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1 Centro Orizzonti Filosofici Comitato Stabile Commerciale Leoni Presidente Remo Lardi CH-6595 Riazzino Vice-presidente Daniele Bui Tel. +41 (0)91 850 53 40 Segretaria Nicole Töngi Fax +41 (0)91 859 20 21 Membri Silvio Leoni e-mail info@orfil.ch Diego Scacchi sito web www.orfil.ch Giovanna Staub La segreteria è aperta da lunedì a venerdì / 08.00 - 12.00 L’Associazione Orizzonti Filosofici ha rapporti di collaborazione con – Aperitivi Filosofici, Milano – Filosofia sui Navigli, Milano – Sezione Valposchiavo della Pro Grigioni italiano COME DIVENTARE SOCIO – compilare il modulo d’iscrizione disponibile sul sito web www.orfil.ch – versare l’importo della tassa annuale ( individuale CHF 60.– / coppia CHF 80.– / sostenitore CHF 100.–) Banca Raiffeisen Cugnasco-Gudo-Riazzino IBAN CH20 8028 0000 0030 9454 5 Clearing 80280 • Swift/BIC RAFCH22 I soci hanno diritto a seguire le attività del programma annuale. Gli incontri organizzati dall’Associazione sono aperti a tutti. Ai non soci, interessati a seguire uno degli incontri in programma, è richiesto un contributo di CHF 20.–. Riazzino, Centro Leoni ASSOCIAZIONE ORIZZONTI FILOSOFICI

ASSOCIAZIONE ORIZZONTI FILOSOFICI - Filosofia sui Navigli · Massimo Marassi (Cardano al Campo, 1954) insegna Filosofia della storia presso l’Uni- ... La filosofia della seconda

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Page 1: ASSOCIAZIONE ORIZZONTI FILOSOFICI - Filosofia sui Navigli · Massimo Marassi (Cardano al Campo, 1954) insegna Filosofia della storia presso l’Uni- ... La filosofia della seconda

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Centro Orizzonti Filosofici ComitatoStabile Commerciale Leoni Presidente Remo LardiCH-6595 Riazzino Vice-presidente Daniele BuiTel. +41 (0)91 850 53 40 Segretaria Nicole TöngiFax +41 (0)91 859 20 21 Membri Silvio Leonie-mail [email protected] Diego Scacchisito web www.orfil.ch Giovanna Staub

La segreteria è aperta da lunedì a venerdì / 08.00 - 12.00

L’Associazione Orizzonti Filosofici ha rapporti di collaborazione con– Aperitivi Filosofici, Milano– Filosofia sui Navigli, Milano– Sezione Valposchiavo della Pro Grigioni italiano

COME DIVENTARE SOCIO– compilare il modulo d’iscrizione disponibile sul sito web www.orfil.ch– versare l’importo della tassa annuale (individuale CHF 60.– / coppia CHF 80.– / sostenitore CHF 100.–)

Banca Raiffeisen Cugnasco-Gudo-RiazzinoIBAN CH20 8028 0000 0030 9454 5Clearing 80280 • Swift/BIC RAFCH22

I soci hanno diritto a seguire le attività del programma annuale.

Gli incontri organizzati dall’Associazione sono aperti a tutti. Ai non soci, interessati a seguire uno degli incontri in programma, è richiesto un contributo di CHF 20.–.

Riazzino, Centro Leoni

ASSOCIAZIONE ORIZZONTI FILOSOFICI

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Orizzonti Filosofici si presenta all’affezionato pubblico per l’ottavo anno conse-cutivo con un programma che tiene conto delle valide esperienze, che hanno suscitato l’interesse del vasto pubblico, ma con una novità consistente nel Corso triennale di filosofia, con un calendario comprensivo di 12 lezioni annuali.

Il corso, intensamente voluto dal dott. Silvio Leoni, sostituisce le lezioni fin qui organizzate durante quattro serate. Permette ai partecipanti una migliore cono-scenza di base della filosofia e assicura il possesso di ampie nozioni. Il corso è affidato al prof. Antonio Spadafora e le iscrizioni, chiuse il 30 aprile scorso, hanno registrato un numero di iscritti, che va oltre le aspettative.

Il dott. Silvio Leoni, che ringraziamo per aver assicurato i mezzi per tutta l’attività di OrFil, con questo nuovo impegno vede così soddisfatto il desiderio da lungo tempo espresso consistente nella creazione di una Scuola indirizzata ai cultori della filosofia, rivolta a un pubblico di non specialisti.

CAFFÈ FILOSOFICI – CINEMA E FILOSOFIA

Il programma tratta una problematica, quella della Natura, che costituisce il filo conduttore delle serate e che le sintesi orientative ne evidenziano la solidità del programma con un profilo di grande valenza.La scelta accurata dei relatori ci permette di affermare che siamo in grado di offrire un programma piacevole e ricco d’interesse che si rifà agli inizi della Storia della filosofia, con un percorso che ci confronterà con la Natura e la Cultura, la Tecnica, la Giustizia politica, l’Energia e l’Etica: insomma un programma per così dire “intrigante”.

Ringrazio tutti coloro che seguono e sostengono la nostra attività e avremo il piacere di salutarvi alle nostre serate.

Remo Lardi, presidente

ASSOCIAZIONE ORIZZONTI FILOSOFICI

Remo Lardi Silvio Leoni

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CAFFÈ FILOSOFICILa Natura ama nascondersiIl titolo per così dire unitario dei cinque caffè filosofici è la celebre sentenza di Eraclito di Efeso (ca 550-480 a. C.): physis kryptesthai philei. Di essa Pierre Hadot ha scritto, nell’affascinante saggio Il velo di Iside (2006), che si tratta di «un’enig-matica sentenza», tradotta «solitamente con la formula “La Natura ama nascon-dersi”, benché probabilmente Eraclito non la intendesse in questo senso. Queste tre parole, sulle quali fioccheranno interpretazioni a non finire nel corso dei secoli, ci lasciano intravedere quella che potrebbe essere l’aurora di una riflessione sul mistero della realtà, ma potrebbe pure essere il punto finale di una lunga medita-zione che si perde nella notte dei tempi». Nello stesso saggio, Hadot ha riprodotto la seguente suggestiva illustrazione ottocentesca dedicata a Goethe

Apollo nelle vesti della poesia svela la statuadi Iside-Artemide, simbolo della Natura.Incisione di Bertel Thorvaldsen (1807).

* * *«Per quanto lontano possiamo risalire nella storia, mai abbiamo trovato la Natura come una “realtà nuda” che impone all’uomo una concezione necessaria del suo destino […] Sempre, invece, la Natura ci è apparsa, nel pensiero degli uomini, come una costruzione non arbitraria, certo, ma il cui piano è largamente influen-zato dai desideri, le passioni, le tendenze ed anche la riflessione dell’uomo.[…]Mai l’uomo ha accettato, e non accetterà mai, le informazioni parziali che la scien-za gli offre. Sempre alzerà gli occhi sulla Natura per scoprirne il mistero, per co-noscerne il segreto…». (Robert Lenoble, Per una storia dell’idea di Natura - 1969).

4 ottobre 2011Natura e filosofiaRoberto Radice (p.4)

8 novembre 2011Natura e culturaMassimo Marassi (p.5)

6 dicembre 2011Natura e tecnicaGianni Paganini (p.6)

10 gennaio 2012Gli appelli alla naturaSimone Pollo (p.7)

7 febbraio 2012Energia, ambiente ed eticaArturo Romer (p.8)

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4 ottobre 2011 – Ore 20.15 - Riazzino

NATuRA E FILOSOFIACaffè Filosofico

Roberto Radice

Roberto Radice (Busto Arsizio 1947) è ordinario di Storia della filosofia antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Si è occupato in particolare di giudaismo ellenistico e di stoicismo, nonché dell’applicazione degli strumen-ti elettronici allo studio della terminologia filosofica greca e latina. È direttore della collana “Temi metafisici e problemi del Pensiero antico. Studi e Testi” (Vita e Pensiero, Milano) e delle edizioni elettroniche e cartacee di “Lexicon” (Biblia, Milano). È segretario delle col-lane “Testi a fronte” (Bompiani, Milano) e “Il pensiero occidentale” (Bompiani, Milano). È membro dei comitati scientifici di «The Studia Philonica Annual» e della «Rivista di Filosofia Neoscolastica». Tra le sue numerose pubblicazioni si ricordano in particolare: Platonismo e creazionismo in Filone d’Alessandria (1989), La metafisica di Aristotele nel XX secolo (1996), Oikeiosis. Ricerche sul fondamento del pensiero stoico e della sua genesi (2000), Allegoria e paradigmi etici in Filone d’Alessandria (2000), Philo’s Theology and Theory of Creation in The Cambridge Companion to Philo (2009), nonché i lessici di Platone, Plotino, Aristotele, Stoici, Filone d’Alessandria e Pentateuco (2003-2008)

* * *Sintesi orientativaIl termine physis (la natura) e il termine logos (la ragione) rappresentano all’origine due concetti embrionali, nel senso che sono veicolo di un’infinità di significati con un immenso potenziale evolutivo: il primo sta ad indicare tutte le cose che sono, appaiono e si gene-rano; il secondo tutte le regole che ci sono e ci saranno. Forse all’origine (ad esempio nei Pitagorici e in Eraclito) questi due significati erano unificati, e per tale motivo i primi filosofi ebbero un pensiero straordinariamente sintetico e quasi per nulla analitico. La questione, a questo punto, è comprendere come si pensava – e non che cosa si pen-sava – nella Grecia antica (VII-VI sec. a.C), quale era il metodo con cui si affrontavano i problemi e cioè di quali cause ci si serviva per spiegare il mondo. Bisogna immaginarsi un pensiero senza definizioni per vedere come dall’embrionale natura si è districato il logos, e dal logos si è liberato il pensiero pensante, e dal pensiero pensante ha preso forma la sintesi e l’analisi.Per comprendere il periodo che va dai Presocratici a Platone occorre immedesimarsi nella physis e poi riconoscere la drammatica svolta di Parmenide quando il logos (la ragione) ha preso il sopravvento ma si è fatto omicida della natura, e omicida di se stesso, perché negando il divenire naturale ha negato anche il divenire mentale. E allora di nuovo bisogna chiedersi: come si può pensare senza un processo e senza la molteplicità i concetti? Forse non si pensa affatto. E così dovremo rappresentare il secondo omicidio della storia del pensiero, il cosiddetto parricidio di Parmenide ad opera di Platone.Ma se questo salva il logos non salva la phy-sis. Perché l’unità originaria fra i due sia ricostituita occorre che si arrivi fino ad Aristotele, alla strutturale polivalenza dell’essere e alla necessità dell’analisi dei suoi significati. Ma vedremo che questo è un nuovo mondo mentale, praticamente lo stesso in cui noi oggi viviamo.

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8 novembre 2011 – Ore 20.15 - Riazzino

NATuRA E CuLTuRACaffè Filosofico

Massimo Marassi

Massimo Marassi (Cardano al Campo, 1954) insegna Filosofia della storia presso l’Uni-versità Cattolica di Milano ed è Direttore del Dipartimento di Filosofia. È membro della Stiftung Studia Humanitatis di Zurigo e del Centro di Metafisica dell’Università Cattolica. Oltre a numerosi articoli ha pubblicato: Ermeneutica della differenza. Saggio su Heideg-ger, Vita e Pensiero, Milano 1990; Gadamer e l’ermeneutica contemporanea, Colonna Edizioni, Milano 1998; ha curato l’edizione dell’Ermeneutica di Schleiermacher, Bompiani, Milano 20002 e della Critica del giudizio di Kant, Bompiani, Milano 2004. Ha pubblicato anche: Metamorfosi della storia. Momus e Alberti, Mimesis, Milano 2004 (trad. spagnola Anthropos Editorial, Barcelona 2008) e Metafisica e metodo trascendentale, Vita e Pen-siero, Milano 2004, 20092. Ha coordinato l’edizione dell’Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano 2006, in 12 volumi.

* * *Sintesi orientativaCome l’antica opposizione tra physis e nomos anche natura e cultura sembrano termini difficilmente conciliabili, o almeno questa era l’opinione comune fino a non molto tempo fa. Ora però, ciò che il senso comune ritiene artificiale viene sempre più avvertito come naturale e viceversa la natura è sempre più un prodotto della cultura. In questa prospet-tiva, appare chiaramente che la stessa distinzione dei termini natura/cultura si configura sempre in una struttura storica e quindi l’antropologia contemporanea è invitata non tanto ad andare alla ricerca di una universale ed eterna natura umana, quanto a cogliere la sua formazione e modificazione storica e sociale. Tutto questo ha tutt’altro che eliminato le do-mande riguardanti ciò che rende l’uomo un essere culturale o che trasforma la sua natura in un contesto storico-sociale. L’uomo vive la natura in modo artificiale, costantemente vi opera con una continua mediazione. L’uomo attua se stesso con capacità, dall’arte al diritto, dalla conoscenza alla morale, strettamente relazionate al mondo, tanto che egli dà attivamente forma con l’azione, il lavoro, la politica al mondo a cui si relaziona; e ritorna a sé generalmente arricchito, cioè trasforma la propria iniziale natura umana, non restando vincolato all’ambiente in cui opera. La natura sarebbe allora questa capacità eccentrica che l’uomo possiede di sapersi liberare dal dato, far scienza, oggettivare, sperimentare e infine di non restare soddisfatto da alcuna sua scoperta. “L’uomo è per natura un essere culturale”... diceva Gehlen. Ora, forse, è giunto il momento storico di riconoscere che le molteplici immagini dell’uomo non sono esaustive, che l’uomo è una realtà composita ma unitaria, una totalità connessa non scomponibile in ambiti separati. Esterno e interno, corpo e psiche, mente e coscienza, non possono più rimanere mondi estranei. La rivalu-tazione dell’unità tra natura e cultura permette di concepire non soltanto l’uomo ma l’intera realtà organica a partire da un unico principio. In tal modo si evita la secolare distinzione di un elemento psichico e di uno fisico, aprendo a un nuovo concetto di soggetto e di coscienza e in generale compare una nuova valutazione della vita. “Vi è un’unica e mede-sima vita”... scriveva Scheler.

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6 dicembre 2011 – Ore 20.15 - Riazzino

NATuRA E TECNICACaffè Filosofico

Gianni Paganini

Gianni Paganini è Professore Ordinario di Storia della Filosofia (Università del Piemonte). E’ stato allievo di Mario Dal Pra. Ha pubblicato: Analisi della fede e critica della ragione in P. Bayle (Firenze 1980), l’edizione del Theophrastus redivivus (Firenze 1981-82, 2 voll.), Les philosophies clandestines à l’âge classique (Paris, PUF, 2005); Skepsis. Le débat des modernes sur le scepticisme (Paris, Vrin, 2008); Introduzione alle filosofie clandestine (Laterza, Roma, 2009). E’ editor di numerosi volumi collettivi: Materia actuosa, Champion, Paris 2000 ; La filosofia della seconda metà del Novecento, Piccin/Vallardi, Padova 1998; Scepticisme, Clandestinité et Libre Pensée / Scepticism, Clandestinity and Free-Thinking, Champion, Paris 2002; The Return of Scepticism , Kluwer, Dordrecht-Boston-London 2003; Pierre Bayle dans la République des Lettres. Philosophie, religion, critique, Cham-pion, Paris, 2004 ; Pluralismo e religione civile. Una prospettiva storica e filosofica, Bruno Mondadori, Milano 2004; Der Garten und die Moderne. Epikureische Moral und Politik vom Humanismus bis zur Aufklärung, Frommann -Holzboog, Stuttgart 2004; Renais-sance Skepticisms, Springer, Dordrecht-New York, 2008; Illuminismo Torino, Boringhieri, 2008. Ha pubblicato la prima trad. it. di Th. Hobbes, Moto, luogo e tempo, “Classici della Filosofia”, Torino, UTET, 2010. Ha insegnato in molte università americane (fra cui New York University, UCLA Los Angeles, Montreal McGill, Rio de Janeiro) ed europee. Il suo volume Skepsis è stato premiato dalla Académie Française. Nel 2011 ha ricevuto il premio per la Filosofia dell’Accademia dei Lincei.

* * *Sintesi orientativaLa cultura occidentale ha sempre avuto un rapporto privilegiato, ma anche contrastato, con la tecnica. Sin dal tempo di Aristotele la tecnica si presenta come un’opportunità dell’azione umana, ma il confronto con la natura la relega ad uno statuto inferiore: la tecnica è solo un’imitazione della natura e sovente una sua contraffazione. Questo pa-radigma finirà per dominare più di un millennio di storia della cultura europea, finché nel Seicento, con il modello della “conoscenza dell’artifice”, non solo le arti tecniche saranno rivalutate nella loro indispensabile funzione di civiltà (Bacone), ma assumeranno anche un valore conoscitivo sia per le scienze della natura (Descartes), sia per la morale e la politica (Hobbes). La celebre metafora dello stato come meccanismo (simile all’orologio) da smontare e da rimontare costituirà il punto più avanzato di apprezzamento del sapere tecnico, contenuto nel principio per cui possiamo realmente conoscere soltanto ciò che siamo in grado di fabbricare. La filosofia, e con essa la cultura occidentale, manterrà comunque una forma di diffidenza e quasi di risentimento nei confronti della tecnica: lo si vede dalle posizioni di alcuni grandi filosofi del Novecento, su versanti fra loro molto diversi (Adorno, Heidegger), che finiranno per condannare la tecnica, mentre altri (Strauss, Jonas) si spingeranno sino ad un’aperta rivalutazione della natura in opposizione alle pratiche tecniche. Il dibattito si ripropone nella cultura italiana, mentre le ultime posizioni di Habermas sulla bioetica conducono inaspet-tatamente ad un ritorno del paradigma naturale.

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(Torino 1971), laureato in Filosofia e dottore di ricerca in Bioetica, lavora presso il Diparti-mento di Filosofia dell’Università «La Sapienza » di Roma, dove insegna «Etica e natura». Nella stessa università svolge attività didattica per il Master in Etica pratica e bioetica. È docente, inoltre, di «Bioetica» presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università della Tuscia e di «Etica del rapporto uomo-animale» presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell’Università di Torino. Coordina la Sezione di Roma della Consulta di Bioetica ed è segretario del Comitato Bioetico per la Veterinaria presso l’Ordine dei Medici veterinari della Provincia di Roma. I suoi interessi di ricerca sono concentrati sulla bioetica filosofica, sulle questioni morali delle relazioni fra umani e non umani e sui temi della naturalizzazione dell’etica e del rapporto fra scienze della vita ed etica filosofica. Ha collaborato al Dizionario di bioetica di E. Lecaldano (Laterza, Roma-Bari 2002) ed è autore delle monografie Scegliere chi nasce. L’etica della riproduzione umana tra libertà e responsabilità (Guerini, Milano 2003) e La morale della natura (Laterza, Roma-Bari 2008).

* * *Sintesi orientativaL’idea di natura ha un ruolo di primo piano nella storia della filosofia occidentale e, in parti-colare, nella riflessione sull’etica e sulla giustizia politica. Questa idea, inoltre, è largamente presente nel senso comune morale ed è spesso utilizzata come termine di riferimento per le più diverse idee morali e politiche. L’uso di questa nozione come giustificazione di credenze e valori morali dà vita a molti tipi di «appello alla natura». L’intervento si propone, anzitutto, di elaborare una tassonomia delle principali famiglie di «appello alla natura», mostrandone le caratteristiche peculiari e individuandone le radici storiche e teoriche. In secondo luogo, si tenterà un’analisi delle principali criticità dell’uso dell’idea di natura in etica. Nel dibattito contemporaneo, infatti, rimane ancora centrale la questione della separazione fra essere e dover essere, enunciata da David Hume nel famoso «Is/ought paragraph» del Trattato sulla natura umana e confluita poi nel dibattito contemporaneo sulla cosiddetta «Fallacia naturalistica». Tale fallacia, pur condannando irrimediabilmente alcuni dei principali appelli alla natura, non esclude di per sé che l’idea di natura (e, in particolare di «natura umana») possa (e forse debba) avere un ruolo nel discorso morale e nella riflessione filosofica su di esso. In conclusione, quindi, si prenderà in esame il pro-gramma di naturalizzazione dell’etica nelle sue declinazioni più recenti che implicano una stretta interazione fra etica filosofica e scienze della vita nella cornice dell’evoluzionismo darwiniano. Tale programma si presenta come una strada promettente per conciliare le istanze di appropriatezza della ricerca filosofica sull’etica e la tendenza – forse ineliminabile – di ricorrere alle idee di natura e natura umana nei nostri discorsi sul bene e sul giusto.

10 gennaio 2012 – Ore 20.15 - Riazzino

GLI APPELLI ALLA NATuRACaffè Filosofico

Simone Pollo

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7 febbraio 2012 – Ore 20.15 - Riazzino

ENERGIA, AMBIENTE ED ETICACaffè Filosofico

Arturo Romer

Nato il 13 marzo 1944 a Reichenburg nel Cantone di Svitto, ha conseguito il diploma e il dot-torato in fisica teorica presso l’Università di Friburgo (CH). Dal 1968 al 1971 si specializza in fisica nucleare e in radioprotezione presso il Dipartimento federale della Sanità e presso l’Uni-versità di Berna. Dal 1971 al 1972 si dedica presso l’AGIE di Losone e il Politecnico federale di Zurigo alla ricerca dell’elettroerosione, e ciò nell’ambito della fisica del plasma. Nel 1972 si abilita all’insegnamento superiore. Insegna nel 1973 alla Magistrale di Locarno e dal 1974 fino al 1990 al Liceo cantonale di Locarno, di cui è direttore dal 1984 al 1990. Dal 1990 al 1996 è direttore di ricerca e sviluppo presso la SES Società Elettrica Sopracenerina SA di Locarno. Dal 1996 al 2006 è direttore dell’Associazione delle Aziende elettriche della Svizzera italiana. Parallelamente è prima professore a contratto presso la SUPSI e poi professore a contratto presso l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana. Dal 2006 fa parte del comitato di riferimento del dottorato presso il Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano. Dal 2007 è consulente indipendente in energetica.

* * *Sintesi orientativaIn campo energetico-ambientale regna in generale un preoccupante disorientamento. Sull’in-formazione oggettiva prevalgono purtroppo spesso la disinformazione e le ideologie. Man-cano la l’informazione corretta e la solida formazione di base, ad ogni livello, dall’asilo fino all’università. Si confonde tutto: l’energia primaria con quella finale, il calore con l’elettricità, il reattore nucleare con la bomba nucleare, l’unità “potenza” con l’unità “energia”, l’idrogeno con l’acqua, il collettore termico solare con il pannello fotovoltaico, ecc. Occorre promuovere a livello planetario un’autentica cultura energetico-ambientale.Innanzitutto dobbiamo rigorosamente distinguere tra energia primaria (carbone nella miniera, petrolio greggio, gas naturale nel giacimento, acqua contenuta nel bacino ad accumulazione, massa legnosa di un bosco, uranio nella miniera, luce solare, ecc.) ed energia finale (elettricità, benzina, diesel, legna da ardere, calore dalla caldaia, gas naturale trasportato attraverso il ga-sdotto, ecc.). Le energie finali derivano da uno o più processi di trasformazione delle energie primarie. Nel concetto di “Società a 2000 watt” la potenza in watt si riferisce al consumo di energia primaria. Se un abitante del pianeta dispone della potenza di 2000 watt, ossia di 2 [kW], allora egli consuma all’anno la seguente quantità E di energia primaria:

E = 2000 [W] x 1 [a] = 2 [kW] x 8760 [h] = 17’520 [kWh].

Nessuno sa prevedere oggi con esattezza quale sarà il consumo energetico nell’anno 2100. È però fondamentale che si inizi subito a consumare l’energia con la massima efficienza e con il massimo rispetto per l’ambiente. Non dimentichiamo che nel 2100 il nostro pianeta conterà da 9 a 10 miliardi di abitanti. Le scelte di natura energetica devono assolutamente tener con-to degli aspetti fondamentali dello sviluppo sostenibile (economia, ecologia e socialità). E la concreta realizzazione di uno sviluppo sostenibile presuppone il coinvolgimento diretto della dimensione etica. Le varie opinioni e tendenze sono invitate ad ascoltarsi a vicenda, aprendo un autentico dialogo rispetto alle future scelte in materia di energia e ambiente. Nessuno possiede in questo ambito verità assolute. La verità va però sempre cercata, con onesta e tolleranza, per individuare soluzioni e scelte condivisibili, fattibili e sostenibili.

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CINEMA E FILOSOFIAPersino certe produzioni di serie B o di serie C non riescono a contenere la tendenza naturale del cinema a esprimere con forza concetti, ragiona-menti, idee. Le quali, al contrario di quanto accade spesso nella tradizio-ne scritta, si mostrano in tutta la loro concretezza ed espressività.Con il cinema, soprattutto con il grande cinema, si realizza spesso il mi-racolo di unire l’efficacia argomentativa, basata su una logica stringente, alla capacità di far sentire un problema sulla propria pelle, indipenden-temente dal fatto che sie condivida o meno la prospettiva che viene pro-posta. Nelle immagini, ragione e comprensione trovano una sintesi. E se già per l’Aristotele della Poetica “è fonte di piacere guardare le immagini perché coloro che le contemplano imparano e ragionano su ogni punto”, con le immagini in movimento, e con le mille possibilità espressive che esse offrono, questo effetto viene moltiplicato all’infinito. Ogni tema af-frontato dal cinema acquisisce una profondità filosofica, anche di tipo argomentativo, che il ragionamento scritto raramente riesce a conferir-gli. Anche il rapporto tra universale e particolare acquista una dimen-sione nuova. Il cinema ci mostra sempre storie particolari, nelle quali lo spettatore si riflette e si immedesima, che però, per la loro esemplarità, si presentano come rappresentanti di verità universali, che hanno anche il vantaggio di essere sempre rivedibili e magari di entrare in collisione con altre verità, ugualmente forti e plausibili, che emergono da altri film.

Armando Massarenti (2000)

RIAzzINO

6 marzo 2012Le quattro volteFilm di Michelangelo Frammartino (88’)Adriano D’Aloia (p.10)

3 aprile 2012Grizzly ManFilm di Werner Herzog (103’)Ruggero Eugeni (p.11)

8 maggio 2012Se mi lasci ti cancelloFilm di Michel Gondry (108’)Antonio Somaini (p.12)

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6 marzo 2012 – Ore 19.30 - Riazzino

LE QuATTRO VOLTE,Film di Michelangelo Frammartino (88’)Cinema e FilosofiaAdriano D’Aloia

Adriano D’Aloia (Milano, 1980) ha conseguito il dottorato di ricerca in Culture della Comu-nicazione con uno studio su “L’empatia nell’esperienza filmica”. La sua attività di ricerca si concentra attorno ai temi dell’intersoggettività nell’esperienza audiovisuale e delle teorie del visibile. È docente a contratto di Linguaggi e semiotica dei prodotti mediali e assegni-sta di ricerca all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha curato il volume di Ru-dolf Arnheim, I baffi di Charlot. Scritti italiani sul cinema 1932-1938 (Kaplan, Torino 2009) e l’edizione italiana del volume di David Rodowick, Il film nell’era del virtuale (Olivares, Milano 2008). Suoi saggi sono stati pubblicati sulle riviste Bianco e Nero, Fata Morgana, Cinéma&Cie, montage-av, E|C. È giornalista pubblicista e critico cinematografico per Se-gnocinema. Blog: http://anideaaday.wordpress.com.

* * *Sintesi orientativa“In noi [ci sono] quattro vite successive, incastrate l’una dentro l’altra. L’uomo è un mine-rale, perché ha in sé lo scheletro, formato da sali e da sostanze minerali; attorno a questo scheletro è ricamato un corpo di carne, formato di acqua, di fermenti e di altri sali. L’uomo è anche un vegetale, perché come le piante si nutre, respira, ha un sistema circolatorio, ha il sangue come linfa, si riproduce. È anche un animale, in quanto dotato di motilità e di conoscenza del mondo esterno, datagli dai cinque sensi e completata dall’immagina-zione e dalla memoria. Infine è un essere razionale, in quanto possiede volontà e ragione. Abbiamo dunque in noi quattro vite distinte e dobbiamo quindi conoscerci quattro volte”. È questa frase attribuita a Pitagora a ispirare il titolo, gli snodi e il senso profondo del film, interamente votato a restituire, quasi a incarnare nella sostanza comunicativa del cinema, il rapporto di imbricazione fra Uomo e Natura. Il passaggio in continuità tra forma dell’es-sere razionale (il pastore), animale (la capra), vegetale (l’albero), minerale (il carbone) è un percorso concentrico di riduzione e risalita genealogica. Lungo le tappe di questa palinge-nesi, compiuta nella purezza e nell’essenzialità del linguaggio, risuona l’ancestrale natura animistica del cinema: sullo schermo ogni oggetto si muta in soggetto e ogni soggetto in oggetto, le cose tendono all’antropomorfico e gli uomini al cosmomorfico (Edgar Morin). E se sullo schermo la Natura assume i caratteri di una nuova dramatis personæ (Béla Balázs), di fronte allo schermo lo spettatore fa esperienza del processo di trasformazione inversa. Attraverso le sue quattro vite distinte, prova a conoscersi quattro volte.

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3 aprile 2012 – Ore 19.30 - Riazzino

GRIzzLy MAN,Film di Werner Herzog (103’)Cinema e FilosofiaRuggero Eugeni

Ruggero Eugeni è professore ordinario di Semiotica dei media presso l’Università Cattoli-ca di Milano e dirige presso la stessa Università l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo. Il suo approccio ai media è attento da un lato agli aspetti esperienziali, corporei e affettivi dell’esperienza mediale, dall’altro lato ai suoi radicamenti culturali e linguistici. Da questo punto di vista sta sviluppando tre indirizzi di ricerca: (a) un modello teorico e analitico dell’esperienza mediale, considerata sia nei suoi aspetti fenomenologici e neuro cognitivi quanto in quelli socio antropologici; (b) una riflessione sul ruolo dei media nella costituzione di nuove forme di territorialità, in particolare all’interno degli spazi urbani; (c) una ricostruzio-ne storica delle relazioni culturali e linguistiche tra il cinema e le pratiche dell’ipnosi.Il suo ultimo lavoro è Semiotica dei media. Le forme dell’esperienza (Roma, Carocci, 2010). Tra gli altri suoi lavori: Il testo visibile. teoria, storia e modelli di analisi (in collaborazione con Fausto Colombo: Roma, 1996), Invito al cinema di Stanley Kubrick (Milano, nuova ed. 2001), Analisi semiotica dell’immagine. Pittura, illustrazione, fotografia, (Milano, nuova ed. 2004), Film, sapere, società. Per un’analisi sociosemiotica del testo cinematografico, (Mila-no, 1999), La relazione d’incanto. Studi su cinema e ipnosi (Milano, 2002). Ha curato con Fausto Colombo il volume Il prodotto culturale. Teorie, tecniche di analisi, case histories (Roma, 2001) e con Dario Viganò Attraverso lo schermo. Cinema e cultura cattolica in Italia, 3 voll., (Roma, 2006). Vari papers e preprint sono disponibili per la lettura e la discussione al sito media / expe-rience / semiotics (http://ruggeroeugeni.wordpress.com) e presso il suo sito universitario http://docenti.unicatt.it/eng/ruggero_eugeni.

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Sintesi orientativaGrizzly Man (Werner Herzog, USA, 2005) è anzitutto la storia di un lavoro tecnico: Herzog ha selezionato e montato una parte dei materiali video girati da Timothy Treadwell, un esploratore ambientalista che dal 2000 al 2003 testimoniò con l’aiuto di due telecamere la sua stretta convivenza con i grizzly in un parco dell’Alaska durante la stagione estiva, e che finì per essere divorato da uno degli animali. Un simile lavoro tecnico d’altra parte entra in uno stridente e lacerante contrasto con il proprio oggetto: la natura. Una natura “selvag-gia” in un senso profondo e radicale in quanto irriducibilmente aliena rispetto a schemi, abitudini, dispositivi di ripresa e di messa in scena della società dello spettacolo (Treadwell era solito partecipare a vari talk show per pubblicizzare la propria attività ecologista). Il film finisce dunque per porre in modo radicale la questione della rappresentabilità della natura nei media contemporanei; questione che riceve una risposta pessimistica: la natura è il regno dell’insensato e della morte e qualunque sua rappresentazione è un tentativo di domesticazione votato al fallimento – come la vicenda di Treadwell e in particolare la sua morte testimoniano con inquietante perfezione –.

Page 12: ASSOCIAZIONE ORIZZONTI FILOSOFICI - Filosofia sui Navigli · Massimo Marassi (Cardano al Campo, 1954) insegna Filosofia della storia presso l’Uni- ... La filosofia della seconda

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8 maggio 2012 – Ore 19.30 - Riazzino

SE MI LASCI TI CANCELLO,Film di Nichel Gondry (108’)Cinema e FilosofiaAntonio Somaini

Antonio Somaini insegna Cinema e Arti Visive e Storia delle Teoriche del Cinema all’Uni-versità degli Studi di Genova. Tra le sue ultime pubblicazioni, la monografia Sergej M. Ejzenstejn. Il cinema, le arti, il montaggio (Einaudi, Torino 2011), le antologie Teorie dell’im-magine. Il dibattito contemporaneo (insieme ad A. Pinotti, Cortina, Milano 2009) e Este-tica dei media e della comunicazione (insieme a R. Diodato, Il Mulino, Bologna 2011) e la nuova edizione italiana del libro Pittura fotografia film (1925, 1927) di Laszlo Moholy-Nagy (Einaudi, Torino 2010).

* * *Sintesi orientativaSe mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Sportless Mind, Michel Gondry, 2004) è un film particolarmente interessante per comprendere il modo in cui le neuroscienze e l’informatica stanno trasformando la nostra concezione della mente e delle sue attività, in primis la memoria, e per riflettere su un tema che è stato da sempre al centro della rifles-sione teorica sul cinema: la relazione tra dispositivo cinematografico e coscienza, tra film e pensiero, e quindi tra macchina e natura, tecnica e corpo.