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Benvenuti a teatro Il cuore premiato a pagina 3

Benvenuti a teatro - coop Firenze

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Benvenutia teatro

Il cuore premiatoa pagina 3

SOM

MAR

IO

Chiuso in tipografia

il 15/12/2005.

Questo numero diffonde

635.000 copie.

On line su

www.coopfirenze.it

1Gennaio 2006

Mensile dell’

UNICOOP FIRENZE

Via Santa Reparata 43

50129 Firenze

Tel. 05547801

Fax 0554780766

[email protected]

Registraz. Trib. Firenze

n. 1554 del 17/07/63

Direttore Responsabile

Antonio Comerci

Coordinamento

redazionale

Letizia Coppetti

Segreteria di redazione

Marie Casarosa

Foto di copertina

Carlo Valentini

Nelson Mandela Forum

Grafica

W.Sardonini/SocialDesign

Impianti

La Progressiva

Stampa

Nuova Cesat Coop

SERVIZI

4 A prezzo libero Una petizione popolare per

liberalizzare il mercato dei farmaci6 Benvenuti a teatro L’attore e regista toscano, di nuovo in scena a Firenze Silvia Ferretti8 Badanti da cani Giovani sensibili e volenterosi che

si guadagnano qualche euro Rosa Rita D’Acquarica

10 L’isola che c’è ancora Cuba sembra un sogno, eppure

è vera. Le mille contraddizioni di una terra sospesa nel passato

Silvia Gigli

GUIDA ALLA SPESA

12 Tecnologia espressa I pro e i contro del caffè

decaffeinato. Come si estrae la caffeina

Alessandra Pesciullesi & Monica Galli12 Con tutta la buccia Scheda sul kumquat 13 Gratis anche al super Buoni spesa per i celiaci, spendibili

anche in alcuni iper e super13 L’ora delle ricaricabili La nuova generazione di pile14 Con il dolce e il salato Il miele: ricette e caratteristiche

Rossana De Caro15 Legati al territorio Prodotti Dop e Igp Rossana De Caro

MONDO COOP

22 Da fedele a protagonista Dalla “Domanda a socio” alle

procedure dietro le quinte 26 Corsi in cucina Organizzati dalle sezioni soci30 Musei per il Cuore Un percorso fra natura, storia,

scienza, arte, ma anche solidarietà Edi Ferrari30 La cupola nascosta Una grande mostra per

Arnolfo di Cambio Edi Ferrari32 Vaticano segreto Percorsi inediti nei soggiorni

organizzati per i soci Francesco Giannoni

VARIE ED EVENTUALI

34 Il maestro e l’italiano Mark Twain dimorò a

Settignano e a Castello Silvia Silvestri35 Uovo sodo vietato Sergio Staino: il cibo

secondo l’autore di Bobo Leonardo Romanelli

36 L’arte del taglio Quando e come potare i roseti.

Nuovo vigore per la pianta Càrola Ciotti

37 Il gigante giovinetto Il cipresso. Nobile ed elegante Francesco Giannoni38 L’Ombra della Sera Esile, lunga ed elegante, è la

statuetta più famosa di Volterra Riccardo Gatteschi

40 La danza dell’Impero Il Valzer Giulia Caruso41 Prato da leggere Libri e scrittori nella città del tessile Silvia Gigli45 L’orgoglio dei Pitti Il giardino di Boboli a Firenze Stefano Giraldi

SALUTE

42 Cibo al cervello Alcuni alimenti avrebbero

effetti positivi sull’evoluzione del Morbo di Alzheimer

Alma Valente

RUBRICHE

15 Calendario offerte16 Gennaio all’iper24 Iniziative delle sezioni soci28 Lettere, a cura di Antonio Comerci30 Eventi, a cura di Edi Ferrari44 Segnalazioni46 Il top, a cura di Letizia Coppetti

INFORMATORE 3

FOTONOTIZIAPREMIATI DI CUOREIl 9 dicembre a Palazzo Bastogi (Firenze), Claudio Martini (il secondo da sinistra), Presidente della Giunta regionale, ha premiato con una medaglia d’argento i promotori dell’iniziativa “Il cuore si scioglie” (da sinistra): Turiddo Campaini Presidente dell’Unicoop Firenze, Monsignor Alessandro Plotti presidente della Conferenza episcopale toscana e Vincenzo Striano Presidente dell’Arci regionale.

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INFO pag 02-ipercoop 13-12-2005 15:53 Pagina 1

4 INFORMATORE

È una battaglia contro un mer-cato chiuso e protetto, per la tutela del potere d’acquisto

dei cittadini. E tutti avranno la pos-sibilità di dare la propria adesione firmando, a partire dalla seconda metà di gennaio, la petizione rela-tiva al Progetto di legge di iniziati-va popolare per la liberalizzazione della vendita dei farmaci. Ad oggi, come si sa, questi prodotti possono essere venduti solo nel circuito del-le farmacie e la legislazione ostaco-

la la libera concorrenza. A farne le spese sono i cittadini italiani che pa-gano prezzi alti, spesso molto supe-riori agli altri paesi europei.

Qualche cifra su quanto paghia-mo per la nostra salute: quindici an-ni fa una famiglia spendeva in media 690 euro all’anno, nel 2004 (a prez-zi costanti) l’esborso medio è prati-camente raddoppiato, attestandosi a 1.102. E in questo budget la spesa per i prodotti medicinali e farma-ceutici è lievitata più di ogni altra.

La vendita dei medicinali da au-tomedicazione e da banco (detti Otc e Sop) privi di prescrizione medica anche al di fuori del circuito delle

banco o da automedicazione (i co-siddetti Otc e Sop).

Come sono regolati i prezzi? Il prezzo dei farmaci a prescri-

zione medica è amministrato e sor-vegliato dallo Stato. Per i medicina-li di classe “a” su ciascun euro pa-gato dallo Stato per l’acquisto di un farmaco 66,65 centesimi vanno al-l’azienda produttrice, 6,65 al grossi-sta e 26,70 centesimi al farmacista. Per i medicinali di classe “c”, con prescrizione medica, è stato bloc-cato il prezzo massimo fino a gen-naio 2007, con revisione biennale. Il prezzo sulle specialità Otc-Sop inve-ce è libero purché unico su tutto il territorio nazionale. È stata recen-temente riconosciuta alle farmacie la facoltà (non è un obbligo) di pra-ticare sconti fino al 20% sul prezzo di vendita al pubblico di questi me-dicinali.

Quanto spendono gli italiani per le medicine? Nel 2004 la spesa complessiva

per l’acquisto di farmaci da parte del Servizio sanitario nazionale (Stato e Regioni) e da parte dei privati citta-dini ha superato i 19.000 milioni di euro. Poco meno di un terzo, circa 5.700 milioni di euro, è stato speso direttamente dai cittadini per l’ac-quisto di farmaci di classe “c”.

Quanto è aumentato il costo dei farmaci? Nel 2003 ben il 40% dei farma-

ci di classe “c” ha subito aumenti di prezzo, talvolta quasi stratosferici. Alcuni di questi, spesso i più richie-sti, sono cresciuti del 195%, mentre altri hanno avuto rincari superiori al 10% (Fonte: ministero della Salu-te - Federfarma). Il motivo è che ne-gli ultimi due anni lo Stato è interve-nuto più volte per cercare di conte-nere la spesa farmaceutica a suo ca-rico. L’effetto è stato che in alcuni ca-si le aziende hanno trasferito sui far-maci di classe “c” i mancati introi-ti per gli sconti imposti dal Governo su quelli di classe “a”. Il risultato? Tra il 2000 e il 2004 gli italiani han-no comprato a proprie spese meno confezioni di medicine (il 12,8% in

ATTUALITÀ

ATTU

ALIT

À

A prezzo libero

INIZIATIVAINIZIATIVAINIZIATIVA

meno), ma hanno speso sensibil-mente di più. Ciò significa che i prez-zi delle singole confezioni sono au-mentati a un punto tale da neutraliz-zare il calo della domanda.

Che fine fa il farmacista? Con la liberalizzazione del mer-

cato non spariranno né farmacisti né farmacie. Queste ultime reste-rebbero comunque gli unici luoghi

deputati alla vendita dei farmaci di fascia “a” e di fascia “c” che preve-dono l’obbligo della prescrizione medica, vale a dire del 90% del to-tale dei farmaci venduti in Italia. Il farmacista resta il principale prota-gonista della vendita dei farmaci an-che nei punti vendita esterni al cir-cuito tradizionale, perché il loro ac-quisto richiede un’assistenza quali-ficata. Coop infatti propone di orga-nizzare all’interno della propria re-te di vendita specifici spazi che riuni-scano tutti i prodotti farmaceutici e

parafarmaceutici collegati al mon-do della salute e del benessere. La fi-gura del farmacista dipendente as-sumerebbe un ruolo fondamenta-le: un utile punto di riferimento per educare al consumo consapevole dei prodotti farmaceutici e para-farmaceutici, per prevenire eccessi o abusi nei consumi, e per suggerire

- quando è il caso - l’uso di farmaci equivalenti e meno costosi. Questo

nuovo circui-to permette-rebbe anche l’assunzione di molti far-macisti lau-reati che non trovano sboc-co sul merca-to del lavoro, viste le restri-zioni imposte per legge al-l’apertura di nuove farma-cie: in Italia ci sono oltre 60 mila far-macisti e so-lo 17.352 far-macie.

Come è regolato il mercato dei farmaci in Europa?Acca nto a p a e s i c o -me l’Italia e la Francia in cui la vendi-ta è consen-

tita solo all’interno delle farma-cie, ne esistono altri con regole più permissive. Nei paesi anglosassoni (dove vige la stessa situazione che in Canada, Stati Uniti e Nuova Zelan-da) e in quelli scandinavi la vendi-ta si effettua anche al di fuori delle farmacie; è ammessa anche quella via internet e per posta. La legisla-zione della Spagna prevede che in alcuni supermercati esistano i re-parti farmacia. In Germania, infi-ne, c’è una distinzione tra prodot-ti da banco come l’aspirina, che si

può vendere solo in farmacia, e al-tri medicinali, come gli antisetti-ci, i calmanti della tosse, le vita-mine a basso dosaggio, che si pos-sono dispensare anche negli oltre 27 mila drugstores. Anche il Por-togallo la scorsa primavera ha de-ciso di prendere la strada della li-beralizzazione del commercio dei farmaci Otc.

In Gran Bretagna la legge per-mette ai supermarket, ai grocery stores e ad altri negozi simili di ven-dere i cosiddetti Gsl, General Sale List. Si tratta di medicinali da ban-co, tra cui anche medicinali a bas-so dosaggio, che rientrano nella ca-tegoria degli analgesici e rimedi sin-tomatici. Dopo quattro anni di libe-ralizzazione parziale del mercato si è ottenuta una riduzione media dei prezzi dei farmaci che si aggira in-torno al 30%.

La vendita dei farmaci da ban-co in Olanda è permessa nei super-market solo se sono dispensati da farmacisti. La quota di mercato rag-giunta dai supermarket, dal 2001 ad oggi, è arrivata al 42%. ■

SOLO QUATTRO ARTICOLIEcco, sintetizzato, il testo del Progetto di legge di iniziativa popolare promosso da Coop. Il Progetto di legge verrà presentato al Parlamento accompagnato da 50.000 firme di cittadini. Una petizione viene proposta alla firma dei consumatori nei punti vendita Coop per chiedere al Parlamento un rapido esame del Progetto di legge ed il suo effettivo recepimento.

Art. 1 - La presente legge promuove la concorrenza, tutela gli interessi economici dei consumatori, migliora la distribuzione dei farmaci non soggetti a ricetta medica. Art. 2 - Gli esercizi commerciali hanno titolo a porre in vendita i farmaci previsti dalla presente legge. Art. 3 - La vendita, consentita durante l’orario di apertura dell’esercizio commerciale, è effettuata in una parte della sua superficie ben definita e distinta dagli altri reparti, con l’assistenza di un farmacista abilitato all’esercizio della professione ed iscritto al relativo ordine. Art. 4 - Lo sconto sul prezzo indicato nella confezione è liberamente determinato dal distributore al dettaglio per singolo farmaco, è esposto in modo leggibile e chiaro e praticato a tutti gli acquirenti. Sono vietati i concorsi e le operazioni a premio, le vendite straordinarie e quelle sottocosto.

INFORMATORE 5

IL PROGETTO DI LEGGE

farmacie consentirebbe una ridu-zione di prezzo dal 25% al 50%. Se-condo uno studio dell’Ote (Osser-vatorio della terza età) l’apertura in Italia di solo 1000 farmacie nella grande distribuzione garantirebbe un risparmio da 100 a 150 milioni di euro ai cittadini che comprano le medicine di tasca propria.

Come sono classificati i farmaci? In Italia i farmaci si dividono

in due grandi categorie: la classe “a”, quella cioè che comprende tut-ti i farmaci essenziali e per malattie croniche, i cui costi sono rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, e la classe “c” in cui rientrano tutti i far-maci integralmente a carico del cit-tadino. All’interno di questa fascia si distingue poi tra farmaci che hanno bisogno della prescrizione medica e quelli che invece possono essere venduti senza ricetta: i farmaci da

Una petizione

popolare per

liberalizzare il

mercato dei

farmaci. La raccolta

di firme partirà a

metà gennaio

FARMACI

COSTO EFFERVESCENTEPer lo stesso prodotto in Italia si spende fra il 20 e il 100%

in più rispetto agli altri paesi europei. Alcuni esempi:Aspirina - In Italia sciogliere in un bicchiere d’acqua una compressa di aspirina effervescente costa 0,20 euro. In

Olanda, invece, se compriamo la confezione in un drugstore spendiamo 0,16 euro e se la compriamo nei supermercati il

prezzo scende a 0,13 euro. Nei supermercati inglesi il prezzo di una compressa è 0,14 centesimi.

Voltaren emulgel - Questa pomata antinfiammatoria per unità di dose in Italia si paga 0,16 euro, mentre nella grande distribuzione inglese 0,11. Se ci spostiamo in

Spagna costa solo 0,08 centesimi e in Germania 0,072. In Francia (paese dove per altro la liberalizzazione dei

farmaci non c’è) lo troviamo a 0,11 euro e in Olanda il costo sale a 0,12 (drugstore).

Dati tratti da un’inchiesta giornalistica realizzata dall’agenzia di stampa Ansa in collaborazione con il

Movimento dei consumatori.

PREZZI A CONFRONTO

FOTO C. CIOTTI

FOTO C. VALENTINI

6 INFORMATORE INFORMATORE 7

un personaggio negativo, il marito fe-difrago e, ti dirò, mi sembra di esser-ci riuscito anche benino... Nella mia

professione non voglio snobbare niente, me-glio tenersi preparati a qualsiasi eventualità: pensa che mi sono ri-messo perfino a canta-re nella Banda improv-visa di Loro Ciuffenna...

E il teatro come può sopravvivere in tutta questa confusione?Sopravvive a stento, e nemmeno troppo be-ne. Io però sono fi-ducioso: ci sono tan-ti giovani che voglio-no pensare con la lo-ro testa, e non accet-tano di rinchiudersi in una stanza, davan-ti ad uno schermo, su una poltrona che pia-no piano prende le tue forme, fino a diventare un prolungamento del tuo corpo. È un po’ co-

me la Resistenza: il popolo si ribel-la sempre quando sente che vo-gliono imporgli qualcosa... In teatro c’è molta più li-bertà: non è come la tele-visione, dove magari ti fanno vedere la morte in diret-ta o delle scene osé in un rea-lity show, ma alla fine cen-surano un pro-gramma, o un arti-sta. Il teatro è la for-ma più democra-tica di espressio-ne, e anche la più economica. Si può fare per strada, a ca-sa di qualcuno: ba-sta avere un’idea... Penso a Cioni Ma-rio di Gaspare fu Giulia: con una se-dia e una lampadi-na Roberto Beni-

Il teatro ce l’ha sempre avuto nel sangue. Fin da quando, svettan-do con la sua altezza - già all’epo-

ca notevole - recitava con gli altri bambini nel teatrino parrocchiale di San Francesco di Pelago, la pic-cola frazione della Val di Sieve dove è nato 56 anni fa. Da allora ne è pas-sata di acqua sotto i ponti, ma Ales-sandro Benvenuti continua a porta-re in scena, con la stessa passione, personaggi e frammenti di vita quo-tidiana in agrodolce. Lo fa alla sua maniera, da attore nato nel cabaret.

Pochi fronzoli, uno stile essenziale: lui, da solo, basta a riempire il pal-coscenico.

Attore, regista, autore, diretto-re artistico del Teatro Puccini di Fi-renze, a tempo perso anche cantan-te, e soprattutto - cosa non banale nel mondo dello spettacolo - uomo di grande sensibilità. Molto impe-gnato (e su più fronti) in questo ini-zio di inverno, l’abbiamo raggiunto telefonicamente mentre era ad Ivrea per le prove de “La Califfa”, spettaco-lo di cui cura la regia, mentre con-tinua la sua tournèe con “Ritorno a casa Gori”. Il suo soggiorno in Pie-monte ci offre lo spunto per inizia-re la nostra chiacchierata.

Che tipo d’accoglienza ha il teatro toscano fuori dalla regione?Guarda, dipende da cosa intendi

con teatro toscano. Io penso, scrivo e parlo toscano, ma i temi sono na-zionali. Le situazioni, i comporta-menti, i tic che racconto apparten-gono a tutti, indipendentemente dal fatto che in platea ci siano piemon-tesi o siciliani. Se non parli un dialet-to particolarmente difficile - come

il bergamasco, o la lingua sarda: o provaci un po’ te a capirci qualcosa!

- arrivi comunque al cuore della gen-te, perché sono i contenuti che fanno scattare la scintilla. Fin da quando ho iniziato a scrivere testi ho pensa-to ad argomenti che non fossero cir-coscritti al mio territorio: il mio tea-tro è diventato più toscano quando

nel gruppo dei Giancattivi ( fondato nel 1972 insieme ad Athina Cenci e Paolo Nativi, nda) è entrato France-sco Nuti. Lui non avrebbe potuto es-sere convincente in nessun’altra lin-gua. Altra cosa è il vernacolo: un ge-nere rispettabilissimo, ma che non mi appartiene.

Come è cambiato il pubblico in questi anni?È un pubblico giovane, colto, di-

sposto a farsi sorprendere. C’è un fi-lo rosso che unisce le platee di tutta Italia, una sorta di identità collettiva. Il pubblico toscano, in particolare, ha una tradizione teatrale molto for-te, un po’ come l’Emilia Romagna. Per cui sono molto fiducioso, nono-stante i forti venti di tempesta.

Ti riferisci ai tagli dei finanziamenti per la cultura e lo spettacolo decisi dal Governo? O allo strapotere della televisione?Hai tirato fuori due cose mi-

ca da ridere... e comunque sono strettamente legate l’una all’altra. Questo Governo si specchia nella tv commerciale: fa fatica a rico-

noscersi in una cultura antica co-me il teatro perché la sua storia è troppo recente. Così taglia i fondi a tutto ciò che non lo identifica. Mi rendo conto che potrei essere tac-ciato di antipatie politiche, ma per fortuna non sono solo io a dirlo. Il grande Giorgio Albertazzi, dichia-ratamente di destra e quindi al di

SUL PALCO

Benvenuti a teatroIncontro con l’attore

e regista toscano,

di nuovo in scena

a Firenze con gli

indimenticabili

personaggi della

famiglia Gori

ATTUALITÀsopra di ogni sospetto, ha com-mentato: «Questo Governo taglia i fondi al teatro perché lo consi-

dera inutile». Ogni commento è superfluo...

E la televisione?Viviamo in un’epoca in cui tutti

hanno diritto ad apparire. I conteni-tori sono tanti, troppi, e per riempirli tutti si è dovuto abbassare il livello di qualità. Abbiamo un futuro media-tico davanti a noi, ma c’è inevitabil-mente un prezzo da pagare...

Anche tu però hai ceduto alle lusinghe della fiction...Non voglio nascondermi dietro

un dito, con la fiction si guadagna decisamente bene. Ma non è solo per una questione economica che ho ac-cettato di entrare nel cast di “Cateri-na e le sue figlie” e, qualche anno fa, di “Un colpo al cuore”, di cui ero an-che regista. Di mestiere faccio l’atto-re e credo che un attore debba speri-mentare a tutto tondo, mettersi con-tinuamente alla prova. Per me è stata una grande scommessa lavorare in una fiction e per di più interpretare

PERSONAGGIPERSONAGGI

ALESSANDRO CON IL CUOREAlessandro Benvenuti è uno dei personaggi famosi che hanno prestato il loro volto a “Il cuore

si scioglie”, la campagna per le adozioni a distanza di Unicoop Firenze, Arci e volontariato cattolico.«Ritengo che sia doveroso per chiunque abbia una faccia conosciuta spendere la propria credibilità per metterla a disposizione di un bel progetto di

solidarietà - dice Benvenuti -. Anch’io in passato ho avuto bisogno di aiuto, so quanto è importante poter contare su un amico, su qualcuno che ti dà una mano».Benvenuti non è nuovo a questo genere di iniziative. «Mi onoro di aver fatto parte della TNT, la squadra di artisti toscani trasformati in calciatori per beneficenza, e da anni sono testimonial di Charlie telefono amico, un servizio di aiuto psicologico nato a Pontedera, città che mi ha insignito della cittadinanza onoraria».

SOLIDARIETÀ

gni mise in scena un capolavoro: e avrà speso sì e no 10 mila lire...

A proposito di spettacoli cult: a gennaio torni a Firenze con un classico del tuo repertorio, “Ritorno in casa Gori”...Fra ninnoli e nannoli sono 19 an-

ni che pratico la famiglia Gori... An-cora non mi è venuta a noia e soprat-tutto non è venuta a noia al pubblico, che continua a seguirne le vicende con grandissimo affetto.

Sul palco Alessandro Benvenu-ti è da solo, a dare voce e anima a Bruna, Libero, Danilo, Cinzia, San-dra, Luciano, Samantha, l’inconte-nibile Gino e il “ferrarista” Annibale, il nonno in carrozzina preoccupato più che mai per la sua sorte ora che la figlia Adele è morta e lui è rimasto solo con “quel boia” del genero.

Si ride, di una comicità dolcea-mara; e si riflette, con un po’ di tri-stezza, sugli strani meccanismi del-la vita. Ma alla fine è la tenerezza il sentimento che prevale. Sarà per il tintinnio del lampadario di cristal-lo, unico elemento scenico di tutta l’opera: un suono di campanellini, leggiadro e beneaugurante, colon-

na sonora di uno spettacolo che Benvenuti affronta in forma stre-pitosa. ■

ATTUALITÀ

di Silvia Ferretti

Mercoledì 18 gennaioore 20,45Teatro Verdi di FirenzeAlessandro BenvenutiRitorno in casa Gorisecondo atto della trilogiadedicata alla famiglia Gori

ALESSANDRO CON IL CUORE

l’opera: un suono di campanellini, leggiadro e beneaugurante, colon-

na sonora di uno spettacolo che Benvenuti affronta in forma stre-

me la Resistenza: il popolo si ribel-la sempre quando sente che vo-gliono imporgli qualcosa... In teatro c’è molta più li-bertà: non è come la tele-visione, dove magari ti fanno vedere la morte in diret-ta o delle scene osé in un rea-lity show, ma lity show, ma lity showalla fine cen-surano un pro-gramma, o un arti-sta. Il teatro è la for-ma più democra-tica di espressio-ne, e anche la più economica. Si può fare per strada, a ca-sa di qualcuno: ba-sta avere un’idea... Penso a Cioni Ma-rio di Gaspare fu Giulia: con una se-dia e una lampadi-na Roberto Beni-

ALESSANDRO CON IL CUOREAlessandro Benvenuti è uno dei personaggi famosi che hanno prestato il loro volto a “Il cuore

si scioglie”, la campagna per le adozioni a distanza di Unicoop Firenze, Arci e volontariato cattolico.«Ritengo che sia doveroso per chiunque abbia una faccia conosciuta spendere la propria credibilità per metterla a disposizione di un bel progetto di

solidarietà - dice Benvenuti -. Anch’io in passato ho avuto bisogno di aiuto, so quanto è importante poter contare su un amico, su qualcuno che ti dà una mano».Benvenuti non è nuovo a questo genere di iniziative. «Mi onoro di aver fatto parte della TNT, la squadra di artisti toscani trasformati in calciatori per beneficenza, e da anni sono testimonial di Charlie telefono amico, un servizio di aiuto psicologico nato a Pontedera, città che mi ha insignito della cittadinanza onoraria».

SOLIDARIETÀ

l’opera: un suono di campanellini, leggiadro e beneaugurante, colon-

na sonora di uno spettacolo che Benvenuti affronta in forma stre-pitosa.

LE TANTE FACCE DI UN ARTISTAAlessandro Benvenuti si è messo a nudo in occasione di

“Leggere è volare”, la XV Mostra del Libro per ragazzi organizzata dalla Provincia di Siena. A dicembre, infatti,

l’eclettico comico toscano ha presentato, in collaborazione con Visionaria International Video Festival di cui è

presidente, il suo ultimo libro L’autore Nudo, Morgana Ed. 25 euro, in cui ripercorre i suoi 25 anni di carriera spesi tra teatro, cinema, musica, televisione e cabaret. Obiettivo di

quest’ultima biografia, che fa seguito a Camaleonte o tarlo?, mettere in luce, attraverso saggi critici,

conversazioni aperte e dialoghi, un vero e proprio percorso di “identificazione autoriale” di Alessandro Benvenuti, una

delle personalità più versatili del panorama artistico italiano: non solo autore ma anche produttore, regista e

attore di teatro, regista ed interprete cinematografico, showman televisivo, comico, musicista, fumettista e

LA BIOGRAFIA

Fotografie di

Carlo Valentini

LE TANTE FACCE DI UN ARTISTA

8 INFORMATORE INFORMATORE 9

NUOVI LAVORI

COSTUMI&SOCIETÀ

NUOVI LAVORI

È facile imbattersi su riviste, quotidiani, nelle bacheche di circoli e club, negli studi

dei veterinari e nei negozi di artico-li per animali, nonché in siti inter-net, in annunci del tipo “cerco/offro dog-sitting”. Il dog-sitter - termine coniato su baby-sitter - è riferito a

colui che si occupa del cane al posto del proprietario. Nei paesi anglofoni l’espressione è dog walker, da walk (camminare), verbo che, al contra-rio di sit (sedere), meglio illustra il lavoro di questo operatore, la per-sona che, di fatto, si incarica di far muovere, camminare, socializzare il vostro cane.

L’offerta è variegata. Si va dalle passeggiate all’ospitalità per lunghi periodi, dal trasporto su auto attrez-zata al disbrigo delle incombenze medico-legali. Il diffondersi di que-sto uso fa riflettere sulla riduzione del nostro tempo libero e sul rap-porto che individui e società hanno oggi con l’animale domestico.

Fare il dog-sitter richiede pa-zienza, umiltà, attenzione. Fonda-mentale è l’amore per gli animali e l’esperienza del rapporto con un

cane proprio. Occorre, poi, intuito psicologico, diplomazia, capacità comunicative. A chi offre un servi-zio di base, come le uscite quotidia-ne, non serve altro.

«Ma il servizio si può ampliare

IL DOG-SITTER

SENSIBILITÀE CONOSCENZAStudi di etologia, zoologia, psi-

cologia comportamentale, biologia, veterinaria, sono spesso citati tra le referenze dei dog-sitter, che sono in genere giovani, studenti o in cerca di prima occupazione. Quello di Danie-le è un doppio punto di vista, di dog-sitter e di proprietario di un cane. «I proprietari che occasionalmente ri-corrono al dog-sitter sono di soli-to anziani che, a causa di malattie o condizioni climatiche avverse, ne-cessitano di aiuto; oppure sono per-sone cui, per lavoro, capita di dover-si assentare per giorni. Tende a dele-gare stabilmente, invece, chi ha preso un cane sull’onda dell’impulso, sen-za considerare le incombenze quoti-diane che comporta. Di solito si trat-ta di persone benestanti, che vedono

nel cane lo status symbol da esibire. Quando si rendono conto del tempo e delle attenzioni necessarie cerca-no aiuto, anche a pagamento. Ma più spesso accade che il dog-sitter suben-tri quando l’animale manifesta già un disagio, un problema».

Il problema, racconta Daniele, è di natura psicologica e sociale. Si va dall’apatia all’aggressività, dall’ec-citabilità al timore di estranei.

«Un cane tenuto in casa, solo, molte ore al giorno, ha più probabi-lità di sviluppare un problema. An-che il cane che vive in giardino, ma sta sempre e soltanto in quel giardi-

COST

UMI&

SOCI

ETÀ

NUOVI LAVORINUOVI LAVORI

CERAMICA DA CANI E MICIQuelle dei cani sono di tre misure, per il gatto ce n’è un tipo solo, con la forma della testa dell’amico felino. Sono ciotole di ceramica, pesanti e

resistenti, con sui bordi disegni in colori allegri, realizzati dal designer e pittore fiorentino Daniele Nannini. Le ciotole sono realizzate da Ceramiche Calma, una ditta artigianale di Castelfiorentino, e sono adatte ad essere lavate anche in lavastoviglie. I decori sono applicati dai ragazzi di Terre 2000, una cooperativa sociale di tipo B, una piccola azienda e un luogo di lavoro per le persone disabili.Insomma, da un’esperienza di solidarietà, nella quale sono occupati sette disabili, un’alternativa alle anonime ciotole di plastica. Si trovano nei reparti degli articoli per animali degli Ipercoop della Toscana, con il marchio “Ceramica etica”.

Un servizio sempre

più richiesto. Giovani

sensibili e volenterosi

che si guadagnano

qualche euro

e arricchire - dice Daniele Ciucchi, laureando in veterinaria, educa-tore cinofilo e membro di Anthro-zoos, associazione che valorizza e promuove la cultura del rappor-to tra uomo e animale d’affezio-ne -. Può comprendere un percor-so educativo dell’animale, e consi-gli al proprietario per un corretto rapporto con il suo cane, assisten-za nell’addestramento e nell’impo-stazione di una cosciente e infor-mata convivenza». Una funzione sociale per la quale, afferma, «oc-corre qualcosa di più della sensibi-lità personale».

no e non vede altri cani, non ha una vita sociale sana e adeguata. In quei casi, quando il veterinario o un altro esperto prescrivono uscite più fre-quenti, si cerca il dog-sitter. E qui, spesso, si rende necessaria un’ope-ra educativa, rivolta non soltanto al cane». Ecco, dunque, che il dog-sit-

ter assume una funzione sociale, la-vorando insieme a proprietari e fa-miglie in reciproca fiducia.

«Le carenze educative sono qua-si la regola», ci dice questo giova-ne e appassionato operatore. Nella sua esperienza pluriennale, Danie-le ha riscontrato scarsità di infor-mazione e di adeguata cultura del rapporto con l’animale, visto - e ri-spettato - nella sua diversità biologi-ca. Per questo Anthrozoos incorag-gia la divulgazione di studi in mate-ria e offre uscite collettive didattiche gratuite (che si tengono solo in al-cuni periodi dell’anno), con la gui-

Badanti da cani

di Rosa Rita D’Acquarica

«Quasi sempre - racconta un dog-sitter - gli animali da compagnia sono amati, fanno parte della famiglia, sono ben nutriti, curati. L’unico

“maltrattamento” è la solitudine, il mancato riconoscimento delle loro esigenze di libertà, movimento, esperienza, vita sociale».

Info: Anthrozoos, 339 8888473;e-mail: [email protected]

SOLIDARIETÀ

ARTE ANIMALEUna mostra ispirata al mondo animale, allestita in un museo

dove gli animali sono storicamente di casa. Si apre l’11 gennaio, a La Specola di

Firenze, Antropozoo, una mostra pensata e realizzata per

lo storico museo fiorentino di storia naturale, inaugurato nel 1700 per custodire una delle

più ricche e antiche collezioni zoologiche.Dieci tele ad olio realizzate dal pittore fiorentino Gianluca

Gori raccontano miti come “Leida e il cigno” o “Europa con il toro”, accanto a moderne allegorie in cui gli uomini si

mescolano al mondo animale, con zampe che diventano tazze e becchi che si fanno compassi.

Antropozoo, museo della Specola, via Romana 17, Firenze, fino al 21 marzo. Info: museo della Specola,

tel. 055 2288251, www.specola.unifi.it

da di veterinari, psicologi, zoologi, istruttori cinofili.

QUASI UN MESTIEREUna corretta educazione può

prevenire molti problemi e garan-tire una migliore convivenza tra cit-tadini e cani nel contesto urbano. Anche le razze cosiddette “aggres-sive” possono, con l’educazione e il rispetto, vivere a stretto contatto con la gente senza pericolo per nes-suno. Ma la legislazione vigente mi-ra più alla repressione che alla pre-venzione, e appare spesso restritti-va agli addetti ai lavori.

Tuttavia la legislazione esiste e il dog-sitter è tenuto a rispettarla quanto i proprietari. L’articolo 2052 del codice civile, che pone a cari-co dei proprietari una presunzione di responsabilità per danni causa-

ti dall’animale, è valido per chiun-que abbia l’animale in custodia. La raccolta delle deiezioni, e il guinza-glio fuori dalle aree predisposte, so-no sempre un obbligo per tutti. Per quanto riguarda la museruola, sono i Comuni a dare disposizioni in me-rito attraverso il regolamento per la tutela degli animali. «L’obbligo del-la museruola esiste solo per i cani di tipo pitbull, staffordshire-terrier e i loro incroci, indipendentemen-te dal contesto urbano o extraur-bano nel quale si trovino e che sia-no al guinzaglio o meno - dice Da-niele Ciucchi -. L’obbligo vale anche

nel caso in cui si debba prendere un mezzo pubblico con il nostro com-pagno a quattro zampe (ma vie-ne largamente disatteso, ndr). Per qualsiasi altra informazione sulle leggi in materia, comunque, il mio consiglio è di rivolgersi all’Ufficio per i diritti degli animali del pro-prio Comune di residenza».

Daniele ci informa che le tariffe per il servizio vanno dai 4 ai 7 euro per un’uscita - dipende dalla durata, ma la somma si concorda anche se-condo le esigenze specifiche e i pro-blemi del cane. Questo per il dog-sit-ting di base. Se ad esso si affianca un’attività di dog-training (educa-zione e addestramento) si può arriva-re a 20-25 euro a lezione. C’è chi svol-ge questa attività a tempo perso, chi ne fa un’occupazione a tempo pieno.

Gli sbocchi professionali per questo tipo di esperienza sono an-cora problematici. Manca un albo degli esperti del settore che riuni-sca le varie qualifiche e specializza-zioni. Manca un coordinamento del lavoro tra esperti, volto al benesse-re degli animali e al loro positivo in-serimento nella realtà sociale. Ma è anche vero che il mercato presenta una forte domanda di competenza e servizi qualificati, alla quale il fu-turo dovrà rispondere. ■

LA MOSTRA

FOTO C. VALENTINIFOTO D. TARTAGLIA

FOTO C. VALENTINI

10 INFORMATORE INFORMATORE 11

sarà diversa, ovviamente, per ogni sguardo che le si poserà sopra.

Innanzitutto qualche avviso ai viaggiatori: le cubane belle sono merce da esportazione e si concen-trano tutte nei luoghi deputati al di-vertimento per turisti ricchi (Vara-dero & co.). Ergo, nelle città vedre-te solo le donne normali che spesso sono molto meno affascinanti degli uomini. Per chi volesse muoversi in macchina un avvertimento: non esistono pneumatici nuovi in giro. Quindi, prima di prendere un’auto a noleggio, assicurarsi che le gomme siano le meno lisce in circolazione. Pena forare nel bel mezzo della car-

retera central e rimanere lì come scemi per giorni. Inoltre è opportu-no munirsi assolutamente di cartine dove siano segnati i punti di riforni-mento per la benzina. Sì, perché tra un distributore e l’altro possono es-serci anche 200 chilometri. E se si rimane senza benzina l’unica solu-zione è sperare in un passaggio di fortuna. Chiariti questi punti essen-ziali, il viaggiatore potrà muoversi

Dove meno te lo aspetti spunta Cima Coppi. Siamo sul pro-montorio che domina San-

tiago de Cuba. Ad oltre mille metri di altezza le felci sonnecchiano ri-gogliose e da uno chalet tipicamen-te alpino si possono osservare gli oceani e gustare aragoste alla plan-cha come se fossimo in riva al ma-re. È uno degli angoli più singolari di Cuba, quello in cui per un istan-te sembrano sovvertirsi tutti i luoghi comuni sull’isola caraibica più co-nosciuta e amata del mondo. Ogni anno su questa altura salgono ar-rancando le biciclette di una corsa amatoriale a tappe che fa il giro del-l’isola. Cuba è anche questo. Non so-lo Varadero, Cayo Largo e Cayo Co-

co, le jineteras e i jineteros che pas-seggiano sul Malecón alla ricerca di qualche turista da spennare. Si po-trebbero scrivere trattati sulle affa-scinanti contraddizioni di quest’iso-la, che appare agli occhi dei visitato-ri come cristallizzata nel suo passa-to, ma per farlo occorrerebbe viver-ci ogni giorno. Per il turista o il viag-

giatore che passa e va l’unica chiave di lettura di questo paese straordi-nario è mettersi in ascolto con l’ani-mo libero da pregiudizi, miti o leg-gende. E ascoltare la voce della gen-te, la musica che suona in ogni ango-lo e ad ogni ora del giorno, il profu-mo del mare e il vento dolciastro del-le piantagioni di canna da zucchero. Solo così, forse, Cuba ci farà intrave-dere un pizzico della sua verità. Che

in libertà in questa terra bellissima e straordinariamente vitale.

I COLORI DELL’AVANAUn viaggio a Cuba che si rispet-

ti non può sicuramente prescinde-re da La Habana. Città di una bellez-za toccante, che colpisce e sconvol-ge con i suoi palazzi coloniali, le di-more antiche che cadono a pezzi, il profumo stordente dell’Oceano che si infrange in alte onde sul Malecón, i mercatini rionali di frutta e verdu-ra, le misere botteghe statali, i sor-risi larghi e veri dei cubani.

L’Habana vecchia è un viaggio nel viaggio, un percorso a ritroso nel tempo che regala cartoline in-dimenticabili di com’era il mon-do cinquant’anni fa. I caffè, i nego-zi, i palazzi sono rimasti come era-no nel 1959, anno della rivoluzione dei barbudos di Fidel Castro e Er-nesto “Che” Guevara. Varcare quel-le soglie equivale a fare un salto in-dietro nel tempo che regala un pro-fondo senso di straniamento. No-stalgie a parte, quello che colpisce è la possibilità di vedere quel mon-do com’era e come è stato costretto a rimanere causa rivoluzione, em-barghi e quant’altro.

Dietro quella cartolina però c’è un’umanità che si muove e cerca di sopravvivere come può in una situa-zione di tragiche ristrettezze econo-miche. Non sarà difficile essere fer-mati per strada da qualcuno che cerca un aiuto per acquistare latte in polvere. È l’emergenza del giorno a Cuba. Anche se la canasta basica, il pacchetto quotidiano di viveri che lo Stato dà ai cittadini, prevede con-

VIAGGI&PAESAGGI

VIAG

GI&P

AESA

GGI

CUBA

Sembra un sogno,

eppure è vera. Le

mille contraddizioni

di una terra sospesa

nel passato

L’isola che c’è ancoradi

Silvia Gigli

fezioni di latte in polvere, riso, zuc-chero, carne do rey e sigari criollos (i migliori e quelli più a buon mer-cato, provare per credere), spesso questo non è sufficiente. E così la gente si arrangia come può.

Passeggiando pigramente attra-verso le stradine dell’Habana vec-chia, da Calle Cuba a Calle Obispo, le suggestioni sono praticamente infinite e osservare le case colonia-li decrepite accanto a quelle già re-staurate è un’esperienza unica. Fer-matevi in un caffè qualsiasi, tipo la Lluvia de oro in Calle Obispo, sor-seggiate un caffè (a Cuba lo fanno buonissimo, proprio come in Italia) e lasciate che le ore scorrano osser-vando l’umanità che vi passa a fian-co e ascoltando la musica eseguita

dal vivo da un’orchestrina scalcina-ta composta però da ottimi musici-sti. Poi procedete verso il porto vec-chio e prendete un traghetto diretti ad uno dei paesi che si affacciano sul golfo dell’Habana, da Casablanca a La Regla. Lì i turisti non ci sono nem-meno a cercarli e la vita è quella au-tentica, con le code nei negozi di sta-to, chiacchiere per strada e bambini in divisa scolastica che camminano dondolando verso le loro aule.

A La Regla c’è un piccolo museo che raccoglie tutto quello che è ri-masto sull’isola della Santería, la religione sincretica che proprio in questo paesino nacque all’indoma-ni dell’arrivo degli africani in terra caraibica. Le collane di perline co-lorate dei santeros, gli altari con le offerte, i piccoli, spesso miseri og-getti che la religione carica di mi-steriosi significati esoterici. Visitate-lo. Scoprirete un’altra faccia di Cu-ba. E sarà un altro viaggio nel viag-

gio. A La Habana c’è un altro museo da non perdere. È quello della rivo-luzione. Comunque la pensiate, an-dateci. Vedrete i mille travestimen-ti del Che, le camicie indossate dai barbudos, i mezzi poveri dei rivo-luzionari che rovesciarono il ditta-tore Batista.

CIBO, MUSICA E LIBRISe il cibo non è da esperienza

mistica (molto riso con fagioli, tan-to maiale e, per fortuna, una valan-ga di aragoste che vengono cucinate come se fossero bistecche), la frut-ta tropicale invece è eccezionale e i cubani ne ricavano puree gustosis-sime, il rum impera e i cocktail tra-dizionali, dal Daiquiri al Mojito, so-no delicati e rinfrescanti, lontani

mille miglia dalle versioni pesan-tissime che se ne fanno alle nostre latitudini. Se soffrite di diabete non avvicinatevi alla spremuta di caña (canna da zucchero) che si vende nelle campagne, mentre l’acqua è buona un po’ ovunque e il rischio dissenteria è meno presente che in altri paesi.

E poi non perdetevi la musica. Ovunque siate, in città o nelle cam-pagne, porgete l’orecchio alla mu-sica, al son e alla salsa, al rap e al-l’hip hop cubano. È un’orgia conti-nua di musica, di buona musica, di quella che i ragazzini imparano fin dalla più tenera età nelle scuole e replicano ogni giorno in ogni an-golo del paese. Sarà per questo tri-pudio di note, ma la vita a quelle la-titudini, nonostante il dramma del-la povertà, a volte sembra davvero più serena. O forse è solo l’ennesi-mo stereotipo. Che è bene cancel-lare velocemente.

Per prepararsi è opportuno leg-gere i libri violenti e bellissimi di Pe-dro Juan Gutiérrez, il cantore dell’Ha-bana sporca e sessuomane di “Ani-mal tropical”, “La trilogia sporca del-l’Avana”, “Il re dell’Avana”, tutti editi da e/o proprio mentre nel suo paese, causa censura, non è stato pubblica-to nemmeno un suo libro. Solo l’ul-timo ha avuto l’onore di uscire an-che a Cuba. È “Il nostro G.G. all’Ava-na”, romanzo ambientato negli anni ‘50 in cui lo scrittore Graham Greene veste i panni di un personaggio del-lo spionaggio internazionale. For-se proprio perché è ambientato nel passato, il regime lo ha trovato pub-blicabile. Voi che potete farlo, legge-te i suoi libri. Scoprirete una Cuba te-nera e violenta, seducente e tristissi-ma, piena di vita e di dolore. E ne ri-marrete storditi. Tanto da farvi pre-parare subito per un viaggio. Prima che Fidel scompaia e che tutto cam-bi per sempre. ■

Tour classicoPartenze: 8 - 15 - 22 - 29 gennaio da Bologna con volo speciale9 giorni/7 notti - trattamento di pensione completaQuote individuali in camera doppia euro 1.328,00 + tasse voli in partenza dall’Italia euro 26,14 + visto ingresso euro 23,00 + assicurazione euro 72,00Tasse in uscita da Cuba euro 25,00 da pagare in loco.

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TOSCANA TURISMO

Fotografie di

Carlo Valentini

TURISMOTURISMO

12 INFORMATORE INFORMATORE 13

Chi si è visto proibire l’uso del caffè per gli effetti della caf-feina oggi può rivolgersi al

caffè decaffeinato, cioè caffè che non può contenere più dello 0,10% di caffeina, dichiarato in etichet-ta. Così, la tazzina contiene non più di 15 mg di caffeina, contro i 150 di quello domestico e gli 80 del caffè da bar (che sembra più “forte” per l’aroma!). Questo prodotto esiste da molto tempo, ma fino a pochi anni fa, a causa della bassa richiesta, ve-nivano decaffeinate miscele di caf-fè di scarsa qualità, e il prezzo era alto. Insomma, quasi un supplizio,

neanche parente dell’amato caffè! Il recente aumento (oltre il 10%) di consumo di decaffeinato a livello mondiale ha fatto comparire misce-le di caffè senza caffeina più aroma-tiche e pregiate, disponibili sia solu-bili che macinate, sia per espresso che per moka ed in cialda. Incredi-bile rivoluzione, il decaffeinato og-gi non è più né un falso caffè né un surrogato, anche se il gusto rimane un poco attenuato e l’aroma meno intenso e più volatile. Soddisfatto il gusto deve essere fatta chiarezza sui diversi processi di decaffeinizzazio-ne e soprattutto se sia vero che que-sto prodotto contenga sostanze po-

tenzialmente tossiche o comunque faccia male. La tecnologia di elimi-nazione della caffeina si è molto raf-finata da quando, nel 1905, il dottor Roselins mise a punto il metodo di decaffeinizzazione, fino a giunge-re oggi ad un prodotto che, riguar-do alle caratteristiche organoletti-che, regge ottimamente il confron-to con il caffè.

L’eliminazione può avvenire in tre modi diversi, sempre a parti-re dal chicco di caffè ancora ver-de, che viene pretrattato con vapo-re acqueo per ammorbidire la par-te esterna e separare la caffeina dal-le altre sostanze.

Solvente - Dopo il vapore si trattano i chicchi con solventi or-ganici, oggi i più usati sono aceta-to di etile, sostanza naturalmente presente in molti frutti, o cloruro di metilene, che evapora naturalmen-te sopra i 40°C. I solventi si legano al-la caffeina e quando questi sono ri-mossi la caffeina viene estratta, per essere poi utilizzata nelle industrie chimiche, farmaceutiche ed ali-mentari. La legge stabilisce che nel prodotto finito si ricerchino le even-tuali tracce dei solventi usati.

Anidride carbonica - Si la-vano i chicchi con anidride carbo-nica a 180 atmosfere, che agisce da solvente della caffeina. La CO2 vie-ne poi allontanata abbassando tem-peratura e pressione.

Acqua - Metodo semplice e non tossico ma piuttosto lungo. Si

basa sull’uso di estrattori a colon-na nei quali i chicchi sono tratta-ti con estratto acquoso contenente non meno del 15% di sostanze solu-bili del caffè diverse dalla caffeina. Dopo circa 8 ore si riesce ad estrar-re il 98% della caffeina presente. È spesso chiamato “naturale”.

Riguardo invece ad un recente studio presentato negli Stati Uniti

GUIDAALLASPESA

GUID

AALL

ASPE

SA

CAFFÈ DECAFFEINATO

I pro e i contro di una

bevanda che sta

conquistando sempre

più consensi. Come

si estrae la caffeina

Tecnologia espressadi

Alessandra Pesciullesi

e Monica Galli

L’ORA DELLE RICARICABILIDopo anni di predominio delle alcaline, che comunque rimangono per ora le più vendute grazie al prezzo più basso e alla maggiore potenza, l’ago di mercato del settore si sta spostando sensibilmente verso le “cugine” ricaricabili, più care, certo - circa il doppio rispetto a quelle usa e getta -, ma con un minore impatto ambientale. Pile che hanno raggiunto livelli di potenza tali da poter essere impiegate anche per molti prodotti tecnologicamente evoluti (fotocamere digitali, palmari, lettori mp3), in sostituzione delle alcaline. Oggi inoltre possono essere ricaricate fino a mille volte con un notevole risparmio, compensando ampiamente la maggiore spesa iniziale. Per renderle ancora più funzionali c’è anche il nuovo caricatore di pile universale: carica tutte le batterie, si può attaccare anche all’auto e dispone della funzione di scarica per ricaricare fino al massimo delle capacità. Nel prossimo futuro ci saranno le pile al litio (come le batterie del cellulare) ricaricabili, molto potenti e modernissime, capaci di alimentare tutti gli oggetti tecnologici di ultima generazione e senza problemi di memoria precedente.

CON TUTTA LA BUCCIAVivaci, rossi, gialli e arancioni, sono i colori degli agrumi

che accendono l’inverno con i loro profumi e il sapore aspro e dolce che li caratterizza. Se arance, mandarini e limoni ci

sono ormai familiari, ce ne sono altri ancora da scoprire, come ad esempio il kumquat o mandarino cinese: il suo

nome significa “arancia d’oro” ed è originario della città di Canton. È una pianta di piccola taglia, cespugliosa,

fruttifica precocemente da dicembre a febbraio e i frutti sono piccoli, degli “ovetti” di colore giallo arancio, molto

ornamentali ma anche commestibili e buoni. Il succo è piuttosto acidulo, la buccia ha un sapore dolciastro. Va

mangiato tutto intero in modo che i diversi sapori - dolce, amaro e aspro - si mescolino. Si abbina bene con la carne

dell’anatra. Ottimo anche al naturale, a fette nelle macedonie, candito, o trasformato in una profumata

marmellata. Consumato a fine pranzo è un buon digestivo.

PRODOTTI SENZA GLUTINE

GRATIS ANCHEAL SUPERBuoni spesa per i celiaci, spendibili anche in alcuni iper e super. Sperimentazione dell’Asl 10

A limenti senza glutine gratis per i celiaci anche nei su-permercati di Unicoop Fi-

renze. Finora chi era affetto da que-sta particolare intolleranza alimenta-re poteva spendere l’importo a propria disposizione per l’acquisto di prodot-ti specifici esclusivamente in farma-cia, oggi potrà farlo anche alla Coop. È la prima iniziativa del genere in Italia, è nata grazie ad un accordo sottoscritto fra la cooperativa, l’Associazione Italia-na Celiachia e la Regione Toscana e ar-riva alcuni mesi dopo l’entrata in com-mercio dei prodotti per celiaci a mar-chio Coop. Questa nuova linea, lo ricor-diamo, è composta da 12 referenze, fra cui pasta, farina, biscotti, pane e pizza surgelata, e viene venduta a prezzi più bassi, fino al 40% rispetto ai prodotti con caratteristiche analoghe.

L’accordo prevede una prima fase di sperimentazione, a partire da gen-naio, sul territorio della Asl 10, che di-stribuirà buoni mensili da 10 euro da spendere all’Ipercoop di Sesto Fioren-tino e Lastra a Signa e nei punti vendita di Gavinana, Ponte a Greve, Borgo San Lorenzo, Figline, Pontassieve e Piazza Leopoldo, a Firenze. In questa prima fa-se il consumatore celiaco pagherà alla cassa l’intero importo della sua spe-sa, poi si dovrà recare al box informa-zioni dove, presentando i buoni, avrà il rimborso di quanto speso per i prodot-ti senza glutine iscritti nel Registro na-zionale emanato dal ministero della Sa-lute. Per facilitare l’identificazione delle referenze, nelle descrizioni di cartellini, etichette e scontrini sarà inserita la si-gla “SG”. Non è previsto il resto, quindi l’importo della spesa dovrà essere pari o superiore al valore dei buoni e, in que-st’ultimo caso, il cliente dovrà pagare la differenza. Superata questa prima fase, il cliente presenterà i buoni (che

KUMQUAT

avranno una data di scadenza) diret-tamente alla cassa, senza dover paga-re i prodotti senza glutine ma eventual-mente la sola differenza di prezzo.

Nei mesi successivi la sperimen-tazione si allargherà anche al territo-rio della Asl 6 (punti vendita di Unicoop Tirreno) per poi estendersi anche alle altre Asl regionali. ■

PILE

secondo il quale il decaffeinato au-menterebbe il livello di colesterolo

“cattivo” nel sangue, sono interve-nuti pubblicamente esperti italia-ni di nutrizione ed epidemiologia, valutando i risultati dello studio (peraltro non ancora pubblicato) confusi e sperimentalmente poco chiari e quindi chi consuma decaf-feinato può tranquillamente conti-nuare a farlo, naturalmente senza esagerare. Non solo: un’équipe di esperti brasiliani, studiando oltre 3000 piante di caffè etiope della specie arabica, ha scoperto pian-te di caffè che hanno un bassissi-mo contenuto di caffeina. I ricer-catori sperano di riuscire ad in-crociare le varie specie per otte-nere in natura piante aromatiche con un basso livello di caffeina. La previsione è di produrre e mettere in vendita una marca di caffè natu-ralmente decaffeinato entro i pros-simi 5 anni.

ORZOCEREALE IN TAZZINA

Quello che comunemente chiamiamo caffè d’orzo è

una bevanda che somiglia al caf-fè solo nel colore. La polvere per la sua preparazione viene ottenuta dalla torrefazione e successiva ma-cinazione dell’orzo, che è un cerea-le come grano, riso e mais. Natural-mente di caffeina neanche a parlar-ne, e questo ne ha fatto un prodotto adatto anche ai bambini. Bevanda piuttosto diffusa e alla moda, gene-ralmente è usata da chi ama il sa-pore amaro e gli odori intensi. In commercio si può trovare l’orzo in polvere o in cialde per macchine da caffè, la tecnica di preparazio-ne è identica a quella di un caffè

“vero”, oppure in versione solubile da sciogliere nel latte o nell’acqua caldi. Di recente si trovano anche bustine d’orzo (come il tè) aroma-tizzate. Ha un effetto diuretico, di-gestivo e nutrizionale, fornisce pro-teine vegetali, vitamine del gruppo B ed energia: una tazza d’orzo pre-parata con 15 g di polvere solubile (un cucchiaio pieno) ha circa 50 kcal, se non si aggiungono zucche-ro, miele o latte. ■

Fotografie di

Federico Magonio

FOTO C. VALENTINI

PRODOTTIPRODOTTI

di Letizia Coppetti

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ICHE

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ICHE

7-18/1Fiera del bianco

19/1-1/2Speciale prodotti Doc e Igp

Speciale agrumi

GUIDAALLASPESA

14 INFORMATORE INFORMATORE 15

LA SPESA AL SUPER E ALL’IPER

I l miele è un alimento prezioso, le cui qualità e caratteristiche erano apprezzate già nell’anti-

chità. L’uomo primitivo aveva imparato a depredare gli alveari selvatici per ot-

tenere il dolce nettare; gli antichi egi-zi discendevano con chiatte cariche di primordiali arnie il Nilo, per favori-re la raccolta del nettare dalle fioritu-re provocate dalle piene del sacro fiu-me. I Sumeri lo usavano nei prepara-ti cosmetici e farmacologici. I Greci in-vece lo offrivano agli dei nei riti sacrifi-cali. Gli antichi Romani ne facevano un

no un sapore gradevole, e così impor-tante che nei banchetti di nobili e im-peratori esistevano servitori specializ-zati in questi “cocktail” che conserva-vano gelosamente ricette e modalità di preparazione.

Nel Medioevo e nel Rinascimen-to veniva usato per condire le pietan-ze, sia per le capacità di conservazio-ne naturale che lo contraddistinguo-no, sia perché “addolciva”, nel senso di rendere commestibili e accettabili le pietanze stesse. Da questo utilizzo per la conservazione, soprattutto delle carni, si crede derivi il gusto per il dol-ce e forte che caratterizza molti piatti

tradizionali, soprattutto a base di cac-ciagione o di maiale.

Se è vero che il miele è un compo-nente fondamentale delle ricette di dol-ci - in tutti quelli tradizionali regionali italiani, dai torroni siciliani o sardi, to-scani o lombardi che siano, ai cannoli siciliani, ai pan forti, pan pepati e can-tucci toscani, fino ai mandorlati del cen-tro nord dai quali deriva direttamente il moderno panettone natalizio - si può altrettanto dire che questo biondo ali-mento si accompagna splendidamen-te anche a tutte le pietanze salate: da-gli antipasti ai primi, dalle carni ai for-maggi, dal pesce alle insalate. È una ri-scoperta della moderna gastronomia che si va rapidamente diffondendo e incontra i gusti dei consumatori. L’ac-coppiata miele e formaggio che, fino a

Con il dolce e il salatoMIELE

grande uso, tanto da doverne importa-re da altri paesi (dalla Grecia, da Mal-ta, dalla Sardegna, dalla Corsica e per-fino dalla Spagna). Per i latini infatti il miele era non solo la base di molte pie-tanze e dolci, ma veniva utilizzato prin-cipalmente miscelato ai vini per render-li bevibili! Allora la miscela di acqua e miele era indispensabile per dare al vi-

di Rossana De Caro

Gambi di sedanocon gorgonzolaIngredienti: gambi di sedano, gorgonzola, ricotta, miele, timoPreparare i gambi di sedano lavandoli, privandoli dei fili e tagliandoli alla lunghezza di circa 15 cm. Mescolare tra loro il gorgonzola, la ricotta e il miele, regolando le proporzioni secondo il gusto personale. Riempire i gambi di sedano, metterli in frigo per almeno un’ora e servirli come antipasto, spolverati con timo fresco.Miele consigliato: miele delicato, per esempio di sulla o acacia

Condimentoper insalata Ingredienti: olio extra vergine di oliva, succo di limone, miele, sale, origano,

rosmarino, timo, paprika dolceFrullare tutti gli ingredienti, regolando le proporzioni secondo il gusto personale. Si può anche conservare in frigo per qualche tempo.Miele consigliato: miele aromatico, per esempio di tiglio

Carré di maialeIngredienti: carré di maiale, vino bianco secco, miele, sale, pepe, timo, santoreggia, paprika dolce, chiodi di garofanoMettere timo, santoreggia, paprika, miele e vino nel frullatore e frullare per un minuto. Salare e pepare il maiale, metterlo in una casseruola profonda, coprirlo con il vino aromatizzato, aggiungere 2 chiodi di garofano, coprire e far

cuocere in forno a 180° C finché sarà tenero (circa 2 ore e mezzo).Miele consigliato: miele aromatico, per esempio di castagno

Mele al fornoIngredienti: mele renette o golden, burro, miele, panna, cannella in polvereSbucciare, levare il torsolo e tagliare a fette spesse un dito le mele. Posare sul fondo di una pirofila imburrata le rondelle di mele, dopo aver aggiunto un fiocchetto di burro sotto a ognuna. Spalmate la superficie delle rondelle con miele e passatele in forno per circa un quarto d’ora. Servite con panna montata, addolcita con miele e aromatizzata con cannella in polvere.Miele consigliato: il preferito

LE RICETTE

PRODOTTI DOP E IGP

LEGATI AL TERRITORIOA lcuni prodotti tipici italiani so-

no contrassegnati dalle sigle Dop e Igp: cosa significano e come vengono applicate queste certificazio-ni, e che differenza c’è tra l’una e l’al-tra? Vediamo di rispondere a queste domande.

La Dop (Denomi-nazione d’origi-ne protetta) na-sce, insieme alla Igp, nel 1992 (Regola-

mento 2081/92 della Comunità Euro-pea). È una certificazione valida so-lamente per i prodotti agroalimentari (vini e bevande alcoliche escluse). Ha norme molto rigide da rispettare e for-nisce dunque molte informazioni sulla sicurezza del prodotto che riceve que-sto marchio. La Dop offre infatti garan-zie su diversi livelli del processo produt-tivo: l’origine, la provenienza delle ma-terie prime, la localizzazione e la tradi-zionalità. Le particolari qualità e carat-teristiche del prodotto devono appar-tenere, esclusivamente o essenzial-mente, all’ambiente geografico del luo-go d’origine.

Acquistando un prodotto Dop sia-mo dunque certi sulla provenienza de-gli ingredienti che lo compongono: que-sta informazione è importante per quei prodotti le cui qualità sono strettamen-te legate a questo fattore, come l’olio extravergine di oliva. La produzione delle materie prime e la loro trasforma-zione fino al prodotto finito devono es-sere effettuate nella regione delimitata di cui il prodotto porta il nome. In altre parole: un formaggio Dop deve essere fatto con latte di vacche allevate in zo-na, così come un salume Dop deve es-sere ricavato da suini locali.

Ogni prodotto Dop, per diventare tale, deve rispettare un disciplinare di produzione che vincola tutte le fasi del-la produzione e della trasformazione. La tracciabilità di un prodotto Dop, ov-vero la garanzia riguardo il luogo di pro-venienza e di trasformazione delle ma-terie prime, è la caratteristica più im-portante poiché colma una lacuna del-la legislazione italiana che non impone

di indicare la provenienza degli ingre-dienti di qualunque prodotto.

Generalmente tutti i prodotti Dop hanno un consorzio di tutela, ovvero un organismo composto da produtto-ri e/o trasformatori, avente come sco-po la difesa, la promozione e la valoriz-zazione proprio di quel prodotto, non-ché un ruolo di informazione al consu-matore e di vigilanza sulle produzioni. Il Consorzio salvaguarda inoltre il pro-dotto da abusi, atti di concorrenza slea-le, contraffazioni ed uso improprio del-la denominazione.

La certificazione Igp (Indicazione geografica pro-tetta) è la “sorel-la minore” della Dop,

poiché prevede norme meno severe rispetto a quest’ultima, con disciplina-ri di produzione più flessibili. Mentre la Dop, come abbiamo visto, deve avere un forte legame con il territorio, la Igp ne impone uno più blando: è sufficien-te che una determinata qualità (e non la qualità in toto dell’alimento) sia attri-buibile all’origine geografica. La diffe-renza più importante tra i prodotti Dop e Igp, che rende quest’ultima molto me-no efficace per quanto riguarda le ga-ranzie che offre ai consumatori, è che la Igp non garantisce la provenienza del-le materie prime, in quanto per ottene-re la certificazione è sufficiente che il prodotto venga trasformato o elabora-to nell’area interessata. Questo signi-fica che un prodotto Igp è realizzato in una zona geografica precisa secondo metodi locali, ma con una materia pri-ma che può provenire da tutt’altra zona.

I prodotti Dop e Igp hanno un nuovo logo. Lo ha stabilito la UE (regolamento n. 1726/98). Realizzato in tutte le lingue dei paesi dell’Unione europea, ha una grafica che si ispira alle dodici stelle simbolo dell’Unione e mantiene i colori giallo e blu propri dell’Europa.

qualche anno fa, era considerata uno stravagante uso alimentare dei sar-di, è ormai comunemente usata e ap-prezzata da molte famiglie. Anche nel-le preparazioni gastronomiche di chef professionisti si trovano ricercati me-nu a base di miele. Nell’ultima edizione della Settimana del Miele di Montalcino

- organizzata a settembre da Slow Food di Siena assieme alle Associazioni de-gli apicoltori (Arpat e Asga) e all’Asso-ciazione cuochi terre di Siena, intitola-ta “A tavola con le api” -, gli chef han-no preparato una cena nella quale cia-scuna portata era caratterizzata da due piatti con miele, uno ricavato dalla tra-

dizione culinaria storica del nostro pae-se e uno “creato” dai cuochi secondo la loro fantasia e le tendenze della mo-derna gastronomia. Questa iniziativa ha confermato che il miele può esse-re utilizzato come ingrediente di piat-ti dolci e salati.

Nelle preparazioni salate il mie-le può trovare una giusta collocazione. È molto importante non eccedere nel-la quantità: nel piatto finito gli aromi apportati dall’aggiunta di miele devo-no essere percepiti come un qualcosa in più, senza che il miele utilizzato sia chiaramente riconoscibile.

IN PROMOZIONE PER I SOCI ALL’IPERCOOP DAL 5 AL 21 GENNAIO IL MIELE APITOSCANA (MELATA E MILLEFIORI)

FOTO C. VALENTINI

RUBR

ICHE

16 INFORMATORE

LA SPESA ALL’IPER

SVENDITE PER FINE SERIEQuest’anno negli Ipercoop c’è un’assoluta novità. A partire

dal 7 gennaio, in concomitanza con i saldi sull’abbigliamento e le calzature, si svolgerà l’iniziativa

“Fuori tutto”: una svendita di articoli di elettronica ed elettrodomestici (per fine serie), scontati in modo

significativo e reale, occasioni vere da non perdere. I saldi avranno inizio dal 7 gennaio, come stabilito dalla legge regionale (7 febbraio 2005, n° 28), ma la data può

essere suscettibile di variazioni a discrezione dei Comuni.

creare, abbellire, riparare in autono-mia. In promozione all’Ipercoop trove-rete tutto per la falegnameria, la manu-tenzione e decorazione della casa, oltre a generatori di corrente a prezzi sem-pre più convenienti, accessori per auto e stufe per tutti gli ambienti.

DAL 7 GENNAIOSALDI VERI

Saldi. Basta la parola per sca-tenare il desiderio irrefrenabi-

le di accaparrarsi l’agognata maglietta, le scarpe all’ultima moda o il cappotti-no per il bimbo a prezzi scontati. Come ogni anno, dopo le festività del Natale, arrivano nei negozi i sostanziosi ribas-si che invogliano le persone a compra-re. Soprattutto in periodi di crisi econo-mica i consumatori sono attenti a spen-dere e sempre più numerosi sono colo-ro che preferiscono rinviare gli acquisti alla stagione dei saldi. Le da-te dell’inizio delle svendite va-riano da regione a regione, ma possono subire ulteriori varia-zioni a discrezione dei Comuni, e durano circa 8 settimane. In questo periodo la febbre del-lo shopping sale vertiginosa-mente, anche se non sempre saldo fa rima con affare. Che i prezzi siano abbassati real-mente, e che i consumatori possano trovare nei negozi oc-casioni vere, con un buon rap-porto qualità-prezzo, dipen-de dalla correttezza e buona fede degli operatori commer-ciali. Per evitare rischi però è bene sapere che i negozi, per legge, devono esporre il prez-zo pieno degli articoli a saldo, la percentuale dello sconto ef-fettuato e il prezzo scontato.

I capi in saldo devono essere se-parati in modo chiaro e inequivocabi-le dagli altri che non lo sono. Non è ve-ro che i saldi non possono essere cam-biati dopo l’acquisto, basta conservare lo scontrino del pagamento. Se la mer-ce è difettosa o non conforme il nego-ziante è obbligato a sostituirla, a resti-tuire il denaro o a ridurre ulteriormen-te il prezzo.

Diffidate delle vetrine coperte da cartelli e manifesti che non permetto-no di vedere la merce, così come è bene

verificare che il prodotto offerto in vetri-na sia lo stesso di quello esposto all’in-terno del negozio. Infine meglio acqui-stare in negozi di fiducia o dove avete già visto il prezzo dei prodotti.I saldi alla Coop sono saldi “doc”, non lasciateveli sfuggire! Inizieranno dal 7 gennaio, subito con maxi sconti (tutto a metà prezzo), sull’abbigliamento uomo, donna, bambino, calzature e abbigliamento sportivo, esclusi alcuni capi come jeans e articoli da sci, che verranno indicati con appositi cartelli.

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Trapunte, piumini, lenzuola, to-vaglie. È la Fiera del Bianco, di

tutto di più per rendere bella e acco-gliente la casa, o anche semplice-mente per rinnovarla con qualche ca-po nuovo. In promozione un vasto as-

sortimento di prodotti sia di marca che non, compresi quelli a marchio Coop, tutti ad un prezzo davvero con-veniente. Si può scegliere fra vari co-lori, dai classici (bianco, azzurro) a to-ni più caldi e di tendenza quali il rosso e bordeaux. Non mancano come sem-pre le “vendite a peso”, molto apprez-zate dai clienti, di spugna, lenzuola e tovaglie con, in aggiunta, anche i tap-peti per arredare la casa. Dal 7 al 18 gennaio nei supermercati Coop e fino al 12 gennaio negli Ipercoop.

Fino al 12/1Fiera del bianco

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Dal 7/1Saldi: 50% di sconto su abbigliamento uomo donna bambino, sport e calzature“Fuori tutto”: prezzi speciali su articoli

di elettronica ed elettrodomestici

13-26/1Speciale bricolage

mia. In promozione all’Ipercoop trove-rete tutto per la falegnameria, la manu-tenzione e decorazione della casa, oltre a generatori di corrente a prezzi sem-pre più convenienti, accessori per auto e stufe per tutti gli ambienti.

ELETTRONICA ED ELETTRODOMESTICI

BRICOLAGECHI FA DA SÉ...

In un’epoca del “tutto pronto e già fatto” è un ritorno al passato, al

piacere del “fare” con le proprie mani. Piccoli grandi lavori, per i quali occor-re molta pazienza, pratica, manualità. Costruire e realizzare oggetti in legno, una libreria, degli scaffali, un mobilet-to; verniciare, restaurare o imbiancare la casa e tanto altro. Un hobby da svol-gere nei ritagli di tempo, in pieno relax, che dà grandi soddisfazioni a livello personale. Tanto che sono sempre più numerosi i clienti dei bricoshop, centri specializzati dove poter trovare il mate-riale, vernici, stucchi, pannelli in legno, fresatrici e altri utensili necessari per

Le aperture festive di super, mini e ipermercati

sono pubblicate sul quotidiano La Repubblica del giorno, su

Televideo RTV38 (pag.456) e

sul sito www.coopfirenze.it

FOTO C. CIOTTI

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Ogni 15 giorni una selezione di prodotti, uno per reparto, al prezzo più basso del mercato. Per i nostri Soci un assortimento comodo e di qualità,un’offerta completa e a prezzo speciale. Perché tutte le nostre iniziative nascono da una priorità: tutelare il tuo potere d’acquisto.

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INFO pag 19-coop ipercoop 13-12-2005 15:46 Pagina 1

22 INFORMATORE INFORMATORE 23

La carta socio non è una sem-plice carta fedeltà, uno dei tanti strumenti di marketing

oggi tanto in voga per far spendere i clienti. È qualcosa di più: un atte-stato del fatto che chi la possiede è socio a tutti gli effetti della maggio-re cooperativa di consumo italia-na. Questa premessa è indispensa-bile per chiarire le numerose diffe-renze di procedura fra chi sceglie il mondo della socialità legato a Uni-coop Firenze e le varie “Card” del-le altre catene commerciali. Prima della carta socio c’era la “tessera sociale” e il libretto dei buoni per i soci. E prima ancora nelle coope-rative si tenevano i “libri di ristorno” nei quali si appuntavano le spese

fatte dai soci per calcolare lo scon-to da avere sulla spesa a fine anno. Insomma, una storia più che cente-naria rispetto alle Card proliferate negli ultimi dieci anni.

L’atto necessario, per chi si av-vicina per la prima volta al mondo della cooperazione, è la sottoscri-zione dello Statuto di Unicoop Fi-

renze, contenuto in un opuscolo dal titolo “Essere socio”. Nei pri-mi articoli sono descritti in modo chiaro gli obiettivi e l’oggetto so-ciale della cooperativa, quello che in gergo economico viene definita la “mission” aziendale. Mentre in quelli successivi si possono scopri-re cose non sempre conosciute. In-nanzitutto il fatto che con i 25 euro di quota (l’importo è stabilito dal codice civile), si entra a far parte a tutti gli effetti del mondo Coop, con una scelta di appartenenza ad un universo di valori fatti di soli-darietà, attenzione alla salute e tu-tela dell’ambiente. E poi (sempre

con gli stessi 25 euro) si entra dal-la porta principale anche in un or-ganismo economico complesso. Essere soci significa infatti avere il potere di eleggere gli organismi di-rigenti, votare il bilancio, far parte del consiglio di amministrazione: ovvero introdursi proprio in quel-le sale quasi impenetrabili per il so-cio qualunque di qualsiasi altra so-cietà di rilievo in Italia.

SUBITO ON LINE«Buongiorno, vorrei diventare

socio Coop». Quando qualcuno si presenta all’ufficio informazio-ni con questa richiesta, non deve più compilare un modulo, ma dà i propri dati all’addetto che li inseri-sce nel computer, dati che natural-mente verranno trattati nell’assolu-to rispetto della privacy. Basta quin-di presentarsi con un documento d’identità, codice fiscale e versare la quota associativa: il primo passo è fatto. Con la carta provvisoria che viene rilasciata immediatamente si diventa un “aspirante socio”. Si può usufruire delle offerte speciali e de-gli sconti, ma fino all’arrivo della carta definitiva non si vota nelle as-

semblee, non si può utilizzarla come strumento di pagamento e poi nien-te prestito sociale. Il motivo è chia-ro: per godere di questi diritti la can-didatura deve essere ufficialmente approvata dal consiglio di ammini-strazione.

Cosa accade dunque dietro le quinte, dopo che la domanda vie-ne restituita compilata nel punto vendita?

Su, su, direttamente fino al consi-glio di amministrazione. La doman-da, dai box informazione dei singo-li negozi, arriva all’“Anagrafica so-ci” di Unicoop Firenze. Qui viene controllata e immediatamente pre-disposta per l’approvazione al con-

ISTRUZIONIXL’USO

ISTR

UZIO

NIXL

’USO

DOMANDA A SOCIO

Dalla “Domanda a

socio” alle procedure

dietro le quinte.

Vantaggi e limiti

Da fedele a protagonista

DEDICATO ALL’ELSAUn fiume di idee: è il titolo della pubblicazione dedicata ad Elsa Fallani, uno dei “motori” della base sociale della cooperativa degli ultimi trent’anni. La prima parte del libro racconta gli anni del grande lavoro svolto da Elsa Fallani nel suo ruolo di presidente della sezione soci Coop Ponte di Mezzo-Rifredi, dal 1983 al 1995, e i due eventi che più fecero clamore: le visite di Sandro Pertini e di Nilde Iotti a Firenze. L’Elsa giovane si ritrova verso la fine della pubblicazione, che tratteggia sinteticamente la prima parte della sua vita, quando la Coop ancora non c’era. La famiglia e gli amici ricordano la “loro” Elsa, la parte più privata di una donna che ha segnato in maniera incisiva il rapporto tra la cooperativa e il suo territorio.

La sezione soci Coop Firenze Nord-Ovest presenta “Un fiume di idee - Vita, ricordi ed eredità di Elsa Fallani”, a cura di Silvia Ferretti. L’appuntamento è per sabato 21 gennaio, alle ore 16.30, presso il Centro di educazione al consumo consapevole, via Vittorio Emanuele 192-194, Firenze. Per l’occasione sarà inaugurata la saletta soci, intitolata proprio ad Elsa Fallani.

siglio che in ogni seduta, prima di ogni altra cosa, stabilisce le nuove ammissioni, i recessi o le eventuali esclusioni. Già, perché anche que-sto è possibile: nel corso del tempo possono variare le condizioni ini-ziali e venire a mancare i requisi-ti per l’ammissione. In caso di per-sone interdette, ad esempio, oppu-re per chi ha commesso azioni che possono aver danneggiato mate-rialmente o moralmente la coope-rativa. Dopo la delibera del consi-glio è cosa fatta: l’aspirante viene iscritto a pieno titolo nel libro so-ci. La carta definitiva, con il nume-ro socio e la data di ammissione stampata, arriva direttamente a ca-sa. Dal momento dell’ammissione decorrono 90 giorni per poter vo-tare in assemblea, e tre mesi per po-ter aderire al prestito sociale. Esat-tamente come prescrive la normati-va di Bankitalia.

NUMERO UN MILIONELa prima carta a sei zeri porta

la data di aprile del 2004. Il milio-nesimo socio, classe 1937, è un pen-sionato di nome Franco e abita a Se-sto Fiorentino. «Ho deciso di farmi socio quando ha aperto i battenti l’Ipercoop di Sesto Fiorentino, per-ché è vicino a casa e posso sfruttare una miriade di promozioni e offer-te speciali», dice Franco. Il titolare della carta è lui, ma in famiglia c’è anche un’altra socia, la figlia. Fran-co ha fatto il restauratore per tutta la vita e aveva un negozio a Firenze. Oggi ama fare la spesa e, ormai libe-ro da impegni di lavoro, almeno una volta la settimana va all’Ipercoop in-sieme alla moglie.

I CONFINIDELLA CARTA«Posso utilizzarla anche quando

vado al mare?». È questa la doman-da ricorrente degli aspiranti soci se-condo l’esperienza delle ragazze del box informazioni del supermercato Coop di Ponte a Greve. «Soci e clienti, com’è naturale, ci pongono mille in-terrogativi sulle caratteristiche dei prodotti, prezzi, offerte speciali: a volte anche molto singolari», dicono. Come quella volta che, per un lapsus,

una signora chiese “una pomata per il lesso”. Ma la questione che ricor-re sempre è l’ambito territoriale di validità della carta Coop.

Secondo quanto riportato dallo Statuto, la carta socio è utilizzabile presso tutti i punti di vendita delle società del gruppo Unicoop Firenze, che opera nelle province di Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Prato, Pistoia e Siena. Fuori da questi confini la carta può essere usata in altri nego-zi Coop solo per la raccolta punti, ma non consente di pagare, né di usu-fruire delle promozioni riservate ai soci, né di ritirare i regali o utilizza-re i punti spesa. Si può utilizzare in-vece per il Salvatempo.

DUBBIE RISPOSTEPerché il rilascio della carta socio non è immediato?Il socio Coop non è un sempli-

ce compagno di strada. Diventarlo significa essere a tutti gli effetti un membro attivo della cooperativa e stabilire un rapporto di natura eco-nomico patrimoniale sottoposto a precise normative. La procedura sa-rà un po’ più lunga, ma il socio così è tutelato a tutti gli effetti.

Perché esistono limitazioni per diventare soci Coop?Proprio perché essere soci im-

plica anche un rapporto di tipo eco-nomico patrimoniale vi sono alcu-ne esclusioni. Possono diventarlo i consumatori maggiorenni, non interdetti o inabilitati, mentre non possono entrare a far parte della vita di Unicoop Firenze coloro che eser-citano un’attività concorrenziale con la cooperativa che abbia dimen-sioni e caratteristiche analoghe.

Perché occorre pagare, mentre le carte di altre catene commerciali sono gratuite?Perché si tratta di una quota so-

ciale, e non di un semplice strumen-to di marketing per fidelizzare la gente. Il capitale versato in questa occasione (piccolo o grande che sia) è comunque accreditato a no-me del socio e viene restituito nei ca-si previsti dallo Statuto.

Quali vantaggi ho?

UN SEME DI 140 ANNIQuando nella seconda metà dell’800 nacque la prima cellula cooperativa della Valdelsa, nessuno avrebbe

giurato che stavano maturando i germi di un movimento destinato ad andare lontano. Il libro dello storico Antonio

Casali «140 anni di solidarietà - Storia della cooperazione in Valdelsa dal 1865 ad oggi» narra le complesse e

accidentate vicende che nell’arco di oltre un secolo hanno portato quel piccolo seme a raggiungere le dimensioni

attuali. È un processo che si è articolato attraverso aggregazioni e fusioni delle varie cooperative in risposta a

precise esigenze di mercato, ma non solo. La storia del movimento cooperativo è parte inscindibile dello sviluppo del territorio, della combattività del movimento operaio e contadino, del suo antifascismo e della sua operosità nel

periodo della ricostruzione postbellica. «I cooperatori provano ad acquistare e rivendere a prezzo minimo i generi

di prima necessità con l’obiettivo di far rimanere i salari nelle tasche di chi li aveva prodotti», ricorda

nell’introduzione il presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini. E i valori che allora esprimevano nel loro operare

«sono per noi la ricchezza da consegnare al futuro».

CASTELFIORENTINO LA PUBBLICAZIONE

DEDICATO ALL’ELSA

Il socio può usufruire di tutte le promozioni e le offerte specia-li previste per lui, oltre ad accu-mulare punti per ricevere premi o avere sconti ulteriori. Può utilizza-re inoltre il prestito sociale e, a par-te l’interesse economico, può par-tecipare alla gestione della coope-rativa in tutti gli organismi deputa-ti: dalle assemblee di zona al con-siglio di amministrazione, che è composto da 45 membri, esclusi-vamente soci.

E se perdo la carta socio?La carta può essere sostituita

per deterioramento, smarrimen-to o furto. Basta andare in negozio e inoltrare la richiesta di un dupli-cato: la vecchia carta, su richiesta, viene immediatamente disattiva-ta e la nuova arriverà direttamen-te a casa entro pochi giorni. È un po’ più complesso l’iter per la carta abilitata al pagamento, perché oc-corre una nuova autoriz-zazione della banca d’ap-poggio e le procedure si allungano. In ogni caso esiste un numero verde che consente di bloc-carla immediatamen-te: 800119911. ■

VITA COOPERATIVAVITA COOPERATIVA

FOTO D. CRISTINI

24 INFORMATORE INFORMATORE 25

SESTO F.NO-CALENZANOSOLIDALI ALLA VECCHIA MANIERA

La sezione soci organizza vener-dì 27 gennaio, in collaborazio-

ne con i dipendenti dei punti vendita di Sesto Fiorentino, una cena di solidarie-tà nel quadro delle iniziative de “Il cuo-re si scioglie”, a base di prodotti tipici toscani “alla vecchia maniera”. La ce-na è in programma nei locali del circo-lo Arci Rinascita, in via Matteotti a Se-sto Fiorentino.

Info e prenotazioni: punti soci Ipercoop tel. 0554253221, Neto tel. 0554217975, piazza Vittorio Veneto tel. 055446101

VALDINIEVOLEI MERCOLEDÌDELLA SALUTE

Tornano a gennaio gli appunta-menti di prevenzione per la sa-

lute organizzati dalla sezione soci al-l’Ipercoop di Montecatini Terme tutti i mercoledì del mese, dalle 16 alle 19. Gli appuntamenti sono a rotazione: il pri-mo mercoledì con l’associazione na-zionale per la prevenzione e la cura del-l’obesità; il secondo con l’Associazione Amici del cuore; il terzo con l’Associa-zione italiana celiachia; il quarto con l’associazione Alcolisti in trattamento; il quinto (quando è previsto) con l’Asso-ciazione diabetici.

Info: sezione soci, tel. 0572911217

PISATEATROPER SOCIALIZZARE

I l 12 gennaio alle ore 21 inizia nel-la sala soci Coop di Cisanello un

corso di teatro tenuto dall’associazio-ne culturale Il Gabbiano. Verranno in-segnati i fondamenti di base: dizione, espressione corporea, ricerca e co-struzione del personaggio. Lo scopo

del corso non è quello di formare de-gli attori, quanto di introdurre allo stu-dio dell’attività teatrale e soprattutto di cercare, attraverso il teatro e la recita-zione, di superare timidezze persona-li e di proporre una forma di socializza-zione diversa da quella tradizionale. Il corso è riservato ai soci Coop e ai lo-ro familiari.

Info: sezione soci, tel. 050579544

SAN CASCIANO VAL DI PESADAL COMPUTERAL MOTORINO

R iparte alla grande la sezione soci di San Casciano, con mol-

teplici iniziative. Prima fra tutte il cor-so di cucina, che si terrà dal mese di febbraio grazie all’aiuto di due giova-ni e valenti chef (nella foto). Ma ci sa-rà anche un corso di computer, mentre continuano i percorsi legati al consu-mo consapevole, che nell’anno scola-stico 2005-06 toccherà ben 52 classi tra scuola materna, elementare e me-dia. Le scuole, e precisamente le terze e quarte elementari di San Casciano, Mercatale e Cerbaia, per un totale di ol-

tre 320 alunni, saranno al centro anche di un’iniziativa di educazione stradale, in collaborazione con la polizia muni-cipale. Nelle scuole medie, invece, ver-ranno organizzate lezioni vere e pro-prie per 145 ragazzi e ragazze di 14 an-ni, per conseguire il patentino necessa-rio a guidare il ciclomotore. Tra le inizia-tive sociali, ricordiamo il recupero dei prodotti difettati, in collaborazione con il Comune e il Convento dei Cappucci-ni, ed infine la sperimentazione del pro-getto Ausilio-Spesa Insieme, che verrà continuato anche nel 2006.

Info: sezione socitel. 0558293272

FIRENZE NORD OVESTLE MERENDEDAL MONDO

Quattro appuntamenti per ra-gazzi dai 6 ai 10 anni, per rea-

lizzare ricette, in compagnia di cuoche ed animatrici molto speciali, che li ac-compagneranno in un viaggio virtuale in Africa, America Latina, Asia ed Eu-ropa dell’Est. Queste le date: lunedì 23 e 30 gennaio, 6 e 13 febbraio, dal-le 17 alle 19, nella nuova sede del Cen-tro di educazione ai consumi di Firenze, in via Vittorio Emanuele 192-194. I ra-gazzi possono partecipare a tutti gli ap-puntamenti oppure a due soltanto, con un versamento di 48 oppure 24 euro, sul conto corrente 21447503 intesta-to all’Agenzia Argonauta Viaggi, speci-

ficando “corso ragazzi” e se si richie-dono due o quattro incontri. È prevista la presenza di massimo 25 partecipan-ti per ogni incontro.

Info: sezione soci, tel. 0554376343, box soci piazza Leopoldo 0554627174, Giuditta (associazione Lamì) 3487394946

FIRENZE NORD EST L’OLIO A COLORI

La sezione soci organizza un cor-so pomeridiano di pittura ad

olio e trompe l’oeil a tempera, per im-parare alcune tecniche utili sia per hob-by sia per perfezionare la materia pitto-

rica. Il corso si tiene il venerdì dalle 17 alle 19, a partire dal 3 febbraio e fino al 7 aprile, nella sede della sezione soci Coop di Firenze nord est, in via del Bar-geo 15 (zona Coverciano) a Firenze. So-no 20 ore di lezione, al costo di 150 euro.

Info: Paolo Bicchi, tel. 3388641798, Isabelle Cadery, tel. 3393865463

VALDISIEVECOMUNICARECON AUDIO E VIDEO

I soci Coop usufruiscono del 10% di sconto sui corsi organizzati dal

Centro di documentazione audiovisiva di Pontassieve. I corsi inizieranno a feb-braio e marzo e trattano di regia, tecni-ca di ripresa, montaggio digitale, ani-mazione stop-motion, animazione vet-

toriale con flash, sonorizzazione, foto-grafia per lo spettacolo.

Info: centro di documentazione audiovisiva, via Tanzini 25, Pontassieve, (martedì e giovedì 10-19), tel. 0558316614,www.centroaudiovisivo.ruinart.it

INFORMATICAAVVIAMENTO PER SOCI

Partiranno all’inizio di febbraio i corsi di avviamento all’infor-

matica organizzati dalla ditta Max Mi-le per alcune sezioni soci. Il corso sarà di 20 ore, suddivise in 10 incontri setti-manali di due ore. Il costo è di 120 euro.

Questi gli orari: lunedì dalle 18 alle 20 alla sezione soci di Lastra a Signa, mer-coledì dalle 17,30 alle 19,30 alla sezio-ne soci di Ponte a Greve, e dalle 21 al-le 23 a Lastra a Signa, giovedì dalle 18 alle 20 alla sezione soci di Firenze nord ovest, venerdì dalle 18 alle 20 e dalle 21 alle 23 a San Casciano.

Info: punto sociLastra a Signa, tel. 0558749221

POGGIBONSISAN VALENTINODI SOLIDARIETÀ

La sezione soci, in collaborazio-ne con il gruppo donatori san-

gue Fratres e il circolo Arci di Ulignano, organizza per sabato 11 febbraio una cena di solidarietà. Il ricavato sarà de-

stinato alle iniziative collegate a “Il cuo-re si scioglie” ed in particolare alle ado-zioni a distanza.

Info: box soci Salceto,tel. 0577987473. Orario: martedì 17-19, mercoledì 10-12, venerdì 17-19, sabato 10-12

FIRENZE SUD ESTL’AVVOCATO RISPONDE

R iparte l’11 gennaio il servizio di consulenza legale gratuita

per i soci di Firenze sud est. La consu-lenza riguarda le più diffuse e frequen-ti problematiche dei rapporti sociali: da quelle condominiali ai rapporti fa-

SOCIALITÀ

SOCIALITÀ

Le iniziative delle sezioni soci sono

continuamente aggiornate sul sito

www.coopfirenze.ite su televideo di

RTV38 da pag. 450

miliari, dagli affitti alle compravendite, dai sinistri stradali alle condizioni degli immigrati ed altro. Il servizio viene ef-fettuato dallo studio legale Borrelli con cadenza quindicinale, il mercoledì dal-le 16 alle 18 nei locali della sezione so-ci, su appuntamento.

Info: sezione soci, tel. 0556811973

FIRENZE SUD OVESTMAMME A LEZIONE

A llattamento e dintorni: questo il tema degli incontri organiz-

zati dalla sezione soci e dall’associa-zione culturale Insieme allattiamo al punto soci Coop di Ponte a Greve il 23 e il 30 gennaio. Allatta-re è un’esperienza in-dimenticabile nella vi-ta di mamma e bambi-no, protegge da molte malattie e favorisce la creazione di un legame speciale. Se sei in gra-vidanza, hai un bambi-no nato da poco, se stai ancora allattando o hai dei dubbi, forse sei inte-ressata a seguire questi incontri, che si tengono nel pomerig-gio dalle 16,30 alle 18 e che prevedo-no anche discussione libera e scambio di esperienze.

Info: sezione soci,tel. 0557323081; Insieme allattiamo, tel. 3294947279

CASCINAIL TERZO OCCHIO

Questo è il corso di fotografia che vi farà scoprire di avere

un terzo occhio! Lo organizza la sezio-ne soci di Cascina in collaborazione con 3C, il Cinefoto Club Cascina, ogni gio-vedì sera (orario 21,30-23), dal 19 gen-naio al 23 marzo. La sede del corso è nella sede della 3C, in via Lungo le Mu-ra 155 a Cascina. Sono previste anche due uscite sul territorio. Max 15 parte-cipanti, quota di partecipazione 50 eu-ro. I partecipanti al corso dovranno pos-sedere un apparecchio fotografico mu-nito possibilmente di libretto di istruzio-ne. Iscrizioni al box informazioni del-l’Ipercoop di Navacchio e nei negozi di Cascina, Casciavola, Calci, Uliveto Ter-me entro il 14 gennaio.

Info: sezione soci, tel. 050753239

BORGO SAN LORENZO

DA MONASTERO A UNIVERSITÀ

La sezione soci Coop di Bor-go San Lorenzo ha accolto l’invito ad ospitare nella gal-

leria del centro commerciale Mugel-lo un’esposizione di documenti ed im-magini sull’evoluzione storica del com-plesso edilizio dell’ex ospedale di Luco di Mugello. La mostra, visitabile dal 28 gennaio all’11 febbraio 2006, duran-te l’orario di apertura del centro com-merciale, è stata curata dal circolo Ar-

ci e dal circolo Mcl della località mugel-lana e documenta la storia di questa struttura che, fondata come monaste-ro camaldolese nel 1086 per ospitare una comunità di religiose (le Contesse di Luco), soppressa nel 1808 dalle leg-gi napoleoniche, fu poi utilizzata come ospizio di isolamento durante l’epide-mia di tifo nel 1817, per esser definiti-vamente trasformata in ospedale nel 1871. Funzione che ha assolto fino al-l’apertura del nuovo ospedale del Mu-gello, a Borgo San Lorenzo, nel 1989. Da allora il complesso è rimasto inuti-lizzato e si va progressivamente dete-riorando e degradando: la speranza di sopravvivenza è affidata alla Facoltà di Agraria di Firenze che dovrebbe isti-

tuirvi un Centro di ricerca sulle produ-zioni animali. Per mantenere vivo l’in-teresse su questo progetto i circoli Ar-ci e Mcl hanno intitolato l’esposizione

“Monastero, ospedale, università: pas-sato presente e futuro dell’ex ospedale di Luco di Mugello”. Inoltre sul mona-stero è stato pubblicato nel 2004, an-che con l’intervento di Unicoop Firen-ze, il volume “Le Contesse di Luco: il monastero camaldolese femminile di San Pietro a Luco di Mugello, la storia, la fabbrica, l’arte”, ancora disponibi-le presso la sezione soci Coop di Bor-go San Lorenzo.

Info: sezione sociBorgo San Lorenzo, tel. 0558457093

LE SIGNELeggendo Dantequa e là. Quattro incontri a febbraio al punto soci dell’Ipercoop di Lastra a Signa per leggere Dante: i mercoledì 1, 8, 15 e 22, alle 17,30, la dottoressa Marta Pellistri parlerà sulla passione civile, quella politica, l’amore e la compassione e la severità morale del sommo poeta.

ISOLOTTO4 incontri sul vino

con Leonardo Romanelli, nella

saletta soci di via Liberale da

Verona (Isolotto Firenze), il 18 e 25 gennaio, il 1° e l’8 febbraio. Quota di partecipazione 80

euro. Info: sez. soci tel 0557323081

SEZIONI SOCISEZIONI SOCI

FOTO C. VALENTINI

26 INFORMATORE INFORMATORE 27

SEZIONI SOCI

CORSIIN CUCINASesto Fiorentino-Calen-

zano. Tre ricette di primi piatti, dalle più veloci e semplici alle più sofisticate e laboriose, seguite dalla degustazione di quanto preparato dagli stessi parte-cipanti: è questo il programma del cor-so di cucina organizzato dalla sezione soci, nei giorni 11, 18 e 25 gennaio, dalle 18 alle 20, che si terrà al circolo La Rina-scita in via Matteotti a Sesto Fiorentino. Il corso sarà tenuto dallo chef Alessan-dro Bellitti, responsabile del reparto ga-stronomia/rosticceria dell’Ipercoop di Sesto Fiorentino.

Info e prenotazioni: punti soci Ipercoop tel. 0554253221, Il Neto tel. 0554217975, piazza Vittorio

Veneto tel. 055446101, circolo La Rinascita tel. 055440147

Empoli. Lunedì 23 gennaio, dal-le 21 alle 23, alla cucina di via Paolo Ve-ronese 10 a Empoli, si aprono le iscri-zioni per i corsi di cucina organizza-ti dalla sezione soci, in programma fi-no a giugno. Le iscrizioni proseguiran-no all’associazione Il Ponte (via Ridol-fi 146, Empoli, lunedì, martedì e giove-dì dalle 11 alle 12,15 e mercoledì e ve-nerdì dalle 16,30 alle 18), fino a esau-rimento posti.

Questo il programma dei corsi , che si terranno dalle 20,15 alle 23 circa:

31 gennaio e 1° febbraio, 28 feb-

braio e 1° marzo, 28-29 marzo “Oro nero: il cioccolato” (40 €); 2-9-16 feb-braio “Tutto mare” (50 €); 7-14-21 febbraio “Cucina per principianti” (40 €); 23 febbraio e 2-9 marzo “Il giro del mondo in nove ricette” (40 €); 7-14-21 marzo “Fantasia di legumi e cerea-li” (40 €); 16-23-30 marzo “Tutto cru-do” (50 €); 4-11-18 aprile “Benesse-re fra i fornelli” (40 €); 6-13-20 apri-le “Rielaboriamo gli avanzi” (40 €); 2-9-16 maggio “Decoriamo i nostri piat-ti” (40 €); 4-11-18 maggio “Biscotti ti-pici regionali” (40 €); 23-30 maggio e 6 giugno “La colazione, il brunch, l’ape-ritivo” (40 €).

Massimo 22 persone a corso (10 persone per il corso sul cioccolato). I corsi sono riservati ai soci Coop e ai so-ci dell’associazione il Ponte. Presentar-si all’iscrizione muniti di tessera (deve essere personale). Si paga al momen-

MONDOCOOP

MON

DOCO

OP

to dell’iscrizione. Il socio o la persona che viene a iscriversi può prenotare esclusivamente per se stessa, al mas-simo per un’altra persona, se ha tutti i dati necessari. Per il corso sul ciocco-lato si accettano solo iscrizioni perso-nali. Le iscrizioni non si prendono per telefono.

Info: sezione soci, tel. 057177591-057172148, associazione culturale Il Ponte, tel. 0571530316

Firenze Nord Ovest. L’anno comincia con due corsi di cucina nei nuovi spazi, ben attrezzati, del Centro di Educazione al consumo consapevole di Firenze, in via Vittorio Emanuele 192-

194. Strizza l’occhio alla tradizione “An-tichi sapori toscani”, quattro incontri (il 24 e 31 gennaio e il 7 e 21 febbraio) con inizio alle ore 19, e a seguire assaggio e degustazione dei piatti preparati. Di grande attualità la seconda proposta, dal titolo “Single ai fornelli”, appunta-mento il 14, 21 e 28 marzo e il 4 apri-le, con inizio sempre alle 19. A fare da maestro agli apprendisti chef, l’esper-to di cucina Romeo D’Oronzio. Costo dei corsi, riservati esclusivamente ai soci Coop, 60 euro ciascuno. Altre iniziative si susseguiranno nei prossimi mesi, fi-no alla pausa estiva.

Info ed iscrizioni: presso il punto soci del supermercato di piazza Leopoldo, tel. 0554633622 oppure Gabriella, 3398608399. Le iscrizioni si ricevono soltanto nei dieci giorni precedenti l’inizio dei corsi.

LA GENTE SIAMO NOISono da tanti anni socia e da po-

chissimi dipendente di Unicoop Fi-renze. Tramite voi vorrei ringrazia-re tutti quei soci e clienti che anco-ra una volta sono riusciti ad emo-zionarmi e commuovermi. Mi ri-ferisco alla Giornata della collet-ta alimentare. La prima volta che, da addetta alla cassa, vi ho parte-cipato, lavoravo in un punto vendi-ta che si trova in una zona con mol-te case popolari e, prendendo ser-vizio, guardavo con molto scetti-cismo i tanti speranzosi volontari all’ingresso e all’uscita del super-mercato. Ho dovuto presto ricre-dermi: quel giorno, così come lo scorso 24 novembre, in ogni spesa c’erano alcuni prodotti dedicati al-la colletta, anzi, alcune spese era-no interamente dedicate al Banco alimentare.

Spesso si sente usare il termi-ne “gente” in senso dispregiativo. A me piace pensare, quando pen-so alla gente, ai tanti giovani, anzia-ni, uomini, donne italiani e stranie-ri che aderiscono a questo tipo di iniziative.

Nel punto vendita dove ora lavo-ro si organizza un’altra simile rac-colta nel corso dell’anno ed anche quella riceve pronte risposte. Per non parlare dei punti accumulati con la carta socio che, grazie alle possibilità offerte dal catalogo pre-mi, vengono anch’essi devoluti al Banco alimentare o ad altre iniziati-ve di solidarietà. Nel febbraio scorso ho notato che molti soci hanno ap-profittato del cambio del catalogo per regalare così i loro punti.

Sono certa che anche la cam-pagna “Il cuore si scioglie”, che ha coinvolto così tante persone in pas-sato, riscuoterà anche quest’anno il meritato successo.

Vedere la “gente” da questo pun-to di vista mi ha fatto davvero bene, mi ha scaldato il cuore ed ha mos-so anche la mia coscienza. Da qui il mio sentito grazie a chi organizza, a chi rende fattibile e a chi aderisce e partecipa.

Con i migliori saluti

(Questa lettera è scritta a ma-

no, in bella grafia, su carta gial-la. È senza firma: in questo caso l’anonimato ci è sembrato un pre-gio. E per questo l’abbiamo pubbli-cata facendo un’eccezione alla no-stra regola).

AUSILIOOLTRE LA SPESACaro direttore, sono una sua

lettrice e mi piace dirle che leggo assiduamente in prevalenza i ser-vizi riguardanti l’Osservatorio dei prezzi e la Guida della spesa; per-ché ogni settimana e ogni mese cer-co il mio potere d’acquisto per sce-gliere e comperare per il meglio. Come può capire sono una socia fedele così come era mia nonna e poi mia madre perché per genera-zioni siamo state fedeli alla Coop, e come molte persone che le scrivo-no anch’io oggi ho preso la mia vec-chia macchina da scrivere (anche se la lettera che legge è stata scrit-ta al computer da mio figlio) e le voglio raccontare la mia esperien-za, parlerei di una esperienza mol-to umana e solidale che la Coop del-l’Antella insieme alla Misericordia svolgono: un servizio per noi anzia-ni non più autosufficienti.

È da un anno che si è sviluppato questo servizio di volontariato. Ogni lunedì pomeriggio vengono a pren-derci con le macchine della Miseri-cordia a casa; ognuno di noi porta la sua bella lista della spesa (scritta) e la tessera per pagare tramite le no-stre banche: avviene così questo “mi-racolo”. Gli anziani come me che non escono mai di casa sono contenti di

un servizio che ci prende con il mez-zo all’uscio di casa e ci riporta con la spesa fin dentro casa. Mi creda, è una gioia infinita: comprendi di essere ancora utile a te e alla tua famiglia. E quando non possiamo andare man-diamo la lista e così siamo serviti.

Vede direttore, non è soltanto la spesa in se stessa: è il contatto socia-le che ne deriva. Un contatto socia-le che non finisce col personale che viene a prenderti a casa ma arrivati al negozio Coop troviamo delle bel-le signore, cordiali, che ci accolgo-no con amorevolezza e comprensio-ne. È la vera umiltà di coloro che si mettono al servizio dell’altro. Que-ste persone ci danno forza e corag-gio nella nostra vita. Penso che que-

sta esperienza potrebbe essere dif-fusa non solo tramite l’impegno del-la sezione soci Coop di Bagno a Ri-poli, ma anche di tante altre Coop della nostra provincia e, perché no? della nostra Toscana.

Vorrei ringraziare anche il perso-nale che lavora, dagli addetti al buon bancone della pizzicheria a quello delle carni rosse a taglio che si impe-gnano per accontentare le nostre ri-chieste e tutto il personale attivo e ben disponibile. Inoltre, tutte ormai ci ri-teniamo amiche dei volontari, uomi-ni e donne carini e gentili che ci aiu-tano a fare la spesa.

Ho voluto segnalare questa ini-ziativa ricca di contenuti del nostro volontariato e delle organizzazioni che sono la ricchezza del nostro vi-vere civile ai più alti livelli.

Valma Montemaggi - Grassina (FI)

INFORMATICA E FOTO DIGITALERipartono a gennaio i corsi organizzati da Efeso, l’ente specializzato in formazione fondato da Legacoop, che

prevedono sconti del 15% per i soci Coop. Tutti i corsi si attiveranno al raggiungimento di almeno 7 partecipanti.

Corso base d’informatica (1° livello). Continue esercitazioni pratiche per apprendere in modo semplice ed immediato

l’uso del computer.Corso avanzato d’informatica (2° livello). Destinato a tutti

coloro che si avvicinano per la prima volta ai programmi Microsoft utilizzati per il lavoro ma anche per il tempo

libero o a chi ne volesse consolidare le conoscenze base già acquisite.

Internet e posta elettronica (3° livello). Introduzione al mondo di internet; browser e navigazione; motori di

ricerca; posta elettronica: inviare e ricevere messaggi, aggiungere e salvare allegati, come gestire la posta

elettronica. Fotografie digitali e pc. Per tutti coloro che per hobby utilizzano macchine fotografiche digitali, e vogliono

acquisire competenze per archiviarle, stamparle e ritoccarle con il proprio computer.

Lingua inglese base. L’obiettivo del corso è quello di far acquisire competenze di base sulle strutture grammaticali

con l’utilizzazione di un numero minimo di vocaboli. Sviluppare le quattro abilità linguistiche (ascoltare, parlare, leggere e scrivere) curando in maniera particolare l’abilità

di comprendere e di esprimersi. Info: Efeso, via Leoncavallo 15/1, Firenze, tel. 055357324,

orario continuato 9/18 dal lunedì al venerdì, www.efeso.it, e-mail: [email protected]

DAI SOCI

TestimonianzeEFESO - CEFORCOOP

Sono da tanti anni socia e da po-chissimi dipendente di Unicoop Fi-renze. Tramite voi vorrei ringrazia-re tutti quei soci e clienti che anco-ra una volta sono riusciti ad emo-zionarmi e commuovermi. Mi ri-ferisco alla Giornata della collet-ta alimentare. La prima volta che, da addetta alla cassa, vi ho parte-cipato, lavoravo in un punto vendi-

PRATOSTASERA OSPITILa sezione soci organizza, in collaborazione con l’istituto alberghiero Martini di Montecatini Terme, un corso di cucina in quattro lezioni, sul tema “Stasera ospiti!”. Queste le date: 2, 9, 16 e 23 febbraio, alle ore 20, al circolo ARCI di Galciana, in via Costa 62. Costo del corso 80 €, minimo 40 partecipanti.Info: sezione soci, tel. 057425742

FOTO M. D’AMATO

28 INFORMATORE INFORMATORE 29

PICCOLI CARATTERI

Vorrei far presente la difficoltà mia e di tutti gli ipovedenti a

leggere i numeri sui cartellini esposti sopra la merce. Sono a chiedere anche una migliore visualizzazione dei quadri luminosi delle bilance che con una re-cente innovazione sono diventati per me indecifrabili. Viene da domandarsi, con rammarico, se anche la Coop, pre-sa dalla frenetica rivoluzione tecnolo-gica, informatica e telematica, comin-ci a trascurare i problemi della disabi-lità, venendo meno a una delle proprie funzioni, il sociale.

Pierino Bianchini - Siena

Pubblichiamo la lettera come te-stimonianza che dovrà indurci a te-ner conto maggiormente delle esigen-ze di tutti.

POGGIO E BUCA

Leggo nell’Informatore, ma già si sapeva, che i prezzi nei picco-

li negozi sono leggermente più elevati. Ora i consumatori dei piccoli centri, ol-tre a essere penalizzati sulla qualità e scelta della merce, lo sono anche per il prezzo. Se è vero che i grandi super-mercati hanno più margine, la Coop non può accontentarsi del “poggio e buca” che fa pari? In tal modo la Coop dimo-strerebbe di stare veramente dalla par-te del consumatore, ovunque abiti.

Nanda Crippa - Dicomano

Come in tutte le cose ci sono pro e contro a servirsi nei mini mercati: ai prezzi leggermente più alti, e all’assor-timento ridotto, corrisponde il vantag-gio di una spesa veloce, vicino a casa e senza l’uso della macchina, che ha i suoi costi. I grandi supermercati devo-no vedersela con la concorrenza di quel-li privati e non possono essere gravati di costi che si generano nei piccoli: in

INFORMATORE COOP

v. S. Reparata 4350129 Firenze

Posta elettronica: informa@

coopfirenze.itFax 0554780766

La redazionesi riserva

di abbreviarele lettere, senza

naturalmente cambiarne il senso.

Le lettere non pubblicate sono

comunque all’attenzione

delle varie strutture Coop interessate.

A cura di Antonio Comerci

breve tempo sarebbero non concorren-ziali, con il rischio di diventare anche lo-ro passivi. I nostri mini mercati, con un lieve aumento del ricarico, hanno un bi-lancio attivo e non rischiano di diventa-re “rami secchi” da tagliare alla prima congiuntura sfavorevole.

PREZZI TROPPO TIPICI

Vorrei segnalarvi l’enorme dif-ficoltà riscontrata nel reperi-

re prodotti tipici pratesi nei vostri pun-ti vendita. In particolare la mortadella di Prato, storico prodotto pratese, un po’ in ombra nel passato, ma tornato in auge in questi ultimi anni. Si trova as-

sai raramente, spesso senza neppure il cartellino o l’etichetta di descrizione. Insomma, Coop dice di dare grande im-portanza ai prodotti tipici toscani, ma nei fatti questo avviene solo in parte.

Mario Guarducci - Prato

È vero: spesso ci troviamo in diffi-coltà nell’immettere nei nostri super-mercati prodotti particolari, tipici della tradizione locale. La difficoltà non è do-vuta solo alla produzione limitata e ai pochi fornitori. Spesso ci viene richie-sto di applicare un prezzo di vendita minimo, un’imposizione che non pos-siamo accettare. Il nostro obbiettivo è quello di tutelare il prodotto tipico tosca-no, ma anche praticare prezzi di vendi-ta accettabili. È chiaro che un prodotto artigianale, fatto con cura e seguendo i dettami della tradizione, può costare di più, ma anche in questo caso non sono giustificate le rendite di posizione o di monopolio, ma solo la giusta remunera-zione del lavoro e della qualità.

PREZZO BAGNATO

Perché oltre alla verdura sfusa si è continuamente costret-

ti ad acquistare l’acqua che la impre-gna e la deteriora rendendola in po-co più di un giorno da buttare via? Per aumentarne... l’acquisto? Credo che a lungo andare l’effetto sia esattamen-te l’opposto!

Flora Sagliocchi - Empoli

Inumidire la verdura è una prassi necessaria a mantenere la freschezza del prodotto in un ambiente secco co-me il supermercato. Nel farlo può suc-cedere di abbondare o che l’acqua si

accumuli ed impregni il prodotto delle cassette sottostanti. Non deve succe-dere e i nostri colleghi del reparto de-vono porre attenzione anche a questo problema, per questo le segnalazioni dei soci sono preziose, quando l’atten-zione viene meno.

SOCI E CONVENZIONI

A fine agosto ho acquistato l’au-to presso una concessionaria

di Prato; poi a settembre, all’interno dell’Informatore, ho notato la pubblici-tà di quella concessionaria con agevo-lazioni per i soci Coop. Sono tornata alla concessionaria e mi hanno riconosciu-to l’agevolazione. Devo comunque farvi notare che nessuno mi ha fatto presen-te questa opportunità, né prima né do-po la firma del contratto, e quando so-no tornata e ho chiesto spiegazioni al-la concessionaria ci sono stati momen-ti d’incertezza e imbarazzo. Per questo motivo sono rimasta molto delusa!

Laura Nesi - Prato

L’interesse di chi fa la pubblicità sull’Informatore è di avere nuovi clien-ti: quindi è comprensibile che una con-venzione, che comporta un costo, non sia sbandierata, se non è il socio stes-so a farlo presente. Perché dovrebbero pagare per un cliente che è andato da loro per sua spontanea volontà? In pra-tica dovrebbero ottenere l’offerta solo i soci che sono anche fedeli e attenti let-tori dell’Informatore. Alla concessiona-ria Palmucci sono stati, quindi, più che corretti ed hanno riconosciuto l’offerta anche a chi si è presentato dopo aver sottoscritto il contratto.

I diritti del socio Coop sono “diritti” a

casa nostra, cioè nei punti vendita Coop. Le altre proposte sono occasioni che riu-sciamo ad ottenere per i soci, hanno un fondamento commerciale e a questa lo-gica sono soggetti.

ERRORI E CENSORI

Ancora una volta i lettori dell’In-formatore hanno potuto ap-

prezzare l’onestà intellettuale, la si-gnorilità e la sapida scrittura del signor Comerci. Infatti nel numero di novem-bre viene pubblicata e commentata la lettera di un ingegnere, che con gran-de garbo e volenterosa sollecitudine fa notare che, in una foto pubblicata sul calendario Coop, si nota la mancanza di dispositivi e l’inosservanza di nor-

LETTERE

me preposte alla sicurezza del lavoro. Il signor Comerci rivela (eh, eh) che la foto non è un’istantanea presa in un luogo di lavoro ma una foto di stu-dio. Da ciò si conclude che le osser-vazioni dell’ingegnere erano mal po-ste e superflue.

Se qualcuno commette uno sba-glio e qualcun altro benevolmente lo corregge, è certissimo dovere di chi ha sbagliato di ringraziare, scusarsi e ri-promettersi di non ricadere nell’errore, facendo tesoro del disinteressato aiu-to che ha ricevuto.

Prof. Dott. Carlo Ambrogi Lorenzini

Se le osservazioni dell’ingegnere le avessimo ritenute mal poste e super-flue... non le avremmo pubblicate. Ab-biamo pubblicato la lettera proprio per-ché conteneva informazioni utili e inte-ressanti. Abbiamo colto l’occasione per dare conto su come vengono realizza-te le immagini del calendario, che non sono delle istantanee ma frutto di stu-dio, professionalità e lavoro di una équi-pe. Insomma, nella lettera e nella rispo-sta si esprimevano due punti di vista di-versi ed entrambi motivati: quelli del-l’esperto in sicurezza sul lavoro e quel-la del comunicatore che bada al mes-saggio e all’estetica dell’immagine. Se la rubrica delle lettere dovesse diventa-re un minuetto di ringraziamenti e scu-

se, probabilmente non sareste qui a leg-gerla. La rubrica è parte integrante del giornale: non serve alle “pubbliche re-lazioni”, ma si cerca di fare informazio-ne, come in tutte le altre pagine.

VITELLI NOSTRANI

M i trovavo in una delle tante Coop del Mugello. Al banco

carni ho chiesto perché non ci fossero fettine o bistecche di vitellone nato e morto in Italia, mi è stato risposto che non c’era, però se volevo potevo met-tere su io un allevamento di mucche... Sempre simpatici e cortesi i commes-si Coop! Oggi ero a Prato e sono anda-

to a fare la spesa in un supermercato concorrente, e guarda caso ho trovato fettine e bistecche di vitellone nato e morto in Italia.

Sergio Sarti - E mail

Abbiamo macellato in un anno 2500 vitelli di razza chianina, nati ed alleva-ti in Toscana e dintorni. Sono un nume-ro importante per l’allevamento nostra-no, che di anno in anno riusciamo ad in-crementare (erano 120 solo 10 anni fa). Questo numero non basta per coprire continuativamente tutta la nostra rete di vendita. Per ora riusciamo a riforni-re solo 24 punti vendita. Ecco quali: gli ipermercati di Arezzo, Cascina e Sesto; i supermercati di Arezzo, Campi B., Col-le V.E., Empoli (via Susini e via Repubbli-ca), Figline, Firenze (via Carlo del Prete, Gavinana, Ponte a Greve), Montelupo F., Poggibonsi (Salceto), Ponsacco, Pon-tassieve, San Giovanni V., Sansepolcro, Sesto (Neto) e Siena (Grondaie); i mini mercati di Antella, Lucca (Arancio), Pi-sa (San Giusto) e Sovigliana.

LETTERE

di Antonio Comerci

I GAMBI AGLI ALTRI

“Sono rimasti solo i gambi!”. Il cliente guarda sconsolato

le cassette di funghi porcini. È la tar-da mattinata di un sabato all’Ipercoop. Succede anche questo: qualcuno fa la spesa su misura, prende le cappelle più grandi e sane e lascia agli altri solo i gambi. Per questo in molti reparti or-tofrutta Coop preferiscono confeziona-re i funghi, togliendo a tutti la possibili-tà di scegliere quanto e quello che ser-ve per le proprie preparazioni. Il saba-to dopo, nel tardo pomeriggio e sempre all’Ipercoop, c’era una guardia giurata a controllare le cassette di funghi ven-duti sfusi. Una scena avvilente: la spesa

sotto tutela, per evitare che qualcuno ne approfitti danneggiando gli altri e la cooperativa. L’egoismo e la maleduca-zione di pochi tolgono libertà e serenità nel fare la spesa ai molti, che seguendo anche le piccole regole di buona educa-zione passano anche per fessi.

I diritti del socio Coop sono “diritti” a

I GAMBI AGLI ALTRI

In 12 mesi,al 31 novembre 2005, abbiamo ricevuto 1005e-mail, lettere e fax, sull’Informatore ne abbiamo pubblicate 58.

FOTO M. BERLINCIONI

G.C. IL FORTETO

30 INFORMATORE INFORMATORE 31

CONVENZIONIGENNAIO A TEATRODue nuovi ingressi tra i teatri in convenzione, ad Arezzo e a Barberino del Mugello

Felice Sciosciammocca è alle prese con il viziatissimo nipo-

te, che vive ormai da anni a Napoli sulle spalle dello zio fingendosi studente al-l’università: un’improvvisa visita al ni-pote è la molla che fa scattare una se-rie di esilaranti colpi di scena. “Il medi-co dei pazzi”, con Carlo Giuffrè regista e interprete, è in scena al Teatro della Pergola di Firenze (convenzione per i soci il 3, 4 e 5 febbraio).

Al Teatro del Giglio di Lucca arri-

vano le “Le smanie per la villeggiatura” (22/1), mentre in prima toscana, il 19 gennaio, è la volta del Balletto dell’Ope-ra di Kiev con “Giselle”. Anticipi di feb-braio: il 5 in scena Tullio Solenghi ne “La bisbetica domata” e il 7 “Gli ultimi sa-ranno ultimi”, con Paola Cortellesi.

I biglietti in convenzione (Pergola da 15 a 18 €, Giglio da 15 a 22 €, più prevendita) possono essere acquista-ti esclusivamente presso il Punto infor-mazioni dei punti vendita Unicoop nei quali è attivo il servizio collegato al cir-cuito Box Office: al momento, nei su-permercati di Figline Valdarno, Firenze (Ponte a Greve e Carlo del Prete), Luc-ca (viale Giacomo Puccini), Prato (via Viareggio) e presso gli iper di Lastra a Signa e Cascina.

Infine segnalazione per due nuovi ingressi fra le convenzioni. Il primo ri-guarda Arezzo: i soci possono richiede-

UNIVERSITÀ DI FIRENZE

MUSEIPER IL CUOREUn percorso fra natura, storia, scienza, arte, ma anche solidarietà

I l Museo di Storia Naturale del-l’Università degli Studi di Firen-ze, fondato nel 1775 dal Gran-

duca Pietro Leopoldo (con il nucleo del-l’Orto Botanico che risale addirittura al 1545) è, con i suoi 8 milioni di esempla-ri, il più importante museo naturalisti-co italiano ed uno dei maggiori a livello internazionale. Quello che viene propo-sto ai soci è un percorso fra natura, sto-ria, scienza, arte, ma anche solidarie-tà: le visite guidate alle diverse sezioni del Museo, infatti, saranno abbinate al-la presentazione dei progetti di adozio-ne a distanza della campagna “Il Cuo-re si scioglie” in Burkina Faso, Came-run, Perù, Filippine, India, Brasile, Pa-lestina e Libano; e il ricavato andrà agli stessi progetti.

Ecco una rapida carrellata sulle di-verse sezioni del Museo. Quella di Zoo-logia “La Specola” contiene la più gran-de collezione al mondo di cere anatomi-che, pensata come un vero e proprio trattato tridimensionale per insegnare l’anatomia; nel Salone degli Scheletri si trova poi la collezione di reperti osteo-logici (cioè di strutture ossee): tra que-sti, scheletri o crani di animali rarissi-mi e anche estinti.

Non da meno quella di Antropologia ed Etnologia. Quest’ultima è formata da circa 15 mila reperti di ogni tipo - dagli abiti ai gioielli, dalle armi agli amuleti, dagli strumenti musicali ai libri - prove-nienti da tutti i continenti e appartenen-ti a raccolte effettuate in epoche diver-se; e sono oltre 6 mila gli esemplari del-le collezioni antropologiche e primato-logiche: reperti ossei, mummie, reper-

ti tricologici, calchi in gesso.L’orto botanico “Giardino dei Sem-

plici” festeggia quest’anno i 460 anni dalla sua fondazione. Nato come giar-dino di piante medicinali (i semplici, ap-punto), oggi conta più di 4.500 piante coltivate in vaso e in piena terra. Mol-te le collezioni: dalle piante medicinali, con più di 200 esemplari, a quelle ali-mentari, con le antiche progenitrici sel-vatiche originarie del Vecchio Mondo e le 190 piante commestibili che cre-scono selvatiche in Toscana; e anco-ra le piante carnivore, più di 200 albe-ri (fra i quali 5 monumentali), e le colle-zioni tematiche.

La sezione Botanica, con l’Erbario centrale italiano e i suoi 4 milioni di re-perti, è oggi la collezione di piante es-siccate più grande d’Italia e una delle prime in Europa. E le due ultime sezio-ni di Geologia e Paleontologia, e Mine-ralogia e Litologia, non sono da meno. Oltre 220 mila esemplari provenien-ti da tutti i continenti e relativi a tutte le ere geologiche costituiscono le col-lezioni di vertebrati e invertebrati fos-sili, alle quali si aggiunge la collezione paleobotanica (che documenta in mo-do significativo l’evoluzione del mondo vegetale). E su circa 50 mila esemplari conta la sezione di Mineralogia e Lito-logia, fra pietre lavorate e minerali pro-venienti da tutta Italia e da tutto il mon-do. Sul web: www.unifi.it/msn.

Le visite guidate sono programma-te a febbraio (il 4, 18 e 25) e a marzo (il 4 e 18), sempre alle 15. Il costo è di 7 euro a persona (ingresso gratuito per i minori di 14 anni); massimo 30 per-sone a visita.

Info e prenotazioni: Agenzie Toscana Turismo (Argonauta Viaggi, filiale di Gavinana).

MOSTRA SU ARNOLFOLA CUPOLA NASCOSTA

Fu architetto, scultore, urbani-sta, forse anche pittore, co-

munque uno dei maggiori artisti del secondo Duecento, eppure sulla sua figura e opera restano ancora molti misteri. A 700 anni dalla morte, Firen-ze celebra il genio di Arnolfo di Cam-bio con una mostra di scultura, unica quanto straordinaria, dedicata a un artista tra i più importanti e innova-tori. “Arnolfo, alle origini del Rinasci-

EVENTI

Si chiama “Alta fedeltà” la convenzione per i soci con la PRG, e dà la possibilità di ricevere un biglietto omaggio ogni cinque acquistati per cinque spettacoli diversi. La tessera Alta fedeltà può essere richiesta all’ingresso dei singoli spettacoli, mentre per prenotare il biglietto omaggio è necessario telefonare allo 055667566.

15 gennaioJames BluntFirenze - SaschallGalleria numerata 32,30 €posto unico 27,60 €

21 gennaioVanoni-PaoliFirenze - Teatro VerdiPosti numerati 61 - 52,50 - 42 -36 - 26 - 20 €

26 gennaioPFMFirenze - Teatro VerdiPosti numerati 30 - 24 - 18,50 €

6 febbraioOasisFirenze - Mandela ForumGradinate numerate 39,10 - 34,50 €posto unico parterre 32,20 €

UNIVERSITÀ DI FIRENZE

EVENTI

re, gratuitamente, la tessera dell’Asso-ciazione Piccolo Teatro Città di Arezzo, che dà loro diritto all’ingresso a tariffa ridotta agli spettacoli organizzati dal-l’assessorato alla Cultura. A gennaio, il 7 e l’8, il Teatro Politeama offre “La bi-sbetica domata”, con Tullio Solenghi, e il 20 “Prima pagina”, con Gianmarco Tognazzi; al Teatro Bicchieraia, il 12 e 13 gennaio, “Buratto, il re delle Indie” e il 22 “Homeless. Musiche di festa e di pace”. Per richiedere la tessera: Asso-ciazione Piccolo Teatro Città di Arezzo, via Cesalpino 20, tel. 057527721; info presso i punti soci dei negozi di via Vit-torio Veneto e viale Amendola, e pres-so l’Ufficio Cultura del Comune (tel. 0575377503).

Ingresso ridotto (10 €) anche al Teatro Comunale Corsini di Barberi-no del Mugello (Firenze). A gennaio in scena l’8 “Grogrè” e il 25 “Le smanie per la villeggiatura”. Riduzione per i so-ci anche al cinema la domenica pome-riggio (ingresso 5,50 € invece di 7). In-fo tel. 055841237.

A cura di Edi Ferrari

SPETTACOLI & CONCERTI

mento fiorentino”, al Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, presenta un centinaio di opere, la gran parte della produzione arnolfiana che si conser-va a Firenze e di quella che è possibile trasportare dall’Italia e dall’estero. Vi si trovano sculture in marmo e legno, elementi decorativi, frammenti, cal-chi di originali, e poi sculture, pittu-re e oreficerie del tardo Duecento fio-rentino destinate a fornire un’idea d’in-sieme del quadro artistico complessi-vo della città negli anni di Arnolfo. Ol-tre alla possibilità di confrontare per la prima volta le non molte opere ar-nolfiane giunte fino a noi ma ormai di-sperse in collezioni pubbliche e priva-te ai quattro angoli del globo, la mostra

consente di tentare finalmente una ra-gionata ricomposizione della perduta facciata della cattedrale di Santa Ma-ria del Fiore, il capolavoro incompiuto di Arnolfo, smembrato e disperso al-la fine del ‘500.

Oltre alla visita guidata alla mostra sarà possibile accedere ad alcuni luo-ghi che normalmente non sono visita-bili, ma che verranno eccezionalmen-te aperti per i soci. Si tratta del percor-so della Cattedrale nascosta. Parten-do dal Duomo, dalla Porta dei Canoni-ci, si salgono 180 gradini e si arriva al Museo degli Attrezzi, dove si trovano gli attrezzi utilizzati per la costruzione della cupola. Da qui si accede a un ter-razzamento a 35 metri di altezza, pra-ticamente all’inizio della cupola: per-correndolo, con il panorama sui tetti di Firenze, si arriva alla facciata; da qui si rientra per poi accedere ad un altro pa-norama, che stavolta dà sul Battiste-

ro. Sul web: www.arnolfoafirenze.it.Visite alla mostra: a gennaio, il 25,

28, 29; a febbraio, l’1, 4, 5, 8, 11, 12, 15, 18, 19, 22, 25, 26. Visite alla Cattedrale nascosta: a gennaio, l’11, 14, 18, 21, 25, 28; a febbraio, l’1, 8, 11, 15, 18, 22, 25; a marzo, l’1 e 11. Il prezzo per entram-be le visite guidate (non è possibile ac-quistarne solo una) è di 16 euro.

Info e prenotazioni: Agenzie Toscana Turismo (Argonauta Viaggi, filiale di Gavinana).

S. MARIA DELLA SCALASIENA CHIAMA ROMA

Raffaello, Caravaggio, un inedi-to di Donatello ma anche Am-

brogio Lorenzetti, Jacopo della Quer-

cia, Francesco di Giorgio Martini, Gio-vanni di Paolo, Sano di Pietro, Dome-nico Beccafumi, Marco Pino, Bernar-dino Mei, Rutilio Manetti, Niccolò Tor-nioli: questi e molti altri gli artisti cui è dedicato “Siena e Roma. Raffaello, Caravaggio e i protagonisti di un le-game antico”, il grande evento espo-sitivo che si tiene a Siena, nel Palazzo Squarcialupi del complesso museale Santa Maria della Scala fino al prossi-mo 5 marzo. La mostra si propone di ricostruire i profondi rapporti cultura-li che legano le due città, e negli otto percorsi predisposti offre l’occasio-ne di ammirare una straordinaria se-lezione di opere - circa 170 tra dipinti, disegni, stampe, sculture, oreficerie e documenti d’archivio - provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo; e tante le opere che, proprio in questa occasione, vengono esposte per la prima volta in Italia.

La mostra è aperta tutti i giorni, fe-stivi compresi, dalle ore 10.30 alle ore 19.30. Attraverso le Agenzie Toscana Turismo (Corymbus Viaggi), i soci pos-sono acquistare l’ingresso alla mostra al prezzo speciale di 8 €, comprensivo di diritti di prenotazione e di agenzia. Sul web: www.sienaeroma.it.

Argonauta Viaggi, filiale Gavinana, via Erbosa 68 int. 11, c/o centro commerciale Gavinana, Firenze, tel. 0556800452

Corymbus Viaggi, via Massetana Romana 56, Siena, tel. 0577271654

storia, scienza, arte, ma anche solidarietà

Iduca Pietro Leopoldo (con il nucleo del-l’Orto Botanico che risale addirittura al 1545) è, con i suoi 8 milioni di esempla-ri, il più importante museo naturalisti-co italiano ed uno dei maggiori a livello internazionale. Quello che viene propo-sto ai soci è un percorso fra natura, sto-ria, scienza, arte, ma anche solidarie-tà: le visite guidate alle diverse sezioni del Museo, infatti, saranno abbinate al-la presentazione dei progetti di adozio-

ed Etnologia. Quest’ultima è formata da circa 15 mila reperti di ogni tipo - dagli abiti ai gioielli, dalle armi agli amuleti, dagli strumenti musicali ai libri - prove-nienti da tutti i continenti e appartenen-ti a raccolte effettuate in epoche diver-se; e sono oltre 6 mila gli esemplari del-le collezioni antropologiche e primato-logiche: reperti ossei, mummie, reper-

RISERVATO AI SOCIRISERVATO AI SOCI

32 INFORMATORE INFORMATORE 33

VIAG

GIDA

SOCI

Percorsi inediti

nei soggiorni

organizzati per i soci

Vaticano segretoTesto e foto di

Francesco Giannoni

Per il turista Roma è solita-mente meta di gite o viaggi mirati a visitare i punti clas-

sici della città eterna: San Pietro, il Colosseo, i Fori imperiali, piaz-za Navona. Quest’anno, per i soci di Unicoop Firenze, sarà possibi-le qualcosa di diverso e di egual-mente appagante. Prenotandosi presso le agenzie del gruppo To-scana Turismo, saranno effettua-te gite di 2, 3, 4 giorni alla scoper-ta degli aspetti meno conosciu-ti della Roma cristiana, di quel-la Roma cioè che ha così profon-damente e intimamente impron-tato la crescita urbana, architetto-nica e artistica di una città che al-l’avvento del Cristianesimo era già

ricca di quasi mille anni di storia.La trasferta sarà effettuata in

treno: un’ora e mezzo di viaggio che ci porta comodamente e diret-tamente nel centro città. Qui, per un giro orientativo di un paio d’ore scarse, ci aspetta l’autobus scoper-to a due piani, quello che a Firenze da qualche anno scarrozza turisti di tutto il mondo dalla faccia soddi-sfatta. Potendo godere di una gior-nata di sole, l’esperienza è a dir po-co entusiasmante (se dovesse pio-vere faremo come i giapponesi: tut-ti di sopra con l’ombrello aperto); sull’autobus scoperto i pochi metri di altezza dal piano stradale dan-no una visuale completamente di-versa dal solito, e si possono osser-vare particolari normalmente po-co visibili a chi va a piedi o in mac-china, come stemmi, finestre, ter-razze, mascheroni e altre curiosi-tà che danno al tragitto un sapo-re del tutto particolare. Il servizio garantisce un sistema audio-gui-da in otto lingue con informazio-ni sui siti visitati durante il percor-so: le spiegazioni sono molto cura-te e gli speaker ottimi. Se la gita è effettuata nel giorno di mercoledì, c’è anche la possibilità di assistere all’udienza papale.

Il pernottamento, data la tema-tica del viaggio “Roma cristiana”,

sarà presso istituti religiosi: per esempio presso il Centro Universi-tario Marianum vicinissimo a San Giovanni in Laterano, a pochi mi-nuti a piedi dal Colosseo, e ben ser-vito dai mezzi pubblici. Il vasto cen-tro (28.000 metri quadrati) è idea-le per le famiglie: dotato di palestra, piscina, campi di calcetto - ma an-che di sala teatro, sale TV, sala gio-chi - è caratterizzato comunque da un servizio cordiale e garanti-

sce un’atmosfera familiare. Il menu standard va dall’antipasto al dolce, i cibi sono cucinati e presentati in modo assai garbato.

Nel prezzo del viaggio è inclusa la visita prenotata ai Musei vatica-ni e alla cappella Sistina. Prenotata vuol dire (udite, udite!) senza co-da. Invidiati dagli altri turisti, che magari sono in fila da ore, si arri-va e si entra: Michelangelo e il suo grandioso Giudizio Universale so-no lì che non aspettano altro che la nostra muta ammirazione.

Ma che ne direste di vedere quel che solitamente è precluso ai nor-mali itinerari turistici? Già, sembra strano, ma il michelangiolesco e imperioso Mosè della chiesa di San Pietro in Vincoli non lo vede quasi nessuno. Così come è poco visita-ta la basilica di San Giovanni in La-terano. Questa nobilissima chiesa è stata a lungo il centro dello stato della Chiesa, fino a che Michelan-gelo non eresse nelle forme attua-li la basilica di San Pietro. Sapete perché si chiama Laterano? Perché

nella zona aveva i suoi possedimen-ti l’antica e nobile famiglia dei Late-rani. Questa, coinvolta in una con-giura ai danni di Nerone, cadde in disgrazia. Ritornata poi in auge, di-venne così potente che ha dato il no-me a questa parte di Roma. Ebbene: sotto la basilica ci sono sempre, e si possono ammirare, i resti delle vil-le e delle terme dei Laterani.

E che dire della Chiesa Nuova, cioè di Santa Maria in Vallicella?

ROMA CRISTIANA1° giorno. Partenza dalle varie

città della Toscana in treno (Intercity e Intercity plus), arrivo alla stazione Ter-mini di Roma, sistemazione a bordo dell’Open Bus “Roma cristiana”, tra-sferimento in hotel, tour orientativo in bus. Pranzo libero, nel pomeriggio tour a piedi e con bus: si scende a una fer-mata, si visitano i luoghi dell’area e si prosegue poi ancora in bus per la suc-cessiva fermata. Rientro in hotel, cena e pernottamento.

2° giorno. Prima colazione, tra-sferimento con il bus a San Pietro (in-gresso prenotato), visita ai Musei Vati-cani e alla Cappella Sistina. Pranzo li-bero. Visita della basilica di San Pie-tro, tour a piedi e/o in bus. Trasferi-mento alla stazione Termini e parten-za per il rientro.

Questo è il programma base per due giorni. Ci sono però anche propo-ste di tre e quattro giorni, che includono oltre a questo programma l’Open Bus a disposizione e l’ingresso con visita ai

Info: Argonauta viaggi, lungarno Torrigiani 33 a/b, Firenze,tel. 0552342777, [email protected]

Musei Lateranensi. Le quote e le par-tenze sono valide al raggiungimento di almeno 20 partecipanti.

In più, per persona, 10 euro di costo individuale per la gestione della pratica, comprendente anche l’assicurazione sanitaria e la possibilità di annullamen-to valida fino all’ultimo giorno.

La quota comprende: viaggio in treno ic/ic plus, sistemazione presso l’Istituto universitario mariano, tratta-mento di mezza pensione con bevande, biglietto per l’Open Bus “Roma cristia-na” valido per la durata del soggiorno (2/3/4 giorni), visita ai Musei Vaticani e Cappella Sistina con ingresso prenota-to, visita alla basilica di San Pietro, assi-stente locale a disposizione per la dura-ta del soggiorno, assicurazione sanita-ria e bagaglio e annullamento.

3/1 - 31/3 1/7 - 31/8 1/4 - 30/6, 1/9 - 5/11

2 giorni 130 140 150

3 giorni 200 215 235

4 giorni 270 290 320

Anch’essa poco conosciuta, conser-va ben tre quadri del grande pittore fiammingo Rubens; inoltre, e scusa-te se è poco, la cappella che custodi-sce la tomba del “santo dei ragazzi”, il fiorentino san Filippo Neri (“state buoni, se potete...” ve lo ricordate?) fu completamente affrescata dal bo-lognese Guido Reni.

Ma la vera chicca è la chiesa di San Clemente al Celio, nella zo-na del Colosseo: tre chiese una più antica dell’altra, una sopra l’altra. E tutte e tre visitabili! Si comincia con il mitreo. Antico tempio paga-no, deriva il nome dal dio Mitra adorato dai popoli orientali. I gla-diatori, che per il pubblico diverti-mento si massacravano nel vicino Colosseo, in buona parte proveni-vano da oriente. Ad essi le autorità dettero la possibilità di erigere un tempio per adorare il loro dio. So-pra il mitreo, la paleocristiana ba-silica di San Clemente (IV secolo). Su questa un’altra basilica, anco-ra dedicata allo stesso santo, eret-ta nel XII secolo, e ricca di sugge-stivi mosaici. ■

VISITE GUIDATE

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34 INFORMATORE INFORMATORE 35

Alla fine del 1903 Mark Twain sbarca con la famiglia a Ge-nova, diretto verso Firenze;

la scelta non è dovuta al fatto che sia la città di Dante o per le sue bellezze artistiche, ma per il suo clima, che aveva guarito lui quando dieci anni prima aveva soggiornato a Settigna-no, a Villa Viviani: lo scrittore spera-va che questa volta avrebbe miglio-rato la salute cagionevole della mo-glie. La signora Clemens, al contra-rio, era profondamente appassio-nata di storia e d’arte e le loro diver-genti idee li portavano a frequenti di-scussioni. Lei era un’amante di Bot-ticelli, mentre lui sosteneva che i pit-tori pre-raffaelliti rappresentassero l’infanzia dell’arte: «cosa diresti - di-

ceva lui - se alla tua età continuasse-ro a darti altro che latte per colazio-ne, pranzo e cena?».

L’interesse di Twain era tutto per la lingua italiana; il suo me-todo preferito per impararla era fermarsi durante le passeggiate in città a parlare con i ragazzini che giocavano in Arno, raccogliendo poi le sue scoperte linguistiche in due testi che verranno pubblica-ti come “Italiano senza maestro”

e “L’italiano con un maestro”. Con la sua ben nota ironia, raccontava nei suoi scritti e nelle interviste va-ri divertenti episodi sui suoi dispe-rati sforzi per apprendere la lingua. A un cronista del New York Times raccontò di aver provato a dormire con un testo di grammatica italia-na sotto il cuscino, ma di non aver-ne tratto alcun giovamento; allora, avendo notato che i fiorentini por-tavano in estate i capelli cortissimi, pensò che lì stesse il segreto: la sua folta capigliatura bianca impediva alla lingua di penetrare nella sua mente, e così si presentò a casa con i capelli rasati a zero. Twain, sem-

pre giocando sulla sua incapacità di apprendere l’italiano, diceva che era una lingua troppo complessa e quindi poco efficace. «Prendiamo ad esempio il verbo “amare” - iro-

nizzava -. Ci sono 57 modi di co-niugare questo verbo, e nessuno è comunque in grado di convincere una ragazza a sposarti».

Quale residenza per il loro se-condo soggiorno a Firenze, che avrebbe dovuto essere definiti-vo, presero in affitto per un anno la villa di Quarto, vicino a Castel-lo. La villa si era fregiata del titolo di “reale” da quando era stata ac-quistata dalla granduchessa Maria di Russia, che la ampliò e la arric-chì di decorazioni, togliendole pe-rò il suo carattere medievale. Era una villa immensa: la granduches-sa vi aveva risieduto con una corte di cento persone, circondata da un parco di oltre 3 chilometri di cir-conferenza. Scherzando anche su questo, Twain raccontava di una fa-miglia loro amica, i Morley: da venti che erano, una volta sposatisi e avu-to figli, la famiglia aveva raggiunto

“proporzioni spropositate”; il suo intento era quello di trovare una casa abbastanza grande per poter-li ospitare tutti a Firenze; ma non era sicuro che anche questa villa potesse bastare al bisogno...

È il 1904, e Mark Twain ha 69 anni. Nel giugno muore “la vita della sua vita”, la moglie Livy (Oli-via Langdon). Lo scrittore lascia

Firenze con le figlie per non farvi più ritorno. ■

Nella foto, la Villa di Quarto

con uno scorcio del parco

PERSONAGGI

PERS

ONAG

GI

MARK TWAIN

Il grande scrittore

americano dimorò

a Settignano e a

Castello. Rapporto

conflittuale con la

nostra lingua...

Il maestro e l’italianoTesto e foto di

Silvia Silvestri

LO SCRITTORE “DUE TACCHE” Samuel Langhorne Clemens (1835-1910), questo il vero

nome di Mark Twain, adottò lo pseudonimo “rubandolo” al linguaggio fluviale: “mark twain”, in gergo, indicava infatti

due “tacche” sullo strumento che scandagliava il fondo e la profondità del fiume. Nacque nel Missouri, e dopo la morte

prematura del padre si adattò a fare diversi lavori, tra i quali il pilota di barca sul Mississippi. La guerra civile porta

Clemens in California, dove lavora come giornalista. Parte poi per un lungo viaggio in Francia e Italia, dove registra le

sue esperienze in un libro dal titolo “Gli innocenti all’estero” (1869), in cui ironizza sui pregiudizi e i costumi degli

americani e degli europei. Il successo come scrittore gli dà la sicurezza economica e la possibilità di sposare Olivia

Langdon (Livy). Negli anni a seguire scriverà le storie di avventure giovanili che gli assicureranno la fama mondiale:

Tom Sawyer (1876), Il Principe e il Povero (1881), Huckleberry Finn (1884). Con questi romanzi Twain introdurrà la lingua

parlata nella letteratura americana.

Non è indifferente al cibo Ser-gio Staino, tutt’altro: è un cu-rioso e attento buongustaio,

nel senso migliore del termine, che ama ricercare ed apprezzare i cibi anche diversi dalla propria cultura, con un approccio di apertura, alla scoperta di gusti e sapori nuovi. Nel suo recente spettacolo, “Bobo 25”, creato per festeggiare i 25 anni del suo famoso personaggio, ha portato in giro per l’Italia le vignette pubbli-cate nel corso di questi anni. E a Vol-terra, dove è stato insignito del pre-mio “Jarro” quale comunicatore del mondo enogastronomico, ha ripro-posto una serie di strisce con prota-gonista la cucina di Bobo e sua mo-glie, che poi è la cucina di casa sua.

Come è cambiato il rapporto con il cibo rispetto a quando era giovane?L’evoluzione maggiore che ri-

guarda la mia generazione, nella fascia popolare della società, è sta-ta quella della necessità: prima si mangiava per fame, oggi si mangia per curiosità.

Quanto ha inciso la sua storia familiare con il cibo?Direi moltissimo, perché il man-

giare è sempre stato considerato un bene prezioso e doveva essere cu-cinato in maniera tale che potes-se riempire di più. Mio padre era di origine lucana ed era quindi aman-te della pasta, ma tutto quello che si preparava doveva avere come obiet-tivo il poter consumare molto pane.

Per esempio, l’uovo doveva es-sere cucinato all’occhio di bue, al-trimenti come frittata, da abbina-re alle verdure che avevamo nell’or-to. Ma anche la pasta doveva avere molto sugo o la carne doveva essere cotta in umido. Banditi gli arrosti e le cotture alla griglia! Mio nonno, il capo famiglia, vietava letteralmente alle donne di casa qualsiasi iniziati-va contraria alle sue direttive.

Nessuna eccezione?A Pasqua si poteva mangiare

l’uovo benedetto, che gustavo in mo-do incredibile. Ero convinto che fos-se quasi una legge nazionale non po-

ter mangiare l’uovo sodo in altri pe-riodi dell’anno. Ricordo che a 8 an-ni, mentre passeggiavo con mio pa-dre nel centro di Firenze, mi misi a gridare quando vidi che un ragazzo stava mangiando un uovo sodo per la strada: pensavo fosse un reato!

E nel crescere come è cambiato?Rispetto ai miei amici ho stacca-

to prima il cordone ombelicale dalla cucina materna. Mi ricordo che du-rante la visita di leva tutti i miei coe-tanei rifiutarono in maniera sde-gnata il cibo della mensa, che io ho voluto invece cercare di apprezzare. Nel mio primo viaggio a Parigi, nel 1959, scoprii la senape. Un gusto lon-tano dalla mia storia, ma che mi so-no sforzato di farmi piacere.

Altri sapori nuovi?L’apertura di un supermerca-

to a Firenze mi ha portato alla co-noscenza dei cetriolini in salamoia, del mais, dei corn flakes, dei cuori di palma. Sono state le cose peggio-ri che ci sono arrivate da fuori, ma mi sono posto nei loro confronti in un’ottica di curiosità.

E in famiglia come si è svolta l’educazione dei figli?Mia moglie è peruviana e questo

ci ha permesso di allargare le no-stre vedute. Fin da bambini i miei fi-gli sono stati educati ad assaggiare. Michele, quando aveva 6 anni, al ri-storante chiedeva sempre al came-riere che prendeva le ordinazio-ni: “Qual è la vostra specialità?”, te-mendo che volesse portare la solita pasta al pomodoro! Oggi li vedo an-che attenti da un punto di vista nu-trizionale.

Quest’anno si festeggiano i vent’anni di Slow Food, un’associazione a cui lei è sempre stato molto vicino...

Diciamo pure che sono stato tra i firmatari del Manifesto del Gusto che ha dato il via all’Arcigola, diven-tato movimento Slow Food nel 1989. Ritengo il movimento veramente importante perché si è fatto cari-co inizialmente di un’esigenza pro-gressista, quella del diritto a man-giare bene per tutte le classi sociali. L’associazione è nata grazie a questo forte spirito egualitaristico e socia-le. Il rischio di diventare un’associa-zione di gourmet è stato spazzato via dalla spinta del fondatore Carlo Pe-trini, che ha applicato lo spirito ori-ginario su scala planetaria. Oggi è diventato vitale sapere come e cosa si produce, e per chi.

Cosa resta ancora da fare per l’educazione dei giovani?Vedo molta arretratezza per

quanto riguarda un corretto ap-proccio alle bevande alcoliche. Da un lato ci sono messaggi colpevo-listi dello Stato sull’eccesso di alcol, dall’altro non si è fatto niente per educare. Sono molto critico sulle mode attuali degli aperitivi e dei cocktails, mentre credo che un’at-tenta conoscenza del vino possa av-vicinare le nuove generazioni ad un consumo consapevole delle bevan-de alcoliche. ■

SERGIO STAINO

Il cibo secondo

l’autore di Bobo

Uovo sodo vietatodi Leonardo Romanelli

LA VITA

Fonti: Articolo su‘The Critic’

giugno 1904Articolo su

‘The New York Times’aprile 1904

Raccolta di lettere e autobiografia di Mark Twain

on è indifferente al cibo Ser-gio Staino, tutt’altro: è un cu-rioso e attento buongustaio,

nel senso migliore del termine, che ama ricercare ed apprezzare i cibi anche diversi dalla propria cultura, con un approccio di apertura, alla scoperta di gusti e sapori nuovi. Nel suo recente spettacolo, “Bobo 25”, creato per festeggiare i 25 anni del suo famoso personaggio, ha portato in giro per l’Italia le vignette pubbli-cate nel corso di questi anni. E a Vol-terra, dove è stato insignito del pre-mio “Jarro” quale comunicatore del mondo enogastronomico, ha ripro-posto una serie di strisce con prota-gonista la cucina di Bobo e sua mo-

E in famiglia come si è svolta l’educazione dei figli?Mia moglie è peruviana e questo

ci ha permesso di allargare le no-stre vedute. Fin da bambini i miei fi-gli sono stati educati ad assaggiare. Michele, quando aveva 6 anni, al ri-storante chiedeva sempre al came-riere che prendeva le ordinazio-ni: “Qual è la vostra specialità?”, te-mendo che volesse portare la solita pasta al pomodoro! Oggi li vedo an-che attenti da un punto di vista nu-trizionale.

Quest’anno si festeggiano i vent’anni di Slow Food, un’associazione a cui lei è FO

TO C

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IL LIBROTullio BerlenghiCome difendersi dagli ambientalistiIllustrazioni di Sergio Staino, prefazione di Fulco PratesiEdizioni Ibiscus, 12 euro

IL LIBRO

A TAVOLA CON …VIAGGIATORI D’OCCIDENTE

36 INFORMATORE INFORMATORE 37

Colorate, profumate, da sem-pre simbolo di amore e bel-lezza, le rose sono piante dal-

l’origine antichissima, molto diffuse e che bene si armonizzano in ogni ambiente, dal piccolo giardino al parco più sontuoso.

Le rose sono piante longeve e piuttosto robuste che non richiedo-no grandi cure. Tuttavia, per mante-nerle in buona salute e di bell’aspet-to, è necessario compiere alcune semplici ma fondamentali opera-

zioni: prima fra tutte la potatura, che va eseguita con perizia e precisione. Cerchiamo di capire come e quan-do potare le nostre rose. Il periodo adatto è quello che va da gennaio a

fine febbraio; se prima o dopo, di-pende dall’ubicazione e dall’altitu-dine del giardino, quindi, se abitia-mo in montagna, poteremo più tardi rispetto a chi abita in pianura o vici-no al mare. In ogni modo non è diffi-cile capire quando la pianta è pron-ta per la potatura perché è lei stessa ad avvertirci! Sarà sufficiente osser-vare le nostre rose: appena le prime gemme di colore rosso-rosato fuo-riescono dal ramo e si rigonfiano si-gnifica che la pianta, benché sia an-cora inverno, ha iniziato il suo risve-glio vegetativo e ha quindi bisogno di essere “ripulita” da rami vecchi, secchi o malati. È opportuno adope-rare buone forbici da giardinaggio, ben affilate (evitando le cesoie per la potatura delle viti) in modo che il taglio sia netto e non sfilacciato, co-

sa che potrebbe favorire la penetra-zione di germi e in seguito dar luo-go a malattie. Oltre ai guanti è bene munirsi di un seghetto (per le ro-se rampicanti o antiche) che usere-mo per i rami più vecchi e robusti: ogni tanto è bene trovare il coraggio di eliminarli, visto che trattengono molta energia. Tagliandoli alla ba-se diamo modo alla pianta di recu-perare forza, così spunterà un ra-mo nuovo che avrà più vigore, por-terà più fiori e sarà ricco di vegeta-zione alla base, migliorando l’este-tica del roseto.

Non tutte le rose si potano allo stesso modo: dipende dalla varietà, se sono rampicanti, a cespuglio o

rose antiche, se sono rifiorenti op-pure no.

Valgono comunque per tutti i tipi di rosa alcune regole generali come, ad esempio, il punto in cui recidere il ramo. Si deve eliminare il vecchio a una distanza di mezzo centimetro sopra la gemma nuova (detta “oc-chio”); con un taglio troppo vicino all’occhio si rischia di danneggia-re l’occhio stesso, e di far penetrare germi di malattie. Se si taglia troppo in alto, il moncone avvizzisce. Il ta-glio, di norma, dovrebbe essere leg-germente inclinato dalla parte op-posta all’occhio; un taglio inclinato nella direzione sbagliata fa accumu-lare umidità presso l’occhio, con il rischio di farlo marcire. Se non si è sicuri dell’inclinazione da dare al ta-glio conviene eseguirne uno “piatto” e non si correranno rischi di alcun

tipo. Osservare con attenzione il ta-glio: se il midollo è marrone o inco-lore, tagliare nuovamente il ramo fi-no a raggiungere il midollo di colo-re bianco, cioè sano.

Eliminare pure qualsiasi fusto morto o malato e i ramoscelli debo-li od esili. Se due rami s’incrociano tagliarne uno al di sotto del punto di intersezione. Mantenere i rami ben distanziati per permettere all’aria di circolare e alla luce di raggiungere le foglie. Infine, è consigliabile bru-ciare i rami tagliati per evitare la dif-fusione di malattie.

Potando, la rosa riceve un gran-de stimolo e questa fase di futura crescita va sostenuta con un adegua-

VIEINVERDE

VIEI

NVER

DE

ROSE

Quando e come

potare i roseti. Nuovo

vigore per la pianta

L’arte del tagliodi

Càrola Ciotti

to nutrimento della pianta. Se abbia-mo rose in piena terra si consiglia di usare esclusivamente concimi natu-rali: questi forniranno tutti gli ele-menti necessari ad una buona cre-scita, dato che le piante sono in gra-do di reperire nutrimento già dal terreno stesso. Si consiglia di spez-zettare il concime e incorporarlo al terreno smuovendolo un po’, quin-di annaffiare per favorire l’assimila-zione. Se invece le rose sono in vaso si può adoperare un concime di ti-po chimico, non troppo forte, in mo-do da bilanciare la scarsità di terra di cui le piante possono disporre. Il vaso rappresenta una co-strizione ed è bene aiuta-re la rosa con un conci-me un po’ più potente. Si abbia cura di usare un terriccio universale mi-schiato a buona terra di campo, cui sia stata ag-giunta anche un po’ di argilla espansa, così da favorire il drenaggio del terreno.

A SCUOLADI POTATURAPresso il vivaio “Il

mondo delle rose”, a Le Sieci, è possibile fre-quentare corsi teorico-pratici specifici sulla po-tatura delle rose. I corsi, della durata di un gior-no, sono tenuti dai pro-prietari del vivaio, una simpatica coppia di veri amanti di questi fiori. Con l’aiuto di Cecilia Lucchesi e Arnaud Duquen-noy sarà possibile apprendere mol-tissime cose utili sull’argomento. Ol-tre ai metodi di potatura, s’imparerà a riconoscere i vari tipi di roseti e le loro specifiche caratteristiche.

Quest’anno i giorni dedicati alle lezioni sono previsti a partire dal 13 gennaio fino a metà febbraio, di ve-nerdì o sabato. S’inizia alle 9.30 per terminare alle 16.30. Il costo è di 50 euro (soci Coop 10% di sconto).

Info: Il mondo delle rose,via Aretina 241, Le Sieci (Fi),tel. 0558328725,www.mondorose.it

CIPRESSO

IL GIGANTE GIOVINETTONobile ed elegante, costeggia i viali di accesso a molte ville toscane. Il patriarca è a Vicchio

Altrove è solo l’albero dei cimiteri, da noi è l’albero dell’eleganza. Alto e snel-

lo, aveva fra l’altro la funzione di deli-mitare le proprietà: “da quel cipresso a quell’altro la terra è mia”. E ogni di-scussione finiva sul nascere.

Gli alberi monumentali to-scani sono tutelati da un’apposita leg-ge regionale del 1998. Citiamo alcuni ci-pressi storici della Toscana: a villa Mim-belli a Livorno; in località Manzana vici-no a San Miniato; a Santa Lucia di Sopra a Greve in Chianti; alla Fattoria Le Cor-ti di San Casciano Val di Pesa; a Villa di Cegliolo nei pressi di Cortona; alla Fatto-ria Frignano di Torrita di Siena; i cipres-si di Bolgheri.

Uno dei patriarchi fra le piante di questa specie è il cipresso di San Ro-molo in località Campestri, vicino a Vicchio. Ha una circonferenza alla ba-se di 6 metri, un’altezza di 16 e un’età di 600 anni: sarebbe, quindi, il più vec-

chio albero del Mugello. Si dice che sia stato piantato da sant’Antonino, ve-scovo di Firenze nel XV secolo. Il san-t’uomo, in occasione di una sua visita alla chiesa di San Romolo a Campestri, lo avrebbe messo a dimora davanti al tempio. Il venerando cipresso fu gra-vemente danneggiato nella seconda guerra mondiale. Durante il passag-gio del fronte, l’esercito tedesco pose una batteria nella fattoria sottostante la chiesa di San Romolo. Il comando, preoccupato che la gigantesca pian-ta potesse fungere da punto di riferi-mento per l’artiglieria o per i bombar-dieri angloamericani, decise di abbat-terla: fu collocata una potente carica di esplosivo alla sommità del tronco. Il priore chiese e supplicò invano che la pianta fosse risparmiata. La carica fu fatta esplodere e... sant’Antonino fe-ce il miracolo: il tronco e la prima co-rona di rami furono risparmiati. Con il tempo il cipresso è parzialmente ricre-sciuto, riuscendo a nascondere il bu-co provocato dall’esplosione al centro della pianta.

Volendo fare una gita fuori porta, un altro colosso appartenente a que-sta specie è visibile nei pressi del bel-lissimo paese di Verucchio, in Roma-gna: nel chiostro del convento di San Francesco si trova un gigantesco ci-presso che la tradizione vuole piantato personalmente dal santo. L’età è quin-di ancor più rispettabile del cipresso di Campestri: per gli acciacchi degli an-ni, alla pianta, che pende vistosamen-te da una parte, sono stati appoggiati robusti sostegni in metallo. ■

di Francesco Giannoni

BIBLIOGRAFIAGiorgio Batini,Gli alberi della fede in Toscana, Le Lettere, 1998Valido Capodarca, Gli Alberi monumentali della Toscana, Edifir, 2003Luigi Fenaroli, Alberi, Giunti Editore, 1998.

ALTO E SOTTILEIl cipresso (Cupressus sempervirens) è un albero che può raggiungere l’altezza di 20-30 metri e i 2000 anni di vita; le foglie sono molto sottili, squamiformi e appiattite; i frutti, detti galbuli, sono ovoidali e squamati. Fiorisce da febbraio a marzo. È originario dei paesi del Mediterraneo orientale, si è diffuso poi in tutto il bacino del Mediterraneo. In Italia vive dal livello del mare fino ai 700 metri di altitudine. Il legno è duro, immarcescibile e di grandissima durata, e perciò è molto apprezzato per la costruzione di mobili. La malattia che può attaccare quest’albero è il Coryneum cardinale, il cosiddetto cancro del cipresso, che ha provocato non pochi danni al patrimonio arboreo toscano.

LA SCHEDA

Fotografie di

Federico Magonio

FOTO F. GIANNONI

ALBERI STORICICONSIGLI PRATICI

38 INFORMATORE INFORMATORE 39

ECHIDISTORIA

ECHI

DIST

ORIA

VOLTERRA

Esile, lunga ed

elegante, è la

statuetta più

famosa fra quelle

che arrivano da un

lontano passato

L’Ombra della seradi

Riccardo Gatteschi

TUTTA ETRUSCAVolterra conserva ricche vestigia etrusche, forse più di ogni altra città della Tuscia. A cominciare dalle imponenti mura

di cinta che risalgono al IV secolo a.C. (di cui rimangono alcuni tratti) e che dimostrano come la città di quel periodo

fosse quasi cinque volte più grande di quella medievale. L’acropoli - nella parte più alta dell’attuale centro abitato -

ha restituito il perimetro di due templi di età ellenistica. Scendendo nella parte più bassa, ad occidente si apre la

Porta all’Arco su cui sono inserite tre teste in pietra, forse raffiguranti altrettante divinità. Dalla parte opposta,

attraversata la medievale Porta Fiorentina, si raggiunge Porta Diana, risalente al III secolo a.C., oltre la quale si

estende la Necropoli del Portone. Sul versante settentrionale si apre il drammatico spettacolo delle Balze, un’amplissima voragine causata dai continui smottamenti

che hanno ingoiato e sommerso le necropoli più antiche.Nel centro storico, all’interno del Palazzo Desideri-Tangassi,

ha sede il Museo Guarnacci, uno dei più importanti d’Italia. Oltre alla filiforme statuetta dell’Ombra della Sera,

conserva circa seicento urne cinerarie in alabastro, in pietra e in terracotta. Altri reperti di grande fascino sono la

stele di Avile Tite, il cratere a calice di Montebrandoni, l’ampio frammento di un affresco in stile pompeiano forse

di mano di maestranze greche.

È vero, di statuette simili ne esi-stono altre, sistemate in vari musei e collezioni di antichi-

tà etrusche sparse per l’Italia centra-le. Per fare un solo esempio, a Veio si può ammirare una scultura analo-ga, però al femminile. Altre si trova-no nel museo di Villa Giulia a Roma, ad Arezzo, e al Louvre di Parigi c’è la famosa “Divinità di Nemi”.

Ma l’interesse maggiore è fo-calizzato su quella conservata nel Museo Guarnacci di Volterra, per-ché possiede alcune caratteristi-che che la rendono unica nel pano-rama, piuttosto ricco, della scultu-ra votiva in bronzo del III - II seco-lo a.C. È universalmente conosciuta come “Ombra della Sera”, e nome

più appropriato non si poteva tro-vare. Perché quella figura maschi-le nuda, allungata in maniera esa-gerata in tutto il corpo - mentre per la testa il suo creatore ha rispettato le giuste proporzioni - non può su-

scitare altra reazione nell’osserva-tore se non quella di immaginare un uomo che, posto di fronte al so-le al tramonto, allunga a dismisura la sua ombra.

Ed è per la sua forma così par-ticolare se, nel corso del tempo, so-no nate alcune leggende a permea-re di un alone di mistero il suo ritro-vamento. La più accreditata raccon-ta di un archeologo francese che, in giro nel territorio volterrano, fu in-vestito da un improvviso tempora-le che lo costrinse a trovare riparo nella casa di un agricoltore. Il quale, con squisita cortesia, invitò l’ospite a riscaldarsi al fuoco del caminet-

to. Ma quale fu la sorpresa dell’ar-cheologo quando si accorse che il padrone di casa (si trattava forse di un “tombarolo”, figura non rara nel-la campagna del volterrano?) sta-va attizzando la legna sul fuoco con un’esile e lunga verga metallica che poi risultò essere la non ancora fa-mosa statuetta di matrice etrusca!

La realtà dei fatti documenta-bili è ovviamente diversa, anche se niente sappiamo circa le circostan-ze della sua ricomparsa alla luce del sole. Una prima notizia si ha nel 1737, quando lo studioso fiorentino Anton Francesco Gori compilò un catalo-go dei ritrovamenti etruschi duran-te le campagne di scavo in territorio volterrano. Nel suo scritto affermò che il bronzetto (di cui eseguì anche un disegno) era custodito a Firenze, nella Casa Buonarroti; un museo, allora come adesso, che annovera

non solo opere e cimeli appartenu-ti al grande Michelangelo, ma an-che reperti di antichità raccolte da un suo discendente, Filippo.

Qualche decennio più tardi fu il prelato, archeologo e collezioni-sta Mario Guarnacci ad occupar-si della statuetta. In qualche modo - non è dato sapere se tramite l’acqui-sto o grazie a uno scambio - ne en-trò in possesso e da quel momen-to fa parte del ricchissimo Museo di Volterra.

Venendo ad anni più recenti, sembra non esserci alcun dubbio sul fatto che lo scultore svizzero Al-berto Giacometti si sia ispirato al bronzetto volterrano quando, nel 1948, creò la sua “Donna in piedi”. Se le due statue sono sorprendente-mente simili nello stile e nella for-ma, tanto da suscitare una medesi-

ma emozione - pur nella consapevo-lezza che i due artisti hanno opera-to a circa ventitre secoli di distanza uno dall’altro - l’unica e sostanziale differenza fra le due sculture sta nel-le dimensioni: mentre l’“Ombra del-la Sera” misura 57 centimetri d’al-tezza, quella dello scultore svizzero può essere considerata superiore al naturale, con i suoi 182 centimetri.

Un’altra leggenda ha per pro-tagonista l’“imaginifico” Gabrie-le d’Annunzio, che risiedette in più occasioni a Volterra dove ambientò il romanzo “Forse che sì, forse che no”: sembra che sia stato proprio lui a coniare quell’epiteto - così effica-ce - di “Ombra della Sera”. Nessuno saprà mai con certezza se quest’ipo-

tesi corrisponde alla verità. Resta il fatto che d’Annunzio fu un since-ro ammiratore della città toscana che descrisse - con altrettanta effi-cacia - come la “città del vento e del macigno”.

BIBLIOGRAFIAETRUSCHISULLO SCAFFALEQuesti libri sono disponibili nel ca-

talogo on line degli Ipercoop della To-scana, con oltre 50 mila titoli a disposi-zione e lo sconto del 15% per i soci sul prezzo di copertina. Info: www.iper-cooptoscana.it

Mauro Cristofani (a cura di), Etru-schi-Una nuova immagine, Giunti 2000, € 20

Le città, la società, il commercio, l’arte, la scienza, la lingua: una nuova immagine degli Etruschi che li pone nel

quadro della civiltà classica.Borrelli F. - Targia M.C., Etruschi,

Electa Mondadori 2003, € 9,90Da Marzabotto a Populonia, da

Chiusi a Norchia, da Vulci a Orvieto, da Roselle a Vetulonia, da Spina a Sova-na, fino alle celeberrime necropoli di Tarquinia e di Cerveteri, il volume de-scrive un itinerario di intensa bellezza.

Bianchi Bandinelli R. - Giuliano A., Etruschi e italici prima del dominio di Roma, Rizzoli 1976, € 16,53

Questo studio traccia un ampio quadro della produzione artistica del-l’Italia antica prima che il dominio di Ro-ma si estendesse su tutta l’Italia.

Federica Chiesa F. - Facchetti G., Guida insolita ai luoghi, ai

ROMANI IN VAL D’ELSAA San Gimignano, in località Torraccia di Chiusi, un’équipe di studenti dell’Università cattolica di Louvain (Belgio) affiancata da volontari locali, in particolare dai membri dell’Associazione archeologica sangimignanese, ha cominciato le indagini per comprendere la natura di un antico insediamento presente nel territorio della città delle torri. L’importanza delle vestigia ancora da dissotterrare ha alimentato la speranza di approfondire le conoscenze storiche della terra di San Gimignano e dell’alta Val d’Elsa per il periodo della piena e tarda romanità (I-V sec. d.C.). I dati raccolti nella prima campagna di scavo, che è appena terminata, fanno ben sperare. In tutta l’area oggetto delle ricerche è notevole la quantità di tessere di mosaico in pasta vitrea multicolore. Anche la varietà dei marmi è sorprendente: dai bianchi e grigi più comuni, provenienti da Luni (l’antica città ai piedi delle Alpi Apuane), alle brecce d’estrazione senese, fino a frammenti in porfido e serpentino di chiara origine egiziana. Le recenti scoperte costituiscono il primo passo per indagare l’importante fase romana nel territorio della Val d’Elsa, un comprensorio che faceva parte dell’antica Regio VII Etruria (secondo la suddivisione amministrativa della penisola voluta da Augusto), in un’area di raccordo lungo la via Clodia (la strada che da Roma arrivava a Lucca e da qui, oltre l’Appennino, nella Gallia Cisalpina) fra l’entroterra volterrano e il mare. A tale scopo la missione italo-belga sta collaborando con l’Università di Firenze, cui sarà affidata l’indagine sull’estensione dell’insediamento di Torraccia mediante un sistema di rilevamento georadar.L’articolo è pubblicato sul numero di gennaio/febbraio della rivista «Archeologia Viva», edita da Giunti.

LA CITTÀ

ARCHEOLOGIA VIVA

ROMANI IN VAL D’ELSA

Bimestrale - Sped. a.p.- 45% Art. 2 c. 20/b L. 662/96 - Firenze - Anno XXV - N. 115 - Gennaio/Febbraio 2006 - € 5,50 - ISSN 0392-9426 - C.M. X6115W

9770392942004

60115

Lombardia la lunga storia di Cornated’Adda Scienze nani dal mondo anticoVenezia romani in Laguna Roma scavinel parco del Quirinale Intervista conValerio Massimo Manfredi

TRACCE DI PARADISO

BAHREIN

monumenti e alle curiosità degli Etruschi, Newton & Comp-ton, € 18,50

Un viaggio che non si ferma alle lo-calità e ai monumenti etruschi più co-nosciuti, ma approfondisce anche det-tagli e curiosità meno note.

Camporeale G., Gli Etruschi. Storia e civiltà, Utetlibreria 2004, 47 €

Accostarsi agli etruschi significa ri-tornare alle radici più antiche e profon-de della nostra civiltà. Tenendo con-to delle recenti scoperte archeolo-giche e attraverso un’analisi me-ticolosa delle testimonianze sto-riche, religiose, letterarie e arti-stiche, l’autore traccia un quadro d’insieme organico e approfondi-to, che si estende dalle ultime ma-nifestazioni dell’età del bronzo fi-no all’epoca romana. ■

FOTO F. MAGONIO

FOTO C. VALENTINI

ARCHEOLOGIAARCHEOLOGIA

40 INFORMATORE INFORMATORE 41

«La mano del maschio che tiene il vestito, poggia ben ferma sul petto del-

la donna premendo con lascivia ad ogni piccolo movimento». Così una cronaca tedesca del 1804 descrive i primi passi del valzer, salutato dai giovani dell’epoca come ballo libe-ratorio, bollato invece come danza peccaminosa dai nostalgici dell’An-cien Régime. Intanto, dalla Germa-nia, soffia il vento del Romanticismo che, investendo letteratura e musi-ca, ispira nuove mode. Le vecchie e compassate danze dell’aristocrazia sono definitivamente relegate in sof-fitta. Si impone così un ballo capa-ce di esprimere passioni, emozioni e giochi d’amore. Di origini incerte,

come tutte le danze popolari, il val-zer è stato per decenni oggetto di ac-cese diatribe tra francesi e tedeschi, a carattere nazionalistico. «Se il val-zer non fosse stato un ballo così fa-moso ed importante, quale invece è diventato, forse non si sarebbe veri-ficato tanto accanimento a rivendi-carne la matrice nazionale da parte di studiosi francesi e tedeschi», af-ferma il professor Rino Capone, uno dei maggiori esperti di danze popo-lari a livello nazionale.

Per gli studiosi tedeschi il valzer deriva dalla deutscher tanz, svilup-patasi nella Germania meridiona-le, e dal dreher bavarese. Per altri, invece, deriva dal lander, un bal-lo montanaro tirolese. Ad ogni mo-do, trattandosi di uno dei primi bal-li di coppia, il valzer fin dal suo pri-mo apparire è destinato a suscitare scalpore. Per anni gli studiosi fran-cesi hanno sostenuto che il valzer deriva dalla volte, un’antica danza provenzale. Fino all’anno 1100, tut-te le danze di coppia erano eseguite dai ballerini in posizione affianca-ta. La volte introduce invece la po-sizione di coppia chiusa: cavaliere e dama, uno di fronte all’altra. Poi-ché coppia chiusa e giravolte sono gli elementi fondamentali del val-zer, ecco indizi a sufficienza per at-

tribuirne le origini al ballo france-se. Ancora oggi Rémi Hess, uno dei maggiori studiosi di ballo a livel-lo europeo, nel suo libro “Il valzer - Rivoluzione della coppia in Europa” (Einaudi, 1993), introduce il capi-tolo relativo alle origini del valzer con un’affermazione di Castil Bla-ze della Académie de Musique: “Il valzer, che abbiamo ripreso dai te-deschi nel 1795, era un ballo fran-cese da quattrocento anni”. A dar-gli ragione, il fatto che agli albo-ri dell’800 furono proprio le trup-pe napoleoniche a portare il valzer in giro per tutta Europa, assicuran-dogli un destino molto più dura-

turo di quello dello stesso impero. Lo stesso Rémi Hess, comunque,

sostiene che «le origini tedesche del valzer non sono più convincenti di quelle provenzali. Dal Congresso di Vienna in poi, la danza riveste una grandissima importanza - sostiene lo studioso francese -. I nobili euro-pei sono ben decisi a riprendere al popolo tutte le libertà che ha con-quistato dal 1789 ma al tempo stes-so, ballando il valzer, assaporano il piacere di trasgredire alle regole della loro classe».

La consacrazione definitiva del valzer viennese quale splendida espressione della mondanità asbur-gica avviene a metà Ottocento. Ol-

tre agli Strauss, padre e figlio, an-che Liszt, Chopin e successivamen-te Debussy, Satie e Ravel rivisitarono genialmente quella danza un tempo disprezzata. Proprio su quei passi si è costruita la struttura del ballo che, dopo rivisitazioni e modifiche, sopravvive fino ai giorni nostri. Og-gi il valzer viennese si è assicurato un posto al sole nelle grandi sale da ballo frequentate da persone di tut-te le età. Secondo alcuni dati forniti da Sauro Amboni, dell’Associazione nazionale maestri di ballo, «si con-tano, in Italia, circa 100-110 mila competitori di ballo (iscritti alle fe-derazioni agonistiche per i balli da

competizione): circa il 60% hanno meno di 35 anni e circa il 15% so-no giovani con meno di 18 anni». Un buon numero balla il valzer vienne-se. Tanti gli appassionati anche in area fiorentina. È praticato sia da giovani che da adulti, afferma Regi-naldo Galli, direttore di una scuola di ballo a Lastra a Signa, «perché è un ballo molto affascinante e coin-volgente. Purtroppo nelle sale da ballo non è molto eseguito. Perché il valzer viennese ha bisogno di un grande allenamento e soprattutto di grande passione». ■

di Giulia Caruso

VALZER

Il nuovo anno

comincia

tradizionalmente con

il concerto di Vienna,

a passo di valzer. E

da qui cominciamo

il nostro viaggio nel

mondo del ballo

La danza dell’impero

APAS

SODI

DANZ

A

Il valzer è praticato anche come

disciplina sportiva nel gruppo

denominato “ballo liscio unificato”,

oggetto di campionati a

livello mondiale.

Sarà un caso, ma Prato è di-ventata una fucina di talen-ti letterari. Non c’è bisogno

di scavare molto oltre la superfi-cie dell’ormai abusato cliché di cit-tà industriale, arricchita e anche un po’ grezza. Tempi passati, che la cri-si economica ha spazzato via senza pietà. Oggi alcuni tra gli scrittori più curiosi ed originali del panorama italiano arrivano proprio dalla città laniera. Dove, in mezzo al fumo del-le ciminiere, evidentemente cova da sempre il seme della letteratura.

Ad aprire le danze, in tempi non sospetti, è stato Sandro Veronesi. Il suo primo romanzo, “Per dove par-te questo treno allegro”, fu pubblica-to nel lontano 1988 ma fu nel 1990, con “Gli sfiorati”, che colpì pubblico e critica. Nel 2000, con “La forza del passato”, ha conquistato in un sol colpo il premio Campiello e il Via-reggio Repaci. Oggi Veronesi scala le classifiche con il suo ultimo, bel-lissimo, libro “Caos calmo” (Bom-piani), e da due anni ha deciso di tor-nare a vivere a Prato per “crescerci i miei figli”, come spiega in una re-cente intervista, dopo diciotto anni passati a Roma. Veronesi è tornato

ed ha trovato una città diversa: «Che Prato fosse cambiata in qualche mo-do l’avevo avvertito: oggi la qualità della vita è più alta di quando era-no tutti impegnati a fare soldi. Quan-do vivevo qui, da ragazzo, c’era una sola libreria, e se ci presentavi un libro non ci veniva nessuno. Oggi non sento la mancanza di niente dal punto di vista letterario». Non male, per uno che ha vissuto diciotto anni nella capitale. A Prato, insomma, il binomio città-industria non funzio-na più. E nelle crepe di un sistema che si va sgretolando (e che ha fatto

purtroppo anche tante vittime) c’è forse spazio per angoli di riflessio-ne per i quali prima non c’era tem-po né voglia. È il caso dello spazio culturale degli ex Macelli. Sette an-ni fa la decisione di far diventare il mattatoio cittadino un cantiere cul-turale, oggi la metamorfosi può dir-si compiuta con attività culturali che fervono grazie all’impegno di Offici-na Giovani e che danno la sensazio-ne di una città in movimento. Nono-stante la crisi. E, forse, proprio gra-zie a quella.

Della crisi di Prato, del tessi-le sull’orlo del precipizio e di tan-te piccole imprese costrette a chiu-

dere racconta da par suo Edoardo Nesi, passato di imprenditore tessi-

le nell’azienda di famiglia, un pre-sente di scrittore sempre più quo-tato. Il suo “L’età dell’oro” (Bom-piani), uscito alla fine dello scorso anno, è un romanzo straordinaria-mente divertente, pessimista e iro-nico al tempo stesso, che raccon-ta il futuro imminente di una Pra-to in cui le aziende sono tutte chiu-se, anche i cinesi se ne sono anda-ti e l’ultima ondata di immigrazio-ne è costituita dai pigmei che inva-dono le fabbriche ormai abbando-nate. Il protagonista dell’“Età del-l’oro” è Ivo Barrocciai, industria-

le di mezz’età, che affronta la cri-si del suo mondo in modo picare-sco, esorcizzando la propria fine (la malattia) con il sogno di una paternità tardiva. Dopo aver rac-contato con sguardo impietoso le giovani generazioni di pratesi ram-panti e ricchissimi, annoiati e di-struttivi nel suo primo romanzo,

“Fughe da fermo”, Nesi continua il suo percorso letterario affinando una qualità di linguaggio e di in-venzione in maniera davvero note-vole. Come notevole è il debutto let-terario di un’altra pratese, Cristina Guarducci, che ha folgorato la criti-ca con il suo “Mitologia di famiglia” (Fazi editore), storia di straordina-ria originalità, un mix di favola ne-

ra e mito crudele, con personaggi in parte umani e in parte animali, e sullo sfondo una Maremma tragi-ca e selvaggia. Esilarante e spietato, il romanzo di Cristina Guarducci racconta di padri sadici, madri in-cestuose e figli che mescolano mo-struosità mitologiche a difetti tutti umani. Una saga familiare feroce e fantastica, partorita da una pen-na pratese. Sarà un caso? ■

LIBR

I&AL

TRO

RACCONTATA A DUE VOCIUn dialogo appassionante tra due pratesi doc alla ricerca della memoria della loro città. Cinzia Bartolozzi interroga Umberto Mannucci e dal loro serrato faccia a faccia emergono istantanee della Prato che fu, ricordi, immagini, profumi e curiose vicende di una città piena di personalità. La loro conversazione è raccolta in un volume edito da Polistampa, “Raccontami Prato”, che raccoglie anche un ricco album fotografico della città laniera.È un racconto a due voci attraversato da un bel po’ di orgoglio malapartiano, questo tra Cinzia e Umberto, e non potrebbe essere altrimenti per questo appassionato panegirico pratese che ci regala immagini di inedita freschezza. La memoria storica di una comunità, spesso fraintesa o riduttivamente identificata solo nelle sue fabbriche, anima le pagine di questo libro. Che è un dialogo tra amici e una riflessione sull’evoluzione delle nostre città. (Si.Gi.)Cinzia Bartolozzi e Umberto Mannucci, “Raccontami Prato”, Edizioni Polistampa, 200 pp., 15 euro.

LIBRI

Tre scrittori

definiscono lo spirito

nuovo della città

Prato da leggeredi Silvia Gigli

EDIZIONI POLISTAMPA

FOTO F. MAGONIO

A sinistra Sandro

Veronesi, al centro

Edoardo Nesi

RECENSIONI

42 INFORMATORE INFORMATORE 43

SALUTER iso al curry, filetti di salmo-ne, acciughe e sardine, torta di noci... Non avete sbagliato

rubrica, cari lettori, stiamo parlan-do di medicina e più precisamente di alcuni dei vari modi di preveni-re il morbo di Alzheimer, una forma di demenza che interessa la cortec-cia cerebrale e che produce un im-portante deficit della memoria, del pensiero, della capacità decisionale, dell’attenzione, del ragionamento e delle abilità manuali. Per diagno-

sticare il morbo di Alzheimer è ne-cessario che sia presente una perdi-ta di memoria associata ad almeno una delle seguenti condizioni: diffi-coltà della parola, difficoltà del mo-vimento, disturbi della coscienza di se stessi, difficoltà ad eseguire or-

dini semplici. Questi sintomi si svi-luppano perché a livello delle cellu-le cerebrali si accumula, in forma di caratteristiche “placche”, una so-stanza che viene chiamata “amiloi-de”, per il suo aspetto simile all’ami-do, quando osservata al microsco-pio. In realtà non si tratta di vero e proprio amido, ma di una proteina alla quale si legano molti zuccheri. La malattia ha sicuramente una ba-se genetica e sono in corso ricerche per chiarire come poter sviluppare delle concrete possibilità di terapia per sconfiggerla. Al tempo stesso il morbo di Alzheimer è condiziona-to da vari fattori ambientali che pos-sono anticipare la sua insorgenza o peggiorarne il decorso. Ma cosa c’entra il cibo con questi aspetti am-bientali? Semplice: il dottor Greg M. Cole, uno scienziato di Los Angeles, ha dimostrato che mia nonna ave-va ragione quando diceva “mangia

il pesce che fa bene al cervello”. In-fatti, i ricercatori del gruppo del dot-tor Cole hanno dimostrato che una dieta ricca di acido docosahexe-noico (DHA) - un acido grasso del-la famiglia degli omega-3 che si tro-va in elevate concentrazioni nel pe-sce di acque fredde - rallenta note-volmente l’evoluzione del morbo di Alzheimer. Nello specifico il DHA riduce drasticamente le placche di

sostanza amiloide che caratterizza-no la malattia. L’aspetto positivo di questi risultati consiste anche nel fatto che i cardiologi e i diabetologi già da qualche tempo suggeriscono di arricchire la nostra dieta con cibi che contengono gli acidi grassi della

serie omega-3, in quanto queste so-stanze si sono dimostrate capaci di prevenire l’insorgenza della malat-tia coronarica, dell’infarto e di mol-te complicanze croniche del diabe-te mellito. Ma in quali cibi si trovano questi acidi grassi dagli effetti mira-colosi? Le noci sono gli alimenti che in assoluto ne contengono le più alte concentrazioni (9 g per 100 g di pro-dotto), ma ovviamente non si posso-no consumare quantità eccessive di noci perché sono molto caloriche. Al contrario, le sardine, il salmone crudo, le acciughe e le aringhe con-tengono discrete concentrazioni di omega-3 (1,5-3,0 g per 100 g di pro-dotto) e quest’ultimi alimenti pos-sono essere consumati in dosi sicu-ramente più elevate, sufficienti per dare un apporto adeguato di que-sti omega-3.

Ma la storia non finisce qui: in-fatti, anche il curry - sempre secon-

do il dottor Cole - sembrerebbe gio-care un ruolo decisivo nel prevenire la comparsa e l’evoluzione del mor-bo di Alzheimer, e questi studi sono stati condotti in India dove il curry è consumato a dosi elevate. Il princi-pio attivo è la curcumina che, assun-

di Alma Valente

ta cronicamente con la dieta, sem-brerebbe in grado di inibire l’accu-mulo di questa pericolosa sostanza amiloide nel cervello. Ma come agi-sce la curcumina? Lo abbiamo chie-sto al professor Pierangelo Geppet-ti, professore ordinario di farma-cologia clinica all’Università di Fi-renze. «La curcumina è una picco-la molecola dotata di una potente attività antinfiammatoria e antios-sidante. Tale sostanza riesce a rag-giungere il cervello e si lega diretta-mente alle singole molecole di ami-loide, impedendo la loro aggrega-zione in placche. Recentemente si è anche osservato che la curcumina può legarsi all’amiloide aggregata in placche, favorendone così la di-saggregazione. Altri studi clinici so-no in ogni caso necessari prima di poter pensare ad un utilizzo di que-sta sostanza nella pratica clinica». Sembra che il meccanismo d’azio-ne sia lo stesso dei farmaci antin-fiammatori non steroidei, che so-no comunemente usati per la cura dei dolori reumatici. «Esattamente

- prosegue il professor Geppetti -. Si

è osservato infatti che i pazienti che devono fare ricorso frequentemen-te a questi farmaci per curare una malattia reumatica hanno un ridot-to rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer».

Tornando al problema degli anti-ossidanti, mi sembra di capire che la curcumina potrebbe agire come al-cune vitamine che ritardano il mec-canismo di invecchiamento preco-ce a livello cellulare: cosa ci può di-re, professor Geppetti, sull’utilità dell’uso di questo tipo di sostanze nella prevenzione della demenza? «Anche altri anti-ossidanti, come ad esempio l’acido alfa-lipoico, sono attualmente studiati per il loro pos-sibile effetto terapeutico sul morbo di Alzheimer, ma non abbiamo an-cora dei risultati conclusivi. Possia-mo però suggerire alla popolazio-ne di assumere queste sostanze ad azione anti-ossidante con l’alimen-tazione. Infatti, se assumiamo gior-nalmente almeno sei porzioni di verdura o frutta, ingeriamo una mi-scela di vitamine e di altri composti anti-ossidanti che sono comunque

in grado di prevenire anche molte altre gravi malattie che caratterizza-no l’età dell’adulto e la vecchiaia, co-me ad esempio le malattie cardiova-scolari e cerebrovascolari, il diabe-te mellito, i tumori del colon ed al-tre ancora». Potremmo quindi con-cludere con il vecchio detto popo-lare “A tavola non si invecchia”, ma mi sento di aggiungere... purché si mangino i cibi giusti! ■

SALU

TE

MORBO DI ALZHEIMER

Alcuni alimenti

avrebbero effetti

positivi sull’evoluzione

della malattia

Cibo al cervello UN CARRELLO DI NOTIZIEIl 20 di gennaio sarà in distribuzione gratuita nei supermercati di Empoli (via della Repubblica e via Susini), Montelupo Fiorentino, Castelfiorentino, Certaldo e Fucecchio il settimanale “Il Carrello”, edito dalla società Editoscana. Il giornale affronta temi legati agli interessi dei cittadini e consumatori. Si parlerà di salute, lavoro e pensioni, enogastronomia. Ci saranno anche pagine dedicate alle donne e alla vita del Circondario Empolese Valdelsa. Tra le letture segnaliamo “Toscana in giallo”, una rivisitazione di fatti di cronaca che hanno particolarmente colpito i toscani, e una rubrica sui grandi personaggi della Toscana. Saranno offerte ai lettori ogni settimana anche i programmi televisivi.

EMPOLESE - VALDELSA

L’INTERVISTATOProf. Pierangelo

Geppetti ordinario di farmacologia

clinica, Università di Firenze

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PROMOZIONE

44 INFORMATORE INFORMATORE 45

IL MUSEOI TESORI DEL CEPPOL’antico ospedale di Pistoia apre al pubblico con delle visite guidate. All’interno anche opere di grandi artisti contemporanei

Si chiamano “I tesori del Ceppo” le visite guidate gratuite che

permetteranno al pubblico di ammirare le opere d’arte contemporanea realizza-

te per il nuovo padiglione di emodialisi di Pistoia. Un vero e proprio itinerario che a partire dal padiglione toccherà tutti i

“tesori” del patrimonio dell’antico Ospe-dale del Ceppo: l’Aula Medica con l’an-fiteatro anatomico del diciassettesimo secolo; il fregio robbiano cinquecente-sco all’ingresso principale dell’ospeda-le; l’Oratorio della Compagnia del Ceppo; la controfacciata dell’antica Corsia degli uomini o San Jacopo e infine l’Accade-mia Medica “Filippo Pacini”, con l’espo-sizione degli antichi ferri chirurgici.

Il padiglione di emodialisi - realiz-zato dalla Fondazione Cassa di Rispar-mio di Pistoia e Pescia in accordo con l’Azienda Usl 3 di Pistoia e inaugurato il 18 giugno di quest’anno - è una del-le strutture, nel suo genere, all’avan-guardia in Europa, sia nella concezio-ne architettonica e sanitaria che per la realizzazione di una serie di opere d’ar-te contemporanea, realizzate da sette

artisti di fama mondiale: Daniel Buren, Dani Karavan, Sol LeWitt, Robert Mor-ris, Hidetoshi Nagasawa, Claudio Par-miggiani e Gianni Ruffi.

La grande pittura murale di Sol LeWitt “investe” integralmente la pa-rete d’ingresso del padiglione ed è vi-sibile anche dall’esterno. Claudio Par-miggiani ha disegnato il pavimento del-l’ingresso e del corridoio centrale ripro-ducendo le tredici tavole di un antico atlante tedesco. Il cielo notturno con le sue costellazioni, i suoi segni zodia-cali, i suoi misteri mitopoietici, è posto per una volta sotto i nostri piedi e pos-siamo così ammirarne la complessità e l’ineffabilità, passo dopo passo. Daniel Buren è intervenuto sulle quattro por-te della sala dialisi e sui cinque diviso-ri dei letti, trasformandoli in cassoni lu-minosi, su cui semplici figure geometri-che colorate, circonferenze o rettango-li, suggeriscono una ritmica visiva.

Hidetoshi Nagasawa ha realizzato tre “giardini zen” all’interno del padi-glione, tre paesaggi simbolici che evo-cano sentimenti profondi verso la na-tura e la vita.

L’opera di Robert Morris, Gate, si inarca sopra la strada d’ingresso prin-cipale e i visitatori “devono” attraver-sarla. La struttura si ispira alla forma architettonica del padiglione e al con-cetto di verde come elemento terapeu-tico: alcune piante di glicine vi si arram-picano a significare la tenacia della vi-ta. D’inverno la caducità della pianta mette in rilievo il rapporto tra la strut-tura di acciaio e quella naturale. Gian-ni Ruffi ha progettato una gigantesca panchina, lunga 18 metri, costituita dalla sovrapposizione di due spicchi di luna sfalsati.

L’opera di Dani Karavan “dialoga” con la cuspide del campanile della chie-sa del Carmine, lì di fronte. Una strut-tura a forma di gazebo, contenente un

“luogo della memoria”, dove la natura, rappresentata da un albero, occupa un centro di riflessione. Ripetuta, vi appa-re incisa la frase di Rita Levi Montalcini, scritta per questo progetto: “speranza, serenità, coraggio: le doti vincenti”.

Per le visite guidate è previsto un appuntamento fisso mensile: per informazioni generali e per le date delle visite 2006 telefonare alla Usl 3, tel. 0573352040.

IL CONCORSOIL GOCCIODI VIN SANTO

C’è chi lo fa per piacere, per hobby, per tradizione, ma

tutti sono accomunati dal fatto che nessuno di loro poi lo mette in vendi-ta, anzi lo conserva gelosamente in at-tesa di dire ai propri ospiti: “Lo gradi-sci un goccio?”. Stiamo parlando del Vin Santo fatto in casa, di produzione quindi rigorosamente artigianale, a cui il Comune di Torrita di Siena ha pensa-to di dedicare un concorso a livello na-zionale, che si è svolto nel mese di di-cembre. Il concorso faceva parte del-l’iniziativa “Lo gradireste un goccio di Vin Santo”, la manifestazione comple-tamente dedicata al vino dolce orga-nizzata nella frazione di Montefolloni-co dall’8 all’11 dicembre. L’obiettivo del-la manifestazione è quello di valorizza-re la tradizione secolare che sta dietro al prodotto e di far conoscere il connu-bio tra una lavorazione attenta e selet-tiva ed un sentimento di attaccamento ad antichi valori. Si poteva partecipare con un solo campione d’annata a pia-cere del produttore. Ogni produttore ha consegnato anche una piccola sto-ria di come quel Vin Santo viene realiz-zato, con informazioni sulle uve utiliz-zate, il sistema d’appassimento, i tem-pi di maturazione, i tipi e le misure dei legni utilizzati.

I vini sono stati degustati da una giuria composta di giornalisti ed esperti, che hanno proclamato vincitore il signor Marcello Trombetti di Montefollonico.

Info: Comune di Torritadi Siena, tel. 0577688214

LE FOTOCENTO VOLTE MARILYN

I l mito di Marilyn, intramontabile, rivive in una mostra fotografica

a Palazzo Vecchio, organizzata dall’as-sessorato alla cultura del Comune di Fi-renze e dalla Fondazione Fratelli Alina-ri. Gli scatti sono di due famosissimi fo-tografi statunitensi, padre e figlio, Sam (scomparso nel 1999) e Larry Shaw. L’esposizione, un’esclusiva Alinari, pro-pone 155 immagini, per lo più inedite, dedicate a Marilyn (una cinquantina) e ai suoi amici e attori contemporanei. Tra i volti immortalati da Larry Shaw ci sono Marlon Brando, Anthony Queen,

SEGNALAZIONIPaul Newman, Omar Sharif, Elizabeth Taylor e molti altri, come gli italiani An-na Magnani e Vittorio De Sica, ritrat-ti mentre leggono su un quotidiano la notizia dell’attentato a John Kennedy, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Clau-dia Cardinale.

Tutte le foto di Marilyn, al secolo Norma Jean Baker, sono invece ope-ra di Sam Shaw. L’incontro tra i due av-viene sul set di Viva Zapata, dove nasce un intenso soldalizio artistico reso im-mortale dalla celebre sequenza, realiz-zata da Shaw e in mostra anche a Firen-ze, della gonna sollevata dall’aria calda nel film Quando la moglie è in vacanza.

Una bellezza vera, non perfetta, co-me si può notare dalle foto che la ritrag-gono sulla spiaggia, in costume da ba-gno. A colori e in bianco e nero, scher-zosamente maliziosa con un fiore (un semplice geranio, non una sofisticata e banale rosa) tra i denti perfetti, se-ducente e sbarazzina tra le onde spu-meggianti dell’oceano. L’obiettivo la co-glie anche in un momento di tristezza, in una foto bella e inquietante, e viene da chiedersi se non fosse quella la ve-ra anima di Norma Jean.

Marilyn and friends, Sala D’arme, Palazzo Vecchio, fino al 29 gennaio. Ingresso 6,50 euro, per i soci Coop ridotto 5 euro, presentando la carta socio alla cassa. Orario: tutti i giorni, dalle 10 alle 19. Chiuso il 1° gennaio. Biglietto a prezzo ridotto anche per chi esibisce un biglietto Ataf timbrato in giornata,

oppure l’abbonamento. E per gli amanti del collezionismo una serie di biglietti Ataf con le immagini più belle della mostra.Info: tel. 055 23951

IL CORSOSCRITTURAAI CILIEGI

Un nuovo ciclo di lezioni di scrit-tura creativa e di tecniche nar-

rative, organizzato dalla scuola di scrit-tura del Giardino dei Ciliegi di Firen-ze, inizierà lunedì 23 gennaio, mentre il corso di poesia prenderà inizio mar-tedì 24.

I corsi di scrittura creativa, a cu-ra di Monica Sarsini, si svolgono dal-le 17.30 alle 19.30, mentre quelli di tec-niche narrative, con Enzo Fileno Ca-rabba, sono in programma dalle 20.30 alle 22.30: otto lezioni ciascuno a ca-denza settimanale. Alla prima lezio-ne è possibile portare un proprio lavo-

ro, come presentazione, e magari una lista dei propri scrittori preferiti. l cor-si sono aperti a tutti, l’unico pre-requi-sito è la voglia di scrivere e il desiderio di confrontarsi.

La Scuola di scrittura del Giardi-no dei Ciliegi è attiva a Firenze da die-ci anni e ha avuto tra i suoi insegnan-ti scrittori di rilievo del panorama lette-rario italiano quali Dacia Maraini, Eli-sabetta Rasy, Antonio Tabucchi, Gior-gio Van Straten, Lella Costa, Elena Gia-nini Belotti - oltre a Monica Sarsini ed Enzo Fileno Carabba che conducono i corsi permanenti di prosa, e Rosaria Lo Russo ed Elisa Biagini che si occupano dei corsi di poesia.

Info e iscrizioni: Scuola di scrittura del Giardino dei Ciliegi, via dell’Agnolo 5, Firenze, tel. 0552001063 (lunedì-giovedì ore 15.30-18.30), 3490723190 (dopo le 15.30), [email protected]

SEGNALAZIONI

L’ORGOGLIO DEI PITTITesto e foto di Stefano GiraldiIl giardino di Boboli a Firenze completa, con il suo scenario, la manifestazione della potenza economica e politica della famiglia mercantile dei Pitti, iniziata con la costruzione del palazzo che ancora porta il suo nome; questo diverrà in seguito la reggia della famiglia medicea e poi il palazzo privato dei granduchi di Toscana.Possiamo ben dire che il giardino di Boboli è il prototipo dei giardini all’italiana in cui

vengono espressi e stabiliti i principi costruttivi nell’architettura dei giardini quattrocenteschi.Il giardino rispecchia l’aristocraticità del periodo storico in cui viene costruito: concepito al limite della città (di allora), segna il distacco tra la corte medicea del ‘500 e la popolazione, isolato dalla vita cittadina con le sue feste sontuose limitate alla corte e ai nobili fiorentini che si deliziavano dei suoi “labirinti”, dei “vivai” dei vialetti e del grande anfiteatro a forma di circo romano dove si tengono gli spettacoli a cui i granduchi e la corte assistono dalla loggia centrale del palazzo.La posizione sulla collina del giardino, da cui è possibile vedere il panorama di Firenze e dei dintorni, le grotte e i bacini e le numerose fontane e statue, contribuiscono a creare un ambiente suggestivo e perfettamente sintonizzato alla struttura urbanistica della città di Firenze.Ingresso: biglietto intero 4 €, ridotto 2 € (consente l’ingresso anche al Museo delle Porcellane e al Museo degli Argenti)Orario: 8,15-17 da novembre a febbraio, 8,15-18 marzo e ottobre, 8,15-19 aprile, maggio e settembre, 8,15-20 da giugno ad agostoChiuso il primo e l’ultimo lunedì del mese

GIARDINI DI TOSCANA

46 INFORMATORE

LE MOSTRE-MERCATO

FirenzeSaschall

20-29 gennaioFiera del cioccolato

artigianaleIngresso:

8 € intero 6 € soci Coop

(da lun. a ven.)Info:

tel. 0556235904www.fieradel

cioccolato.it

Monsummano Terme

3-5 febbraioCioccolosità

Ingresso: 5€ intero Info: tel.

0572959228-237www.cioccolosita.it

IL LABORATORIO

FirenzeMuseo di Storia

della ScienzaPiazza dei Giudici 1

La relatività da Galileo a EinsteinFino al 12 marzo

Orario: sabato alle 15

2ª domenica del mese 10 e 11.30

Ingresso laboratori: 6.50€ intero,

4 € ridottoInfo: www.

imss.fi.it, www.universoeinstein.itMuseo dei Ragazzi

Tel. 0552768224

LA MOSTRA

FirenzeGalleria degli Uffizi

Sala delle Reali Poste

Nel giardino di Eden e nelle selve d’Olimpo

Fino al 29 gennaioIngresso gratuito

Orario: tutti i giorni 10-17

lunedì chiusoInfo:

tel. 055213560 - 055284034

LA MOSTRA FOTOGRAFICA

San Giovanni Valdarno (AR)

Casa Masaccio contemporanea

Corso Italia 83Carla Fracci

Immagini 1996 - 2005

Fino al 22 gennaioOrario: feriali 16-19

festivi 10-12 e 16-19

Chiuso il lunedìIngresso gratuito

Info: tel. 055943748

CIOCCOLATO, CHE PASSIONE!

Tra gennaio e febbraio i golosi di ciocco-lato possono segnare sulle loro agende

due appuntamenti a loro riservati, in program-ma rispettivamente a Firenze e Monsummano Terme, per gustare il cioccolato artigianale pro-dotto dai migliori maestri cioccolatieri. A Mon-summano Terme il visitatore troverà gli artigiani cioccolatieri che hanno resa famosa la “Choco-

late Valley Toscana”: Slitti, De Bondt, Cati-nari, Mannori, Corsi-ni, La Molina e molti altri ancora, soprat-tutto giovani. Al loro fianco una seleziona-tissima pattuglia di artigiani provenien-ti da tutta Italia e dal-

l’area francese di Lione. A Firenze saranno pre-senti 30 espositori provenienti da varie regioni italiane e anche dall’estero (Svizzera e Belgio).In entrambi i casi viene confermato lo stretto legame esistente tra cioccolata e caffè. Gran-di torrefattori permetteranno di degustare le lo-ro mono-origini e le loro miscele abbinandole ai grandi cioccolati.

100 CANDELINEPER EINSTEIN

La teoria della relatività di Albert Einstein compie 100 anni. Per celebrare questo

evento l’Istituto e Museo di Storia della Scien-za di Firenze organizza, in collaborazione con il Max-Planck-Institut di Berlino, una mostra-laboratorio basata sul pieno coinvolgimento

dei visitatori. La mo-stra ripercorre le tap-pe che hanno portato alla nascita della fi-sica contemporanea, guidando il visitato-re in una doppia im-mersione tempora-le attraverso due la-

boratori interattivi, dedicati a Galilei e ad Ein-stein. In entrambi i casi l’ausilio di un animato-re, dispositivi multimediali, esempi pratici e la possibilità di eseguire in prima persona alcuni esperimenti, consentono di capire “dal di den-tro” l’universo culturale dei due scienziati e lo spessore delle loro scoperte. I laboratori, della durata di circa 90 minuti, sono accessibili so-lo su prenotazione.

ARTE A NUDO

Il tema scelto per questa edizione de “I mai visti”, tradizionale appuntamento natali-

zio, è il nudo. Nudo nella pittura di soggetto sa-cro e nella pittura profana. «È un tema - ha detto il curatore Antonio Natali - che a qualcuno potreb-be sembrare poco pertinente alla festività che si celebra, ma la purezza e la dignità del nudo risal-gono proprio alle Sacre Scritture. Ma la nudità

senza vergo-gna è condi-zione primor-diale, sicché non sarà pre-rogativa solo del giardino di Eden, ma

anche delle selve d’Olimpo, dove si consuma-no gli amori degli dei». La mostra è una scelta di quadri di autori ed epoche diverse, dall’antico ai nostri giorni. Si possono ammirare opere di Cra-nach, Tiziano, Veronese, Ribera, Tiepolo, molti dipinti d’importanti maestri del Seicento fioren-tino, fino ad arrivare ai maestri contemporanei, come Robert Rauschenberg.

ARTE SULLE PUNTE

La mostra raccoglie una selezione di im-magini che Lucia Baldini ha realizzato du-

rante i dieci anni di collaborazione come fotogra-fa di scena per Carla Fracci. La mostra ripercorre la storia di una ballerina tra le più grandi del No-vecento, seguita da una fotografa che ha saputo tradurre in immagini la danza senza pietrificar-la, e cogliendone invece il mistero. A guidare Lu-cia Baldini non è la plasticità dei corpi, o la geo-

metria che essi creano nello spazio, o l ’espres-sione dei vol-ti, ma la mu-sica. È la mu-sica a stabi-lire la frazio-ne di tempo più propizia allo scatto. E tuttavia tutto

questo non sarebbe possibile senza un’intesa straordinaria tra chi guarda e chi è guardato. For-se all’origine di tutto c’è lo stesso atteggiamen-to amoroso che ha accompagnato Carla Fracci nella sua lunga carriera.

ILTOP a cura di Letizia Coppetti

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TAGLIERINAmolto pratica e leggera, ideale per uso personale,domestico ed hobbistico; luce taglio di 300 mm;capacità di taglio di 5 fogli 80 gr.; lama di ricambio;meccanismo di sicurezza "lama sicura".

PREZZO PER I SOCI

€ 550,00PREZZO PER I NON SOCI

€ 850,00Materiale in vetroresinaComprensivo di: poggiatesta, erogatoreflessibile, rubinetto vasca, valvola discambio vasca/doccia, miscelatoreacqua calda/fredda, interruttore gettid'aria, bocchetta di fuoriuscita acqua ineccesso, 6 jets grandi/9 minijetsColore bianco/cromoVoltaggio 230 V Frequenza 50 Hz Potenza di pompaggio dell'acqua 750 W Misure: 170x85x55 cm

Vasca idromassaggio

Classe energetica A + lavaggio A16 programmi di lavaggioProgrammi Time4you e sportRegolazione automatica dei consumi

Termostato regolabileCapacità di carico 5 kgProtezione antitraboccoFiltro ispezionabileDimensioni: (lxhxp) 59,5x85x52,5 cm

Lavatrice Indesit 1000 giri

PREZZO PER I SOCI

€ 279,00PREZZO PER I NON SOCI

€ 379,00

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INFO pag 47-ipercoop 13-12-2005 16:35 Pagina 1

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