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Settimanale di Informazione Distribuzione gratuita - E-mail: [email protected] ANNO XV - N° 34 - DOMENICA 3 GENNAIO 2016 BUON 2016

BUON 2016 - Sfogliami.it due x web.pdf · vece, nell’anno che sta per finire si è scelto l’esempio di “Non è la Rai”, il programma ... Nell’era della precarietà un altro

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1DOMENICA3 GENNAIO 2016

Settimanale di InformazioneDistribuzione gratuita - E-mail: [email protected]

ANNO XV - N° 34 - DOMENICA 3 GENNAIO 2016

BUON2016

2 DOMENICA3 GENNAIO 2016

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Non sono mai stato un mangia – consi-glieri, i lettori lo sanno. Ho sempre avuto stima e rispetto per una categoria che, a parte qualche eccezione, dà più di quel-lo che riceve. Sono dilettanti ai quali si richiedono prestazioni da professionisti. Al controllo ed all’ispezione degli atti amministrativi (delibere di Giunta Mu-nicipale, delibere di Consiglio comunale, determine dirigenziali, impegni di spesa, mandati di pagamento, progetti, commis-sioni consiliari, commissioni sindacali trattanti ecc.) possono dedicare soltanto i ritagli del loro tempo; il rimborso spese, che ripaga ferie non godute o permessi speciali in fabbrica, è minimo, quasi ri-dicolo.Per un pizzico di notorietà e per la pas-sione, questi signori vanno giornalier-mente a prendersi la loro razione di insul-ti: raramente un applauso. Sono sempre nell’occhio della critica giornalistica ma anche dei cittadini e degli elettori, spesso impietosi: tutti vivisezionano il

loro operato. Noi giudichiamo da como-de poltrone; loro devono decidere in un attimo, sperando di avere visto giusto e senza magari aver letto gli atti o chi è e che cosa sta dietro.Insomma, non è facile il mestiere del consigliere comunale e per molti di loro dovremmo avere tanta comprensione. Il preambolo serve per far capire che non mi piace la caccia al consigliere comu-nale, i pedinamenti, le telecamere, anche se quello che scriverò darà questa im-pressione. Ma come tacere le nefandezze che, negli ultimi Consigli comunali, i no-stri consiglieri hanno perpetrato su tanti punti all’ordine del giorno, col rischio di sconvolgere e falsare la Città?Una storia che si ripete; già successe nel gennaio 1999 quando Tommaso Casillo, allora consigliere anziano, firmò un ordi-ne del giorno – a detta sua – ereditato dal-la passata amministrazione, quella con Sindaco Graziuso e che riguardava ben quattro lottizzazioni. Fu quel Consiglio

una notte nera per i consiglieri comuna-li. Fu uno dei tanti motivi che portò, in quell’epoca, allo scioglimento del Con-siglio Comunale, per condizionamenti dalla camorra e con i ricorsi respinti da tre Organi di Giudizio.Per principio non credo alle congiure, triste appiglio per presidenti, sindaci, ca-pigruppo e consiglieri spericolati e col-pevoli. In discussione, anche stavolta, non è l’onestà dei consiglieri comunali – sempre al di sopra di ogni sospetto – ma il loro valore. La rivoluzione ed il suo metodo in cui speravano nel 2011, Carfo-ra, Fuccio, Nicola Laezza, Balsamo, Ma-rigliano, Mariano Marino, Sergio D’An-na, Gianluca Cortese ecc. è miseramente fallita. Ai buoni propositi ed alle acute enunciazioni, non sono seguiti i fatti.Molti consiglieri comunali non hanno personalità, commettono errori inaccet-tabili, aggravati dalla presunzione, sono oneste persone e basta?

CONTINUA A PAG. 5

L’EDITORIALE DI NANDO TROISE

VI RACCONTO UN CONSIGLIO COMUNALE SCIOLTO PERCHE’ SCADENTE, ISTERICO E CONDIZIONABILE

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5DOMENICA3 GENNAIO 2016

L’appiattimento della categoria è eviden-te. Non ci sono più gli aulici tromboni di una volta, ai quali tutto veniva concesso, ma non ci sono neanche i “consiglieri” capaci di garantire un regolare andamen-to del Consiglio Comunale.Abbiamo consiglieri – computer, bravis-simi nel garantire il numero legale (quan-do serve e lo ordina da più di 20 anni sempre e solo Casillo!) ma terribilmente scarsi in chiave tecnica e non dotati di quel carisma che aiuta nelle occasioni da brivido. In Consiglio Comunale si regi-strano situazioni assurde: il regolamento non è uguale per tutti; la collaborazione con i dipendenti comunali è regolarmen-te evitata; gli errori di valutazione sono talmente macroscopici da ingenerare sospetti infondati. Sarebbe stato possibi-

le riparare solo con la ribellione dei mi-gliori e specie nei consigli comunali più delicati! Purtroppo, ciò non è avvenuto! Peccato! C’è anche un altro aspetto delle vicende consiliari da evidenziare: l’iste-rismo dei consiglieri comunali. Alcuni esempi: il Sindaco, Vincenzo Carfora, a proposito della visita, al primo piano di palazzo di città, di Menarini, sul pro-getto Ovulo Commerciale e Sotea, par-lò di “scempio ambientale”. Ne aveva il diritto, anche se sulla sua estraneità ho

i miei dubbi. Viste nell’aula consiliare scene incredibili. Si può capire l’eccita-zione dovuta alla tensione di molte ore di seduta, ma non si possono ammettere ammoine, sfoghi, violenze verbali come, spesso, abbiamo dovuto registrare.I consiglieri comunali non sempre si comportano da professionisti e con i loro atteggiamenti nevrotici attizzano malco-stume. Gli insulti che si sono scambiati non sono certo pagine esemplari da ad-ditare ai giovani che si avvicinano alla politica. Tutto questo ha indotto in errore il Sindaco, il quale, poi, non è più riusci-to a fare fronte a questo quadro politico ossesso. Le dimissioni dei 13 consiglieri comunali, avvenuto tre mesi fa, ha ot-tenuto questo risultato: fuori tutti: Api, Ncd, Noi di Arpino ecc. e dentro la Com-missione Prefettizia. E’ sicuramente un fallimento!

SEGUE da paG. 3

NANDO TROISE

IL 2016 CHE VERRA’Caro lettore ti scri-vo. Ad ogni inizio d’anno (è una con-suetudine dettata dal nostro bisogno di scandire e mi-surare il tempo) si fanno i bilanci. Un bilancio vi dobbia-mo: quello del rap-porto tra i lettori e “Casoriadue”, che, lasciatecelo dire, è assolutamente positivo.Al di là del buon andamento della testata, è stato proficuo e crescente il dialogo tra voi ed il giornale (sia on line che cartaceo). Vi abbiamo invitato più volte a scrivere le vostre critiche e i vostri consigli. Lo avete fatto con assiduità, dimostrando – ove ce ne fosse bisogno – che considerate “Casoriadue”

qualcosa di vostro.Spesso ci ha colpito l’acutezza delle vo-stre osservazioni, l’attenzione con cui ci guardate, con-sultate e leggete il giornale ed il por-tale di informazio-ne.Questo, sappiate, ci è di grande stimo-

lo. Ci spinge a lavorare meglio, con quella tensio-ne continua che, nel nostro mestiere, è garanzia di qualità del risultato.L’augurio che facciamo a tutti è quello di mantenere alta questa tensione: non solo sul lavoro o nell’im-pegno sociale e politico ma anche in privato, in fa-miglia, con gli amici. E tutti ne vedremo i risultati.

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Correva il 24 Giugno 2014, l’Italia perde-va contro l’Uruguay e per la seconda volta consecutiva lasciava un Mondiale dopo la fase a gironi. E’ abitudine del nostro calcio aspettare il fallimento sportivo per affronta-re tematiche salienti per il futuro del mon-do del pallone. In quei giorni si parlava del modello tedesco, della fiducia nei settori giovanili, delle strutture da implementare, degli stadi da rifare, dell’overdose di stra-nieri mediocri, della dittatura dei diritti te-levisivi. Aspetti reali, spunti interessanti, problematiche da ri-solvere nel più breve tempo possibile ma a distanza di un anno e mezzo siamo peggio di prima. Tutto si è risolto con un avvicendamento sulla pan-china della Nazionale, da Prandelli a Conte, che ha più volte cercato di mettere in risalto le difficoltà riscontrate nel suo ruolo. Sugli stadi qualche piccolo passo in avanti come l’esempio di Udine e tante chiacchiere come i progetti per Roma e Milano. Riguardo alla filosofia complessiva, il cal-cio italiano non ha neanche intrapreso la strada del modello tedesco o comunque d’adeguarsi agli standard qualitativi nella formazione calcistica di altri paesi europei. La salute di un movimento non si verifica nelle realtà più forti ma monitorando le fon-damenta del palazzo, è lì che il calcio italia-no cade a pezzi e nel 2015 ha assorbito altre metastasi.Bisognava ripartire dalla qualità, dalla me-ritocrazia, dando la gestione dei club a per-sone di spessore sotto tutti i punti di vista, da quello tecnico ad amministrativo ed, in-vece, nell’anno che sta per finire si è scelto l’esempio di “Non è la Rai”, il programma televisivo che tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 ha rappresentato un pun-to di svolta del mondo dello spettacolo in Italia. Prima di “Non è la Rai” e del trionfo della tv commerciale si poteva “finire nelle case degli italiani” solo se muniti di qual-che “patente”, cioè solo se capaci di ballare, cantare, recitare, possedendo delle capacità certificate da titoli o da esperienze. La tv commerciale ha sviluppato il mito del “tutti possono bucare lo schermo” con i rea-lity, i talent-show e tanto altro.

Con qualche anno di ritardo il calcio ha se-guito la stessa strada e gli effetti devastanti di questo processo sono evidenti soprattutto nel mondo dei settori giovanili. Dai ballerini o cantanti siamo passati al “diritto per tutti” di diventare giornalisti sportivi, dirigenti, procuratori oppure addirittura calciatori fino a quando naturalmente il terreno di gioco poi non emette le sue inappellabili sentenze.Dopo l’eliminazione dal Mondiale s’invo-cava la fiducia nei settori giovanili, si criti-cava la tendenza ad investire poco nei vivai, oggi un’ampia fetta del calcio italiano, che alberga soprattutto in serie B e Lega Pro, ha scelto un’altra filosofia: non solo non si de-stinano risorse ai vivai ma da questi ultimi bisogna addirittura guadagnare. “Convittopoli” da circa quindici anni sta emergendo come prassi scelta da alcune so-cietà italiane ma negli ultimi mesi si è svi-luppata come la nuova linea della “spending review” delle leghe martoriate dall’ingiusta filosofia economica che ha reso i diritti tele-visivi la principale fonte d’introiti per i club. Chi non può puntare per bacino d’utenza sui milioni dei diritti televisivi segue altre stra-de, dagli “allenatori-sponsor” al “contributo per le spese di convitto” chiesto ai genitori. Non c’è assolutamente nulla da giustificare ma per combattere un fenomeno bisogna comprendere le motivazioni, altrimenti si fa vuota retorica. Sono i genitori l’anima di “Convittopoli”, il sogno del “figlio dottore” è stato gettato nel camino, oggi vogliono tutti il “figlio calciatore”, fenomeno che mostra in ma-niera cristallina il deserto culturale in cui

viviamo. Molti sono disposti a tutto pur di avere la possibilità di realizzare attraverso il figlio le proprie aspirazioni, il “provino” o l’inserimento in un settore giovanile pro-fessionistico, anche a pagare le salate “spe-se del convitto”. Se una società non ha il budget necessario per portare a casa talenti provenienti da altre regioni, può puntare sui ragazzi del luogo ma, invece, dirigenti

“esperti di marketing” hanno capito che si può “succhiare” il sangue ai sogni dei genitori. Nell’era della precarietà un altro sogno diffuso è quello di diventare il “Mino Raiola” di turno immaginandosi fra qualche anno nelle principali trasmissioni televisive sul cal-ciomercato. Le ambizioni sono

legittime ma vanno coltivate con il sacrifi-cio, l’impegno, la programmazione e so-prattutto la preparazione. La “deregulation” degli agenti sta producendo dei disastri in-calcolabili, il calcio italiano dovrebbe bloc-care tutto prima che sia troppo tardi. Nelle gare dei campionati giovanili sugli spalti ci sono più “intermediari” che spettatori disin-teressati. I mestieranti nel calcio sono sem-pre esistiti, appartengono alla fiera dei sogni che da sempre accompagna il mondo del pallone ma in passato c’erano delle regole non scritte rispettate in modo scrupoloso. Oggi, invece, la cancellazione dell’esame per l’iscrizione all’albo e le spinte competi-tive hanno annullato l’appartenenza ad una categoria e stanno sviluppando una giungla che inizia sui campi dei settori giovanili e finisce nel “mercato delle procure”, negli intrighi da lauti ingaggi che affliggono i ta-lenti corteggiati da vari procuratori. Sullo sfondo del precario stato del calcio italiano c’è sempre il dramma delle scom-messe che ogni estate si risolve con qual-che retrocessione d’ufficio, dei ripescaggi, il clamore di qualche scandalo e poi tutto torna come prima. Il “betting” non ha freni, ormai in Italia si può giocare anche su serie D e Primavera, le partite dagli esiti molto strani, con rimonte incredibili, continuano ad esserci e nessuno s’indigna. Fino al pros-simo scandalo, all’inchiesta che fa tremare, tutti bravi poi a tirar fuori le frasi retoriche sul cambiamento del calcio italiano senza che nessuno s’impegni quotidianamente per realizzarlo.

CIRO TROISE

Altro che modello tedesco, il calcio italiano ha scelto l’esempio di “Non è la Rai”

Deregulation degli agenti, “mercato delle procure”, convittopoli, calcioscommesse e il disastro delle

categorie dilettantistiche: il 2015 è l’anno del disastro silenzioso del calcio italiano

8 DOMENICA3 GENNAIO 2016

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9DOMENICA3 GENNAIO 2016

Il 23 dicembre scorso la redazione di CasoriaDue si è incon-trata alla Locanda del Business in Via S.S. Sannitica per l’an-nuale brindisi prenatalizio, oltre che per festeggiare il ritor-no in edicola dopo mesi di assenza. Pur non essendo stati presenti con il cartaceo però, noi giornalisti della testata abbiamo contribuito a resta-re con i nostri lettori tramite il sito internet Casoriadue.it, in modo da tenerli aggiornati sulle vicissitudi-ni della nostra cittadina. E’ anche vero che il riscontro tra web e car-taceo è totalmente diverso, poiché anche se il net risulta più imme-diato e realtime, la carta stampata è da sempre il mezzo più diffuso, soprattutto se si pensa a coloro che non utilizzano internet o che preferiscono tenere tra le mani il settimanale e sfogliarlo. Fatto sta che ad oggi si avrà di nuovo la possibilità di poter tornare in edicola la

domenica a richiedere una copia del nostro giornale poten-do sempre però continuare a visitare il nostro sito online. Durante l’incontro del 23 la redazione ha tenuto anche

una riunione in cui si è appun-to discusso dell’importanza della carta stampata, e dove è stato fat-to un resoconto dell’anno trascor-so, sia relativo ai diversi proble-mi cittadini, sia al nostro operato. Non è un segreto che Casoria ha tanto da dover affrontare e si spe-ra che pian piano si rimetta in piedi; noi nel frattempo contri-buiremo come sempre nel nostro piccolo a raccontare di questa città. I propositi per il futuro sono tanti, il pri-mo quello di continuare a lavorare per

voi e per il nome della nostra testata. Auguriamo a tutti un felice inizio anno, sperando che continuerete a trascorrerlo con noi. CasoriaDue è tornato, più forte che mai.

FLORIANA ALAIA

A volte ritornAno, e noi siAmo tornAti

Alla fine di settembre il Sindaco Carfora ha tro-vato un bel regalo: lo scioglimento del Con-siglio Comunale. L’ho sempre avvertito dei ven-ti di guerra che soffiava-no contro di lui. Spesso l’ho visto stanco ma felice, per i tanti pericoli corsi che a lui sembravano superati: sul Palaz-zetto, sui tantissimi problemi urbani-stici, evidenziatogli dal Dirigente del Settore Assetto del Territorio Salva-tore Napolitano: un intero consiglio comunale fu incentrato tutto sulla materia urbanistica. Gli interventi non furono chiarificatori. Il risultato è sot-to gli occhi di tutti. Adesso Carfora è solo. Ha pochi alleati, sono scappati dall’ovile anche quelli più fedeli, col-pa proprio della sua mancanza di ca-risma. Non è riuscito a stargli dietro nemmeno il segretario provinciale del PD Venanzio Carpentieri. Se non fos-se presuntuoso Carfora sarebbe sim-patico. Recita la parte dell’ingenuo. A volte cerca di fare dell’umorismo ma

non sempre gli riesce con eleganza. Poi c’è Tommaso Casil-lo. Ha fatto finta, in que-sti anni, di accettare la linea guida del governo Carfora perché credeva di essere un gran diplo-matico. Nel frattempo,

però, ha perso il credo fedele di Tom-maso Girasole, ha aumentato la frattu-ra con gli “amici” PD, cerca di rinsal-dare il patto con gli “amici” trasversali e consociativi, gli resta adesso di con-trollare nella prossima campagna elet-torale la forza di quella organizzata macchina da voti che sempre è riuscito ad allestire.Adesso, con l’arrivo della Commis-sione Prefettizia, alcuni contratti si sa-rebbero impantanati: milioni di euro, mica poco.Da gennaio molti partiti, movimenti e schieramenti apriranno ufficialmente la campagna elettorale. Per finire, ai cittadini tutti: più senso civico e meno favori. Ne va del futuro di Casoria e delle future generazioni.

LA POLITICA DI NANDO TROISE

GUERRA E PACE NEL MONDO DELLA POLITICAAgli inizi del 2016 baci e abbracci (finti)alla ricerca di accordi difficili da trovare.

Per Carfora la fine della sua carriera politica. Sarà così? E poi tante voci….

10 DOMENICA3 GENNAIO 2016

La salute dei bambini è ciò che maggiormente dovrebbe essere preservata, vedere un bambino che soffre, che non può espri-mere il proprio dolore, che ha sempre negli occhi una lacrima di tristezza, spezza il cuore di chiunque. A parlare di salute e di sofferenza fisica è il Diretto-re del Centro Gifoa Vincenzo Amoriello, una struttura che si occupa di riabilitazione e fisioterapia dal lontano 1983 e che è situata a Via Enrico Toti nella città di Casoria-Arpino. L’azienda nel corso degli anni ha ottenuto un ottimo consenso da parte dei cittadini casoriani e non solo, in quanto accoglie pazienti prove-nienti da tutta la Campania. Si suddivide in 4 piani per ben 2000 metri quadri, con un totale di 50 dipendenti, tutti dotati di capa-cità e professionalità. Il cavallo di battaglia di questa struttura è la logopedia e la psicomotricità, grazie alla presenza di un per-sonale qualificato che si occupa di bambini che hanno problemi e difficoltà nel parlare e nel movimento. Un equipe di psicologi e psichiatri infantili insieme con i foniatri, si occupano di con-trollare lo sviluppo e il cambiamento dei bambini dopo il ciclo di terapia tenuto da parte delle dottoresse logopediste e il tutto vie-ne poi redatto nell’apposita cartella clinica del paziente. La strut-tura è convenzionata con l’Asl Napoli 2 di Pozzuoli, ed è l’unica struttura sul territorio che si occupa di questi problemi di salute. Il punto debole, come ci dice il Signor Amoriello, è la mancanza di risorse rispetto alla richiesta che è sempre più elevata, addi-rittura esistono liste d’attesa di tre anni per bambini che invece

hanno bisogno di aiuto immedia-to. Il Direttore denuncia la gra-vità di questa situazione e chie-de un intervento del Presidente della Regione De Luca, che più volte ha parlato di cambiamenti nell’ambito sanitario, ma le cose ad oggi non sono cambiate. “Si tratta di trattamenti di terapia molto lunghi, anche 180 giorni e mentre un bambino resta in cura

da noi per più di un anno, un altro rimane tutto questo tempo in lista d’attesa nonostante abbia bisogno dello stesso aiuto imme-diato”. “La colpa non è nostra ma è triste pensare che si debba ricorrere a strutture private e a pagamento per problemi di salu-te”. Con queste parole il Direttore del Gifoa, denuncia l’ennesi-ma problematica che affligge la città di Arpino, una cittadina di 45 mila abitanti,completamente abbandonata a se stessa e priva di sostegno da parte del Comune. Proprio domenica scorsa sul settimanale abbiamo pubblicato un articolo sulla manifestazione fatta dai cittadini di Arpino e organizzata dal Signor Amoriello e dal centro Gifoa, con lo scopo di dare due ore di felicità ai bam-bini sofferenti e disabili creando un clima natalizio e di festa in una città completamente sola e desolata. In queste poche ore un sorriso è rinato sul volto di quei bambini che difficilmente nella vita avranno un motivo per essere davvero felici. “Sono ormai più di 20 anni che collaboro con questa struttura e lo faccio con il cuore perché amo i bambini, soprattutto quelli che soffrono, tutti noi possiamo ridere, piangere, camminare e divertirci, que-sti bambini invece hanno solo bisogno di aiuto e di affetto”.

CARMEN PALUMBO

CENTRO DI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE “GIFOA”:“DIAMO SOSTEGNO AI BAMBINI SEGNATI DALLA SOFFERENZA”

GIUSEPPE NAPPA

DE BELLIS IN AMMORE SENzA TIEMPOAL TEATRO E. DE FILIPPO DI ARzANO

“Ammore senza tiempo” è il titolo dello spettacolo del giovane artista Raffaele De Bellis. Questo spettacolo si terrà il giorno 28 febbraio 2016 alle ore 20,30 al Teatro Eduardo De Filip-po di Arzano di Napoli in via Verdi 25/37. Lo spettacolo teatrale contie-ne una scaletta vasta, contenente non solo brani del suo album dal titolo “Improvvisamente” ma anche tantis-sime canzoni di vari artisti partenopei e non, come Renato Carosone, Mia Martini e tanti altri.I brani sono rivisitati musicalmente, qualcuno anche in chiave divertente, proprio per coinvolgere il pubblico che in quella se-rata sarà uno dei protagonisti indiscussi. Tanti saranno gli intrec-ci e i coinvolgimenti che l’artista farà con il pubblico presente

in sala. Sorprese e novità date anche grazie alla forte amicizia con Luca Blindo, un giovane e noto artista na-poletano, della hinterland afragolese. Un rapper che cerca di raccontare la speranza della città e soprattutto del suo quartiere, che quella sera duet-terá in due brani con De Bellis. “Non mancheranno i divertimenti, quella sera vorrò togliermi tante soddisfa-zioni” afferma il regista Franco Ge-novese. Insomma ne vedremo delle belle!

Uno spettacolo, si, musicale, ma con orchestra dal vivo affidata a Rocco Di Maiolo. E non solo... Quindi non ci resta che aspettare il 28 febbraio, una data che noi tutti non dimenticheremo.

11DOMENICA3 GENNAIO 2016

ANTONIO RUSSO

VIA MAUROCALVANESE. LA STRADA DEL MERCATO E I SUOI GROSSI DISAGI

Via Mauro Calvanese è una delle principa-li strade della città di Casoria che in quanto collega Via Padula e Via Comunale Casta-gna. Essa è una via molto lunga e, allo stesso momento, molto larga. Di certo in controten-denza rispetto alle altre strade della nostra cit-tadina ma, come è intuibile, ne condivide le problematiche. La notorietà della strada non è riconducibile solamente alle sue funzioni di collegamento ed alla sua ampiezza, la strada è molto conosciuta e praticata in quanto ospita il mercato il venerdì di ogni settimana. No-nostante la sua popolarità però Via Calvanese sembra molto ostile e spesso è disabitata so-prattutto nei giorni festivi e nelle ore serali. E’ utilizzata prettamente come strada di pas-saggio e può essere considerata una strada prevalentemente residenziale data la mancata presenza di negozi e le grandi palazzine che vi sono ubicate. Come dicevo però, la strada sembra sempre molto ostile anche nelle ore diurne. Sono molti i problemi di cui si potrebbe parlare riguardanti tale strada che vanno dalla spor-cizia perenne, alla mancata presenza di for-ze dell’ordine al suo presidio che sfociano in conseguenze disastrose dato l’elevato nume-ro di scippi e rapine.Ma altri problemi riguardano la mancata illu-minazione di una parte di questa strada che, in orari serali, diventa molto pericolosa. Inol-tre i numerosi giardinetti che si ritrovano per tutto il corso della strada sono lerci e pieni di siringhe e profilattici. Cumuli di spazzatura vi si ritrovano inoltre durante il cammino a volte anche al centro della strada diventando

molto pericolosi per gli automobilisti. Altri problemi riguardano invece la manutenzione stradale. Non solo la sporcizia ma arbusti ed erbacce creano danni ad automobili e pedoni. Inoltre è ricorrente la presenza di buche che in alcuni casi sono molto profonde creando forti disagi a chi vi passa.E’ inammissibile che una strada che ha una così grande importanza in termini economici venga lasciata in queste condizioni. Servireb-be una riqualificazione di tutta la via attraver-so l’estirpazione di arbusti ed erbacce, una pulizia generale di tutti i giardinetti presenti, la chiusura di tutte le buche e la presenza, an-che in orari diurni, di volanti della polizia.

12 DOMENICA3 GENNAIO 2016

DOMENICO BORRIELLO

Bencivenga: “Quanti ricordi a casoria. i nostri tifosi? autentici trascinatori”

Sono state tante le emozioni vissute dalla nostra città all’ini-zio degli anni ‘80, con l’AC Casoria che ottenne una storica promozione in Serie C2 e che, nella stagione successiva, ri-uscì a mantenere la categoria disputando un campionato di altissimo livello. Tra i protagonisti di quella “Viola del Sud” c’era Mauro Bencivenga, uno dei più grandi calciatori ad aver mai calcato il terreno di gioco del San Mauro.Il capitano dei Viola, oltre ad essere stato un grande giocatore, vanta un eccezionale curriculum da allenatore: negli Allievi della Roma ebbe l’intuizione di reinventare Daniele De Rossi da mezzala offensiva a mediano . “Capitan futuro” lo ha più volte ricordato, e ringraziato, nel corso di alcune interviste rilasciate agli organi di stampa nazionali.Ma oltre ad aver allenato un “Campione del Mon-do”, Bencivenga ha pro-vato anche l’emozione di vincere un campionato da allenatore all’estero: con il Klubi Futbolit Tirana si è laureato campione di Al-bania nel 2009.Noi di Casoriadue lo ab-biamo incontrato per i no-stri lettori. Grazie per aver accetta-to il nostro invito. Lei ha avuto una carriera molto importante, da allenatore ha vinto un campionato in Al-bania e un giocatore che lei ha allenato nel settore giovani-le, Daniele De Rossi, ha vinto il Mondiale nel 2006...Sono sicuramente due cose diverse, due bellissime esperien-ze. Vincere un campionato in Albania è stato qualcosa di ma-gnifico, ed è un’emozione che ho provato anche con gli Allievi della Roma nel 1999, dove ho avuto modo di allenare altri nomi importanti: Lanzaro, D’Agostino, Amelia, Pepe, Bonan-ni, Bovo e tanti altri.Poi, chiaramente, vedere Daniele De Rossi vincere un mon-diale è stato qualcosa di sensazionale. E’ il sogno di ogni

allenatore di un settore giovanile vedere un ragazzo che ha allenato calcare degli scenari così prestigiosi. Per lei che ha provato delle emozioni così belle ed ha avuto una carriera ad alti livelli, quali sono state le sensazioni nel vestire la maglia del Casoria in Serie D e in Serie C2?E’ stata sicuramente una bellissima esperienza. Vincemmo il campionato di Serie D e quando si vince, nel calcio, è sempre qualcosa di molto bello. Poi c’è da dire che a Casoria c’era un bel gruppo, avevo un ottimo rapporto con i compagni di squadra, la dirigenza e i tifosi. Qual è il ricordo più bello che conserva degli anni passati a Casoria?

Ce ne sono tanti, sono pra-ticamente infiniti. Se pro-prio devo sceglierne uno, ripenso al momento dagli 11 metri alla penultima gara del campionato di Se-rie D. Una grandissima respon-sabilità, dato che serviva quella vittoria per ottenere matematicamente la pro-mozione in C2. Il gol, l’e-sultanza dei tifosi...Ecco, i tifosi. Da poco è stato riaperto lo storico impianto cittadino, il San Mauro. Quanto è stato

importante il supporto dei tifosi nelle vostre gare casalin-ghe? Nelle gare casalinghe, ma non solo. I tifosi del Casoria sono stati degli autentici trascinatori, ci hanno aiutato moltissi-mo nella nostra scalata verso gli obiettivi stagionali. Certo, a volte siamo stati anche contestati, ma il calcio è così. Ho sempre sentito l’affetto dei sostenitori viola, mi hanno accol-to alla grande anche all’inaugurazione dello stadio e molti di loro mi scrivono ancora oggi sui social network. Colgo l’oc-casionale per salutare tutti gli amici di Casoria con grande affetto.

Telefono in.... Via G. Carducci, 8 Casoria (Na)Info 0815405264 [email protected]

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MARICA DE MARTINO

Tutti lo conosciamo come Mi-chael Bublé, il Gigi D’Alessio e il Kekko dei Modà di Made in Sud. Facendo parte del programma televisivo di Carlo Conti “Tale e quale show” ha dimostrato di essere un poliedrico imitatore e cantante vestendo i panni di arti-sti nazionali e internazionali. Francesco Cicchella, classe 1989 di Casoria ,che ha intrapreso la carriera televisiva regalando nel corso del tempo, spettacoli senza uguali ed ha dimostrato che ha del talento da vendere donando emozioni indescrivibili, ha sba-lordito e stupito quanti lo hanno visto in tv. Un impressionante Tiziano Ferro, una sorprendente Shakira, uno spettacolare Bruno Mars; ha sorpreso chiunque piccoli e grandi. Ha lasciato a bocca aperta artisti di un certo livello. Con le sue performance si è dimostrato un ecclettico artista ricevendo sostegno non solo dal pubblico a casa, dimo-strandogli affetto con i vari messaggi, ma ha ricevuto anche il sostegno della giuria in studio. Una giuria composta da artisti di qualità italiani come Gigi Proietti, Loretta Goggi e Clau-dio Lippi, i quali, sono rimasti senza parole dinanzi al talento straordinario di questo artista. Pian piano è stato apprezzato sempre di più, prima vincendo alcune puntate, poi il titolo di miglior imitatore trionfando all’ultima edizione del program-ma più seguito d’Italia. Com’è nata la sua passione per l’imitazione e lo spettacolo?“Ho incominciato ad imitare a 3 anni per gioco, poi man mano ho imitato per scherzo professori, parenti, amici perché mi ha sempre divertito farlo, poi solo successivamente ho deciso di sviluppare questa passione e farne un lavoro. Per quanto ri-guarda lo spettacolo, ho sempre avuto una grande passione per l’arte in generale come la musica e la recitazione. Ho inco-minciato a studiare all’età di 8 anni pianoforte, ma solo all’età di 13 anni ho scoperto che mi piaceva tantissimo calcare il palco di un teatro. Sono cresciuto in una famiglia numerosa di cui sono l’ultimo di 5 figli e quindi ne ho subìto anche le influenze musicali e teatrali perché in famiglia c’è questa pas-sione.” Quali sono i modelli a cui si è ispirato?“A livello teatrale sicuramente quello di Eduardo De Filippo, Massimo Troisi e sono cresciuto con i film di Totò, sono stati i miei punti di riferimento. A livello musicale, perché ho iniziato

la mia carriera come musicista, ci sono cantanti come Michael Jackson, George Michael, Pink Floid; quindi tutta la musica anni 80/90 ed inoltre c’è anche la musica jazz con Frank Sina-tra a cui piaceva tanto a mia madre.” Che emozioni ha provato quando ha saputo di fare parte del cast di Made in Sud?“Sono entrato a far parte del cast all’età di 19 anni. Quando ho finito il liceo ho incominciato a fare le prime esperienze tea-trali frequentando i laboratori di cabaret al teatro “Tam” di Na-poli da cui escono tutti i talenti comici napoletani, e proprio lì mi notò Alessandro Siani che mi

scelse per entrare a far parte della sua compagnia. E’ stata un’esperienza che ha cambiato la mia vita e lo ricordo con gioia ed entusiasmo perché era un sogno che si realizzava.”Entrare a far parte del cast di Tale e Quale Show sarà sta-ta una grande soddisfazione soprattutto vincendo l’ultima edizione. Come ha vissuto questa esperienza?“E’ stata una grande gioia e soddisfazione. E’ lo show più bello e di successo su Rai 1 ed è ambito a livello nazionale. Rientrare nei 6 uomini del cast e poi vincere “competendo” con personaggi veterani come Massimo Lopez, Max Giusti è stato motivo di grande contentezza. Lo show è solo un pretesto per fare spettacolo, poi vincendo l’edizione ho fatto in modo di mettere in evidenza il mio talento e farlo apprezzare ed è questa la vera vittoria.” Quali sono i pro e i contro di un personaggio di fama na-zionale come lei?“A Napoli si vive questa realtà in modo diverso ed è particola-re. E’ un qualcosa di viscerale. Leggendo i commenti sui social network mi sono reso conto che la città mi ha eletto come sua bandiera, ho sentito l’affetto del pubblico. Da un lato è motivo di gioia e orgoglio perché ti fa sentire amato dalla tua città, dall’altro però non ho una vita sedentaria, sto sempre fuori casa; è limitante perché essendo giovane vivo dei condizio-namenti, vorrei fare cose che fanno le persone della mia età. La privacy viene meno essendo un personaggio pubblico e di-venta complicato andare al cinema, al ristorante senza che ci siano mille fotografie e autografi da fare che tolgono la libertà della vita quotidiana, però sono dimostrazioni di affetto e di apprezzamento.”

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P.M. CASORIA: LA STORIA INfINITACasoria è una città dalle mille contraddizioni. Tanti i pro-blemi denuncianti e altrettanto numerose le promesse (vane) fatte per porvi rimedio. Sulle pagine del nostro gior-nale le segnalazioni scorrono come fiumi in piena. Disastri ecologici, denaro pubblico mal speso, incuria delle strade, criminalità: un senso di insicurezza generale inizia a con-dizionare sempre più la vita di tutti noi cittadini casoriani. “Insicurezza” è anche il termine più adatto, paradossalmen-te, per descrivere quanto stanno vivendo i dipendenti degli uffici del settore “Sicurezza e Mobilità”. I locali in uso al III Settore del nostro comune sono infatti estremamente peri-colosi. Sono stati gli stessi rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sui luoghi di lavoro: Vincenzo Bruno, Raffaele Sorrentino e Luigi Ferrara a denunciare le criticità ataviche relative alle strutture di Via Benedetto Croce e di Via Castagna. Già nel documento Valuta-zione Rischi (c.d. DVR) stilato nel febbra-io 2014 erano stati evidenziati i molteplici fattori ritenuti dannosi per la salute e per la sicurezza dei dipendenti e per l’utenza diretta agli uffici, documento rimasto ad oggi completamente ignorato. Il manca-to assolvimento degli obblighi previsti da tale documento non ha fatto ovviamente che aggravare la già precaria situazione. Diversi gli infortuni sul luogo di lavoro, il più grave ha visto come protagonista l’o-

peratore di P.M. Giuseppe Signoriello, che il 6 Ottobre, scivolando sui gradini di in-gresso della struttura di Via Castagna, privi di strisce antiscivolo, si è fratturato la cavi-glia del piede destro. L’infortunio è costato al vigile un referto con una prognosi di 30 giorni. La suddetta scala, sprovvista tra l’altro di passamano, soprattutto in caso di pioggia, ha provocato molteplici infortuni ai dipen-denti del III Settore che solo per fortuna hanno avuto esiti non gravi. Se la condizione esterna della struttura ri-sulta essere piuttosto critica, non diversa è la situazione dei locali interni. Il seminter-rato dell’edificio, luogo in cui è custodito

l’archivio dell’ufficio contravvenzioni (che conserva ver-bali dell’ultimo decennio) e dove è presente il deposito se-gnaletica più volte è stato soggetto ad allagamenti anche di considerevole entità. I responsabili degli uffici Contravvenzioni e Segnaletica hanno più volte segnalato i danni arrecati dalle piogge ai locali ma le loro denunce sono rimaste inascoltate. Se si pensa allo scandalo delle armi difettose, delle bici elettriche acquistate ma mai utilizzate e delle uniformi da cerimonia mai indossate viene da chiedersi come sia possi-bile che i fondi di cui servirsi per porre rimedio alle criticità strutturali siano così difficile da reperire.

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Adriana Sabbatini, una delle più note casting director del panorama cinematografico e televisivo ita-liano (“Tre metri sopra il cielo ”, “Un medico in famiglia”, “Le ali della vita”, “Orgoglio”, “Distretto di polizia 6-7-8”, “Nassirya”, “Ma-ria Montessori”,“Ho voglia di te”, “Il capo dei capi” “I liceali”…) ci ha concesso un’intervista in cui ha parlato anche del rapporto con il padre, Rodolfo Sabbatini, indimen-ticato promoter di boxe. Le siamo grati per la sua disponibilità a ri-spondere alle nostre domande. Lei svolge la professione di ca-sting director. C’è qualche attore che ha lanciato e a cui è rimasta particolar-mente legata?Nella mia carriera ho lanciato molti gio-vani esordienti che ora continuano a go-dere di grande popolarità. Due su tutti: Bova e Scamarcio.Raoul e Riccardo, seppur cosi diversi, uno schivo e riservato, l’altro guascone e

sfrontato, avevano a vent’anni qualcosa di impercettibilmente magico negli occhi che li accumunava, una luce, un lampo che lasciava intravedere la luminosa car-riera che da lì a poco avrebbero intrapre-so.E’ stata anche consulente e autrice di numerosi programmi televisivi. Di quali di essi serba un bellissimo ricor-do, non solo per il successo di pubblico

riscosso, ma anche per la possibi-lità avuta di crescere professional-mente?Ho avuto la fortuna di collaborare, giovanissima, con Gianni Minà al mitico BLITZ, un programma che è rimasto nella storia della televisione. E’ stata un’esperienza importantissi-ma per la mia formazione professio-nale. Grazie ai rapporti internazio-nali di Minà sono entrata in contatto con grandi personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dello sport come Robert De Niro, Federi-co Fellini, Vittorio Gassmann, il pre-mio Nobel per la letteratura Gabriel

Garcia Marquez, Diego Armando Mara-dona, Cassius Clay e tanti altri. Lavorare con Minà non è stata solo una grande esperienza professionale. Mi ha arricchito umanamente facendomi capire i veri valori della vita e per questo non finirò mai di ringraziarlo. Tra gli altri programmi di cui sono stata autrice e consulente ricordo con grande

ANTONIO BOTTA

intervista ad adriana sabbatini, una delle più note casting directordel panorama cinematografico e televisivo italiano

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17DOMENICA3 GENNAIO 2016

E’ passata una settimana dal nostro ritorno in edicola, oggi in giro per la città i nostri con-cittadini stanno leggendo l’ultimo numero del 2015 e il secondo numero che spazza via i fantasmi sull’addio del cartaceo. Al brindisi di Redazione, con il direttore Nando Troise, abbiamo avuto modo di parlare e riflettere sull’importanza della carta stampata. Il web è uno strumento di supporto che ci aiuta nel contatto “real time” con i nostri lettori, ma Casoriadue nasce come settimanale e quello con il cartaceo non è solo un contatto virtuale, ma è un contatto reale, fatto di sensazioni ed emozioni. Come quelle che domenica scorsa ho provato dal giornalaio: come ogni domeni-ca mattina, sono andato in edicola a prendere il mio quotidiano preferito. Ma era da un bel po’ di tempo che in questo rituale mattutina mancava qualcosa, ovvero il volto sorridente

del mio giornalaio di fiducia che metteva una copia di Casoriadue all’interno del “Corriere della Sera”. Domenica scorsa quel rituale è tornato, dopo qualche settimana d’assenza che noi, in redazione, abbiamo avvertito come un lungo inverno. Ma la soddisfazione più bella è stata quella di vedere un signore, in fila dal giornalaio, che mentre mi osservava aprire il numero del ritorno di Casoriadue, alla ricerca dell’articolo con la mia firma, si è fermato ed ha detto al giornalaio: “Oh, ma allora è turnato Casoriadue? E damme ‘na copia”. Avrei potu-to riportare la frase in italiano, dato che non so scrivere in napoletano. Però certe cose van-no riportate così, come la genuinità di come si sono verificate. La città aspettava il ritorno di qualcuno che la raccontasse ogni domenica mattina. Noi ci proveremo, con la passione e l’entusiasmo di sempre.

DOMENICO BORRIELLO

Bentornato casoriadue

piacere e affetto “Alla ricerca dell’arca” condotto da Mino Damato e Samarcanda di Michele Santoro. Suo padre è stato un importante pro-moter di boxe. Ci descriva il rapporto con il suo papà e ci narri un episodio che serba gelosamente nel cuore legato a qualche incontro di pugilato tra due grandi boxeur. Purtroppo non ho trascorso molto tempo con mio padre e comunque non quello che avrei voluto. Era tutto un continuo salire e scendere da un aereo, da un taxi o da un treno. La sua vita era il suo lavo-ro. E la boxe era la sua vita.Era un uomo carismatico, alcune volte ruvido ma leale. L’ho visto farsi in quat-tro pur di mantenere una parola data e “firmare” i contratti solo con una stretta di mano. La prima volta che ho assistito a un match di pugilato ero ancora una bambina. Vidi crollare a terra Nino Ben-venuti sotto i colpi micidiali dell’indios Carlos Monzon. Era il 7 Novembre del 1970 e i quindicimila spettatori che gre-mivano il Palasport di Roma si ammu-

tolirono di colpo increduli di fronte alla forza devastante dello sconosciuto ar-gentino a cui nessuno aveva dato credito. Mi ricordo quel silenzio irreale squarcia-to dall’urlo animalesco di Monzon che si rese conto, non solo di essere diventato il nuovo campione dei pesi medi, ma so-prattutto di aver messo ko anche il suo passato fatto di povertà e di violenza.Un altro incontro che non potrò mai dimenticare, fu quello per il Campiona-to del mondo dei pesi superleggeri tra Patrizio Oliva e il picchiatore argenti-no Ubaldo Sacco. Un match fortemente voluto da mio padre per dare a Patrizio la chance mondiale che aspettava da tempo. Dopo molti rinvii per l’indisponi-bilità del Campione del mondo in carica si era trovato finalmente un accordo sul-la data del 15 marzo 1986. Ma qualche mese prima mio padre ci lasciò prematu-ramente stroncato da un infarto e di con-seguenza anche i sogni mondiali di Oliva sembrarono naufragare.Poi, messo da parte lo sconforto inizia-le, decidemmo con mio fratello Roberto

di portare a termine quell’avventura or-ganizzando noi il match a Montecarlo. L’incontro fu esaltante e dopo 15 riprese vissute con il fiato sospeso, Patrizio, che disputò il match della vita ribattendo col-po su colpo e soffrendo stoicamente nelle ultime tre riprese, divenne il nuovo Cam-pione del mondo.Proprio al suo papà è dedicato il romanzo”The Dancer – Storia d’amo-re e di pugni in 12 round” scritto da lei insieme a Liliana Eritrei. Ci dica almeno due motivi per invogliare i let-tori del nostro giornale a comprarlo e a leggerlo durante le prossime vacan-ze natalizie.Perché è un romanzo avvincente con un taglio cinematografico, e perché racconta di un miracolo sportivo, quei miracoli che solo lo sport può regalare trasformando storie di uomini semplici in imprese epiche. Il pugilato è come la vita: si può finire ko e risorgere in dieci secondi. In fondo, come diceva il grande Marvin Hagler “ The Marvelous”, i pu-gni non sono altro che ruvide carezze…

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ANNO XV - N° 33 - DOMENICA 27 DICEMBRE 2015

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GIUSEPPE NAPPA

AGNESEPANICO CON IL “FILO DELLA VITA” BATTE OGNI RECORD, PIENONEAL MASChIO ANGIOINODI NAPOLI.POSSIAMODIRE hAVINTO L’ANIMABELLA E SOCIALEDELLA CITTà DI NAPOLI.

La presentazione del progetto “Il Filo della Vita” di Agnese Panico, presso l’anti sala dei Baroni del castello Maschio Angioino a Napoli. In segno di solidarietà e approvazione le hostess presenti in sala hanno posto un fiocchetto rosso su ogni persona che ha partecipato all’evento. L’antica sala baronale è stata arricchita da alcune opere a tema dell’artista Giu-seppe Tuzzi, mentre all’entrata vi era una mostra di vignette di Ciro Scialò. L’evento è stato condotto dal giornalista Giuseppe Nappa. Il progetto è stato creato e realizzato da Agnese, che ha soli 21 anni, tocca tre tematiche attuali e di grandissima importanza quali : la violenza sulle donne, sui minori e contro la terra dei fuochi. “Napoli non è terra dei fuochi ma del sole” ha affermato la Panico durante la presentazione del progetto.La particolarità del progetto è data dalla creazione di tre collane, volte a simboleggiare i temi trattati. Durante la presentazione la testimonial ha spiegato in modo dettagliato il suo progetto, come e quando è nato il suo estro nel dare vita a questi bellissimi gioielli, molto forti, proprio per sottolineare la scelta di queste tematiche. Tematiche molto importanti che sono affrontate da una ragazza bella di soli 21 anni, tanto affascinante quanto umile. Durante la presentazione è stato proiettato il video, diretto dal regista Luciano Filangieri. Le musi-che sono del cantante napoletano Mirko Stella tratte dal suo ultimo album “La classe non è acqua”. Mini Corto/ Video interpretato dalla stessa Panico con la partecipazione di attori già conosciuti nel mondo dello spettacolo che sono: Michele Cantalupo, Pino Baldares, Walter Lippa, Giordana Borgia, Pasquale Scarpati, Antonio Pesce, Federico D’Agostino, Giuliano Del Gaudio, e Alfonso Panico e inoltre ringraziamo i bambini che hanno effettuato le scene della pedofilia e della terra dei fuochi. “Il Filo della vita” nasce principalmente per uno scopo benefico: aiutare la società. Infatti, Agnese ha messo a disposizione dei legali che si dovranno occupare di chi subisce violenza. Parte del ricavato delle collane sarà devoluto in beneficenza per l’acquisto di macchinari in ospedale che possono aiutare persone che vivono la malattia dell’ultimo secolo: il tumore. Hanno presenziato all’evento i poeti Dora della Corte, Gianluigi Martone, che hanno voluto dedicare una loro poesia in merito al pro-getto, Antonio Filipelli attore. Una delle poesie più emozionanti è stata scritta per Agnese e per il suo progetto dall’ambasciatrice della poesia italiana nel mondo Tina Piccolo, che a suo malincuore non è potuta essere all’evento. La poesia è stata letta da Dora della Corte. Presenti i ragazzi della Scuola Alberghiera San Salvatore di Orta Di Atella e tutti coloro che hanno recitato una piccola parte nel video. Una presenza davvero gradita è stata del cavaliere Domenico Cannone dell’Accademia Federico II di Napoli. Ha presenziato inoltre anche la Dottoressa Martina Caldo responsabile cultura e comunicazione dello staff dell’assessore Nino Daniele. Una giornata dedicata pienamente al sociale, all’anima buona di chi mette il proprio volto per una giusta causa.

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COMUNICATO STAMPA

report deLLa visita deLLa deLegazione deLLa città di anversa

La delegazione della città di Anversa (Lead Partner) del network di città denomi-nata “Growth by reconver-sion” (Antwerp, Barcelona, Casoria, Düsseldorf, Solin, Vienna) ha visitato la città di Casoria nei giorni 21 e 22 dicembre ultimo scorso, per verificare l’avanzamento del programma locale, l’orga-nizzazione della struttura e visitare i luoghi della città più significativi per le azioni di rigenerazione urbana in corso di elaborazione. La delegazione di Anversa, composta da Maarten Van Tuijl (lead expert) e Isabelle Verhaert (network coordina-tor), accompagnata dai rap-presentanti tecnici dei settori Lavori Pubblici e Pianifica-zione Controllo del Territorio, nella giornata del 21 dicem-bre ha visitato il centro sto-rico, la corona del XX secolo (edificazioni dagli anni del dopoguerra), le aree dismes-se della Rhodiatoce e della ex Resia. Successivamente il percorso di visita ha interes-sato il Quartiere Stella (come esempio di parti urbane di origine abusiva), ed il Quar-tiere di Edilizia Residenziale Pubblica del Parco dei Pini, di recente oggetto di un pro-gramma di riqualificazione urbana e sociale, candidato al bando emanato dalla Pre-sidenza del Consiglio dei

Ministri – Dipartimento Pari Opportunità. Sono state illu-strate le strategie di rigene-razione individuate dal Piano Urbanistico Comunale adot-tato nel settembre 2013, per le aree dismesse e per gli ambiti urbani di origine abusiva, ed il progetto di riqualificazione urbana e sociale per il Parco dei Pini, in particolare per quest’ultimo è stata sottoli-neata la peculiarità che insie-me alla previsione di opere di riqualificazione sono state ipotizzate significative azioni in campo sociale come la cre-azione di un “Centro Servizi per le Famiglie”.

Nel pomeriggio la delegazio-ne di Anversa ha preso parte al Laboratorio di Urbanistica Partecipata organizzato dal sbs_LAB (working team del Comune di Casoria) pres-so il CAM (Contemporary

Art Museum) con un primo gruppo di stakeholders locali, destinato ad aumentare nel-le attività programmate per il mese di gennaio 2016. E’ stata illustrata la metodologia che si intende attuare nelle

attività di partecipazione, il programma da attuarsi entro febbraio 2016, ed infine si è tenuto un primo incontro, in cui i delegati di Anversa han-no potuto partecipare ed inte-ragire con i rappresentanti di alcune associazioni locali.Nella giornata del 22 dicem-bre, si è tenuto un seminario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli “Fe-derico II” (DARC) sul tema “Growth by reconversion”, in cui tra gli altri sono inter-venuti i proff. Enrico Forma-to, Michelangelo Russo e gli stessi ospiti stranieri Isabelle Verhaert e Maarten Van Tu-

ijl. Si è dibattuto sulle varie esperienze di riqualificazione attuate in varie nazioni, ed in particolare sono stati illustrati i programmi urbani della cit-tà di Anversa per il prossimo decennio.Nel pomeriggio si è tenuto l’incontro tra la delegazione di Anversa ed il Commissario Prefettizio della città di Caso-ria, Prefetto Dott.ssa Silvana Riccio, nell’ambito del quale sono stati approfonditi i temi del programma URBACT III a cui partecipa Casoria, sot-tolineando che la peculiarità di tale programma è da ricer-carsi nello scambio di espe-rienze e da queste imparare per migliorare la vivibilità delle città, ed incrementare la coesione tra le varie realtà dell’Unione Europea.

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Per la Commissione Prefetti-zia erano presenti all’incontro anche la dott.ssa D’Ovidio e la dott.ssa Sorrentino che coa-diuvano il Prefetto Riccio.Il prefetto Silvana Riccio ha sottolineato in tale occasione alcuni nodi problematici che caratterizzano il territorio co-munale, da quelli ambientali, alle esigenze di rigenerazione urbana e le difficoltà di varia natura che si incontrano nelle realtà urbane come la città di Casoria nel perseguire obiet-tivi di rigenerazione e riqua-lificazione. A conclusione degli incontri, i rappresentanti di Anversa hanno dichiarato che: “… la città di Casoria ha dimostra-to di aver strutturato un’effi-ciente organizzazione, e che nell’attuazione degli impegni assunti con il programma URBACT III non si rilevano ritardi, ma che essi si trovano in una fase avanzata del lavo-

ro….”, inoltre con la concre-tezza che contraddistingue l’approccio delle nazioni del nord Europa hanno rimar-cato che: “…. l’importante è perseguire con coerenza e continuità la realizzazione dei programmi elaborati, è im-possibile ribaltare una condi-zione critica in un breve lasso di tempo, ma ciò non deve impedire di costruire il futuro giorno per giorno con un la-voro paziente e costante…”.Il Commissario Prefettizio, la dott.ssa Silvana Riccio ha infine sottolineato l’importan-za della partecipazione della

città di Casoria al programma URBACT III e si è detta molto fiduciosa sugli esiti delle suc-

cessive fasi di elaborazione di programmi di riqualificazione e rigenerazione urbana.

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