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O. MICI IN TTÌEMORIA BRUNO. mUGELLIN UNIVERSITÀ DI BOLOGNA BIBLIOTECA DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO BOLOGNA TIP. DEL GAY. UFF. LEONARDO ANDEEOLI ''Via Farmi n. 37 lett. B-C 1912

BRUNO. mUGELLIN - unibo.it · 2010. 6. 9. · BRUNO MUGELLINI, basterebbe da solo ad illustrare l'uomo e l'artista che così crudelmente ci fu rapito all'affetto ed alla stima. Quello

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O. MICI

IN TTÌEMORIA

BRUNO. mUGELLIN

UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

BIBLIOTECA DEL DIPARTIMENTODI MUSICA E SPETTACOLO

BOLOGNATIP. DEL GAY. UFF. LEONARDO ANDEEOLI

' 'Via Farmi n. 37 lett. B-C

1912

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G. MICI

DISCORSOPER LA COMMEMORAZIONE

DI

B R U N O M U G E L L I N IALLA

R. ACCADEMIA FILARMONICA DI BOLOG-NA

15 APBILE 1912

BOLOGNAE. TIP. DEL CAV. UFF. LEONARDO ANDREOLI

Via Farini n.37 lett. B-O

1912

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Signore, Signori,

II plebiscito di unanime dolore che la citta-dinanza di Bologna manifestò per la morte diBRUNO MUGELLINI, basterebbe da solo adillustrare l'uomo e l'artista che così crudelmenteci fu rapito all'affetto ed alla stima. Quello stessocordoglio che fu espressione di lutto universaledell'arte, fu specialmente nostro; ed oggi cimuove a parlare di Lui come per un intimo bi-sogno dell' anima che nella sventura sembrainnalzarci al più sereno giudizio di ciò che èbuono e bello nella vita degli uomini, rendendocosì migliori noi stessi.

Chi fosse Bruno Mugellini tutti sanno,, ma laStoria meglio lo dirà maestro dell' arte e dellavita, quale Egli fu nelle opere e negli atti.

Pianista e compositore insigne, dedicò prin-cipalmente 1' opera sua allo sviluppo tecnico edidattico del Pianoforte, lasciando un' improntaindelebile della sua personalità artistica elevatain questo campo ad un primato che oggi è vantodella nostra scuola e di Bologna.

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Nato nel 1872 a Potenza Picena, e di là tras-ferito a Fossombrone, fu iniziato nei primi studimusicali dal maestro del luogo, ma ben prestoriconosciute le sue particolari disposizioni, vennecondotto qui a Bologna, dove trascorse e svolsetutta la sua vita di studioso e di artista. E quifu allievo prediletto degl' illustri Maestri Ales-sandro Busi, Gustavo Tofana e di Giuseppe Mar-tucci, dal quale ultimo, in ispecie, apprese etrasse tutta la forza suggestiva del suo sapereed il fascino dell'arte somma in quella compo-stezza e vastità di ideali che sono di dominiodella classica coltura musicale.

Da questa scuola e da così insigni Maestri,Egli quindi attinse l'alimento migliore e piùadatto allo sviluppo delle sue tendenze, con quellaausterità di indirizzo che è il fondamento di ognisana disciplina.

Diplomato come Pianista nel 1891, e comecompositore nell'anno successivo, rivelò infatti— ancor giovanissimo — quel temperamento spe-ciale che nell'equilibrio costante di tutte le fa-coltà, costituisce il miglior elemento di garanziaper un sano magistero d'arte. E così fu, poichéincoraggiato dalla guida sapiente del Martuccimedesimo — che lo teneva carissimo —, ottenneplauso incondizionato fin dalle prime pubblicheprove e tanto si distinse, che appena uscito dalnostro Liceo (e fu nel 1893) e a soli ventun'an-no, concorrendo alla cattedra di Pianoforte a Pa-lermo e a Firenze, fu classificato terzo su 26 con-correnti.

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Nello stesso anno otteneva pure come compo-sitore il primo premio nel concorso internazio-nale di Bruxelles con il poema sinfonico « AlleFonti del Clitumno » che fu poi successivamentepremiato (sopra 223 concorrenti) anche a Milanodove fu eseguito alla Scala, e da Lui medesimodiretto, ottenendo il più lusinghiero successo.

Dopo un periodo di raccoglimento dedicatoal più intenso lavoro, fu chiamato (nel 1897) acoprire la cattedra d'insegnamento di Pianofortenel nostro Liceo, dove profuse tutti i tesori delsuo eletto ingegno e della sua vasta coltura. Èappunto in quest'epoca e fino alla vigilia dellasua morte che Egli ininterrottamente esplicòtutta la sua maravigliosa attività artistica dipianista, compositore e maestro, con quella com-petenza e valore per i quali salì in fama e fuannoverato fra i migliori musicisti del temponostro.

Chi infatti lo conobbe sa come Egli, pur affa-ticato, assorbito dalla cura costante dell' inse-gnamento, trovasse tempo e lena a cooperarein ogni campo della vita musicale nostra, por-tando sempre il suo illuminato concorso sianelle varie Commissioni locali, sia in quelle Go-vernative, sia nel promuovere e dirigere con-certi, ai quali prese principale parte con successoincontrastato. Basti ricordare a tale propositola serie dei suoi Concerti annuali che preseronome da Lui medesimo,, e dove per sua stessainiziativa emersero le migliori energie intellet-tuali nostre. Come enumerare i concerti dati

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alla Società del Quartetto, alla nostra Accademiae que' moltissimi altri eseguiti nelle principalicittà d'Italia?

Né qui soltanto si limitò la sua particolareaffermazione di concertista, poiché ripetutamentechiamato all'estero, intraprendeva varie tournéein Germania, Francia e Inghilterra, ove, per una-nime consenso della critica fu giudicato pianistaelettissimo e l'interprete più severo della musicadi Bach.

Padrone assoluto di tutto il repertorio clas-sico antico e moderno (da Bach a Beethoven,da Chopin a Liszt) s'impose alla generale ammi-razione per il complesso poderoso di tante elettequalità, emergenti da una tecnica impeccabile,equilibrata, da una sobrietà e castigatezza diinterpretazione, la quale, specialmente, rivelavain Lui l'artista, prima del virtuoso, l'artista cioèche non cede allo scatto impulsivo di effetti im-mediati per ottenere il plauso della folla, ma cheantepone a quelli la penetrazione musicale pro-fonda dei pensieri, traducendoli e trasfondendonela più intima essenza.

Con tale concetto estetico di ordine superiore,Egli tenne alto il nome glorioso della scuolaItaliana capitanata da Giuseppe Martucci, recandolustro a sé, al maestro suo e a questa Bolognache Egli amò sopra tutto come seconda suapatria.

Come compositore seguì le orme del più puroclassicismo, dimostrando una profonda culturae severità di stile. Lo dicono tutte le sue Opere

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e fra le migliori come, ad esempio, la Sonataper Violoncello e Piano, premiata al concorso diMilano, dove la struttura e lo sviluppo tematicoimprontati ad una forma polifonica tutta moder-na, sapientemente condotta, segnano l'evoluzionedei tempi da Schumann a Franca, sia per 1' am-piezza del contenuto, sia per la preziosità deidettagli. — Così nel Quintetto in Si magg. (che que-sta sera riudremo per gentile concorso di un suoallievo e di altri fra i migliori del Liceo), composi-zione classica per eccellenza di forma, chiara, sem-plice nel concetto espositivo tematico, svolto consmagliante ricchezza di episodi ritmici ed armo-nici, e pur sempre composta ad una sana eleva-tezza di stile. Degni specialmente di nota sono loScherzo ed il Finale, per la loro freschezza ed ori-ginalità di colore.

Ciò che costituisce, per così dire, la caratte-ristica speciale della maggior parte delle suecomposizioni strumentali da camera, è la ten-denza spiccata alla polifonia orchestrale, cheEgli già presentiva ed intuiva nella visione piùampia di quelle forme che Brahms e Martuccimedesimo anche in questo genere manifestarono,e che i nostri maggiori contemporanei seguirono.

Questa stessa tendenza si palesa con maggiorrilievo nelle sue composizioni per Pianoforte,senza parlare di quelle dove interamente si af-ferma con esuberanza passionale, come nel PoemaSinfonico, riell' Intermezzo e Scherzo per orchestra,e più ancora nel Dramma lirico Passione, nelPrologo ed Oratorio ecc. Ma anche laddove que-

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sta passionalità risponde al concetto drammatico,non trascende mai dai limiti di una compostezzaparsimoniosa, che attesta l'equilibrio costante diuna mente, la quale rifugge da ogni vaniloquioe da certe artificiosità sconclusionate, rumorose,più o meno abbaglianti, e frivole sempre. Edin fatti Egli, per sua stessa affermazione, dete-stava certe forme degenerative, che riflettonopiù che altro uno stato morboso dei centri psi-chici ; per i quali il sentimento si fa spesso ot-tuso, o diventa, per reazione, iperestetico, deli-rante in un contorcimento che vorrebbe essereuna forza, invece è una debolezza] vorrebbe es-sere una affermazione, e non è che la negazionedi ogni concetto e pensiero creativo....

Ed aveva ragione: poiché dove questo mancaed è subordinato alle preoccupazioni dottrinariedella forma o a quelle speculative della curio-sità, perde con esse il valore vitale di quellasincerità, che è pur sempre la fonte più bella diogni nostra migliore attività spirituale. — « Nonè veramente bello se non ciò che più dura! » —Egli mi disse un giorno.

Interrogate in fatti i grandi capolavori delgenio classico e ne avrete conferma. Nessunaavarìa di tempo potrà mai offuscarne la bellezzaimmortale.

Ma più che nella parola e nelle discussioni,la sua maggior ragione era nei fatti, nell'esem-pio dell' operare..., del quale ci lasciò anche po-stuma testimonianza con una vera mole di opereinedite: sonate, ouvertures, romanze per canto,

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quartetti, più un' opera in due atti ( Catullo ) edun'altra (Zamfira}, di cui udremo questa serauna romanza per soprano « Argentea luna »,Opere tutte meditate nel silenzio del suo spiritooperoso e che, per il senso di modestia abituale,volle quasi obliate a se stesso, al mondo, e cheformano la più bella eredità dei suoi affetti.

Questa, per sommi capi, la produzione arti-stica di Bruno Mugellini ; produzione eclettica,per la quale il Boito pubblicamente lo classificòcome uno dei migliori rappresentanti della musicamoderna anche fuori d'Italia. (Sono sue parole...e... tanto basta). —

Parlare poi di Lui come didatta e come mae-tro sarebbe cosa quasi superflua, poiché Voi tuttilo sapete. La moltitudine di allievi che da ogniparte qui affluirono per virtù del suo nome, staa far fede di quale e quanto prestigio ovunquegodesse. E come fosse sollecito ad ogni cura,ad ogni consiglio ed aiuto (talora anche mate-riale) per tutti, possono dirlo essi stessi e quantia lui ricorrendo furono in ogni forma da Luibeneficati.

Riassumere i dettagli del suo sistema di in-segnamento, sarebbe compito non breve, né quiè luogo a illustrarne il valore universalmentericonosciuto. Le maggiori autorità, come il Dubois,Geavert, Busoni, lo attestarono anche pubblica-mente.

Le sue opere didattiche, comprese in benventisette volumi riguardanti le revisioni più im-portanti del repertorio pianistico — da Czerny

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Cramer - Kò'hler al Gradus ad Parnassum di Cle-menti fino a tutte le opere di Baeh — i commentiillustrativi, le guide tematiche, la diteggiatura,sono un documento irrefragabile della profondaperizia tecnica, non solo, ma della sua dottrinastilistica, del senso estetico, analitico, reso mani-festo dalla piena ed intera conoscenza della strut-tura organica di ciò che è pensiero e sviluppomusicale in ogni sua forma: pregio davvero piùunico che raro fra tutti i virtuosi del pianoforte.L'ultimo lavoro testé pubblicato, che Egli chiamò« il suo testamento pianistico » ( il Metodo completodi Esercizi tecnici^ basterebbe a dimostrare qualecompetenza in materia Egli avesse; dai più ele-mentari principii al più esteso sviluppo mecca-nico, ritmico, e polifonico, tutto vi è compreso,distinto, curato nei più minuti particolari, for-mando il compendio più vasto di tutta la te-cnica e riaffermando nell' autore le qualità emi-nenti per le quali può ben dirsi che in Italia fuil più sapiente conoscitore moderno del Magisterodel Pianoforte.

A tante benemerenze d'arte, di pensiero ed'azione, come non aggiungere quelle che più ciriguardarono nei rapporti comuni della vita in-sieme trascorsa? Quelle cioè che più da vicinorifletterono la nostra Accademia Filarmonica?...

In questo stesso luogo a Lui così familiare,in questa stessa sala che par risuoni ancora delsuo nome e dell' arte sua, noi lo vedemmo letante volte acclamato, festeggiato, e qui portòT opera ed il consiglio, sempre guidato dalla se-

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rena coscienza di un dovere, il dovere di af-fetti per questo Istituto che Egli amò curandonetacitamente le sorti; promuovendo, incoraggiandoogni nostra iniziativa migliore.

Annoverato come Accademico nella classe deiPianisti fino dal 1895 per le sue benemerenze,si produsse replicatamente offrendo le sue gentiliprestazioni ovurique queste potevano portare in-cremento al nostro Istituto. Per tanti e così pre-clari meriti l'Accademia stessa, interprete del suodesiderio più volte espresso, si onorava di accla-marlo ed inscriverlo con voto unanime, nell' adu-nanza del 31 Maggio 1910, quale Maestro Compo-sitore , superando ogni vincolo regolamentare,e dando così la più solenne testimonianza diquella considerazione altissima che Egli merita-va. Quanto il Mugellini fosse grato a questo attodi speciale deferenza dell'Accademia, noi tutti losappiamo.

Egli si apprestava già a darne nuova prova,chiedendo di commemorare il grande Liszt in unconcerto che doveva aver luogo il 19 Gennaioscorso (quattro giorni prima della sua morte!).Io lo ricordo ancora quando sul letto d'ango-scia, oppresso dall' affanno che lo tormentava,ma con la visione costante di ciò che era il su-premo conforto dell'anima sua, mi disse: « Oh!...caro Mici!... come mi addolora non poter dare ilmio concerto all'Accademia!... e soggiunse: sarebbestato meglio che mi fossi rotta una gamba : al-meno mi sarei fatto trascinare ed avrei suonato lostesso ff »

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Signori! Quale indomito vigore della mentee del cuore di un'anima forte, e quanto e qualetesoro di bontà racchiuso in queste parole! Bontàsenza pompa ornata, contenuta nel tacito, maperenne anelito di forti propositi, di nobili aspira-zioni per tutto ciò che è bello e santo nella vita :Arte, studio e lavoro. — Questi i cardini della vitadi Bruno Mugellini, questa la sintesi d'ogni suoscopo, professato, coltivato nel silenzio dell'azionesenza pose coreografiche, ma saldamente direttoalla suprema finalità che è il sogno di ogni ani-ma d'artista.

Tutto questo Egli sentì con quella compo-stezza che traspariva dal tratto medesimo dellasua persona... e voi la conosceste. Come uomo,umile e modesto, ferreo nella volontà dell' ope-rare, schivo da ogni facile arte alla conquista dipiù facili allori, seppe riunire nella sua vita le dotidi bontà e di carattere.... Ebbe principalmente uncarattere, fatto di coerenza, di onestà in tutti irapporti della vita sociale. Semplice e cortesesempre con tutti, amico vero agli amici, tene-rissimo coi suoi più cari familiari nella cura co-stante d'ogni pensiero gentile; sensibile ad ogniatto generoso, non conobbe mai la volgarità nénegli atti né nella parola, che occultò persinenelle più aspre lotte dell' animo il cruccio e losdegno proprio, tacendo ed imponendo cosi colsorriso sereno e dignitoso il più profondo ri-spetto alla sua superiorità morale. Io, che inti-mamente lo conobbi e n' ebbi ricambiata la piùsincera amicizia; io, che più volte fui testimone

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non dubbio degli atti ed impulsi suoi, posso affer-mare altamente questa verità, che non ha biso-gno -di alcun commento.

Ebbene, nella pienezza di una vita così fat-tiva, nella maturità di una così forte fibra, diun tenacissimo ingegno confortato da tante lu-singhe, da tante speranze, quando dalla sommadi tante energie si attendeva quel premio cheera il sospirato sogno suo, e quando più questogli sorrideva e gli fu quasi dappresso, la sorteinesorabile lo volle strappato a tutto e a tutti!Ciò che pareva un diritto, fu un'ironia, ciòche doveva essere un premio, fu un sogno!

Crudeltà veramente spietata del destino!!... Edammonimento solenne a noi che troppo spessoviviamo dèlia vita quotidiana, ingolfati in inutilicontese di competizioni e piccole miserie.

Dissi ammonimento e così é; o Signori.... Infatti, tre mesi or sono, in questo stesso giornoin questa stessa data... chi, ali' annuncio dellasua morte, non sentì una stretta al cuore?... Chinon sentì quel turbamento angoscioso, indeter-minato, e quello sgomento che istintivamente pro-rompe nella esclamazione facile a tutti?... PoveroMugellini /.... Ebbene, permettete che io dicache nella semplicità di questa espressione sta lamiglior parte di noi stessi : essa racchiude iltacito riconoscimento di opposti sentimenti cheriuniti significano - pietà e paura!... - Sì... pietàe paura, poiché (nolenti o volenti) tale è lospirito che domina l'anima umana di fronte allesupreme manifestazioni della natura. Laddove

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questa s'impone e dispone di noi per la forzalivellatrice di tutte le cose, subentra lo smarri-mento istintivo che ci riconduce nell' orbita diuna realtà la quale distrugge tutte le nostreclassificazioni!... Quella voce, dunque, quell'e-spressione è voce del cuore che non mente ;voce prepotente e sovrana che ci ammonsice edaccomuna nella verità vera e migliore.

Ma qui m'arresto! Non so perché, ma un in-timo senso di ritegno, di riguardo affettuosoverso il caro estinto, mi inclina a non proseguirepiù oltre... che, invero, certi atteggiamenti po-stumi sembrano turbare la santità di sentimentiche si sentono, ma non si dicono.

Obbedisco così ad un riserbo che parmi im-posto dalla stessa sua volontà; nel rispetto aquella delicatezza alla quale fu improntata tuttala sua vita.

Questo l'uomo, questo 1 artista, o Signori, cheperdemmo e piangemmo e che oggi, per miomodesto mezzo, VAccademia Filarmonica di Bolo-gna commemora per prima, rendendo il doverosoomaggio alla Sua memoria che sopravviverà altempo nell'affermazione perenne delle sue opere,del suo ingegno, e delle sue virtù! —

Bologna - Aprile 1912.