Avvenire - Pagina MpV 041215

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Vita

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  • DI EMANUELA VINAI

    e vero che attraverso i mass media chei fatti entrano nel nostro quotidiano ed con la loro mediazione che ne percepia-

    mo le sfumature, ne deriva che tramite la lo-ro interpretazione che costruiamo, o destrut-turiamo, la nostra. Una sequenza che si applicaconfortevolmente a ogni avvenimento che pas-si tra questi ingranaggi e, senza soluzione dicontinuit, anche ad ogni argomento. Nonfanno eccezione la maternit e le sue rappre-

    sentazioni. Quando una donna incinta finisce sulle co-pertine, di solito una tizia pi o meno fa-mosa, truccata e levigata da opportuni inter-venti di Photoshop che, nel caso si tratti di ce-lebrit internazionale, si applicano alla nuditintegrale. Sono cos belle queste mamme vipin attesa, comunicano in maniera cos netta ilmessaggio guardate quanto sono incredibil-mente tonica e radiosa in gravidanza che qua-lunque altra donna confrontando le smaglia-ture e i piedi gonfi si chiede dov Mario Te-stino il fotografo dei reali inglesi, per dire quando serve. Oppure, con meno ironia, siguarda allo specchio e comincia a pensare dinon essere a quel livello. La frequente imma-gine di mamme sorridenti, gi truccate e pet-tinate a dovere fin dal risveglio senza sforzoalcuno, tanto affascinante quanto lontanadalla realt. Certo, non il solo modello didonna presente nei massmedia, ma sicu-

    ramente il pi venduto e il pi visto. Cominciano per a levarsi alcune voci di dis-senso proprio da chi dello star system fa parte. dello scorso ottobre lintervista di Giovan-na Mezzogiorno al Corriere della Sera in cui labella e brava attrice ha protestato indignatacontro lostentata esibizione di pancioni e dineomamme perfette gi allindomani del par-to: io sono stata uno straccio per due anni!.Un mondo dove i figli vengono consideraticome uno status e usati per prendere punti,

    in cui la gravidanza viene pubblicizzata incontinuazione perch comunque intenerisce,incuriosisce, crea seguito e il bottino presoserve per salire di notoriet, non di successo,costruendo un modello di mercificazione del-la femminilit, del rapporto coi figli. Portar-si dentro un paradigma vincente imposto dal-lesterno in donne gi con gli ormoni in sub-buglio e lumore sullottovolante pu ingene-rare rapidamente un costante senso di inade-guatezza e di non stare facendo abbastanzaper s e per il bambino che portano nel grem-bo. S perch laltro lato della medaglia dellamaternit assoluta la sensazione di man-chevolezza verso un figlio che spesso arrivatardi, dopo una lunga ricerca o dopo un lun-go rinvio e che, per le medesime ragioni, sardestinato a rimanere figlio unico. E allora suquellunico prodigio si riverseranno tutte leangosce dellattesa, alimentate da una medi-calizzazione della gravidanza sproporziona-

    ta, ma accuratamente veicolata dai media, chein questo modo aumentano esponenzial-mente le pressioni psicologiche sulla donnatrasmettendo un messaggio surrettizio e insi-dioso: se non fai questa cosa non sei una bra-va madre. E allora via a tutte le analisi e le in-dagini prenatali possibili, che diventano qua-si un dovere sociale al fine di scoprire ogni e-ventuale difetto del nascituro, cos da elimina-re subito il problema qualora si presentasse. Vale la pena rifletterci. Chiedersi, da donne, seci piace davvero, se lo accettiamo, se ci con-diziona e in che modo. Chiedersi come ci fasentire questa rappresentazione della ma-ternit. Oppure sul fronte maschile, come vifa sentire il fatto che le donne a voi vicine(mogli, sorelle, figlie, amiche, fidanzate) sia-no inserite in una narrazione come questa.Chiederci quale societ tiene in piedi questomodello e perch.

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    La Corte sullembrione:Tutelare la sua dignit

    Parigi, rinviato il Forumdella Federazione One of UsIl terrorismo rinforza ancora di pi il nostro im-pegno in difesa della vita e della dignit umana co-me segno delleredit europea, cos il 19 novem-bre scorso la Federazione Europea One of Us, al-lindomani degli orribili attentati di Parigi, ha an-nunciato lo spostamento dello One of Us EuropeanForum, che si sarebbe dovuto svolgere a Parigi, ap-punto, il 22 e 23 gennaio prossimi. La Federazioneaveva lavorato a lungo per organizzare il primo Fo-rum Europeo della federazione a Parigi, ma la scel-ta di spostare levento in linea con lo stato di al-

    lerta attuale per la sicurezza delle persone che viparteciperanno. Con grande convinzione credia-mo che questo Forum debba essere a Parigi e con-fermiamo il nostro impegno per rispondere al ter-rore continuando a stare in piedi con forza e a cu-rare con attenzione la vita. Nulla alterer il nostroimpegno per la vita dal concepimento alla mortenaturale affermano i membri del Comitato Ese-cutivo della federazione. Il Forum stato spostatoindicativamente per il 12 marzo prossimo. La sto-rica Marche pour la vie di Parigi (www.enmarche-pourlavie.fr), alla sua undicesima edizione, invece,per ora confermata per domenica 24 gennaio. LaMarcia, organizzata questanno dallAssociazioneChoisir la vie, partir da Place Denfert Rochereaualle 13.30. (E.P.)

    Fecondazione eterologa,seminario allUniversit di SienaFecondazione eterologa: prospettive e problemi il tema del seminario che si svolto il 26 no-vembre scorso presso il Dipartimento di Giuri-sprudenza dellUniversit di Siena. Allevento han-no partecipato Assuntina Morresi, dellUniversit diPerugia e membro del Comitato Nazionale di Bioe-tica; Claudio Sartea, docente di Filosofia del dirit-to presso lUniversit Tor Vergata; Giuseppe Gran-de, andrologo ed endocrinologo presso lIstitutoscientifico internazionale dellUniversit Cattolica;Vincenzo De Leo, associato di Ginecologia dellU-niversit di Siena e direttore del Centro di diagno-si e cura della sterilit di coppia; Valter Giovanni-ni in rappresentanza di Stefania Saccardi, assesso-re regionale alla Sanit. Con questo seminario, or-ganizzato dal Movit di Firenze e Siena, presiedutoda Giuseppe M. Forni, si sono ritrovati allo stessotavolo relatori con idee, anche diametralmente,opposte. Li ha moderati Angelo Passaleva. Il Movitha dato cos occasione al pi antico ateneo dellaToscana, fondato nel 1240, di essere luogo di scam-bio franco e schietto fra idee diverse, aiutandolo asvolgere un servizio pubblico realmente laico. (M.A.)

    DI GIAN LUIGI GIGLI

    embrione, hanno scritto di re-cente i giudici della Corte Co-stituzionale quale che ne sia

    il pi o meno ampio riconoscibile gra-do di soggettivit correlato alla genesidella vita, non certamente riducibile amero materiale biologico. Ne derivalesigenza di tutelare la dignit del-lembrione, alla quale non pu pari-menti darsi, allo stato, altra risposta chequella della procedura di crioconserva-zione. Queste importanti positive affermazio-ni sono contenute nella sentenza n. 229dell11 novembre scorso, con la quale,peraltro, la Corte ha, purtroppo, apertola strada alla selezione eugenetica con lademolizione di un altro pezzo della Leg-ge 40/2004. Gli aspetti positivi della sentenza sono,tuttavia, importanti. I giudici della Con-sulta, infatti, hanno dichiarato infonda-ta la questione di legittimit costituzio-nale sollevata sulla crioconservazione ela soppressione di embrioni, ritenendoingiustificato un trattamento deterioredegli embrioni malformati rispetto aquelli sani creati in soprannumero. Se dunque gli embrioni, anche quellimalformati, non possono essere sop-pressi e debbono essere conservati, dob-biamo chiederci se essi debbano restareper un tempo indefinito in un congela-tore o se possa essere data loro unop-portunit di vita.Una possibile risposta potrebbe venirecercando di trarre qualcosa di bene dalmale della sentenza n. 162 del 2014,con cui la Corte ha aperto la strada allafecondazione di tipo eterologo, permet-tendo lutilizzazione di gameti di sog-getti estranei alla coppia in caso di steri-lit o infertilit assolute ed irreversibili.A distanza di un anno e mezzo da que-sta sentenza, tuttavia, la fecondazione e-terologa per sterilit femminile fa faticaa realizzarsi, per il divieto alla compra-

    vendita di ovociti e per la dif-ficolt a reperire donatrici,legata alla invasivit delle pro-cedure ed ai rischi per la salu-te delle donne. Da qui il ten-tativo di alcune regioni di ag-girare lostacolo, acquistandoallestero gameti sui quali gra-va lombra di uno sfrutta-mento del corpo di donne in-dotte dal bisogno a sottopor-si ai pericoli del prelievo.In Italia sono circa tremila gliembrioni soprannumerari,cio che non sono stati im-piantati, dichiarati in stato diabbandono nei vari centri diprocreazione medicalmenteassistita.Si tratta di un numero in au-mento, a causa della senten-za n. 151 del 2009 con cui laCorte costituzionale ha abo-lito il divieto di produzionesoprannumeraria di embrioniumani.Il divieto di distruggerli portaa interrogarsi su un possibileimpiego per fini adottivi degliembrioni abbandonati, a be-neficio di altre coppie steri-li/infertili (o anche fertili?),diverse da quelle che li hannogenerati.Lopportunit di favorire lim-piego per la nascita degli em-brioni in eccesso abbandona-ti, sottraendoli a un gelo sen-za fine che equivale a una con-danna a morte, stata solleci-tata gi nel 2005 dal Comita-to Nazionale per la Bioetica(Cnb) potendo, sia pure par-zialmente, risolvere il pro-blema bioetico degli embrio-ni residuali e offrire anche u-na valida alternativa alla fe-condazione eterologa, alle-poca ancora vietata. La possibilit di continuare ad esistere,offerta agli embrioni abbandonati graziealladozione, giustificherebbe un appro-priato intervento normativo, preveden-do lautorizzazione allimpiego adotti-vo, sia a seguito di unesplicita dichiara-zione di abbandono, sia constatandonelabbandono, dopo che sia trascorso uncongruo lasso di tempo.

    Non si tratta certo di approvare moral-mente la fecondazione eterologa, ma diprendere atto che essa, purtroppo, esisteed legale, di cercare di ridurne le con-seguenze negative e di trarne se possi-bile di positive. Tra le le ricadute posi-tive, oltre a quella fondamentale di sal-vare la vita di numerosi embrioni, vi sa-rebbe quella di rendere inutile ogni ac-quisto di gameti mascherato come do-

    nazione, dando tuttavia risposta allecoppie infertili. Soprattutto, permettendone ladozionesi riconoscerebbe indirettamente chelembrione uno di noi, un essere u-mano la cui vita preziosa e la cui di-gnit, come ha riconosciuto la Corte, vatutelata, perch non certamente ridu-cibile a mero materiale biologico.

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    Aspetti negativi e positivi della recentesentenza della Consultasulla Legge 40.Apre la strada alla selezione eugenetica

    dei bambini non ancora nati, ma rimanevietata la loro distruzione. Ladozione per lanascita potrebbe offrire nuove opportunita aldestino degli embrioni crioconservati

    in breve

    V I T A P A G I N A A C U R A D E L M O V I M E N T O P E R L A V I T A22 Venerd4 Dicembre 2015

    Il 22 dicembre al Tribunaledi Genova udienza per ilprocesso a Salvatore Felis.Nel pronto soccorsodellOspedale San Martino,si era rifiutato di eseguire,su due donne, ecografieindispensabili per labortofarmacologico

    Processo a medico obiettore, parola ai testimoniDI GIOVANNI ROCCHI

    obiezione di coscienza alle procedure a-bortive continua a far discutere e stor-cere il naso a molti, come se si trattasse

    di posizione astratta e pretestuosa del sanita-rio da relegare nella sfera intima delle proprieconvinzioni, ma senza che il mondo se ne deb-ba accorgere: non deve disturbare, non devealterare lapplicazione di una buona leggeper motivazioni filosofiche e pretestuose.Ora, anche a voler sorvolare sulla bont diuna legge che consente di sopprimere una vi-ta umana tutelata dallo ius naturalis in nomedi uno ius positum che tutto pu giustificare e nella storia di fatto ha giustificato , il dirit-to allobiezione di coscienza pur previsto dal-la stessa Legge 194/1978 (art. 9) che esonerail personale sanitario ed ausiliario obbiettoredalla partecipazione a procedure e attivit spe-cificamente e necessariamente dirette a deter-

    minare linterruzione della gravidanza.Se la stessa legge che ha voluto socializzare la-borto, rendendolo legale a determinate con-dizioni, ha ritenuto di dover prevedere una ta-le possibilit di esenzione, qualche ragione de-ve pur esserci e va ricercata nella riconosciutaseriet del dilemma etico che si pone allope-ratore sanitario chiamato a svolgere unattivitessenzialmente occisiva oltrech contraria algiuramento ippocratico (la seconda ragioneconsegue alla prima).Ma se si guarda alla pratica abortiva come adun semplice servizio da assicurare ad una u-tenza che lo richiede allora le cose per talunocambiano, i principi e le regole vanno relega-ti in soffitta e che gli obiettori cambino mestiere(!), come talora si legge.Eppure i dati della Relazione del Ministro del-la Salute sullattuazione della legge 194 resanota in ottobre parlano chiaro: la media na-zionale di interventi abortivi per ogni medico

    non obiettore nel 2013 stata di 1,6 a settimanae un tale numero non dovrebbe impedire ainon obiettori di svolgere anche altre attivitoltre le Ivg. Dunque le censure tecniche sembrano stem-perarsi solo in un fastidioso disagio ideologi-co. E come fastidioso impedimento deve esse-re stato percepito il rifiuto di Salvatore Felis, gi-necologo obbiettore allOspedale San Martinodi Genova, a compiere una ecografia su duedonne presentatesi al Pronto Soccorso dove e-ra di guardia, nel corso di un aborto farmaco-logico.Pur prosciolto nel processo disciplinare inter-no, ora in corso a suo carico un procedimentopenale davanti al Tribunale di Genova che ilprossimo 22 dicembre vedr deporre una pri-ma tornata di testimoni per fare chiarezza suquanto successo quel giorno.Laborto delle due donne, per la cronaca, si poi ugualmente compiuto un paio dore dopo

    il previsto per lintervento di un medico nonobbiettore, che ci si chiede perch non doves-se essere o non fosse presente al momento del-larrivo delle due donne al Pronto Soccorso.Il Movimento per la Vita segue, naturalmente,da vicino la vicenda genovese, consapevole siadella obbligatoriet dellazione penale sia del-la correttezza dellobiezione sollevata da Felisai sensi di legge, che non potr non venire ri-conosciuta da un esame sereno dei fatti.Ci che duole il messaggio che ancora unavolta passa e resta: se obietti la grana dietrolangolo, spese legali, possibili risarcimenti al-le (immancabili e spesso numerose) parti ci-vili, stigma sociale e magari mobbing nellastruttura ospedaliera. E tutto questo per averesemplicemente esercitato un diritto da consi-derarsi umano, come lo stesso papa France-sco ha definito lobiezione di coscienza di ri-torno dal suo viaggio negli Usa.

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    Le indagini prenatali diventanoquasi un dovere sociale al fine di scoprire ogni possibiledifetto del nascituro ed eliminare subito leventualeproblema, qualora si presentasse

    Gravidanza e mass media: un rapporto insidioso

    Parigi. La Marche pour la vie 2015

    La genesi della vitanon certamenteriducibile a meromateriale biologico