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AUTONOMIA&AUTONOMIE mensile delle autonomie della Toscana - Anno XIX n. 11 dicembre 2011 Il Sistema Toscano dei servizi per le imprese è, oggi, una delle realtà più efficienti nel panorama italiano. Ma per metterlo a regime ci sono ancora alcuni passi da compiere. Il punto di vista delle istituzioni e delle imprese istema S uap Il

Aut&Aut dicembre 2011

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Un nuovo numero del mensile di Anci toscana

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Il Sistema Toscano dei servizi per le imprese è, oggi, una delle realtà più efficienti nel panorama italiano. Ma per metterlo a regime ci sono ancora alcuni passi da compiere. Il punto di vista delle istituzioni e delle imprese

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2DICEMBRE 2011

In questo numero

Anno XIX numero n. 11 dicembre 2011Reg. Trib. di Prato nr. 180 del 8/7/1991.Editore: Aut&Aut AssociazioneProprietà: Anci ToscanaDirettore responsabile: Marcello BucciDirettore editoriale: Alessandro PesciCollegio di garanzia: Alessandro Cosimi, Luca Lunardini, Sabrina Sergio Gori, Angelo Andrea ZubbaniRedazione: Comunica Viale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenzetel. 055 2645261 - fax. 055 2645277 - email: [email protected]: Olivia BongianniIn redazione: Guendalina Barchielli, Mariarita Boscarato, Maria Teresa Capecchi, Sara Denevi, Monica Mani, Hilde March, Margherita MelliniCollaboratori: Enzo ChioiniSegreteria di redazione: Tiziana TropeaGrafica e impaginazione: Osman HallulliPubblicità: Comunica Viale Giovine Italia, 17 - 50122 FirenzeTel. 055.2645261 - fax 055.2645277 - email: [email protected]: Litografia I.P.

Anci ToscanaViale Giovine Italia, 17 - 50122 Firenze Tel 055 2477490 - Fax 055 [email protected] - www.ancitoscana.itPer quanto riguarda i diritti di riproduzione, l’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare eventuali spettanze per quelle immagini di cui non sia stato possibile reperire la fonte.

EDITORIALE 3La manovra “Salva Italia” affossa il ruolo dei Comuni Alessandro Cosimi

DALL’ANCI TOSCANA 4Monica Mani

I SuAp? uN mOTORE DI SvILuppO 5 SuAp: un salto di qualità per la Toscana 7Alessandro Pesci

un sistema di regole uniforme per pratiche più snelle 9Laura Castellani

Con i SuAp fare impresa diventa più semplice 11Enrico Ciabatti

Il tavolo tecnico regionale: risultati e prospettive 13Piero Rubbioli

Norme edilizie più semplici con la 40/2011 15DG Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità - Regione Toscana

Il supporto tecnologico degli Sportelli 16Raffaella Tommaso

La rete dei SuAp a servizio della sanità 16DG Diritti di cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana

un unico interlocutore per le autorizzazioni ambientali 17DG Politiche territoriali, ambientali e per la mobilità - Regione Toscana

Cosa succede nei comuni 19

A Firenze un Suap interdirezionale 19Fabio Cacioli

Livorno segue la strada del riuso 19Graziella Launaro

E@sy. E Carrara “cade nella rete” 21Guirardo Vitale

Sporvic: la comunità del riuso diventa un modello 21Michele Parenti

La via dei coordinamenti provinciali 23

Arezzo tra i primi a credere nella condivisione 23Marinella Giannini

Con Jesyre avviare un’attività è più facile 23Gianluca Frassinetti

DALLE AuTONOmIE 25

Aut&Aut va sul web 26Marcello Bucci

pERCORSI DI CITTADINANZA

“L’Italia sono anch’io!” 27Luca Menesini

Le proposte di legge 28

Delrio: cambiare la legge per promuovere i diritti 29Sara Denevi

Il perché di una firma 29Gianluca Mengozzi

Rete G2: non chiamateci immigrati 30Guendalina Barchielli

pontassieve aderisce alla campagna e mette in mostra i “Corpi migranti” 30 Guendalina Barchielli

Un sistema è una totalità nella quale diverse parti sono in relazione reciproca; nessuna di queste può mancare, pena l’annullamento del carattere del sistema.

Konrad Lorenz

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N on metterò certo in discussione la drammaticità del momento e la necessità di misure straordina-rie, ma non nascondo lo scarso

entusiasmo per i provvedimenti del Governo Monti.In particolare, riguardo agli enti locali, l’ulterio-re taglio di 1,5 miliardi ai comuni e la conferma del Patto di Stabilità, ci mettono letteralmente in ginocchio.Anche l’anticipazione al 2012 dell’Imu non ri-sponde alle nostre aspettative, visti i termini con i quali questa imposta sarà applicata.Se ad essa aggiungiamo l’aumento degli estimi catastali per tutti, la possibilità di aumentare la quota locale dell’Irpef, l’aumento dell’Irpef per le Regioni (per compensare la riduzione Irap e le necessità di sanità e trasporti), l’aumento delle accise sui carburanti, l’aumento dell’Iva al 21% e quello previsto per il prossimo anno, ci troviamo a dover considerare seriamente questa manovra come fortemente a rischio di effetti depressivi e in grado di annullare il ruolo dei comuni come mo-tore dello sviluppo locale.Possiamo poi definire “in coma” il Federalismo fiscale.Il percorso avviato con la legge 42, prevedeva,correttamente, in primo luogo la necessità di definire i ruoli e le funzioni di cia-scun livello degli enti locali.Da qui partiva poi tutto il lavoro per definire i fabbisogni e i costi standard. A quel punto si sarebbe dovuto indicare come e dove trovare le risorse per coprire “costi e fabbisogni”.Il tutto tenendo presente le diverse condizioni delle aree del Paese, a ciò deputando il Fondo pe-requativo che, dal livello centrale, avrebbe dovu-to compensare queste diversità.Con la manovra “Salva Italia” questa imposta-zione è stata completamente annullata, ribaltan-do le priorità e cancellando il federalismo, asse-gnando ai sindaci il ruolo di esattori dello Stato.Infatti i provvedimenti partono dall’obiettivo del pareggio di bilancio dello Stato e utilizzano gli strumenti individuati a questo scopo: l’attri-buzione delle risorse ai Comuni risulta quindi solo apparente, perlomeno nell’immediato. Ba-sti pensare all’Imu: il ripristino della tassazione prima casa, che copre quanto già lo Stato girava ai Comuni dopo la scellerata abolizione totale di questa imposta e che, ovviamente, non assegnerà più. L’estensione alla prima casa, accompagnata

dalla revisione della base imponibile, alimenta un incremento del gettito di oltre 11 miliardi, compensato da un riversamento all’Ammini-strazione centrale di 9 miliardi (ossia il 50% del gettito Imu sugli immobili diversi dall’abi-tazione principale) e da un taglio dei trasferi-menti al Fondo di riequilibrio per 2 miliardi.Quali proiezioni per la Toscana?Ipotizzando aliquote e detrazioni pari a quelle standard, oltre a una rivalutazione della rendi-ta catastale del 60%, secondo le stime elaborate da Irpet, le novità introdotte dalla manovra sull’Imu produrranno per la Toscana un gettito di circa 1,45 miliardi di euro: 270 provengono dalla prima casa (19%), mentre i restanti 1.188 (81%) dagli altri immobili. Tuttavia, sottra-endo al gettito complessivo sia quanto fino ad oggi assicurato dai trasferimenti compensativi Ici (per la Toscana pari a 753 milioni di euro), sia la componente del gettito destinata alle cas-se dell’erario (ossia il 50% delle risorse ricavate dai fabbricati diversi dalla prima casa, che per la Toscana si tramuta in 594 milioni di euro), in definitiva resterebbero ai comuni toscani sol-tanto 159 milioni, ai quali però bisognerebbe sottrarre le relative perdite, sotto forma di pere-quazione, relative alla riduzione del Fondo spe-rimentale di riequilibrio. È bene poi ricordare

che la riduzione dei trasferimenti erariali per il 2012 passa da 169 a 267 milioni di euro, ossia altri 98 milioni di tagli a carico dei comuni con popolazione superiore ai 5.000 residenti.Dovremo spiegare molto chiaramente ai nostri cittadini il funzionamento delle nuove tasse lo-cali, anche perché si abbineranno a una serie di altri prelievi che rischieranno concretamente di far scivolare verso il basso ampi strati di popola-zione, che si rivolgeranno ai comuni richiedendo assistenza e servizi che noi non saremo in grado di dare.Le misure del nuovo Governo non restituiscono al comparto comunale gli strumenti e le risorse utili per un adeguato ed effettivo governo del territorio, non consentono alla fase di transizione verso il federalismo fiscale di ripartire con rinno-vato slancio, vista la loro inconsistenza sul piano politico-istituzionale, non assegnano alcun ruo-lo ai comuni nello sviluppo economico del Paese e per la tenuta sociale della comunità nazionale.La battaglia dei comuni, pertanto, non può fer-marsi! Consapevole di ciò, Anci Toscana propone l’avvio di una nuova stagione di protagonismo politico-istituzionale dei comuni coinvolgendo le organizzazioni sindacali, la Regione Toscana, i cittadini, per condividere analisi, percorsi e atti fondamentali delle politiche comunali.

La manovra “Salva Italia” affossa il ruolo dei Comuni Alessandro Cosimi presidente di Anci Toscana

edItorIale

Il federalismo fiscale “in coma”, gli enti locali che rischiano di ridursi al ruolo di esattori dello Stato. Tra nuovi tagli e imposte – come l’Imu – solo apparentemente attribuite ai comuni, cosa ci aspetta per il 2012? I perché della necessità di un ruolo attivo di Anci Toscana nella difesa dell’autonomia dei comuni

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dall’ancI toscana

A cura di Monica Mani

telefonia mobile

È in continua crescita, anche alla luce delle avvenute

sentenze favorevoli delle rispettive Commissioni tributarie provinciali, il numero dei comuni toscani che hanno aderito all’azione giurisdizionale, promossa da Anci Toscana tramite uno studio legale di propria fiducia, per il recupero della tassa di concessione governativa sulla telefonia mobile in abbonamento, non più dovuta a seguito dell’entrata in vigore del Nuovo Codice delle Comunicazioni (Dlgs 259/2003). Sono 95 ad oggi i comuni toscani che hanno aderito. Tra questi, 9 sono quelli per cui si è già avuta una sentenza definitiva, corrispondente a un totale di 189 apparecchi e ad un importo recuperato di oltre 93mila euro. Sono 43 i comuni per i quali invece la pratica è a buon punto (dato che corrisponde a 1235 apparecchi) per una stima dell’importo da recuperare pari a oltre 832mila euro. Tutte le informazioni su come aderire all’iniziativa sono disponibili sul sito di Anci Toscana nella sezione Attività di supporto ai Comuni.

Guida Anci per l’Amministrazione localeÈ già in distribuzione la “Guida ANCI per l’Amministrazione Lo-cale 2012”, diretta da Franco Pizzetti, Angelo Rughetti, Veronica Nicotra e Maurizio Delfino, a cui è collegato anche il supplemento speciale “Le leggi regionali ed il governo degli enti locali in Tosca-na”, a cura di Alberto Chellini e Alessandro Pesci con la collabo-razione del Consiglio regionale della Toscana, che fornisce per la prima volta un autorevole commento alle diverse discipline ogget-to della legislazione della Regione. L’obiettivo principale di questo

primo supplemento toscano è quello di supportare amministratori e dirigenti nella complessa attività quotidiana di interpretazione ed applicazione della disciplina vigente, attraverso il lavoro di un pool di 64 autori. L’opera conta 608 pagine, ed è organizzata in 7 Aree tematiche: Affari istituzionali; Tutela della salute, Cultura e Turismo; Agricoltura e Foreste; Territorio e Ambiente; Attività pro-duttive; Infrastrutture e Trasporti. Le informazioni sulle modalità di acquisto sono disponibili sul sito di Anci Toscana.

XI meeting formativo “le finanziarie e gli enti locali”

Analizzare i provvedimenti finanziari

contenuti nel decreto “Salva Italia”, approfondirne gli effetti per i Comuni, condividere le prospettive politico-istituzionali e supportare le esigenze operative degli enti. È quanto si propone il XI Meeting formativo “Le finanziarie e gli enti locali” in programma a Viareggio il prossimo 18 gennaio. L’iniziativa si terrà presso il Versilia Congressi Principe di Piemonte. Interverranno, tra gli altri, Angelo Rughetti, segretario generale ANCI e Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e presidente di Anci Toscana. Tutte le informazioni sulla partecipazione al Meeting sono disponibili sul sito di Anci Toscana.

società dell’in-formazione e dellaconoscenza

Anci Toscana e Regione Toscana hanno siglato

un protocollo d’intesa per il coordinamento delle iniziative sui settori dell’innovazione tecnologica e organizzativa finalizzati allo sviluppo della Società dell’Informazione e della conoscenza. “Anci Toscana lavora da sempre per sostenere le amministrazioni locali nei processi di innovazione - afferma il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi -. Rinnoviamo un’intesa già siglata con la Regione Toscana per sviluppare iniziative congiunte nei settori dell’innovazione tecnologica e organizzativa. L’obiettivo è anche quello di favorire la diffusione di competenze all’interno dei comuni toscani, accrescendo i livelli di conoscenza delle tematiche dell’innovazione e delle potenzialità informative ed operative sia per gli amministratori che per i dirigenti e funzionari degli enti locali”. Il protocollo è disponibile sul sito di Anci Toscana.

approvata la riforma del sistema toscano delle autonomie locali

Il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato la legge

“Norme sul sistema delle autonomie locali”, che dà il via a una fase nuova per gli assetti istituzionali della Toscana: “Nell’ultimo periodo abbiamo assistito a ripetuti cambiamenti nella normativa nazionale e a svariate ipotesi di riordino in tema di assetti istituzionali, nati più sull’onda di esigenze di contenimento della spesa pubblica che da un effettivo disegno di riorganizzazione complessiva del sistema – afferma Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno e presidente di Anci Toscana -. In questo contesto la legge toscana sul riordino del sistema delle autonomie locali, della quale avevamo auspicato una rapida approvazione, offre ai comuni un quadro di maggiore chiarezza, assegnando loro la possibilità di gestire le proprie funzioni istituzionali, di scegliere la migliore organizzazione per la produzione dei servizi e di essere così interpreti dello sviluppo dei propri territori”.

Piano di attività 2012

L’Assemblea regionale degli enti associati che

si è riunita il 19 dicembre a Firenze ha approvato l’Aggiornamento 2012 al Piano di attività 2010-2014 e il Bilancio di previsione 2012 dell’Anci Toscana. Per quanto riguarda in particolare l’Aggiornamento al Piano di attività, quest’anno si è voluta dare al Piano una struttura nuova, secondo una logica che prende le mosse dall’attività di analisi delle questioni d’interesse dei comuni, passa dalla descrizione dei servizi offerti e approda in un breve commento sullo stato e le prospettive della prossima azione di rappresentanza politico-istituzionale. Questa impostazione è finalizzata non soltanto alla programmazione del lavoro della struttura operativa, ma si propone anche di condividere l’attività dell’Associazione con tutti i soci con chiarezza e trasparenza. Entrambi i documenti sono disponibili nella sezione Assemblee del sito.

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Questo numero di Aut&Aut si propone di tracciare un primo bilancio e individuare i possibi-li scenari e sviluppi futuri per il

Sistema toscano per i servizi alle imprese, che trova la propria cornice - progettuale e norma-tiva - nel Progetto SUAP, nella legge regionale 40/2009 e nel protocollo d’intesa siglato tra Regione Toscana, Anci Toscana e Unionca-mere Toscana. Questi strumenti puntano a garantire l’unifor-mità a livello regionale dei procedimenti e con-sentire quindi alla nostra regione di presentarsi, dal punto di vista amministrativo, come un ter-ritorio con caratteristiche omogenee, valoriz-

zandone, in ultima analisi, la capacità di attrar-re investimenti. Le caratteristiche del Sistema toscano, le sue opportunità e criticità attuali e i possibili sviluppi futuri, vengono affrontati in tre sezioni distinte della rivista. Nella prima parte del giornale viene data voce a rappresentanti dei tre soggetti firmatari del protocollo d’intesa del 18 novembre 2010, che ha portato tutti i SUAP toscani ad aderire al Sistema Regionale e ad ottenere l’accredita-mento presso il Ministero. Il segretario di Anci Toscana Alessandro Pe-sci ripercorre il lavoro svolto dall’Associazione partendo dall’assunto che i SUAP possano rappresentare sempre di più un importante

IL PUNTO

motore di sviluppo per il sistema produttivo toscano. Laura Castellani (dirigente del settore Infrastrutture e tecnologie della Regione To-scana) ricorda come l’elemento sentito come necessario per l’operatività dei SUAP era che tutto il sistema degli enti che con essi doveva-no interagire (Asl, Province/Ato/Arpat, Vigili del fuoco, Ispesl, enti statali) venisse coordina-to, in modo da garantire alle imprese certezza di informazioni e rispetto dei tempi dei proce-dimenti, e pone l’accento sui sistemi regionali di supporto per gli enti locali, poi oggetto di una più specifica declinazione nella seconda parte del numero.

Anci Toscana, Regione e Unioncamere fanno il punto sul Sistema toscano per i servizi alle

imprese. E poi risultati, criticità e sviluppi del Tavolo tecnico regionale e una panoramica di

alcune esperienze significative, all'insegna della semplificazione e del riuso

I suaP? un motore di sviluppo

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IL PUNTO

di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli Valdarno, Santa Croce Sull’Arno, San Miniato, Santa Ma-ria a Monte) e di responsabile del progetto.

Infine Enrico Ciabatti, segretario generale dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Toscana, focalizza l’attenzione sul ruolo delle Camere di commercio nel quadro del Sistema toscano per i servizi alle imprese.Come anticipato, nella seconda parte della rivista si scende mag-giormente nello specifico del fun-zionamento del Sistema toscano dei servizi per le imprese. Innanzitutto viene analizzato il lavoro portato avanti dal Tavolo tecnico regionale (che rappresenta la comunità re-gionale dei SUAP, ed è composto da rappresentanti dei Comuni e dei territori e da rappresentanti delle Direzioni Regionali competenti) e i suoi risultati e sviluppi, non senza metterne in luce le criticità emerse fino ad ora. Per quanto riguarda le problematicità affrontate, si va dal-le procedure troppo complicate ai i tempi troppo lunghi, alla necessità di presentarsi di persona e acquisire informazioni caso per caso.Questo compito è affidato a Piero Rubbioli, che del Tavolo Tecnico Regionale è il Coordinatore. Vie-ne poi dato spazio alle varie Dire-zioni della Regione Toscana, che approfondiscono diversi aspetti: il supporto tecnologico del Sistema (ovvero i servizi telematici necessari affinché gli enti del territorio siano nelle migliori condizioni di eroga-re servizi qualificati all’impresa), la semplificazione delle norme edilizie (i punti chiave dopo la legge regio-nale 40/2011), la semplificazione delle norme ambientali (le questio-ni legate al rilascio delle autorizza-zioni ambientali), la semplificazio-

I SUAp? Un motore di sviluppo

ne delle norme igienico-sanitarie.Infine, nella terza parte della rivi-sta, ampio spazio viene dedicato alle esperienze sul territorio: due sono affidate alla voce dei Coordi-namenti provinciali: Gianluca Fras-sinetti, della Provincia di Grosseto, racconta quella del Coordinamento provinciale di Grosseto , mentre a Marinella Giannini, responsabi-le SUAP del Comune di Cortona, è affidato il compito di illustrare quella del Coordinamento provin-ciale di Arezzo.Fabio Cacioli (della Direzione At-tività Economiche del Comune di Firenze) si sofferma ad analizzare l’esperienza del Comune di Firen-ze, che ha optato per un modello decentrato con la costituzione di un SUAP interdirezionale di cui fanno parte le Direzioni Attività Economiche, Urbanistica-Edilizia, Sistemi Informativi, Ambiente, Si-curezza Sociale Servizi all’infanzia e Sport coordinate dal Segretario Generale.L’esperienza del Comune di Li-vorno viene illustrata da Graziella Launaro, che ne è vice Segretario generale nonché dirigente del Di-partimento Affari generali e che ricorda come il Comune si stia impegnando nel coordinamento del riuso della piattaforma AIDA, adottata da 134 enti toscani.Guirardo Vitale, dirigente del Set-tore Fiscalità Locale, Patrimonio, Informatica e Innovazione Tecno-logica Comune di Carrara ripercor-re le tappe del progetto “E@sy: cadi nella rete?!” nato nel 2004 e coordi-nato dal Comune di Carrara, a cui aderiscono 14 comuni della Pro-

vincia di Massa Carrara. Infine Mi-chele Parenti, racconta l’esperienza della comunità Sporvic, nella sua veste di Coordinatore degli Spor-telli Unici Integrati Comprensorio del cuoio (che raggruppa i Comuni

Suap e piccoli Comuni: l’indagine anci-Digitpa

È stata presentata nei giorni scorsi la ricerca Anci-DigitPa sull’attuazione dello Sportello Unico per le Attività Produttive nei Piccoli Comuni. L’indagine, in collaborazione con Ancitel, mette in luce come il 56,3% dei piccoli comuni che hanno risposto al questionario, aventi lo sportello istituito, risulta regolarmente accreditato al portale www.impresainungiorno.it. La percentuale scende al 32% per le Unioni che hanno risposto. C’è la Toscana tra le realtà che fanno registrare, relativamente ai Comuni, le percentuali più alte (100%) accanto a Sardegna, Umbria, Puglia e Valle d’Aosta. Sempre la Toscana fa registrare

la percentuale più elevata in merito agli sportelli istituiti sul totale delle Unioni rispondenti. In base ai dati che emergono dall’indagine, le difficoltà maggiori che si riscontrano sul piano operativo dipendono soprattutto dalle insufficienti dotazioni tecnologiche (37,5%) e dallo scarso coordinamento con gli enti terzi (23,9%) per i Piccoli Comuni; mentre per le Unioni (29,4%) derivano soprattutto dalle difficoltà nel reperire risorse umane. Tra le cause che hanno portato i Comuni a non istituire lo Sportello prevalgono, dunque, le scarse risorse umane, strumentali e finanziarie (70,5%).

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SUAP: un salto di qualità per la Toscana

Nell’ambito del protocollo d’in-tesa siglato il 18 novembre 2010 con Regione Toscana e Unioncamere – finalizzato a

fornire alle imprese servizi regionali unifor-mi in grado di garantire la certezza e la tra-sparenza delle informazioni, delle interpre-tazioni normative, dei procedimenti, della modulistica e degli strumenti telematici da utilizzare – Anci Toscana ha portato avanti in questi mesi un’azione comune sul territo-rio regionale finalizzata a coordinare l’accre-ditamento dei SUAP al MISE (Ministero dello sviluppo economico) e l’adesione dei

Comuni al Sistema Toscano dei servizi per le imprese. L’accordo firmato tra i tre sog-getti prevedeva infatti la messa in campo di una serie di azioni volte a facilitare l’attiva-zione e il funzionamento dei SUAP, la loro partecipazione alla Rete e la presentazione dell’attestazione dei requisiti nel rispetto delle scadenze del DPR 160/2010.Questo ha significato il supporto ai Comuni nell’istituzione del SUAP (in forma singola o associata) e nell’adesione alla Rete, e l’assi-stenza nella presentazione da parte di tutti i Comuni toscani dell’attestazione di posses-so dei requisiti, nella predisposizione degli

strumenti tecnologici e nella localizzazione della Banca Dati Regionale.I risultati sono oggi molto positivi e colloca-no la Toscana ai primi posti a livello nazio-nale. Tutti i Comuni toscani sono infatti ac-creditati e hanno aderito al Sistema Toscano dei servizi per le imprese. È quindi possibile tracciare un primo bi-lancio e individuare alcuni possibili scenari futuri e linee da tracciare per completare la messa a regime del sistema.Il PRS 2011-2015 è orientato al rilancio del settore manifatturiero (sia tradizionale che innovativo).

la voce dI ancI toscana

di ALESSANDRO pESCI Segretario generale Anci Toscana

Grazie all’accordo con Regione e Unioncamere, Anci Toscana è riuscita a coordinare l’accreditamento dei SUAP al MISE. Per arrivare alla gestione interamente telematica delle pratiche, ci sono, però, ancora alcuni passi da compiere. Sono maturi i tempi per tracciare un primo bilancio e individuare alcuni possibili scenari futuri

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Per raggiungere gli obbiettivi, si dovrà migliorare la comunicazione e attivare un programma di formazione che coinvolga responsabili politici e amministrativi dei comuni

SUAP: un salto di qualità per la Toscana

Un rilancio da realizzare sia attraverso lo svi-luppo della competitività dei distretti e dei sistemi produttivi esistenti, sia attraverso il so-stegno e la promozione dell’attrazione di nuovi investimenti per i quali è necessario sviluppare servizi di assistenza rivolti alle imprese (nuovi investitori o investitori esistenti interessati ad espandersi) per supportarle lungo il processo decisionale e favorire quindi l’effettiva realizza-zione del progetto.Le attività del Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP sono finalizzate a completare la standardizzazione delle informa-zioni e delle modalità operative relative ai pro-cedimenti più complessi che prevedono ancora il rilascio di atti di autorizzazione. L’attivazio-ne dei servizi per i procedimenti automatizzati risolve, in parte, i problemi delle imprese dei settori commerciali e dei servizi. Il settore ma-nifatturiero è invece interessato ai procedimen-ti complessi. La legge finanziaria regionale 2012 prevede, tra l’altro, il miglioramento della governan-ce regionale per la riduzione degli oneri am-ministrativi attraverso la realizzazione di una sede stabile di coordinamento istituzionale e tecnico-operativo per predisporre ed attuare in modo uniforme sul territorio regionale pro-grammi di riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese. I programmi di riduzio-ne dovranno individuare le misure normative (che la Regione adotterà mediante la legge di semplificazione), organizzative e tecnologiche, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi. È garantito il coordinamento delle azioni con gli strumenti già in atto con riferimento alla Ban-

ca Dati Regionale. Auspichiamo che le previsioni della legge fi-nanziaria possano consentire di superare gli elementi di criticità presenti nelle normative regionali, già evidenziati dal Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP. Si tratta di intervenire in particolare sulle norme che regolano il procedimento unico, sulle nor-me procedurali relative al governo del territorio e alla tutela dell’ambiente e sulle norme che re-golano le conferenze di servizi. Per consentire al Sistema Toscano dei servizi per le imprese di rispondere alle esigenze previste nel PRS e nel-la legge finanziaria 2012 è necessario assicurare il pieno coinvolgimento degli stakeholders. In quest’ottica auspichiamo che all’accordo già re-alizzato con le associazioni di categoria di tutte le imprese possa seguirne uno analogo con le associazioni delle professioni. A nostro giudizio occorre in particolare mi-gliorare le forme di assistenza già in essere, as-sicurando la messa a disposizione di linee gui-da regionali per l’applicazione della normativa statale e regionale, nonché di linee guida per i regolamenti di organizzazione dei Comuni in materia di SUAP. È auspicabile anche un mi-glioramento della comunicazione tra il Tavolo Tecnico regionale e i responsabili SUAP, oltre al sostegno alla formazione, nelle aree dove ancora non sono presenti dei Coordinamenti provinciali SUAP, che dovrebbero consentire

una miglior organizzazione della comunità re-gionale degli esperti sul territorio e un raccordo organizzato con il Tavolo Tecnico regionale. Guardando al futuro, una componente impor-tante del processo di completamento del Siste-ma è rappresentato dalla Formazione. Affinché il Sistema funzioni e venga completato è, infat-ti, auspicabile che la Regione Toscana, in accor-do con le Associazioni degli enti locali e con le Associazioni delle imprese e delle professioni, metta in atto un programma pluriennale di for-mazione degli operatori dei SUAP, degli Enti Terzi e delle Agenzie per le imprese. Questo consentirebbe di gettare le basi per la crescita di una cultura comune tra operatori pubblici e privati in grado di realizzare un ordinato pas-saggio dalla presentazione e gestione cartacea dei procedimenti ad una gestione interamente telematica, nonché un ordinato sviluppo dei controlli successivi da parte della Pa locale. Per questo occorrerà a nostro parere promuo-vere l’organizzazione di seminari rivolti ai re-sponsabili politici e amministrativi dei Comuni al fine di condividere le finalità delle azioni e il ruolo del SUAP nell’attuazione della riforma e la necessità di qualificazione dei servizi e l’assi-stenza giuridico-amministrativa per la gestione delle pratiche (interpretazioni normative, reda-zione di atti, ecc.), oltre a quella per l’attivazio-ne degli strumenti telematici.

Il sIstema suaP

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di LAuRA CASTELLANI, dirigente Settore Infrastrutture e Tecnologie della Regione Toscana

Per una effettiva semplificazione

dei rapporti tra PA e imprese

la semplificazione deve essere

reale. Non si può prescindere

da una messa a sistema delle

tecnologie dell’informazione e

della conoscenza. Per questo la

Regione ha deciso di puntare

sui SUAP come strumento

per garantire uniformità e

trasparenza delle regole e

per favorire la diffusione di

informazioni

L’analisi di criticità che ha preceduto l’inizio dell’intervento della Regione per favorire il mi-glioramento dei servizi alle imprese ha evidenziato come il fattore fondamentale che osta-colava l’operatività dei SUAP derivasse dalla necessità che tutto il sistema degli enti che con essi devono interagire (Asl, Province/Ato/Arpat, Vigili del fuoco, Ispesl, enti statali) venisse

coordinato e finalizzato a garantire alle imprese certezza di informazioni e rispetto dei tempi dei pro-cedimenti. Per ottenere questo risultato era necessario utilizzare le tecnologie dell’informazione e della conoscenza. Il Progetto SUAP, iniziato nel 2006, ha perciò dovuto affrontare, in primo luogo, la necessità di dotare il sistema degli strumenti tecnici necessari a far dialogare in modalità telematica tutti i soggetti coinvolti. La Regione è partita rendendo disponibili i servizi telematici di base necessari, ovvero l’infrastruttura di connettività a banda larga – che collega gli enti locali e gli altri enti del territorio regionale che interven-gono nei procedimenti di interesse delle imprese ed è interconnessa con la rete delle CCIAA e della PA centrale – e il centro di servizi regionale (TIX) che garantisce l’interscambio di dati a valore legale fra tutte le PA, l’identificazione e l’accesso alle risorse di rete all’interno della rete nazionale SPC.La disponibilità della rete tecnologica era però solo l’indispensabile pre-condizione per il corretto fun-zionamento del sistema.

Regole uniformi per pratiche più snelle

regIone toscana

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Per realizzare l’obiettivo erano necessarie una legi-slazione di sostegno e un’azione di coordinamento degli enti, per supportare il processo di trasforma-zione tecnologico. La Regione è intervenuta perciò con la LR 40/2009 che ha costituito il Sistema Toscano dei Servizi per le imprese. Il Sistema è composto da: - la Rete regionale dei SUAP, la struttura tecnolo-gica dedicata per il collegamento e la trasmissione per via telematica degli atti tra i SUAP e gli altri enti coinvolti nei processi; - il sito istituzionale regionale per le imprese, con la banca dati regionale, le banche dati dei SUAP della Toscana, la banca dati e le procedure del sistema degli interventi a favore delle imprese, l’anagrafe regionale delle aziende agricole, le in-formazioni sulle opportunità di insediamento sul territorio regionale, le informazioni sulle attività formative; - le attività regionali di assistenza e supporto ai SUAP. In ordine a quest’ultimo aspetto, la Regione – in accordo con Anci Toscana – ha coordinato, attra-verso il Gruppo operativo di sostegno (GOS), le attività dei comuni per completare l’apertura dei SUAP su tutto il territorio e il loro accreditamento al Ministero, ottenendo il risultato di essere una delle poche regioni italiane in cui tutti i SUAP sono costituiti e accreditati. Il GOS sta attual-mente supportando le attività dei SUAP per l’uti-lizzo dei software necessari a consentire la presen-tazione e gestione telematica dei procedimenti. Inoltre la Regione ha garantito, in questi anni, i servizi di aggiornamento (attraverso una news set-timanale a tutti i responsabili SUAP sulle novità normative, procedurali, ecc.) e i servizi di assisten-za ai responsabili SUAP. In collaborazione con Anci Toscana e Unioncamere Toscana, la Regione ha poi organizzato numerosi convegni e seminari su normative e opportunità offerte. Si tratta di at-tività molto importanti per garantire il diffondersi di una “cultura” della uniformità dei procedimenti e delle prassi da seguire, e che consideriamo uno degli aspetti qualificanti del Sistema toscano. La crescita del Sistema comporterà, nei prossimi mesi, una revisione dei servizi, al fine di render-li sempre più corrispondenti alle aspettative dei responsabili SUAP, garantendo in tempi brevi ri-sposte certe e condivise dalle Direzioni Regionali competenti. La scelta della Regione di utilizzare i sistemi di in-teroperabilità anziché il sistema “minimo” previsto dalla normativa nazionale (utilizzo della PEC con allegati scansionati) per collegare i SUAP e gli altri enti coinvolti ha comportato anche la necessità di individuare un sistema regionale di coordinamen-to degli enti che consentisse la standardizzazione e l’uniformazione delle informazioni e dei procedi-

Regole uniformi per pratiche più snelle

menti. A tal fine, a Marzo 2011, la Giunta Regio-nale ha deliberato l’istituzione del Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP e dei gruppi di lavoro tematici.Le ragioni della scelta operata dalla Regione sono indicate nella legge regionale ma giova ripeterle. Innanzitutto, la semplificazione amministrativa rappresenta un fattore fondamentale di competi-tività e di crescita economica, per cui è necessario stabilire regole uniformi per la codificazione dei procedimenti e per il loro svolgimento per via te-lematica, che saranno stabilite con successivi atti amministrativi regionali. Una delle difficoltà incontrate dalle imprese nell’accesso a un’attività economica è rappresen-tata dalla complessità e dall’incertezza delle pro-cedure amministrative. Per questo si prevede la realizzazione di un sistema toscano dei servizi per le imprese che fornisca – in particolare attraverso la banca dati regionale SUAP e il sito istituzionale regionale per le imprese – informazioni trasparen-ti e univoche sulle opportunità di insediamento delle attività produttive sul territorio e i sui rela-tivi procedimenti. La scelta di superare il “sistema minimo” nazionale (PEC) e di puntare invece ad utilizzare da subito il sistema di interoperabilità si è dimostrata giusta. Si sarebbe infatti trattato di una modalità di attua-zione telematica fittizia (sostanzialmente un fax telematico) che, oltre a problemi tecnici, probabil-mente avrebbe ritardato di anni il conseguimento dell’obiettivo di uniformità regionale indicato dal-la LR 40/2009. Si rischiava, infatti, di sedimentare la situazio-ne attuale rendendo molto difficile attuare poi la “reingegnerizzazione” dei procedimenti e l’unifor-

mità regionale degli stessi. La PA avrebbe dovuto affrontare notevoli costi di sistema per adattarsi all’utilizzo di quello strumen-to e non avrebbe potuto realizzare i risparmi che derivano dalla standardizzazione che semplifica i procedimenti e consente di sostituire all’interven-to umano il dialogo delle strutture informatiche. In ultimo, ma non per importanza, la Regione sta operando per ottenere la collaborazione delle As-sociazioni delle imprese e delle professioni e degli altri intermediari per concretizzare la demateria-lizzazione e la fine dell’utilizzo del cartaceo. Le difficoltà sono notevoli: dai nostri dati risulta che il 21% delle imprese non è in rete e che il 35% vede con difficoltà questo passaggio. Le Associazioni e gli intermediari, attraverso gli accordi regionali che si stanno completando, col-laboreranno alla realizzazione delle finalità previ-ste dalla LR 40 e dalla DGR 7.3.2011 n. 129 e costituiranno un Tavolo Tecnico Regionale delle Associazioni che opererà con il Tavolo Tecnico Regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP pre-sentando proposte di integrazione e modifica della banca dati regionale nonché proposte di standard regionali uniformi per le attestazioni, asseverazio-ni e dichiarazioni di conformità. È inoltre prevista la loro collaborazione ad una campagna di infor-mazione rivolta agli imprenditori per diffondere i vantaggi derivanti dall’utilizzazione degli sportelli SUAP e dei relativi procedimenti, e alla prepara-zione degli imprenditori ad adempiere agli obbli-ghi di presentazione telematica.Si tratta di azioni di collaborazione e preparazio-ne indispensabili perché, senza queste azioni, si rischierebbe di complicare anziché semplificare il rapporto tra PA e imprese.

Il sIstema suaP

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Con i SUAP fare impresa diventa più semplice

camere dI commercIo

La semplificazione della burocrazia è un tema che ha acceso la discussione negli ultimi anni e ancora di più negli ultimi tempi. Si è infatti posta la questione

centrale dell’efficacia ed economicità dell’azione della Pa rispetto alla competitività del sistema produttivo, o meglio, come fattore di competitivi-tà del sistema stesso. Il tema è caro anche al Sistema camerale. Le Camere di Commercio sono infatti le Pubbliche Amministrazioni che hanno nelle imprese i re-ferenti diretti della loro attività e pertanto sono soggette alle giuste pressioni rivolte a una Pa più efficiente, efficace ed economica.I dati forniti annualmente da Unioncamere su fonte Istat indicano che i costi sostenuti dalle im-prese per gli adempimenti amministrativi sono cresciuti di quasi 9 miliardi di euro negli ultimi dodici anni, arrivando a 18 miliardi nel 2010. Il problema, se ci può consolare, non è solo ita-liano (anche se da noi è più grave) bensì europeo. Semplificare, stima l’esecutivo Ue, significherebbe dare ossigeno all’economia europea contribuendo a un aumento del PIL dell’area dell’1,4%, pari a circa 150 miliardi di euro.Il tema dei servizi alle imprese trova una ragion d’essere all’interno proprio della semplificazione, diventandone uno strumento. In verità il processo di semplificazione ammini-strativa ha tre ulteriori ambiti di intervento: quello normativo, quello informatico e quello organizza-tivo. Tra i tre, lo sviluppo dell’informatica è quello che ha avuto e che potrà dare il maggior apporto: pensiamo alla creazione delle reti, alla interope-rabilità degli archivi dati e delle applicazioni, allo sviluppo di nuove e diffuse applicazioni. Le Camere di Commercio sono state la prima Pa in tempi “non sospetti” a informatizzare le proprie procedure e a realizzare un’ampia serie di servizi a favore delle imprese (il Registro Imprese infor-matizzato, la firma digitale, il protocollo elettro-nico, la Comunicazione Unica) per semplificare la vita degli imprenditori. La disponibilità delle informazioni del Registro Imprese in tempo reale e su tutto il territorio nazionale, al di là del luo-go di iscrizione, ha rappresentato un’innovazione e una competenza che ci ha distinto negli anni. Ancora oggi il nostro sistema informativo non trova eguali nel resto dell’Europa e rappresenta un patrimonio di dati a carattere amministrativo e statistico impareggiabile.Lo Sportello Unico alle Attività Produttive e il Registro Imprese presso le Camere di Commer-

cio rappresentano, oggi, i due “luoghi” fisici e vir-tuali, dove il neo imprenditore o l’imprenditore già “avviato” risolvono tutte le questioni di tipo amministrativo relative alla loro attività. Con il “Comunica”, la procedura telematica per l’iscrizione dell’impresa al Registro Imprese e per l’ottenimento del Codice fiscale, della partita IVA e per l’iscrizione all’INPS e all’INAIL, abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti nel migliora-mento di questi servizi.L’integrazione tra Registro Imprese e SUAP è oggi realizzata con la creazione del fascicolo dell’impresa presso il Registro stesso, dove ven-gono raccolti tutti gli atti e fatti attinenti l’attività dell’impresa.Forse si poteva fare di più con una piena integra-zione del Comunica e del SUAP. Resta il fatto che le procedure attengono a situazioni diverse della vita dell’impresa (nascita del soggetto giu-ridico e svolgimento dell’attività) e attengono ad amministrazioni diverse. L’integrazione delle procedure per lo scambio informativo è pertanto allo stato attuale la soluzione più idonea.Unioncamere Toscana e le Camere di Commer-cio della Toscana hanno partecipato, fin dall’ini-zio, alla preparazione del “Sistema toscano” dei servizi per le imprese costituendo con la Regione l’Osservatorio Regionale per la Semplificazione, poi diventato Centro di Competenza per l’inno-vazione tecnologica e la semplificazione ammi-nistrativa.Così come hanno partecipato all’eccellente lavoro che Regione e Anci Toscana hanno portato avan-ti per l’accreditamento dei 287 Comuni toscani, quali enti dove il SUAP è stato istituito. A tal fine è stato sottoscritto un apposito protocollo tra queste tre istituzioni.La regione Toscana si trova in Italia ai primi posti per i servizi che la Pa ha messo a disposizione delle imprese. Sistema che ha comportato un forte lavoro di coordinamento e moral suasion nei confronti dei vari attori, che hanno potuto bene-ficiare anche della strumentazione informatico – organizzativa (tavolo degli esperti, dizionario attività, ecc.) messa a loro disposizione.Certamente il lavoro da realizzare non può rite-nersi concluso, anzi. Le Camere di Commercio toscane sono a disposizione per investire assieme alle altre istituzioni regionali, affinché questo si-stema di servizi diventi un’effettiva piattaforma di semplificazioni per le nostre imprese, il cui unico sforzo dovrebbe essere quello di competere sui prodotti, sui mercati e sulla propria struttura.

La semplificazione è una boccata d’ossigeno per l’economia europea. E i servizi alle imprese, in questo, giocano un ruolo fondamentale. Le Camere di Commercio sono state tra le prime, nel comparto della Pa, ad attuare il processo di semplificazione amministrativa. Ci vuole però un maggiore coordinamento tra le diverse istituzioni regionali per arrivare a un’effettiva piattaforma di semplificazioni per le nostre imprese

di ENRICO CIAbATTI, Segretario Generale dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della Toscana

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a cura di pIERO RubbIOLI

pRObLEmI CAuSE

Procedure troppo complicate Complessità normativa Troppe pa coinvolte Mancata chiarezza competenze

Tempi troppo lunghi Il procedimento unico non viene utilizzato Duplicazioni di parti del procedimento

Richiesta di informazioni già disponibili

Procedure complicate per esigenze informative degli enti

Richiesta di più documenti rispetto a quelli necessari

Modulistica inutilmente complicata

Necessita’ di presentarsi di persona e di acquisire informazioni caso per caso

Informazioni on line non esaustive Incertezza di applicazione delle norme di settore Incertezza nella possibilità di utilizzo scia

Disomogeneita’ territoriale Classificazione e modulistica

Impossibile presentare la documentazione on line

SCHEMa DELLE CRITICITà CHE SONO STaTE aFFRONTaTE

Comitato strategico della ReteTelematica Regionale Toscana

Direzione tecnico operativaAccordi con Anci Toscana e Unioncamere Toscana

Accordi con le associazioni di categoria delle imprese e delle professioni

Tavolo tecnico regionale per lo sviluppo dei servizi SUAP

Coordinamenti territoriali per lo sviluppo dei servizi SUAP

I servizi di supporto

La rete degli esperti Direzioni regionali

Aziende sanitarie locali Comuni

Province + Arpat + Aato Vigili del fuoco Inail (sicurezza)

I servizi tecnologici (rete dei SUAP)Sistema di trasmissione tra enti

Conferenze di servizi telematiche Sistema dei controlli

Sistema di rilevazione dei tempi di conclusione dei procedimenti

I servizi amministrativi (rete dei SUAP)Banca dati regionale

Servizi di assistenza e supportoI servizi di formazione Formazione a distanza

Seminari di aggiornamento Formazione integrata operatori

pubblici e privati

Organizzazione e relazioni del Sistema toscano dei servizi per le imprese

Il sIstema suaP

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la “comunItà regIonale”

di pIERO RubbIOLI, Coordinatore Tavolo Tecnico Regionale

Il tavolo tecnico regionale: risultati e prospettiveLa Banca Dati Regionale è lo strumento che sta alla base del sistema dei SUAP toscano. Alla sua elaborazione e aggiornamento sono preposti il Tavolo Tecnico Regionale (TTR) e gruppi di lavoro tematici specializzati nelle singole materie. Una volta terminata, la BDR consentirà di sfruttare appieno le potenzialità del sistema dei SUAP, rendendo la semplificazione non più una meta lontana ma una realtà quotidiana

premessa Anci Toscana, Regione Toscana e Unioncamere To-scana, con il Progetto SUAP, con la LR 40/2009 e con il protocollo del 18 novembre 2010, hanno co-stituito il Sistema toscano dei servizi per le imprese affrontando le criticità presenti nel rapporto tra la Pa e le imprese e realizzando, attraverso la Banca Dati Regionale, l’uniformità regionale dei procedi-menti che consente al territorio di presentarsi, dal punto di vista amministrativo, come un territorio con caratteristiche omogenee, elemento che può valorizzarne la capacità di attrarre investimenti. Obiettivo del sistema è quello di fornire alle im-prese servizi regionali uniformi che garantiscono la certezza e la trasparenza delle informazioni, delle interpretazioni normative, dei procedimenti, della modulistica e degli strumenti telematici da utiliz-zare per presentare la documentazione, nonché la certezza dei tempi di conclusione dei procedimenti. È stato necessario affrontare le criticità individuate partendo dalla considerazione che il problema non poteva essere risolto ottimizzando il funzionamento del singolo SUAP, ma che dovevano essere affron-tati i problemi di funzionamento complessivo del sistema in cui il SUAP opera. Per questo si è reso necessario organizzare i rapporti con gli enti terzi, individuare un sistema regionale di codificazione, reingegnerizzare i procedimenti, individuare e sem-plificare i flussi procedurali verso gli enti terzi. La Banca Dati Regionale (BDR) è formata da circa 700 schede informative per ogni singola atti-vità economica e da circa 200 schede informative per ogni procedimento necessario per intervenire sui fabbricati e sugli impianti utilizzati dalle varie attività economiche. I SUAP che aderiscono al Si-stema, gli enti dipendenti dalla Regione e gli enti locali adeguano i propri sistemi informativi alle indicazioni contenute nella BDR relative ai singoli procedimenti (normativa applicabile, adempimenti procedurali, modulistica, allegati, ecc.). Tutti i SUAP toscani hanno aderito al Sistema Re-gionale e hanno ottenuto l’accreditamento presso il Ministero.

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La struttura utilizzata per elaborare e aggiornare la BDR è il Tavolo Tecnico Regionale (TTR), che rappresenta la co-

munità regionale dei SUAP, ed è composto da rappresentanti dei comuni e dei territori e da rappresentanti delle Direzioni Regionali com-petenti. A fianco del TTR operano i gruppi di lavoro tematici specializzati nelle singole ma-terie: edilizia, ambiente, prevenzione, preven-zione incendi e procedimenti igienico-sanitari che coinvolgono gli esperti degli enti terzi nel processo di elaborazione della BDR. La BDR, oltre a contenere le informazioni, prevede un software di costruzione del proce-dimento per “personalizzare” le dichiarazioni/domande delle imprese, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del processo produtti-vo di ciascuna. Per ottenere questo risultato, e per rendere co-stantemente aggiornabile con costi contenuti la BDR, sono stati studiati particolari standard che hanno riunificato in pochi flussi informa-tivi le migliaia di moduli per la presentazione delle dichiarazioni/domande, in molti casi di-versi da Comune a Comune. Si pensi che dalla prima analisi risultavano 47.752 procedimenti, ognuno con una modulistica diversa: il lavoro di standardizzazione ha prodotto 7 moduli base e 200 flussi informativi che, attraverso il software di gestione della BDR, vanno a “personalizzare” il procedimento unico necessario all’impresa.

Lo stato dell’arte Sono già presenti sulla BDR circa 500 schede di attività economiche, il TTR sta completan-do l’elaborazione delle restanti 200 per copri-re l’universo di tutte quelle previste nel codice Ateco. Sono già attivabili con il software di gestione della BDR i procedimenti automatizzati per l’apertura delle attività economiche. Il sistema consente anche una modalità provvisoria per la presentazione telematica dei procedimenti ordinari, utilizzando la modulistica in uso nei singoli enti, presto sostituita dalla modulistica standard regionale che consentirà l’utilizzazio-ne del software di gestione anche per i procedi-menti ordinari. A tal fine TTR sta aggiornando e completando le schede informative e i flussi procedurali degli enti terzi, tenendo conto delle modifiche apportate alla normativa statale e re-gionale intervenute di recente.

La semplificazione normativa La semplificazione della normativa dei proce-dimenti per le imprese è in atto e in continua evoluzione. Si pensi solo agli ultimi decreti che “liberalizzano” l’accesso e l’esercizio delle attivi-

tà economiche, alla recente semplificazione dei procedimenti edilizi, di prevenzione incendi e ambientali. La Regione è, da tempo, intervenuta per sem-plificare i procedimenti igienico-sanitari e aveva già anticipato molte delle semplificazioni rela-tive all’accesso e all’esercizio delle attività eco-nomiche. La modifica delle normative regionali, necessaria a seguito dei recenti provvedimenti del governo, (ad esempio la modifica delle fun-zioni delle Province) sarà essenziale per contri-buire al processo di semplificazione e di funzio-namento del Sistema.

Conclusioni La conclusione del lavoro di elaborazione della

BDR consentirà di sviluppare in pieno le po-tenzialità del Sistema Regionale. È necessario però che gli imprenditori acquisiscano la consa-pevolezza che solo utilizzando il procedimento unico previsto dal regolamento SUAP sarà pos-sibile abbreviare realmente i tempi di conclu-sione dei procedimenti e assicurare che, al mas-simo in 90 giorni, sia possibile intervenire per costruire e/o adeguare i fabbricati e gli impianti delle attività produttive e iniziare le attività. Troppo spesso, ancora oggi, questa potenzialità non è conosciuta dagli imprenditori. Pertanto, per diffondere la “cultura” del procedimento unico e le potenzialità del SUAP, sarà essenziale il contributo delle Associazioni delle imprese e dei professionisti.

Il tavolo tecnico regionale: risultati e prospettive

Il sIstema suaP

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La legge regionale 40/2011 – di modifica della legge regionale 1/2005 sul governo del territorio – ha dettato disposizioni sulla rigenerazione urbana, ha introdotto il silenzio assenso nella procedura del permesso di costruire e ha disciplinato compiutamente la SCIA in edilizia. La legge ha inoltre modificato la legge regionale 24/2009 sul “piano casa”, prevedendo interventi di ampliamento anche sugli edifici a de-stinazione d’uso produttiva e prorogandone l’efficacia al 31 dicembre 2012.Nell’ambito dell’edilizia, la legge regionale 40 ha eliminato la DIA, so-stituendola con la SCIA in tutti gli interventi. La realizzazione di ope-re e interventi è ora classificabile come attività edilizia libera oppure è soggetta a permesso di costruire o a SCIA. Per gli interventi soggetti a SCIA non è possibile chiedere in alternativa il permesso di costruire.

La legge 40 ha modificato anche la definizione di alcune categorie edilizie.Di rilievo è la modifica della categoria della sostituzione edilizia, della ristrutturazione edilizia con addizione funzionale e degli interventi fi-nalizzati alla realizzazione delle pertinenze.Con riferimento ai procedimenti, rimane sostanzialmente simile al modello statale la procedura regionale per il rilascio del permesso di costruire, che può concludersi con il silenzio - accoglimento o con il silenzio - rifiuto per gli interventi su immobili vincolati.La disciplina della SCIA presenta invece maggiori novità.La normativa regionale prevede che la SCIA sia corredata da una serie di atti e che l’inizio dei lavori sia contestuale alla sua presentazione.Nei primi trenta giorni dalla presentazione, la possibilità del Comune

di esercitare poteri di sospensione dei lavori e di ordinare il ripristino è piena. È comunque fatta salva la possibilità, da parte dell’interessato, di presentare una nuova SCIA oppure di rendere idonea quella presentata.Trascorsi i trenta giorni, la potestà di controllo non è esclusa in alcun modo con riferimento agli interventi sog-getti a SCIA – specificamente disciplinati dai piani attua-tivi – e agli interventi di ristrutturazione edilizia. Con riferimento, invece, agli interventi diversi da quelli citati, la potestà di intervento è subordinata a casi parti-colari. Oltre ai casi di falsità nelle asseverazioni, certificazioni o dichiarazioni sostitutive o di pericolo di danno per una serie di interessi qualificati, la legge regionale prevede an-che il caso della difformità dell’intervento dalle norme ur-banistiche o dalle prescrizioni degli strumenti urbanistici generali, degli atti di governo del territorio e dei regola-menti edilizi.L’esercizio dei poteri repressivi da parte del Comune è comunque subordinato all’accertamento, in via preventi-va, dell’impossibilità di conformare quanto realizzato alla normativa vigente.In conclusione, la legge regionale 40/2011 introduce un nuovo tipo di relazione tra Amministrazione e cittadino nel settore dell’edilizia, che si caratterizza per l’assenza di intermediazione di un atto amministrativo.L’assenza di un provvedimento non nuoce all’operatività del privato che, nel caso del silenzio assenso, alla scadenza del termine per il rilascio del permesso, può iniziare i lavo-ri mentre nel caso della SCIA li ha già iniziati.

Norme edilizie più semplici con la 40/2011a cura della Direzione Generale politiche territoriali, ambientali e per la mobilità della Regione Toscana

Con l’attuazione della legge regionale 40/2011 l’edilizia in Toscana va incontro a cambiamenti sostanziali che snelliscono le procedure e riducono i tempi per il rilascio delle autorizzazioni. Per questo, in questo settore più che mai, c’è bisogno di fornire a imprese e cittadini un servizio che garantisca la certezza e la trasparenza delle informazioni, delle interpretazioni normative, dei procedimenti, della modulistica e degli strumenti telematici da utilizzare

le dIrezIonI generalI

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Nel rispetto della missione del SUAP, del-la specifica realtà territoriale e organiz-zativa, la Regione Toscana ha definito

con la legge 40/2010 e la successiva DG 129/2011 un proprio modello organizzativo, indirizzato a gestire in modo omogeneo le basi dati standar-dizzate e i servizi telematici necessari affinché gli enti territoriali siano nelle condizioni migliori per erogare servizi qualificati alle imprese.Il punto di accesso comune ai servizi e alle fun-zioni di collaborazione è una piattaforma di servizi telematici per i SUAP, denominata Rete Regionale dei SUAP.La Piattaforma si rivolge a tre gruppi di utenza, che si relazionano al tema delle attività produt-tive con un punto di vista e delle esigenze diffe-renti.Il primo è quello delle imprese per cui la piatta-forma dei servizi è un punto di riferimento per seguire lo stato dei procedimenti attivi a loro ca-rico e per reperire informazioni e servizi su nuovi investimenti e sulla nascita di nuove attività. Ci sono poi le Associazioni di categoria e i cittadini, che possono reperire informazioni sulle attività produttive nel territorio regionale. Infine la PA, ovvero gli Sportelli Unici dei comuni, gli enti che partecipano alla gestione del Procedimento Uni-co e la Regione, preposta al coordinamento del progetto e alla diffusione dei servizi. All’interno della piattaforma sono individuate alcune aree:-Servizi per la comunità di rete con funziona-

lità interattive utilizzabili dagli utenti, come “l’Esperto Risponde”, forum e spazi virtuali per la discussione e lo scambio di documenti, son-daggi, newsletter.-Comunicazione per le imprese: con le ultime notizie, eventi e scadenze relative alle attività produttive.Supporto per la Pubblica Amministrazione, che contiene – suddivisi per categorie – documenti e informazioni su attività inerenti i servizi e le atti-vità di collaborazione legate alla Rete dei SUAP e inerenti l’ambito tematico delle Attività pro-duttive, come la semplificazione amministrativa.-Un sistema di interoperabilità “Rete dei SUAP”, mirato a supportare la collaborazione fra i sistemi informativi dei SUAP e gli enti terzi, composta da un archivio dei procedimenti e uno degli stati di avanzamento dei procedimenti unici. Il primo, disponibile in rete e contenente la descrizione dei procedimenti disegnati dal Tavolo Tecnico Re-gionale, è fruibile in ambiente di RTRT attra-verso specifici servizi (RFC 183-184-185-186).L’Archivio degli stati di avanzamento dei pro-cedimenti unici, con la tracciatura degli eventi significativi di un procedimento unico (apertura, conclusione, richiesta ed emissione pareri) e che consente di analizzare il singolo procedimento unico ma anche di fornire informazioni statisti-che su set diversi di procedimenti unici. Il sistema tiene conto della localizzazione territo-riale della banca dati per implementare le specifi-cità locali che possono influire sul procedimento.

Il supporto tecnologico degli Sportellidi RAFFAELLA TOmmASO, responsabile Progetti della Rete telematica regionale della Regione Toscana

La Direzione Generale Diritti di Citta-dinanza e Coesione Sociale ha storica-mente appoggiato il progetto di sviluppo

della Banca Dati Regionale dei Procedimenti SUAP fin dal suo nascere, attraverso atti specifici per la definizione di gruppi di lavoro specialisti-ci, che hanno provveduto a codificare e rendere disponibili sulla piattaforma regionale, procedi-menti e contenuti unificati per tutto il territorio regionale nell’ambito degli adempimenti sanitari legati ad avvio, subentro, variazione e chiusura di attività economiche che hanno rilevanza defini-

ta da norma per gli aspetti sanitari legati al loro svolgimento. Il percorso – iniziato con la codifica dei procedimenti unificati, la definizione del con-tenuto informativo trattato, la sua modellazione all’interno di formati standard e la sua approva-zione – ha richiesto un duro lavoro di razionaliz-zazione e confronto. Su questa base informativa, che è il vero valore aggiunto del sistema, ci si è potuti basare per informatizzare la fruibilità di queste “schede sanitarie” a tutti i SUAP dei co-muni, realizzando il “modulo telematico” unico, ma specifico per la tipologia di attività economica

trattata, che include anche gli aspetti di carattere sanitario, inviando le informazioni raccolte in via telematica direttamente alle AUSL della Toscana, per tutto quello che è necessario allo svolgimento degli adempimenti di competenza.Dal lato specificamente sanitario con la DGR 1003/2008 i Settori regionali della prevenzione hanno deciso per lo sviluppo di un Sistema Infor-mativo Sanitario unico, per tutti i Dipartimenti della Prevenzione (SISPC), che ha realizzato le interfacce che consentono a tutte le AUSL della Toscana di ricevere tramite “cooperazione appli-

La rete dei SUAp a servizio della sanitàa cura della Direzione Generale Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana

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Un unico interlocutore per le autorizzazioni ambientali

cativa” le pratiche inserite direttamente dall’utente nel front-end del Comune di riferimento terri-toriale. Questo sistema è già operativo e in fase di sperimentazione in questi giorni in quattro AUSL della Toscana, in accordo con alcuni co-muni sperimentatori. Questo consente di abban-donare completamente lo strumento cartaceo o le funzioni suppletive della Posta Elettronica Certificata, instradando le pratiche su un siste-ma – completamente raccordato e codificato – di gestione coordinata della domanda e della docu-mentazione allegata. Sistema in cui l’utente, per i

procedimenti già implementati al suo interno, è in grado di inviare alle AUSL tutta la documen-tazione di loro competenza (in questo momento solo SCIA, successivamente anche per gli altri).Tra le intenzioni della Direzione Generale, quella di rendere a breve questo sistema l’unico strumento utilizzabile per l’inoltro delle pratiche verso le AUSL, attraverso la piattaforma, garan-tendo all’utente la compilazione del modulo di-rettamente dal proprio domicilio o da quello del proprio tecnico abilitato.

La rete dei SUAp a servizio della sanità

La piena attuazione della nuova norma-tiva sui SUAP è destinata ad avere un impatto notevole sulle questioni legate

al rilascio delle autorizzazioni ambientali. Una qualsiasi attività produttiva è, infatti, chiama-ta a ottemperare alle disposizioni di una vasta normativa e al conseguente rispetto di precisi limiti emissivi. Si va dalle norme per la tute-la della qualità dell’aria, a quelle in materia di rischio di incidente rilevante; da quelle per la tutela delle acque a quelle per l’inquinamento acustico ed elettromagnetico. Senza conside-rare poi il necessario rispetto delle norme per la difesa del suolo, quelle sul corretto uso dei rifiuti, e l’adeguamento alla normativa sulla si-smica. Per le aziende più grandi ci sono poi le proce-dure legate all’Autorizzazione Integrata Am-bientale. La complessità del quadro giuridico, imposto da norme di derivazione spesso co-munitaria e nazionale, risulta amplificata, dal punto di vista delle attività produttive, dal fatto che gli enti preposti al rilascio di queste auto-rizzazioni, a seconda del caso, possono essere soggetti diversi, di volta in volta individuati nella Regione, nelle province o nei comuni. Se si considera che il tessuto produttivo to-scano – costituito da piccole e medie impre-se – spesso non ha, al proprio interno, figure professionali che assicurino il presidio e la competenza necessari al corretto svolgimento di queste pratiche, si comprende come questo sistema complesso rischiava di costituire un aggravio eccessivo per il mondo produttivo. In particolare, la necessità dell’azienda di doversi rapportare con più soggetti, dovendo essa stes-sa “assemblare” le diverse autorizzazioni che le venivano richieste, generava una situazione di criticità su cui è intervenuta la legge regiona-le n.40/09, “Norma sulla Semplificazione”. La legge, anticipando la normativa statale, indivi-dua il SUAP come “punto unico di accesso”, prevedendo che siano i SUAP a fornire una risposta unica in luogo di quelle delle ammini-strazioni che intervengono nel procedimento. La normativa statale ha rafforzato questo prin-cipio e ha contribuito a renderlo operativo. Se le Aziende possono quindi adesso rivolgersi a un unico soggetto, rimane la sfida per Regione ed enti locali di rendere sempre più efficiente e veloce un sistema che sappia, da un lato, ga-rantire alle attività produttive un unico inter-locutore e, dall’altro, rispettare le competenze delle singole amministrazioni, ivi comprese le potestà di controllo e sanzionatorie.

le dIrezIonI generalI

a cura della Direzione Generale politiche territoriali, ambientali e per la mobilità della Regione Toscana

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Sportello Unico Attività Produttive ai sensi del D.P.R. del 7 settembre 2010 n.160 e L.R. 40/2009

Entro il 28 gennaio avevano effettuato richiesta di accreditamento al MISE 192 enti, al 29 marzo erano 269 enti, al 9 maggio erano 280, al 13 giugno erano 284, il 16 settembre sono state completate le richieste di accreditamento al MISE da parte di tutti i 287 comuni della Toscana.Nello stesso arco di tempo si è arrivati al completamento delle adesioni al Sistema Toscano dei Servizi alle Imprese da parte di tutti i 287 comuni della regione (conclusosi il 15/09/2011)

Dati relativi alla Banca Dati Regionale Con delibera n. 129 del 7 marzo 2011 è stato istituito il Tavolo Tecnico Regionale (TTR)La Banca Dati dei Procedimenti è stata licenziata nella sua prima versione nella seduta del 23 marzo 2011Dati aggiornati al 15 dicembre 2011 attività censite: 678 - schede attività pubblicate ad oggi: 456 - endoprocedimenti (di tipo 1): 212

I SUAp in Toscana

SUAp ASSOCIATI 1 Associazione in convenzione con capofila Comune di Quarrata: Comune di Agliana, Comune di Quarrata, Comune di Montale2 Comunità Montana Casentino3 Associazione in convenzione con capofila Comune di Borgo a Mozzano: Comune di Bagni di Lucca, Comune di Borgo a Mozzano, Comune di Fabbriche di Vallico4 Comunità Montana Amiata Grossetano5 Comunità Montana Appennino Pistoiese6 Comunità Montana Colline del Fiora7 Comunità Montana Colline Metallifere8 Suap associato dei comuni della Comunità Montana del Mugello9 Comunità Montana della Garfagnana10 Comunità Montana Valtiberina Toscana11 Associazione in convenzione Comune di Incisa Val d'Arno e Comune di Rignano sull'Arno12 Associazione in convenzione con capofila Comune di Porcari: Comune di Montecarlo, Comune di Porcari, Comune di Villa Basilica13 Sportello unico associato Castellina in Chianti e Monteriggioni14 Sportello Unico Associato Crete Senesi Val D'Arbia: Comune di Monteroni d'Arbia (Capofila) (Monteroni d'Arbia, Rapolano Terme, Asciano, San Giovanni d'Asso, Buonconvento)15 Suap Alta Val d'Elsa: Comune di Casole d'Elsa, Comune di Colle di Val D'Elsa, Comune di Radicondoli16 Suap Amiata Val d'Orcia17 Suap associato Polo di Rosignano Marittimo: Comune di Castellina Marittima, Comune di Santa Luce, Comune di Rosignano Marittimo18 Unione Comuni Pratomagno19 Unione dei Comuni Val di Merse20 Unione dei comuni Valdera21 Unione dei comuni Valdichiana Senese (Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Sarteano, Sinalunga, Torrita di siena, Trequanda)22 Unione di Comuni Valdarno e Val di Sieve23 Suap Associato dell'Unione dei Comuni della Versilia (Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Seravezza, Stazzema)

48,78%51,22%

Enti con Suap gestiti in forma associata

Enti con Suap gestiti in forma singola

23%

6%

9%

19%

44%Aida:125Sporvic: 54Jesyre: 26Cadi nella Rete:16Nessun progetto di riuso

Forme associate: 23 Enti con SUAP gestiti in forma associata: 140 Enti con SUAP gestiti in forma singola: 147

Gli altri enti stanno verificando che soluzione adottare e nel frattempo hanno la possibilità di utilizzare

il servizio di supplenza di Regione Toscana.

Enti con Suap gestiti

in forma associata Enti con Suap gestiti

in forma singola

48,78% 51,22%

Aida Sporvic Jesyre Cadi nella Rete

Nessun progetto di riuso

44% 19% 9% 6% 23%

Enti che hanno aderito a progetti SUAp di riusoEnti con SUAp singoli e Suap associati

Fonte: Regione Toscana

Il sIstema suaP

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di GRAZIELLA LAuNARO, vice Segretario Generale, dirigente Dip.to Affari generali del Comune di Livorno

A Firenze un SUAP interdirezionale

Livorno seguela strada del riuso

Le finalità perseguite dal legislatore con l’istituzione del SUAP sono note. Esso deve poter rappresentare uno strumento per facilitare l’accesso degli operatori alla Pubblica Amministrazione e al con-

tempo fornire elementi di certezza del diritto e dei tempi che, per un’atti-vità imprenditoriale (o di servizi in generale), sono l’humus su cui basare il proprio sviluppo.Le novità introdotte dal DPR 160/2010 hanno imposto un’accelerazione al percorso già tracciato dalla normativa previgente e hanno imposto una ricerca di soluzioni tecnologicamente più evolute e compatibili con il terzo millennio.Ciò ha richiesto un cambiamento culturale, per rispondere al quale si è reso necessario accompagnare il processo interno all’Amministrazione con un’attività formativa rivolta soprattutto alla conoscenza e all’uso dei nuo-vi strumenti informatici (pec, firma digitale, programma gestionale, ecc) e quello esterno al Comune attraverso incontri con le associazioni di catego-ria, gli ordini professionali e gli enti terzi, per far conoscere e approfondire le criticità che ne potevano scaturire.

Lo Sportello Unico per le attività produttive ci vede impegnati come Amministrazione ormai dal 1998. Nel tempo tanto si è detto e si è scritto sulle “virtù” dello Sportello ed è quindi natura-

le percepire, oggi, un senso di insoddisfazione per lo scarto tra le aspet-tative e i risultati ottenuti. Questo però non deve farci pensare di aver sprecato tempo ed energie: nella nostra esperienza ci siamo convinti che SUAP non è solo un progetto, ma piuttosto un necessario, ineludibile processo di miglioramento costante del rapporto tra Amministrazione e mondo delle attività produttive. È sbagliato pensare al SUAP come a un percorso con un inizio ed una fine. È necessariamente in continuo dive-nire per la sua stessa concezione, perché è materia viva come la società a cui si rivolge, è paradigma di innovazione tecnologica, organizzativa e normativa. Il SUAP vive la realtà sociale dei nostri tempi, tanto che le prime informazioni di servizio multilingua si sono avute nella esperien-za di Livorno proprio per questo settore. A questo si aggiunge, guar-dando al futuro, una riflessione di fondo: stiamo licenziando a livello regionale, dopo una egregia attività corale Regione-comuni, una banca dati che contiene circa 500 schede di procedimenti, senza considerare ancora quelli degli enti terzi.

esPerIenze / 1

di FAbIO CACIOLI, direttore della Direzione Attività Economiche del Comune di Firenze

Cosa succede nei comuniPer rendere efficace l’istituzione dei SUAP, tante le strade scelte dai comuni toscani, tra riuso, nuove tenconologie e interoperabilità degli uffici.I casi di Firenze, Livorno, Carrara e i comuni del Comprensorio del Cuoio

Dati relativi alla Banca Dati Regionale Con delibera n. 129 del 7 marzo 2011 è stato istituito il Tavolo Tecnico Regionale (TTR)La Banca Dati dei Procedimenti è stata licenziata nella sua prima versione nella seduta del 23 marzo 2011Dati aggiornati al 15 dicembre 2011 attività censite: 678 - schede attività pubblicate ad oggi: 456 - endoprocedimenti (di tipo 1): 212

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A Firenze un SUAP interdirezionale

Il Comune di Firenze ha optato per un modello decentrato che si è concretizzato con la costituzione di un SUAP interdirezionale del quale fanno parte le Direzioni: Attività Economiche, Urbanistica-Edilizia, Sistemi Informativi, Ambiente, Si-curezza Sociale Servizi all’infanzia e Sport coordinate dal Segretario Generale.Per il corretto funzionamento delle procedure sono state redatte appo-site Linee Guida che, oltre a rap-presentare strumenti di lavoro a tutti gli effetti, hanno avuto l’obiet-tivo sotteso di promuovere quella interoperabilità tra uffici indispen-sabile per il funzionamento di atti-vità trasversali all’Ente come quelle in materia di sportello unico.Gli sforzi più significativi si sono concentrati sulla mappatura del-le attività che sarebbero passate a modalità SUAP e nella gestione quotidiana delle PEC. Questa ul-tima modalità di trasmissione atti

ha trovato risposta da parte degli operatori, basti dire che da maggio a dicembre sono state oltre 6.000 le PEC che gli uffici hanno istruito e che sono arrivate in giorni e orari più congeniali alle esigenze degli utenti, non sempre coincidenti con gli orari di apertura degli uffici (sa-bati, domeniche, orari notturni). Ora la nuova frontiera rimane la presentazione telematica on line delle pratiche, nella quale l’opera-tore inserisce in remoto la propria istanza e l’Amministrazione pro-cede alla necessaria istruttoria sul proprio gestionale. I recenti pro-nunciamenti normativi stabiliscono a luglio 2013 il termine ultimo per il passaggio di tutte le procedure a questa nuova modalità. In vista di tale scadenza è indispensabile sin da adesso avviare sperimentazioni che consentano un avvio puntuale del sistema. Ed è su questo che si sta concen-trando la nostra attenzione.

Possibile pensare che l’opera-zione si chiuda su se stessa realizzando un encomiabile

e necessario lavoro organizzativo-burocratico, ma che non ne debba invece doverosamente scaturire una spinta forte e “documentata” alla semplificazione? La foto im-pietosa, ma oggettiva, della nostra giungla autorizzativa per il mondo delle attività produttive è di fronte a noi: possibile trascurare l’occa-sione di un bench marking a livello nazionale ed europeo? Come Co-mune di Livorno ci stiamo cimen-tando nel coordinamento del riuso della piattaforma AIDA, adottata da 134 enti toscani, e su cui dob-biamo fare una serie di riflessioni. È praticamente da escludere che un Comune anche di medie - gran-di dimensioni possa, in autonomia, sviluppare una piattaforma: i costi di realizzazione e il personale ne-

cessario sono tali da scoraggiare questo tipo di approccio. Tra l’al-tro, non esiste solo il problema tec-nologico, a questo si accompagna quello dei contenuti. Con il riuso di AIDA, in particolare nella sua versione multiente, il singolo co-mune viene messo nella condizione di importare automaticamente una base conoscitiva personalizzabile in base alle esigenze della singo-la amministrazione. Tutto questo com’è percepito dagli enti? Indub-biamente l’idea ha, di per sé, una declinazione fortemente positiva, anche se non si può accomunare al “riuso” la fornitura da parte di una società. Determinanti sono il sostegno re-gionale e l’attività delle Ammini-strazioni che fungono da capofila delle 6 aree regionali nelle quali è stata organizzata la procedura di riuso.

Livorno segue la strada del riuso

Il sIstema suaP

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“E@sy: cadi nella rete?!” è un progetto nato nel 2004 e coor-dinato dal Comune di Carrara che ha visto, sin dalla sua nascita, un’ampia condivisione degli obiettivi da parte del

mondo imprenditoriale e dalla istituzioni locali. Gli enti aderenti sono 14 comuni della Provincia di Massa Carrara, che hanno contribuito alla sua realizzazione e al co-finanziamento dell’intervento, nato come opportunità di integrazione tecnologica, funzionale e organizzativa fi-nalizzata allo sviluppo dell’intera area.Inizialmente è stato realizzato un portale rivolto alle sole imprese – attivato nel 2005 sul sito eeb www.cadinellarete.it – grazie al quale è stato possibile erogare, tramite internet, circa 60 servizi on line del

Gli Sportelli Unici Integrati del Comprensorio del Cuoio sono stati costituiti, come gestione associata, nel 2002, tra i Comuni di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli

in Val D’Arno, Santa Croce Sull’Arno, San Miniato e Santa Maria a Monte.Più volte sono stati riconosciuti come esperienza di eccellenza, in ambito nazionale e regionale, in particolare per quanto concerne il modello organizzativo di una rete integrata dei Suap operanti nel distretto industriale, che pur mantenendo una propria autono-mia, operano attraverso strumenti comuni e con modalità operative identiche.

E@sy. E Carrara“cade nella rete”

Sporvic: la comunità del riuso diventa un modello

di GUIRARdO VITALE, dirigente Settore Fiscalità Locale, Patrimonio, Informatica e Innovazione Tecnologica Comune di Carrara

di MIChELE pARENTI, coordinatore degli Sportelli Unici Integrati e responsabile del Progetto SPORVIC

esPerIenze / 1

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DICEMBRE 2011 22

Sporvic: la comunità del riuso diventa un modello

A partire dal 2002, con la partecipazione al primo bando di e-government, l’esperienza degli Sportelli Unici Integrati si arricchisce di un ulteriore obiettivo: la gestione telematica dei Suap. Il progetto SPORVIC, presentato e finanziato tra i progetti di e-Toscana e co-finanziato a livello nazionale, persegue l’obiettivo di sviluppare un front-end globale per l’erogazione di servizi alle imprese e per la gestione dei flussi documentali con tutte la PA coinvolte. Nell’ambito del progetto della rete regionale dei Suap attivato da Regione Toscana, SPORVIC si qualifica come strumento territoriale per l’intero-perabilità con la Banca Dati Regionale per la gestione dei procedimenti Suap.La realizzazione di questo prodotto è stata affidata, mediante procedura ad evidenza pubblica, all’impresa TD Group Spa e nei prossimi mesi si proce-derà al collaudo definitivo di SPORVIC 2.SPORVIC, come già detto, è stato iscritto, fin dall’inizio, nei cataloghi nazionali e regionali di riuso e durante questi anni la comunità dei riu-satori è cresciuta notevolmente, fino a ricomprendere oltre 60 comuni, territorialmente dislocati in buona parte della Toscana.La comunità di SPORVIC ha finito per rappresentare molto di più di

un semplice rapporto tra cedente e riusatore di un prodotto software, di-ventando ben presto luogo di confronto delle vicende che coinvolgono i responsabili Suap e di messa in comune e programmazione degli obiettivi che debbono essere perseguiti per una efficiente gestione on line dei pro-cedimenti Suap.Recentemente la Giunta Regionale del Piemonte ha deliberato di acce-dere al riuso di SPORVIC 2 e di sottoscrivere con il Comune di Castel-franco di Sotto (capofila degli Sportelli unici Integrati) un protocollo d’intesa per la diffusione di SPORVIC 2 nei comuni piemontesi.Inoltre è stato finanziato e ben presto verrà messo in cantiere un progetto, denominato P@Impresa, finalizzato allo sviluppo di importanti funzio-nalità di back-office come la gestione della Conferenza di Servizi on line e l’organizzazione dello Sportello Unico per l’edilizia produttiva.Si tratta di ulteriori tasselli di un processo di modernizzazione dei Suap e della Pubblica Amministrazione nel suo complesso, rispetto al quale gli Sportelli Unici Integrati vogliono continuare ad esercitare un ruolo da protagonisti in funzione del cambiamento e dell’innovazione nei servizi alle imprese.

Suap (autorizzazioni commerciali, artigianali, turistiche ecc.) al massi-mo livello di interazione (livello 4). Nel 2010 si è ritenuto di implemen-tare il portale con ulteriori servizi, fruibili anche dai cittadini, quali, ad esempio:- l’estratto conto fornitori, tramite il quale le imprese possono verificare la propria situazione contabile con il Comune; - il servizio di interrogazione ana-grafica per gli enti terzi, con cui Tri-bunale, Stazioni dei CC, Polizia di Stato, Inps, Inail ecc. hanno la pos-sibilità di interrogare la banca dati anagrafica nel rispetto delle norma-tive sulla privacy.La logica del progetto è stata quella della “multicanalità”. A questo fine, le applicazioni sono state sviluppate con architetture web-services orien-ted. Il sistema garantisce l’accesso al portale agli utenti sia di tipo “ospite” (non riconosciuto) sia “identificato” (prevedendo quindi un sistema di registrazione degli utilizzatori) con diversi livelli di sicurezza dell’identi-ficazione. Per accedere al portale, gli utenti possono utilizzare la carta di identità elettronica, la carta nazio-nale dei servizi, userID e password, nonché la Firma Digitale per ga-rantire la validità delle disposizioni

e dei documenti inviati dagli utenti: il sistema interfaccia moduli esterni di firma e interagisce con la Certifi-cation Authority per le verifiche di validità dei certificati.Ad oggi, nel Comune di Carrara, grazie all’integrazione con il proto-collo informatico, le pratiche inviate on line possono essere automatica-mente protocollate da quello gene-rale. Inoltre, attraverso l’integrazio-ne con il back office e il disegno degli iter dei diversi procedimenti, inseriti nel software di gestione pratica, la pratica è automaticamente indiriz-zata sulla scrivania del dipendente di riferimento. Sono anche in corso le attività ne-cessarie per l’integrazione del porta-le con i diversi sistemi di protocollo presenti negli altri Comuni aderenti.Grazie a “E@sy: cadi nella rete?!” il Comune di Carrara è componente del Tavolo Tecnico Regionale, orga-nismo creato dalla Regione Toscana per governare i cambiamenti orga-nizzativi e tecnologici imposti dalle normative di settore. Attualmente è in fase avanzata di test la nuova infrastruttura tecnologica, per sup-portare la Banca Dati Regionale realizzata dal TTR e attivare i nu-merosissimi procedimenti in essa ricompresi.

E@sy. E Carrara “cade nella rete”

Il sIstema suaP

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Arezzo tra i primi a credere nella condivisione

Con Jesyre avviare un’attività è più facile

Se, nonostante i tentativi di razionalizzazione e semplificazio-ne normativa, le aziende trovano ancora difficoltà a rappor-tarsi con la PA, analoga difficoltà la riscontrano gli Sportelli

Unici per le Attività Produttive che da soli corrono il rischio di interpretare norme e procedure, di istituire prassi, di approcciarsi con le norme in modo diverso da Ente a Ente, anche in presenza di situazioni simili. Ciò disorienta gli imprenditori che chiedono chiarezza e certezza delle regole. Anche per questo, Regione Toscana, Provincia di Arezzo e CCIAA – sia con il DPR 447/98 che con il DPR 160/10 – si sono attivate perché i SUAP si dotino di modulistiche e banche dati informati-che comuni per unificare interpretazioni e procedure.Pertanto, nel 2006, la Provincia ha inserito nel catalogo regionale del riuso “AR-SUAP - gestione pratiche”, aderendo anche al pro-getto regionale della Rete dei SUAP e al Tavolo Tecnico Regionale, e da qui è iniziata l’esperienza del Coordinamento dei sei SUAP operativi in quel periodo in Provincia.

L’impegno della Provincia di Grosseto sulla materia dei SUAP inizia nel 2005, con la firma del protocollo d’intesa “per la costituzione e l’esercizio coordinato delle attività de-

gli Sportelli Unici comunali per le attività produttive” che ha coin-volto: Provincia, comuni, comunità montane ed enti terzi (asl, ar-pat, vigili del fuoco). In seguito alla stipula del protocollo, abbiamo costituito il coordinamento provinciale dei SUAP, con l’obiettivo di dare effettiva applicazione alla normativa dpr 447/98 rendendo omogenee le procedure e la modulistica sulla materie di competen-za dello sportello unico.Questa esperienza ha consentito alla Provincia di presentarsi in maniera unitaria alla Regione Toscana nel momento in cui questa ha costituito, con legge regionale n°40/2009, la Rete Regionale di Servizi alle Imprese volta alla semplificazione amministrativa.Il coordinamento provinciale ha aderito al progetto regionale, ap-portando il proprio contributo alla costituzione della banca dati re-gionale in materia di agricoltura, prevenzione, sanità.

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di mARINELLA GIANNINI - Responsabile SUAP del Comune di Cortona, Coordinamento Provinciale di Arezzo

di GIANLuCA FRASSINETTI, Provincia di Grosseto, Dipartimento Sviluppo Sostenibile - Servizio Programmi per lo Sviluppo Sostenibile

La via dei coordinamenti provinciali

esPerIenze / 2

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I nomi

Con Jesyre avviare un’attività è più facile

Arezzo tra i primi a credere nella condivisione

Il sistema locale si è rafforzato nel febbraio 2011, quando tutti i SUAP del nostro territorio – 11 singoli e 3 in forma associata che raggruppano 17 comuni – sono stati accreditati al Ministero dello Sviluppo Economico, aderendo, per la maggior parte, al Sistema Regionale di Servizi alle Im-prese.Nel giugno di quest’anno abbiamo sviluppato “all’interno” l’applicativo per la gestione delle pratiche SUAP denominato “Jesyre”, già in uso presso i SUAP del nostro territorio, adeguandolo alle necessità imposte con la riforma dello spor-tello unico avviata dal DPR 160/2011, ma nel-la direzione tracciata dalla Regione Toscana, di

operare in cooperazione applicativa, disincenti-vando l’uso della Pec. Dallo scorso ottobre con il Jesyre, sono stati automatizzati 56 procedimenti in materia di commercio, artigianato, turismo, studi medici, importando i contenuti alla banca dati regionale. Abbiamo organizzato giornate di formazione rivolte alle imprese, associazioni di categorie e ordini professionali, per l’utilizzo del front-office, e incontri operativi con i responsa-bili SUAP.L’implementazione del gestionale ha tenuto con-to di nuove funzionalità, come quella del “compi-latore”, ovvero il soggetto incaricato dall’impresa alla sola compilazione della pratica, mantenendo

“in capo” al titolare la responsabilità della sotto-scrizione e delle relative dichiarazioni, fornendo soluzioni operative diversificate che superano in parte i problemi legati al meccanismo della de-lega, già dibattuti dal Tavolo Tecnico Regionale.Per l’immediato futuro, l’obiettivo del Coordi-namento provinciale è quello di incentivare le imprese all’uso del “Jesyre” per gli adempimenti amministrativi relativi all’avvio dell’attività, ren-dendo disponibile un numero sempre maggiore di procedimenti attivabili in cooperazione ap-plicativa, non appena saranno disponibili i nuovi standard della banca dati regionale.

Questi Sportelli hanno iniziato a colloquiare con le altre realtà toscane, con ASL e ARPAT contri-buendo a definire modulistiche e procedure con-divise. Ma è stato grazie al Sistema Toscano dei Servizi per le imprese, previsto dalla LR 40/09, che nel 2011 ha supportato l’attivazione dei SUAP, che il Coordinamento ha coinvolto tutti i 39 Comuni della provincia e ha assunto un ruolo incisivo sul territorio. Infatti, i 21 SUAP aretini, per la mag-gior parte attivati, grazie alla Regione, entro la scadenza indicata nel DPR160/10, hanno aderito al Coordinamento riconoscendolo come il luogo naturale di condivisione di esperienze e di scelte.Finalmente ora le conoscenze di tutta una provin-cia vengono messe a confronto per trovare solu-zioni comuni e, grazie al Coordinamento, possono essere portate all’attenzione del TTR.C’è però la consapevolezza che nonostante la Re-gione – con la LR 40/09 –assista i SUAP e li aiuti

nelle interpretazioni, nelle prassi applicative e nei processi di innovazione tecnologica, solo la capa-cità di coordinarsi e di essere attenti alle richieste delle varie realtà economiche e imprenditoriali farà si che gli Sportelli siano, non solo per legge, ma di fatto, l’unico Punto di Accesso, il riferi-mento principale – per professionalità e certezze amministrative – per quelle imprese che vogliono investire nei nostri territori. Inoltre, dovendo gestire per via telematica i proce-dimenti, gli Sportelli Unici della nostra provincia hanno aderito al sistema di supplenza regionale, (alcuni sono in attesa che il gestionale AR–SUAP, finanziato dalla Provincia di Arezzo, venga ade-guato alle nuove regole). Ma in questo momento il destino delle Province ha creato nuove incertez-ze. I SUAP continueranno insieme l’esperienza del Coordinamento ma quale sarà, invece, la fine dei progetti promossi e finanziati dalla provincia come ad esempio AR-SUAP?

Il sIstema suaP

Fabio Cacioli, direttore della Direzione Attività Economiche del Comune di FirenzeLaura Castellani, dirigente Settore Infrastrutture e Tecnologie della Regione ToscanaEnrico Ciabatti, Segretario generale dell’Unione Regionale delle Camere di Commercio della ToscanaGianluca Frassinetti, Dipartimento Sviluppo Sostenibile - Servizio Programmi per lo Sviluppo Sostenibile della Provincia di Grossetomarinella Giannini, Responsabile SUAP del Comune di Cortona, Coordinamento Provinciale di ArezzoGraziella Launaro, vice Segretario Generale, dirigente Dip.to Affari generali del Comune di Livornomichele parenti, coordinatore degli Sportelli Unici Integrati e responsabile del Progetto SPORVIC Alessandro pesci, Segretario generale Anci Toscanapiero Rubbioli, Coordinatore Tavolo Tecnico RegionaleRaffaella Tommaso, responsabile Progetti della Rete telematica regionale della Regione ToscanaGuirardo vitale, dirigente Settore Fiscalità Locale, Patrimonio, Informatica e Innovazione Tecnologica del Comune di Carrara

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A cura di Enzo Chioini

dalle autonomIe

calenzano, è tempo di bilanci

livorno. c'è crisi ma la città cresce

capannori, vota l’investimento da fare

ph: Angelica Braccini

La scelta spetta ai cittadini: dal 12 al 17 dicembre, Capannori ha votato per decidere quale opera pubblica realizzare.Un migliaio i cittadini che hanno votato tra i progetti selezionati dagli 80 cittadini che hanno preso parte all’iniziativa. Alla fine l’hanno spuntata cinque progetti che riguardano i plessi delle ex circoscrizioni. Tra questi saranno divisi i 400mila euro (100mila per ciascuna) stanziati dal Comune grazie ai fondi regionali.“Ora – afferma il Sindaco Del Ghingaro - gli stessi cittadini che hanno votato i progetti, potranno monitorarne lo svolgimento. Tutti gli interventi verranno eseguiti nel 2012”. Coinvolti gli aventi diritto al voto per le elezioni amministrative, ma la possibilità di scegliere l’opera da realizzare è stata estesa ai giovani con più di 16 anni e a tutti gli stranieri residenti nel Comune. È stato possibile esprimere la propria preferenza in Comune o con il voto elettronico, segnalando una sola preferenza relativa all’ex circoscrizione di residenza. L’impegno dell’amministrazione sarà quello di portare a compimento l’opera pubblica più votata (o quelle più votate nel caso in cui la prima scelta non comporti una spesa totale di 100.000 euro) entro il prossimo anno.

Il sindaco delinea un bilancio di metà mandato: tanti gli investimenti dal 2009 per sostenere il tessuto produttivo e le iniziative nel sociale, dal testamento biologico agli alloggi per immigrati, dal redditometro al fondo unico per il 5 per mille. Tra crisi delle risorse, tagli statali, emergenze sociali, la vita dei comuni e di chi li amministra sta attraversando una delle fasi più critiche della storia repubblicana. Ma non cedere alle difficoltà è possibile. Il sindaco Alessio Biagioli, in occasione di un primo bilancio di metà mandato ha parlato delle difficoltà incontrate: “La crisi mondiale, il crescente bisogno di servizi sociali a fronte di continui tagli agli enti locali da parte dello Stato. In questo difficile contesto, il nostro impegno si è rivolto a cercare la strada per mantenere il livello dei servizi e confermare gli investimenti previsti, valorizzando il territorio e sostenendo la crescita del tessuto economico e produttivo”.Di questi temi si è discusso lo scorso martedì 20 dicembre, nell’assemblea pubblica “Tempo di bilanci”, dove è stato fatto il punto della situazione su ciò che è stato fatto e ciò che resta da fare dall’amministrazione comunale.

Secondo il rapporto Irpet nella città labronica i dati sono migliori che nel resto della Toscana: per Livorno l’anno si chiude con una crescita del Pil dell’1%, tanto per valore aggiunto che unità di lavoro impiegate, soprattutto nell’industria e nella logistica. Male invece il settore delle costruzioni, come quello dei servizi sociali e alla persona. In stallo i consumi delle famiglie e la spesa della pubblica amministrazione. Il 2012 sarà ancora un anno duro per la Toscana, ma l’area livornese potrebbe andare in controtendenza, mantenendosi stabile grazie all’export. Questi, in estrema sintesi i dati che emergono dal rapporto Irpet “Il SEL livornese nella attuale crisi economica. 2011: il consolidamento della ripresa o l ’attesa di una eventuale ricaduta?”, presentato a Palazzo Municipale.“Sia i dati 2011 sia le previsioni 2012 sottolineano l’importanza dell’export per Livorno - ha dichiarato l’assessore alle Politiche del Lavoro Darya Majidi. “Le nostre aziende hanno capacità e competenze per ambire a competere a livello internazionale. Fondamentale - ha concluso l’assessore - è che le aziende del territorio puntino all’innovazione, alla qualità, a fare rete, per poter crescere in competitività”.

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Aut&Aut va sul webCon questo numero aut&aut cessa

la propria vita su carta e si trasferisce nel mondo più impalpabile ma più

dinamico della rete. Da marzo la rivista sarà diffusa in formato digitale. una scelta

che nasce da ragioni economiche, ma anche per adeguare e accrescere la nostra

capacità di diffusione e penetrazione. Continueremo, come in tutti questi anni, a produrre riflessioni, documenti, materiali,

adeguando anche il nostro lavoro alla sfida dei nuovi mezzi di comunicazione,

utilizzandone al meglio le potenzialità e le risorse. Qualche rimpianto da parte degli amanti della carta e dell’inchiostro, ma la fiducia di accrescere la qualità e l’efficacia

del nostro mensile. Ci vediamo in rete.

Il direttore Marcello Bucci

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Rebus TPLUn sistema complesso alla costante ricerca di un centro di gravità tra dichiarazioni d’intenti e tagli alle risorse. Quali soluzioni per il trasporto pubblico locale?La Toscana prepara il terreno per la gara unica del 2012

Page 27: Aut&Aut dicembre 2011

portare avanti percorsi di cittadinanza per gli stranieri significa promuovere senso civico e solidarietà sociale, due elementi indispensabili per poter parlare di sicu-

rezza.Di fronte ai tragici eventi delle ultime settimane, sembra assolutamente anacronistico e fuorviante pensare di poter rispondere alla violenza con stra-tegie di polizia. È importante precisare che questo non vuol dire non riconoscere il ruolo fondamen-tale delle forze dell’ordine, anzi. Le forze dell’ordi-ne sono una certezza a cui non possiamo rinun-ciare, perché le deviazioni dalla norma, in qualsiasi società, sono sempre presenti. Allo stesso tempo, non possiamo caricarle di responsabilità che van-no ben oltre le loro competenze.Oggi più che mai, infatti, sta emergendo che la questione della convivenza pacifica e della sicu-rezza pubblica è un tema che riguarda la sfera dei diritti.La certezza dei diritti, infatti, rappresenta la so-

luzione, innovativa eppure elementare, con cui i Comuni, le Regioni e il Governo possono diffon-dere e radicare, in Italia, una cultura di pace e di solidarietà, come perno della nostra società.Avviare percorsi di cittadinanza, attraverso norme per la partecipazione e il diritto di voto, costitui-sce un cambiamento significativo nelle relazioni. Realizzando processi istituzionali di conoscenza e scambio di esperienze riusciremo a trasformare, negli anni, la paura della diversità in una ricchezza personale e sociale.ANCI, da molto tempo, sta portando avanti que-sta causa, con la consapevolezza che non basta indignarsi e preoccuparsi davanti a fenomeni di violenza razzista o xenofoba.Le istituzioni hanno il diritto e il dovere di com-piere dei passi in avanti su una questione delicata e complessa come questa, nell’interesse delle comu-nità e dei territori.ANCI, inoltre, non si è limitata a far emergere il tema della cittadinanza e le lacune, innegabili, del-

la normativa italiana in materia.Continuando a rimandare la scelta, non facciamo altro che rischiare di dover fronteggiare vere e pro-prie emergenze sociali in un futuro prossimo.La politica, con serietà e responsabilità, deve ave-re il coraggio di decisioni che forse, in un primo momento, non tutti possono condividere ma da cui – e questo è certo – le generazioni future e la coesione sociale potranno trarre grandi benefici.Inoltre, negare il diritto di cittadinanza agli stra-nieri comporta svilire la democrazia, creando, di fatto, cittadini di serie A e cittadini di serie B.Essendo la democrazia, la partecipazione e l’ugua-glianza tre concetti fondativi delle istituzioni che governano l’Italia e che ogni singolo amministra-tore, in quanto tale, rappresenta, è indubbio che occorre una riflessione collettiva.Basta indignarsi, realizziamo la certezza dei diritti.

DI CITTADINANZA

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“L’Italia sono anch’io!”

di LuCA mENESINI, vicesindaco di Capannori e responsabile Immigrazione Anci Toscana

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Le proposte di leggeCOSA CAMbIA

proposta di riforma della legge sulla cittadinanzaLa legge 5 febbraio 1992, n. 91 prevede tre tipi di cittadinanza per chi è di origine straniera: per nascita in base al principio dello ius sanguinis; per natu-ralizzazione, in cui non si fa distinzione tra minori e adulti; e per matrimonio.

DICEMBRE 2011

È in base all’articolo 3 della nostra Costituzione che sono nate le proposte di legge di iniziativa popolare che sostiene la campagna “L’Italia sono anch’io”: la rimozione degli ostacoli di cui parla la Carta, passa, infatti, dal riconoscimento dello ius soli per quanto riguarda la concessione della cittadinanza e dal riconoscimento del diritto di voto amministrativo dopo 5 anni di residenza in Italia.

La proposta di legge per il diritto di voto alle amministrative L’altra proposta di legge di iniziativa popolare prende le mosse dalla proposta sulla partecipazione politica e amministrativa elaborata da ANCI nel 2005, in base al principio contenuto nella Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, principio che il nostro Paese non ha ratificato alla lettera C, che riguarda proprio il diritto di voto. Di fatto in Italia si nega la partecipazione alle decisioni pubbliche di chi continuativamente contribuisce alla crescita economica di un Paese, tramite il prelievo fiscale.

Con la legge attualmente in vigore

per nascita

La proposta

Chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente da un anno è italiano Con l’introduzione dello ius soli, saranno citta-dini italiani i nati in Italia che abbiano almeno un genitore legalmente soggiornante, il quale ne faccia richiesta. Saranno italiani i nati da geni-tori nati in Italia, a prescindere dalla condizione giuridica di questi ultimi: un principio che ri-solverebbe situazioni paradossali di bambini che nascono da adulti nati in Italia – ma non italiani – e determinano una inaccettabile e ingiustificata “apolidia familiare”.

minori: lo ius soli per i non nativi e per chi va a scuola Le bambine e i bambini che – nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno, o entrati in Italia entro il 10° anno di età – vi abbiano sog-giornato legalmente, possono diventare italiani con la maggiore età se ne fanno richiesta entro due anni. Un percorso che dà loro la certezza di poter diventare cittadini una volta maggiorenni. Inoltre, su richiesta dei genitori, diventano citta-dini italiani i minori che hanno frequentato un corso di istruzione.

Adulti: per la cittadinanza 5 anni e su proposta del sindaco In base al principio di territorialità, i sindaci pre-sentano al Presidente della Repubblica l’istanza di cittadinanza. Domanda che può essere presen-tata anche da uno straniero legalmente soggior-nante in Italia da almeno 5 anni, e non dai 10 previsti attualmente.

È cittadino per nascita chi è nato da cittadini italiani. Se i genitori stranieri sono diventati cittadini italiani, anche il figlio lo diventa. Se il minore è nato in Italia ma i genitori non sono cittadini italiani, all’Anagrafe viene iscritto come straniero e può diventare cittadino italiano solo dopo il compimento del 18° anno di età, su richiesta e qualora risulti ininterrottamente residente in Italia all’interno del nucleo familiare di origine. Se non presenta questa richiesta nel corso del 18° anno di età, può chiedere la naturalizzazione con il requisito di 3 anni di residenza legale e ininterrotta.

La proposta ANCI, che la campa-gna assume, afferma che “la par-tecipazione alla vita politica ed alle attività di pubblica amministrazione, comprensiva del diritto di accesso e della partecipazione al procedimento amministrativo, è assicurata a tutti, senza discriminazioni in base a cit-tadinanza o nazionalità”. Il diritto

di elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative è garantito anche a chi non sia cittadino italia-no, quando abbia maturato cinque anni di regolare soggiorno in Italia. Gli statuti e i regolamenti degli enti locali disciplinano altre forme di partecipazione degli stranieri alla vita politica e amministrativa.

La proposta

Diritto di voto in città, province e regioni per stranieri in possesso di titolo di soggiorno da 5 anni per il suffragio universale nelle comunità locali

La legge 91 non fa differenza tra i minori non nati in Italia, ma che vi trascorrono l’infanzia e la formazione, e gli adulti. I minori non nati in Italia sono stranieri a tutti gli effetti. Paradossalmente la legge prevede la cittadinanza per chi, nato all’estero, può dimostrare la discendenza da cittadini italiani.

Naturalizzazione: nessuna distinzione per minori non nativi e adulti

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I pROMOTORI

delrio: Cambiare la legge per promuovere i diritti

L ’obiettivo della Campagna “L’Italia sono anch’io” è riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadi-

nanza e la possibilità per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comu-nità di cui fa parte. Il comitato promotore è presieduto dal presidente di ANCI Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia che, all’inter-no della rassegna DIREeFARE, nella cornice di Lucca Fiere, il 16 novembre ha spiegato che il gruppo di lavoro è nato dal basso, impegna-to sui temi dei diritti legati alla cittadinanza, dei quali si parla già da tempo. “Vogliamo – ha precisato il presidente di ANCI - promuove-re e affermare in modo compiuto anche per i

Il perché di una firma

L a campagna “l’Italia sono anch’io” cerca di porre rimedio a una situazione assai complessa che si trascina da anni e

che rende il quadro legislativo inadeguato a interpretare la modernità della vita collettiva della nostra regione e dell’Italia. Per questo l’ARCI assieme ad altri enti, associazioni, sindacati e l’ANCI si sono mobilitate in comitati nazionali e locali per poter raccogliere le cinquantamila firme necessarie a proporre una legge di iniziativa popolare. Due sono le proposte: una sul diritto di cittadinanza per

tutti coloro che nascono in Italia da genitori stranieri regolari, e l’altra sul diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri che lavorano e risiedono regolarmente in Italia. Come ha giustamente richiamato a più riprese il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’Italia sconta su questi temi una forte arretratezza ed è giunto il momento di adeguare le leggi alle naturali trasformazioni della nostra società estendendo diritti a coloro cui già viene richiesto di rispettare i doveri. In Toscana nascono 33.000 bambini l’anno, di

questi 8.000 sono figli di genitori stranieri, il 25% della popolazione. Se non si porrà presto rimedio a questa situazione, tra pochi anni, cittadini di serie A e persone senza alcun diritto cresceranno e vivranno accanto, il che è intollerabile per un Paese civile. Dobbiamo dunque firmare, e chiedere ai cittadini e alle cittadine toscane, che credono in una società moderna, plurale, giusta e diversa, di mobilitarsi. L’aggiornamento sui luoghi dove poter firmare si trova su www.litaliasonoanchio.it. Serve l’impegno di tutti.

di SARA DENEvI

nuovi italiani, sia minori nati in Italia da geni-tori migranti, sia migranti stessi con un lavoro regolare da almeno 5 anni, i diritti alla cittadi-nanza e al voto, che traggono linfa dall’articolo 3 della Costituzione. In questo articolo si dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, ed è compito della Repubblica rimuovere quanto ostacola l’eguaglianza e la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità a cui appartengono”. “In Italia – ha aggiunto inoltre Delrio - otte-nere la cittadinanza è ancora un percorso ad ostacoli per molti giovani, che sono per noi una ricchezza. Dobbiamo evitare di rimanere un Paese che genera stranieri, i quali, se non superiamo il

contesto di legge attuale, non avranno modo di interpretare l’articolo 4 della nostra Carta Costituente perché i doveri vanno di pari pas-so con i diritti”.

di GIANLuCA mENGOZZI, presidente ARCI Toscana

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AzIONI E INIzIATIVE

una rete di “cittadini del mondo”, non “seconde generazioni di immigra-ti” ma “seconde genera-

zioni dell’immigrazione”, intenden-do quest’ultima come un processo che trasforma l’Italia, di generazione in generazione. Questo è la Rete G2- Seconde Generazioni, orga-nizzazione fondata nel 2005 da figli di immigrati e rifugiati nati e/o cre-sciuti in Italia. La Rete oggi ha sedi a Roma, Mi-lano, Prato, Genova, Mantova, Arezzo, Padova , Imola, Bologna, Bergamo e Ferrara ; opera so-prattutto v ia web, con i l s i to www. secondegene r az ion i . i t in cui si trovano informazioni e do-cumenti, e con l’organizzazione di incontri su tutto il territorio nazio-nale. Riunisce ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni, originari di diversi Paesi dell’Asia, Africa, Europa e America Latina. Un blog, un forum, video, la pre-senza in Consulte ministeriali: le attività di G2 sfruttano tutti gli strumenti della comunicazione per promuovere i principi che sono alla base dell’organizzazione. Prin-

È stata inaugurata lo scorso 6 dicembre presso la Biblioteca Comunale di Pontassieve, e

resterà aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2012, la mostra fotografi-ca Corpi Migranti: scatti sull’im-migrazione in Italia, per indagarne le dinamiche, dai motivi che sot-tostanno alla scelta di lasciare il proprio paese, al viaggio, arrivando poi al percorso di integrazione nel “nuovo” paese.Al centro, l’idea che lontano dal proprio mondo di origine, le per-sone arrivano a perdere la propria identità di esseri umani e diventano appunto “corpi”. Corpi che vengo-no imbarcati, corpi che si perdono in mare, corpi che vengono respinti, corpi che diventano illegali, corpi

cipi che si riassumono in una ri-vendicazione dei diritti negati alle seconde generazioni senza citta-dinanza italiana e nella definizio-ne dell’identità come incontro di più culture. Obiettivo principale dell’azione della Rete è la rimo-zione delle barriere – teoriche e pratiche – che si frappongono tra i figli dell’immigrazione cresciuti in Italia, e i loro coetanei figli di italiani. Per raggiungere questo

che vogliono tornare ad essere per-sone e lottano per l’integrazione e il riconoscimento della loro essenza di persone.“Corpi migranti”, che dal novem-bre 2010 è già stata ospitata in musei e fondazioni di tutt’Italia, raccoglie scatti dei fotografi Enrico Dagnino, Alan Maglio, Giuliano Matteucci, Medhin Paolos.La mostra, che si inserisce all’inter-no della rassegna “Percorsi d’arte in Biblioteca”, segna anche l’avvio, nel Comune di Pontassieve, della cam-pagna “L’Italia sono anch’io!”.I numeri dell’immigrazione nel comune della Valdisieve sono ab-bastanza significativi anche per quanto riguarda la popolazione scolastica: nelle scuole del Comune

scopo è imprescindibile l’otteni-mento della modifica della legge sulla cittadinanza richiesta dalla proposta di legge della campagna “L’Italia sono anch’io!”. I nati in Italia a cui il nostro Paese non riconosce la cittadinanza sono ben oltre il mezzo milione, quasi un milione invece i minori residenti in Italia. Ed è figlio di stranieri quasi il 14% del totale dei nuovi nati in Italia. Numeri che impressionano e

sono 231 gli alunni di origine stra-niera, di cui il 39% è nato in Italia, percentuale che sale al 71% per la scuola dell’Infanzia. “I bambini e i ragazzi nati o cresciu-ti in Italia si vedono riconosciuta la possibilità di ottenere la cittadinanza, solo al compimento della maggiore età – commenta l’assessore alla Cultu-ra e alla Cooperazione Alessandro Sarti – . Questo genera disuguaglian-ze, limita la possibilità di una piena integrazione, disattendendo il dettato costituzionale (art.3) che stabilisce l ’uguaglianza tra le persone e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno raggiungimento.” Per aderire alla campagna, è possi-bile rivolgersi all’Urp e alla Segrete-ria Generale del Comune. (gb)

che evidenziano la necessità di un cambiamento della legge sulla cit-tadinanza perché a questi ragazzi la legge impedisce di considerarsi formalmente cittadini italiani, an-che se, come ha recentemente ri-cordato il Presidente della Repub-blica Giorgio Napolitano, “lo sono in tutto e per tutto, nella vita quoti-diana, nei sentimenti, nella percezio-ne della propria identità”.

Rete G2: non chiamateci immigrati

pontassieve aderisce alla campagna e mette in mostra i “Corpi migranti”

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Le foto di questo numero, scattate da Guendalina Barchielli, raccontano la manifestazione antirazzista di Firenze, sabato 17 dicembre. Circa 20.000 persone hanno sfilato per la città, in ricordo di Modou Samb e Mor Diop i due cittadini senegalesi uccisi il 13 dicembre dall’estremista di destra Gianluca Casseri, che nella strage ha ferito altri tre uomini. Dai vertici di Anci Toscana, la più ferma condanna di un gesto in cui la follia si è alimentata di un’ideologia violenta e razzista, e l’invito a tutte le istituzioni a tenere alta la guardia sul lavoro da fare per promuovere convivenza e integrazione e bloccare i rigurgiti di stampo razzista e xenofobo.

di GuENDALINA bARChIELLI

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Info: www.ancitoscana.it - [email protected]

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Fondo Europeo per l'Integrazione dei cittadini di paesi terzi - avvisi territoriali 2011Tematica: ImmigrazioneScadenza: ore 18.00 del 21 febbraio 2012 (ad eccezione dell’Azione 9, il cui termine fissato alle ore 18.00 del 31 gennaio 2012)Finalità e risorse: Gli avvisi pubblici attengono alla presentazione di progetti a valere sulle seguenti azioni: • Azione 1 “Formazione linguistica ed educazione civica” - euro 4.000.000,00 (IVA inclusa); • Azione 2 “Orientamento al lavoro e sostegno all’occupabilità” - euro 2.250.000,00 (IVA inclusa); • Azione 3 “Progetti giovanili” - euro 4.100.000,00 (IVA inclusa); • Azione 4 “Promozione dell’accesso all’alloggio” - euro 1.800.000,00 (IVA inclusa); • Azione 6 “Mediazione sociale e promozione del dialogo interculturale” - 2.300.000,00 (IVA inclusa); • Azione 8 “Capacity building” - euro 1.200.000,00 (IVA inclusa); • Azione 9 “Scambio di esperienze e buone pratiche” - euro 450.000,00 (IVA inclusa).Info: www.interno.it

Diritti fondamentali e cittadinanza Invito a presentare proposte - Action grants 2011 -2012Tematica: Diritti fondamentali e cittadinanzaScadenza: 13 marzo 2012Finalità: Il presente invito per sovvenzioni di azioni, si inserisce nell'ambito del Programma specifico «Diritti fondamentali e cittadinanza» per il periodo 2007-2013, come parte del programma generale «Diritti fondamentali e giustizia», che intende promuovere lo sviluppo di una società europea fondata sul rispetto dei diritti fondamentali, rafforzare la società civile e incoraggiare un dialogo aperto,trasparente e regolare con essa riguardo ai diritti fondamentali; combattere il razzismo, la xenofobia e l'antisemitismo e promuovere una migliore intesa interconfessionale e multiculturale e una maggiore tolleranza in tutta l'Unione europea. Risorse disponibili: 20 975 000 euro. Il contributo da parte della Commissione non può essere superiore all'80% del totale dei costi ammissibili del progetto. Info: www.interno.it

Bandi nazionali e regionaliRegione Toscana: per la riqualificazione ambientale di aree destinate ad insediamenti produttivi di cui alla linea 3.3 del pRSE 2007/2010 e alla linea 1.3.1 del pAR FAS 2007/2013Tematica: AmbienteScadenze: 02 luglio 2012Finalità: Potranno essere finanziati gli interventi ricadenti all’interno delle zone territoriali omogenee della pianificazione urbanistica destinate all’insediamento di attività produttive e artigianali di cui all’art. 2 del D.M. 1444/1968 (“zona D”), e pi precisamente: a) interventi in aree gi esistenti o dismesse, e b) interventi in aree di nuova realizzazione. Risorse disponibili: Per il punto A le risorse ammontano a 15.693.547,82 euro, di cui euro 6.059.940,00 sul capitolo 51457. Per il punto B sono pari a 9.633.607,82 euro sul capitolo 51459 del bilancio 2011. Info: www.regione.toscana.it/fas  Regione Toscana: pRS 2007/2013 misura 221: primo imboschimento di terreni agricoliTematica: AmbienteScadenze: 28 febbraio 2012Finalità: La misura prevede la concessione di aiuti destinati all’impianto di nuove superfici boschive in terreni agricoli utilizzando specie adatte alle condizioni locali e compatibili con i requisiti ambientali, al fine di favorire l’aumento della capacità di assorbimento del carbonio in atmosfera. Risorse disponibili: euro 3.800.000,00 di cui il 10%, pari a euro 380.000,00, quale fondo di riserva per eventuali ricorsi. L’aiuto, sotto forma di contributi in conto capitale, ha una intensità massima dell'80% per gli investimenti realizzati nelle zone di cui all’articolo 36, lettera a), punti ii) e iii) del Reg. (CE) 1698/05; e 70% per gli investimenti realizzati in altre aree.Info: www.regione.toscana.it/fas

Uea - Ufficio eUropa anci Toscana

Bandi Ue

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