressivo reinserimentodei pazienti colpiti dai vari tipi di dipendenza.Obiettivo finale: restituire la dignità all'individuo

Dott. Pietro Casella,Direttore Sostituto UOCDipendenze – ASL RM EPresidente Sezione RegionaleLazio della Società ItalianaTossicodipendenze (SITD)

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lzi la mano chi,nato a Roma,non si sia reca-to almeno unavolta pressol’Istituto Der-

mopatico dell’Immacolata invia Monti di Creta. Se è veroche ufficialmente l’istituto na-sce il 27 febbraio del 1912,quando un decreto prefettizioautorizzò Antonio Sala al-l’esercizio di una casa di saluteper le malattie dermatologi-che con a fianco il Dott. OresteGamba in qualità di responsa-bile sanitario, è altrettanto veroche la cura dei malati, in quellembo della campagna romanaa ridosso del Vaticano, era ini-ziata molto tempo prima. Noti al popolo romano come“frati azzurri” per il colore del-la veste che indossavano i reli-giosi concezionisti espletavano,sotto la sapiente e illuminataguida del loro Padre fondatoreLuigi Maria Monti, attività di as-sistenza ospedaliera pressol’arciospedale del Santo Spirito

in Sassia di Roma che, nell’ulti-mo ventennio del XIX sec., erail più grande nosocomio d’Eu-ropa.Il lavoro presso questo grandeOspedale romano era così mas-sacrante che Luigi Maria Mon-ti decise di acquistare un po-dere denominato “Vigna di SanGiuseppe”, a pochi passi dallachiesetta campestre della Ma-donna del Riposo, al numero 2del Vicolo delle Mura Vaticane,ove inviare i fratelli a ritemprarsidalle fatiche.Quel lembo della campagna ro-mana era abitato da contadinie da pastori. La miseria, lasporcizia e l’indigenza la face-vano da padrone. In quel con-testo sociale si sviluppavanomalattie varie. La tigna e lascabbia, insieme a molte altreaffezioni dermatologiche, co-stituivano per i contadini e i pa-stori dell’agro romano una veracalamità.I religiosi di padre Monti si tro-varono ben presto a dover farfronte a numerose richieste di

assistenza e non si tirarono in-dietro. Fecero di quel pezzo diterra, acquistato in realtà perconsentire il riposo del corpo edello spirito, un’appendice del-l’ospedale.I frati azzurri cominciarono acurare all’interno di una vecchiacasa colonica usando mezzi etecniche di loro conoscenza,sotto l’impulso e l’indirizzo dipadre Antonio Ludovico Sala,primo prete della Congrega-zione dei Figli dell’ImmacolataConcezione. Non laureato inmedicina, ma diplomato in bas-sa chirurgia presso l’Universitàdi Roma, nel volgere di pochianni Padre Sala divenne l’apo-stolo dei “tignosetti” della cam-pagna romana. Si gettò animae corpo nello studio della der-matologia e i malati di tigna, dilupus, di eczema e di psoriasiche si rivolgevano a lui comin-ciarono a mostrare notevolimiglioramenti.La piccola casa colonica venneprogressivamente ampliata conl’aggiunta di altre costruzioni

che si affiancavano una all’altradegradando verso la Valle del-l’inferno, così denominata nonperché vi si fossero verificatifatti orribili, ma per la presen-za di numerose fornaci che,nottetempo e con un po’ di fan-tasia, facevano pensare ai gironidanteschi.Le guarigioni ottenute da padreSala cominciarono ad avereeco oltre le mura cittadine ed adiffondersi in tutta Italia. Lanascita dell’Istituto Dermopa-tico dell’Immacolata non èquindi stata programmata atavolino, ma si è verificata gior-no dopo giorno, con tanta fati-ca ed illuminazione. Il decreto prefettizio del 1912non fu altro che il riconosci-mento ufficiale di un’attivitàospedaliera che si era già datempo affermata per “volontàpopolare,” ma sempre e co-munque sulla base di concretirisultati tecnico – scientifici.Le richieste di assistenza e di ri-covero aumentavano di giornoin giorno e Sala proseguiva

MC 18

STORIA

Un Ospedaledi uomini e di storia

Sorto su un podere acquistato per far ritemprarei frati azzurri impegnati al Santo Spirito,

l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata divenneda subito un riferimento di eccellenza.

Oggi l'IDI continua nella sua missione, ispiratodai ricordi di padre Sala e fratel Stablum, grandiuomini che hanno reso grande l'ospedale romano

Dott. Ugo Luigi Aparogià Direttore Sanitario IstitutoDermopatico dell’ImmacolataIRCCS Roma

foto di Antonio Cirelli

AA

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nella sua opera di convinci-mento nei confronti dei suoi Su-periori perché consentissero direalizzare un vero e propriopresidio ospedaliero.Il primo prete della Congrega-zione dei Figli dell'ImmacolataConcezione si rivolse anche alPapa, ed in data 5 aprile 1913San Pio X intercedette a suofavore. Terminata la GrandeGuerra nel 1920 Papa Bene-detto XV impegnò la SantaSede per un importo di due-centomila lire affinché venissecostruito il sanatorio richiestoda padre Sala.Il 20 marzo del 1923 vennedato corso allo scavo per la co-struzione del Sanatorio del-l’Immacolata, la cui prima pie-tra venne posata il 27 maggio1923.Neanche due anni dopo, il 19marzo 1925, venne inauguratala struttura ospedaliera, il Sa-natorio dell’Immacolata, ovve-ro il primo nucleo dell’IstitutoDermopatico.Il 10 marzo 1931 iniziò la sua at-tività presso il Sanatorio fratel

Emanuele Stablum, primo me-dico della Congregazione. IlSanatorio dell’Immacolata con-sisteva in un unico fabbricatoche comprendeva l’ambulato-rio, le sale di degenza, la medi-cheria, l’alloggio per la comu-nità, la cappella ed i servizi. All’ingresso fronte strada vi erala farmacia. Tutt’intorno si sten-deva la campagna, ancora col-tivata a vigna. La stessa viaMonti di Creta, così chiamataper le cave di argilla abbondantinella zona, era in sostanza unastrada di campagna piuttostostretta. Stablum si trovò a lavorare ac-canto a padre Sala che avevaacquisito nel tempo un grandeprestigio. Pur rispettandolo,Stablum cominciò ad organiz-zare il lavoro con nuovi criteri,a partire dalla registrazione ditutti i casi giunti alla sua osser-vazione. Lavorarono al suo fian-co i primi collaboratori tra i qua-li spiccò il nome del Dr. UgoPiazza, medico, ma anche gior-nalista e poeta. Nel 1933 Fr.Emanuele Stablum diventò Di-

rettore del Sanatorio.Gli anni 1943 e 1944 furonoanni tragici, segnati dalla scia-gura della Seconda GuerraMondiale. Dopo l’8 Settembre1943 vigeva a Roma la leggemarziale. Tutti i giorni si dif-fondevano notizie di angheriesu inermi cittadini di ogni cetosociale, di ogni età e, in modoparticolare, sugli ebrei, per iquali era in atto “la soluzione fi-nale”. Intanto, nell’Istituto Der-mopatico dell’Immacolata,mancavano finanche le garze eil cotone.In una situazione tanto dram-matica Fr. Stablum non si tiròindietro. A chi bussava apriva leporte dell’Istituto. Le aprì agliebrei perseguitati così come aipolitici ricercati, senza guar-dare fede, età, condizione so-ciale, e senza esigere alcuncompenso. La decisione di ac-cogliere gli emarginati e de-portati ebrei fu sua. E la preseben cosciente di mettere a ri-schio la sua vita. Fu una deci-sione attuata con una strategiaintelligente: l’ospite ebreo o il ri-

fugiato politico riceveva da luiuna nuova identità, un ruolonell’Istituto vero o fittizio daostentare, un nascondiglio si-curo per le emergenze. Un ri-fugiato veniva trasformato inmalato, un altro in farmacista,un altro in religioso, cercandooltretutto di far sorgere tra i ri-fugiati l’amicizia. A confermadell'instancabile attività del-l'Istituto venne anche redattauna rivista interna che definivai rifugiati ricoverati come affettidal “morbo di Kesselring”.Finita la guerra l’IDI, che nonaveva subito danni materiali, ri-prese in pieno la propria attivi-tà. Ma pochi anni dopo la finedelle ostilità l'Istituto passò at-traverso un'altra pagina buiadella sua storia. Ammalatosinel 1948, Fratel Emanuel Sta-blum morì il 16 marzo 1950. Il ri-cordo del Direttore del Sana-torio è stato onorato il 20 no-vembre 2001, quando Sta-blum è stato insignito del tito-lo “Giusto tra le Nazioni” allamemoria: il più alto riconosci-mento che lo Stato d’Israele

MC 19

STORIA

"I frati azzurricominciaronoa curare all’internodi una vecchia casacolonica usando mezzie tecnichedi loro conoscenza,sotto l’impulsoe l’indirizzo di padreAntonio LudovicoSala, primo prete dellaCongregazione deiFigli dell’ImmacolataConcezione. Nonlaureato in medicina,ma diplomato in bassachirurgia pressol’Università di Roma,Padre Sala divennel’apostolo dei‘tignosetti’ dellacampagna romana”

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MC 20

STORIA

dona a coloro che hanno sal-vato la vita a ebrei a rischio del-la propria.Nonostante la scomparsa diStablum nel secondo dopo-guerra nuove e giovani forzepermisero una rapida rico-struzione dell'Ospedale. Inparticolare quattro giovanivalidissimi medici fecero sìche l’IDI proseguisse la sua at-tività senza alcuna interruzio-ne: Rino Cavalieri e Luigi Pran-dina, appartenenti alla Con-gregazione, e Luciano Mo-scardin e Attilio Voglino. In-sieme a loro va ricordato ilprof. Luigi Biava, già da alcu-ni anni consulente internista.Nel 1952 e nel 1957 la struttu-ra venne ulteriormente am-pliata, e si aggiunsero altrimedici, tra i quali si menzionaun altro fratello medico, il Dr.Romeo Simoni, apprezzato

dermatologo.Il 31 luglio del 1970 il “Sana-torio dell’Immacolata” fu clas-sificato come “Ospedale re-gionale specializzato per ladermatologia”, dotato di 220posti letto destinati a diven-tare 350 comprensivi di Divi-sione Dermatologica distac-

cata presso Villa Paola a Ca-pranica in provincia di Viterbo.Nel 1990 venne riconosciutoIstituto di Ricovero e Cura acarattere scientifico.Chi percorre oggi via dei Mon-ti di Creta e ricorda com’eraquella zona cinquant’anni fa,stenta a orientarsi. Il primo

edificio, di colore rosato, nonesiste più. Anche il padiglioneper la terapia fisica costruitoda Stablum durante la guerraè scomparso.Nel grande Istituto, meta quo-tidiana di centinaia di pazien-ti presta servizio, accanto aireligiosi, personale medico enon.I tempi sono cambiati, ma an-cora aleggia nonostante levicissitudini odierne quell’ariadi famiglia, quell’aria di ap-partenenza, quel carisma equella progettualità, quei va-lori tracciati in oltre 150 annidalle grandi figure di cui hoparlato e da tutti coloro chehanno contribuito con la loroabnegazione alla storia del-l’Istituto Dermopatico del-l’Immacolata di cui mi onoroessere il Direttore Sanitario daormai quasi vent’anni. •

“Il Sanatorio dell’Immacolataconsisteva in un unico fabbricatoche comprendeva l’ambulatorio,le sale di degenza, la medicheria,l’alloggio per la comunità, lacappella ed i servizi. All’ingressofronte strada vi era la farmacia.Tutt’intorno si stendeva lacampagna, ancora coltivata a vigna”

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vendo esami-nato e discussole ricaduteoperative deri-vanti dalle di-sposizioni nor-

mative del Governo e dellaConferenza Stato-Regioni, laCommissione ECM ha ritenutoimportante rappresentare leproprie considerazioni, sullequali si è convenuto all’unani-mità dei presenti, affinchévengano sottoposte all’atten-zione dei colleghi e degli or-ganismi deputati alla rappre-sentanza della categoria,anche nei confronti dei deci-sori politici.Per quanto riguarda il ruolo ele competenze degli Ordiniprofessionali alla luce dell’Ac-cordo Stato Regioni del 19aprile 2012, ed a seguito dellenorme di cui al DL 138 del 13agosto 2011 (Decreto Monti),in particolare rispetto all’ap-plicazione delle sanzioni neiconfronti dei sanitari che nonavranno ottemperato all’ob-bligo formativo alla fine deltriennio 2011-2013, è essen-ziale che gli Ordini si faccianocarico della preoccupazione edel malcontento da più partiemerso e rappresentato dallacategoria tutta, per una nor-mativa farraginosa, estrema-mente burocraticizzata e cherischia di vedere completa ap-plicazione solo per gli aspettisanzionatori a carico degli ina-dempienti.Si ritiene strategico che l’Or-dine sottolinei il diritto/dovere

del medico di aggiornarsi co-stantemente e regolarmentequale elemento di qualità e ri-conoscimento di ruolo e com-petenze specifiche.Proprio nell’ottica del di-ritto/dovere è essenziale chegli Ordini richiamino tutti isoggetti interessati alla cor-retta applicazione dei rispet-tivi obblighi in tal senso, cheindividuano nelle UOC forma-zione delle aziende sanitarie eospedaliere i centri responsa-bili dei processi formativi fina-lizzati alla realizzazione di per-corsi adeguati alle esigenzeformative specifiche e nei pro-fessionisti dipendenti e con-venzionati , i soggetti ai qualila formazione deve essere ri-volta, unitamente all’ampia ca-

tegoria dei liberi professionistii quali devono poter trovareofferte formative valide e frui-bili articolate nel rispetto degliobiettivi formativi individuatidalla Commissione.A tal scopo la Commissione ri-tiene utile sollecitare i refe-renti delle UOC Formazionedelle Aziende Sanitarie Localie delle Aziende Ospedaliereper confrontarsi sul tema epromuovere le rispettive ini-ziative nell’ottica di garantirela massima aderenza alle ne-cessità formative sia delleaziende che dei professionisti.Un’armoniosa e omogenea di-stribuzione di competenze efinalità tra i vari partners delsistema salute consentirà dicrescere nella consapevolezza

che la formazione è elementoqualificante della professionemedica e sanitaria oltrechéstrumento per rafforzare l’im-magine ed il ruolo del profes-sionista medico-chirurgo.Analoga sensibilità deve es-sere posta nell’affrontare ladelicata questione sanziona-toria, prevista dal dispostonormativo, che deve necessa-riamente trovare risposte dibuon senso e serietà con unaGradualità del sistema sanzio-natorio (da applicarsi in rela-zione alla percentuale di cre-diti risultata non soddisfatta)che tenga conto di tutte le va-riabili che possono intercor-rere nella mancata acquisi-zione del montecrediti/annuo:

MC 22

Obblighi formativi, sanzioni disciplinari e regolamentodell’Educazione Continua in Medicina: il focus dell’Ordinedei Medici di Roma sulla Normativa del programma diaggiornamento medico alla luce del Decreto Monti

Dott. Cristina Patrizi Responsabile FormazioneECM RMOMCeO

COMMISSIONI

Un percorsonon ancora definito

AA

Un’armoniosa e omogenea distribuzionedi competenze e finalità tra i vari partnersdel sistema salute consentirà di crescerenella consapevolezza che la formazioneè elemento qualificante della professionemedica e sanitaria oltreché strumentoper rafforzare l’immagine ed il ruolodel professionista medico-chirurgo

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• deve essere prevista unaforma di compensazioneper malattia accertata checomporti inabilità lavora-tiva e/o invalidità civile;

• occorre pensare a formecompensatorie anche pergravidanza e/o adozioni;

• assenza di piani formativiaziendali in grado di soddi-sfare la formazione del per-sonale, in accordo a quantoprevisto dai contratti na-zionali di categoria;

• carichi lavorativi e situazionidi sottorganico che impon-gono ritmi e turnazioni chenon consentano attivitàformative extra orario di la-voro, senza determinaredifficoltà oggettive e so-vraccarichi personali.

Si può pensare, di contro, adun sistema premiante dei col-leghi “virtuosi” con numero dicrediti eccedenti il massimorichiesto e/o in regola conl’assolvimento degli obblighiECM, ai fini della valutazionecurricolare del sanitario;Le nuove regole a governodel “sistema ECM”, così come

formalizzate all’interno del-l’Accordo Stato Regioni del 19Aprile 2012, necessitanoquindi di un processo di veri-fica e approfondimento su piùdi un aspetto: • ruolo sanzionatorio e com-

piti certificatori degli Or-dini;

• ruolo di auditing e Osserva-torio Nazionale Qualità eFormazione Continua;

• specificità della formazioneerogata (percentuale tratematiche “ordinistiche” etematiche diverse) e acqui-sita in relazione al fascicolopersonale;

• formazione per “liberi pro-fessionisti” e quota di am-pliamento tematiche di ag-giornamento.

Questione sponsorizzazioneeventi e quote di implementa-zione.Non ultime sono da sottolinearele preoccupazioni emerse in re-lazione al significativo onereeconomico correlato all’impe-gno della formazione obbliga-toria. Tale elemento di rifles-sione non è secondario, stante

la corrispondenza sostanzialetra numero di crediti da acqui-sire ed ore dedicate (un cre-dito/ un'ora).150 crediti a triennio equival-gono ad un pari o superioreimpegno di quote orarie chenon può non ritenersi corri-spondente ad un impegnoeconomico ( ore professionalidedicate, spese per sostitu-zione etc) di 3.000–4.000 �complessivi.Tali impegni sono al momentocompletamente a carico deisingoli professionisti.La Commissione ECM ritieneindispensabile che gli Ordinisi facciano latori di tali consi-derazioni al fine di concretiz-zare una posizione ufficiale inFNOMCeO che veda suppor-tate le esigenze emerse dallevarie aree della professione,con l’imprescindibile connu-bio tra diritto e dovere all’ag-giornamento professionalecontinuo con l’elemento diqualità e spessore della for-mazione professionale, che nerappresenta un inequivocabilevalore aggiunto. •

M23

Commissione ECM

Coordinatore:Cristina Patrizi

Awad Hussein Musa

Bagnato Antonino

Barcaioli Eliseo

Bertolini Carlo

Brancato Tommaso

Cappellano Ernesto

Ciaramella Ivana

Cuffari Alfredo

D'Agostino GiuseppeRoberto

De Bono Virgilio

Del Re Giovanni

Di Biagi Ruggero

Di Tullio Alessandra

Di Virgilio Roberto

Diotallevi Paolo

Ferrari Raffaele

Filetti Sebastiano

Fordellone Filippo

Gatta Luisa

Gentili Vincenzo

Iacovelli Paolo

Lucà Francesco

Magi Antonio

Magnanti Massimo

Marin Marco

Midi Paolo

Montanari Ugo

Nocita Giuseppe

Oppido Piero Andrea

Pellicelli Adriano Maria

Pirrotta Enzo

Pulignano Giovanni

Quadrelli Domenico

Roscio Giancarlo

Saltarocchi Mario Lucio

Sansonetti Andrea

Scafato Emanuele

Scalise Rosa Maria

Strollo Felice

Trabucchi Carlo

Trevisan Alessandro

Triestino Gilberto

Zamperini Daniele

COMMISSIONI

C

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MC 24

a parafrasi diquesta notacanzone, vinci-trice del festi-val di Sanremodel 1964, ciconsente di in-

trodurre e sdrammatizzare dueimportanti ed attuali temi dipolitica sanitaria. Il primo argomento relativo alladisomogenea e frammentariaofferta di cura, che la gestionefederale della spesa sanitaria haprodotto, entra in forte contra-sto con l'immagine di un'Italia,tutta unita davanti al televisore,che trasmetteva nell'ormai lon-tano 1964, il festival di San-

remo.Il secondo tema, più attuale, èche l'importante incrementodella spesa sanitaria, determi-nato dall’utilizzo di terapie in-novative, ma più in generaledalle nuove tecnologie, ha im-posto dei sempre più rigidi cri-teri di selezione dei pazienticandidati ad un dato tratta-mento; il tutto in nome di unanecessaria razionalizzazionedelle risorse, sintetizzata dauna espressione anglofona, or-mai abusata e nota come“spending review”.Di recente, i due aspetti informa coniugata sono tornatiin forte evidenza sui media per

la singolare decisione di alcuneregioni di rimborsare un far-maco innovativo ed efficaceper il trattamento del tumoremammario avanzato in base al"criterio anagrafico" esclu-dendo, di fatto, la popolazioneanziana (> 65 anni).Si è creata, dunque, l'imbaraz-zante condizione per il clinicoche s’interfaccia con i pazienti,di escludere una persona dauno specifico trattamento soloed esclusivamente su scelte dipolitica sanitaria regionale, so-stenute da motivazioni di na-tura anagrafica e quindi, in as-senza di un razionale biologico,farmacologico e/o clinico.

Trascurando due altri impor-tanti aspetti, ossia, la “libertàcondizionata” del sanitarionella scelta del trattamento e lacomplessità della definizione dipaziente “anziano”, emergonogli importanti aspetti di dispa-rità nel diritto alla salute basatisu criteri costituzionali.Le macroscopiche difformità intermini di disparità nell’accessoai farmaci oncologici ad altocosto, prodotte da questa de-viata politica sanitaria nelle di-verse regioni italiane, sonostate oggetto d'importanti cri-tiche da parte delle principalisocietà nazionali di branchemediche che si occupano di on-

MC

Dalle cure innovative alla spending reviewDott. Carlo Capalbo Ricercatore, Oncologo MedicoSapienza, Università di Roma

SCIENZA&RICERCA

LL

Non ho l’età

24

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Non ho l’età

MC 25

cologia (AIOM, AIRO, SICOecc), di associazioni di pazientioncologici e dello stesso enteregolatorio nazionale AIFA(l'Agenzia Italiana del Far-maco).In particolare, in un recentedocumento congiunto, l'Agen-zia Italiana del Farmaco e L'As-sociazione Italiana di Oncolo-gia Medica (AIOM;www.agenziafarmaco.gov.it)hanno sottolineato quanto siaimportante non solo eliminarequeste inaccettabili disparitàgeografiche ma anche di ab-battere il ritardo nell'accesso alfarmaco sul territorio, pro-dotto dalla ulteriore e ridon-dante approvazione delle sin-gole commissioni regionali; difatto, risulta incomprensibileperché dopo l'approvazione didue organismi di elevato spes-sore tecnico-scientifico qualisono l'EMA (European Medici-nes Agency) e L'AIFA si debbaattendere un terzo parere a li-vello regionale.Un necessario approfondi-mento, tuttavia, lo merita laquestione specifica relativa allecondizioni di rimborsabilità edunque, di utilizzo del Nab-pa-clitaxel che ha interessato re-centemente la regione Veneto. In particolare, una delibera re-gionale limitava, diversamenteda altre regioni, l'indicazioneall'uso del farmaco ( utilizzatoin una linea successiva allaprima, nel trattamento del can-cro mammario metastatico) apazienti con età inferiore a 65anni; in realtà il dato non è deltutto arbitrario ed è parzial-mente giustificabile sulla basedel fatto che la quota di popo-lazione definita "anziana" neglistudi che hanno portato allaregistrazione del farmaco eramolto esigua e dunque, nonsufficiente per poter effettuareanalisi statistiche affidabili intermini di efficacia e tossicità.Sebbene quest'ultima consi-derazione sia vera, oggi è am-piamente riconosciuto chel’età anagrafica non può es-sere considerata un criterio diesclusione per un dato tratta-mento, ma gli strumenti di va-lutazione multidimensionalegeriatrici, permettono insiemeai parametri clinici di identifi-care una quota (che è mag-

gioritaria) di pazienti che nonhanno sufficienti motivi pernon essere trattati come il gio-vane-adulto. Dunque, la restri-zione imposta dalla regioneVeneto determina, senza dub-bio, un fenomeno di emargi-nazione dei pazienti di > 65anni ed una vera e propria di-sparità tra soggetti simili nelcampo della cura del tumorealla mammella; il tutto critica-bile dal punto di vista della tu-tela dei diritti costituzional-mente garantiti (Art. 3, Art. 32- Costituzione Italiana). Tale disparità e' in evidentecontrasto con il principio diuguaglianza ed il relativo di-vieto di discriminazione; esclu-dere la rimborsabilità di un far-maco innovativo in unaregione piuttosto che in un’al-tra, determinerebbe una di-scriminazione per il solo fattodi risiedere ed appartenere aduna data area geografica, im-plicando una non scientifica-mente suffragata categorizza-zione nella selezione deipazienti da curare. Il progresso scientifico in am-bito sanitario, e come tale an-che l’innovazione in campofarmacologico, deve averecome obiettivo principale,quello di tutelare la salutedella persona in tutte le sueforme, indistintamente dalsesso, età e/o altra categoria. Quindi nella complicata analisi

dei costi-benefici che deve ef-fettuare il clinico sul singolocaso specifico, le eventualiesclusioni sono da considerareeticamente tollerabili solo sesostenute da giustificazioniscientificamente apprezzabili. Il caso Veneto, dunque, nonrappresenta un esempio diequo contemperamento degliinteressi in gioco, quali quellidel paziente e della finanzapubblica a tutela della salutecollettiva; tuttavia, offre l’op-portunità di riflettere sull’uti-lità di introdurre una regola-mentazione che meglioconiughi i costi determinatidall’utilizzo di nuove terapie diriconosciuta efficacia ed il di-ritto alla cura del singolo. Lascienza medica ed il progressotecnologico, infine, hanno por-tato, negli ultimi anni, ad unasempre maggiore attenzionealla personalizzazione dei trat-tamenti terapeutici, conside-rando ogni paziente come sin-gola entità dotata di peculiaricaratteristiche fisiologiche, disesso, d’età, caratteristichebiologico-molecolari ecc.Dalle considerazioni prece-denti emergono, dunque, dueprincipali quesiti:- come si può essere proposi-tivi e non solo critici rispetto aquesti delicati aspetti di poli-tica sanitaria?- come si possono coniugarei considerevoli costi determi-

nati dall’introduzione di nuovitrattamenti di riconosciuta ef-ficacia ed il diritto alla curadel singolo?Noi pensiamo che una viad’uscita da questo delicatoproblema di politica sanitariaesista e che non possa pre-scindere da una condivisionedello sviluppo e dell'impattoeconomico delle nuove tecno-logie tra le aziende farmaceu-tiche e l'ente regolatorio.Nello specifico, riteniamo che:1) dopo l'approvazione di dueorganismi di elevato spessoretecnico-scientifico, quali sonol'EMA e l’AIFA, il farmacodebba essere, da subito, adot-tato in tutte le regioni senzaulteriori step approvativi.2) è necessario un miglior di-segno degli studi clinici propo-sti, in modo che il disegno noncrei delle disparità facilmenteprevedibili a priori (la maggiorincidenza di neoplasie e' ripor-tata nella fascia di età > di 65)e che sin dalle fasi precoci dellosviluppo del farmaco debbaessere instaurata una produt-tiva collaborazione tra aziendafarmaceutica ed ente regola-torio (cosi da limitare inutili in-vestimenti per le aziende edaccelerare il processo appro-vativo del farmaco)3) nel caso dei farmaci innova-tivi, in assenza di marcatoripredittivi di risposta, o di ana-lisi di sottogruppo non suffi-cientemente conclusive sullaefficacia (ma non sulla sicu-rezza), si applichi un modellodi rimborso del tipo Paymentby Result (rimborso per i primicicli di trattamento di pazientinon responder)4) sia necessario aumentare ipoteri dell’ente regolatorio(AIFA) in termini di verifica econtrollo dei criteri di appro-priatezza prescrittivi (in partegià attivi con i registri di mo-nitoraggio online) e limitareinutili sprechi di preziose ri-sorse economiche.Il tutto, secondo noi, si tradur-rebbe con un unico risultato,ossia, garantire ad ogni citta-dino una medicina non solopersonalizzata, secondo i piùmoderni progressi tecno-scientifici, ma anche attentaalla persona come entità so-ciale. •

MC 25

SCIENZA&RICERCA

Il progresso scientifico in ambitosanitario, e come tale anchel’innovazione in campofarmacologico, deve avere comeobiettivo principale, quello ditutelare la salute della persona intutte le sue forme, indistintamentedal sesso, età e/o altra categoria

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l Punto Unico di Ac-cesso (P.U.A.) rap-presenta un nuovomodello d'assistenza,basato sulla cosid-detta "presa in ca-rico" della persona

nella complessità e globalitàdei bisogni, con un'attenzioneparticolare anche alla famiglia eal contesto di riferimento. La“presa in carico” riguarda i cit-tadini più fragili ed indifesi, glianziani, i disabili.Sono spesso proprio questepersone che si perdono neimeandri dei servizi sanitaridelle ASL o nei servizi socialidel Comune, che vagano daun posto all’altro senza otte-nere le risposte giuste. La fun-zione di questo servizio faci-lita l’approccio del cittadinoal Servizio Socio-Sanitario elo indirizza alle struttureadatte, dando indicazioni giu-ste per soddisfare i bisognisociali e di salute.

Obiettivi del P.U.A.1) Superare le diseguaglianzesia nell’accesso che nella diso-mogeneità delle risposte limi-tando il rischio di riservare as-sistenza migliore e più rapida

a chi sa esprimere meglio leproprie necessità.2) Costituire un punto di riferi-mento territoriale per l'avviodella presa in carico dei biso-gni sociali e sanitari della cit-tadinanza.3) Facilitare l'accesso ai ser-vizi sociali e sanitari del terri-torio, semplificando i percorsinecessari all'attivazione degliinterventi e delle prestazioni.4) Accogliere, ascoltare, infor-mare ed orientare il cittadinoaiutandolo ad utilizzare i Ser-vizi già esistenti.5) Effettuare una prima valu-tazione integrata dei bisognisocio-sanitari del cittadino.6) Presa in carico dei bisognidell’utente.

Cosa si può richiedere alP.U.A.� Essere aiutato ad orientarsinella rete dei servizi, pubblici eprivati, disponibili sul territo-rio, che meglio possono ri-spondere al suo bisogno.� Avere informazioni sui Ser-vizi Sociali e Sanitari esistenti,sui giorni e gli orari di aperturaal pubblico, sugli interventierogati e sulle modalità di ac-cesso alle singole prestazioni.

MC

Il luogo dove ogni cittadino può rivolgersi perottenere qualsiasi informazione relativa ai servizi

dei Comuni del Distretto Socio-Sanitario

PSICHIATRIA

Punto Unicodi Accesso

II

26

Dott.ssa Rosa Maria ScaliseDirettore di StrutturaComplesso di Psichiatriapresso il Dipartimentodi Salute Mentale ASL RM-A

“La funzione del Punto Unico di Accesso faci-lita l’approccio del cittadino al Servizio Socio –Sanitario e lo indirizza alle strutture adatte,dando indicazioni giuste per soddisfare i biso-gni sociali e di salute”

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� Reperire la modulistica ne-cessaria per accedere alle pre-stazioni sociali e sanitarie. Il Punto Unico di Accesso èun pilastro del sistema inte-grato sociale e sanitario ed èil luogo dove i cittadini incon-trano, in un unico punto, me-dici di famiglia, infermieri eassistenti sociali con i qualicapire il bisogno di un pro-prio familiare. È rivolto in par-ticolare a tutte le famiglie conun proprio caro affetto danon autosufficienza parzialeo totale. La famiglia viene se-guita da tale servizio dallaprima domanda di aiuto, finoall’erogazione del servizio.

I luoghi del P.U.A.Il P.U.A. è ubicato nel territorioDistrettuale e Municipale ed ècostituito da personale sanita-rio e da assistenti sociali.

I momenti del P.U.A.La prima fase o “dell’accogli-mento” riguarda l’analisi delladomanda che viene effettuatadalla persona che di trova nelfront office, la quale riempieuna scheda nella quale scrivetutti i dati del paziente nonchéi bisogni. L’analisi della do-

manda viene accompagnata,qualora necessario, anche dauna valutazione dell’autosuffi-cienza, mediante scale validate,di uso comune.La seconda fase o “del pro-getto socio-terapeutico” o delback office, riguarda la riunionetra più soggetti (infermieri, me-dici, assistenti sociali), per met-tere a punto le risposte più ade-guate ai bisogni richiesti.

Allorché il progetto terapeu-tico è chiaro si convoca il pa-ziente con la famiglia e sispiega quale sarà il percorsoche si farà insieme, a domiciliodello stesso paziente laddovenecessario oppure nelle strut-ture della ASL di apparte-nenza oppure, nel caso di bi-sogni sociali, si spiega cosa eda chi chiedere.In caso di bisogno sociale c’è

un invio diretto a chi di com-petenza, ossia alle assistentisociali del Comune. In caso dibisogno complesso c’è l’invioal secondo livello e cioè allaUnità di Valutazione Multidi-mensionale Distrettuale, laquale deciderà sulla compe-tenza dell’assistenza. Il tuttoper aiutare i pazienti più biso-gnosi ad avere risposte ade-guate ed immediate. •

MC 27

PSICHIATRIA

“Il Punto Unico di Accesso è un pilastro del sistema integrato sociale esanitario ed è il luogo dove i cittadini incontrano, in un unico punto, me-dici di famiglia, infermieri e assistenti sociali con i quali capire il bisognodi un proprio familiare”

Page 30: Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

MC 28

ULTIMEDALL’ORDINEC

OMUNICATI

15 aprileNuovo incontro con la Procura di Roma: evitare

comunicazioni giudiziarie collettive.Il confronto tra il Presidente dell’Ordine e il PM

Leonardo Frisani segue l’impegno preso dopo laraffica di avvisi di garanzia all’Ospedale Pertini.

Lala: “La categoria medica non è un’associazioneper delinquere. Era necessario confrontarsi sulnumero abnorme di comunicazioni giudiziarie

inviate e sui nomi di medici e di altro personaleche la stampa ha subito diffuso. Ringrazio il dott.

Frisani di averlo permesso e sono soddisfattodell’esito che ha avuto“. •

29 aprileL’Ordine reagisce alle accuse del CODICI: datipretestuosi per le attese nei pronto soccorso.Lala: “Non più tollerabili affermazioni infondatee inutilmente allarmistiche”. Il Consiglio direttivodelibera di non far più passare sotto silenzio lenotizie non veritiere che periodicamente ledonol’immagine di singoli professionisti o delle strutturein cui operano. A innescare la decisione sonole dichiarazioni del segretario nazionaledell’Associazione, Ivano Giacomelli. •

24 maggioProtocollo di intesa tra medici e Polizia Localeper i certificati anamnestici degli agenti.L’accordo, promosso dall’Ordine, è siglato daFimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale.Agevolerà l’iter burocratico e il contenimentodei costi per il porto d’armi in servizio. Il costodel certificato è previsto in un massimo di 60,00� IVA inclusa, con l’impegnodell’Amministrazione capitolina ad accreditare ilcorrispettivo direttamente sul conto correntedel medico entro massimo 90 giorni dalla datadi emissione. •

20 maggioZingaretti nella sede dell’Ordine: istituiremo

un tavolo di ascolto della categoria.Ad accoglierlo il Presidente Lala e i componentidel Consiglio: “È la prima volta che il massimo

rappresentante della Regione ci onora della suapresenza e viene nella nostra casa ad ascoltare dipersona le richieste e le proposte della categoriamedica, mirate a superare l’attuale emergenzanella Sanità e a rilanciare l’offerta di salute per icittadini di questo territorio. Gesto di attenzione

verso di noi, inizia un nuovo percorso”. •

Orario estivoDal 29 luglio al 30 agosto

gli uffici dell’Ordine saranno aperti al pubblico, dal lunedì al venerdì, dalle ore

9.00 alle ore 13.00.

Inoltre, l’Ente rimarrà chiuso nella settimana dal 12 al 16 agosto.

Il consueto orario di apertura degli uffici riprenderà il giorno 2 settembre:

dal lunedì al giovedì apertura 9.00-13.00 e 15.15-17.00;

venerdì apertura 9.00-13.00.

Ricerche on lineSul sito dell’Ordine (www1.ordinemediciroma.it),nella sezione “Progetti dell’Ordine”, sonodisponibili i questionari relativi a due inchieste rivolte a tuttigli iscritti: il primo riguarda il tema Adolescenti e alcool, mentre il secondo ha come scopo laRilevazione di episodi di aggressione. Vista l’importanza degli argomenti, invitiamo le colleghee i colleghi a collegarsi con il sito per compilare direttamente on line i questionari, contribuendocosì ad una migliore conoscenza della situazionenella nostra realtà provinciale.

28 maggioLa Corte d’Appello di Roma riconosce il diritto rimborso degli anni di specializzazione:soddisfazione dell’Ordine per le nuove sentenze.Ne beneficeranno oltre 1.000 iscritti, per un totaledi 45 milioni di euro. Lala: “Questi nuovipronunciamenti giurisprudenziali confermanola linea ormai seguita dalla Magistratura e dannoragione a quanto abbiamo sempre sostenuto inmerito al diritto dei medici a vedersi riconosciutigli anni di specializzazione”. •

Page 31: Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

MC 29

Ordine intende perseguire fortemente la via dell’informatizzazione, al fine di ottimizzare i processi, ma an-che e soprattutto di offrire un servizio sempre più efficiente agli Iscritti.In particolare, l’informatica offre straordinarie opportunità, tra l’altro anche nella comunicazione interattivatra Ente ed Iscritto, assolvendo peraltro alle recenti disposizioni normative legate alla Posta Elettronica Cer-tificata (P.E.C.).In questo contesto l’Ordine promuove l’attiva collaborazione di ogni Iscritto, dovendo implementare il “Da-

tabase” con tutti gli indirizzari. Pertanto si richiede cortesemente di volere inviare:1) il numero di telefono cellulare 2) il numero di rete fissa (Studio e/o abitazione)3) l’indirizzo e-mail4) l’indirizzo P.E.C. (qualora non corrisponda a quella fornita gratuitamente dall’Ordine)

Per la migliore tutela della riservatezza e per la correttezza nell’acquisizione di tali dati, nonché nel rispetto delle normativevigenti, potranno essere comunicati attraverso le seguenti modalità a scelta:

I dati richiesti ai punti 1, 2, e 3, (numero di telefono cellulare, numero di rete fissa di studio e/o abitazione, indirizzo e-mail):• dal proprio indirizzo P.E.C. all’indirizzo P.E.C. dell’Ordine ([email protected])

oppure

• inviando i dati richiesti per posta (via G. B. De Rossi n. 9, 00161 Roma), fax (o6.44234665), e-mail ([email protected]) (allegandoFOTOCOPIA non autenticata del DOCUMENTO D’IDENTITÀ)

oppure

• presentazione diretta presso l’Ufficio Albi dell’Ordine (giorni feriali dal lunedì al giovedì: ore 9.00 - 13.00/15.15 - 17.00, Ve-nerdì: ore 9.00 - 13.00)

Il dato richiesto al punto 4, (indirizzo P.E.C.) attraverso la seguente modalità: • inviando all’Ordine una mail dal proprio indirizzo PEC all’indirizzo PEC dell’Ordine ([email protected])

Si richiama in particolare l’attenzione sulla Posta Elettronica Certificata (P.E.C.) che è oramai una necessità, non solo opera-tiva, ma anche un dettame normativo (Legge 2/2009 e relativi regolamenti attuativi).Peraltro l’Ordine, tramite la convenzione con la società ARUBA PEC S.p.a., offre agli Iscritti la possibilità di aprire gratuitamentecaselle P.E.C., per un periodo di tre anni (cfr. dettagli sul sito dell’Ordine: P.E.C. Guida Pec Gratuita).

Vi ringrazio per l’attenzione e Vi invio i più cordiali saluti.

Il PresidenteDott. Roberto Lala

Comunicazioneagli iscritti

LL’’Oggetto: richiesta di aggiornamento dati

COMUNICATI

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FOCUS SULLE MALATTIEZOONOTICHE E SULLEINFEZIONI "DIFFICILI"Auditorium FondazioneSanta LuciaMartedì 25 Giugno 2013dalle 08:30 alle 18:30Medico chirurgo - posti: 100(crediti: 4),Veterinario (crediti: 4)

IL PRURITO: DAL SINTOMOALLA DIAGNOSISala Conferenze Ordine di RomaIn ProgettazioneMedico chirurgo - posti: 80

APPROCCIOMULTIDISCIPLINARE ALLAPATOLOGIA IPOFISARIASala Conferenze Ordine di RomaVenerdì 4 Ottobre 2013dalle 14:00 alle 18:00Sabato 5 Ottobre 2013 dalle 09:00 alle 13:00Medico chirurgo - posti: 80

LA MEDICINA REGOLATA EREGOLAMENTATA: LO SLALOMQUOTIDIANO TRA I PALETTIDELLA DEONTOLOGIA, DELLELINEE-GUIDA, DELLE NOTEAIFA E DELLE CIRCOLARIREGIONALISala Conferenze Ordine di RomaVenerdì 11 Ottobre 2013dalle 14:00 alle 20:00Medico chirurgo - posti: 80

IMPLICAZIONI CLINICHE INCORSO DI IMMUNODEFICIT,PATOLOGIA ALLERGICA EMALATTIE IMMUNOMEDIATEDELL'APPARATO DIGERENTESala Conferenze Ordine di RomaIn ProgettazioneMedico chirurgo - posti: 70 (in fase di accreditamento)

LA IODOPROFILASSI IN ITALIASalvator Mundi InternationalHospital - Casa di cura Villa MariaSabato 19 Ottobre 2013 dalle 09:00 alle 14:00Medico chirurgo - posti: 80 (in fase di accreditamento)

LO SCOMPENSO CARDIACO FRAOSPEDALE E TERRITORIO: DALLAPREVENZIONE ALLA CURASala Conferenze Ordine di RomaSabato 19 Ottobre 2013dalle 08:00 alle 14:00Medico chirurgo - posti: 80 (in fase di accreditamento)

ACUFENI: PERCORSIDIAGNOSTICI E TERAPEUTICISala Conferenze Ordine di RomaIn ProgettazioneMedico chirurgo - posti: 80

AGGIORNAMENTO SULLEPATOLOGIE DELLA SPALLASala Conferenze Ordine di Roma

In ProgettazioneMedico chirurgo - posti: 80

NUOVO APPROCCIODIAGNOSTICO ALLEPATOLOGIE MEDIASTINICHE,ADDOMINALI E PELVICHE:L'ECOENDOSCOPIA.LINEE GUIDA ATTUALI EPROSPETTIVE FUTURESala Conferenze Ordine di RomaIn ProgettazioneMedico chirurgo - posti: 80 (in fase di accreditamento)

GESTIONE DEL PRIMOTRIMESTRE DI GRAVIDANZA:DALLA FISIOLOGIAALLA PATOLOGIASala Conferenze Ordine di RomaIn ProgettazioneMedico chirurgo - posti: 80 (in fase di accreditamento)

AGGIORNAMENTO INCHIRURGIA, SENOLOGIA,NEOPLASIE DELLA MAMMELLASala Conferenze Ordine di RomaVenerdì 6 Dicembre 2013dalle 08:30 alle 13:00Sabato 7 Dicembre 2013dalle 14:30 alle 19:00Medico chirurgo - posti: 90 (in fase di accreditamento)

Si precisa che i corsi di seguito elencati potrebbero essere soggetti a variazione, pertanto si consigliadi consultare periodicamente il sito dell’ordine www.ordinemediciroma.it nella sezione ECM

GESTIONE DEI TESSUTI MOLLIIN IMPLANTOLOGIANEI SETTORI ANTERIORI.DAI SUCCESSI AI FALLIMENTISala Conferenze Ordine di RomaVenerdì 12 Luglio 2013dalle 9:00 alle 18:00Odontoiatra - posti: 90(in fase di accreditamento)

LA PATOLOGIA ORALEINCONTRA LA PRATICACLINICA: QUADRI CLINICIINSOLITI DELLE MUCOSEORALI (MULTIDISCIPLINARE)Sala Conferenze Ordine di RomaLunedì 30 Settembre 2013dalle 19:00 alle 22:00Medico chirurgo - posti: 45 (in fase di accreditamento),

Odontoiatra - posti: 45 (in fase di accreditamento)

TERAPIA DELLE CLASSI II DIV.1: DAL BAMBINO ALL’ADULTOSala Conferenze Ordine di RomaGiovedì 14 Novembre 2013dalle 19.00 alle 22:00Medico chirurgo - posti:45 (in fase di accreditamento),Odontoiatra - posti: 45 (in fase di accreditamento)

CHIRURGIA RIGENERATIVADEI MASCELLARISede da definireSabato 30 Novembre 2013dalle 09:00 alle 18:00Odontoiatra posti da definire(in fase di accreditamento)

CORSI

ELENCO CORSI ECM MEDICI 2013

ELENCO CORSI ECM ODONTOIATRI 2013

MC 30

Page 33: Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

ari colleghi, comeormai saprete, loscorso 31 gennaiosi è conclusa laprocedura on linecon la quale laRegione Lazio

dovrà rilasciare, dopo tanto at-tendere, l'autorizzazione per inostri studi odontoiatrici. L'at-tività istruttoria di verifica deidocumenti, avviata già primadella chiusura della piattaformaSAASS, seguendo l'ordine cro-nologico di invio, porterà infattial rilascio del "Certificato di Au-torizzazione all'Esercizio di At-tività Sanitaria", dando mag-gior valore e prestigio ad unaprofessione che continua ad

essere vessata e perseguitatada insistenti accuse di abusivi-smo e irregolarità. Molti colle-ghi, però, proprio questi giorniricevono richiesta di integra-zione della documentazione in-viata. La cosa che ci preoccupanon è integrare una giusta ri-chiesta ma, come accaduto inalcune situazioni, si richiedonodocumenti non dovuti e in al-cuni casi l’amministrazione sirivolge al professionista inmodo arrogante minacciandoanche la chiusura dell’attività.Rivolgo quindi un appello alPresidente Zingaretti: fermiquesto metodo di burocraziaottusa, anacronistica e vessato-ria. Noi non ci rassegneremo, e

attenzione perché la categoriaprima o poi tramuterà inevita-bilmente la protesta in rabbia.Quindi nuove sfide ci atten-dono, nuovi obiettivi da rag-giungere, ulteriori successi dacondividere. In attesa di rispo-ste suggeriamo alla nuovagiunta regionale, una propostadi programma in tre punti chela CAO, insieme a quanti vor-ranno sostenerlo, sottoporràall'attenzione del nuovo asses-sore/commissario della sanità,affinché venga approvato il piùrapidamente possibile:1. Semplificazione e snellimentodelle procedure burocratiche,con una riduzione dei tempinecessari all’ottenimento delle

autorizzazioni;2. Maggiore tutela e valorizza-zione dei consulenti e dei col-laboratori degli studi odontoia-trici, il cui ruolo è peraltro giàprevisto nei "Requisiti minimiautorizzativi" stabiliti dallastessa Regione Lazio;3. Agevolazione e sostegno atutti i colleghi odontoiatri che,in un momento di difficoltà eco-nomica come quella attuale,condividono gli spazi comuni diuno stesso studio professionaleper contenere e/o ridurre lespese e sono costretti, da un re-golamento anacronistico, a co-stituire uno studio associato,pena la mancata autorizzazioneall'esercizio. Solo uniti si vince. •

Autorizzazioni:appello per ilPresidente Zingaretti

Dott. Brunello PollifronePresidente Commissione AlboOdontoiatri Roma

On. Nicola IlluzziConsigliere CAODelegato del PresidenteCommissione Cultura

CC

o stato di crisidel Welfare, laposizione de-bole delle istitu-zioni, la scarsacultura sanitaria

unitamente ad una diffusa sfi-ducia generale, pongono la sa-nità integrativa in un ruolo fon-damentale per la tutela deldiritto alla salute della persona.È del tutto evidente, e sotto gliocchi di tutti, inoltre, che la pen-sione pubblica, nel prossimo fu-turo, non sarà più in grado digarantire un tenore di vita ac-cettabile al momento del pen-

sionamento. Questo compor-terà ulteriori, gravi, difficoltà,per i singoli cittadini, ad affron-tare con serenità possibili pro-blematiche di carattere sanita-rio. Secondo una ricerca delCENSIS (2011) si stima che lasanità integrativa coinvolgacirca 6 milioni di iscritti ai Fondie oltre 11 milioni di assistiti; iFondi esistenti sono varie cen-tinaia e sono (all’epoca della ri-cerca) circa 300 quelli iscrittiall’Anagrafe dei Fondi presso ilMinistero della Salute. Per lacorretta costruzione di una sa-nità sostenibile ed equa, la sa-

nità integrativa rappresenta, inmodo sempre più significativo,un passaggio obbligato e fon-damentale. Il "secondo pilastro"della sanità, il Welfare Sociale,ricopre un ruolo strategico edessenziale nella nuova visionesociale, e solidale, dell’essereumano. Accanto ad i fondi ed aipiani sanitari assicurativi (inte-grativi, o non, del Servizio Sani-tario Nazionale), oggi, si riaf-faccia, in modo prepotente, ilprincipio mutualistico che offrenuove opportunità ai cittadinicon un occhio rivolto più al so-ciale che al profitto. •

LL

LA VOCE DELLA C.A.O.

MC 31

Welfare State, la soluzione passaper la sanità integrativa

LA VOCE DELLA C.A.O.

Page 34: Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

LA VOCE DELLA C.A.O.

MC 32

Considerazionisulle novitànormative

per l'uso delleTC “Cone Beam"

ome noto, cir-ca due anni fail Ministerodella Salute hapubblicato undocumen to

contenente normative, racco-mandazioni e indicazioni rela-tive all’utilizzo delle TC volu-metriche “Cone beam”, il cuiscopo è aggiornare ed inte-grare il D.L. 187/2000.

Il Documento in sintesi• La tecnica TC volumetrica“Cone beam”, consente di ero-gare dosi inferiori a quelle som-ministrate abitualmente da ap-parecchiature TC tradizionali.D’altra parte la dose efficaceassorbita dai pazienti sottopo-sti ad esame odontoiatrico me-diante TC volumetrica “Conebeam” risulta essere significati-vamente superiore a quella as-sorbita nel caso di esami conortopantomografo o esami ce-falometrici. Non possono innessun caso essere minimizzatii rischi di esposizione alle ra-diazioni ionizzanti prodotti datali sistemi, prendendo erro-neamente a presupposto chela dose da essi impartita possaessere considerata trascurabile. • L’utilizzo delle apparecchiatureTC volumetriche “Cone beam”è di norma prerogativa dell’atti-vità specialistica radiologica. Nelcaso di utilizzo delle apparec-chiature al di fuori degli Istituti di

Radiologia (uso “complemen-tare” all’attività clinica) l’esamepuò essere effettuato solo dalloSpecialista o dal TSRM (non piùdall’Infermiere, figura ammessainvece dalla 187/2000).• Non possono essere effettuatiesami per conto di altri sanitari,né essere redatti o rilasciati re-ferti radiologici.• Sono ammesse, come attivitàradiodiagnostiche complemen-tari, solo le pratiche che per laloro caratteristica di poter co-stituire un valido ausilio direttoed immediato per lo speciali-sta, presentino i requisiti fun-zionali e temporali di risultare“contestuali”, “integrate” ed “in-dilazionabili” rispetto allo svol-gimento di specifici interventidi carattere strumentale propridella disciplina specialistica.Non si possono eseguire in viacomplementare accertamentidiagnostici svincolati da imme-diate e indilazionabili esigenzefunzionali di ausilio per inter-venti strumentali propri delladisciplina specialistica.• È stabilito l’obbligo, per loSpecialista non Radiologo e perl’Odontoiatra, di preventiva ac-quisizione del consenso infor-mato scritto, di cui una copiacontrofirmata deve essere rila-sciata al paziente.• Devono essere assicuratel’archiviazione e la conserva-zione per un adeguato pe-riodo, non inferiore a 5 anni di

tutte le immagini realizzatecon l’apparecchiatura.• Deve essere effettuata la con-segna al paziente dell’iconogra-fia completa dell’esame• Deve essere assicurata la veri-fica periodica della dose som-ministrata e della qualità delleimmagini, avvalendosi della col-laborazione di un esperto di fi-sica medica.• Deve essere effettuata unaspecifica formazione del per-sonale operante su questi ap-parecchi.

Considerazionill Ministero ha definito le aree dicompetenza nell’uso delle TC“Come beam”, rispettivamentedei Medici Radiologi e degli Spe-cialisti non Radiologi, Odontoiatricompresi. Il documento specificache l’uso di tali apparecchi è “dinorma” (cioè “nella routine”) per-

tinenza dell’attività specialisticaradiologica. Stando a tali racco-mandazioni quindi, gli esami TCcomunemente richiesti ai finidella programmazione implan-tare risultano di competenzaradiologica. Allo Specialistanon Radiologo e all’Odontoia-tra spettano alcuni ambiti dia-gnostici, più precisamente icasi in cui si verifichino situa-zioni indilazionabili rispetto alla“procedura strumentale pro-pria della disciplina”: questotermine sembra identificare laprocedura chirurgica o invasivain corso. Resta il divieto per gliSpecialisti non Radiologi di ef-fettuare esami ambulatoriali suipazienti esterni. Restano deltutto immodificate rispetto alpassato le normative concer-nenti l’utilizzo da parte dei Den-tisti degli apparecchi endorali edegli Ortopantomografi. •

Dott. Paolo DiotalleviMedico RadiologoDirettore Sanitario EOSMED RomaVicepresidente ARASSMembro Commissioni ECMe Bioetica presso l’Ordine Medicidi Roma e Provincia

a cura di Paolo Diotallevi con Gino Ghigi e Sabrina Santaniello

CC

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LA VOCE DELLA C.A.O.

MC 33

Dieci anni fa, giunta dinanzialla scelta della facoltàuniversitaria alla qualeiscrivermi per continuare imiei studi, non ho avutoalcun dubbio: Facoltà diMedicina e Chirurgia, corsodi laurea in Odontoiatria eProtesi Dentaria. Questa mia

scelta così convinta hagenerato più di uno stuporenei miei familiari,preoccupati delle difficoltàche avrei dovuto affrontare.Tra le molte il luogo comuneche si possa sceglierequesto tipo di facoltà, comealtre, solo nel caso si abbiala possibilità di perpetrareuna sorta di “tradizione difamiglia”. Non era il miocaso, e malgrado qualcheperplessità altrui, la miascelta è stata dettata dallapossibilità di coniugarepraticità manuale, guidatada principi e conoscenzeacquisite negli anni di studio,con il benessere dei pazienti.Gli anni dell’Università sonostati anni impegnativi, ricchidi esperienze formative erelazionali, che mi hannodato sempre maggioriconferme circa la bontà

della scelta effettuata. Unavolta laureata, mi sonodovuta misurare con tutte leproblematiche che i giovanidevono affrontare perentrare nel mondo dellavoro e che, sicuramente,risultano più gravose nelcaso di una giovane donna.In questi anni difficili pertutti l’incertezza sul nostrofuturo risulta ancora piùsconfortante; la precarietà ela difficoltà di emergere edaffermarsi rendono piùdifficile avere una visionepositiva, e la situazione dellegiovani professioniste èspesso più complicata diquella dei colleghi uomini.La società è ancorafortemente improntata adun modello disincentivanteper l’impegno femminile el’ambito sanitario, nel qualele occupazioni si basano su

un interscambioprofessionale e relazionalemolto alto, purtroppo non sisottrae a questa logica unagiovane Odontoiatra,benché preparata, motivatae competitiva, deverapportarsi, da un lato, conla difficoltà di affermazionesia in ambito universitarioche lavorativo e, dall’altro,scontrarsi con una certadiffidenza da parte deipazienti, i quali tendono adaffidarsi e a sentirsimaggiormente rassicuratidalla presenza di un collegauomo. In qualsiasi ambito,sanitario o meno, la donna èsempre posta davanti ad unbivio amletico: tra lacostruzione di una “carriera”ed il desiderio dicostituzione di un nuovonucleo familiare o dimaternità. •

“Numerose sono le iniziative promosse dal nostro Ordine nate con lo scopo divalorizzare il lavoro della donna in campo sanitario, di promuovere l’incontro e lacollaborazione tra le donne medico/odontoiatre e la formazione scientifico culturale.La “Commissione giovani odontoiatri e donne odontoiatre” si sta facendo promotricedi iniziative, con particolare attenzione alle problematiche dei giovani e di genere(ultima delle quali il convegno “Eva vs Eva: leadership al femminile in sanità), conl’obiettivo di facilitare un adeguato percorso formativo nella consapevolezza delledifficoltà che interessano l’intera categoria. L’auspicio è quello di poter condividerecon le giovani colleghe ed i colleghi gli sforzi odierni, nell’antica convinzione che l’unionefa la forza. La forza necessaria a vincere le sfide del domani.” (Sabrina Santaniello)

A parziale rettifica della comunicazione precedente,inerente la comunicazione all'Ordine dei recapiti telefonicie della mail dei singoli iscritti, si precisa che tali datipossono essere notificati all'Ordine presentandosi pressol'ufficio Albi ovvero attraverso comunicazione inviata amezzo PEC, in attesa di altre possibili modalità.

tel. 06 [email protected]

www1.ordinemediciroma.it/commissione-odontoiatri.html

“Fuori dai denti...”Giovani odontoiatri

I WANT YOU!

a cura della Dott.ssaSabrina Santaniello,

Consigliere C.A.O.delegato del Presidente

Commissione Giovanie donne odontoiatre

Dott.ssa Barbara RossiOdontoiatra

Professione donna: la valenza di una scelta

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MC 34

BILANCIO DI PREVISIONE 2013

Relazione del Tesoriere al Bilancio di Previsione 2013

Page 37: Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

MC 35

CONTO CONSUNTIVO 2012

Conto consuntivo 2012 - Quadro riassuntivo delle uscite

Conto consuntivo 2012 - Quadro riassuntivo delle entrate

Page 38: Capitale Medica - Numero 2 anno 2013

Conto Patrimoniale al 31/12/2012 Situazione Amministrativa esercizio 2012

Pianta Organica al 31/12/2012

Bilancio di Previsione anno 2013Quadro generale riassuntivo delle uscite

Bilancio di Previsione anno 2013Quadro generale riassuntivo delle entrate

MC 36

CONTO CONSUNTIVO 2012BILANCIO DI PREVISIONE 2013

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