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Bollettino Salesiano - 1 maggio 1952biesseonline.sdb.org/1952/195209.pdf · Il culto di Maria Ausiliatrice non è, come taluno ha pensato, la messa in evidenza di uno dei tanti titoli

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Bollettino Salesiano-ANNO LXXVI1° MAGGIO 1952

NUMERO 9

Maria Ausiliatrice

Chi dice Maria Ausiliatrice dice baluardo e difesa della civiltà cristiana . Non è un'affer-mazione pretenziosa o retorica fuori luogo, ma una certezza cresimata da venti secoli di storiae giustificata da sicuri principi teologici . Molti, forse ancora troppi divoti di Maria Ausi-liatrice, sono guidati nella loro divozione da viste ristrette e imprecise, che non permettonodi cogliere tutta l'ampiezza e la dimensione di quello che è stato ed è soprattutto permerito di S . Giovanni Bosco - un grande culto mariano . La conseguenza inevitabile è cheessi non possono ricavare tutto quel frutto spirituale che si ripromettono e che sarebbeauspicabile .

Che Maria SS . sia presente in tutte le svolte difficili della storia è fatto che nessuno ignora,ma non sempre si sottolinea come la Madre di Dio vi sia presente appunto nella sua specifica mis-sione di Ausiliatrice : a Lepanto come a Vienna, a Buda come a Fontainebleau, a Roma comenelle più lontane terre di missione . Quanti sanno che l'immane e plurisecolare lotta dell'oc-cidente cristiano contro l'oriente mussulmano trae ispirazione e ardire dalla divozione a Maria,Auxilium Christianorum ? Che i pionieri e gli artefici della Controriforma, soprattutto nellecontrade di lingua tedesca, combattono e si affermano nel nome di Maria Ausiliatrice e ne dif-fondono il culto, come si può rilevare da tutta una copiosissima letteratura che sta per esseredebitamente esplorata e valorizzata?

Il secolo XIX, per venire a tempi più vicini, è passato alla storia come il secolo della Im-macolata, ma non mancano buoni titoli per definirlo anche il secolo dell'Ausiliatrice. Accenniamoai principali : la liberazione di Pio VII dalla prigionia napoleonica, che i coetanei dissero mi-racolosa, e l'istituzione della festa liturgica di Maria Ausiliatrice ; la miracolosa apparizione dellaVergine di Spoleto, «Ausiliatrice dei Cristiani », che scosse la coscienza cattolica italiana, e laNovena nazionale, promossa dall'« Unità Cattolica » di Torino nel 1864 in suo onore, seguitada una vastissima eco, non soltanto in Italia ma, si può dire, in tutta Europa ; i numerosi Centrisacri al culto di Maria Ausiliatrice, che continuano a fiorire nel primo e nel secondo Ottocentoin tutti i paesi di Europa ; in fine e soprattutto l'erezione del grande tempio innalzato daDon Bosco in Valdocco e divenuto in breve, per l'opera taumaturgica e per l'intraprendenzadel Santo, il focolaio più ardente del culto a « Maria Ausiliatrice » nel mondo . Tali leaffermazioni salienti di un grande movimento che impronta largamente di sè la storia dellaspiritualità del sec. XIX e che sarebbe ingiusto e antistorico misconoscere o, comunque,trascurare .

Di questo passato di gloria e di grandezza mariana tutti i Cooperatori e le Cooperatrici de-vono sentirsi continuatori ed eredi.

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Ma la visione storica deve essere sostenuta da una più approfondita consapevolezza del-l'intima natura e della vera portata di codesta divozione .

Il culto di Maria Ausiliatrice non è, come taluno ha pensato, la messa in evidenza di unodei tanti titoli litanici, sia pur tanto cari alla Vergine, bensì il culto che onora la Madre diDio, nella sua specifica funzione e missione di Mediatrice universale e suprema della Chiesa Cat-tolica e dei suoi Capi, i Romani Pontefici : Patrona della Chiesa e Ausiliatrice sono termini chesi equivalgono .

A vero dire, il patrocinio e l'aiuto di Maria su tutta la Chiesa, come sui singoli, sono coseabituali e di sempre ; ma questo intervento materno assume proporzioni imponenti e vistose,veramente straordinarie, tutte le volte che la Chiesa intera e la stessa civiltà cristianasembrano soccombere sotto l'urto violento dei nemici coalizzati, si tratti dei persecutori an-tichi come di quelli moderni, altrettanto implacabili e disumani .

Che Don Bosco abbia inteso, innanzitutto, il culto al titolo Auxilium Christianorum conquesta visione ampia di cose, pure senza escluderne gli altri aspetti vitali, lo dice, tra l'altro,la sua lucida prefazione all'opuscolo dal titolo Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto iltitolo di Maria Ausiliatrice (1868) : « Il bìsogno oggi unìversalmente sentito di invocare Marianon è particolare ma generale: non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, in-nocenti da conservare . Queste sono cose sempre utili in ogni luogo, presso qualsiasi persona .Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita . È assalita nelle sue funzioni, nel suo Capo, nellasua dottrina, nella sua disciplina ; è assalita come Chiesa Cattolica, come maestra di tutti i fedeli .

Èappunto per meritarsi una speciale protezione del cielo che si ricorre a Maria, come Madrecomune, come speciale Ausiliatrice dei re e dei popoli cattolici, come cattolici di tutto ilmondo »

Non è possibile qui commentare il pensiero del Santo ; tuttavia le sue affermazioni bastanoa farci comprendere quanto di universale e di cattolico, e perciò di acutamente vivo e attuale, visia nel culto al titolo di Auxilium Christianorum . Nella rinata coscienza del sentimento dellasolidarietà e socialità dell'età contemporanea, che nel piano soprannaturale si traduce nella con-sapevolezza dell'appartenenza di tutti i redenti ad un unico corpo, il Corpo Mistico di Cristo,la divozione a Maria Ausiliatrice acquista luci e trasparenze nuove . I fedeli che la invocanoe la sentono « Aiuto » di tutto il popolo cristiano, non possono non volgere il loro sguardo eil loro pensiero alla grande Madre comune, la Chiesa, e non sentirsi solidali con essa ; par-tecipi delle sue gioie e delle sue pene, delle sue speranze e dei suoi timori . Di quali accen-sioni spirituali non diventa allora capace, anche la sola recita attenta e meditata della giacula-toria così cara a Don Bosco : Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis. O Maria, tu chesei l'Aiuto, il Patrocinio, la Difesa di tutto il popolo cristiano, prega per noi!

L'Ausiliatrice non possiamo infatti considerarla che nell'atteggiamento che le è proprio :quello della sua protezione materna su tutta la Chiesa, atteggiamento espresso così benenella dolce immagine della Basilica di Valdocco dove Essa è al centro della Chiesa militante,raffigurata nella persona del primo Papa, San Pietro, e di tutti gli altri Apostoli, che è quantodire al centro delle preoccupazioni e delle lotte del mondo cattolico .

Ma i divoti di Maria Ausiliatrice devono, soprattutto nell'ora che volge, aprire gli occhisui pericoli che incombono sulla civiltà cristiana, per affrontare in pieno, sotto l'egida di Ma-ria, le responsabilità della loro vocazione cristiana .

Non è degno di questa divozione chi, senza disertare, resta neghittoso e inerte di fronteal rigurgito di paganesimo e di naturalismo che tentano di sommergere il mondo . Essere di-voti di Maria Ausiliatrice significa professare un cristianesimo dichiarato e militante ; significamettersi con tutte le forze a servizio della causa di Dio e della Chiesa per il bene dei fratelli ;significa insomma entrare in pieno nelle viste che il Vicario di Cristo nel febbraio scorso hadischiuso ai fedeli di Roma e, per essi, a quelli di tutto il mondo .

Il suo potente « grido di risveglio », che tanti consensi ha trovato nella coscienza cristiana, èstato anche « un grido di risveglio mariano» e, possiamo ben dirlo, un grido di risveglio nel

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Patrocinio onnipotente di Maria Ausiliatrice . Senza nominarla, - ma la cosa vale il nome -il Vicario di Cristo ha alluso a lei quando ha voluto mettere, ancora una volta, le « vecchiemura di Roma, per virtù di lei sempre salva », sotto il suo manto materno ; quando ha affer-mato che nella luce di Maria ogni uomo di buona volontà deve riesaminare con la « risolutezzadegna dei grandi momenti della storia umana, quanto personalmente possa e debba fare comesuo contributo all'opera salvifica di Dio per venire in soccorso di un mondo avviato com'èalla rovina » .

La voce del Papa è per tutti un comando : comando che è da tempo in via di esecuzione,ma che avrà, nel mese che è per eccellenza il mese dell'Ausiliatrice, una risposta più piena, decisa-mente improntata al rinnovamento del costume e della pratica cristiana .

Maria lo vuole!

„Ragazzo che sei! È perché non hai fe de . .

A chi legge i 19 volumi delle " Memorie Biografi-che " di S . Giovanni Bosco e vi trova a centinaiale grazie e i miracoli operati da Maria Ausiliatriceper la preghiera o la benedizione del Santo, vienespontanea una domanda : ma quale fu il segreto cheservì a Don Bosco per operare tutte queste me-raviglie?

La risposta la possiamo avere fissando Don Boscoin tre istantanee .

Prima istantanea . Nel 1881, mentre il Santosi trovava a Roma, gli fu presentato un signoreche, da diciotto anni infermo nelle gambe, si reg-geva a stento sulle grucce . Con tutta umiltà il po-vero storpio, quando fu alla presenza di Don Bosco,gli chiese la benedizione . Il Santo gli fece alcunedomande e vista la sua viva fede, lo benedisse, glitolse di mano le stampelle e disse in tono di co-mando: " Cammini! " . Lo storpio prese a cammi-nare senza la menoma difficoltà e partì con le gruccesotto il braccio dicendo che le voleva conservareper ricordo . Quando furono soli, il Procuratore Ge-nerale Don Dalmazzo disse a Don Bosco : - Dunqueè proprio guarito del tutto dopo la sua benedi-zione!- È stata la benedizione di Maria Ausiliatrice a

guarirlo, corresse egli .- Anch'io, - replicò Don Dalmazzo - ho dato

tante volte la benedizione di Maria Ausiliatrice conla medesima formola, ma non mi è mai successonulla di simile .- Ragazzo che sei! - rispose Don Bosco. -

È perchè non hai fede,

(XV, pag. 161) .

Seconda istantanea. Ci è data da una testi-monianza di Don Giovanni Turchi nel così dettoProcesso informativo . " Un giorno - egli depose

- mi recai nella chiesa di Maria Ausiliatrice e lotrovai che stava benedicendo un bambino infermo,tra le braccia della mamma . Mi fermai a guardarlo,ma restando alquanto indietro in modo che eglinon mi vedesse, e osservando attentamente il suocontegno, pensavo tra me : Che fede in quel-l'uomo! E la scena mi fece una impressione in-dimenticabile "

(X, pag. 88) .

Terza istantanea . Il giovanetto Eugenio Ricci,giocando con il fratello Carlo e con un cugino,fece per saltare un fosso, ma gli fallì il piede, cascòe si ruppe una gamba .

Don Bosco, che amava il pio giovane e n'era ria-mato, andò a visitarlo . L'ammalato gli fece millefeste . Don Bosco - come si esprime il Padre Ge-suita che narra il fatto - " con quel mansueto,umile e venerando aspetto che gioconda e soggiogai cuori ", gli disse sorridendo :- Mio caro, quanto sarei contento che ti fossi

rotta anche l'altra!- Che dice, Don Bosco ?- Eh, sì, - continuò pacatamente l'Uomo di

Dio - perchè allora potresti apprezzare meglio ilpotere della Madonna a guarirti!

(XI, pag . 505) .

In queste tre istantanee resta come fotografatala fede che Don Bosco aveva nella Vergine Ausilia-trice . Parlava dunque per esperienza il giorno incui pronunciò le parole ormai celebri : " Abbiatefede in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sonoi miracoli " . Io, avrebbe potuto aggiungere, hosempre avuto una grande fede nella potenza e bontàdi Maria e ho visto fiorire i miracoli sui miei passi .Abbiate anche voi fede, molta fede in Maria Ausilia-trice e constaterete per esperienza personale quantobuona e potente sia la Madonna .

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A V aldoccoFesta del Beato Domenico Savio .

Una originale accademia, ricca di scelti brani musicalie rievocazioni sceniche, aprì la festa la sera dell'8 marzo .Oltre la massa dei giovani studenti e artigiani dellaCasa-madre, che venerano in Domenico Savio il loroglorioso compagno, erano presenti i Rev .mi SuperioriMaggiori, una folta rappresentanza delle Figlie di Ma-ria Ausiliatrice e numerosi ex allievi, cooperatori e amicidelle Opere Salesiane . Il Rev .mo Prefetto GeneraleDon Renato Ziggiotti, in una appropriata conclusione,additò a tutti i convenuti, e specialmente ai giovani,il B. Domenico come amico e compagno quotidiano distudio, di lavoro, di apostolato svolto nella purezza enell'unione con Dio .

Il giorno 9 si svolsero solenni funzioni nella Basilica .Il Pontificale delle 10 fu celebrato da S . E. Mons . OresteMarengo, Salesiano, nuovo Vescovo di Dibrugarh(India) . La cantoria dell'Oratorio e del Pontificio AteneoSalesiano eseguì il grandioso programma della festa diS . Giovanni Bosco .

Alle ore 15 solenne funzione-omaggio delle Compa-gnie degli Istituti e Oratori Salesiani di Torino alBeato Domenico Savio, fondatore della Compagnia del-l'Immacolata . Alle 16 ebbe luogo il fraterno incontrodi Soci Emeriti con i « Giovanissimi », come giocondamanifestazione di riconoscenza a Dio per la riassun-

zione della « causa » del Beato e in vista del secondoCongresso Internazionale delle Compagnie, in occa-sione del primo Centenario . Presiedeva il Rev .moDon Giorgio Seriè .

Alle 16,3o nella Basilica si cantarono i solenni vespripontificali . Tenne il panegirico Don Emilio Fogliasso,del Pontificio Ateneo Salesiano . Seguì la trina benedi-zione, dopo la quale i fedeli furono ammessi al baciodella Reliquia .

L'altare del Beato, durante tutta la giornata, fu affol-lato di divoti scesi a Valdocco per onorare l'angelicoAllievo di Don Bosco ; ma quanto più numerosi i cuoriche, quel giorno, in ogni parte del mondo, ebbero pal-piti di amore e di venerazione per il primo ragazzo nonmartire, che la Chiesa ha innalzato all'onore degli altari!

La Pasqua dei Militari nella Basilicadi Maria Ausiliatrice .

Preparati da appositi tridui di predicazione in tuttele Caserme e dall'opera remota e quotidiana del Cap-pellano Capo Don Alfredo Richiardone e degli altriCappellani, i militari di stanza a Torino, Rivoli e Ve-

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naria, hanno chiesto, nella quasi totalità, ai Comandi,di partecipare alle solenni funzioni del precetto pasquale,che si tennero per loro nella basilica di Maria Ausilia-trice dall'11 al 18 marzo. In ognuno di tali giorni iComandi Militari provvidero al trasporto, con auto-mezzi, alla Basilica di più di un migliaio di giovani,nel seguente ordine :

Martedì 11 marzo : XXII Reggimento Fanteria eBattaglione Genio Pionieri della Divisione « Cremona » :oltre 1300 .

Mercoledì 12 marzo: IV Reggimento Alpini, Quar-tieri Generali del Territorio e della Divisione, Com-pagnia Sussistenza : un migliaio .

Giovedì 13 marzo : VII Reggimento Artiglieria « Cre-mona» con il Reparto Specialisti, autisti del 1° Autore -parto e della Officina Ripar. Aut. : un migliaio .

Venerdì 14 marzo : Battaglione Genio Collegamentio Cremona », Compagnia Fucilieri, Comp . Collega-menti Territ ., Compagnia Genio Pionieri Territ .,Compagnia Ferrovieri, Reparti delle Scuole di Appli-cazione, Gruppo o Aosta » dell'Artiglieria Alpina di Ri-voli : 1300 .

Sabato 15 marzo : Gruppo «Susa» dell'ArtiglieriaAlpina di Rivoli, Reparti della Div . « Cremona» distanza a Venaria, Distretto Militare di Torino: 950 .

Lunedì 17 marzo : I Battaglione Allievi Carabinierie piccoli Reparti : 960 .

Martedì 18 marzo : Battaglione Mobile Carabinieri«Torino » e II Battaglione Allievi Carabinieri.

Le confessioni poterono effettuarsi con ordine egrande comodità, grazie alla generosità di oltre una cin-quantina di Sacerdoti Confessori della Casa-madre,dell'Istituto Internazionale della Crocetta, del Rebau-dengo, coadiuvati daSacerdoti del Cotto

-

lengo e del Convit-to Ecclesiastico dellaConsolata .Solenne e devota

la S . Messa dellacomunione generale,celebrata all'altaredell'Ausiliatrice, aturno, dai CappellaniMilitari e intercalatada canti collettivi del-l'imponente massa digiovani . I ricordi pa-squali furono sugge-riti dagli insegna-menti di Don Boscoe di Domenico Savio,che parlarono effica-cemente, per tantigiorni, all'animo del-le migliaia di giovaniin armi .Dopo la funzione

religiosa, seguendo latradizione salesiana,i militari consuma-

vano nel cortile dell'Oratorio l'abbondante colazionepreparata loro ; quindi visitavano il Cottolengo, resti-tuendo agli infermi la visita eucaristica di Gesù .

Il precetto pasquale dei militari, visibilmente bene-detto da Don Bosco e da Domenico Savio, è statoquest'anno contraddistinto dal numero imponente digiovani - la quasi totalità che nei giorni antece-denti si erano messi in nota, liberamente, presso i ri-spettivi comandi militari, per la partecipazione allafunzione, e da un profondo spirito di raccoglimento edi fede .

Tornando alle proprie case essi porteranno, in quasitutte le Regioni d'Italia, con la gioia pasquale, il ri-cordo incancellabile di Don Bosco e del Santuariodi Valdocco .

Festa di San Giuseppe .

Si svolse con la tradizionale solennità voluta daDon Bosco, che nutriva per il caro Patriarca una divo-zione specialissima .

La sera precedente preparò gli animi un riuscitissimoomaggio accademico, che offrì ai giovani artigiani estudenti dell'Oratorio ampia possibilità di manifestareil loro fervido entusiasmo per il santo Protettore .

Il mattino della festa cantò la Messa il reverendis-simo Don M . Bellido, del Capitolo Superiore ; e nelpomeriggio la Casa-madre, la Parrocchia e il 1° Ora-torio festivo, infervorati dal panegirico tenuto da DonCasalegno, si unirono nell'accompagnare in solenne edivota processione la bella statua del Santo .

Coronò la festa il mistero sacro in tre atti di E . Ba-sati : Golgotha, interpretato dalla Compagnia Filodram-matica dei Maestri d'Arte e dei giovani Artigiani .

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Torino . - Il compianto Ret-tor Maggiore Don Ricaldone so-lennemente commemorato al-l'Accademia di Agricoltura. -Domenica 30 marzo nella sede del-l'Accademia di Agricoltura di To-rno ebbe luogo una solenne comme-morazione dell'indimenticabile no-stro Rettor Maggiore, con l'inter-vento delle Autorità . Dopo la nobilepremessa del Presidente, conteing. Adriano Tournon, che si disseonorato di appartenere alla grandefamiglia salesiana, l'accademico ba-rone prof. Giovanni Donna d'Olde-nigo tenne un elevato discorso com-memorativo delineando con profondae luminosa sintesi la figura di D . Ri-caldone non soltanto nei suoi meritidi « Agricoltore ardito », ma soprat-tutto nella sua grandezza di « So-ciologo dell'Agricoltura », che gliaveva meritato la nomina a socioonorario dell'Accademia di Agricol-tura di Torino e la distinzione della« Stella d'oro al merito rurale » .

Il plauso vibrante dell'eletta adu-nanza coronava la nobilissima com-memorazione .

Convegni organizzativi dei Coo-peratori Salesiani nell'Italia Meri-dionale. - Assecondando le di-rettive del compianto Rettor Mag-giore, l'Ispettore delle Case salesianedell'Italia Meridionale, Don Rug-gero Pilla, indisse un primo turnodi convegni tra il 16 ed il 23 marzoultimo scorso .

L'Ispettoria abbraccia le regionidella Campania, del Molise, dellePuglie, della Lucania e della Cala-bria, comprendenti 108 diocesi, cheper il movimento dei Cooperatorivennero raggruppate in 21 zone fa-centi capo alle nostre Case piùvicine . In questo vasto campo lavo-rano complessivamente 405 Sale-siani, di cui 193 sacerdoti, 113 chie-rici e 71 coadiutori . Nelle case diformazione si preparano all'aposto-lato 23 Ascritti e 200 Aspiranti .Beneficiano dell'opera educativa deiFigli di Don Bosco 10.772 giovani,di cui: 7180 negli Oratori ; 720nelle Scuole elementari : 2172 nelle

Secondarie ; 150 nelle Liceali ; 368nelle Scuole professionali, in granparte orfani raccolti nell'Orfanotrofiodi Bari, nella Scuola Agraria di Co-rigliano d'Otranto (Lecce) e nellaPia Casa Arcivescovile per Sordo-muti a Napoli-Tarsia. Degli interni,197 sono affatto gratuiti, altri 410a pensione ridotta di almeno lametà .

Le Figlie di Maria Ausiliatrice cu-rano una massa femminile di 17 .829allieve e oratoriane, in 37 Case, contutte le opere educative e di bene-ficenza proprie del loro Istituto .

Relatori in tutti i convegni furonoil Segretario della Pia Unione D . Fa-vini che illustrò la missione dei Coo-peratori secondo il concetto diDon Bosco e prospettò il programmadel prossimo Convegno generale diRoma ; e il Delegato IspettorialeDon Arcadio Vacalebre, che delineòil movimento della Pia Unione nel-l'Italia Meridionale e diresse le di-scussioni .

Aperse la serie il Convegno deiSalesiani Incaricati dei Cooperatoridella Campania, delle Calabrie edel Molise che si tenne nella Casadi Napoli-Vomero il 16 marzo,sotto la presidenza dell'Ispettore.Il 17, il Segretario Generale tenneconferenza anche alle Figlie di Ma-ria Ausiliatrice che intervennero nu-merose nella loro Casa Ispettorialecon le Direttrici della città e diVilla San Giovanni .

Il 18 seguì il Convegno dei Di-rettori Diocesani e Decurioni dellediocesi di Aversa, Cajazzo, Caserta,Alife, Calvi, Teano e Sessa Aurunca,nel nostro collegio di Caserta, sottola presidenza degli Ecc .mi Vescovidi Aversa, Cajazzo e Caserta . Diedeil benvenuto il Direttore e parlòanche il Direttore Diocesano di Ca-serta Can. Guerriero. Chiuse il Ve-scovo di Caserta Mons . Manginocon appropriate esortazioni di attua-lità. Il 18, conferenza ai Coopera-tori nella chiesa del nostro fiorenteOratorio di Andria. Al termine,l'Ispettore distribuì le tessere ai socidella sezione Padri di famiglia, ag-gregata alla Pia Unione

L'indomani, nello stesso Oratorio,Convegno dei Direttori diocesani eDecurioni delle diocesi di Andria,Barletta, Bisceglie, Trani, Ruvo eBitonto. L'Ispettore dettò la medi-tazione e presiedette l'adunanza,aperta dal Direttore dell'Oratorio .Nell'occasione il Parroco di Sant'A-gostino volle la posa della primapietra del suo Oratorio parrocchialededicato al beato Domenico Savioe invitò l'Ispettore a benedirla .Il 21, Convegno dei Direttori

Diocesani e Decurioni delle diocesidi Venosa, Acerenza e Matera, Mar-sico, Melfi, Rapolla, Anglona eTursi, Potenza, Tricarico, Irsina,sotto la presidenza del Vescovo diVenosa che celebrò la Messa nellacappella del nostro Istituto e dettòla meditazione. Inviarono cordialiadesioni anche gli Ecc .mi Arcive-scovi di Acerenza, Matera e Potenza .Il Direttore dell'Istituto nel dare ilbenvenuto mise in rilievo che in15 anni 25 alunni passarono allaSocietà Salesiana e altri 9 a variSeminari .

Chiuse la serie il Convegno deiSalesiani Incaricati della Pia Unionenelle Puglie e nella Lucania, rac-colti, il 23, nel nostro Orfanotrofiodi Bari sotto la presidenza dell'Ispet-tore. Il Direttore diede una magni-fica relazione dell'opera dell'Istitutorigurgitante di interni e di oratorianie della parrocchia frequentatissima .Le adunanze suscitarono ovunquevivo interesse e caldo entusiasmo,che si trasmise alle unioni Ex al-lievi attraverso ai convegni dei Pre-sidenti regionali convocati contem-poraneamente a Napoli e a Bari.

Il Beato Domenico Savio e lasua canonizzazione. -- L'Osserva-tore Romano annunziava che il4 marzo in una riunione della S . Con-gregazione dei Riti, svoltasi nel pa-lazzo apostolico vaticano, fu discussala riassunzione della causa del beatoDomenico Savio, in vista della suacanonizzazione . La notizia è mo-tivo di giubilo e ci stimola ad ac-compagnare con le nostre preghierei lavori di quel Sacro Dicastero .

AZIONE SALESIANA

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Cervaro (Foggia) . - Maria Au-siliatrice visita le singole casedella parrocchia. - Da quandofurono collocati nella chiesa di questogrosso borgo rurale un grande qua-dro di S . G . Bosco e una bella statuadi Maria Ausiliatrice, si ebbero traquella buona popolazione ondate dientusiasmo e di fervore tale che alRev.do Parroco Don Vincenzo For-cella venne la felice idea di indireuna speciale Visitatio Mariae . Il po-polo accolse la proposta con giubiloe il giorno di S . Giuseppe la statuadi Maria Ausiliatrice cominciò so-lennemente il suo giro per la parroc-chia . La visita si svolge così . Quandola Madonna entra in una famiglia,è salutata col canto della Salve Re-gina, viene collocata nel posto d'o-nore e ornata di fiori e di luci . Inserata, invitando parenti e amici, sirecita il Rosario, si depongono aipiedi della Madonna le domandedi grazie, quindi il capo famigliapronunzia la consacrazione al CuoreImmacolato di Maria, impegnandosia recitare ogni sera la Corona e afare la S. Comunione ogni primosabato del mese per cinque mesiconsecutivi . Sottoscritto da tutti imembri della famiglia l'atto di con-sacrazione, baciata la statua, passaalla famiglia seguente .

ARGENTINA - I 25 anni dilavoro salesiano nella città diS. Rosa, capitale della nuova pro-vincia argentina della Pampa, fu-rono commemorati con solenni fe-steggiamenti, preparati da radio-au-dizioni trasmesse dalla Radio delloStato col titolo Evocando Don Bosco,per la durata di quindici giorni .Intervennero alle feste le massimeautorità . Gli atti commemorativi eb-bero degno coronamento nell'inau-gurazione della nuova « Via Don Bo-sco » che il Municipio gentilmentevolle dedicare al Santo, « per ren-dere giustizia a Don Bosco - comesi espresse - per il bene che permezzo dei suoi figli ha fatto allagioventù della Pampa» . Benedissela targa S. E. il Vescovo Mons .Dott. Annunziato Serafini . Quindi ilSindaco lesse un elevato discorso sulsignificato dell'omaggio della cittadi-nanza all'Apostolo della gioventù .

ARGENTINA - Viedma .-La prima statua del novello Servodi Dio Zefirino Namuncurà, il« giglio della Patagonia » . Fu inau-gurata per commemorare il 65° della

sua nascita in quella che fu la casacentrale delle Missioni Salesiane inPatagonia . La bianca artistica statuamisura m. 1,6o .

CILE - Congresso Marianonella diocesi di Magellano. - Fubandito a Natales da Sua EccellenzaMons. Wladimiro Boric, VescovoSalesiano, con l'adesione dei VescoviCileni e di tutte le autorità localie con l'augusta benedizione delS. Padre, comunicata da S . E . ilNunzio Mons. Mario Zanin . Unafolla mai vista in quelle regioni gre-miva la piazza principale della cittàe le strade vicine. Dopo la Messasolenne Mons . Boric, tra l'indescri-vibile emozione della gente, bene-disse le due corone d'oro e di gemmepreziose donate dalla città per incoro-nare Gesù e la sua SS. Madre comesuoi Sovrani . Quindi procedette al-l'incoronazione dell'immagine delBambino e della Vergine del Car-mine, titolare della parrocchia . Neigiorni seguenti si svolsero le adu-nanze parziali e plenarie che ebberodegno coronamento nella solennis-sima processione con l'immagine in-coronata . Chi pensò quel giorno al-l'arrivo dei Missionari Salesiani aP unta Arenas, vide in quelle mani-festazioni di fede il primo avvera-mento della nota profezia di Don Bo-sco: erano i miracoli operati con ladiffusione delle divozioni salesianea Gesù Sacramentato e a Maria Au-siliatrice. Il Congresso ebbe ancoraun epilogo grandioso l'11 novembrea Porvenir, dove nella gran piazza-parco prospiciente il mare, dopo la

solenne Messa celebrata sull'altaremonumentale eretto alla Madonnadel Carmine, presenti le autorità, lapopolazione e gran folla di pellegrinivenuti per via marittima, aerea eterrestre, S . E. Mons. Boric, dopodi aver benedetto altre ricchissimee artistiche corone regalate dai citta-dini, in mezzo a un silenzio sacroincoronò Maria Regina di quelleterre . A questi rinnovati spettacolidi fede nelle predilette terre magella-niche dovettero esultare gli spiritigrandi dei primi Missionari Sa-lesiani .

FILIPPINE - Promettenti inizidell'Opera Salesiana . - Siamolieti di portare a conoscenza deinostri Cooperatori il consolante svi-luppo che va prendendo l'Opera Sa-lesiana nelle Filippine. Appena unanno fa i nostri Missionari, espulsidalla Cina, vi iniziarono il loro la-voro apostolico per volere del com-pianto Rettor Maggiore, il qualenell'annunciare ai confratelli l'aper-tura di questo nuovo campo di apo-stolato così si esprimeva : « L'espul-sione di non pochi Missionari dallaCina ci permise di dilatare l'OperaSalesiana nelle Isole Filippine, oveMaria Ausiliatrice e S . GiovanniBosco sono tanto conosciuti edamati » .

Il Papa, in un'Enciclica alle Fi-lippine, dato che è l'unico paesecattolico dell'Oriente, si auguravache di lì partisse la luce del Cristia-nesimo per tutte le Nazioni vicine .Ma il clero è scarso, e perciò i cri-s tiani poco praticanti : e c'è bisogno

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di tutto lo sforzo pei mantenerlinella vita cristiana . D'altra parte iProtestanti lavorano con mezzi spet-tacolosi, e dovremo lottare per con-tenderci quelle povere anime in pe-ricolo per la loro ignoranza religiosa .

I nostri Confratelli esplicano laloro attività in due centri .A Tarlac nell'Isola di Luzon, non

molto lontano da Manila . D. DiFalco e Don Rutkowski dirigonouna scuola media per esterni intito-lata « Scuola Don Bosco », frequen-tata da 250 alunni . È l'unica scuolacattolica maschile in una città di70.000 abitanti, di cui la maggio-

ranza sono cattolici. I locali sonoinsufficienti alle necessità ; se aves-simo ambienti capaci potremmo por-tare immediatamente il numero deigiovani a 400, con evidente van-taggio della gioventù di quella città .A Victorias nell'Isola di Negros

Don D'Amore sta dirigendo i lavoridi costruzione di una scuola indu-striale per 300 allievi . Si tratta diun'opera di grande portata e di indi-scutibile valore . Il costo del com-plesso sarà più di un milione di dol-lari americani . La scuola si aprirànel prossimo semestre per i figlidegli impiegati e degli operai della

locale raffineria di zucchero, unadelle più importanti delle Filippine .I principali azionisti di questo stabi-limento sono i sigg .ri Ossorio, nostrimunifici benefattori, che nell'intentodi realizzare per i loro operai i prin-cipi proposti dai Papi nelle loro En-cicliche sulla questione sociale, hannodato vita a varie opere di assistenza,fra cui primeggia la Don Boscotechnical School .

La scuola è situata in posizioneclimatica ideale : a pochi minuti dalcentro della cittadina, ma isolata ;circondata dal verde sterminato dellacanna da zucchero e dalle palme dicocco, non molto lontana dal maree dai monti, con ventilazione du-rante tutto l'anno .Don D'Amore, coadiuvato da

Don Monchiero, ha pure impian-tato il fiorente Oratorio quotidianoper giovanotti Don Bosco Bovs Club,che con le sue ben organizzate se-zioni formative e ricreative ha susci-tate le più vive simpatie in tutto ilPaese .

Vari Vescovi ci desiderano nelleloro Diocesi per l'apostolato propriodei Salesiani : Oratori festivi e quo-tidiani, Scuole professionali, organiz-zazione della C. Y . O . (CatholicYouth Organization) .

Prossimamente si inizierà a Ba-uan, nella famosa diocesi di Lippa,un Oratorio quotidiano .A Cebù, la seconda città delle

Filippine, che conta più di 500.000abitanti, si comincerà pure conl'Oratorio quotidiano per poi orga-

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nizzarci a scuola professionale . Nellacapitale, Manila, S . E. l'ArcivescovoMons. Reys cede ai Salesiani perl'impianto delle loro opere il terrenoe il palazzo del Seminario Maggiore.

Una spedizione, composta di Mis-sionari espulsi dalla Cina, partirànel mese di giugno dall'Italia allavolta delle Filippine per portare allagioventù di quel lontano ma catto-lico paese d'Oriente, i tesori preziosidi quella educazione profondamentecristiana, che suole effettuarsi làdove arriva Don Bosco col suo in-comparabile sistema

GERMANIA - Cenni sul mo-vimento di ricostruzione dellecase salesiane . - L'anno 1951 fuper l'Ispettoria Germanica un annodi ricostruzioni e inaugurazioni . Ilvasto programma di ricostruzione fureso possibile dalle sovvenzioni eprestiti governativi, come anchedalle elemosine dei cooperatori ebenefattori .Wúrzburg . La prima a riaprire

le sue ampie porte all'abbandonatagioventù fu la casa di Wùrzburg,completamente distrutta dalle bombee oggi modernamente ricostruita .Ospita un centinaio di studenti e200 artigiani, dei quali 85 sonoesuli, 75 orfani di padre e 25 orfanidi padre e madre. Tutti questi gio-vani hanno ogni comodità di istruirsie perfezionarsi nella loro professione,arte o mestiere, e dall'espressione deiloro occhi si può dedurre che sonocontenti e felici .Mannheim . Pochi anni fa, i Sa-

lesiani presero piede in questa cittàindustriale sulle rive del Reno . Lecondizioni allora erano veramenteindegne. Tanto per i Salesiani comeper i ragazzi serviva un Bunker osotterraneo di cemento armato, de-stinato a rifugio durante la guerra .L'8 novembre si potè inaugurare ilnuovo Istituto . La parrocchia, affi-data anch'essa ai Salesiani, era troppopiccola per accogliere la folla dei fe-deli accorsi alla funzione, celebratada Sua Eccellenza il Vescovo diFriburgo, alla cui diocesi appartienela città . La casa è sistemata in formaeccellente e modernamente arredata .Vi sono ricoverati 120 apprendisti,con i quali vengono mantenuti altri50 giovanetti, che al momento de-vono alloggiare ancora nel suddettosotterraneo .Bamberg. Il 25 novembre fu

riattivato il nostro collegio di Bam-berg, con un considerevole incre-

mento. Vi fu aggiunto un fabbricatonuovo, che può accogliere 90 stu-denti, separati dagli artigiani, con iquali, però, vivono in buona armoniain tempo di ricreazione . Sua Eccel-lenza l'Arcivescovo di Bambergavolle benedire personalmente lanuova casa con grande concorso dicooperatori, benefattori e autorità .Hannover-Ricklingen . Il 18 no-

vembre fu un giorno di grande alle-gria per la popolazione di Hannover-Ricklingen, parrocchia succursale, lacui amministrazione, un anno prima,era stata affidata ai Salesiani . Siinaugurò in quel giorno un ospizioper ben 80 giovani apprendisti . An-che qui la sistemazione è veramente

moderna, sicchè i giovani si trovanoa loro agio. La casa, dedicata aDon Bosco, verrà ingrandita al ter-mine di quest'anno .Monaco. Anche la casa di Mo-

naco fu quasi completamente di-strutta dalle bombe. Con la graziadi Dio ed enormi sacrifici siamo riu-sciti a condurre a termine il vastoedificio, che dà ricetto a 400 allieviin maggioranza artigiani . Là, nel Sa-lesianum, regna una vita gaia ebriosa, specialmente nei giorni difesta . I laboratori, modernamenteimpiantati e forniti dei più svariatiutensili e macchine, furono giudi-cati assai favorevolmente dall'auto-rità competente e degnamente valu-

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tati dal corpo insegnante . L'Oratorioquotidiano poi con i suoi rinnovatiambienti ben arredati offre ogni co-modità, e l'ampia sala di studio elettura attira in folla i ragazzi deidistretti .Berlino. A Berlino acquistammo

una seconda casa, dedicata al beatoDomenico Savio, un collegio per80 ragazzi .Waldwinkel . Degna di menzione

è soprattutto la-nostra Scuola profes-sionale di Waldwinkel . Sono 180 ap-prendisti di diversi mestieri . La casaè fornita dei più moderni apparecchitecnici e meccanici . Ha suscitatol'interesse dell'Autorità civile e per-sino dell'Alto Commissario Ameri-cano, che fu a visitarla varie volte,esprimendo sempre la sua grandeammirazione e soddisfazione .Benediktbeuren. Siamo riusciti

ad aprire a lato dello Studentatoteologico un Ginnasio-liceo pareg-giato per i nostri aspiranti . Unitoal liceo funziona lo Studentato filo-sofico dei chierici .Buxheim . È anche aspirantato al

sacerdozio . Per l'ampliamento fattoall'antico edificio possiamo tenerefino a 150 studenti .A Bendorf fu permutata la casa

vecchia con un sanatorio, tutto ri-messo a nuovo e provvisto di tuttol'occorrente per un'adeguata scuolaelementare. La casa offre alloggio a150 orfani, mentre la prima non neconteneva più di 70 . La scuola è pa-reggiata . Un reparto speciale perapprendisti è ancora in costruzione .

Essen-Borbeck . Fu riportata alloscopo primitivo, vale a dire è tor-nata Aspirantato per Figli di Maria .Durante la guerra la casa fu seque-strata dai nazisti e quando la po-temmo riaprire, qualche anno fa, fudestinata per apprendisti nelle vi-cine miniere di carbon fossile . Oraper questi abbiamo fabbricato unedificio proprio .

A Velbert, non molto lontano daEssen, ci fu affidata da Sua Emi-nenza il Cardinale di Colonia unaparrocchia . Accanto ad essa si staerigendo un piccolo, ma graziosoedificio per una settantina di ragazzi .L'inaugurazione della casa si è fattain questi giorni .A Trier e Wiesbaden pure stiamo

ingrandendo le nostre case e speriamodi poterle inaugurare nel corso diquest'anno .A Saarbrucken, centro industriale

della Saar, viene pure edificato unbell'ospizio per artigiani e studenti .Il Magistrato della città ha voluto

chiamare i Salesiani per l'assistenzaalla gioventù in quelle vaste miniere .

In tutte le altre case : Burghausen,Ensdorf, Helenenberg, Marienhau-sen, Regensburg e Sannerz, si puòpure registrare qualche migliora-mento degno di nota .Ma quello che più conta, è che

col progresso materiale delle nostrecase c'è un continuo progresso mo-rale e spirituale nello spirito delnostro santo padre Don Bosco .

GIAPPONE - T okyo . - Cap-pellano militare salesiano deco-rato. -- Il Dipartimento dell'ArmataAmericana annuncia che ad un sa-cerdote salesiano, cappellano in Co-rea, è stata decretata la « Stella d'Ar-gento » per avere rifiutato di lasciarsicurare mentre si prendeva cura deiferiti e dei moribondi sul campo dibattaglia.

Il sac. Antonio Sokol, salesiano,addetto al Comando della SecondaDivisione di Fanteria, si recò volon-tario al fronte per soccorrere le truppeche si trovavano sotto il tiro nemicoa Dunuri (Corea) nel novembre 1950 .Ecco il testo della motivazione : « Ilcapitano Sokol, ferito gravemente,continuava a prendersi cura dei fe-riti e ad amministrare gli ultimi sa-cramenti ai moribondi, rifiutando dilasciarsi medicare fino a che altripiù seriamente feriti non fossero statimedicati . Con la sua presenza infuseforza e coraggio agli uomini checombattevano attorno a lui . Il capi-tano Sokol fu portato ultimo all'ospe-dale . Il coraggio, la devozione al do-vere e lo sprezzo completo della suasalvezza personale e di ogni sollievonelle sue ferite, dimostrato dal capi-tano Sokol, ridondano ad onore dilui e del suo servizio militare » .

GIAPPONE - Collegio Uni-versitario Salesiano a Tokyo . -Il 21 febbraio 1952 Mons. VincenzoCimatti, primo Superiore dei Sale-siani in Giappone e già Prefetto Apo-stolico di Miyazaki, tenne il discorsoufficiale per l'inuaugurazione delCollegio Universitario Salesiano diTokyo. Il Collegio sorge presso loStudentato filosofico nel quartieredi Chofu, e potrà rilasciare ai gio-vani chierici salesiani il titolo legaledi insegnanti nelle Scuole medie .Rettore Magnifico del Collegio Uni-versitario è lo stesso Mons . Cimatti,e il corpo professorale è composto,oltrechè di religiosi salesiani, anchedi elementi esterni, vari dei qualisono cattolici e altri catecumeni .

GOA (India Portoghese) . - RadioGoa trasmette tutti i giorni un'OraCatolica di informazioni e program-mi religiosi, sotto la direzione del sa-lesiano Don Hugh Mc Glinchey . Unodei programmi è una Novena Perpe-tua in onore di Maria Ausiliatrice .

MESSICO - Posa della primapietra del noviziato Salesiano . -Quest'anno la festa di Don Boscoa Mexico, capitale, ebbe uno splen-dore speciale per l'intervento del De-legato Apostolico, S . E. Mons . Gu-glielmo Piani, salesiano, che al mat-tino celebrò la S . Messa e nel pome-riggio benedisse la prima pietra delnoviziato a Coacalco, Mexico. Co-ronò la festa la calda parola dell'Ar-civescovo, S . E. Mons . Luigi Mar-tínez, che impartì ai fedeli la bene-dizione eucaristica .

PALESTINA - Betlemme .-Giornata Salesiana. - Fu tenutail 27 gennaio. Intervennero il Go-vernatore, il Sindaco della città e ilCapo della Polizia, quantunque noncattolici ; e molte personalità sia ci-vili che religiose, specialmente delClero latino del Patriarcato . Il Vi-cario Patriarcale della Giordania,Mons. Nehme Smaan, venuto appo-sitamente dalla capitale, Amman,tenne incatenato per oltre un'ora colsuo dire smagliante il folto uditorio,che superava il numero di quattro-cento persone, lumeggiando brillan-temente l'urgenza dell'opera dei Sa-lesiani e dei loro Cooperatori nel-l'ora presente .

SPAGNA - Una Cooperatricecompie cento anni . - È la mar-chesa De Bertemati, fondatrice dellafiorente scuola agricola di Campano(Càdice) . Fu scritto che la sua vitarappresenta da sola un capitolo dellastoria della carità cristiana . Un se-colo di vita, un secolo di carità . Enoi, mentre le porgiamo cordiali fe-licitazioni, facciamo voti che il buonDio tardi ancora un poco a pre-miarla, affinchè gli uomini abbianopiù tempo ad apprezzare in lei, lagrazia della carità .

STATI UNITI - Paterson .- Cinque premi al Concorso. -Dopo un solo anno di attività, lamoderna scuola professionale sale-siana Don Bosco Technical School diPaterson N . Y. ottenne - nellacompetizione con le Scuole Indu-striali e Professionali degli StatiUniti - cinque premi nel concorsoindetto dalla Ford a Chicago .

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14 maggio: SANTA MARIA MAZZARELLO

La santa Madre nel ricordo di una Suora nonagenaria .

« Il 4 maggio del 188o mio padre e mia madremi accompagnarono a Nizza Monferrato. La primaimpressione di quel viaggio la ricevetti alla stazionedi Alba. Il capo stazione, che conosceva mio padre,gli domandò : " Come mai andate a Nizza? " . Emio padre rispose : " Vado ad accompagnare miafiglia che vuol farsi suora " . " In quale istituto? " ." Di Don Bosco . E lei lo conosce Don Bosco? " ." Io no, ma lei non sa che Don Bosco è il primoladro che abbiamo in Piemonte? " . Capii in se-guito che voleva dire : ladro di cuori giovanili .

» Giungemmo a Nizza alle 8 circa . Per andareall'Istituto mi ricordo che c'era un lungo viale.La portinaia ci fece accomodare in parlatorio . Dopopochi istanti, si presentò la Superiora, Madre Maz-zarello . Fatti i convenevoli, ci condusse in chiesa,poi ci raccontò come Don Bosco aveva potuto acqui-stare quella casa e tante altre confidenze che midiedero l'impressione di una mamma .

» Combinato per la pensione e per il corredo, sitrattava di ripartire . La mia povera mamma al-lora fu presa da un pianto convulso che non riu-sciva a frenare . La santa Madre mi chiamò a partee mi disse : " Vedi in che stato lasci la mamma ;io in coscienza non ti posso tenere ; tua madre soffretroppo. È meglio che vada a casa e che ritorni fraqualche mese " . Ci avviammo tutti e tre mesti mestiverso la stazione . Quando vi giungemmo, il trenoera appena partito e avremmo dovuto aspettarequattro ore. Mio papà disse : " Andiamo all'al-bergo a prendere un boccone " . Mia mamma pian-geva e io pure. L'albergatore domandò : " Vi è capi-tata qualche disgrazia? " . Mio padre raccontò l'ac-caduto. L'albergatore esclamò : " Oh, quanto midispiace! In quel collegio c'è una Superiora che èuna santa : si toglierebbe il pane di bocca per darloa chi ne ha bisogno " . Allora mia mamma rientròin se stessa e disse a mio papà : " Tanto abbiamoquattro ore di aspetto, ritorna da quella santa Su-periora e dille che se mi lascia dormire una nottein quel convento, io le lascio mia figlia» Mio padre andò subito, e mia mamma e io

gli andammo dietro .» Mi pare ancora di vedere mio babbo a uscire

dall'Istituto e venirci incontro . " Ebbene, che cosati ha detto? " . " Mi ha detto che se vuoi fermarti,ti tiene anche dieci giorni! " .

» Rientrammo . La santa Madre ci accolse a festa,poi chiamò la suora Economa, la quale ci condussenell'orto, nella vigna, nella cantina, nella stalla . . .Allora la mia povera mamma esclamò : " Io la rin-grazio tanto e le lascio mia figlia senza piangere " .E partì con gli occhi lucidi, ma sorridendo .

» In quella santa casa io ho trovato il paradisoin terra e l'unica pena che avevo era quella chemia mamma si pentisse e mi mandasse di nuovo aprendere .

» Passarono maggio, giugno e luglio, e un giornola santa Madre radunò le postulanti e ci disse :" Il 1° agosto verrà Don Bosco per assistere agliEsercizi Spirituali delle secolari, e voi postulantipotrete andare a chiedergli una benedizione " .

» Allora dissi fra me : " Io vado a domandargliche preghi per me perchè mia mamma non vengapiù a prendermi " .

» Venne Don Bosco e anch'io mi presentai . Eglisi trovava dalla parte dei Salesiani, in piedi, conle mani giunte sul petto. Appena mi vide, alzò lasua destra e mi disse : " Berlicche tentò di darviuna zampata sulla porta del convento ; ma MariaAusiliatrice è ben più potente " . Intanto mi porgeuna medaglia di Maria Ausiliatrice e del S . Cuoredicendomi : " Conservatela e pregatela perchè piùnessuno vi possa strappare da questa santaCasa " .» Appena uscita, vado dalla venerata Madre

Mazzarello e le domando se aveva raccontato leila mia storia a Don Bosco . Essa mi rispose : " Fi-gurati un po' : lui a Torino e io a Nizza! " .

» Compresi allora che Don Bosco era un santo eoggi con i miei 90 anni compiuti, se ho una penaè quella di non saper ringraziare il Signore di tantasua bontà per una povera formica, che si lasciòportare sulle spalle dei miei santi Superiori e santeSuperiore, e non posso dimenticare che la nostrasanta Madre Mazzarello ci ripeteva sovente :" Siate obbedienti e porterete sempre vittoria " .Così pure mi aiutò la bella giaculatoria di suor Te-resa Valsè Pantellini : " Volontà di Dio, Paradisomio! " . Aggiungo ancora che quando ero a Roma,in via della Lungara, vicino alla parrocchia disanta Dorotea, quelle buone Trasteverine volevanofarmi una festa e non sapevano come fare. Alloraandarono dal reverendo Parroco perchè dicesseloro come fare, ed egli rispose : " L'unica è quelladi chiedere una benedizione al Santo Padre " . Eil Beato Pio X rispose : " Alla dilettissima figlia,suor Maria Genta, con l'augurio che il Signore leconceda ancora molti anni di vita, piena dei piùcari conforti " .

» È stata la profezia di un Santo, perchè sonoancora qui con i miei 90 anni, felice della mia santavocazione di Figlia di Maria Ausiliatrice » .

(Da un autografo scritto con mano ferma dalla vec-chia Suora).

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CINAMons. Arduino e la diocesi

di Shiuchow .(Relazione di Don Giuseppe Cucchiara, suo com-

pagno di prigionia)

I giornali e le agenzie parlano della persecu-zione che infierisce in Cina contro la Chiesa cat-tolica, ma credo che i nostri benefattori avrannopiacere di avere notizie sicure e dirette di quelloche è avvenuto nella diocesi salesiana di Shiuchow,fondata dall'eroico Mons. Versiglia .

I " liberatori " entrarono nella nostra missionenell'ottobre del 1949 e sulle prime non tratta-rono male i missionari ; in apparenza ignoraronocompletamente la Chiesa e le sue opere, ma ècerto che ci tenevano d'occhio fin d'allora .

Passò il 1950 senza gravi incidenti . I cristianie i catecumeni frequentavano la Chiesa più cheper il passato . La Legio Mariae, impiantata nelleprincipali residenze, dava frutti ubertosi. LeScuole elementari e medie rigurgitavano di al-lievi . La S. Infanzia, gli orfanatrofi maschile efemminile, l'ospizio dei vecchi, il ricovero dellecieche, il piccolo seminario e tutte le altre operedella diocesi fiorivano come non mai . Ma il 1951cominciò male . Un'armata dei soldati del Nordfu spostata al Sud, e Shiuchow, centro della no-stra diocesi, divenne il centro del quartiere gene-rale . S'iniziò allora la requisizione dei locali el'episcopio divenne sede del comando . Tutto furequisito, eccetto poche stanze, anch'esse ripetu-tamente richieste .

Ed ecco che il 28 marzo, verso mezzanotte, unnugolo di guardie invase l'episcopio . Chiusi ilVescovo e tre missionari in una stanza, inizia-

rono una severa perquisizione . Nulla fu rispar-miato, neppure il S . Tabernacolo. Due ore dopofummo chiamati nel nostro refettorietto e allaluce di una fioca lanterna cominciò un lungo in-terrogatorio. Si voleva che il Vescovo confessassedi essere in colpa . Il capo polizia cominciò unafiera requisitoria: « Tu, gli diceva, se avessi lospirito cristiano, se avessi umiltà, riconoscerestisubito il tuo fallo, e noi ti lasceremmo in pace».Visto che il Vescovo non poteva dichiararsi col-pevole di un delitto non commesso, se ne andaronolasciando alcune guardie a nostra custodia . Cosìcominciò la prima prigionia, durata pochi giorni .Il primo aprile furono ritirate le guardie, ma cifu ingiunto di non uscire dal limite del nostrogiardino. Nella notte il nostro bravo Don LuigiYeh fu portato nelle prigioni, dalle quali venneliberato senza alcun giudizio dopo 5 mesi edespulso dalla missione .

Nei mesi di aprile e di maggio, benchè a domi-cilio coatto, si poteva ancora lavorare un pocoper la diocesi : i cristiani potevano venire allachiesa, e il Vescovo riusciva ancora a far sentiresulla diocesi il suo influsso di pastore .

Nella notte dal 22 al 23 maggio la polizia feceuna seconda perquisizione. Non trovarono nulla,ma per screditare la missione inscenarono unacommedia: radunata la scolaresca, fu fatto di-scendere il Vescovo e fu presentato a tutti gli al-lievi come una spia, un contro-rivoluzionario,un delinquente . Il discorso durò per un'ora, manè gli allievi nè i maestri si lasciarono commuo-vere, sicchè l'oratore terminò bruscamente : «Voinon capite niente, andate a studiare! » .

Così cominciò il secondo periodo della nostraprigionia che doveva durare oltre sei mesi . Seiguardie furono messe a nostra custodia, fummochiusi in tre in una piccola cameretta ; qualcunodormiva per terra, Monsignore in una sganghe-rata branda . Si doveva fare assoluto silenzio .

MISSIONI SALESIANE

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Tutto fu messo a soqquadro : documenti, libri,biancheria, oggetti personali . I primi tre mesifurono mesi di vera sofferenza per il caldo, perl'immobilità a cui eravamo obbligati, per la cat-tiveria dei soldati, per le sordide invettive che cimandavano, per i sospetti che qualunque nostramossa destava in loro . Durante la S. Messa, checi permettevano di celebrare, chi cantava, chifischiava, chi accendeva la sua sigaretta alle can-dele. Il Vescovo restava sereno e commentavabonariamente : «Tutte queste sigarette valgonobene la " bugia " a cui il Vescovo avrebbe diritto! ».

Mentre eravamo sotto custodia e ci era proibitaogni comunicazione con l'esterno, gli « amici » siscagliarono contro l'opera della S . Infanzia edegli orfanotrofi. Dopo varie perquisizioni, an-gherie e intimidazioni, le buone Figlie di MariaAusiliatrice, che da 28 anni dirigevano l'opera,subirono un processo pubblico, accusate di ucci-dere i bambini . Pensate: lasciare la famiglia, lapatria, sacrificare la giovinezza per andare in Cinaad ammazzare i bambini che la povertà dei pa-renti aveva abbandonato o portato all'orfanotrofiomezzo morti! . . . Dopo la farsa del processo pub-blico, le suore furono condannate all'espulsionein perpetuo dalla Cina, e una suora cinese a 5 annidi prigione « per avere aiutato gli imperialisti eu-ropei a uccidere i bambini cinesi » .Anche i missionari addetti al seminario e al-

l'orfanotrofio maschile, dopo perquisizioni, inti-midazioni e prigionia, furono espulsi, accusati

di aver trattato male gli orfani e di aver loroimpedito di prendere parte alle organizzazionidei " liberatori " . Questi i pretesti; ma la vera,grande nostra colpa era quella di essere sacerdoticattolici, fedeli al Papa .

Gli ultimi tre mesi di prigionia passarono menomale per il cambio dei nostri custodi . I nuovicarcerieri si mostrarono più umani, conquistatispecialmente dalla dolcezza, dalla serenità e dalsorriso del nostro Vescovo . In agosto uno deiprigionieri fu liberato ; dopo sei mesi giusti fuliberato il secondo ; e il 29 novembre anche Mon-signore veniva rilasciato . Però fu obbligato adabbandonare nelle loro mani tutti i paramenti ele insegne episcopali, perché queste, diceva ilcapo polizia, dovranno servire al nuovo vescovoche nominerà il governo .

Il Vescovo, scortato da due poliziotti, fu con-dotto alla sede della polizia centrale di Cantone lì gli fu comunicata la sentenza . Era stato con-dannato a sei mesi di prigione, oramai già scon-tati, e ad essere espulso in eterno dalla Cina, di-chiarato criminale per aver con lettere ai suoimissionari fatto propaganda contro la triplice au-tonomia della chiesa, cioè contro il movimentoscismatico della chiesa separatista nazionale .

Il giorno dopo, ancora accompagnato da guardiearmate, fu scortato fino al confine .

Ora riceviamo notizie che anche i pochi sacer-doti che ancora rimangono in diocesi, sarannopresto allontanati e che i cristiani sono sotto una

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continua satanica pressione perchè sottoscrivanoun documento eretico che vuole distaccarli dalPapa e aggregarli alla chiesa nazionale cinese .

Vogliano i nostri cari Cooperatori ricordarsi diessi nelle loro preghiere . Il nostro venerato e se-reno Mons . Arduino tutti ci esortava alla rasse-gnazione e ci dava queste apostoliche direttive :1) Perdonare e pregare per chi ci ha fatto delmale ; 2) amare con più intensità e fervore la Cina

EQUATORELa visita alle Missioni dell'OrienteEquatoriano .Nella puntata precedente (cfr . Bollettino di

aprile, pag. 134) il Visitatore e il suo fido accom-pagnatore sono arrivati a metà del viaggio attra-verso la missione e si accingono a visitare Yaupi,la residenza più lontana, e di recente fondazione .

A mezzogiorno, fermata dove i kivari sapevanoesserci acqua . Approntato un fuocherello, si pre-para qualche cosa da mangiare e poi via di nuovo .Dopo quattro altre ore di viaggio, fermata per lanotte. Anzitutto cambiare i vestiti fradici di su-dore e di pioggia, con altri asciutti, per riprenderlial mattino dopo, asciugati alla meglio accantoal fuoco. Intanto cuoce la cena, si mangia queltanto che la stanchezza consente, si recita il rosarioe le preghiere, e poi a dormire . Il sig . Visitatorein un'amaca, gli altri sotto la piccola tettoia difoglie di palma e col fuoco per compagnia . Nes-

suno dei terrori della selva ;non si sentono nè tigri nè altrianimali ; dànno invece molestiale zanzare e altri insetti . Guaipoi se le formiche ci invadonoil giaciglio! Ma il sonno è unsognare di salite, discese, radicie piante, finchè spunta l'albae uno si alza più rotto diquello che lo fosse al coricarsi .Non c'è da perder tempo : laS. Messa sull'altare improvvi-sato ; intanto bolle l'acqua peril caffè ; refezione rapida, e, colsole che spunta, via di nuovo .

e pregare per i cristiani e catecumeni forzata-mente abbandonati ; 3) prepararci ai nostro ri-torno in Cina per assistere all'immancabile trionfodella Chiesa .

Lo voglia Iddio, ce lo ottenga Maria Ausi-liatrice

Hongkong, 24 gennaio 1952 .Don GIUSEPPE CUCCHIARA

Missionario Salesiano .

Il mettersi in viaggio con leossa rotte e i piedi indolenzitinon è la miglior promessa dibuon viaggio ; tuttavia un passodopo l'altro e un giorno dopol'altro arriviamo anche noi allamèta

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Quattro ore prima di giungere alla missione,il kivaro Michele corse innanzi ad avvisare il Pa-dre, leggero come una lepre . Dopo tre ore si udi-rono grida allegre nella foresta . Don Ghinassiaveva subito mandato un maestro con alcunikivari più grandi, recanti seco un bell'ananassomaturo e una buona limonata : non avevamo maigustato frutta così saporita! Finalmente, dopo tregiorni di selva, sbucammo fuori nello sbosca-mento della missione, accolti da grida allegre efraterni abbracci. Il rappresentante del RettorMaggiore era arrivato anche a Yaupi

Siamo a soli 300 metri sul livello del mare epraticamente all'orlo della pianura amazzonica .È facile comprendere la lentezza e la sinuositàdei fiumi amazzonici, se si pensa che, mentrescendono trecento metri, devono percorrere, misembra, 4000 km. per sboccare nell'Atlantico!

La Missione occupa, su di un cucuzzolo, ilcentro di una conca che dev'esser stata il crateredi un vulcano . Metà del fondo è occupata da unbel lago. Il terreno è quasi tutto sgombro dallaboscaglia e coltivato con ogni ben di Dio . Bastidire che la missione mantiene per conto suo 50 ki-varetti interni . Si attende solo che le suore ven-gano ad occuparsi delle kivarette, ; intanto D. Ghi-nassi sta preparando loro la casa . S'impegna puredi costruire piccole capanne lungo il camminoove possano ristorarsi e riposare, dal faticosoviaggio .

Quattro giorni di riposo, facendo compagnia alsolitario missionario, sembrarono sufficienti, siaper compiere il mandato, sia per riposare i piedigonfi. Ripreso il cammino di ritorno, con da-

vanti agli occhi, ora, tutte leparticolarità del viaggio, alterzo giorno, arrivammo final-mente, dopo una discesa che

se mbrò interminabile, al fiumeUpano, sul far della notte .

Per quanto fosse incantevoleil punto dove attraversammola corrente, non potemmo fara meno di temere l'oscuritàin un luogo così selvaggio .Grazie a Dio, la traversata futranquilla ; ci mettemmo per ilbosco della scoscesa sponda e,prima che si consumassero lenostre pile elettriche, giun-gemmo alla nostra casettadi Chinimbimi. Volgendo losguardo a rimirare la cordi-gliera, non potemmo frenareil nostro estro poetico e gri-dammo:

Mio caro Cutucù,non ti scorderò mai più!

A consolarci era giunta . . . la posta da Mendez :una lettera di Don Bozza nella quale ci dava ilbenvenuto e un cestino di panini e frutta, che ilguardiano della casetta si fece un dovere di spar-tire, con buon anticipo, assaggiando debitamenteanche la bottiglia del vino. Intanto era arrivatoanche il mulattiere da Sucùa ; non ci occorrevache un buon riposo per disporci a riprendere ilviaggio, questa volta però di nuovo a cavallo . Seiore per le consapute strade, attraverso boschi evasti sboscamenti coltivati . Arrivammo a Mendezsotto la pioggia .

L'antico Vicariato si chiamava di Mendez eGualaquiza ; ora si chiama solo di Mendez . Maciò non toglie che la «città » abbia solo 400 co-loni, benchè nei dintorni abitino circa 1200 .Vanta una bella chiesa, in legno si capisce, unospedale in via di organizzazione, in mattoni,come pure in mattoni è il « palazzo » del VicarioApostolico, in via di ultimazione . Son gli uniciedifici in muratura in tutta la provincia!

Al signor Visitatore toccò benedire e inaugurarela nuova banda: bisognava sentire quanti demoniuscivano da quelle trombe! Per la festa di CristoRe il coro si produsse nientemeno che con unaMessa del Perosi, in un'interpretazione esclusi-vamente . . . orientale, per impegno dei giovani diAzione Cattolica . Si tratta di coloni bianchi . Ikivari hanno il loro centro a mezz'ora di cam-mino sul fiume Cuchanza, con internato di 50 ki-varetti e 70 kivarette. Metà del giorno vanno ascuola, e l'altra metà vanno a coltivar la chacra,lavoro che li mantiene . Hanno la loro centraleelettrica e una macchina per mondare il riso .

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Fa impressione sentire i kivaretti a cantare epregare in latino e spagnolo, nonchè nel loroidioma kivaro. Nessuno dei nostri giovani deipaesi di antica civiltà sa pregare in tre lingue . . .La missione sta sul ciglio della sponda del furiosofiume Paute, nel punto dove sfocia il Cuchanza .Il Paute viene nientemeno che da Cuenca e si èvenuto ingrossando per tutto il percorso, for-mando come un abisso che divide le due sponde .La genialità dei missionari, e specialmente delcoadiutore sig. Pancheri, unì le due rive con unponte a sospensione, che ha del favoloso, quandosi consideri il luogo ove fu costruito e le diffi-coltà che si dovettero superare . Misura 84 m. dilunghezza e 40 di altezza, e permette il transitoai pedoni e alle bestie .

Ma il ponte non fu che la culminazione logicadell'impresa eroica di costruire una strada mulat-tiera di comunicazione tra Pan e Mendez, cioèdalla parte abitata e civilizzata a quella selvaggiadell'Equatore Orientale . L'anima e l'eroe delprogetto fu il nostro Don Albino Del Curto .L'impresa ebbe dell'avventura, del romanzo edella tragedia, ma fu la chiave che aprì l'OrienteEquatoriano alla colonizzazione. A questo valo-roso pioniere è intitolata la piazza di Mendez,

e la città del Pan gli sta preparando un mo-numento .

La prossima residenza da visitare era quella diLimon; non mi soffermo a parlare delle peripeziedi quel viaggio, che cominciò sotto una pioggiatorrenziale, che infangò tutto il percorso e rese ilRio Negro impassabile fino all'indomani . Il giornoseguente lo passammo su una zattera manovratada un eroico «Caronte» dalla mano monca e conun occhio solo, imperturbabile nella sua allegratranquillità. Non posso passar sotto silenzio ilricevimento che ci fece, sulla notte del secondogiorno, il cacico kivaro Chiriapa, nella sua « villa »di campagna, circondato dalle sue quattro moglie da figli e parenti, vestito in tutta eleganza eu-ropea, e tutto in faccende per renderci gradito ilriposo, imponendo il « silenzio sacro» alla sualinguacciuta tribù, quando ci vide pronti a chiu-der gli occhi .Celebrammo la S, Messa in un estremo del

capannone, davanti a un gran quadro di santa Te-resina : i membri cristiani della famiglia si con-fessarono e comunicarono, come avevano presoparte alla recita del rosario la sera prima, mentreChiriapa e il resto della tribù assistevano in ri-spettoso silenzio .

CONVEGNO GENERALEDEI COOPERATORI E DELLE COOPERATRICI SALESIANE

Roma • 11 ~ 12 - 13 Settembre 1952

• Ricordiamo che per partecipare al Convegno occorre la tessera di iscrizione, che vienerilasciata dal Comitato Cooperatori. Salesiani, Via Marsala 42 - ROMA (121), col versa-mento di L . 500 .

Chi provvede da sè al viaggio e all'alloggio, non ha che da scrivere al Comitato sud-detto, inviando la quota e chiedendo la tessera.

• Chi invece desidera unirsi a una comitiva, si rivolga al rispettivo Decurione, oppure alrev.mo Direttore Diocesano, o ai Salesiani Incaricati dei Cooperatori negli Istituti Sale-siani locali .

Le iscrizioni si chiuderanno il 15 luglio.

Raccomandiamo caldamente a tutti i Cooperatori e Cooperatrici particolari preghiere,in questi mesi di preparazione, per la buona riuscita .E facciamo appello alla loro carità perchè ci aiutino a sostenere le spese di organizzazione .Li ringraziamo fin d'ora di gran cuore e li preghiamo di indirizzare le offerte alla

DIREZIONE GENERALE OPERE DON BOSCOVia Cottolengo, 32 - TORINO (7o9)

specificando che sono destinate a sopperire alle spese del Convegno dei Cooperatori a Roma .

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Non saremmo giunti a Limon nemmeno alterzo giorno, se, raccolti in uno sforzo comunedal missionario, i coloni non avessero rifatto ilponte abbattuto da una frana, per le torrenzialipiogge antecedenti, in un luogo ove le pareti apicco non avrebbero altrimenti permesso ilpassaggio .

All'avvicinarci a Limon, schiere di ragazzi, ra-gazze e coloni ci fecero allegro ricevimento inmezzo alle frane che ostacolavano il passaggio .

Anche a Limon vi è un internato di kivaretti ekivarette ; ma il lavoro maggiore è dedicato allascuola e alla cura di anime locali e nelle coloniecirconvicine, fra una popolazione bianca che su-pera i 4500 abitanti. Per vicine che siano questecolonie, distano sempre 4, 5, 6 e più ore a ca-vallo. Hanno la loro piccola cappella e scuola sottola vigilanza del missionario . Questa missione diLimon è risultata da un trasloco dell'antica In-danza - nome familiare agli antichi lettori delBollettino - che ora è una delle menzionate co-lonie, sorta a nuova vita con 2700 abitanti ; maormai la « primogenitura » è passata a Limon .I dilettanti di architettura troverebbero da am-mirare nella chiesa di Limon, per quanto co-struita in legno, le linee armoniche, i capitelliclassici, porte e finestre in puro rinascimento ;è dedicata a Nostra Signora di Guadalupe inomaggio ai benefattori messicani che ne promos-sero la erezione .

Da Limon si trattava di andare a Gualaquizaper via diretta . Ci vogliono tre giorni a piedi,ma il viaggio di Yaupi ci aveva persuasi che noneravamo allenati abbastanza . Decidemmo quindidi « uscire» al Sig-Sig in due giorni di viaggioa cavallo e rientrare pure a cavallo, per il passodel Matanga in tre giorni. Così si fece . Il primogiorno, dopo dieci ore di cavalcata, scavalcandola cordigliera, sostammo nella colonia di Chi-huinda, ove sta un nostro sacerdote per attendereai coloni. Piovve a catinelle e a mala pena tro-vammo posto sul pavimento per dormire. Il se-condo giorno sostammo nella colonia di Aguacate,ove un altro salesiano attende ai coloni sparsiper tutta la regione . Ripartimmo il dì seguentesotto la pioggia, che però cessò presto e ci per-mise di arrivare in buon tempo a Gualaquiza,la più antica delle nostre missioni . Conta un mi-gliaio di abitanti, coloni bianchi. I nostri prestanoloro assistenza spirituale e dirigono la scuola .Anche Gualaquiza ha ora il suo campo di avia-zione che darà nuovo impulso allo sviluppo dellaregione .A 7 km. da Gualaquiza sorge da poco la mis-

sione del Bomboiza, per i kivari della regione .Vi si arriva attraversando il fiume omonimo e lavasta tenuta, coltivata con tutti i prodotti dellaregione per il mantenimento dell'internato . Unapiccola scuola sulle rive del fiume riceve i figli

delle famiglie di coloni che si trovano da quelleparti. Siamo agli estremi del Vicariato, e la visitaè giunta al suo termine ; rimane solo da rifareil viaggio di tre giorni per ritornare al Sig-Sig,donde in tre ore di camion si giunge a Cuenca,sede abituale del Vicario Apostolico, Mons . Do-menico Comin, ormai venerando missionario di78 anni, dei quali 50 li ha passati nella missione,fra sacrifici e peripezie che solo il Signore puòconoscere .

Non mi sono indugiato a parlare dei ricevi-menti, che furono cordialissimi in tutte le parti ;nè delle funzioni speciali di Battesimi e Cresimeche ebbero luogo in quest'occasione ; nè della vitasacrificata dei missionari ; nè dell'edificazione cheriportammo dalla loro allegria in mezzo a tanteprivazioni . Il Signore li aiuta ed essi vanno avanticontenti di sapersi protetti da Maria Ausiliatricee dal nostro santo Fondatore .

Coad . MATTEO AMBROGIO

Missionario Salesiano .

SIAM

Realtà e speranze .

Amatissimo signor Don Ziggiotti,

Come le avevo promesso nella mia ultima,vengo a intrattenerla sul mio recente viaggiolungo la penisola. Fu un viaggio di molte espe-rienze, di semina e di qualche risultato .1) Huei Yang . Km. 329 da Bangkok . A questonome devo far precedere un po' di storia . Negliultimi tre o quattro anni nelle nostre cristianitàpiù antiche era diventato ognor più impellenteun problema demografico : il posto occupato dallapopolazione cristiana qui diveniva impari all'ac-cresciuto numero dei nostri ; inoltre la tendenzaall'inurbazione col pericolo della perdita dellafede diveniva sempre più forte . Si imponeva unapronta soluzione . La Thailandia ha ancora mol-tissime regioni forestali quasi disabitate : si trat-tava di scegliere un posto conveniente e cambiarela foresta in piantagioni di cocco o altro per poterdar da vivere a qualche migliaio di persone . Iltaglio della strada che, col tempo, congiungeràBangkok con Singapore, ci diede l'occasione ditrovare la località opportuna, e di mettere subitomano all'opera . E venne fatta la scelta di HueiYang. I pericoli e le difficoltà bastava aver occhiper vederli ; ma non mancarono i coraggiosi che,sicuri della parola del missionario, si disseropronti all'impresa . Si trattava di rendere abitabileuna zona fino allora dimora di tigri, serpenti e

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di ogni genere di bestie selvatiche ; inoltre biso-gnava risolvere subito il problema dell'acqua, deitrasporti, comunicazioni e abitazioni . Tutto venneaffrontato, e adesso già si può intonare l'inno dellavittoria : la foresta, coi suoi misteri e pericoli, siritira rapidamente davanti alla scure e al fuocodei nostri .

Mi recavo là per la prima volta per constatare ilgià fatto, grazie specialmente allo spirito di orga-nizzazione di Don Pietro Jellici, e per prendereaccordi definitivi sul da farsi. Alla stazioncina

di Huei Yang vi erano una trentina di giovanottie uomini ad attendermi . I visi fortemente abbron-zati, le braccia bruciate dal sole, e le dure manidicevano chiaro lo sforzo sostenuto da quei corag-giosi nei mesi passati . In allegra compagnia ciaccingemmo a fare 15 km. che ci separavano dallaresidenza missionaria in costruzione . Un carrotrainato da un bufalo ci seguiva portando i bagagli .Mi fermai cinque giorni . La prima decisione fudi mettere subito mano ad una scuola per i nu-merosi bambini e bambine che hanno seguito igenitori nelle nuove piantagioni . Poi la visita allevarie famiglie, fino alle più internate nella foresta .Ammirabile il coraggio di un giovanotto, antico

presidente della Gioventù Cattolica, che col fra-tello sta disboscando alle basi di un monte: ognimattina nel suo terreno si possono ammirare legrosse impronte della tigre che fa visita regolareal piccolo corso d'acqua che attraversa il terreno .« Ma la tigre non disturba chi è in pace col Si-gnore », mi assicura il giovanotto .

Si decide pure di aprire una strada perpendico-lare a quella tracciata dal governo, che unirà lanostra residenza al mare . Vengono a raccolta di-versi maggiorenti : il pranzo è servito con carni,non troppo tenere, di una scimmia. È la 168ma ,mi dice con aria di trionfo il giovane cacciatore,fratello di un nostro salesiano Thai .

La domenica ebbi la gioia di vedere la maggiorparte dei nostri piantatori attorno all'altare im-provvisato . Con che gioia si accostano ai Sacra-menti ! La foresta con i suoi pericoli e col suomistero come avvicina a Dio e fa vedere chesolo lui è importante! . . . Nella predica assicurotutti che se noi saremo fedeli nei nostri doveriverso il Signore, egli non mancherà di benedircianche de pinguedine terrae : e lascio come ricordoil pensiero familiare al beato Domenico Saviofin dai suoi primi anni: « Siano vostri amici, spe-cie durante la solitudine, Gesù e Maria».

Partii di là col cuore pieno di speranze : sognavola scuola per i ragazzi e le ragazze, poi la chiesa,poi l'ambulatorio, poi la casa delle suore . . . «MariaAusiliatrice, pensaci tu . . . mandaci tu i mezzi . . . » .

2) Ciumphon . Da Huei Yang, dove si è im-piantato stabilmente il segno della nostra reden-zione, come ho detto sopra, fino al km . 930 daBangkok, dove sorge Haad Yai, mèta di questonostro viaggio, non troveremo più alcun segnodi cristianesimo . È vero che lungo tutta la peni-sola sono sparse famiglie di cattolici, ma finorala missione non possiede alcun terreno in cuipoter impiantare una qualsiasi opera cattolica .Scopo quindi di questo viaggio è specialmentedi visitare alcuni centri principali per assicurarciun piede a terra. A sera tarda del 13 gennaio, iltreno entra nella stazione di Ciumphon, che starisorgendo dopo la distruzione della guerra . Presele nostre valige, ci recammo in un vicino albergo,ormai non più degno di tal nome per i troppisegni di decrepitezza, proprietà di una vecchiasignora cattolica . Accolti a festa dai quaranta cri-stiani circa della località, spendemmo due giornia girare nelle vie e nei dintorni in cerca di unasede. Il Signore ci benedisse . Trovammo unacasa con un terreno in vendita che farebbe peri nostri bisogni . Tutto bene, ad eccezione delprezzo. Speriamo di metterci d'accordo e farpresto sorgere colà un nuovo tabernacolo al Diod'amore .

Con grande nostro rammarico, abbiamo trovatoche i protestanti ci hanno preceduto : è quelloche constaterò in tutti i posti importanti della

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penisola: sono di va-rie denominazioni, maspecialmente i Pre-sbiteriani e gli Av-ventisti .

3) Bandon. A setteore di treno da Cium-phon si trova la cittàdi Bandon (km. 636da Bangkok): questafu la nostra terzamèta. Questo portodi mare, il 3° dellaThailandia, è impor-tante per il mercatodi legname che dalleforeste che lo circon-dano viene speditoalla capitale e all'e-stero . Inoltre è di quiche si prendono i bat-tellini per l'isola diSamui, l'isola dei coc-chi, che gli sta anord est. Anche quiabbiamo già un bel gruppo di cristiani, ed èimpellente il bisogno di avere un terreno e unacasa propria . Quando il Missionario passa, ècostretto a prender dimora negli alberghi dellacittà, che non son certo il luogo più rac-colto per ricevere i cristiani e celebrare i di-vini misteri . Anche qui passiamo la maggiorparte del tempo girando e domandando . Un'altraconstatazione: quandosi vedeva qualche lo-calità che sembravafatta per noi per lasua posizione e ame-nità, quasi sempre,con che stretta alcuore glielo lascio im-maginare, si veniva asapere che era pro-prietà delle pagode .Ad ogni modo anchequi la Madonna, ilcui nome benedettoci stava sempre sullelabbra a conforto eincoraggiamento, ciaiutò a scoprire quelloche può fare per noi,e le trattative sonoben avviate .

4) Puket. LasciataBandon di buon mat-tino, iniziammo ilviaggio che avrebbedovuto durare trenta

ore, e ci avrebbe portati nell'isola dello sta-gno, Puket. Ci vollero quasi dodici ore di trenolocale, come qui chiamano gli omnibus, per fare210 km. e arrivare alla cittadina di Kantang, sullacosta occidentale della penisola Thai, sul golfodel Bengala . Fummo però più fortunati di quantopotevamo sperare : arrivati a Kantang alle settepomeridiane, trovammo subito un battello che

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era in procinto di salpare . Il primo movimentonel vedere la nostra « nave » non fu certo di en-tusiasmo : un guscio di 20 tonnellate!!! Avanti,in nomine Domini! La nostra vita è nelle manidel Signore. La nostra sorte penso fosse di pocopiù allegra di quella di S . Paolo in viaggio versoRoma ; però fummo più fortunati di lui, chè ar-rivammo in porto senza il minimo incidente, sesi eccettuano le conseguenze del rullio e del bec-cheggio che durarono le dodici ore di traversata .Passammo molto vicini ai numerosi scogli che sialzano a picco sul mare, e dove le famose rondinithai fanno il loro ancor più famoso nido, ciboprelibato dei ricchi . Il prezzo di detti nidi èsulle 30.000 lire al chilo : non è roba per i nostridenti, quindi passiamo oltre .

Puket è l'isola più grande della Thailandia .Ha una lunghezza massima di 45 km. e una lar-ghezza massima di 20 . La sua ricchezza favolosaè data dal sottosuolo, pieno di stagno. La primacosa che ci colpì entrando nel chiuso golfo diPuket fu una grande draga che scava lo stagno nelfondo del mare . Dentro la terra lo stagno, ealla superficie immense piantagioni di gomma ecocchi : ecco l'isola di Puket .

Alcuni buoni signori, educati a Penang, nellaMalesia britannica, vogliono assolutamente chemettiamo su una scuola : essi mi avevano invitatoper discutere il problema e anzitutto trovare unterreno adatto . Possiamo dire che le cose sonobene incamminate, e che anche colà abbiamogià un piede a terra . Ma adesso incominciano lepreoccupazioni : il trovare un terreno adatto ècerto il primo passo indispensabile, ma per rag-

giunger la mèta, cioè far sorgere una scuola comesi deve, la strada è ancora lunga e costosa . . .

Mi pare, amato Padre, di sentire da lontanola sua voce sempre incoraggiante che mi dice :«Abbiamo veramente di che ringraziare il Si-gnore! » . Di questo sono più che convinto . Adogni modo mi permetto di segnare alcune cifreche dicono quanto sia ancora lontana la mèta .

Il Vicariato Apostolico di Rajaburi, affidatoai Salesiani 25 anni fa, consta di 19 province .Di queste, solo in 5 possiamo dire di avere delleopere già efficienti ; in altre due abbiamo appenaun piede a terra, nelle rimanenti 12 ancora nulla!È vero che dappertutto si trovano gruppetti dicattolici visitati periodicamente dal missionario :ma come opera stabile non abbiamo assoluta-mente nulla .

Scoraggiarci ? No affatto, ma aumentare glisforzi, e innalzare più accorate le nostre suppli-che a Dio, e, dopo di lui, ai nostri Benefattori .Quest'anno a ottobre si compiranno i primi

25 anni di apostolato salesiano in Thailandia .Siamo tutti impegnati per fare di quest'anno lapietra miliare di un avvenire ancor più fulgido efecondo per la salute delle anime e per la gloriadi Dio e della nostra buona Mamma Ausiliatrice .Ci aiuti con le sue preghiere e con la sua

benedizione .A nome di tutti i ConfratelliLe sono in C . J . aff.mo

+PIETRO CARRETTO

Vicario Apostolico di Rajaburi .

14 febbraio 1952 .

Due pubblicazioni sulla PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANIIn preparazione al prossimo Convegno Generale di

Roma, l' Ufficio Cooperatori Salesiani ha curato la pub-blicazione di due opuscoletti, di un centinaio di paginecaduno, edizioni della S . E . I.

Il primo è di Don CERIA, il biografo di Don Bosco,e s'intitola : I Cooperatori Salesiani (Un po' di storia) .Storia a volo d'uccello, com'egli scrive nella premessa,ma sufficiente a delineare il lavoro compiuto dal santo Fon-datore per creare e organizzare quella che fu definita la« terza Famiglia salesiana » e dotata dai Sommi Ponteficidi favori spirituali come un « terz'Ordine » antico, con ladifferenza che, mentre in quelli si proponeva la perfezionecristiana nell'esercizio della pietà, in questa si ha per fineprincipale la vita attiva nell'esercizio della carità, special-mente nella cura della gioventù più povera e abbandonata .

Don Cena ne ricorda le origini e ne illustra l'organiz-zazione e l'espansione durante la vita di Don Bosco esotto il rettorato dei successori . Abbraccia più di un se-colo e mette in rilievo la preveggenza e la genialità delSanto che comprese per tempo la necessità della coopera-zione dei laici all'apostolato della Chiesa e si assicurò ilsostegno dei buoni per il progressivo sviluppo della suaopera nel mondo

Il secondo è di Don FAVINI e s'intitola Don Bosco el'apostolato dei laici . Documenta l'ampia visione delSanto, che, con la Pia Unione, ha mirato realmente a« scuotere dal languore, in cui giacciono, tanti cristiani,e diffondere l'energia della carità », precorrendo altreorganizzazioni con tentativi di costituzione che risalgonoal 1850 . Il suo ideale è chiaramente riflesso in queste de-finizioni che diede in un convegno di Ex allievi del 15 lu-glio 1886 : « I Cooperatori sono il sostegno delle operedi Dio per mezzo dei Salesiani » . . . « I Cooperatorisaranno quelli che aiuteranno a promuovere lo spiritocattolico » . . . « Verrà tempo in cui il nome di Coope-ratore vorrà dire vero cristiano « . L'abbondante citazionedalle Memorie Biografiche di Don Bosco dà creditoalla tesi . Insieme con l'opuscolo di Don Ceria mette a di-sposizione gli elementi ufficiali di valutazione di questabenemerita istituzione che celebrerà solennemente a Romail 75° del riconoscimento Pontificio e della pubblicazionedel suo organo mensile Il Bollettino Salesiano .

Si possono acquistare, al prezzo di L . 150 ciascuno,presso l'Ufficio Cooperatori Salesiani, Via Cottolengo, 32

Torino (7o9)

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La nuova Diocesi di Dibrugarh .

Abbiamo chiesto al novello Vescovo SalesianoM ons . Oreste Marengo qualche notizia sulla suanuova Diocesi di Dibrugarh (Assam). Egli ci haprontamente soddisfatti, ma con quella immedia-tezza e rapidità di stile che è caratteristica degliapostoli che amano assai più fare che dire.

Confini, clima, risorse naturali. - La Dio-cesi occupa la parte nord dell'Assam, all'estremonord-est dell'India. Confina a nord col Tibete con la Cina, a est con la Birmania, a sud colBengala, a ovest col Bhutan. Quando si giungea Calcutta, bisogna ancora fare circa mille km .per arrivare a Dibrugarh .

Il clima è torrido nella pianura, formata dallagrande vallata del Brahmaputra : piogge abbon-danti da giugno a ottobre, zona malarica speciealle falde delle colline fino all'altezza di 800 m .Nelle colline più alte (alcune raggiungono quasi3000 m.) il clima è salubre .

La parte piana è fertile e ricca di risaie . Contale migliori piantagioni di the in tutto il mondo,vi sono pozzi di petrolio e miniere di carbone .Quasi tutto è in mano di Società straniere . Siverifica anche qui, come nel resto dell'India, ilparadosso di una regione ricca e di una popo-lazione povera . In generale si può dire che laregione è quasi totalmente agricola : riso, the,canna da zucchero, canapa, cereali, agrumi, le-gname, petrolio, carbone . La fauna è ricca e

svariata, ma la caccia non è un divertimentomolto in voga .

Razze, civiltà, lingue . -Conta circa tre milioni diabitanti appartenenti allerazze Ariana, Dravidica,Kol, Mongola. Queste poisuddivise, specie nelle col-line, in moltissime tribù .L'Assam, come il resto

dell'India, presenta forticontrasti nel campo dellaciviltà . La gente della pia-nura è più evoluta, ma nonnecessariamente più civiledi quella delle colline . L'e-ducazione è abbastanza dif-fusa tra le caste alte ; po-chissimo fra le caste bassedella pianura e fra gli abi-tanti delle colline . Alcunetribù delle colline sono ve-ramente molto primitive ;non si possono però chia-

INDIA

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mare selvagge. Tutti quanti sono sotto il go-verno regionale dell'Assam (capitale : Shillong)che alla sua volta fa capo al Governo Centraleche ha sede a Nuova Delhi .

L'ultimo censimento dava 145 lingue parlatein Assam. La grande maggioranza di queste sonoparlate nella Diocesi di Dibrugarh . Nella pia-nura la lingua Hindi e Assamese sono assai dif-fuse. Nelle colline, tribù che alle volte contanopoche migliaia parlano una lingua che nessunaltro capisce .

Religioni. - L'Induismo è predominantenella pianura, ma l'Islam vi è pure fortementerappresentato. Gli aborigeni (Dravidici e Kol)sono animisti, ma con forti tinte di Induismo.Le tribù delle colline sono tutte animiste . Lagente delle colline ha quasi nulla in comunecon quella della pianura, ad eccezione della po-vertà .

I Cattolici sono da 25 a 30 mila, tutti nellapianura. Nelle colline, dove le speranze sono mag-giori, non ci fu ancora permesso di stabilirci alavorare. Da più località sono anche venute de-legazioni, ripetuti inviti, ma finora perdura ilveto delle autorità governative. Più tardi forse,quando le cose siano meglio sistemate, si potràentrare .

I protestanti, favoriti dal governo inglese, cihanno preceduti e vi lavorano da circa 6o annicon ottimi risultati .

Stato della Missione . Sviluppi urgenti . For-tuna del metodo di Don Bosco . -- In tutta laDiocesi sono cinque residenze missionarie . Que-ste si trovano in un centro di qualche importanza ;i cristiani però sono sparsi in oltre 200 comunità,quasi sempre lontane dal centro, in piantagionidi the o in piccoli villaggi . Vengono visitati ognitre mesi . Di più non si può, data la grande scar-sità di sacerdoti, la mancanza di comunicazioni .

Accanto alla residenza sorge generalmente unascuola per ragazzi e, dov'è possibile, una per ra-gazze tenuta dalle Suore . Data l'estrema povertàdi quella gente, le scuole non sono sempre nu-merose come si desidererebbe, e sono un grandepeso sulla Missione .

Bisogna aprire nuove residenze, aumentare ilpersonale in quelle già aperte ; urge soprattuttofondare una scuola di Catechisti, promuovere eincoraggiare l'educazione formando maestri, a-prendo scuole in tutte le nostre cristianità, am-pliando e migliorando gl'internati per ragazzi eragazze presso la residenza .

I cristiani sono ferventi . La visita del Missio-nario segna sempre una Comunione generale .Sono generalmente molto attaccati al Missionarioe ne hanno grande venerazione. L'aiutano inquel che possono, ma quel che possono è assai

poco; i più abbisognano del nostro aiuto anchemateriale .Anche nella Missione di Dibrugarh il metodo

di Don Bosco si è rivelato efficacissimo. La curache prendiamo dei figliuoli ci affeziona i genitori,che corrono dal missionario col cuore apertoe disposto ad accogliere il buon seme della pa-rola salvatrice di Dio .

VENEZUELA

Visita di S. E. Mons. ArmandoLombardi, Nunzio Apostolico nelVenezuela, alla Missione Salesianadell'Alto Orinoco .

Per la prima volta nella storia di questa Mis-sione si è avuta la grande fortuna di ospitarel'inviato del Papa, il quale ebbe la compiacenzadi fermarsi con i figli di Don Bosco ben quattrogiorni. Furono per lui giornate intense, piene dilavoro e di sacrifici, ma di grandi consolazioniper tutti .La Prefettura Apostolica dell'Alto Orinoco

conta 25 persone tra Salesiani e Figlie di MariaAusiliatrice, con otto residenze sparse su di unterritorio di circa 200.000 km2 .

L'Ecc.mo Nunzio giunse in apparecchio allacapitale del territorio Amazonas . Erano a rice-verlo il Rev.mo Prefetto Apostolico, Mons . Se-condo Garcia, il signor Governatore del territorioe le autorità civili e militari di Puerto Ayacucho.Ai due « Asili » dei giovanetti e delle fanciulledelle Figlie di Maria Ausiliatrice si unì festantela popolazione in un caloroso tripudio di affettoe di devoto omaggio . E cominciò il lavoro perSua Eccellenza .

A Paria, nel cuore della foresta, tra gl'indigeni :Battesimi, prime Comunioni, Matrimoni ; posadella prima pietra per l'erigenda chiesa in onoredi Nostra Signora di Coromoto, Patrona del Ve-nezuela . Nell'isola di Ratòn: posa della primapietra per una residenza e cappella in onore diS. Giovanni Bosco. In Ayacucho: cento primeComunioni e Cresime, visita ai due Asili, alConsiglio Municipale, alla Guardia Nazionale,all'Ospedale ; benedizione della nuova residenzadel Prefetto Apostolico e casa parrocchiale ; be-nedizione ai lavori della nuova cattedrale .

Tutto questo lavoro, che potè svolgere l'Ecc .moPresule, fu preparato da mesi con lo spirito disacrificio dei buoni Missionari . Nessuno si ri-sparmiò perchè l'esempio dell'instancabile Pre-fetto Apostolico precedeva tutti .

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Per la prima volta si potè mettere insieme unabanda che seppe farsi onore . I duecento allievidell'« Asilo Pio XI » e trenta ragazzi di S . Fer-nando di Atabapo offersero a Sua Eccellenza unben eseguito saggio ginnastico, e i giovanotti delquinto e sesto grado una preparata gara cate-chistica .

Visitando poi il laboratorio femminile del-l'« Asilo Madre Mazzarello », potè constatare irisultati ottenuti dalle buone suore nei lavorimanuali, per la formazione della figliuola cri-stiana alla vita domestica .

Visitò pure il laboratorio per i giovani, dovevanno dirozzandosi nel lavoro meccanico e dellegno, del sarto e del calzolaio una ventina diragazzetti .Nel capace Hotel Amazonas, trasformato in

cappella, fu eseguita la Messa in onore di MariaAusiliatrice, compostada un Missionario delterritorio, cantata daitrecento fra ragazzi eragazze dei due Asili,a cui assistè tuttala popolazione . Nellostesso Hotel fu offertaall'Ecc.mo Nunziouna serata di gala peresternargli la ricono-scenza di tutti . I gio-vani in quell'occasio-ne seppero superarese stessi nei canti enelle declamazioni .

Purtroppo il caloredi un sole equatoriale,che spingeva il ter-mometro oltre i qua-ranta gradi e che nondava pace neppure dinotte, fu per il Nunzioun incomodo non pie-colo ; però il suo grancuore e il suo spirito

di sacrificio ebbero ragione sugli elementi dellanatura. Potè così rendersi conto pienamente inquali difficoltà climatiche lavorano i figli di DonBosco per l'espansione del Regno di Dio .

Il rappresentante del S . Padre non ebbe cheparole di ammirazione, di lode e di incoraggia-mento per i Missionari e di congratulazione peril Prefetto Apostolico, che seppe in poco tempoorganizzare e realizzare tante opere di bene afavore di queste popolazioni .

La benedizione di Dio, portata dal Nunzio anome del Papa a questo territorio, faccia sì che sipossano condurre a Gesù tutte queste care animee ci aiuti ad arrivare anche agli indi che vivononella selva, ancora avvolti nel paganesimo .

Don LUIGI CoccoMissionario Salesiano .

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«Mia moglie gridava : " Madonna, fer-maci! " » .Il 24 gennaio, alle ore 20, io con mia moglie accom-

pagnavo due sposini nostri amici, in viaggio di nozzeall'albergo Mafalda a San Remo . Era buio, pioveva adirotto ed io, non conoscendo la strada, infilai la scor-ciatoia a gradini di via Costiglioli . Improvvisamente sifece un salto al primo gradino e si ruppero i freni . Al-lora mi trovai senza scampo, poichè la macchina pre-cipitava a salti dalla discesa e già vedevo la fine ditutti, fracassati contro il muro di fondo alla via . Miamoglie gridava disperata: « Madonna fermaci, Madonnafermaci!». E come da ordine ricevuto la macchina conuno schianto contro il muro di sinistra si fermò fra-cassata, e noi tutti ne uscimmo spaventati, ma illesi .Tutta la gente della contrada, uscita dalle case, diceva :« È un miracolo della nostra Madonna Ausiliatrice! » .Alzammo gli occhi in alto e proprio a pochi metri dadove ci eravamo fermati c'era una bella Madonna di-pinta . Si piangeva tutti per la grande emozione e perla certezza dell'intervento divino. Doppio miracolo :noi tutti illesi e la strettissima via deserta, altrimentiquante vittime ci sarebbero state! La Madonna ci havoluto bene e ci ha salvati tutti .

Unisco offerta in ringraziamentoMilano . Viale Beatrice d'Este, 21,

Coniugi ANGELO ed ELISA ROLLINI .

Mancata esplosione di una bomba amano.Un nostro vecchio operaio, lavorando tra i rottami

di ghisa destinati alla fusione di quel giorno, festa diMaria Ausiliatrice, trovò una bomba a mano . Non co-noscendo l'orrendo ordigno, si era messo d'impegno pertogliere quel po' di metallo che la circondava, quandola bomba s'aprì lasciando vedere una buona dose ditritolo . Accorsero mio marito e un ingegnere che percaso si trovava in ufficio . Questi, che conosceva molto

bene l'ordigno, sollevo gli occhi al cielo invitando glioperai a ringraziare la Madonna, la cui effigie è ap-pesa al muro della fonderia . Questo avvenne nel po-meriggio del 24 maggio, proprio mentre io con mia ni-pote ci recavamo all'Istituto Don Bosco per assisterealla solenne funzione in onore di Maria Ausilia-trice .

La santa Vergine continui a benedire così la nostracasa !

Verona via Monte Suello, 8 .

PIERA PADOVANI .

" Auxilium Christianorum " .Durante le torbide giornate del Cairo, alla fine del

gennaio scorso, si affermò in modo singolare la ma-terna potenza di Maria Ausiliatrice . In quelle ore tra-giche, s'era fatta larga distribuzione delle sue medagliebenedette, e la Vergine SS . rispose con prove di effi-cace protezione, non soltanto sulle nostre due Case esulle alunne, che poterono raggiungere incolumi leloro famiglie, ma anche su tutti i benefattori di quellenostre opere .

Uno di questi, che nel pomeriggio del sabato 26 gen-naio implorava per telefono l'aiuto di preghiere, mentrela propria casa stava per essere raggiunta dal fuoco ditre incendi vicini, poteva poi assicurare che la prote-zione della Vergine SS . era stata davvero prodigiosa .Per sei ore consecutive, invocando insieme alla famiglia« la Madonna delle Salesiane », aveva esposto il quadrodi Maria Ausiliatrice, or da una finestra, or dall'altra,come scudo contro le fiamme invadenti che già quasilo lambivano, senza tuttavia recare alcun danno .

Ripetutamente in quello stesso pomeriggio, si eraanche tentato d'appiccare il fuoco a una grossa piantad'eucaliptus nel cortile della Casa, e sempre - quasisi parasse a difesa una mano invisibile - le fiamme sierano subito spente .

Un altro benefattore si compiaceva di mostrarel'esterno del suo palazzo affumicato per i vicini incendi,ma rimasto in piedi fra le rovine circostanti

L'AUSILIATRICE AI SUOI DEVOTI

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" ÈMaria Vergine stessa che vuol essere onorata sotto questobel titolo di Aiuto dei Cristiani, ed ha promesso protezionespeciale a coloro che l'avessero con questo bel titolo invocata " .

SAN GIOVANNI BOSCO .

Così molte altre persone, che si fecero un dovere diattestare da quali pericoli fossero state scampate in queigiorni per l'aiuto di Maria Ausiliatrice, e che partecipa-rono poi alle funzioni di ringraziamento nella cappelladella nostra casa di Rod el Farag, l'unico sobborgodella città risparmiato dalla raffica devastatrice .

Direttrice Suor ROMILDE MANFIERI .

Riacquista la vista dopo 16 anni .Avevo due anni e sei mesi allorchè perdetti com-

pletamente la vista all'occhio sinistro per la comparsadi una grossa macchia bianca . I medici non erano riu-sciti a togliere tale macchia, ma io non potevo rasse-gnarmi perchè l'occhio destro non era sufficiente perme che studio. Sorretto da una grande fede, il 16 ago-sto 1951 entrai nel Policlinico di Roma, dove fui ope-rato, ma con esito negativo . Fui quindi consigliato ditornare a casa perchè non c'era nulla da fare . Prima dipartire mi recai nella cappella e con le lacrime agliocchi invocai l'aiuto di Maria Ausiliatrice Uscii quasitrasformato, come se la Madonna mi avesse promessodi ridarmi la vista . Provvidenza volle che tornasse quelgiorno il prof . Ciotola, il quale mi visitò e, con meravi-glia di tutti, non mi lasciò partire, anzi mi propose ladifficilissima operazione del trapianto corneale . Il Pro-fessore mi avrebbe operato subito, ma dove trovarel'occhio da innestare? Ogni giorno morivano persone,ma nessuno volle darmi l'occhio e stetti 20 giorni adaspettare . In quell'attesa non feci altro che pregare,pregare, pregare. Finalmente una buona fanciulla di17 anni, dovendosi privare per necessità dell'occhiodestro, me lo cedette . Prima dell'operazione io corsiin cappella a fare a Maria Ausiliatrice la promessa divivere lontano da ogni peccato e di far pubblicare lagrazia . L'operazione riuscì a meraviglia e io con grandegioia potei vederci anche dall'occhio sinistro, dopo16 anni che non ci vedevo più!Chi ha bisogno di grazie e non ricorre a Maria Ausi-

liatrice è come una colomba che vuol volare senzaali

Bisignano (Cosenza) . Seminarista MAIURI ALDO

Maria Ausiliatrice e S. M. Mazzarellomi salvano la moglie e la bambina .Pregustavo la gioia di un nuovo angioletto in fami-

glia quando mia moglie veniva improvvisamente colpitada nefrite con forti dosi di albumina . Recatasi all'ospe-dale delle Molinette a Torino, i medici la sottoposeroalle cure del suo caso davvero preoccupante e grave .Essi, infatti, dubitavano di salvare l'ammalata e quindianche l'attesa creaturina . Che fare allora? Ricorremmofiduciosi a Maria SS . Ausiliatrice e a S . Maria Mazza-rello, sicuri della loro potente intercessione, che si pa-lesò presto e tangibilmente . Intatti, mentre la scienzamedica aveva previsto un lungo periodo di sofferenze,dopo appena due settimane ci rallegrava una bellabimba, che, quantunque nata prima del tempo pre-visto, gode ora con la mamma ottima salute . Come hopromesso, invio umile offerta e, unito a mia moglie,ringrazio di cuore Maria Ausiliatrice e S . Maria Maz-zarello per averci dato sana e salva la nostra piccolaAusilia .

Bagnolo Piemonte

CIGNA MARIO .

La reliquia di Don Bosco .La sera di Natale tutta la mia famiglia fu colta da

vomito e dolori fortissimi viscerali che subito attri-buimmo ad un dolce mangiato durante il pranzo . Quellache stava peggio era la mia bambina di due anni perla quale, spaventati, chiamammo subito il medico .Questi si affrettò a prodigarle cure energiche, dopoaverci dichiarato che la bambina era ormai intossicata .Ma tutto sembrava inutile e la mia bambina già colpallore della morte sul colto e le membra irrigiditestava per lasciarci . Pazza di dolore e di disperazione,mentre per ben tre volte il cuoricino cessava di bat-tere e la si rianimava con l'ossigeno, le misi fra le maniuna reliquia di S . G . Bosco e mi diedi a invocare ilnostro santo Protettore . Allora la bimba pian piano ri-prese a respirare normalmente, e le sue guance si ri-colorirono . Ringrazio di tutto cuore S . G. Bosco in-sieme con i miei famigliari .

Cagliari.

Prof.sa GIOVANNA PORRA in CONGIU.

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Guarigione miracolosa attestata dal me-dico .

Col cuore traboccante di vivissima gioia compio ildovere di rendere nota la grazia che S . Giovanni Boscoha voluto concedere miracolosamente al mio carissimonipotino Luigi, che era già stato spacciato dagli spe-cialisti appositamente convocati.

La fede costante, viva, ardente che ho sempre sentitoper Don Bosco, ancora una volta è stata premiata conuna grazia che ha del miracolo, come si può vederedall'accluso certificato medico . E io non solo sento ilbisogno di ringraziare, ma desidero che questa graziavenga pubblicata sul Bollettino Salesiano .

Marcianise, Via Michele Lener, 14 .LUIGI MONTUORI.

DICHIARAZIONE MEDICA - Certifico io qui sotto-scritto medico-chirurgo che il bambino Montuori Luigi di Fran-cesco affetto da gravissima forma di pleurite con versamento eminaccia di meningite cerebro-spinale è guarito miracolosa-mente non potendosi spiegare coi dati scientifici la rapida scom-parsa di tutti i sintomi gravissimi che lo minacciavano .

In fedeMarcianise, 24-X-1951

Dott . FRANCESCO LAURITANO .

" Mio padre era ridotto a uno scheletrodi 32 kg. "

Mio papà si era ammalato di una malattia miste-riosa che nessuno riusciva a capire . Se si curava inuna maniera, peggiorava ; se si curava nell'altra, ancorapiù. Temevamo che fosse la tubercolosi perchè dima-griva ogni giorno (da 75 kg . era ridotto a uno scheletrodi 32 kg .), ma i medici ci assicuravano che non lo eraaffatto. Io comprendevo benissimo la pena di miamamma che sembrava volesse impazzire per il dolore .Finalmente compresero la malattia, ma oramai nonc'era più nessun rimedio perchè il babbo era quasi ri-dotto agli estremi . Dietro il consiglio del nostro buonParroco, incominciammo una novena a Maria Ausi-liatrice e a Don Bosco . Oh, miracolo ! La sera stessache finiva la novena, incominciò a star meglio e due otre giorni dopo mangiava come prima senza nessundisturbo, mentre da sei mesi più di due cucchiai dibrodo non poteva prendere .

Dopo una quindicina di giorni lo rivedevamo a casacompletamente guarito . Da allora non soffrì più nulla .

Un mese e mezzo fa, mia mamma si trovava nellaquattordicesima maternità e il dottore le aveva assicu-rato la morte. Una mattina, mentre stavo per recarmialla Messa, mi dice che il giorno stesso deve andareall'ospedale e che sicuramente deve morire . Mi sem-brava che il cuore dovesse ad ogni momento fermarsiperchè, oltre alla perdita di mia mamma, avrei vistola mia vocazione infrangersi e avrei dovuto sacrificarela mia vita in mezzo al mondo che mi dà tanta nausea .Ricorsi piangente a Maria promettendole di far pub-blicare anche la grazia del babbo . Poi feci celebrareuna Messa e feci dire il Rosario davanti al suo altare .La sera stessa una bambina veniva di nuovo a ralle-grare la nostra casa, la mamma era salva e la bam-bina pure. L'abbiamo chiamata Maria Grazia in rico-noscenza a Colei che sempre ci assiste.

Ora attendo un'altra grazia e ho tutta la fiducia divenire presto esaudita: quella di poter al più prestorealizzare il mio ideale .

Che la Madonna ci assista sempre e ci conduca tuttial Paradiso .

Da un paesello di montagna .

Una povera figliuola.

(L'ingenua spontaneità di questa relazione ci ha in-dotti a fare eccezione alla regola di non pubblicare grazieanonime) .

Grazia di Maria SS. Ausiliatrice e diS. Maria Mazzarello .

Adempio, sebbene con molto ritardo, la promessa difar pubblicare una grande grazia, ricevuta per inter-cessione di Maria SS . Ausiliatrice e di S . Maria Maz-zarello .

Nel marzo 1937, i dolori intestinali che da tempo sof-frivo a intervalli si fecero più forti e accompagnati davomito continuo. Chiamato d'urgenza il dottore, con-statò il caso gravissimo e fui trasportata all'ospedaledove, 48 ore dopo, fui sottoposta a un intervento chi-rurgico, di cui però il professore non assicurò l'esito .Si trattava di peritonite per occlusione intestinale.

Dopo due giorni fui sottoposta a un secondo inter-vento ; quaranta giorni dopo a un terzo e, dopo tre mesicirca di degenza all'ospedale, sempre in pericolo di vita,potei uscire per la convalescenza . Ma nel corso del-l'anno altri disturbi del genere si fecero sentire e miobbligarono a ritornare all'ospedale il giorno stessodell'anniversario, li professore trovò che il male siera rinnovato in un'altra posizione e che urgeva nuova-mente un intervento chirurgico in tre momenti . Datala mia debolezza fisica e dietro consiglio delle mievenerate Superiore, non accettai la proposta del dot-tore ; rinnovai invece, unita alle consorelle, le mie sup-pliche al Cielo e mi abbandonai fiduciosa nelle manidi Maria Ausiliatrice . Il dottore mi congedò con que-sta frase : « Vada pure, durerà fin che potrà! » .

Sono passati 14 anni e continuo a godere una suffi-ciente salute, che mi permette di lavorare dal mattinoalla sera seguendo l'orario della comunità. Perciò, comeespressione della mia profonda riconoscenza a MariaAusiliatrice e alla cara nostra Santa, prego sia pubbli-cata la grazia .

Sion (Svizzera).

Sr . CATERINA GRISOTTI, F. M. A .

Mia mamma apparve improvvisamentefuori di pericolo senza l'uso di alcunamedicina " .

Il 24 marzo u . s ., mia mamma, non potendo propriopiù reggersi in piedi, si poneva a letto e la diagnosi deldott. Aimone notificava broncopolmonite .

L'uso reiterato della penicillina stroncò il male, cheperò non s'arrese tornando ben quattro volte in unmese e sempre più violento perchè la febbre, la pe-nicillina, la canfora e i sulfamidici spossavano semprepiù l'ammalata provocandole crisi impressionanti . Per-

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ciò il 24 aprile fu portata a Torino in cura dal pro-fessor Lanza, che potè ridurre la febbre sui 38° facendouso costante di farmacitina poichè si trattava di unabroncopolmonite recidivante. Data l'incapacità degliantibiotici a ridurle ancora la febbre, si aspettava an-siosi che l'organismo stesso prendesse l'iniziativa ; in-vece la debolezza e la febbre non lo permisero .

Verso il 20 maggio si aggiunse una pleurite post-pneumonica con circa due litri di siero . Vista la situa-zione umanamente disperata, ci accostammo tutti fer-vorosamente ai Ss . Sacramenti della Confessione e delloComunione per togliere da noi ogni impedimento allagrazia, e ci raccomandammo alla Vergine Ausiliatriceper mezzo dei cari giovani studenti dell'Oratorio diValdocco . E proprio quando si viveva sotto l'incubo diuna imminente setticemia, tanto più temibile in quantoormai il male era assuefatto agli antibiotici, una nottedei primi di giugno, mentre più fervida era la pre-ghiera comune, mia mamma apparve improvvisamentefuori di pericolo senza l'uso di alcuna medicina . Anchela pleurite guarì e il 20 dello stesso mese potevo accom-pagnarla alla processione della Consolata .

Rendiamo nota la bontà della Madonna perchè altriimparino a ricorrere a lei con confidenza .

Torino .

STEFANO RONCAGLIA

" Dopo lunghe sei ore di lotta tra la vitae la morte . . . " .Nella notte dall'8 al 9 febbraio scorso la mia

adorata mamma, settantenne, che da lunghi anniversa in precarie condizioni di salute, venne improv-visamente colpita da un grave attacco cardiaco, dovutoa disturbi del sistema circolatorio . Pensai subito dichiamare il medico che, accorso, constatò la gravitàdei caso, intervenendo con iniezioni di canfora edetere . Nonostante tutto, la crisi andava aggravandosie il medico mi confessò che il caso era disperato enon c'era più nulla da fare . Mi suggerì anche di chia-mare il sacerdote che, accorso subito, alle 3 del mat-tino, somministrò i Sacramenti alla cara inferma chenon dava più segni di vita .

Con l'animo sconvolto e straziato dal dolore sollevailo sguardi al quadro della SS . Vergine Ausiliatrice,chiedendo disperatamente, ma con fede immensa, lagrazia di strappare alla morte la mia adorata mamma .Con la Vergine SS . invocai anche l'intercessione delcaro Don Bosco. Da quel momento tutte le mie spe-ranze vennero riposte con fede vivissima nella potenzadella Vergine SS . e di Don Bosco . Mentre si attendevada un momento all'altro la catastrofe, alle 5 del mat-tino, dopo lunghe sei ore di lotta tra la vita e la morte,il corpo della cara inferma riprendeva calore dando iprimi segni di vita. Tosto scomparve dal suo voltoquella terrificante espressione cadaverica, il suo visodivenne roseo, il suo sguardo vivo e sulle sue labbraun sorriso e una parola : « Mario », il mio nome .

Capii subito che la Vergine SS . e Don Bosco ave-vano accolto la mia invocazione disperata e mi ave-vano esaudito . Dal profondo del cuore, rendo loro ilmio vivissimo ringraziamento, invocando protezioneper l'avvenire .

Gannostrarnatza (Cagliari) .

MARIO MARONGIU .

Don Bosco è ancor sempre di buonumore .

Il 22 gennaio 1951 fui colto da grave bronco-polmoniteemigrante che si ripetè per ben tre volte. Mi furonosomministrate tutte le medicine del caso, quali peni-cillina, streptomicina, auromicina . . . ma, visto inutileogni rimedio, fu abbandonata ogni speranza umana .Il 5 febbraio, essendo agli estremi, mi fu amministratada un Salesiano dell'oratorio «Agnelli» la EstremaUnzione e si attendeva ormai da un momento all'altroil trapasso .

Il 6 febbraio, verso mezzogiorno, con la febbre oltrei 41 gradi mi assopii, ma dopo breve tempo mi sve-gliai e alla suora assistente dichiarai di aver sognatoche, mentre andavo in pellegrinaggio ai Becchi, Don Bo-sco mi aveva detto :

« Se 'tveli gaveti, venta cha 'tbeivi 'na buta 'd barbera »(se vuoi guarire, devi bere una bottiglia di barbera) .

La suora e la mia signora credono si tratti di delirioe restano incerte, ma davanti alle mie insistenze midànno due bicchieri di vino : non osano andare oltreperchè da vari giorni non prendevo che un po' d'acquacon ghiaccio e manifestavo già i primi sintomi di coma .

In quel momento venne a visitarmi un padre Filip-pino, amico di famiglia, e conosciuta la cosa, davantialle pressanti mie insistenze esortò ad accontentarmi,quasi ad esaudire il desiderio di un moribondo .

Dopo aver vuotata in breve tempo la bottiglia, ebbicome un brivido in tutta la persona e mi sentii rina-scere alla vita .

Fu chiamato il professore Robino, medico curante,il quale non ebbe che a costatare il rapido migliora-mento mutatosi poi in completa guarigione .

Il 14 ottobre 1951 volli realmente salire in pellegri-naggio ai Becchi, portando a Don Bosco la mia modestaofferta e ringraziando il mio caro Santo della graziaottenuta .

Torino

GIUSEPPE GASCA, ex allievo .

Rendono ancora pubbliche grazie a MariaAusiliatrice e a S . Giovanni Bosco :Valentini Paolina (Amelia) per la soluzione del problema

della casa per i suoi sei figli costretti a dormire in una camera .Meloni Maria (Decimomannu) per l'esito felice di una

operazione difficile e dolorosa .Negrini Dina (Sondrio) per la salvezza del figlio di 10 anni

rimasto tra le ruote posteriori di un carro e sfuggito inco-lume per miracolo .

Milani Antonietta (Melara) per aver ottenuto da Don Bo-sco un posto per la figlia insegnante proprio il 31 gennaio .

Perego Celestina (Cernusco), avendo la mamma gravissima,ritenuta ormai moribonda, invocò con gran fede MariaAusiliatrice e, con meraviglia del sacerdote che le aveva datol'Estrema Unzione e del dottore, la vide riprendersi e guarire .

Ferrando Nicola per la guarigione della figlia da commo-zione cerebrale .

Catalano Leonardi Salvatore (Giarre Sicilia) per un gran-dissimo « miracolo », ottenuto proprio il 24 maggio.

Baltei Gian Domenico (Faenza) per aver ottenuto da Don Bo-sco la guarigione del nonno . Aggiunge : V'invio una mode-stissima offerta : sono i soldi del cinema » . Bravissimo!

Buschini Angela e Antonio (Novara) per la guarigione delnipotino Antonio al 3° giorno della novena .

D'Alessi Anna in Rizzato (Padernello di Paese) per ilbuon esito di un difficile atto operatorio durato tre ore .

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Grazie attribuite a Santa Maria Mazzarello .Guarito da scompenso cardiaco . - Da tempo

ero colpito da frequenti attacchi cardiaci con gravidisturbi che mi impedivano di attendere regolarmenteai miei lavori . Avevo già tentato alcuni rimedi, senzaottenere un notevole miglioramento .

Sebbene consigliato di raccomandarmi all'interces-sione di Santa Maria Mazzarello, non lo feci perchènon credevo alla possibilità di un miracolo . Allora miinvitarono ad applicare almeno la reliquia della Santasul cuore : li accontentai, ma senza prestar fede alcuna .

Ma la buona Santa ha voluto darmi una bella lezione .Dal momento in cui ho portato la santa reliquia sulmio cuore - dalla primavera scorsa - non ho piùsentito alcun disturbo cardiaco .

Ringrazio di cuore Santa Maria Mazzarello per avermiottenuto questa grande grazia dal Signore e inviandoun'offerta per le Opere Salesiane, la prego a voler con-tinuare su di me e sulla mia famiglia la sua protezione .

Foglizzo (Torino) .

Rosso BARTOLOMEO .

Guarita da tubercolosi ossea. - La mia figliuo-lina Graziella, di cinque anni di età, si trovava grave-mente ammalata con un disturbo in una gamba chenon la lasciava camminare . La si fece esaminare inCuenca e Guayaquil da parecchi specialisti, che di-chiararono trattarsi di tubercolosi ossea e che, perciò .non c'era speranza di guarigione .

Predicazione d'amore

Ci rivolgemmo allora con fede a Santa Maria Mazza-rello, seguendo il consiglio di una mia figlia e di duesorelle, Figlie di Maria Ausiliatrice .

La nostra fede ci dettò una novena dietro l'altra,senza contarle, con la ferma speranza che la nostraceleste protettrice ci avrebbe esauditi .

Quando già la fede incominciava quasi a vacillare,vedendo la nostra cara figliuola ogni giorno più grave,venne al nostro paese il venerando salesiano Don Gioac-chino Spinelli, veterano dei missionari, grande apo-stolo della divozione a Maria Ausiliatrice . Gli portaila mia piccina per chiedergli la benedizione della Ma-donna di Don Bosco, e gli raccontai la nostra penanel vedere come il cielo sembrava non voler ascol-tare le nostre suppliche. Il buon sacerdote disse : « No,non perdete la fede in Santa Maria Mazzarello : essavi esaudirà. Non lasciatela ».

Rinnovati nella fede, continuammo a pregare, e connostra meraviglia potemmo vedere la bambina a cam-minare quasi normalmente . Il miglioramento si fecesensibile, giorno per giorno, e oggi la mia figliuolaè tornata ad essere l'allegria della casa e dei suoi ge-nitori che, ripieni di gratitudine verso la loro santaProtettrice, adempiono la promessa di pubblicare lagrazia e mandano una piccola offerta .

El Pan (Equatore) .

ZOLLA ZUNIGA DE LOPEZ .

La va compiendo, silenziosa ed eroica, in un duro carcere del Kwangtung (Cina),una Figlia di Maria Ausiliatrice cinese, imprigionata il giugno scorso, sotto legravi calunnie che accomunarono nella stessa sorte le benefiche opere di quellaCasa con tutte le altre delle Missioni cattoliche della Cina rossa .Forte e serena, la giovane suora è divenuta l'angelo consolatore di quella prigionedi terrore e di atroci sofferenze morali . Una persona, sfuggita di là, e testimonedella sua vita quotidiana, potè assicurare che tutti la considerano una santanutrono per lei ammirata venerazione . Gli stessi carcerieri la rispettano, soggiogatidal suo contegno e dalla carità che esercita come infermiera del carcere femminile .Viva impressione destò, fra l'altro, la cura che si prese di una povera detenutaconsunta dalla tisi, e con le membra già in sfacelo . Nessuno avi ebbe osato avvi-cinarla per l'orrore che ispirava ; solo la pietosa Suora si chinò su lei a servirla,a medicarla, a darle un po' di cibo, e infine a confortarla con la certezza d'unafelicità futura dischiusa dal Battesimo .Le compagne di cella non sapevano spiegarsi tanta bontà, e si dicevano : « Mache può aver mai fatto di male questa giovane suora? Perchè è qui in carcere?» .Perchè? Per opporre alla violenta predicazione dell'odio, la irresistibile predica-zione dell'amore di Cristo.!

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Ci hanno segnalato grazie

ottenute per intercessione di Maria Ausiliatrice e diS. Giovanni Bosco, di S . Maria Mazzarello e degli altriServi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerte perla celebrazione di sante Messe di ringraziamento - iseguenti :

Accornero F., Adobati rag. M., Agnes C ., Alberti G.,Alpignano L., Alquà A ., Arduino A ., Armando L., Arri-goni M ., Badino M ., Badone A., Baldisserri M ., Baldis-sono M ., Barheris con ., Barberis C ., Barhieri S ., Bardone G.,Baroni M ., Battiaso R ., Bazzanella P ., Berruti G ., Beisa-nino E ., Birago U ., Bobbola A ., Boggione fama, Borghesio G .,Boscia B ., Bozzo R ., Bruni A ., Bruni E . F., Burzio M., Ca-gnami E., Carcerano M . . Canali G ., Canalis I ., Canepa M.,Canova A ., Canuto E., Carbone A ., Carniel A ., Casaccia I .,Casetta A ., Castella I ., Castiglioni V ., Cavaglià G ., Caval-lero G ., Cedolia E ., Cento M ., Cerchi D. P., Cerchio F.,Chiappini M ., Chiappo E ., Chiari I ., Cielo P., Cipriani I .,Clara G ., Cnassolo C ., Colocrisi C ., Corti P ., Cossarin L.,Cotto C., Cristiano M ., Crucitti G., Cuniberti G ., Curcuruto L, Daghelisa E ., Dal Chiavon, Dal Ciu A ., Dassetto P.,De' Ambrosio A ., De Angelis L., De Bortoli A ., Delfino I .,Della Mano L ., Delpiano R ., De Paolis G., Dequino A.Di Marco R., Di Natale, Dubauloz M ., Eusebietto N' . .Faletti O ., Farinetti coniugi, Fanaro Dori . C . . Favero M.,Feno E ., Ferrero D ., Ferrero R ., Ferrero T .. Ferrero V..Festa fama . Fogliacco D ., Formille L. , Foti L ., France-schini A ., Franch G., Franconi C., Frassy L ., Fuloi S.,Galleone M., Gallero A., Gargano M ., Gariazzo sorelle .Garneri T., Gassino O ., Ghiotto E ., Gianti lbi ., Gili G .,Giorsetti A ., Gizzi M ., Gonellà M ., Grandi F ., Grea O .,Gulino A . e C' ., Ladetto F., Lanza coniugi, Lobera, D . A . .Lojero G ., La Russa D . A ., Maglietto L ., Magri I ., Maini E .,:Ialino C ., Manetto M ., Marcone P ., Mariano A ., Masera \I .Masero G., Masino C ., Mammincelo M ., Mastrandonio I,. .Mazzolotti G ., Mengotti M., Mirabelli M., Morandino G . .Moro G., Negroni C ., Paderi A ., Pagliotti A ., Palmisano C .,Paltro M ., Papini I ., Parasacco fam .a, Pasero coniugi, Pa-squino I ., Passarotti L ., Patri I,-, Patricolo M ., Pavinelli G . .Pellisier A ., Penazio A ., Pernettaz M., Piras P., Plonteinconiugi, Pretti G ., Pretti P. . Porzio G ., Pozzo R ., Quat-trucci D . P ., Re S ., Redi M ., Regoli R ., Revezzi A ., Rey-neri T ., Ribero A., Ricaldone A., Riva A., Rivetto T .Rizzo Ing . M., Rossi L ., Rotondo e Zappetti, Rubini G .,Sacchi T ., Sacco M . . Santa G. . Santorelli M.- Savio L .,Scalva fama, Scarsi A., Serra M ., Spagnoli B ., Sparta G .,Stracchi A ., Tagliano coniugi, Terranova A ., Tessaro O .,Tomassone G ., Tombesi L ., Trapin B ., Trucco C. e C.,Turina G . P . . Vacchino R ., Valente E ., Vandoni L ., Va-netti P ., Varesio C ., Venneri E ., Vespa E ., Vestori V. Vi-glietti G . . Vitale A ., Zambotti D . Zucchi N

Raccomandiamo caldamente alle preghiere

di tutti i devoti di Maria Ausiliatrice, le seguenti per-sone e le loro particolari intenzioni :

Amateis G., Arduino M ., Artero L ., Becchio A ., Bello T .,Bertolino M., Bragante N ., Braniati C ., Busso G ., Cane-lotto S ., Cantarotti R ., Casolati G ., Chiantore L ., Cordero T .,Costa M ., Cozzi-Pingisoli, Dalmastro R ., Da Silva G ., Dez-zani C ., Fenoglietto T., Ferie O . e P., Ferrando N ., Furla-netto E ., Gallino G ., Galuppi E ., Gastaldi F ., Ghiosso R .,Giordanino ( ., Giovenale L ., Gomboso S., Graziano C .,Grillo-Rapello, Margherita M ., Martini G ., Menzio L .,Micchíardi I ., Miglietto A., Oreggia A ., l'aceotto L ., Paggifratelli, Pagliano C., Pavoni I ., Pellegrinelio B . P ., Pelli-cioli B. D., Pio G ., Puzzolo G ., Regaldo F ., Rigotti A .,Roseio M., Rosso M ., Scaraffia A ., Serra F ., Steglio E .Tornari B ., Ughetti M . . Vaccarino V . e Zanon J .

Madre MADDALENA GERBINO PROMISgià Economa Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice .

Nata a S . Michele di Mondovì (Cuneo) il 22 marzo1876, morta a Casanova (Torino) il 9 marzo 1952 .Partita per l'Argentina appena pochi giorni dopo la

Professione religiosa, nel novembre del 1898, vi tra-scorse la maggior parte della sua vita formandosi allascuola dei primi grandi Missionari Salesiani, tra i qualiMons. Costamagna .

Come semplice suora prima e poi per un triennio -dal 1914 - a capo della Casa di Buenos Aires-Almagro,vi svolse un fecondo apostolato educativo, sostenendoe assestando quella allora incipiente Scuola Normale .

Nel 1917, eletta a reggere l'Ispettoria Argentina, spie-gava in più vasto campo le sue doti di governo e lerisorse della sua mente organizzatrice, affermando al-tresì la sua opera per lo sviluppo delle Missioni dellaPampa e della Patagonia .Passata, sei anni dopo, all'ispettoria dell'Uruguay,si acquistava nuove benemerenze di lavoro e di orga-nizzazione, anche nel campo missionario del ChacoParaguayo .

Ritornata all'Ispettoria di Buenos Aires, vi continuavala sua instancabile opera, sorretta e guidata sempreda intensa vita interiore, da fedeltà attenta e vigile aiprincipi e alle tradizioni dello spirito di S . Giov . Bosco .

Monumento del suo zelo per moltiplicare le possibilitàdi bene secondo le esigenze dei tempi, rimane la bellis-sima Scuola Agricola « M . Mazzarello » di Moròn, ri-conosciuta ed elogiata anche dal governo argentino .

Nel 1937, per la malattia della compianta Madre Ar-righi, veniva chiamata a sostituirla nelle gravose man-sioni di Economa Generale dell'Istituto . E con la com-petenza sua propria, si donò all'importante ufficio peroltre un decennio finchè, minata da lento e progres-sivo malore, chiese umilmente di esserne esonerata .

Si ritirò allora nel Noviziato Internazionale Missio-nario di Casanova (Torino), dove visse gli ultimi anninell'umiltà, nella preghiera, nella sofferenza santificatadall'amorosa adesione alla volontà di Dio, e dove - aivespri della festa del B . Domenico Savio - si spensepiamente, arricchita dei meriti di lento e intenso patire .

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

SALESIANI DEFUNTI :

Sac . GIOVANNI BARBIERI, da Rovegno (Genova),† ivi il 26-1-1952 a 75 anni .

Sac. ROBERTO WIECZOREK, da Michankowitz (Polonia),† a S . Pedro Tlaquepaque (Messico) il , 1-1-1952 a 75 anni.Sac ERNESTO MIGLIETTI, da Occimiano (Alessan-

dria) † a Barcellona-Tibidabo (Spagna) l'8-1-1952 a 74 anni .Sac. VINCENZO CAMPO, da Villa Rosa (Sicilia), † a

Caracas (Venezuela) il 19-IX-1951 a 65 anni .Sac. GIUSEPPE CA ROZZO, da Acqui (Alessandria),

† a Bahia Bianca (Argentina) l'11-x-1951 a 3o anni .Coad. GIOVANNI JORQUERA, da Mulchén (Cile),

† a Santiago del Cile il 7-X-1951 a 87 anni .Coad. CANDIDO SCAGLIONE, da Moasca (Asti), † a

Chiari (Brescia) il 5-XII-1951 a 76 anni .Coad. ANTONIO BERNASCONI, da Rancate (Canton

Ticino) † a Torino-Oratorio il 5-II-1952 a 74 anni .Coad. MICHELANGELO DAZIANO, da S. Michele

Mondovì (Cuneo), † a Ivrea il 31 - 1 -1952 a 43 anni.Coad. LINO ROSSINI, da Costanzana (Vercelli) . † e

Torino-Oratorio il 28-2-1952 a 74 anni .

COOPERATORI DEFUNTI :

GIOVANNI BATTISTA Card. NASALLI ROCCADI CORNEGLIANO, Arcivescovo di Bologna, † il13 marzo 1952 .

La stampa cattolica ha già messo in luce l'eminente figuradel compianto Porporato . Noi desideriamo solo dare sfogoai sentimenti di profonda gratitudine per la grande benevo-lenza che sempre dimostrò ai figli di Don Bosco .

Il suo amore a Don Bosco e alle sue opere risale ai tempidel suo chiericato . Più volte in pubbliche assemblee di Coo-peratori Salesiani si gloriò di essere Cooperatore fin daquando era chierico in seminario,Giovane prelato, andando a Torino presso un suo fra-

tello, che copriva un'alta carica in città, ebbe agio di cono-scere da vicino i Superiori e l'Opera salesiana, alla quale siaffezionò maggiormente .

Nel 1929 portò lo splendore della sacra porpora al trionfaleritorno di Don Bosco a Valdocco . Anche alle feste dellaCanonizzazione volle essere presente accettando di tessereuno dei tre grandi panegirici del Santo . L'ultima volta chepotè pellegrinare a Maria Ausiliatrice fu nel 1938, per labeatificazione di S . Maria Mazzarello, della cui umiltà volledire le lodi .

Ma il tratto maggiore di benevolenza ce lo diede nel 1929a Bologna. Il Card. Domenico Svampa aveva chiamato iSalesiani in quella città e aveva iniziato la costruzione deltempio del S . Cuore accanto all'opera salesiana con l'inten-zione di affidarlo ai figli di Don Bosco . Ma dopo la sua morte,il tempio fu affidato a un sacerdote del Clero diocesano .Crollata la grande cupola nel 1929, il Card . Nasalli Rocca lodiede, con la vasta parrocchia del S . Cuore, ai Salesiani, iquali la ricostruirono una prima volta allora e una secondavolta dopo l'ultima guerra .

L'Istituto Salesiano di Bologna era per il compianto Car-dinale un'opera prediletta . Spesso e volentieri si recava sianella Parrocchia sia nell'Istituto per presenziare a celebra-zioni e feste .

Recentemente si era mostrato molto soddisfatto nel sen-tire che si andava riorganizzando nell'Archidiocesi bolo-gnese la Pia Unione dei Cooperatori Salesiani . Anzi espri-meva al Direttore il vivo desiderio che tale benefica organiz-

zazione riprendesse il ritmo di sviluppo e di azione di untempo .

Anche nel distribuire la sua munifica beneficenza non di-menticava mai l'Istituto Salesiano .

Per questo l'intera famiglia Salesiana si unisce di cuoreal Clero e ai fedeli della sua vasta Archidiocesi per piangernela perdita e invocargli da Dio ampia ricompensa .Mons. TOMASO FONTICELLI, † a Savona il 2-1-1952.Da molti anni ricopriva la carica di Direttore dei Coope-

ratori Salesiani . Amò intensamente Don Bosco e le OpereSalesiane . Nella parrocchia di S Francesco da Paola, di cuifu primo Parroco, portò lo spirito di Don Bosco prediligendola gioventù e avendo sempre in cima ad ogni suo pensierola salvezza delle anime a lui affidate .EDVIGE CARBONIL † a Roma il 17-II-1952 .Una spiccata divozione alla Passione di Gesù fu la nota

caratteristica della sua vita . Povera essa stessa, era conosciutacome la madre dei poveri . Fu anche ardente zelatrice delleopere salesiane e nutriva una fiduciosa divozione per S . G . Bo-sco e per il B . Domenico Savio che l'assistevano con graziestraordinarie . Chiuse la sua vita angelica con l'atto eroico diofferta di se stessa a Dio per il trionfo della Chiesa .LUIGI RONCO, † a Riva di Chieri il 22-XI-1951 a 72 anni,Il Signore premiò la sua pietà, il suo lavoro e i suoi non

lievi sacrifici chiamando l'unica sua figlia all'Istituto delleFiglie di Maria Ausiliatrice .ROSA PRINETTO ved. PETRINETTO, † a Torinoil 29-II-1952 a 82 anniAllevò nel santo timor di Dio la numerosa figliuolanza,

precedendola con l'esempio, sorretta da confidenza illimi-tata nell'Ausiliatrice, cui era orgogliosa di aver dato unafiglia, nell'Istituto che ne porta il nome . Conobbe personal-mente Don Bosco del quale, secondo le proprie possibilità,sostenne le opere .MATILDE CAPRIOGLIO ved . ACETO, † a Rosignano

Monf. l'11-III-1952 a 86 anni .La sua lunga vita si può compendiare in tre parole : pre-

ghiera, lavoro, famiglia . Fu mamma di un Salesiano e di unaFiglia di Maria Ausiliatrice .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI :

Aime G . Battista - Airola Giovanni - Allais Giovanni -Amerio Natalina - Anselmi Vittorio - Atzeni Masia AMaria - Badano Maria - Bagnati Clara - Benzi Guac-chine Manina - Bo D . Luigi - Bodini Palmira - Bolla An-tonio - Bravo Hermance - Buonomo Civita - Calia Cele-stina - Caprile Maria ved. Gardella - Casetta Battista- Cassa Giuseppe - Casino Sebastiana - Cavada An-tonio - Cavalieri Maria - Chiesa Jolanda - Comba Giu-seppe - Costa Margherita - Costa Pietro - Cremonesi rag . UI-derico - Dalbon Pietro - Danieli Maria - Diotto Antonio -Disderi Domenica - Ferrando Giulia - Ferrari Ida - FerrarioFrancesco - Gabasio Francesco - Galli Colomba - GaliziaNicolao - Ghiazza Bice - Giordani Miceli Carmela - Guic-ciardi Rosa - Lancia Francesca - Lucca Emma - Lucca Mar-gherita - Magkione Stefano - Michelini Pacifica - MiottiMons. Alfredo - Montanari Turchi Assunta - Moro D . Gae-tano - Novelli Margherita - Ottolenghi Arturo - PadovaniElena - Panaroli D. Emidio - Perossi Romualdo - PhilipGiacomo - Picinoli D . Giovanni - Prospero Giovanni -Protto Francesco - Robustelli Modesto - Ronco Luigi -Rossi Locatelli Giuditta - Salotti Assunta - Salzotto Eleonora- Sampaolo Giuseppe - Savino Luigina - Simonatto Silvio -Soresina Mons . Adalelmo - Strappati Arnaldo - Succo Ma-ria - Tabacchi Velati Maria - Traversa Pietro - Valeggia Vir-ginia - Vincenzi D. Angelo - Zaccheo Angelina .

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(Segue) .