8
PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] n. 131 - aprile 2019 Il Carlo Felice e Nervi V assiliev e la Maximova, la Fracci e Nureiev. E poi il Bolscioi e Bejart, Alvin Ailey e Joseph Russillo. La cronologia del Festival del Balletto di Nervi è un lun- go, denso, elenco di nomi e di compagnie che hanno fatto la storia della danza del XX secolo. Morto da tanto tempo, scom- parso da qualche anno anche il suo indimenticabile creatore, Mario Porcile, il Festival di tanto in tanto viene annunciato come prossimo alla rinascita, salvo poi essere sostituito da una rassegna ibrida, in attesa del “vero” ritorno rinviato al- l’anno successivo. Il Festival del Balletto di Nervi, è bene dir- lo, non potrà mai più rinascere come era, per varie ragioni, ma essenzialmente perché è totalmente cambiato il contesto culturale. Quando negli anni Cinquanta fu creato, era un evento unico a livello internazionale, una vetrina imprescin- dibile per tutte le compagnie del mondo. Fu tale (prima con l’organizzazione dell’Ente Manifestazione Genovesi, poi del Comunale dell’Opera) per molti anni, prima di essere con- dannato a un lento declino che lo ridusse a una rassegna esti- va come tante altre. E così rischierebbe di essere anche oggi. Il prossimo luglio è stato annunciato un Festival in prepara- zione a quello “vero” del 2020. Il cartellone di quest’anno, con- cepito per rivolgersi ad una platea la più ampia possibile, prevede qualche balletto, alcuni incontri di prosa e una serie di recital di cantanti celebri da Giorgia a De Gregori, da Cae- tano Veloso a Gino Paoli. Tutto bene. Ma stupisce l’assenza sul piano organizzativo e artistico del Carlo Felice la cui Orche- stra è indicata nei comunicati solo come supporto ad alcuni fra i cantanti citati. Sarà “protagonista” in qualche balletto? Nessun concerto sinfonico, comunque, nessun recital lirico: nella vasta platea, ci si è dimenticati degli appassionati (e so- no tanti) di classica. Un vero peccato. Roberto Iovino Aureliano Zattoni Le felici contraddizioni di Tosca I l prossimo 2 maggio ritornerà sulle scene del massimo teatro genovese uno dei titoli più amati dal pubblico del- l’opera in musica, la storia d’amore e morte tra la can- tante Floria Tosca e il pittore Mario Cavaradossi. Tappa impor- tante nell'itinerario artistico di Puccini, l’opera presenta elemen- ti di novità, non solo in riferimento ai suoi lavori precedenti, ma anche nell’ambito della produzione lirica coeva. Tosca inaugura il XX secolo, lasciandosi definitivamente alle spalle il melodramma Romantico, dando l’avvio ad una nuova sensibilità, in cui l’aper- tura nei confronti del sinfonismo orchestrale di matrice mitteleu- ropea sulla scia di Wagner e Strauss si accompagna ad un nuovo tipo di drammaturgia, al contempo decadente e naturalista, de- cisamente influenzata dalla nascita del cinema. (segue a pagina 2)

Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

  • Upload
    others

  • View
    11

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

PERIODICO DI INFORMAZIONE MUSICALE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICE E DEL CONSERVATORIO N. PAGANINIAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

n. 131 - aprile 2019

Il Carlo Felice e Nervi

V assiliev e la Maximova, la Fracci e Nureiev. E poi ilBolscioi e Bejart, Alvin Ailey e Joseph Russillo. Lacronologia del Festival del Balletto di Nervi è un lun-

go, denso, elenco di nomi e di compagnie che hanno fatto lastoria della danza del XX secolo. Morto da tanto tempo, scom-parso da qualche anno anche il suo indimenticabile creatore,Mario Porcile, il Festival di tanto in tanto viene annunciatocome prossimo alla rinascita, salvo poi essere sostituito dauna rassegna ibrida, in attesa del “vero” ritorno rinviato al-l’anno successivo. Il Festival del Balletto di Nervi, è bene dir-lo, non potrà mai più rinascere come era, per varie ragioni,ma essenzialmente perché è totalmente cambiato il contestoculturale. Quando negli anni Cinquanta fu creato, era unevento unico a livello internazionale, una vetrina imprescin-dibile per tutte le compagnie del mondo. Fu tale (prima conl’organizzazione dell’Ente Manifestazione Genovesi, poi delComunale dell’Opera) per molti anni, prima di essere con-dannato a un lento declino che lo ridusse a una rassegna esti-va come tante altre. E così rischierebbe di essere anche oggi.Il prossimo luglio è stato annunciato un Festival in prepara-zione a quello “vero” del 2020. Il cartellone di quest’anno, con-cepito per rivolgersi ad una platea la più ampia possibile,prevede qualche balletto, alcuni incontri di prosa e una seriedi recital di cantanti celebri da Giorgia a De Gregori, da Cae-tano Veloso a Gino Paoli. Tutto bene. Ma stupisce l’assenza sulpiano organizzativo e artistico del Carlo Felice la cui Orche-stra è indicata nei comunicati solo come supporto ad alcunifra i cantanti citati. Sarà “protagonista” in qualche balletto?Nessun concerto sinfonico, comunque, nessun recital lirico:nella vasta platea, ci si è dimenticati degli appassionati (e so-no tanti) di classica. Un vero peccato.

Roberto Iovino Aureliano Zattoni

Le felici contraddizionidi Tosca

I l prossimo 2 maggio ritornerà sulle scene del massimoteatro genovese uno dei titoli più amati dal pubblico del-l’opera in musica, la storia d’amore e morte tra la can-

tante Floria Tosca e il pittore Mario Cavaradossi. Tappa impor-tante nell'itinerario artistico di Puccini, l’opera presenta elemen-ti di novità, non solo in riferimento ai suoi lavori precedenti, maanche nell’ambito della produzione lirica coeva. Tosca inaugura ilXX secolo, lasciandosi definitivamente alle spalle il melodrammaRomantico, dando l’avvio ad una nuova sensibilità, in cui l’aper-tura nei confronti del sinfonismo orchestrale di matrice mitteleu-ropea sulla scia di Wagner e Strauss si accompagna ad un nuovotipo di drammaturgia, al contempo decadente e naturalista, de-cisamente influenzata dalla nascita del cinema.

(segue a pagina 2)

Page 2: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

Le felici contraddizioni di Toscame dramma”, uno dei testi di riferimentoper lo studio della drammaturgia musicale.Secondo l’autore la musica di Tosca è diuna banalità cabarettistica, il dramma è fal-so e sdolcinato, e culmina in un misero col-

po di scena, che abbindola cinicamente i sen-

timenti del pubblico a scapito di ogni reale

consistenza o coerenza. Qualcuno lamenta il fatto che le risorse diinsieme – come il trio o il quartetto - ven-gono rifiutate in blocco - il Te Deum nel pri-mo atto (con i commenti inframmezzati diScarpia) rimane l'unico brano concertato –altri addirittura la mancanza di una parte damezzo-soprano … la marchesa Attavanti,assente nel dramma originale, avrebbe po-tuto secondo loro essere facilmente intro-dotta nell’opera (!!!). E poi, soprattutto, lapoca logica nella trattazione dei motivi con-duttori … Il motivo di "E lucevan le stelle"cantato da Cavaradossi, il suo lamento pri-vato per la perdita dell’amore e della vita -un lamento peraltro mai udito da Tosca -viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine,cosicché, come rileva ironicamente ancorakerman, l’orchestra urla la prima cosa che le

passa per la testa.Insomma, nonostante ogni singolo tea-

tro lirico nel mondo abbia allestito al-

meno una volta quest’opera, ed i mag-

giori cantanti facciano a gara nell’inter-

pretare la diva immaginaria, il suo aman-

te Cavaradossi ed il terribile Scarpia, sin

Se non è facile allestire un melodramma dirara esecuzione, può essere ancora più dif-ficile appassionare o semplicemente ac-contentare il pubblico quando un’opera,come appunto Tosca, è stata già rappre-sentata migliaia di volte praticamente inogni angolo del mondo … troppo spessogli spettatori più esigenti rimangono delusida routinarie interpretazioni museali o ad-dirittura offesi dall’eccentricità ad ogni co-sto … nondimeno ogni direttore artisticosa che con Tosca si va’ sul sicuro. Ciò nonostante, paradossalmente, la co-stante popolarità dell’opera non ha avutoeguale riscontro da parte della critica. Anzi,c’è stato, sin dai suoi primi passi, un pres-soché unanime consenso nel gettarle ad-dosso fiumi di anatemi. Dopo la prima ese-cuzione a Roma, il 14 gennaio del 1900, lacomposizione venne criticata dal Corrieredella sera per povertà psicologica ed ecces-

so di situazioni truculente, mentre il Corrie-re d'Italia condannò la scelta da parte del-l’autore di un argomento la cui inanità non

gli doveva sfuggire. Alla critica giornalisticasi accompagnò presto il diniego dei musi-cologi … Se per Fausto Torrefranca (“Gia-como Puccini e l’opera internazionale”,1912) Puccini incarnava la decadenza della

musica italiana, la sua cinica commercialità,

tutta la pietosa impotenza e tutta la trion-

fante voga internazionale, il coro di disap-provazione raggiunse il culmine nel 1956,con il libro di Joseph Kerman “L’opera co-

2

La Lirica

dall´esordio la critica non ha smesso di

mettere in evidenza le - a suo avviso - in-

numerevoli contraddizioni presenti.

I giudizi negativi e sbrigativi su Tosca nontengono però conto del travaglio puccinia-no, della sua esigenza di innovare pur re-stando nel solco della tradizione, della sualenta maturazione verso uno stile differen-te, uno stile che, significativamente, si col-loca all’inizio del Novecento. Puccini passa infatti dalla dimensione liricae intimista che predominava in Bohème ein Manon alla singolare e personalissimacontaminazione con la nuova sensibilitàteatrale... da qui l’insistenza sui dettaglirealistici, la ricerca di effetti scenici a fortitinte e l’esasperazione degli aspetti effera-ti della vicenda, comuni a quel filone veri-sta che da qualche anno imperversava sul-le scene liriche italiane, ma in una sintesioriginale che fa di Tosca - l’opera degli spa-

zi bui e invalicabili, delle vie di fuga precluse

e dei ricordi struggenti; degli inganni e dei

tradimenti piccoli e grandi, veri o ipotetici;

in definitiva, delle illusioni spazzate via dalla

spietata realtà dei fatti – qualcosa di diver-so dai lavori propriamente veristi. Forsequi poggiano l’universalità di Tosca e la for-za di persuasione che l’opera mantiene atutt’oggi, senza subire i limiti del reperto-rio coevo, forse qui stanno le ragioni di unsuccesso che rimane duraturo a dispettodi ogni critica.

Aureliano Zattoni

(dalla prima pagina)

Si chiama Teo Tronico, veste un ele-gante frac nero, ha occhi, sopracci-glia e bocca blu luminoso. E soprat-

tutto, ha 53 dita. E’ un robot, di professionepianista. Il pubblico ha potuto ascoltarlo qual-che settimana fa al Teatro Sociale di Camogliin una divertente sfida con un “umano”, l’ec-cellente pianista Roberto Prosseda. Teo, pro-gettato da Matteo Suzzi e realizzato dallaStart-Up Teotronica di Imola, viene posiziona-to davanti alla tastiera in modo che il suo primo dito stia sopra ildo#2 e l’ultimo sopra il mi6. Può dunque eseguire tutte le operepianistiche inserite nella sua banca dati la tessitura delle qualistiano nell’ambito delle 53 note coperte dalle sue dita.La sfida è un gioco interessante: alla perfezione asettica del ro-bot che legge in maniera perfetta uno spartito, si contrappone

“l’interpretazione” del pianista umano chemagari può anche sbagliare qualche passag-gio, ma ci mette sensibilità, emozione, elasti-cità. Tutte componenti fondamentali per re-stituire l’anima della musica. In un’epoca do-minata dalla tecnologia, dunque, la musica ri-mane saldamente in mano all’uomo cometutte quelle espressioni che richiedono capa-cità di emozionarsi. Ma Teo rimane un “peri-colo” da non sottovalutare. Dagli Emirati Ara-

bi giungono richieste di acquisto per dotare di pianisti-robot lesale dei loro hotel. Una storia che si ripete. Qualche decennio fale esecuzioni dal vivo in molti locali furono superate dall’arrivodei juke-box. Oggi a spodestare i pianisti potrebbero essere tan-ti Teo in frac.

r.i.

La sfida di Teo

Page 3: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

– Il suo rapporto con la lirica…

L’esordio lo ricordo bene: fu al Carlo Felice nel 2005. Era una ma-tinée de La Fille du Régiment di Gaetano Donizetti, dirigeva Frizza, iprotagonisti erano la Ciofi e Flórez: rimasi così incantato dall’orche-stra e dal coro nonché dalle magnifiche voci dei protagonisti princi-pali e dalla regia che cominciai ad appassionarmi. Da allora nei fre-quenti viaggi di lavoro o svago fare una tappa al teatro locale èd’obbligo: a Madrid come a Monaco di Baviera, a New York City co-me a Buenos Aires, a Milano come a Cagliari; nel frattempo ho “co-struito” il mio personale “repertorio” di esperienze che arricchiscocontinuamente e questo mi rende felice. Inoltre il melodramma ita-liano per me è la sintesi perfetta di qualcosa di grandioso: il Made inItaly più autentico. Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini hannocontribuito a rendere l’italiano irresistibile e immortale.

– Come sta il Carlo Felice? Prospettive?

Occorre una premessa: le Fondazioni lirico sinfoniche hanno unsolo organo gestorio, il Sovrintendente. Il Consiglio di Indirizzo èun organo di rappresentanza della Fondazione e non di governo:non ha alcuna competenza operativa, pertanto non posso rispon-dere. Tuttavia, a livello più generale, osservo che in Italia il temadella “salute” dei teatri lirici è da sempre all’ordine del giorno. Ciòè dovuto a innumerevoli cause che sarebbe prolisso descrivere eanalizzare in questa sede. C’è un dato, però, a mio avviso impres-sionante: la cosiddetta Legge Bray, nota a tutti – finanziamentoerogato dallo Stato per intuizione dell’allora ministro competen-te a disposizione di quei teatri che si trovavano in condizione di“grave crisi”, prossimi alla liquidazione – era disponibile a patto di“raggiungere condizioni di equilibrio strutturale del bilancio … siasotto il profilo patrimoniale che economico finanziario” attraver-so un percorso di risanamento che, ad oggi, dovrebbe portare al-la guarigione di questi enti, così fragili. Ebbene, le fondazioni an-cora “braizzate” e quindi sottoposte a sorveglianza ministeriale,dopo cinque anni, sono dieci su quattordici: questo la dice lungasulle obiettive difficoltà del comparto.

– Nel periodo di Sua vicepresidenza cosa l’ha entusiasmata e co-

sa l’ha delusa?

Esercito l’avvocatura in quelle materie legate agli aspetti giuridi-camente rilevanti delle attività economiche e sono attento ai temidella corporate governance. Pertanto, per una consolidata espe-rienza di partecipazione a consigli di amministrazione di impor-

3

Intervista

Roberto Pani & il Carlo Felice

tanti S.p.A., mi sono interessato al tema dell’organizzazione, del-la gestione e finanziamento dei teatri dell’opera e della loro eco-nomia. Devo dire che trovo desolante registrare il potenziale ine-spresso di questo sistema, che potrebbe essere una straordinariaopportunità di ricchezza materiale e immateriale per noi italiani.Questo mi porta all’altro tema: cosa mi entusiasma? Ammiro gliartisti e i tecnici. Da una parte c’è il software, ossia la musica e laparola che cantanti e i musicisti ci regalano; dall’altra c'è anchetanto hardware nei teatri. Mi piace ricordare che la grande tradi-zione della lirica, infatti, porta con sé mestieri specifici, profonda-mente legati all’identità italiana: scenografi, progettisti, realizza-tori, tecnici di scenografia, falegnami, costumisti, sarti, meccanicidi scena, allestitori e tecnici delle luci che operano con le tecnolo-gie più avanzate. Un teatro importante come il Carlo Felice, adesempio, è un vero centro di eccellenza professionale.

– Come si colloca secondo Lei il Teatro nel contesto cittadino? E

come dovrebbe essere (se non lo trova ottimale) il rapporto fra

città e teatro? Cosa c’è da fare?

A mio parere la percezione che un cittadino ha di un’istituzione cul-turale della sua città dipende molto dalla capacità di tale istituzionedi creare ponti con il pubblico, la politica e gli stakeholder del luogoin cui opera. Attraverso la capacità di creare ricadute economichesul territorio, di intessere percorsi formativi con le istituzioni scola-stiche e civili, i luoghi di cultura devono uscire dalla loro aura elitariae andare incontro alla città, nei territori della regione. Ciò andreb-be sempre fatto al meglio e con passione: il teatro d’opera è tenu-to a partecipare alla vita sociale di una comunità, presentandosi,però, senza camuffamenti o evitando di usare linguaggi comunica-tivi che ammicchino ma non affascinino nel profondo perché poi sirischia di non radicare l’interesse. Fra università, scuole, piazze,mercati e festival, il teatro d’opera deve essere il luogo al centro deiluoghi: farsi riconoscere e rendersi accessibile.

– Genova città culturale: è una strada da approfondire secondo Lei?

Il termine nella lingua italiana denota più significati di diversa in-terpretazione, lo sappiamo, ed è una parola – cultura – da adope-rare sempre con estrema cautela, ma certamente – ricordandol’esortazione recentemente espressa in un’uscita pubblica dalpresidente della Repubblica Sergio Mattarella - di cultura c’è sem-pre bisogno: produce spirito critico.

Nicole Olivieri

Via 5 Dicembre, 12 - 16121 Genova - Tel. 010 580263 - web site: angelucci1919.com

dal 1919

Da circa un anno l’avvocato Roberto Pani è vicepresidente della Fondazione Carlo Felice, consigliere di indirizzo indicato dal Comune.

Gli abbiamo chiesto di fare il punto sulla situazione del Teatro.

Page 4: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

4

Approfondimento

S i è appena concluso il ciclo dedicato alladirezione d’orchestra, durato tre anni.Preparando l’ultimo incontro sui giovani

direttori affermati e/o emergenti oggi, pensavoche cosa sono riuscito a trasmettere al pubblicoche ci ha seguito in questo lungo periodo, chenon ricalcasse i luoghi comuni e i numerosi ste-reotipi del “mito del maestro”, per citare un notolibro di Norman Lebrecht?La risposta è per parte mia, la speranza di aver da-to un’idea della genesi e dell’evoluzione di que-sto mestiere, nato fin dal 1600, ma sviluppatosi,in senso modernamente inteso, a partire dall’epoca di Beetho-ven, ecc.Il maestro concertatore al violino o al cembalo accompagna lanascita e l’espandersi dell’orchestra, assumendo un ruolo au-tonomo e sempre più “carismatico” con la spe-cializzazione in questo senso di figure come Mah-ler, Von Bulow, Hans Richter, Nikisch. A loro è suc-ceduta la generazione dei Mengelberg, Weingart-ner, Furtwangler, Toscanini, Golovanov, Anser-met, Stokowsky: figure diversissime tra loro chehanno segnato la storia dell’interpretazione musi-cale con prospettive diverse ed esiti artisticamen-te altissimi. Né Toscanini, né Ansermet, néFurtwangler si atteggeranno a divi del podio; i po-chi filmati che documentano la loro arte ce li mo-strano totalmente dediti alla resa musicale;Stokowsky grazie anche a Fantasia di Walt Disneyed alla sua love story con Greta Garbo, incarna per primo la fi-gura del direttore “divo”. Chopin, Liszt e Thalberg lo eran sta-ti del pianoforte, Paganini del violino, molti decenni prima. ConStokowsky inizia il mito del maestro. Karajan imparerà la lezio-ne, producendo e spesso autoproducendo a partire dai primianni ’60, video in cui il vertice interpretativo si unisce all’ico-nografia filmica del demiurgo, ritratto con primi piani sul voltoe le mani, in sequenze che ne esaltano gesto e compartecipa-zione. Dai primi anni ’70 Leonard Bernstein intuirà la potenzadel filmato e da allora quasi tutti i suoi concerti verrano ripresie commercializzati dalla Unitel, diventando dei cult del genere.Bernstein prenderà spesso la parola prima delleesecuzioni, proseguendo quell’intento divulgati-vo così pregevolmente iniziato con la sua parteci-pazione ai “Young people concerts”. Su Bern-stein e Karajan il ruolo di direttore trascende lasfera musicale e si crea un’attenzione “sociologi-ca”: Karajan che pilota un aereo o che è al timonedella sua Helizara, ma anche il Karajan su cui piùdi una volta si stende l’ombra di un’adesione con-vinta al nazismo; Bernstein ritratto in locali allamoda a New York o in Italia, o assiso nel suo ap-partamento di New York in una riunione dei Black

Panters, evento che farà coiniugare a Tom Wolfela definizione di “radical chic”.Ma questi aspetti che tanta notorietà danno aisommi maestri, che cosa hanno a che fare con laloro genialità interpretativa? Poco o niente! Agliidolatrati e vendutissimi Bernstein e Karajan, siaffiancano colleghi la cui esperienza e profonditàspesso li eguaglia, si chiamino essi Kleiber, Celibi-dache, Bohm, Mravinsky, Kondrashin o Sawalli-sch o Klemperer. Di essi nessuno saprà nientedella loro vita personale, dei gusti sessuali o del-le posizioni politiche. Avranno tutti un gesto mo-

derato e asciutto, e assomiglieranno più a seri apostoli dellamusica che a demiurghi affascinanti e “belli” nei loro movi-menti coreografici. Già perché il lavoro del direttore comequello di qualunque musicista , è prima di tutto un lavoro di

studio e di prova. E questo vale per Bernstein,Karajan, Gavazzeni, Muti, Abbado, Rozhdestven-sky o Batistoni. La coreografia, il taglio di capellio il gesto più o meno affascinante ed appassio-nato non sono l’essenza della loro professione,nonostante il pubblico meno preparato li giudi-chi forse più per quello che per i risultati artistici.Il mito del maestro non giova alla comprensionedi questo mestiere fatto di gesti codificati, di la-voro preparatorio e di tanto studio. Certo il cari-sma personale conta, ma anche un gesto mini-male può denotare una capacità di intesa e di in-terazione sublime tra direttore e strumentisti.

C’è un vide di Mravinsky che dirige la Filarmonica di Leningra-do nella Quinta di Shostakovich nel 1983. Nelle battute finaliprima dei famosi rintocchi dei timpani, Mravinsky ottiene uncrescendo nei fiati di eccezionale intensità, con lo sguardo el’indice della mano destra, affusolato e perentorio. Nessunaspettacolarità, nessun effetto ma quel crescendo meglio di co-sì non si poteva ottenere. E tutti noi sappiamo come un’or-chestra può cambiare suono o approccio a seconda di chi la di-riga. Questo è in parte un mistero, ma in gran parte è frutto dianalisi, stidio e prova. L’idea del musicista tutto genio e srego-latezza è una stupidaggine. Anche Mozart era un bambino

prodigio ma studiava sodo, sotto il padre Leo-pold e molti altri maestri.La speranza è quindi che chi ci ha seguito abbiacolto la funzione di questa figura, che tanto ri-schia di essere banalizzata o idolatrata a spropo-sito e che soprattutto abbia trovato godimentonel sentire e nel vedere documenti che sono del-le pietre miliari nella storia dell’interpretazionedei capolavori della musica sinfonica, noti e me-no noti.

Lorenzo Costa

Professione direttore!

GuSTAv MAHLEr, 1860 - 1911

ArTurO TOSCANINI, 1867 - 1957

HErbErT vON KArAjAN, 1908 - 1989

Page 5: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

5

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

Via Mylius 1, 16128 GenovaTel. 010564334 - E-mail: [email protected] - Homepage: www.scuolagermanica.it

Libri

Lucchese come i Puccini e Boccherini, ventinove anni,un portamento da modella (la sua foto è in questesettimane nelle copertine di vari settimanali), la di-

rettrice d’orchestra Beatrice Vene-zi, a dispetto della giovane età, ègià un’artista affermata a livello in-ternazionale. Ha collaborato conorchestre di tutto il mondo e dirigestabilmente la rinata Scarlatti diNapoli. Recentemente è stata inse-rita da “Forbes” tra i 100 under 30più influenti d’Italia. La sua genui-na passione per la musica e per lasua professione le ha ispirato un li-bro che vale la pena leggere. “Alle-gro con fuoco – Innamorarsi dellamusica classica”, edito dalla Utet,

è un piacevole viaggio nella musica colta: l’autrice prende abraccetto il lettore per guidarlo nella grammatica della musica(l’armonia, il ritmo, la melodia, il timbro), per introdurlo a tea-tro, per soffermarsi sui segreti della bacchetta direttoriale. Loscopo è quello di avvicinare i giovani alle sale da concerto o alteatro lirico. E per questo la Venezi usa un linguaggio diretto,piacevole, conversativo. Non sale mai in cattedra, si rivolge allettore mescolando osservazioni critiche a riflessioni persona-li. Usa un tono ironico, a tratti è costretta a semplificare sensi-bilmente i concetti per non disorientare il lettore inesperto,garantendo quindi una piena comprensione a tutti. In appen-dice inserisce pure un sintetico glossario per chiarire alcuni ter-mini musicali. Un libro, insomma, che è una dichiarazione d’a-more nei confronti della musica e dell’Italia: “L’Italia è questo:una lingua che canta, un’opera divertente e straziante, straor-dinariamente sensuale, un paese di tradizione e di creatività, diinnovazione e tecnica, in cui per ogni città c’è un eccellentecompositore o un musicista che merita attenzione, in ogni luo-go un primato: un patrimonio di intelligenza e incanto che è ilmio unico bagaglio, in ogni viaggio, nel mondo”. E’ bello che adirlo sia una giovane e talentuosa artista italiana.

r.i.

Giornalista, Elena Nieddu lavora da anni nella reda-zione spettacoli del “Secolo XIX”. Nel suo primo li-bro, “Senza pelle” (Ensemble editore) recentemen-

te pubblicato, riunisce alcune breviracconti accomunati dall’idea di soli-tudine e di rinuncia. Sono efficaci edeleganti raffigurazioni di una uma-nità che affronta il mestiere di viverecon l’incertezza del presente e del fu-turo, talvolta con rassegnazione, tal-volta, ancora, con la speranza di unsogno. Sfilano personaggi diversi: ladonna ritratta in camere d’albergocolorate in differenti città, semprenell’attesa dell’uomo amato, l'aspi-rante modella, l'attore, lo stagista diredazione, il veterano della nera (il

Drago che non guarda in faccia nessuno, la notizia è sacra, vie-ne prima di tutto), l’amico condannato alla eutanasia, la ra-gazza anoressica.Tanti mondi che Elena Nieddu dipinge con acquarellature raf-finate, in un calibrato gioco di luci e ombre. “E', in un certo senso, il libro del non fare - ha spiegato l’autri-ce - con situazioni irrisolte, personaggi di fronte a una sceltache scelgono di non compiere, epifanie di una giornata, l'addioa un amico”.Prosa ricercata ma fluida. Un bel libro d’esordio.

BEATRICE VENEZI

innamorarsi della musicaELENA NIEDDU

racconti di solitudine

Mercoledì 9 maggio:

MUSEI DI STRADA NUOVA, ore 16 LE INCISIONI DI DUERER

Mercoledì 15 maggio:

PALAZZO DUCALE, ore 16 - GIORGIO DE CHIRICO

Mercoledì 29 maggio:

PALAZZO REALE, ore 16

SANTAGATA La grande pittura muraleitaliana

degli anni ‘20 e ‘30

ANDAR per Mostre e teatri

Page 6: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

6

Attualità

EDIL

SEDIL SANTORO GEOM. VITTORIO

IMPRESA EDILE

16129 GENOVA

VIA CASAREGIS 28/2 - Tel. 010 59 15 08

SkRjABIN,

il suono e la luce

è dal convegno “Svetoz-vuk, il suono-Luce”, orga-nizzato dal ConservatorioL. Cherubini di Firenze inoccasione del centenariodella scomparsa del com-positore, che Luisa Curin-ga e Marco Rapetti trag-gono l'idea per questosaggio. Intorno alla figuradi Skrjabin, compositoreeccentrico di inizio '900,

sono sorte spesso severe critiche come anchegrandi entusiasmi, è solo grazie a studi e ricerchesvolti negli ultimi decenni che questa figura è statariportata ad una visione più equilibrata e la sua ope-ra ad una meritata rivalutazione storica e musicale.Grazie al lavoro di Luisa Curinga, docente presso ilConservatorio G. B. Pergolesi di Fermo nonché ri-cercatrice in campo musicologico, e di Marco Ra-petti, pianista pluripremiato e docente presso ilConservatorio L. Cherubini di Firenze, nel librovengono raccolti diversi saggi derivati dalle rela-zioni presentate in occasione del Convegno. Fon-damentale è stato anche l'apporto del museo diMosca dedicato al compositore e dell'Associazio-ne Culturale Bogliasco per Skrjabin, centro studi alui dedicato e sorto in seguito al soggiorno delcompositore nel comune ligure.Un primo gruppo di saggi riguarda, quindi, la pro-duzione pianistica del compositore russo, con ap-profondimenti sulla Sonata in Mi bemolle minoree sul Concerto in Fa diesis maggiore op.20. Suc-cessivamente lo studioso Luigi Verdi approfondi-sce il simbolismo skrjabiniano e la sua ricerca del-la forma perfetta, ossessionata dalle analogie trageometrie sonore e geometrie visive. Segue un al-tro gruppo di saggi che indaga il misticismo skrja-biniano e il libro si conclude analizzando infine laricezione dell'opera del compositore in Europa enel mondo.

bianca Liuzzo

Il Conservatorio al Carlo Felice

Anche quest'anno la collaborazione tra il Teatro lirico cittadino e

il Conservatorio Paganini porterà, il 3 giugno, sul palco del Carlo

Felice l'orchestra formata dagli studenti dell’Istituto musicale,

sotto la direzione del docente di esercitazioni orchestrali Antonio Tappero

Merlo. Il programma prevede la Sinfonia n. 3 di Beethoven e il prestigioso

Concerto per violino e orchestra di Brahms. Solista sarà Beatrice Puccini che

abbiamo avvicinato al termine di una prova..

Tu hai suonato già in formazioni orchestrali, come l'Orchestra Nazionale

dei Conservatori Italiani; questa per te è la prima esperienza da solista,

come mai hai deciso di fare l'audizione?

L'anno scorso, quando abbiamo suonato al Carlo Felice, avevo un solo nellaRapsodia di Gershwin e mi sono detta “vediamo come mi trovo”: è statobellissimo, il suono ha preso tutta la platea. Così quest'anno ho deciso difare l'audizione, almeno per suonare una volta nella vita il concertodall'inizio alla fine. In realtà non speravo di avere l'opportunità di esibirmiin teatro come solista.

L'anno scorso hai suonato nel ruolo di spalla, quest'anno sarai la solista,

cosa cambia nei movimenti e nel modo di affrontare il pezzo?

La spalla ha la responsabilità degli altri, i movimenti devono esserecontenuti e precisi perché bisogna farsi capire, e quindi seguire, bene. Dasolista il movimento si amplia, è più scenico, ma comunque voglio cherimanga un movimento spontaneo. E per questo mi aiuta la difficoltà delbrano..

Come mai hai scelto proprio questo concerto?

Nell'ottica del diploma dovevo scegliere un concerto romantico e, tra tutti,questo è quello che, in primis da ascoltare, mi piace di più. E' un brano che,in continuazione e all'improvviso, esplode e diventa intimo, esplode ediventa intimo. E' capace di darmi la carica ma anche di farmi venire la pelled'oca nei momenti più poetici ed è questo che vorrei uscisse a teatro.

Come sta procedendo il lavoro con l'orchestra?

Stiamo lavorando molto bene, ovviamente è diverso in confronto astudiare e suonare da soli, quando si è in tanti le idee sono sempre molte,soprattutto per quanto riguarda l'espressione e il carattere del pezzo mapenso che quello che deve uscire sia insito nel brano, nella scrittura diBrahms: noi, facendo qualche compromesso, dobbiamo solo tirarlo fuori.

b.l.

Page 7: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

7

di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

[email protected] - www.mangiareinliguria.it/dalino

I nostri Concerti a cura di Giuseppe Isoleri

7

GIOvANNA SA-vINO, flauto erObErTO MIN-GArINI, pia-noforte hannoallietato i nostriSoci, il 5 feb-braio, con un

concerto che comprendeva Sonata inSol minore di J.S.Bach, Romanza op. 50di L. van Beethoven, Sonata di G. Doni-zetti, Fantasia su “La Sonnambula” di R.Galli e Fantasia su “Carmen” di F. Borne,Il programma molto variato e brillanteha suscitato l’entusiasmo del pubblicoche ha premiato le grandi qualità musi-cali degli Artisti con grandi applausi e ri-chieste di bis.

Martedì 19 feb-braio CLArIS-SA CArAFA si èpresentata conun programmamolto intensoe difficoltoso:Sonata op. 10

n. 3 di L. van Beethoven, Sonata di I.Stravinski, Sonata D. 784 di F. Schubert.Lo svolgimeento del programma hamesso in luce le grandi qualità interpre-tative della giovane pianista che ha vistorinnovarsi il successo e il consenso chegià le avevamo dimostrato in preceden-ti occasioni.

dIEGO PAGLIuGHI,violino e GAbrIELEPAIATO, pianofortehanno presentato unprogramma con la So-nata Kv 304 di W.A.Mozart, Sonata n. 4op. 23 di L. VanBeethoven e Sonata n.1 op. 78 di J Brahms di-mostrando tutte le lo-ro capacità di interpre-ti raffinati e con gran-de affiatamento di

ogni partitura ricevendo, per la lorosplendida prestazione i più affettuosi ap-plausi.

Sabato 16 marzo, per laprima volta al Museo diS. Agostino abbiamo asi-stito ad un concerto diNEvIO ZANArdI, violon-cello e CArLA CASANO-vA, pianoforte con unprogramma molto varia-to con vari Autori, daFauré a Saint Saens, Ra-chmaninov, Mendels-

sohn, Brahms e Tchaikovskij. E’ super-fluo parlare della qualità del suono e del-la musicalità intepretativa dei due Artistiche ben conosciamo e apprezziamo daanni. Come previsto, un trionfo!

Martedì 19 mar-zo abbiamo sco-perto una nuova“stella”: CLAu-dIA vENTO, 15anni e una musi-calità già maturaal di sopra diogni aspettativaper la giovaneetà. Il program-ma prevedeva la

Sonata n. 18 op. 31 di L.van Beethoven, Parafra-si su “Rigoletto” di F. Li-szt, Scherzo n. 2 op. 31 diF. Chopin, Suite berga-masque di C. Debussy etre pezzi dalla Suite “Ro-

meo e Giulietta” di Prokofiev..L’entusiasmo destato dalla giovane in-terprete è stato grandissimo e Claudia èstata gratificata dai tanti applausi con ri-chieste di prossimo ritorno. Abbiamogià fissato una data per i Concerti di Pri-mavera del prossimo anno.

CHrISTIAN PASTOrINO ci ha fatto la cor-tesia di sostituire unsuo collega impegna-to all’Università conun programma incen-trato su Arabesque diR. Schumann, DueNotturni, un Valzer euna Polacca di F. Cho-

pin, Due poemi di A. Schriabin e Mephi-sto Valzer di F. Liszt. Come suo solito l’in-terpretazione dei vari brani è risultatabrillante e pienamente aderente allo spi-rito delle diverse sensibilità degli Autoriscelti per il programma. Grandissimo suc-cesso e grandi applausi.

Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniQuote sociali

Socio ordinario da € 85,00Socio sostenitore da € 145,00Socio familiare € 50,00Giovani fino al 25° anno di età) € 30,00

Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico: IBAN: IT 92 I 05034 01424 000000021647

Sono iniziati i “CONCErTI dI PrIMA-vErA”. La prima tappa è stata pres-so l’Accademia Ligustica di Belle Artiche ha visto brillare la musicalità el’arte interpretativa di Artisti giovanie meno giovani riscuotendo grandis-simo successo: Si sono esibiti CArO-LA PuPPO, violoncello con GAbrIE-LE PAIATO, pianoforte; LuCIANOLANFrANCHI, pianoforte con MA-rIO PECCErINI, voce recitante e, in-fine, il TrIO GALATA composto daFrancesca Giordanino, violino, ric-cardo Memore, viola e Marco deMasi, violoncello.

Page 8: Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Le ... · viene citato dall’orchestra dopo che la pro-tagonista si getta dal parapetto alla fine, cosicché, come rileva ironicamente

8

Attività sociale

Periodico d’informazione musicaleDirettore responsabile

Roberto IovinoAssociazione Amici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. PaganiniPresidente: Giuseppe Isoleri

Segreteria: Maria Grazia RomanoTel. 010 583355 - Cell. 347 0814676

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.orgcontatti@AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

Stampa: Arti Grafiche Francescane - Genova

ATTIVITÀ SOCIALE DAL 30 APRILE AL 21 GIUGNOSalone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e - Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Conferenze illustrative - Professione Direttore!, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 in collaborazione con la GOG

Sabato 27 aprile ore 16 INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVETOSCA di G. Puccini,Relatore Marco Pescetto,

Martedì 30 aprile ore 16CONCERTO DEI SOLISTI DEL CARLO FELICE,

Giovedì 2 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE“E. CHIOSSONE”TRIO DAMASE: ELISA PARODI e ALBERTO BARLETTA, flauti,CLARA DUTTO, pianoforte,

Venerdì 3 maggio, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: NABUCCO di G. Verdia cura di Leonardo Paganelli,

Martedì 7 maggio, ore 15,30 I POEMI SINFONICIa cura di Lorenzo Costa,

Giovedì 9 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: MUSEO D’ARTE ORIENTALE“E. CHIOSSONE”ALBERTO CHINES, pianoforte

Martedì 14 maggio, ore 16CONCERTO DEL DUO BECHSTEIN: LAURA BELTRAMETTIe ENNIO POGGI, pianoforte a quattro maniin collaborazione con Associazione Dioniso,,

Sabato 18 maggio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: LE CONFERENZE ILLUSTRATIVECAVALLERIA RUSTICANA di P. MascagniI PAGLIACCI di R. Leoncavallo, relatore Athos Tromboni,

Martedì 21 maggio ore 15,30P.I. TCHAIKOVSKIJ: IL LAGO DEI CIGNI, IL LATO OSCURO DELL’AMOREa cura di Roverto Chirici,

Accademia Ligustica di Belle Arti

Accademia Ligustica di Belle Arti

Si ringraziano per la concreta collaborazione

88

Museo d’Arte Orientale “E. Chiossone

Giovedì 23 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAJOHANNERS BRAHMS E IL PIANOFORTEGIANLUCA DI DONATO

Martedì 28 maggio, ore 16CONCERTO di SILVIA DI FALCO, soprano, GIOVANNASAVINO flauto e CINZIA BARTOLI, pianoforte,

Giovedì 30 maggio, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLALE SONATE PER VIOLINO E PIANOFORTE DI FRANZ SCHUBERT (1^)PIER DOMENICO SOMMATI, violino e GUIDO BOTTARO,pianoforte,

Giovedì 6 giugno, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAFRANCESCO MAZZONETTO, pianoforte

Sabato 8 giugno, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM:LE CONFERENZE ILLUSTRATIVEMADAMA BUTTERFLY di G. PucciniRelatore Athos Tromboni,

Giovedì 13 giugno ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: GALLERIA NAZIONALEDI PALAZZO SPINOLASIMEON BECKIEV, pianoforte,

Venerdì 21 giugno, ore 16,30CONCERTI DI PRIMAVERA: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAELISA TRAVERSO, violino e FRANCESCO GUIDO, pianoforte.