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Call for Future - La scuola come noi la immaginiamo

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In questi due mesi di massicce consultazioni, durante i quali ho girato scuole, circoli e comuni di Milano e hinterland, ho avuto modo di raccogliere tanti pareri positivi, quanto dubbi e perplessità su un patto educativo che, sulla carta, serba indubbiamente del potenziale, ma, al vaglio pratico, mostra contraddizioni non trascurabili e punti non sufficientemente approfonditi.

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On. Eleonora Cimbro

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Call for Future

La scuola come noi la immaginiamo

INTRODUZIONE

pag.5

IL PATTO EDUCATIVO DEL GOVERNO

pag. 8

ESITO QUESTIONARIO STUDENTI

pag.23

I CONTRIBUTI

pag.29

INIZIATIVE

pag.47

CONTATTI

pag. 51

+

Per la prima volta dopo molti anni è stato aperto un processo di

consultazione reale dal basso in una fase precedente alla presentazione in

aula del testo della riforma: stop alle riforme calate dall’alto. L’inversione di

tendenza che pone la scuola in una posizione centrale e prioritaria per la

crescita del paese non deve essere sottovalutata, bensì attestata e

considerata come una reale opportunità di cambiare davvero lo stato di

cose. E in quanto docente di lettere non posso che approvare e credere che

tutti i contributi pervenuti finora potranno essere fonte d’ispirazione e

innesti importanti alla bozza di riforma.

In questi due mesi di massicce consultazioni, durante i quali ho girato

scuole, circoli e comuni di Milano e hinterland, ho avuto modo di raccogliere

tanto pareri positivi, quanto dubbi e perplessità su un patto educativo che,

sulla carta, serba indubbiamente del potenziale, ma, al vaglio pratico,

mostra contraddizioni non trascurabili e punti non sufficientemente

approfonditi.

È stato spesso sottolineato come molte delle “buone pratiche” previste nel

documento siano, di fatto, realtà comprovate da diversi anni in molte scuole

del territorio. Ho altresì verificato sul campo come sussistano tante

situazioni d’eccellenza per niente conosciute che camminano con le proprie

gambe, sobbarcandosi oneri e costi con contributi volontari e affrontando

iter burocratici infiniti. In termini di sicurezza delle infrastrutture, le

situazioni critiche sono tante a sfaccettate e molto spesso i dirigenti

scolastici si trovano ad essere fac totum investiti di enormi responsabilità

per situazioni che poco dipendono da loro, quanto dall’inadempienza delle

istituzioni preposte e da un sistema burocratico elefantiaco, a discapito del

loro ruolo di programmazione del piano formativo. L’insegnante, dal canto

suo, si sente spesso schiacciato da un eccessivo e insensato meccanismo di

responsabilizzazione anche per situazioni imprevedibili e non controllabili

al centro per cento. Questo eccesso di responsabilizzazione fa spesso da

freno a proposte e iniziative, per paura di ripercussioni pesanti, da un punto

di vista penale. 5

I comuni, dal canto loro, fanno il possibile per garantire il meglio alle loro

realtà scolastiche, ma con enormi difficoltà sia in termini economici che in

termini gestionali.

“La buona scuola”, è, quindi, il risultato “delle buone scuole”, molto

spesso già attive e reattive al contesto internazionale e globalizzato in cui

i nostri giovani stanno crescendo, ma carenti di aiuti effettivi dallo statali.

L’opportunità del confronto diretto ha messo in luce proprio la necessità

di aprire un canale di comunicazione continuo tra il Ministero e la base, in

modo che il processo di riforma vada a incidere sul lungo periodo e non

solo sull’immediato. Mi è stato fatto notare, infatti, come molte delle

proposte contenute nel documento abbiano un carattere emergenziale,

ma non siano per nulla risolutive e come i grandi assenti in questo patto

educativo risultino gli studenti e i genitori, i quali, in quanto fruitori del

servizio, dovrebbero rientrare a pieno titolo in questo percorso.

Le criticità sollevate più frequentemente possono essere così sintetizzate:

1. L’assunzione di tutti i precari e la questione dell’inserimento degli scatti

di carriera per i docenti dovrebbero essere approvate a fronte di un

aumento dei fondi per la scuola e non di un taglio importante di risorse

come prevede la spending-review trasversale a tutti i ministeri. A

fronte degli 8 miliardi tagliati dalla riforma Gelmini ne è stato immesso

soltanto 1.

2. L’assunzione di 150.000 precari, in realtà, va solo parzialmente a

rispettare una sentenza della Corte di Giustizia Europea che prevede

l’assunzione di 250.000 precari. Il primo punto è, quindi, un

provvedimento riparatorio, onde evitare sanzioni dall’Unione Europea.

3. L’inserimento degli scatti di carriera dovrebbe essere pensato in

concomitanza con gli scatti di anzianità, dato che l’esperienza per un

insegnante significa spesso qualità.

4. Gli scatti di carriera così concepiti risultano una scelta al “risparmio”:

nella lunga durata, infatti, lo stipendio che viene percepito col vecchio

sistema è nettamente superiore, rispetto alle 60 euro aggiuntive ogni

tre anni per il merito. Non è corretto, inoltre, che solo due insegnanti su

3 possano accedere allo scatto, ove il team docenti di una stessa scuola

funziona.

5. Si richiede il riconoscimento di tutto il lavoro sommerso nel mondo

dell’insegnamento e si richiede che la formazione obbligatoria possa

essere seria e retribuita.

6. La mobilità scolastica regionale così concepita va palesemente contro a

quelle che sono le esigenze familiari e di vita dei lavoratori e contro la

possibilità di fornire un servizio di qualità: nel momento in cui si

comincia a conoscere una realtà in tutta la sua complessità, è già tempo

di cambiare e ricominciare daccapo. 6

7. Si parla di organico funzionale, eppure, al contempo, vengono tagliate

le ore di esonero alla figura del vicario. Inoltre l’assegnazione del

personale non dovrebbe essere pensata secondo un calcolo numerico

(come di fatto avviene), ma secondo un’esigenza reale, diversa per ogni

realtà e situazione.

8. Non è ben chiaro come, fattivamente, l’organico funzionale possa

sopperire alle supplenze e contemporaneamente occuparsi della

progettazione: un progetto iniziato vedrebbe un brusco arresto nel

momento del rientro in classe del docente incaricato. Le supplenze

interne, inoltre, dovrebbero essere il più possibili attinenti alla materia:

nel caso in cui i docenti di organico funzionale non avessero la specifica

abilitazione per supplenze brevi, ma pur sempre impattanti, il rischio

sarebbe quello di penalizzare l’andamento del programma. È richiesto

il reinserimento della formula di compresenza, perché funzionale a un

buon lavoro di squadra degli insegnanti e alla realizzazione di progetti

mirati e pregnanti per gli studenti.

9. Si prevede l’inserimento di un percorso universitario ad hoc per

l’insegnamento, e si fa cenno alla possibilità di accedere

all’insegnamento per le “vocazioni tardive”, ma non vengono

approfonditi né termini, né modalità. Si parla genericamente di

concorso.

10. Benissimo per le ore di apprendistato e di stage anche nei licei: è stato

sollevato, tuttavia, il problema del fattore geografico e sociale, tale per

cui non si può garantire pari opportunità di stage in tutte le regioni, a

meno che non si attivino formule di scambi - anche quelle tutte da

pensare.

11. Lascia perplesso l’inserimento del coding già alle primarie, dal

momento che i bimbi crescono in un contesto altamente digitalizzato e

che l’esigenza, in quella fascia di età, è l’apprendimento attraverso tutti

i canali sensoriali ed esperienziali.

12. Molto apprezzato l’inserimento di ore di musica, arte ed educazione

fisica, ma la domanda è: a discapito di quali tagli ulteriori alle ore di

altre materie?

13. Il capitolo sulla valutazione dei docenti e delle scuole incontra

l’approvazione pressoché generale, ma i dubbi sono sulle modalità e

sui criteri: il tutto dovrebbe essere ripensato in maniera da non creare

meccanismi clientelari, di competizione tra docenti, né tantomeno di

scarsa considerazione di realtà complesse e borderline che hanno altre

priorità rispetto a quelle standard definite su scala nazionale. Coloro

che valutano dovrebbero poter essere parimenti valutati.

14. Manca un intero capitolo sull’integrazione e sulla multiculturalità.

On. Eleonora Cimbro

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+

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1. UN PIANO STRAORDINARIO PER ASSUMERE 150 MILA

DOCENTI A SETTEMBRE 2015 E CHIUDERE LE GRADUATORIE

AD ESAURIMENTO.

Già la legge 270 del 1982 recitava la volontà di porre fine al precariato,

nulla di nuovo, quindi. È aperto un procedimento alla Corte Europea per

questa grave mancanza.

Grossi dubbi sull’esistenza delle coperture (es. occorrerebbe trovare una

copertura finanziaria e stabilire una riorganizzazione interna che gli uffici

regionali non sono in grado di portare avanti).

Purché si garantisca ai docenti già di ruolo da decenni di non perdere la

titolarità, visti soprattutto il taglio di certe discipline e il calo delle classi.

Altre osservazioni in merito alla questione invece rilevano la necessità che

questa immissione in ruolo comporti da una parte l’attivazione, tramite

l’organico funzionale, di percorsi di sperimentazione e di ampliamento

dell’offerta formativa, e dall’altro l’inderogabile necessità di ridurre il

numero di studenti per classe.

Manca una riflessione sul personale ATA.

Attenzione alla questione GaE.

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2. 40 MILA GIOVANI QUALIFICATI NELLA SCUOLA FRA IL 2016 E

IL 2019. D’ORA IN AVANTI SI DIVENTERÀ DOCENTI DI RUOLO

SOLO PER CONCORSO, COME PREVISTO DALLA COSTITUZIONE.

MAI PIU’ LISTE D’ATTESA CHE DURANO DECENNI.

Liberazione delle cattedre ove l’aspettativa presa da alcuni insegnanti

diventa assenteismo e pertanto ostacola l’entrata di nuove leve.

Coloro che hanno svolto il tirocinio formativo o arrivano dalla SSIS hanno

già passato una selezione, pertanto il concorso risulterebbe per loro

ridondante: eventuale concorso più snello e meno selettivo.

Guardando all’immediato, ad oggi manca ancora la seconda prova di

accesso al Tirocinio Formativo. Cosa ne sarà di coloro che rimangono a

metà tra i due ordinamenti?

Necessità di verificare le competenze educative oltre a quelle di

conoscenza della materia.

Serietà dei concorsi: niente brogli. La selezione dev’essere inoltre

congruente al percorso di studio effettuato. Quanto al tirocinio, necessità di

ripensarne efficacia e tempistiche

La saturazione delle cattedre attraverso l’assunzione di tutti precari

potrebbe essere d’ostacolo a futuri concorsi.

Maggiore attenzione agli episodi burn out, con un tempestivo intervento.

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3. GARANTIRE ALLE SCUOLE, GRAZIE AL PIANO DI

ASSUNZIONI, UN TEAM STABILE DI DOCENTI PER COPRIRE

CATTEDRE VACANTI, TEMPO PIENO E SUPPLENZE, DANDO AGLI

STUDENTI LA CONTINUITÀ DIDATTICA A CUI HANNO DIRITTO.

Manca di chiarezza sulla modalità di copertura delle supplenze brevi e non

prevedibili. Ottimo sulla carta, tutto da verificare.

Richiesta di un monte ore libere dall’insegnamento per tutti gli insegnanti

da dedicare alla progettazione.

Migliore strutturazione del tempo pieno, che non deve essere un semplice

‘doposcuola’. Perplessità didattiche sul docente ‘tappabuchi’.

Rischio che questo compito sia delegato agli insegnanti non ben visti dalla

dirigenza di turno.

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4. SCATTI, SI CAMBIA: OGNI 3 ANNI DUE PROFESSORI SU TRE

AVRANNO IN BUSTA PAGA 60 EURO NETTI AL MESE IN PIU’

GRAZIE AD UNA CARRIERA CHE PREMIERÀ QUALITÀ DEL

LAVORO IN CLASSE, FORMAZIONE E CONTRIBUTO AL

MIGLIORAMENTO DELLA SCUOLA. DAL 2015 OGNI SCUOLA

PUBBLICHERÀ IL PROPRIO RAPPORTO DI AUTOVALUTAZIONE E

UN PROGETTO DI MIGLIORAMENTO.

Perché solo due su tre? E se ci fosse una percentuale meritevole diversa in

uno stesso plesso?

Chi valuterà il dirigente e il mentor che hanno a loro volta il delicato

compito di valutare?

Necessità di valutare quali siano i parametri per un buon lavoro in classe:

ci sono tanti fattori in gioco e non è semplice (compreso quello sociale e

territoriale). Normalmente i ‘giudici’ più credibili risultano ancora gli

studenti e i genitori.

Penalizzazione del lavoro in team per l’innesco di fattori di competizione:

questo andrebbe a discapito della didattica.

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Per valutazione seria, organismo non solo interno ma anche esterno. Le

invalsi dovrebbero essere ampliate e dovrebbero essere un indice credibile

di valutazione anche degli insegnanti. Dovrebbero esserci ispettori seri e

competenti.

Mobilità territoriale estrema può essere un grosso problema (familiare

ecc.): garantire almeno la macro area.

Le prove invalsi non sono un indice completamente credibile e oggettivo

(si conti che ci vuole un addestramento ad hoc per poterle passare).

Il merito dovrebbe essere accompagnato dagli scatti di anzianità e non

sostituito: l’esperienza è una parte fondamentale del merito.

Proposta di eliminare “quota 96” e mantenere una quota per scatti

d’anzianità.

Difficile far accettare la cultura del merito in Italia.

Equiparazione degli stipendi base italiani a quelli europei.

Il nuovo sistema di valutazione è comunque penalizzante, con il vecchio

sistema, alla lunga distanza, gli introiti sarebbero ancora maggiori. Basta un

semplice calcolo e una semplice proiezione e la cosa è dimostrata. Si va al

risparmio!

No al ritorno della maturità completamente interna.

Proposta di un impegno retribuito dei docenti nei centri estivi e

nell’organizzazione di corsi di recupero.

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5. FORMAZIONE CONTINUA OBBLIGATORIA METTENDO AL

CENTRO I DOCENTI CHE FANNO INNOVAZIONE ATTRAVERSO LO

SCAMBIO FRA PARI. PER VALORIZZARE I NUOVI DON MILANI,

MONTESSORI, E MALAGUZZI.

A patto che i corsi siano per congegnati e utili ai fini concreti della

didattica.

La formazione fatta tra pari è già una realtà, dal momento che il confronto

nei corpi docenti esiste. Avere pertanto una formazione in collaborazione

con le università, necessità di confronto con pedagogisti e ricercatori seri e

aggiornati.

Rischio che ci sia comunque una parte di docenti che ‘subisca’ formazione

passivamente al posto che ritenerla un’opportunità. Inoltre rischio di

livellamento verso il basso: la formazione dovrebbe essere lasciata

all’interesse a all’iniziativa del singolo.

Sì, se collegata ad un piano che valorizzi l’autonomia scolastica per

l’innovazione sociale e didattica, in cui il territorio diventi il punto di

riferimento; di qui, apertura scuole al territorio, attraverso percorsi

congiunti.

Formazione retribuita e finalizzata all’aggiornamento reale dei docenti e

non al compenso dei formatori (come nel quadriennio obbligatorio, in

passato). Riconoscimento di quanto fatto su iniziativa dei docenti nei fine

settimana per non lasciare classi scoperte durante la settimana.

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6. ONLINE DAL 2015 I DATI DI OGNI SCUOLA (BUDGET,

VALUTAZIONE, PROGETTI FINANZIATI) E UN REGISTRO

NAZIONALE DEI DOCENTI PER AIUTARE I PRESIDI A

MIGLIORARE LA PROPRIA SQUADRA E L’OFFERTA FORMATIVA.

Dal 2001 si doveva attuare la dematerializzazione scolastica e ad oggi la

stragrande maggioranza degli Istituti ‘barcolla nel buio’ per ritardi formativi

e mancanza di fondi. Prima di passare a un ‘albo professionale’

bisognerebbe pensare alla copertura economica.

La vetrina dei dati potrebbe creare l’idea che ci siano scuole di serie A

sulle quali investire (si parla di ipotetici finanziamenti esterni) e scuole di

serie B.

Non tutte le famiglie eseguono l’accesso regolarmente sui siti della scuola,

perché magari non ne hanno la possibilità.

Grossi dubbi sul fatto che siano i dirigenti scolastici a scegliere e ad

assumere (clientelismo, competenza ecc.).

Concessa flessibilità ai dirigenti scolastici per scegliere il team.

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Banche dati plurime e non comunicanti, comunicazioni farraginose tra

Amministrazioni, Stato e scuole.

Ruolo del Consiglio d’Istituto e del Collegio Docenti.

Catene di approvazioni che si potrebbero snellire.

Eccessiva responsabilizzazione docenti anche per situazioni imprevedibili

(riluttanza dei docenti a cimentarsi in uscite didattiche ecc.).

Nomina docenti per l’anno scolastico dovrebbero essere fatte entro luglio.

Decentramento di pratiche fiscali e stipendiali, graduatorie, selezione del

personale, acquisti non rilevanti.

La compilazione del fascicolo al momento dell’assunzione.

Comunicazioni varie tra docenti e segreterie.

Attribuzione supplenze via telegrammi, organico di diritto e di fatto,

gestione degli Organi Collegiali.

Semplificazione assegnazione cattedre.

Pagellini/esami finali -> basterebbe la media degli ultimo 3 anni espressa

in centesimi.

I limiti burocratici incidono sulla capacità di coinvolgimento dei genitori.

Cedole librai/sistema SIDI

Procedure per chiamare supplenti invalsi, per la proposta di progetti interni

e circolari.

Il Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro deve essere a capo degli

enti Proprietari.

7. COINVOLGIMENTO DI PRESIDI, DOCENTI, AMMINISTRATIVI E

STUDENTI PER INDIVIDUARE LE 100 PROCEDURE

BUROCRATICHE PIÙ GRAVOSE PER LA SCUOLA. PER ABOLIRLE

TUTTE.

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8. PIANI DI CO-INVESTIMENTO PER PORTARE A TUTTE LE

SCUOLE LA BANDA LARGA VELOCE E IL WIFI. DISEGNARE

INSIEME I NUOVI SERVIZI DIGITALI PER LA SCUOLA, PER

AUMENTARNE LA TRASPARENZA E DIMINUIRNE I COSTI.

A patto di dotare le aule di PC funzionanti e non obsoleti.

Spesso reticenza da parte dei docenti nell’utilizzo delle nuove tecnologie e

nell’aggiornamento in questo senso.

Problema delle risorse.

Serve in particolare per le scuole secondarie.

Dubbi sullo studio individuale con tablet.

Tener conto dei danni potenziali alla salute, legati all’uso continuo delle

nuove tecnologie.

Dubbi sul co-investimento che prevede l’entrata dei privati nella scuola.

Cominciare dalle cose essenziali e indispensabili quali, sedie, banchi, uffici,

servizi igienici, amianto.

Il libro cartaceo garantirebbe un livello di approfondimento e complessità

che contrasta la semplificazione massmediatica della rete.

Banda larga gratuita in tutte le scuole.

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9. PORTARE MUSICA E SPORT NELLE SCUOLE PRIMARIE E PIU’

STORIA DELL’ARTE NELLE SECONDARIE PER SCOMMETTERE SUI

PUNTI DI FORZA DELL’ITALIA

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10. RAFFORZAMENT0 DEL PIANO FORMATIVO PER LE

LINGUE STRANIERE, A PARTIRE DAI 6 ANNI. COMPETENZE

DIGITALI: CODING E PENSIERO COMPUTAZIONALE NELLA

PRIMARIA E PIANO «DIGITAL MARKERS» NELLA

SECONDARIA. DIFFUSIONE DELLO STUDIO DEI PRINCIPI

DELL’ECONOMIA IN TUTTE LE SECONDARIE.

10. RAFFORZAMENT0 DEL PIANO FORMATIVO PER LE LINGUE

STRANIERE, A PARTIRE DAI 6 ANNI. COMPETENZE DIGITALI:

CODING E PENSIERO COMPUTAZIONALE NELLA PRIMARIA E

PIANO «DIGITAL MARKERS» NELLA SECONDARIA. DIFFUSIONE

DELLO STUDIO DEI PRINCIPI DELL’ECONOMIA IN TUTTE LE

SECONDARIE.

Maggiore raccordo nello studio delle lingue straniere tra le scuole medie e

le scuole superiori; nuove generazioni già ‘digitalmente avanzate’; illusorio è

lo studio dell’economia su larga scala, se non ci sono basi logico-

matematiche di un certo livello e altrettante basi di lingua italiana.

Preminenza del Diritto sull’Economia: le scuole formano prima di tutto

cittadini, e poi lavoratori.

Necessità di rivedere l’insegnamento della lingua straniera: più utili le

metodologie dell’insegnamento dell’L2, che quelle basate prevalentemente

su uno studio teorico e grammaticale.

Anche Biologia e Scienze Naturali hanno un ruolo nella formazione di un

cittadino consapevole (vedi testamento biologico, coscienza ambientale

ecc.), eppure nel triennio del liceo queste discipline sono state tagliate.

Necessità di docenti esperti a partire dalle scuole primarie.

Studio delle lingue straniere a partire dalla materna.

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11. ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO OBBLIGATORIA NEGLI

ULTIMI 3 ANNI DEGLI ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI PER

ALMENO 200 ORE L’ANNO, ESTENSIONE DELL’IMPRESA

DIDATTICA, POTENZIAMENTO DELLE ESPERIENZE DI

APPRENDISTATO SPERIMENTALE.

Dovrebbe essere estesa anche ai licei.

Integrazione con un progetto di sistema comunitario che favorisca non solo

l’esperienza di connessione al lavoro sganciata dal contesto locale, ma

anche e soprattutto legata allo sviluppo del territorio di riferimento.

Esperienze effettuate devono essere davvero inerenti agli indirizzi di studio

scelti; studenti devono essere concretamente aiutati dalle scuole nella

ricerca di esperienze di apprendistato (ad esempio, grazie a diretto

indirizzamento verso posizioni di apprendistato aperte e rese disponibili da

aziende, attraverso convenzioni e accordi con le scuole.

Estenderlo a TUTTI gli studenti anche nelle Scienze Umane (apprendistato

in strutture pubbliche) per circa 30 ore l’anno.

200 ore sono troppe e vanno a discapito della formazione in aula.

Esperienze lavorative nella Comunità Europea.

Solo negli ultimi due anni di scuola secondaria di secondo grado.

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12. STABILIZZARE IL FONDO PER IL MIGLIORAMENTO

DELL’OFFERTA FORMATIVA (MOF), RENDERNE TRASPARENTE

L’UTILIZZO E LEGARLO AGLI OBIETTIVI DI MIGLIORAMENTO

DELLE SCUOLE. ATTRARRE RISORSE PRIVATE (SINGOLI

CITTADINI, FONDAZIONI, IMPRESE), ATTRAVERSO INCENTIVI

FISCALI E SEMPLIFICAZIONI BUROCRATICHE.

Cosa vuol dire ‘stabilizzare’? Partiamo dal principio che il MOF è stato

decurtato negli ultimi anni in modo rilevante; se stabilizzare vuol dire restare

ai valori odierni, questo significa negare qualsiasi valore all’autonomia

scolastica.

Si creerebbero scuole di serie A e di serie B, problema legato alle enormi

differenze locali, anche a livello economico.

Enormi difficoltà per le scuole delle zone più depresse ad attrarre risorse.

Solo a condizione che si tuteli l’autonomia della scuola dalle ingerenze dei

privati.

No alle imprese e alle aziende nella scuola Statale.

Se si evitassero buoni e finanziamenti alle scuole private, si liberebbero

risorse.

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+ ESITO QUESTIONARIO

STUDENTI

Campione considerato: 30 studenti di 5^ superiore dell’Erasmo da

Rotterdam.

Il quadro complessivo emergente da una prima lettura dei questionari

mostra come i nodi critici negativi siano riferiti in parte al sistema-scuola,

in parte all'esperienza scolastica particolare.

Diversamente, le note positive fanno per lo più riferimento

esclusivamente all'esperienza scolastica particolare.

CONSIDERAZIONI PRELIMINARI

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Infrastrutture, spazi e materiali di lavoro inadeguati (trascurati, vecchi,

mancanti).

Scarsa motivazione e competenza di molti docenti. Dall’altra parte, poco

coinvolgimento degli studenti e mancanza di ascolto.

Organizzazione non chiara e confusionaria; burocrazia lenta. Esempio

più ricorrente, la maturità 2015.

Discontinuità didattica, a causa del cambio frequente di docenti.

Spersonalizzazione dello studente: voto come fine e non come mezzo.

Poca attenzione alla specificità dei bisogni educativi di ciascuno

studente.

Tagli di ore e di fondi (riforma Gelmini).

Stage lavorativi poco significativi, brevi, o mancanti.

Riforma degli indirizzi apportata dalla riforma Gelmini non funzionale; il

biennio preparatorio andrebbe reintrodotto; poca preparazione al mondo

universitario.

NODI CRITICI PIU' RICORRENTI

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Spazi di ascolto delle problematiche personali (sportello CIC) e incontri

informativi su tematiche specifiche (droghe, bullismo ecc.)

Realizzazione di interessanti iniziative extrascolastiche, concorsi, gite e

progetti che mettono in comunicazione scuola e territorio.

Presenza di strutture quali bar, mensa e piscina.

Presenza di professori abbastanza qualificati/qualificati, anche giovani.

Laboratori abbastanza forniti.

NOTE POSITIVE PIU' RICORRENTI

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Miglioramento rapporto e comunicazione tra organi istituzionali scolastici

e studenti.

Inserimento di corsi, stage lavorativi e attività extrascolastiche per TUTTI

gli indirizzi.

Questione lavorativa a percorso scolastico concluso (età pensionabile,

occupazione ecc.)

Inserimento di un corso pomeridiano di pronto soccorso.

Più ore di stage, meno ore di studio.

Aumento dei ritardi scolastici per fattori indipendenti dalla volontà dello

studente.

Aggiornamento programmi di grafica.

Corsi extrascolastici di lingua inglese per conseguimento del First

Certificate.

Stanziamento di più fondi.

Scelta di ministri dell'istruzione realmente competenti.

Scuola dovrebbe essere un ambiente accogliente con presenza di docenti

appassionati, creativi e funzionali, che possano trasmettere il loro amore

per il sapere.

Più scelte d'indirizzo.

Continuità didattica per un ciclo intero (biennio e triennio).

Orari più flessibili;modello di scuola americano.

Aumento delle attività sportive e di socializzazione.

PROPOSTE

26

Miglioramento organizzazione scolastica.

Sfruttare al meglio gli spazi e i laboratori messi a disposizione.

Miglioramento delle infrastrutture (interne ed esterne)

Maggiore pulizia.

Mantenere un occhio di riguardo alle tematiche di attualità.

Introduzione di attività pomeridiane opzionali, quali corsi di fotografia,

corsi di lingue ecc.

Miglioramento misure di sicurezza interne alla scuola.

Miglioramento del rapporto professore-studente.

Più ore alle materie d'indirizzo.

Reintroduzione del biennio uguale per tutti.

Attenzione all'innovazione tecnologica.

Reinserimento di corsi di recupero.

Maggior rigore ai concorsi nella valutazione del futuro professore/no

precariato.

Creazione di un "sindacato dello studente" realmente incisivo.

Creazione di zone per studenti fumatori maggiorenni, per dare una

risposta realistica al problema del fumo.

Lezioni frontali dovrebbero essere alternate a modalità più interattive

d'insegnamento.

Spazi all'aperto accessibili agli studenti durante gli intervalli.

Diminuire i costi della scuola attraverso la digitalizzazione del materiale e

fornendo un tablet ad ogni studente.

Interazioni con l'estero e l'Europa (progetti di scambi stile Erasmus).

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Sondaggi somministrati agli studenti prima dell'approvazione di nuove

regole.

Non utilizzo del voto come "arma" e valutazione della persona nel suo

complesso, ma come strumento di comprensione di carenze e difficoltà.

Valutazione insegnanti anche da parte degli studenti e premiazione dei

più meritevoli.

Maggiori attività di orientamento per il dopo.

Organizzazione feste e messa a disposizione degli spazi scolastici per

altre attività in modo da raccogliere fondi.

Più libertà di esplorazione in campo didattico allo studente, per evitare

che si senta "sottopressione".

Essere informati per tempo sulle normative concernenti la maturità.

Applicazione celere delle riforme (qualsiasi esse siano) in modo da avere

un quadro chiaro e dettagliato dei cambiamenti e delle attuazioni, per

l'appunto.

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+

Contributo ANP (Associazione Nazionale Presidi)

L’Assemblea dei soci ANP della provincia (o delle province) di Milano,

riunita in data 13/10/2014 presso l’Istituto Gentileschi di Milano, ha

deliberato di partecipare alla consultazione sul documento “La Buona

Scuola” al fine di presentare le seguenti proposte di integrazione al

documento.

IL PROFILO PROFESSIONALE DEL DIRIGENTE

L’ANP propone di definire un profilo in relazione alle competenze

manageriali, con una forte attenzione alla governance.

Leadership e management sono elementi complementari e non

contrapposti.

Il fatto che sia richiesta un’esperienza diretta e approfondita nel settore

scuola non deve comportare una derubricazione a dirigenti professional.

Non è accettabile che ad un profilo descritto come complesso si neghi

l’appartenenza al Ruolo Unico dei dirigenti dello Stato.

I POTERI DEL DIRIGENTE

Il documento riconosce al dirigente poteri di gestione, di organizzazione e

di coordinamento.

È necessario che in sede legislativa siano meglio specificati i poteri di:

Valutazione del personale, con annesso inserimento nel Nucleo di

valutazione;

Reclutamento del personale.

Non si può richiamare il dirigente alle sue responsabilità in ordine agli

esiti del Piano di miglioramento se non gli si conferiscono adeguati poteri

sulla realizzazione del progetto della scuola.

ORGANICO AGGIUNTIVO E CHIAMATA

L’ANP è favorevole alla chiamata diretta dei docenti da parte del dirigente

scolastico.

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Il documento motiva la chiamata con un’esigenza di coerenza tra

competenze dei docenti e offerta formativa.

Se il principio vale per l’organico aggiuntivo deve valere ancor di più per

l’organico curricolare.

DIRIGENZA SCOLASTICA E DIRIGENZA TECNICA

L’ANP condivide il collegamento tra i due ruoli a condizione che:

entrambi siano inclusi nel Ruolo Unico dei dirigenti dello Stato;

l’assegnazione avvenga non «su progetto» ma «su incarico» (temporaneo,

con obiettivi definiti e valutati);

si chiarisca il concetto di «chiamata» e i criteri di selezione e di autonomia

rispetto al decisore politico;

LE 100 NORME PIU’ FASTIDIOSE

L’ANP sostiene ogni azione tesa alla delegificazione e alla

deregolamentazione. Ma perché fermarsi a 100?

Non è una consultazione pubblica che può determinare l’utilità o l’inutilità di

una legge.

Occorre mettere profondamente mano al Testo Unico sulla scuola:

per abrogare tutte le norme incoerenti con la legislazione più recente;

ridefinire il modello di autogoverno delle scuole;

eliminare ogni interferenza tra le funzioni di indirizzo e quelle gestionali;

RISORSE MOF

L’ANP apprezza la volontà di stabilizzare le risorse MOF e di permettere alle

scuole di adottare una programmazione triennale.

È condivisibile anche la proposta di affiancare al criterio dimensionale un

criterio premiale connesso alla capacità di realizzare il Piano di

miglioramento.

Positiva anche la proposta di riservare ai dirigenti scolastici una quota da

riservare alle scelte organizzative e gestionali ma il 10% rappresenta una

quota irrisoria.

IL RECLUTAMENTO DEI DOCENTI

L’ANP rileva una contraddizione di fondo: si parte dal numero delle

assunzioni per determinare la loro utilizzazione, anziché definire il

fabbisogno per poi determinare le assunzioni.

Assimilare iscritti alle GAE e idonei del concorso mette sullo stesso piano

chi ha superato e chi non ha superato il concorso.

La selezione del personale deve essere operata all’ingresso e deve essere

realizzata attraverso la chiamata diretta da parte del dirigente sulla base di

elenchi di docenti abilitati.

30

LA CARRIERA DEI DOCENTI

L’ANP ritiene che non possa essere scambiata per «carriera» un

meccanismo di incrementi retributivi triennali operato sulla base dei crediti

acquisiti.

L’ANP propone:

di istituire tre diversi livelli di carriera corrispondenti ali livelli 7°, 8° e 9°

la collocazione nei livelli non costituisce sovraordinazione gerarchica, ma

riconosce le diverse professionalità maturate e valutate

un livello inferiore 7° in cui inquadrare i docenti «tirocinanti»

un livello 9° superiore in cui inquadrare, previo concorso, i docenti

incaricati di sostituire il dirigente

Contributo collettivo - LA “NUOVA” SCUOLA – proposta

riferita alla secondaria superiore

Siamo portavoce di gruppo di docenti appartenenti a diverse scuole di

Milano e provincia, uniti dalla volontà di proporre nuove prospettive

concrete sulla scuola.

I nostri percorsi esperienziali e culturali sono molteplici e diversificati e

nessuno di noi ha avuto ruolo sindacale attivo.

La possibilità di partecipare alla consultazione nazionale e di intervenire a

questo convegno ha stimolato un confronto approfonito da cui è scaturita

una proposta di scuola che rappresenta la sintesi di 20 anni di precariato e

non. Pur avendo rilevato nell'impianto complessivo del documento

ministeriale sulla “buona scuola” molteplici criticità, abbiamo scelto di

essere costruttivi più che critici, ritenenedo fondamentale che si verifichi un

reale cambiamento della scuola e del lavoro docente.

Siamo fermamente convinti che la scuola abbia bisogno di rinnovarsi e

rigenerarsi, ma che il miglior rinnovamento debba andare nella direzione di

restituirle il suo fondamentale ruolo formativo, culturale e sociale.

GLI INSEGNANTI LAVORANO?

Partiamo da alcuni presupposti:

La professionalità del lavoro docente deriva da un processo di formazione

continua che non può più essere lasciata alla buona volontà e possibilità

(anche economica) del singolo docente;

l'organizzazione del lavoro docente dovrebbe essere definita attraverso

orari e tempi comprensivi di tutto il lavoro “sommerso” e non riconosciuto;

il precariato dei docenti ha determinato una mobilità selvaggia a danno:

della continuità didattica (fondamentale per la formazione degli studenti

e per un lavoro di qualità) del lavoro interdisciplinare e di equipe

(fondamentale per offrire una formazione completa e non avulsa dalla realtà

31

all'oggi le riunioni in cui si trovano impegnati i docenti rispondono

soltanto ad una logica burocratica);

Tenendo conto dei punti sopraelencati:

che nella scuola vanno investite ingenti risorse se le si riconosce ancora

il ruolo di luogo di formazione e crescita della società prossima;

che nessuna reale riforma possa essere fatta a risparmio;

che è necessaria una razionalizzazione degli investimenti sulla scuola (i

soldi vanno spesi meglio);

riteniamo innanzitutto necessario un prolungamento del "tempo

scuola” CHE PERMETTA DI SVOLGERE A SCUOLA TUTTE LE ATTIVITA'

INCLUSE NELLA FUNZIONE DOCENTE:

18 ore in classe (tempo realmente sostenibile per un

insegnamento di qualità, in un lavoro che non è solo contenuto, ma

relazione e attenzione alle problematiche dei singoli e della classe);

copertura delle ore di supplenza;

organizzazione di progetti (di materia e interdisciplinari);

svolgimento delle funzioni di coordinamento;

corsi di formazione obbligatori di didattica e pedagogia, senza oneri

economici per i docenti e vagliati e scelti dal collegio docenti in un

ventaglio eventualmente proposto dal ministero, con la possibilità di

esami conclusivi;

tutto il lavoro “sommerso” che attualmente il docente svolge a casa,

non riconosciuto, né retribuito (correzione compiti, preparazione

materiale lezione, progetti ecc...);

ore dedicate al recupero di debiti e lacune;

esami di stato (ritenendo valida la maturità a commissione mista, il

lavoro di commissari sarebbe retribuito attraverso lo stipendio di

giugno-luglio senza oneri aggiunti, a parte un'eventuale rimborso

spese se il lavoro viene svolto fuori sede);

Collegi docenti;

Consigli di classe;

Scrutini ed esami di recupero debiti a settembre.

Ovviamente questa proposta necessita alcune specificazioni:

Un conseguente e imprescindibile adeguamento del riconoscimento

economico a fronte di un innalzamento delle ore di lavoro al fine di:

l'includere nello stipendio funzioni docenti oggi pagate a latere

come non fossero parte integrante del lavoro docente (supplenze;

gestione progetti; coordinamenti; esami di stato)o addirittura non

retribuite (correzione, preparazione lezioni, aggiornamento);

eliminare discrepanze economiche tra chi ad esempio svolge corsi

di recupero o sportelli e chi non ne ha la possibilità o tra chi svolge

coordinamenti con impegno tempo-lavoro diverso;

evitare che parte del corpo docenti svolga l'attività di insegnante e

nel contempo la libera professione; 32

La necessità di assorbire tutto il personale presente nelle GaE (come

del resto richiesto dall'Europa) in sedi stabili:

questo permetterebbe di avere già ad inizio scuola un organico di

fatto pronto ad aprire l'anno scolastico;

garantirebbe la continuità didattica e progettuale fondamentale

per la qualità del lavoro didattico ed educativo;

ridarebbe fiducia e stimolo a chi oggi svolge questa professione in

una condizione sempre più di instabilità e precarietà che toglie senso,

produttività e professionalità al suo lavoro;

La proposta della “mobilità geografica” presente nel documento

ministeriale risulta disfunzionale in vista di una scuola di qualità, ciò

che la mobilità geografica vorrebbe risolvere, troverebbe soluzione in

un tempo scuola più lungo e adeguatamente retribuito.

La struttura scuola deve poter fornire spazi e strumenti adeguati al

lavoro extra-classe dei docenti (pc, aule, uffici, dove ricevere genitori,

studenti, dedicarsi alla correzione e alla ricerca ecc.).

risulta necessaria una flessibilità oraria e la distribuzione dell'orario

dal lunedì al venerdì (come avviene nel settore scuola in altri paesi

europei), in particolare in riferimento a chi ha figli, per poter coniugare, a

fronte di un innalzamento orario, tempo lavoro e tempo famiglia .

Infine, ma non ultimo, in riferimento ad una delle questioni centrali del

documento ministeriale, la meritocrazia, riteniamo che debba esserci una

crescita professionale e salariale per tutti i docenti, evitando di

introdurre inutili e dannose divisioni.

La vera meritocrazia è una costante crescita e formazione garantita e

obbligatoria di tutto il corpo docenti, che nulla deve togliere al giusto e

corretto riconoscimento economico dell' esperienza maturata in anni di

lavoro, mantenendo inalterato il sistema degli scatti di anzianità integrato

dalla valutazione dei percorsi formativi.

Contributo del Capac (Politecnico del Commercio e del

Turismo) di Milano

Nel sistema di istruzione e formazione lombardo nel quale operiamo

formiamo, educhiamo e istruiamo giovani (1000 circa) con la finalità di

includere in percorsi professionali cioè finalizzati al lavoro, adolescenti e

giovani portandoli a una qualifica in 3 anni a un diploma in 4-5 anni ( inclusi

disabili-dsa-bes), proponiamo anche percorsi di istruzione e formazione

tecnica superiore in sinergia con istituti superiori di stato e università infine

siamo punto di riferimento per la formazione continua degli occupati, per la 33

formazione permanente a scelta libera e la formazione per l’avvio di attività

imprenditoriale nel settore del commercio.

Per finanziare progetti aggiuntivi partecipiamo a bandi pubblici e attiviamo

alleanze con le realtà del territorio (asl, privato sociale, etc.).

Viviamo ora con preoccupazione gli effetti del patto di stabilità che sembra

ridimensionare in modo importante i trasferimenti alle regioni non ne è

esclusa la Lombardia e il sistema vigente di istruzione e formazione

professionale che prevede per i giovani in uscita dalla scuola secondaria di

primo grado di poter assolvere al diritto dovere di istruzione anche nei

nostri centri.

Sono in Lombardia circa 12000 i giovani che hanno scelto di frequentare un

CFP spinti dall’idea di concludere nell’arco di 3 anni la loro formazione per

poi accedere al mondo del lavoro e questo dato deve far pensare, pensare

che non tutti possono per molte ragioni impegnarsi in un percorso né liceale

né tecnico né professionale nella scuola di stato. Billy era uno di questi

ragazzi…

Quindi non siamo scuola ma siamo una buona scuola in cui si sperimenta e si

impara un lavoro andando in stage dal secondo anno di corso e l’alternanza

in azienda oltre ad avere una valenza orientativa e formativa riesce in molti

casi a valorizzare il sapere del lavoro con le mani e rappresenta spesso un

successo per giovani adolescenti rassegnati al fallimento scolastico da cui

spesso arrivano….

Per una buona scuola è essenziale valorizzare il lavoro quotidiano dei

formatori riconoscendone il merito

È necessario creare tutte le possibili sinergie sul territorio e riconoscere le

differenze dei territori

Il governo di tali azioni intrecciate può e deve essere alla base di tutte le

future scelte sulla scuola e aggiungo sulla formazione.

Contributo dell’esperta interculturale

SCUOLE E NORMATIVA

Nonostante ci sia una normativa di riferimento piuttosto forte ed articolata in

materia, sul territorio non c’è uniformità di risposta programmatica.

Ciascuna scuola si organizza un po’ come vuole. Ancora troppe scuole

fattivamente disattendono la normativa o la rispettano solo in parte.

Si trovano dunque scuole con un Protocollo d’accoglienza che prevede azioni

articolate e specifiche in conformità alla norma, realizzate poi di fatto; altre

con un Protocollo come mero atto formale, altre senza né protocollo né azioni

reali specifiche che favoriscono il successo formativo dell’utenza immigrata

(laboratori di lingua, mediazione, piani personalizzati).

34

BES

Poiché la normativa sottolinea l’importanza di considerare BES generalmente

chi è neo-arrivato, alcune scuole temono di non poter inserire alunni di non

recente migrazione tra i BES, seppur presentino bisogni formativi specifici

sul piano linguistico-culturale.

Giuridicamente sappiamo che la cittadinanza non si acquisisce per territorio,

ma per sangue. Ci sono quindi alunni nati in Italia con cittadinanza straniera

che dal punto di visa pedagogico sono da considerarsi italiani a tutti gli

effetti. Detto ciò, però nascere in Italia da famiglia non italofona non significa

sempre avere le stesse competenze di un italofono pari età, sia sul piano

linguistico che quello culturale, tanto più se il soggiorno non è stato

continuativo in Italia o se si è approcciata fattivamente la lingua e la cultura

autoctona solo con l’entrata alla scuola primaria.

Oltre a questi casi ci sono poi gli alunni in i Italia da alcuni anni, con reali

difficoltà linguistiche/culturali, poiché come sappiamo dalla linguistica la

messa a punto di un sistema linguistico completo si compie in 5/ 6 anni.

LABORATORI DI LINGUA

Seppur la normativa li richieda, di fatto poche sono le scuole che includono

nella propria offerta formativa dei percorsi veri e propri di facilitazione

linguistica che accompagnino il non madrelingua ad un livello tale

d’interlingua (C1) adeguato per affrontare i testi pensati per italofoni e lo

studio con gli stessi strumenti linguistico-culturali di un allofono.

Spesso si prevedono per i neo-arrivati brevi laboratori per la lingua della

sopravvivenza. Come si sa dalla glottodidattica, dopo una certa età (e

drammaticamente presto nella vita!) una lingua seconda non si apprende per

bagno linguistico, soprattutto per i livelli alti d’interlingua, necessari per

studiare. Inoltre i tempi di raggiungimento di tali livelli sono lunghi.

Troppo spesso si sottovalutano le reali difficoltà dell’utenza non italofona;

raramente si somministrano test di valutazione del livello d’interlingua utili a

cogliere i reali bisogni formativi.

TESTI SEMPLIFICATI

La normativa parla di strumenti compensativi per alunni non madrelingua. Di

fatto ancora una volta, spesso, nei casi migliori, testi semplificati, dizionari

bilingui ed altri materiali specifici vengono previsti solo per i livelli

d’interlingua A1 - A2 dei neoarrivati.

Chi è al di sotto di un certo livello d’interlingua, necessita però di testi di

studio regolati, dove venga utilizzato un livello d’interlingua semplice che

permetta la fruizione del contenuto.

VALUTAZIONE

La normativa parla di una valutazione regolativa fatta verificando il livello di

conoscenza e competenza di quanto previsto dalla programmazione

personalizzata.

35

PROVE INVALSI

Vengono sottoposte anche ad alunni con livelli d’interlingua troppo bassi per

poterle fattivamente affrontare

DOCENTI DEI PERCORSI DI FACILITAZIONE, COMMISSIONI

INTERCULTURA E DESTINAZIONE FONDI PER LE AREE A FORTE

PROCESSO IMMIGRATORIO O ALTRI FONDI

L’italiano lingua seconda, è una “ materia poverina”: poiché non esiste una

classe di concorso, tutti e nessuno nello specifico la può insegnare.

Nonostante ormai si sappia che ci vogliono delle competenze specifiche di

glottodidattica e/o linguistica applicata, necessarie per programmare

interventi linguistici che di fatto siano facilitanti il processo d’apprendimento,

i percorsi d’italiano L2 vengono spesso affidati a chi “ha la buona volontà” di

farli. Così va per le commissioni.

I fondi vengono poi in molte scuole dispersi in azioni poco mirate: non

laboratori che accompagnino insieme più alunni con lo stesso livello

d’interlingua in un percorso linguistico specifico, ma “recuperi” di lezione in

alcuni casi o lezioni con rapporto un insegnante 1 o 2 studenti. Ciò fa

consumare velocemente le ore a disposizione, creando un danno: la lingua

s’impara con lentezza. Laboratori di 10 non possono incidere più di tanto nel

processo di apprendimento.

MEDIATORI LINGUISTICO-CULTURALI

Anche per loro non c’è una classe di concorso e non si prevede la loro

assunzione, neppure con contratti a termine, da parte del Ministero. Vengono

quasi sempre esclusivamente forniti per poche ore dai comuni, anche se

spesso il loro servizio è molto utile.

Contributo del Liceo Classico Rebora di Rho

Rivitalizzare lo studio del greco e del latino, al centro non la grammatica e il

tradizionale esercizio di traduzione, ma l’opera: programma di grammatica e

sintassi più agile, prove di comprensione, incontro con i testi già dal secondo

anno.

Biblioteca digitale di testi poetici e narrativi in formato pdf: uno strumento

flessibile per la didattica.

Sviluppare nei licei le conoscenze in ambito di economia, amministrazione e

comunicazione

Educazione civica a partire dalla scuola primaria.

Aprire le scuole al pomeriggio, attivando corsi e attività.

La logica dell’accorpamento degli istituti, dettata da considerazioni

meramente economiche, con possibilità di innalzare la soglia del

dimensionamento degli istituti a 900 studenti è deleteria.

36

Contributo docente

Intercettare la sofferenza infantile e delle famiglie in età precoce: la

prevenzione è necessaria per correggere errori e distorsioni dello sviluppo

e delle relazioni intra famigliari. L'intervento precoce è possibile se chi si

occupa come educatore o professionista dell'infanzia sa cogliere i primi

segni di disagio e conosce le vie attraverso le quali si può assistere il

bambino e la sua famiglia. Persone formate e aggiornate sulle patologie

attuali più diffuse.

Contributo docente

Il logo della scuola italiana, che andrebbe registrato, e realizzato da tutte le

scuole ad indirizzo artistico.

Contributo docente

Prevedere un’unità oraria di insegnamento di 50 minuti; l’insegnante

ovviamente mantiene il suo impegno di 18 ore di servizio settimanali ma

ripartite in modo diverso: 60 minuti x 18h = 1080 minuti totali di servizio; 50

minuti x 18h = 900 minuti per le lezioni. La differenza (1080-900 = 180 minuti)

ossia 3h settimanali ( 90h in un anno circa) verrebbe invece utilizzate da ogni

docente, secondo un piano approvato dal collegio docenti, per altre attività

nella scuola. Qui davvero ci sarebbe spazio effettivo e reale per l’autonomia

di ogni Istituto che potrebbe arricchire e caratterizzare la propria offerta

formativa.

Contributo ITIS Cannizzaro di Rho

Non è possibile che siano necessari 5 mesi per disporre di graduatorie di

istituto definitive, compromettendo pesantemente la didattica e la qualità del

servizio.

Non si possono accettare i continui, ripetuti, onnipresenti errori

dell'Amministrazione che presta il fianco ai continui ricorsi che rallentano

infinitamente tutte le procedure, in un Paese nel quale il ricorso alla

magistratura è eccessivamente frequente, come dimostrato dal fatto che vi

sono più avvocati iscritti al solo Foro di Roma di quanti ve ne siano nell'intera

Francia.

Le scuole necessitano di sistemi e strumenti validi ed efficienti: il SIDI

funziona un giorno su cinque, causando perdite di tempo importanti al

personale di segreteria e al dirigente, il portale Istanze Online che funziona a

intermittenza, e così via

37

Costruzione, ideazione e realizzazione di oggetti, di software e materiale

utile ad altre scuole. Una parte della produzione sarebbe destinata alla

vendita, un’altra parte alle altre scuole che necessitano di un certo tipo di

materiale (es: scuole di taglio e cucito fanno le tende per le scuole; non

tende normali ma tende elaborate dagli istituti grafici). I soldi ricavati dalle

vendite si utilizzeranno per ristrutturare le scuole.

38

Per quale “presente” preparare i

nostri ragazzi? La formazione tecnica superiore nell’era della comunicazione globale.

“La scienza, qualsivoglia siano i suoi ultimi

sviluppi, ha le sue origini nelle tecniche, nelle arti e

nei mestieri. La scienza emerge nel contatto con le

cose, dipende dall’evidenza dei sensi, e, per quanto

sembri allontanarsi da essi, sempre ad essi deve

tornare” [Farrington, 1949]

39

Erasmo da Rotterdam:

una lunga storia di sperimentazione

1988 - 2009 - MaxiSperimentazione di sistema

2003 – 2010 - Sperimentazione modulare CFMCA (Curricolo Formativo

Modulare delle Competenze Accertate) per una didattica organizzata per

livelli di conoscenza e di competenza

dal 2002 - Network Academy Cisco System per la preparazione

curricolare alla certificazione CCNA (Cisco Certified Network Associate)

dal 2008 - Uso della robotica educativa in un “Laboratorio Permanente di

Robotica Didattica” come attività integrativa del curricolo standard per

dare concretezza alle definizioni di “Learning by doing”, “Problem

Solving”, “Cooperative Learning”, “Flipping the Class”

Oggi - Esportazione del modello in una “Learning week” con il

Laboratorio di Intelligenza Artificiale del Politecnico di Milano” e una IFTS

sull’Automazione la Robotica e le nuove tecnologie

Manuel Castells, “Galassia Internet” – (Feltrinelli 2001)

Le sfide della società in rete (pag.258).

“Prima di cominciare a cambiare la tecnologia, ricostruire le scuole e di

riformare gli insegnanti, abbiamo bisogno di una nuova pedagogia, fondata

sull’interattività, sulla personalizzazione e sullo sviluppo di capacità

autonome di apprendimento e di pensiero. Rafforzando nel contempo il

carattere e la fiducia nella propria personalità. E questo è un terreno

inesplorato.”

Manca soltanto d’aggiungere che è ormai tempo di esplorarlo.

Una buona fonte ispiratrice nel lontano 2001!

40

Comunicazione della Commissione

Europea al Parlamento Europeo –

Strasburgo 20-11-2012

“I sistemi di istruzione e formazione europei continuano a non essere in

grado di fornire le abilità adeguate per l’occupabilità e non collaborano

adeguatamente con le imprese o i datori di lavoro per avvicinare

l'apprendimento alla realtà del mondo del lavoro.

Questo mancato incontro tra domanda e offerta di abilità suscita una

crescente preoccupazione per la competitività dell'industria europea.”

“……..entro il 2020 un ulteriore 20% dei posti di lavoro richiederà abilità di

livello superiore. I sistemi d’istruzione degli standard e i livelli dei

risultati…….”

“Rethinking Education Initiative”

Commissione UE novembre 2012

Sviluppo di un'istruzione e formazione professionale di eccellenza per

innalzare la qualità delle abilità professionali

Promozione dell'apprendimento sul lavoro anche con tirocini di qualità,

periodi di apprendistato e modelli di apprendimento duale per agevolare il

passaggio dallo studio al lavoro

Promozione di partenariati fra istituzioni pubbliche e private per garantire

l'adeguatezza dei curricoli e delle abilità trasmesse

Promozione della mobilità: il programma Erasmus plus

41

Programma UE sul VET “Vocational

Education and Training”

– Strasbourg, 20.11.2012 –

In Italia VET può tradursi come Istruzione Tecnica Superiore basata su ITS

oppure IIS + IFTS

Gli Stati Europei devono offrire una “VET” attraente e inclusiva

con insegnanti e formatori altamente qualificati

metodi di apprendimento innovativi

infrastrutture di alta qualità

una maggiore attenzione del mercato del lavoro qualificato per

promuovere percorsi di istruzione e formazione adeguati

Promozione di un sistema di formazione continua

Consentire un’elevata permeabilità tra sistemi formativi nazionali e

transnazionali indipendentemente dalla provenienza geografica e

formativa.

Le proposte della Buona Scuola:

Punto 4 Ripensare ciò che si impara a scuola:

Alfabetizzazione di massa nelle Lingue Straniere, Coding e

nell’Economia: “Dal maestro Manzi al maestro Banzi”

Abituare all’uso della logica per CAPIRE, CONTROLLARE, SVILUPPARE

CONTENUTI e METODI e introdurre fin dalla primaria le metodologie

del “coding”, ovvero addestrare a risolvere problemi complessi

applicando i metodi del paradigma informatico

Educare al problem solving con un uso sistematico dell’attività di

laboratorio per raggiungere la consapevolezza digitale tramite un uso

creativo delle tecnologie

L’Informatica deve diventare una materia di base, presente in ogni

indirizzo scolastico

Attivazione già dal prossimo anno del programma “Digital Makers”

sostenuto dal MIUR, la società civile, le imprese, l’editoria digitale

creativa

42

Punto 5 La scuola al lavoro

La scuola deve essere la più efficace politica strutturale contro la

disoccupazione giovanile e per la riduzione del deprecabile

fenomeno degli “Early leavers”;

Per questo deve:

Rafforzare il rapporto scuola-impresa

Affiancare al “sapere” il “saper fare”

I laboratori devono essere intesi come spazio consueto nella pratica

didattica e diventare palestre d’innovazione legate allo stimolo delle

capacità creative e di problem solving

La scuola come una “fablab” incubatrice nella pratica manifatturiera

dei risultati del sapere scientifico e tecnologico

La scuola al lavoro si, MA COME? Alternanza obbligatoria con partecipazione attiva anche dei docenti

Impresa didattica: le scuole di Istruzione Secondaria Superiore possono

commercializzare beni e servizi e svolgere attività di “Impresa Formativa

Sperimentale”, utilizzando gli eventuali ricavi per gli investimenti in

attività didattica

Bottega scuola: cooperare anche con imprese di dimensione minore

inserendo gli studenti in attività artigianali legate al terrirorio

Apprendistato sperimentale: diffondere attraverso protocolli ad hoc il

programma sperimentale di apprendistato negli ultimi due anni della

scuola superiore

Il fenomeno PTECH negli USA

“A new kind of education shows why four years of high school isn’t

enough”

La prima PTECH è nata a New York nel 2011 dal consorzio: N. Y. City

Department of Education, The City University of N.Y., The N.Y.City College

of Technology e IBM ma il modello si è diffuso negli USA

Ogni studente che si diploma alla “Sarah E. Goode STEM Academy” di

Chicago può avere l’opportunità di entrare in IBM con uno stipendio

iniziale di almeno 40000 $

Il curriculum è monitorato da uno staff congiunto e gli studenti integrano

ai corsi ordinari un percorso di alternanza Scuola-Lavoro 43

La Buona Scuola Tecnica:

attitudini generali

Inclusiva Offrire pari opportunità

Quindi PUBBLICA!

Fondata sul lavoro

Attenta a evitare il gap tra formazione

e società produttiva

Promotrice del FUTURO

COLLETTIVO!

Attenta ai nuovi

linguaggi

Percepire la dinamica sociale e

partecipare attivamente al cambiamento

Custodire la storia del pensiero sociale ma

preparare a una SINGOLARITA’

Una “Proposta per una Buona Scuola

Tecnica”: la curvatura verso un VET

internazionale

L’ITS, come nelle PTECH, non sporadica ma inserita in un curriculum

stabile ben definito “5 più 1” da monitorare anno per anno con un

Consorzio Tecnico Territoriale

Ridare più autonomia locale quando questa rappresenta un’istanza reale

proveniente da una cooperazione sul territorio che coinvolge:

le agenzie formative, di ogni ordine e grado, dalle Professionali alle

Università

l’utenza

il sistema sociale e produttivo

Incentivare realmente le proposte di “curvatura” dei curricoli standard,

nell’ambito VET, quando queste sono il frutto di un incontro reale tra

domanda e offerta di competenze professionali

44

Vantaggi della “proposta 5+1”

contro quella 5+2”

Accogliere le indicazioni Europee e lo spirito di fondo del

documento la “Buona Scuola”

Rendere l’ITS più agevole e distribuirne il valore aggiunto nei tre

anni terminali per aumentare la fruizione

Costruire una rete integrata tra enti formativi autonomi per la

condivisione di attrezzature, servizi ed eventuali risorse, patrimonio

dei singoli partner, per favorire la programmazione congiunta di

progetti in Alternanza Scuola/Lavoro

Monitorare con un Comitato Scientifico e Tecnologico la qualità del

servizio per mantenerlo ai massimi livelli possibili

45

Quali ostacoli?

Innanzitutto ridare AUTONOMIA!

Rendere più flessibili i curricola “dettati” dalle attuali linee guida

e agevolare i progetti didattici integrati, in cui concorrono le

componenti territoriali, in grado di garantire il più alto livello di

corrispondenza tra domanda e offerta di competenze

Accordare la precedenza ai docenti già inseriti nei progetti e di

provata esperienza, rispetto a chi subentrerebbe per solo merito di

graduatoria (è improrogabile la definizione di un sistema di

QUANTIFICAZIONE del MERITO e della COMPETENZA!)

Favorire e incentivare i progetti ITS quando sono il frutto accertato di

una virtuosa partnership “Scuola-Azienda-Territorio”

46

+

05/10/2014 “La scuola, un diritto per tutti”.

18/10/2014 Consultazione sulla Buona Scuola al Liceo Classico Statale

“Salvatore Quasimodo” Magenta.

26/10/2014 Consultazione sulla Buona Scuola al Circolo Pd di Milano, zona 2.

08/11/2014 Stati Generali della scuola a Bollate con la partecipazione di

Giuseppe Fioroni e di tutte le scuole del Nord-Ovest Milano.

15/11/2014 Consultazione sulla Buona Scuola organizzata dall’Assessorato

all’istruzione del Comune di Garbagnate Milanese.

16/11/2014 Consultazione sulla Buona Scuola ai circoli PD di Milano, zona 5.

21/11/2014 Consultazione sulla Buona Scuola con circolo PD di Baranzate

22/11/2014 Consultazione sulla Buona Scuola organizzata dall’assessorato

all’istruzione del comune di Arconate.

05/12/2014 Consultazione sulla Buona Scuola al circolo PD di Vimodrone.

…Ancora in programma:

12/12/2014 Consultazione sulla Buona Scuola al circolo PD di Solaro.

13/12/2014 Consultazione sulla Buona Scuola al circolo PD di Parabiago.

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50

+

Un grazie di cuore a tutti gli Istituti, studenti insegnanti dirigenti, che hanno

partecipato alle nostre consultazioni!

E-mail

[email protected]

Sito

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Twitter

@CimbroEleonora

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