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1 BENESSERE DEI SUINI Fase di attesa pre-abbattimento NORMATIVA E DEFINIZIONI Normativa e definizioni Fase di trasferimento Stalla di sosta Fasi di immobilizzazione e stordimento La fase di attesa pre-macellazione è decisiva per il benessere del suino e la sua cattiva gestione può avere importanti ripercussioni negative, quali calo di peso delle carcasse e dei tagli, alterazioni delle masse muscolari e aumento delle lesioni traumatiche, degli scarti e della mortalità. Il contenimento dello stress animale durante le fasi di carico/scarico, trasporto e attesa pre-abbattimento è una problematica che deve interessare tutti gli attori della filiera, dall’allevatore al trasportatore, fino al macellatore. Il regolamento CE n. 1099/2009, l’ultimo atto nor- mativo relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento, prevede, a partire da gennaio 2013, maggiori responsabilità degli operatori, la formazione del personale che accudisce gli animali, l’utilizzo di procedure operative standard e di sistemi innovativi di stordimento e abbattimento degli animali, con obbligo di verificare l’efficienza delle tecniche adottate, oltre a dare indicazioni sulle modalità di stabulazione e sulla movimentazione degli animali. Il presente opuscolo, il secondo di una serie dedicata al benessere dei suini, riguarda la fase di attesa pre- abbattimento e, in particolare, le caratteristiche della zona di scarico, della stalla di sosta e della zona di immobilizzazione e stordimento degli animali e i me- todi di stordimento/abbattimento e dissanguamento. L’opuscolo precedente (Opuscolo C.R.P.A. 5.54 N. 2 del 2010) ha preso in considerazione il benessere dei suini durante le fasi di carico/scarico e di trasporto su strada. Entrambi gli opuscoli riportano i risultati delle ricerche svolte dal CRPA nell’ambito di progetti finanziati a livello europeo, nazionale, regionale e dalla Provincia di Mantova. Le modalità di movimentazione dei suini nell’impianto di macellazione, le caratteristiche della stalla di sosta e del- la zona di immobilizzazione e stordimento, le modalità di stordimento/abbattimento e dissanguamento influiscono in maniera determinante sul livello di benessere dei suini nel loro ultimo periodo di vita e, di conseguenza, sulla qualità delle carni macellate. La normativa di riferimento fino al 31 dicembre 2012 è la direttiva 93/119/CE relativa alla protezione degli animali durante la macellazione o l’abbattimento, che è stata recepita nel nostro Paese con il decreto legislativo 1° settembre 1998, n.333, mentre dal 1° gennaio 2013 entrerà in vigore il regolamento CE n. 1099/2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento. È utile richiamare alcune definizioni di base, così come vengono riportate nella normativa più recente: l’ abbattimento è qualsiasi processo applicato intenzionalmente che determini la morte dell’ani- male; quando l’abbattimento è applicato ad animali destinati all’alimentazione umana si parla di macellazione. Le operazioni correlate all’abbattimento sono tutte quelle operazioni, quali maneggiamento, stabulazione, immobilizzazione, stordimento e dissanguamento degli animali, che hanno luogo nel contesto e nel luogo dell’abbattimento; l’immobilizzazione è qualsiasi sistema inteso a limitare i movimenti degli animali per facilitare uno stordimento o abbattimento efficaci; lo stordimento è qualsiasi processo indotto intenzionalmente che provochi in modo indolore la perdita di coscienza e di sen- sibilità, inclusi quei processi che provocano la morte istantanea dell’animale; il macello è qualsiasi stabilimento utilizzato per la macellazione di animali terrestri rientrante nel campo di applicazione del regolamento CE n. 853/2004, ovvero con esclusione della produzione di carne per uso domestico privato, di piccole quantità di carne di pollame e/o lagomorfi macellati presso aziende agricole e di piccole quantità di carne di selvaggina; la stabulazione è la custodia di animali in stalle, recinti o spazi coperti, nonché aree aperte connesse con il funzionamento del macello o facenti parte dello stesso. Opuscolo C.R.P.A. 5.56 - N. 3/2011 (spedito nell’aprile 2011) ISSN 0393-5094 C.R.P.A. NOTIZIE - C.so Garibaldi, 42 - REGGIO EMILIA - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 387 del 19-5-1977 - Proprietario: Giuseppe Veneri - Direttore responsabile: Adelfo Magnavacchi - Spedizione in A.P. 45% Art. 2 comma 20 / B.L. 662/96 Reggio Emilia - Tassa riscossa - Taxe Percu - Stampa: Tipolitografia Tecnograf Il bollettino CRPA notizie è pubblicato nell’ambito dei programmi di diffusione dei risultati della ricerca della Regione Emilia-Romagna

BENESSERE DEI SUINI Fase di attesa pre-abbattimento · Igiene dei prodotti di origine alimentare Regolamento CE n. 853/2004 ... All’interno delle stalle di sosta la temperatura

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BENESSERE DEI SUINIFase di attesa pre-abbattimento

NORMATIVA E DEFINIZIONI

Normativa e definizioni

Fase di trasferimento

Stalla di sosta

Fasi di immobilizzazione

e stordimento

La fase di attesa pre-macellazione è decisiva per il benessere del suino e la sua cattiva gestione può avere importanti ripercussioni negative, quali calo di peso delle carcasse e dei tagli, alterazioni delle masse muscolari e aumento delle lesioni traumatiche, degli scarti e della mortalità. Il contenimento dello stress animale durante le fasi di carico/scarico, trasporto e attesa pre-abbattimento è una problematica che deve interessare tutti gli attori della filiera, dall’allevatore al trasportatore, fino al macellatore.Il regolamento CE n. 1099/2009, l’ultimo atto nor-mativo relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento, prevede, a partire da gennaio 2013, maggiori responsabilità degli operatori, la formazione del personale che accudisce gli animali, l’utilizzo di procedure operative standard e di sistemi innovativi di stordimento e abbattimento degli animali, con obbligo

di verificare l’efficienza delle tecniche adottate, oltre a dare indicazioni sulle modalità di stabulazione e sulla movimentazione degli animali.Il presente opuscolo, il secondo di una serie dedicata al benessere dei suini, riguarda la fase di attesa pre-abbattimento e, in particolare, le caratteristiche della zona di scarico, della stalla di sosta e della zona di immobilizzazione e stordimento degli animali e i me-todi di stordimento/abbattimento e dissanguamento. L’opuscolo precedente (Opuscolo C.R.P.A. 5.54 N. 2 del 2010) ha preso in considerazione il benessere dei suini durante le fasi di carico/scarico e di trasporto su strada.Entrambi gli opuscoli riportano i risultati delle ricerche svolte dal CRPA nell’ambito di progetti finanziati a livello europeo, nazionale, regionale e dalla Provincia di Mantova.

Le modalità di movimentazione dei suini nell’impianto di macellazione, le caratteristiche della stalla di sosta e del-la zona di immobilizzazione e stordimento, le modalità di stordimento/abbattimento e dissanguamento influiscono in maniera determinante sul livello di benessere dei suini nel loro ultimo periodo di vita e, di conseguenza, sulla qualità delle carni macellate.

La normativa di riferimento fino al 31 dicembre 2012 è la direttiva 93/119/CE relativa alla protezione degli animali durante la macellazione o l’abbattimento, che è stata recepita nel nostro Paese con il decreto legislativo 1° settembre 1998, n.333, mentre dal 1° gennaio 2013 entrerà in vigore il regolamento CE n. 1099/2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento.

È utile richiamare alcune definizioni di base, così come vengono riportate nella normativa più recente:

l’abbattimento è qualsiasi processo applicato intenzionalmente che determini la morte dell’ani-male; quando l’abbattimento è applicato ad animali destinati all’alimentazione umana si parla di macellazione. Le operazioni correlate all’abbattimento sono tutte quelle operazioni, quali maneggiamento, stabulazione, immobilizzazione, stordimento e dissanguamento degli animali, che hanno luogo nel contesto e nel luogo dell’abbattimento;

l’immobilizzazione è qualsiasi sistema inteso a limitare i movimenti degli animali per facilitare uno stordimento o abbattimento efficaci;

lo stordimento è qualsiasi processo indotto intenzionalmente che provochi in modo indolore la perdita di coscienza e di sen-sibilità, inclusi quei processi che provocano la morte istantanea dell’animale;

il macello è qualsiasi stabilimento utilizzato per la macellazione di animali terrestri rientrante nel campo di applicazione del regolamento CE n. 853/2004, ovvero con esclusione della produzione di carne per uso domestico privato, di piccole quantità di carne di pollame e/o lagomorfi macellati presso aziende agricole e di piccole quantità di carne di selvaggina;

la stabulazione è la custodia di animali in stalle, recinti o spazi coperti, nonché aree aperte connesse con il funzionamento del macello o facenti parte dello stesso.

Opuscolo C.R.P.A. 5.56 - N. 3/2011(spedito nell’aprile 2011)

ISSN 0393-5094

C.R.P.A. NOTIZIE - C.so Garibaldi, 42 - REGGIO EMILIA - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 387 del 19-5-1977 - Proprietario: Giuseppe Veneri - Direttore responsabile: Adelfo Magnavacchi - Spedizione in A.P. 45% Art. 2 comma 20 / B.L. 662/96 Reggio Emilia - Tassa riscossa - Taxe Percu - Stampa: Tipolitografia Tecnograf

Il bollettino CRPA notizie è pubblicato nell’ambito dei programmi di diffusione dei risultati della ricerca della Regione Emilia-Romagna

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FASE DI TRASFERIMENTOPer le fasi di scarico e di spostamento dei suini all’intero dell’impianto di macellazione il d.lgs. 333/98 fornisce le seguenti indicazioni:

i dispositivi previsti per lo scarico degli animali de-vono avere un pavimento antisdrucciolevole e, se occorre, essere muniti di protezioni laterali. Ponti, rampe e passerelle devono essere provvisti di pareti laterali, ringhiere o altri mezzi di protezione che evitino la caduta degli animali. Le rampe di uscita o di accesso devono avere la minima inclinazione possibile;

durante le operazioni di scarico gli animali non devono essere spaventati, eccitati o maltrattati e occorre evitare che possano capovolgersi. I suini non devono essere sollevati per la testa, le orecchie, le zampe o la coda in una maniera che causi loro dolori o sofferenze inutili. Ove occorra, gli animali devono essere guidati individualmente;

gli animali devono essere spostati con la debita cura. I corridoi nei quali passano gli animali devono essere costruiti in modo da ridurre al minimo il rischio di lesioni per gli animali ed essere disposti in modo da sfruttare le loro tendenze gregarie;

gli strumenti concepiti per dirigere gli animali possono essere usati soltanto a tal fine e unicamente per brevi periodi. Dev’es-sere evitato, nella misura possibile, l’uso di strumenti che trasmettono scariche elettriche. In ogni caso tali strumenti sono usati solo su suini adulti che rifiutano di spostarsi e soltanto se hanno davanti a sé spazio per muoversi. Le scariche non devono durare più di un secondo, devono essere trasmesse ad intervalli adeguati e applicate soltanto ai muscoli dei quarti posteriori. Le scariche non devono essere applicate ripetutamente se l’animale non reagisce;

gli animali non devono essere percossi, né subire pressioni su qualsiasi parte sensibile del corpo. In particolare, non si deve schiacciare, torcere o rompere la coda, né afferrare gli occhi. È vietato colpirli o prenderli a calci;

gli animali devono essere scaricati il più presto possibile dopo il loro arrivo. In caso di ritardi inevitabili, gli animali devono essere protetti da variazioni eccezionali delle condizioni climatiche e godere di una ventilazione adeguata;

gli animali che non sono in grado di camminare non devono essere trascinati fino al luogo di macellazione, ma abbattuti sul posto oppure, se ciò è possibile e non comporta alcuna inutile sofferenza, trasportati su un carrello o su una piattaforma mobile fino al locale per la macellazione di emergenza.

I corridoi e le corsie devono essere progettati e costruiti in modo da consentire ai suini di muoversi liberamente nell’opportuna direzione secondo le loro caratteristiche comportamentali e senza distrazioni e di procedere uno accanto all’altro, ad eccezione del caso delle corsie che conducono ai dispositivi di immobilizzazione. Inoltre, tra i recinti di sosta e le corsie che portano alla trappola di stordimento deve esservi un recinto di attesa con base piana e chiuso da pareti, destinato ad assicurare un’affluenza costante di animali per lo stordimento e l’abbattimento, oltre che ad evitare agli addetti al maneggiamento degli animali di doverli fare defluire rapidamente dai recinti di sosta.

Il recinto di attesa deve essere progettato in modo da evitare che gli animali possano essere intrappolati o schiacciati.Per le principali caratteristiche che devono avere i corridoi di movimentazione e le rampe di scarico è possibile fare riferimento a quanto riportato nell’opuscolo CRPA 5.54 n. 2/2010 al paragrafo Fase di movimentazione e carico/scarico.

Normativa di riferimento per il benessere dei suini durante la fase di attesa pre-abbattimentoDirettiva 74/577/CEE

Unione europea Stordimento degli animali prima della macellazione

Convenzione 10 maggio 1979Consiglio d’Europa Convenzione europea sulla protezione degli animali da macello

Direttiva 93/119/CEUnione europea Protezione degli animali durante la macellazione o l’abbattimento

Decreto legislativo 1° settembre 1998, n. 333Presidente della Repubblica

Attuazione della direttiva 93/119/CE relativa alla protezione degli animalidurante la macellazione o l’abbattimento

Regolamento CE n. 852/2004Unione europea Igiene dei prodotti di origine alimentare

Regolamento CE n. 853/2004Unione europea Norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale

Nota del 7 dicembre 2006Ministero della salute

Controllo della protezione animale in fase di macellazione e relativa check list. Applicazione del decreto legislativo 1 settembre 1998, n. 333

Regolamento CE n.1099/2009Unione europea Protezione degli animali durante l’abbattimento (*)

(*) In vigore dal 1° gennaio 2013 con abrogazione della direttiva 93/119/CE.

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STALLA DI SOSTASecondo il d.lgs. 333/98, se non possono essere macel-lati immediatamente dopo il loro arrivo al macello, i suini devono essere condotti in apposite strutture per la loro stabulazione: tali strutture sono dette stalle di sosta.Le dimensioni delle stalle di sosta sono influenzate dalla tipologia dell’impianto di macellazione e, in particolare, dal-la capacità produttiva, dall’organizzazione delle operazioni di macellazione e dalla programmazione dei conferimenti di animali.Nelle stalle di sosta hanno importanza i seguenti parametri: tipologia di stabulazione, superficie di stabulazione per capo, numero di capi per singolo box, tipo di pavimento, tipo e numero di abbeveratoi, controllo ambientale.Per i suini la tipologia di stabulazione adottata prevede generalmente la stabulazione in box a pavimento pieno o a pavimento fessurato. Le superfici da assegnare a ciascun capo non vengono menzionate dalla legislazione vigente, per cui è possibile utilizzare come riferimento i valori della normativa per il benessere dei suini in allevamento (diretti-va 2008/120/CE), che prevede per un suino da ingrasso di oltre 110 kg di peso vivo una superficie minima di 1 m2. Per suini di 160 kg e oltre, soprattutto in presenza di box a pavimento pieno o parzialmente fessurato è consigliabile, però, non scendere al di sotto di 1,2 m2/capo, per evitare situazioni di sovraffollamento che possono comportare stress a carico degli animali.Il numero di capi per singolo box è molto importante, perché il rimescolamento di gruppi di suini di diversa provenienza può aumentare l’aggressività, le lesioni e lo stress; l’ottimale sarebbe rispettare sia sul mezzo di trasporto, sia nelle stalle di sosta, i gruppi presenti in allevamento. Per questi motivi i divisori devono poter essere sistemati in diverse posizioni, per far sì che la dimensione del box possa essere adattata.I pavimenti delle zone di stabulazione, secondo il d.lgs. 333/98, devono essere realizzati in maniera tale da ridurre al minimo il rischio di scivolamenti e lesioni a carico degli animali. I pavimenti devono essere facilmente pulibili e disinfettabili e, nel caso fossero pieni, si devono realizzare pendenze verso appositi pozzetti o cunette di scarico.Nel caso di pavimento fessurato, per le dimensioni di travetti e fessure è possibile utilizzare come riferimento i valori della normativa benessere già citata, pari rispettivamente a non meno di 80 mm e a non più di 18 mm per i suini da ingrasso.Nelle stalle di sosta gli animali devono potere accedere sempre all’acqua di bevanda, la cui somministrazione deve avvenire attraverso un numero di abbeveratoi adeguato agli animali ospitati.Gli abbeveratoi automatici a imbocco consentono l’erogazione di acqua nel momento stesso in cui l’animale la richiede, garantendo freschezza e igiene. Indicativamente un abbeveratoio a imbocco può servire fino a 10÷12 suini all’ingrasso.All’interno delle stalle di sosta la temperatura ottimale per suini pesanti è di 14÷18°C, in relazione al tipo di pavimento e alla pre-senza o meno di lettiera, mentre l’umidità relativa dell’aria dovrebbe rimanere su valori compresi fa il 65 e il 75%.Molto importante è anche la velocità dell’aria, che a livello degli animali non dovrebbe superare 0,4 m/s in inverno; in estate, per contro, può essere conveniente una velocità maggiore, fino a 3÷3,5 m/s, in modo da attenuare la sensazione di caldo, agevolando la dispersione di calore per convezione e per evaporazione.Per quanto riguarda la luce, infine, è consigliabile prevedere all’interno delle stalle di sosta un illuminamento di almeno 100 lx. Secondo il d.lgs. 333/98 occorre garantire un’illuminazione di intensità sufficiente a consentire l’ispezione di tutti gli animali in qualsiasi circostanza.La ventilazione delle stalle di sosta risulta fondamentale per garantire ai suini condizioni di benessere; essa deve provvedere all’asportazione del calore sensibile in estate, del calore latente (umidità) in inverno e dei gasi nocivi, oltre che ad assicurare una regolare e uniforme distribuzione dell’aria fresca di rinnovo.La ventilazione può essere naturale o artificiale; in ogni caso deve potersi adattare nel migliore dei modi alle mutevoli condizioni degli ambienti di stabulazione (numero di suini ospitati) e delle condizioni climatiche esterne. All’interno delle stalle di sosta la

progettazione, la realizzazione e la manutenzione dei sistemi di ventilazione devono garantire costantemente il benessere degli animali, tenendo conto delle variazioni meteorologiche previste. Nel caso di utilizzo di ventilazione artificiale, devono essere previsti dispositivi di emergenza per far fronte a eventuali guasti o blackout.Per combattere il caldo estivo è possibile adottare una tecnica attiva di raffrescamento, quale l’irrorazione dei suini con acqua fresca. Un sistema di raffrescamento con aspersione di acqua attraverso appositi ugelli all’interno delle stalle di sosta può essere convenientemente utilizzato anche per lavare gruppi di suini particolarmente sporchi, o per aumentare la conducibiltà elettrica degli animali nel caso di utilizzo dello stordimento elettrico.Se il macello dispone di aree di stabulazione aperte, non dotate di ripari o di zone ombrose, occorre provvedere a un’adeguata protezione dal maltempo. Queste aree devo-no essere mantenute in condizioni tali da non esporre gli animali a rischi di carattere fisico, chimico o di altro genere.

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FASI DI IMMOBILIZZAZIONE E STORDIMENTODurante l’abbattimento e le operazioni correlate devono essere risparmiati agli animali dolori, ansia o sofferenze evitabili. Per raggiungere ciò, il regolamento 1099/09 indica che gli operatori devono adottare i provvedimenti necessari affinché gli animali: ricevano conforto fisico e protezione, in condizioni igieniche e termiche adeguate, evitando cadute e scivolamenti; non siano esposti al pericolo di lesioni; siano maneggiati e custoditi tenendo conto dei loro comportamenti normali; non mostrino segni di dolore o paura evitabili o comportamenti anormali; non soffrano per la mancanza prolungata di cibo o acqua; non siano costretti all’interazione evitabile con altri animali che potrebbero avere effetti dannosi per il loro benessere.Il regolamento 1099/09 pone particolare enfasi sul fatto che l’abbattimento e le operazioni correlate siano effettuati da operatori con un adeguato livello di competenza, al fine di evitare di sottoporre gli animali a sofferenze e paura. In particolare, le operazioni di macellazione dovrebbero essere eseguite soltanto da personale che sia in possesso del relativo certificato di idoneità, che attesti la capacità di eseguire dette operazioni secondo quanto stabilito dalle norme.

Zone di immobilizzazione e stordimentoL’immobilizzazione è necessaria per applicare correttamente gli strumenti di stordimento e per evitare che l’animale si ferisca, divincolandosi. Un animale condotto nella zona di stordimento può agitarsi per diverse cause (ambiente nuovo, presenza dell’uomo, rumori circostanti) e può cercare di retrocedere e di scalciare, provocandosi ferite e costituendo un pericolo per l’operatore. Inoltre, eccessivi movimenti della testa possono provocare un errato posizionamento dei metodi di stordimento; per esempio, nel caso di elettrocuzione questi spostamenti al momento di applicare gli elettrodi possono rendere inefficace lo stordimento, in quanto la corrente elettrica non attraversa il cervello con intensità appropriata.In ogni caso, l’immobilizzazione può provocare ansia negli animali e, quindi, dovrebbe essere applicata per il periodo più breve possibile. Per la fase di immobilizzazione degli animali prima dello stordimento/abbattimento il d.lgs. 333/98 indica che: gli animali devono essere immobilizzati nel modo idoneo a risparmiare

loro dolori, sofferenze, agitazioni, ferite o contusioni evitabili; gli animali non devono essere legati per le zampe né devono essere

sospesi prima di essere storditi o abbattuti; gli animali che vengono storditi o abbattuti con mezzi meccanici o elettrici

che agiscono sulla testa, devono essere presentati in una posizione tale che lo strumento possa essere applicato e manovrato senza difficoltà, in modo corretto e per la durata appropriata;

i dispositivi elettrici di stordimento non devono essere usati per bloccare o immobilizzare gli animali o per farli muovere.

I dispositivi e le strutture di immobilizzazione devono essere progettati e costruiti per: ottimizzare l’applicazione del metodo di stordimento/abbattimento; evitare ferite o contusioni all’animale; ridurre al minimo la resistenza e la vocalizzazione nel momento in cui gli animali vengono immobilizzati; garantire la sicurezza dell’operatore.In generale, l’immobilizzazione si realizza convogliando il suino nella zona di stordimento e impedendo all’animale di retrocedere attraverso appositi cancelli “ghigliottina”. La gabbia deve avere dimensioni tali da permettere all’animale di entrare senza ferirsi, ma, nello stesso tempo, da impedirgli ogni movimento.Quando si abbattono animali di taglia diversa l’impianto di macellazione dovrebbe disporre di una gabbia regolabile in altezza e lunghezza o, in alternativa, di diverse gabbie per le diverse categorie di animali. Infatti, quando la gabbia è troppo lunga, l’animale può retrocedere alla vista dell’operatore e ciò può rendere difficile il posizionamento corretto degli strumenti per lo stordimento. Quando invece la gabbia è troppo ampia in rapporto alla taglia dell’animale, non si realizza l’immobilizzazione e l’animale può tentare di voltarsi o arrampicarsi lungo le pareti.Alcuni impianti industriali di macellazione dei suini utilizzano un sistema automatico di immobilizzazione e stordimento. Questo sistema, detto restainer, è costituito da due nastri trasportatori in materiale plastico, posizionati a V, in grado di sollevare il suino e di condurlo verso elettrodi fissi che agiscono strisciando sulla testa dell’animale in posizioni predefinite. Nastri troppo stretti o troppo larghi possono provocare un’inaccettabile condizione di stress e sofferenza dell’animale.

Metodi di stordimentoLo stordimento è qualsiasi procedimento che, praticato sugli animali, provoca un rapido stato di incoscienza che si protrae fino a quando interviene la morte. Lo stordimento è necessario perché molti metodi utilizzati per l’abbattimento degli animali sono dolorosi. Alcuni sistemi di stordimento possono anche provocare la morte in modo indolore, riducendo la paura o la sofferenza dell’animale.Quando lo stordimento non provoca la morte istantanea dell’animale, deve essere seguito quanto più rapidamente possibile da una procedura che assicuri la morte (dissanguamento, enervazione, elettrocuzione, prolungata anossia).Il d.lgs. 333/98 indica i possibili metodi di stordimento: pistola a proiettile captivo; percussione del cranio; elettronarcosi; esposizione al biossido di carbonio.

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I metodi ammessi per i suini, secondo il regolamento 1099/09, sono i seguenti: metodi meccanici (pistola a proiettile captivo penetrante

e arma a proiettile libero); metodi elettrici (elettronarcosi ed elettrocuzione); metodi di esposizione a gas (biossido di carbonio a basse

o alte concentrazioni).Gli strumenti di stordimento necessitano di una costante ma-nutenzione in grado di garantirne l’efficacia su ogni singolo suino. Di conseguenza, occorre che i fabbricanti forniscano istruzioni dettagliate agli utilizzatori riguardo alle condizioni di utilizzazione e manutenzione dei dispositivi, per garantire il massimo livello di benessere agli animali. I dispositivi soggetti a un uso intensivo possono richiedere la sostituzione di alcune parti e persino i dispositivi utilizzati occasionalmente possono perdere efficacia a causa della corrosione o di altri fattori am-bientali. Analogamente, alcuni dispositivi devono anche essere sottoposti a un’accurata calibrazione. Occorre pertanto che gli operatori applichino procedure per la loro manutenzione, che dovranno essere programmate e documentate.Nel nuovo regolamento si ricorda che i sistemi elettrici di stor-dimento sono provvisti di un dispositivo che registra parametri elettrici fondamentali per ogni animale stordito o abbattuto e devono applicare un’intensità di corrente costante.Di seguito, vengono descritti i metodi più utilizzati in Italia per lo stordimento dei suini, ossia l’elettronarcosi, l’elettrocuzione e il biossido di carbonio; il metodo meccanico con pistola a proiettile captivo viene generalmente utilizzato come dispositivo d’emergenza.

Stordimento con elettronarcosi

L’elettronarcosi è un sistema di stordimento elettrico con applicazione di corrente limitatamente alla testa. Il sistema prevede l’esposizione del cervello a una corrente di intensità sufficiente a generare il blocco dell’impulso nervoso e un’attività epilettiforme generalizzata sull’elettroencefalogramma (EEG), che provocano i seguenti effetti: perdita di conoscenza, insensibilità, irrigidimento, movimenti muscolari involontari e convulsioni.Considerando che permangono la respirazione e la circolazione, ossia le funzioni regolate dal bulbo, l’anestesia è reversibile e il suino riprende conoscenza in circa 60 s (anche se il risveglio vero e proprio si ha dopo circa 5÷6 min); occorre quindi intervenire rapidamente con la resezione delle giugulari (iugulazione). Per questo, nel caso dell’elettronarcosi, la zona di stordimento deve essere adiacente alla zona di iugulazione.Lo stordimento dei suini con elettronarcosi può avvenire mediante applicazione manuale degli elettrodi alla testa dell’animale, con uno strumento a tenaglia in materiale isolante (per prevenire infortuni all’operatore), oppure automaticamente con convogliamento dell’animale mediante nastro trasportatore ad elettrodi fissi (restainer). Con lo strumento a tenaglia viene erogata una tensione pari a 250÷300 V, mentre il restainer, strumento utilizzato soprattutto negli impianti di macellazione industriali, presenta due elettrodi tarati sia per il tempo di applicazione della corrente, sia per la tensione che può variare da 300 a 1.000 V.Nel caso di stordimento con tenaglia il tempo di applicazione è spesso determinato dall’operatore che mantiene gli elettrodi in posizione finché osserva che l’animale è stordito; in genere, sono sufficienti 1÷2 s. Questa pratica richiede molta esperienza per ottenere lo stordimento efficace senza provocare danni alla carcassa (petecchie, fratture ossee, ecc.).L’efficacia dello stordimento elettrico dipende dall’intensità della corrente espressa in ampere (A), dalla tensione espressa in volt (V), dall’impedenza espressa in ohm (Ω), dal tempo minimo di esposizione espresso in secondi (s), dall’intervallo massimo stordimento-dissanguamento espresso in secondi (s) e dalla frequenza di calibratura del dispositivo. Secondo il nuovo regolamento, il livello minimo di corrente elettrica per questa tecnica di stordimento è di 1,3 A.L’impedenza viene definita come la resistenza di un organismo vivente ad essere attraversato dalla corrente elettrica. Tanto più l’impedenza sarà alta tanto più dovrà aumentare l’amperaggio. Il livello di impedenza è strettamente legato ai seguenti parametri: taglia del suino, presenza di setole (maggiore impedenza), umidità della cute (minore impedenza) e pulizia della superficie degli elettrodi. In particolare, elettrodi sporchi e ossidati abbassano la conduzione e possono provocare ustioni nel punto di applicazione. Pratiche comuni per migliorare la conducibilità elettrica consistono nell’inumidire la cute dei suini prima di avviarli alla macellazione e nel bagnare gli elettrodi con una soluzione salina.Inoltre, il corretto posizionamento degli elettrodi è fondamentale per ottenere che il flusso di corrente attraversi il cervello; essi devono essere applicati alla base della testa nello spazio compreso tra la base dell’orecchio e l’occhio. Se gli elettrodi non sono applicati nei punti esatti la procedura può fallire, perché la corrente non attraversa l’encefalo o lo attraversa in misura insufficiente, determinando inutili sofferenze all’animale.Se gli animali sono storditi individualmente, lo strumento deve: essere munito di un dispositivo che misuri l’impedenza del carico e impedisca il funzionamento dello strumento se la corrente

elettrica minima prescritta non può essere trasmessa; essere munito di un dispositivo acustico o luminoso che indichi la durata della sua applicazione ad un determinato animale; essere collegato a un dispositivo, collocato in modo perfettamente visibile all’operatore, che indichi il voltaggio e l’intensità di

corrente utilizzata.Per la sicurezza del personale devono essere adottate le seguenti precauzioni: messa “a terra” della gabbia di stordimento e delle altre attrezzature metalliche presenti; obbligo di calzature in materiale isolante per il personale; obbligo per il personale di operare su pedana isolante; posizionamento del trasformatore in luogo asciutto.

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C.R.P.A. notizie

Direttore Responsabile Adelfo Magnavacchi. Testi e realizzazione grafica di Paolo Rossi, Alessandro Gastaldo, Andrea Rossi e Franco Guizzardi. Revisione testi di Magda C. Schiff. Stampa Tecnograf - Reggio Emilia.

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Stordimento con elettrocuzione

L’elettrocuzione è un sistema di stordimento elettrico con applicazione di corrente a testa e corpo. Il sistema prevede l’esposizione del cervello e del cuore a una corrente di intensità sufficiente a generare allo stesso tempo un’attività epilettiforme generalizzata sull’EEG (stordimento) e la fibrillazione o l’arresto cardiaco (abbattimento).Lo stordimento dei suini con elettrocuzione avviene mediante applicazione manuale degli elettrodi alla testa e al corpo (dor-so o arti) dell’animale con uno strumento dotato di manico in materiale isolante (per prevenire infortuni all’operatore).Per le caratteristiche degli elettrodi vale quanto già detto per l’elettronarcosi. Gli elettrodi devono essere disposti in modo da colpire il cervello e il cuore, restando inteso che il livello minimo dell’intensità di corrente deve comportare la perdita immediata della conoscenza e causare l’arresto cardiaco.Secondo il regolamento 1099/09 il livello minimo di corrente elettrica per questa tecnica di stordimento è di 1,3 A.

Stordimento con biossido di carbonio

Tale sistema di stordimento prevede l’esposizione dei suini coscienti a una miscela di gas contenente più del 40% di biossido di carbonio (alta concentrazione). L’esposizione a concentrazioni adeguate di CO2 e per un periodo sufficiente provoca lo stordimento per ipossia cerebrale.La tecnica, utilizzata soltanto negli impianti di macellazione industriali per gli alti costi di installazione e gestione, prevede il pas-saggio dei suini in un’apposita fossa satura di gas. La struttura è generalmente composta da una fossa sotto il livello del suolo (zona del gas) e di una sorta di saliscendi con gabbie dette “gondole”, dove vengono fatti entrare i suini provenienti dalla stalla di sosta. Il saliscendi conduce i suini nella fossa, dove gli animali perdono conoscenza, e poi risale, portando i suini nella zona di dissanguamento. La capacità lavorativa varia da 60 a 360 suini/h.In riferimento ai sistemi di stordimento con esposizione al biossido di carbonio il d.lgs. 333/98 indica che: la cella nella quale i suini sono esposti al gas e i dispositivi utilizzati per convogliarvi gli animali devono essere concepiti, costruiti

e mantenuti in condizioni tali da evitare che gli animali si possano ferire o possano subire compressioni al petto e da permet-tere loro di restare in piedi prima di perdere i sensi. Il meccanismo di instradamento e la cella devono essere adeguatamente illuminati, in modo che un suino possa vedere altri suini o l’ambiente circostante;

la cella deve essere munita di dispositivi di misurazione della concentrazione di gas nel punto di massima esposizione. Essi emetteranno un segnale di allarme perfettamente visibile ed udibile se la concentrazione di biossido di carbonio scende al di sotto del livello dovuto;

i suini devono essere disposti in recinti o in contenitori in modo tale che un animale possa vederne altri e possa essere con-vogliato nella cella contenente gas entro 30 s dal momento dell’entrata nell’impianto. I suini devono essere convogliati il più rapidamente possibile dalla soglia al punto di massima concentrazione di gas ed essere esposti al gas per un tempo sufficiente per rimanere in stato di incoscienza fino a che la morte sopraggiunga.

La durata dell’esposizione è variabile a seconda dell’impianto: in genere i suini vengono esposti al gas per un periodo che varia da 15 a 45 s. Generalmente il suino si stordisce in 20÷25 s e, riportato all’aria, si riprende dopo circa 2 min.Se la concentrazione del gas è bassa non si ottiene un valido stordimento, mentre se è alta vi è un irrigidimento eccessivo.Dal momento che il biossido di carbonio induce atti respiratori profondi e determina ipertensione, il dissanguamento è rapido e profuso ed è ridotta la formazione di carni PSE. Tale metodica consente di ottenere carcasse completamente rilassate.Infine, nel nuovo regolamento si ricorda che: nel caso dei suini deve essere usata la concentrazione minima dell’80% di CO2; i dispositivi di stordimento a gas sono concepiti e costruiti in modo da ottimizzare lo stordimento, evitare ferite o contusioni agli

animali e ridurre al minimo la resistenza e la vocalizzazione nel momento in cui gli animali vengono immobilizzati; il dispositivo di stordimento deve essere munito di meccanismi di misurazione continua, visualizzazione e registrazione della

concentrazione del gas, nonché del tempo di esposizione; il dispositivo di stordimento deve essere progettato in modo che anche alla capacità produttiva massima gli animali siano in

grado di coricarsi senza finire accatastati.

DissanguamentoPer gli animali che sono stati storditi, l’operazione di dissanguamento deve iniziare il più presto possibile dopo lo stordimento; in questo modo il dissanguamento sarà rapido, profuso e completo. In ogni caso, l’operazione deve essere effettuata prima che l’animale riprenda coscienza.Il dissanguamento degli animali deve essere ottenuto mediante recisione di almeno una della due carotidi o dei vasi sanguigni da cui esse si dipartono. Dopo la recisione dei vasi sanguigni, non vanno effettuate altre operazioni sugli animali né alcuna stimola-zione elettrica prima della fine del dissanguamento.Il responsabile delle operazioni di stordimento e dissanguamento degli animali deve eseguirle consecutivamente su un solo ani-male prima di passare a un altro animale.