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Giornale dell'Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici - Bolzano (Italia)
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1989 - 2009I 20 anni dell‘Associazione
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbo-namento postale - D.L. 353/2003 (Conv: in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Bolzano Reg. 3.7.1995, n. 17/95, Nr. 1/2009
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1989 - 2009
IMPRESSUM
Opuscolo informativo quadrimes-trale dell‘Assiociazione Parenti ed Amici di Malati Psichici
Registrato al tribunale di Bolzano: Nr. 17/95 R.St. del 3.7.1995
Editore:Assiociazione Parenti ed Amici di Malati PsichiciVia G. Galilei, 4/a39100 BolzanoTel. 0471 260 303 Fax 0471 408 [email protected]
Responsabile:Prof.ssa Carla Leverato
Redazione:Martin Achmüller, Margot Gojer, Laura Kob, Lorena Gavillucci, Carla Leverato Traduzione:Martin Achmüller, Carla Leverato
Foto:Archivio, Martin Achmüller, Margot Gojer, Carmen Premstaller
Impostazione e veste grafica:Carmen Premstaller
Stampa:Athesia Druck GmbH, Bozen
La redazione ringrazia per la prezi-osa collaborazione tutti coloro che hanno contribuito alla pubblicazi-one di quest‘edizione. Si riserva il diritto di effettuare abbreviazioni ai testi.
Con il sostegno della Città di Bolzano
Con il sostegno della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige Ripartizione alle Politiche Sociale
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Basta un pizzico di sale!Das Salz in der Suppe!
für den Verband Angehöriger und Freunde psychisch Krankerper l‘Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici5 ‰
Su di tesi poteva sempre contare .
Sapevi scoprire il soleanche dietro le nubi più scure.La tua calma e il tuo equilibriohanno appianato molte strade.
Con semplicità e modestiahai saputo sempre incoraggiare.
Hai seminato, innaffiato, raccoltoe hai regalato a ciascuno
un seme.Lo faremo germogliare.
Grazie, Willi!Rimarrai nel ricordo di noi tutti.
Wilhelm FalkPresidente dell‘Associazione „Lichtung“
† 16 marzo 2009
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2 0 a n n i f a ,quando l’Associazione non esisteva
ancora, non avevo nessuno con cui condividere il problema di un famili-are malato psichico, nessuno con cui confrontarmi, nessuno a cui dare e da cui ricevere solidarietà, proposte, idee, strumenti, anche minimi, di interven-to. Solo una grandissima sensazione di impotenza. E di solitudine.
Questo è stato il primo pensiero ad attraversarmi la mente, quando mi hanno detto che ricorre il ventennale dell’Associazione. Solo in un secondo momento la mia attenzione si è posa-ta sui vent’anni di percorso, sulle tan-te iniziative, sulle conquiste piccole e grandi che si è contribuito a conse-guire e sui risultati che verranno, sul tanto lavoro che il futuro riserva an-cora.
Ma la cosa più importante, per me, è stata proprio il sentire, un sentire quasi fisico, che a quella solitudine e a quell’impotenza sono subentrati in questi anni il calore e la forza di una presenza, di una condivisione, di una speranza.
Una delle difficoltà più pesanti si verificava, ricordo, nei rapporti con le istituzioni, soprattutto nei momenti di cosiddetta “emergenza”: ero lì, in totale solitudine, di fronte a situazioni ed eventi più grandi di me, che sover-chiavano le mie energie ed anche la mia lucidità.
Pur riconoscendo la massima dis-ponibiltà e competenza nei medici o
negli operatori del settore, mi sentivo in balia delle loro decisioni, del loro operare, consapevole che la vita della persona a me cara dipendeva com-pletamente da quelle decisioni, da quell’intervento.
E se non ero in grado di collaborare adeguatamente, di seguire la linea che prescrivevano? E se si sbaglia-vano? E se non fosse quella la via giusta? E quando, purtroppo, acca-deva anche questo, perché errare è umano, e l’errore, la lacuna, aprivano la strada ad ulteriori peggioramenti e crisi con tutte le conseguenze di dolo-re, lacerazione ed ansia (non solo del malato), in quei momenti sentivo pi-ombare un sipario buio sull’anima.
Attorno a me c’era sempre chi era pronto a mettermi una mano sul-la spalla, magari anche a piangere con me, lo faceva con affetto since-ro, provavo gratitudine, ma anche la consapevolezza che gli altri, coloro che non vivevano in prima persona l’esperienza del contatto con la ma-lattia psichica, fossero anni luce lon-tani dal capire le proporzioni reali del problema. Magari quelle proporzioni reali non erano, forse le ingigantivo, forse le minimizzavo, di sicuro però mi trovavo in un labirinto disperante.
Poi ho conosciuto qualcuno che aveva come me una persona cara am-malata.
Bastarono poche parole, anzi, erano quasi più eloquenti i silenzi, quando proprio di parole non ce ne sono più,
e mi accorgevo che i miei problemi, i miei dubbi, la sofferenza, le frustrazio-ni, le angosce erano anche i suoi.
Poi, qualcuno che conosce qualcun altro e l’Associazione.
La leggenda dice che uno dei più potenti incantesimi di Merlino sia “la magia del fare”.
Il sollievo di sentirsi capiti e di poter agire. “La situazione è questa, allora facciamo qualcosa”, formula davvero magica: d’incanto l’angoscia si riduce, si affievolisce, non è più la compagna di ogni risveglio; il senso di impotenza scompare; la solitudine e la fatica si al-legeriscono. Al loro posto c’è un’idea, una proposta, una speranza, la con-cretezza di un darsi la mano e metter-si in cammino, insieme.
Il percorso non è certo un’autostrada, o forse si, l’immagine rende se pensia-mo a certe giornate tra Ronco Bilaccio e Barberino del Mugello con l’ingorgo e l’incidente sempre in agguato, ma anche con la possibilità di ascoltare la voce di un navigatore esperto, di chia-mare un soccorso, che arriva sollecito, di fermarsi in un’area di sosta che ti accoglie protettiva, di ricevere l’aiuto per ripartire verso un traguardo, che per quanto faticoso e lontano non senti più irraggiungibile.
Vorrei concludere questa mia tes-timonianza con un infinito GRAZIE a tutti i membri dell’Associazione per quanto hanno fatto, fanno e faranno: anzi, abbiamo fatto, facciamo e, pote-te giurarci, faremo!
Luce
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Una storia incompleta. . .
La storia dell‘Associazione, come tutte le storie, è fatta di date, ma
soprattutto di persone. Leggendo i verbali delle Assemblee, dalla data della fondazione fino ad oggi, tanti sono i nomi che si incontrano. Nomi
importanti, nomi di personaggi, nomi di persone comuni che hanno lavorato con dedizione ed impegno a costruire quella che è oggi l‘Associazione. Cias-cuno, persone note o meno note, ha contribuito alla realizzazione di un
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Risultano anche il luogo di nascita: Bolzano, Via Fago.
Qualche anno più tardi, nel 1996, il Direttivo di allora tentò di cambi-are la denominazione, accorcian-dola e facendo riferimento al logo dell‘Associazione: venne proposto il nome “Labyrinth” che però non piac-que a nessuno, perché evocava dispe-razione e incubo.
bellissimo mosaico, dove i tasselli non si distinguono in importanti o meno, perché tutti indistintamente fanno parte del quadro finale e se solo uno ne mancasse, anche se piccolissimo, tutto il resto diminuirebbe di valore.
18 febbraio1989
La prima data importante è quella dell‘atto costitutivo, che è anche il gi-orno della nascita dell‘Associazione:
Il nome attribuito alla „neonata“:
Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici
Il nome così lungo sarà sempre un po‘ di impaccio, specialmente nel ser-vizio telefonico. Sarà anche di disagio quel richiamo ai “malati psichici”, che ora sembra pesante e che getta un po‘ di ombra e di tristezza sulla situazione delle persone e delle loro famiglie.
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Una storia incompleta. . .1989 - 2009
L‘ Associazione non nasceva dal nul-la: c‘erano già stati precedentemente parecchi incontri di un gruppo di la-voro formato da familiari di malati psi-chici, che fino a quel momento si era-no trovati soli con la loro impotenza, la loro inesperienza, la loro incapacità di affrontare la disperazione e quasi sempre la vergogna che comportava avere in famiglia un malato, cosa che preferivano nascondere, nasconden-dosi e chiudendosi al resto della so-cietà.
Già il trovarsi, e i primi incontri avve-nivano presso il Centro di Igiene Men-tale, era tentare di dar voce al proprio disagio, uscire a cercare, a chiedere aiuto.
Il Gruppo che era già riuscito, con straordinaria chiarezza e lungimi-ranza, ad intravedere da subito le priorità e la strada che negli anni l‘Associazione avrebbe preso, ave-va redatto il seguente programma degli interventi indispensabili:
„Non ci sono letti per i malati psichici“
novembre 1988, Katholisches Sonntagsblatt
Programma degli interventi
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Nel marzo del 1990 ha luogo la pri-ma Assemblea Generale dei soci.
In quell‘occasione viene eletto il pri-mo Direttivo, che, a causa soprattut-to dell‘inesperienza dei membri (non si deve dimenticare che, come tutti i successivi, anche questo era for-mato da volontari armati di infini-ta disponibilità e buona volontà, ma anche con poco tempo a dis-posizione) e che come in tutti i gruppi i propri membri hanno inizialmente non poche diffi-coltà ad organizzarsi, a impa-rare a discutere, a non sopraf-farsi a vicenda, a considerare i problemi generali e non solo quelli personali ecc. ecc.
E‘ tanto più ammirevole accorgersi che le basi, so-lide basi dell‘Associazione, sono state poste con innu-
merevoli sacrifici proprio da questi “pionieri”.
Intanto si nominava un Coordina-tore, perché il lavoro d‘ufficio e orga-nizzativo era in aumento.
9 mesi dopo la fondazione:
Assemblea Generale StraordinariaDicembre 1989
Ordine del giorno:Dimissione del PresidenteScioglimento dell‘Associazione?
••
Prima Assemblea Generale Marzo 1990
Di qua e di là dai verbali ogni tanto risulta un richiamo dei vari Direttivi ai soci, perché facciano sentire la loro voce. Ancora nel 2001 la Presidente dichiarava con rammarico e delusio-ne che nessuno dei 460 soci ai quali era stata chiesta collaborazione per lo svolgimento di iniziative e attività
non solo si era dichiarato dis-ponibile, ma nemmeno aveva risposto.
Nuovamente ci si chie-deva se tutto dovesse proprio gravare sul Di-rettivo e ogni Direttivo
continuerà a chiedere la collaborazione di tutti,
fatta di proposte e osser-vazioni.
Assemblea dell‘Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici:
„Leggi, burocrazia e incompetenza ai danni dei malati“
dicembre 1989
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Inizia anche da subito il servizio di consulenza per familiari e malati, dapprima affidato ad uno psicologo, poi per diversi anni ad un gruppo di volontari dell‘Associazione (servizio di ascolto e informazione); si trasformerà poi nell‘”Ascolto Telefonico”, sempre con volontari, fino all‘attuale “Punto di sostegno nei momenti difficili della vita” con una psicologa.
Servizio di consulenza
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Ma già si era fatto qualcosa con lo scopo dichiarato di far uscire le fa-miglie dall‘isolamento, di attivare le risorse personali, di aiutare ad aumentare l‘autostima: si erano at-tivati in tutta la provincia i Gruppi di Auto Aiuto.
Formazione di gruppi di Auto Aiuto
Prendere in mano la propria storia
Erano però subito sorti anche i primi equivoci da parte dei partecipanti ai gruppi per cui diventava importante chiarire che iscriversi all‘Associazione o ad un gruppo di auto aiuto non significa trovare automaticamente la ricetta magica per la soluzione di tutti i problemi. D‘altra parte i bisogni erano tanti, l‘ansia, l‘angoscia, la paura, la vergogna immense e dolo-rose. E proprio per questo motivo sarà sempre difficile far sì che ciascuno si attivi e lotti anche personal-mente, perché i servizi per i malati e gli inter-venti in favore dei famili-ari vengano realizzati, ed anche riuscire a far com-prendere che tocca an-che a ciascuno prendere in mano la propria storia.
Inizialmente ed anche in seguito i gruppi, che continueranno a crescere numericamente, saranno guidati da uno psicoterapeuta o comunque da un esperto.
Accompagnamento da psicoterapeuti ed esperti
La „Tavola Rotonda“
Nell‘ambito dell‘auto aiuto vi saran-no più avanti delle originali iniziative, fra cui, nel 1999, l‘istituzione della “Ta-vola Rotonda” che ogni mese riunirà familiari, malati e medici, oltre che a rappresentanti dell‘Associazione, per confrontarsi e affrontare insieme i bi-sogni che man mano si presentano.
Forum per familiari
Nel 2002 il dott. Ingo Stermann realizza, con la fattiva collaborazione dell‘Associazione, il “Forum
per familiari”, bilingue, per imparare a non chiudersi nel privato, ma bensì ad aprirsi alla comunicazione sociale, a non considerare un tabù da nascondere la malattia psichica.
Gruppi di Auto Aiuto
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Molto successo hanno tuttora i “soggiorni di vacanza” per malati psi-chici, iniziati già nel 1989 con ben 60 partecipanti, nonostante le difficoltà incontrate soprattutto nel reperire accompagnatori formati.
Grande è stato l‘impegno dell‘Associazione nell‘organizzare questo servizio che si è andato perfezionando negli anni grazie anche alla collaborazione iniziale del reparto psichiatrico e in segui-to dei Cen-tri di Salute M e n t a l e , fino alla formula at-tuale.
Soggiorni di vacanza
Per quest‘anno sono previsti ben sei diversi soggiorni in luoghi incantevoli che vanno dal mare al lago, alla mon-tagna, con accompagnatori formati, operatori professionali e perfetta or-ganizzazione. Il numero dei parteci-panti è intanto aumentato fino ai 150 di quest‘anno con 40 accompagnatori e operatori.
Soggiorni 2009
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Contatti, mass media, progetti
Collaborazione con i mass media
Si comprende che c‘è bisogno di confrontarsi con altre esperienze: l‘Associazione partecipa con suoi rappresentanti a convegni nazionali e internazionali, prende contatti con le altre associazioni esistenti a livel-lo nazionale ed europeo - come membro fondatore nel 1993 dell‘U.N.A.SA.M. (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale) e dell‘EUFAMI (Eu-ropean Federation of Asso-ciations of Families of People with Mental Illness) e acquis-tando così più forza e più stimoli per proseguire.
Contatti nazionali ed internazionali
Contemporaneamente inizia la lot-ta ai pregiudizi: si prendono contatti con la stampa, si partecipa a trasmis-
sioni televisive per far conoscere la realtà della malattia psichi-ca e le difficoltà dei malati e
delle loro famiglie.
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Fa ormai parte di ogni programma lo stabilire contatti con autorità e politi-ci, fra cui l‘Assessore dott. Saurer, che sempre sarà al fianco dell‘Associazione col suo aiuto e il suo sostegno e il ves-covo Mons. Wilhelm Egger, che con la sua sensibilità non mancherà mai di far sentire la sua partecipazione.
Contatti, mass media, progettiContatti con autorità e politici
Nel 1998 L‘Associazione mostra di aver ormai una solida struttura in gra-do di programmare e realizzare inter-venti ed iniziative in favore dei soci, che vanno dai soggiorni di vacanza ad attività di tempo libero, dal sostenere i gruppi di auto aiuto ad offrire con-sulenza ai familiari, dall‘organizzare serate informative, conferenze e con-vegni ad inventare nuovi progetti che coinvolgano i malati, come quello per la riabilitazione con l‘aiuto dei cani e quello chiamato “abitare liberamente” realizzato con l‘affittare a Brunico un appartamento messo a dispo-sizione di alcuni malati impegnati e seguiti nell‘acquisizione di autonomia personale.
Risoluzione
Una risoluzione dal titolo sugges-tivo: “Psicoterapie invece di pillole? Pillole invece di psicoterapie?” seg-nalava un ulteriore problema e cioè l‘ostilità invece che la collabora-zione fra psichiatri, psicologi e operatori sociali, ai quali i familiari chiedevano di non essere coinvolti nella “concor-renza” fra i diversi metodi di trattamento, ma di avere invece chi-are informazioni su di essi.
Progetti
La lotta allo stigma sociale, siamo nel 2002, diventa uno degli obiettivi
prioritari dell‘Associazione che la impegnerà anche negli
anni seguenti special-mente in occasione della Giornata Mon-
diale della Salute Mentale che ricorre ogni anno il 10 ot-tobre.
Lotta allo stigma sociale
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Strutture
Nella risoluzione del 1990, la pri-ma di un lungo elenco che seguirà negli anni, si chiede la creazione e il miglioramento dell‘assistenza ospe-daliera psichiatrica. Infatti i reparti di psichiatria non esistono né a Bolzano, né a Merano, e così pure a Bressanone e Brunico.
Mancano anche i Centri di riabilitazi-one e l‘assistenza diurna. Tutte strut-ture assolutamente indispensabili.
Nel 1992 occorrerà un‘altra uguale risoluzione, così riassumibile: le strut-ture sociopsichiatriche non ci sono, ne chiediamo con forza l‘istituzione.
Nel 1993 continua l‘elenco di quello che non c‘è e precisamente il nuovo reparto di psichiatria dell‘Ospedale di Bolzano.
1994 Il ritornello non è cambiato: mancano le strutture psichiatriche.
Lentamente si incominciano intanto a vedere i risultati del lavoro e della collaborazione: il primario del reparto di psichiatria dell‘Ospedale di Bolza-no può dichiarare nel 1994 che final-mente è aperto il nuovo reparto con 24 letti.
Nel 1997 in una risoluzione si rin-grazia per quanto si è realizzato, e cioè i reparti psichiatrici di Bolzano e Bressanone, delle comunità protette e delle comunità alloggio a Brunico, Vipiteno, Varna, S.Martino in Passiria e Merano.
Tutto ciò però non è ancora sufficiente per le necessità dei malati: si chiede perciò che l‘assistenza psi-chiatrica venga del tutto realizzata e dove occorre potenziata, senza scon-trarsi continuamene con gli intoppi burocratici.
Primi successi
A Merano si è aperto intanto un cen-tro diurno per malati psichici, gruppi di tempo libero sorgono anche a Bru-nico e Bolzano.
Nel 2001 si chiederà anche che nel reparto di psichiatria le persone de-pressi siano separate da quelle in fase acuta, che hanno bisogno di altri trat-tamenti. Anche per risolvere questo problema ci vorranno anni.
La carenza maggiore è tuttora, si segnala, quella di personale specia-lizzato, senza il quale le strutture sono inutili, e non possono funzionare.
In questo modo il peso maggiore dell‘assistenza continua a gravare sulle famiglie. Soprattutto in caso di crisi queste si trovano del tutto impreparate, e del resto come potreb-bero esserlo?
Intanto sempre agli inizi la situa- zione della psichiatria era a dir poco
drammatica: nel senso che non esis-teva nessuna delle strutture che alla chiusura dei manicomi si sarebbero dovute predisporre sul territorio.
l gruppetto dei “pionieri” si trovava di fronte ad un compito immane.
E‘ stato coraggio? E‘ stata dispera-zione? Comunque sia si sono messi in moto e non si sono stancati mai di chiedere, di insistere, di pretendere, con tutti i mezzi, pochi e incompleti che avevano a disposizione, soprat-tutto cercando alleati tra i mass me-dia, i politici, le autorità religiose...
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Strutture
E‘ quindi indispensabile e urgente un centro di intervento in caso di cri-si.
Nel 1999 questo non sarà ancora re-alizzato: l‘Associazione deve continu-are ad insistere.
Finalmente nel 2000 si potrà annun-ciare che presso il Centro di Salute Mentale di Bolzano è stato istituito un servizio di accoglienza, informazione e supporto per casi urgenti.
Viene intanto inaugura-to a Rodengo il Centro te-rapeutica “Bad Bachgart”
per dipendenze, psico-somatica e psicoterapia.
Necessità più urgenti
Una decina di anni sono dovuti trascorrere perché almeno in parte vengano soddisfatte le necessità più urgenti dei malati ma intanto altri problemi emergono fra cui quello dell‘inserimento o reinserimento la-vorativi e delle strutture intermedie di reinserimento sociale.
Le strutture ci sono e funzionano, ma che cosa succede quando i pa-zienti vengono dimessi dalla psichiatria? Come possono i familiari affrontare da soli questa che rappresenta per essi un‘autentica emergenza,
considerando la loro impreparazione, il loro senso di impotenza e talvolta la loro disperazione?
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Bisogni e prospettive per il futuroLa lotta continua...
Nello stesso tempo, pur riconoscen-do che l‘Associazione è riuscita a richi-amare l‘attenzione della popolazione, delle autorità e dei politici sulla ma-lattia psichica, bisogna continuare a lottare per abbattere pregiudizi, pau-re, vergogna.
Linee Guida
La rete di assistenza psichiatrica con gli anni è veramente molto migliorata e molti servizi sono stati istituiti, fra cui i Centri di Salute Mentale, le comu-nità alloggio, i centri di addestramen-
Difficoltà di malati e familiari
Ancora nel 2006 si nota quanto sia sempre difficile per i malati riprendere la vita normale e per i familiari al primo impatto con la malattia, riconoscerla e non ne-garla, chiedere aiuto, collaborare.
Problematica dell‘alloggio
Difficilissima è anche la situazione dei malati cronici, che hanno “diritto alla cura”. Così è intitolata la risolu-zione del 2008, nella quale si chiede che si trovi una soluzione abitativa per quei pazienti che hanno bisogno di essere assistiti da personale specia-lizzato per 24 ore perché da soli sono incapaci di autonomia nel gestire la propria vita personale e di relazione.
to professionale, i punti di incontro ecc.
A questo punto, siamo nel 2004, l‘Associazione presenta le Linee Guida, perché ritiene opportuno rivedere i contenuti del suo lavoro. L‘obiettivo è quello di non perdere quanto si è così faticosamente otte-nuto e continuare a con-tribuire al miglioramento dell‘assistenza psichiatrica secondo le esigenze che via via si sono presentate e si presenteranno.
Inoltre, si nota nelle Linee Guida, non sempre vengono conside-rati i problemi dei familiari , non viene riconosciuto il loro disagio ed essi non vengono coinvolti nella terapia, nel famoso “trialogo medico-paziente-fa-miliare”.
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Bisogni e prospettive per il futuroProspettive
E adesso? Quali prospet-tive, per soddisfare quali nuovi o vecchi bisogni, in quale direzione si vuol muovere l‘Associazione?
Occorre, oggi come al-lora, chiedersi qual‘è la realtà delle famiglie di malati psichici, di che cosa hanno bisogno per formarsi e per crescere, che cosa non possono certamente fare da sole, che cosa vuol dire ver-amente “Auto Aiuto”. La
domanda è aperta e forse, se non una soluzione, almeno uno stimolo ci può venire da realtà a noi vicine che han-no affrontato ed in buona parte risol-to il problema.
Linee fondamentali
Stanno chiaramente emergendo alcune linee fondamentali.
La prima, verso la quale l‘Associazione già si sta muoven-do con decisione è l‘assistenza ai soci nelle situazioni di poca chia-rezza, di dubbio, di incertezza nei riguardi delle istituzioni, quan-do essi sentono che i malati non sono sufficientemente tutelati nei loro diritti e quando da soli non si sentono sufficientemente forti per agire o comunque non sanno a chi rivolgersi personalmente.
La seconda, ancora tutta da im-parare, è la creazione di una rete di solidarietà fra le famiglie e, dove possibile, anche fra i malati stessi, perché ciascuno sia protagonista
della propria storia e l‘auto mutuo aiuto diventi una realtà concreta.
La terza andrebbe incontro a un bi-sogno molto sentito dai familiari, di quelli che dicono: ”Mio figlio, mia figlia sono sempre soli, si rifiutano di uscire, con chi possono parlare, chi li ascol-ta?” Si tratterebbe della formazione di volontari che possano sopperire a questa triste mancanza di contatti, per trascorrere con i malati, i depressi in primo luogo, un paio di ore in setti-mana, per uscire con loro, per far loro compagnia, come del resto avviene già da parte di altre associazioni con altro tipo di malati.
In particolare ci si dovrà impegnare in aiuto ai familiari dei pazienti che rifiutano le cure, nell‘assistenza dei malati cronici, nel campo della pre-venzione e della psichiatria dell‘età evolutiva.
Gli altri objettivi sono da proporre dai soci, soprattutto perché quel-la che ho scritto, ricavandola dalla documentazione scritta in possesso dell‘Associazione, è una storia in-completa.
Non ci sono i ricordi di chi ha parte-cipato, lavorato, lottato, vissuto...
Non ci sono i nomi dei presidenti, dei membri dei vari consigli diret-tivi, dei soci, dei volontari... di tutte le persone che a qualsiasi titolo con la loro collaborazione hanno reso l‘Associazione quella che oggi è.
Adesso tocca a noi tutti completare e continuare la storia...
Carla Leverato
SALUTE MENTALE
Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbo-namento postale - D.L. 353/2003 (Conv: in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Bolzano Reg. 3.7.1995, n. 17/95, Nr. 2/2007
L’ALIMENTAZIONE E SALUTE
INFESQuando i problemi vengono affrontatiattraverso l’alimentazione
SALUTE MENTALE
SALUTOalla presidente Margit Morini
ACCOGLIENZA E CURA
soluzioni abitative protette
Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbo-namento postale - D.L. 353/2003 (Conv: in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Bolzano Reg. 3.7.1995, n. 17/95, Nr. 1/2008
AUTO AIUTO
DIRITTI E DIGNITÀ DEL MALATO
GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE
Associazione Parenti ed Amici di Malati Psichici
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbo-namento postale - D.L. 353/2003 (Conv: in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 2, DCB Bolzano Reg. 3.7.1995, n. 17/95, Nr. 3/2008