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Camera dei Deputati ARCHIVIO STORICO Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin Elenco dei resoconti in tutto o in parte coperti da segreto 24. Seduta del 20 ottobre 2005 - Esame testimoniale di Giancarlo Marocchino DOCUMENTO DECLASSIFICATO in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011, resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011, (articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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Camera dei Deputati ARCHIVIO STORICO

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Elenco dei resoconti in tutto o in parte coperti da segreto

24. Seduta del 20 ottobre 2005 - Esame testimoniale di Giancarlo

Marocchino

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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COMMISSIONE PARìA MENTA RE D'INCHIESTA SUL LA MORTE D I

ILARIA ALPI E MIRAN HRO VA TIN

GIANCARLO MAROCCHINO

20 OTTOBRE 2005

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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1 I49 PARTE SEGRETA DELLA SEDUTA N. 106 DEL 20 OTTOBRE 2005 RELATIVA ALL' AUDIZIONE DI GIANCARLO MAROCCHINO.

SERVIZIO RESOCONTI

PRESIDENTE. Vuole parlare con il suo avvocato prima di rispondere?

COMM. INCH. ILARIA ALPI E MlRAN HROVATIN ~~~~ Il

0-3 9 3 3

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non c'è problema. Ho organizzato questa riunione e mi hanno presentato questa persona. Volevo conoscere il motivo del loro gesto. Mi hanno riferito che erano già tre o quattro giorni che aspettavano all'hotel Sahafi.

PRESIDENTE. Questa persona glielo ha riferito?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì. Cercavano di prendere degli ostaggi (italiani, francesi o americani, non era importante); si trattava di ricavare dei soldi.

PRESIDENTE. In che lingua parlavate?

GIANCARLO MAROCCHINO. C'era l'interprete.

PRESIDENTE. Chi era l'interprete?

GIANCARLO MAROCCHINO. Uno dei miei, non ricordo di preciso.. .

PRESIDENTE. Bashir era presente a questo colloquio?

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo di sì, ma non ne sono sicuro, dipende dalle razze. Mi ha detto che erano all'hotel Sahafi, che hanno visto partire questa macchina, con una

guardia di scorta, un ragazzetto, e si sono detti che Allah aveva dato loro un'occasione.. .

PRESIDENTE. Allah? Meno male che noi abbiamo una cosa un po' più seria.. . .

GIANCARLO MAROCCHINO. Li hanno seguiti e sono rimasti fuori dall'hotel Hamana; lì hanno aspettato che uscissero; quando sono usciti, sono andati avanti di 300- 400 metri e si sono messi di traverso per bloccarli.

PRESIDENTE. Mi scusi, questa è una ricostruzione che ricorre anche in altri atti ufficiali. Ha comunicato a qualcuno questa particolarità prima di parlare in corte d'assise?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non credo, non sono sicuro.. .

PRESIDENTE. Dunque, nei pressi della sua abitazione ci fu questo incontro, che si svolse con la tutela di molti suoi uomini; quanti eravate a parlare con lui? Con chi altro era?

GIANCARLO MAROCCHINO. Eravamo un gruppo (sette, otto, dieci). Quando ci si riunisce in quel modo si beve il tè, si mangia l'erba.. .

PRESIDENTE. Lei ha mangiato l'erba?

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resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

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SERVIZIO RESOCONTI

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non mangio l'erba.

PRESIDENTE. In questa occasione, questa persona le ha detto cosa ha fatto materialmente?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, mi ha detto che avevano sparato e che loro mai si sarebbero immaginati che sparasse contro di lui, perché loro erano armati fino ai denti e quello era un "ragazzetto" su una macchina. Non si aspettavano che gli sparasse.

PRESIDENTE. Le ha detto che è stato lui a sparare?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, mi ha detto che avevano sparato, ma non mi ha detto chi ha sparato, e io non volevo neanche saperlo.

PRESIDENTE. Ce lo descrive questo personaggio? Alto? Basso? Carnagione molto scura?

GIANCARLO MAROCCHINO. Cosa posso dire? Era a buio e quando si mangia in quel modo non c'è la corrente ...

PRESIDENTE. Conosceva questo signore?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non l'ho mai visto.

PRESIDENTE. Qualcuno di voi lo conosceva?

GIANCARLO MAROCCHINO. Presidente, parliamoci chiaramente. Possiamo sapere che questa gente appartiene ad un certo gruppo, ma non possiamo dire di conoscerli.

PRESIDENTE. L'aveva visto altre volte questo signore?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non l'ho mai visto. Era la prima volta che lo vedevo.

CARMEN MOTTA. Presidente, mi scusi.. .

PRESIDENTE. Colleghi, poi vi darò la parola.. .

CARMEN MOTTA. Volevo intervenire solo su questo punto.. .

PRESIDENTE. Sto facendo una domanda, dopo le fate voi. Ora finisco io. Quando parlava della persona che aveva sparato, si riferiva a persone che stavano insieme a lui

in quel momento?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Lui era solo?

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3/49 GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Era seduto, in piedi?

GIANCARLO MAROCCHINO. Quando si mangia l'erba si sta seduti; si forma un cerchio. Non ho mai visto questa persona.

PRESIDENTE. Però sa che apparteneva a un certo commando.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma sì, li avrò già visti, ma la faccia precisa non la ricordo. Quando passavo con la macchina non mi mettevo mica a guardare le persone!

CARMEN MOTTA. In questo caso le è stata presentata una persona che si intuiva potesse essere un assassino; alla domanda del presidente di descrivercelo, lei dice di non ricordare nulla! Le chiedo: può descrivercelo almeno nei tratti essenziali? Era di colore?

GIANCARLO MAROCCHINO. Certo, era nero.

CARMEN MOTTA. Quindi, era un somalo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non c'è dubbio.

CARMEN MOTTA. Era alto, era basso, grasso, vecchio, giovane?

GIANCARLO MAROCCHINO. Era giovane.

CARMEN MOTTA. Può descrivercelo più precisamente nei suoi tratti fondamentali? Anche se mi rendo conto che l'ha visto solo una volta.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Era al buio, perché quando si mangiano queste cose.. .

CARMEN MOTTA. Ma lei l'avrà guardato con attenzione, penso.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non con tanta attenzione.. .

CARMEN MOTTA. Non l'ha guardato con attenzione?

GIANCARLO MAROCCHINO. L'ho guardato, ma non in modo tale da riferire segni particolari o cose del genere.

CARMEN MOTTA. Non ci può neanche dire se era molto alto o basso o di corporatura normale?

GIANCARLO MAROCCHINO. Anche se le dico che era alto o basso, che cosa cambia?

CARMEN MOTTA. Certo che cambia!

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4/49

PRESIDENTE. Intanto lei dica cosa sa!

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma non posso dire né alto né basso, perché l'ho visto seduto insieme agli altri; sicuramente tanto piccolo non era, però non posso dire l'altezza precisa.

CARMEN MOTTA. Quando lei sostiene che eravate ritirati nella camera dove si mangiava questa erba, lei ci può dire precisamente dove?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vicino a casa mia ci sono delle piccole case; è tutto nel mio compound, perché la sicurezza si trova fuori dalle mura.

CARMEN MOTTA. In una delle sue case?

GIANCARLO MAROCCHINO. Erano case che affittavo per i guardiani.

CARMEN MOTTA. Comunque, nella sua proprietà.. . .

GIANCARLO MAROCCHINO. No, la mia proprietà è circondata dal muro. La sicurezza doveva essere assicurata a partire dall'esterno. Io pagavo l'affitto ai miei uomini e tutto il quartiere era nelle mie mani.

CARMEN MOTTA, Questa casa esiste ancora?

GIANCARLO MAROCCHINO. Altro che!

CARMEN MOTTA. La saprebbe riconoscere?

GIANCARLO MAROCCHINO. Certo!

CARMEN MOTTA. Quando lei parla di gruppo, a quante persone si riferisce?

GIANCARLO MAROCCHINO. Quelli nella macchina?

CARMEN MOTTA. Lei ha parlato di un gruppo che ha commesso l'agguato e di un gruppo che lei ha incontrato. Si tratta dello stesso gruppo? Erano gruppi diversi? C'era solo l'assassino presente?

PRESIDENTE. Non ha detto di avere incontrato un gruppo: è andato con un gruppo, ma ha incontrato solo quella persona.

CARMEN MOTTA. Facciamocelo dire dal signor Marocchino.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi riferisco al gruppo dei miei uomini che hanno partecipato a questa riunione. La persona che abbiamo incontrato era sola.

CARMEN MOTTA. Invece, il gruppo che ha commesso l'agguato di quante persone era composto?

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GIANCARLO MAROCCHINO. Di preciso non lo so, credo sette o otto. Sette di sicuro.

ELETTRA DEIANA. Non ho capito bene la dinamica che ha portato all'incontro con questo presunto assassino in questa casa che ci ha descritto. Lei ha interessato i suoi uomini e i suoi uomini l'hanno coinvolta? Vorrei capire meglio questo passaggio. Poi le chiedo se ricorda se Bashir facesse parte di questo gruppo e se si ricorda i nomi di questi suoi uomini, che facevano parte del gruppo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non ricordo i nomi dei miei uomini, stiamo parlando di parecchi anni fa. Non mi ricordo neanche se ci fosse o meno Bashir. Dipende dalle cabile, perché quando parlo con certe cabile porto uomini di un certo tipo, quando parlo con altre ci sono uomini diversi.

ELETTRA DEIANA. Mi scusi, che cosa sono le cabile?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sono dei clan. Se incontro persone di Aidid, devo portare uomini di Aidid e non di Ali Mahdi. Infatti, le mie scorte.. .

ELETTRA DEIANA. Questo uomo che voi avete incontrato a quale tribù apparteneva?

GIANCARLO MAROCCHINO. Anche in quel caso ci sono dei dubbi. Prima dicevano che era un gruppo misto (c'erano dei Mourosad, degli Abgal e anche degli Haber Gedir). . .

ELETTRA DEIANA. Se ricorda l'etnia di questo presunto assassino, dovrebbe identificare anche l'appartenenza ai clan dei suoi uomini e quindi ricordarsi chi erano; altrimenti la cosa è molto vaga. Non ricorda nessuno dei nomi?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

ELETTRA DEIANA. Ricorda come è awenuto l'incontro? Sulla base di quale elemento è stato possibile fare entrare questo presunto assassino in questa casa a mangiare l'erba?

GIANCARLO MAROCCHINO. Laggiù uccidere una persona o fare una cosa del genere.. .

ELETTRA DEIANA. Le ho fatto un'altra domanda, signor Marocchino. Le ho chiesto.. .

PRESIDENTE. Intanto facciamolo finire. . .

ELETTRA DEIANA. Allora mi rispondesse, poi valuterò se la sua risposta sarà soddisfacente o meno.

GIANCARLO MAROCCHINO. Lei mi parla di un assassino.. .

ELETTRA DEIANA. Presunto assassino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Forse ho fatto male - mi prenderò le mie colpe - , ma ho voluto solo svolgere delle indagini per sapere i motivi di questa uccisione.

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6/49 ELETTRA DEIANA. Lei fraintende quello che le sto chiedendo. E' di nostro grandissimo interesse appurare quanto più precisamente possibile le cose di cui lei è venuto a conoscenza. Queste domande che le pongo sono volte ad identificare al meglio il contesto, per vedere se lei ci può fornire degli elementi ulteriori di chiarificazione. E' solo questo lo scopo delle domande.

GIANCARLO MAROCCHINO. Onorevole, mi chiamava Giannini della Digos, che mi chiedeva delle informazioni, mi chiamava un altro e mi chiedeva altre notizie; cercavo di darmi da fare, ma le informazioni che acquisivo le riportavo a chi me le chiedeva. Owiarnente, ho cercato di conoscere la verità.

Per quanto riguarda l'incontro, ho organizzato i miei uomini e ho detto che volevo parlare con questa persona. Non è passato un giorno, ma 15 giorni o un mese ed una sera mi hanno detto che quella persona c'era, era lì. Entrando dentro era buio, c'erano dei lumini e dissi perché l'avevano uccisa. Mi facevano da interprete, mi hanno spiegato queste cose, ho detto "buonanotte" e sono finiti i problemi. Non sono stato lì a vedere chi era perché a me non interessava: lo mettevo in prigione?

ELETTRA DEIANA. Signor Marocchino, però mi sembra che nel suo ragionamento ci sia qualcosa che non funzioni perché lei ha giustificato questo suo interesse a cercare di avere notizie sulla morte dei due italiani sulla base di sollecitazioni che venivano dalltItalia.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma anche per il mio cuore.

ELETTRA DEIANA. Lei ha parlato del dottor Giannini, della Digos, e va benissimo; solo che, probabilmente, da parte delle autorità italiane ci sarò stata la pressione, se c'è stata, a che lei raccogliesse notizie più circostanziate, come "chi è stato" e non così vaghe, come "perché li avete uccisi?". Quindi, non riesco a capire come mai non si sia interessato maggiormente.

GIANCARLO MAROCCHINO. Scusi onorevole, se la procura italiana lo voleva, perché non è venuta giù a fare delle indagini? Mica mi pagano alla procura. Ho dato informazioni anche per la mia coscienza, per capire i motivi di questo fatto. Quando ho visto questa ragazza morta, penso di essere stato l'unico a cui siano venute due lacrime agli occhi.

ELETTRA DEIANA. Lei mescola molto le cose e devia continuamente le risposte. Io le ho chiesto come mai, una volta che si è messo in pista a cercare di sapere chi aveva ucciso i due italiani, non abbia cercato di sapere esattamente chi era e si è accontentato di risposte vaghe nel buio di una stanza non meglio identificata: voglio soltanto rilevare questo fatto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Se mi diceva che si chiamava, ad esempio, Federico Giovannin, i nomi là non. . .

ELETTRA DEIANA. Lei avrebbe potuto poi stabilire se, effettivamente, era Federico Giovannin. Comunque, voglio soltanto rilevare questo fatto. Inoltre, volevo un chiarimento su un altro aspetto. A proposito del gruppo degli assassini o presunti tali, prima mi sembra di aver sentito che costoro sorvegliavano una specie di checkpoint, un punto di passaggio.

GIANCARLO MAROCCHINO. Si prendevano.. .

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7/49 ELETTRA DEIANA. Esattamente, prendevano l'obolo e controllavano il territorio.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

ELETTRA DEIANA. Lei passava nella zona controllata da questi signori e, quindi, probabilmente - a meno che non fossero incappucciati -, li vedeva in volto e poteva sapere dai suoi uomini chi erano ed identificarli.

GIANCARLO MAROCCHINO. Quando facevano questi check point e ci vedevano arrivare si giravano, non mi fermavano e facevano finta di niente perché noi eravamo tre volte più armati di loro. Allora, passavamo a 70 o 80 chilometri all'ora, velocemente e con la polvere: poi lì erano tutti delinquenti.

ELETTRA DEIANA. Lei mi sta dicendo cose che non riguardano la mia domanda, che è un'altra. Trattandosi di un gruppo che controllava il territorio e tra somali della zona, i suoi uomini conoscevano quel gruppo: come mai lei non ha avuto modo di acquisire il nome di questi furfanti? Lei non mi risponde dicendo che si sollevava la polvere.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non lo sapevo e i miei uomini magari non me l'avrebbero detto. Dei miei uomini conosco dieci nomi veri e gli altri 200 - che hanno lavorato con me per due o tre anni - non so neanche come si chiamano: allora, può capire se conosco i nomi di quelle persone lì. Onorevole, è tutto un altro mondo, un altro concetto di vita, un altro modo di vivere.

ELETTRA DEIANA. Allora, lei vuol dire che qualsiasi nome ci venga fatto da italiani o da somali dalla Somalia non è attendibile?

GIANCARLO MAROCCHINO. Voglio fare un piccolo paragone. Io e il mio avvocato siamo stati nella prigione degli americani; quando il comando Unosom mi ha chiesto se conoscevo un nome, quello del mio awocato, dissi di no: allora, hanno fatto entrare il mio awocato ed ho detto che si chiamava Occhio. Era due anni che lo chiamavo Occhio ma, in realtà, il vero nome era un altro: questo era il mio awocato, può capire con l'altra gente.

RAFFAELLO DE BRASI. Lei non ricorda i nomi, però questa persona che avete incontrato era conosciuta da uno dei vostri uomini, cioè era un amico di Bashir?

GIANCARLO MAROCCHINO. Amico no, lo conosceva. Se Bashir vi dà il nome, vuol dire che lo conosceva.

RAFFAELLO DE BRASI. Quindi, stiamo parlando di una persona che è fra i nomi che ci sono stati dati da Bashir?

GIANCARLO MAROCCHINO. È logico.

RAFFAELLO DE BRASI. Quando avvenne questo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non lo so.

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RAFFAELLO DE BRASI. Si ricorderà l'anno o il periodo.

GIANCARLO MAROCCHINO. È successo tanto tempo fa.

RAFFAELLO DE BRASI. Faccia uno sforzo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non lo ricordo. So che è successo parecchi anni fa.

PRESIDENTE. Scusi, questa è una domanda molto importante. Le voglio ricordare, perché possa contestualizzare, che ha reso le dichiarazioni il 9 giugno 1999 alla corte di assise di Roma e dopo qualche giorno ha ribadito le sue stesse testuali dichiarazioni alla procura di Roma. Rispetto a questa data - quindi, mi metto in sintonia con la domanda dell'onorevole De Brasi - quanto tempo prima si era verificato questo incontro?

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo 7-8 mesi o un anno prima, comunque molto prima di questa data perché in quel periodo sono venuto a fare la testimonianza in tribunale.

PRESIDENTE. Sì.

GIANCARLO MAROCCHINO. Allora, molto prima di quella data, perché quando sono venuto in tribunale ho detto queste cose. Era quando sono stato ferito, ancora prima che mi ferissero avevo fatto questa cosa.

PRESIDENTE. Quando è stato ferito? Nel 1999?

GIANCARLO MAROCCHINO. Si, prima, molto prima.

RAFFAELLO DE BRASI. Signor Marocchino, abbiamo appurato che la persona che incontraste è la stessa persona il cui nome ci è stato riferito da Bashir. È possibile che Bashir conoscesse questo nome e lei no? È un po' difficile a credersi.

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non è difficile.

RAFFAELLO DE BRASI. Bashir è uno dei suoi uomini più importanti. Lei - che l'ha chiamato balordo, ma con un significato tutto suo - gli ha fatto fare le indagini, ha detto che era uno capace di infiltrarsi e mangiare l'erba con gli altri. Bashir sa, ci dice dei nomi e lei sta dicendo alla Commissione che Bashir non le ha mai riferito questi nomi?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non ho detto questo. Quando ho chiesto i nomi a Bashir, me li \ha dati ed io li ho anche passati alla Commissione.

RAFFAELLO DE BRASI. Allora, per quale ragione fino adesso ha detto che i nomi non li conosceva e non conosceva nessuno?

GIANCARLO MAROCCHINO. I nomi li conoscevo perché me li aveva passati Bashir.

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RAFFAELLO DE BRASI. Sì, ma quando? Quando li avete incontrati? Bashir diceva che era una persona che conosceva bene: che si chiamasse Occhio, Pinco Pallino o con il suo nome vero non mi interessa, mi interessa che Bashir era capace di riconoscere quella persona e che lei conosceva questa persona, nel senso che sapeva il suo nome e poteva riconoscerla.

GIANCARLO MAROCCHINO. Riconoscerla no. Anche se Bashir mi avesse detto che si chiamava Abdu Raman, non mi importava. Se si chiamava Abdu Rarnan e lo vedevo, non sapevo che si chiamasse in questo modo: forse, non riesco a capire quello che vuole dirmi.

RAFFAELLO DE BRASI. Lei dice che c'è un gruppo di persone che controllava il territorio (quella barriera e quella dogana) e che, molto probabilmente, uno di loro era stato arrestato dagli italiani e, in qualche modo, volevano vendicarsi.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sono cose che avevano detto a me, cioè uno di quel gruppo era stato preso dagli italiani e via dicendo; poi il gruppo poteva cambiare.

RAFFAELLO DE BRASI. A noi non interessa che lei sappia il nome vero di una persona, ma quello che non è credibile è che lei abbia duecento uomini e dieci persone che, magari, ne comandano altre dieci, di cinque di loro lei si fida assolutamente e di questi cinque non sappia dirci se si chiamano Occhio, Pinturicchio o Michelangelo. Non mi interessa se quel nome corrisponda, ma la Commissione vuole sentire questi nomi: avranno un nome, un cognome o un soprannome. Lei come le chiamava queste persone? Non le chiamava mai?

GIANCARLO MAROCCHINO. I miei uomini?

RAFFAELLO DE BRASI. Quelli responsabili. Bashir lo chiamava?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

RAFFAELLO DE BRASI. Poi chi chiamava ancora per nome?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ali Jamil.

RAFFAELLO DE BRASI. Scusi, può scriverli, altrimenti non ci capiamo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, ma questi sono i miei uomini fidati.. .

RAFFAELLO DE BRASI. Appunto.

GIANCARLO MAROCCHINO. . . . e lei mi sta chiedendo gli uomini di questa banda.

RAFFAELLO DE BRASI. No, le sto dicendo che lei ha incontrato una persona, che ha detto essere l'assassino, con un altro gruppo di persone che erano alle sue dipendenze.

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GIANCARLO MAROCCHINO. Lui mi ha detto che era uno del commando di quella macchina, non che era l'assassino ma che era su quella macchina. Parlando chiaro, a me non fregava se aveva o meno sparato perché volevo soltanto sapere il motivo.

RAFFAELLO DE BRASI. Faceva parte del commando?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

RAFFAELLO DE BRASI. Questa persona che faceva parte del commando ha avuto un incontro con lei e con un numero ristretto di suoi uomini?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

RAFFAELLO DE BRASI. Non sa se c'era o meno Bashir? Anche questo mi sembra molto strano perché l'incontro è uno, Bashir è quello che lo conosce e Bashir non c'è.

GIANCARLO MAROCCHINO. Prima di quello Bashir aveva fatto altri incontri e non solo lui perché qualcun altro aveva fatto degli incontri per sapere.

RAFFAELLO DE BRASI. Ma lei ha parlato di una persona che era conosciuta da Bashir.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, li conosce. Noi abbiamo avuto i nomi da Bashir perché li conosce.

RAFFAELLO DE BRASI. Scusi, se lei fa un incontro per mangiare l'erba o per sapere delle cose, fa incontrare a quest'uomo persone che lo conoscono o che assolutamente non lo conoscono?

GIANCARLO MAROCCHINO. Persone che lo conoscono.

RAFFAELLO DE BRASI. Di cui si fida un minimo.

GIANCARLO MAROCCHINO. È logico.

RAFFAELLO DE BRASI. Quindi, è presumibile che Bashir ci fosse, se è quello che conosce perfino il suo nome e che lo è venuto pure a dire. Quindi, Bashir c'era o non c'era in questo incontro?

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo di sì, ma non posso dirlo al 100 per cento: chiamatelo e chiedeteglielo.

RAFFAELLO DE BRASI. È owio che lo chiederemo. Poi lei mi dice che Bashir forse c'era ma non ricorda nessuno altro.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non è che non ricordo, c'erano anche altre mie persone.

RAFFAELLO DE BRASI. Come le chiamava queste persone? Nessuno ha mai un nome?

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GIANCARLO MAROCCHINO. Certo che hanno i nomi, ma io li dimentico. Là andiamo a nomi di segni.

RAFFAELLO DE BRASI. Ci dica i segni. Ha capito cosa voglio dire? E se volessimo incontrare le persone - Bashir è venuto qua ed abbiamo incontrato dei somali - che hanno parlato con uno del commando? Si rende conto di quello che stiamo dicendo adesso?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi rendo conto, altroché.

RAFFAELLO DE BRASI. Noi siamo molto interessati a conoscere chi faceva parte del gruppo che incontrò la persona che era parte del commando. Non lo può dire? Ha paura?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non è che ho paura, ma in quell'ambito non mi ricordo i nomi. So che c'erano dei miei uomini, c'era uno che si chiamava Abdu Raman, c'era un altro di cui adesso non ricordo il nome.

PRESIDENTE. Ali Jamil c'era?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, Ali Jarnil è venuto dopo.

PRESIDENTE. Dopo quando?

GIANCARLO MAROCCHINO. Molto, molto dopo.. .

PRESIDENTE. Questo incontro.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Lei ha parlato con Ali Jamil di questo incontro?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non lo so, perché Ali Jamil non c'era.

PRESIDENTE. Come si scrive Abdu Raman?

RAFFAELLO DE BRASI. Ricorda qualcun altro, soprannomi, segni, segnali?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dovrei vedere, ma non mi vengono in mente.

PRESIDENTE. Chi era Abdu Raman, un suo fidato?

GIANCARLO MAROCCHINO. Una delle guardie.

PRESIDENTE. Della scorta?

RAFFAELLO DE BRASI. Lei ha un elenco di questi nomi, cioè dei dieci che pagava di più degli altri? Teneva un minimo di contabilità?

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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GIANCARLO MAROCCHINO. Tutti gli uomini erano marcati perché avevano i permessi dall'Unosom per le armi.

RAFFAELLO DE BRASI. Quindi, i nomi - quelli che, ovviamente, volevano dare loro - c'erano.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, c'erano.

RAFFAELLO DE BRASI. Chi li aveva? Lei da qualche parte?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

RAFFAELLO DE BRASI. Li ha ancora dietro o sono a Mogadiscio?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sono a Mogadiscio, in Italia non ce l'ho. Però, se mi date tempo, ve li posso dire.

RAFFAELLO DE BRASI. Dovrebbe fare uno sforzo e cercare di dirci, attraverso le persone più responsabili che erano a lei sottoposte, chi faceva parte di questo gruppo, perché lei non se lo ricorderà, ma qualcuno sa chi erano queste persone.

GIANCARLO MAROCCHINO. Provate a chiedere a Bashir.

RAFFAELLO DE BRASI. Sicuramente.

GIANCARLO MAROCCHINO. Lui se lo ricorderà: se lui dice tutti i nomi, vuol dire che è vero. Non c'è niente da nascondere.

RAFFAELLO DE BRASI. Appunto. Non stiamo attribuendo alcuna responsabilità. Vogliamo sapere questi nomi: lei capisce che un conto.. Per esempio, viene Bashir e ci dice che quello è uno del commando; poi ci fa altri nomi. Arrivano altre cinque persone, che noi conosciamo, e ci dicono che quei nomi erano proprio quelli. Per noi è importante sapere chi ha partecipato a quell'incontro e che cosa è stato detto in quell'occasione.

GIANCARLO MAROCCHINO. Gli incontri che ho fatto io?

RAFFAELLO DE BRASI. Esatto. L'incontro che ha tenuto lei con questa persona è molto importante.

GIANCARLO MAROCCHINO. Un momento: sono stato cinque minuti con questa persona.

RAFFAELLO DE BRASI. Non lei, il gruppo che ha mangiato l'erba con questo tipo, con il quale lei ha parlato. Lei è conosciuto: sono le altre persone che non conosciamo. Per noi è importante sapere chi siano queste persone e che cosa si siano detti con questo gruppo con il quale mangiavano insieme l'erba.

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi farò avere questi nomi.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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GIULIO SCHMIDT. Desidero farle una domanda apparentemente strana.

PRESIDENTE. Onorevole Schmidt, si mantenga sul punto.

GIULIO SCHMIDT. Sto parlando del checkpoint. Non so se si tratti del tema.

PRESIDENTE. No, onorevole Schmidt, stiamo parlando dell'incontro che Marocchino ha avuto con un componente del commando.

GIULIO SCHMIDT. Va bene, mi riservo di formulare la domanda successivamente.

PRESIDENTE. Vi sono delle dichiarazioni rese da Marocchino alla corte di assise. Stiamo cercando di capire.

GIULIO SCHMIDT. Va bene.

ELETTRA DEIANA. Sempre su questo tema: questi uomini dei quali non ricorda il nome, sono quelli che la proteggevano?

GIANCARLO MAROCCHINO. In parte, sì.

ELETTRA DEIANA. Quindi, probabilmente sono gli uomini che, passando nelle zone controllate, conoscevano gli uomini che controllavano le zone stesse.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

ELETTRA DEIANA. È molto importante per noi avere i nomi di queste persone.

PRESIDENTE. A proposito di questi nomi, le chiedo: le persone che l'accompagnarono erano quelle che portavano armi?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Quindi erano quelli che erano stati autorizzati a portare armi? E' esatto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi erano anche quelli che erano di guardia ai magazzini, che avevano le armi e che erano autorizzati.

PRESIDENTE. Voglio dire: le persone che l'hanno accompagnata in questo incontro, siano o non siano del magazzino, erano persone che giravano armate perché autorizzate da qualcuno? E' esatto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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14/49 PRESIDENTE. Lo dico perché dovremmo avere agli atti, e lo chiedo ai consulenti, un elenco dei nominativi, tra il personale alle sue dipendenze o che con lei collaborava, delle persone che avevano questa autorizzazione dell'Unosom.

Vorrei sapere cosa, con precisione, le raccontò questo signore e come descrisse gli awenimenti. Lei ha detto di essere andato lì perché voleva sapere per quale ragione era accaduto l'omicidio dei due giornalisti.

Quali sono le notizie che ha saputo da questo signore? In tal modo noi possiamo comprendere le altre notizie che lei avrebbe saputo, lei come molti altri, perché si sa soltanto quello che viene detto in giro, dal momento che a Mogadiscio, come lei ha ricordato, invece dei telefonini vi è la voce corrente. Lei ha detto di aver parlato pochi minuti: cerchi di ordinare ciò che le ha detto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questa persona ha detto che loro erano già da qualche giorno fermi all'hotel Sahafi. Queste persone facevano da scorta ai giornalisti e cercavano anche di rubare. Quando erano lì, hanno visto arrivare questi due giornalisti italiani; hanno preso questo pick up e hanno visto che vi era una sola guardia su questo mezzo. Quindi hanno detto questa battuta, che prima ho ricordato: Allah ci ha dato oggi la fortuna!

Mi hanno detto, quindi, di aver pensato: seguiamo questa macchina e li prendiamo come ostaggio o li rapiniamo. Li hanno quindi seguiti, questa macchina si è fermata e loro si sono fermati fuori dal cancello dell'hotel Hamana. Questa donna è entrata nell'hotel Hamana; quando è uscita fuori, questi hanno sorpassato la loro macchina e si sono fermati all'incrocio per bloccarli. Erano tranquilli, perché vi era soltanto un ragazzotto. Mai avrebbero pensato che questo ragazzo sparasse una raffica di proiettili.

Per fortuna, da come si sa, lui dice che si è inceppato il fucile. Non è vero: si vede che aveva soltanto sei, al massimo otto colpi all'interno del caricatore. Dal momento che quando lei spara in automatico . . .

PRESIDENTE. Non faccia valutazioni. Dica soltanto quello che le ha detto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ha sparato questa raffica e loro, quando sono scesi, hanno sparato contro questa persona e contro la macchina.

PRESIDENTE. Queste sono le cose che le ha dichiarato questa persona?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. A proposito, quindi, del motivo per il quale fu consumato l'omicidio, questo è ciò che lei ha detto: loro stavano davanti all'hotel Sahafi attendendo clienti, fino a quando non hanno visto questa persona. Lei ha chiesto se loro attendevano queste persone?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Cioè Ilaria Alpi e Milan Hrovatin?

GIANCARLO MAROCCHINO. No. Ho chiesto e loro mi hanno detto di aver visto questi. Io avevo le mie informazioni e volevo sapere il motivo di questa cosa. Ho subito chiesto il motivo e se loro avevano informazioni. Loro mi hanno detto che volevano soltanto rapinarli.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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PRESIDENTE. Le ha detto anche il tipo di macchina utilizzato per fare questo tipo di operazione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tutti lo sanno: era una Land Rover blu. Non ho chiesto perché..

PRESIDENTE. Lei sa a chi apparteneva questa macchina?

GIANCARLO MAROCCHINO. Circa questa macchina, dalle prime indicazioni risultava che appartenesse alla famiglia di Mohamed Sheik, l'ex ministro delle finanze di Siad Barre. Successivamente, si è detto che l'aveva comprata - aveva ancora la targa di Dubai, perché il mezzo era importato da quel paese - e quindi che apparteneva ad una parente, la padrona dell'hotel Hamana. Si è detto poi che non era di questa persona, bensì di un'altra ancora.

PRESIDENTE. Queste notizie a lei non le ha date l'uomo con il quale ha parlato?

GIANCARLO MAROCCHINO. No. Le ho acquisite successivamente.

PRESIDENTE. Quest'uomo le disse di aver fatto parte del commando?

GIANCARLO MAROCCHINO. Era sulla macchina del commando.

PRESIDENTE. Lei l'ha più vista questa persona?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Vorrei rivolgerle un'altra domanda: lei era stato in Italia nel 1999 ed aveva fatto queste dichiarazioni. Qualche mese prima, lei non ricorda con precisione, è awenuto questo incontro sul quale abbiamo soffermato la nostra attenzione. Quale è stata la ragione per la quale sei o sette mesi prima, lei, a distanza di anni (dal 1994 al 1998), ha inteso all'improwiso conoscere l'omicida?

GIANCARLO MAROCCHINO. Se non sbaglio, da quando Giannini mi aveva chiamato e mi aveva chiesto delle informazioni. Mi aveva chiesto se io potevo..

PRESIDENTE. Quindi è stata la richiesta della polizia italiana che le ha determinato questo interesse?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi sembra di sì. Dal momento che Giannini mi aveva chiesto se Hashi Omar Hassan ... Mi sembra vi fosse un altro del quale mi chiedevano, che era appoggiato a Cassini.

PRESIDENTE. Abbiamo qui l'elenco dei nominativi delle persone, alle sue dipendenze, che avevano l'autorizzazione Unosom a portare armi (Viene proiettata una diapositiva).

Mi rifaccio alla domanda formulata dal collega De Brasi e dagli altri, volta a farle ricordare le persone che quel giorno possono averla accompagnata in questo incontro.

RAFFAELLO DE BRASI. Presidente, gradirei che lei desse atto alla Commissione che questo elenco è stato fornito ...

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in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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PRESIDENTE Certamente. La Commissione dà atto che il presente elenco è stato fornito dal signor Marocchino. Ringrazia altresì l'awocato Menicacci per l'interlocuzione svolta. Ne abbiamo anche la versione cartacea, vi assicuro che corrisponde: è del 1991.

GIANCARLO MAROCCHINO. Uno di questi autisti vi era di sicuro, perché è uno della famiglia. Tuttavia, io non so quale sia di questi autisti. Bashir era il primo: ma è questo o quell'altro Bashir? Qui c'è un altro Bashir. Ve ne sono due. Uno di questi autisti c'era.

Non posso informarmi e farmi dare i nomi?

PRESIDENTE. Sicuramente, si tratta di un tentativo che facciamo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo è del 199 1.

PRESIDENTE. Poi ve ne era un altro del 1993. Vogliamo mandare in onda l'elenco del 1993? Quelli cancellati sono morti?

GIANCARLO MAROCCHINO. Alcuni sono morti, ma non tutti. Alcuni nomi sono cancellati, perché con gli americani avevamo fatto una spunta. Come nel caso delle armi, molto grandi, consegnate all'ufficiale Caruso.

PRESIDENTE. La domanda che è stata fatta in precedenza era volta a sapere se le persone al suo servizio, che erano armate, lo fossero in base ad una autorizzazione Unosom.

GIANCARLO MAROCCHINO. Per qualcuno sicuramente.

PRESIDENTE. Come risponde alla domanda? Tra le persone che portò insieme a sé per poter incontrare questa persona vi erano collaboratori o dipendenti che erano armati in base ad una autorizzazione Unosom?

GIANCARLO MAROCCHINO. Qualcuno sicuramente.

PRESIDENTE. Mostrati al teste gli elenchi, da lui stessi forniti, che recano i nominativi di persone autorizzate da1lyUnosom a detenere armi, si chiede se tra queste egli individui qualcuno che apparteneva alla scorta che portò con se nell'incontro del quale si sta trattando. Questa è la domanda.

GIANCARLO MAROCCHINO. Signor presidente, non sono sicuro. Se mi consente di chiamare qualcuno di questi, potrò darvi di preciso i nominativi di chi c'era e di chi non c'era. Altrimenti, non posso. Per qualcuno mi ricordo, per altri no.

PRESIDENTE. Lei assume l'impegno con la Commissione di svolgere tali accertamenti per ricostruire i fatti. Mi scusi, se le mostriamo alcune foto di persone, lei è in grado di indicarci quali erano presenti o meno (Vengono mostrate delle fotograJie)?

L'ufficio mostra al teste un album fotografico di persone, anch'esso fornito dallo stesso Marocchino, chiedendogli se, tra le persone fotografate, individui quelle, o alcune di quelle, che lo accompagnarono all'incontro con la persona di cui si è trattato fino a questo momento.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

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17/49 Questo è importante: viene mostrato al teste il documento fotografico n. 2; il teste traccia una

croce su una persona che dichiara sicuramente essere stata tra quelle che lo accompagnavano all'incontro in questione. Gli viene domandato se ricordi il nome, il cognome, o il soprannome di questa persona.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non me lo ricordo.

PRESIDENTE. Si dà atto che si tratta della foto nella quale compare anche la giornalista Carrnen Lasorella; le persone fotografate dovrebbero aver fatto parte della sicurezza della giornalista.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo, sul quale ho fatto il segno, era presente, ma è morto.

PRESIDENTE. Si dà atto che il teste pone un'altra croce su altra persona fotografata nello stesso reperto fotografico, dichiarando che si tratta di persona peraltro deceduta. Ne conosce il nome?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non ricordo

PRESIDENTE. Chiesto di dire il nome della persona, il teste dichiara di non ricordare come si chiami. Ce ne sono alti?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dell'individuo che lei mi sta ora mostrando in foto non sono sicuro, si tratta di uno dei guardiani di casa, ma le ripeto che non sono sicuro se fosse presente anche lui.

PRESIDENTE. Vi apporremo a fianco un punto interrogativo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ne metta pure un altro anche accanto a questa seconda persona.

PRESIDENTE. Individua altre persone di cui sia sicuro?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, presidente.

PRESIDENTE. Bene. I1 teste traccia un punto interrogativo su altre persone, effigiate nella stessa fotografia, dichiarando di dover accertare se fossero presenti. Alla domanda se il teste ricordi il nome delle due persone, il teste risponde di non ricordare.

GIANCARLO MAROCCHINO. Presidente, in realtà non sono neppure sicuro che abbiano dato i loro nomi.

PRESIDENTE. Sono ancora vivi gli uomini contrassegnati con un punto interrogativo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Mostro ora ai commissari la foto esibita al signor Marocchino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Presidente, la prego di permettermi di avere indietro quella foto per poter svolgere i necessari accertamenti.

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PRESIDENTE. Certamente. Le due croci indicano due persone che sicuramente facevano parte della scorta, quelle con il punto interrogativo debbono essere oggetto di successivi accertamenti del teste. Di tutti non ricorda il nome, il cognome o il soprannome.

Mostriamo ora al teste una seconda foto, indicata con il numero 3 (Viene mostrata al teste una fotograJa) .

Signor Marocchino, tra le persone fotografate figura qualcuno che può essere di interesse per la ricostruzione dell'incontro del quale stiamo parlando?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, presidente, questi sono due italiani.

PRESIDENTE. I1 teste dichiara che si tratta di cittadini italiani

GIANCARLO MAROCCHINO. Giornalisti.

PRESIDENTE. Giornalisti, nessuno dei quali interessato alla ricostruzione. E questa?

GIANCARLO MAROCCHINO. È Ilaria Alpi.

PRESIDENTE. I1 teste riconosce in una delle persone fotografate Ilaria Alpi. Questa è casa sua?

GIANCARLO MAROCCHINO. La prima casa.

PRESIDENTE. Ricorda l'occasione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Erano appena arrivati. Questo è Buonavolontà. Alloggiavano presso la SOS Kinderdorfer, perché io non avevo più posto presso la mia abitazione, ospitavo già Forn ari...Q uesti che mi sta mostrando sono dei dottori, questa è una dottoressa, erano alla SOS Kinderdorfer.

PRESIDENTE. E la riunione quando si era tenuta a casa sua?

GIANCARLO MAROCCHINO. A cena.

PRESIDENTE. Si trattava di una riunione conviviale, dunque. Mettiamo una croce su questa persona che lei indica come Ilaria Alpi.

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo sia lei.

PRESIDENTE. A me sembra di sì. Mostriamo ai commissari la foto dalla quale risulta che Ilaria Alpi fu quel giorno ospite, insieme agli altri giornalisti, di Giancarlo Marocchino. Isoliamo, dunque, queste due fotografie.

ELETTRA DEIANA. E' del 1994 questa foto?

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GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. E' impossibile che risalga a quella data.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non era nel 1994, erano appena arrivati gli americani. Erano i primi del 1992. Non sapevano dove abitare e quindi li ho aiutati a trovare un alloggio alla SOS Kinderdorfer, collocata nei pressi della mia abitazione.

PRESIDENTE. Quella fu l'unica volta, stando al suo ricordo, in cui Ilaria Alpi venne a casa sua o ci sono state altre occasioni?

GIANCARLO MAROCCHINO. È venuta ancora un'altra volta a mangiare, e un'altra a dormire, con il suo operatore.

PRESIDENTE. Sempre in occasioni precedenti rispetto al 1994, owiarnente.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, molto prima.

PRESIDENTE. Chi era il suo operatore, se lo ricorda?

GIANCARLO MAROCCHINO. Un uomo un po' calvo.

PRESIDENTE. Poteva essere Calvi (Si ride). . .

ELETTRA DEIANA. Vorrei chiedere al signor Marocchino di spiegare meglio che tipo di interlocuzione ha avuto nel 1998, o 1999, con il dottor Giannini. Più esattamente, apprezzerei conoscere che tipo di richieste dalla questura di Roma le sono pervenute, tanto da metterla in moto. Precisamente, cosa le ha chiesto il dottor Giannini?

GIANCARLO MAROCCHINO. Al momento non ricordo precisamente. Ad ogni modo mi aveva chiesto informazioni su Hashi, domandandomi se sapessi qualcosa di concreto.. .

ELETTRA DEIANA. Ma lo ha fatto verbalmente, oppure le ha inviato delle note scritte?

GIANCARLO MAROCCHINO. Per telefono, mi chiamava per telefono; poi mi ha chiesto.. .

ELETTRA DEIANA. La chiamava alla sua utenza di casa?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, a casa mia. Mi ha chiesto dei feriti (uno o due che fossero) trasportati all'ospedale, ed in particolare se potesse fornirgli l'elenco.. . In altre parole, erano queste le informazioni che mi chiedeva; io gli risposi che mi sarei interessato e che avrei cercato di aiutarlo.

ELETTRA DEIANA. Sull'assassinio dei due giornalisti, che input le ha dato?

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GIANCARLO MAROCCHINO. Mi chiese di passargli delle informazioni, mi aveva domandato specificamente se Hashi si trovasse sulla macchina oppure no e, inoltre, se io fossi in grado di sapere qualcosa di concreto e se avessi potuto trasmettergli delle informazioni.

ELETTRA DEIANA. Ma su Hashi Omar Hassan oppure . . ..

GIANCARLO MAROCCHINO. Generalmente riguardo all'accaduto.

ELETTRA DEIANA. Le sto facendo queste domande per comprendere come mai, e sulla base di quali sollecitazioni, lei sia arrivato ad avere un incontro con questo tipo nella stanza buia.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho cominciato così, a chiedere. Per me la cosa era finita, poi però se ne è di nuovo parlato, è arrivato l'ambasciatore Cassini per svolgere certe indagini, e allora il meccanismo si è di nuovo messo in moto. Dopo la morte di Ilaria, già un mese dopo, nessuno ne parlava più. Poi, con l'arrivo di Cassini si è ricominciato di nuovo a svolgere accertamenti.

ELETTRA DEIANA. Dunque, lei non ricorda le richieste precise che le ha posto il dottor Giannini?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ricordo qualcosa. Le ho già detto che mi chiese se Hashi fosse sulla macchina, se sapessi chi era al comando.. .

ELETTRA DEIANA. Ha raccolto informazioni anche su questi aspetti?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho semplicemente riferito quello che sapevo. Riguardo ad Hashi, all'inizio dissi che non era presente, poi successivamente rettificai quell'informazione smentendola, perché nel frattempo avevo avuto modo di verificare alcuni dati. Ma non avevo precedentemente seguito quel caso: prima di allora, per me, era un episodio chiuso, e nessuno ci pensava più.

Quanto alle richieste successive, mi sono dato da fare e ho chiesto informazioni.. .

ELETTRA DEIANA. Mi sembra di aver capito che lei prima abbia detto di aver avuto anche un coinvolgimento personale in questa vicenda. Quindi, mi interessava capire esattamente.. ..

GIANCARLO MAROCCHINO. Personale in che modo?

ELETTRA DEIANA. Nel senso che era rimasto colpito dall'assassinio dei due giornalisti.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, in quel senso il coinvolgimento c'è stato, mi sono anche interessato, ma - ripeto - l'ho fatto all'inizio, quando il fatto accade, i primi giorni dopo la morte di Ilaria Alpi. Poi la cosa è morta lì. Se all'ltalia non interessava sapere chi fossero i colpevoli, e nessuno se ne è più curato, non dipende da me. Le ripeto: la cosa è caduta così per me.

ELETTRA DEIANA. Ma i passaggi - se ho capito bene - sono i seguenti: il dottor Giannini, per primo, le chiese di raccogliere informazioni, facendole questa richiesta generica. È così?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, esattamente.

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ELETTRA DEIANA. Lei investì i suoi uomini di questo incarico, chiedendo loro di darsi da fare e raccogliere informazioni?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, però deve considerare che qualcuno mi riferiva che le cose erano andate in un certo modo, qualcun altro riferiva cose diverse. Inoltre, sono anche passati molti anni ormai. . .

ELETTRA DEIANA. Certamente, questo lo comprendo. Ma io sto cercando di ricostruire la sequenza dei fatti. Lei, dunque, investì i suoi uomini, di cui mi auguro riuscirà a fornirci qualche nominativo.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Senz'altro, mi adopererò per questo.

ELETTRA DEIANA. Chiese loro di vedere cosa riuscissero a raccogliere?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.. .

ELETTRA DEIANA. Tutto sempre in maniera generica?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, non siamo dei poliziotti.. .

ELETTRA DEIANA. Bene. Dunque i suoi uomini si attivarono proponendole quell'incontro, è così?

GIANCARLO MAROCCHINO. Si. L'incontro però è avvenuto successivamente ...

ELETTRA DELANA. Ricorda in particolare - non per cognome, ma come fisionomia - chi di questi uomini lei disse di avere organizzato quell'incontro?

GIANCARLO MAROCCHINO. La cosa è un po' confusa: una volta mi dicevano che quella persona sarebbe venuta a mangiare l'erba, che me l'ha avrebbero fatto vedere; un'altra volta.. .

ELETTRA DEIANA. Si trattava di persone diverse, di suoi uomini diversi?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vede, onorevole, la sera in Italia andiamo a vedere dei film, là, invece, la sera lo scopo della gente è di fermarsi, radunarsi e mangiare l'erba insieme. In queste occasioni arriva qualcuno, si ferma per prendere dell'erba alcuni minuti, e se ne va di nuovo, poi ne viene un altro, e questa circolazione di persone continua anche fino all'una di notte.

ELETTRA DEIANA. Questo punto l'ho capito, mi è chiaro, ma siccome lei aveva dato un incarico preciso, anche se generico, ai suoi uomini, mi chiedevo chi potesse essere stato.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Io ho dato quell'incarico, ma poi il tempo è passato, sono trascorsi un mese, due, non c'era un compito specifico. . .

ELETTRA DEIANA. Sì, ho capito, ma non è questo che voglio sapere. Vorrei sapere se ci sia stata, da parte di qualcuno di questi uomini, una responsabilità di awertirla di avere organizzato quell'incontro, perché, da quanto capisco, furono appunto i suoi uomini ad organizzare l'evento.

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resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, l'hanno organizzato, ma le persone invitate avrebbero potuto o meno venire a mangiare l'erba, si trattava sempre di un invito di tipo generico.. .

ELETTRA DEIANA. Ma i suoi uomini per organizzare questo incontro hanno messo a frutto notizie che già avevano?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, onorevole, si sapeva che era coinvolto quel commando. Poi i miei uomini sono somali. . .

ELETTRA DEIANA. Quindi, sulla base di quello che sapevano le hanno fatto incontrare questo tizio.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Ripeto, i miei uomini sono somali, come quelli del commando e.. .

ELETTRA DEIANA. Sì, questo l'ho capito. Vorrei piuttosto comprendere meglio il rapporto tra lei ed il dottor Giannini. Lei ha insistito molto, prima, nel dirci che non le interessava l'identità del presunto assassino, quanto, piuttosto, la ragione di questo atto. Vorrei capire perché lei abbia insistito sulle ragioni e non anche sull'identità, perché suppongo che alle autorità italiane interessasse sapere il nominativo.

GIANCARLO MAROCCHINO. C'è stato un motivo. Mentre fornivo informazioni al generale Fiore, l'ambasciatore Scialoja ne otteneva altre dai Servizi. Si trattava di notizie del tutto diverse tra loro. Le seconde, cioè, erano totalmente contrarie alle mie. All'inizio, mi sono interessato anche per questa ragione, per vedere se fossi io ad aver torto oppure se a sbagliare fossero i Servizi.

ELETTRA DEIANA. Questo non c'entra niente con quanto le ho chiesto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi scuso, ma allora credo di non avere compreso la sua richiesta.

ELETTRA DEIANA. Ha insistito molto - parlandoci dell'incontro nella stanza buia - sul fatto che a lei, signor Marocchino, interessasse conoscere le ragioni del gesto assassino e non invece capire chi fosse il responsabile, chi avesse sparato. Le chiedo di chiarirmi perché abbia messo l'accento sulle ragioni e non anche sull'identificazione della persona.

Inoltre - e questa domanda è consequenziale alla prima -, le domando perché il dottor Giannini le abbia chiesto di indagare e di raccogliere informazioni sulle ragioni del fatto, e non le abbia detto, invece, che a noi italiani premeva conoscere chi fosse l'assassino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Rispondo alla prima domanda. Se anche avessi riferito che l'assassino si chiamava in un certo modo, non credo sarebbe stato di utilità al nostro paese, considerato il fatto che, in Somalia, ognuno può darsi il nome che vuole, cambiandolo continuamente. Inoltre, se anche l'avesse riferito. . .

ELETTRA DEIANA. Forse lei non ha compreso: a noi non interessa come si chiamasse realmente, ci interessa piuttosto raggiungere il responsabile, al di là di come si chiami realmente, di come si camuffi o si mascheri. Ritengo che la finalità, anche dei tentativi fatti da Roma, fosse quella di arrivare al responsabile.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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GIANCARLO MAROCCHINO. Non è che si camuffino, è un fatto diffuso darsi dei nomi falsi in quella zona.. .

ELETTRA DEIANA. Non deve farmi lezioni sulle abitudini culturali dei somali!

GIANCARLO MAROCCHINO. A me non interessava il nome, interessava il motivo.. . !

ELETTRA DEIANA. Le sto facendo queste domande perché lei ha insistito, prima, nel dire di essere disinteressato al nome (ad essere onesti, la sua espressione è stata molto più forte, ha detto addirittura che non le "fregava nulla" di chi fosse). . .

GIANCARLO MAROCCHINO. Era un modo di dire.. .

ELETTRA DEIANA. Non le sto facendo un rimprovero per non aver usato bon ton, signor Marocchino. La questione è un'altra: lei ha insistito di interessarsi non all'identità della persona, ma alla ragione dell'assassinio. Alla luce di ciò, vorrei cercare di comprendere se tra questo suo atteggiamento e le richieste del dottor Giannini ci fosse una vicinanza, oppure no. Vorrei capire cosa le abbia realmente chiesto il dottor Giannini.

PRESIDENTE. Mi consenta di interromperla, onorevole Deiana. Per la precisione delle risposte - le quali, come presidente, ho il dovere di controllare -, vorrei ricordarle che il signor Marocchino non ha detto di non essere interessato al nome, ma solo che era inutile saperlo, perché ognuno avrebbe potuto fornirne uno falso, a suo piacimento.

ELETTRA DEIANA. Io sto solo cercando di far capire al signor Marocchino che a me interessa non già il nome, ma l'identità personale, che si può appurare tramite molteplici elementi, oltre all'anagrafe.

PRESIDENTE. Questo, però, non significa che al signor Marocchino non interessasse l'identità, vorrei fosse chiarito.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non potevo sapere il nome, onorevole, perché questa persona l'ho vista al buio. Del resto, se avessi domandato il suo nome, probabilmente la persona avrebbe iniziato ad avere dei dubbi sull'opportunità di rispondere. Lo scopo di questa riunione era quello di investigare genericamente sulle ragioni del fatto, ma non fino ad arrivare a quel punto, altrimenti l'uomo non si sarebbe neppure presentato.

ELETTRA DEIANA. Lei, quindi, dinanzi alle sollecitazioni delle autorità giudiziarie italiane, ha pensato più utile fornire una risposta che indirizzasse l'analisi, la comprensione della vicenda, in termini, appunto, di cause, che sono poi quelle che lei ci ha indicato (l'agguato, il sequestro), e non piuttosto di identificazione dell'assassino, possiamo dire così?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, esattamente.

ELETTRA DEIANA. Quindi, lei teneva a sottolineare le cause e non l'assassino.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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24/49

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, perché - le ripeto - mi sembrava ci fossero due fonti diverse. Secondo la prima, Ilaria Alpi sarebbe stata uccisa per un certo motivo, che non corrispondeva affatto con quello individuato dalla seconda fonte. E quello che appunto, mi interessava di più, di fronte a questa contraddizione, era conoscere veramente la ragione per cui Ilaria Alpi era stata uccisa, non comprendevo il motivo per cui l'avessero fatto.

ELETTRA DEIANA. Quindi, lei ha voluto contribuire a chiarire il contesto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Diciamo di sì.

ELETTRA DEIANA. Di quali elementi disponeva per assicurare che quelle fossero effettivamente le cause?

PRESIDENTE. Questo credo sia un tema " derivato " rispetto a quello principale, onorevole Deiana.

ELETTRA DEIANA. Proseguiamo oltre, allora.

PRESIDENTE. Credo sia preferibile. Vorrei, invece, capire un altro aspetto della vicenda. Sentiva per la prima volta la storia raccontatale da quel signore, e cioè che ci sarebbe stata un'attesa del commando davanti all'hotel Sahafi, per cui, visti questi due sprovveduti, il commando avrebbe seguito la loro auto, con tutto quel che segue? Tale ricostruzione degli accadimenti era nuova per lei?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Dove l'aveva sentita, da chi e quando? Non si trattava di un'informazione nuova?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, niente di nuovo. E' una notizia che girava in città, si sapeva.

PRESIDENTE. Da quando sapeva che questa poteva essere una delle possibili ricostruzioni?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dai primi giorni.

PRESIDENTE. Infatti, nel rapporto Unosom, c'è proprio questa ricostruzione. Lei da chi lo aveva saputo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dalla gente. Mi sembra di averlo detto anche al generale Fiore.

PRESIDENTE. Lei aveva parlato con Salvati e gli altri di Unosom?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, perché loro non potevano venire nel luogo del delitto. Nessuno poteva accedere a quei luoghi.

RAFFAELLO DE BRASI. Vorrei fare tre domande secche. Lei non si ricorda all'incirca quando si svolse l'incontro con questa persona che faceva parte del commando che ha ucciso Ilaria Alpi?

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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25/49 GIANCARLO MAROCCHINO. Molto prima che io venissi qua in Italia a depone. Però di preciso non ricordo.

PRESIDENTE. Come ho già ricordato, la data è il 9 giugno 1999.

RAFFAELLO DE BRASI. Poi c'era il discorso relativo al momento del suo ferimento (aprile 1999). Quindi, molto prima dell'aprile del 1999? Cosa intende per molto prima?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tre, quattro, cinque, sei mesi.

RAFFAELLO DE BRASI. Nel 1998?

GIANCARLO MAROCCHINO. Può darsi.

PRESIDENTE. L'imputato già c'era. Questo è il punto. Ecco perché Giannini non può chiedere altro, se non le ragioni! L'imputato già lo avevano trovato.

RAFFAELLO DE BRASI. Presidente, lei dice che c'era già Hashi Omar Hassan, però perché non c'era anche quest'altro nome? Considerato che Giannini le aveva chiesto notizie ed informazioni, una volta svolto questo incontro con questa persona, che avrebbe fatto parte di questo commando, tenuto in considerazione anche il fatto che Bashir conosceva il nome, che ci ha rivelato solo adesso, perché questo nome non è stato rivelato a Giannini?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non conoscevo questo nome. Inoltre, se avessi detto il nome di questa persona, secondo lei, sarei potuto rimanere a Mogadiscio a lavorare? Sarei potuto uscire di casa?

RAFFAELLO DE BRASI. Lei raccoglie I'input di Giannini, si mette a cercare, svolge delle indagini, trova la persona che fa parte del commando e non la rivela a Giannini?

GIANCARLO MAROCCHINO. E perché devo dirla a Giannini? In primo luogo, non conoscevo quel nome.. .

RAFFAELLO DE BRASI. Bashir Io sapeva! Bashir è un suo uomo! Ritiene che io possa credere che lei non riesce a sapere il nome da Bashir, nonostante egli lo conosca? Mi vuol far credere questo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma anche se lo avessi saputo, io che lavoro lì giorno e notte, avrei mai potuto rivelarlo a Giannini?

RAFFAELLO DE BRASI. E' quello che voglio sapere. Lei ha detto o no questo nome? Lei non l'ha detto per scelta, perché riteneva che dire questo nome avrebbe potuto metterla in difficoltà dal punto di vista della sua sicurezza. E così?

GIANCARLO MAROCCHINO. Altro che! Infatti, a Bashir avete dato la protezione; secondo lei, Bashir, dopo aver rivelato il nome, può vivere bene a Mogadiscio? Penso di no.

RAFFAELLO DE BRASI. Bashir l'ha detto alla Commissione, non alla polizia.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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Giannini è il poliziotto che seguiva il caso per la Digos di Roma. Lei sapeva un nome e non gliel'ha detto! Questa è la realtà!

PRESIDENTE. Prima cerchiamo di far rispondere con calma. Conosceva questo nome sì o no?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non lo sapevo!

PRESIDENTE. Questo è il punto!

RAFFAELLO DE BRASI. Lei non sapeva il nome, ma lo sapeva Bashir!

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma io posso andare da Bashir per farmi dire il nome?

RAFFAELLO DE BRASI. Prima ha detto che Bashir i nomi glieli ha rivelati!

GIANCARLO MAROCCHINO. No, adesso ha fatto i nomi!

RAFFAELLO DE BRASI. E prima non poteva chiederli?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tre mesi fa ha rivelato i nomi. Su ordine del consulente Di Marco, ho chiesto a Bashir, a Jamil e a tutti i mie uomini di confermarmi questi nomi; successivamente, loro mi hanno mandato i nomi degli assassini e io ve li ho prodotti. Non ho mai detto di conoscerli; sapevo che appartenevano a quel commando, ma loro mi hanno dati i nomi!

RAFFAELLO DE BRASI. Se avesse voluto sapere il nome da Bashir, lo avrebbe saputo!

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi vuole far passare per la polizia italiana, per farmi ammazzare in Somalia?

RAFFAELLO DE BRASI. Non sto dicendo questo, sto dicendo che lei avrebbe potuto saperlo e dirlo, ma non l'ha fatto. Avrà avuto le sue ragioni, che sono assolutamente fondate, a suo dire riguardanti la sua sicurezza, però, non mi dica che se avesse voluto dire il nome di questa persona a Giannini non avrebbe potuto farlo, perché a questo, mi dispiace, non posso credere!

GIANCARLO MAROCCHINO. Giannini non mi ha chiesto di dirgli il nome; mi ha fatto altre domande.

RAFFAELLO DE BRASI. Le ha chiesto se aveva scoperto i nomi del commando? Perché noi chiameremo Giannini e glielo chiederemo!

GIANCARLO MAROCCHINO. Chiedetelo a Giannini! Non ricordo che lui me lo abbia chiesto; lui mi aveva chiesto se Hashi in quel momento si trovava sulla macchina; poi mi aveva chiesto anche di dargli delle informazioni riguardo ai feriti che sono andati a questo ospedale. Questo mi ha chiesto Giannini! Non ricordo altre domande! Chiedetelo a Giannini cosa mi ha chiesto!

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

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27/49 RAFFAELLO DE BRASI. Dopo che avrà svolto questa ricerca sui nomi dei partecipanti a questo gruppo, che ci ha promesso di fare, riuscirà a farcene incontrare qualcuno?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi darò i nomi e, se loro vorranno, verranno qui; altrimenti Di Marco andrà giù, come sempre. Li va a prendere e li porta qui.

RAFFAELLO DE BRASI. Bashir, il 3 agosto 2005, alla domanda precisa - gliela feci anch'io - se non avesse mai riferito a Marocchino i nomi da lui appresi, ci disse che non lo aveva mai fatto. Lei invece mi ha detto un'altra cosa poco fa; mi ha detto che i nomi invece Bashir glieli ha detti!

GIANCARLO MAROCCHINO. Forse qua non ci capiamo. Bashir ha inviato una lettera via fax, che ho dato al consulente Di Marco, con i nomi di questi banditi. Loro mi hanno chiesto se fossi sicuro su questi nomi e io ho risposto che non potevo esserne sicuro. Ma se appartengono a quel commando, i nomi saranno questi!

RAFFAELLO DE BRASI. Allora, ci sarà stato un fraintendimento con Bashir.. .

PRESIDENTE. Bashir ha detto sempre, per quello che ricordo, di non aver mai rivelato i nomi a Marocchino, perché anche quello sarebbe stato un modo per mettere a rischio la vita dello stesso Marocchino. La vicenda della lettera alla quale fa riferimento Marocchino è recente e riguarda i rapporti con la Commissione.

CARMEN MOTTA. Presidente, prima il signor Marocchino ha detto una cosa diversa.

PRESIDENTE. Cosa ha detto di diverso?

RAFFAELLO DE BRASI. Che invece glieli ha detti i nomi!

PRESIDENTE. Sì, li avrà detti, ma quando? Domandiamogli quando gli ha detto i nomi! Lui ha detto che gli sono stati rivelati i nomi, ma domandiamogli quando!

GIANCARLO MAROCCHINO. Me li ha detti quando ha mandato la lettera.

RAFFAELLO DE BRASI. Dopo il 3 agosto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dopo che mi ha mandato la lettera.

RAFFAELLO DE BRASI. Non è possibile che ad agosto non avesse i nomi! Non diciamo delle cose che non stanno in piedi!

PRESIDENTE. Scusate, vorrei che questa cronologia fosse chiara. Lei quando ha saputo per la prima volta i nomi del commando?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho conosciuto i veri nomi del commando quando Bashir ha inviato la lettera via fax con tutti i nomi.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

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28/49 PRESIDENTE. Durante i lavori della nostra Commissione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Fino a quel momento è mai venuto a conoscenza dei nomi del commando?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Bashir glieli ha mai dati?

RAFFAELLO DE BRASI. A gennaio, presidente. I1 3 agosto invece Bashir dice.. . .

PRESIDENTE. Si riferiva al passato!

RAFFAELLO DE BRASI. Ha detto "mai". . .

PRESIDENTE. Ha detto "mai" per dire.. .

RAFFAELLO DE BRASI. Allora è stato un fraintendimento di Bashir. Ma Bashir ha detto "mai". . .

PRESIDENTE. Ha detto "mai" riferendosi ai contesti nei quali avrebbe.. .

RAFFAELLO DE BRASI. Questo lo aggiunge lei, presidente.

PRESIDENTE. No, non lo aggiungo io, ma glielo chiederemo.

RAFFAELLO DE BRASI. Ha aggiunto che non ha mai riferito a Marocchino i nomi da lui appresi!

PRESIDENTE. Ma se ha mandato i nominativi tramite Marocchino, è evidente che ad un certo punto glieli ha dati!

CARMEN MOTTA. Presidente, il punto centrale della questione è questo. I1 signor Marocchino dice di aver partecipato in questa casa buia a questa riunione, di avere visto almeno una delle persone che hanno partecipato. . .

PRESIDENTE. Non almeno una! Ma una persona, che ha partecipato e con la quale ha parlato!

CARMEN MOTTA. Una persona, perfetto! Mi scusi, signor Marocchino, ma lei, uscendo da questa riunione, non ha voluto sapere il nome? Lei ha detto poc'anzi che non sa neanche se Bashir fosse presente a quella riunione.

GIANCARLO MAROCCHINO. Può darsi. Chiedetelo a Bashir se era presente o meno. Io non lo ricordo.

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

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29/49 CARMEN MOTTA. Quindi, lei non ha saputo da nessuno il nome di quell'unica persona presente a quella riunione? Lei non l'ha voluto sapere? Non l'ha chiesto? Non glielo hanno detto? Né Bashir né altri?

PRESIDENTE. Ha già risposto, ha detto di no!

CARMEN MOTTA. Ma alla luce delle contestazioni.

PRESIDENTE. Ma facciamo finta di non capire o vogliamo capire veramente?

CARMEN MOTTA. Presidente!

PRESIDENTE. Vanno chiariti i termini delle domande e delle risposte. I1 signor Bashir, quando è stato da noi interrogato, ha detto di non aver mai dichiarato nulla al signor Marocchino. Poiché Bashir ha mandato i nomi attraverso la lettera che Marocchino poi ha rassegnato alla Commissione, sarebbe da stolti ritenere che Marocchino non fosse a conoscenza dei nomi (quello è un momento che riguarda i lavori di questa Commissione). Ma per tutto quello che riguarda il resto, pensare di sovrapporre il dato con il quale ci stiamo confrontando, che riguarda i lavori della nostra Commissione, con i dieci anni trascorsi è una operazione che qui non può essere fatta.

CARMEN MOTTA. Questa è una sua opinione personale.

PRESIDENTE. Non è una mia opinione personale, i dati di fatto sono questi. Bashir ha fatto sempre riferimento alla circostanza di non aver mai dato i nomi a Marocchino per non esporre lo stesso Marocchino ad un rischio per la sua incolumità.

RAFFAELLO DE BRASI. Ma Marocchino aveva incontrato la persona!

PRESIDENTE. L'ha incontrata, ma non ha rivelato il nome.

RAFFAELLO DE BRASI. I nomi non contano, contano le persone! I1 pericolo per Marocchino consisteva nell'avere incontrato la persona!

PRESIDENTE. Onorevole De Brasi, questa è una valutazione, non è una circostanza di fatto. Questa spetta a noi. Signori, volete farmi dire una cosa diversa da quella che è? I dati di fatto, con i quali la Commissione si confronta, sono i seguenti: il signor Bashir.. . .

CARMEN MOTTA. Lei non deve interpretare!

PRESIDENTE. Siete voi che state interpretando ...

ELETTRA DEIANA. Presidente.. .

PRESIDENTE. Lei parlerà dopo, adesso parlo io! La situazione è la seguente. Noi abbiamo sempre acquisito come dato (Commenti). . . Se volete fare baccano, fatelo pure, se volete confrontarvi con la verità, questa è la verità: noi abbiamo sempre acquisito, come ha detto l'onorevole De Brasi prima, la

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in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

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30/49 circostanza che Bashir non ha mai fatto il nome del commando al signor Marocchino. I1 dato di fatto con il quale ci confrontiamo documentalmente è questo: ad un certo punto è Marocchino che consegna i nominativi delle persone appartenenti al commando al nostro consulente Di Marco, dopo aver ricevuto l'elenco dal signor Bashir! Da questo momento in poi - presumo, per quella che è stata la sequenza dei fatti - Marocchino conosce i nomi. E' questa la sequenza dei fatti, sì o no?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, è così.

PRESIDENTE. Adesso possiamo fare le domande e le interpretazioni che vogliamo.. .

RAFFAELLO DE BRASI. La mia interpretazione è sufiagata dalle parole dette da Marocchino poco fa, che sono a verbale. I1 signor Marocchino ha detto che non ha mai voluto sapere.. .

PRESIDENTE. Fino a quando non glieli hanno dati!

RAFFAELLO DE BRASI. Che avrebbe potuto sapere prima.. .

PRESIDENTE. Su questo siamo d'accordo.. .

RAFFAELLO DE BRASI. E non li ha dati a Giannini perché la sua sicurezza ne sarebbe stata compromessa! La mia domanda è (vorrei che rimanesse a verbale): lei ritiene che la sua sicurezza fosse messa in discussione per il fatto di avere incontrato questa persona, di aver sentito che faceva parte del commando, o per il fatto di conoscere un nome (quando lei stesso fino ad ora ha detto che i nomi non contano)? Lei ha incontrato quella persona! L'ha chiamato!

GIANCARLO MAROCCHINO. Non l'ho chiamato io.. .

RAFFAELLO DE BRASI. Ha organizzato la riunione.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho organizzato una riunione. Se io rivelo un nome qui in Italia, questo nome dopo cinque minuti va su tutti i giornali. Dopo due giorni tutti verrebbero a dire che Marocchino ha rivelato il nome del delinquente che ha ucciso Ilaria Alpi! Che poi sia un nome vero o un nome falso, non vuol dire (perché i nomi non contano), ma è la notizia.. .

RAFFAELLO DE BRASI. Lei parla della notizia, ma è la persona che ha fatto parte del commando che avrebbe potuto metterla in pericolo nel momento in cui essa rivela certe cose. Lei correva un rischio nel momento in cui incontrava questa persona! Lei sapeva che questa persona aveva rivelato che faceva parte del commando.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma questa persona è in Somalia; che rischi corre lui a dirmi certe cose in una riunione?

RAFFAELLO DE BRASI. Allora, qual era il suo problema?

GIANCARLO MAROCCHINO. Correrà dei rischi se questa persona.. .

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in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

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3 1/49 RAFFAELLO DE BRASI. Non poteva riferirlo a Giannini? Questa persona come faceva a sapere che lo avrebbe detto a Giannini?

GIANCARLO MAROCCHINO. E quella persona che hanno fatto venire con la scusa di prendere i soldi? Que1'"inghippo" che ha fatto l'ambasciatore Cassini in Somalia non lo sapevano? Lo sa che quando sono venuti giù i giornalisti (Chiara e l'altro compagno) ho dovuto dare una protezione, perché la famiglia di Hashi voleva prenderli e ucciderli? Sono vent'anni che lavoro in quel paese!

Qui in Italia non si è mosso nessuno e nessuno ha fatto niente. Sono stato l'unico a prendere questa ragazza: l'ho portata all'aeroporto, ho cercato di fare qualche cosa e adesso.. . Avrò fatto male ma, a questo punto, cosa le debbo dire?

ELETTRA DEIANA. Volevo chiedere al signor Marocchino ulteriori approfondimenti sulle ragioni dell'assassinio dei due italiani. Lei ci ha detto che all'indomani dell'omicidio del 1994 c'erano dei boatos a Maputo, delle voci di popolo circa le ragioni di questo assassinio: mi pare che lei abbia detto che la voce popolare riportava che erano caduti in un agguato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma non hanno fatto un agguato? Si sono messi per traverso.. .

ELETTRA DEIANA. Sì, in un agguato per sequestro o per rapina: questa è un'ipotesi. Quindi, lei nell'incontrare questo signore senza identità, ha scavato soltanto su questo filone, nel senso che già sapeva queste notizie?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho avuto una conferma se era vero.

ELETTRA DEIANA. Ha avuto una conferma e, quindi, in realtà, questo incontro era di poco interesse perché non è una questione di nomi ma di identità. Penso che lei avrebbe corso un pericolo, se c'era un pericolo in cui lei poteva incorrere, non tanto dal sapere un nome quanto dal venire a contatto con una persona di cui lei avesse elementi per l'identificazione. Quindi, lei ci vuole dire che non è venuto in possesso di alcun elemento di identificazione e, di conseguenza, si è servito di questo incontro unicamente per avere una conferma di cose che lei già sapeva?

GIANCARLO MAROCCHINO. Volevo essere certo. Scusate, adesso avete i nomi di quelli che hanno ucciso e non so che cosa farete con tali nomi. Bashir vi ha dato dei nomi e, in realtà, saranno i veri nomi? Io penso di sì ma come fate a identificare queste persone? Bashir dovrebbe andare in Somalia, cercare e dire: questo sì, questo no, questo non c'è più. Penso che il nome non conti proprio un bel niente perché non c'è una scheda con Marocchino Giancarlo, nato a Borgosesia il 24/3/1942. In Italia si cerca questa scheda, se non è in Italia sarà all'estero, ma Marocchino Giancarlo è imputato. Invece, in Somalia che cosa fate con questi quattro nomi? Andate a cercarli e può darsi che uno di questi sia, per ipotesi, il figlio o il genero del numero uno della Somalia. Io ho vissuto in un mondo tutto diverso dal vostro. Onorevole, in Somalia se una persona uccide un'altra persona non è un problema perché il clan della persona uccisa ammazza un'altra persona. Questa storia va avanti per due o tre morti, fino a quando arrivano a colpire un personaggio un po' importante: a questo punto, le due cabile si riuniscono, ammazzano uno o due carmelli, decidono di pagare ed è tutto finito.

ELETTRA DEIANA. Va bene, torniamo al punto di partenza. Probabilmente, le cose stanno come dice lei.

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GIANCARLO MAROCCHINO. Lo sa che in quel periodo chi uccideva un bianco andava in paradiso? Allora, cosa contava questa cosa?

ELETTRA DEIANA. Signor Marocchino, forse lei non ha capito la ragione per cui insisto su questo punto. A me preme sottolineare il fatto che a lei interessava rassicurare le autorità italiane circa il movente, non i soggetti. Lei poteva dire al dottor Giannini che i nomi non era in grado di saperli mai, ma si poteva vedere sulle ragioni: ma se le persone non sono identificabili, lo sono invece le ragioni? Questa è la domanda che le faccio, visto che lei ha una grande conoscenza della Somalia.

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo che Giannini non mi abbia chiesto proprio di dare i nomi, ma mi ha fatto certe domande. Io ho svolto degli approfondimenti, delle ricerche, ma non credo che Giannini mi abbia detto di dargli i nomi perché avevo già detto che non potevo darli, come ho detto anche in tribunale.

ELETTRA DEIANA. L'aveva detto a Giannini che non poteva dare i nomi? A chi l'ha detto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non so se ho parlato di queste cose, non so se gliel'ho detto o meno. Mi ricordo che Giannini mi ha chiesto di Hashi e delle informazioni, ed io gliele ho passate.

ELETTRA DEIANA. Informazioni relative precisamente a che cosa?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi ha chiesto se Hashi Omar era sulla macchina ed era con il commando.

ELETTRA DEIANA. Lei che gli ha risposto?

GIANCARLO MAROCCHINO. La prima volta gli ho detto che mi risultava che fosse sulla macchina del commando.

ELETTRA DEIANA. Signor Marocchino, una risposta così precisa, che poi compariva sulla stampa, non comportava per lei un pericolo? Questo Hashi Omar era figlio di un dio minore?

GIANCARLO MAROCCHINO. Giannini mi ha detto che, da uomo a uomo, quello che gli davo non lo rivelava a nessuno.

ELETTRA DEIANA. Allora, per il nome del tipo nella stanza buia non poteva essere la stessa cosa?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sto dicendo che i nomi non li sapevo perché non ho voluto saperli.

PRESIDENTE. Lei ha detto che Giannini le ha dato l'incarico di sapere che cosa c'entrasse o se c'entrasse Hashi Omar Hassan, cioè se quest'ultimo facesse parte del commando. Lei ha chiesto a questo signore se Hashi Omar Hassan faceva parte del commando?

GIANCARLO MAROCCHINO. A chi?

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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33/49 PRESIDENTE. All'uomo.

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non lo conosco, non l'ho mai visto.

PRESIDENTE. No, non ho formulato bene la domanda. Giannini le disse che gli interessava sapere le ragioni per le quali i due giornalisti erano stati uccisi e se sulla macchina ci fosse Hashi Omar Hassan. Credo che questa sia la domanda più importante di tutte ma, naturalmente, non viene ascoltata. Lei ha chiesto al suo interlocutore ignoto, di cui non conosce il nome, se sapeva che Hashi Omar Hassan stava o meno in macchina?

GIANCARLO MAROCCHINO. Signor presidente, non l'ho chiesto a lui, ma un po' in giro.

PRESIDENTE. A lui l'ha chiesto?

GIANCARLO MAROCCHINO. A lui chi?

PRESIDENTE. All'uomo con il quale si è incontrato insieme al gruppo dei suoi guardaspalle.

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non l'ho chiesto.

PRESIDENTE. Scusi, ma questo non era il punto fondamentale? Tra i due non so quale sia più importante. Poiché si procedeva a carico di Hashi Omar Hassan - quindi, c'era un processo a carico -, sapere per quale ragione avesse ucciso è certamente importante perché dava il movente dell'ornicidio; però è plausibile, e lei lo conferma, che il dottor Giannini le abbia dato anche l'"incarico" di sapere se effettivamente avesse ucciso, nonostante ci fossero state le dichiarazioni del testimone, Gelle e via dicendo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non è un incarico.

PRESIDENTE. Le ha chiesto di cercare di sapere. Allora, avendo a che fare con l'autore materiale dell'omicidio - o meglio con una persona che sicuramente faceva parte del commando -, non era naturale che lei chiedesse se Hashi Omar Hassan faceva parte o meno del commando?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, non ci ho pensato e non gliel'ho chiesto. Però, signor presidente, dalle prime informazioni mi avevano detto che Omar Hassan era con il commando ed era di fianco all'autista: allora, ho passato questa informazione al dottor Giannini.

PRESIDENTE. Quindi, ha fatto l'accertamento?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Naturalmente, senza poter indicare chi glielo aveva detto: per cose che aveva saputo oppure ha detto al dottor Giannini che c'era stato qualcuno con il nome e cognome?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, l'avevo saputo. Poi sono venute altre informazioni, siamo andati di nuovo a fondo ed abbiamo saputo che Hashi non era sulla macchina perché c'era un'altra persona

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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3 4/49 che gli assomigliava. Allora, ho chiamato il dottor Giannini e gli ho detto che, mentre la prima volta avevo riferito in un certo modo, adesso sembrerebbe che quella persona non fosse sulla macchina.

PRESIDENTE. Chi le ha dato la contronotizia che Hashi non fosse sulla macchina? Sempre voci correnti.

GIULIO SCHMIDT. Signor Marocchino, ci può dire chi, in prima battuta, le disse che Hashi Omar Hassan era parte del commando? È importante perché un conto è parlare di voci, ma le stesse non sono tali, dato che lei, comunque, aveva delle persone davanti che parlavano, che le dicevano alcune cose e che, comunque, davano un'informazione fortemente preziosa. Quindi, per favore, ricorda la persona o le persone? Sono state più persone o è stata una persona?

GIANCARLO MAROCCHINO. Onorevole, in quei momenti nella mia casa, l'unica di un italiano, venivano delle persone di vari clan: delle persone hanno detto che quel bastardo di Hashi era sulla macchina perché aveva anche violentato una donna e via dicendo; poi, altre persone di un altro clan mi hanno detto che non era Hashi perché era ad Adale e via dicendo.

GIULIO SCHMIDT. D'accordo, posso immaginare la scena. Però, lei ha detto che il dottor Giannini le disse espressamente di chiedere se Hashi Omar Hassan era parte del commando. Quindi, lei deve aver domandato ai suoi uomini ed avrà detto che voleva sapere se Hashi Omar Hassan facesse parte del commando: non avrà girato con i megafoni, ma l'avrà chiesto ad una o due persone.

GIANCARLO MAROCCHINO. Onorevole Schmidt, quando chiedo delle informazioni mi arrivano. Tuttavia, una persona mi dice di aver saputo da vari clan che questo soggetto c'era, mentre in seguito mi sono pervenute altre informazioni di un altro clan: tuttavia, se mi chiede chi l'ha portate o il nome.. .

GIULIO SCHMIDT. No, se non lo ricorda. Quindi, nella prima fase lei parla con i suoi uomini e, probabilmente, con quelli più fidati: forse ha parlato anche con Bashir?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non so. Onorevole, di Bashir ne avevo dieci o quindici perché non era il mio uomo di fiducia.

GIULIO SCHMIDT. Sostanzialmente, lei nella sua casa dice ai suoi ragazzi che voleva sapere se Hashi Omar Hassan facesse parte del commando. A quel punto, i suoi si mettono in movimento: quanto tempo hanno impiegato a darle la notizia? Un giorno, due giorni?

GIANCARLO MAROCCHINO. Chi lo sa, un giorno, due giorni. Sono state due voci, ma quale fosse quella giusta.. .

GIULIO SCHMIDT. A me non interessa questo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Io ho riferito le due voci al dottor Giannini: la prima voce riferiva che questa persona era sulla macchina e faceva parte del commando.

GIULIO SCHMIDT. Lei sta dicendo la prima voce, cioè un complesso di voci?

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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35/49

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, è logico.

GIULIO SCHMIDT. Quindi, diciamo la prima versione. Di conseguenza, lei comunica al dottor Giamini che - dagli accertamenti fatti e dalle notizie che le sono state date - risulterebbe, non per sua conoscenza diretta ma per quello che le è stato detto, che Hashi Omar Hassan faceva parte del commando. Dopo quanto tempo è venuto qualcuno di un altro clan? Una volta che ha riferito al dottor Giannini quello che lo stesso voleva sapere, penso che lei si sia fermato e che non sia andato in giro a chiedere se fosse proprio vero. Come è accaduto che la versione sia cambiata? Soprattutto, dopo quanto tempo è accaduto: il giorno dopo, un mese dopo, tre mesi dopo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo non so dirlo, so che mi ha richiamato nuovamente il dottor Giannini.

GIULIO SCHMlDT. Dopo quanto tempo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dopo un po' di giorni perché, forse, il dottor Giannini era in contatto con l'ambasciatore Cassini. Mi ha chiesto se fossi veramente sicuro. Allora, ho chiesto nuovamente in giro ed è uscita fuori la seconda versione, cioè che questa persona non era sulla macchina ma ad Adale, cioè a 90 chilometri da Mogadiscio. I1 motivo era che quella persona si somigliava e, poi, vengo anche a sapere che le persone che me l'avevano detto prima erano più vicine al clan perché era uscita un'altra storia su Hashi, cioè che aveva violentato . . .

GIULIO SCHMIDT. Lei ha mostrato una fotografia ai suoi uomini o già lo conoscevano?

GIANCARLO MAROCCHINO. I miei veri uomini non conoscevano Hashi perché non faceva parte del nostro.. .

GIULIO SCHMIDT. Però, lei ha fatto il nome?

GIANCARLO MAROCCHINO. I1 nome era sui giornali. A Mogadiscio i suoi parenti e i suoi familiari hanno fatto un can-can e volevano rapire degli italiani per avere un riscatto.

GIULIO SCHMIDT. Le voglio chiedere lumi, per l'esperienza che certamente lei ha della realtà somala, su un determinato profilo: prima c'è una versione; dopo pochi giorni, lei rivolge la stessa richiesta e viene fuori un'altra versione. Lei che valutazione ha dato di questa discordanza? Perché queste due versioni completamente diverse?

GIANCARLO MAROCCHINO. Se devo essere sincero ...

GIULIO SCHMIDT. No, lei deve essere sincero.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non potrei valutare quale di queste due versioni sia quella vera. Infatti, in Somalia le versioni vengono date a gettone o a clan. Se un certo clan mi ha detto che era contro il clan di Hashi, allora ha detto che era Hashi.

In verità, io questo Hashi non l'avevo mai visto: non era un uomo che si trovava da noi. Era un ragazzotto (e ce ne sono molti). Non è uno che poteva girare nel nostro ambito. Mi sembra che abitasse

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resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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3 6/49 anche fuori. La famiglia era di Mogadiscio, ma loro erano, mi sembra di ricordare, di Adale, a 100 chilometri da Mogadiscio.

GIULIO SCHMIDT. Vorrei ritornare su un punto importante: le fu riferito che Hashi Omar Assan era distante quel giorno nel quale awenne il delitto; non si trovava a Mogadiscio, ma a quasi 90 chilometri. Lei sa, probabilmente, che la sua cosiddetta datrice di lavoro dichiarò, anche in tribunale, di aver accompagnato Hashi Omar Assan, per andare a trovare il padre che era malato, all'autobus in quel giorno, o qualche giorno prima, non ricordo con esattezza.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questa versione non la conosco.

GIULIO SCHMIDT. Si presume che la località della quale si sta parlando, che era a 80-90 chilometri, fosse effettivamente il luogo nel quale stava la famiglia ed il padre malato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi ha detto nella zona di Adale.

GIULIO SCHMIDT. Chi le ha dato questa informazione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Nessuno: queste informazioni mi arrivavano.

GIULIO SCHMIDT. Non c'è dunque una persona specifica. Ritorniamo su un punto, a mio awiso importante: lei nel 9 giugno 1999 in corte d'assise rivela, già sei anni addietro, di avere incontrato un presunto componente o quello che comunque i suoi uomini dicevano essere uno del commando. C'è la deposizione in corte d'assise del 1999.

La domanda è la seguente: se lei già sapeva il nome, di fronte alle domande fatte, come minimo ha nascosto di saperlo. Avrebbe quindi commesso un reato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi scusi: avrei commesso un reato sulla mia vita?

GIULIO SCHMIDT. Vorrei trovare una logica in tutto questo: ammesso e concesso che lei sapesse il nome, in corte d'assise, di fronte alla domanda specifica - lei conosce il nome? - avrebbe rivelato il nome, tenendo conto del pericolo di vita al quale andava incontro, oppure no? Questa domanda me l'ha strappata lei!

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho detto in corte d'assise che non sapevo e che non potevo dire il nome.

GIULIO SCHMIDT. Sono due cose differenti. Da quello che ho letto, risulta che lei non lo sapeva e che comunque non lo poteva dire.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, se anche l'avessi saputo, non l'avrei detto. Io lavoro laggiù. Ho una famiglia e sono due anni che non vado più lì, per via di questi problemi.

GIULIO SCHMIDT. Lei, sempre in corte d'assise, ha dato, a mio awiso, un giudizio preciso: ha detto che non si trattava di un attentato a fini di rapina. È molto precisa la sua dichiarazione: lei dice che si sapeva benissimo che i giornalisti giravano senza soldi e che nascondevano infatti tutte le cose

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37/49 preziose. Quindi, lei sostiene - e lo ha dichiarato in corte d'assise - che certamente non si trattava di scopo di rapina. Mi sembra di capire che già nel 1999 lei ipotizzasse il fatto che si trattasse più di un sequestro o di un atto dimostrativo. Se non era rapina, se non era un'esecuzione, non rimane altro che un sequestro. Altrimenti, questo gruppo avrebbe formato ...

GIANCARLO MAROCCHINO. Onorevole, ho detto che vi era questa voce che volevano rapinare un italiano o un'italiana. Ho detto subito all'inizio che giravano queste voci: quando uno rapisce una persona, questo vuol dire un riscatto. Hanno rapito tanta gente: quattro o cinque giornalisti prima di Ilaria Alpi.

GIULIO SCHMIDT. Signor Marocchino, le do lettura di ciò che lei ha dichiarato in corte d'assise: hanno seguito questa macchina ed io ho chiesto: come mai, se avevate intenzione di sequestrarli, perché, awocato (si sta riferendo all'awocato Coppi) la rapina a quei tempi non esiste. Tutti infatti sapevano che i giornalisti, quando uscivano per fare delle indagini, non portavano con sé i soldi. Si levavano persino gli orologi da polso per non essere, come dire, "attratti".

Lei successivamente parla di un meccanismo diverso: dice che questi hanno sparato perché fu la guardia del corpo a sparare per prima e quindi dà una sua valutazione.

Io le chiedo: se non era un'esecuzione, se non c'è il movente della rapina, perché fare tutto quello che è stato fatto, per prendere dei soldi? Non era assolutamente credibile, qual era la ragione reale, secondo lei, di questo fermo o di questo agguato, che si è trasformato, e vedremo il meccanismo, perché ci toccherà valutarlo, in un delitto? Era un sequestro?

GIANCARLO MAROCCHINO. A questo punto penso che sia stato un sequestro.

GIULIO SCHMIDT. Un sequestro a scopo di riscatto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Prima di quello di Ilaria Alpi, ne avevano messi a segno cinque o sei: hanno preso un americano, uno della Morris, un giornalista francese.

GIULIO SCHMIDT. Grazie per aver ricordato tutto questo. Volevo chiederle, se lei ricorda: su questi sequestri effettuati fu chiesto un riscatto e fu pagato?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

GIULIO SCHMIDT. Bene. Quindi a domanda precisa: non è un esecuzione, non è una rapina, lei conferma quanto sostenuto in corte d'assise nel 1999, vale a dire che non era possibile che si trattasse di una rapina, perché comunque era noto a tutti che i giornalisti non potevano essere rapinati perché non portavano con sé nulla? Le posso dire, ridendo, che sono sicuro che non avevano nulla!

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho espresso una mia impressione.

GIULIO SCHMIDT. Lei ha dato una sua valutazione da uomo che, vivendo in Somalia, ha una sensibilità particolare.

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3 8/49 GIANCARLO MAROCCHINO. Sei o quattro mesi prima, Carmen Lasorella ed il suo operatore sono stati derubati delle proprie attrezzature. Sa quanti somali venivano in casa ad offrirmi le macchine fotografiche rubate? Io le prendevo e le riportavo indietro.

PRESIDENTE. Vorrei chiederle brevemente due cose: vorrei che ricostruisse i passaggi che sono stati fatti per far pervenire alla Commissione il presunto elenco dei presunti appartenenti al commando. Si ricorda questi passaggi con precisione? Successivamente io le darò i documenti per effettuare i riscontri. Come è awenuta questa cosa?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi ha raggiunto il dottor Di Marco, il quale mi ha chiesto se potevo dare questi nomi.

PRESIDENTE. Come è andata? Come è venuta fuori la questione dei nomi?

GIANCARLO MAROCCHINO. Con il dottor Di Marco abbiamo parlato di diverse cose ed abbiamo detto che dovevamo recarci in Somalia. Mi ha chiesto tante informazioni ed io ho voluto operare per il bene della verità.

Ad un certo punto, mi ha chiesto se sapessi seriamente i nomi. Gli ho detto che i nomi non li conoscevo: non potevo dire che questo tipo si chiamasse in un certo modo o che tizio si chiamasse in un altro. So soltanto che si tratta di un gruppo che operava ed è noto - è una voce nota a tutta Mogadiscio - che si trattava del commando che ha fatto questo.

Lui insisteva nel chiedermi i nomi: ho detto che potevo chiedere in Somalia ad alcune mie persone che potevano darmi questi nomi. Questa cosa è andata avanti per quasi due mesi. Mi dicevano che volevano darmi i nomi: era un tira e molla.

Alla fine, con lui presente, organizziamo un incontro con un certo Ali Jamil, che parla meglio l'italiano. Gli abbiamo chiesto se volesse dare questi nomi. Mi ha detto che Bashir prima gli diceva in un modo e poi in un altro. Alla fine accettano di dare questi nomi.

PRESIDENTE. Chi accetta?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ali Jamil ha fatto una riunione con Bashir e con gli altri e quindi accetta di dare questi nomi. Io gli dico: questi nomi sono i veri nomi? Lui dice di sì. Gli dico: non è che poi cambi versione? Allora io gli dico di mandarmi su questi nomi.

PRESIDENTE. Lei dice di mandargli su questi nomi. Come glieli ha mandati?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ha fatto un fax

PRESIDENTE. I1 fax è questo (Viene mostrato un documento)?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì. Allora io ho detto: come mai non c'è il nome del fax?

PRESIDENTE. Questo è il documento, dal quale risultano i sei nominativi, il documento n. 142.68. Viene mostrato al teste il documento e gli viene chiesto se questo sia il documento da lui ricevuto. La risposta è affermativa. Come ha ricevuto questo documento?

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3 9/49 GIANCARLO MAROCCHINO. Via fax.

PRESIDENTE. Su questo documento non vi è il riferimento ad una trasmissione o ad una ricezione via fax. Come si spiega questo?

GIANCARLO MAROCCHINO. L'ho chiesto anch'io. Ali Jamil mi ha detto: dal momento che lui ha un punto Intemet, per non dimostrare di avermelo mandato come Ali Jarnil mi disse di aver tagliato la parte dell'intestazione. Io ho fatto una fotocopia.

PRESIDENTE. Per avere un fax senza l'indicazione occorre che l'operazione del taglio venga fatta con tecniche diverse. Se'questo documento arriva così, non può essere stato tagliato a Roma, bensì a Mogadiscio. Se è tagliato a Mogadiscio, comparirà su un altro punto.

GIANCARLO MAROCCHINO. No, signor presidente: lei può mandare il fax e può rimuovere la dicitura.

PRESIDENTE. Rimuovere, non tagliare! Qui non manca soltanto il riferimento al fax che trasmette, ma anche il riferimento al fax che riceve. Come è possibile?

GIANCARLO MAROCCHINO. Io ho preso il suo fax: ho fatto una fotocopia e ve l'ho dato.

PRESIDENTE. Ho capito: da questo fax non risulta che sia arrivato a lei. Se questo è un fax, non risulta che sia arrivato a lei. Se fosse stato così, noi avremmo trovato l'indicazione del numero di telefono di fax che lei ha in uso. Come si spiega questo?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo fax me lo ha mandato presso uno studio di avvocato.

PRESIDENTE. Dove?

GIANCARLO MAROCCHINO. Qui a Roma.

PRESIDENTE Quali sono gli awocati?

GIANCARLO MAROCCHINO. Allo studio dell'awocato Staniscia Tralicci Gina, via Crescenzio 20. Credo sia arrivato lì.

PRESIDENTE. Perché avete scelto questa soluzione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dove me lo faccio mandare? Lo mando direttamente alla Commissione? Lui ha detto che me lo avrebbe mandato ed io poi l'avrei girato. Non avevo neanche il numero.

PRESIDENTE. Non facciamo confusione. Quando lei ha detto che è stato tagliato il fax di provenienza, si riferiva al fatto che è stata annullata la possibilità che risultasse registrato il numero del fax di provenienza; per quanto riguarda il fax d'arrivo, non lo troviamo perché è stato mandato presso

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lo studio di un awocato, l'avvocato Staniscia Tralicci Gina, via Crescenzio n. 20, che è lo studio presso il quale lei si appoggia. Come è possibile che non vi sia il numero di questo avvocato?

GIANCARLO MAROCCHINO. Perché questo è stato ribattuto e io vi ho dato la copia.

PRESIDENTE. Cosa significa ribattuto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Lo abbiamo ribattuto a macchina.

PRESIDENTE Allora questo non è il fax? Questa è la copia del fax, vale a dire quello che avete battuto a macchina sulla base del fax che è arrivato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Questo non c'entra niente!

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma come? Quando è venuto su Bashir..

PRESIDENTE. Aspetti. E' arrivato il fax: vi erano scritti questi nomi. Voi li avete ricopiati. E' questo il concetto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì. Voi volevate i nomi? Io ve li ho dati.

PRESIDENTE. Mi segua: c'erano quei nomi, e lei, o chi per lei, li avete copiati su questo foglio?

GIANCARLO MAROCCHINO. Si.

PRESIDENTE. Allora, domando: questo non è un fax; è un foglio sul quale sono stati copiati i nomi che erano scritti sul fax. E' esatto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì.

PRESIDENTE. Allora la domanda è la seguente: il fax che fine ha fatto?

GIANCARLO MAROCCHINO. L'avrò buttato via.

PRESIDENTE. Benissimo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi scusi, io non ricordo bene. E' questo il foglio che vi ho dato? E allora vuol dire che ho ribattuto i nomi e ho buttato via il fax.

PRESIDENTE. Ma come? Lei non si ricorda se ha ribattuto..

GIANCARLO MAROCCHINO. Non ricordo.

PRESIDENTE. E' stato fatto con un computer o cos'altro?

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GIANCARLO MAROCCHINO. Non mi ricordo.

PRESIDENTE. Dove è stato ribattuto il testo? Nello studio dell'awocatessa?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non credo, ma può darsi. L'avrà fatto un'impiegata. Mi fanno un favore: mi mandano su un fax.

PRESIDENTE. Non è un problema di favori: dobbiamo accertare come sono andate le cose. Dopodiché, cosa ha fatto con questo foglio?

GIANCARLO MAROCCHINO. L'ho preso e l'ho dato al dottor Di Marco.

PRESIDENTE. Questa è la storia: ci sono ulteriori elementi?

GIANCARLO MAROCCHINO. I1 dottor Di Marco può testimoniare. Ho detto: siete sicuri? Non è che quando venite su poi cambiate.. . Non voglio avere problemi con la Commissione. Lui mi ha detto: questi sono i nomi. Poi li abbiamo fatti venire su: si tratta di cinque, sei persone.

PRESIDENTE. Io le devo dire un'altra cosa..

CARMEN MOTTA. No, presidente: quell'elenco è l'elenco dei nomi dei componenti del commando. Lui ha detto che li ha fatti venire su.

PRESIDENTE. No, intendeva dire che ha fatto venire su quelli che poi Di Marco ha portato su: non questi qui! Si tratta di tutt'altra cosa!

GIANCARLO MAROCCHINO. I testimoni.. .

PRESIDENTE. Signori, lo sappiamo! Li abbiamo sentiti anche qui in questa sede: perché sollevate simili questioni?

Insomma, lei ha fatto o no venire su questi signori, mi faccia capire?

CARMEN MOTTA. Ma perché si era sbagliato, cioè lo ha fatto senza volere.

PRESIDENTE. Non è così: lui ha fatto riferimento ... In realtà, poiché non connette bene mentalmente, mentre si esprime "fa dei salti".

CARMEN MOTTA. Chi, Marocchino?

PRESIDENTE. Certo! È così, lui sintetizza! Dall'interrogatorio svolto ho capito cosa intende ma poiché a questa vicenda si collega l'indicazione dei nominativi (quelli che poi Di Marco è andato giù a prendere), awiene che mentre, da un lato, lui parla di un fatto, poi, dall'altro, procede per sintesi.

CARMEN MOTTA. Signor presidente, guardi che io le ho detto che il signor Marocchino.. .

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42/49 PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Motta, come è possibile pensare che queste siano le persone che abbiamo sentito?

Comunque, vorrei sapere un'altra cosa, riferita ai cosiddetti clan diversi. Noi abbiamo una relazione del nostro consulente, il sostituto commissario Di Marco, del 15 novembre del 2004, indirizzata al signor presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

I1 consulente riferisce che, da contatti avuti con fonte confidenziale, la cui attendibilità è ancora da valutare - è lei - sono state acquisite informazioni circa l'attentato che ha causato la morte di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin.

In particolare, si è appreso che gli esecutori sarebbero stati sette cittadini somali di Mogadiscio appartenenti a tre clan diversi. Tutti sarebbero stati a bordo di un'autovettura modello Land Rover: questa è la comunicazione del nostro consulente, sulla quale non abbiamo motivo di discutere.

Tra l'altro, si aggiungono anche altre due notizie (una delle quali da approfondire meglio in seguito) secondo cui tali soggetti sarebbero stati alle dipendenze della locale corte islamica, che li avrebbe assunti per operazioni di polizia. Infatti, in tale periodo a Mogadiscio gli unici capaci di controllare la città - e quindi di combattere i criminali - potevano essere solo altri criminali (dei quali, appunto, la locale corte si serviva).

Essendo Mogadiscio divisa per zone - fate attenzione a questo passaggio - le pattuglie erano composte da soggetti appartenenti a clan diversi per permettere alle stesse di entrare in tutte le zone avendo, per ciascuna di queste, il proprio rappresentante. Quindi, non soltanto si dice che il commando era composto da appartenenti a tre clan diversi ma anche si svela anche la ragione per la quale c'erano tre clan rappresentati. Insomma, a lei, questa circostanza chi gliel'ha riferita?

In realtà, se poi fossero veri i fatti con i quali ci siamo confrontati successivamente (tanto per capirci, le dichiarazioni di Bashir e via dicendo), tali fatti sarebbero assolutamente dissonanti rispetto a questa affermazione, cioè, non è vero che il commando era costituito da appartenenti a tre clan diversi: da dove nasce questa sua indicazione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Diciamo che era un'indicazione generica, signor presidente. Se loro facevano un colpo al nord, allora scappavano al sud e là dovevano avere una qualche protezione.

PRESIDENTE. Mi scusi, ma al 15 novembre del 2004, avendo incontrato questo personaggio nel 1999, lei sapeva (mi riferisco ai tre clan rappresentati) di cosa si trattava?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questa era una cosa logica, però, mi sembra che, con riferimento al clan in questione, si trattasse più di gente di Abgal (per esempio, Abgal e Mourosad costituiscono un po' un medesimo clan, nel senso che si tratta di due clan divisi ma che poi stanno insieme).

PRESIDENTE. Va bene, ma lei ha mai saputo la composizione del commando dal punto di vista delle rappresentanze claniche?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, assolutamente.

PRESIDENTE. Allora perché lei ha qui riferito che si trattava di tre clan diversi?

GIANCARLO MAROCCHINO. L'ho detto perché è secondo la logica e perché si diceva che c'erano tre clan diversi. Mi sembra che, ultimamente, Bashir abbia chiarito la vicenda.. . . . . . .

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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PRESIDENTE. Ha chiarito che le cose non stanno così!

GIANCARLO MAROCCHINO. Ha detto che appartenevano quasi tutti al medesimo clan.

PRESIDENTE. Comunque, io la mia contestazione l'ho sollevata. Poi bisognerà vedere come sono andate realmente le cose.

Prima di sospendere per qualche minuto la seduta per tirare alcune conclusioni vorrei mostrarle un dossier fotografico girato subito dopo l'uccisione e pregarla di dirci se riconosce tra le persone fotografate qualcuno della sua scorta al fine di sapere se questo qualcuno - della sua scorta - possa anche essere qualcun altro che accompagnò lei nell'incontro con questo personaggio che faceva parte del commando. Procediamo ora a sfogliare le diapositive (Vengono mostrate delle diapositive).

Lei individua qualcuno della sua scorta?

GIANCARLO MAROCCHINO. Per ora no.

PRESIDENTE. E adesso?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo è quel ragazzo che è morto.

PRESIDENTE. Questo sarebbe il ragazzo su cui lei ha messo la croce sopra?

GIANCARLO MAROCCHINO. È lo stesso, vede.

PRESIDENTE. Quello che è morto?

GIANCARLO MAROCCHINO. Si.

PRESIDENTE. Perfetto. Allora, si dà atto che alla pagina 5 del dossier fotografico Mogadiscio A, B, C il teste Marocchino indica la persona ivi fotografata come uno della sua scorta che lo accompagnò nell'incontro con la persona di cui si è trattato fino a questo momento e che è deceduto. Andiamo avanti.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo è Bashir!

PRESIDENTE. Allora, a pagina 9 dello stesso dossier nella persona fotografata nella foto in basso a destra accanto ad altra con il cappello, il teste riconosce Bashir. Poi?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo deve essere il capo dell'hotel Hamana, anche lui morto.. ...

PRESIDENTE. A noi interessano altre cose. Continuiamo. Tra questi personaggi vede qualcuno della sua scorta?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Io pensavo che questo personaggio con il mitra fosse della sua scorta?

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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GIANCARLO MAROCCHINO. No. Peraltro, questa macchina qui non è la mia bensì di Gafo con i suoi uomini della polizia.

PRESIDENTE. Procediamo nella illustrazione. Vede qualcun altro?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, queste non sono le mie Toyota (le mie macchine).

PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio. Sospendo la seduta per alcuni minuti.

La seduta sospesa alle 18,30 è ripresa alle 18,50.

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi è venuta in mente una cosa, riguardante il fax che mi è arrivato dalla Somalia: prima di batterlo, mi sembra di averlo fatto vedere al signor Di Marco in casa dell'awocato Menicacci. Dopodiché l'ho ribattuto perché non si voleva far vedere che il fax era arrivato a quell'indirizzo. Non so se ricordo bene, forse sbaglio.. ..

CARMEN MOTTA. Di Marco quindi ha l'originale del fax?

ANTONIO DI MARCO. Volevo precisare che il fax mi è stato consegnato così com'è stato allegato alla relazione: si trattava già di una copia. La discussione è nata dal fatto che io insistevo affinché lui firmasse in originale quella fotocopia mentre lui si rifiutava. Volevo infatti che si lasciasse traccia non solo della relazione che avevo manoscritto presso la casa dell'awocato (avendo scritto in quel luogo una relazione volevo che questa fosse firmata a conferma di quanto scritto) ma anche del documento allegato.

Quindi, la discussione e il tempo che abbiamo perso è stato finalizzato solo a questo scopo. Comunque, il documento è solo quello e solo quello ho visto: è quello che lui mi ha dato e che ho allegato alla mia relazione.

Nella relazione di collaborazione ci fu la firma del signor Marocchino e dell'awocato Menicacci. Nella relazione in cui mi consegnava quel fax c'è solo la firma del signor Marocchino.

PRESIDENTE. Va bene. D'accordo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho voluto raccontare questo fatto per dimostrare che è la verità che mi è arrivata!

PRESIDENTE. Va bene abbiamo chiarito questo punto. Parliamo ora di Guido Garelli. Quando lo ha conosciuto?

GIANCARLO MAROCCHINO. L'ho conosciuto nel 1991 circa - non ricordo bene - a Milano nell'ufficio di un certo Zaramella. Avevo partecipato ad una riunione nell'ufficio di Zaramella anche con padre Franco perché a quei tempi in Somalia mancavano generi alimentari. Zaramella mi presentò Guido Garelli, un personaggio che si presentò vestito da cornmodoro con tante stellette il quale mi disse.. ...

DOCUMENTO DECLASSIFICATO

in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

resa esecutiva con Decreto Presidenziale N. 1512, in data 21 luglio 2011,

(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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PRESIDENTE. Siamo nel 1991?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, all'incirca.

PRESIDENTE. Dove vi siete incontrati?

GIANCARLO MAROCCHINO. Nell'ufficio del dottor Zaramella alla periferia di Milano, ma non ricordo bene dove.

PRESIDENTE. Chi era questo dottor Zaramella, come lo conosceva?

GIANCARLO MAROCCHINO. Lo conosceva padre Franco in quanto referente per il programma di amicizia tra Italia e Somalia della Camera del lavoro a Milano. Tramite padre Franco eravamo andati alla regione Lombardia per inviare degli aiuti in Somalia.

Comunque, questo personaggio, vestito nel modo già descritto, era capace di incantare anche un serpente a sonagli! Parlava molto bene e mi disse che aveva un surplus di aiuti a disposizione tra quelli che già inviava nel Sahara occidentale. Mi disse che, se avessi voluto, avrebbe potuto fare in modo di "passarceli" ad un prezzo molto basso.

Risposi che ero d'accordo perché questi aiuti servivano e che l'avrei messo in contatto con le organizzazioni umanitarie del posto, sempre in cerca di farina, zucchero ed altri generi alimentari. Così, rimanemmo d'accordo.

Vi furono una o due riunioni in proposito e nel corso di una di queste mi disse che aveva anche delle macchine fuoristrada e simili a disposizione. Anche sotto questo aspetto risposi che le macchine servivano e lo invitai a venire in Somalia o a Nairobi (vi sono uffici sia in Somalia, sia a Nairobi) per trattare direttamente tutti questi aspetti.

Così, partii per la Somalia e venni chiamato solo quando sia lui sia Ezio Scaglione arrivarono a Nairobi. Andai a Nairobi da loro.

PRESIDENTE. Lei Scaglione già lo conosceva?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, Scaglione già lo conoscevo. Avevamo anche fatto una società di ricambi insieme. Suo padre mi disse che.. .

PRESIDENTE. Scusi, non riesco a capire cosa c'entri Scaglione con Garelli, come viene fuori?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi spiego meglio il rapporto Garelli-Scaglione. Scaglione cercava una macchina di grossa cilindrata e Garelli mi disse che aveva a disposizione delle macchine che era in grado di vendere con il 50 o il 60 per cento di sconto.

Allora, gli dissi che avevo un amico che cercava proprio una macchina del genere - cioè, Scaglione - e li misi in contatto. Però, ad essere sincero, prima di partire mi vennero un po' di dubbi su Garelli. Ricordo che a Milano erano parcheggiate in strada alcune sue macchine con targhe verdi con su scritto "territoriale Sahara". Ciò sollevò in me qualche dubbio.

Comunque, dovevo partire per la Somalia e così dissi a Scaglione che se Garelli gli avesse dato la macchina (mi sembra che si trattasse di una Mercedes che, a quei tempi, poteva costare circa 70

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in base alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati N. 150/2011,

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(articolo 18, comma 3, del Regolamento dell’Archivio storico della Camera dei Deputati)

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milioni mentre lui ce l'avrebbe lasciata per 25 milioni, cioè, circa la metà), prima di prenderla, sarebbe stato opportuno fare degli accertamenti per verificare se non si trattava di una macchina rubata o simili.

Scaglione mi rispose che aveva condotto degli accertamenti presso 1'Automobilclub di Alessandria e che l'auto non risultava rubata. Così, gli dissi di prenderla e partii per la Somalia. Solo dopo venni a sapere che questa macchina era stata rubata in Germania.

PRESIDENTE. Quali sono stati i suoi rapporti con Garelli? Avete parlato dell'eventualità di rapporti d'affari?

GIANCARLO MAROCCHINO. Abbiamo parlato di questa eventualità, dopodiché Garelli venne a Nairobi dove parlammo con certe organizzazioni umanitarie. Tuttavia, quelle più grandi (la SOS Kinderdorfer e la Croce Rossa internazionale) erano a Mogadiscio. Così, Garelli venne a Mogadiscio dove parlò con i rappresentanti di queste organizzazioni. Qui ci presentò i prodotti che aveva a disposizione - riso, farina, zucchero e via dicendo - ma, da questo momento, scattò l'inghippo perché egli disse che avrebbe inviato un tot di quantitativo di materiale e merce dietro pagamento di un anticipo per portare la merce al porto. Ora, per portare il quantitativo da lui proposto, solo di trasporto e simili, a quei tempi servivano circa 150 mila dollari. Da questo momento, mi venne qualche dubbio.

Allora, dissi ai rappresentanti delle organizzazioni interessate che per quanto riguardava l'anticipo non se ne sarebbe parlato affatto e che, al massimo, avrebbero dovuto procedere con delle aperture di credito. Poi, una volta arrivata la merce in porto (con visto e imbarco assicurati), solo allora si sarebbe potuto pagare.

Così, il signor Garelli venne via da Mogadiscio un po' con le pive nel sacco. Però, nel frattempo, Ezio Scaglione, che era titubante, volle firmare a Nairobi un documento - un'intesa - fra me, Garelli e lui perché aveva paura che noi due lo fregassimo senza farlo rientrare nel gioco.

PRESIDENTE. Un'intesa su che cosa?

GIANCARLO MAROCCHINO. Un'intesa, per così dire, di provvigione su questa merce. Se, per esempio, fosse stata inviata della merce per un guadagno di 50 mila dollari, dovevamo dividere tale cifra in tre. Avevamo fatto un'intesa.

A questo punto, Garelli disse che non c'era problema e aprì una valigetta piena di documenti e carte intestate di ogni sorta: ce ne erano di tutti i tipi. Ci disse che quelle erano tutte sue società e, prendendo un foglio intestato, procedette a perfezionare l'intesa.

Io non ho neanche una copia di questo documento. So soltanto che una copia la tenne lui e un'altra Ezio Scaglione; di tenere una copia me ne fregai perché tanto.. .

PRESIDENTE. Che fine ha fatto tutta questa operazione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Per quanto riguarda l'operazione riguardante gli aiuti non è arrivato nulla - come era facile immaginare - posto che egli voleva soltanto prendersi 100 mila dollari facilmente per poi voltare le spalle e lascianni nei casini a me. Da quel momento, io non l'ho mai più visto né sentito.

PRESIDENTE. Lei hai mai saputo di Garelli come di una persona legata a traffici illeciti di armi o di rifiuti?

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47/49 GIANCARLO MAROCCHINO. Come già riferito, quello lì di cose ne diceva tante incantando tutti. Diceva di tutto, compreso che era comandante temtoriale del Sahara.

PRESIDENTE. Scaglione, invece, lui è venuto in Somalia?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, Scaglione è venuto parecchie volte in Somalia. È venuto per la prima volta nel 1985-1986 per questa società.. .

PRESIDENTE. Come si chiamava la società?

GIANCARLO MAROCCHINO. Italricambi. I1 papà aveva chiuso questo emporio inviando ricambi per 100 milioni. Poi venne giù il figlio, che il padre voleva inquadrare ...

PRESIDENTE. Che tipi di affari ha fatto con Scaglione figlio? Ha avuto a che fare con il padre?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, lui ha solo mandato giù questa fornitura di 100 milioni e noi venduto i ricambi (parliamo dell'anno 1985-1986). Dopodiché, una volta diviso il ricavato, la vicenda si è chiusa.

PRESIDENTE. È stato ospite suo in Somalia Scaglione?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, è venuto a casa mia.

PRESIDENTE. Quali altre attività di tipo imprenditoriale avete fatto insieme con Scaglione, oltre all'operazione riferita?

GIANCARLO MAROCCHINO. Diciamo che, nonostante tante parole e tante promesse, di vere attività non ce ne è stata neanche una. Dopo la faccenda che ho descritto ci sono state molte telefonate, quelle sì, molte promesse, un mare di progetti ma, alla fine, non si è dato mai seguito a nulla.

PRESIDENTE. Quindi, parlerei più che altro di tentativi?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, di tentativi. Signor presidente, in quel paese è tutto allo sfascio!

PRESIDENTE. Va bene ma la Italricambi, in queste operazioni imprenditoriali, sia pure tentate, come si è posta?

GIANCARLO MAROCCHINO. Parliamo del 1987, c'era il regime di Siad Barre, abbiamo dovuto aprire una società regolare in Somalia.. .

PRESIDENTE. Solo questa operazione dei 100 milioni di lire? Solo questa è l'operazione che è stata fatta?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, come operazione, soltanto quella.

PRESIDENTE. Riconosce questa lettera (la cosiddetta lettera di intenti riservatissima)?

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GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, questa è quella di cui ho detto.. . qui si parla della ATS ma lui aveva almeno altre 20 o 30 società. Gli chiesi spiegazioni ma lui rispose che erano tutte sue società.

PRESIDENTE. La firma è sua?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, come no.

PRESIDENTE. Qui però si parla di parecchie cose, fra l'altro, anche del progetto Urano.

GIANCARLO MAROCCHINO. I1 progetto Urano è uno di quelli nella sua mente ma in realtà tale progetto era la sua società.

PRESIDENTE. Qui c'è scritto: "...gli incontri e le conversazioni che cercheremo di avere con l'insostituibile opera di mediazione del console della Somalia in Italia, professore Ezio Scaglione, verteramo sulla possibilità di sviluppo del progetto Urano per la parte già nota nel corno d'Africa e con questo supporto si procederà a destinare un consistente lotto di aiuti in derrate alimentari ed altri generi di conforto destinati alle popolazioni stremate che sono disperse nella regione".

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma io ho firmato questo affare perché.

PRESIDENTE. Ma lei sapeva all'epoca che cosa era il progetto Urano?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, io ero in Somalia, cosa vuole che ne sapessi del progetto Urano!

PRESIDENTE. Va bene, ma prima di firmarlo, avete letto questo documento?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, ho messo la mia firma ma perché questa si riferiva alle cose che avevamo in mente di fare, cioè, l'invio di aiuti e derrate alimentari.

PRESIDENTE. Insomma, cose poco serie, tutto sommato? Oltre a lei, Scaglione e Garelli, a questa operazione di cui alla lettera di intenti hanno partecipato altri?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Poi come si è sciolto il sodalizio?

GIANCARLO MAROCCHINO. Quando Garelli è partito da Mogadiscio io non l'ho mai più visto né sentito.

PRESIDENTE. Al di là della storia del progetto Urano e via dicendo, vorremmo una volta per tutte riuscire a capire per quale ragione tutti - o molti - la collegano al traffico illecito di rifiuti.

Come si spiega questa cosa, come nasce questa storia?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non lo so, signor presidente.

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49/49 PRESIDENTE. Tra l'altro ad Asti c'è stato.. .

GIANCARLO MAROCCHINO. Sì, ma dopo 25 mila perquisizioni è stato tutto archiviato!

PRESIDENTE. Le perquisizioni formali le conosciamo, ci spieghi lei meglio le cose.

GIANCARLO MAROCCHINO. Signor presidente, diciamo le cose come stanno. Se in Somalia sono stati portati dei rifiuti tossici, questi rifiuti dovrebbero essere in qualche posto. È mai possibile, pero, che nessuno finora abbia fornito qualche elemento concreto?

Io sono stato interrogato anche dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Personalmente, ho solo fatto un porticciolo sopra una scogliera. Quando viene l'alta marea, che arriva fino a tre metri e mezzo, questo porticciolo è in funzione. Quando pero la marea si ritira questo stesso porticciolo non è più in funzione a causa della sabbia. Io non ho costruito un porticciolo nell'acqua: ho costruito un porticciolo su una scogliere!

Se qualcuno di voi solo venisse in Somalia - non ditemi che non potete farlo - e facesse il giro del molo a piedi vedrebbe cosa ho fatto. Ho semplicemente preso dei contenitori, li ho tagliati, ci ho messo dentro delle pietre (così si fa), ho fatto dei cubi e, poi, ho inserito delle grosse pietre a mo' di frangiflutti.

Ora, da due anni non sono più in Somalia ma mi è stato riferito che i monsoni hanno causato un disastro. Tuttavia, si vedono ancora i contenitori con dentro i blocchi di massi. Non si tratta di contenitori - come tanti affermano - che celano al loro interno dei rifiuti! Non c'è da nascondere nulla, c'è solo da venire a vedere!

Per quanto riguarda le discariche, se si mandano giù dei rifiuti, signor presidente.. .

PRESIDENTE. Va bene, fermiamoci qui. Riprendiamo i nostri lavori in seduta pubblica.

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Testo dell’audizione del 20 ottobre 2005, pubblicato nella raccolta a stampa degli atti dell’inchiesta

(Camera dei deputati. Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria

Alpi e Miran Hrovatin: resoconti stenografici delle sedute della Commissione, indici e relazioni, Roma: Camera dei deputati, 2008, 8 volumi).

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Audizionedi Giancarlo Marocchino (1).

PRESIDENTE. Vuole parlare con il suoavvocato prima di rispondere ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonc’e problema. Ho organizzato questa riu-nione e mi hanno presentato questa per-sona. Volevo conoscere il motivo del lorogesto. Mi hanno riferito che erano gia treo quattro giorni che aspettavano all’hotelSahafi.

PRESIDENTE. Questa persona glielo hariferito ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı. Cer-cavano di prendere degli ostaggi (italiani,francesi o americani, non era importante);si trattava di ricavare dei soldi.

PRESIDENTE. In che lingua parlavate ?

GIANCARLO MAROCCHINO. C’eral’interprete.

PRESIDENTE. Chi era l’interprete ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Uno deimiei, non ricordo di preciso...

PRESIDENTE. OMISSIS era presente aquesto colloquio ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo disı, ma non ne sono sicuro, dipende dallerazze.Mi ha detto che erano all’hotel Sahafi,

che hanno visto partire questa macchina,con una guardia di scorta, un ragazzetto,e si sono detti che Allah aveva dato loroun’occasione...

PRESIDENTE. Allah ? Meno male chenoi abbiamo una cosa un po’ piu seria....

GIANCARLO MAROCCHINO. Li hannoseguiti e sono rimasti fuori dall’hotel Ha-mana; lı hanno aspettato che uscissero;quando sono usciti, sono andati avanti di300- 400 metri e si sono messi di traversoper bloccarli.

PRESIDENTE. Mi scusi, questa e unaricostruzione che ricorre anche in altri attiufficiali. Ha comunicato a qualcuno questaparticolarita prima di parlare in corted’assise ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Noncredo, non sono sicuro...

PRESIDENTE. Dunque, nei pressi dellasua abitazione ci fu questo incontro, che sisvolse con la tutela di molti suoi uomini;quanti eravate a parlare con lui ? Con chialtro era ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Eravamoun gruppo (sette, otto, dieci). Quando ci siriunisce in quel modo si beve il te, simangia l’erba...

PRESIDENTE. Lei ha mangiato l’erba ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonmangio l’erba.

PRESIDENTE. In questa occasione,questa persona le ha detto cosa ha fattomaterialmente ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, miha detto che avevano sparato e che loromai si sarebbero immaginati che sparassecontro di lui, perche loro erano armati

PARTE DELLA SEDUTA N. 106DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

(1) cfr. pag. 3195.

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fino ai denti e quello era un « ragazzetto »su una macchina. Non si aspettavano chegli sparasse.

PRESIDENTE. Le ha detto che e statolui a sparare ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, miha detto che avevano sparato, ma non miha detto chi ha sparato, e io non volevoneanche saperlo.

PRESIDENTE. Ce lo descrive questopersonaggio ? Alto ? Basso ? Carnagionemolto scura ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Cosaposso dire ? Era a buio e quando si mangiain quel modo non c’e la corrente ...

PRESIDENTE. Conosceva questo signo-re ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non l’homai visto.

PRESIDENTE. Qualcuno di voi lo co-nosceva ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Presi-dente, parliamoci chiaramente. Possiamosapere che questa gente appartiene ad uncerto gruppo, ma non possiamo dire diconoscerli.

PRESIDENTE. L’aveva visto altre voltequesto signore ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonl’ho mai visto. Era la prima volta che lovedevo.

CARMEN MOTTA. Presidente, mi scu-si...

PRESIDENTE. Colleghi, poi vi daro laparola...

CARMEN MOTTA. Volevo interveniresolo su questo punto...

PRESIDENTE. Sto facendo una do-manda, dopo le fate voi. Ora finisco io.Quando parlava della persona che

aveva sparato, si riferiva a persone chestavano insieme a lui in quel momento ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Lui era solo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Era seduto, in piedi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Quandosi mangia l’erba si sta seduti; si forma uncerchio. Non ho mai visto questa persona.

PRESIDENTE. Pero sa che appartenevaa un certo commando...

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma sı, liavro gia visti, ma la faccia precisa non laricordo. Quando passavo con la macchinanon mi mettevo mica a guardare le per-sone !

CARMEN MOTTA. In questo caso le estata presentata una persona che si intuivapotesse essere un assassino; alla domandadel presidente di descrivercelo, lei dice dinon ricordare nulla ! Le chiedo: puo de-scrivercelo almeno nei tratti essenziali ?Era di colore ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Certo,era nero.

CARMEN MOTTA. Quindi, era un so-malo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non c’edubbio.

CARMEN MOTTA. Era alto, era basso,grasso, vecchio, giovane ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Era gio-vane.

5564 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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CARMEN MOTTA. Puo descrivercelopiu precisamente nei suoi tratti fondamen-tali ? Anche se mi rendo conto che l’havisto solo una volta...

GIANCARLO MAROCCHINO. Era albuio, perche quando si mangiano questecose...

CARMEN MOTTA. Ma lei l’avra guar-dato con attenzione, penso.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non contanta attenzione...

CARMEN MOTTA. Non l’ha guardatocon attenzione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. L’hoguardato, ma non in modo tale da riferiresegni particolari o cose del genere.

CARMEN MOTTA. Non ci puo neanchedire se era molto alto o basso o dicorporatura normale ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Anche sele dico che era alto o basso, che cosacambia ?

CARMEN MOTTA. Certo che cambia !

PRESIDENTE. Intanto lei dica cosa sa !

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma nonposso dire ne alto ne basso, perche l’hovisto seduto insieme agli altri; sicuramentetanto piccolo non era, pero non posso direl’altezza precisa.

CARMEN MOTTA. Quando lei sostieneche eravate ritirati nella camera dove simangiava questa erba, lei ci puo direprecisamente dove ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vicino acasa mia ci sono delle piccole case; e tuttonel mio compound, perche la sicurezza sitrova fuori dalle mura.

CARMEN MOTTA. In una delle suecase ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Eranocase che affittavo per i guardiani.

CARMEN MOTTA. Comunque, nellasua proprieta....

GIANCARLO MAROCCHINO. No, lamia proprieta e circondata dal muro. Lasicurezza doveva essere assicurata a par-tire dall’esterno. Io pagavo l’affitto ai mieiuomini e tutto il quartiere era nelle miemani.

CARMEN MOTTA. Questa casa esisteancora ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Altroche !

CARMEN MOTTA. La saprebbe rico-noscere ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Certo !

CARMEN MOTTA. Quando lei parla digruppo, a quante persone si riferisce ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Quellinella macchina ?

CARMEN MOTTA. Lei ha parlato di ungruppo che ha commesso l’agguato e di ungruppo che lei ha incontrato. Si trattadello stesso gruppo ? Erano gruppi diver-si ? C’era solo l’assassino presente ?

PRESIDENTE. Non ha detto di avereincontrato un gruppo: e andato con ungruppo, ma ha incontrato solo quella per-sona.

CARMEN MOTTA. Facciamocelo diredal signor Marocchino...

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi rife-risco al gruppo dei miei uomini che hannopartecipato a questa riunione. La personache abbiamo incontrato era sola.

CARMEN MOTTA. Invece, il gruppoche ha commesso l’agguato di quante per-sone era composto ?

5565PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. Di pre-ciso non lo so, credo sette o otto. Sette disicuro.

ELETTRA DEIANA. Non ho capitobene la dinamica che ha portato all’in-contro con questo presunto assassino inquesta casa che ci ha descritto. Lei hainteressato i suoi uomini e i suoi uominil’hanno coinvolta ? Vorrei capire meglioquesto passaggio. Poi le chiedo se ricordase OMISSIS facesse parte di questo gruppoe se si ricorda i nomi di questi suoiuomini, che facevano parte del gruppo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non ri-cordo i nomi dei miei uomini, stiamoparlando di parecchi anni fa. Non miricordo neanche se ci fosse o meno OMIS-SIS. Dipende dalle cabile, perche quandoparlo con certe cabile porto uomini di uncerto tipo, quando parlo con altre ci sonouomini diversi.

ELETTRA DEIANA. Mi scusi, che cosasono le cabile ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sono deiclan. Se incontro persone di Aidid, devoportare uomini di Aidid e non di AliMahdi. Infatti, le mie scorte...

ELETTRA DEIANA. Questo uomo chevoi avete incontrato a quale tribu appar-teneva ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Anche inquel caso ci sono dei dubbi. Prima dice-vano che era un gruppo misto (c’erano deiMourosad, degli Abgal e anche degli HaberGedir)...

ELETTRA DEIANA. Se ricorda l’etniadi questo presunto assassino, dovrebbeidentificare anche l’appartenenza ai clandei suoi uomini e quindi ricordarsi chierano; altrimenti la cosa e molto vaga.Non ricorda nessuno dei nomi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

ELETTRA DEIANA. Ricorda come eavvenuto l’incontro ? Sulla base di qualeelemento e stato possibile fare entrarequesto presunto assassino in questa casa amangiare l’erba ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Laggiuuccidere una persona o fare una cosa delgenere...

ELETTRA DEIANA. Le ho fatto un’al-tra domanda, signor Marocchino. Le hochiesto...

PRESIDENTE. Intanto facciamolo fini-re...

ELETTRA DEIANA. Allora mi rispon-desse, poi valutero se la sua risposta sarasoddisfacente o meno.

GIANCARLO MAROCCHINO. Lei miparla di un assassino...

ELETTRA DEIANA. Presunto assas-sino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Forse hofatto male – mi prendero le mie colpe –, ma ho voluto solo svolgere delle indaginiper sapere i motivi di questa uccisione.

ELETTRA DEIANA. Lei fraintendequello che le sto chiedendo. E di nostrograndissimo interesse appurare quanto piuprecisamente possibile le cose di cui lei evenuto a conoscenza. Queste domande chele pongo sono volte ad identificare almeglio il contesto, per vedere se lei ci puofornire degli elementi ulteriori di chiari-ficazione. E solo questo lo scopo delledomande.

GIANCARLO MAROCCHINO. Onore-vole, mi chiamava Giannini della Digos,che mi chiedeva delle informazioni, michiamava un altro e mi chiedeva altrenotizie; cercavo di darmi da fare, ma leinformazioni che acquisivo le riportavo achi me le chiedeva. Ovviamente, ho cercatodi conoscere la verita.

5566 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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Per quanto riguarda l’incontro, ho or-ganizzato i miei uomini e ho detto chevolevo parlare con questa persona. Non epassato un giorno, ma 15 giorni o un meseed una sera mi hanno detto che quellapersona c’era, era lı. Entrando dentro erabuio, c’erano dei lumini e dissi perchel’avevano uccisa. Mi facevano da inter-prete, mi hanno spiegato queste cose, hodetto « buonanotte » e sono finiti i pro-blemi. Non sono stato lı a vedere chi eraperche a me non interessava: lo mettevo inprigione ?

ELETTRA DEIANA. Signor Maroc-chino, pero mi sembra che nel suo ragio-namento ci sia qualcosa che non funzioniperche lei ha giustificato questo suo inte-resse a cercare di avere notizie sulla mortedei due italiani sulla base di sollecitazioniche venivano dall’Italia.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma an-che per il mio cuore.

ELETTRA DEIANA. Lei ha parlato deldottor Giannini, della Digos, e va benis-simo; solo che, probabilmente, da partedelle autorita italiane ci saro stata lapressione, se c’e stata, a che lei racco-gliesse notizie piu circostanziate, come« chi e stato » e non cosı vaghe, come« perche li avete uccisi ? ». Quindi, nonriesco a capire come mai non si siainteressato maggiormente.

GIANCARLO MAROCCHINO. Scusionorevole, se la procura italiana lo voleva,perche non e venuta giu a fare delleindagini ? Mica mi pagano alla procura.Ho dato informazioni anche per la miacoscienza, per capire i motivi di questofatto. Quando ho visto questa ragazzamorta, penso di essere stato l’unico a cuisiano venute due lacrime agli occhi.

ELETTRA DEIANA. Lei mescola moltole cose e devia continuamente le risposte.Io le ho chiesto come mai, una volta chesi e messo in pista a cercare di sapere chiaveva ucciso i due italiani, non abbiacercato di sapere esattamente chi era e si

e accontentato di risposte vaghe nel buiodi una stanza non meglio identificata:voglio soltanto rilevare questo fatto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Se mi di-ceva che si chiamava, ad esempio, Fede-rico Giovannin, i nomi la non...

ELETTRA DEIANA. Lei avrebbe potutopoi stabilire se, effettivamente, era Fede-rico Giovannin. Comunque, voglio soltantorilevare questo fatto. Inoltre, volevo unchiarimento su un altro aspetto. A pro-posito del gruppo degli assassini o presuntitali, prima mi sembra di aver sentito checostoro sorvegliavano una specie di checkpoint, un punto di passaggio.

GIANCARLO MAROCCHINO. Si pren-devano...

ELETTRA DEIANA. Esattamente, pren-devano l’obolo e controllavano il territorio.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

ELETTRA DEIANA. Lei passava nellazona controllata da questi signori e,quindi, probabilmente – a meno che nonfossero incappucciati –, li vedeva in voltoe poteva sapere dai suoi uomini chi eranoed identificarli.

GIANCARLO MAROCCHINO. Quandofacevano questi check point e ci vedevanoarrivare si giravano, non mi fermavano efacevano finta di niente perche noi era-vamo tre volte piu armati di loro. Allora,passavamo a 70 o 80 chilometri all’ora,velocemente e con la polvere: poi lı eranotutti delinquenti.

ELETTRA DEIANA. Lei mi sta dicendocose che non riguardano la mia domanda,che e un’altra. Trattandosi di un gruppoche controllava il territorio e tra somalidella zona, i suoi uomini conoscevano quelgruppo: come mai lei non ha avuto mododi acquisire il nome di questi furfanti ? Leinon mi risponde dicendo che si sollevavala polvere.

5567PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. Non losapevo e i miei uomini magari non mel’avrebbero detto. Dei miei uomini conoscodieci nomi veri e gli altri 200 – che hannolavorato con me per due o tre anni – nonso neanche come si chiamano: allora, puocapire se conosco i nomi di quelle personelı. Onorevole, e tutto un altro mondo, unaltro concetto di vita, un altro modo divivere.

ELETTRA DEIANA. Allora, lei vuoldire che qualsiasi nome ci venga fatto daitaliani o da somali dalla Somalia non eattendibile ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vogliofare un piccolo paragone. Io e il mioavvocato siamo stati nella prigione degliamericani; quando il comando Unosom miha chiesto se conoscevo un nome, quellodel mio avvocato, dissi di no: allora, hannofatto entrare il mio avvocato ed ho dettoche si chiamava Occhio. Era due anni chelo chiamavo Occhio ma, in realta, il veronome era un altro: questo era il mioavvocato, puo capire con l’altra gente.

RAFFAELLO DE BRASI. Lei non ri-corda i nomi, pero questa persona cheavete incontrato era conosciuta da uno deivostri uomini, cioe era un amico di OMIS-SIS ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Amicono, lo conosceva. Se OMISSIS vi da ilnome, vuol dire che lo conosceva.

RAFFAELLO DE BRASI. Quindi,stiamo parlando di una persona che e frai nomi che ci sono stati dati da OMISSIS ?

GIANCARLO MAROCCHINO. E logico.

RAFFAELLO DE BRASI. Quando av-venne questo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non loso.

RAFFAELLO DE BRASI. Si ricorderal’anno o il periodo.

GIANCARLO MAROCCHINO. E suc-cesso tanto tempo fa.

RAFFAELLO DE BRASI. Faccia unosforzo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non loricordo. So che e successo parecchi annifa.

PRESIDENTE. Scusi, questa e una do-manda molto importante. Le voglio ricor-dare, perche possa contestualizzare, cheha reso le dichiarazioni il 9 giugno 1999alla corte di assise di Roma e dopoqualche giorno ha ribadito le sue stessetestuali dichiarazioni alla procura diRoma. Rispetto a questa data – quindi, mimetto in sintonia con la domanda del-l’onorevole De Brasi – quanto tempoprima si era verificato questo incontro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo7-8 mesi o un anno prima, comunquemolto prima di questa data perche in quelperiodo sono venuto a fare la testimo-nianza in tribunale.

PRESIDENTE. Sı.

GIANCARLO MAROCCHINO. Allora,molto prima di quella data, perche quandosono venuto in tribunale ho detto questecose. Era quando sono stato ferito, ancoraprima che mi ferissero avevo fatto questacosa.

PRESIDENTE. Quando e stato ferito ?Nel 1999 ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı,prima, molto prima.

RAFFAELLO DE BRASI. Signor Ma-rocchino, abbiamo appurato che la per-sona che incontraste e la stessa persona ilcui nome ci e stato riferito da OMISSIS. Epossibile che OMISSIS conoscesse questonome e lei no ? E un po’ difficile acredersi.

5568 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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GIANCARLO MAROCCHINO. No, none difficile.

RAFFAELLO DE BRASI. OMISSIS euno dei suoi uomini piu importanti. Lei –che l’ha chiamato balordo, ma con unsignificato tutto suo – gli ha fatto fare leindagini, ha detto che era uno capace diinfiltrarsi e mangiare l’erba con gli altri.OMISSIS sa, ci dice dei nomi e lei stadicendo alla Commissione che OMISSISnon le ha mai riferito questi nomi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonho detto questo. Quando ho chiesto i nomia OMISSIS, me li <a dati ed io li ho anchepassati alla Commissione.

RAFFAELLO DE BRASI. Allora, perquale ragione fino adesso ha detto che inomi non li conosceva e non conoscevanessuno ?

GIANCARLO MAROCCHINO. I nomi liconoscevo perche me li aveva passatiOMISSIS.

RAFFAELLO DE BRASI. Sı, ma quan-do ? Quando li avete incontrati ? OMISSISdiceva che era una persona che conoscevabene: che si chiamasse Occhio, Pinco Pal-lino o con il suo nome vero non miinteressa, mi interessa che OMISSIS eracapace di riconoscere quella persona e chelei conosceva questa persona, nel sensoche sapeva il suo nome e poteva ricono-scerla.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ricono-scerla no. Anche se OMISSIS mi avessedetto che si chiamava Abdu Raman, nonmi importava. Se si chiamava Abdu Ra-man e lo vedevo, non sapevo che sichiamasse in questo modo: forse, nonriesco a capire quello che vuole dirmi.

RAFFAELLO DE BRASI. Lei dice chec’e un gruppo di persone che controllavail territorio (quella barriera e quella do-gana) e che, molto probabilmente, uno diloro era stato arrestato dagli italiani e, inqualche modo, volevano vendicarsi.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sonocose che avevano detto a me, cioe uno diquel gruppo era stato preso dagli italianie via dicendo; poi il gruppo poteva cam-biare.

RAFFAELLO DE BRASI. A noi noninteressa che lei sappia il nome vero diuna persona, ma quello che non e credi-bile e che lei abbia duecento uomini edieci persone che, magari, ne comandanoaltre dieci, di cinque di loro lei si fidaassolutamente e di questi cinque non sap-pia dirci se si chiamano Occhio, Pinturic-chio o Michelangelo. Non mi interessa sequel nome corrisponda, ma la Commis-sione vuole sentire questi nomi: avrannoun nome, un cognome o un soprannome.Lei come le chiamava queste persone ?Non le chiamava mai ?

GIANCARLO MAROCCHINO. I mieiuomini ?

RAFFAELLO DE BRASI. Quelli respon-sabili. OMISSIS lo chiamava ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

RAFFAELLO DE BRASI. Poi chi chia-mava ancora per nome ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ali Ja-mil.

RAFFAELLO DE BRASI. Scusi, puoscriverli, altrimenti non ci capiamo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, maquesti sono i miei uomini fidati...

RAFFAELLO DE BRASI. Appunto.

GIANCARLO MAROCCHINO. ... e leimi sta chiedendo gli uomini di questabanda.

RAFFAELLO DE BRASI. No, le stodicendo che lei ha incontrato una persona,che ha detto essere l’assassino, con unaltro gruppo di persone che erano alle suedipendenze.

5569PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. Lui miha detto che era uno del commando diquella macchina, non che era l’assassinoma che era su quella macchina. Parlandochiaro, a me non fregava se aveva o menosparato perche volevo soltanto sapere ilmotivo.

RAFFAELLO DE BRASI. Faceva partedel commando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

RAFFAELLO DE BRASI. Questa per-sona che faceva parte del commando haavuto un incontro con lei e con un numeroristretto di suoi uomini ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

RAFFAELLO DE BRASI. Non sa sec’era o meno OMISSIS ? Anche questo misembra molto strano perche l’incontro euno, OMISSIS e quello che lo conosce eOMISSIS non c’e.

GIANCARLO MAROCCHINO. Prima diquello OMISSIS aveva fatto altri incontri enon solo lui perche qualcun altro avevafatto degli incontri per sapere.

RAFFAELLO DE BRASI. Ma lei haparlato di una persona che era conosciutada OMISSIS.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, li co-nosce. Noi abbiamo avuto i nomi daOMISSIS perche li conosce.

RAFFAELLO DE BRASI. Scusi, se lei faun incontro per mangiare l’erba o persapere delle cose, fa incontrare a que-st’uomo persone che lo conoscono o cheassolutamente non lo conoscono ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Personeche lo conoscono.

RAFFAELLO DE BRASI. Di cui si fidaun minimo.

GIANCARLO MAROCCHINO. E logico.

RAFFAELLO DE BRASI. Quindi, e pre-sumibile che OMISSIS ci fosse, se e quelloche conosce perfino il suo nome e che loe venuto pure a dire. Quindi, OMISSISc’era o non c’era in questo incontro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo disı, ma non posso dirlo al 100 per cento:chiamatelo e chiedeteglielo.

RAFFAELLO DE BRASI. E ovvio che lochiederemo. Poi lei mi dice che OMISSISforse c’era ma non ricorda nessuno altro.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non eche non ricordo, c’erano anche altre miepersone.

RAFFAELLO DE BRASI. Come le chia-mava queste persone ? Nessuno ha mai unnome ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Certoche hanno i nomi, ma io li dimentico. Laandiamo a nomi di segni.

RAFFAELLO DE BRASI. Ci dica i se-gni. Ha capito cosa voglio dire ? E sevolessimo incontrare le persone – OMIS-SIS e venuto qua ed abbiamo incontratodei somali – che hanno parlato con unodel commando ? Si rende conto di quelloche stiamo dicendo adesso ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi rendoconto, altroche.

RAFFAELLO DE BRASI. Noi siamomolto interessati a conoscere chi facevaparte del gruppo che incontro la personache era parte del commando. Non lo puodire ? Ha paura ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non eche ho paura, ma in quell’ambito non miricordo i nomi. So che c’erano dei mieiuomini, c’era uno che si chiamava AbduRaman, c’era un altro di cui adesso nonricordo il nome.

PRESIDENTE. Ali Jamil c’era ?

5570 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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GIANCARLO MAROCCHINO. No, AliJamil e venuto dopo.

PRESIDENTE. Dopo quando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Molto,molto dopo...

PRESIDENTE. Questo incontro.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Lei ha parlato con AliJamil di questo incontro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non loso, perche Ali Jamil non c’era.

PRESIDENTE. Come si scrive AbduRaman ?

RAFFAELLO DE BRASI. Ricorda qual-cun altro, soprannomi, segni, segnali ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dovreivedere, ma non mi vengono in mente.

PRESIDENTE. Chi era Abdu Raman,un suo fidato ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Unadelle guardie.

PRESIDENTE. Della scorta ?

RAFFAELLO DE BRASI. Lei ha unelenco di questi nomi, cioe dei dieci chepagava di piu degli altri ? Teneva unminimo di contabilita ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tutti gliuomini erano marcati perche avevano ipermessi dall’Unosom per le armi.

RAFFAELLO DE BRASI. Quindi, inomi – quelli che, ovviamente, volevanodare loro – c’erano.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı,c’erano.

RAFFAELLO DE BRASI. Chi li aveva ?Lei da qualche parte ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

RAFFAELLO DE BRASI. Li ha ancoradietro o sono a Mogadiscio ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sono aMogadiscio, in Italia non ce l’ho. Pero, semi date tempo, ve li posso dire.

RAFFAELLO DE BRASI. Dovrebbe fareuno sforzo e cercare di dirci, attraverso lepersone piu responsabili che erano a leisottoposte, chi faceva parte di questogruppo, perche lei non se lo ricordera, maqualcuno sa chi erano queste persone.

GIANCARLO MAROCCHINO. Provate achiedere a OMISSIS.

RAFFAELLO DE BRASI. Sicuramente.

GIANCARLO MAROCCHINO. Lui se loricordera: se lui dice tutti i nomi, vuol direche e vero. Non c’e niente da nascondere.

RAFFAELLO DE BRASI. Appunto. Nonstiamo attribuendo alcuna responsabilita.Vogliamo sapere questi nomi: lei capisceche un conto.. Per esempio, viene OMIS-SIS e ci dice che quello e uno del com-mando; poi ci fa altri nomi. Arrivano altrecinque persone, che noi conosciamo, e cidicono che quei nomi erano proprio quelli.Per noi e importante sapere chi ha par-tecipato a quell’incontro e che cosa e statodetto in quell’occasione.

GIANCARLO MAROCCHINO. Gli in-contri che ho fatto io ?

RAFFAELLO DE BRASI. Esatto. L’in-contro che ha tenuto lei con questa per-sona e molto importante.

GIANCARLO MAROCCHINO. Un mo-mento: sono stato cinque minuti con que-sta persona.

5571PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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RAFFAELLO DE BRASI. Non lei, ilgruppo che ha mangiato l’erba con questotipo, con il quale lei ha parlato. Lei econosciuto: sono le altre persone che nonconosciamo. Per noi e importante saperechi siano queste persone e che cosa sisiano detti con questo gruppo con il qualemangiavano insieme l’erba.

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi faroavere questi nomi.

GIULIO SCHMIDT. Desidero farle unadomanda apparentemente strana.

PRESIDENTE. Onorevole Schmidt, simantenga sul punto.

GIULIO SCHMIDT. Sto parlando delcheck point. Non so se si tratti del tema.

PRESIDENTE. No, onorevole Schmidt,stiamo parlando dell’incontro che Maroc-chino ha avuto con un componente delcommando.

GIULIO SCHMIDT. Va bene, mi riservodi formulare la domanda successivamente.

PRESIDENTE. Vi sono delle dichiara-zioni rese da Marocchino alla corte diassise. Stiamo cercando di capire.

GIULIO SCHMIDT. Va bene.

ELETTRA DEIANA. Sempre su questotema: questi uomini dei quali non ricordail nome, sono quelli che la proteggevano ?

GIANCARLO MAROCCHINO. In parte,sı.

ELETTRA DEIANA. Quindi, probabil-mente sono gli uomini che, passando nellezone controllate, conoscevano gli uominiche controllavano le zone stesse.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

ELETTRA DEIANA. E molto impor-tante per noi avere i nomi di questepersone.

PRESIDENTE. A proposito di questinomi, le chiedo: le persone che l’accom-pagnarono erano quelle che portavanoarmi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Quindi erano quelli cheerano stati autorizzati a portare armi ? Eesatto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi eranoanche quelli che erano di guardia ai ma-gazzini, che avevano le armi e che eranoautorizzati.

PRESIDENTE. Voglio dire: le personeche l’hanno accompagnata in questo in-contro, siano o non siano del magazzino,erano persone che giravano armate percheautorizzate da qualcuno ? E esatto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Lo dico perche do-vremmo avere agli atti, e lo chiedo aiconsulenti, un elenco dei nominativi, tra ilpersonale alle sue dipendenze o che conlei collaborava, delle persone che avevanoquesta autorizzazione dell’Unosom.Vorrei sapere cosa, con precisione, le

racconto questo signore e come descrissegli avvenimenti. Lei ha detto di essereandato lı perche voleva sapere per qualeragione era accaduto l’omicidio dei duegiornalisti.Quali sono le notizie che ha saputo da

questo signore ? In tal modo noi possiamocomprendere le altre notizie che leiavrebbe saputo, lei come molti altri,perche si sa soltanto quello che viene dettoin giro, dal momento che a Mogadiscio,come lei ha ricordato, invece dei telefoninivi e la voce corrente. Lei ha detto di averparlato pochi minuti: cerchi di ordinarecio che le ha detto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questapersona ha detto che loro erano gia daqualche giorno fermi all’hotel Sahafi. Que-ste persone facevano da scorta ai giorna-listi e cercavano anche di rubare. Quando

5572 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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erano lı, hanno visto arrivare questi duegiornalisti italiani; hanno preso questopick up e hanno visto che vi era una solaguardia su questo mezzo. Quindi hannodetto questa battuta, che prima ho ricor-dato: Allah ci ha dato oggi la fortuna !Mi hanno detto, quindi, di aver pen-

sato: seguiamo questa macchina e li pren-diamo come ostaggio o li rapiniamo. Lihanno quindi seguiti, questa macchina si efermata e loro si sono fermati fuori dalcancello dell’hotel Hamana. Questa donnae entrata nell’hotel Hamana; quando euscita fuori, questi hanno sorpassato laloro macchina e si sono fermati all’incro-cio per bloccarli. Erano tranquilli, perchevi era soltanto un ragazzotto. Mai avreb-bero pensato che questo ragazzo sparasseuna raffica di proiettili.Per fortuna, da come si sa, lui dice che

si e inceppato il fucile. Non e vero: si vedeche aveva soltanto sei, al massimo ottocolpi all’interno del caricatore. Dal mo-mento che quando lei spara in automatico...

PRESIDENTE. Non faccia valutazioni.Dica soltanto quello che le ha detto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ha spa-rato questa raffica e loro, quando sonoscesi, hanno sparato contro questa per-sona e contro la macchina.

PRESIDENTE. Queste sono le cose chele ha dichiarato questa persona ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. A proposito, quindi, delmotivo per il quale fu consumato l’omici-dio, questo e cio che lei ha detto: lorostavano davanti all’hotel Sahafi atten-dendo clienti, fino a quando non hannovisto questa persona. Lei ha chiesto se loroattendevano queste persone ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Cioe Ilaria Alpi e MilanHrovatin ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No. Hochiesto e loro mi hanno detto di aver vistoquesti. Io avevo le mie informazioni evolevo sapere il motivo di questa cosa. Hosubito chiesto il motivo e se loro avevanoinformazioni. Loro mi hanno detto chevolevano soltanto rapinarli.

PRESIDENTE. Le ha detto anche il tipodi macchina utilizzato per fare questo tipodi operazione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tutti losanno: era una Land Rover blu. Non hochiesto perche..

PRESIDENTE. Lei sa a chi appartenevaquesta macchina ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Circaquesta macchina, dalle prime indicazionirisultava che appartenesse alla famiglia diMohamed Sheik, l’ex ministro delle fi-nanze di Siad Barre. Successivamente, si edetto che l’aveva comprata – aveva ancorala targa di Dubai, perche il mezzo eraimportato da quel paese – e quindi cheapparteneva ad una parente, la padronadell’hotel Hamana. Si e detto poi che nonera di questa persona, bensı di un’altraancora.

PRESIDENTE. Queste notizie a lei nonle ha date l’uomo con il quale ha parlato ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No. Leho acquisite successivamente.

PRESIDENTE. Quest’uomo le disse diaver fatto parte del commando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Era sullamacchina del commando.

PRESIDENTE. Lei l’ha piu vista questapersona ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Vorrei rivolgerle un’al-tra domanda: lei era stato in Italia nel1999 ed aveva fatto queste dichiarazioni.

5573PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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Qualche mese prima, lei non ricorda conprecisione, e avvenuto questo incontro sulquale abbiamo soffermato la nostra atten-zione. Quale e stata la ragione per la qualesei o sette mesi prima, lei, a distanza dianni (dal 1994 al 1998), ha inteso all’im-provviso conoscere l’omicida ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Se nonsbaglio, da quando Giannini mi avevachiamato e mi aveva chiesto delle infor-mazioni. Mi aveva chiesto se io potevo..

PRESIDENTE. Quindi e stata la richie-sta della polizia italiana che le ha deter-minato questo interesse ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi sem-bra di sı. Dal momento che Giannini miaveva chiesto se Hashi Omar Hassan ... Misembra vi fosse un altro del quale michiedevano, che era appoggiato a Cassini.

PRESIDENTE. Abbiamo qui l’elencodei nominativi delle persone, alle sue di-pendenze, che avevano l’autorizzazioneUnosom a portare armi (Viene proiettatauna diapositiva).

Mi rifaccio alla domanda formulata dalcollega De Brasi e dagli altri, volta a farlericordare le persone che quel giorno pos-sono averla accompagnata in questo in-contro.

RAFFAELLO DE BRASI. Presidente,gradirei che lei desse atto alla Commis-sione che questo elenco e stato fornito ...

PRESIDENTE Certamente. La Commis-sione da atto che il presente elenco e statofornito dal signor Marocchino. Ringraziaaltresı l’avvocato Menicacci per l’interlo-cuzione svolta. Ne abbiamo anche la ver-sione cartacea, vi assicuro che corri-sponde: e del 1991.

GIANCARLO MAROCCHINO. Uno diquesti autisti vi era di sicuro, perche e unodella famiglia. Tuttavia, io non so quale siadi questi autisti. OMISSIS era il primo: ma

e questo o quell’altro OMISSIS ? Qui c’eun altro OMISSIS. Ve ne sono due. Uno diquesti autisti c’era.Non posso informarmi e farmi dare i

nomi ?

PRESIDENTE. Sicuramente, si tratta diun tentativo che facciamo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo edel 1991.

PRESIDENTE. Poi ve ne era un altrodel 1993. Vogliamo mandare in ondal’elenco del 1993 ? Quelli cancellati sonomorti ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Alcunisono morti, ma non tutti. Alcuni nomisono cancellati, perche con gli americaniavevamo fatto una spunta. Come nel casodelle armi, molto grandi, consegnate al-l’ufficiale Caruso.

PRESIDENTE. La domanda che e statafatta in precedenza era volta a sapere sele persone al suo servizio, che eranoarmate, lo fossero in base ad una auto-rizzazione Unosom.

GIANCARLO MAROCCHINO. Per qual-cuno sicuramente.

PRESIDENTE. Come risponde alla do-manda ? Tra le persone che porto insiemea se per poter incontrare questa personavi erano collaboratori o dipendenti cheerano armati in base ad una autorizza-zione Unosom ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Qual-cuno sicuramente.

PRESIDENTE. Mostrati al teste glielenchi, da lui stessi forniti, che recano inominativi di persone autorizzate dal-l’Unosom a detenere armi, si chiede se traqueste egli individui qualcuno che appar-teneva alla scorta che porto con se nel-l’incontro del quale si sta trattando. Que-sta e la domanda.

5574 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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GIANCARLO MAROCCHINO. Signorpresidente, non sono sicuro. Se mi con-sente di chiamare qualcuno di questi,potro darvi di preciso i nominativi di chic’era e di chi non c’era. Altrimenti, nonposso. Per qualcuno mi ricordo, per altrino.

PRESIDENTE. Lei assume l’impegnocon la Commissione di svolgere tali accer-tamenti per ricostruire i fatti. Mi scusi, sele mostriamo alcune foto di persone, lei ein grado di indicarci quali erano presentio meno (Vengono mostrate delle fotogra-fie) ?L’ufficio mostra al teste un album fo-

tografico di persone, anch’esso fornitodallo stesso Marocchino, chiedendogli se,tra le persone fotografate, individui quelle,o alcune di quelle, che lo accompagnaronoall’incontro con la persona di cui si etrattato fino a questo momento.Questo e importante: viene mostrato al

teste il documento fotografico n. 2; il testetraccia una croce su una persona chedichiara sicuramente essere stata traquelle che lo accompagnavano all’incontroin questione. Gli viene domandato se ri-cordi il nome, il cognome, o il soprannomedi questa persona.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non melo ricordo.

PRESIDENTE. Si da atto che si trattadella foto nella quale compare anche lagiornalista Carmen Lasorella; le personefotografate dovrebbero aver fatto partedella sicurezza della giornalista.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo,sul quale ho fatto il segno, era presente,ma e morto.

PRESIDENTE. Si da atto che il testepone un’altra croce su altra persona fo-tografata nello stesso reperto fotografico,dichiarando che si tratta di persona pe-raltro deceduta. Ne conosce il nome ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non ri-cordo

PRESIDENTE. Chiesto di dire il nomedella persona, il teste dichiara di nonricordare come si chiami. Ce ne sonoaltri ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dell’indi-viduo che lei mi sta ora mostrando in fotonon sono sicuro, si tratta di uno deiguardiani di casa, ma le ripeto che nonsono sicuro se fosse presente anche lui.

PRESIDENTE. Vi apporremo a fiancoun punto interrogativo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ne mettapure un altro anche accanto a questaseconda persona.

PRESIDENTE. Individua altre personedi cui sia sicuro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, pre-sidente.

PRESIDENTE. Bene. Il teste traccia unpunto interrogativo su altre persone, effi-giate nella stessa fotografia, dichiarando didover accertare se fossero presenti. Alladomanda se il teste ricordi il nome delledue persone, il teste risponde di nonricordare.

GIANCARLO MAROCCHINO. Presi-dente, in realta non sono neppure sicuroche abbiano dato i loro nomi.

PRESIDENTE. Sono ancora vivi gli uo-mini contrassegnati con un punto inter-rogativo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Mostro ora ai commis-sari la foto esibita al signor Marocchino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Presi-dente, la prego di permettermi di avereindietro quella foto per poter svolgere inecessari accertamenti.

PRESIDENTE. Certamente. Le duecroci indicano due persone che sicura-

5575PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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mente facevano parte della scorta, quellecon il punto interrogativo debbono essereoggetto di successivi accertamenti del te-ste. Di tutti non ricorda il nome, il co-gnome o il soprannome.Mostriamo ora al teste una seconda

foto, indicata con il numero 3 (Vienemostrata al teste una fotografia).Signor Marocchino, tra le persone foto-grafate figura qualcuno che puo essere diinteresse per la ricostruzione dell’incontrodel quale stiamo parlando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, pre-sidente, questi sono due italiani.

PRESIDENTE. Il teste dichiara che sitratta di cittadini italiani

GIANCARLO MAROCCHINO. Giornali-sti.

PRESIDENTE. Giornalisti, nessuno deiquali interessato alla ricostruzione. E que-sta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. E IlariaAlpi.

PRESIDENTE. Il teste riconosce in unadelle persone fotografate Ilaria Alpi.Questa e casa sua ?

GIANCARLO MAROCCHINO. La primacasa.

PRESIDENTE. Ricorda l’occasione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Eranoappena arrivati. Questo e Buonavolonta.Alloggiavano presso la SOS Kinderdorfer,perche io non avevo piu posto presso lamia abitazione, ospitavo gia Fornari...Que-sti che mi sta mostrando sono dei dottori,questa e una dottoressa, erano alla SOSKinderdorfer.

PRESIDENTE. E la riunione quando siera tenuta a casa sua ?

GIANCARLO MAROCCHINO. A cena.

PRESIDENTE. Si trattava di una riu-nione conviviale, dunque. Mettiamo unacroce su questa persona che lei indicacome Ilaria Alpi.

GIANCARLO MAROCCHINO. Credo sialei...

PRESIDENTE. A me sembra di sı.Mostriamo ai commissari la foto dallaquale risulta che Ilaria Alpi fu quel giornoospite, insieme agli altri giornalisti, diGiancarlo Marocchino. Isoliamo, dunque,queste due fotografie.

ELETTRA DEIANA. E del 1994 questafoto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. E impossibile che ri-salga a quella data.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non eranel 1994, erano appena arrivati gli ame-ricani. Erano i primi del 1992. Non sape-vano dove abitare e quindi li ho aiutati atrovare un alloggio alla SOS Kinderdorfer,collocata nei pressi della mia abitazione.

PRESIDENTE. Quella fu l’unica volta,stando al suo ricordo, in cui Ilaria Alpivenne a casa sua o ci sono state altreoccasioni ?

GIANCARLO MAROCCHINO. E venutaancora un’altra volta a mangiare, e un’al-tra a dormire, con il suo operatore.

PRESIDENTE. Sempre in occasioniprecedenti rispetto al 1994, ovviamente...

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, moltoprima.

PRESIDENTE. Chi era il suo operatore,se lo ricorda ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Un uomoun po’ calvo.

5576 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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PRESIDENTE. Poteva essere Calvi (Siride)...

ELETTRA DEIANA. Vorrei chiedere alsignor Marocchino di spiegare meglio chetipo di interlocuzione ha avuto nel 1998, o1999, con il dottor Giannini. Piu esatta-mente, apprezzerei conoscere che tipo dirichieste dalla questura di Roma le sonopervenute, tanto da metterla in moto.Precisamente, cosa le ha chiesto il dottorGiannini ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Al mo-mento non ricordo precisamente. Ad ognimodo mi aveva chiesto informazioni suHashi, domandandomi se sapessi qualcosadi concreto...

ELETTRA DEIANA. Ma lo ha fattoverbalmente, oppure le ha inviato dellenote scritte ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Per tele-fono, mi chiamava per telefono; poi mi hachiesto...

ELETTRA DEIANA. La chiamava allasua utenza di casa ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, a casamia. Mi ha chiesto dei feriti (uno o dueche fossero) trasportati all’ospedale, ed inparticolare se potesse fornirgli l’elenco...In altre parole, erano queste le informa-zioni che mi chiedeva; io gli risposi che misarei interessato e che avrei cercato diaiutarlo.

ELETTRA DEIANA. Sull’assassinio deidue giornalisti, che input le ha dato ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Michiese di passargli delle informazioni, miaveva domandato specificamente se Hashisi trovasse sulla macchina oppure no e,inoltre, se io fossi in grado di saperequalcosa di concreto e se avessi potutotrasmettergli delle informazioni.

ELETTRA DEIANA. Ma su Hashi OmarHassan oppure ....

GIANCARLO MAROCCHINO. General-mente riguardo all’accaduto.

ELETTRA DEIANA. Le sto facendoqueste domande per comprendere comemai, e sulla base di quali sollecitazioni, leisia arrivato ad avere un incontro conquesto tipo nella stanza buia...

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho co-minciato cosı, a chiedere. Per me la cosaera finita, poi pero se ne e di nuovoparlato, e arrivato l’ambasciatore Cassiniper svolgere certe indagini, e allora ilmeccanismo si e di nuovo messo in moto.Dopo la morte di Ilaria, gia un mese dopo,nessuno ne parlava piu. Poi, con l’arrivo diCassini si e ricominciato di nuovo a svol-gere accertamenti.

ELETTRA DEIANA. Dunque, lei nonricorda le richieste precise che le ha postoil dottor Giannini ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ricordoqualcosa. Le ho gia detto che mi chiese seHashi fosse sulla macchina, se sapessi chiera al comando...

ELETTRA DEIANA. Ha raccolto infor-mazioni anche su questi aspetti ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho sem-plicemente riferito quello che sapevo. Ri-guardo ad Hashi, all’inizio dissi che nonera presente, poi successivamente rettificaiquell’informazione smentendola, perchenel frattempo avevo avuto modo di veri-ficare alcuni dati. Ma non avevo prece-dentemente seguito quel caso: prima diallora, per me, era un episodio chiuso, enessuno ci pensava piu.Quanto alle richieste successive, mi

sono dato da fare e ho chiesto informa-zioni...

ELETTRA DEIANA. Mi sembra di avercapito che lei prima abbia detto di averavuto anche un coinvolgimento personalein questa vicenda. Quindi, mi interessavacapire esattamente....

5577PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. Perso-nale in che modo ?

ELETTRA DEIANA. Nel senso che erarimasto colpito dall’assassinio dei duegiornalisti.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, inquel senso il coinvolgimento c’e stato, misono anche interessato, ma – ripeto – l’hofatto all’inizio, quando il fatto accade, iprimi giorni dopo la morte di Ilaria Alpi.Poi la cosa e morta lı. Se all’Italia noninteressava sapere chi fossero i colpevoli, enessuno se ne e piu curato, non dipendeda me. Le ripeto: la cosa e caduta cosı perme.

ELETTRA DEIANA. Ma i passaggi – seho capito bene – sono i seguenti: il dottorGiannini, per primo, le chiese di racco-gliere informazioni, facendole questa ri-chiesta generica. E cosı ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, esat-tamente.

ELETTRA DEIANA. Lei investı i suoiuomini di questo incarico, chiedendo lorodi darsi da fare e raccogliere informazio-ni ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, perodeve considerare che qualcuno mi riferivache le cose erano andate in un certomodo, qualcun altro riferiva cose diverse.Inoltre, sono anche passati molti anniormai...

ELETTRA DEIANA. Certamente, que-sto lo comprendo. Ma io sto cercando diricostruire la sequenza dei fatti. Lei, dun-que, investı i suoi uomini, di cui mi auguroriuscira a fornirci qualche nominativo...

GIANCARLO MAROCCHINO. Senz’al-tro, mi adoperero per questo.

ELETTRA DEIANA. Chiese loro di ve-dere cosa riuscissero a raccogliere ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı...

ELETTRA DEIANA. Tutto sempre inmaniera generica ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, nonsiamo dei poliziotti...

ELETTRA DEIANA. Bene. Dunque isuoi uomini si attivarono proponendolequell’incontro, e cosı ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Si. L’in-contro pero e avvenuto successivamente...

ELETTRA DEIANA. Ricorda in parti-colare – non per cognome, ma comefisionomia – chi di questi uomini lei dissedi avere organizzato quell’incontro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. La cosa eun po’ confusa: una volta mi dicevano chequella persona sarebbe venuta a mangiarel’erba, che me l’ha avrebbero fatto vedere;un’altra volta...

ELETTRA DEIANA. Si trattava di per-sone diverse, di suoi uomini diversi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vede,onorevole, la sera in Italia andiamo avedere dei film, la, invece, la sera lo scopodella gente e di fermarsi, radunarsi emangiare l’erba insieme. In queste occa-sioni arriva qualcuno, si ferma per pren-dere dell’erba alcuni minuti, e se ne va dinuovo, poi ne viene un altro, e questacircolazione di persone continua anchefino all’una di notte.

ELETTRA DEIANA. Questo punto l’hocapito, mi e chiaro, ma siccome lei avevadato un incarico preciso, anche se gene-rico, ai suoi uomini, mi chiedevo chipotesse essere stato...

GIANCARLO MAROCCHINO. Io hodato quell’incarico, ma poi il tempo epassato, sono trascorsi un mese, due, nonc’era un compito specifico...

ELETTRA DEIANA. Sı, ho capito, manon e questo che voglio sapere. Vorreisapere se ci sia stata, da parte di qualcuno

5578 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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di questi uomini, una responsabilita diavvertirla di avere organizzato quell’incon-tro, perche, da quanto capisco, furonoappunto i suoi uomini ad organizzarel’evento.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı,l’hanno organizzato, ma le persone invi-tate avrebbero potuto o meno venire amangiare l’erba, si trattava sempre di uninvito di tipo generico...

ELETTRA DEIANA. Ma i suoi uominiper organizzare questo incontro hannomesso a frutto notizie che gia avevano ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, ono-revole, si sapeva che era coinvolto quelcommando. Poi i miei uomini sono soma-li...

ELETTRA DEIANA. Quindi, sulla basedi quello che sapevano le hanno fattoincontrare questo tizio...

GIANCARLO MAROCCHINO. Ripeto, imiei uomini sono somali, come quelli delcommando e...

ELETTRA DEIANA. Sı, questo l’ho ca-pito. Vorrei piuttosto comprendere meglioil rapporto tra lei ed il dottor Giannini. Leiha insistito molto, prima, nel dirci che nonle interessava l’identita del presunto as-sassino, quanto, piuttosto, la ragione diquesto atto. Vorrei capire perche lei abbiainsistito sulle ragioni e non anche sul-l’identita, perche suppongo che alle auto-rita italiane interessasse sapere il nomi-nativo.

GIANCARLO MAROCCHINO. C’e statoun motivo. Mentre fornivo informazioni algenerale Fiore, l’ambasciatore Scialoja neotteneva altre dai Servizi. Si trattava dinotizie del tutto diverse tra loro. Le se-conde, cioe, erano totalmente contrariealle mie. All’inizio, mi sono interessatoanche per questa ragione, per vedere sefossi io ad aver torto oppure se a sbagliarefossero i Servizi.

ELETTRA DEIANA. Questo non c’entraniente con quanto le ho chiesto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi scuso,ma allora credo di non avere compreso lasua richiesta.

ELETTRA DEIANA. Ha insistito molto– parlandoci dell’incontro nella stanzabuia – sul fatto che a lei, signor Maroc-chino, interessasse conoscere le ragioni delgesto assassino e non invece capire chifosse il responsabile, chi avesse sparato. Lechiedo di chiarirmi perche abbia messol’accento sulle ragioni e non anche sul-l’identificazione della persona.Inoltre – e questa domanda e consequen-ziale alla prima –, le domando perche ildottor Giannini le abbia chiesto di inda-gare e di raccogliere informazioni sulleragioni del fatto, e non le abbia detto,invece, che a noi italiani premeva cono-scere chi fosse l’assassino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ri-spondo alla prima domanda. Se ancheavessi riferito che l’assassino si chiamavain un certo modo, non credo sarebbe statodi utilita al nostro paese, considerato ilfatto che, in Somalia, ognuno puo darsi ilnome che vuole, cambiandolo continua-mente. Inoltre, se anche l’avesse riferito...

ELETTRA DEIANA. Forse lei non hacompreso: a noi non interessa come sichiamasse realmente, ci interessa piuttostoraggiungere il responsabile, al di la dicome si chiami realmente, di come sicamuffi o si mascheri. Ritengo che lafinalita, anche dei tentativi fatti da Roma,fosse quella di arrivare al responsabile.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non eche si camuffino, e un fatto diffuso darsidei nomi falsi in quella zona...

ELETTRA DEIANA. Non deve farmilezioni sulle abitudini culturali dei somali !

GIANCARLO MAROCCHINO. A menon interessava il nome, interessava ilmotivo... !

5579PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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ELETTRA DEIANA. Le sto facendoqueste domande perche lei ha insistito,prima, nel dire di essere disinteressato alnome (ad essere onesti, la sua espressionee stata molto piu forte, ha detto addirit-tura che non le « fregava nulla » di chifosse)...

GIANCARLO MAROCCHINO. Era unmodo di dire...

ELETTRA DEIANA. Non le sto facendoun rimprovero per non aver usato bon ton,signor Marocchino. La questione e un’al-tra: lei ha insistito di interessarsi nonall’identita della persona, ma alla ragionedell’assassinio. Alla luce di cio, vorreicercare di comprendere se tra questo suoatteggiamento e le richieste del dottorGiannini ci fosse una vicinanza, oppureno. Vorrei capire cosa le abbia realmentechiesto il dottor Giannini.

PRESIDENTE. Mi consenta di inter-romperla, onorevole Deiana. Per la preci-sione delle risposte – le quali, come pre-sidente, ho il dovere di controllare –,vorrei ricordarle che il signor Marocchinonon ha detto di non essere interessato alnome, ma solo che era inutile saperlo,perche ognuno avrebbe potuto fornirneuno falso, a suo piacimento.

ELETTRA DEIANA. Io sto solo cer-cando di far capire al signor Marocchinoche a me interessa non gia il nome, mal’identita personale, che si puo appuraretramite molteplici elementi, oltre all’ana-grafe.

PRESIDENTE. Questo, pero, non signi-fica che al signor Marocchino non inte-ressasse l’identita, vorrei fosse chiarito.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non po-tevo sapere il nome, onorevole, perchequesta persona l’ho vista al buio. Del resto,se avessi domandato il suo nome, proba-bilmente la persona avrebbe iniziato adavere dei dubbi sull’opportunita di rispon-dere. Lo scopo di questa riunione eraquello di investigare genericamente sulle

ragioni del fatto, ma non fino ad arrivarea quel punto, altrimenti l’uomo non sisarebbe neppure presentato.

ELETTRA DEIANA. Lei, quindi, di-nanzi alle sollecitazioni delle autorita giu-diziarie italiane, ha pensato piu utile for-nire una risposta che indirizzasse l’analisi,la comprensione della vicenda, in termini,appunto, di cause, che sono poi quelle chelei ci ha indicato (l’agguato, il sequestro),e non piuttosto di identificazione dell’as-sassino, possiamo dire cosı ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, esat-tamente.

ELETTRA DEIANA. Quindi, lei tenevaa sottolineare le cause e non l’assassino.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı,perche – le ripeto – mi sembrava cifossero due fonti diverse. Secondo laprima, Ilaria Alpi sarebbe stata uccisa perun certo motivo, che non corrispondevaaffatto con quello individuato dalla se-conda fonte. E quello che appunto, miinteressava di piu, di fronte a questacontraddizione, era conoscere veramentela ragione per cui Ilaria Alpi era statauccisa, non comprendevo il motivo per cuil’avessero fatto.

ELETTRA DEIANA. Quindi, lei ha vo-luto contribuire a chiarire il contesto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Diciamodi sı.

ELETTRA DEIANA. Di quali elementidisponeva per assicurare che quelle fos-sero effettivamente le cause ?

PRESIDENTE. Questo credo sia untema « derivato » rispetto a quello prin-cipale, onorevole Deiana.

ELETTRA DEIANA. Proseguiamo oltre,allora.

PRESIDENTE. Credo sia preferibile.Vorrei, invece, capire un altro aspetto

5580 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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della vicenda. Sentiva per la prima volta lastoria raccontatale da quel signore, e cioeche ci sarebbe stata un’attesa del com-mando davanti all’hotel Sahafi, per cui,visti questi due sprovveduti, il commandoavrebbe seguito la loro auto, con tutto quelche segue ? Tale ricostruzione degli acca-dimenti era nuova per lei ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Dove l’aveva sentita, dachi e quando ? Non si trattava di un’in-formazione nuova ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No,niente di nuovo. E una notizia che giravain citta, si sapeva.

PRESIDENTE. Da quando sapeva chequesta poteva essere una delle possibiliricostruzioni ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Daiprimi giorni.

PRESIDENTE. Infatti, nel rapportoUnosom, c’e proprio questa ricostruzione.Lei da chi lo aveva saputo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dallagente. Mi sembra di averlo detto anche algenerale Fiore.

PRESIDENTE. Lei aveva parlato conSalvati e gli altri di Unosom ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No,perche loro non potevano venire nel luogodel delitto. Nessuno poteva accedere aquei luoghi.

RAFFAELLO DE BRASI. Vorrei faretre domande secche. Lei non si ricordaall’incirca quando si svolse l’incontro conquesta persona che faceva parte del com-mando che ha ucciso Ilaria Alpi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Moltoprima che io venissi qua in Italia a de-porre. Pero di preciso non ricordo.

PRESIDENTE. Come ho gia ricordato,la data e il 9 giugno 1999.

RAFFAELLO DE BRASI. Poi c’era ildiscorso relativo al momento del suo fe-rimento (aprile 1999). Quindi, molto primadell’aprile del 1999 ? Cosa intende permolto prima ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tre,quattro, cinque, sei mesi.

RAFFAELLO DE BRASI. Nel 1998 ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Puodarsi.

PRESIDENTE. L’imputato gia c’era.Questo e il punto. Ecco perche Giannininon puo chiedere altro, se non le ragioni !L’imputato gia lo avevano trovato.

RAFFAELLO DE BRASI. Presidente, leidice che c’era gia Hashi Omar Hassan,pero perche non c’era anche quest’altronome ? Considerato che Giannini le avevachiesto notizie ed informazioni, una voltasvolto questo incontro con questa persona,che avrebbe fatto parte di questo com-mando, tenuto in considerazione anche ilfatto che OMISSIS conosceva il nome, checi ha rivelato solo adesso, perche questonome non e stato rivelato a Giannini ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non co-noscevo questo nome. Inoltre, se avessidetto il nome di questa persona, secondolei, sarei potuto rimanere a Mogadiscio alavorare ? Sarei potuto uscire di casa ?

RAFFAELLO DE BRASI. Lei raccogliel’input di Giannini, si mette a cercare,svolge delle indagini, trova la persona chefa parte del commando e non la rivela aGiannini ?

GIANCARLO MAROCCHINO. E perchedevo dirla a Giannini ? In primo luogo,non conoscevo quel nome...

RAFFAELLO DE BRASI. OMISSIS losapeva ! OMISSIS e un suo uomo ! Ritiene

5581PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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che io possa credere che lei non riesce asapere il nome da OMISSIS, nonostanteegli lo conosca ? Mi vuol far credere que-sto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma an-che se lo avessi saputo, io che lavoro lıgiorno e notte, avrei mai potuto rivelarloa Giannini ?

RAFFAELLO DE BRASI. E quello chevoglio sapere. Lei ha detto o no questonome ? Lei non l’ha detto per scelta,perche riteneva che dire questo nomeavrebbe potuto metterla in difficolta dalpunto di vista della sua sicurezza. E cosı ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Altroche ! Infatti, a OMISSIS avete dato laprotezione; secondo lei, OMISSIS, dopoaver rivelato il nome, puo vivere bene aMogadiscio ? Penso di no.

RAFFAELLO DE BRASI. OMISSIS l’hadetto alla Commissione, non alla polizia.Giannini e il poliziotto che seguiva il

caso per la Digos di Roma. Lei sapeva unnome e non gliel’ha detto ! Questa e larealta !

PRESIDENTE. Prima cerchiamo di farrispondere con calma. Conosceva questonome sı o no ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non losapevo !

PRESIDENTE. Questo e il punto !

RAFFAELLO DE BRASI. Lei non sa-peva il nome, ma lo sapeva OMISSIS !

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma ioposso andare da OMISSIS per farmi direil nome ?

RAFFAELLO DE BRASI. Prima hadetto che OMISSIS i nomi glieli ha rive-lati !

GIANCARLO MAROCCHINO. No,adesso ha fatto i nomi !

RAFFAELLO DE BRASI. E prima nonpoteva chiederli ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Tre mesifa ha rivelato i nomi. Su ordine delconsulente Di Marco, ho chiesto a OMIS-SIS, a Jamil e a tutti i mie uomini diconfermarmi questi nomi; successiva-mente, loro mi hanno mandato i nomidegli assassini e io ve li ho prodotti. Nonho mai detto di conoscerli; sapevo cheappartenevano a quel commando, ma loromi hanno dati i nomi !

RAFFAELLO DE BRASI. Se avesse vo-luto sapere il nome da OMISSIS, loavrebbe saputo !

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi vuolefar passare per la polizia italiana, perfarmi ammazzare in Somalia ?

RAFFAELLO DE BRASI. Non sto di-cendo questo, sto dicendo che lei avrebbepotuto saperlo e dirlo, ma non l’ha fatto.Avra avuto le sue ragioni, che sono asso-lutamente fondate, a suo dire riguardantila sua sicurezza, pero, non mi dica che seavesse voluto dire il nome di questa per-sona a Giannini non avrebbe potuto farlo,perche a questo, mi dispiace, non possocredere !

GIANCARLO MAROCCHINO. Giannininon mi ha chiesto di dirgli il nome; mi hafatto altre domande.

RAFFAELLO DE BRASI. Le ha chiestose aveva scoperto i nomi del commando ?Perche noi chiameremo Giannini e glielochiederemo !

GIANCARLO MAROCCHINO. Chiede-telo a Giannini ! Non ricordo che lui me loabbia chiesto; lui mi aveva chiesto seHashi in quel momento si trovava sullamacchina; poi mi aveva chiesto anche didargli delle informazioni riguardo ai feritiche sono andati a questo ospedale. Questomi ha chiesto Giannini ! Non ricordo altredomande ! Chiedetelo a Giannini cosa miha chiesto !

5582 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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RAFFAELLO DE BRASI. Dopo cheavra svolto questa ricerca sui nomi deipartecipanti a questo gruppo, che ci hapromesso di fare, riuscira a farcene in-contrare qualcuno ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi daro inomi e, se loro vorranno, verranno qui;altrimenti Di Marco andra giu, come sem-pre. Li va a prendere e li porta qui.

RAFFAELLO DE BRASI. OMISSIS, il 3agosto 2005, alla domanda precisa – glielafeci anch’io – se non avesse mai riferito aMarocchino i nomi da lui appresi, ci disseche non lo aveva mai fatto. Lei invece miha detto un’altra cosa poco fa; mi ha dettoche i nomi invece OMISSIS glieli ha detti !

GIANCARLO MAROCCHINO. Forsequa non ci capiamo. OMISSIS ha inviatouna lettera via fax, che ho dato al consu-lente Di Marco, con i nomi di questibanditi. Loro mi hanno chiesto se fossisicuro su questi nomi e io ho risposto chenon potevo esserne sicuro. Ma se appar-tengono a quel commando, i nomi sarannoquesti !

RAFFAELLO DE BRASI. Allora, ci sarastato un fraintendimento con OMISSIS...

PRESIDENTE. OMISSIS ha detto sem-pre, per quello che ricordo, di non avermai rivelato i nomi a Marocchino, percheanche quello sarebbe stato un modo permettere a rischio la vita dello stesso Ma-rocchino. La vicenda della lettera allaquale fa riferimento Marocchino e recentee riguarda i rapporti con la Commissione.

CARMEN MOTTA. Presidente, prima ilsignor Marocchino ha detto una cosa di-versa.

PRESIDENTE. Cosa ha detto di diver-so ?

RAFFAELLO DE BRASI. Che inveceglieli ha detti i nomi !

PRESIDENTE. Sı, li avra detti, maquando ? Domandiamogli quando gli hadetto i nomi ! Lui ha detto che gli sonostati rivelati i nomi, ma domandiamogliquando !

GIANCARLO MAROCCHINO. Me li hadetti quando ha mandato la lettera.

RAFFAELLO DE BRASI. Dopo il 3agosto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dopo chemi ha mandato la lettera.

RAFFAELLO DE BRASI. Non e possi-bile che ad agosto non avesse i nomi ! Nondiciamo delle cose che non stanno inpiedi !

PRESIDENTE. Scusate, vorrei che que-sta cronologia fosse chiara. Lei quando hasaputo per la prima volta i nomi delcommando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho cono-sciuto i veri nomi del commando quandoOMISSIS ha inviato la lettera via fax contutti i nomi.

PRESIDENTE. Durante i lavori dellanostra Commissione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Fino a quel momento emai venuto a conoscenza dei nomi delcommando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. OMISSIS glieli ha maidati ?

RAFFAELLO DE BRASI. A gennaio,presidente. Il 3 agosto invece OMISSISdice....

PRESIDENTE. Si riferiva al passato !

RAFFAELLO DE BRASI. Ha detto« mai »...

5583PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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PRESIDENTE. Ha detto « mai » perdire...

RAFFAELLO DE BRASI. Allora e statoun fraintendimento di OMISSIS. MaOMISSIS ha detto « mai »...

PRESIDENTE. Ha detto « mai » riferen-dosi ai contesti nei quali avrebbe...

RAFFAELLO DE BRASI. Questo lo ag-giunge lei, presidente.

PRESIDENTE. No, non lo aggiungo io,ma glielo chiederemo.

RAFFAELLO DE BRASI. Ha aggiuntoche non ha mai riferito a Marocchino inomi da lui appresi !

PRESIDENTE. Ma se ha mandato inominativi tramite Marocchino, e evidenteche ad un certo punto glieli ha dati !

CARMEN MOTTA. Presidente, il puntocentrale della questione e questo. Il signorMarocchino dice di aver partecipato inquesta casa buia a questa riunione, diavere visto almeno una delle persone chehanno partecipato...

PRESIDENTE. Non almeno una ! Mauna persona, che ha partecipato e con laquale ha parlato !

CARMEN MOTTA. Una persona, per-fetto ! Mi scusi, signor Marocchino, ma lei,uscendo da questa riunione, non ha volutosapere il nome ? Lei ha detto poc’anzi chenon sa neanche se OMISSIS fosse presentea quella riunione.

GIANCARLO MAROCCHINO. Puodarsi. Chiedetelo a OMISSIS se era pre-sente o meno. Io non lo ricordo.

CARMEN MOTTA. Quindi, lei non hasaputo da nessuno il nome di quell’unicapersona presente a quella riunione ? Leinon l’ha voluto sapere ? Non l’ha chiesto ?Non glielo hanno detto ? Ne OMISSIS nealtri ?

PRESIDENTE. Ha gia risposto, ha dettodi no !

CARMEN MOTTA. Ma alla luce dellecontestazioni...

PRESIDENTE. Ma facciamo finta dinon capire o vogliamo capire veramente ?

CARMEN MOTTA. Presidente !

PRESIDENTE. Vanno chiariti i terminidelle domande e delle risposte. Il signorOMISSIS, quando e stato da noi interro-gato, ha detto di non aver mai dichiaratonulla al signor Marocchino. Poiche OMIS-SIS ha mandato i nomi attraverso lalettera che Marocchino poi ha rassegnatoalla Commissione, sarebbe da stolti rite-nere che Marocchino non fosse a cono-scenza dei nomi (quello e un momento cheriguarda i lavori di questa Commissione).Ma per tutto quello che riguarda il resto,pensare di sovrapporre il dato con il qualeci stiamo confrontando, che riguarda ilavori della nostra Commissione, con idieci anni trascorsi e una operazione chequi non puo essere fatta.

CARMEN MOTTA. Questa e una suaopinione personale.

PRESIDENTE. Non e una mia opinionepersonale, i dati di fatto sono questi.OMISSIS ha fatto sempre riferimento allacircostanza di non aver mai dato i nomi aMarocchino per non esporre lo stessoMarocchino ad un rischio per la suaincolumita.

RAFFAELLO DE BRASI. Ma Maroc-chino aveva incontrato la persona !

PRESIDENTE. L’ha incontrata, ma nonha rivelato il nome.

RAFFAELLO DE BRASI. I nomi noncontano, contano le persone ! Il pericoloper Marocchino consisteva nell’avere in-contrato la persona !

5584 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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PRESIDENTE. Onorevole De Brasi,questa e una valutazione, non e una cir-costanza di fatto. Questa spetta a noi.Signori, volete farmi dire una cosa diversada quella che e ? I dati di fatto, con i qualila Commissione si confronta, sono i se-guenti: il signor OMISSIS....

CARMEN MOTTA. Lei non deve inter-pretare !

PRESIDENTE. Siete voi che state in-terpretando...

ELETTRA DEIANA. Presidente...

PRESIDENTE. Lei parlera dopo, adessoparlo io ! La situazione e la seguente. Noiabbiamo sempre acquisito come dato(Commenti)... Se volete fare baccano, fa-telo pure, se volete confrontarvi con laverita, questa e la verita: noi abbiamosempre acquisito, come ha detto l’onore-vole De Brasi prima, la circostanza cheOMISSIS non ha mai fatto il nome delcommando al signor Marocchino. Il datodi fatto con il quale ci confrontiamodocumentalmente e questo: ad un certopunto e Marocchino che consegna i no-minativi delle persone appartenenti alcommando al nostro consulente Di Marco,dopo aver ricevuto l’elenco dal signorOMISSIS ! Da questo momento in poi –presumo, per quella che e stata la se-quenza dei fatti – Marocchino conosce inomi. E questa la sequenza dei fatti, sı ono ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, e cosı.

PRESIDENTE. Adesso possiamo fare ledomande e le interpretazioni che voglia-mo...

RAFFAELLO DE BRASI. La mia inter-pretazione e suffragata dalle parole detteda Marocchino poco fa, che sono a ver-bale. Il signor Marocchino ha detto chenon ha mai voluto sapere...

PRESIDENTE. Fino a quando non glielihanno dati !

RAFFAELLO DE BRASI. Che avrebbepotuto sapere prima...

PRESIDENTE. Su questo siamo d’ac-cordo...

RAFFAELLO DE BRASI. E non li hadati a Giannini perche la sua sicurezza nesarebbe stata compromessa ! La mia do-manda e (vorrei che rimanesse a verbale):lei ritiene che la sua sicurezza fosse messain discussione per il fatto di avere incon-trato questa persona, di aver sentito chefaceva parte del commando, o per il fattodi conoscere un nome (quando lei stessofino ad ora ha detto che i nomi noncontano) ? Lei ha incontrato quella perso-na ! L’ha chiamato !

GIANCARLO MAROCCHINO. Non l’hochiamato io...

RAFFAELLO DE BRASI. Ha organiz-zato la riunione.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho orga-nizzato una riunione. Se io rivelo un nomequi in Italia, questo nome dopo cinqueminuti va su tutti i giornali. Dopo duegiorni tutti verrebbero a dire che Maroc-chino ha rivelato il nome del delinquenteche ha ucciso Ilaria Alpi ! Che poi sia unnome vero o un nome falso, non vuol dire(perche i nomi non contano), ma e lanotizia...

RAFFAELLO DE BRASI. Lei parladella notizia, ma e la persona che ha fattoparte del commando che avrebbe potutometterla in pericolo nel momento in cuiessa rivela certe cose. Lei correva unrischio nel momento in cui incontravaquesta persona ! Lei sapeva che questapersona aveva rivelato che faceva parte delcommando.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma que-sta persona e in Somalia; che rischi correlui a dirmi certe cose in una riunione ?

RAFFAELLO DE BRASI. Allora, qualera il suo problema ?

5585PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. Correradei rischi se questa persona...

RAFFAELLO DE BRASI. Non potevariferirlo a Giannini ? Questa persona comefaceva a sapere che lo avrebbe detto aGiannini ?

GIANCARLO MAROCCHINO. E quellapersona che hanno fatto venire con lascusa di prendere i soldi ? Quel’l’« inghip-po » che ha fatto l’ambasciatore Cassini inSomalia non lo sapevano ? Lo sa chequando sono venuti giu i giornalisti (Chia-ra e l’altro compagno) ho dovuto dare unaprotezione, perche la famiglia di Hashivoleva prenderli e ucciderli ? Sonovent’anni che lavoro in quel paese !Qui in Italia non si e mosso nessuno e

nessuno ha fatto niente. Sono stato l’unicoa prendere questa ragazza: l’ho portataall’aeroporto, ho cercato di fare qualchecosa e adesso... Avro fatto male ma, aquesto punto, cosa le debbo dire ?

ELETTRA DEIANA. Volevo chiedere alsignor Marocchino ulteriori approfondi-menti sulle ragioni dell’assassinio dei dueitaliani. Lei ci ha detto che all’indomanidell’omicidio del 1994 c’erano dei boatos aMaputo, delle voci di popolo circa leragioni di questo assassinio: mi pare chelei abbia detto che la voce popolare ri-portava che erano caduti in un agguato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma nonhanno fatto un agguato ? Si sono messi pertraverso...

ELETTRA DEIANA. Sı, in un agguatoper sequestro o per rapina: questa eun’ipotesi. Quindi, lei nell’incontrare que-sto signore senza identita, ha scavato sol-tanto su questo filone, nel senso che giasapeva queste notizie ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho avutouna conferma se era vero.

ELETTRA DEIANA. Ha avuto una con-ferma e, quindi, in realta, questo incontroera di poco interesse perche non e una

questione di nomi ma di identita. Pensoche lei avrebbe corso un pericolo, se c’eraun pericolo in cui lei poteva incorrere, nontanto dal sapere un nome quanto dalvenire a contatto con una persona di cuilei avesse elementi per l’identificazione.Quindi, lei ci vuole dire che non e venutoin possesso di alcun elemento di identifi-cazione e, di conseguenza, si e servito diquesto incontro unicamente per avere unaconferma di cose che lei gia sapeva ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Volevoessere certo. Scusate, adesso avete i nomidi quelli che hanno ucciso e non so checosa farete con tali nomi. OMISSIS vi hadato dei nomi e, in realta, saranno i verinomi ? Io penso di sı ma come fate aidentificare queste persone ? OMISSIS do-vrebbe andare in Somalia, cercare e dire:questo sı, questo no, questo non c’e piu.Penso che il nome non conti proprio unbel niente perche non c’e una scheda conMarocchino Giancarlo, nato a Borgosesiail 24/3/1942. In Italia si cerca questascheda, se non e in Italia sara all’estero,ma Marocchino Giancarlo e imputato. In-vece, in Somalia che cosa fate con questiquattro nomi ? Andate a cercarli e puodarsi che uno di questi sia, per ipotesi, ilfiglio o il genero del numero uno dellaSomalia. Io ho vissuto in un mondo tuttodiverso dal vostro. Onorevole, in Somaliase una persona uccide un’altra personanon e un problema perche il clan dellapersona uccisa ammazza un’altra persona.Questa storia va avanti per due o tremorti, fino a quando arrivano a colpire unpersonaggio un po’ importante: a questopunto, le due cabile si riuniscono, ammaz-zano uno o due cammelli, decidono dipagare ed e tutto finito.

ELETTRA DEIANA. Va bene, torniamoal punto di partenza. Probabilmente, lecose stanno come dice lei.

GIANCARLO MAROCCHINO. Lo sache in quel periodo chi uccideva un biancoandava in paradiso ? Allora, cosa contavaquesta cosa ?

5586 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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ELETTRA DEIANA. Signor Maroc-chino, forse lei non ha capito la ragioneper cui insisto su questo punto. A mepreme sottolineare il fatto che a lei inte-ressava rassicurare le autorita italianecirca il movente, non i soggetti. Lei potevadire al dottor Giannini che i nomi non erain grado di saperli mai, ma si potevavedere sulle ragioni: ma se le persone nonsono identificabili, lo sono invece le ra-gioni ? Questa e la domanda che le faccio,visto che lei ha una grande conoscenzadella Somalia.

GIANCARLO MAROCCHINO. Credoche Giannini non mi abbia chiesto propriodi dare i nomi, ma mi ha fatto certedomande. Io ho svolto degli approfondi-menti, delle ricerche, ma non credo cheGiannini mi abbia detto di dargli i nomiperche avevo gia detto che non potevodarli, come ho detto anche in tribunale.

ELETTRA DEIANA. L’aveva detto aGiannini che non poteva dare i nomi ? Achi l’ha detto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non sose ho parlato di queste cose, non so segliel’ho detto o meno. Mi ricordo cheGiannini mi ha chiesto di Hashi e delleinformazioni, ed io gliele ho passate.

ELETTRA DEIANA. Informazioni rela-tive precisamente a che cosa ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi hachiesto se Hashi Omar era sulla macchinaed era con il commando.

ELETTRA DEIANA. Lei che gli harisposto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. La primavolta gli ho detto che mi risultava chefosse sulla macchina del commando.

ELETTRA DEIANA. Signor Maroc-chino, una risposta cosı precisa, che poicompariva sulla stampa, non comportavaper lei un pericolo ? Questo Hashi Omarera figlio di un dio minore ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Gianninimi ha detto che, da uomo a uomo, quelloche gli davo non lo rivelava a nessuno.

ELETTRA DEIANA. Allora, per il nomedel tipo nella stanza buia non potevaessere la stessa cosa ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sto di-cendo che i nomi non li sapevo perche nonho voluto saperli.

PRESIDENTE. Lei ha detto che Gian-nini le ha dato l’incarico di sapere checosa c’entrasse o se c’entrasse Hashi OmarHassan, cioe se quest’ultimo facesse partedel commando. Lei ha chiesto a questosignore se Hashi Omar Hassan facevaparte del commando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. A chi ?

PRESIDENTE. All’uomo.

GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonlo conosco, non l’ho mai visto.

PRESIDENTE. No, non ho formulatobene la domanda. Giannini le disse che gliinteressava sapere le ragioni per le quali idue giornalisti erano stati uccisi e se sullamacchina ci fosse Hashi Omar Hassan.Credo che questa sia la domanda piuimportante di tutte ma, naturalmente, nonviene ascoltata. Lei ha chiesto al suointerlocutore ignoto, di cui non conosce ilnome, se sapeva che Hashi Omar Hassanstava o meno in macchina ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Signorpresidente, non l’ho chiesto a lui, ma unpo’ in giro.

PRESIDENTE. A lui l’ha chiesto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. A luichi ?

PRESIDENTE. All’uomo con il quale sie incontrato insieme al gruppo dei suoiguardaspalle.

5587PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonl’ho chiesto.

PRESIDENTE. Scusi, ma questo nonera il punto fondamentale ? Tra i due nonso quale sia piu importante. Poiche siprocedeva a carico di Hashi Omar Hassan– quindi, c’era un processo a carico –,sapere per quale ragione avesse ucciso ecertamente importante perche dava il mo-vente dell’omicidio; pero e plausibile, e leilo conferma, che il dottor Giannini leabbia dato anche l’« incarico » di sapere seeffettivamente avesse ucciso, nonostante cifossero state le dichiarazioni del testi-mone, Gelle e via dicendo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non e unincarico.

PRESIDENTE. Le ha chiesto di cercaredi sapere. Allora, avendo a che fare conl’autore materiale dell’omicidio – o megliocon una persona che sicuramente facevaparte del commando –, non era naturaleche lei chiedesse se Hashi Omar Hassanfaceva parte o meno del commando ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, nonci ho pensato e non gliel’ho chiesto. Pero,signor presidente, dalle prime informa-zioni mi avevano detto che Omar Hassanera con il commando ed era di fiancoall’autista: allora, ho passato questa infor-mazione al dottor Giannini.

PRESIDENTE. Quindi, ha fatto l’accer-tamento ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Naturalmente, senzapoter indicare chi glielo aveva detto: percose che aveva saputo oppure ha detto aldottor Giannini che c’era stato qualcunocon il nome e cognome ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No,l’avevo saputo. Poi sono venute altre in-formazioni, siamo andati di nuovo a fondoed abbiamo saputo che Hashi non erasulla macchina perche c’era un’altra per-

sona che gli assomigliava. Allora, ho chia-mato il dottor Giannini e gli ho detto che,mentre la prima volta avevo riferito in uncerto modo, adesso sembrerebbe chequella persona non fosse sulla macchina.

PRESIDENTE. Chi le ha dato la con-tronotizia che Hashi non fosse sulla mac-china ? Sempre voci correnti.

GIULIO SCHMIDT. Signor Marocchino,ci puo dire chi, in prima battuta, le disseche Hashi Omar Hassan era parte delcommando ? E importante perche unconto e parlare di voci, ma le stesse nonsono tali, dato che lei, comunque, avevadelle persone davanti che parlavano, che ledicevano alcune cose e che, comunque,davano un’informazione fortemente pre-ziosa. Quindi, per favore, ricorda la per-sona o le persone ? Sono state piu personeo e stata una persona ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Onore-vole, in quei momenti nella mia casa,l’unica di un italiano, venivano delle per-sone di vari clan: delle persone hannodetto che quel bastardo di Hashi era sullamacchina perche aveva anche violentatouna donna e via dicendo; poi, altre per-sone di un altro clan mi hanno detto chenon era Hashi perche era ad Adale e viadicendo.

GIULIO SCHMIDT. D’accordo, possoimmaginare la scena. Pero, lei ha detto cheil dottor Giannini le disse espressamentedi chiedere se Hashi Omar Hassan eraparte del commando. Quindi, lei deve averdomandato ai suoi uomini ed avra dettoche voleva sapere se Hashi Omar Hassanfacesse parte del commando: non avragirato con i megafoni, ma l’avra chiesto aduna o due persone.

GIANCARLO MAROCCHINO. Onore-vole Schmidt, quando chiedo delle infor-mazioni mi arrivano. Tuttavia, una per-sona mi dice di aver saputo da vari clanche questo soggetto c’era, mentre in se-

5588 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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guito mi sono pervenute altre informazionidi un altro clan: tuttavia, se mi chiede chil’ha portate o il nome...

GIULIO SCHMIDT. No, se non lo ri-corda. Quindi, nella prima fase lei parlacon i suoi uomini e, probabilmente, conquelli piu fidati: forse ha parlato anchecon OMISSIS ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non so.Onorevole, di OMISSIS ne avevo dieci oquindici perche non era il mio uomo difiducia.

GIULIO SCHMIDT. Sostanzialmente,lei nella sua casa dice ai suoi ragazzi chevoleva sapere se Hashi Omar Hassan fa-cesse parte del commando. A quel punto,i suoi si mettono in movimento: quantotempo hanno impiegato a darle la notizia ?Un giorno, due giorni ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Chi lo sa,un giorno, due giorni. Sono state due voci,ma quale fosse quella giusta...

GIULIO SCHMIDT. A me non interessaquesto.

GIANCARLO MAROCCHINO. Io ho ri-ferito le due voci al dottor Giannini: laprima voce riferiva che questa persona erasulla macchina e faceva parte del com-mando.

GIULIO SCHMIDT. Lei sta dicendo laprima voce, cioe un complesso di voci ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, e lo-gico.

GIULIO SCHMIDT. Quindi, diciamo laprima versione. Di conseguenza, lei comu-nica al dottor Giannini che – dagli accer-tamenti fatti e dalle notizie che le sonostate date – risulterebbe, non per suaconoscenza diretta ma per quello che le estato detto, che Hashi Omar Hassan facevaparte del commando. Dopo quanto tempoe venuto qualcuno di un altro clan ? Unavolta che ha riferito al dottor Giannini

quello che lo stesso voleva sapere, pensoche lei si sia fermato e che non sia andatoin giro a chiedere se fosse proprio vero.Come e accaduto che la versione sia cam-biata ? Soprattutto, dopo quanto tempo eaccaduto: il giorno dopo, un mese dopo,tre mesi dopo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questonon so dirlo, so che mi ha richiamatonuovamente il dottor Giannini.

GIULIO SCHMIDT. Dopo quanto tem-po ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dopo unpo’ di giorni perche, forse, il dottor Gian-nini era in contatto con l’ambasciatoreCassini. Mi ha chiesto se fossi veramentesicuro. Allora, ho chiesto nuovamente ingiro ed e uscita fuori la seconda versione,cioe che questa persona non era sullamacchina ma ad Adale, cioe a 90 chilo-metri da Mogadiscio. Il motivo era chequella persona si somigliava e, poi, vengoanche a sapere che le persone che mel’avevano detto prima erano piu vicine alclan perche era uscita un’altra storia suHashi, cioe che aveva violentato ...

GIULIO SCHMIDT. Lei ha mostratouna fotografia ai suoi uomini o gia loconoscevano ?

GIANCARLO MAROCCHINO. I mieiveri uomini non conoscevano Hashiperche non faceva parte del nostro...

GIULIO SCHMIDT. Pero, lei ha fatto ilnome ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Il nomeera sui giornali. A Mogadiscio i suoi pa-renti e i suoi familiari hanno fatto uncan-can e volevano rapire degli italiani peravere un riscatto.

GIULIO SCHMIDT. Le voglio chiederelumi, per l’esperienza che certamente leiha della realta somala, su un determinatoprofilo: prima c’e una versione; dopo po-chi giorni, lei rivolge la stessa richiesta e

5589PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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viene fuori un’altra versione. Lei che va-lutazione ha dato di questa discordanza ?Perche queste due versioni completamentediverse ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Se devoessere sincero...

GIULIO SCHMIDT. No, lei deve esseresincero.

GIANCARLO MAROCCHINO. Non po-trei valutare quale di queste due versionisia quella vera. Infatti, in Somalia leversioni vengono date a gettone o a clan-. Se un certo clan mi ha detto che eracontro il clan di Hashi, allora ha detto cheera Hashi.In verita, io questo Hashi non l’avevo

mai visto: non era un uomo che si trovavada noi. Era un ragazzotto (e ce ne sonomolti). Non e uno che poteva girare nelnostro ambito. Mi sembra che abitasseanche fuori. La famiglia era di Mogadiscio,ma loro erano, mi sembra di ricordare, diAdale, a 100 chilometri da Mogadiscio.

GIULIO SCHMIDT. Vorrei ritornare suun punto importante: le fu riferito cheHashi Omar Assan era distante quelgiorno nel quale avvenne il delitto; non sitrovava a Mogadiscio, ma a quasi 90chilometri. Lei sa, probabilmente, che lasua cosiddetta datrice di lavoro dichiaro,anche in tribunale, di aver accompagnatoHashi Omar Assan, per andare a trovareil padre che era malato, all’autobus in quelgiorno, o qualche giorno prima, non ri-cordo con esattezza.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questaversione non la conosco.

GIULIO SCHMIDT. Si presume che lalocalita della quale si sta parlando, che eraa 80-90 chilometri, fosse effettivamente illuogo nel quale stava la famiglia ed ilpadre malato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi hadetto nella zona di Adale.

GIULIO SCHMIDT. Chi le ha dato que-sta informazione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Nessuno:queste informazioni mi arrivavano.

GIULIO SCHMIDT. Non c’e dunqueuna persona specifica. Ritorniamo su unpunto, a mio avviso importante: lei nel 9giugno 1999 in corte d’assise rivela, gia seianni addietro, di avere incontrato un pre-sunto componente o quello che comunquei suoi uomini dicevano essere uno delcommando. C’e la deposizione in corted’assise del 1999.La domanda e la seguente: se lei gia

sapeva il nome, di fronte alle domandefatte, come minimo ha nascosto di saperlo.Avrebbe quindi commesso un reato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi scusi:avrei commesso un reato sulla mia vita ?

GIULIO SCHMIDT. Vorrei trovare unalogica in tutto questo: ammesso e concessoche lei sapesse il nome, in corte d’assise,di fronte alla domanda specifica – leiconosce il nome ? – avrebbe rivelato ilnome, tenendo conto del pericolo di vita alquale andava incontro, oppure no ? Questadomanda me l’ha strappata lei !

GIANCARLO MAROCCHINO. Ho dettoin corte d’assise che non sapevo e che nonpotevo dire il nome.

GIULIO SCHMIDT. Sono due cose dif-ferenti. Da quello che ho letto, risulta chelei non lo sapeva e che comunque non lopoteva dire.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, se an-che l’avessi saputo, non l’avrei detto. Iolavoro laggiu. Ho una famiglia e sono dueanni che non vado piu lı, per via di questiproblemi.

GIULIO SCHMIDT. Lei, sempre incorte d’assise, ha dato, a mio avviso, ungiudizio preciso: ha detto che non sitrattava di un attentato a fini di rapina. Emolto precisa la sua dichiarazione: lei dice

5590 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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che si sapeva benissimo che i giornalistigiravano senza soldi e che nascondevanoinfatti tutte le cose preziose. Quindi, leisostiene – e lo ha dichiarato in corted’assise – che certamente non si trattavadi scopo di rapina. Mi sembra di capireche gia nel 1999 lei ipotizzasse il fatto chesi trattasse piu di un sequestro o di unatto dimostrativo. Se non era rapina, senon era un’esecuzione, non rimane altroche un sequestro. Altrimenti, questogruppo avrebbe formato ...

GIANCARLO MAROCCHINO. Onore-vole, ho detto che vi era questa voce chevolevano rapinare un italiano o un’ita-liana. Ho detto subito all’inizio che gira-vano queste voci: quando uno rapisce unapersona, questo vuol dire un riscatto.Hanno rapito tanta gente: quattro o cin-que giornalisti prima di Ilaria Alpi.

GIULIO SCHMIDT. Signor Marocchino,le do lettura di cio che lei ha dichiarato incorte d’assise: hanno seguito questa mac-china ed io ho chiesto: come mai, seavevate intenzione di sequestrarli, perche,avvocato (si sta riferendo all’avvocatoCoppi) la rapina a quei tempi non esiste.Tutti infatti sapevano che i giornalisti,quando uscivano per fare delle indagini,non portavano con se i soldi. Si levavanopersino gli orologi da polso per non essere,come dire, « attratti ».Lei successivamente parla di un mec-

canismo diverso: dice che questi hannosparato perche fu la guardia del corpo asparare per prima e quindi da una suavalutazione.Io le chiedo: se non era un’esecuzione,

se non c’e il movente della rapina, perchefare tutto quello che e stato fatto, perprendere dei soldi ? Non era assoluta-mente credibile, qual era la ragione reale,secondo lei, di questo fermo o di questoagguato, che si e trasformato, e vedremo ilmeccanismo, perche ci tocchera valutarlo,in un delitto ? Era un sequestro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. A questopunto penso che sia stato un sequestro.

GIULIO SCHMIDT. Un sequestro ascopo di riscatto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Prima diquello di Ilaria Alpi, ne avevano messi asegno cinque o sei: hanno preso un ame-ricano, uno della Morris, un giornalistafrancese.

GIULIO SCHMIDT. Grazie per averricordato tutto questo. Volevo chiederle, selei ricorda: su questi sequestri effettuati fuchiesto un riscatto e fu pagato ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

GIULIO SCHMIDT. Bene. Quindi a do-manda precisa: non e un esecuzione, none una rapina, lei conferma quanto soste-nuto in corte d’assise nel 1999, vale a direche non era possibile che si trattasse diuna rapina, perche comunque era noto atutti che i giornalisti non potevano essererapinati perche non portavano con senulla ? Le posso dire, ridendo, che sonosicuro che non avevano nulla !

GIANCARLO MAROCCHINO. Hoespresso una mia impressione.

GIULIO SCHMIDT. Lei ha dato una suavalutazione da uomo che, vivendo in So-malia, ha una sensibilita particolare.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sei oquattro mesi prima, Carmen Lasorella edil suo operatore sono stati derubati delleproprie attrezzature. Sa quanti somali ve-nivano in casa ad offrirmi le macchinefotografiche rubate ? Io le prendevo e leriportavo indietro.

PRESIDENTE. Vorrei chiederle breve-mente due cose: vorrei che ricostruisse ipassaggi che sono stati fatti per far per-venire alla Commissione il presunto elencodei presunti appartenenti al commando. Siricorda questi passaggi con precisione ?Successivamente io le daro i documentiper effettuare i riscontri. Come e avvenutaquesta cosa ?

5591PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. Mi haraggiunto il dottor Di Marco, il quale miha chiesto se potevo dare questi nomi.

PRESIDENTE. Come e andata ? Come evenuta fuori la questione dei nomi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Con ildottor Di Marco abbiamo parlato di di-verse cose ed abbiamo detto che dovevamorecarci in Somalia. Mi ha chiesto tanteinformazioni ed io ho voluto operare peril bene della verita.Ad un certo punto, mi ha chiesto se

sapessi seriamente i nomi. Gli ho detto chei nomi non li conoscevo: non potevo direche questo tipo si chiamasse in un certomodo o che tizio si chiamasse in un altro.So soltanto che si tratta di un gruppo cheoperava ed e noto – e una voce nota atutta Mogadiscio – che si trattava delcommando che ha fatto questo.Lui insisteva nel chiedermi i nomi: ho

detto che potevo chiedere in Somalia adalcune mie persone che potevano darmiquesti nomi. Questa cosa e andata avantiper quasi due mesi. Mi dicevano chevolevano darmi i nomi: era un tira emolla.Alla fine, con lui presente, organiz-

ziamo un incontro con un certo Ali Jamil,che parla meglio l’italiano. Gli abbiamochiesto se volesse dare questi nomi. Mi hadetto che OMISSIS prima gli diceva in unmodo e poi in un altro. Alla fine accettanodi dare questi nomi.

PRESIDENTE. Chi accetta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ali Jamilha fatto una riunione con OMISSIS e congli altri e quindi accetta di dare questinomi. Io gli dico: questi nomi sono i verinomi ? Lui dice di sı. Gli dico: non e chepoi cambi versione ? Allora io gli dico dimandarmi su questi nomi.

PRESIDENTE. Lei dice di mandargli suquesti nomi. Come glieli ha mandati ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Ha fattoun fax

PRESIDENTE. Il fax e questo (Vienemostrato un documento) ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı. Al-lora io ho detto: come mai non c’e il nomedel fax ?

PRESIDENTE. Questo e il documento,dal quale risultano i sei nominativi, ildocumento n. 142.68. Viene mostrato alteste il documento e gli viene chiesto sequesto sia il documento da lui ricevuto.La risposta e affermativa. Come ha rice-vuto questo documento ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Via fax.

PRESIDENTE. Su questo documentonon vi e il riferimento ad una trasmissioneo ad una ricezione via fax. Come si spiegaquesto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. L’hochiesto anch’io. Ali Jamil mi ha detto: dalmomento che lui ha un punto Internet,per non dimostrare di avermelo mandatocome Ali Jamil mi disse di aver tagliato laparte dell’intestazione. Io ho fatto unafotocopia.

PRESIDENTE. Per avere un fax senzal’indicazione occorre che l’operazione deltaglio venga fatta con tecniche diverse. Sequesto documento arriva cosı, non puoessere stato tagliato a Roma, bensı aMogadiscio. Se e tagliato a Mogadiscio,comparira su un altro punto.

GIANCARLO MAROCCHINO. No, si-gnor presidente: lei puo mandare il fax epuo rimuovere la dicitura.

PRESIDENTE. Rimuovere, non taglia-re ! Qui non manca soltanto il riferimentoal fax che trasmette, ma anche il riferi-mento al fax che riceve. Come e possibile ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Io hopreso il suo fax: ho fatto una fotocopia eve l’ho dato.

5592 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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PRESIDENTE. Ho capito: da questo faxnon risulta che sia arrivato a lei. Se questoe un fax, non risulta che sia arrivato a lei.Se fosse stato cosı, noi avremmo trovatol’indicazione del numero di telefono di faxche lei ha in uso. Come si spiega questo ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questofax me lo ha mandato presso uno studiodi avvocato.

PRESIDENTE. Dove ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Qui aRoma.

PRESIDENTE Quali sono gli avvocati ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Allo stu-dio dell’avvocato Staniscia Tralicci Gina,via Crescenzio 20. Credo sia arrivato lı.

PRESIDENTE. Perche avete scelto que-sta soluzione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Dove melo faccio mandare ? Lo mando diretta-mente alla Commissione ? Lui ha detto cheme lo avrebbe mandato ed io poi l’avreigirato. Non avevo neanche il numero.

PRESIDENTE. Non facciamo confu-sione. Quando lei ha detto che e statotagliato il fax di provenienza, si riferiva alfatto che e stata annullata la possibilitache risultasse registrato il numero del faxdi provenienza; per quanto riguarda il faxd’arrivo, non lo troviamo perche e statomandato presso lo studio di un avvocato,l’avvocato Staniscia Tralicci Gina, via Cre-scenzio n. 20, che e lo studio presso ilquale lei si appoggia. Come e possibile chenon vi sia il numero di questo avvocato ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Perchequesto e stato ribattuto e io vi ho dato lacopia.

PRESIDENTE. Cosa significa ribattuto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Lo ab-biamo ribattuto a macchina.

PRESIDENTE Allora questo non e ilfax ? Questa e la copia del fax, vale a direquello che avete battuto a macchina sullabase del fax che e arrivato.

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Questo non c’entraniente !

GIANCARLO MAROCCHINO. Macome ? Quando e venuto su OMISSIS..

PRESIDENTE. Aspetti. E arrivato il fax:vi erano scritti questi nomi. Voi li avetericopiati. E questo il concetto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı. Voivolevate i nomi ? Io ve li ho dati.

PRESIDENTE. Mi segua: c’erano queinomi, e lei, o chi per lei, li avete copiatisu questo foglio ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Allora, domando: questonon e un fax; e un foglio sul quale sonostati copiati i nomi che erano scritti sulfax. E esatto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Allora la domanda e laseguente: il fax che fine ha fatto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. L’avrobuttato via.

PRESIDENTE. Benissimo.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi scusi,io non ricordo bene. E questo il foglio chevi ho dato ? E allora vuol dire che horibattuto i nomi e ho buttato via il fax.

PRESIDENTE. Ma come ? Lei non siricorda se ha ribattuto..

GIANCARLO MAROCCHINO. Non ri-cordo.

5593PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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PRESIDENTE. E stato fatto con uncomputer o cos’altro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non miricordo.

PRESIDENTE. Dove e stato ribattuto iltesto ? Nello studio dell’avvocatessa ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Noncredo, ma puo darsi. L’avra fatto un’im-piegata. Mi fanno un favore: mi mandanosu un fax.

PRESIDENTE. Non e un problema difavori: dobbiamo accertare come sono an-date le cose. Dopodiche, cosa ha fatto conquesto foglio ?

GIANCARLO MAROCCHINO. L’hopreso e l’ho dato al dottor Di Marco.

PRESIDENTE. Questa e la storia: cisono ulteriori elementi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Il dottorDi Marco puo testimoniare. Ho detto: sietesicuri ? Non e che quando venite su poicambiate... Non voglio avere problemi conla Commissione. Lui mi ha detto: questisono i nomi. Poi li abbiamo fatti venire su:si tratta di cinque, sei persone.

PRESIDENTE. Io le devo dire un’altracosa..

CARMEN MOTTA. No, presidente:quell’elenco e l’elenco dei nomi dei com-ponenti del commando. Lui ha detto cheli ha fatti venire su.

PRESIDENTE. No, intendeva dire cheha fatto venire su quelli che poi Di Marcoha portato su: non questi qui ! Si tratta ditutt’altra cosa !

GIANCARLO MAROCCHINO. I testi-moni...

PRESIDENTE. Signori, lo sappiamo ! Liabbiamo sentiti anche qui in questa sede:perche sollevate simili questioni ?

Insomma, lei ha fatto o no venire suquesti signori, mi faccia capire ?

CARMEN MOTTA. Ma perche si erasbagliato, cioe lo ha fatto senza volere.

PRESIDENTE. Non e cosı: lui ha fattoriferimento... In realta, poiche non con-nette bene mentalmente, mentre siesprime « fa dei salti ».

CARMEN MOTTA. Chi, Marocchino ?

PRESIDENTE. Certo ! E cosı, lui sinte-tizza ! Dall’interrogatorio svolto ho capitocosa intende ma poiche a questa vicendasi collega l’indicazione dei nominativi(quelli che poi Di Marco e andato giu aprendere), avviene che mentre, da un lato,lui parla di un fatto, poi, dall’altro, pro-cede per sintesi.

CARMEN MOTTA. Signor presidente,guardi che io le ho detto che il signorMarocchino...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevoleMotta, come e possibile pensare che questesiano le persone che abbiamo sentito ?Comunque, vorrei sapere un’altra cosa,

riferita ai cosiddetti clan diversi. Noi ab-biamo una relazione del nostro consu-lente, il sostituto commissario Di Marco,del 15 novembre del 2004, indirizzata alsignor presidente della Commissione par-lamentare d’inchiesta sulla morte di IlariaAlpi e Miran Hrovatin.Il consulente riferisce che, da contatti

avuti con fonte confidenziale, la cui at-tendibilita e ancora da valutare – e lei –sono state acquisite informazioni circal’attentato che ha causato la morte diIlaria Alpi e Milan Hrovatin.In particolare, si e appreso che gli

esecutori sarebbero stati sette cittadinisomali di Mogadiscio appartenenti a treclan diversi. Tutti sarebbero stati a bordodi un’autovettura modello Land Rover:questa e la comunicazione del nostro con-sulente, sulla quale non abbiamo motivo didiscutere.

5594 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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Tra l’altro, si aggiungono anche altredue notizie (una delle quali da approfon-dire meglio in seguito) secondo cui talisoggetti sarebbero stati alle dipendenzedella locale corte islamica, che li avrebbeassunti per operazioni di polizia. Infatti, intale periodo a Mogadiscio gli unici capacidi controllare la citta – e quindi dicombattere i criminali – potevano esseresolo altri criminali (dei quali, appunto, lalocale corte si serviva).Essendo Mogadiscio divisa per zone –

fate attenzione a questo passaggio – lepattuglie erano composte da soggetti ap-partenenti a clan diversi per permetterealle stesse di entrare in tutte le zoneavendo, per ciascuna di queste, il propriorappresentante. Quindi, non soltanto sidice che il commando era composto daappartenenti a tre clan diversi ma anchesi svela anche la ragione per la qualec’erano tre clan rappresentati. Insomma, alei, questa circostanza chi gliel’ha riferita ?In realta, se poi fossero veri i fatti con

i quali ci siamo confrontati successiva-mente (tanto per capirci, le dichiarazionidi OMISSIS e via dicendo), tali fatti sa-rebbero assolutamente dissonanti rispettoa questa affermazione, cioe, non e veroche il commando era costituito da appar-tenenti a tre clan diversi: da dove nascequesta sua indicazione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Diciamoche era un’indicazione generica, signorpresidente. Se loro facevano un colpo alnord, allora scappavano al sud e la dove-vano avere una qualche protezione.

PRESIDENTE. Mi scusi, ma al 15 no-vembre del 2004, avendo incontrato questopersonaggio nel 1999, lei sapeva (mi rife-risco ai tre clan rappresentati) di cosa sitrattava ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questaera una cosa logica, pero, mi sembra che,con riferimento al clan in questione, sitrattasse piu di gente di Abgal (per esem-pio, Abgal e Mourosad costituiscono un po’un medesimo clan, nel senso che si trattadi due clan divisi ma che poi stannoinsieme).

PRESIDENTE. Va bene, ma lei ha maisaputo la composizione del commando dalpunto di vista delle rappresentanze clani-che ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, asso-lutamente.

PRESIDENTE. Allora perche lei ha quiriferito che si trattava di tre clan diversi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. L’hodetto perche e secondo la logica e perchesi diceva che c’erano tre clan diversi. Misembra che, ultimamente, OMISSIS abbiachiarito la vicenda........

PRESIDENTE. Ha chiarito che le cosenon stanno cosı !

GIANCARLO MAROCCHINO. Ha dettoche appartenevano quasi tutti al medesimoclan.

PRESIDENTE. Comunque, io la miacontestazione l’ho sollevata. Poi bisogneravedere come sono andate realmente lecose.Prima di sospendere per qualche mi-

nuto la seduta per tirare alcune conclu-sioni vorrei mostrarle un dossier fotogra-fico girato subito dopo l’uccisione e pre-garla di dirci se riconosce tra le personefotografate qualcuno della sua scorta alfine di sapere se questo qualcuno – dellasua scorta – possa anche essere qualcunaltro che accompagno lei nell’incontro conquesto personaggio che faceva parte delcommando. Procediamo ora a sfogliare lediapositive (Vengono mostrate delle diapo-sitive).Lei individua qualcuno della sua scor-

ta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Per orano.

PRESIDENTE. E adesso ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo equel ragazzo che e morto.

5595PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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PRESIDENTE. Questo sarebbe il ra-gazzo su cui lei ha messo la croce sopra ?

GIANCARLO MAROCCHINO. E lostesso, vede.

PRESIDENTE. Quello che e morto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı.

PRESIDENTE. Perfetto. Allora, si daatto che alla pagina 5 del dossier fotogra-fico Mogadiscio A, B, C il teste Marocchinoindica la persona ivi fotografata come unodella sua scorta che lo accompagno nel-l’incontro con la persona di cui si etrattato fino a questo momento e che edeceduto. Andiamo avanti.

GIANCARLO MAROCCHINO. Questo eOMISSIS !

PRESIDENTE. Allora, a pagina 9 dellostesso dossier nella persona fotografatanella foto in basso a destra accanto adaltra con il cappello, il teste riconosceOMISSIS. Poi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Questodeve essere il capo dell’hotel Hamana,anche lui morto.....

PRESIDENTE. A noi interessano altrecose. Continuiamo. Tra questi personaggivede qualcuno della sua scorta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Io pensavo che questopersonaggio con il mitra fosse della suascorta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No. Pe-raltro, questa macchina qui non e la miabensı di Gafo con i suoi uomini dellapolizia.

PRESIDENTE. Procediamo nella illu-strazione. Vede qualcun altro ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, que-ste non sono le mie Toyota (le mie mac-chine).

PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio.Sospendo la seduta per alcuni minuti.

La seduta sospesa alle 18, 30 e ripresaalle 18,50.

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri la-vori.

GIANCARLO MAROCCHINO. Mi e ve-nuta in mente una cosa, riguardante il faxche mi e arrivato dalla Somalia: prima dibatterlo, mi sembra di averlo fatto vedereal signor Di Marco in casa dell’avvocatoMenicacci. Dopodiche l’ho ribattutoperche non si voleva far vedere che il faxera arrivato a quell’indirizzo. Non so sericordo bene, forse sbaglio....

CARMEN MOTTA. Di Marco quindi hal’originale del fax ?

ANTONIO DI MARCO. Volevo preci-sare che il fax mi e stato consegnato cosıcom’e stato allegato alla relazione: si trat-tava gia di una copia. La discussione enata dal fatto che io insistevo affinche luifirmasse in originale quella fotocopia men-tre lui si rifiutava. Volevo infatti che silasciasse traccia non solo della relazioneche avevo manoscritto presso la casa del-l’avvocato (avendo scritto in quel luogouna relazione volevo che questa fossefirmata a conferma di quanto scritto) maanche del documento allegato.Quindi, la discussione e il tempo che

abbiamo perso e stato finalizzato solo aquesto scopo. Comunque, il documento esolo quello e solo quello ho visto: e quelloche lui mi ha dato e che ho allegato allamia relazione.Nella relazione di collaborazione ci fu

la firma del signor Marocchino e dell’av-vocato Menicacci. Nella relazione in cui miconsegnava quel fax c’e solo la firma delsignor Marocchino.

PRESIDENTE. Va bene. D’accordo.

5596 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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GIANCARLO MAROCCHINO. Ho vo-luto raccontare questo fatto per dimo-strare che e la verita che mi e arrivata !

PRESIDENTE. Va bene abbiamo chia-rito questo punto. Parliamo ora di GuidoGarelli. Quando lo ha conosciuto ?

GIANCARLO MAROCCHINO. L’ho co-nosciuto nel 1991 circa – non ricordobene – a Milano nell’ufficio di un certoZaramella. Avevo partecipato ad una riu-nione nell’ufficio di Zaramella anche conpadre Franco perche a quei tempi inSomalia mancavano generi alimentari. Za-ramella mi presento Guido Garelli, unpersonaggio che si presento vestito dacommodoro con tante stellette il quale midisse.....

PRESIDENTE. Siamo nel 1991 ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, all’in-circa.

PRESIDENTE. Dove vi siete incontrati ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Nell’uffi-cio del dottor Zaramella alla periferia diMilano, ma non ricordo bene dove.

PRESIDENTE. Chi era questo dottorZaramella, come lo conosceva ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Lo cono-sceva padre Franco in quanto referenteper il programma di amicizia tra Italia eSomalia della Camera del lavoro a Milano.Tramite padre Franco eravamo andati allaregione Lombardia per inviare degli aiutiin Somalia.Comunque, questo personaggio, vestito

nel modo gia descritto, era capace diincantare anche un serpente a sonagli !Parlava molto bene e mi disse che avevaun surplus di aiuti a disposizione tra quelliche gia inviava nel Sahara occidentale. Midisse che, se avessi voluto, avrebbe potutofare in modo di « passarceli » ad un prezzomolto basso.Risposi che ero d’accordo perche questi

aiuti servivano e che l’avrei messo in

contatto con le organizzazioni umanitariedel posto, sempre in cerca di farina, zuc-chero ed altri generi alimentari. Cosı,rimanemmo d’accordo.Vi furono una o due riunioni in pro-

posito e nel corso di una di queste mi disseche aveva anche delle macchine fuori-strada e simili a disposizione. Anche sottoquesto aspetto risposi che le macchineservivano e lo invitai a venire in Somaliao a Nairobi (vi sono uffici sia in Somalia,sia a Nairobi) per trattare direttamentetutti questi aspetti.Cosı, partii per la Somalia e venni

chiamato solo quando sia lui sia EzioScaglione arrivarono a Nairobi. Andai aNairobi da loro.

PRESIDENTE. Lei Scaglione gia lo co-nosceva ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, Sca-glione gia lo conoscevo. Avevamo anchefatto una societa di ricambi insieme. Suopadre mi disse che...

PRESIDENTE. Scusi, non riesco a ca-pire cosa c’entri Scaglione con Garelli,come viene fuori ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Vi spiegomeglio il rapporto Garelli-Scaglione. Sca-glione cercava una macchina di grossacilindrata e Garelli mi disse che aveva adisposizione delle macchine che era ingrado di vendere con il 50 o il 60 per centodi sconto.Allora, gli dissi che avevo un amico che

cercava proprio una macchina del genere– cioe, Scaglione – e li misi in contatto.Pero, ad essere sincero, prima di partiremi vennero un po’ di dubbi su Garelli.Ricordo che a Milano erano parcheggiatein strada alcune sue macchine con targheverdi con su scritto « territoriale Sahara ».Cio sollevo in me qualche dubbio.Comunque, dovevo partire per la So-

malia e cosı dissi a Scaglione che seGarelli gli avesse dato la macchina (misembra che si trattasse di una Mercedesche, a quei tempi, poteva costare circa 70milioni mentre lui ce l’avrebbe lasciata per

5597PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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25 milioni, cioe, circa la meta), prima diprenderla, sarebbe stato opportuno faredegli accertamenti per verificare se non sitrattava di una macchina rubata o simili.Scaglione mi rispose che aveva con-

dotto degli accertamenti presso l’Automo-bilclub di Alessandria e che l’auto nonrisultava rubata. Cosı, gli dissi di pren-derla e partii per la Somalia. Solo dopovenni a sapere che questa macchina erastata rubata in Germania.

PRESIDENTE. Quali sono stati i suoirapporti con Garelli ? Avete parlato del-l’eventualita di rapporti d’affari ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Abbiamoparlato di questa eventualita, dopodicheGarelli venne a Nairobi dove parlammocon certe organizzazioni umanitarie. Tut-tavia, quelle piu grandi (la SOS Kinder-dorfer e la Croce Rossa internazionale)erano a Mogadiscio. Cosı, Garelli venne aMogadiscio dove parlo con i rappresen-tanti di queste organizzazioni. Qui ci pre-sento i prodotti che aveva a disposizione –riso, farina, zucchero e via dicendo – ma,da questo momento, scatto l’inghippoperche egli disse che avrebbe inviato untot di quantitativo di materiale e mercedietro pagamento di un anticipo per por-tare la merce al porto. Ora, per portare ilquantitativo da lui proposto, solo di tra-sporto e simili, a quei tempi servivanocirca 150 mila dollari. Da questo mo-mento, mi venne qualche dubbio.Allora, dissi ai rappresentanti delle or-

ganizzazioni interessate che per quantoriguardava l’anticipo non se ne sarebbeparlato affatto e che, al massimo, avreb-bero dovuto procedere con delle aperturedi credito. Poi, una volta arrivata la mercein porto (con visto e imbarco assicurati),solo allora si sarebbe potuto pagare.Cosı, il signor Garelli venne via da

Mogadiscio un po’ con le pive nel sacco.Pero, nel frattempo, Ezio Scaglione, cheera titubante, volle firmare a Nairobi undocumento – un’intesa – fra me, Garelli elui perche aveva paura che noi due lofregassimo senza farlo rientrare nel gioco.

PRESIDENTE. Un’intesa su che cosa ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Un’in-tesa, per cosı dire, di provvigione su questamerce. Se, per esempio, fosse stata inviatadella merce per un guadagno di 50 miladollari, dovevamo dividere tale cifra in tre.Avevamo fatto un’intesa.A questo punto, Garelli disse che non

c’era problema e aprı una valigetta pienadi documenti e carte intestate di ognisorta: ce ne erano di tutti i tipi. Ci disseche quelle erano tutte sue societa e, pren-dendo un foglio intestato, procedette aperfezionare l’intesa.Io non ho neanche una copia di questo

documento. So soltanto che una copia latenne lui e un’altra Ezio Scaglione; ditenere una copia me ne fregai perchetanto...

PRESIDENTE. Che fine ha fatto tuttaquesta operazione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Perquanto riguarda l’operazione riguardantegli aiuti non e arrivato nulla – come erafacile immaginare – posto che egli volevasoltanto prendersi 100 mila dollari facil-mente per poi voltare le spalle e lasciarminei casini a me. Da quel momento, io nonl’ho mai piu visto ne sentito.

PRESIDENTE. Lei hai mai saputo diGarelli come di una persona legata atraffici illeciti di armi o di rifiuti ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Come giariferito, quello lı di cose ne diceva tanteincantando tutti. Diceva di tutto, compresoche era comandante territoriale delSahara.

PRESIDENTE. Scaglione, invece, lui evenuto in Somalia ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, Sca-glione e venuto parecchie volte in Somalia.E venuto per la prima volta nel 1985-1986per questa societa...

PRESIDENTE. Come si chiamava lasocieta ?

5598 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN

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GIANCARLO MAROCCHINO. Italri-cambi. Il papa aveva chiuso questo em-porio inviando ricambi per 100 milioni.Poi venne giu il figlio, che il padre volevainquadrare...

PRESIDENTE. Che tipi di affari hafatto con Scaglione figlio ? Ha avuto a chefare con il padre ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No, luiha solo mandato giu questa fornitura di100 milioni e noi venduto i ricambi (par-liamo dell’anno 1985-1986). Dopodiche,una volta diviso il ricavato, la vicenda si echiusa.

PRESIDENTE. E stato ospite suo inSomalia Scaglione ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, e ve-nuto a casa mia.

PRESIDENTE. Quali altre attivita ditipo imprenditoriale avete fatto insiemecon Scaglione, oltre all’operazione riferi-ta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Diciamoche, nonostante tante parole e tante pro-messe, di vere attivita non ce ne e stataneanche una. Dopo la faccenda che hodescritto ci sono state molte telefonate,quelle sı, molte promesse, un mare diprogetti ma, alla fine, non si e dato maiseguito a nulla.

PRESIDENTE. Quindi, parlerei piu chealtro di tentativi ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, ditentativi. Signor presidente, in quel paesee tutto allo sfascio !

PRESIDENTE. Va bene ma la Italri-cambi, in queste operazioni imprendito-riali, sia pure tentate, come si e posta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Parliamodel 1987, c’era il regime di Siad Barre,abbiamo dovuto aprire una societa rego-lare in Somalia...

PRESIDENTE. Solo questa operazionedei 100 milioni di lire ? Solo questa el’operazione che e stata fatta ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, comeoperazione, soltanto quella.

PRESIDENTE. Riconosce questa lettera(la cosiddetta lettera di intenti riservatis-sima) ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, que-sta e quella di cui ho detto... qui si parladella ATS ma lui aveva almeno altre 20 o30 societa. Gli chiesi spiegazioni ma luirispose che erano tutte sue societa.

PRESIDENTE. La firma e sua ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, comeno.

PRESIDENTE. Qui pero si parla diparecchie cose, fra l’altro, anche del pro-getto Urano.

GIANCARLO MAROCCHINO. Il pro-getto Urano e uno di quelli nella suamente ma in realta tale progetto era la suasocieta.

PRESIDENTE. Qui c’e scritto: « ...gliincontri e le conversazioni che cercheremodi avere con l’insostituibile opera di me-diazione del console della Somalia in Ita-lia, professore Ezio Scaglione, verterannosulla possibilita di sviluppo del progettoUrano per la parte gia nota nel cornod’Africa e con questo supporto si proce-dera a destinare un consistente lotto diaiuti in derrate alimentari ed altri generidi conforto destinati alle popolazioni stre-mate che sono disperse nella regione ».

GIANCARLO MAROCCHINO. Ma io hofirmato questo affare perche...

PRESIDENTE. Ma lei sapeva all’epocache cosa era il progetto Urano ?

5599PARTE DELLA SEDUTA DI GIOVEDI 20 OTTOBRE 2005

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GIANCARLO MAROCCHINO. No, ioero in Somalia, cosa vuole che ne sapessidel progetto Urano !

PRESIDENTE. Va bene, ma prima difirmarlo, avete letto questo documento ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, homesso la mia firma ma perche questa siriferiva alle cose che avevamo in mente difare, cioe, l’invio di aiuti e derrate alimen-tari.

PRESIDENTE. Insomma, cose poco se-rie, tutto sommato ? Oltre a lei, Scaglionee Garelli, a questa operazione di cui allalettera di intenti hanno partecipato altri ?

GIANCARLO MAROCCHINO. No.

PRESIDENTE. Poi come si e sciolto ilsodalizio ?

GIANCARLO MAROCCHINO. QuandoGarelli e partito da Mogadiscio io non l’homai piu visto ne sentito.

PRESIDENTE. Al di la della storia delprogetto Urano e via dicendo, vorremmouna volta per tutte riuscire a capire perquale ragione tutti – o molti – la colle-gano al traffico illecito di rifiuti.Come si spiega questa cosa, come nasce

questa storia ?

GIANCARLO MAROCCHINO. Non loso, signor presidente.

PRESIDENTE. Tra l’altro ad Asti c’estato...

GIANCARLO MAROCCHINO. Sı, madopo 25 mila perquisizioni e stato tuttoarchiviato !

PRESIDENTE. Le perquisizioni formalile conosciamo, ci spieghi lei meglio le cose.

GIANCARLO MAROCCHINO. Signorpresidente, diciamo le cose come stanno.Se in Somalia sono stati portati dei rifiutitossici, questi rifiuti dovrebbero essere inqualche posto. E mai possibile, pero, chenessuno finora abbia fornito qualche ele-mento concreto ?Io sono stato interrogato anche dalla

Commissione parlamentare d’inchiesta sulciclo dei rifiuti. Personalmente, ho solofatto un porticciolo sopra una scogliera.Quando viene l’alta marea, che arriva finoa tre metri e mezzo, questo porticciolo ein funzione. Quando pero la marea siritira questo stesso porticciolo non e piu infunzione a causa della sabbia. Io non hocostruito un porticciolo nell’acqua: ho co-struito un porticciolo su una scogliere !Se qualcuno di voi solo venisse in

Somalia – non ditemi che non potete farlo– e facesse il giro del molo a piedivedrebbe cosa ho fatto. Ho semplicementepreso dei contenitori, li ho tagliati, ci homesso dentro delle pietre (cosı si fa), hofatto dei cubi e, poi, ho inserito dellegrosse pietre a mo’ di frangiflutti.Ora, da due anni non sono piu in

Somalia ma mi e stato riferito che imonsoni hanno causato un disastro. Tut-tavia, si vedono ancora i contenitori condentro i blocchi di massi. Non si tratta dicontenitori – come tanti affermano – checelano al loro interno dei rifiuti ! Non c’eda nascondere nulla, c’e solo da venire avedere !Per quanto riguarda le discariche, se si

mandano giu dei rifiuti, signor presiden-te...

PRESIDENTE. Va bene, fermiamociqui. Riprendiamo i nostri lavori in sedutapubblica.

5600 COMM. PARLAM. D’INCH. SULLA MORTE DI ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN