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Avv. Nicola Giorgino · 2017-08-11 · la complessità di un teatro grandioso, frenetico e comunitario, per certi versi artigianale e per altri assolutamente ... Alla cifra ca-ratteristica

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Avv. Nicola Giorgino

Sindaco di Andria

Avv. Luigi Del Giudice

Assessore alla Cultura

Carmelo GrassiPresidente Consorzio Teatro Pubblico Pugliese

Riccardo CarbuttiDirettore Artistico

Francesco FisfolaDirezione di Produzione e Ideazione

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Ancora una volta, la ventunesima, il Festival Internazionale Castel dei Mondi, è pronto ad invadere con il suo brio e la sua effervescenza di idee e di sogni, le strade della nostra città, abbracciando in realtà l’intero territorio provinciale e regionale. Più propriamente divenendone il pensiero ed il faro di una comunità che intraprende il percorso dell’innovazione senza dimenticare cultura e storia. Un “pensiero” che ha l’obiettivo di portare i cittadini ad essere cittadini consapevoli. Di cosa? Delle bellezze della città, dei suoi odori e delle sue aspirazioni. Consapevoli che la cultura non è un elemento elitario ma aristocratico nel senso di appartenere alla nobiltà del genere umano. Di chi crede in una cultura popolare in grado di interagire con il mondo del teatro ed i suoi mille rivoli. Siamo pronti a vivere questa nuova avventura fieri di quanto fatto e pronti a scommettere sul futuro di Andria e del Festival.

Avv. Nicola Giorgino

SINDACO DI ANDRIA

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Puntuale come sempre, da 21 Solstizi estivi a questa parte, il Festival Internazionale Castel dei Mondi ci investe con la brezza della conoscenza da respirare a pieni polmoni. Esso si insinua tenacemente nelle menti e solletica il pensiero offrendoci la chiara visione di una Città ideale.

L’evento, organizzato dal Comune di Andria in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, patrocinato dalla Regione Puglia, per questo 2017 rinnova il suo proposito divulgativo di esperienze spirituali ed emozionali facendo leva, per mezzo delle innumerevoli e variegate iniziative proposte, su un altro organo vitale, quello più intricato e intrigante, che ci discrimina dagli altri esseri viventi mettendo a nudo quell’humanitas che tanto aveva permeato la cultura classica, rendendola sorgente impareggiabile di fascinazione.

Un concetto etico che sintetizza il senso più intimo di questa manifestazione, basato sulla conciliazione tra l’ideale filantropico di reciproco scambio e condivisione tra simili e il principio che vede l’uomo, proprio in quanto humanus, come portatore di educazione e cultura che punta al progresso sociale e all’evoluzione civile.

Esperienze collettive, dunque, che pur con registri differenti sollecitano sensazioni universalmente condivisilibili, stimolando, attraverso teatro, musica, seminari di approfondimento linguistico e arti figurative, le connessioni umane e le sinapsi urbane che, a partire dalla piazza-cervello, offrono inestimabili impulsi intellettuali all’organismo-Città.

Avv. Luigi Del Giudice

ASSESSORE ALLA CULTURACITTÀ DI ANDRIA

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La Puglia ha una certezza. Questo Festival è IL Festival pugliese in estate, concepito ogni anno per riprendere le fila della memoria più recente del contemporaneo sulle scene e per portare al pubblico nuove e giovani sensibilità, testi ed espressioni. Molto importante sottolineare l’impegno profuso dalla Città di Andria, che dedica grande e costante attenzione al mondo della cultura e dello spettacolo dal vivo, dimostrando concretamente quanto tenga veramente al settore, con una declinazione di impegno notevole dal punto di vista del sostegno economico.

Un Festival importante, unico nel suo genere e in questa stagione, per la prosa, senza dubbio, ma con uno sguardo sempre vivido all’Internazionale e al Contemporaneo.

Carmelo Grassi

PRESIDENTETEATRO PUBBLICO PUGLISE

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Leggiamo e ascoltiamo da tempo, come un mantra, consuete dichiarazioni sfa-villanti volte ad affermare la centralità della cultura come motore per il rilancio socio-economico dei territori.

La realtà è purtroppo diversa. Salvatore Settis, commentando la recente relazio-ne dell’Agenzia per la Coesione Territo-riale ha analizzato, in un raro esercizio di riflessione sulle politiche pubbliche di investimento, i flussi di spesa 2015-16 disaggregandoli per aree geografiche e per settori. Per esempio, appunto, la cultura. Per concludere amaramente che i soldi messi sul sapere continuano inesorabilmente a calare, trascinando il nostro Paese sempre più a fondo nelle classifiche europee.

La Puglia ha dimostrato negli anni che si può invertire questa tendenza. Il Festival Castel dei Mondi è uno degli esempi di questa inversione.

Jean Vilar in una delle sue considerazioni più riuscite, affermava che “Il teatro è un servizio pubblico, e, proprio per questo, non può mettersi al servizio del pubblico, dei suoi interessi più limitati, delle sue passioni più meschine e dei suoi gusti più sguaiati”.

Il Festival Castel dei Mondi non lo ha mai dimenticato.

Giunto ormai alla XXI edizione, il Castel dei Mondi continua a lavorare intorno a progetti semplici ma ambiziosi, nell’in-tento di innescare riflessioni e soprat-tutto di attivare connessioni fra mondi culturali diversi.

L’obiettivo è, come sempre, quello di lasciare sul territorio non solo un’atmo-sfera creativa, ma anche una traccia per il futuro. La programmazione del Castel dei Mondi 2017, in particolare, proverà a risvegliare le emozioni, lo stupore e la meraviglia attraverso le grandi sto-rie (l’epopea del west, la fiaba, i classici della letteratura), pescando nell’im-maginario di tutti noi ed estraendone elementi di pura bellezza, quasi da contemplare. Per poi reimmergerli nel-la complessità di un teatro grandioso, frenetico e comunitario, per certi versi artigianale e per altri assolutamente contemporaneo.Nel sollecitare nel pubblico l’incanta-mento “per le grandi storie” – quelle di cui è intessuta non solo la letteratura ma anche la nostra vita di tutti i gior-ni – il Festival ha sviluppato negli anni una sua strada originale: nè tradizio-nale nè ufficiale, nè d’avanguardia nè presuntuosamente “autoreferenziale”. Nel segno di una cultura che non ri-nuncia a essere profonda e complessa, ma che ritiene, con la forza e il colore dell’arte, di poter arrivare a tutti. Nella scommessa che “profondo” e “popolare” non siano due termini in opposizione.

Per finire, i numeri: al Castel dei Mondi del 2017 parteciperanno 21 compagnie, 3 internazionali per 84 repliche complessive. 3 prime nazionali, 5 regionali, 4 concerti, 1 mostra, 2 installazioni, 2 laboratori, 3 conferenze.

Riccardo Carbutti

DIRETTORE ARTISTICOFESTIVAL CASTEL DEI MONDI

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BoO è uno spettacolo aereo. La struttura maestosa viene costruita e assemblata con 368 pali di bamboo, l’effetto fi-nale è quello di un gigantesco Mikado dove i trapezisti e i musicisti raccontano con le loro evoluzioni un mondo poetico e suggestivo, che abbandona i codici tradizionali dello spettacolo circense per lasciare spazio alle emozioni più ancestrali.

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BoOCIRKVOST (FRANCIA)DAL 25 AL 27 AGOSTO H21:45, PIAZZA CATUMAPRIMA NAZIONALE

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INGRESSOGRATUITO

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Attesissimo ritorno della Compagnia dei Fratelli Forman. Il precedente spetta-colo visto ad Andria nel 2009, Obludarium, è considerato da tutti il più bello di tutte le edizioni del Festival. Dieci anni dopo Obludarium, i fratelli praghesi si lanciano in una nuova avventura. Questa volta si dirigono verso il buon vecchio Selvaggio West. L’idea nasce da una storia quasi incredibile: l’inventore della pri-ma “taglia” (il famoso “wanted”), piantata con il coltello sulla porta di un saloon, pare fosse un emigrato ceco, un pittore fuggito nel lontano West per una ferita d’amore causata da suo fratello gemello, attore. Da questa vicenda (leggenda?) lo spunto per la loro nuova creazione, che, come in Obludarium, si associa alla co-struzione di uno spazio teatrale dedicato, dall’aspetto di un saloon. Alla cifra ca-ratteristica dei Forman (un teatro concreto e materiale fatto di attori, maschere, marionette di tutte le dimensioni, musica, scene dipinte, colori) si aggiungono le proiezioni, ispirate in 3d, come tutto lo spettacolo, ad antiche foto in bianco e nero, romanzetti popolari, film muti di cowboy e vecchie comiche dolcemente colorate in seppia; com’è nella loro poetica, uno spettacolo giocosamente naif e, se paragonato all’asettica pulizia del tempo presente, terribilmente e consape-volmente imperfetto, in linea con la loro idea tumultuosa e rude dell’epoca della frontiera (e del teatro). Un’opera d’arte “totale”, in cui i mezzi del teatro, imma-gini, suoni, lo spazio teatrale stesso concorrono a creare un’immersione dello spettatore nel mito di un Far West che non c’è più, fatto di pistoleri, chanteuses, indiani e, anche, romantici ed eroici artisti.

www.deadtown.cz

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FORMAN’S THEATRE (REP. CECA)DAL 3 AL 7 SETTEMBRE H21,45, PIAZZA CATUMA

PRIMA NAZIONALE/SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE

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L’idea ci è venuta qualche anno fa leggendo il romanzo confessione “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di E.M. Remarque. L’autore in maniera lucida e feroce rac-conta di popoli lanciati uno contro l’altro, per odio e per orgoglio ed al contempo riflette e fa riflettere sulla situa-zione di depressione e disperazione che avvolge senza tregua la società ieri come oggi. L’occasione questa volta è quella del centenario del primo conflitto mondiale che sconvolse l’Italia, l’Europa e il pianeta intero. E’ incre-dibile come studiando un evento accaduto ormai tanto tempo fa ci si senta coinvolti da situazioni e sensazioni che sembrano raccontare la nostra contemporaneità. Di qui è iniziata una indagine, storico-letteraria, ancora in atto, che mescola le materie di interesse, dal politico al sociale, dall’economico all’artistico, fornendo una con-taminazione di linguaggi, stili ed argomentazioni in cui è sempre più interessante avventurarsi per proseguire il nostro cammino di ricerca, la nostra avventura alla sco-perta di chi siamo, di chi siamo stati e di chi potremo un giorno divenire.www.berardicasolari.it

COMPAGNIA BERARDI CASOLARI27 E 28 AGOSTO H21:45

PALAZZO DUCALE

LAPRIMA,LAMIGLIORE

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La compagnia milanese Guinea Pigs e Anelo1997, laboratorio di scultura e architettura romano, presenta a Trani la seconda tappa del percorso di creazione tra installazione e performance. iniziato a Milano con l’opera site-specific SovraEsposizioni presentata nell’ambito di IT Festival, Festival del Teatro Indipendente, edizione 2017. Il tema di indagine della seconda tappa è il futuro, non il futuro distopico o prossimo alla catastrofe, bensì un futuro fatto di visioni e prospettive, reali o utopiche, anche provocatorie e totalizzanti. Per questa ricerca la compagnia parte dalle avanguardie artistiche del Novecento, prima fra tutte il Futurismo. Un’installazione site specific coinvolgerà gli spettatori nel processo di indagine: dei sensori capteranno la presenza dei visitatori negli spazi di Palazzo Beltrani, attiveranno dei contributi sonori, invitando i partecipanti

a lasciare un contributo, una risposta, un’opinione, una provocazione legata al futuro. Tutti i contributi verranno raccolti e processati e diventeranno materia della performance serale che vedrà coinvolto anche un gruppo di danzatori professionisti pugliesi.

Curatela: Marco De Francesca. Drammaturgia: Giulia Tollis Dispositivi sonori: Gianluca Agostini. Coreografie: Betti Rollo. Direzione artistica: Riccardo Mallus. Danzatori: Equilibrio Dinamico Dance Company. Guinea Pigs ringraziano per il sostegno: COORITALIA INC. - Architectural elements & windows and doors.

Fb: @GuineaPigsTeatro

GUINEA PIGS / LABORATORIO ANELO1997 /EQUILIBRIO DINAMICO DANCE COMPANY29-30-31 AGOSTO / INSTALLAZIONE H16:30>20:30PERFORMANCE A PAGAMENTO H21:30PALAZZO BELTRANI (TRANI) / PRIMA NAZIONALE

IL FUTUROÈ UNA

TRAPPOLA?IN LOTTA CON LA REALTÀ

TAPPA #2

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IL PARADOSSO DELL’ATTORE 2000QUESTUA È LA MIA VITA

IL NANO EGIDIO4-5-6 SETTEMBRE, PRIMA REGIONALEINCURSIONI A SORPRESANEL CENTRO STORICOPRIMA H19:15SECONDA H21:15

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ciolo è disposto a prendere degli schiaffi da spettatori e semplici passanti. Tommaso Salati è pronto a offrire il suo corpo per far sfogare la rabbia repressa che l’uomo e lo spettatore mo-derni portano dentro, il tutto in cambio di una piccola offerta in denaro. Mette a disposizione il suo corpo per realizzare un suo sogno, quello di diventare un bravo attore. Con la sua per-formance, un gesto violento si trasforma in un gesto d’amore. La mano tesa dello schiaffo è allo stesso tempo una mano che porge la questua e che accompagna un giovane atto-re nel cammino della vita. Ad aiutarlo ci sa-ranno due membri della compagnia “Nano Egidio” che spiegheranno agli avventori la performance e li invoglieranno ad aiutare la causa del giovane.

Ci sarà anche un menù della violenza consen-tita, perché tutto ha un prezzo, anche i sogni, anche la vergogna, anche il dolore, anche la sensibilità.

Schiaffo leggeroda 0,50 a 1 €

Schiaffo normaleda 1 a 2 €

Schiaffo vigorosoda 2 a 5 €

SPECIALITÀFrustata

minimo 5 € Pubblicità con scritta

su pelle e magliettaminimo 10 €

Taglio di capelliminimo 50 €

Aggiornamento de Il Paradosso sull’Attore, scritto nel 1784 da Denis Diderot, un saggio utile e bello ma un po’ datato. In questi anni 2000 gli studi sul mestiere dell’attore non possono concen-trarsi esclusivamente su fattori come la sensibilità, l’emotività, il sangue freddo ecc ecc. Ma biso-gna allargare il campo di studio includendo elementi più concre-ti. Il trattato di Diderot partiva da uno studio sul grande attore David Garrick, la nostra perfor-mance parte da una richiesta del giovane attore Tommaso Salati. Tommaso Salati è un attore ma non è molto bravo a recitare, per diventare bravo deve e vuole frequentare dei corsi e laboratori di teatro e di recitazione. I corsi di teatro però costano, il nostro Tommaso con grande orgoglio e coerenza per guadagnare i soldi necessari a frequentare i corsi non vuole fare altro lavoro che quello dell’attore. La domanda con conseguente paradosso è la seguente: “Si può lavorare facendo l’attore per guadagnarsi i soldi ne-cessari per studiare e diventare un bravo attore?” La risposta è la no-stra performance stessa. Tommaso Salati è seduto sorridente ad una sedia; in cambio di qualche spic-

www.nanoegidio.it

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Giovedì 18 ottobre 1934 andò in onda la prima puntata de I 4 moschettieri «parodia di Nizza e Morbelli con musiche di E. Storaci», ispirata al celebre capolavoro di Dumas. Abbinata ad un famoso concorso di figurine sponsorizzato dalla Perugina, la radiorivista si impose in poche settimane come un vero e proprio fenomeno di costume, contribuendo decisamente alla diffusione e alla vendita degli apparecchi radiofonici in Italia. Ottant’anni dopo, I Sacchi di Sabbia hanno dato un sequel a I 4 moschettieri: dapprima con un radiodramma - realizzato per Radio 3 all’interno del progetto Radio Days di Santarcangelo 14 - ed ora con questo spettacolo teatrale, che ripropone, in un’inedita sperimentazione visiva, le atmosfere e i personaggi del radiodramma. I 4 moschettieri in America è ambientato negli States degli Anni Trenta: qui, i famosi eroi di Dumas si ritrovano a inseguire – tra gangster, pupe e sparatorie – il sogno di una nuova grandezza, che solo il cinema potrà soddisfare.Un pastiche che – alla maniera di Nizza e Morbelli –si avvale di gustose contaminazioni: dal cinema di Billy Wilder, ai testi di Jules Verne, alle moderne graphic novel. Complice della compagnia, il pittore Guido Bartoli, chiamato a illustrare il teatro giocattolo che costituirà il centro della scena.www.sacchidisabbia.com

I 4 MOSCHETTIERIIN AMERICARADIODRAMMA ANIMATO

I SACCHI DI SABBIA5 E 6 SETTEMBRE H21:45

PALAZZO DUCALE, PRIMA REGIONALE

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Da una parte: un ufficio illuminato dai neon, tre dipendenti dell’Agenzia delle Entrate e un’alluvione appena passata; dall’altra parte: una sala d’aspetto gremita dal pubblico. In mezzo a loro: uno schermo su cui lo spettatore seduto vede proiettato il video-reportage della giornata di lavoro che quei tre impiegati, intenti a ripulire dal fango pratiche e faldoni, stanno portando avanti. Che cosa significa restare umani nonostante la noia e la complessità burocratica del vivere quotidiano? A cercare di rispondere a questa domanda, è una telecamera che, in presa diretta, segue senza soluzione di continuità i tre personaggi e le loro azioni, restituendo una graffiante sequenza di primi piani, particolari, carrellate, soggettive che vanno a scavare nell’intimità profonda dei tre impiegati, fino a far emergere quell’ umanità di cui tutti noi, che siamo stati almeno una volta pubblico agli sportelli, ignoriamo tendenzialmente l’esistenza. Tutto è giocato sul limite che corre tra essere e non essere, tra realtà e finzione, attraverso quella strettissima linea di confine esistente tra la fiction e la non fiction, tra il teatro e il real cinema, stesso filo che ha più volte analizzato e percorso DFW con la sua produzione letteraria. Il corpo dell’attore giostra a negarsi attraverso la bidimensionalità dell’immagine per poi irrompere davanti allo schermo e dichiarare la propria autorialità, ribadendo, di fronte all’occhio nudo dello spettatore, la sua presenza viva, tridimensio-nale, fatta di carne ed ossa.www.laballatadeilenna.com

LA BALLATA DEI LENNA6 SETTEMBRE H21:45

OFFICINA SAN DOMENICO

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10 ESERCIZI PER NUOVI VIRTUOSISMI

R.OSA

DI SILVIA GRIBAUDI CON CLAUDIA MARSICANO

8 SETTEMBRE H21:45, PALAZZO DUCALE

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R.OSA è una performance che si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia dissacrante porta in scena l’e-spressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa tramite un linguaggio “informale” nella relazione con il pubblico. R.OSA si ispira alle immagini di Botero, al mondo anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione. R.OSA è uno spettacolo in cui la performer si esibisce in una “one woman show” che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia compo-sta di 10 esercizi di virtuosismo. R.OSA è un’esperienza in cui lo spet-tatore è chiamato ad essere protagonista volontario o involontario dell’ azione artistica in scena. R.OSA fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri sulla base dei nostri giudizi. Lo spet-tacolo mette al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite. R.OSA è in atto una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità. SILVIA GRIBAUDI è core-ografa e perfomer, vincitrice del premio pubblico e giuria GD’A Ve-neto 2009, selezionata nel 2010 in Aerowaves Dance Across Europe, finalista Premio Equilibrio 2013, ospite in festival nazionali ed inter-nazionali. Dal 2012 collabora con il coreografo Sharon Fridman e con l’artista visiva Anna Piratti in progetti di art in action sui diritti uma-ni. Collabora con importanti attori, registi, scrittori e coreografi. Nel 2014 partecipa a Performing Gender da cui nasce “The film contains nudity”. Crea e conduce progetti su invecchiamento attivo, labora-tori e performance site-specific con Donne Over 60. La performance “What age are you acting? Le età relative” viene selezionata dalla piattaforma della danza italiana NID 2014. Con Tara Cheyenne vince il Chrystal Dance Prize 2014 con sostegno per la nuova produzione “Empty.swimming.pool” 2017. Nel 2016 è regista dello spettacolo “My place” (Qui e Ora residenza teatrale). È coreografa e artista finalista in CollaborAction XL rete anticorpi, selezionata in ResiDance 2017 – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche. CLAUDIA MARSICANO diplomata come attrice nella scuola di teatro di Quelli di Grock, vince molti premi tra cui il Festival Young Station 2014; menzione speciale miglior attrice in ConfrontiCreativi2014. Nel 2015 vince il premio Anteprima 2015, ed è in scena con la compagnia Le-viedelfool, in “Made in China, postcard from Van Gogh”; selezionata per il progetto Elogio della leggerezza di Roberta Torre e Silvia Gri-baudi. Finalista premio UBU 2016 nuova attrice under 35.

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Un cantiere teatrale della durata di 20 giorni che possa dare il tempo di approfondire le dinamiche del testo con una intensità che permetta di produrre una dimostrazione finale per il Festival.

Le selezioni avverranno tramite bando pubblico La partecipazione al cantiere su Caligola di Camus sarà aperto ad un numero di attori non inferiore a 15.

Se l’arte è specchio dei tempi, il testo di Camus ha attraversato un periodo crea-tivo che va dal ’37 al ’58, cioè quello riguardante l’elaborazione delle varie versio-ni. Cos’è successo nel frattempo nel pensiero dell’uomo? La Scienza, così come l’Arte e il Pensiero, ammesso che non si siano fusi abbattendo ogni steccato di specificità disciplinare, hanno superato o rese evidenti le conseguenze di quella coscienza e di quella curiosità?

Fb: @progettofarsa

MICHELE SINISI24 AGOSTO ANTEPRIMA E 25 AGOSTO H21:45

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Nel 1935 Eduardo e Pirandello coronarono la collaborazione artistica con L’a-bito nuovo – uno scenario di Luigi Pirandello dialogato in due atti e tre qua-dri e concertato da Eduardo De Filippo, che andò in scena nel 1937, al teatro Manzoni di Milano. Il loro progetto nacque intorno all’omonima novella di Pirandello, che Eduardo individuò come adatta ad una trasposizione teatrale. Eduardo restò affascinato dalla figura del protagonista della novella, lo scriva-no Michele Crispucci, un personaggio che partendo da un’umile condizione sociale, non accetta l’eredità che la sorte gli predispone, pur di non perdere la sua dignità e la sua onestà. Il breve racconto di Pirandello inizia letteralmente con l’abito, che quel povero Crispucci indossava da tempo immemorabile… e finisce con un abito che parlava da sé…. Così che il passaggio da un abito vec-chio ad un abito nuovo rappresenta l’avvenimento fondamentale del testo. L’amore profondo, puro e testardo di Crispucci per sua moglie, nonostante gli eventi, prorompe in lui con lucida follia, trasformandolo in una sorta di eroe contemporaneo che lotta contro l’ottuso materialismo dei nostri giorni ed il degradante attaccamento degli uomini alle cose, alla roba e non ai sentimen-ti. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Michelangelo Campanale, che dipinge la scena con una regia visionaria, ispirata alla novella e allo stesso tempo fedele al testo di Eduardo, e Marco Manchisi che ha curato il corpo della recitazione, comparando il dramma del 1935 e la riscrittura che Eduardo effettuò per le riprese RAI del 1965. Testo e regia cuciti sull’affiatato nucleo di attori che da anni costituisce l’anima della compagnia La luna nel letto.

www.lunanelletto.it

BUS NAVETTA DA PIAZZA CATUMA

COMPAGNIA LA LUNA NEL LETTO30/31 AGOSTO H 21,45

TEATRO COMUNALE RUVO DI PUGLIA

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Il 20 novembre 2009 in un appartamento della periferia romana viene ritrovato il corpo carbonizzato di una transessuale. Il suo nome è Brenda Wandell Paes e la sua identtà è già nota ai media nazionali per il suo coinvolgimento nel caso Marrazzo, una vicenda di sesso, droga e ricatto che ha portato alle dimissioni dell’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Vita Oscena di Brenda Wandell Paes vuole però lasciare la cronaca sullo sfondo. Vuole dare voce, corpo, anima a una creatura sfruttata e poi rinnegata dalla nostra società. Vuole rendere Brenda un simbolo, una martire. In questo monologo raccontiamo la storia di una splendida tigre rinchiusa in un circo. Raccontiamo dei suoi carcerieri e della sua voglia di libertà. Raccontiamo di come la bellezza e il male siano sempre destinati ad essere due facce della stessa medaglia.

www.scarti.wordpress.com

ASSOCIAZIONE CULTURALE GLI SCARTI30 AGOSTO H21:45, PALAZZO DUCALE

VITA OSCENA DI BRENDA WENDELL PAES

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GUL significa giallo in svedese. Questa storia coniuga due elementi distanti eppure pertinenti: il primo è il genere, in letteratura comunemente conosciuto come giallo, appunto; il secondo è uno degli eventi più traumatici della storia contemporanea europea: l’omicidio del premier svedese Olof Palme.

Nel 1986, l’assassinio di Olof Palme ha segnato la storia politica mondiale, esattamente come, quasi vent’anni prima e in un altro continente, la morte di John Fitzgerald Kennedy sconvolse gli equilibri politici del tempo. L’omicidio di Olof Palme è un cold case per eccellenza.

Oggi, quello che ci rimane della sua vita non è altro che una storia densa di complotti e interessi politici, un lutto nazionale, un assassino mai arrestato. Segreti, social-democrazia e sangue.

www.teatrokoreja.it

CANTIERI TEATRALI KOREJA3 SETTEMBRE H21:45, PALAZZO DUCALE

GULUNO SPARONEL BUIO

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Tutti i bambini conoscono già questa fiaba,lo spettacolo li vuole portare per mano “dietro le quinte” della storia, lì dove prendono forma e vita i personaggi, i loro sen-timenti e le loro azioni, talvolta buoni e talvolta cattivi, quasi mai sempre buoni o sempre cattivi. Proprio come uno spettacolo: un po’ comico, un po’ emozionante; o come la vita che impariamo ad affrontare: un po’ dolce, un po’ irritante, un po’ divertente, un po’ inquietante, un po’. Continua con questo spettacolo il progetto che il Crest condivide con l’immaginario di Michelangelo Campanale, regista e ani-ma di tanti spettacoli della Compagnia La Luna nel Letto visti al Festival (Cenerentola Across the Universe, Il Vecchio e il Mare, Cinema Paradiso) per raccontare ai ragazzi storie che riescano ad emozionarli davvero, senza edulcoranti e senza bugie, ma solo con grande rispetto della loro capacità di comprendere ed elaborare pensieri e opinioni in autonomia, semplicemente sulla strada della crescita.

www.teatrocrest.it

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Il nostro spettacolo è ispirato a I giganti della montagna, in particolare a quell’ul-timo atto, che non fu scritto, i cui appunti sono stati dettati dallo stesso Pirandello al figlio Stefano. La nostra idea è di lavorare intorno a questo finale incompiuto e di svilupparlo attraverso una compagnia di anziani o variamente disadattati, fuori dal tempo, fuori tempo, in qualche modo anacronistici, di un anacronismo che non è collocabile nel tempo cronologico ma che piuttosto rappresenta l’estraneità alla modernità, alla contemporaneità. Una compagnia che non è al passo con i tempi, che non si è né integrata né collocata. La compagnia si presenta con il nome OPERA NAZIONALE COMBATTENTI, un nome che rimanda a una legione dismessa di una qualche guerra patria ormai finita e dimenticata, un gruppo di ex combattenti fuori contesto, inutili e disonorati, a cui nessun rispetto è più riservato. Opera nazionale combattenti si fa paladina di questa operazione di divulgazione di questo ultimo atto pirandelliano.www.principioattivoteatro.it

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La compagnia giovanile di danza Equilibrio Dinamico nasce nel 2011 da una forte spinta motivazionale della giovane coreografa Roberta Ferrara. Fondamentale pilastro della compagnia è il raggiungimento della poliedricità del danzatore; attraverso un lavoro completo e ricercato delle discipline madri della danza e del teatro.Il chiaro obiettivo dell’ Equilibrio Dinamico è dare la possibilità di studiare e lavorare con più docenti e coreografi di calibro internazionale attraverso workshops in sede con cadenza mensile e progetti residenziali; ponendo cosi l’intera compagnia ad una crescita omogenea sotto il profilo tecnico-stilistico e artistico-psicologico. Così Bert Uyttenhove su 12 IsALF “I movimenti naturali della mano sono stati il punto di partenza per il pezzo di danza che ho voluto creare. Questi gesti si evolvono a poco a poco a movimenti di danza più complessi e intricati. Accanto ad essa sono stato incuriosito dall’ intervista di David Lynch, “Le idee sono come i pesci “parla del l’interazione tra la coscienza, la creatività e la meditazione. La combinazione dei due elementi dirotta il pezzo in una certa direzione. La personalità di David Lynch mi ha portato all’ espressione di un particolare tipo di atmosfera nel pezzo. Riunendo tutti questi elementi con la musica originale di Félix Lajkó si trova il filo conduttore”.

www.equilibriodinamico.org

EQUILIBRIO DINAMICO DANCE COMPANY10 SETTEMBRE H21:30

OFFICINA SAN DOMENICO

IDEASARE LIKEFISHING

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Un autobus a due piani, che si trasforma in un grande palco e spazio eventi su otto ruote. Nella parte superiore una sala attrezzata per 25 posti a sedere; ma basta aprire la fiancata, e il bus diventa un vasto boccascena per offrirsi a un pubblico numeroso: spettacoli teatrali e musicali, performance, nuovo circo, incontri a tema di valore artistico e culturale. Il Bus Theater è un mezzo per realizzare progetti culturali anche nei luoghi non battuti dai circuiti tradizionali. L’obiettivo è portare spettacoli ed eventi al più vasto pubblico e nei più vari luoghi possibili, nei centri storici come nelle zone periferiche delle città o nelle campagne, in località di alto interesse storico/artistico come in aree sprovviste di strutture adeguate. Un modo per fare della strada un tramite tra artisti, persone, operatori culturali, comunità: un crocevia dove si avveri l’avventura del viaggio e la straordinarieta dell’incontro. Il bus theater ospiterà anche artisti del territorio selezionati attraverso una pubblica open call. Verranno ospitati 12 tra compagnie e gruppi musicali che si esibiranno durante il Festival. È prevista una tappa del Bus Theatre anche nella città Matera

www.bustheater.com

BUS THEATERTEATRO A MOTORE ITINERANTE PER I QUARTIERIDALLA PERIFERIA AL CENTRO STORICODAL 3 AL 10 SETTEMBRE, DALLE 18,00 ALLE 23,00

3 SETTEMBRE MATERA4 SETTEMBRE BORGO DI MONTEGROSSO5-6 SETTEMBRE QUARTIERE SAN VALENTINO7-8 QUARTIERE SANTISSIMA TRINITÀ9-10 QUARTIERE SANTA MARIA VETERE

GRATUITO

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UN PROGETTO DI FONDAZIONE 107E OFFICINE SINTETICHEDAL 25 AL 29 AGOSTO, DALLE 18,00 ALLE 23,00OFFICINA SAN DOMENICOSOSTEGNO ALLA PRODUZIONE

L’opera si sviluppa da un’idea di Vanessa Vozzo e viene curata da Vanessa Vozzo e Stefano Sburlati che fin dal 2015 iniziano una ricerca sui migranti e il mare a partire da progetti quali What’s in my bag dell’IRC (International Rescue Committee) sulla piattaforma Medium. Da gennaio 2016 Stefano e Vanessa guidano gruppi di studenti e gestiscono una complessa ricerca sulle tecnologie immersive e interattive. Da questo momento in Apnea collaborano studenti, professionisti, ricercatori e docenti, un ampio gruppo di più di 20 persone.

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Nel 2016 il progetto incontra persone straordinarie con le quali inizia un percorso sui migranti e il mare partendo proprio da Lampedusa, dove il progetto si trasferisce per qualche tempo nell’agosto 2016. Queste persone sono Valerio Cataldi, giornalista che da anni si occupa di migranti, e Tareke Brhane, mediatore culturale e rifugiato residente in Italia, entrambi del Comitato 3 Ottobre. Il loro aiuto si è rivelato fondamentale sia durante le riprese a 360° a Lampedusa sia per l’indagine artistica riguardante gli oggetti: Valerio e Tareke sono gli ideatori del museo del dialogo e della fiducia, museo temporaneo che espone gli oggetti dei migranti scomparsi nel naufragio del 3 Ottobre 2013. E poi Simone D’ippolito, un nuotatore subacqueo testimone del ritrovamento del relitto del 3 Ottobre 2013, presente in video e che accompagna le riprese di Apnea a 360° nei mari di Lampedusa.

Apnea è un progetto innovativo volto alla produzione di un’opera artistica nella quale si utilizzano sistemi di interattività digitale e tecnologie immersive attraverso un complesso e articolato percorso crossdisciplinare che investe ricerca e formazione. L’esperienza esplorativa del visitatore avviene attraverso tre momenti che si svolgono intorno ad una cabina immersiva interattiva. Il visitatore inizia il suo viaggio a partire da un’istallazione composta da fotografie e video che isolano e decontestualizzano oggetti anch’essi esposti e appartenenti a persone che hanno attraversato il mare in cerca di un nuovo futuro. Oggetti sospesi nell’assenza di identità negate che naufragano sul fondo della storia stipandosi nella memoria dell’acqua. L’acqua, il mare e gli oggetti diventano l’elemento centrale delle successive sezioni immersive formate da un’istallazione audiovisiva interattiva e da un video a 360° fruibile attraverso un VR viewer. L’opera viene realizzata grazie a un team di docenti, ricercatori, studenti del Politecnico di Torino. Apnea è un progetto nato dall’incontro tra la Fondazione 107 e Officine Sintetiche volto alla produzione di un’opera artistica nella quale si utilizzano sistemi di interattività digitale. Apnea esplora l’esperienza dello smarrimento in mare e le condizioni dei migranti che affrontano le acque del Mediterraneo. Lo spettatore avrà l’occasione di fruire di video 360° e di visionare l’istallazione. Inoltre alcuni esperti presenteranno il progetto e la piattaforma Officine Sintetiche. Il progetto è realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando ORA insieme a Fondazione 107, CIRMA dell’Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino (Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione), Festival Internazionale di Andria Castel dei Mondi. In collaborazione con il Conservatorio di Torino. Officine Sintetiche è una piattaforma nata a Torino che dal 2006 si occupa di formazione, produzione e live events nel campo dell’Interactive Media Art.www.officinesintetiche.it

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3dsense è una giovane società internazionale di stanza a Praga composta da entusiasti interessati all’arte, al graphic design e alla computer vision che condividono la passione per magnifiche applicazioni interattive.

Realizzano installazioni d’arte presso mostre, prodotti in-box per pubblicità interattive o installazioni per eventi personalizzati. A selfie with a movie star è un’installazio-ne interattiva per l’esposizione Retro al Museo Nazionale di Praga che ti permette di farti un selfie con le stelle del cinema. Le immagini sono tratte da alcuni dei capolavori della cinematografia di tutti i tempi.

www.3dsense.cz

3DSENSE (REP. CECA)DAL 25 AGOSTO AL 10 SETTEMBRE

DALLE H18:00 ALLE H23:00OFFICINA SAN DOMENICO, PRIMA NAZIONALE

A SELFIEWITHA MOVIESTAR

INGRESSOGRATUITO

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Sara e Chiara si allenano per diventare astronaute e affrontare quella che, a tutti gli effetti, sarà un’odissea spaziale. L’incapacità di affermarsi è latente in ogni loro gesto e parola, eppure non demordono e lottano per conquistare la loro porzione di spazio. È la loro totale assenza di cinismo a trasformare un asettico studio fotogra-fico nello spazio siderale e a mettere lo spettacolo in bilico fra essere un’illusione e un vero viaggio intergalattico. A partire da Mercury 13, il fallimentare progetto americano per mandare tredici donne nello spazio, lo spettacolo indaga le conse-guenze emotive di non avere l’opportunità di fare ciò che più si desidera, ciò che più ci si sente capaci e preparati di fare. Quest’impossibilità, simile al non poter esprimere ciò che si sente di essere, ci fa chiedere se in ambito professionale, così come nella vita, conta di più il duro lavoro, l’onestà e la compassione oppure se sia solo una questione di know-how, capacità tecniche e privilegi. Oscillando in quest’interrogativo, lo spettacolo diventa un meccanismo analogico che mette in dialogo le due aspiranti astronaute con James Bond e con la prima trans a essere pubblicata su Playboy.

www.officeforahumantheatre.org

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A CURA DELL’ETICHETTA INDIPENDENTE“RICERCA SONORA” DI PASQUALE LOMOLINO

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Berlino lo ha ospitato per qualche anno, foraggiando il suo “costante bisogno di trasformazione interiore”. Dopo una manciata di produzioni a suo nome, tra Ep, “split” e il primo album intitolato “Fragmenti”, il giovane Dubit - al secolo Pier Alfeo - ha deciso di far ritorno alla Puglia e alle sue campagne brulle. Forte del bagaglio di conoscenze acquisite in terra teutonica, unite alla frequenza del corso di “Composizione elettroacustica, multimedialità e programmazione in-formatica musicale” al Conservatorio di Bari e alla naturale inclinazione alla manualità, il Nostro ha dato vita a una dimensione musicale parallela in cui “dark-ambient” post-industrialed ele-menti techno si combinano armonio-samente ai suoni della natura e di stru-menti auto-costruiti.

www.soundcloud.com/dubit

l tarantino Fabio Orsi nel giro di pochi anni è diventato uno dei punti di riferi-mento della scena musicale sperimen-tale nazionale ed internazionale. Era il 2005 quando l’esordio su vinile “Osci”, rilasciato per la SmallVoices, conquistò critica e pubblico. In seguito l’artista ha continuato un’intensa attività pro-duttiva pubblicando diversi lavori con alcune fra le più importanti etichette discografiche del circuito, affiancando una lunga lista di performance dal vivo in Europa, America e Giappone.

È indubbio che il talento di Fabio è ormai una realtà più che consolidata, il sound intimista e astratto, uno dei pochi a trovare il giusto compromesso tra sperimentazione e melodia, spazia tra drone ambientali, strumenti acu-stici magistralmente suonati e field recordings. Nelle sue composizioni i linguaggi della tradizione popolare incontrano l’avanguardia, creando un mix originale e affascinante.

Da qualche anno Fabio coltiva una nuova passione, che è diventata quasi ossessione: la fotografia. Anche qui l’ar-tista si esprime con un talento fuori dal comune poiché sublima il linguaggio fotografico rendendolo poesia. I suoi scatti sono esposti in alcune gallerie nazionali ed internazionali, ottenendo ottimi riscontri da più parti. Recentis-sima la pubblicazione del suo primo libro fotografico, a opera di Edizioni Backwards, “Il Ricordo Improvviso Dell’Assoluto Stupore”.

30 AGOSTO H23:00OFFICINA SAN DOMENICA

DUBITFABIO ORSI

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Mike Cooper, inizia la sua carriera musicale come chitarrista, cantante e autore di folk-blues, per poi diversificare il suo lavoro, includendo l’improvvisazione e la musica elettronica, le sonorizzazioni di film, la radio-art e le installazioni sonore. Si dedica alla scrittura, come giornalista musicale e storico delle musiche e dei musicisti del Pacifico; artista visivo e filmaker, compare in più di sessanta dischi. Il suo lp del 1969 Oh Really!? è acclamato come il migliore disco di blues acustico di quegli anni. Alla fine del decennio, Mike comincia a sviluppare una carriera parallela nell’ambito della musica sperimentale, e collabora assiduamente con membri del London Musicians Collective, come Keith Rowe, David Toop, Steve Beresford, Max Eastley, Paul Burwell, Eddie Prevost.

www.cooparia.com

7 SETTEMBRE H23:00OFFICINA SAN DOMENICO

A CURA DELL’ETICHETTA INDIPENDENTE“RICERCA SONORA” DI PASQUALE LOMOLINO

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Flavio Giurato è il segreto meglio custodito della musica ita-liana, per alcuni uno dei più grandi cantautori italiani viven-ti. Fratello del giornalista Luca, artista di culto per addetti ai lavori e appassionati, autore di tre album meravigliosi tra il 1978 e il 1984 (“Per futili motivi”, “Il Tuffatore” e “Marco Polo”), a distanza di 12 anni dal suo ultimo lavoro, “Il manuale del cantautore”, è ritornato con un nuovo disco, “La scomparsa di Majorana”, un capolavoro, definito da Christian Zingales del-la rivista Blow Up – che l’ha inserito al secondo posto, dietro “Carrie & Lowell” di Sufjan Stevens, nella top 10 dei migliori album usciti nel 2015 – “un disco che in futuro sarà adorato come un monolite sacro”.www.facebook.com/flaviogiuratoofficialpage

FLAVIO GIURATO TRIO9 SETTEMBRE H23:00PALAZZO DUCALE, PRIMA REGIONALE

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La passione per il r’n’r e per il doo wop è la base da cui i Frigidaires par-tono per creare un’esperienza musicale attuale, il linguaggio è rispetto-so delle radici sia nella musica che nelle intenzioni dei testi, l’ironia e il sarcasmo tipico del genere rivivono calati nei nostri giorni, e la mu-sica, dalle sonorità ’50s e ’60s, ha un’energia decisamente garage rock.

La band nasce dalle esperienze condivise in 25 anni di concer-ti, sui palchi di tutta Italia e attraverso diverse formazioni, da Clau-dio’Greg’Gregori e Luca Majnardi; insieme a loro Alex Meozzi, Olimpio Riccardi, Giovanni Campanella e Giulio Scarpato, quattro provati profes-sionisti che si distinguono in generi che vanno dal rock al jazz e al reggae.

I Frigidaires non si presentano come semplice ‘cover band’, le canzo-ni che propongono in concerto e sui dischi si alternano tra composi-zioni originali e classici del genere, a volte con ficcanti testi rivisitati in italiano, per questo e per l’energia dei loro live set riescono a raggiun-gere i pubblici più eterogenei, dai centri sociali agli abbonati dei teatri.

Claudio Gregori è noto ad un pubblico più vasto per la sua attività di attore e autore per la radio la televisione ed il cinema, ma fin dalla metà degli anni ’80 è attivo come cantante e chitarrista nella scena r’n’r e rock’a’billy romana, mantenendo negli anni con passione e con successo l’attività di musicista.

Fb: @GregandTheFrigidaires

FESTA FINALE A CONCLUSIONEDELLA XXI EDIZIONE DEL CASTEL DEI MONDI10 SETTEMBRE H22:00, PALAZZO DUCALE

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Il progetto Stupor Mundi supera i confini tra i linguaggi e le culture per creare, nei fatti e nel tempo, un progetto di respiro europeo. Realizza un progetto creativo di singolare ricchezza, contrassegnato dallo stretto legame con la storia della città e le storie che gli ospiti invitati vorranno narrare. L’interesse e la forza del progetto risiedono senza dubbio nel costruire un prezioso intreccio di rapporti di collaborazione con gli ospiti invitati. Stupor Mundi costruisce una rete di condivisione che consente di portare nella nostra città e nei nostri territori straordinarie figure che hanno saputo parlare apertamente grazie alla loro professione, e ciascuno con il proprio linguaggio, senza mai circoscriversi in ambiti specialistici ed accademici. Il valore espresso dagli ospiti del progetto, la pluralità delle estetiche narrate, la capacità di sapersi interrogare di saper creare a partire dalle questioni profonde del nostro tempo, rappresentano le linee guida e le parole chiave del progetto Stupor Mundi.

Il Castel dei Mondi ospita al suo interno la seconda edizione di questa rassegna, un progetto site specific, dove la potenza del locus “Castel del Monte” ben si coniuga e integra con la potenza figurativa e narrativa dei temi trattati e degli ospiti invitati.

STUPORMUNDI

A CURA DELLASOCIETÀ DANTE ALIGHIERICIRCOLO DI ANDRIA

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La Società Dante Alighieri, organizza in città, nell’ambito del Festival Castel dei Mondi di Andria, incontri di approfondimento sulla parola, sulla lingua, sugli usi ed abusi che di esse vengono fatti nell’era digitale. Una riflessione sulla parola (scritta, parlata, postata) come espressione più immediata ed autentica dell’umanità degli individui. Parola ed umanità, appunto, il connubio che si intende analizzare, sviscerare, smembrare al fine di provare a riconiugare nel modo migliore l’io e l’es della sfera comunicativa. Oggi si scrive e si parla tantissimo, in ogni dove. Tutti possono scrivere, tutti lo fanno.

Le parole come pietra angolare di una struttura complessa che muta costantemente: il linguaggio. Parole solide, parole scelte con cura, parole in voga, abusate, dimenticate, riscoperte. Parole nuove, di tendenza, parole che diventano trending topic. Narrativa, pubblicità, informazione. Al di là dei canali di comunicazione, “le parole sono portanti”. Nell’epoca degli hashtag, in cui ciò che accade nel mondo si scrive tuttoattaccato, vogliamo restituire spazio alle parole. Interrogarci su come i media abbiano influenzato la lingua italiana, se al progresso corrisponda un’evoluzione o un’involuzione dei linguaggi.

Che umanità viene fuori dal lessico, dai registri, dalla lingua che oggi utilizziamo? Un lessico povero, di contro alle migliaia di lemmi che l’italiano possiede, un registro unico per ogni contesto, una lingua svilita che non si sa più dove vada né da dove venga. Che fine hanno fatto le parole? Le parole sono materia prima, sono merce, sono in vendita in una società che, molto più di altre in passato, ha deciso di vendersi l’anima al dialogo.

Oggi la comunicazione corre, l’etica è più lenta, l’etica e la lingua pagano le spese di questa eccessiva rapidità. La rete ed i media ci hanno resi cosmopoliti hanno espanso il nostro essere umani nello spazio, ma ci hanno resi “provinciali di tempo”, monchi della dimensione temporale: gli uomini sono isolati consumatori di parole ed hanno smarrito la res (rem tene, verba sequentur, dicevano i latini). La rete del vasto mondo (www) è la forma avanzata di conoscenza oggi, tuttavia il contraccolpo ad essa collegato è che qui si annidi la monocultura: l’inferno dell’uguale. Il mondo della rete e dei media ha perso il pathos dell’alterità: stesse parole, stesso comportamento, stessi pensieri (mignon, 140 caratteri precisamente), tutto faccia ed interfaccia. Il volto dov’è? Nella due giorni andriese ci si chiederà e si proverà a riprendere e a rispondere a delle domande importanti: da dove viene la lingua che usiamo, qual è il suo stato di salute, com’è l’umanità linguistica dei social, e quella dei media? Di seguito il dettaglio degli incontri di ParolEvolute. PA

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DANTE È DAVVERO IL PADREDELLA LINGUA ITALIANA?DOMENICO DE MARTINOCASTEL DEL MONTE, 30 AGOSTO H18:00

Filologo, insegna Filologia dantesca all’Università di Udine; dal 1992 collabora con l’Accademia della Crusca, di cui è stato a lungo responsabile delle pubblicazioni. E’ il direttore artistico del festival Dante2021 di Ravenna. E’ membro della Società dei Filologi della Letteratura Italiana.

Dal De vulgari eloquentia al Vocabolario degli Accademici della Crusca (e fino a oggi). Quanto dell’italiano che oggi parliamo e scriviamo discende da Dante? E perché? Aspetti storici, culturali e lessicali. Dal De vulgari eloquentia alla Commedia, dalle Prose della volgar lingua di Pietro Bembo (1525) all’edizione della Commedia degli Accademici della Crusca (1595; prima possibile “edizione critica”), fino alle quattro edizioni del Vocabolario della Crusca (1612-1923). Le strane leggi del caso e la volontà di un poeta, vissutooltre settecento anni fa, che voleva parlare alla «futura gente».

LA SITUAZIONE È GRAMMATICAANDREA DE BENEDETTICASTEL DEL MONTE, 1 SETTEMBRE H18:00

(Torino 1970) si è laureato in Lettere Moderne con una tesi su stile, lessico e sintassi dei titoli di giornale italiani. Nel 1997 si è trasferito in Spagna, dove ha insegnato per nove anni lingua e linguistica italiana all’Università di Granada e conseguito un Dottorato di Ricerca in Filologia Romanza, oltre ad avviare collaborazioni giornalistiche con diversi media italiani (il Manifesto, D - La Repubblica delle Donne, Guerin Sportivo, GQ, RadioUno Rai e altri) proseguite anche dopo il suo rientro in Italia nel 2006.

Errare non è solo umano: a volte, in grammatica, è persino “giusto”. Se facciamo errori, infatti, non è solo perché sbagliamo, ma anche perché la lingua ci invita a farlo: con le sue trappole, le sue bizzarrie, le sue incoerenze. Che fare, dunque? Alzare le barricate per cercare di preservare la lingua dai barbari che la minacciano o arrendersi alla sua mutevolezza congenita? Difficile rispondere. Di certo,quando ci accingiamo a correggere l’errore di ortografia o di sintassi, dobbiamo sempre tenere a mente che a sbagliare, molto spesso, non sono i parlanti. È la lingua stessa.

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LA CAMERIERA DI POESIACLAUDIA FABRISBORGO MURGIA, 7 SETTEMBRE H18:00

É nata a Padova nel 1973. Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, l’ascolto e il gusto, in un percorso di ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.

Nell’Aprile 2011 Claudia Fabris crea la Cameriera di Poesia: una ristorAzione per lo Spirito. Performance in cui serve testi poetici al microfono in cuffia agli ospiti, che, come ad un ristorante, possono scegliere da un menù proposto cosa desiderano ascoltare. La Cameriera di Poesia è stata presentata al pubblico per la pri-ma volta nella rassegna teatrale Contrappunti di Tam Teatromusica a Padova e dal 2011 e da allora gira ininterrottamente l’Italia in spazi pubblici e privati, in teatri, festival, chiese, musei, in riva al mare, in parchi, ristoranti ma anche nelle case come regalo di compleanno in feste private e più volte regalo di nozze dei testimoni agli sposi, allestendo il lavoro nella camera d’albergo durante i festeggiamenti, offrendo i suoi servizi poi a tutti gli invitati. Questa ristorAzione nasce dal desiderio di nutrire lo spirito con la stessa cura con cui si nutre il corpo, offrendo la possibilità di ascoltare le parole incorniciate dal silenzio, esperienza rara al giorno d’oggi. Gli ospiti hanno a disposizione cuffie ad alta fedeltà senza fili, con una portata di 100 metri, attraverso le quali i testi vengono serviti da una postazione con microfono, computer e mixer e la voce della Cameriera risuona nell’intimità dell’ascolto di ognuno come in una chiesa vuota dove il suono riverbera, restituendo alla parola la sua dimensione originale, poetica appunto, quella che aveva quando si credeva che le parole potessero davvero generare mondi. A seconda della situazione gli ospiti verranno serviti da seduti o distesi, da vicino o lontano, saranno fermi o passeggeranno, ma verranno comunque messi nella condizione che li disporrà al miglior ascolto possibile.

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I suoi interessi culturali vanno dalle arti figurative alla letteratura, alla musica classica, all’archeologia. Per quasi un trentennio è stato uno degli artisti più impegnati e significativi del neorealismo italiano, soprattutto nel mondo dell’affresco, dove è considerato uno degli ultimi grandi affrescatori parietali, erede della lezione dei Tiepolo. Lo sterminato curriculum del Maestro è consuntabile alla pagina web: www.williamtode.wordpress.com/informazioni

Di seguito elenchiamo alcuni degli autori in collezione, le cui opere saranno esposte presso la biblioteca comunale di Andria: Archypenko, Balla, Bartolini, Boccioni, Bonnard, Borgonzoni, Bugiani, Cantatore, Carrà, Cassinari, Cezanne, Conti, Dalì, De Chirico, De Pisis, Dova, Dufy, Fattori, Fiume, Gordigiani, Gentilini, Greco, Guidi, Guttuso, Lam, Ligabue, Maccari, Manet, Manzù, March, Messina, Migneco, Mirò, Modigliani, Monachesi, Moore, Murer, Picasso, Renoir, Rosai, Severini, Sironi, Soffici, Tamburi, Tode, Treccani, Vespignani, Viani, Warhol, Zancanaro.

I GRANDI MAESTRI DEL ‘900DAL POSTIMPRESSIONISMO AL NEOREALISMO:LA COLLEZIONE PRIVATA DI WILLIAM TODE

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INAUGURAZIONE9 SETTEMBRE H19:00BIBLIOTECA COMUNALE

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“Solchi sperimentali” è il punto di arrivo di venti anni di ascolti “matti e disperatissimi”, il tentativo di tracciare un percorso che, snodandosi attraverso i circa 300 album recensiti, fornisce una immagine il più ampia possibile di tutti i percorsi sperimentali affrontati dalla “musica giovane” dagli anni sessanta ad oggi. L’idea di “avanguardia” che emerge da queste pagine, lungi da essere polveroso argomento per accademici, è materia palpitante, una sorta di impulso creativo che ha animato e arricchito i percorsi di numerosissimi artisti operanti negli ambiti musicali più vari, dalla psichedelia al jazz rock, passando per il folk, la musica panetnica, arrivando infine a fenomeni come la musica elettronica e il black metal. Una simile volontà di abbattere steccati e barriere è ben espressa anche dal trovare trattati, su queste pagine, musicisti dalle provenienze geografiche più varie e sorprendenti, senza nessuna sudditanza culturale verso il solitamente privilegiato mondo anglofono.solchisperimentalifilm.it

A CURA DI PIERPAOLO MARCHIO31 AGOSTO H19:45OFFICINA SAN DOMENICO

PRESENTAZIONE DEL VIDEO BOOK

PROGETTO SOLCHI SPERIMENTALI

INGRESSOGRATUITO

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Un Festival non è solo un insieme di spettacoli, la vetrina di un’offerta culturale episodica, un evento destinato a non incidere sul contesto: il Festival è un progetto che si prende cura della vocazione identitaria di un territorio traducendola in un’esperienza. L’esperienza del Festival muta così il dove in cui esso avviene: ne modifica l’organizzazione spaziale, ne cambia il fluire quotidiano del tempo, coniuga diversamente la funzione di uno scorcio, un monumento, quella strada, questa piazza. Consente, della città, una visione extra-ordinaria; permette ai cittadini la variazione bioritmica della propria presenza e li spinge ad osservare, frequentare e vivere i propri luoghi consueti in maniera inconsueta.

UN PROGETTO PER IL FESTIVALA CURA DE: IL PICKWICK CON ALESSANDRO TOPPIDAL 3 AL 9 SETTEMBRE

LO SPETTATORE CHE RACCONTA

GRATUITO FINO A UN MASSIMO DI 15 ISCRITTI

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Per questo scopo de Lo spettatore che racconta non è la formazione di una classe di nuovi critici che produca la narrazione professionale del “Festival Castel dei Mondi”; il fine è invece articolare ulteriormente l’esperienza del Festival stesso consentendo a un gruppo di cittadini/spettatori speciali (eterogenei per età, ceto sociale, scolarizzazione, provenienza urbana, livello di teatralizzazione già in essere) di ritrovarsi quotidianamente a discutere, intessendo relazioni e riflessioni da tramutare in scrittura perché – questa scrittura, ad un tempo individuale e collettiva – sia testimonianza di come la città ed alcuni dei suoi abitanti stiano percependo, traversando, vivendo il “Festival Castel dei Mondi”: i suoi luoghi, i suoi spettacoli, le sue visioni.

Si tratta, così, di far raccontare il Festival da chi ne è il vero beneficiario: gli andriesi.

La scrittura – meglio: le scritture – comporranno un blog quotidiano, così diventando l’altro punto di vista su quel che sta accadendo ad Andria. Toppi Alessandro (Napoli; 1976)

Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Napoli (tessera n. 148401). Membro dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro (ANCT) e dell’Associazione Internazionale Critici di Teatro (AICT). Direttore Responsabile de Il Pickwick, redattore di Hystrio e di Teatri della Diversità. Giurato del Premio ANCT, del Premio Hystrio, del Premio Hystrio-Alla Vocazione (dedicato agli attori under 30).

Ultime pubbicazioni: A Lamezia, ovunque, in teatro (prefazione a Patres, Saverio Tavano, La Mongolfiera Editore, 2015); Ragionando su Shakespeare, cercando Samuel Beckett (post fazione a Preamleto, Michele Santeramo, Nardini Editore, 2016).

IL PICKWICKTestata giornalistica iscritta presso l’Ordine dei Giornalisti della Campania e registrata presso il Tribunale di Napoli (Aut. Stampa N° 19 dell’8 Aprile 2013).Webmagazine di culture e critica, rivista indipendente, conta trenta collaboratori. Fa parte di Rete Critica, network informale che unisce i migliori tra i siti ed i blog di settore teatrale.IlPickwick ha una media mensile di 135.000 pagine visitate e 45.000 contatti unici.www.ilpickwick.it

Per iscrizioni rivolgersi alla segreteria del Festival.

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La Città di Andria è sprovvista di un teatro comunale, quindi il Festival ha portato gli spettacoli e la propria idea progettuale in favore della libera e maggiore fruizione e valorizzazione dei beni architettonici di proprietà pubblica, unici scenari alle esecuzioni artistiche, assieme alle piazze e alle vie pubbliche. È stato sviluppato il progetto di “abitare la città” e sono state privilegiate quelle strutture che rimangono spesso inaccessibili durante il corso dell’anno, valorizzando e intercettando i luoghi di maggiore interesse storico-architettonico e culturale, integrando inoltre, in maniera organica alla programmazione, le periferie e scommettendo di anno in anno in nuove location. Il Festival è stato in questi anni l’esempio della rigenerazione di un territorio, un esempio della sua capacità di intercettare le nuove scommesse culturali e di innovazione, trasformando le città in paesaggi culturalmente vivi, fortemente propositivi, offrendo continue opportunità di crescita culturale e occupazionale. Tra i luoghi di maggiore suggestione non si può non ricordare Castel del Monte (sito UNESCO patrimonio dell’Umanità) e Palazzo Ducale di Andria.

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INFO E BIGLIETTERIAChiostro di San Francesco

Lun>Dom H 10,00>12,00/18,00>20,00

IAT AndriaLun>Dom H 10,00>12,00/18,00>20,00

Tel. 0883 290 402

TICKETScena internazionale € 9,00 / Ridotto € 8,00

Scena nazionale € 6,00 / Ridotto € 5,00Abbonamento 4 spettacoli € 16,00/Ridotto € 14,00Abbonamento 7 spettacoli € 21,00/Ridotto € 17,50

INFO CONVENZIONI/ABBONAMENTIRivolgersi in Biglietteria

oppure visitare il sitowww.casteldeimondi.com

Fb: Festival Castel dei Mondi