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camilleri. ottobre 2002
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camilleri. ottobre 2002
a cura di
CARTESIO
ELIO CAMILLERI
camilleri. ottobre 2002
IL METODO
IL COGITO
LA MORALE
DIO
ESCI
VITA
OPERE
camilleri. ottobre 2002
Le regole del metodo
EVIDENZA
ANALISI
SINTESI
ENUMERAZIONE
camilleri. ottobre 2002
Non accettare mai per vera nessuna cosa che non conoscessi con evidenza esser tale: cioè evitare accuratamente la Precipitazione e la Prevenzione e non comprendere nei miei giudizi se non ciò che si fosse presentato con tale
CHIAREZZA e DISTINZIONE
da non aver nessun motivo di metterlo in dubbio. Cartesio. Discorso sul metodo
EVIDENZA
camilleri. ottobre 2002
Dividere ciascuna difficoltà che stessi esaminando in tante piccole parti quante fosse possibile per
giungere alla migliore soluzione di essa.
(Cartesio. Discorso sul metodo)
ANALISI
camilleri. ottobre 2002
Condurre con ordine i miei pensieri, cominciando dagli oggetti più semplici e più facili da conoscere, per salire a poco a poco, come per gradi, fino alla conoscenza dei più
complessi e supponendo poi un ordine anche tra quelli di cui gli uni non precedono naturalmente
gli altri.
Cartesio. Discorso sul metodo
SINTESI
camilleri. ottobre 2002
Procedere in ogni caso ad enumerazioni così complete e a rassegne tanto generali da essere certo di non avere omesso assolutamente nulla.
Cartesio. Discorso sul metodo
SUCCESSIONE LOGICA DELLE REGOLE
ENUMERAZIONE
camilleri. ottobre 2002
DUBBIOIPERBOLICO
DUBBIO METODICO
COGITO
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camilleri. ottobre 2002
Tutto ciò che ho ammesso fino ad ora come il sapere più vero e più sicuro, l’ ho appreso dai
sensi o per mezzo dei sensi: ora ho qualche volta provato che questi sensi erano
ingannatori, ed è regola di prudenza non fidarsi interamente di quelli che una volta ci hanno
ingannato.
Cartesio. Meditazioni metafisiche La fisica, l’astronomia, la medicina e tutte le altre scienze che dipendono dalla considerazione delle cose composte, sono assai dubbie ed incerte.
Cartesio. Meditazioni metafisiche
DUBBIO METODICO
camilleri. ottobre 2002
Io supporrò che vi sia un certo cattivo genio, non meno astuto e ingannatore che possente, che
abbia impiegato tutta la sua industria ad ingannarmi: io penserò che il cielo, l’aria, la
terra, i colori, le figure, i suoni e tutte le figure esterne che vediamo non sono che illusioni e
inganni di cui egli si serve per sorprendere la mia credulità.
Cartesio. Meditazioni metafisiche.
DUBBIOIPERBOLICO
camilleri. ottobre 2002
Ma mi sono convinto che non esisteva niente nel mondo? Non mi sono io, in pari tempo, convinto che io
non esistevo? No, certo, io esistevo senza dubbio, se mi sono convinto di qualche cosa, o se solamente ho
pensato qualcosa.
Non v’è dunque dubbio che io esisto e che questa proposizione: “Io sono, io esisto” è necessariamente vera tutte le volte che la pronuncio.
Cartesio. Meditazioni metafisiche.
COGITO
camilleri. ottobre 2002
Le motivazioni che inducono Cartesio a passare dall’uomo a Dio non sono di tipo religioso, ma metodologico: Dio è e sarà garante della validità delle mie conoscenze.
Perché ciò sia vero è necessario dimostrarne l’esistenza.
Ciò avviene attraverso l’analisi dei tre tipi di IDEE
IDEE FATTIZIE
IDEE AVVENTIZIE
IDEE INNATE DIO GARANTE
camilleri. ottobre 2002
Sono le idee prodotte dagli uomini, sono le più deboli perché, fra l’altro, si riferiscono a cose chimeriche o inventate.
Naturalmente non ci aiutano a riconoscere Dio negli oggetti da esse rappresentati.
IDEE FATTIZIE
camilleri. ottobre 2002
Sono quelle che provengono dalla realtà esterna, dal mondo naturale: esse hanno riferimenti concreti, ma non sono affidabili per produrre vera conoscenza, né, tanto meno, ci aiutano ad avere certezza dell’esistenza di Dio.
IDEE AVVENTIZIE
camilleri. ottobre 2002
La più significativa è l’idea innata della PERFEZIONE.
“è infatti manifestamente impossibile trarla dal nulla e, d’altronde essendo tanto inaccettabile che il più perfetto dipenda e derivi da ciò che è meno perfetto, non poteva neppure darsi che io ricavassi tale idea da me stesso”
“Così rimaneva che fosse stata posta in me da una natura veramente più perfetta di quello che io fossi, anzi avente in sé tutte le perfezioni di cui potessi avere qualche idea, per dirla in una parola, che fosse DIO”
Cartesio.Discorso sul metodo
IDEE INNATE
camilleri. ottobre 2002
LE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO
PRIMA PROVA: Dio fattore dell’idea della Perfezione in me.
SECONDA PROVA: “Avendo conoscenza di alcune perfezioni che non possedevo, pensai che non ero il solo essere che esistesse, ma che, necessariamente, doveva essercene qualche altro più perfetto, dal quale dipendessi …..altrimenti …..”
TERZA PROVA: “Quando tornavo a prendere in esame l’idea che avevo di un Essere perfetto, vi trovavo che l’esistenza vi era compresa come nell’idea di triangolo è compreso che i suoi tre angoli sono eguali a due retti.”
Cartesio. Discorso sul metodo.
camilleri. ottobre 2002
DIO
RES COGITANS RES EXTENSA
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camilleri. ottobre 2002
Io non ammetto adesso nulla che non sia necessariamente vero: io non sono, dunque, per parlar con precisione, se non una cosa che pensa, e cioè uno spirito, un intelletto o una ragione, i quali sono termini il cui significato m’era per lo innanzi ignoto.
Ma che cosa dunque sono io? Una cosa che pensa. E che cos’è una cosa che pensa? E’ una cosa che dubita, che concepisce, che afferma, che nega, che vuole, che non vuole, che immagina anche e che sente
Cartesio. Meditazioni metafisiche. II
RES COGITANS
camilleri. ottobre 2002
Se sono vere tutte le cose che concepiamo in modo del tutto chiaro e distinto è in quanto Dio è o esiste
ed è un essere perfetto e tutto quanto è in noi proviene da lui.
Ne consegue che le nostre idee o nozioni, essendo delle cose reali e provenienti da Dio, in tutto quello che hanno di chiaro e distinto non possono essere che vere.
Cartesio. Discorso sul metodo.
DIO
camilleri. ottobre 2002
La percezione o l’azione per mezzo della quale la si percepisce (la cera), non è una visione, né un contatto, né un’immaginazione, e non è mai stata tale, benché
prima così sembrasse, ma solamente una visione della mente (solius mentis inspectio), la quale può essere
imperfetta e confusa com’era prima, oppure chiara e distinta com’è adesso, secondo che la mia attenzione si porti più o meno verso le cose che sono in essa, e di cui
essa è composta.
Cartesio. Meditazioni metafisiche I
RES EXTENSA
camilleri. ottobre 2002
LE REGOLE
DELLA MORALE PROVVISORIA
PRIMA
SECONDA
TERZA
camilleri. ottobre 2002
La prima prescriveva di obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese, osservando con fermezza la religione nella quale Dio mi aveva fatto la grazia di essere stato educato fin dall’infanzia e conducendomi in ogni altra occasione secondo le opinioni più moderate e più lontane dagli eccessi, quelle che comunemente seguivano le persone più assennate con cui avrei dovuto vivere.
Cartesio. Discorso sul metodo.
PRIMA
camilleri. ottobre 2002
La mia seconda massima risiedeva nel rimanere sempre risoluto e saldo quanto più potessi nelle mie azioni e nel seguire anche le opinioni più dubbie, una volta che avessi deciso di accettarle, con la stessa costanza con cui seguivo quelle certe e sicure.
Cartesio. Discorso sul metodo.
SECONDA
camilleri. ottobre 2002
La mia terza massima era di cercare di vincere sempre piuttosto me stesso che la fortuna e di mutare i miei desideri piuttosto che l’ordine del mondo e, in generale, di abituarmi a credere che nulla sia interamente in nostro potere, se si eccettuano i nostri pensieri, in modo che, quando avremo fatto del nostro meglio riguardo alle cose che non dipendono da noi, tutto ciò che non ci riesce compiere possiamo ritenerlo del tutto impossibile per le nostre forze.
Cartesio. Discorso sul metodo.
TERZA
camilleri. ottobre 2002
SUCCESSIONE LOGICA DELLE REGOLE
Le quattro regole si adottano tutte e contemporaneamente durante le quattro fasi precedentemente descritte.
EVIDENZA
ANALISI
SINTESI
ENUMERAZIONE
A S E
E S E
E A E
E A S
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camilleri. ottobre 2002
Descartes, René (La Haye, Turenna 1596 - Stoccolma 1650), noto anche col nome italianizzato di Cartesio, filosofo, scienziato e matematico francese, considerato il fondatore della filosofia moderna. Fu educato dai gesuiti nel collegio di La Flèche, dove ebbe una formazione, per quel tempo eccellente, improntata allo studio dei classici, della filosofia scolastica e della matematica. In seguito studiò diritto presso l'Università di Poitiers e dal 1618 si arruolò nell'esercito del principe protestante olandese Maurizio di Nassau, avendo deciso di intraprendere la carriera militare. La sua attenzione era tuttavia già rivolta ai problemi filosofici e matematici, ai quali poi dedicò tutta la vita. Tra il 1623 e il 1625 viaggiò in Italia; dal 1625 al 1628 visse in Francia dedicandosi alla filosofia e agli esperimenti di ottica. Per sfuggire all'Inquisizione, in seguito si trasferì in Olanda, dove visse in diverse città, tra le quali Amsterdam e Leida.
Durante i primi anni della permanenza in Olanda, compose tre importanti trattati di carattere scientifico, la Diottrica, le Meteore e la Geometria, pubblicati nel 1637 e introdotti dal Discorso sul metodo, che compendiava la sua filosofia. Successivamente, nel tentativo di fornire una base metafisica alle sue teorie sul mondo naturale, pubblicò le Meditazioni metafisiche (1641) e i Principi di filosofia (1644). Nel 1649 fu invitato alla corte di Stoccolma per dare lezioni di filosofia alla regina Cristina di Svezia; ammalatosi di polmonite, morì l'anno seguente.
VITA
camilleri. ottobre 2002
1628-1629 Regole per la direzione dell'intelligenza (trattato metodologico)
1630-1633 Il mondo o Trattato della luce (sui fenomeni naturali)
1637 Diottrica, Meteore, Geometria(saggi scientifici preceduti dal Discorso sul metodo, una sorta di autobiografia intellettuale che segna l'inizio della filosofia moderna)
1641 Meditazioni metafisiche(trattato sull'origine delle idee, nel quale sono dimostrate l'esistenza di Dio e la distinzione tra l'anima e il corpo)
1644 Principi di filosofia(trattato che riassume le teorie cartesiane sul mondo naturale)
1649 Le passioni dell'anima (trattato morale)
OPERE
camilleri. ottobre 2002