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BOLLETTINOSALESIANO

Anno LXIV - N. 9

1° SETTEMBRE1940 - XVIII

SOMMARIO: L'Oratorio modello . - In famiglia : Italia, Portogallo. - Lettera di D . Giulivo ai giovani . - Dallenostre Missioni : Rio Negro e Rio Madeira. - Giappone - India - Cina - Assam . - Necrologio . - Tesoro spirituale .

Crociata missionaria .

L'Oratorio modello(Dalla circolare del Rettor Maggiore).

Progetto di un Oratorio Festivo .

È evidente che-il modesto progetto di OratorioFestivo che verremo presentando non ha la pre-tesa di essere perfetto e meno ancora adatto aogni luogo e circostanza : si tratta più che altrodi una esemplificazione . Il clima, la posizione el'orientamento del terreno, usanze ed esigenzelocali, speciali requisiti, richiederanno forse mo-dificazioni molteplici. Inoltre in molti casi sidovranno riattare e adattare edifizi già esistenti .Per questo appunto, più che presentare un pro-getto ci proponiamo di elencare gli elementi perconcretare il progetto stesso .

Gioverà tener presenti queste norme :

1° Si determini bene quali e quanti ambientil'Oratorio Festivo debba avere.

2° Si determini inoltre l'ubicazione dei di-versi ambienti in armonia con le norme igienichee con le loro finalità educative .

3° Si tracci subito il piano generale com-pleto, anche se, per insufficienza di mezzi, l'edi-

fizio dovrà sorgere in tempi successivi: in talmodo si eviteranno imprevisioni e spese inutili .

4° Qualora si dovessero riattare i locali diun edifizio già esistente, si visiti precedentementeun Oratorio Festivo ben organizzato per seguirnele direttive negli eventuali adattamenti .

5° A seconda del numero degli allievi l'Ora-torio Festivo può corrispondere a uno di questitre tipi : piccolo, da 100 a 15o giovani; medio,da 15o a 400 giovani ; grande, da 500 a 1000e più .

6° Le esigenze religiose, pedagogiche, didat-tiche, culturali, ricreative sono pressoché iden-tiche per i tre tipi indicati. Esaminando il pro-getto presentato in appendice, un buon archi-tetto potrà, ingrandendo o diminuendo le propor-zioni, adattarlo alle linee architettoniche ri-chieste dalle speciali esigenze di regioni, clima,ambiente .

7° I singoli locali, salvo leggere modificazioninon sostanziali, possono essere i seguenti :

PIANO TERRENO

1 . Atrio ; 2 . Portineria ; 3 . Saletta di aspetto ;4 . Direzione ; 5 . Scuola e Sala per adulti ;6 . Bibliotechina ; 7 . Scuola e sala per adulti ; .8 . Scuola e sala per adulti ; 9. Deposito attrezzi ;

10. Scala al piano superiore; 11. Gabinetti elavabi ; 12 . Atrio ; 13 . Aula magna o salone ;14 . Sala per conferenzieri o attori ; 15 . Ve-stiario ; 16 . Gabinetti e lavabi ; 17 . Scala didisimpegno e accesso al rifugio antiaereo ;18 . Cappella ; 19. Sacrestia ; 20 . Sala del Pic-colo Clero ; 21 . Porticato .

PRIMO PIANO

22 . Tribuna ; 23 . Cabina per le proiezioni ;24 . Terrazze ; 25 . Corridoio ; 26 . Sala sussidididattici ; 27 . Sala per letture e conferenze ;28 . Biblioteca adulti ; 29 . Gabinetti ; 30. Dodiciaule per la scuola di catechismo .

SECONDO PIANO

31 . Aule per la scuola di catechismo ; 32 . Saladi riunioni ; 33 . Sala di riunioni ; 34. Corridoio ;35 . Gabinetti .

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Enumerati i locali, passiamo ora a studiarnel'ubicazione alla luce delle norme pedagogiche chedevono regolare l'ordinato svolgimento dell'O-ratorio Festivo : è questo un punto della massimaimportanza . Seguiremo l'ordine del progettom esso in appendice (1) . Esso presenta un edifizioa ferro di cavallo e comprende quattro parti :quella a destra, ov'è ubicata la cappella e le suedipendenze ; quella a sinistra, che comprende ilteatrino con gli ambienti sussidiari; nella partecentrale sono disposte le aule e gli altri locali ;infine, di fronte si trovano i cortili .

I. La cappella e le sue dipendenze . La cap-pella è il cuore dell'Oratorio Festivo, ed è benesia a pian terreno per renderne facile l'accesso .In tal modo, anche durante le ricreazioni, igiovani potranno recarvisi comodamente perbrevi visite al SS . Sacramento, per le confessionila sera del sabato e al mattino delle feste . Inoltreè conforme alle buone norme pedagogiche chele grandi masse, che dovranno entrarvi nei giornifestivi siano in grado di passare con facilità daicortili e dai portici alla cappella senza doverpercorrere grandi distanze, le quali d'ordinariorendono disagiata la disciplina . Le stesse ragionivalgono per il facile accesso dei giovani delPiccolo Clero alla sagrestia e alla sala ove do-vranno rivestirsi .

II. Il teatrino . Il teatrino, che può ancheservire come salone o aula magna, è destinatoad accogliere i giovani durante le gare catechi-stiche, le conferenze con o senza proiezioni, le

accademie, i trattenimenti. Esso pure dev'esseredi facile accesso e possibilmente a pian terreno,acciocchè i parenti o benefattori che intervenganoper incoraggiare i giovani o per ricevere la testi-monianza della loro riconoscenza, non sianoobbligati a percorrere grandi distanze o a salirescale . Pel teatrino poi si ricordino le leggi tassa-tive che ne regolano la posizione e le condizionidelle porte per facilitare l'uscita degli spettatoriin caso di allarme o di incendi. Soprattutto latribuna, ove esista, sia costruita secondo le vo-lute prescrizioni : in generale sia riservata aigiovani. Le scale di accesso alla tribuna sianodue, una per lato, ampie e comode per un rapidosfollamento, e immettano direttamente nel cortilee non nella platea .

III. Le aule. Anzitutto esse devono essereproporzionate, e con un senso di relativa lar-ghezza, al numero di giovani . Giova poi distin-guere tra le aule destinate ai giovani più piccolie quelle degli adulti . Le aule dei primi sono in ge-nerale riservate esclusivamente alla scuola di Ca-techismo. Questa scuola viene fatta per la duratadi un'ora nei giorni festivi e anche in Quaresima :in pochi luoghi, purtroppo, si fa tutti i giorni ;in alcuni Oratori, oltre all'ora domenicale, sifa anche in particolari circostanze, come adesempio per preparare i giovani alla Cresima,alla prima Comunione, a gare catechistiche,alla visita del Vescovo o per altri motivi . Trat-tandosi pertanto di locali di uso piuttosto limi-tato, essi possono essere collocati al primo e ancheal secondo piano senza scapito della disciplina .

Le aule e sale degliadulti invece devono ge-neralmente servire, nonsolo per la scuola diCatechismo, ma per altreriunioni di formazionereligiosa durante i gior-ni della settimana : èconveniente perciò si-tuarle in modo da ren-derne facile il più fre-quente accesso, collocan-dole al pian terreno oal primo piano.

VI. Gli altri ambien-ti . La portineria devenaturalmente trovarsi apian terreno, e accantoad essa vi sarà pure unapiccola sala d'aspettoin diretta comunicazio-ne con l'ufficio della Di-

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rezione . Così pure è bene si trovi a pian terrenoil magazzino ove sono conservati gli attrezzidei giuochi.La sala di musica, specialmente se strumen-

tale, conviene sia situata in una estremità dellacasa per non cagionare disturbi agli altri am-bienti .La biblioteca con l'annessa sala di lettura è

meglio collocarla al pri-mo piano e possibilmentediscosta da eventuali di-sturbi. Invece la biblio-techina a uso dei piùpiccoli è preferibile siaa facile portata e perciòa pian terreno .

Occorre infine pensa-re all'alloggio del per-sonale dell'Oratorio .Se questo è unito aun istituto, sarà facileprovvedere; qualora in-vece si trattasse di ca-sa indipendente, convienefare in modo che l'ap-partamento da costruirsigoda di una relativa in-dipendenza .

V. Portici e cortili .Un Oratorio Festivo senza ampi porticati man-cherebbe di un elemento veramente vitale. Neigiorni invernali e piovigginosi essi sono di asso-luta necessità, se si vogliono evitare grandi in-convenienti e assicurare l'assistenza dei giovani .

L'Oratorio Festivo poi dev'essere, come tuttele scuole moderne, e per ragioni ancora più evi-denti, centro di gioconda vita giovanile, allietatada giardini e corredata di campi destinati al-l'onesta e piacevole ricreazione degli alunni .Ormai in tutte le Nazioni leggi apposite deter-minano le proporzioni tra l'area fabbricata equella scoperta : in generale l'edifizio non devericoprire più di un terzo dell'intera superficie .Si riservi pertanto ai cortili la maggior ampiezzapossibile ; essa sarà tutta a vantaggio della sa-lute e della moralità degli alunni.

Il personale addetto all'Oratorio Festivo.

Fissate le modalità e le caratteristiche dell'O-ratorio Festivo, passiamo ora a studiarne l'orga-nizzazione, vale a dire il personale che deveoccuparsi degli alunni, le diverse categorie diquesti, le norme da seguirsi nella loro formazione .E Don Bosco stesso che ci addita questi puntinel suo Regolamento .

Parlando del personale sarà bene chiarire ilpensiero del nostro Santo Fondatore, anche perdissipare un duplice errore . Taluni infatti leg-gendo il primo Regolamento, restano colpitidalla molteplicità delle cariche e degli organidirettivi, e naturalmente si domandano come edove abbia potuto Don Bosco trovare, in queiprimi tempi, quando era solo, il personale neces-

sario . Purtroppo costoro a volte si lasciano pren-dere senz'altro dallo sbigottimento e si persua-dono essere impossibile impiantare un OratorioFestivo su tali basi.

Altri invece, appoggiandosi sul fatto che DonBosco da solo fondò e sostenne il suo primo Ora-torio, credono troppo facilmente che un solo equalunque sacerdote possa raggiungere gli stessirisultati .

Ambedue gli errori, appunto perchè paionoavere una apparente giustificazione, devonoessere presi in esame per scoprirne l'infondatezzae i gravi mali che potrebbero cagionare .

Premettiamo che Don Bosco con la divisionedelle cariche intese determinare le mansioni dasvolgersi, suddividere le responsabilità, e so-prattutto interessare nel suo lavoro altre persone,specialmente in quei primi tempi in cui non esi-steva ancora la Società Salesiana .

Aggiungiamo ancora che la pratica stessa se-guita da Don Bosco dimostra chiaramente esserepossibile, dovunque, l'impianto di un OratorioFestivo, allorchè si possa fare assegnamento sudi un Direttore . animato di zelo e fornito dellenecessarie qualità .

Basta leggere la storia degli Oratori Festivifondati dallo stesso Don Bosco in quei primi

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tempi, a Torino, quando non era ancor sorta laSocietà. Talvolta, mancando i sacerdoti, egli siservì di chierici, nei quali erano imperniate tuttele mansioni. Don Bosco, alla vista della gioventùpericolante, non sapeva trattenersi e correvacoraggiosamente a salvarla servendosi dei mezzidi cui poteva lì per lì disporre . È certo che chisentisse ardere in cuore le fiamme del suo zelotroverebbe egli pure, anche nelle circostanze piùcritiche, una via . E ciò è tanto vero che noi ab-biamo visto sorgere e svilupparsi ancor oggi, innon poche diocesi e in piccole popolazioni eparrocchie, molti Oratori Festivi diretti da unsolo sacerdote, mercè l'aiuto di alcuni buonicooperatori e di un gruppo di volonterosi ca-techisti.

Però mentre tributiamo le più ampie lodi agliabnegati sacerdoti che portano quasi tutto ilpeso dell'Oratorio Festivo, assoggettandosi tal-volta a sacrifizi che si possono giustamente chia-mare eroici, è doveroso dissipare alcune idee epersuasioni errate circa i reali bisogni di perso-nale e di mezzi degli Oratori Festivi. E ciò èmaggiormente necessario per noi che in generaleabbiamo Oratori parrocchiali e interparrocchialiin grandi centri, frequentati a volte da cinque-cento, mille e più alunni. Ora, sarebbe insipienzapensare che per simili Oratori possa bastare uncolo sacerdote. Mentre si avrà forse non meno -di una decina di Salesiani addetti a un centinaiodi alunni delle scuole elementari di un piccolocollegio, non si saprebbe invero capire come poisi possa pretendere che un solo sacerdote riescaa dirigere, e con frutto, un Oratorio numeroso .Nessuna meraviglia pertanto se, trattati a talestregua, furono visti intisichire e spegnersi al-cuni Oratori Festivi, dai quali si sarebberopotuti ottenere risultati lusinghieri, se non fos-sero loro mancati gli operai più indispen-sabili .Ma anche per un altro motivo potrebbe a voltel'Oratorio Festivo essere praticamente conside-rato come la vera cenerentola delle Opere sale-siane . Infatti mentre si sceglie il miglior personaleper insegnare lettere e scienze, da taluni si pensapoco avvedutamente che un soggetto qualsiasipossa servire per l'Oratorio Festivo, e cioè perl'insegnamento della più importante fra tutte lescienze, e per quella formazione religiosa dallaquale dipendono in gran parte le sorti dellefamiglie e delle Nazioni e la salvezza delleanime .

Abbiamo udito ripetere le mille volte da mae-stri ed educatori insigni che nessuna scienza ètanto difficile da insegnarsi alla gioventù quantola scienza della religione . E bisogna aggiungereche l'ambiente dei giovani dell'Oratorio, per la

diversità di provenienza e di istruzione, per lanon obbligatorietà dell'intervento, per , la ordi-naria scarsezza di sussidi, di mezzi, di personale,esige in coloro che vi sono addetti doti di educa-tore non meno eminenti che per coloro che lavo-rano in altri istituti e tra altre categorie di gio-vani, se si vogliono effettivamente ottenere pra-tici risultati di soda formazione .

In verità dimostrerebbe di non aver capito ipericoli e la gravità dell'ora presente chi, difronte alla spettacolosa larghezza di mezzi, dipersonale, di allettamenti di ogni genere con cuiviene insidiata la fede e pervertito il costume,si ostinasse a pensare che sia possibile arginareil funesto esodo della gioventù dalla chiesa, dalcatechismo, dalle istituzioni cattoliche, senzavalersi delle stesse armi, senza procurare noipure, con personale e mezzi adeguati, alla nostragioventù, quelle oneste attrattive che devonosoavemente allettarla prima e trattenerla poi inun ambiente di spirituale benessere .

Se infine si considera che in molti, in troppicasi, per incuria della famiglia e per altre cause,l'Oratorio Festivo è, come fu detto, quasi l'unicatavola di salvezza per la povera gioventù el'efficace palestra nella quale addestrare cristia-namente tante anime giovanili, dovrebbe formarsisempre più chiaramente e irrobustirsi in chi neha la grave responsabilità la giusta idea dellaparticolare importanza dell'Oratorio, con lapratica conseguenza di voler compiere qualsiasisforzo, non solo per fondarli, ma per organizzarliconvenientemente dotandoli anzitutto di perso-nale abile e sufficiente ai bisogni .

La nostra Società tra i suoi numerosi Oratorine conta non pochi per i quali, specialmente neigiorni festivi, non sarebbero forse sufficienti ottoo dieci sacerdoti con altrettanti-chierici e coadiu-tori. Ma ciò non fa meraviglia, quando si pensiche a volte sono migliaia i giovani, divisi innumerose associazioni, e che ad essi si aggiun-gono gli ex-allievi e i padri di famiglia . Chiabbia avuto la sorte di trovarsi in quel mondogiovanile, non solo si sarà sentito profonda-mente commosso dinanzi a quell'incantevolespettacolo, ma si sarà pure reso conto del la-voro veramente improbo di quei nostri con-fratelli, di cui avrà ammirato lo zelo e l'abne-gazione .

Voglia il Cielo che, mediante un serio contattocoll'opera prima e perciò più cara fondata dalnostro Padre, si vada formando in tutti, in altoe in basso, una vera coscienza catechistica e ora-toriana : i vantaggi saranno enormi per ciascunodi noi in particolare, per le anime, per la Chiesa

e l'umanità.(Continua) .

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IN FAMIGLIALa Crociata Catechistica .

Abbiamo già accennato all'entusiasmo ge-nerale con cui i nostri Istituti, i nostri Oratorie le nostre Parrocchie hanno risposto all'ap-pello del Rettor Maggiore per la Crociata Ca-techistica . Vorremmo ora dare un resocontoparticolareggiato delle gare e delle mostre or-ganizzate ; ma ci troviamo in imbarazzo perchèla maggior parte, ben sapendo di quantopoco spazio disponga il Bollettino Salesiano,non ci hanno mandato alcuna relazione . Neabbiamo ricevuto appena una diecina, su tantecentinaia. Ci limitiamo quindi ad un plausocordiale ai singoli concorrenti tanto alle garequanto alle mostre, nonchè a tutti coloro chesi sono impegnati con maggiore intensità nellostudio della Religione .

Sappiamo che nei centri principali hannoportato la loro parola di incoraggiamento e dibenedizione Eminentissimi ed EccellentissimiArcivescovi e Vescovi, i Superiori Maggiori egli Ispettori salesiani ; che varie mostre cate-chistiche furono onorate dalla visita di auto-rità e personalità, e tutte hanno vivamente in-teressato clero e popolazioni, educatori e gio-vani ; che Cooperatori e Cooperatrici hannoprovvisto con larghezza premi e regali ai vin-citori delle gare locali ed ispettoriali .

E questo in tutte le nazioni in cui fioriscel'Opera salesiana, nei limiti consentiti dallecondizioni di guerra nei paesi già impegnatidurante l'anno scolastico . Pensiamo con gioiaal frutto spirituale che è ridondato alle animeed alle famiglie. E ne ringraziamo il Signore .

L'apposita rivista Catechesi ha già incomin-ciato a dare descrizioni e rilievi delle Mostrepiù importanti . Noi, da quanto abbiamo po-tuto vedere ed apprendere, siamo lieti di avernotato nell'ispirazione generale un criterioeminentemente pratico . La genialità delle il-lustrazioni non si è abbandonata al capriccio,ma si è messa giustamente a servizio dellamentalità ed intelligenza anche più modestadel popolo e dei fanciulli . Gli Istituti di studisuperiori di filosofia e teologia naturalmentehan tenuto una quota più elevata, mirandospecialmente al clero ed agli insegnanti ; tut-tavia non hanno dimenticato il principio sale-siano di informazione : la volgarizzazione deisussidi catechistici e l'adeguamento alle scuoledei piccoli, dei fanciulli e del popolo . L'AteneoSalesiano di Torino, dopo aver illustrato ilcampo dell'azione catechistica, i mezzi ed i

modelli, indicati vari sussidi per la esposizionedella vita di Gesù e della Storia Sacra, e perla spiegazione del programma di Catechismo,dedicò una bella sezione alla descrizione del-l'Oratorio festivo secondo lo -spirito di DonBosco. Interessantissima la ricostruzione pla-stica della città di Gerusalemme . L'IstitutoTeologico di Chieri ha curato anche la com-pilazione di un Catechismo salesiano in cui ledomande e risposte del Catechismo di Pio Xsono illustrate da fatti e detti tratti dalle Me-morie Biografiche di Don Bosco ; ed ha pub-blicato pure due volumetti dal titolo Mostrecatechistiche e Giochi catechistici, utilissimi perchi voglia organizzare delle Mostre e allettarei fanciulli con graziosi divertimenti all'appren-dimento del Catechismo. L'Istituto TeologicoSalesiano di Monteortone ha dedicato la primasezione all'organizzazione dell'Azione Catto-lica, tre sezioni alle tre parti del Catechismo(Fede - Legge - Grazia), la quinta ad un saggiopratico di applicazione del metodo ideografico,biblioteca catechistica e relativi sussidi ; la sestaalla riproduzione di una scuola catechisticatipo. Ottomila visitatori e trecento sacerdoticoi Vescovi di Padova e di Faenza si sono in-dugiati con interesse nelle varie sezioni . AMilano il nostro Istituto sant'Ambrogio feceposto soprattutto ai saggi eseguiti dagli allievidell'Istituto e dell'Oratorio, delle associazioniparrocchiali di Azione Cattolica maschile efemminile, ed ebbe l'onore della presenza del-l'Em.mo Card. Schuster all'inaugurazione . ABologna la nostra parrocchia del Sacro Cuore,celebrando il decennio della reggenza dei Sa-lesiani, ha organizzato un'intera settimana ca-techistica, con affollatissimi congressi cate-chistici di uomini e donne di Azione Cattolica,gioventù maschile e femminile. Conclusionepratica fu l'introduzione in ogni famiglia deltesto della Dottrina cristiana coll'impegno dileggerne in comune qualche pagina il più fre-quente possibile. L'Em.mo Card. ArcivescovoNasalli Rocca se ne felicitò cordialmente . AllaMostra catechistica concorsero anche gli alunniinterni dell'Istitu to .A Venezia inaugurò la Mostra lo stesso

Em.mo Card. Patriarca Adeodato Piazza, chevolle assistere anche alla gara degli alunni .

Da San Cataldo ci scrissero che hanno ce-lebrato una giornata catechistica coll'inter-vento dell'Ecc.mo Vescovo Mons. Jacono, ilquale celebrò la Messa pei giovani, presiedettela gara ed inaugurò la Mostra .

Il nostro Rettor Maggiore inaugurò perso-nalmente le Mostre del primo Oratorio di Val-docco e di quelle degli Oratori ed Istituti più

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vicini a Torino ; mandò rappresentanti in tuttele Ispettorie .

La Mostra del primo Oratorio festivo, cu-rata direttamente dal nostro Ufficio CentraleCatechistico, è riuscita particolarmente com-pleta fondendo l'esposizione dei sussidi di-dattici coi saggi dei giovani dell'Oratorio edoffrendo quindi un bel quadro dei pratici ri-sultati che si ottengono applicando su vastascala le moderne risorse all'insegnamento delCatechismo . All'Oratorio di Borgo San Paolo,oltre al Congresso ed alla Mostra, merita ri-lievo l'esempio di una quindicina di Padri difamiglia che si sono sobbarcati ad un intensostudio ed hanno conseguito brillantementeil diploma di abilitazione all'insegnamento delCatechismo .Abbiamo anche sul tavolo varie relazioni

delle Mostre allestite dalle Figlie di MariaAusiliatrice e dei Congressi catechistici tenutia Torino nelle case « Maria Mazzarello » e« Maria Ausiliatrice », a Nizza Monferrato, aNovara, a Varese, ad Alì Marina, a Londra,a Damasco, ad Heliopolis, a Gerusalemme, aBahia Bianca, in Colombia, Cuba, Cile, Hon-duras, ecc . La finezza raggiunta nei disegni,la cura dei saggi delle alunne, la genialità delle

industrie escogitate per imprimere anche nellepiù tenere menti le verità della Fede merite-rebbero un'ampia illustrazione che lo spaziopurtroppo non ci consente . Rileveremo, tra leiniziative, una riuscita gara liturgica ed unagara catechistica per le persone di serviziotenute all'Istituto Immacolata di Novara ; el'organizzazione di catechismi settimanali aidetenuti nelle carceri a Caqueza (Colombia) .

Esauriamo la serie delle relazioni pervenu-teci col ricordare la gara catechistica ispetto-riale delle nostre case di Portogallo tenuta aLisbona il giorno della festa di Sant'Antonio,13 giugno, con vivo interesse delle autorità epersonalità intervenute . Nel prossimo annogiubilare daremo anche maggior spazio ai datipiù salienti che ci offriranno le gare, i congressie le mostre ; ma soprattutto alle pratiche at-tuazioni di iniziative ed esperienze che possanoservire all'incremento ed allo sviluppo dell'in-segnamento religioso in tutti i campi dell'at-tività salesiana, augurandoci che ne tragganoispirazione ed impulso tutte le famiglie deinostri cari Cooperatori alle quali desideriamotutte le gioie della Fede, ricordando quel chedisse saggiamente un giorno il nostro glo-rioso exallievo Carlo Delcroix, che

«

Una casa

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senza religione è più triste di una mensa senzapane» .

Per questo raccomandiamo ai Direttoridelle nostre Case ed alle Direttrici di quelledelle Figlie di Maria Ausiliatrice di segna-larci personalmente tutte le iniziative dicarattere eccezionale, che possono serviredi esempio .

ITALIA - Crocemosso - Ad onore di

S. Giovanni Bosco .

La chiesa parrocchiale di Crocemosso si èarricchita di una nuova opera artistica cheritrae il santo Don Bosco come riposa nellaBasilica di Maria Ausiliatrice in Torino, ve-stito degli abiti sacerdotali, adagiato nell'urna .E tutta la popolazione, preparata dalla predi-cazione del prof. D. Benedetto Galbiati, as-secondando lo zelo del parroco, ha dato allainaugurazione il contributo della sua pietà edel suo fervore con una comunione veramentegenerale e la devota assistenza alle sacre fun-zioni che si svolsero il 21 luglio u . s. Nel po-meriggio accorse folla anche dai paesi viciniper la processione che riuscì un vero trionfo .Fra i canti del popolo, la statua passò benedi-cendo le 45 borgate della parrocchia e, rien-trata in chiesa, fu collocata sotto l'altare diS. Francesco d'Assisi . L'oratore rivolse an-cora una volta la sua parola vibrante d'entu-siasmo ai fedeli e, dopo il canto del Te Deum,la benedizione eucaristica suggellò la festaindimenticabile .

PORTOGALLO - Lisbona - Il Ministrod'Italia al Collegio Salesiano .

Il 5 luglio u . s . il nostro Collegio di Lisbona,fiorente di oltre trecento alunni, ebbe la vi-sita del Ministro d'Italia Ecc. Renato BovaScoppa. Accolto festosamente al canto degliinni della Patria, s'indugiò con evidente sod-disfazione nei laboratori delle Scuole Profes-sionali, poi passò nel salone d'onore ove glifurono rinnovati i più cordiali omaggi . IlMinistro era accompagnato dal Segretariodi Legazione e dal Console generale ConteNigra .

Alle parole di ossequio dell'Ispettore D . Carrà,rispose felicitandosi coi figli di D. Bosco perla nobile opera di educazione che svolgonosempre ed ovunque fedelmente secondo lospirito del santo Fondatore .

Lettera di Don Giulivo ai giovani.

Carissimi,

la guerra vi ha anticipato le vacanze, ma nonvi ha lasciato senza scuola . Vi da anzi lepiù grandi lezioni per la vita, attraverso aglispettacoli di ardimento, di eroismo, di abnega-zione e di sacrificio dei valorosi che per terra,per aria e per mare compiono il più cruentodei doveri nazionali . Voi li seguite indubbia-mente, fra la naturale trepidazione, con ammi-razione, con riconoscenza e con affetto, mentreinnalzate le vostre preghiere a Dio perchè licoroni di vittoria . Essi meritano la nostragratitudine imperitura . Ma il miglior modo didimostrarla è quello di renderci degni dei loroeroismi, temprando l'animo ad imitarli . Non midite che voi siete troppo giovani, molti ancor soloragazzi, e che non sapete in che cosa imitare ilvalore dei vostri fratelli maggiori . Oh, miei cari,c'è un eroismo anche pei fanciulli : un eroismoche non ha sempre lo splendore delle epiche im-prese, ma che, fatta la proporzione dell'età e delleforze, non la cede all'eroismo dei campi di bat-taglia . È l'eroismo del proprio dovere: deldovere compiuto con fedeltà, giorno per giorno,ora per ora, per amor di Dio e colla coscienzadi dovergliene render conto. Voi lo conoscete ilvostro dovere. Ebbene, sforzatevi di compierlofedelmente, anche a costo di sacrificio, rinun-ciando spontaneamente a quegli spassi, a queidivertimenti che ve ne potrebbero distogliere edindurvi a trasgredirlo . Così facendo, diverreteveramente uomini, capaci, se un giorno vi saràrichiesto, di emulare il valore degli eroi di oggi .E intanto gusterete più lietamente le gioie del-l'età vostra . La prima e più necessaria edu-cazione - ha detto Papa Pio XI - è quelladel rispetto al dovere ; e il piacere stesso megliosi gusta quando il dovere è stato interamentesoddisfatto anche se con qualche difficoltà edisagio: anzi, allora più che mai .

L'avrete già provato altre volte . Io vi auguroche l'abbiate a provar sempre ; sicchè nessunagioia della vita vi sia mai guastata dal rimorsodi non aver compiuto il vostro dovere . Il Si-gnore vi aiuti colla sua santa Grazia .

Vostro aff.mo -DON GIULIVO .

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DALLE NOSTRE MISSIONI

RIO NEGRO E RIO MADEIRA

Amatissimo Padre,eccole l'ultima puntata della relazione della

mia prima visita alle nostre Missioni .

DI RITORNO A TARACUA' . - Il 27giugno, verso le 5 pomeridiane giungemmoad Urubucuara. Con la solita manovra sca-ricammo il materiale e senza perdere tempoinfilammo il « varador » per attraversare laforesta. C'era ancora mezz'ora di sole, unsole che a quell'ora non ammazza più, tantomeno nella foresta ove non ha diritto di en-trare. Quando ne uscimmo era già notte,poichè all'equatore non si conosce crepuscolo :scompare il disco del sole e dopo dieci minutiil buio è completo. Noi però eravamo giàfuori e pronti un'altra volta sulla riva del-l'Uaupés con la lancia « Auxiliadora » che ciaspettava da due ore . Salutati gli Indi e i nostriamici con gli auguri di rivederci il prossimoanno, scendemmo rapidi il fiume . A Taracuàci attendeva una illuminazione fantastica consparo di mortaretti che è l'annunzio dellegrandi feste . Allo sbarco erano schierati i dueCollegi ; dalla proda, su su fino al vertice dellacollina, brillavano, scaglionati tra festoni e

palme, mille lumicini alla veneziana che da-vano forma e leggiadria ai corsi, ai viali, eagli edifici .

Vi passammo la festa di S. Pietro con me-more pensiero al suo onomastico pregan-dole grazie e benedizioni .Fin dalla vigiliacominciò il brulichio con l'arrivo di nume-rosi ex-allievi e Indi Tucanos del Rio Tiquié .Con gli uomini arrivarono travi e tavole dacostruzione che la Missione compra sempreper le sue officine .

Il sabato in tutte le Missioni presenta unospettacolo interessante : i giornalieri che la-vorano durante la settimana, si dispongonopazientemente in fila per ricevere il loro sti-pendio. Lassù non corre denaro ; molti di essinon lo conoscono neppure, e il commercioe la giustizia distributiva si regolano sulloscambio di merci . Nella dispensa rifornita diviveri e di tutti gli oggetti domestici più ne-cessari alla vita, il dispensiere ha la lista deilavoratori con le loro giornate, qualità di la-voro, efficienza, capacità ecc . ; totale tanto .Il lavoratore davanti a quell'esposizione scegliequello che più gli piace e di cui ha bisogno .La moneta più corrente nell'alto Uaupés sonoi tessuti che si trasformano rapidamente investiti ; vanno in essi migliaia di lire ognimese. L'indio sente il decoro del vestito ; ma

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quando si allontana dalla missione e siinterna per il rio o per gli affluenti, ofra gli sterpi della foresta, nessunooserà incolparlo se egli preferisce « cu-stodire » l'abito, per marciare più li-bero e spedito .

La festa di S . Pietro riuscì propriosolenne . Nell'ampia chiesa, che dominadall'alto, le due comunità della Mis-sione eseguirono ammirevolmente la« Missa de Angelis » con canti di sacrimottetti come si usa nei nostri col-legi. L'affluenza degli Indi continuòfino alla domenica 2 luglio, fissata perl'inaugurazione della statua dell'Ausi-liatrice sull'alto della collina .

Taracuà negli ultimi cinque anni fucolpita dolorosamente dal « sarampo »e dalle febbri più di qualunque altramissione ; l'anno più critico fu il 1936 in cui ilnumero rilevante di morti gettò l'allarme elo scoraggiamento in tutta la zona provocandola fuga degli Indi .

Da allora si pensò a una nuova Taracuà, inluogo più alto, e più salubre . I vivi e i mortisi scambiarono la dimora, scendendo il cimi-tero lungo il rio, e salendo gli abitanti sull'altodella collina . In 15 giorni già eran pronte unamezza dozzina di casette e capanne ; anche ipiù restii si convinsero del vantaggio e ad unaa una le famiglie si trasportarono in alto, alsole, all'aria . La Missione rimane sempre alcentro, tra il monte e il piano .

Il 2 luglio una lunga processione con clero,alunni, alunne e personale venuto d'ogni parte,consacrò la nuova Taracuà, nel centro dellaquale sorge come faro la colonna dell'Ausi-liatrice in segno di protezione e di aiuto .

La missione torna a poco a poco alla sua

antica fioritura. La domenicaè come la sagra del paese : ilcortile, che pare pénsile, pro-tetto com'è dal pettorile del-l'alto muro, si gremisce diIndi che per un giorno tor-nano alunni. Il tucano non èchiassoso ; conserva il silenziod'oro, salvo ad esplodere inuna risata quando qualche bon-tempone esce in una spiritosità .

A mezzogiorno, attorno allaMissione è una specie di bi-vacco: tutti hanno ricevuto damangiare e sono contenti . Nonchiedono « caxirí » da bere,perchè sanno che il Missio-nario l'ha proibito per il loro

bene (e per la tranquillità pubblica) . In chiesaalle funzioni non manca nessuno ; sarebbe unoscandalo venire alla Missione e non assisterealla Messa, ai Vespri e alla Benedizione .

Sul far della notte, perchè non manchi nulladello stile salesiano, assistemmo ad una rap-presentazione teatrale. Bisogna vedere conche gusto i nostri alunni rappresentano nonsolo commedie o farse, ma anche drammi eoperette .

DISCENDENDO IL RIO NEGRO. -Il lunedì, 3 luglio, era fissato per la partenzadell'Ispettore : benchè giorno feriale fu edi-ficante la frequenza ai SS. Sacramenti comenel giorno della festa. All'ora dell'imbarcotutta Taracuà stava coi piedi quasi nell'acqua,in quella dimessa aria di commiato che lasciasempre nel cuore una punta di nostalgia ; bastauna lacrima perchè ne spuntino anche invo-

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lontariamente altre . La lancia scivolò senzasforzo sulla corrente che la trascinava ; in brevegiungemmo allo svolto dove appariva ancoralo scenario di Taracua : ultimi sventolii, ultimoagitar di mani, ultimi saluti . . .

II giorno dopo giungemmo inaspettati aS. Gabriel dove passammo due giorni. L'im-barco fu quasi una corsa, inseguiti come era-vamo dal tempo piovoso che non dava requie .Il mattino del 7, scaricato il peso di tantaacqua, il sole si mostrò gioioso dando unaspetto ridente al plumbeo paesaggio del RioNegro. Padre Tiago stava là ad attenderci aS. Isabel come nel mese precedente . Ancorato,troneggiava, tra la schiera delle minuscolecanoe, il gaiola « Paraiba » che ci portava lacorrispondenza da Manaus e dal mondo . No-vità? Mons. Selva mi diceva che ogni anno

tornando dal Rio Negrodopo quaranta e più gior-ni di assenza, nel cumulodella corrispondenza in-contrava sempre perlo-meno una spina . « Saràcosì anche quest'anno ? »pensavo confusamente trame, quando Padre Tiago,che stava leggendo unalettera, si alterò in visoe mi porse il foglio conla tristissima notizia dellatragica morte del nostroDon Polla, avvenuta ventigiorni prima . Quel giornodimenticai tutto : unicopeso enorme, schiaccian-te, fu quella laconicanotizia, senz'altro parti-

colare e senza chi ci potesse dire una paroladi più . . .

Il 9, il gaiola abbordava a Barcellos all'oraindiscreta delle 2 del mattino ; ma che farcise la città è tanto vicina o tanto lontana daraggiungerla solo in quell'ora? Si rinnovòcome nell'andata il tramestìo del personale,l'accendersi e agitar di fanali, lo scambio disaluti sonnolenti ; poi tutto piombò nel silenzio .

LA MISSIONE DI BARCELLOS. -Barcellos fu già in due riprese l'antica capitaledell'Amazonia ; il suo secolo d'oro fu il '700 .L'8oo le rubò tutto, industria, commercio,abitanti e vita, che scolò più al sud, quasi allaconfluenza del Rio Negro con l'Amazzoni perdare vigore e bellezza alla prosperosa Manaus,la nuova capitale . Ora Barcellos è ridotta a

meno di 200 abitanti ; la sua grandezzaè senza dubbio la Missione Salesianache le assicura un'altra popolazione dioltre 250 persone .

Nel collegio femminile sono oltre115 le alunne delle Figlie di MariaAusiliatrice che apprendono, con l'istru-zione adatta, le arti casalinghe ; i nostriallievi si bilanciano sui 90 interni conuna trentina di esterni . Nelle acquemanse del rio che si attarda come inun lago si specchiano le belle e solidecostruzioni dei due collegi, della chiesae dell'ospedale ; per questo, ogni mis-sione dispone della sua « olaría » perfabbricare mattoni, tegole, blocchi dicostruzione, ecc.

L'ospedale di Barcellos benchè nonsia il più vasto, nel 1938-1939 fu ilpiù frequentato della prelazia per la

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presenza del nostro medico . Vi accorrono nonsolo dal Rio Negro, ma da tutti gli affluenti :una processione continua di ammalati che sipresentano a volte con piaghe orribili perchiedere alla Missione medicine, pane e tetto .Tutto è dato gratuitamente ; non manca nullaanche di quello che può mancare nelle far-macie delle città .

Questa assistenza agli ammalati in cui eroinesilenziose sono le Figlie di Maria Ausiliatrice,è l'opera più sociale e caritativa, che interessauna grande parte della popolazione in unazona dove la vita è minata continuamente .

Nella chiesa di Barcellos, sul margine delpresbitero, dal lato del Vangelo, riposano orai resti mortali di D. Balzola, là colto dallafebbre e dalla morte nell'agosto del 1927 ; etutti in Barcellos ricordano l'eroico, magroe austero missionario e l'ora di angoscia chefu la sua sepoltura sotto la pioggia implacabile,fra due o tre assi sconnesse arrancate a porteo finestre .Da allora, quanta strada hanno fatto le

Missioni! Ma la molla animatrice è semprela stessa, insostituibile, il sacrificio completodi sè .

La lancia per partire era attesa pel giorno 15 ;ma siccome mancavano vari giorni, la febbreapprofittò dell'occasione . Fu però tanto intel-ligente che in tre giorni me la cavai .

DA MANAUS AL RIO MADEIRA . -Il 18 eravamo di ritorno a Manaus, ove letteree telegrammi ammonticchiati attendevano conansia una risposta. Era necessario accelerare

la visita al Rio Madeira per scendere poi alcentro dell'ispettoria ; decisi perciò il viaggioaereo da Manaus a Porto Velho . Solo dall'altosi può avere un'idea adeguata di quella esten-sione senza confini di acque e terre verginiche la geografia chiama Amazonia: quasi duemilioni di kmq . che paiono usciti ora dallemani del Creatore . Fiumi e canali si rincorronoparalleli, si uniscono e si intrecciano per bi-forcarsi ben presto, dando origine a isole eisolotti di ogni forma e dimensione ; rare, ra-rissime, scaglionate a distanza di ore, le pocheabitazioni, faticosa conquista che l'uomo con-tende alle forze preponderanti della natura .

HUMAITA' . - Humaità è la prima nostramissione che si incontra nel Rio Madeira . Siavvista da lungi la torre tozza e quadrata dellachiesa parrocchiale al fianco dell'imponenteprefettura . Qui più che altrove si sente chela messe è molta e che gli operai sono solotre, o meglio due, perchè il vecchio Marcellino,per l'età, può solo attendere al fuoco e allacasa. Ripreso il volo, si può dire che PortoVelho è lì, perchè ad un aeroplano 100 kmdànno appena il tempo per scaldare il motore .

PORTO VELHO. - Il pilota aviatore, cor-tesissimo, fece un giro sulla città perchè os-servassi dall'alto il complesso delle opere sa

-

lesiane, e anche . . . per dare tempo agli alunnidi accorrere di fronte alla cattedrale a renderepiù solenne il ricevimento . Infatti là in bassoDon Angelo Cerri e Don Adriano affrettavanoi preparativi, dando di tanto in tanto un'oc-

chiata rapida all'insù .Porto Velho è una cittàvera e propria, e poi-chè non basta a servirlala « Panair » ha anchela « Condor » che launisce a S. Paulo e aRio attraverso il MattoGrosso. Da Porto Ve-lho parte la ferrovia« Madeira-Mamoré » fi-no a Guajaramirim (365km.), ed anche una ro-tabile che la legherà alcentro dell'Unione, at-traversando non soquanti Stati, e percor-rendo non so quantemigliaia di km .

È questa la sede del-la Prelazia del Rio Ma-deira. Bella nel centro

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dell'alta piazza la cattedrale che con le duetorri laterali assicura una perfetta propor-zione ; quello poi che sia il Collegio DonBosco lo dice la semplice fotografia. Lon-tano un 500 metri, in un'altra posizione èil grande Collegio delle Suore con scuolePrimarie e Normali ; e, a fianco, lo spa-zioso ospedale San Giuseppe con vari re-parti e padiglioni, e con un movimento gior-naliero elevatissimo. Regna viva nei padiglioni enel ricordo del personale la memoria de l'abne-gato D. Giovanni Nicoletti che fu l'animadelle nostre opere in Porto Velho. Al lavorointerno di comunità regolare, con lavori perio-dici e corsi d'istruzione che bloccano il giornointero, si aggiunge in ogni missione il lavorod i evangelizzazione che il missionario devecompiere viaggiando per settimane . Quandoritorna è sfinito dalle febbri : sole e pioggiacome Dio li manda ; sole che pare fuoco, epioggia che pare piombo; mangiando quandosi può e come si può ; viaggiando in canoa lapiù parte, o a piedi, tessendo lentamente, conpazienza, filo per filo, la tela della fede cheforse emissari protestanti o spiritisti lacere-ranno dopo pochi giorni, sconvolgendo le co-scienze. Perchè, non si deve dimenticare cheanche ai confini del mondo, c'è il protestan-tismo, c'è lo spiritismo : le più avanzate trinceedella fede scoprono ogni giorno nuovi ridottidell'eresia e della dissensione ; il cammino delMissionario è la pista sfruttata dai nemici dellaChiesa e delle anime.Scese le acque basse e limacciose del Rio

Madeira, in 6 giorni raggiunsi Manaus ; in al-trettanti Belem, e in altri 6 Recife . È finitaper quest'anno la visita alle case e alle Missioniche è costata 5 mesi di tempo e 19.300 km .di percorso, ma che frutta l'unione sempre piùviva fra case e Salesiani tanto lontani, e rinnoval'entusiasmo per il nostro lavoro apostolico .

Benedica, amato Padre, l'Ispettoria, le Mis-sioni e questo suo dev.mo ed aff .mo figlio

Recife, dicembre 1 939.Sac: GUIDO BORRA, Ispettore .

GIAPPONE

Conquiste pacifiche!

Rev.mo ed amat.mo Sig. D . Ricaldone,le ore d'angoscia, che incombono ormai su

gran parte del mondo, fanno elevare più fortela nostra preghiera all'Ausiliatrice. Il missio-

nario, nonostante le difficoltà, accresciute anchedalle condizioni attuali, cerca di continuare ilsuo lavoro per la salvezza delle anime a luiaffidate . L'impendar et superimpendar, è piùche mai sentito, in questo tempo, e tutti isuoi figli in Giappone cercano di attuarlo concarità, sacrificio e pazienza .

Eccole alcune notizie che allieteranno il suocuore e quello dei nostri cari Cooperatori eCooperatrici :1) Il riconoscimento governativo dellanostra scuola professionale a Tokyo ; l'ordina-zione sacerdotale di cinque confratelli sale-siani ; l'entrata in noviziato di sette giapponesi(sei chierici e un coadiutore) e di due per ladiocesi nel gran seminario di Tokyo, sono fa-vori di cui non possiamo sufficientemente rin-graziare il Signore. Si unisca anche lei, amatoPadre, e tutti i nostri cari Cooperatori a faci-litarci questo nostro dovere . Sono passi chedeterminano sempre più chiaro l'avvenire perla nostra cara Congregazione e per la Prefet-tura Apostolica di Miyazaki .

Il poter conferire i diplomi ufficiali ai nostricari allievi per le tre sezioni tipografi, sarti efalegnami (in attesa delle desideratissime se-zioni meccanica-elettricità) ci mette in con-dizioni di maggior contatto con i nostri giap-ponesi ; fa valorizzare assai più il sistema edu-cativo di Don Bosco ed è per noi un eccita-mento al lavoro .

I nuovi confratelli ordinati sacerdoti, da undecennio si trovano in Giappone per la loroformazione, ed iniziano così il loro lavoro suf-ficientemente attrezzati : effetto della forma-zione sul posto del personale . L'avvenire poidella futura Diocesi e della Congregazione inGiappone, basato necessariamente sulla for-mazione del personale giapponese, ci fa salu-tare con gioia le nuove reclute . che entranonel noviziato per seguire Don Bosco e quelliche entrano nel gran seminario per iniziarvilo studio della filosofia . Nel piccolo seminariodi Miyazaki, poi, oltre cinquanta seminaristiattendono alla loro formazione . Spes messis insemine. Sa il Signore quanto costa in tutti isensi il condurre a maturità queste speranze!Anche qui come in agricoltura, semi duri,inclemenza atmosferiche, malattie, vicendedelle stagioni . . . anche qui qualsiasi solerteagricoltore minaccia, dopo anni di lavoro, ditrovarsi a mani vuote! Eppure non c'è altravia ; necessita preparare al più presto molti ebuoni elementi per la Chiesa e per la Congre-gazione. Chi vuol rendersi benefattore ed amicodi queste vocazioni ha un campo magnificoper esercitare la carità .

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2) Le gare catechistiche da lei promossesecondo le date fissate, si succedono anchenelle nostre residenze ed opere ed in quelledelle Figlie di M . A. Altre se ne stanno pre-parando. Il tutto culminerà col Congresso ca-techistico, promosso dai nostri studenti di fi-losofia e teologia a Tokyo, che si prospettainteressantissimo, anche perchè il primo delgenere in Giappone, e per i riflessi particola-rissimi che avrà, dato che si studia il problemadal punto di vista missionario e del catechismoper i non cristiani. Gliene invierò speciale re-lazione a suo tempo, persuaso di corrispon-dere in pieno ai suoi desideri e intenzioni, eper il bene reale che ne viene alle anime . Manon posso non ricordare le magnifiche mani-festazioni catechistiche avute in seminario,alla missione di Miyazaki ove la gara finaledisputatissima si tenne in chiesa, e specialmentea Beppu per opera delle Figlie di M . A. Lenovizie, le aspiranti, gli allievi e le allievedelle elementari e i piccini dell'asilo, in unasmagliante presentazione di quanto avevanoappreso con dialoghi, discorsetti, recita mec-canica e a senso del catechismo, perfino conuna indovinatissima tombola catechistica trat-tennero il pubblico per oltre due ore. Oltrealla gara furono presentati dagli allievi disegnie dalle novizie carte topografiche e geograficheinteressanti la storia sacra, la liturgia ; e saggi

riuscitissimi di canti : insomma una fantasma-goria attraente ed avvincente in cui le buoneFiglie di M. A. diedero a vedere quanto stialoro a cuore il problema catechistico e comelo traducano in pratica .

Penso che anche queste manifestazioni sianoconquiste di anime o aprano la via a vere con-quiste nell'apostolato . La psicologia del noncristiano giapponese di fronte al cattolicismoviene a urtare contro ostacoli impensati, chedipendono alle volte da cose minime, incom-prensioni vicendevoli di lingua, di abitudini,di costumanze, di fraintesi. Quanto può es-sere capibile nei nostri paesi da uno anchecontrario alla religione ; quanto può essereargomentazione anche apodittica per le nostrementalità europee o americane, non semprepuò esserlo per queste care anime ; bisognadarsi ad un lavoro individualistico, o di pochi,di persuasione: lavoro lento, a passo di tar-taruga . . . E, come capita nelle consuetudinidella bestiola, aspettarsi che al minimo ru-more o accenno di pericolo, ritiri testa e zampe . . .Allora non c'è che aspettare con pazienza chetutto ritorni nelle condizioni di prima per ri-cominciare.

A Miyazaki si è costituito un gruppo, for-mato dai professori del nostro seminario e davolonterosi cristiani, che si propongono ap-punto di venire incontro anche a questo mo-

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vimento catechistico con forme adatte allamentalità giapponese non cristiana, special-mente con conferenze o conversazioni familiaria domicilio, parlate ai giovani, diffusione dellabuona stampa, ecc .

Ed a Beppu un bel gruppo di nostri exallievi oratoriani (per la massima parte noncristiani) cominciano ad orientare il loro mo-vimento associativo anche in questa direttiva .A bisogni diversi, naturalmente, debbono cor-rispondere mezzi diversi ; a malattie specifichediverse sono necessarie cure e medicine di-verse. È questo il punto pratico in cui ci di-battiamo, e di cui, bisogna dire, non abbiamoancor trovato la vera soluzione; ma colla pre-ghiera dei buoni, col seguire imperterriti DonBosco (che penso si sarebbe entusiasmato edeliziato, come San Francesco Saverio, del-l'anima giapponese) e più colla grazia di Dioe nel Suo nome e in quello di Maria Ausi-liatrice riusciremo certo a ottenere anche inquesta direzione dei buoni successi .

3) Nel campo degli amminicoli per avvi-cinare persone, il missionario viene adattandole sue attitudini agli ambienti più disparatipur di far conoscere al più gran numero dianime possibili Gesù benedetto e i suoi in-segnamenti: avvicinamenti letterari, scientifici,storici, artistici, sportivi : Omnibus omnia factus

ut omnes salvi fiant.Gli studi del nostro D . Marega, specialmente

sulla storia delle prime manifestazioni delcristianesimo a Oita (epoca di S . FrancescoSaverio) hanno assodato la presenza di moltetombe cristiane nel centro della città e neipressi del palazzo Daimyo, che accolse SanFrancesco Saverio ; inoltre si è localizzata lasede ove i Gesuiti avevano eretto il proban-dato e noviziato ed anche il posto della mis-sione si è venuto a conoscere con certezza,data la scoperta di un'antica carta topograficadella città. Fuori di Oita pure, a Ujuki, eglipotè determinare un centinaio di tombe cri-stiane dell'epoca delle persecuzioni, e a Ta-keda altre tombe ed altre cose interessanti lastoria della Chiesa primitiva in Giappone,come la campana dell'antico ospedale di Oita .

Il nostro D . Arri a Beppu attende alla tra-duzione in giapponese dei Promessi Sposi delManzoni ; D. Romani a Tokyo alla pubblica-zione in giapponese di M. Minucio Felice,scrittore apologetico della Chiesa primitiva .Così altri confratelli, secondo le loro attitu-dini, tentano di cooperare alla pacifica con-quista di anime. La musica, al solito, nontace. Si succedono i concerti per ricordare lefeste bimillenarie dell'Impero ; la minuscola

banda del seminario nei cortei, la cantoria del-l'ospizio alla radio, fanno la loro parte . . .

Insomma, come vede, amato Padre, i suoifigliuoli vogliono far del loro meglio per com-piere il loro dovere missionario salesiano conconquiste pacifiche .

IL MESE DEI FIORI - - Veramente èdifficile stabilire quale sia il vero mese deifiori per il Giappone, perchè se ne vieneadornando tutti i mesi. Ad ogni modo, inomaggio al nome, chiamiamolo così .

Anche nella nostra cara missione non man-carono fiori materiali e più spirituali . per ono-rare la nostra cara Mamma ; e, se anche lemanifestazioni non riuscirono imponenti, datele condizioni attuali, quanto possono essereriuscite altrove, l'ardenza del cuore, la devo-zione verso l'Ausiliatrice nostra non fu certominore. In ogni residenza, in ognuna dellenostre opere si fece di tutto per amare e faramare Maria . Là dove fu possibile si tennepure la prescritta conferenza ai Cooperatori .Si fece conoscere l'Associazione dei suoi de-voti, canonicamente eretta dappertutto, e laMamma ci inviò molte consolazioni spirituali,paragonabili ai bei fiori che distinguono questomese anche in Giappone . Ed è di queste con-solazioni che voglio far partecipe il suo cuoree quello dei nostri Cooperatori, perchè soquanto siano gradite a tutti le nostre notizie,anche se di non grande importanza .

All'inizio della novena i confratelli di Miya-zaki fecero sentire alla radio cittadina un belconcerto di Laudi spirituali in giapponese,quasi tutte ineggianti alla Vergine santa . Èper voi difficile pensare alla gioia che si provain paese non cristiano, quando si ha la possi-bilità di propagare coi discorsi, colla buonastampa e anche col canto e colla musica inomi santi di Dio e della Vergine sua Madre,tanto più quando l'occasione viene diretta-mente dal loro invito ; mi pare che la parola,l'accento, la tonalità sia più viva, più sentitae penetrante . Provare per credere . È quelloche pensavo giorni fa in una grande manifesta-zione musicale data di fronte a migliaia di per-sone a Fukuoka con la corale cattolica, le suoredella visitazione, le allieve delle scuole tenuteda religiose e i seminaristi, che in una rievo-cazione storica dai primi albori delle manife-stazioni musicali ai giorni nostri, in perfettogregoriano, in perfette riproduzioni di mu-sica polifonica ed esecuzione di una messa,tennero avvinto per oltre due ore e mezzo unscelto pubblico, il quale, attraverso le esaurientispiegazioni del P . Martin delle M . E. di Pa-

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rigi e la traduzione alla mano dei brani latinieseguiti con perfetta pronuncia romana, gu-stava quel modo spirituale di inneggiare a Dio,a Gesù, alla Vergine, così diverso dalle ordi-narie insipide canzonette da strada e da caffè .In questi luoghi, dove da secoli non è risuo-nato il nome Santo, che siamo proprio quiper predicare, mi pare che la voce sia più forteed espressiva e che la manifestazione sia piùgustata da tutti .

In missione vennero ad assumere uno splen-dore speciale le feste mariane in seminario eall'ospizio. La compagnia dell'Immacolata inseminario ha davvero lavorato, e le varie ma-nifestazioni alla salesiana (funzioni in chiesa,accademia, teatro, processione ecc .). corona-rono gli sforzi di queste anime belle, su cuinoi fondiamo la nostra speranza per l'avvenire .Constatiamo con mano quanta efficacia eser-citino le compagnie religiose volute da DonBosco nei suoi istituti e organizzate come ciha insegnato Lui .

L'ospizio vide nel giorno della festa di MariaAusiliatrice aumentare il numero delle reli-giose della carità: tre novizie fecero la profes-sione, e tre nuove novizie con sei postulantisubentrarono . Oh, Maria SS . ci conservi eperfezioni queste vocazioni e dia modo allagiovane congregazione di espandersi a vantaggiodi tante anime .Il25, a Beppu si compiva la funzione cosi-

detta del muneaghe (innalzamento del tetto)trasportata dal 24, perchè giorno di pioggia .Quando in Giappone si vuol costruire una casa,i falegnami in cantiere preparano tutti i pezzi ;finita la lavorazione, in generale in una gior-nata, montano tutta l'intelaiatura della casafino al tetto. A tale funzione interviene tuttala popolazione della circoscrizione, aiutandogli uomini all'innalzamento e le donne a con-fezionare i dolci, che si gettano dall'alto agl'in-tervenuti . La partecipazione di questa bravagente dice a sufficienza le buone relazioni incui si trova la missione . Con questa costru-zione si realizza, sia pure modestamente, lacasa del missionario che, venendo in questacittà, città delle acque, bagni e fanghi termali,a cercare salute, potrà trovare presso i figli diD. Bosco modesto alloggio . I nostri confratellifinora vivevano in una povera capanna e minac-ciavano davvero di fare quanto prima la mortedel topo sotto la cadente costruzione . La ca-rità generosa di anime buone e dei nostri Su-periori ci venne in aiuto in questa necessità,nonostante le critiche condizioni del momento .Fra non molto si potrà abitare la modestacostruzione, che, nata dalla carità, continuerà

a servire per le opere di carità, specie versogli ammalati. Il caro D. Arri, egli pure amma-lato, può godere per l'aumento veramente con-solante del Segretariato infermi, dalui diretto

e che raggiunge ormai il migliaio di soci.Pose fine alle manifestazioni mariane la bella

processione eucaristica tenuta alla missione diMivazaki. Pur contenuta nei ristretti limitidella missione, riuscì una manifestazione de-vota, ordinata e sentita di fede. Vi partecipòtutta la cristianità e le opere cattoliche dellacittà. Le cerimonie religiose, la musica vocalee istrumentale, gli angioletti che spargevanofiori, i paggi, i ceroferari e il servizio d'onoree d'ordine, tutto funzionò in modo inappun-tabile . Sia gloria a Gesù e sparga Egli le suebenedizioni su queste care anime e su questogrande Impero .

Sopra di una collina prospiciente la città diM iyazaki si è inaugurato in occasione dellefeste bimillenarie della fondazione dell'Impero,un bel monumento, su cui è scolpito a grossicaratteri : « Tutto il mondo una sola famiglia » .Nel consacrare la nostra missione e l'operasalesiana in Giappone a Gesù e alla Mammanostra abbiamo pregato, che davvero si effettuiquesto sublime ideale nel nome Suo, zia, ve-rità e vita e nel nome-della Madre Sua e nostra,causa intera della nostra speranza .

Ci benedica e preghi per noi .Miyasaki, 31 maggio 1940.

Suo come figlioMons . VINCENZO CIMATTI

Pref. Ap. di Miyazaki.

INDIA - Saharanpur .

Fra i figli dei poveri Paria .

Amatissimo Padre,l'ubbidienza mi ha destinato ad un campo

tutto differente dal precedente . Non più leridenti colline Khasi, non più i poveri e sem-plici figli della foresta assamese, ma una va-stissima pianura ai bordi dell'immenso de-serto che congiunge l'India coll'Afganistam,ove si trovano milioni di poveri figli dellapolvere e della sabbia, abbandonati nella piùsquallida miseria spirituale e materiale .Mi sembra che il Signore mi abbia scelto

perchè io sia sempre in mezzo ai più derelittidella società umana .

Nel nostro orfanotrofio accogliamo i figlidei paria, cioè i figli di coloro che, stando alleloro credenze, non avrebbero nessun diritto

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nell'umana società, e che sono chiamati i ma-ledetti, gl'intoccabili. Questi formano la no-stra porzione e per questi stiamo fondando lescuole industriali, per insegnar loro non soloin teoria, ma anche in pratica, che pure peressi il Signore ha creato la società umana nellaquale hanno gli stessi doveri e gli stessi di-ritti ; e che anch'essi possono guadagnarsi one-stamente il pane col sudore della loro fronte .

I vecchi genitori, ormai impregnati delleloro vecchie teorie, non vorrebbero affidarcii figli, perchè dicono che essi sono nati peressere sempre paria, i maledetti ; ma non cosìla pensano i ragazzi dopo qualche mese didimora presso di noi. Se vedesse come cam-biano anche la fisonomia dopo solo poco tempodi permanenza! Abbiamo qui un ragazzo quat-tordicenne che, quando fu accettato, non osavanemmeno parlare con noi sapendosi figlio dellapolvere ; ed ora, invece, è uno dei più allegri,intelligenti e di molta pietà, e domanda coninsistenza di essere ammesso nella Chiesa delSignore mediante il Santo Battesimo, mentrealtri fan del loro meglio per seguire il suoesempio. E così pian pianino Don Bosco attiraa sè anche questi poveri figli della sventura .

Se avessimo mezzi per poter sviluppare lenostre scuole industriali, quanti di questi in-felici, che passano le giornate sdraiati nellapolvere, potrebbero venire da noi per diven-tare liberi cittadini e buoni cristiani! Nel no-stro distretto, di questi poveretti, ne abbiamocirca due milioni; perciò può immaginare comesia urgente metterci in condizione di poteraccogliere un buon numero di questi giovaniaffinché essi pure, dopo esser stati ben for-mati nella vita cristiana, possano essere guidae maestri ai loro compagni di sventura . AmatoPadre, io non so la lingua di questi poveretti,ma l'assicuro che ci parliamo e ci compren-diamo lo stesso, giacché l'amore ed il doloreparlano una lingua comune a tutti i cuori, eperciò, benchè nuovo del luogo ed ignarodella lingua, ho potuto farmi comprendere damolti giovani i quali, comprendendo che liamavo, chiesero di venire alla nostra scuolaed ora imparano ad amare ed a pregare quelDio, che li renderà liberi dalla loro schiavitù,per essere anch'essi figli della Carità .

Si degni, amato Padre, di mandarci la suapaterna benedizione, e di trovarci benefattoriche ci aiutino a far trionfare anche in questacontrada il regno dell'amore .

Saharanpur, 1° marzo 1940.Suo aff.mo in G . C .

Sac. Di BENEDETTO FIORI, Miss. Salesiano.

CINA .

Tra il turbine della guerra .

Amatissimo Padre,

la città di Shiu Chow, in cui mi trovo, fuin questo periodo bombardata per ben 25 volte,e spesso da intere squadriglie di varie decinedi grossi aeroplani che lanciarono innumere-voli bombe. La nostra cara Pro-Cattedrale,ove riposa la salma di Mons . Versiglia,fu col-pita in pieno e semidistrutta, e così pure lanostra scuola media San G . Bosco, la casamadre delle suore indigene, l'ospizio dei vecchi,l'ambulatorio . Fu giocoforza rifugiarci qui aHo Sai, ove ci troviamo quasi come le acciughenel barile ; ma l'allegria e la grazia del Signorenon mancano mai. Abbiamo anche avuto unalunno ucciso dalle bombe, insieme ad altre68 persone, perchè volle, contro il nostro con-siglio, nascondersi durante un bombardamentoin un rifugio, che fu poi colpito in pieno .Noi quando imperversano i bombardamenti,ci mettiamo in una camera a pian terreno, inginocchio, e . . . chi sgrana il rosario, chi baciail Crocifisso, chi invoca la Madonna . . . tuttisi è un po' pallidi in viso, ma l'anima è se-rena. . . E così, magari per un'ora fin che durail bombardamento, sotto quella terribile piog-gia di bombe, fra il fragore degli schianti,fra il fumo e il crepitar delle fiamme . Final-mente quando il sinistro rombo dei motorisi allontana, rialzando la testa come da pro-fonda meditazione, ci guardiamo sorridendoin faccia, quasi congratulandoci di . . . essereancora tra i viventi, e spontaneamente, tutti,ci rechiamo subito in chiesa a ringraziare ilSignore. Ah! Padre amatissimo : questi sonoesercizi spirituali di buona morte che scuo-tono! E i frutti non mancano . Vedesse comesono tutti ben animati, studiosi, fervorosi, ub-bidienti questi cari giovani!

Ma mi preme di darle un'altra notizia .Anche il nostro Vicariato ha avuto la suainvasione . Il Santo Natale scorso lo pas-sammo abbastanza tranquillamente, e moltodevotamente con battesimi di adulti, e un con-solante risveglio di pietà da parte dei cristiani .I nostri seminaristi, poi, prepararono un pre -sepio veramente artistico e maestoso, che ful'attrattiva di tanti, anche pagani e protestanti .Eravamo felici di aver potuto passare tran-quilla una così bella festa, quando l'indomaniimprovvisamente si sparse il panico : «Arriva-no i nemici! » . Molta gente cominciò a fuggire,carica delle sue povere masserizie . Noi pas-

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sammo due giorni in paurosa attesa . Il 29,le autorità militari diedero l'ordine di sgom-brare in tre giorni la città e dintorni . La nostraresidenza e il seminario, essendo stati dichiaratizona di rifugio internazionale, videro accor-rere una turba di gente per rifugiarsi e mettereal sicuro le loro cose . Tutti i locali in brevedivennero enormi magazzini. Ma, essendo illuogo sempre molto inferiore e insufficente albisogno, i protestanti ci offrirono una loroscuola non molto lontana da noi, e anche quellocale rigurgitò in breve di persone e di roba .Non potendo assolutamente da solo badarea tutto, pregai D . Kirchner ad aiutarmi . Delbene oltre ai corpi se ne potè fare molto anchealle anime . Molti, oltre al ricovero, ricevetteroanche il vitto ; qualcuno, in condizioni piùpietose, lo si dovette ospitare nel nostro ri-covero dei vecchi. Purtroppo, poveri comesiamo, qualche volta abbiamo dovuto mode-rare molto la nostra carità di fronte a tantamiseria! I Giapponesi però se ne ritornarono,e, con una relativa pace, a poco a poco ancheun po' di vita ripopolò queste regioni quasiormai deserte . Che desolazione però! Quantipadri che invano cercavano i figli ; quanti figliche invano invocavano i genitori! Il Governofece di tutto per raccogliere e aiutare speciegli orfani di guerra . Anche noi, seguendo ilnostro spirito, abbiamo potuto adattare un po'di locale, ed ospitarne fino a duecento e più .Inoltre, malgrado l'imperversare di tanta mi-seria, quest'anno S . E. riaprì la scuola allievicatechisti, di cui fu incaricato il nostro D . Ras-siga, missionario di Lin Chow .Abbiamo anche potuto celebrare con la

maggior solennità ché ci fu possibile il decimoanniversario dell'eccidio di Mons . Versigliae D. Caravario. Parecchi missionari poteronointervenire. Da Nam Yung vennero D . Mundae D . Janssen ; da Yn Tak venne D . Vetch ;da Lok Chong vennero D . Fochesato e D . Gar-bero ; da Yan Fa venne D. Schutzdeller .L'accademia, presieduta da Sua Ecc. Mons .Canazei e con l'intervento di molti amici,riuscì assai bene .Come vede, amatissimo Padre, anche i

suoi figliuoli nella lontana e tribolata Cina, sisforzano, malgrado tante difficoltà, di mo-strarsi sempre degni figli di Don Bosco esuoi. Lei ci aiuti con le sue fervorose preghiere,e ci raccomandi tanto alla carità dei nostricari Cooperatori .

Suo dev.mo in C . J .D. PIETRO BATTEZZATI

Missionario Salesiano .Ho Sai, 1 maggio 1940 .

ASSAM

"Un fanciullo li guiderà ! "

Amatissimo Padre,

l'Assam possiede un bel santuario dedicatoa Santa Teresina in Jowai sulle colline Khassi .Sotto la protezione della Santa i missionarisvolgono un'opera di religione e di civiltà cherecentemente riscosse il plauso di S . E. SirRobert Reid, governatore dell'Assam . Molteperò sono le difficoltà che incontrano . Alcunivillaggi sperduti nella jungla sono periodica-mente visitati da animali feroci ed essi devonoaiutare i cattolici nella lotta contro le tigri chedi notte asportano il bestiame, o contro glielefanti che danneggiano il riso . L'ufficialegovernativo, un buon cattolico ex-allievo delcollegio salesiano di Londra, mi fece vederecon un certo orgoglio due enormi zanne d'a-vorio di elefante alte m . 1,8o . «Era - mi di-ceva - un colosso della jungla, selvaggio,cattivo, che dava molte noie. Organizzammouna spedizione. Entrato nella foresta, mi tro-vai quasi subito davanti a quella mole nera .Mirai bene. Il colpo raggiunse il bestione inpieno, vicino all'orecchio. L'animale indie-treggiò di alcuni passi, mandando un terribilebarrito che ci fece agghiacciare il sangue, e pois'avventò contro di me . Ma ebbi tempo a spa-rare il secondo colpo che lo atterrò . Fu unafesta! Era certo uno dei più grossi elefantiuccisi in Assam. Volevo comperare quellebelle zanne di avorio per mandarle a Torino,ma compresi che simili trofei e ricordi nonsi vendono :

Il missionario però è cacciatore di anime eil Signore lo protegge e difende dai pericolidelle belve che, a dir vero, si possono incon-trare. Un confratello mi raccontava, sorridendo,che un mattino, allo svegliarsi dopo il breveriposo in una capanna di paglia, vide un ser-pentello lungo mezzo metro che si muovevaal di sopra della zanzariera . Era forse cadutodal soffitto . La zanzariera è indispensabileper chi viaggia in Assam . Il missionario a talvista, non scese, no, ma precipitò dal poveroassito ed uccise l'intruso . Era un velenosissimocobra. Le zanzare non sono meno pericolosedel cobra: fanno strage assai più dei serpenti,numerose e moleste come sono . Il missionarionon si spaventa però di questi pericoli . I veriostacoli sono di altra natura .

Jowai è la roccaforte dei protestanti checontano quattro sette : Alta Chiesa, Chiesa di

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Dio, Presbiteriani e Chiesa Nazionale Khassi .Il giorno del Signore è tutto uno scampaniodelle differenti campane e campanelle che in-vitano i proprii seguaci. La Chiesa Cattolicaè naturalmente il segno di contraddizione :ogni nostro passo è contrastato, è una veraguerra sorda e continua . I protestanti perònon fanno più conversioni, mentre la ChiesaCattolica è il virgulto giovane che dà semprenuove gemme e polloni . Dei pagani, una - partesi erano trincerati nelle loro superstizioni, al-tri avevano troppe catene da spezzare per ab-bracciare la morale severa del Cristianesimo .Pareva che nessuna forza potesse scuoterlidalla apatia religiosa .

All'ombra del santuario di Santa Teresinaci ricordammo delle parole di Gesù : « Chiaccoglierà uno di questi piccoli, accoglieràme ». Il nostro Santo Fondatore poi ci invi-tava ad andare alla gioventù. Cominciammoad aprire asili infantili nei rioni pagani, adattirare i giovani alla scuola ed agli oratorifestivi . I fanciulli portarono come un'ondata diossigeno nuovo e guadagnarono la simpatia deipagani. Nel giorno della festa, la processionesfilò nelle vie di Jowai. Erano circa mille icattolici oranti ed osannanti . Venti bambine,bianco vestite, gettavano fiori davanti al Si-gnore . Io pensavo a Santa Teresina ; ma quellebambine che gettavano fiori, simbolo del loroamore, erano ancora pagane e i genitori purepagani, sorridevano di compiacenza .

Al saggio ginnastico, più di 200 giovani,al comando di Don Vendrame, diedero unbellissimo spettacolo . Questa giovinezza fresca

e innocente ha portato una nota simpaticaovunque. Nei villaggi, sono due i canti chegiungono incessantemente al nostro orecchio :quello di Don Bosco e di Santa Teresina, can-tati da centinaia di fanciulli, cattolici e pagani .Cantano forte i bimbi, inneggiando a DonBosco, il Padre amato, e poi intonano l'altralode: « Un dì nella terra di Galilea Gesù disse :Se non vi renderete simili a bambini nonentrerete nel regno dei cieli ». È il canto diSanta Teresina: la melodia entra nel cuore eintenerisce fino alle lacrime. Sì, per rinnovel-lare la regione e vincere il millenario pagane-simo, non vi è altro mezzo : i fanciulli hannoaperto la via e guidano per piano i vecchi .

Un terzo ostacolo, nel distretto di Jowai,sono la miseria e la povertà della popolazione .Il terreno è ingrato : il riso, si può dire, è l'unicoraccolto e dipende da fattori troppo incerti .La fame quindi spinge la gente ad altri lidi,obbligandoli ad una vita semi nomada e soffo-cando ogni aspirazione spirituale .

La Chiesa Cattolica di Raliang, a 25 km .da Jowai ha aperto una colonia agricola . Leautorità governative non possono fare a menodi esprimere meraviglia e soddisfazione quando,dopo un faticoso viaggio, si trovano in questaoasi creata dal lavoro e dai sacrifici dei mis-sionari. Già una trentina di ragazzi imparanoad amare la terra, la buona madre che versadal suo grembo tesori preziosi a chi la sa col-tivare . Nel mese di gennaio, anche il Vicerèdell'India mandò una sua offerta per la co-lonia. Purtroppo, le condizioni finanziarie del

-

l'Assam non permettono alla scuola di rice-vere quei sussidi che merite-rebbe. Dio solo sa quanti sacri-fici, quanti insuccessi segnanoil percorso, come tante pietremiliari, di questa colonia agri-cola. Ma nel lavoro missiona-rio ci vuole sempre : costanza,adattabilità e santo ottimisimo .Ella, o amato Padre, che

visitò Raliang, l'ultima Tule,e vide tutti questi problemi,ci benedica affinchè possiamocontinuare a lavorare per l'e-levazione morale e civile diquelli che sono veramente ipiù piccoli nel gregge di Dio .

Shillong, 1° marzo 1940.

Suo dev.mo in G. C .

+ STEFANO FERRANDO

Vescovo di Shillong .

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NECROLOGIOSalesiani defunti :FRISONI MICHELE, coad. da Vergiano (Rimini),

a Montodine (Cremona ) il 23-VI-1940 a 61 anni.

Cooperatori defunti :CAN. BASILIO BOSCAGLIA . Questa genuina del

Clero Biellese e nobile figura di Cooperatore salesianocessò di vivere il 18luglio dopo breve malattia. Aveva73 anni di età, 5o interi di sacerdozio . Da un quarantennioinsegnava Sacra Scrittura in Seminario e, come CanonicoTeologo, teneva dal pulpito ogni domenica la lezionescritturale prescritta dai Canoni . Ma lo studio non lodistoglieva dall'esercizio del sacro ministero, nel qualeegli si prodigava specialmente a vantaggio della gioventùin oratorii ed in istituti, compreso il collegio salesiano .Predicare al popolo e dettare esercizi al Clero, in diocesie fuori, aiutare i parroci e prendere per sè nel Capitolole parti onerose furono sue occupazioni abituali . Diressepure alcun tempo il giornale diocesano e anche dopomaneggiava coraggiosamente la penna in difesa della fedee dei sani principi . Molto scrisse e si adoprò per il caroSantuario di Oropa . Dotato di squisito senso musicalee di vera abilità nel suono dell'organo, promosse effica-cemente in diocesi la riforma della musica sacra . Pienainsomma fu la sua lunga giornata, e chiusa alla fine infrancescana povertà, perchè dava, dava ai poveri senzamisura.

I Salesiani perdono in lui un tesoro di amico, avvezzoa dividere con essi gioie e dolori e a non risparmiaredisagi, ogni volta che sapesse di poter fare cosa a lorogradita . Il collegio e la parrocchia di S. Cassiano hannoobblighi specialissimi verso di lui, ne mai dimentiche-ranno le sue benemerenze .MONS. COMM. GIOVANNI BATTISTA RHO,

† a Chieri il 17-V u . s . a 81 anno .Compì gli studi ginnasiali all'Oratorio di Torino sotto

la guida di S . Giovanni Bosco ; passato quindi in Semi-nario, raggiunse il sacerdozio nel 1881 . Prevosto per 17anni di Santa Maria in Caselle Torinese, ebbe in seguitop er 36 anni come Arciprete la cura parrocchiale delDuomo di Chieri .Uomo di grande rettitudine, di pietà profonda, di raraprudenza, seppe zelare la gloria di Dio ed il bene delleanime con pastorale semplicità e paterno affetto . Decu-rione dei Cooperatori, promosse e sostenne l'Opera sa-lesiana con particolare predilezione, seguendo nel mini-stero sacerdotale i preziosi consigli di Don Bosco cuiprofessava la più fervida venerazione la più viva ricono-scenza .D. LUIGI PEVERINI,

ad Ospedaletto (Udine) il3-VII u. s . a 61 anno .Decurione dei Cooperatori e Priore Parroco di Ospe-

daletto, rifulse per pietà sacerdotale e zelo pastorale .Animato dallo spirito di S . Giovanni Bosco si prodigòcon particolare affetto al bene della gioventù, dei poveri,degli ammalati, favorendo le Opere e Missioni salesianee curando con sollecitudine le vocazioni sacerdotali e re-ligiose .

D. SECONDO TASCHINI, † a Villa Tagliata diGuastalla il 10 -VII u. S .Veneranda figura di sacerdote umile e pio, pastore

zelante, ammiratore delle Opere salesiane, fu il primo acostituire in diocesi il nucleo dei Cooperatori . Salesianiche per oltre 40 anni continuò ad infervorare colla suaparola e col suo esempio .CAN. PIO BOCCALATTE, † a Lu Monferrato il

18-VI u. s.Dolce di carattere, austero di costumi, pio di nome e

di sentimenti visse tutto per Signore, prodigando conpredilezione il suo ministero nel Confessionale, al lettodegli infermi, nell'insegnamento del Catechismo ai fan-ciulli e nella cura delle vocazioni sacerdotali e salesiane .Exallievo e fervente Cooperatore zelò con particolareaffetto le Opere Salesiane .

CELESTINA BOERO n. PENNA, † a Torino il5-II u . S .

Zelantissima Cooperatrice, trascorse tutta la sua vitanelle pratiche di pietà, nella cura della famiglia e nell'e-sercizio delle opere di carità.

Altri Cooperatori defunti :Acito Domenica ved . Colapinto, Turi (Bari) - Apolloni

Rosa, Vandoies (Bolzano) - Baietti Radegonda, RamateSvizzera-Ticino) - Becucci Bartolomeo, Grosseto -Bertolotti Maria, Trento - Besenval Cesarina, CastiglioneDora (Aosta) - Besenval Susanna ved . Aosta - Bobbio Gen .Valentino, Torino - Boero Alberto, Torino - Bonelli Giusep-pe, S . Lugano (Trento) - Rossi Maria ved. Musati,Rocca-pietra (Vercelli) - Brizio Maddalena, Fossano (Cuneo) -Bussi D . Luigi, Candia Lom . (Pavia) - Camerata Scovazzobarone Rocco, Palermo - Carpignano Can. Paolo, Asti -Cecconello Giuseppe, Bottrighe (Rovigo) - Corengia Ce-lestina, Asnago (Como) - Crosta Valentino, Brescia -Dalbon Angela, Vigo Rendena (Trento) - Donà Giulio,Campese (Vicenza) - Ferrando Eugenia, Iv rea (Aosta) -Ferronato Michele, Cittadella (Padova) - Franchini Maria,Casnigo (Bergamo) - Franz Luigia, M oggio sup. (Udine)- Giannone Amalia, Rivergaro (Piacenza) - JannacconeGennarelli Rosa, Lodi (Milano) - Maini Gazzoletti Sil ia,Rovereto (Trento) - Marchino D. Mario, Castellinaldo(Cuneo) - Mazza Maria, Robecco Pavese (Pavia) - MerloMartina, Borgosesia (Vercelli) - Monti Pietro, Borgosesia(Vercelli) - Pedretti Gazzaniga Anna, Rancio di Lecco(Conio) - Oniodeo Gilda, Vigevano (Pavia) - Pirola Gio-vanni - Pizzamiglio D . Francesco, Quinzanod'Qglio(Brescia) Porliod Alessandro, Nus (Aosta) - PrinciAntonio, Salice Calabro (Reggio Calabria) - RabezzanoAngela, Acqui (Alessandria) - Redditi Mons . Arrigo,Fiesole (Firenze) - Rovere Giacomo, Bannia (Udine) -Rucconigi Silvano - Sandulli Gen . Roberto, Firenze -Sbarra Lidia, Legnano (Milano) - Sbarra Rosa, Legnano(Milano) - Sorretti Andrea, Castion (Verona) - SotgiaAntonio, Osidda (Nuoro) - Spreafico Rag . Angelo,Gal-biate (Como) - Stracciati Narcisa, Arezzo - Tosato An-tonio, Salboro(Padova)-Venturello Giovanni,Villanova(Asti) - Venturinì Regina, Co rdovado (Udine) .

OGNI MESE :1) In un giorno del mese a loro scelta.

2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio di Buona Morte .3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile

salesiana .

NEL MESE DI SETTEMBRE ANCHE :1) Il giorno 8: Natività di Maria SS .2) Il giorno 12: SS. Nome di Maria.3) Il giorno 14 : Esaltazione della S. Croce.4) Il giorno 15 : Sette Dolori di Maria SS .5) Il giorno 29 : Dedicazione di S . Michele Arcangelo .

TESORO SPIRITUALEI Cooperatori che, c onfessati e c omunicati, visitano un

chiesa o pubblica cappella (i Religiosi e le Religiose, laloro cappella privata) e quivi pregano secondo l'inten

-

zione del Sommo Pontefice possono acquistare:

L'INDULGENZA PLENARIA

1) Nel giorno in cui danno il nome alla Pia Unione deiCooperatosi .2) Nel giorno in cui per la prima volta si consacranoal Sacro Cuore di Gesù .

3) Tutte le volte che per otto giorni continui attendonoagli Esercizi spirituali .

4) In punto di morte se, confessati e comunicati, o almenocontriti, invocheranno divotamente il SantissimoNome di Gesù, colla bocca, se potranno, od almenocol cuore.

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Crociata missionariaBorse complete .

Borsa MORASSUTTI ANTONIO E LUIGIFRATELLI, a cura della Contessa Burovich Mo-rassutti Maria .

Borsa GESÙ, MARIA, GIUSEPPE, a cura di N . N .Borsa FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE, a

cura del Consiglio Generalizio . .Borsa SACRA FAMIGLIA E S. GIOVANNIBOSCO PENSATECI VOI, a cura di N . N .

Borsa SACRO CUORE E S. GIUDA TADDEO,a cura del Sac. D. Fulvia Antonelli .

Borse da completare .Borsa ANIME DEL PURGATORIO (5a) - Somma

prec . : 12 .697,90 - Satta Linda, 30 - BarzaghiVittoria 21 - Caretta Bice 5 - Mazzoleni Pie-rina S - Busetto Alfredo 5 - --Magno Alice 5o -De Ferraris Atti 1o - Aloizo Francesca Zoo -Tot. 12 .923,90 .

Borsa AMIGHETTI GIUSEPPE - Somma prec . :500 - Nuovo versamento 300 - Tot. 800 .Borsa A . E. PONTECURONE a cura di N . N . -

1° versamento 8 .ooo .Borsa BALDI D. LUIGI - Somma prec . : 2 .850- N . N ; 5o - N. N . 5o - Tot. 2950 .

Borsa BEATA MARIA MAZZARELLO a curadel Sac . Dott . G . B . Calvi - Somma prec . : 3920,50- A. e C . 100 - Demartini Rosetta 6o - Prof .Dott. Scavino 'Maria So - Bettio Angela 5 -Prof. Dott. Scotta Carolina 5 - Rina Pastor 10- Tot. 4150,50 .

Borsa BELTRAMI D. ANDREA (4a) - Sommaprec . : 3830,20 - Orlandi Benedetto 5o - Tot .3880,20 .

Borsa BLANDIVO GIOVANNI - Somma prec . :3 .490 - A. R. 4o - N. N. 50 - Anna PiccoBlandino 6o - Maria e Pier Giov . Blandino 30- Tot. 3 .670 .

Borsa COLOMBO D . SISTO - Somma prec. : 66o- Pozzi Francesco 100 - Tot. 760 .

Borsa DATTA D. STEFANO - Somma prec . :200 - Nuovo versamento 1 .000 - Tot. 1 .200 .

Borsa DIVINA PROVVIDENZA (3a) - Sommaprec . : 9968,50 - Boine Fiorenza 15 - BoglioneFrancesco 90 - Ciucchi Maria 10 - Tot .10 .083,50 .

Borsa DOGLIANI CAV. GIUSEPPE a cura diPozzi Francesco - Somma prec . : . 6 .786,50 -Cavalli Luigi 20 - Pozzi Francesco 100 - Tot .6906 5o

Borsa DAL NEGRO MONS. GIOVANNI a curadella Pia Unione per l'adorazione del SS . Sacra-mento in S . Spirito (Udine) - Somma prec . :4 .537 - Sabina Giordani 25 - Rina Collo 20- N. N. S . Spirito 25 - Dott. B . Peratoner 10- N. N. S . Spirito 40 - Tot. 4 .675 .

Borsa D. BOSCO PADRE DEGLI ORFANI -Somma prec . : 2 .547 - G. Poltroneri 20 -- Tot .2 .567 .

Borsa D. BOSCO EDUCATORE (4a) - Sommaprec . : 4 .599,70 - Pancrazi Augusta 30 - Gam-

birasio Giuseppe 25 - Rag. Betta Guido 20 -Tot. 4 .674,70 .

Porsa D. BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI(2a) - Somma prec . : 6 .629,50 - G. B . .Ventu-relli 50 - Famiglia Cosmelli 100 - M atilde Per-n igotto 10 - Tot. 6.789, 5o .

Borsa D. BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI- Somma prec . : 7 .374 - Vanzetta Mar Lino 10

Famiglia Chiodini 10 - Pernigotti Matilde 10Tot. 7.404 .

Borsa DURANDO D. CELESTINO a cura di unSacerdote Torinese suo ex allievo - Somma prec . :1 .15o - Parrocchia di Farigliano 6o - Tot . 1 .210 .

Borsa EMIGRATI ITALIANI - Somma prec . :1 .558,50 - Previdente, Crespi, Morellato, Minella,Schioschet, Briganti, dalla, Francia 6o -- Tot .1 .618,5o .Borsa FRANCHINI D. GIOVANNI - Somma

prec . : 100 - N. N . 100 - Tot . 200.Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2 a) - Somma

prec . : 4 .997 - Dalla Bona Maria 70 - 5.o67 .Borsa GESÙ, MARIA AUSILIATRICE, DONBOSCO (3a) - Somma prec . : 11 .796 - BarellaMarianna 96,50 - Parodi Teresa 19,30 - Car=rabotta Emilia 19,30 - Capitani Soro 96,50 -Parodi Giulietta 10-D . V . Scarzello 10 - NabotOlimpia 5 - Bellito Maria 10 -- Viscardi Marta100 - Maria Giuseppina 17 - Tot . 12 .179,60 .Borsa GESÙ MIO MISERICORDIA -- Somma

prec . : 1 .000 - Nuovo versamento 1 .000 - Tot .2 .000 .

Borsa GLI EDUCATORI AL LORO SANTO -a cura dell'Ing . Comm. A. Bianchi PresidenteUnione D. Bosco fra insegnanti - Somma prec . :7 . 21 4 , 35 - Roero Maria e Ludgarda 5o

Tot.7.264,35-

Borsa GIOVANNINO BOSCO a cura di M . C. B .Torino - Somma prec . : 5 .000 - Nuovo versa-mento 5 .000 - Tot . 10 .000 .

Borsa LASAGNA MONS. LUIGI a cura dellacasa Salesiana dell'Uruguay - Somma prec . :8 .504,20 - Olga Gianotti 50 - Tot . 8 .554,20 .

Borsa LOMBARDI DOTT. COMITE FRAN CE-SCO a cura di Assuntina Maccari ved. Lombardi- Somma prec . : 7 .000 - Nuovo versamento 3000- Tot. lo .ooo .

Borsa MADONNA DEL CARMINE - Sommaprec . : 237,50 - Coniugi Borghese 200 . - Tot .457,50 .

Borsa MAMMA MARGHERITA (3a) - Sommaprec . : 1 .955,75 - Sorelle Allodio 10 - Tot.1 .965,75 .

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S . GIOVANNIBOSCO a cura di N . N. Udine - Somma prec .1 .000 - Nuovo versamento 1 .000 - Tot . 2 .000 :

Borsa MARIA AUSILIATRICE (29a) - Sommaprec . : 2 .523 - Casè Virginia, offerte varie 1 .531,50- Mazzini Pierina 10 - G. Poltroneri 10L. Gelmi 10 - Maccagno Francesca 25 - N. N .25 . - Tot. 4134,50 .

Borsa MARIA AUSILIATRICE a cura di E . P .- Somma prec. : 9 .000 - Nuovo versamento 500Tot. 9.500.

(Segue) .