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ATS BRESCIA FsC 2018 Antibioticoterapia Infezioni delle vie urinarie

ATS BRESCIA FsC 2018 Antibioticoterapia · 2018. 12. 16. · Sondaggi d’aula sulle decisioni 4.Confronto con LLGG/PDTA 5.Ricadute comportamentali in ambulatorio. ... terica verso

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  • ATS BRESCIA

    FsC 2018

    AntibioticoterapiaInfezioni delle vie

    urinarie

  • LA FORMAZIONE SUL CAMPO

    Metodo di lavoro1. Confronto su casi clinici a tappe

    2. Percorso prescrittivo antibiotici

    3. Sondaggi d’aula sulle decisioni

    4. Confronto con LLGG/PDTA

    5. Ricadute comportamentali in

    ambulatorio

  • 0BIETTIVI DELLA FsC➢Uniformare i comportamenti dei

    MMG nel trattamento delle infezioni

    delle vie urinarie in relazione alle

    ➢indicazioni delle linee guida

    ➢per migiorare l’appropriatezza e

    ➢ limitare l’insorgenza di ceppi

    antibiotico-resistenti.

  • DEFINIZIONI: FORME NON COMPLICATE

    • CISTITE NON COMPLICATA

    Disuria, pollacchiuria, stranguria,

    dolorabilità sovrapubica, ematuria

    • PIELONEFRITE NON COMPLICATA

    Febbre con brivido scuotente,

    dolore al fianco, nausea e vomito,

    massa palpabile. I sintomi di ciste

    possono non essere presenti

  • FORME COMPLICATESINTOMI DI CISTITE O PIELONEFRITE

    +

    UNO O PIU’ FATTORI DI RISCHIO

    • Sesso maschile

    • Immuno-

    depressione

    • Età>75 anni

    • Urostomia

    • Sintomi >7 giorni

    • Pregressa

    pielonefrite

    • Diabete

    • IRC o trapianto

    • Gravidanza

    • Stent

    • Anomalie

    anatomo-funzionali

    • Recenti manovre

    strumentali urinarie

  • Epidemiologia IVU in MG• In un campione di 2.696 MMG italiani fra il

    2001 e il 2002, la media di diagnosi/mese è

    di 18 IVU/medico;

    • Interessano le donne nel 75%

    • I sintomi più frequenti sono disuria

    e pollachiuria;

    • la diagnosi è di cistite acuta non

    complicata nel 40% di tutti i casi

    • cistiti ricorrenti nelle donne: circa 22% di

    tutti i casi di IVU ambulatoriali

  • Epidemiologia delle IVU• le IVU complicate sono il 10%, in particolare le

    pielonefriti rappresentano il 4%

    • le IVU sono le infezioni più frequenti dopo quelle

    dell’apparato respiratorio

  • CASO CLINICO N.1 • Il signor Franco 72enne è quello che si

    dice un «omone» ; da una vita lotta con il peso corporeo (BMI 32) e con la fame.

    • Oggi si presenta di buon mattino, dopo una notte insonne, perché da ieri sera non riesce ad urinare se non con grande sforzo e con minzioni dolorose e scarsissime, nonostante lo stimolo continuo impellente

    • Nega febbre, lombalgia ed altri sintomi addominali

  • ✓ DERMATOFITOSI PIEDE INTERDIGITALE (2004)

    ✓ IPERTENSIONE ART. CON LIEVE IPERTROFIA VENTR. SIN.

    ✓ PERIARTRITE SPALLA RUTTURA DELLA CUFFIA (2001)

    ✓ IPB E PREGRESSA URETRITE (2001)

    ✓ RINCONGIUNTIVITE ALLERGICA (1985)

    ✓ DIABETE MELLITO TIPO II ED OBESITA’(Feb 2014)✓

    ✓ ATEROMA ARTERIE CEREBRALI (2009)

    ✓ INSUFFICIENZA RENALE CRONICA LIEVE E CISTI

    RENALE SIN. DI 8 CM (2007)✓

    ✓ DISCOPATIA lombare L4-L5 e spondilosi osteofitica (2003)

    ✓ GOTTA GINOCCHIO SIN. E DISLIPIDEMIA(1991)

    Sintesi della cartella

  • • In realtà da più di 2 anni ha interrotto l’alfa litico

    che in passato assumeva su indicazione dell’urologo

    • Due anni prima aveva interrotto anche la

    finasteride per l’insorgenza di effetti collaterali a livello mammario (ginecomastia)

    Protesi, impianti, ausili V43.65/00 PROTESI GINOCCHIO SIN. ED ESITI DI MENISCECTOMIA (2001) Terapia continuativa Blopresid*28cpr 16mg+12,5mg CANDESARTAN E DIURETICI Torvast*30cpr Riv 40mg ATORVASTATINA Teraprost*14cpr Div 5mg TERAZOSINA Zyloric*30cpr Div 300mg ALLOPURINOLO

    Terapie in atto

  • Sondaggio d’aula • Quali altre informazioni ricercate?

    • Quali accertamenti diagnostici prescrivete?

  • Valutazione del casoEseguo stick urine che da il seguente esito:

    ✓Hb e prot. neg.

    ✓Leuc. +++

    ✓Nitriti +/-

    ✓P.S. 1030

    ✓Ph 7

    • Decido quindi di iniziare subito la terapia, vista

    la sintomatologia impegnativa, e concordo una

    visita di controllo a breve nel caso di una scarsa risposta al trattamento instaurato

  • Tappe del processo prescrittivo

    • Quali ipotesi diagnostiche?

    • L’infezione è di origine batterica? Se si

    quali sono i patogeni più probabili?

  • LLGG: valutazione clinica• Punto cruciale nella valutazione

    clinica è escludere le diagnosi

    differenziali, come altri disordini urogenitali o anorettali.

    • Può essere presente una

    sintomatologia sistemica come astenia, febbre e nausea che pur

    non essendo diagnostica è indicativa della risposta alla terapia.

  • Linee guida: definizioniClassificazione Clinica: la prostatite è stata

    suddivisa in quattro differenti categorie.

    ❑Categoria I: prostatite acuta batterica

    ❑Categoria II: prostatite cronica batterica

    ❑Categoria III: prostatite cronica

    abatterica/sindrome dolorosa pelvica cronica.

    ❑Categoria IV: prostatite asintomatica

  • LLGG: la clinica• Sintomatologia dolorosa localizzata al:

    perineo 46%; scroto e/o Testicolo 39%; pene 6%; ipogastrio 6%; colonna lombare

    2%.

    • Inoltre, sono associati sintomi urinari

    caratterizzati da pollachiuria, stranguria,

    tenesmo ed urgenza.

    • All’esplorazione rettale la prostata può essere congesta, soffice e spesso dolente.

  • Le LLGG: eziologia battericaLe prostatiti batteriche hanno una

    bassa prevalenza, generalmente compresa tra il 5-10% (in Italia 13%)

    Eziologia: Gram negativi, in particolare

    • E. coli,

    • Klebsiella sp.

    • Prot. Mirabilis

    • Enterococcus faecalis• Ps. aeruginosa

  • Diagnosi di prostatite acuta• Esame urine + coltura con ABG

    • Test di Meares-Stamey, utile ma non

    indispensabile: è presente un numero

    elevato di leucociti nel liquido prostatico

    (EPS) o sono isolati batteri nel campione

    • L’ecografia può essere utile per escludere

    un ristagno post-minzionale, ascessi

    prostatici, calcificazioni etc..

    • Il PSA totale non è indicato

  • Gestione della prostatite• Nella maggior parte dei casi il

    trattamento domiciliare è sufficiente

    • Se la prostatite acuta batterica

    comporta anche manifestazioni

    sistemiche come febbre, malessere, astenia, può essere presa in

    considerazione l’ospedalizzazione con trattamento antibiotico infusivo

  • Quale terapia?• Quali antibiotici sono efficaci sui patogeni?

    • Con quale dosaggio, durata e follow-up?

  • Terapia della prostatite• chinolonici, come cipro e levofloxacina

    sono di scelta per le favorevoli

    caratteristiche farmacocinetiche, il buon

    profilo di sicurezza e l’attività antibat-

    terica verso i Gram neg.

    • E’ stata recentemente provata la

    validità dell’utilizzo della plurifloxacina

    nel trattamento delle prostatite, con un ottimo profilo di tollerabilità ed efficacia

  • Terapia della prostatite acutaSchema di trattamento domiciliare empirico

    • LEVOFLOXACINA 500 mg ogni 12/24 ore

    • CO-TRIMOSSAZOLO 160/800 1 cpr x 2 al dì per

    2-4 settimane

    In presenza di sintomi generali ev. ricovero per

    • CEFTRIAXONE 2 gr e.v 1 fiala ogni 24 ore fino allo sfebbramento poi terapia orale

    • GENTAMICINA 3 mg/kg e.v 1 fiala ogni 24 ore in monosomministrazione (in associazione)

    • LEVOFLOXACINA 500 mg 1 fiala e.v. ogni 24 ore fino allo sfebbramento poi terapia orale

    • GENTAMICINA 3 mg/kg e.v 1 fiala ogni 24 ore in monosomministrazione (in associazione)

  • Caso clinico 2

    • Sabrina, 27 anni. Diplomata. Lavora

    come impiegata alle poste. Coniugata

    da 2 anni. Menarca 12 anni.

    Mestruazioni regolari. Non gravidanze.

    Ha sempre goduto buona salute.

    • Consulta il medico curante perché dal

    giorno precedente ha cominciato a

    lamentare pollachiuria, stranguria e

    sensazione di gonfiore addominale.

  • Sondaggio: quale diagnosi? • Quali informazioni anamnestiche ricercate?

    • Quali accertamenti diagnostici?

  • Caso clinico 2• Dall’indagine anamnestica emerge

    l’assenza di febbre, di prurito genitale e di dolore lombare. Non leucorrea. Non dispareunia. Non ematuria macroscopica.

    • Urine torbide, maleodoranti. Non episodi precedenti. I sintomi non sono insorti dopo un rapporto sessuale.

    • All’esame obiettivo Giordano negativo, dolenzia alla palpazione profonda in sede ipogastrica.

  • Passi rilevanti del processo prescrittivo

    • L’infezione è di origine batterica?

    • Quali patogeni sono più probabili?

  • Diagnosi ed eziologia della cistite• Auto-diagnosi: Il pz suggerisce al

    medico un’etichetta diagnostica legata

    a sue precedenti esperienze. In caso di

    cistite casi l’auto-diagnosi è corretta

    nell’84% dei casi.

    Patogeni maggiormente responsabili

    delle IVU non complicate

    • E. Coli nel 70-95%

  • Eziologia della cistite acuta• Altri patogeni a frequenza minore:

    Staphylococcus saprophyticus (5-10%),

    altri enterobatteri, Proteus mirabilis e

    Klebsiella sp

    • Recenti studi hanno posto in evidenza

    un aumento della prevalenza delle IVU

    da Enterococcus faecalis in particolar

    modo nelle IVU croniche delle giovani

    donne

  • CISTITE ACUTA NELLA DONNA

    COSA DICONO

    LE LINEE GUIDA?

  • RACCOMANDAZIONE FORTE

    • In donne senza patologie di base con

    segni e sintomi tipici di IVU e in assenza

    di perdite e prurito vaginale, è lecito

    porre una diagnosi clinica di IVU senza ricorrere all’urinocoltura.

    • In presenza di prurito vaginale o

    perdite, bisognerebbe considerare altre

    diagnosi alternative (STIs) e procedere

    con l’esplorazione pelvica.

  • RACCOMANDAZIONE FORTE!• In donne senza patologie di base con due

    o più sintomi tipici di IVU bassa (disuria o

    pollachiuria/urgenza) senza perdite e

    prurito vaginale, è indicato il trattamento

    antibiotico empirico, senza urinocoltura.

    • È consigliato un dipstick urine

    per confermare la presenza di piuria e/o

    nitriti e iniziare la terapia antibiotica.

  • Interpretazione dip-stick urinePresenza di nitriti: specificità del 98%, scarsa sensibilità:

    • falsi positivi: esecuzione del test in tempi ritardati

    • falsi negativi: urine diluite, minzioni frequenti (neonati), batteri incapaci di ridurre i nitrati (Gram-positivi, Proteus),

    • Esterasi leucocitaria: sensibilità > 80% in caso di sintomi

    • Positività esterasi + nitriti: sensibilità > 90%,

    • Assenza di leucocituria nel 50% di batteriuria significativa da Proteus

    • Ematuria e proteinuria non utili ai fini diagnostici, anche se presenti fino al 25%

  • Quale terapia?• Quali antibiotici sono efficaci sui patogeni?

    • Con quale dosaggio, durata e follow-up?

  • RACCOMANDAZIONE FORTE

    • In donne non in gravidanza con normale

    funzionalità renale si raccomanda la

    • nitrofurantoina per 3-5 giorni (50-100 mg

    quattro volte al giorno).

    • Durante l’assunzione di nitrofurantoina

    non devono essere presi alcalinizzanti.

    • Per la terapia della cistite acuta non

    complicata non si dovrebbe ricorrere ai

    fluorchinoloni.

  • RACCOMANDAZIONE FORTE

    • Seconda opzione nelle donne che non

    possono assumere nitrofurantoina per IRC

    o deficit di G6PD

    • cotrimoxazolo (800 mg di sulfametoxazolo

    e 160 mg di trimetoprim due volte al

    giorno per tre giorni)

    • fosfomicina trometamolomonodose (3 g, alla sera).

  • RACCOMANDAZIONE FORTE

    • In caso di mancanza di miglioramento clinico alla terapia empirica con nitrofurantoina,

    cotrimoxazolo o fosfomicina

    • si raccomanda di eseguire

    una urinocoltura. Sulla base dell’antibio-gramma si sceglierà

    l’antibiotico di seconda scelta.

  • Caso clinico 3

    • Giuseppe, 48 anni. Non fumatore.

    Coniugato, due figli. Lavora come

    impiegato all’INPS. Ha sempre goduto

    buona salute.

    • Consulta il medico curante perché

    dalla notte precedente lamenta

    stranguria, pollachiuria e urgenza

    minzionale, con sensazione di freddo

    ma senza rialzo febbrile.

  • Sondaggio: quale diagnosi? • Quali informazioni clinico-anamnestiche

    ricercate?

    • Quali accertamenti diagnostici?

  • Caso clinico 3

    • Dall’indagine anamnestica emerge

    che in passato non ha mai accusato

    episodi simili. Non ha mai avuto disturbi

    minzionali.

    • All’esame obiettivo Giordano

    negativo, non alterazioni all’esame dei

    genitali esterni.

  • Passi del processo prescrittivo

    • L’infezione è di origine batterica?

    • Quali patogeni sono più probabili?

  • CISTITE ACUTA NELL’UOMO

    COSA DICONO

    LE LINEE GUIDA?

  • RACCOMANDAZIONE FORTE• In uomini con sintomi di IVU, prima di

    iniziare la terapia antibiotica empirica si raccomanda l’esecuzione di una urinocoltura.

    • Se si verifica un secondo episodio nell’arco di 12 mesi si raccomanda di valutare, tramite indagini strumentali, la presenza di anomalie o malformazioni del tratto urinario.

  • URINOCOLTURA: INDICAZIONI

    L’urinocoltura è indicata in situazioni specifiche:

    • donna non gravida con cistite acuta che non migliora dopo trattamento antibiotico empirico o che ha una

    ricaduta entro due settimane dalla

    fine del trattamento;

    • tutte le donne gravide

    al primo controllo;

    • uomo con segni/sintomi IVU

  • URINOCOLTURA: INDICAZIONI

    • paziente portatore di catetere urinario

    con segni e sintomi suggestivi di IVU;

    • sospetto di pielonefrite;

    • prima di un intervento di prostatectomia, di interventi o

    procedure sul tratto genitourinario o

    per calcolosi complessa.

    • In tutti gli altri casi la gestione delle

    IVU dovrebbe basarsi su criteri clinico-

    epidemiologici.

  • La raccolta delle urine per la colturaSequenza per la raccolta del secondo mitto:

    1. Procurarsi barattolo sterile ad imboccatura larga (evitare provette)

    2. Lavare accuratamente mani e genitali esterni con H20 e sapone

    3. Scartare il primo getto raccogliendo parte di quello successivo direttamente nel contenitore sterile senza interrompere la minzione

    4. Non toccare con le mani o i genitali i bordi o l'interno del contenitore e richiuderlo accuratamente

    5. Consegnare il contenitore al laboratorio in tempo breve (se non è possibile conservarlo a circa 4°C in frigo massimo per 2 ore)

  • Batteri responsabili • Ceppi più frequenti: E. coli,

    Proteus, Klebsiella, Pseudomonas Serratia sp. ed enterococchi.

    • Una vasta gamma di batteri può

    causare una IVU complicata e

    con maggiori probabilità di essere

    resistenti agli antibiotici

    (specialmente in un pluritratta-

    mento di una IVU complicata)

  • I microrganismi sono classificati in:

    • Sensibili (S) l’infezione può essere trattata in modo appropriato con i

    dosaggi standard.

    • Intermedio (I) l’infezione può essere trattata con successo se il farmaco è

    fisiologicamente concentrato nel sito

    dell’infezione o se vengono

    somministrate dosi più elevate

    • Resistente (R) il paziente non risponde alla terapia con quel determinato

    farmaco

    La scelta dell’antibiotico

  • La resistenza agli antibiotici Ceppi produttori di beta lattamasi a largo

    spettro (ESBL)

    • sono prevalentemente Gram negativi

    • esistono ceppi multi resistenti con

    resistenze crociate a varie beta-

    lattamasi (ESBLs, metallo-β-lactamases o Class C β-lactamases),

    ai fluorchinoloni e aminoglucosidi

    • la resistenza alla fosfomicina ed ai

    carbapenemi è rimasta invaraita

  • ISOLAMENTI DA UROCOLTURE DA CVSpedali Civili 2016-2017

    n° isolati: 2.505 Isolati più frequenti:

    E. coli 39,0% 977

    Candida spp 16,6% 416

    E. faecalis 12,3% 307

    K. pneumoniae 8,1% 203

    P. mirabilis 5,1% 127

    P. aeruginosa 4,8% 121

    E. faecium 3,0% 76

    • Si raccomanda il trattamento solo nelle forme sintomatiche, dopo

    sostituzione del CV (se in sede da più di 3 giorni) e ripetizione su nuovo CV

    dell'urocoltura

    • Gli isolamenti di Candida spp sono da intendersi come segno di

    colonizzazione e necessitano di trattamento solo caso di segni di infezione

    locale/sistemica in paziente con altri fattori di rischio per infezione da

    Candida

  • ISOLAMENTI DA UROCOLTURE DA MITTO INTERMEDIO

    Spedali Civili 2016-2017

    n° isolati: 2.152 Isolati più frequenti:

    E. coli 57,9% 1246

    E. faecalis 12,3% 264

    K. pneumoniae 6,9% 148

    P. mirabilis 3,2% 69

    S. agalactiae 3,0% 64

    P. aeruginosa 2,6% 55

    E. faecium 2,0% 42

    S. aureus 1,9% 40

    Candida spp 1,7% 36

    • Si raccomanda il trattamento solo nelle forme sintomatiche

    e con chimico-fisico delle urine suggestivo per infezione

  • n° isolati: 2.210 Isolati più frequenti:

    E. coli 66,7% 1471

    K. pneumoniae 7,0% 154

    E. faecalis 6,9% 153

    S. agalactiae 4,4% 97

    P. mirabilis 3,7% 82

    Enterobacter spp 2,2% 48

    Citrobacter spp 1,7% 38

    P. aeruginosa 1,3% 28

    • Si raccomanda il trattamento solo nelle forme sintomatiche e

    con chimico-fisico delle urine suggestivo per infezione

  • Quale terapia?• Quali antibiotici sono efficaci sui patogeni?

    • Quale dosaggio, durata e follow-up?

  • RACCOMANDAZIONE FORTE• In uomini con sintomi di IVU, in attesa dell’esito

    della coltura, si raccomanda di iniziare un

    trattamento antibiotico con fluorchinoloni, che

    va protratto per due settimane.

    • Nel caso di soggetti anziani o trapiantati o in

    trattamento con cortisonici è preferibile l’uso di

    una cefalosporina di II o III generazione, visto

    l’elevato rischio di effetti collaterali da

    fluorchinoloni in questi pazienti.

    • Il trattamento va poi corretto

    sulla base dell’antibiogramma.

  • FOLLOW-UP▪ Nel caso di efficacia clinica della terapia

    non è indicata una coltura o es. urine ▪ Nel caso di persistenza della

    sintomatologia oppure di recidiva entro 2

    settimane, è necessaria una nuova

    urinocoltura per impostare un trattamento

    in base ai risultati

    ▪ In caso di persistenza del patogeno con

    una concentrazione significativa (>103 in

    presenza di sintomi) è indicato un

    trattamento antibiotico della durata di una settimana con un principio attivo diverso

  • CASO CLINICO 4• Teresa, 49 anni. Coniugata, una gravidanza a

    termine, mestruazioni regolari. Casalinga. Non

    fuma. Ipertesa in trattamento con losartan, 100

    mg die. Ha sempre goduto buona salute, a

    parte alcuni episodi di cistite acuta non

    complicata in passato.

    • Richiede una visita domiciliare per iperpiressia

    (38.5) con brivido, cefalea, dolore lombare ds

    gravativo, continuo e lieve disuria.

  • CASO CLINICO 4

    • Obiettivamente Giordano positivo a

    destra. PA 110/70 mmHg, frequenza

    cardiaca 100/min.

    • Quale ipotesi diagnostica?

  • Tappe del processo prescrittivo

    • L’infezione è di origine batterica?

    • Quali patogeni sono più probabili?

  • Linee guida: anamnesi ed esame

    obiettivo nelle pielonegrite acuta

    • La diagnosi di pielonefrite acuta è

    suggerita da dolore al fianco, nausea e

    voito, febbre (>38°C) o fastidio all’angolo costo-vertebrale, e può

    presentarsi con o senza sintomi riferibili a

    UTI del basso apparato urinario.

    • La presentazione di una pielonefrite

    acuta non complicata solitamente varia

    da un malore lieve a moderato.

  • Esami di laboratorio e strumentaliNel sospetto di una pielonefrite acuta è

    necessario supportare la diagnosi clinica con:

    • Stick urinario in prima istanza, seguito da esame

    urine completo ed urinocoltura

    • Emocromo e valutazione indici di flogosi (in

    previsione di monitoraggio del quadro clinico)

    • Inoltre, sarebbe opportuno eseguire una

    valutazione ultrasonografica delle alte vie

    urinarie per escludere la presenza di ostruzione.

  • DIAGNOSI EZIOLOGICA• Un conta batterica >104 cfu/mL di

    uropatogeni deve essere

    considerata significativa.

    • A differenza della cistite acuta, l’85-

    90% degli episodi di pielonefrite sono

    associati a >105 uropatogeni

    cfu/ml24.

    • La frequenza di S. saprophyticus è minore rispetto a quella riscontrata

    nelle cistiti.

  • Quale terapia?• Quali antibiotici sono efficaci sui patogeni?

    • Con quale dosaggio, durata della terapia e follow-up?

  • ORIENTAMENTO TERAPEUTICO

    • In considerazione della mancanza di studi

    epidemiologici sulla frequenza e sulle

    resistenze, si consiglia di impostare la terapia

    empirica sulla base della prevalenza e

    resistenza delle UTI del basso apparato urinario

    per quella comunità.

    • In donne in cui i sintomi di pielonefrite non

    migliorano entro 3 giorni, oppure si risolvono e

    recidivano entro 2 settimane, bisogna ripetere

    un’urinocoltura con antibiogramma ed

    eseguire esami appropriati come un’ecografia

    renale.

  • PIELONEFRITE ACUTA NON COMPLICATA

    TRATTAMENTO FORME LIEVI

    • Ciprofloxacina 500 mg (es. Ciproxin®) 1 cpx2/die per 7 -14 giorni

    O

    • Levofloxacina 500 - 750 mg (es. Levofloxacina®)

    1 cp/die per 7-14 giorni

    +• Ceftriaxone 1 gr (es. Rocefin®)

    • 1 fl IM/die per 7-14 giorni

  • PIELONEFRITE ACUTA NON

    COMPLICATA MODERATA – SEVERA

    Nell’impossibilità a mantenere adueguata

    idratazione orale, febbre >39°C,

    ipotensione, vomito, sepsi, molteplici

    comorbilità o in caso di

    PIELONEFRITE ACUTA COMPLICATA

    Si raccomanda di ricoverare

    in ospedale

  • Gestione della pielonefrite acuta

  • Terapia pielonefrite acuta non complicata

  • Diagnosi differenziale: urosepsi• E’ più frequente nel sesso maschile

    • La mortalità è del 20-42% in particolare se associata a infezione polmonare (50%) od addominale (24%)

    • Nel 30-80% vengono isolati batteri Gramnegativi (E.Coli nel 30-40%)

    • gram positivi: 5-24%,

    • Klebisiella- Enterobacter-Serratia nel 20%

    • Pseudomonas, Proteus Providencia nel 10%

    • Infezione: presenza di un micro-organismo in un sito sterile che può attivare una risposta immunitaria

  • Clinica della urosepsiBatteriemia: presenza di batteri in emoculture

    Systemic Inflammatory response Sindrome (SIRS) caratterizza da almeno due dei seguenti parametri:

    • Temperatura corporea > 38 C° o < 36 C°

    • Frequenza cardiaca >90 battiti/minuto

    • Frequenza respiratoria > 20 atti respiratori/minuto

    • Globuli bianchi >12.000 o < 4000

    • Livelli elevati di Procalcitonina, fino a valori >1000 ng/ml, in caso di sepsi o gravi infezioni (batteriche, fungine o da parassiti)

  • Gestione della urosepsi

  • Caso clinico 5• Agnese, 64 anni, diabetica, ipertesa in

    buon compenso emodinamico e metabolico, obesa con pregresso Ca mammario, in terapa con ramipril, amlodipina, metformina e simvastatina.

    • L’esame delle urine, eseguito nell’ambito dei controlli periodici, evidenzia la presenza di oltre 1500 leucociti nel sedimento e 15 mg di proteine.

    • La paziente è asintomatica. Riferisce solo urine torbide e maleodoranti.

  • Sondaggio: quale diagnosi? • Quali accertamenti diagnostici?

  • Caso clinico 5 • Il medico curante prescrive urinocoltura,

    che evidenzia E. Coli con carica >

    100.000, sensibile a tutti gli antibiotici

    testati.

    • Sulla scorta di tale esame prescrive

    ciprofloxacina RP 500 mg compresse da

    assumere la sera per tre giorni e

    controllo urinocoltura dopo 10 giorni

    dalla fine della terapia.

  • Caso clinico 5

    • Concordate con le prescrizioni del medico

    curante?

  • Quale terapia?Si tratta di una IVU? Se si, quale terapia è indicata?

    Con quale dosaggio, durata e follow-up?

  • LLGG: BATTERIURIA ASINTOMATICA

    DEFINIZIONE

    • Batteriuria a una concentrazione ≥10 (5)

    unità formanti colonie/ml (UFC/ml) in una

    persona che non presenta sintomi acuti

    suggestivi di infezione alta o bassa

    • Per definizione la batteriuria

    asintomatica deve essere confermata in

    due campioni urinari successivi: il reperto

    occasionale o la bassa concentrazione

    potrebbe essere dovuta a contaminazione

    del campione.

  • RACCOMANDAZIONE FORTELo screening della batteriuria asintomatica deve essere fatto, tramite urinocoltura, preferibilmente su due campioni urinari:

    ▪ nelle donne in gravidanza, precocemente (al primo controllo pre-natale);

    ▪ nei pazienti che devono essere sottoposti a prostatectomia transuretrale o a interventi/procedure sul tratto genitourinario con elevato rischio di sanguinamento della mucosa e nei casi di intervento per calcolosi complessa.

    • In tutti gli altri soggetti la batteriuriaasintomatica non deve essere ricercata e non deve essere trattata.

  • NOTA BENELa diagnosi di batteriuria asintomatica

    presuppone l’esecuzione di indagini volte ad

    escludere alcune cause o fattori predisponenti:

    ✓un diabete non diagnosticato,

    ✓un’ecografia apparato urinario,

    ✓una valutazione ginecologica nelle

    donne

    ✓ urologica negli maschi.

  • BATTERIURIA IN GRAVIDA• La batteriuria in gravidanza è da considerare una

    condizione a rischio di complicanze, specie negli

    ultimi mesi, per possibile evoluzione in UTI, con

    rischio di basso peso, prematurità etc..

    • L’incidenza di pielonefrite acuta è più elevata in

    gravidanza per le modificazioni fisiologiche

    dell’apparato urinario

    • Batteriuria: 2-10% delle gravide (il 30% sviluppa

    pielonefrite se non adeguatamente trattata)

    • Infezioni: 1% circa sia di IVU semplici che di

    pielonefrite

    • Il trattamento riduce il rischio dal 20-35% all’1-4%

  • BATTERIURIA IN GRAVIDA• Batteri: E. Coli (70%-80% dei casi), ma anche Klebsiella

    spp, Proteus spp e Pseudomonas spp

    • Gram positivi: gli Streptococchi di gruppo B (GBS)

    (S.agalactiae si associano più spesso a complicanze

    ostetriche)

    • Screening: l’urinocoltura almeno una volta nelle fasi iniziali

    della gravidanza (12-16 settimane)e altri controlli in donne

    con pregresse IVU.

  • Caso clinico 6• Rosa, 57 anni. Coniugata, due gravidanze a

    termine. Casalinga. Fuma 5 sigarette al giorno.

    Ha sempre goduto buona salute. Da circa tre

    anni lamenta cistiti ricorrenti, con stranguria,

    pollachiuria, a volte ematuria.

    • Non si è mai sottoposta ad accertamenti, a

    parte es. urine ed urinocoltura, che ha sempre

    evidenziato E. Coli con carica batterica

    variabile tra 100000 e 1 milione, sensibile a tutti

    gli antibiotici a parte amoxicllina.

    • Di solito tratta empiricamente gli episodi con

    fosfomicina, 3 gr in monosomministrazione.

  • Caso clinico 6

    • Ritenete opportuno sottoporre Rosa ad

    accertamenti?

    • Quali?

  • Caso clinico 6

    • Il medico curante prescrive visita

    ginecologica, che evidenzia scleroatrofia

    post-menopausale ed ecografia

    apparato urinario, che risulta normale.

    • Come terapia, a scopo profilattico,

    prescrive fosfomicina buste 3 gr, una

    busta/settimana per 2 mesi e, come da

    indicazione ginecologica, estrogeni

    topici.

  • Quale terapia?Quali antibiotici sono efficaci sui patogeni?

    Quale dosaggio, durata della terapia e follow-up?

  • Caso clinico 5

    • Condividete le scelte del medico?

    • Avreste agito diversamente?

    • Quali consigli alla paziente?

  • • elevata prevalenza (il 20-30% delle donne

    che hanno avuto un singolo episodio di IVU

    possono sviluppare una IVU cronica)

    • giovane età delle pazienti• considerevole impatto sulla qualità di vita

    e sui costi ambulatoriali per visite ,

    test diagnostici e prescrizioni

    • scarsa efficacia della terapia

    • rischio di utilizzo inadeguato e

    spregiudicato della terapia antibiotica

    • emergenza di ceppi multi-resistenti

    IVU RICORRENTI: I PROBLEMI

  • IVU RICORRENTI: DEFINIZIONI• Tre o più episodi di IVU in 12 mesi oppure

    due episodi in 6 mesi.

    • Re-infezioni: nuovo episodio dopo 1-6 mesi

    da una precedente infezione urinaria

    • Ricadute: ripresentarsi dei sintomi urinari

    dopo una iniziale risoluzione. La ricaduta è

    di solito causata dallo stesso microrganismo

    e viene considerata un

    • Fallimento della terapia entro due settima-

    ne dalla fine del trattamento precedente.

  • IVU RICORENTI: TERAPIALo spettro di patogeni responsabili delle IVU ricorrenti è

    sostanzialmente sovrapponibile a quello delle cistiti acute

    • nitrofurantoina (50-100 mg quattro volte al

    giorno per 3-5 giorni),

    • cotrimoxazolo (800 mg +160 mg x due/die

    per tre gg),

    • fosfomicina tromet. monodose (3 g nocte)

    • non si dovrebbe ricorrere ai fluorchinoloni.

    • Il curante dovrebbe proporre l’auto-

    somministrazione di antibiotico ai primi

    segni di infezione

  • IVU RICORENTI: GESTIONE• In caso di ricomparsa dei sintomi entro due

    settimane dalla fine della terapia

    antibiotica è indicata l’esecuzione di una

    urinocoltura sulla base della quale

    scegliere/modificare la terapia antibiotica.

    • In donne con IVU ricorrenti la profilassi

    antibiotica non è raccomandata di routine, dal momento che non ha effetto

    dopo la sospensione della profilassi stessa.

  • Le strategie profilattiche• Comportamentale: riduzione o elimina-

    zione dei fattori di rischio che possono

    favorire lo sviluppo delle IVU ricorrenti

    • Antibioticoprofilassi: è elevato il rischio di

    indurre resistenze, effetti avversi ed inoltre

    la profilassi sembra non influenzare la

    storia naturale delle cistiti croniche

    • Profilassi non-antibiotica: mirtillo rosso e/o

    dimannosio, UroVaxom (frazioni orali di E.

    coli) o Lactobacillus somministrato per via

    orale o vaginale

  • RACCOMANDAZIONE DEBOLEIn casi singoli in presenza di una correlazione con

    l’attività sessuale si può proporre la

    • profilassi antibiotica post-coitale in monosomministrazione entro 2 ore e dopo aver svuotato la vescica con

    • Co-trimoxazolo 80/400 mg

    • Nitrofurantoina 50/100 mg

    • Ceftibuten 400 mg

    • Cefixime 400 mg

  • RACCOMANDAZIONE FORTE• Le donne con IVU ricorrenti dovrebbero

    essere informate dei vantaggi associati

    all’assunzione di mirtillo rosso e/o

    dimannosio nella riduzione delle

    ricorrenze.

    • I professionisti dovrebbero spiegare alle

    donne in trattamento con warfarin i rischi

    connessi all’assunzione contemporanea

    di mirtillo rosso (aumento INR).

  • RACCOMANDAZIONE DEBOLE

    • Non ci sono prove di efficacia sufficienti

    per consigliare l’impiego di estrogeni

    topici in donne con IVU ricorrenti in età

    postmenopausale.

    • In presenza di dolore si può consigliare

    l’assunzione di analgesici, anche se non

    ci sono prove a sostegno dell’efficacia

    della terapia analgesica in corso di IVU.

  • NOTA BENE

    Come per la batteriuria asintomatica,

    così anche la diagnosi di cistiti

    ricorrenti pone l’indicazione

    all’esecuzione di indagini volte ad

    evidenziare eventuali cause o fattori predisponenti (diabete, ecografia

    apparato urinario, valutazioni

    ginecologiche o urologiche).

  • Caso clinico 7• Elsa, 78 anni. Vedova. Allettata

    (letto/poltrona) per esiti ictus emorragico tre

    anni prima. Sensorio integro. Non deficit

    cognitivi. Assistita da figlia e badante.

    • Comorbilità: cardiopatia ipertensiva con

    insufficienza cardiaca ed insufficienza renale

    cronica stadio IIIa.

    • Terapia: bisoprololo 2,5 mg, furosemide 50 mg

    x 2, nitroglicerina cerotto 10 mg, ramipril 2,5

    mg, trazodone 10 + 15 gtt.

    Catetere a permanenza per decubiti sacrali

    recidivanti.

  • Caso clinico 7

    • L’infermiera addetta alla sostituzione del

    catetere riferisce al medico la presenza di

    urine molto torbide e maleodoranti.

    • Il medico prescrive urinocoltura, che

    evidenzia IVU da Escherichia Coli >

    500.000, sensibile a tutti gli antibiotici

    testati e, come terapia, ciprofloxacina

    500 x 2 per cinque giorni da ripetere ad

    ogni cambio di catetere.

  • Caso clinico 7

    • Concordate con le scelte del medico?

    • Se no, quali alternative proponete?

  • LLGG: GESTIONE DEL CATETERE

    • Il ricorso al catetere urinario deve

    essere riservato alle sole condizioni in

    cui ogni altra alternativa non è

    praticabile.

    • Una volta inserito il catetere va

    periodicamente valutata la possibilità

    di rimuoverlo.

    • La durata della cateterizzazione deve

    essere la minima possibile per ridurre il

    disagio del paziente e il rischio di IVU.

  • CATETERE E ANTIBIOTICI• L’uso dell’antibiotico al cambio periodico

    del catetere non riduce le IVU e aumenta

    il rischio di colonizzazione da germi

    resistenti, e pertanto non deve

    essere utilizzato.

    • La profilassi antibiotica periodica

    o cronica nei portatori di catetere non

    riduce le IVU e aumenta il rischio di

    colonizzazione da germi resistenti, e

    pertanto non deve essere utilizzata.

  • CATETERE E BATTERIURIA• I portatori di catetere non vanno sottoposti a

    screening della batteriuria asintomatica

    • In caso di riscontro occasionale di batteriuria,

    in assenza di sintomi, la terapia antibiotica non

    va fatta.

    • Il clampaggio intermittente del catetere

    (ginnastica vescicale) non è efficace nel

    migliorare la funzionalità vescicale ed è

    probabilmente dannoso. Non deve quindi

    essere effettuato.

  • Caso clinico 7

    • Nel caso Elsa, portatrice di catetere a

    permanenza, presentasse i sintomi di una

    infezione alle vie urinarie (iperpiressia con

    brivido, disorientamento, dolori addominali),

    come vi comportereste?

  • LLGG: IVU E CATETERE

    • In un paziente portatore di catetere con segni di

    IVU si raccomanda di raccogliere le urine per

    urinocoltura e sostituire il catetere se in sede da

    più di 7 giorni.

    • In caso di sintomi locali si possono attendere i

    risultati dell’urinocoltura prima di iniziare la

    terapia antibiotica.

    • Se i sintomi sono sistemici oltre all’urinocoltura si

    raccomanda, laddove possibile, di eseguire

    anche due emocolture e di iniziare subito una

    terapia antibiotica empirica.

  • RACCOMANDAZIONE FORTE

    • In caso di IVU in un paziente portatore

    di catetere che presenti

    esclusivamente sintomi locali, la terapia

    antibiotica dovrebbe generalmente

    protrarsi per un totale di 5-7 giorni;

    • in presenza invece di sintomi di

    infezione sistemica, la durata della

    terapia dovrebbe essere compresa fra

    10-14 giorni.

  • Take Home Message✓La diagnosi di IUV è clinica; si basa

    sul rilievo di segni e sintomi e non sulla ricerca di batteriuria

    ✓L’esame colturale non è di regola necessario per la gestione delle infezioni non complicate delle vie urinarie

    ✓C’è un rischio significativo di falsi positivi con tutti i test sulle urine utilizzati sia a livello territoriale che ospedaliero

  • Take Home Message✓La batteriuria non è una malattia.

    ✓La batteriuria asintomatica deve essere ricercata e trattata solo nelle

    donne in gravidanza o prima di un

    intervento urologico

    ✓I fluorochinoloni non sono indicati nelle IVU non complicate, per il

    rischio di indurre resistenze; se ne

    consiglia un utilizzo molto prudente

  • Linee Guida di riferimento