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Autore: Giacomo Giampiccolo 18/03/2020
GLI EGIZIANI
GLI EGIZIANI
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L’EGITTO PREISTORICO (….. – 3900 a.C.)
L’Egitto è una regione che si estende nell’Africa settentrionale, bagnata a nord dal
Mar Mediterraneo, a est dal Mar Rosso ed unita all’Asia dall’istmo di Suez; confinante
a ovest con il deserto libico e a sud con l’Etiopia. Non sappiamo con certezza da dove
siano venuti gli Egiziani, sappiamo però che l’Egitto da sempre è stato abitato
dagli Egiziani, popolo di stirpe camitica.
Questo territorio era già abitato durante il Paleolitico Inferiore, 300.000 anni fa
circa, come attestano le prime tracce di lavorazione della pietra. Successivamente a
causa dell’inaridimento climatico, avvenuto 40.000 anni fa circa, si verificarono
spostamenti di popolazioni nomadi di diversa provenienza verso la Valle del Nilo. Fra il
10.000 ed il 7000 a.C., queste popolazioni si spostarono verso il deserto occidentale
per stanziarsi nuovamente e definitivamente, poco prima del Neolitico, in prossimità
del grande fiume. Fig. 1 – Il territorio egiziano
Le comunità agricole
attestate a partire dal 5000
a.C. abitavano in capanne
realizzate in mattoni crudi, un
materiale che sarà largamente
utilizzato in Egitto.
Coltivavano cereali,
addomesticavano gli animali,
producevano ceramica,
lavoravano l’osso, l’avorio, le
pietre dure, tessevano il lino e
realizzavano figurine a tutto
tondo antropomorfe e
teriomorfe.
L’Egitto preistorico, cioè
anteriore al 3000 a.C. non si
presentava come un’unità
politica, ma come un
aggregato di tanti distretti
tutti indipendenti fra loro,
che dagli Egiziani furono
chiamati “hesep” e dai Greci
“nomoi”. All’inizio era quindi
una moltitudine di minuscoli
regni, ciascuno sotto l’autorità
di un dio locale e governato da
un principe che ne era anche il sommo sacerdote.
GLI EGIZIANI
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EGITTO “DONO DEL NILO”
L’Egitto, secondo Erodoto (5° secolo a.C.) era un “dono del Nilo”, perché il fiume,
allora come oggi:
1.Garantiva la fertilità del terreno limitrofo con le sue piene e il limo.
2.Serviva da via di comunicazione in entrambi i sensi.
3.Forniva risorse alimentari, rendendo l’Egitto autosufficiente sul piano economico.
4.Forniva materiali per l’edilizia e le manifatture.
5.Era un fattore di unificazione territoriale, perché rendeva omogenea la regione,
favorendo la nascita di città.
Il Nilo infatti attraversa l’Egitto in tutta la sua lunghezza, da Nord a Sud, e in estate,
durante il periodo delle piogge equatoriali, era soggetto a grandi piene e straripava
inondando le terre desertiche circostanti.
Quando, verso la fine dell’estate, si ritirava, lasciava sul terreno una sostanza
fertilissima, il limo, che consentiva abbondanti raccolti.
PERIODO PREDINASTICO (3900 – 3150)
Questo periodo è così chiamato perché viene prima delle dinastie dei faraoni. Intorno
al 3000 a.C., cioè all’inizio della protostoria [il secondo periodo della preistoria, quello
generalmente compreso tra la prima età del bronzo (3000 – 2100 a.C.) e quella del
ferro (1300 – 1200 a.C.)], l’Egitto si presentava diviso in due grandi regni, fra loro
antagonisti:
L’ALTO EGITTO: a sud, comprendeva la valle del fiume, vicino ai popoli che
vivevano nella Nubia (attuale Sudan) o nelle oasi del deserto del Sahara.
La città più importante era Tebe.
IL BASSO EGITTO: a nord, comprendente la zona del delta, vicino alle
popolazioni mediterranee (fitti contatti commerciali e culturali). La città più
importante era Menfi.
Alto Egitto era la zona dalla 1a cateratta del Nilo ed era suddiviso in 22 distretti. Il
Basso Egitto era la zona del delta del Nilo ed era composto da 20 distretti.
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Fig. 2 – I distretti dell’Alto e Basso Egitto.
GLI EGIZIANI
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PERIODO PROTODINASTICO (3150 – 2650 A.c.) 1a-2a DINASTIA
Con questo termine s’intende la prima epoca della storia egiziana analizzabile non solo
attraverso la documentazione archeologica, ma anche attraverso l'eccezionale novità
della documentazione testuale degli archivi amministrativi.
Fig. 3 – L’unificazione del regno
attuata con la 1a dinastia dei faraoni.
Intorno al 2700 a.C. circa i due
regni furono unificati dal re
Narmer (appartenente alla 1a
dinastia e chiamato dalla
tradizione con il nome di
Menes), che pose la capitale a
Thinis, nel Medio Egitto. Inizia
così la 1a dinastia dei sovrani
dell’Egitto unito.
Con l’unificazione dei due
regni ebbe inizio la storia
della civiltà egiziana.
LA STELE DI NARMER (LASTRA CERIMONIALE RISALENTE AL 30° SECOLO A.C)
Questa stele è stata ritrovata a Nekhen, nome greco “Ieracompoli” ossia “città del
falco”, situata nell'Alto Egitto. Questa stele celebra l’intervento militare del faraone
Narmer contro questa città fortificata, circondata da mura alte 12 metri e fondata
probabilmente intorno al 4000 a.C. All’interno di questa città sorgeva il tempio della
dea avvoltoio Nekhbet e un lago sacro.
La tavoletta, somigliante ad uno scudo, è alta 64 cm, larga 42 cm e con uno spessore di
2,5 cm. Secondo alcuni rappresenterebbe l'unificazione dell'Alto Egitto e Basso
Egitto effettuata da re Narmer.
Mi soffermo su questo argomento soprattutto per evidenziare come ogni simbolo
rappresentato, nei due lati di questa stele, abbia un particolare significato.
Entrambi i lati della tavoletta sono decorati e incisi in rilievo. In cima ad entrambi i
lati si trovano i “serekht”, cioè dei motivi simbolici (il pesce siluro ed uno scalpello)
che rappresentano il nome di Narmer. I serekht su ogni lato sono affiancati da una
coppia di teste bovine con alte corna ricurve, rappresentazione dell'antica dea vacca
Bat, personificazione del cosmo e della Via Lattea nella mitologia egizia dei periodi
predinastico e dell'Antico Regno.
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Fig. 4 – I “serekht” in entrambi i lati della tavoletta
LATO DRITTO DELLA STELE. Fig. 5 – Lato dritto della stele. Fig. 6 – Ingrandimento del primo registro (sotto).
Nel primo registro in alto, sotto le teste bovine
appare una processione, con Narmer trionfante alto
quasi quanto l'intero registro, per enfatizzarne la sua
importanza, che indossa la corona rossa, del Basso
Egitto, il cui simbolo era il papiro. Il sovrano è
abbigliato con un gonnellino, dal quale pende la coda di
toro simboleggiante "Horus Toro Possente" ed ha la
barba posticcia intrecciata e ricurva come una divinità.
Tiene nella mano sx la mazza del guerriero, nella dx un
flagello, due simboli tradizionali di regalità.
Dietro di lui si trova il "Portatore di sandali", il cui
nome potrebbe essere rappresentato dalla rosetta che
appare vicino alla sua testa, ed un secondo simbolo
rettangolare di non chiara interpretazione. Subito
davanti al faraone si trovano i geroglifici che ne
rappresentano il nome (il pesce siluro ed uno scalpello) ed un sacerdote vestito con
una pelle di leopardo e con i capelli lunghi. Vicino, una coppia di geroglifici che sono
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stati interpretati come il suo nome. Davanti al sacerdote si trovano quattro
portastendardi identificati nei Seguaci di Horo che sorreggono gli emblemi dei primi
territori unificati quali:
una placenta, simbolo del dio Khonsu indicante fertilità
un canide che rappresenta Upuaut ovvero "Colui che apre la via"
un uccello dal lungo becco associato alla Luna
un uccello simbolo del culto del sole
All'estrema destra della scena, sotto la Barca sacra di Horo, si trovano dieci corpi
decapitati, con le teste tra le gambe, che simbolizzano le vittime dell'azione militare
contro la città di Nekhen. Sopra di loro si trovano i simboli di una barca, un
falcone, ed un arpione, che sono stati interpretati come i nomi delle città
conquistate.
Nel secondo registro sotto alla processione, due servi stanno tenendo delle funi
legate ai colli intrecciati di
due serpopardi (animale
mitologico) speculari, felini
mitici con corpi di leopardo
(o più probabilmente
leonesse, dato che non sono
raffigurate le macchie) e
colli simili a serpenti, che
rappresentano la vittoria
del sovrano sul Caos.
Fig. 7 – Lato dritto, secondo
registro
Il cerchio formato dai colli esageratamente curvi si trova nella parte centrale della
tavoletta, che sarebbe la zona in cui venivano polverizzati i minerali usati come
cosmetici. Questi animali sono stati considerati un ulteriore simbolismo
dell'unificazione dell'Egitto, ma si tratta di un'immagine non riportata in nessun'altra
opera egizia. Niente fa supporre che i due animali rappresentino regioni specifiche,
nonostante che sia l'Alto Egitto sia il Basso Egitto avessero leonesse quali divinità
protettrici ed i colli intrecciati potrebbero rappresentarne l'unificazione.
Nel terzo registro in basso si vede il sovrano con sembianze di toro mentre assalta e
demolisce le mura di una città fortificata e calpesta un nemico caduto.
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La testa abbassata nell'immagine, viene interpretata come il trionfo del re che
sconfigge i nemici, da cui l'epiteto "Toro
di sua madre" dato ai re egizi in quanto
"figli" della divinità protettrice Bat, la
dea vacca. Nei geroglifici dei periodi
successivi, il toro acquisisce il significato
di "forza".
Fig. 8 – Lato dritto, terzo registro
LATO ROVESCIO DELLA STELE. Fig. 9 – Il lato rovescio della stele.
Ripetendo il primo registro (sezione)
dell'altro lato, si trovano due teste
bovine dalla faccia umana, che
rappresentano la dea vacca
protettrice Bat, mostrate
frontalmente. Tra le due teste è
inserito il serekht. Questa visione
frontale è atipica per l'arte
dell'antico Egitto, tranne che per le
rappresentazioni di Hathor, che
spesso appare anche in questo modo.
Alcuni autori ipotizzano che queste
immagini rappresentino il vigore del
re paragonandolo a quello di una
coppia di tori.
Il primo registro è quasi interamente
occupato dal re Narmer, che indossa
la corona bianca a bulbo dell'Alto
Egitto, il cui simbolo era un loto in
fiore mentre impugna la mazza
piriforme da combattimento. È
vestito con un gonnellino e dalla
cintura pende la coda di toro, altro
simbolo regale.
Alla sua sinistra si trova un dignitario abbigliato con un perizoma ed una collana, che
tiene con una mano i sandali del re e con l'altra una brocca. A lato il simbolo di una
rosetta e di un vasetto sferico. Alla destra del re si trova un prigioniero in ginocchio,
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che sta per essere colpito dal re che lo tiene per i capelli. Vicino alla sua testa si
trovano i glifi (incisioni) che indicano la Libia, regione da cui proviene il prigioniero.
Sopra si trova il falco che rappresenta Horus, appollaiato su una serie di fiori di
papiro, simbolo del Basso Egitto. Tra i suoi artigli tiene un arpione attaccato al naso di
una testa umana che emerge dalla palude, indicando che domina il respiro del nemico e
quindi la vita. La serie di papiri sono state spesso interpretate come riferimento alle
paludi della regione del delta del Nilo nel Basso Egitto oppure indicherebbero la
battaglia si svolse in una zona paludosa, ma anche che ogni fiore rappresenti 1000
nemici sottomessi in battaglia, per un totale, quindi di 6000 persone.
Nel secondo registro, sotto i piedi scalzi del re, si trova una terza sezione, in cui sono
raffigurati due nemici nudi con la barba ed in posizione scomposta. Sono stati uccisi,
gettati nel fiume e disegnati come se fossero visti dall'alto. A sinistra della testa di
ognuno di loro si trova un segno geroglifico: una città murata per il primo, un tipo di
nodo per il secondo, che probabilmente indica il nome della città sconfitta.
CONTINUAZIONE DEL PERIODO PROTODINASTICO.
Dopo questa parentesi sulla stele di Narmer, ritorniamo al periodo protodinastico che
viene anche indicato con i nomi: Periodo Arcaico o Periodo Tinita (da Thinis, nome
della città di origine dei sovrani), e vide al comando dell’Egitto le prime due dinastie.
Di questo periodo però si conosce assai poco. La scarsità di documenti di questo
periodo ed il fatto che la maggior parte delle Liste Reali risalgono al Nuovo Regno
(circa 1500 anni dopo), genera dubbi e perplessità sulla sequenza dei sovrani. Possiamo
comunque dire che l’Egitto raggiunse, in questi anni, una forte organizzazione statale
ed il consolidamento dello stato unitario.
Le notizie di cui disponiamo riferiscono di vittorie sulle popolazioni confinanti con la
valle del Nilo e principalmente con i beduini nomadi della Penisola del Sinai.
È probabile che durante il regno di Peribsen (6° faraone della 2a dinastia) ci sia stata
una rivolta nelle province più settentrionali del Basso Egitto, a causa dello
spostamento della capitale ad Abido e della sostituzione del culto di Horo come
protettore del sovrano con il culto di Seth.
L’azione di mediazione dell’ultimo faraone della 2a dinastia Khasekhemui potrebbe aver
riportato all'unità lo stato egizio mettendo le basi per la fase storica successiva:
l’Antico Regno.
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L’ANTICO REGNO (2650 – 2200 a.C.) 3a – 6a DINASTIA.
Con la 3a dinastia, iniziata intorno al 2650 a.C. cominciò il cosiddetto periodo
memfitico, dal nome della nuova capitale Menfi.
Questo periodo fu caratterizzato all’interno dal rafforzamento del potere
faraonico.
Il faraone egiziono non era, come i sovrani mesopotamici, un rappresentante o un
interprete della volontà degli dei, ma lui stesso incarnazione del dio Horus, era cioè
un re-dio, padrone e signore assoluto dell’intero paese, degli uomini, degli
animali, degli edifici. Tutti erano suoi servi, solo il faraone era libero.
I proprietari di terre erano considerati usufruttuari, e le tasse erano pagate sotto
forma di affitto. Esisteva quindi un assolutismo monarchico. Fig. 10 – I simboli del potere del faraone
Quanto alla politica estera continuarono le prime conquiste in Nubia e in Palestina,
destinate a rappresentare sempre più le direttrici fondamentali della politica
espansionistica egiziana, perché in queste regioni si trovavano i materiali indispensabili
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per l’economia dell’Egitto: il legname da costruzione dal Libano, l’avorio e i legni
pregiati dalla Nubia.
Fu proprio in questo periodo che si fecero le prime spedizioni nella terra dei Punt
(individuato nel cosiddetto “Corno d’Africa”) e ciò fa pensare che gli Egiziani dovevano
già possedere una poderosa flotta per poter fare simili spedizioni in Somalia, Eritrea,
Etiopia.
Nei riguardi del Delta, talora ribelle, venne assunta una politica quanto mai conciliante.
Fu un periodo di grande splendore, i faraoni della 4a dinastia fecero costruire presso
la capitale Menfi le più grandi e imponenti piramidi, tombe monumentali costruite per
i sovrani egizi, fra cui quelle di: Cheope, Chefren e Micerino, nonché la la Sfinge.
La civiltà egiziana si manifestò decisamente e fissò le sue linee generali da adottare
nel culto, nell’arte, nell’amministrazione che avrebbero guidato il paese nei secoli
futuri.
Fig.11 – Alcune informazioni sulle più famose piramidi
GLI EGIZIANI
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Fig. 12 – Dislocazione dei tempi e delle piramidi
Ma l’accentramento dello stato, se fu per i faraoni della 4a dinastia uno strumento di
forza, in seguito segnò anche l’inizio della decadenza.
PRIMO PERIODO INTERMEDIO (dal 2200 al 2160 a.C. circa) 7a-8a-9a–10a DINASTIA .
Con la 7a dinastia ebbe inizio il 1° periodo intermedio, segnato da continue lotte
interne. Le vicende della 7a e dell’8a dinastia, furono relativamente oscure. Sappiamo
che entrambe le dinastie ebbero la propria sede a Menfi, che regnarono
complessivamente per soli venticinque anni, durante i quali i governatori dei vari
distretti, dato il progressivo indebolimento del potere centrale, acquisirono il pieno
controllo delle proprie terre e ottennero dai faraoni la trasmissione ereditaria delle
cariche.
Nacquero così forti poteri regionali che piano piano disgregarono la compattezza
dello stato e portarono allo sfacelo del potere monarchico.
Con la 9a e la 10a dinastia i signori locali della regione circostante Eracleopoli (Basso
Egitto) imposero il loro potere da Menfi e dal delta del Nilo fino a Licopoli (vedi Fig. 2).
A loro volta i rivali della regione di Tebe (Alto Egitto) fondarono l'11a dinastia, che
regnò nella zona tra Abido ed Elefantina, vicino all'odierna Assuan.
Il primo periodo di questa dinastia (la prima del Medio Regno) si sovrappose all'ultimo
della 10a.
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Tutto questo avveniva mentre alcuni popoli asiatici irrompevano da est.
Quando gli Egiziani subirono le prime sconfitte le lotte fratricide, per la conquista
del potere monarchico, si protrassero per un lungo periodo.
L’assolutismo monarchico cominciò a vacillare.
Fu un periodo di decadenza morale e materiale, che si risolse quando una di queste
dinastie riuscì ad imporsi e a ricostituire l’unità del regno. Questo avvenne con la 11a
dinastia ed il riunificatore fu Mentuhotep 2° (2065 – 2014 a.C.) che riuscì nel 40°
anno del suo regno a riunificare nuovamente l'Alto e Basso Egitto.
Fig.13 – Veduta aerea del tempio funebre di Mentuhotep 2° a Deir el Bahari
GLI EGIZIANI
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REGNO MEDIO (2160 – 1780 a.C.) 11a - 12a DINASTIA
Il “Regno Medio” in realtà iniziò con la riunificazione dell'Egitto sotto Montuhotep 2°,
faraone della 11a dinastia, e non con l'inizio della stessa (prima di lui c’erano già stati
altri 4 faraoni). Durante questo periodo l’Egitto conobbe un grande splendore,
soprattutto ad opera dei faraoni della 12a dinastia, una delle più famose,
rappresentata dalla dinastia dei Sesostri e degli Amenemhetche, che riportarono la
capitale a Tebe.
Fig.14 – Espansione del territorio
Nel campo della
politica estera i
faraoni di questo
periodo estesero la
loro supremazia sul
Sinai e sulla Nubia
(che aveva favorito
l’invasione degli
Hyksos) e resero
tributari la Palestina
e la Fenicia, con la
quale, già da tempo,
intrattenevano
rapporti
commerciali.
L’espansione in
Nubia fu dettata
dalla necessità di
ottenere un
maggiore controllo
sulle rotte
commerciali nel
nord del Paese e
per avere accesso
diretto al
commercio con l'Africa tropicale ed in particolare con i Paesi del Punt (individuato
nel cosiddetto “Corno d’Africa”). La Nubia Inoltre era ricca di miniere d’oro e la
circolazione di questo metallo prezioso in Egitto permise la diffusione di beni di
lusso provenienti dall’Oriente.
La zona del Sinai forniva invece materie prime per l’artigianato. Fiorenti furono gli
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scambi commerciali con la Mesopotamia e Creta.
Nel campo della politica interna, si assistette ad una riorganizzazione dello stato, al
risanamento dei bilanci dello stato e alla necessità di dare unitarietà politica al
territorio. I sovrani della 12a dinastia, allo scopo di rinsaldare l'unitarietà dello stato,
si impegnarono in una politica di ridimensionamento del potere dell'aristocrazia dei
distretti, potere che era stato alla base della fine del Antico Regno.
Per giungere a questo scopo venne modificata la stessa struttura amministrativa
dell'Egitto sostituendo ai tradizionali 38 distretti tre grandi strutture
amministrative amministrate da funzionari di nomina regia, controllati da un
rilevante numero di ispettori itineranti.
Inoltre sotto Amenemhet 3° (1842 – 1794 a.C. faraone della 12a dinastia) venne fatta
la bonifica della vasta zona del Fayyum (vicino al delta del Nilo) che diventò uno dei
centri agricoli di maggior importanza dell'Egitto del Medio Regno. Furono costruite
dighe e canali per regolare e controllare il corso del Nilo e per evitare inondazioni il
lago Qarun fu utilizzato come bacino di controllo delle acque del Nilo.
Furono così messi a coltura ampi territori per rimpiazzare le scorte agricole che, con
la carestia precedente, si erano azzerate.
Fig.15 – La bonifica del Fayyum
Questo periodo di floridezza e stabilità tuttavia non durò a lungo. La tendenza dei
governatori locali a rendersi autonomi dal potere centrale portò ad un nuovo
indebolimento del potere assoluto del sovrano. Gli ultimi sovrani infatti non ebbero
l’energia e la forte personalità dei primi faraoni, per cui la 12a dinastia finì in maniera
poco gloriosa con Sobknefrurè (o Sobekneferu), donna faraone con cui gli studiosi
fecero coincidere l'improvvisa fine del glorioso Medio Regno e l'inizio del confuso
periodo storico noto come Secondo periodo intermedio (1780 a.C. - 1540 a.C.).
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SECONDO PERIODO INTERMEDIO (dal 1780 al 1540 a.C. circa) 13a – 17a DINASTIA
Approfittando di questi disordini interni, verso la fine del Regno Medio, alcuni popoli
semitici, forse abitanti presso le frontiere egiziane del Sinai cominciarono ad
infiltrarsi nel territorio egiziano. I sovrani egiziani non se ne preoccuparono più di
tanto.
Il 2° periodo intermedio dell’Egitto ebbe inizio durante il passaggio dei poteri dalla
13a dinastia (1781–1650 a.C.) alla 14a dinastia (1710 – 1650 a.C.). In quel lasso
di tempo si venne a creare una situazione fortemente instabile e caotica, tanto
che tuttora i dati cronologici sono alquanto discordi fra loro. Basti pensare che in
un lasso di tempo di duecento anni governarono più di duecento faraoni.
Ne approfittarono gli Hyksos (termine usato per definire le popolazioni che erano
penetrate in Egitto) che intanto si erano organizzati in uno stato con sovrani che,
assunsero protocollo regale, sul modello di quello faraonico. Costoro, probabilmente
aiutati dai Kushiti di Kerma (popolazione nubiana) devono aver complottato con loro a
danno del governo faraonico, riuscirono a stanziarsi nella Palestina e nel Basso Egitto
fino a Menfi senza superare il Medio Egitto. La loro capitale fu Avaris, e imposero
la loro 15a dinastia (1650 – 1550
a.C.) con 6 sovrani.
Fig.16 – L’invasione degli Hyksos
L’Egitto si spaccò ancora una volta in
due parti: l'Alto Egitto governato
dai faraoni di Tebe ed il Basso
Egitto retto dai i sovrani Hyksos.
Gli Hyksos tentarono inutilmente di
fondersi con il popolo egiziano,
senza riuscirvi, perché furono
sempre considerati invasori.
In realtà il dominio degli Hyksos non
fu poi così deleterio per il Paese.
Questi invasori fecero propri la
lingua egiziana ed il cerimoniale
egiziano e i loro faraoni cercarono di
presentarsi al popolo come sovrani
egiziani, pur conservando la propria
cultura e i propri nomi semitici.
Dall’alto della loro carica di sovrani
si dedicarono alla costruzione di
monumenti proprio come i faraoni
che li avevano preceduti. Introdussero nuove armi, come l’uso del cavallo come animale
da traino, il carro da guerra, oltre che la spada curva, gli elmi e le corazze.
GLI EGIZIANI
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Fig.17 – Soldato Hyksos con carro trainato da cavallo
Durante il loro governo conservarono la stessa struttura amministrativa dei
faraoni Egizi,
rispettarono
anche i medesimi
canoni artistici e
diedero impulso
alla diffusione
della
letteratura.
Fig.18 –L'invasione
degli Hyksos
immaginata
dall'illustratore
tedesco Hermann
Vogel (1854–1921)
Ma gli Hyksos
non potevano durare a lungo in un paese che li considerava barbari e invasori. Le
dinastie egiziane vere e proprie non cessarono la lotta contro questi invasori.
GLI EGIZIANI
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REGNO NUOVO (1530 – 1080 a.C.) 18a – 20a DINASTIA
Intorno al 1530 a.C. un sovrano di Tebe Amosis 1° (o Ahomose 1° 1550 – 1525 a.C.), il
primo della 18a dinastia, riuscì a conquistare Avaris massacrandone gli abitanti e a
ristabilire l’unità del Paese dando vita al “Nuovo Regno”. Fig.19 – Il “Nuovo Regno” d’Egitto
Cacciati gli Hyksos, l’Egitto si riorganizzò nel Nuovo Regno sotto il dominio della 18a e
19a dinastia. Fu questo il periodo di massimo splendore della storia egizia. Se prima
la politica dei faraoni aveva mirato a difendere i propri confini e le vie commerciali,
ora i faraoni si diedero a vere e proprie conquiste: cominciò così il cosiddetto
GLI EGIZIANI
18
“imperialismo
egiziano”.
Fig. 20 – I domini
egiziani durante i secoli
15 – 13 a.C.
I faraoni fecero
leva sul sentimento
nazionalistico
esasperato del
popolo, che si era
fortemente
incuneato negli
animi degli Egiziani,
durante le guerre di
liberazione contro
gli Hyksos.
Bisognava impedire
che altri potenti
stati semitici si
formassero alle
frontiere,
bisognava perciò
occupare quei
territori e
presidiarli.
Furono così
conquistati la
Palestina, la Siria
e la Fenicia; furono
inoltre rese
tributarie la
Babilonia e l’Assiria.
L’Egitto, per
garantirsi la fedeltà di questi popoli , consentì loro di mantenere le loro istituzioni ed
anche i loro sovrani.
Chiaramente gli stessi popoli furono sottoposti a controllati periodici effettuati da
ispettori egiziani e per precauzione fu dislocato permanentemente un esercito
GLI EGIZIANI
19
egiziano in Palestina.
Le campagne militari si alternarono con lunghi periodo di pace, durante i quali l’Egitto
consolidò la propria potenza economica.
La politica di espansione verso il Vicino Oriente cominciò con i faraoni della 18a
dinastia. Ne citiamo solo alcuni:
Tutmosis 3° (1479 – 1425 a.C.) che riuscì a ridare prestigio all’Egitto e ad estendere
i domini dalla Nubia all’Eufrate. Le campagne nell'area siro-palestinese (quattordici
riportate ma in realtà forse 17 o 18) furono dirette a ricondurre all'obbedienza
egiziana i principati clienti del Vicino Oriente. Esse comportarono la conquista di
Megiddo e la distruzione (più volte ripetuta) di Qaddesh sul fiume Oronte.
Amenofis 3° (1387 – 1350 a.C. circa), marito di Nefertite, regina d’Egitto, impose
l'adorazione di un unico dio, il disco solare Aton, dando il via a una radicale riforma
religiosa che però non gli sopravvisse. Sovrano debole ed indeciso diede la possibilità
agli Ittiti di travolgere l’impero dei Mitanni nel 1365 a.C. e di avvicinarsi
pericolosamente alla Siria. Si rompeva così quell’equilibrio fra i grandi imperi che gli
egiziani avevano creato con le armi e la diplomazia. Le città fenicie, legate all’Egitto
da forti rapporti commerciali, gli restarono fedeli, altre città invece cominciarono a
ribellarsi. Non solo, ma alcuni popoli semitici che si trovavano ai confini con il deserto
arabico premevano per entrare in Egitto.
Per fortuna un valoroso generale egiziano, Horemheb (1319 – 1291 a.C.) riuscì a
ristabilire la situazione in Palestina, e quindi tornò in patria. Poiché nel frattempo
Amenofis 3° (che aveva preso il nome di "Akhenaton") era morto, fu proclamato
faraone dai sacerdoti di Tebe. Horemheb, ultimo sovrano della 18a dinastia, riportò
tutto come prima della riforma di Amenofis 3°.
I RAPPORTI CON I NUBIANI.
Durante il “Nuovo Regno”, poi, si assistette ad una strettissima correlazione fra
Nubiani ed Egiziani al punto tale che alcuni studiosi li considerano praticamente
indistinguibili, come se le due culture si fossero fuse e mescolate insieme. In realtà si
tratta di un compito estremamente difficile cercare di descrivere i Nubiani nel corso
del Nuovo Regno egiziano, perché la loro presenza sembra essere quasi evaporata dalla
documentazione archeologica. Praticamente ci troviamo di fronte ad una sorta di
assimilazione totale dei Nubiani nella società egiziana, un'assimilazione così completa
da mascherare tutte le identità etniche nubiane sia dal punto di vista culturale che
addirittura architettonico.
GLI EGIZIANI
20
Non meno importanti furono i faraoni della 19a dinastia. Citiamo:
Ramesses 2° (noto anche come Ramses 2°, regnò dal 31 maggio 1279 a.C. al
luglio o agosto del 1212), terzo faraone della 19a dinastia.
Fig.21 – Ramses II alla Battaglia di Qadesh in un'illustrazione moderna.
Durante il suo lungo regno (regnò quasi 67
anni) egli consolidò il potere assoluto del
faraone all’interno e si dimostrò risoluto a
non tollerare la presenza di pericoli ai
confini, difendendo il possesso della
Palestina, della Siria e delle città fenicie.
Nel quinto anno del suo regno compì una
spedizione contro gli Ittiti (o Hittiti), l’altra
grande potenza dell’epoca, che contendevano
all’Egitto l’egemonia sulla Siria e sulla
Palestina. Lo scontro avvenne nel 1274
a.C. presso la città di Qadesc (o Kadesh),
sul fiume Oronte. L’esito della battaglia fu
incerto, perché entrambi i contendenti si
attribuirono la vittoria. Dopo alcuni anni
Egiziani e Ittiti giunsero ad una alleanza in
quanto entrambi preoccupati dell’impero
assiro e dall’avvicinarsi di un nuovo pericolo
“I Popoli del Mare”. I due alleati
determinarono le rispettive zone di
influenza e firmarono un’alleanza difensiva.
Il trattato fu ratificato e rafforzato con il matrimonio di stato fra Ramses 2° con la
figlia del re ittita Hattusili 3°. Costei assunse il nome egizio di Maathorneferure, che
significa “Neferure, colei che vede Horus”: era infatti un’usanza che le principesse
straniere giunte in Egitto cambiassero il proprio nome con uno autoctono.
GLI EGIZIANI
21
Fig.22 – Il regno degli Ittiti
Merenptah
(1212 – 1202 a.C.) 13°
figlio di Ramses 2°,
respinse un’altra
invasione dei “Popoli
del Mare”. Dopo di lui
a partire dal 1000
a.C. in Egitto iniziò
una profonda
decadenza che
durerà per secoli, a
causa della sempre
più crescente miseria
della popolazione.
Ramesses 3°
(1184 – 1153 a.C.
circa, noto anche
come Ramses 3°).
Secondo faraone
della 20a dinastia.
Nell'8º anno del suo regno i “Popoli del Mare” (fra cui Filistei, Danuna, Shardana e
Mashuash), dopo aver abbattuto le difese hittite, distrutto le città di Karkemish e
Ugarit, devastato la Palestina e occupato Cipro, tentarono di invadere l'Egitto sia via
terra che via mare.
Ma Ramses 3° li sconfisse in due grandi battaglie, una terrestre e una navale, su
due fronti distanti. La fanteria e i carri fermarono l'avanzata nel Sinai; mentre la
flotta avversaria fu sconfitta nella battaglia del delta del Nilo, sul punto di penetrare
nei canali del delta. Malgrado gli Egizi non avessero fama di uomini di mare, in tale
scontro dimostrarono una tenacia particolare. Ramses 3° fece disporre formazioni di
arcieri sulle coste affinché le navi straniere venissero a trovarsi sotto costanti
raffiche di frecce, soprattutto durante i tentativi di approdo. Poi intervenne la
marina egizia, che attaccò le navi servendosi di rampini per trascinarle via. Nel
combattimento corpo a corpo che seguì, i Popoli del mare furono sbaragliati.
GLI EGIZIANI
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TERZO PERIODO INTERMEDIO (1080 – 672 a.C.) 21a - 25a DINASTIA
Con la fine della 20a dinastia, l'Egitto entrò in quello che è stato definito “Terzo
Periodo Intermedio” che vide la successione di 5 dinastie rappresentate da ben 31
faraoni ed una crescente frantumazione del potere e della perdita dell’unità politica e
territoriale.
Durante la 21a dinastia, pur essendovi, almeno apparentemente, un solo Re dell'Alto
e Basso Egitto il potere fu diviso fra tre poli principali che però, a differenza di altri
periodi di frammentazione, non furono, di norma, in conflitto tra loro ma anzi talvolta i
loro governanti furono imparentati tra loro.
L'influenza nella regione palestinese, di fatto tributaria dell'Egitto durante il Nuovo
Regno, si ridusse praticamente a nulla. Rimasero attive le vie commerciali con Biblo e
le altre città della Fenicia ed occasionalmente vennero effettuate spedizioni militari
in difesa principalmente appunto delle rotte di commercio. Anche il controllo sulla
Nubia cessò durante la 21a dinastia.
Fu con la 22a e la 23a dinastia (945-718 a.C.), rappresentate da 15 governatori, che
svariati principi/governatori di città egizie delle città del Delta, soprattutto
generali di origine libica (che erano entrate in Egitto come prigionieri con Ramses 3°,
ormai integrati nella società egiziana), si proclamarono sovrani delle loro città e
scacciarono da Tebe i sacerdoti di Amon che si rifugiano a Napata (città della
Nubia), portando con sé i loro saperi e le loro conoscenze.
Costoro “de jure” governavano come vassalli dei sovrani delle dinastie ufficiali, ma
“de facto” erano spesso quasi completamente indipendenti.
Il sud dell’Egitto invece rimase sotto il diretto controllo del sacerdozio tebano di
Amon. Questo periodo fu caratterizzato dalla decadenza in tutti i settori, politico,
economico e culturale.
Dal punto di vista militare, l’Egitto non riuscì più ad opporsi all’avanzata degli
Assiri, i quali, dopo aver occupato tutti gli stati della Siria e della Palestina, fra cui
Israele e Giuda, tutti stati che gravitavano nell’orbita egiziana, nel 674 a.C.
conquistano l’Egitto con il loro bellicoso re Assarhaddon.
Dal punto di vista degli ordinamenti interni, il faraone non si presentò più come il
padrone assoluto della terra di cui i privati erano solo degli usufruttuari. La proprietà
diventò privata. A dimostrare la decadenza nel campo culturale, basti pensare che la
maggior parte delle notizie che si hanno sull’Egitto di questo periodo, non provengono
da fonti egiziane.
GLI EGIZIANI
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LA 25a DINASTIA: I FARAONI NERI.
Dal tempo di Amenofi 3° (1387 -1350 a.C.), i faraoni avevano governato la Nubia
attraverso i viceré, l’ultimo dei quali fu in carica intorno al 1100 a.C. ca.
Dopo un lungo silenzio relativo alle vicende nubiane che durò circa 300 anni, i Kushiti
(abitatori della Nubia), fondarono la 25a dinastia detta anche “nubiana” che regnò dal
780 al 656 a.C. Fig.23 – L’area di Napata.
Il loro primo “faraone nero” Alara (780 a.C.-760 a.C.) aveva fondato il regno di
Napata, dal nome della capitale. Nel 751 a.C. il faraone Piankhy (conosciuto anche
come “Menkhepera Piye 745 – 713 a.C.), conquistò l’Alto Egitto scalzando i signori di
Tebe, di Menfi e di Tanis. Suo fratello Shabaka (716 – 702 a.C.), nel 715 a.C. sconfisse
definitivamente i sovrani delle stirpi libiche del Basso Egitto giungendo ad un passo
dalla completa riunificazione dell'Egitto (solo alcune città come Tanis e Sais
riuscirono a mantenere la loro autonomia e i loro sovrani). Quello che segue è un
possibile e semplificato albero genealogico dei sovrani ( ) della 25a dinastia, iniziata
GLI EGIZIANI
24
con Alara e finita con Tenwetamon (664 a.C.-656 a.C).
Fig. 24 - La dinastia dei faraoni nubiani.
Fig. 25 – Il territorio nubiano
Tutto questo successe durante il “Terzo Periodo
Intermedio” dell’Antico Egitto. La 25a dinastia,
formata da un gruppo di sovrani di provenienza
nubiana, erano però discendenti del potente clero
dei sacerdoti di Amon che all'inizio della 22a
dinastia erano stati esiliati da Tebe. Ad
allontanarli era stato Sheshonq 1°, per vendicarsi
della loro opposizione alla sua nomina a faraone ed
anche perché non voleva che la regione di Tebe
diventasse uno stato teocratico. Gli esiliati si
rifugiarono nella Nubia e pur mescolandosi,
attraverso matrimoni con le famiglie nobili locali,
dettero vita ad un regno fortemente
egizianizzato in senso conservatore e
tradizionalista. La loro principale divinità fu
l'Amon di Tebe, venerato nel tempio di Napata,
copia di quello di Karnak. Probabilmente la
mescolanza tra le due civiltà fece sì che quella più
forte, cioè l’egizia, venisse assimilata dai Nubiani.
Questo spiega perché i Kushiti assunsero nomi
egizi e fecero propri molti dei loro usi e costumi
funerari.
GLI EGIZIANI
25
Le loro tombe erano talmente simili a quelle egizie che non era facile distinguerle.
Oltre ai nemici interni questa 25a dinastia dovette scontrarsi con un altro pericoloso
nemico: l’impero assiro.
Lo scontro durò decine di anni ed ebbe come principale teatro la Palestina, finchè nel
671 a.C., Assarhaddon (o Esarhaddon 681 – 669 a.C.) conquistò il Basso Egitto
(all’epoca del faraone Taharqa 690 – 664 a.C.) giungendo fino a Menfi e rendendo i
principi del delta tributari degli Assiri.
Fig. 26 - Gli scavi di Meroe hanno messo in luce insediamenti di fasi successive: sontuosi edifici che
combinano elementi classici di tipo romano con altri egizi.
L'ultimo sovrano della dinastia,
Tenutamon (664 – 656 a.C.), tentò
ancora una volta di espellere gli
invasori, appoggiati da alcuni
principi locali (tra i quali i sovrani
di Sais che daranno vita alla 26a
dinastia) ma dopo la sconfitta e la
presa ed il saccheggio di Tebe si
rifugiò in Nubia. La dinastia
proseguì, mantenendo la sua
cultura egizianizzata, spostando
però la sua sfera d'interesse
verso sud e dando vita, in seguito, a quello che sarà conosciuto come regno di Meroe,
capitale meridionale del regno di Kush.
GLI EGIZIANI
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LA RINASCITA SAITICA (663 – 525 a.C.) 26a DINASTIA
Dopo alcuni anni di dominazione assira in Egitto scoppiò una rivolta contro i dominatori.
Un governatore egiziano della città di Sais, Psammetico 1° (664- 610 a.C.) si ribellò e
riuscì a cacciare gli Assiri, dando origine alla 26a dinastia. Con lui iniziò quello che
viene chiamato “Periodo Tardo”. A questo sovrano, che regnò per più di 50 anni, si
deve la riunificazione dell'Egitto dopo l'anarchia ed il frazionamento politico che
avevano caratterizzato il Terzo periodo intermedio. Psammetico trasferì la capitale
da Tebe a Sais sul delta del Nilo e tentò di restaurare il periodo aureo del regno.
Durante questo periodo gli Egiziani rinunciarono alla politica espansionistica e
svilupparono le attività commerciali soprattutto con i Greci ed i Fenici.
L’EGITTO VIENE CONQUISTATO DAI PERSIANI (525 – 332 a.C.) 27a – 30a DINASTIA
Ma nel 525 a.C. l’impero egizio cadde per sempre: il faraone Psammetico 3° fu
sconfitto e ucciso nella battaglia di Pelusio dal re persiano Cambise (figlio e
successore di Ciro il Grande) ed il territorio fu ridotto a provincia dell’impero
persiano. Ci furono in Egitto altri tentativi di rivolta appoggiati spesso dai Greci, i
quali non vedevano di buon occhio l’aiuto dato dai re di Persia ai Fenici, loro
concorrenti. Ma questi tentativi non ottennero altro che momentanei e scarsi successi.
Oramai l’Egitto viveva nel ricordo del suo glorioso passato. Con i Persiani si arrivò fino
al 332 a.C. cioè fino alla 30a dinastia.
L’EGITTO VIENE CONQUISTATO DAI MACEDONI (332 – 323 a.C.).
La dominazione persiana durò due secoli circa, e ad essa si sostituì quella macedone.
Nel 332 a.C. Alessandro Magno invase l’Egitto, introdusse la cultura ellenistica e fece
costruire Alessandria, che divenne la nuova capitale dell’Egitto.
L’EGITTO SOTTO LA DINASTIA TOLEMAICA (323 – 30 a.C.).
Dopo la morte di Alessandro Magno avvenuta nel 323 a.C. il governo passò ai suoi
successori, che costituirono la dinastia dei Tolomei. Il primo di questa dinastia fu
Tolomeo 1° Lago, che aveva cominciato la sua carriera militare sotto Alessandro Magno
e di cui era amico d’infanzia.
GLI EGIZIANI
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Nel 305 a.C. si fece proclamare re d'Egitto riuscendo a mantenere il controllo del
territorio nord-africano. La dinastia dei Tolomei regnò fino al 30 a.C. con Cleopatra.
Durante questo regno la nuova capitale egizia, Alessandria si sviluppò molto in campo
culturale e artistico, fu costruita la famosa Biblioteca e del Museo, la diffusione del
culto di Serapide e la costruzione di una delle sette meraviglie del mondo, il Faro.
Fig.28 – L’Egitto tolemaico
L’EGITTO CONQUITATO DAI ROMANI (30 a.C. – 324 d.C).
Con l’ultimo Tolomeo (Tolomeo XV Cesare detto "Cesarione" 44 – 30 a.C.) l’Egitto fu
ridotto a semplice provincia romana. L'evento storico che segnò la fine
dell'indipendenza dell'Egitto fu la battaglia di Azio del 31 a.C. dove le truppe di
Antonio al fianco di quelle del regno di Cleopatra furono sconfitte dalle truppe romane
di Ottaviano. Con la romanizzazione dell'Egitto terminò la millenaria civiltà egizia.
Nel 7° secolo l’Egitto viene invaso dagli arabi diventando parte della civilizzazione
islamica.
GLI EGIZIANI
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ANNI EPOCA DINASTIE AVVENIMENTI
….. -3900 Egitto preistorico -
Epoca che va dal più antico
insediamento umano, fino alla
formazione di insediamenti agricoli
indipendenti “spat” lungo il Nilo
3900 - 3150 Predinastico - Il paese si suddivide in due regni:
Basso e Alto Egitto.
3150 - 2650 Proto dinastico 1a – 2a La prima dinastia egiziana unifica il
Regno.
2650 - 2200 Antico Regno 3a – 6a
Si realizza l’unificazione religiosa.
Politica espansionista verso la Nubia
ed il Libano. Sviluppo dei commerci e
costruzione delle piramidi.
Assolutismo monarchico.
2200 - 2160 1° Intermedio 7a – 10a
Lo stato si frantuma e sorgono più
dinastie. Crisi dell’assolutismo
monarchico. I Siriani invadono il suolo
Egiziano
2160 - 1780 Medio Regno 11a - 12a
L’Egitto riconquista l’unità. Si
diffonde la democratizzazione dei
culti. Si riconquistano i possedimenti
perduti di Nubia e Palestina, si
sviluppano i commerci con la Fenicia.
Viene bonificato il bacino di el-
Fayyum
1780 - 1540 2° Intermedio 13a – 17a
Invasione degli Hyksos. Il loro regno
si estende dal el-Fayyum fino all’alta
Siria, la capitale viene spostata ad
Avaris, nella regione del Delta.
1530 - 1080 Nuovo Regno 18a – 20a
Ahomose 1° (o Amosi 1° della 18a
dinastia), sovrano di Tebe, riunifica il
regno cacciando via gli Hyksos.
L’Egitto comincia una politica di
espansione verso il Vicino Oriente,
che raggiuge il culmine con Ramses 2°
(della 19a dinastia)
1080 - 672 3° Intermedio 21a – 25a
Periodo caratterizzato da una
decadenza profonda in tutti i settori.
Il potere centrale si indebolisce e
viene invaso dagli Assiri (674 a.C.)
663 - 525 Rinascita Saitica 26a – 30a Psammetico inizia l’ultima dinastia
egiziana cacciando gli Assiri
525 - 332 Dominio Persiano - Cambise, re dei Persiani, Occupa
l’Egitto
332 - 323 Dominio Macedone - Alessandro Magno conquista l’Egitto
323 - 30 DominioTolemaico - Dopo la morte del sovrano macedone,
il paese è governato dalla dinastia dei
Tolomei
30 -324 d.C. Dominio Romano L’Egitto diventa una provincia romana
GLI EGIZIANI
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N.B. LE DATE RIPORTATE NELLA TABELLA SOPRA SONO APPROSSIMATIVE.
La cronologia della storia dell'antico Egitto fu strutturata da Manetone (storico e
sacerdote greco antico vissuto in epoca tolemaica, all'inizio del 3° secolo a.C. ) con la
divisione in 30 dinastie. La prima di queste dinastie iniziò con l'unificazione, dei due
regni del Basso ed Alto Egitto. Questi due regni si erano formati nel periodo detto
Periodo Predinastico dalla fusione di entità politiche più piccole.
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE IN EGITTO.
L’Egitto era una “monarchia a carattere divino”: capo dello stato era il faraone, che
esercitava un potere assoluto ed era considerato una divinità. Era il re-dio (o il figlio
del sole) che doveva garantire l’ordine dell’universo e tramite lui il mondo terreno era
collegato al regno degli dei ed al regno dei morti. Il grande “palazzo reale” era il
centro della vita politica ed amministrativa dello stato: era un tempio e abitazione,
palazzo della cancelleria e magazzino dei tesori reali.
Fig.29 – Le classi sociali in Egitto
La società egizia era rigidamente divisa in caste:
GLI EGIZIANI
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Il «Gran Visir», era il capo di tutti i ministri e del sistema giudiziario.
I «Sacerdoti», rappresentavano la classe più potente e privilegiata, celebravano riti
religiosi e interpretavano la volontà degli dei. Spesso assunsero un ruolo politico a
danno della monarchia.
Gli «Scribi» funzionari addetti all’amministrazione dello stato. Sapevano scrivere e
far di conto per cui erano molto rispettati. A loro era affidata la contabilità statale,
gli inventari ed il controllo dei tributi.
I «Soldati» difendevano il paese in tempo di guerra e assicuravano l’ordine interno in
tempo di pace. Erano benestanti e godevano di un gran potere.
Gli «Artigiani», orafi, vasai, ceramisti, falegnami, pittori, producevano oggetti di uso
quotidiano (vasi, stoffe) e quelli più preziosi destinati al corredo funebre. Erano
benestanti.
I «Contadini» si occupavano di lavorare la terra. Nei momenti di piena del Nilo
venivano impiegati nella costruzione delle piramidi. Vivevano generalmente in
condizioni di estrema povertà.
Gli «schiavi» in genere erano prigionieri di guerra e facevano i lavori più pesanti ed
umili. Non avevano né libertà, né diritti e, relativamente ai tempi, venivano trattati in
modo umano.
L’aspetto più triste di questa piramide sociale era quello che nessuno poteva aspirare
a cambiare il proprio destino. Se nascevi figlio di uno scriba, potevi diventare solo uno
scriba.
L’ECONOMIA.
L’economia egiziana si basava principalmente sull’agricoltura. I periodici straripamenti
del fiume Nilo, costrinsero gli Egiziani a raggiungere un alto grado tecnologico nel
regolamentare le acque del fiume, nel costruire un’ottima rete di irrigazione e nel
pianificare le colture.
Quella del papiro fu una coltivazione particolare, dalla sua fibra, opportunamente
lavorata si ricavava una buona carta per scrivere.
Sviluppate furono anche le attività industriali: quella dei metalli utilizzava oro,
argento, rame, stagno. Avanzate erano anche la lavorazione dei gioielli e delle pietre
dure, la produzione dei sarcofagi, dei profumi, del vetro e della ceramica.
LA SCRITTURA.
La scrittura si diffuse in Egitto intorno al 3000 a.C. e si espresse in “caratteri
geroglifici”. Letteralmente geroglifico significa “segno sacro inciso”, in sostanza si
usavano segni, simboli e disegni. Questo tipo di scrittura aveva un “carattere
pittografico” e veniva scolpita e dipinta su pietre, su legno o su papiro. Con il passare
del tempo questo tipo di scrittura espresse contenuti di ogni genere e non soltanto
religiosi. Questa scrittura fu decifrata dal francese Francois Champillon, che nel
GLI EGIZIANI
31
1821 riuscì ad interpretare, avvalendosi del testo greco, l’iscrizione della Stele di
Rosetta, trovata nella città di Rosetta vicino
al delta del Nilo, nel 1799 da un ufficiale
napoleonico. Questa stele riporta
un'iscrizione divisa in registri, in tre
differenti grafie: geroglifico, demotico e
greco antico.
LA CULTURA E L’ARTE.
Il dominio dell’arte egiziana comprese due
regioni: il Basso Egitto dal delta fino a Menfi
che ne era la capitale; e l’Alto Egitto, dalla
regione a sud di Menfi fino alla prima
cataratta a sud dell’isola di Phile (che si trova
lungo il fiume), con capitale Tebe.
Fig. 30 – Estensione dell’arte egiziana.
L’arte egiziana estese la sua influenza sulla
Nubia, sulla Siria del nord fino all’Armenia.
Ovunque giganteschi monumenti, statuaria
solennemente composta e di grave aspetto. In
nessuna opera traspare gaiezza e buon umore,
particolarmente nelle statue. Tutto è
convenzionale ed austero, ogni manifestazione
di loquacità era considerata come cosa empia,
tanto che l’Egitto fu chiamato “Terra del
silenzio”.
La cultura era privilegio delle classi superiori,
in particolare dei sacerdoti.
Fra le arti, particolarmente coltivata fu
l’architettura: gli Egizi costruirono grandiosi
monumenti come le piramidi, la Sfinge, gli
obelischi, i templi. Anche la scultura fu
praticata: furono scolpite statue di faraoni e
di divinità; la pittura fu soprattutto parietale
e decorava palazzi, templi e tombe. La
letteratura si espresse soprattutto in campo
religioso.
La tomba fu la prima interessante opera architettonica egiziana. Il primo tipo di
GLI EGIZIANI
32
tomba fu la “Mastaba” costruzione a pianta rettangolare avente la forma di un tronco
di piramide, sotto la quale erano scavate gallerie. Da questa si passò alla piramide a
base quadrata a tronchi di piramide sovrapposte, detta “piramide a gradoni”; per
arrivare infine alla “piramide a facce continue”.
Fig. 31 – Diversi tipi di piramide.
Nella costruzione dei tempi furono impiegati diversi tipi di capitelli derivati da
composizioni floreali (loto fig. 62; papiro fig. 63; palma figg. 64, 66, 67) e figurati o
athorici, per la presenza del volto della dea Athor, ripetuto su quattro fronti (figg.
65, 68). La colonna della fig. 61 è di tipo protodorica, perché richiama il dorico greco
arcaico.
GLI EGIZIANI
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Fig. 32 – Diversi tipi di capitelli
LA RELIGIONE.
L’alto senso religioso ed il culto dei morti ispirò agli artisti egiziani la costruzione di
grandiosi templi e di giganteschi sepolcri, quando non furono affrontate intere
montagne per ricavarne ipogei e santuari.
Fig. 33 – A sx ricostruzione del tempio di Karnak; a dx quella del tempio di Luxor.
Il tempio aveva una grande estensione, dovendo contenere le adunanze del popolo.era
costituito da un ingresso fiancheggiato da piloni piramidati, davanti ai quali erano posti
degli obelischi e gigantesche statue di divinità. La prima parte dell’interno era
costituita da una grande sala a colonne (ipostila), da un secondo ambiente o santuario,
seguivano le celle per i tesori e camere per i servizi.
La religione egizia, fusione di una miriade di culti locali, fu un politeismo naturalistico.
Originariamente ci fu il culto di divinità zoomorfe: Sciacallo (Anubi, dio dei morti);
Toro (Api, dio di Menfi); Gatto (animale intoccabile a cui era dedicata la città di
Bubasti). Successivamente le divinità zoomorfe assunsero parzialmente tratti umani,
tratti antropomorfi che rappresentavano le forze della natura. Nei secoli si
svilupparono nuove forme i culto che però non eliminarono mai le precedenti.
GLI EGIZIANI
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Le divinità principali, Iside (dea della maternità, della fertilità e della medicina, ha un
copricapo a forma di trono); Osiride (dio della vita, della morte, dell'agricoltura e
della vegetazione) ed il loro figlio Horus (dio del cielo e della profezia, rappresentato
come un uomo con la testa di falco), di cui il faraone era l’incarnazione vivente,
formavano una triade. Fig. 34 – Il Tempio di Amon-Re a Luxor
GLI EGIZIANI
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Particolarmente venerati furono anche Anubi (il dio protettore delle necropoli e del
mondo dei morti, rappresentato come un uomo con la testa di cane), RA (il dio del sole,
il creatore dell’universo e dell’uomo, dio dello stato e della giustizia, rappresentato
come un uomo con la testa di aquila avente come copricapo il disco solare, tale dio
ebbe il suo maggiore centro di culto a Eliopoli), Thot (il dio della scienza e della
scrittura, rappresentato come un uomo con la testa di ibis).
Fig.35 – Le principali divinità egiziane
Amon, in origine era il dio locale delle tribù della zona di Tebe. Quando poi i principi di
Tebe s’impadronirono del trono d'Egitto divenne la suprema divinità del pantheon e fu
assimilato al dio solare Ra sotto il nome di Amon-Ra.Venne solitamente
raffigurato come un uomo con il capo coperto da una corona con due
lunghe piume. Fu anche rappresentato da un'oca (che avrebbe deposto
l'uovo cosmico primordiale da cui si sarebbe generata la vita) e da un
ariete con il disco solare tra le corna ricurve (avrebbe attraversato gli
inferi per donare una nuova vita agli anime dei morti). Amon era il
creatore di tutte le cose, regolava il tempo e le stagioni, controllava i
venti e le nubi. I santuari maggiori dedicati ad Amon furono il tempio di
Karnak e quello di Luxor, tra i quali si svolgeva l'annuale processione
della statua del dio. Fig.36 - Il dio Amon
GLI EGIZIANI
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SITOGRAFIA
https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_faraoni
https://www.aton-ra.com/storia-egizia/datazioni-storia-egizia/71-suddivisione-
storia-egizia.html
https://s.deascuola.it/minisiti/storiadiotti/HTML/03.antico_egitto/antico_egitto_te
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https://storiedistoria.com/2017/03/gli-hyksos/#_ftnref9
https://www.storicang.it/a/lharem-dei-faraoni_14719
https://doc.studenti.it/podcast/la-preistoria-e-gli-inizi-della-storia-in-egitto.html
https://archipendolo.wordpress.com/2015/09/26/itinerario-nei-nomoi-dellalto-e-del-
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https://www.aton-ra.com/storia-egizia/storia-antico-egitto/119-primo-periodo-
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https://it.wikipedia.org/wiki/XVI_dinastia_egizia
http://ere-lescorts.blogspot.com/2014/12/el-templo-de-luxor.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Tavoletta_di_Narmer
https://it.wikipedia.org/wiki/XXV_dinastia_egizia
https://www.riscriverelastoria.com/2015/11/la-dinastia-dei-faraoni-neri.html