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Unità Pastorale della Val Liona anno
24 Numero
863 Domenica 17 gennaio
IIª domenica del Tempo Ordinario
Domenica 17 gennaio: dal Vangelo secondo Giovanni 2, 1-11
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
BUON ANNO CARISSIMI PARROCCHIANI
Il Vangelo di oggi si conclude con: Gesù manifesta la sua gloria e suoi discepoli credettero in lui. Le nozze di Cana fanno parte del trittico di eventi che manifestano l’Epifania di Gesù. Il primo appena vissuto, la venuta dei magi dall’Oriente, con i doni; poi il battesimo di Gesù al Giordano alla fine del quale si sente la voce del Padre che dichiara prediletto e oggetto del suo compiacimento il Figlio, di domenica scorsa; infine quello di oggi : il miracolo dell’acqua cambiata in vino, per la gioia degli sposi e degli invitati. E’ un mistero luminoso, nel senso che getta luce sulla persona di Gesù. Il primo miracolo Egli lo compie in un contesto famigliare per dare risalto alla coppia, alla famiglia, preannunciando il valore di sacramento all’istituto o fondazione matrimoniale. In tale contesto è Gesù che si presenta come vero sposo, che dà agli invitati il vino vero, eccellente, riservato a coloro che partecipano al banchetto eucaristico. Un banchetto che tutti noi abbiamo vissuto e condiviso e scelto, per vivere la scelta del futuro. Diventa per noi un invito a non dimenticare questo vino buono, dato alla coppia, quindi ad entrambi. Un vino che non è valido solo per quel giorno, e che poi diminuisce col tempo o con le nostre crisi. Tutt’altro. Esso rimane e si rafforza nelle difficoltà, quasi a dirci che la vera possibilità sta in quel vino nuovo, in quelle parole che ci invitano: fate quello che vi dirà. Non siamo soli, in questo matrimonio, siamo con Maria e i Discepoli, che ci aiutano a dare garanzia della nostra scelta di mettere Gesù nella nostra vita. Noi con loro siamo simbolo della Chiesa-sposa che intercede e ottiene la manifestazione di Gesù, che vede la sua gloria, preannuncio di quella che avverrà sulla croce e, soprattutto, nella risurrezione. Siamo anche servi come quei servi, che per altri attingiamo l’acqua e portano le anfore a Gesù, essi sono una anticipazione di ciò che succede di domenica in domenica, cioè della processione offertoriale, durante la quale i cristiani portano all’altare pane e vino perché diventino il Corpo e Sangue di Cristo, vero nutrimento per la vita spirituale dei credenti, vero sostegno per la vita delle famiglie.
Invito tutti a un brindisi con questo vino nuovo. Cin cin…..
MESSE dal 17 al 24 gennaio
attenzione al cambio di luogo e giorno
DOMENICA 17 GENNAIO Giornata Mondiale dei Migranti
Is 62,1-5; 1Cor 12,4-11; Gv 2, 1-11
8.30 CAMPOLONGO
10.30 GRANCONA 14.00 UN’ORA CON SANT’ANTONIO ABATE
LUNEDI’ 18 VILLA ore 19.00 – Ss. Liberata e Prisca - 30° Cappellari Elena – def. Bressan e Franchetto
MARTEDI’ 19 CAMPOLONGO ore 7.30 – S. Mario, martire
- Fam. Mistrorigo - ann. Capparotto Antonio e Mario
MERCOLEDI’ 20 S.GERMANO ore 19.00 – S.Fabiano, papa
- ann. Bertesina Ortensio e Stenco Maria
GIOVEDÌ 21 GRANCONA ore 19.00 – - ann. Brunello Attilio S. Agnese, vergine
VENERDI’ 22 SPIAZZO ore 19.00 – SANTO PATRONO S. VINCENZO, DIACONO - ann. Aramini Silla e Arnaldo - Canevarollo Silvio e Giuseppe
SABATO 23 S.GERMANO ore 19.00 – pre festiva S. Emerenziana
DOMENICA 24 gennaio Giornata del Seminario
Ne 8,2-4a.5-6; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-14-21
8.30 SPIAZZO
10.30 VILLA del Ferro
GIORNATA DEL SEMINARIO DIOCESANO
Domenica 24 gennaio 2016
“Gesù guarda con amore misericordioso e chiama” (papa Francesco)
Celebrare la Giornata del Seminario nelle nostre parrocchie e farlo di domenica, quando la comunità cristiana si riunisce convocata dal Signore, aiuta tutti, preti e laici, a pensare in modo corretto al Seminario. Anzitutto perché è un'istituzione che vive e risente della vitalità o dell'aridità delle nostre parrocchie: le vocazioni al sacerdozio maturano anche oggi in comunità in cui si sperimenta il gusto di essere credenti insieme, dove i preti sono gioiosi testimoni di generosità e i laici camminano in comunione. Inoltre, celebrare questa Giornata in un'Eucaristia domenicale è riconoscere che il misterioso percorso di una vocazione è, sia iniziativa gratuita di Dio, da chiedere tenacemente con la preghiera, sia frutto di una coerente testimonianza di tutta la comunità.
Ecco perché l'aiuto economico al Seminario, richiesto in questa occasione, può rafforzare in chi offre l'esperienza di appartenere ad una Chiesa tutta solidale e tutta impegnata a far fiorire le chiamate che Dio rivolge ai suoi figli.
TUTTE LE OFFERTE RACCOLTE IN CHIESA DURANTE LE S. MESSE DI SABATO 23 -
DOMENICA 24 E DOMENICA 31 GENNAIO, SARANNO DEVOLUTE AL SEMINARIO DI VICENZA
ANTICIPAZIONE: IL C.P.U. SI RIUNIRÀ GIOVEDI 28 GENNAIO ORE 20.30 A SPIAZZO. L’ORDINE DEL
GIORNO ARRIVERÀ VIA MAIL. CHI DESIDERA PUÒ CHIEDERE LA STAMPA IN UFFICIO, telefonando il mercoledì – potrà ritirale ore 9.30-12 di giovedì, venerdì o sabato GRAZIE
IN EVIDENZA Impegni settimanali della Comunità
Domenica 17 GRANCONA
Località ACQUE
10.30
14.00
Presentazione Bambini del Battesimi - 1 parte del rito
Veglia di preghiera all’oratorio di S.Antonio Abate
Lunedì 18 SPIAZZO
GRANCONA
20.30
20.45
Gr. lettori 3° incontro: “Do voce a Dio”
Prove Schola Val Liona
Mercoledì 20
SPIAZZO
20.30
Amici nel bisogno
Giovedì 21
LONIGO
SPIAZZO
SPIAZZO
9.30
20.00
21.00
Congrega preti
Veglia di preghiera per il Patrono S.Vincenzo
CPAE di Spiazzo
Venerdì 22 SPIAZZO 20.30 Staff gruppo Giovani
Sabato 23 SPIAZZO
S.GERMANO
SORIO di GAM.
VICENZA
9-12
15.30
15-18
20.30
DD a disposizione della comunità
Prove Coro Aquiloni
1° incontro formazione coppie guida Battesimi
Veglia di preghiera per l’Unità dei Cristiani
Domenica 24
S.GERMANO
15.30
2° incontro Gruppo Battesimi
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
18-25 GENNAIO
“CHIAMATI PER ANNUNZIARE A TUTTI LE OPERE
MERAVIGLIOSE DI DIO” (1/PIETRO 2,9)
La proposta di preghiera e riflessione quest’anno è stata preparata da un gruppo ecumenico della LETTONIA. La Lettonia si trova a Nord dell’Europa e confina con Russia, Bielorussia e Polonia. Dalla seconda guerra mondiale e nei decenni successivi stata governata da ideologie totalitarie atee – nazismo e comunismo – che hanno portato devastazione alle terre e alla popolazione , fino alla caduta dell’Unione Sovietica nel 1991. In quelli anni i cristiani (ortodossi, luterani, battisti e cattolici)
sono stati uniti in una comune testimonianza al Vangelo, fino anche al martirio. Questa Settimana invita alla fervente preghiera per rafforzare il cammino verso l’unità di tutti i cristiani. Il testo biblico che accompagna le riflessioni per l’anno 2016 è tratto dalla Prima lettera dell’apostolo Pietro (2, 9-10):
“Ma voi siete la gente che Dio si è scelta, un popolo regale di sacerdoti, una nazione santa, un popolo che ha acquistato per sé, per annunziate a tutti le sue opere meravigliose. Egli vi ha chiamati fuori dalla tenebre, per condurvi nella sua luce meravigliosa. Un tempo voi non eravate suo popolo, ora invece siete il popolo di Dio. Un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto la sua misericordia.”
In occasione della settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, sabato 23/01 ore 20.30 presso la Chiesa dei Ss.Felice e Fortunato (VI) si terrà una veglia di preghiera ecumenica presieduta dal
Vescovo mons. Pizziol con la partecipazione dei rappresentanti delle varie confessioni.
DETTO TRA NOI . . . notizie, informazioni, appuntamenti in VICARIATO e in DIOCESI
COPPIE GUIDA DI GRIUPPI DI SPOSI - inizio corso di formazione per coppie animatrici, gruppi di
fidanzati e di sposi che desiderano crescere, a Montecchia di Crosara, domenica 26 gennaio ore 15.00.
Per info tel. 0444.226556.
DALLA PARTE DEI POVERI: ciclo di incontri rivolto a tutti coloro che desiderano approfondire ,
alla luce della PAROLA, le tematiche missionarie. Presso la Comunità del Pime di S.Margherita di
Roncà (VR), orario 9.15-13.00. Iscrizioni entro il 24/01 a Alberto Scandola 0444/820710 oppure Mara
Gobbo 0444/436487 in orario pasti. Primo incontro domenica 31/01 con teologa Nicoletta Fusaro.
La pagina del giubileo della misericordia
DAR DA MANGIARE AGLI AFFAMATI
Al centro della preghiera del Padre nostro c’è l’invocazione a Dio perché ci doni
sempre il pane quotidiano e questo significa quanto stia a cuore al Signore che ogni
uomo abbia il necessario sostentamento per una vita dignitosa e serena. Tuttavia,
come per ogni aspetto della fede, se all’inizio ci deve essere la richiesta perché si
manifesti la Provvidenza di Dio, l’uomo non ne deve però essere solo recettore, ma
si deve rendere collaboratore del disegno divino e mettere a disposizione le proprie
risorse perché ogni uomo abbia il “pane quotidiano”. L’esempio della prima comunità cristiana è
illuminante: «…Vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di
ciascuno» (At 2,43).
Ciò non significa annullare la proprietà privata, ma sapere che, laddove c’è un bisogno, ognuno, secondo le
proprie possibilità, ha il compito, come discepolo del Signore, di farsi prossimo a chi è nell’indigenza.
Benché vi siano molte forme concrete per soccorrere chi vive nella fame, oggi è importante recuperare il
significato profondo e spirituale dell’agire istituzionale e di volontariato: sapere cioè che per poco o tanto
che si faccia concretamente, si agisce perché riconosciamo nell’altra persona una dignità uguale a quella che
esigiamo per noi stessi. Migliorando la qualità spirituale, migliorerà anche la quantità di quanto sapremo
mettere a disposizione dell’altro. (La Domenica. Tiberio Cantaboni)
CONDIVIDERE
Dal Vangelo di Matteo sappiamo che di fronte alla grande folla affamata i discepoli avevano detto al loro
Maestro: mandali nei villaggi vicini perché si comprino ciò che serve. Ma Gesù rispose: “Non occorre che
vadano, date loro voi stessi da mangiare”. E moltiplicò i pani e i pesci, che i suoi discepoli poi distribuirono
alla gente (Mt 14,15-16). Gesù ha associato gli apostoli al suo gesto di compassione, perché come lui
anch’essi avrebbero dovuto condividere con gli altri.
Sì, perché la realtà sociale di chi ha fame è ben conosciuta da sempre: «La società si compone di due grandi
classi: quelli che hanno più pranzi che appetito e quelli che hanno più appetito che pranzi» (Nicolas
Chamfort). Secondo il pensiero comune gli affamati non sono considerati persone con la loro dignità: «Un
uomo affamato non è un uomo libero» ha scritto Adlai Stevenson; «Uomo affamato, uomo arrabbiato»
diceva James Joyce.
Ma il cristiano è chiamato a trattare i poveri con estrema delicatezza: «Cerca di farti perdonare, con il tuo
sorriso, il pane che offri» diceva san Vincenzo de’ Paoli.
Senza condivisione non c’è efficacia apostolica: «Non si predica il Vangelo agli stomaci vuoti» (card. Henry
Manning). Lo sanno bene i missionari sparsi per il mondo…
Notizie, informazioni, appuntamenti della Comunità Civile
“ THE IMITATION GAME”: visione film domenica 24 gennaio ore 15.00 presso Aula Magna dell’Ist. Comprensivo di Grancona. Breve introduzione di Giacomo Rossini, seguirà breve momento conviviale. Ingresso libero!! – Comune di Grancona in collaborazione con Ass. Cultura e Biblioteca Civica –
CORSO D'INGLESE base e avanzato : aperte le iscrizioni! Presentazione del corso presso la biblioteca comunale il 25 gennaio 2016 alle ore 20.00! Per info Lara 3488534786 Rossella 3471047993;
CORSO DEL BENESSERE edizione 2: presentazione del corso il giorno 3 febbraio ore 20.30 presso l'aula magna di Grancona! Vi aspettiamo numerosi! Per info Lara 3488534785.
Ufficio dell’Unità Pastorale a SPIAZZO: Orario: mercoledì 15.30-19.00 - giovedì e venerdì 9.30-12.00
(richiesta documenti al mercoledì - prenotazione stanze al giovedì – per ricerche archivio inviare e-mail)
Telefono fisso 0444/889557 - Cell. Parrocchia 347 3327097 e-mail : [email protected] – sito: www.upvalliona.joomlafree.it
Messaggio del Papa - Giornata mondiale dei Migranti
Domenica 17 gennaio 2016
Cari fratelli e sorelle!
Nella bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia ho ricordato che “ci
sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo
sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre” (Misericordiae
Vultus, 3). L’amore di Dio, infatti, intende raggiungere tutti e ciascuno, trasformando coloro
che accolgono l’abbraccio del Padre in altrettante braccia che si aprono e si stringono perché
chiunque sappia di essere amato come figlio e si senta “a casa” nell’unica famiglia umana. In
tal modo, la premura paterna di Dio è sollecita verso tutti, come fa il pastore con il gregge,
ma è particolarmente sensibile alle necessità della pecora ferita, stanca o malata. Gesù Cristo
ci ha parlato così del Padre, per dire che Egli si china sull’uomo piagato dalla miseria fisica o
morale e, quanto più si aggravano le sue condizioni, tanto più si rivela l’efficacia della divina
misericordia.
Nella nostra epoca, i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta:
profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettività, sfidando il
tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo l’orizzonte culturale e sociale con cui
vengono a confronto. Sempre più spesso le vittime della violenza e della povertà,
abbandonando le loro terre d’origine, subiscono l’oltraggio dei trafficanti di persone umane
nel viaggio verso il sogno di un futuro migliore. Se, poi, sopravvivono agli abusi e alle
avversità, devono fare i conti con realtà dove si annidano sospetti e paure. Non di rado,
infine, incontrano la carenza di normative chiare e praticabili, che regolino l’accoglienza e
prevedano itinerari di integrazione a breve e a lungo termine, con attenzione ai diritti e ai
doveri di tutti. Più che in tempi passati, oggi il Vangelo della misericordia scuote le
coscienze, impedisce che ci si abitui alla sofferenza dell’altro e indica vie di risposta che si
radicano nelle virtù teologali della fede, della speranza e della carità, declinandosi nelle
opere di misericordia spirituale e corporale.
Sulla base di questa constatazione ho voluto che la Giornata Mondiale del Migrante e del
Rifugiato del 2016 fosse dedicata al tema: “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta
del Vangelo della misericordia”. I flussi migratori sono ormai una realtà strutturale e la
prima questione che si impone riguarda il superamento della fase di emergenza per dare
spazio a programmi che tengano conto delle cause delle migrazioni, dei cambiamenti che si
producono e delle conseguenze che imprimono volti nuovi alle società e ai popoli. Ogni
giorno, però, le storie drammatiche di milioni di uomini e donne interpellano la Comunità
internazionale, di fronte all’insorgere di inaccettabili crisi umanitarie in molte zone del
mondo. L’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come
spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi. Di grandi o piccole
dimensioni, sono sempre tragedie quando si perde anche una sola vita umana.
I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà,
dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che
equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse desiderio di ciascuno quello di
migliorare le proprie condizioni di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da
condividere con i propri cari?
In questo momento della storia dell’umanità, fortemente segnato dalle migrazioni, quella
dell’identità non è una questione di secondaria importanza. Chi emigra, infatti, è costretto a
modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al
cambiamento anche chi lo accoglie. Come vivere queste mutazioni, affinché non diventino
ostacolo all’autentico sviluppo, ma siano opportunità per un’autentica crescita umana,
sociale e spirituale, rispettando e promuovendo quei valori che rendono l’uomo sempre più
uomo nel giusto rapporto con Dio, con gli altri e con il creato?
Di fatto, la presenza dei migranti e dei rifugiati interpella seriamente le diverse società che li
accolgono. Esse devono far fronte a fatti nuovi che possono rivelarsi improvvidi se non sono
adeguatamente motivati, gestiti e regolati. Come fare in modo che l’integrazione diventi
vicendevole arricchimento, apra positivi percorsi alle comunità e prevenga il rischio della
discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia?
La rivelazione biblica incoraggia l’accoglienza dello straniero, motivandola con la certezza
che così facendo si aprono le porte a Dio e nel volto dell’altro si manifestano i tratti di Gesù
Cristo. Molte istituzioni, associazioni, movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani,
nazionali e internazionali sperimentano lo stupore e la gioia della festa dell’incontro, dello
scambio e della solidarietà. Essi hanno riconosciuto la voce di Gesù Cristo: «Ecco, sto alla
porta e busso» (Ap 3,20). Eppure non cessano di moltiplicarsi anche i dibattiti sulle
condizioni e sui limiti da porre all’accoglienza, non solo nelle politiche degli Stati, ma anche
in alcune comunità parrocchiali che vedono minacciata la tranquillità tradizionale.
Di fronte a tali questioni, come può agire la Chiesa se non ispirandosi all’esempio e alle
parole di Gesù Cristo? La risposta del Vangelo è la misericordia.
In primo luogo, essa è dono di Dio Padre rivelato nel Figlio: la misericordia ricevuta da Dio,
infatti, suscita sentimenti di gioiosa gratitudine per la speranza che ci ha aperto il mistero
della redenzione nel sangue di Cristo. Essa, poi, alimenta e irrobustisce la solidarietà verso il
prossimo come esigenza di risposta all’amore gratuito di Dio, «che è stato riversato nei nostri
cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5). Del resto, ognuno di noi è responsabile del
suo vicino: siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle, ovunque essi vivano. La cura di buoni
contatti personali e la capacità di superare pregiudizi e paure sono ingredienti essenziali per
coltivare la cultura dell’incontro, dove si è disposti non solo a dare, ma anche a ricevere dagli
altri. L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere.
In questa prospettiva, è importante guardare ai migranti non soltanto in base alla loro
condizione di regolarità o di irregolarità, ma soprattutto come persone che, tutelate nella loro
dignità, possono contribuire al benessere e al progresso di tutti, in particolar modo quando
assumono responsabilmente dei doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con
riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che li ospita, obbedendo alle sue
leggi e contribuendo ai suoi oneri. Comunque non si possono ridurre le migrazioni alla
dimensione politica e normativa, ai risvolti economici e alla mera compresenza di culture
differenti sul medesimo territorio. Questi aspetti sono complementari alla difesa e alla
promozione della persona umana, alla cultura dell’incontro dei popoli e dell’unità, dove il
Vangelo della misericordia ispira e incoraggia itinerari che rinnovano e trasformano l’intera
umanità.
La Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con
dignità, anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese
d’origine. Questo processo dovrebbe includere, nel suo primo livello, la necessità di aiutare i
Paesi da cui partono migranti e profughi. Così si conferma che la solidarietà, la
cooperazione, l’interdipendenza internazionale e l’equa distribuzione dei beni della terra
sono elementi fondamentali per operare in profondità e con incisività soprattutto nelle aree di
partenza dei flussi migratori, affinché cessino quegli scompensi che inducono le persone, in
forma individuale o collettiva, ad abbandonare il proprio ambiente naturale e culturale. In
ogni caso, è necessario scongiurare, possibilmente già sul nascere, le fughe dei profughi e gli
esodi dettati dalla povertà, dalla violenza e dalle persecuzioni.
Su questo è indispensabile che l’opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per
prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migranti.
Nessuno può fingere di non sentirsi interpellato dalle nuove forme di schiavitù gestite da
organizzazioni criminali che vendono e comprano uomini, donne e bambini come lavoratori
forzati nell’edilizia, nell’agricoltura, nella pesca o in altri ambiti di mercato. Quanti minori
sono tutt’oggi costretti ad arruolarsi nelle milizie che li trasformano in bambini soldato!
Quante persone sono vittime del traffico d’organi, della mendicità forzata e dello
sfruttamento sessuale! Da questi aberranti crimini fuggono i profughi del nostro tempo, che
interpellano la Chiesa e la comunità umana affinché anch’essi, nella mano tesa di chi li
accoglie, possano vedere il volto del Signore «Padre misericordioso e Dio di ogni
consolazione» (2 Cor 1,3).
Cari fratelli e sorelle migranti e rifugiati! Alla radice del Vangelo della misericordia
l’incontro e l’accoglienza dell’altro si intrecciano con l’incontro e l’accoglienza di Dio:
accogliere l’altro è accogliere Dio in persona! Non lasciatevi rubare la speranza e la gioia di
vivere che scaturiscono dall’esperienza della misericordia di Dio, che si manifesta nelle
persone che incontrate lungo i vostri sentieri! Vi affido alla Vergine Maria, Madre dei
migranti e dei rifugiati, e a san Giuseppe, che hanno vissuto l’amarezza dell’emigrazione in
Egitto. Alla loro intercessione affido anche coloro che dedicano energie, tempo e risorse alla
cura, sia pastorale che sociale, delle migrazioni.
Su tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
FRANCESCO
Dal Vaticano, 12 settembre 2015 Memoria del Santissimo Nome di Maria